grande guida al personal computer:xoomer.virgilio.it/loghiesuoneriecellulare/assemblaggio... · web...

103
Grande guida al Personal computer: La Scheda Madre La scheda riceve tutte le periferiche e ne dirige il funzionamento attraverso attraverso una frequenza di sistema (frequenza del bus) Questa frequenza e generata da un componente denominato PLL(Phase locked loop)Solitamente oggi si va da frequenze di 300 a 1500 Mhz. Le C.P.U. funzionano a frequenze più elevate a seconda di un fattore di moltiplicazione; le porte seriali trasmettono 1 bit per volta,le porte parallele da 4 a 8 bit per volta. 1 Bus ISA per schede a 8 o 16 bit. 2 Bus PCI per schede a 32 bit. 3 Connettori per Hard Disk e lettori CD. 4 Connettore di alimentazione. 5 Connettore per porta parallela.

Upload: leduong

Post on 19-May-2018

215 views

Category:

Documents


1 download

TRANSCRIPT

Grande guida al Personal computer:La Scheda Madre

La scheda riceve tutte le periferiche e ne dirige il funzionamento attraverso attraverso una frequenza di sistema (frequenza del bus) Questa frequenza e generata da un componente denominato PLL(Phase locked loop)Solitamente oggi si va da frequenze di 300 a 1500 Mhz. Le C.P.U. funzionano a frequenze

più elevate a seconda di un fattore di moltiplicazione; le porte seriali trasmettono 1 bit per volta,le porte parallele da 4 a 8 bit per volta.

1 Bus ISA per schede a 8 o 16 bit.

2 Bus PCI per schede a 32 bit.

3 Connettori per Hard Disk e lettori CD.

4 Connettore di alimentazione.

5 Connettore per porta parallela.

6 Connettore per lettore floppy.

7 Connettori per memoria RAM.

8 Batteria al litio per la memoria del BIOS.

9 Jumper di configurazione.

10 Connettori per ventole e led.

11 Socket per il processore.

12 Memoria Cache.

Schema a Blocchi

Unità Centrale

Non è altro che la casa del computer a forma di torre rettangolare di colore grigio è montata su un telaio metallico e al suo interno prendono posto i vari elementi che

compongono il computer.

Guardando esternamente un pc, ci troviamo davanti ad un mobiletto (case) che contiene tutte le parti elettroniche del computer, e che hanno due forme:

DESKTOP: si sviluppa orizzontalmente,modello che di solito si puo' trovare sulle scrivanie di uffici

TOWER: si sviluppa in verticale La stessa a seconda delle caratteristiche di grandezza, prende il nome di Minitower,Miditower,Hightower (piccolo medio e grande)

Gli stessi sono divisi in formati At e Atx, a seconda del tipo di scheda madre montata all'interno. All'interno,a seconda del case, troviamo la scheda madre ( motherboard) che può essere posizionata orizzontalmente

(nei case desktop) o verticalmente (nei case tower). A questo componente fondamentale si collegano tutti gli altri accessori del computer.La caratteristica principale della scheda madre e' il chipset. Il chipset è quel chip che gestisce tutti i componenti del computer,ed e' in base a questo componente se la nostra scheda madre supporta un processore piuttosto che un'altro. Il mercato offre due formati pricipali per le schede madri e di

conseguenza anche per i tower:

AT: E' il formato utilizzato dalle schede per i 486 e i primi pentium. E' di dimensioni contenute rispetto al formato ATX, solitamente si sviluppa orizzontalmente. Non permette lo spegnimento automatico e la

sospensione della sezione di lavoro.

ATX: E' il formato delle nuove schede madri. Ha dimensioni maggiori rispetto al formato AT e permette di utilizzare alcune funzioni innovative: previa configurazione del bios, il sistema è in grado di effettuare lo

spegnimento automatico e la "sospensione".

Gli Slot

Lo slot è un connettore predisposto nell'alloggiamento di un computer, per l'inserimento di schede di espansione e il loro collegamento al bus (linee di trasporto dei dati) del sistema. La maggior parte dei

personal computer ha da tre a otto slot di espansione: questi connettori permettono di ottenere dal sistema prestazioni nuove o più avanzate, e di ampliare lo spazio di memoria.

La Memoria RAM

Memoria ad accesso casuale (Random Access Memory) Termine generico che identificare la memoria a lettura/scrittura usata in tutti i

computer moderni. Si tratta di un componente in cui è possibile registrare temporaneamente bit e byte per poi rileggerli e che serve da deposito per

immagazzinare i dati da elaborare e le operazioni che vanno eseguite sugli stessi. Nella RAM sono anche depositati i risultati parziali delle

operazioni, che a quel punto diventano i dati di input per le operazioni successive. Le informazioni possono essere scritte, cancellate e riscritte

sempre con la stessa velocità, senza che l’efficienza diminuisca col crescere delle riscritture. L’accesso è casuale perché le informazioni

vengono recuperate sempre con la stessa velocità indipendentemente dalla posizione in cui si trovano all’interno di questa memoria. Nei nastri magnetici, dove invece l’accesso è sequenziale, bisogna far

scorrere tutta la parte del nastro che precede il dato prima di poter recuperare l’informazione. La RAM è la più veloce tra tutte le unità di memoria esistenti nel PC, ma differenza dei dischi e dei nastri, è volatile e perde il suo contenuto non appena si spegne il computer. La RAM viene fornita in numerose forme e i

costruttori di hardware continuano a inventare nuovi metodi per rendere sempre più veloce l’accesso alle informazioni che vi sono contenute. Vedi anche DRAM, EDO RAM , SRAM e VRAM.

