governo monti/ pecore al lupo: ecco a chi abbiamo affidato il nostro futuro
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8/3/2019 GOVERNO MONTI/ Pecore al lupo: ecco a chi abbiamo affidato il nostro futuro
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L' inf i l t ra to " I l G o v e r n o M o n t i "
I DOSSIER DE:
IL GOVERNOIL GOVERNO
MONTIMONTI
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CRISI DI GOVERNO/ Monti, luomo delle
bancheGioved 10 Novembre 2011
Mario Monti, un tecnocrate sponsorizzato dalla grande speculazione bancaria, sta per
diventare il nuovo capo del governo. Decisivo il ruolo del Presidente della Repubblica
che ha nominato Monti senatore a vita pur di dare al personaggio una copertura
politica. Ci troviamo davanti ad un golpe strisciante ai danni di cittadini e lavoratori, uncolpo di mano al quale soltanto comunisti e Di Pietro hanno deciso di opporsi. La strada
maestra, quella del ritorno alle urne con una nuova legge elettorale, terrorizza quasi
tutti. Quello che ci attende il governo dei plutocrati, attentissimi ad eseguire il
compito dettato da banche e alta finanza.
Il governo delle banche
La premiata forneria parlamentare, in queste ore,
in procinto di servire la pi indigesta tra le
focacce destinate ai lavoratori. Un tempo al
tempo della cosiddetta prima repubblica - i
governi di transizione erano detti balneari, di
mare quindi, perch varati solitamente durante la
pausa estiva. Lex Presidente della Repubblica,
Giovanni Leone, era tra i pi gettonati per questi esecutivi da moscone e ombrellone. Servivano a
superare la stagione vacanziera ma erano, sempre, affidati a politici regolarmente eletti dal corpo
elettorale. Ora, questi governi ponte, li si va a cercare in montagna e non pi al mare e li si affida
regolarmente a signori che nessuno si mai sognato di scegliere, eleggere, selezionare. Grigi
funzionari provenienti dalle centrali pi oscure del potere quelle della banca e della finanza
a cui improvvisamente politici incapaci e impotenti cuciono addosso il vestito di cime e vette
istituzionali. Lesempio di Ciampi ieri e quello di Mario Monti oggi il premier in pectore ci
danno la cifra del degrado a cui giunta la classe politica italiana. Un degrado al quale non si
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sottratto nemmeno il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che con un colpo di teatro ha inteso
nominare Monti senatore a vita, come se ci potesse bastare a conferire un profilo politico a un
tecnocrate espressione dei poteri forti. Banca e finanza, ripetiamo. Una truffa politica e un golpe
realizzato a danno dei cittadini. Un governo affidato a Mario Monti, espressione delle banche edelle tecnocrazie europee, lesatto contrario di ci che occorre allItalia proletaria, perch
questo siamo: una nazione di braccia e cervelli senza lavoro, senza reddito e senza futuro.
Sorprende che in prima fila, in questa tamburellante richiesta di Monti, stia quel Pd che pi passa il
tempo e pi assume i connotati di una forza conservatrice, lontana anni luce dagli interessi delle
masse, delle famiglie mono o zero reddito, in una parola dei lavoratori. Un governo, quello Monti,
imposto dai mercati (eufemismo col quale oggi vengono chiamate le iene della speculazione),
dalla Banca centrale europea, da quelle che un tempo sarebbero state chiamate le potenzedemoplutocratiche.
Le parole dordine di queste ore sembrano fuochi dartificio: bund, bond, btp, spread, quanto di
pi lontano dalla disperazione di chi arranca per giungere non alla terza ma alla seconda settimana
del mese. Verrebbe da fuggire da questa Nazione, cercare allestero un esilio alla Prezzolini,
lontano da tutta questa mucillagine istituzionale mossa dal grande capitale e dalla speculazione
finanziaria. Una nazione degna di questo nome non ha bisogno di tecnocrati, ma di una guida
politica, legittimamente scelta dai cittadini. Ci ritroviamo invece davanti ad un golpe strisciante,che nellintento di rispondere alla grande finanza espropria contemporaneamente i cittadini del
diritto a scegliere il proprio governo. Nel 2008 Berlusconi vinse, legittimato da un grande
consenso popolare. Piaccia o no, la democrazia questa. Oggi che la stagione berlusconiana
giunta miserevolmente al termine, lunica strada per disegnare il futuro quella di tornare al corpo
elettorale. Un governo di transizione, ponte, balneare o montano che sia, potrebbe avere un senso
solo se si ponesse un unico obiettivo: cambiare la legge elettorale e consentire ai cittadini di
scegliere la rappresentanza parlamentare. Faranno di tutto, ma statene certi che i nuovi governantinon faranno una nuova legge elettorale. Tireranno a campare allinfinito, e intanto la democrazia
tirer le cuoia.
Uniche voci contro, in questo coro pro Monti, sono quelle dei comunisti alla Ferrero (Vendola al
momento tentenna) e di Tonino Di Pietro. Sono le uniche voci che in questo momento tragico
sentiamo essere dalla parte del popolo, dei lavoratori e della gente che mastica ferro.
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GOVERNO MONTI/ Lombra del Bilderberg
Venerd 11 Novembre 2011
Mario Monti, il prossimo presidente del Consiglio voluto da Giorgio Napolitano,
esponente di primo piano del Club Bilderberg, una associazione al limite del segreto
che raggruppa le personalit pi influenti del pianeta: politici, economisti,
imprenditori, militari che annualmente si riuniscono per decidere le sorti del pianeta.
La crisi italiana, eterodiretta da una potentissima centrale di potere, rischia di
trasformarsi nella tomba della democrazia. La strada del voto, e quindi della
legittimazione popolare del Governo, sembra eclissarsi definitivamente.
Monti e il Bilderberg, un colpo alla nuca della democrazia
Giorgio Napolitano, il comunista migliorista che approv (pentendosene solo molti anni dopo)
lingresso dei carri armati sovietici nellUngheria del 56, ha nominato Mario Montisenatore a
vita e, ad ore, si accinge a farlo anche Capo del
governo. Ad applaudire la scelta, principalmente,
lasse BCE-FMI, ovvero la banda Bassotti di
tecnocrati, banchieri e speculatori
internazionali che fanno capo alla Banca
centrale europea e al Fondo monetario
internazionale. Gli applausi pi fragorosi,
tuttavia, giungono dal club Bilderberg, ciodalla cabina di regia dellintera operazione. Il club Bilderberg (il nome dellalbergo dove avvenne
la prima riunione) , ovvero il club dei padroni del pianeta di cui Monti, da anni, parte
integrante. Mai, come in questo caso, per capire la scelta compiuta dalla banda Bassotti bisogna
risalire a monte. Il club, o gruppo Bilderberg, ignoto alla stragrande maggioranza del globo
terracqueo, fattore che ne determina linfluenza occulta e la manipolazione segreta di tutte le
principali decisioni che governano il pianeta. Stiamo parlando di circa un centinaio di persone
potenti e influentissime, politici, economisti, imprenditori e militari collocati in posti chiave e
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strategici, che annualmente, dal 1954, si riuniscono in piccole cittadine, lontano dagli occhi della
pubblica opinione, per assumere decisioni che riguardano il destino di milioni di inconsapevoli
persone. Nel corso di questi meeting (nel 2004 lorsignori si sono riuniti in Italia, a Stresa) la stampa
tenuta rigorosamente alla larga e vige per i protagonisti il divieto assoluto di rilasciare qualsiasitipo di dichiarazione. Per capirci, del Bilderberg ha fatto parte il banchiere David Rockfeller (uno
dei fondatori) e ne fa tuttora parte Henry Kissinger, il potentissimo segretario di stato di Richard
Nixon al centro delle pi inquietanti trame internazionali degli anni 70. Kissinger, per capirci,
luomo del golpe cileno e dello scandalo Watergate. Ma senza andare a ritroso nel tempo, e per
restare a casa nostra, nel Bilderberg troviamo le tracce dellex presidente del Consiglio, Romano
Prodi, del neopresidente della BCE, Mario Draghi, del pupillo di casa Agnelli, John Elkan, del
numero uno di Telecom Italia, Franco Bernab e, per finire, il presidente del consiglio in pectore quello voluto da Napolitano Mario Monti.
Lex comunista migliorista ha deciso quindi di puntare su un uomo che , nella migliore ipotesi,
espressione del Gotha finanziario mondiale, mentre nella peggiore parte integrante di un club
di framassoni che decidono i destini del mondo. Invitiamo, tra coloro che ne volessero sapere di
pi, alla lettura dellilluminante volume Il club Bilderberg La storia segreta dei padroni del
mondo del giornalista spagnolo Daniel Estulin. Uninchiesta rigorosa e inquietante dove i lettori
italiani potranno conoscere un aspetto segreto del prossimo premier.
E chiara, almeno ai nostri occhi, la deriva verso la quale ci stiamo avviando, quella di un esproprio
progressivo della democrazia. La parabola berlusconiana ha fatto credere agli italiani che,
contrariamente alladagio popolare, al peggio vi fosse un limite. Invece non cos: il peggio deve
ancora venire. Stiamo finendo nelle mani della pi grande macchina di macelleria sociale che il
mondo conosca, quella di una camarilla di plutocrati manovrati dalla pi grande centrale di potere
al mondo: il Bilderberg, appunto. Sorprende, in tutto questo, il ruolo di Giorgio Napolitano,
levatrice di quello che si annuncia il pi grande infarto della democrazia italiana. Il Capo delloStato, dinanzi al crollo del berlusconismo, finito nel nulla come dal nulla era nato, aveva un solo
dovere, che non quello imposto dalla prassi, cio di esplorare la possibilit di governi alternativi,
ma quello imposto dalla realt dei fatti: restituire la parola agli elettori e consentire
linsediamento di un governo legittimato dal consenso popolare. Il governo Monti, eterodiretto
dai marescialloni del Bilderberg, il colpo di nuca alla democrazia italiana.