Tre barre di memoria RAM.

Central Processing Unit

Il processore e' l'elemento principale del computer,in quanto effettua le elaborazioni ed i calcoli matematici mentre utilizziamo normalmente il pc. Si dividono in varie tipologie per il tipo di connessione alla scheda madre (Soket 7 e slot 1)e per architettura . Sono

di tipo socket 7 quelli che si basano su architettura pentium , di forma quadrata con vari piedini nella parte inferiore , e di tipo slot1 invece sono i pentium II che sembrano delle scatole con in fondo un connettore che va ad inserirsi sulla scheda madre come una qualsiasi scheda di espansione .Recentemente sono stati introdotti i nuovi slot A,

dedicato al nuovo processore Amd Athlon La velocita'della cpu si identifica con la frequenza di funzionamento (clock) tanto e' piu alta questa frequenza,tanto piu' veloce

sara il processore.La Memoria ROM

Memoria di sola lettura (Read Only Memory) Termine generico per indicare una memoria da cui si possono leggere informazioni registrate dal costruttore, ma nella quale non è possibile scrivere nulla. Nella ROM troviamo quel tipo di software che

non deve mai essere cambiato, come il BIOS del PC, schede di controllo per le periferiche e le cartucce che vengono usati per le consolle di giochi e per altre

apparecchiature programmabili. La ROM costituisce anche il deposito dei programmi applicativi che vengono forniti a corredo dei vari computer palmari (palmtop). Il fatto d’inserire i programmi in una memoria a sola lettura offre tre

vantaggi: non appena il computer parte i dati sono immediatamente disponibili al microprocessore senza bisogno di prelevarli da fonti periferiche (floppy disk o disco rigido), il loro contenuto è permanente e perciò non va perduto nemmeno quando si toglie l’alimentazione, infine non è possibile cancellare tale contenuto

accidentalmente. Alla pari della RAM, si tratta di una memoria ad accesso casuale perciò le informazioni che contiene possono essere recuperate velocemente. Alcuni tipi di ROM vengono riscritti applicando ai piedini d’ingresso una tensione più alta del normale e mantenendola tale per alcuni millisecondi. Vedi anche BIOS,

EPROM ed EEPROM.

Il Disco Fisso

Un disco rigido è formato da un certo numero di piatti rotanti (alla velocità di 3600-7000 giri/minuto) sovrapposti, ciascuno dotato di una o due superfici magnetizzate . La superficie di ogni faccia è suddivisa in sottili tracce, cerchi concentrici, sui quali

ven-gono registrate le informazioni. Per ogni faccia esiste una testina di lettura/scrittura che di volta in volta viene posizionata in corrispondenza della

traccia da leggere o scrive-re. Possiamo considerare tutte le facce sovrapposte del disco come se fossero dei cilindri: l'insieme delle tracce 0, le prime di ogni faccia a partire dal bordo esterno sono allineate e formano il cilindro 0 e così via (un disco contiene varie centinaia di cilindri). Ogni traccia è suddivisa in settori separati e

numerati contenenti di solito 512 byte. Un dato settore del disco è identificato dal numero di testina (corrispondente alla faccia su cui è registrato il settore) e dal numero di settore all'interno della traccia. Un

floppy da 1,44 Mb è formato da 80 cilindri di due facce con 18 settori per traccia. Un disco rigido può essere suddiviso in un certo numero di partizioni logiche (Partition table) quali "C", "D", "E".. ciascuna delle quali

inizia con un numero di cilindro, testina e settore ed occupa un certo numero di settori. Il primo settore prende il nome di Master Boot Record (record principale di avviamento) identificato dal cilindro 0, testina 0, settore 1. Contiene un programma di avviamento (loader) più la partition table. Il loader viene utilizzato dal

Rom Bios: alla fine dei test che vengono eseguiti all'accensione della macchina il Rom Bios cerca nel primo lettore di floppy-disk (drive A) un dischetto "bootable" cioè contenente le informazioni necessarie al Bios per avviare il caricamento in memoria di un sistema operativo. Se nel primo drive non lo trova allora esegue il

loader contenuto nel master boot record. I dati vengono letti attraverso una te-stina di lettura e scrittura che si muove sulla superficie su un cuscinetto d'aria di spesso-re variabile tra i 25 ed i 65 decimillesimi di mm.

                         

Un computer può alloggiare anche più di un disco fisso. Il Bios, del disco e il sistema operativo identificano questi dischi con alcune lettere dell'alfabeto e poiché la A e la B sono lasciate libere per identificare i floppy,

utilizzerà le lettere dalla C in poi. Se il computer contiene due hard- disk, uno verrà considerato dal Bios come disco "Master" e dovrà contenere il sistema operativo (disco di Boot), l'altro sarà "Slave" e non potrà

contenerlo. Il Master verrà identificato con la lettera C, l'altro sarà semplicemente il disco D. Per ottimizzare il rendimento di un hard-disk si deve prestare attenzione alla sua gestione logica e protezione. La gestione

logica consiste in: Organizzare i dati mettendoli in una cartella apposita situata nella "Radice" del disco fisso. Creare delle sottocartelle in modo da organizzare meglio la ricerca dei dati e la loro archiviazione La

protezione consiste in una manutenzione periodica che consente: Il controllo degli errori attraverso l'utility Scandisk (in Win98: Avvio- Programmi- Accessori- Utilità di sistema- Scandisk). è bene fare un controllo

veloce ogni 2- 3 giorni (opzione Standard) ed uno approfondito ogni 2-3 settimane (opzione Approfondito). Deframmentazione dei file: Quando Windows memorizza i file,

li suddivide in porzioni che distribuisce nel disco dove trova spazio libero. Quando il disco è troppo frammentato le prestazioni della macchina ne risentono (in velocità) e

per questo è bene deframmentarlo ogni 15 giorni (Avvio- Programmi- Accessori- Utilità di sistema- Utilità di deframmentazione dischi) Ci sono 3 grandi differenze tra floppy ed

hard disk: Il floppy è indipendente dal computer in quanto possiamo leggere il suo contenuto o scriverci con qualsiasi macchina. Il disco fisso è invece bloccato nell'unità

centrale (la sua rimozione è possibile ma laboriosa, a meno che non sia del tipo estraibile). Gli hard-disk hanno una capacità molto più grande, essi vanno da un minimo di 4 Gb ad oltre 20

Gb (1 Gb cioè un Gigabyte corrisponde a 1024 Megabyte). Teniamo presente che in 1 Mb può essere contenuto comodamente un volume formato tascabile di circa 500 pagine. Gli hard-disk sono più veloci dei

floppy. Infatti per scrivere o leggere dati da un disco, è necessario che questo giri ad una certa velocità; quando si lavora su un floppy dobbiamo attendere che il disco entri in movimento e raggiunga la velocità adeguata (di circa 200 giri al minuto). I dischi fissi, di contro, si mettono in movimento all'accensione del

computer e vi restano fino allo spegnimento della macchina, la velocità di rotazione è compresa tra 3600 e 7200 giri al minuto. I floppy-disk, che sono facilmente trasportabili, presentano 2 inconvenienti: La quantità di

dati che possono immagazzinare è spesso insufficiente. L'affidabilità delle operazioni di lettura e scrittura non è così alta come dovrebbe essere causa il contatto diretto tra testina e superficie del disco che può

rigarsi o danneggiarsi.

Il Floppy Disk

Sono dispositivi magnetici simili ai nastri musicali che interagiscono con una testina di lettura-scrittura posta all'interno del drive apposito; per poter accedere al loro contenuto devono essere sempre in movimento.

Possiamo usare entrambi i lati per leggere o registrare informazioni. Sono costituiti da una lamina magnetica, inserita in un involucro di plastica, formata da circoli concentrici (tracce) che a loro volta si

dividono in settori ognuno dei quali può immagazzinare 512 byte (un hard disk è praticamente un insieme di floppy impilati l'uno sull'altro e racchiusi in una scatola metallica). Il dischetto deve esse-re inserito

nell'apposito drive per le operazioni di lettura-scrittura; quando quest'ultimo è attivo si accende una spia luminosa (Led), in questa fase non si possono né inserire né estrarre dischetti essendo molto alta la

possibilità di graffiare il supporto magnetico. Il drive contiene un piccolo processore ed una memoria di tipo Ram per i buffer necessari a gestire al suo interno la lettura e la scrittura dei dati sul floppy,

indipendentemente dal computer. Il buffer è l'area di un computer o di una periferica dove il flusso dei dati viene intenzionalmente rallentato o accelerato.

Un disco è formato essenzialmente da un insieme di tracce magnetiche concentriche. Quando un file, composto da un certo numero di byte, viene scritto sul disco, esso viene memorizzato in un pezzettino di

traccia magnetica detta Cluster. Ogni cluster ha una dimensione fissa (nei dischi da 1.44 Mb è di 512 byte) e se il file non entra tutto in un cluster ne occuperà altri che siano liberi. Un file di 1 byte occupa un cluster così come un file di 511 byte. Se un file supera di poco il valore che può esser contenuto in un cluster, la parte in

eccesso va ad occupare un altro cluster e la parte rimanente di esso (Slack: spreco) non è più disponibile per un altro file. Se le dimensioni del file aumentano, verrà utilizzato lo spazio rimanente del secondo cluster

ed eventualmente altri cluster successivi.

Storicamente, al primo lettore di floppy disk di un personal computer è stata assegnata la lettera di riconoscimento A. Le prime macchine disponevano solo di questo singolo lettore e lo utilizzavano in fase di avvio per caricare il sistema operativo DOS. Ancora oggi, tutti i personal computer controllano questa unità

per prima, per accertarsi che non contenga un disco con il sistema operativo. Nel caso in cui qualcuno dimentichi al suo interno un normale disco dati, privo del sistema operativo, la macchina chiederà di

rimuoverlo prima di continuare con la fase di avvio (bootstrap). Al secondo lettore di floppy disk viene sempre riservata la lettera B: anche quando questo non è presente. Anche in questo caso si tratta di un’evoluzione storica: i PC di prima generazione aggiunsero quasi subito all’unità floppy destinata a

contenere il disco del sistema operativo una seconda unità floppy per memorizzare i dati e per caricare altri programmi. Il disco rigido arrivò solo in un secondo tempo.