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DEBITO PUBBLICO ITALIANO/ Perch
sale? E chi ci guadagna? Sempre loro: i
banchieri...
Marted 15 Novembre 2011
Secondo i dati della Banca dItalia, a giugno 2011 il debito pubblico totale ammontava a
1901 miliardi di euro pari al 122% del Pil realizzato nel 2010. Un dato altissimo,
responsabile della crisi che sta vivendo lItalia e del rischio di fallimento che, alcuni
giorni fa, sembrava prospettarsi allorizzonte. Daltronde, chi pi chi meno, tutti i Paesi
membri dellEurozona hanno contratto debito pubblico. Ma chi che ci va a
guadagnare? Ancora loro: i signori delle banche.
Partiamo col dire che il debito pubblico
linsieme del debito contratto dallo Stato nei
confronti di chiunque (aziende, persone, banche)
gli presti del denaro (spesso comprando titoli di
stato, i famosi bond). Ma perch lo Stato si
indebita? Semplicemente perch spende pi di
quanto incassa, andando cos incontro al deficit.
Nel corso degli anni il debito in Italia ha subito sbalzi in precisi periodi storici: negli anni 90, ad
esempio, in piena Tangentopoli, si passato da un debito pari al 94,7% del Pil del 1990 a un
debito pari al 121,8% nel 94 (il giro di favori e corruzione svelato da Mani Pulite ha portato ad
una sproporzione, chiaramente, tra entrate e uscite nelle casse dello Stato). Dal 95 al 2007, onore
al merito, il debito pubblico non solo non accresciuto, ma addirittura sceso arrivando al 103%.
dal 2008 inizio del Berlusconi III che il debito si impenna: 106% nel 2008, 116% nel 2009,
119% nel 2010. Fino ai giorni nostri: 122%, pari a 1901 miliardi di euro di debito. Le
responsabilit, dunque, dei governi nazionali sono forti. chiaro, infatti, che per coprire il deficit
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senza aumentare il debito si sarebbe dovuto aumentare le tasse. Ma chiaramente non conviene: i
governi avrebbero perso voti. In questo modo, dunque, i governi (nella fattispecie lultimo
governo Berlusconi) hanno preferito indebitare le tasse dello Stato. Tuttavia, aumentando il debito,
sono aumentati anche gli interessi da pagare (oggi oltre gli 80 miliardi di euro annui) e, dunque,alla fine comunque sono stati costretti ad alzare le tasse per fra fronte agli interessi stessi. A carico,
chiaramente, dei contribuenti che, dati della Banca dItalia, possedevano soltanto il 10% del debito
totale. Un cortocircuito che ha contribuito a rendere i ricchi sempre pi ricchi e i poveri sempre pi
poveri. Non a caso lOcse rivela che negli ultimi 15 anni in Italia la differenza tra ricchi e
poveri aumentata del triplo rispetto alla media europea.
Ma il problema, tuttavia, anche e soprattutto un altro e, ancora una volta, risponde al nome della
Bce. Capiamo perch. Prima dellentrata in vigore delleuro a stampare moneta era la Banca
dItalia: il debito era contratto con lo stesso Stato Italiano che poteva gestire autonomamente tale
debito. Le cose cambiano dal 2002: a stampare moneta , appunto, la Banca Centrale Europea.
Qui non si vuole demonizzare leuro, ma un meccanismo, proprio della Bce, responsabile, per molti
aspetti, dello strapotere soprattutto delle banche. Iniziamo col dire che lapproccio utilizzato
dalla Banca Centrale Europea la produzione di denaro e prestito (PML). Produce denaro e lo
presta al sistema bancario. Le banche, in questo modo, detengono maggiori riserve nei loro conti
alla banca centrale. La garanzia collaterale di questo meccanismo rappresentata dai bond deigoverni: la Bce presta denaro e le banche , di contro, acquistano i bond dei singoli governi che si
sentiranno autorizzati, in questo modo, a spendere pi di quanto incassano, incorrendo nel deficit:
promettono regali ai propri elettori e li finanziano col deficit e non con le tasse e, per pagare il
deficit, emettono bond che, come detto, sono comprati dalle banche. Tutto dunque ruota attorno
al sistema bancario: le banche comprano i bond del governo perch sanno che la garanzia
collaterale preferita dalla BCE. Offrendo alla BCE i bond come garanzia collaterale, le banche
ricevono nuove riserve e possono espandere il credito. Non solo. Visto che i bond del governo sonoancora posseduti dalle banche, i governi devono pagare linteresse alle banche che, a loro volta,
pagano l'interesse sui prestiti di denaro che ricevono dalla BCE, la quale restituisce i suoi profitti ai
governi. In altre parole: il governo spende pi di quello che riceve in tasse. La differenza viene
finanziata dalla Banca Centrale che cede il denaro alle banche che, in contropartita, comprano i
bond. La produzione di denaro sostiene i sogni dei politici, distruggendo per in questo modo le
valute. E la popolazione, per via del deficit, paga attraverso un ridotto potere dacquisto del denaro.
Insomma, un circolo con al centro le banche.
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Non un caso che i possessori del debito pubblico italiano sono, in primo luogo, stranieri. Nel 1995
il 90% del debito pubblico era nelle mani di investitori italiani. Il Bollettino statistico della
Banca dItalia sottolinea che dal 1995 ad oggi la percentuale del nostro debito pubblico detenuto
da soggetti non residenti progressivamente cresciuta dal 10% allattuale 56%.
Ma a chi appartiene oggi il debito pubblico italiano? Non c una risposta precisa a riguardo
perch la Bce non integra i bond nel suo bilancio. Il motivo presto detto: i bond rimangono
legalmente una propriet delle banche. Sappiamo, per, che, da quanto rivelato dalNew York
Times, circa il 37% del debito in mano ai francesi, il 13,6% ai tedeschi, circa il 13% alla
Banca centrale cinese, e poco pi del 5% agli inglesi. In pratica, come ci dice Antonella
Randazzo, gli istituti finanziari che controllano il nostro debito possono distruggere il nostro
paese se decidessero di svendere i loro Titoli. Queste percentuali non sono affatto trascurabili. Un
Paese che sottoscrive il debito pubblico di un altro, oltre ad investire la propria liquidit e
garantirsi un flusso di cassa pluriennale, ne ricava un altro effetto positivo. Il creditore, infatti,
pu ottenere in contropartita delle clausole nei trattati commerciali. La Cina, ad esempio,
sottoscrivendo il debito greco ha chiesto luso del porto del Pireo e che le future navi in dotazione
alla marina di Atene siano comperate in Cina. Tornando alla questione italiana, ecco spiegato
perch, ad esempio, il Governo ha tanto spinto per il nucleare: le centrali sarebbero state costruite
appunto dai francesi. E questo solo uno dei tanti esempi che potremmo fare riguardo i fortiinteressi stranieri in territorio italiano.
Sappiamo, tuttavia, solo questo. Non sappiamo, invece, i nomi delle banche possessori dei nostri
titoli perch, come detto, i bond non compaiono nei bilanci della Bce. indicativo, per che il
primo atto di Mario Draghi alla presidenza della Bce stato stilare una lista di 26 banche
sistemiche, banche che non possono fallire, proprio perch in tal caso fallirebbe lintero sistema
economico europeo.
Ma la questione ancora pi ingarbugliata. Come detto, infatti, lapproccio della Bce la
produzione di denaro e prestito (PML). La Banca centrale presta denaro alle banche. Questo
particolare non affatto secondario: col prestito chiaramente si formano degli interessi che i
singoli Stati sono tenuti a pagare e che vanno ad alimentare il debito pubblico. In pratica,
dunque, decisamente impossibile estinguere il debito proprio perch il meccanismo si basa su un
prestito e non sullacquisto definitivo (PMP). Le parole di Antonella Randazzo, a riguardo, sono
emblematiche: Chiamano crisi finanziaria la situazione di emergenza creata per indurre gli
Stati a pagare altro denaro alle banche, col pretesto del debito-truffa. Ovviamente, i governi
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tengono alloscuro le persone circa la vera origine del debito, in modo tale che continuino a fare
sacrifici (pagare).
Ci si chieder: possibile una via duscita? Bisognerebbe adottare il modello islandese.
LIslanda continua la Randazzo - ha compreso che la crisi e i fallimenti finanziari non possono
essere addossati ai comuni cittadini.In un referendum, gli islandesi hanno deciso di non pagare i
debiti alle banche.Dunque, il debito accumulato con le banche non sar mai pagato dai
cittadini. In Islanda era stata tesa una trappola per far crollare il Paese sotto il peso del debito: era
stata gonfiata una enorme bolla speculativa, che crollata anche per ilfallimento della Lehman
Brothers, ma i cittadini hanno compreso linganno, accumulando rabbia e indignazione. I
banchieri sono stati insultati e costretti a fuggire. Se dovessero tornare, andranno in galera.
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GOVERNO MONTI-PAPADEMOS/ Un
centro di Potere unico
Marted 15 Novembre 2011
Ora che Silvio Berlusconi si dimesso, tutti auspicano che Mario Monti prenda quelle
decisioni che permettano allItalia di risollevarsi. C grande ottimismo. Ma lo scenario
decisamente inquietante: Papademos, Monti, Draghi, la Bce. Tutti, in qualche modo,
sono ricollegati agli stessi gruppi di potere: dalla Goldman Sachs a Bilderberg, fino alla
Commissione Trilaterale.