Il Modem

La parola Modem è l'acronimo di MOdulatore/DEModulatore e indica uno strumento capace di convertire i dati in pacchetti di segnali che possono viaggiare sulle normali linee telefoniche e sono ricevuti da un altro modem che si occupa di

riconvertire i segnali ricevuti in pacchetti di dati utilizzabili dal computer. Ci sono due grandi categorie di modem: · Interni: hanno una scheda di espansione che si

inserisce direttamente in uno slot libero della scheda madre e che in uscita presenta uno o due spinotti per il collegamento del doppino telefonico. · Esterni: si

collegano da una parte, tramite cavo, alla porta seriale del P.C., dall'altra all'alimentazione elettrica e alla rete telefonica. La velocità di trasferimento dati si misura in Bps (Bit per secondo o Baud). Una tecnologia ormai matura che risulta

particolarmente utile per Internet è ISDN (Integrated Services Digital Network) che indica i telefoni digitali. Invece di trasformare i segnali digitali del computer in analogici (onde sonore) per trasmetterli su linee

telefoniche standard, ISDN trasmette un segnale digitale su linee telefoniche digitali aumentando di molto la velocità di comunicazione (da poco più di 30 Kbps per i modem normali a oltre 120 Kbps) In via di svuluppo

invece è la tecnologia ADSL, che promette velocità fino a 10 volte una linea ISDN e garantisce la connessione ad Internet permanente

24h/24 a costi contenuti.

Il Lettore CD-ROM

Nei dischi ottici le informazioni sono contenute in microscopiche buche (Pits) la cui presenza o assenza determina il modo in cui la luce laser viene riflessa; nei Cd-rom, cioè i lettori dei dischi ottici, non c'è una testina come accade nei drive per floppy, bensì una luce laser. Un disco di vetro viene ricoperto con una speciale vernice e successivamente inciso con un laser comandato da sequenze di 0 e 1. L'incisione viene resa permanente con

un processo di sviluppo ed argentatura. La capacità di accumulo è di circa 650 Mb di byte (l'equivalente di oltre 450 dischetti da 1,44 Mb) e ciò consente la memorizzazione di enciclopedie, dizionari, corsi di lingua, giochi e filmati vari. Il raggio laser del lettore viene riflesso da un gruppo di lenti sulla superficie inferiore del Cd e ancora una volta riflesso e inviato al fotodiodo che trasforma la luce in segnale elettrico di tipo digitale

elaborabile dal computer (la luce riflessa viene interpretata dal circuito del lettore come un "1", mentre l'assenza della stessa equivale ad uno "0"). La traccia è lunga in tutto 5.000 Km. Studiare con l'ausilio di un Cd-rom è molto più piacevole perché oltre al testo possiamo trovare immagini, filmati, suoni che ci aiutano a comprendere i concetti che ci interessa-no o rendono più piacevole la sua visione; ricordiamoci comunque

che leggere sullo scher-mo di un computer non è per niente comodo e non favorisce la concentrazione. Anche l'utilizzo del computer per giocare con i Cd-rom può offrire dei vantaggi indiretti quali la possibilità di imparare ad accendere e spengere la macchina, migliorare il coordi-namento tra mani, occhi e cervello e soprattutto a prendere confidenza con il mouse. DIGITAL VIDEO DISC - DVD non è un acromino di una

tecnologia, anche se in origine significava Digital Versatil Disk e in seguito Digital Video Disc. Di recente è uscita la terza generazione di lettori, con velocità da 5X a 10X. Uno standard per CD-ROM ad alta densità

che hanno lo stesso diametro dei CD-ROM tradizionali, ma che hanno capacità molto superiori, sufficienti a registrare un intero film. Viene usato come sistema di registrazione per video e audio di alta qualità, oltre che per informazioni digitali di qualsiasi genere. Lo standard DVD riunisce le peculiarità delle tecnica di scrittura

sviluppate da due fronti contrapposti. Il primo fra questi è l'MMCD (Multimedia Compact Disc) creato da Sony e Philips, che consente di memorizzare 3,7 GByte su un singolo disco utilizzando due livelli

sovrapposti sulla stessa faccia. Il secondo e l'SD (Super Density) di Toshiba e Panasonic che utilizza due facce per scrivere fino a circa 8 GByte sul singolo disco. Come risultato il DVD consente di scrivere sue due facce e due livelli fornendo capacità variabili da 4,7 a 17 GByte per disco e garantendo la compatibilità con

tutti i CD-ROM attualmente in circolazione. La capacità base di 4,7 GByte si riferisce all'impiego di una singola faccia e di un solo livello su quella faccia. Si passa 8,5 GByte per un disco a doppio strato e a 9,7 GByte per un disco a doppia faccia, ognuna delle quali ha un singolo strato. Il traguardo dei 17 GByte è

raggiunto con l'impiego di quattro strati complessivi (due per faccia). Usando la capacità base è possibile memorizzare 90 minuti di filmato in modalità MPEG-2. I nuovi lettori DVD funzioneranno con una velocità di rotazione di 4.400 giri al minuto e garantiranno una velocità di trasferimento di 1,38 MByte al secondo. La

capacità iniziale di questo supporto sarà comunque di 2,6 GByte e non di 4,7 GByte a causa della difficoltà di produrre laser di scrittura idonei. I due strati contenenti le informazioni hanno uno spessore di 0,6 millimetri, viene utilizzata una tecnica di modulazione EFM+ e la correzione di errore è del tipo Reed

Solomon.

Il Compact Disk è un disco del diametro di 12 centimetri che memorizza le informazioni in modo permanente su uno strato metallico leggibile mediante raggio laser. Il sottile foglio metallico è racchiuso tra due dischi di plastica trasparente, così da conferirgli rigidità e al tempo stesso permettere il passaggio della luce di cui è

composto il raggio di lettura. Questi dischi contengono dati, suono (anche nella forma di brani musicali), immagini e filmati video.

Elaborazione Dati

Il processore è disegnato in modo tale da eseguire una sequenza di istruzioni che sono contenute nella memoria e direttamente connesse con la CPU. La

memoria non è altro che una unità in grado di contenere una lista di numeri. La CPU effettua degli spostamenti da un posto ad un altro di questi numeri. La

macchina è in grado di trovare i numeri in quanto questi possiedono un indirizzo. Il primo nel "magazzino" è l'indirizzo 0, il secondo è l'indirizzo 1.

Immaginiamo di avere otto interruttori che possono essere accesi o spenti. In

questo caso noi possiamo avere 256 combinazioni.

Il processore dispone al suo interno di un numero limitato di locazioni di memoria chiamate registri AH, AL, BX etc. La funzione della CPU è quella di copiare un numero dalla memoria e spostarlo nel registro e dal

registro trasferirlo in memoria. Come si è visto un programma non è altro che la sequenza di istruzioni eseguite dal processore.

Le istruzioni sono composte da parole, in effetti la CPU comprende unicamente il linguaggio dei numeri chiamato codice macchina. Immaginiamo di volere sommare due numeri 2 e 3. In codice macchina questa

operazione diventa

180 2176 32 224180

Il numero viene riconosciuto dalla CPU come istruzione di copiare il numero 2 nel registro AH; il 176 indica di copiare il numero nel registro AL. L'istruzione 2 224 indica di mettere insieme il contenuto del registro AH

con quello del registro AL e di mettere poi il risultato in AH. Nella RAM queste istruzioni vengono eseguite in successione. Vi sono molti tipi di memoria; ma le due principali categorie sono: RAM (Random Access

Memory) e ROM (Read Only Memory).

Le Periferiche Di Input

Le periferiche di input sono delle periferiche usate per inserire i dati di vario genere. Le periferiche di input sono : la tastiera,il mouse,il lettore floppy,il lettore cdrom,anche il masterizzatore può essere considerato una

periferica inputanche se è una periferica output dipende da come si usa,l’unità zip,lo scanner ecc...

Le Periferiche Di Output

Periferiche di uscita; hanno lo scopo di presentare i dati elaborati all'utente e i più comuni sono il monitor la stampante e il plotter. Periferiche di immagazzinamento; sono usate per salvare i dati contenuti nell'hard-disk

del computer e principalmente sono sistemi di memorizzazione a nastro o ottici.

Il Software

Il software può essere distinto in tre categorie fondamentali: Software di sistema: permette il funzionamento della macchina (sistema operativo) Software applicativo: consente all'utente di utilizzare la macchina per ottenere documenti, grafici, tabelle,

immagini? Software di rete: gestisce la comunicazioni tra i computer collegati in rete II software utilizzati per la Patente Europea del Computer si distinguono in: Programmi di trattamento del testo: consentono di scrivere o lavorare con dati già esi-stenti per

realizzare operazioni di correzione e formattazione di documenti di qualsiasi dimensione o complessità, stampando infine il tutto (Word). Una categoria particolare è rappresentata dai

Desktop publishing o programmi di impaginazione che permettono la realizzazione di pagine complete di un settimanale o di una rivista (Quark XPress, Pagemaker..) Programmi di presentazione: servono a creare

schermate (dette slide) contenenti testo, immagini, diagrammi, suoni e filmati da usarsi in ambito aziendale per comunicare concetti ed informazioni (Powerpoint) Database: opera su insiemi strutturati di dati. Un file è

formato da record composti a loro volta da campi di immissione dei dati (Access) Foglio elettronico: consente di realizzare operazioni matematiche con netta propensione per quelle finanziarie, contabili e commerciali. Il

costo delle varie componenti hardware di un computer ha subito un notevole decremento negli ultimi anni mentre il costo del software ha avuto un andamento opposto. Ciò è causato dalla complessità sempre

crescente delle applicazioni che vengono realizzate e che è legata alla possibilità di disporre di strumenti hardware sempre più potenti. Gruppi di esperti sono perciò costantemente al lavoro per produrre software di

buona qualità a costi contenuti. Un ciclo di svi-luppo del software vede l'attuazione delle seguenti fasi: analisi, progettazione,implementazione e testing. Lo sviluppo di un progetto software viene condotto da un

team molto ristretto nella fase di analisi e progettazione, mentre si incrementa in quella di implementazione. In questa fase si attua la realizzazione progressiva del programma e vengono indicate la data di inizio del

progetto, le risorse umane impiegate, gli strumenti necessari, le ore-macchina necessarie. Poi verrà

effettuata la verifica sulla qualità del prodotto indicando eventuali anomalie presenti. La prova finale, il test del prodotto, è l'ultimo controllo del progetto e viene eseguito con i "casi prova" realizzati in parallelo allo

sviluppo del progetto. I programmi sono normalmente forniti di piccoli manuali incorporati e ciò consente di studiare gli stessi seguendo il proprio ritmo. Lo studio stesso può inoltre diventare più piacevole in quanto il testo è integrato da suoni, immagini e filmati. Tuttavia un apprendimento di questo genere rischia di essere

un po' meccanico ed inoltre non c'è la possibilità di porre al computer domande che non siano state previste. Sarebbe auspicabile per l'utente che tutti i computer fossero realizzati con componenti stan-dard in modo da

abbassare il loro costo, avere periferiche compatibili (cavi, ram, schede..) e poco costose, molti più programmi disponibili a prezzi contenuti. Infine non dobbiamo dimenticare che nel computer ci sono elementi che possono inquinare l'ambiente e determinare maggiori consumi energetici. A tale scopo è stato realizzato

lo spe-gnimento dello schermo e del computer dopo un certo tempo che la macchina non viene usata; i circuiti sono a basso consumo energetico, varie parti della macchina sono riciclabili, le cartucce di inchiostro

possono essere ricaricate, i manuali sono stati ridotti ed inseriti all'interno dei programmi in modo da risparmiare carta Il portatile viene usato in particolare da: persone che fanno lunghi viaggi persone che si spostano ogni giorno e non vogliono perdere questi tempi morti persone che non hanno in casa lo spazio

necessario per poter installare un desktop può inoltre essere utilizzato per molto tempo anche senza avere a disposizione la corrente elettrica Ma il loro costo non è certo basso! Ricordiamo inoltre che: la tastiera è poco

ergonomica l'uso del mouse (trackball e touchpad) è poco immediato lo schermo è fragile e di dimensioni ovviamente ridotte è abbastanza dispendioso intervenire sull'hardware per cambiare ad esempio la Ram,

l'Hard-disk.