Riepiloghiamo quanto accaduto negli ultimi
giorni. Luned scorso, un giorno prima del
voto sul rendiconto, alcune indiscrezioni di
Ferrara e Bechis rivelano che Berlusconi
si dimetter. Immediatamente le borse
salgono e lo spread scende. Unottima
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notizia, dunque. Poi il premier nega la fondatezza di tali voci e tutto torna come prima: lo spread
ritorna a livelli altissimi. Giorno dopo: voto di fiducia, maggioranza a 308, Berlusconi va al
Quirinale e dichiara che, dopo lapprovazione della legge di stabilit, si sarebbe dimesso. Insomma,
a questo punto non ci sono solo pi voci, ma c lufficialit delle prossime dimissioni delCavaliere. Logica vorrebbe che, se a indiscrezioni lo spread sia sceso vertiginosamente, tanto
meglio dovrebbe accadere con lufficialit. E invece no: lo spread sale superando la soglia critica
dei 500 punti base (arriver a 570). evidente che c qualcosa che non va.
Questa prima anomalia pu essere giustificata guardando oltre e ragionando sul fatto che Mario
Monti, e con lui il governo tecnico, un nome voluto fortemente dai gruppi economici forti. In
effetti quanto accaduto potrebbe essere spiegato facendo riferimento al fatto che prima che
Berlusconi salisse al Quirinale, in caso di governo tecnico era stato avanzato solo il nome di Monti.
Allindomani del voto di fiducia, invece, cominciato ad impazzare il toto-premier. Insomma, la
crescita spaventosa dello spread potrebbe essere giustificata come una pressione dei mercati (e
soprattutto dei forti gruppi economici) sullItalia a scegliere Monti.
Sia chiaro: qui non si vuole mettere in discussione lautorevolezza del bocconiano. Si vuole, per,
dar risalto ad alcuni legami che ci fanno capire come lItalia sia condizionata (per rimanere sul
cauto) dai forti gruppi economici che agiscono dietro la Bce. Dalla Goldman Sachs alla Merrill
Lynch, da Salomon Brothers fino ai Rothschild. Tutti gruppi forti sullo scenario economico
globale, che hanno gi agito in Italia (nellaltra crisi che ha colpito lItalia, nel 92) e che,
presumibilmente, non si tireranno indietro in futuro. Soprattutto ora che a capo del governo ci sar
Mario Monti. In effetti i rapporti di Monti con leconomia che conta sono tuttaltro che secondari:
come Infiltrato.it ha gi avuto modo di documentare, Monti parte integrante del club
Bilderberg, gruppo ignoto alla stragrande maggioranza del globo terracqueo, fattore che ne
determina linfluenza occulta e la manipolazione segreta di tutte le principali decisioni che
governano il pianeta. Non solo. Come ci dice Antonella Randazzo che sulla questione unadelle pi esperte: il bocconiano Monti un ex collega di Draghi come consulente della
Goldman Sachs (una delle banche pi potenti al mondo, ndr). Chiamando lui come capo di
governo, in pratica, come se mettesse (Napolitano, ndr) il nostro Paese nelle mani di quelle
stesse persone che negli ultimi decenni lo hanno impoverito devastando leconomia e
saccheggiando le risorse. E allora il cerchio sembrerebbe chiudersi se ricordiamo che la stessa
Goldman Sachs, calcando la mano, ha dichiarato alcuni giorni fa che un governo di tecnocrati
guidato da unautorevole personalit esterna farebbe rapidamente scendere a 350 punti lo
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spread tra Btp decennali e bund. Non solo. Monti anche membro della Commissione
Trilaterale, altro potere forte occulto, anche questo guidato e orchestrato da David Rockfeller.
Richard Falk, nel 1978, dal periodico Monthly Review di New York dichiarava: Le idee della
Commissione Trilaterale possono essere sintetizzate come l'orientamento ideologico che incarna ilpunto di vista sovranazionale delle societ multinazionali, che cerca di subordinare le
politiche territoriali a fini economici non territoriali.
Il dubbio cresce considerando, ancora, due aspetti. Non solo Monti, ma anche Papademos (il nuovo
primo ministro greco) membro del Bilderberg e della Commissione Trilaterale. La questione non
finisce qui. Allinterno della Commissione Trilaterale, come si pu vedere dal documento che
pubblichiamo, ci sono diversi esponenti della Goldman Sachs: tra gli altri Vladimir Dlouhy
(International advisor), Peter Sutherland (che, addirittura, European Honorary Chairman,
presidente onorario), E. Gerald Corrigan (managing director della Goldman, una delle cariche pi
alte). Bilderberg, Commissione, Goldman. I rapporti sono, dunque, pi che frequenti. Non solo.
Sono forti le voci secondo cui dietro la devastante speculazione responsabile della crisi ci sia
proprio la Goldman Sachs, il gruppo bancario per il quale non solo Monti, ma anche Draghi
hanno lavorato. A dirlo stato anche un giornale autorevole in campo economico come Milano
Finanza: Sui mercati si diffusa la voce che sia stata Goldman Sachs a innescare l'ondata di
vendite di Btp, poi seguita dagli hedge fund e dalle altre banche d'oltreoceano.
E la Bce in tutto questo? Ci dice Antonella Randazzo: La cosiddetta Unione Europea non altro
che il potere centralizzato di un gruppo di banchieri-affaristi, gli stessi che controllano
attualmente la nostra politica. Si tratta di un potere mai eletto e che si tiene accuratamente
nascosto dietro istituzioni apparentemente autorevoli. La formazione dellUnione Europea
avvenuta con lobiettivo di avere un centro di controllo che opera a beneficio del gruppo di potere,
in modo tale che i paesi europei fossero costretti a fare politiche economiche che convengono
soltanto ai grossi affaristi-banchieri. In poche parole, quei gruppi di cui abbiamo parlato sinoraavrebbero peso anche in Europa (e non solo in Europa). Come ricordato, daltronde, anche Draghi
ha rapporti molto stretti con la Goldman Sachs ed anche lui membro del Bilderberg. Ma
attenzione. Abbiamo parlato del Bilderberg, della Commissione Trilaterale e dei rapporti trasversali
con Monti, Papademos e Draghi. Ma c ancora unaltra organizzazione speculare alle precedenti.
Stiamo parlando del Group of Thirty. Si legge sul suo sito: the Group of Thirty, established in
1978, is a private, nonprofit, international body composed of very senior representatives of the
private and public sectors and academia. Tradotto: il gruppo dei 30, nato nel 1970 un organismo
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internazionale, privato, senza scopo di lucro, composto da rappresentanti di alto grado dei settori
pubblico e privato e del mondo dellaccademia. Chi ritroviamo in questorganizzazione (anche
questa privata)? Mario Draghi. E non solo lui. Tra i trenta ci sono diversi capi delle grandi
banche private. Tra questi, ancora una volta, anche un uomo della Goldman Sachs, il direttoreamministrativo E. Gerald Corrigan. E tra questi anche William C. Dudley, attuale presidente
della Federal Reserve (per intenderci la Banca centrale statunitense). Caso strano, ma anche lui,
come Draghi, ha lavorato con la Goldman Sachs, addirittura come direttore amministrativo. Altra
casualit: anche il Group of Thirty, come il Bilderberg e la Commissione Trilaterale, stata
fondata da David Rockfeller.
Stessi uomini dunque, legati da rapporti molto stretti. Resta il dubbio, allora, che non sarebbe
affatto un caso che tali gruppi hanno premuto affinch Draghi diventasse presidente della Bce. In
effetti, oggi il potere in mano alla Banca Centrale Europea decisivo. Ad oggi nessun Paese
membro autonomo da un punto di vista economico. Prendiamo quanto accaduto in Italia. La
famosa lettera mandata dallUE una lettera nella quale si definiscono le norme che lItalia deve
attuare, tenuta ad attuare. E la legge di stabilit approvata sabato ne un esempio lampante, con
una forte accelerazione sulle privatizzazioni (la Randazzo, daltronde, ci conferma che le spinte
verso le privatizzazioni sono altre strategie dello stesso gruppo di potere. Si approfitta del
momento difficile per saccheggiare anche acquistando beni a prezzi stracciati). Altro casoemblematico di tale egemonia economica quanto accaduto in Grecia, dove stato praticamente
impossibile andare al referendum sulle proposte consigliate dallUE. La Merkel, daltronde, in
quelloccasione parl chiaro: Il parlamento greco deve rispettare le nostre decisioni.
Lopposizione non pu permettersi di far credere ai greci che esista unaltra soluzione. Non c un
piano B. Insomma, uno Stato senza autonomia esecutiva e legislativa.
Un fatto lampante il Trattato di Lisbona. Eminenti giuristi ci dice la Randazzo - hanno messo
in guardia sulla natura non democratica del Trattato, e su come esso impedisca la democrazia.Questo spiega, ad esempio, perch non stato fatto il referendum per approvarlo (tranne in Irlanda)
e i cittadini non siano stati informati abbastanza e correttamente. Il Trattato, ci fa notare ancora la
Randazzo, parla di necessario ricorso alla forza, ma non si spiegano i criteri che lo renderebbero
necessario, facendo intendere che anche qualora lo stesso sistema venisse messo in discussione e i
cittadini protestassero in massa, il potere costituito avrebbe il diritto di uccidere, invocando la
necessit. A parte questo, per, indubbio che tramite tale trattato i Paesi membri siano stati
gradualmente estromessi da ogni decisione in ambito di politiche energetiche, sanit pubblica,
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fiscalit, immigrazione, ecc. In caso di conflitto fra le leggi nazionali, prevarr la legge imposta
dalla Ue. In sostanza, il Trattato di Lisbona una legge a tutela dello status quo e una difesa molto
forte del potere dei banchieri della Bce e dei grandi affaristi che controllano holding colossali.
Ci, chiaramente, vale anche per lItalia. Il primo gennaio 1999, com risaputo, il nostro Paese ha
perso la sua sovranit monetaria aderendo all'Unione economica e monetaria (UEM), che prevedeva
il trasferimento della sovranit alla Bce e al Sistema europeo delle banche centrali (SEBC). Fa
niente che nella Costituzione leggiamo che la sovranit appartiene al popolo (art.1) o che lo
Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:... e) moneta, tutela del risparmio e mercati
finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato;
perequazione delle risorse finanziarie (art.117).
Insomma, due sono le conclusioni a cui si arriva:
1. le persone scelte per risollevare lEuropa dalla crisi, da Monti, a Papademos, fino a Draghi,
sono tutte persone legate a doppio giro con i poteri forti che si muovono nellombra dietro i
singoli Stati e dietro lEuropa;
2. il sistema messo a punto dallUe un sistema che spoglia i Paesi membri di democrazia e fa
s che tutte le decisioni vengano dalla Bce.
Ultimo appunto. I gruppi forti di cui abbiamo parlato e che, come vedremo, hanno gi agito
fortemente in Italia (con il placet delle istituzioni), sono anche i soci della Federal Reserve
americana. Insomma, lo scenario inquietante e i protagonisti che tessono le fila sono sempre
gli stessi.
Un golpe mondiale? Non lo sappiamo. Ma, per quanto detto, sembrerebbe davvero che il cerchio si
chiuda.
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GOVERNO/ Il golpe Napolitano-Bilderberg
Marted 15 Novembre 2011
Con lincarico a Mario Montiil Paese viene consegnato alla grandespeculazione
finanziaria internazionale . Determinante, in questa circostanza, il ruolo del Capo dello
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Stato. Giorgio Napolitano, con unaforzatura al limite del colpo di mano, trasforma di
fatto la Repubblica da parlamentare in presidenziale, questo dinanzi al ruolo arreso e
passivo della politica. Piegata agli interessi delle logge pluto-massoniche internazionali,
la Nazione si avviava verso lesproprio della democrazia e della rappresentanza
popolare. In Italia non pi la politica che governa leconomia ma leconomia che detta
le regole alla politica e che impone la formazione del governo. Liniziativa di Napolitano,
quella di un nuovo esecutivo, poteva giustificarsi solo in chiave di una nuova legge
elettorale che restituisse potere ai cittadini. Cos non stato. Sulla legge elettorale
nessuna parola.
Vogliamo sottrarci al conformismo peloso che plaude a Giorgio Napolitano, autore di un colpo di
mano al limite golpe istituzionale i cui effetti completi si vedranno solo nel 2013, quando si torner
a votare. Se c una cosa certa, in
questo momento di totale confusione,
questa una sola: Mario Monti,
luomo del club Bilderberg chiamato
a guidare il governo del Paese, non si
schioder dalla seggiola sino al
termine naturale della legislatura.
Quello che nasce camuffato da
governo tecnico la prova generale
della coalizione demoplutocratica che nel 2013 si candider a guidare lItalia. Un coacervo di
forze conservatrici e reazionarie che, in questo anno e mezzo, avranno tempo di lavorare ai
fianchi della politica, riducendola a lacch della grande speculazione finanziaria internazionale.
Il governo Napolitano/Bilderberg la fine del bipolarismo, e quindi del meccanismo di
alternanza al governo. E la vittoria di un terzo polo mondialista, quello pluto-massonico la cui
missione sta nella distruzione degli stati nazionali. Limperialismo finanziario consiste proprio in
questo: svuotare progressivamente la rappresentanza politica nazionale e sostituirla con una
classe di tecnocrati cresciuti nelle centrali internazionali della grande finanza. Mario Monti,
luomo scelto da Giorgio Napolitano sotto dettatura della Banca centrale europea, del Fondo
monetario internazionale, della Trilaterale e del Club Bilderberg, incarna perfettamente il
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profilo utile alla realizzazione di quel colpo di stato finanziario auspicato dalle centrali
massoniche internazionali. Linversione dei ruoli oggi perfettamente compiuta: non pi la
politica che governa leconomia ma leconomia che governa la politica. Non un governo
nazionale, legittimamente eletto, a guidare leconomia e il Paese ma la grande finanza adeterminare la liquefazione della Nazione attraverso un governo imposto con un colpo di mano.
Lincarico a Mario Monti, che sul piano esterno rappresenta la vittoria dello stato imperialista
delle multinazionali finanziarie, sul fronte interno, invece, equivale al passaggio demble dalla
seconda (quella del bipolarismo) alla terza repubblica, quella presidenziale. Giorgio Napolitano,
assumendo poteri da nessuno conferitigli, ha fatto una scelta, quella di Monti, in totale
controtendenza con la prassi istituzionale e col dettato costituzionale che, in assenza di effettive
maggioranze politiche, avrebbe imposto lo scioglimento delle camere e lindizione delle elezioni
politiche generali. Soltanto chi dotato di una robusta malafede pu ignorare che la scelta di
Napolitano precede, e non segue, come di regola, le consultazioni. Come si fa a sostenere che vi
sia stato un rispetto, seppur solo formale della Costituzione, del Parlamento, e quindi del corpo
elettorale? La rappresentanza popolare stata di fatto usurpata dal Capo dello Stato che, con
la propria iniziativa e la propria scelta che ha preceduto il confronto con i rappresentanti del Paese,
ha di fatto trasformato la Repubblica da parlamentare in presidenziale. I partiti, nello schema
adottato da Napolitano, sono stati chiamati semplicemente a ratificare una scelta gi assunta.Siamo in presenza di un colpo di mano, e questo va detto senza mezzi termini. Tuttavia, trovandoci
in Italia, che non dimentichiamolo sempre il paese di Pulcinella, la tragedia assume quasi sempre
il tono della farsa. Napolitano non solo decide perMario Monti senza aver prima consultato le
forze politiche e le rappresentanze parlamentari ma, goffamente, per dare al presidente in pectore
una legittimazione politico-istituzionale, lo nomina senatore a vita in una notte. Considerando che
da anni, in predicato per il laticlavio a vita, vi sono figure come Marco Pannella, un uomo che con
le proprie battaglie civili ha realmente illustrato la storia dItalia, la nomina di Monti assume agliocchi degli italiani il registro di una ridicola tarantella.
Quando andiamo scrivendo, purtroppo, trova conferma e implicita ammissione nelle stesse parole
del Capo dello Stato. Non si tratta ora dice Napolitano di operare nessun ribaltamento delle
elezioni del 2008. Si tratta, a tre anni e mezzo dallinizio della legislatura, di dar vita ad un
governo che possa unire forze politiche diverse in uno sforzo straordinario che lattuale emergenza
finanziaria ed economica esige. Il confronto a tutto campo tra i diversi schieramenti riprender
senza che sia stata oscurata o confusa alcuna identit appena la parola ritorner ai cittadini per la
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elezione di un nuovo Parlamento. Il Presidente della Repubblica, davanti ad un governo che
mette insieme maggioranza e opposizione sostiene che non venga operatonessun ribaltamento
delle elezioni del 2008, dimenticando che in quella circostanza il corpo elettorale si espresse
inequivocabilmente per un governo del centrodestra assegnando a quello schieramento una dellepi vaste rappresentanze parlamentari dalla nascita della Repubblica. La medesima, tuttavia, se
si sciolta e putrefatta in corso dopera per colpa delle lotte intestine al Pdl e perlindecorosa
condotta berlusconiana, ci non vuol dire che a pagare dazio sia la limpida volont popolare
espressa nel 2008. Per questo, per coerenza e rispetto a quel dato, oggi era necessario tornare
immediatamente alle urne e dare un segnale di fermezza politica agli speculatori internazionali che
ne avrebbero dovuto solo prendere atto.
Napolitano parla esclusivamente di quello che esigel emergenza finanziaria ed economica,
rimandandosine die lelezione del nuovo Parlamento. Occorrevano invece, signor Presidente,
parole chiare e nette in due direzioni: quello dellorizzonte temporale del costituendo governo,
necessariamente breve, e quello della sua missione principale, che non quella delle esigenze
economiche della grande finanza, ma quella delle esigenze democratiche del popolo sovrano.
Occorreva che lei, signor Presidente, imponendo Monti al Paese imponesse a Monti una priorit
assoluta: la nuova legge elettorale. Una legge da farsi in tempi strettissimi e che avesse permesso
ai cittadini, e non alle oligarchie di partito, di scegliere liberamente la propria rappresentanza.Non ci pare di aver udito una sua sola parola in questa direzione e per questo signor Presidente,
oltre a quelle di Berlusconi, occorrerebbero altre dimissioni: le sue.
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CRISI ITALIA/ Ecco la manovra che cisalver: ma non quella di Monti
Mercoled 16 Novembre 2011
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Si sta preparando una manovra lacrime e sangue. Quante volte abbiamo ascoltato
questo refrain, quante volte ci siamo chiestise fosse davvero necessario un ulteriore
sacrificio da parte degli italiani. E ora conosciamo la risposta. Se davvero Mario Monti
vuole diventare il Messia che moltiplica pane e pesci, ci permettiamo di suggerirgli la
strada pi veloce per raggiungere la gloria divina. Con la proposta di una manovra da
370 miliardi di euro lanno, che non intacca le gi tristi tasche dei cittadini. Fantascienza?
Assolutamente no
Sacrifici. Lacrime e sangue. Manovre e maxi
emendamenti. Non c pi tempo da perdere.