L’attrezzatura

Come spesso accade nell’ambito delle operazioni tecniche anche per assemblare un Personal Computer sono necessari degli strumenti. In questa prima parte dell’articolo elencheremo tutti gli oggetti e attrezzi di cui dovremmo dotarci prima di

iniziare.

Cominciamo con il cacciavite a stella ( in foto ). Si tratta di un attrezzo molto comune con la punta a forma di croce. Consiglio una misura media vista la dimensione della maggior parte delle viti utilizzate nei computer.

Cacciavite a stella

Un altro tipo di cacciavite molto comune è quello a punta piatta ( a taglio ). Consiglio di procurarcene uno di lunghezza un po’ superiore alla media in quanto potrebbe servire per fare leva sul dissipatore ( ma di questo parleremo in seguito ).

Cacciavite a taglio

Un ulteriore strumento di cui faremo uso è la pinza.

Guida al montaggio di un PC

“Guida passo passo al montaggio del Personal Computer: dalla scelta dei singoli componenti al loro corretto assemblaggio, sino alla configurazione dell'hard disk per l'installazione del sistema operativo.”

Una pinza

Particolarmente utili per l’assemblaggio di computer con parecchi dispositivi interni collegati sono le cosiddette fascette ovvero dei semplici nastri di plastica che possono essere usati per tenere uniti due cavetti in modo da minimizzare

l’ingombro di spazio e massimizzare invece il ricircolo dell’aria all'interno del case, fattore sempre più da considerare con i moderni computer in quanto producono una grande quantità di calore.

Una serie di fascette colorate

Oltre a tutta una serie di strumenti abbiamo bisogno anche di alcuni componenti tipici da ferramenta. Tra questi i più importanti sono le viti, utilizzate per fissare i pannelli del case, la scheda madre e tutti i vari dispositivi e componenti in

modo sicuro. Si usano solitamente due tipi di viti rappresentate in queste due fotografie:

Tipiche viti per l'assemblaggio di un PC

Quelle di sinistra, a testa esagonale, sono utilizzate principalmente per i pannelli del case e per fissare a quest’ultimo la scheda madre e le varie schede di espansione mentre quelle di sinistra, a testa semisferica, sono utilizzate per fissare in

posizione i dispositivi ottici, gli hard disk ed i lettori floppy. Di viti ce ne serviranno circa una dozzina per tipo ma è sempre meglio averne in abbondanza.

Importante sono anche i cosiddetti spaziatori ( “spacer” in inglese ) che servono da intermediari per il collegamento tra il case e la scheda madre in modo da avere una certa distanza ed evitare contatti tra la superficie appunto del case e la

motherboard. Ecco una foto illustrativa:

Uno spaziatore

Di questi ce ne serviranno una mezza dozzina. Anche in questo caso comunque l’abbondanza non guasta.

Ultimi ma non meno importanti sono i ponticelli ( detti “jumpers” in inglese ), utilizzati per mettere in contatto due pin della scheda madre o di un dispositivo allo scopo di effettuare un qualche tipo di configurazione come può essere l’abilitazione o disabilitazione di una

scheda audio integrata. Anche di questi sarà opportuno averne a disposizione almeno 5-6. Vengono comunque di solito forniti in bundle con la scheda madre. Ecco una foto:

Un gruppo di ponticelli

Sostanzialmente questo è quanto di cui avremo bisogno.

Il case

Il primo "componente" di cui abbiamo bisogno è il case, detto anche cabinet. Essenzialmente si tratta della scatola plastica o metallica all’interno della quale si vanno a sistemare i vari componenti del PC. Questi case sono progettati per permettere un avvitamento sicuro

di tutti i vari componenti e presentano quindi all’interno superfici forate apposite. La foto seguente mostra un comune case aperto lateralmente.

Cliccate per ingrandire

Abbiamo evidenziato nell'immagine le zone più importanti del case indicando la tipologia di dispositivi a cui sono dedicate. Cliccate sulla foto per un ingrandimento.

Potete vedere in alto a destra la zona dedicata all'alloggiamento dell'alimentatore. Subito sotto troviamo la superficie di fissaggio della scheda madre. A sinistra di questa lo spazio per le ventole aggiuntive e sotto la zona di fissaggio delle schede di espansione. A destra invece troviamo in alto gli alloggiamenti per le unità da 5,25 pollici ( solitamente unità ottiche come masterizzatori CD/DVD ma anche pannelli esterni per schede audio, interfaccie per il controllo della temperatura nel case, ecc.. ) mentre più sotto quelli per le unità da

3,15 pollici ( lettori floppy ad esempio ) e infine per i dischi rigidi ( hard disk ).