Recuperare la cre-di-bi-li-t. Che in parole
povere significa: tirate fuori gli ultimi spiccioli
che vi sono rimasti. Legregio Professore Mario
Monti, burattino nelle mani dei veri poteri forti,
non far altro che mettere in atto ci che nessun
governo eletto dal popolo si sarebbe mai sognato di
compiere: tagliare pensioni e stipendi pubblici, diminuire i salari, aumentare la mobilit,
semplificare i licenziamenti, vendere i beni statali e, soprattutto, privatizzare i servizi. Perch,
se qualcuno ancora non lha capito, la speculazione decisiva contro lItalia, quella che ha fatto
crollare il Governo, iniziata ad aprile, poco prima del referendum in cui oltre il 90% dei cittadini
votarono a favore dellacqua pubblica e contro il nucleare.
Qualcuno dir: oh, e la Patrimoniale?Specchietto per quelle allodole che credono ancora alla
Befana e festeggiano la fine di Berlusconi come se dovesse arrivare una nuova era, guidata dal
Messia Monti. E invece la tragedia, come pi di qualche osservatore ha avuto modo di sottolineare
da Paolo Barnard a Massimo Fini, da Marco Travaglio a Giulietto Chiesa riguarda proprio la
fine della democrazia e la perdita di sovranit che accompagnano un premier imposto dai
mercati.
Ma veniamo al punto: possibile che lunico modo per uscire dalla crisi sia la manovra lacrime e
sangue che sta per pioverci addosso? Noi crediamo di no e ci permettiamo di suggerire ai
signorotti che dovranno decidere le nostre sorti una via alternativa, che colpisce in modo
definitivo il debito pubblico senza mettere sul lastrico milioni di italiani.
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Partiamo da unequazione molto semplice: il debito pubblico costituito dalla somma dei deficit
annuali perch lo Stato spende sempre pi di quanto incassa su cui gravano, per la maggior
parte, un insieme di spese inutili e deleterie che non producono alcun vantaggio per la comunit.
Vediamo quali sono queste voci, che divideremo in tre categorie.
La prima comprende gli investimenti diretti grandi opere, fondi per appalti, infrastrutture
superflue, copertura di debiti contratti dai privati (ad esempio Alitalia) che in un Paese come
lItalia non generano sviluppo e arrivano a costare cento volte il prezzo iniziale. Parola chiave:
corruzione.
La seconda include tutti gli investimenti indirettifinanziamenti pubblici ai partiti, costi del
Parlamento e degli enti locali che determinano la spaccatura del Paese tra clientes e cittadini
normali. Parola chiave: casta.
La terza abbraccia le spese militari per quelle guerre o meglio, operazioni di pace che lItalia
in qualche modo costretta a portare avanti, soggiogata dai diktat della lobby delle armi, la pi
importante e influente del mondo. Parola chiave: guerra.
Corruzione, casta e guerra: basterebbe tagliare, del tutto o in parte, queste tre macro voci per
ridurre in maniera sostanziale la spesa annuale dello Stato e ottenere quindi un duplice risultato:
lannullamento del deficit e lerosione continuata del debito pubblico.
Partiamo dalla corruzione, voce che comprende la corruzione in quanto tale (tangenti e reati contro
la PA), loperato delle mafie e levasione fiscale. Nellultima relazione dellAutorit Nazionale
Anticorruzione, presentata al Parlamento il 12 maggio 2011 (e relativa allanno 2010), si fa
riferimento al Corruption Percetion Index (pi noto come CPI) di Transparency International,
secondo cui lItalia ha segnato un ulteriore peggioramento del punteggio attribuito, cos da
collocare il nostro Paese dopo il Rwanda: dopo la retrocessione dal punteggio di 4,8 del 2008 al
4,3 del 2009, nel 2010, infatti, il risultato conseguito dal nostro Paese pari a 3,9.
Ora, nonostante il Dipartimento di Funzione Pubblica cerchi costantemente, allinterno della
relazione, di sminuire, smontare e distorcere questo dato, andando contro ogni evidenza (si noti che
il Dipartimento autore della Relazione dipende dal Ministero del fannullone Brunetta), la Corte
dei Conti e persino la Banca Mondiale concordano sul costo annuale dei meccanismi
corruttivi. Quanto? 60 miliardi di euro. Allanno. Con una stima di incremento del 10%. Sempre
allanno.
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Passiamo al circuito mafioso, il cui fatturato (e quindi costo per lo Stato) si aggira secondo la
Commissione Parlamentare Antimafia sui 150 miliardi di euro allanno. Senza contare i circa
180 mila posti di lavoro persi a causa di un fenomeno che frena lo sviluppo di vaste aree del
Paese,comprime le prospettive di crescita dell'economia legale,alimentando una economia parallelaillegale e determina assuefazione alla stessa illegalit.
Per quanto concerne invece levasione fiscale, lultimo rapporto della Guardia di Finanza denuncia
mancati introiti per120 miliardi di euro allanno, di cui 60 di sola IVA.
Non c bisogno della calcolatrice per stimare il costo della sola voce corruzione(quindi
corruzione in quanto tale, fenomeno mafioso ed evasione fiscale) in 330 miliardi di euro
allanno. Soldi che lo Stato incasserebbe di colpo, senza bisogno di alzare le tasse, tagliare
pensioni, stipendi e posti di lavoro, senza bisogno di svendere la propria sovranit agli sciacalli del
Governo tecnico. I bocconiani li chiamano. Alieni venuti dal nulla per depauperare quel poco che
rimane.
Basterebbe, da parte del Sistema Stato, una seria autotutela contro la Corruzione per riscuotere di
colpo una cifra enorme: stiamo parlando di oltre il 10% del Pil, che nel 2010 ammontava 2 mila
miliardi di .
Passiamo ora alla parola chiave Casta: che cosa si pu tagliare, senza stravolgere lassettoistituzionale e senza (ulteriormente) svilire il rapporto tra cittadini e politica? Quattro voci: le
province, il finanziamento pubblico ai partiti, la met dei costi parlamentari, privilegi degli
enti locali.
Partiamo dalle province: secondo il rapporto 2011 dellUnione Province Italiane, lassociazione che
rappresenta tutte le province escluse quelle autonome di Trento, Bolzano e Aosta, il costo totale
degli enti provinciali relativo allanno 2010 ammonta a 12 miliardi di euro, che possono essere
risparmiati quasi in toto, partendo dal presupposto che la stragrande maggioranza della spesariguarda il mantenimento stesso dellente e immaginando di delocalizzare altrove, e con altre
funzioni magari pi redditizie, parte del personale impiegato, che costa invece una minima parte,
vale a dire 2 miliardi e rotti lanno (dato 2010). Se la matematica non unopinione, tagliando le
province otteniamo un ulteriore risparmio di 10 miliardi lanno.
Il finanziamento pubblico ai partiti, o rimborso elettorale che dir si voglia, lennesima spesa-
truffa che grava sulle spalle dei cittadini e che dovrebbe subire una netta sforbiciata. Qui il calcolo
piuttosto semplice: dal 1994 al 2008, considerando le 11 tornate elettorali (regionali, politiche ed
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europee) svolte in questo periodo, il costo supera i 2 miliardi di euro. Che il Professore Monti si
attivi per farsi restituire questi soldi.
E veniamo al Parlamento, il luogo dove la Casta eccelle nel suo spreco costante da una parte e
vessazione aggressiva dallaltra. Quanto costa il Parlamento? Per capirlo basta leggere uno studio
dellIstituto Bruno Leoni, una sorta di think tank anglosassone che vuole rappresentare un pungolo
ed una risorsa per la classe politica, stimolando nel contempo una maggiore attenzione e
consapevolezza dei privati cittadini verso tutte le questioni che attengono le politiche pubbliche e il
ruolo dello Stato nelleconomia.
Il dossier dellIBL, pubblicato nel luglio 2011 a firma di Emilio Rocca, piuttosto chiaro: Il
Parlamento italiano spende ogni anno circa 1 miliardo e mezzo di euro. Le Camere presentano i
rendiconti della loro gestione economica che sono pubblicati sui loro siti istituzionali; ad oggi,
possibile leggere il rendiconto relativo allesercizio dellanno 2009. La due Camere hanno speso, in
quellanno, 1.581.158.419 euro, per la precisione..
Volendo mantenere intatto il numero dei parlamentari e tagliando di netto la met di tutte le spese
se Tremonti pu tagliare in maniera orizzontale ci che gli pare, va da s che questo sistema
possibile applicarlo anche con i costi della politica si ottiene un ulteriore risparmio di circa 750
milioni di euro annui. E siamo stati generosi.
Viriamo ora sui costi degli amministratori locali, soffermandoci solo sulle indennit dei politici
regionali e comunali, che nel 2010 ammontavano a 1,5 miliardi di euro. Con un taglio netto
dell80%, per cui se un consigliere regionale prende oggi 10.000 euro al mese ne dovr prendere al
massimo 2.000 - che in ogni caso un ottimo stipendio - si ottiene un ulteriore risparmio di spesa
pari ai 1,2 miliardi di euro.
Anche per la parola chiave Casta non serve essere Odifreddi per convincersi di come si possa
risparmiare, ogni anno, pur evitando ai politicanti la gogna della paghetta da 3/400 euro al mese, labellezza di quasi 12 miliardi di euro (11,950 per la precisione), cui si va ad aggiungere luna
tantum dei 2 miliardi del finanziamento pubblico. Il tutto in maniera semplice e colpendo solo le
province, i rimborsi elettorali e i costi di Parlamento, Regioni e Comuni.
E arriviamo, infine, allultima parola chiave.
Forse siamo in guerra e nessuno ci aveva avvisato, visto che lItalia lottavo Paese al mondo
per spese militari (ecco uno dei motivi per cui non potr mai fallire, nonostante le dicerie
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mediatiche) e nel 2011 ha stanziato un budget che supera i 20 miliardi di . Le missioni allestero?