I case possono avere diverse dimensioni come anche diversi metodi di disposizione interna dei componenti. Tipicamente abbiamo i case a orientamento verticale e i case a orientamento orizzontale. Nei più moderni PC il primo tipo è quello che ha avuto la maggiore

diffusione ma è ancora possibile trovare case del secondo tipo. Detto in parole povere i case a orientamento verticale hanno come dimensione più significativa l’altezza mentre questa dimensione significativa diventa la larghezza per i case ad orientamento

orizzontale.

Nel corso di questo articolo utilizzeremo come base per le nostre fotografie e le nostre spiegazioni un case ad orientamento verticale ( quello che avete già visto prima ). La maggior parte dei discorsi vale comunque anche per gli altri modelli.

Si distinguono fra i case verticali due principali sottocategorie ovvero i case mid-tower e i case tower. La differenza fondamentale sta nelle dimensioni e come è facilmente intuibile i primi sono più bassi.

Ma un case non è solo un contenitore. Infatti sempre sul case troviamo il pulsante di accensione del PC, il pulsante per il reset, lo speaker di sistema, i led di accensione e a volte anche delle porte USB o l'attacco delle cuffie. Tutti questi componenti non possono funzionare se non sono fisicamente collegati al PC. Per questo le schede madri presentano una serie di PIN a cui vanno collegati, secondo un preciso schema indicato sul manuale, tutti questi interruttori e lucette in modo che possano effettivamente funzionare.

L’alimentatore

L’alimentatore, detto anche PSU ( Power Supply Unit ), è quel dispositivo che trasforma la corrente alternata a 220V che proviene dalla rete elettrica e fornisce all’uscita diversi valori di tensione continua necessari per il funzionamento dei vari dispositivi del Personal

Computer. Di seguito potete vedere la foto di un comune alimentatore:

Alimentatore per PC

Il parametro principale sul quale si valutano gli alimentatori è la potenza massima erogabile ai dispositivi collegati. Un computer moderno ( con tutti i suoi componenti e periferiche collegati ) può richiedere dai 350W ai 500W, valori che variano molto a seconda

soprattutto del modello della CPU e della scheda video utilizzati oltre che dal numero di unità ottiche collegate.

Quasi sempre gli alimentatori hanno applicata un’etichetta che mostra i vari parametri di funzionamento tra cui ovviamente anche la potenza erogata. Riferitevi sempre a quest’etichetta per maggiori informazioni sul vostro alimentatore.

L'etichetta con tutte le specifiche

Per fornire diversi valori di tensione e poter collegare tutta una serie di diversi dispositivi l’alimentatore dispone di numerosi connettori il cui utilizzo sarà esposto più avanti nel corso della guida.

La scheda madre e gli slot di espansione

Un componente a cui spesso non si dà importanza ma che riveste un ruolo fondamentale all'interno del computer è sicuramente la scheda madre detta anche, in inglese, "motherboard". Come suggerisce anche il nome si tratta di un componente che accoglie tutti gli altri componenti del PC. Ogni scheda, ogni hard disk, ogni unità ottica va collegata in qualche modo alla scheda madre perché possa funzionare adeguatamente. Se vogliamo quindi assemblare un PC dobbiamo riconoscere i vari slot ( possiamo definire uno slot come

l’alloggiamento per una scheda ) e i vari connettori per poi procedere con sicurezza alla fase di collegamento dei componenti.

Di seguito potete vedere una foto della scheda madre che useremo nel corso della nostra guida. Potete cliccare per avere un

ingrandimento. Sull'immagine abbiamo evidenziato i connettori e gli slot più importanti di cui parleremo in questa guida.

Cliccate per ingrandire

Cominciamo quindi dagli slot. Purtroppo con il progredire della tecnologia sono nati vari standard di connessione che hanno quindi favorito la nascita di numerosi tipi di slot. Alcuni di essi sono ormai obsoleti e non trovano quindi più spazio nelle attuali schede madri.

Nel nostro articolo tratteremo quindi solamente gli slot e i connettori che sono riscontrabili nei computer odierni o al massimo di qualche anno fa.

- Slot PCI: lo slot PCI è uno slot molto comune utilizzato per l’alloggiamento di una grande varietà di scheda tra cui schede audio, schede di acquisizione TV, schede wireless e molte altre ancora. Di seguito potete vedere un’immagine di una serie di slot PCI.

5 slot PCI

Tipicamente uno slot PCI ha colore bianco sporco ma ultimamente molti produttori seguono la strada di assegnare un colore personalizzato a seconda della tipologia dello slot per agevolare gli utenti. La forma rimane comunque la stessa.

- Slot AGP: si tratta di uno slot utilizzato esclusivamente per il collegamento delle schede video dotate di accelerazione 3D. Ultimamente però i produttori di schede madri stanno rimpiazzando questo slot con il più recente slot PCI-E utilizzato dalle schede video

di ultima generazione. Alcune schede madri vengono comunque ancora prodotte con lo slot AGP per accontentare anche gli utenti che non volessero cambiare la propria scheda video. Di seguito un’immagine:

Lo slot AGP, quello marrone

Anche questo slot utilizza un colore tipico di riconoscimento che è il marrone.