Partecipiamo a 8 operazioni, sulle 15 che ci sono in atto nel mondo, per cui spendiamo la bellezza
di 1 miliardo e mezzo di .
Ancora: secondo il libro inchiesta Il Carro Armato (Bur-Rizzoli), di Massimo Paolicelli e
Francesco Vignarca, le missioni allestero dellItalia sarebbero molte di pi, 30 (con evidenti
ricadute sui costi) ma laspetto pi sorprendente riguarda il numero dei comandati, inferiore rispetto
a quello dei comandanti. Cosa significa? Che, nonostante le riforme, il nostro esercito
professionale conta ancora 190mila uomini, tra i quali il numero dei comandanti - 600 generali e
ammiragli, 2.660 colonnelli e decine di migliaia di altri ufficiali- supera quello dei comandati.
Pazzesco. Come se il numero dei politici superasse quello dei cittadini.
Senza contare gli acquisti, inutili, di portaerei Cavour e fregate Fremm (5 miliardi e rotti di )
e i cacciabombardieri Joint Srike Fighter (13 miliardi di ). Facciamo un po di conti: se
tagliamo della met le spese militari, abbandoniamo le missioni allestero ed evitiamo di comprare
armamenti superflui, il risparmio netto ammonta a quasi 30 miliardi di . Non male, vero?
Se il Professor Monti, bocconiano ed economista, dovesse mai avere difficolt a seguire i nostri
semplici ragionamenti, sar sicuramente felice di trovarsi lo schemetto bello e pronto. Eccola,
quindi, la maxi-manovra per raggiungere la divina gloria:
1. Manovra anti-corruzione: 60 miliardi
2. Manovra anti-evasione: 120 miliardi
3. Manovra anti-mafia: 150 miliardi
4. Manovra anti-casta: 12 miliardi
5. Manovra anti-guerra: 30 miliardi
Totale: 372 miliardi annui risparmiati. Considerando che il debito pubblico attuale ammonta a
poco meno di 2 mila miliardi, potremmo azzerarlo nel giro di 7 anni. Senza lacrime n sangue.
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GOVERNO&MINISTRI/ La pagliacciata
della staffaGioved 17 Novembre 2011
Con la nascita delgoverno Napolitano-Bilderberg-Goldman Sachs il Paese stato affidato
a boiardidi stato e baroniuniversitari, a uomini della Nato, del Vaticano, delle banche e
dei circoli finanziari internazionali. Attorno allesecutivo Monti, privo di ogni
legittimazione popolare, si coagulato un inquietante e unanime coro di consensi: da
Berlusconia Bersani, da Marcegaglia a Camusso. Piace ai massonie agli ecclesiastici.
Piace anche a deputati e senatori, pronti allapagliacciata della staffa, lultima e
indispensabile a salvarne le poltrone.
Il governo Napolitano-Bilderberg-Goldman
Sachs nato. A parte la politica, nellesecutivo
Monti c di tutto (vedi elenco a pi di pagina):
baroni universitari, boiardi di stato, uominidella NATO, uomini del Vaticano, uomini
delle banche, uomini della Bocconi, uomini
della Luiss, uomini della Cattolica, uomini di
Confindustria, uomini delle Istituzioni:
ambasciatori, prefetti, magistrati e avvocati.
Infine c lui, Mario Monti, uomo della
Trilaterale e membro del club Bilderberg (luna e laltro fondati da quel buonuomo di DavidRockefeller, massone e grande azionista della banca JP Morgan) e uomo della Goldman Sachs, la
pi grande banca daffari al mondo che in Europa, secondo Le Monde, ha tessuto una rete
dinfluenza unica sedimentata nel corso dei lustri grazie a una fitta trama sia pubblica, sia
sotterranea.
A parte lestrema destra e lestrema sinistra e altri pochi pellerossa a cui non piace (e noi tra
questi), il nuovo esecutivo piace a tutti: partiti (con lunica eccezione della Lega), sindacati e
industriali, ecclesiastici e massoni, mercati, banche, giornali; piace a Berlusconi e Bresani, a
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8/3/2019 GOVERNO MONTI/ Pecore al lupo: ecco a chi abbiamo affidato il nostro futuro
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Marcegaglia e Camusso, a Draghi, Bagnasco e Prodi ( a libro paga della Goldman Sachs tra il
1990 e il 1993 e poi dopo il 1997). Un governo mari e monti, viene da dire con una facile
battuta, che mette insieme cozze e tartufi, sapori diversi che in comune hanno una cosa: stanno
tutti o sottacqua o sottoterra. Tutti, indistintamente, fuori dalla vista e lontani dalla luce del sole.
Il governo italiano, quello dei baroni e dei boiardi, della NATO e del Vaticano, delle banche, della
Bocconi , della Luiss e della Cattolica, di Confindustria e della Goldman Sachs, parte integrante
della cospirazione internazionale lanciata agli stati nazionali. Le stesse centrali finanziarie che
hanno determinato la crisi, ora si sostituiscono, per piegarle ai propri interessi, alle rappresentanze
popolari democraticamente elette. In questa direzione, quella di un golpe mondiale affidato a
tecnocrati dellalta finanza, va anche la nomina di Lucas Papadmos, il neopremier greco gi
componente della commissione Trilaterale. Nella stessa direzione va la nomina a capo della Bce di
Mario Draghi, vice presidente della Goldman Sachs International dal 2002 al 2005 (per capirci,
la Goldman Sachs la banca daffari che s inventata e rifilato a mezzo mondo larga parte degli
strumenti finanziari che hanno nascosto i debiti sovrani di quegli stessi stati che ora non
riescono a farvi fronte).
Non c che dire, siamo in buone mani! Mani che grondano il sangue di una macelleria sociale che
ha colpito i blocchi sociali pi deboli e meno garantiti: in primo luogo lavoratori e famiglie
monoreddito. In tutto questo, va detto ad altra voce e senza mezzi termini, fa rabbrividire il ruolo
del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Scrive Ida Magli (e noi sottoscriviamo parola per
parola): No, Signor Napolitano, non sopporteremo una simile nauseante furbata. Creare
allimprovviso un senatore a vita per far credere che si tratti di un politico e fingere cos che
lItalia non si sia consegnata nelle mani dei banchieri, un sotterfugio intollerabile. Quale
disprezzo per i poveri Italiani! Quale disprezzo per la Repubblica e per la politica! Abbiamo,
dunque, cos la misura della spaventosa miseria civile e morale dei nostri rappresentanti. La
Bibbia afferma che Dio vomita gli ipocriti. Sono certa che non ha mai vomitato tanto .
Mentre Dio vomita, e noi con lui, vorremmo ricordare a Giorgio Napolitano che Mario Monti,
luomo da lui strenuamente voluto a capo del governo, nel 1999 stato costretto, nella sua qualit
di Commissario europeo sotto la presidenza Santer, a dare le dimissioni per laccertata
responsabilit collegiale dei Commissari nei casi di frode, cattiva gestione e nepotismo messa in
luce dal Collegio di periti nominato appositamente dal Parlamento Europeo. Evidentemente, agli
occhi di Napolitano, ci deve essere un titolo di merito valido a consegnare il laticlavio a vita a
Mario Monti. Ma non finita. La pagliacciata della staffa deve ancora arrivare, e a questo
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provvederanno quelle centinaia di senatori e deputati che a breve voteranno la fiducia al governo
Napolitano-Bilderberg-Goldman Sachs. Mazziati, cornuti e terrorizzati dalla prospettiva di
perdere un anno e mezzo di prebende, indennit e privilegi, i nostri parlamentari sono pronti a tutto.
Anche a votare labolizione della politica e della democrazia.
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Governo Italiano (note biografiche)
Mario Monti (presidente del Consiglio e ministro dellEconomia). Rettore e presidente
dellUniversit Bocconi. Commissario europeo prima per il mercato interno e poi per la
concorrenza. Componente della Commissione Trilaterale, del gruppo Bilderberg e advisor
della banca daffari internazionale Goldman Sachs.Antonio Catrical (sottosegretario alla presidenza del Consiglio). Presidente dell'Autorit
garante della concorrenza e del mercato. E stato consigliere e presidente di sezione del Consiglio di
Stato.
Anna Maria Cancellieri (ministro dell'Interno) Prefetto a Vicenza, Bergamo, Catania e Genova.
E stata commissario al Comune di Bologna dopo lo scandalo che travolse Delbono, e da due mesi
ricopre lo stesso ruolo a Parma.
Giulio Terzi (ministro degli Esteri). Ambasciatore, ha ricoperto incarichi diplomatici a Parigi, a
Vancouver e a Bruxelles, dove stato Consigliere Politico presso la Rappresentanza d'Italia alla
Nato. Dal 1993 al 1998 stato a New York presso la Rappresentanza d'Italia alle Nazioni Unite. Per
oltre un anno, ha guidato la delegazione italiana al Consiglio di Sicurezza.
Lorenzo Ornaghi (ministro dei Beni Culturali). Dal 2002 rettore dell'Universit Cattolica del
Sacro Cuore. direttore dell'Alta scuola di Economia e relazioni internazionali (Aseri), e
vicepresidente del quotidiano "Avvenire".
Corrado Passera (ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture). Consigliere
delegato Intesa Sanpaolo. Ha ricoperto il ruolo di direttore generale alla Cir di Carlo De Benedetti,
di Arnoldo Mondadori Editore e poi del Gruppo L'Espresso. E' stato amministratore delegato del
Banco Ambrosiano Veneto, delle Poste Italiane e di Banca Intesa.
Paola Severino (ministro della Giustizia). Avvocato penalista e vicerettore dell'Universit Luiss
Guido Carli della Confindustria, per quattro anni stata vicepresidente del Consiglio della
magistratura militare.
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Elisa Fornero (ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega al Welfare). Ea capo del
Cerp, Center for research on pensions and welfare policies, uno dei maggiori centri studio sullo
stato sociale in Italia e in Europa. Fornero anche vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di
Intesa Sanpaolo.
Mario Catania (ministro dell'Agricoltura). E' un tecnico esperto di politiche comunitarie. Ha
ricoperto importanti incarichi a Bruxelles. Attualmente responsabile del Dipartimento delle
politiche europee e internazionali del dicastero delle Politiche agricole.
Giampaolo Di Paola (ministro della Difesa). Ammiraglio. Attualmente presidente del comitato
militare della Nato. E' stato capo di Stato maggiore della Difesa tra il 2004 e il 2008.
Francesco Profumo (ministro dell'Istruzione). Per sei anni rettore al Politecnico di Torino, dal 13agosto presidente del Consiglio nazionale delle ricerche. Uomo molto vicino al cardinale Angelo
Bagnasco.
Corrado Clini (ministro dell'Ambiente). Dirigente del ministero dellAmbiente dal 1990. Ha
collaborato con l'Agenzia europea dell'Ambiente e l'Onu.
Renato Balduzzi (ministro della Sanit). Direttore dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari
regionali (Agenas), ha ricoperto l'incarico di Capo dell'ufficio legislativo del ministero della Sanit
dal 1997 al 1999. Dal 2002 al 2009 stato presidente nazionale del Movimento ecclesiale di
impegno culturale..
Moavero Milanesi (Affari europei). Per 9 anni stato braccio destro di Mario Monti a Bruxelles.
attualmente giudice del tribunale di primo grado della Corte di giustizia europea.
Piero Gnudi (Turismo e Sport). Ha rivestito numerose cariche in consigli di amministrazione e
collegi sindacali di importanti societ, tra cui Enel, di cui stato presidente sino all'aprile 2011.
Fabrizo Barca (Coesione territoriale). direttore generale presso il Ministero dell'Economia edelle Finanze. E' stato dirigente nel Servizio Studi della Banca d'Italia, Capo del Dipartimento per le
Politiche di Sviluppo e di Coesione e Presidente del Comitato politiche territoriali dell'Ocse.
Piero Giarda (Rapporti con il Parlamento). E' stato presidente della Commissione tecnica per la
spesa pubblica al ministero dell'Economia dal 1986 al 1995 e sottosegretario dal 1995 al 2001.
Andrea Riccardi (Cooperazione interna e internazionale). E ordinario di Storia Contemporanea
presso la Terza Universit degli Studi della Capitale. E' noto a livello internazionale per aver
fondato la Comunit di Sant'Egidio.
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NUOVO GOVERNO/ Rapina a banca armata
Venerd 18 Novembre 2011
Mario Monti, il neopremier espressione dei circoli finanziari internazionali, la ha fatto
capire a mezza bocca, sibilando: a breve verr reintrodotta lIci, limposta comunale
sugli immobili. Una rapina, specie per le famiglie monoreddito gravate da mutuo sulla
casa. Nessuna parola, nel discorso al Senato, stata spesa sulla legge elettorale. C da
giurare che Monti rester in lizza sino al 2013, quando si andr a votare con lattuale e
scandaloso sistema che espropria i cittadini a beneficio delle segreterie di partito.
Monti, se non Passera, sar in corsa anche nel 2013, alla testa di un terzo polo
espressione delle oligarchie finanziarie.
Abbiamo ascoltato con attenzione il discorsoprogrammatico pronunciato da Mario Monti al
Senato e tra le tante cose dette vorremmo
commentarne due: una non detta e una detta a
met. Parole sulla legge elettorale, partendo dalla
prima (ma potremmo esserci distratti), non ne
abbiamo sentite n poche n punte. Durante tutta
lesposizione, una noiosissima concione dedicata a tranquillizzare mercati finanziari e investitori
internazionali, Monti non ha inteso spendere una solo sillaba in favore dei milioni di italiani che,
piacendo a Dio e a Napolitano (che in questi giorni, per molti, sono la stessa persona), nella
primavera del 2013 torneranno a votare. Milioni di cittadini che verranno chiamati ad eleggere il
nuovo parlamento e a scegliere il Governo del Paese con una legge che, se rimanesse quella che ,
certificherebbe in maniera definitiva la dittatura delle oligarchie di partito. Quelle stesse,
probabilmente, che si stanno attrezzando a riproporre nel 2013 un Monti, o eventualmente un
Passera, come espressione di un terzo polo messo insieme da altre pericolosissime oligarchie,
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quelle finanziarie. Parte quindi male, anzi malissimo Monti, poich la vera emergenza italiana non
la solvibilit del debito sovrano tra dieci o venti anni, e men che meno la rinnovazione di quello
attuale; il vero problema, la reale esigenza, leffettiva urgenza lassenza e il ripristino della
democrazia. Per l'etimologia del termine, democrazia il governo del popolo, ovvero la formadi Stato in cui la sovranit appartiene al popolo. Bene, ci chiediamo se tra gli italiani esista ancora
qualche sprovveduto disposto a credere ad una simile sciocchezza. La vigente legge elettorale ha
letteralmente rapinato i cittadini dal sacrosanto diritto a scegliere un parlamento selezionato da
un voto di preferenza e non dalle preferenze delle segreterie di partito. Sul tema, ribadiamo, non c
parso di udire alcun impegno da parte del neopremier, cos come da parte del Capo dello Stato,
ciarliero oltre ogni limite, non s udito alcun monito in tal senso.
Ci detto, quanto alle cose totalmente ignorate e passando a quelle dette a met, cio sibilate, c
parso di udire un passaggio relativo allIci (limposta comunale sugli immobili attualmente
eliminata). Secondo Monti, quella italiana, sarebbe una anomalia rispetto al resto dEuropa.
Saremmo quindi dei privilegiati, poich esentati dal pagamento della tassa sulla prima casa.
Corollario del ragionamento fatto da Monti , di fatto, lannuncio della reintroduzione del pi
odioso tra i balzelli, una vera propria rapina a carico delle famiglie, specie quelle monoreddito e
ancor pi quelle che con un solo reddito, oltre al mutuo bancario, a breve saranno costrette a pagare
dazio alla Stato per un tetto che, sino alla estinzione del prestito, non sar mai loro ma dellistitutobancario che sopra cha scritto una robusta ipoteca. Una rapina, insomma, a banca armata.
Questo, di fatto, col beneplacito dei baciapile vaticani che usano una volta su due la parola famiglia
salvo poi partecipare ad un governo che le famiglie, economicamente, le distrugger. Quale
famiglia si vuol sostenere, nascete o esistente, laddove si va a tassare un bene non indispensabile ma
vitale come la casa? La casa, addirittura, di cui non si ancora proprietari sino allestinzione del
mutuo. Paghiamo quindi la rata di mutuo, paghiamo lo Stato, paghiamo gli interessi alla
banca. Questa, secondo Mario Monti, la ricetta per correggere lanomalia italiana.Noi, quanto ad anomalie, ne vorremmo segnalare unaltra alluomo del club Bilderberg messo a
capo del governo italiano: quella relativa alle transazioni finanziarie. Milioni e milioni di euro al
giorno che viaggiano attraverso le Borse e i terminali delle banche e che sono oggetto di una
tassazione che la stessa Europa, sempre evocata, ritiene insufficiente. Cominciamo da qui, dal
tassare chi ha determinato la crisi, altrimenti il dubbio che a pagare saranno sempre i pi deboli e i
meno garantiti, pi che unipotesi gi una certezza.
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AMBIENTE/ Corrado Clini, il neo Ministro e
un programma (in)sostenibile: nucleare, Ogm
e inceneritori
Venerd 18 Novembre 2011
Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Se gli altri tecnici chiamati a risollevare lItalia
sono furbi e lungimiranti come lui, il neo Ministro dellAmbiente Corrado Clini, allora
siamo veramente in ottime mani. E se del Passerotto di Banca Intesa si occupato
benissimo Travaglio nella puntata di ieri sera di Servizio Pubblico, noi preferiamo
concentrarci su Clini. Perch ? Semplice: un
caso umano. Come definire altrimenti un
Ministro dellAmbiente favorevole a nucleare,
Ogm e inceneritori?
Nemmeno lanziano Sabelli ci poteva credere. E dire
che lui ne ha sentite tante. Ma una cos grossa non
lha sparata nemmeno Scilipoti. Quando nella puntata di ieri di Un giorno da pecora il Ministro
allAmbiente Corrado Clini si dichiarato favorevole per un ritorno al nucleare, ma solo a certe
condizioni sia chiaro (quali?), quelli di Radio Due si stavano sfregando le mani. Pubblicit gratis
assicurata, ne avrebbero parlato tutti. chiaro: come si pu essere talmente idioti da tirare fuori il
nucleare dopo che oltre il 90% degli italiani ne ha sancito il definitivo affossamento? E il
referendum si tenuto a giugno scorso, mica nel 48!
Povero Clini, nemmeno il tempo di insediarsi e gi vuole scoprire tutte le sue carte. O meglio,
svelare gli ordini che ha preso. E s, perch non contento il Ministro ha espresso note positive per
gli Ogm, ma solo nelle zone dissestate, e per gli inceneritori, dove non ci sono servono. Un
idiota, appunto. Che per ha un curriculum lungo quanto la Salerno-Reggio Calabria e fa parte di
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quella schiera di Professori schierati da Monti (e chiss da chi altro) per far uscire lItalia dalla
crisi.
Il problema dei rifiuti? No problem: inceneritori ovunque. Lenergia? No problem: si torna al
nucleare. La Liguria si sbriciola sotto la pioggia scrosciante? No problem: piantiamo gli Ogm.
Se queste boiate fossero uscite dalla carnosa bocca di Stefania Prestigiacomo a questora ci sarebbe
lassedio degli Indignados sotto il Ministero. E invece, solo perch le ha pronunciate il tecnico
Clini, sembra che la protesta si sia addolcita, che abbia assunto un aspetto caramellato e
consono al rispetto che si deve nei confronti dei poteri forti: mieloso.
Vabb, ma si pu sempre barattare lintellighenzia del Ministro Clini con la discontinuit messa in
campo: nulla a che vedere con il Berlusconismo. Anche qui, doccia fredda. Chi si aspettava unarottura totale col passato rimarr presto deluso: Corrado Clini infatti Direttore Generale del
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio dal 1990 . Litaliano, amante deluso da B.,
si ritrova con uno che ha superato indenne non solo il trapasso da Prima a Seconda Repubblica, ma
persino il ventennio di Arcore. Cambiamento quindi? Di ufficio, certo, visto che Clini passa dai
piani inferiori ai piani alti del dicastero di Via Cristoforo Colombo. Come direbbe Ligabue, chi
si accontenta gode, cos cos...
Chi si preoccupa sbaglia, chi vede complotti ovunque il solito italiano masochista, perch Clini hainviato, nella serata di ieri, un comunicato di smentita che non lascia spazio a dubbi: Non ho
certo intenzione di riaprire una questione (il nucleare, ndr) gi risolta in modo chiaro con il
referendum e sono impegnato da anni nella promozione e nello sviluppo delle energie
rinnovabili. Si era scordato del referendum - pu capitare a qualunquegiovanotto di 64 anni
ed stato bruscamente risvegliato con un pizzicotto. Ci ha preso tutti in giro quel burlone di Clini,
impegnato da anni nella promozione e nello sviluppo delle energie rinnovabili.
Quali? Ma gli inceneritori, chiaro. Sentite cosa pensa in proposito il neo-comico allAmbiente:Queste polemiche sulla mancanza di sicurezza ambientale degli impianti di termovalorizzazione
non hanno alcun fondamento. Servono impianti di questo tipo in Campania, cos come in Sicilia,
in Puglia, nel Lazio, in Liguria: per essere chiari, dove non ci sono servono.
Nellintervista, concessa nel 2008 allAgenzia Giornalistica Italia (AGI Energia), Clini gi guardava
al futuro. Proponendo soluzioni cangianti:Per risolvere la questione da un lato deve prevalere
letica della responsabilit e dallaltro gli italiani che non vogliono gli inceneritori dovrebbero
andare a Copenaghen, a Brescia o a Venezia per vedere che i termovalorizzatori funzionano e
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che non hanno determinato effetti ambientali o sanitari negativi per la popolazione.
Capito: chi non vuole linceneritore vada in gita a spese proprie, chiaramente - a Brescia o in
Danimarca. Si accorger di quanto siano melliflui gli inceneritori. E chissenefrega se i problemi di
salute e dinquinamento siano stati accertati da pi parti. Limportante vedere con i propri occhi la
modernit delle strutture, il luccichio dellacciaio sotto il sole danese. Degli effetti a lungo termine
importa na sega (direbbero al Vernacoliere).
Ma il treno ad alta velocit Clini, nel senso che spara fregnacce a raffica, non solo questo. No. C
dellaltro. Gli Ogm ad esempio. Gli organismi geneticamente modificati che i contadini di tutto
il mondo vedono come il fumo negli occhi, secondo il tecnico Clini in molti casi fanno bene
(quali?), in altri possono essere pericolosi (quali?). La chiarezza dintenti non il suo forte,
tanto che continua il Ministro in Italia sarebbero meno indicati, ma forse in alcune aree
anche utili". Il crac arriva quando spiega dove sarebbero utili: "Dove c' dissesto, per esempio,
come in alcune zone appenniniche, dove si potrebbero studiare piantumazioni ad hoc che possano
conservare la sicurezza dei suoli e aumentare l'assorbimento del carbonio".
Secondo linsigne Professorone, chi crede che il dissesto idrogeologico si sconfigga con una
corretta manutenzione del territorio si sbaglio di grosso. Se solo a Genova avessero coltivato
Ogm
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PAOLA SEVERINO/ Il Ministro
(berlusconiano) della Giustizia che odia
intercettazioni e pentiti di mafia
Luned 21 Novembre 2011
Tutti i quotidiani sono daccordo: Paola Severino un Guardasigilli di tutto rispetto. Il
neoministro della Giustizia (la prima donna nella storia della Repubblica italiana a ricoprire
questincarico) ha, in effetti, un curriculum decisamente invidiabile. Eppure tra i suoi assistiti
troviamo nomi interessanti (da Salvatore Buscemi condannato per la strage di Capaci, a
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http://www.infiltrato.it/http://www.infiltrato.it/inchieste/italia/paola-severino-il-ministro-berlusconiano-della-giustizia-che-odia-intercettazioni-e-pentiti-di-mafiahttp://www.infiltrato.it/inchieste/italia/paola-severino-il-ministro-berlusconiano-della-giustizia-che-odia-intercettazioni-e-pentiti-di-mafiahttp://www.infiltrato.it/inchieste/italia/paola-severino-il-ministro-berlusconiano-della-giustizia-che-odia-intercettazioni-e-pentiti-di-mafiahttp://www.infiltrato.it/inchieste/italia/paola-severino-il-ministro-berlusconiano-della-giustizia-che-odia-intercettazioni-e-pentiti-di-mafiahttp://www.infiltrato.it/inchieste/italia/paola-severino-il-ministro-berlusconiano-della-giustizia-che-odia-intercettazioni-e-pentiti-di-mafiahttp://www.infiltrato.it/inchieste/italia/paola-severino-il-ministro-berlusconiano-della-giustizia-che-odia-intercettazioni-e-pentiti-di-mafiahttp://www.infiltrato.it/ -
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L' inf i l t ra to " I l G o v e r n o M o n t i "
Gilberto Caldarozzi per i fatti del G8 di Genova, fino a Cesare Geronzi e Caltagirone). Non
solo: alcune sue dichiarazioni (su intercettazioni e pentiti di mafia) lasciano presagire la linea
di continuit con il passato Governo berlusconiano
Partiamo da quanto aleggia tra lopinione comune. La Severino la donna giusta per questincarico:
attualmente ricopre la carica di vicerettore della LUISS dove anche Direttore del Master in
Diritto penaledImpresa. stata
vicepresidente del consiglio della magistratura
militare dal luglio 1997 al luglio 2001, anche qui
stabilendo il record di prima donna eletta a tale
carica. decisamente un avvocato di tutto
rispetto. A detta di tutti la penalista pi nota in
Italia. Insomma, un curriculum di peso a cui,
oggi, si aggiunge un altro tassello decisivo: prima donna Guardasigilli nella storia della Repubblica.
Ma quale potr essere il suo programma? Per il momento la Severino ha preferito non
sciogliersi: Prima della fiducia non sarebbe corretto istituzionalmente, ha detto. Vedremo nei
prossimi giorni. Tuttavia, andando a spulciare nei dettagli la sua storia una qualche idea potremmo
farcela. Anche la Severino, infatti, non devia dal legame forte di questo Governo (checch se ne
dica) con i poteri che contano. Dalle banche allimprenditoria. tuttora membro della redazione
della rivista Banca, borsa e titoli di credito e, nel corso della sua attivit forense, ha difeso, tra gli
altri, grandi aziende quali Eni, Enel, Sparkle, Telecom, Rai, Total, Federconsorzi. Insomma,
come ha detto Travaglio, un Guardasigilli pi che di grandi intese, di grandi imprese.
Ma potremmo definire la Severino anche un avvocato bipartisan. Tra i suoi assistiti, infatti, si va
da Romano Prodi per il crac della Cirio, fino a Giovanni Acampora, legale della Fininvest poi
coinvolto nel processo Imi-Sir. E ancora. Il ministro polivalente, se da una parte ha rappresentato
lUnione delle comunit ebraiche nel processo al nazista Erich Priebke, non si tirata indietro,
nel 2004 a Spoleto, per interpretare, in un dramma teatrale, il ruolo dellavvocato di Galeazzo
Ciano, marito di Edda Mussolini e genero del Duce. Scelta tuttaltro che congeniale visto il suo
impegno forense con la comunit ebraica.
A questo punto, per, qualcuno potrebbe controbattere ritenendo (giustamente) che sia legittimo per
un avvocato difendere chi si voglia. Andiamo oltre, allora. Prendiamo in considerazione alcuni altri
aspetti. Finch, infatti, si difende tutto legittimo. diverso se si rilasciano bizzarre
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dichiarazioni. Una cosa semplicemente difendere Cesare Geronzi sul crac Cirio, altro poi
commentare la sua condanna affermando che mina il rischio dimpresa del sistema bancario.
Una cosa difendere in aula Francesco Caltagirone e figliaper Enimont, altro , difenderlo dalle
colonne del giornale dello stesso imprenditore (Il Messaggero). Quando si dice conflitto
dinteressi.
Daltronde la Severino non lontana dal conflitto dinteressi nemmeno in questo esecutivo. Suo
marito, Paolo Di Benedetto, nel 2000 sale di grado: da funzionario diventa amministratore
delegato di BancoPosta Fondi Sgr. E chi che lo nomina? Lex amministratore delegato delle
Poste. Tale Corrado Passera.
Ma andiamo avanti. Checch se ne dica, infatti, il neo ministro non affatto un tecnico lontano
dai partiti. S, non mai stata candidata. Ma il suo nome, in pi occasioni, stato avanzato da
diversi leader. Ad iniziare da Pierferdinando Casini che pens a lei nel 2002 per la nomina alla
vicepresidenza del Consiglio superiore della magistratura. E poi ecco Silvio