- Slot PCI-E: evoluzione dello slot PCI questo tipo di alloggiamento è utilizzato principalmente dalle nuove schede video in sostituzione del vecchio slot AGP. Ve ne sono di due formati: il primo, detto anche PCI-E 16X è più lungo e viene utilizzato appunto dalle schede video mentre il secondo è detto PCI-E 1X e rimpiazza il classico PCI anche se al momento non sono molte le schede a farne uso. La

differenza è facilmente visibile da questa due fotografia:

Due slot PCI-E affiancati a due PCI standard

- Slot AMR: questi slot sono presenti in numerose schede madri. Si tratta di interfacce pensate specificatamente per la connessione di schede audio e modem a costo ridotto ma il loro effettivo utilizzo è altamente limitato dalla mancanza di dispositivi che lo utilizzino e

dalla loro scarsa convenienza, Ultimamente comunque i produttori tendono a non aggiungere alle loro schede questo tipo di connettore ma è comunque utile saperlo individuare. Di solito è di colore marrone, come lo slot AGP, ma di dimensioni molto più ridotte come il

PCI-E 1X. Ecco una fotografia:

Alcuni connettori S-ATA

Di seguito anche un’immagine del retro di un hard disk S-ATA:

Il retro di un hard-disk S-ATA

Da sinistra a destra troviamo il connettore per l’alimentazione specifico per il S-ATA, il connettore S-ATA per il collegamento alla scheda madre, una serie di pin ( che in definitiva risulta inutile in quanto come detto il S-ATA elimina il concetto di "master" o "slave" ) ed infine il

connettore per l’alimentazione di tipo tradizionale.

Il lettore floppy

I lettori dei comuni floppy disk utilizzano un tipo di collegamento diverso da quello degli hard disk o dei lettori CD/DVD. Essi infatti fanno uso di connettori a 34 pin invece di 40 che risultano quindi più stretti rispetto a quelli IDE pur mantenendo la stessa forma. La foto

seguente è rappresentativa di questo fatto:

In alto un connettore floppy

Anche i cavi sono dello stesso tipo, a piattina, ma, ovviamente, meno larghi. Generalmente presentano 3 o 5 connettori. Nel primo caso il cavo è composto da un connettore collegato ad una delle estremità e gli altri due, molto ravvicinati, collegati all’altra estremità. Nel caso di 5 connettori c’è sempre un connettore singolo ad una delle estremità e due paia di connettori, ravvicinati a due a due, dalla

parte opposta. Il connettore singolo va sempre collegato alla scheda madre mentre il connettore posto all’estremità opposta ( o il paio di connettori se il cavo ha in totale 5 connettori ) viene utilizzato per il collegamento del lettore floppy A. L’altro connettore ( o l’altro paio ), quello a metà del cavo, è utilizzato per connettere il lettore floppy B. Il fatto che ci sia sempre una coppia di connettori dipende dal fatto

che i lettori floppy da 3,5” e quelli da 5,25” utilizzano connessioni diverse.

C’è da dire che nei più recenti PC i cavi si sono adattati e non si trovano più i connettori per i lettori floppy da 5.25”, che sono oramai più che obsoleti, e per questo di solito si usano cavi con tre o addirittura due soli connettori. Questi sono a tutti gli effetti analoghi

rispettivamente a quelli da 5 e tre con la differenza che viene eliminato il connettore inutilizzato. Se si utilizza un solo lettore floppy è consigliato collegarlo al connettore per il floppy A.

Al solito la connessione viene effettuata avendo cura di far combaciare il pin numero 1 del connettore sul cavo ( indicato anche dal filo rosso ) con il pin 1 del connettore sulla scheda madre ( indicato con un numero sul circuito stampato della scheda ). Anche in questo

caso come per le periferiche IDE i cavi e le schede madri recenti presentano dei connettori realizzati appositamente per rendere impossibile l’inserimento inverso che comunque non comporta danni al lettore floppy o alla motherboard. Potete accorgervi di un

collegamento sbagliato se all’accensione del PC il led del floppy drive rimane costantemente acceso.

Qui sotto vi mostriamo il retro di un comune lettore floppy:

Un lettore floppy visto da dietro

A sinistra notate il connettore nero per la connessione alla scheda madre mentre a destra potete vedere il connettore bianco per l’alimentazione.

Prepariamo il case

Ora che abbiamo le conoscenza per il collegamento della maggior parte dei dispositivi è venuto il momento di cominciare il vero lavoro: l’assemblaggio vero e proprio. Prepariamo quindi tutto il necessario, i vari componenti e gli strumenti che ci serviranno, spostiamoci in

una stanza possibilmente ampia e luminosa e cominciamo.

Per prima cosa dobbiamo preparare il case. E’ necessario quindi svitare i vari pannelli in modo da rimanere con la sola “carcassa” nuda. Quello che dovreste avere davanti una volta completate queste operazioni dovrebbe essere simile a quanto vedere in questa foto:

Aprite il vostro case

La prossima operazione sarà quella di fissare gli spaziatori alla piastra del case sulla quale sarà successivamente collegata la scheda madre. E’ sufficiente utilizzare 6 spaziatori, l’importante è fissarli in corrispondenza dei fori presenti sulla scheda madre. Per fissare con

sicurezza questi spaziatori si consiglia l’utilizzo di una pinza.

Solitamente assieme alla scheda madre viene venduta la cosiddetta “mascherina”. Si tratta semplicemente di un pezzo di alluminio ritagliato in modo da presentare dei fori che rispecchino la disposizione delle varie porte esterne della scheda madre. Questa

mascherina, di dimensioni standardizzate, va incastrata nel retro del case.

Una classica mascherina

Ora il case è pronto per accogliere la scheda madre ma prima dobbiamo montare il processore.

Montare il processore ed il dissipatore

Sicuramente quello che adesso spiegheremo è il passaggio più rischioso dell’intera procedura, in special modo per i possessori di CPU AMD che sono mediamente più “fragili” rispetto alle controparti Intel.

Posizioniamo quindi la scheda madre su di una superficie liscia ( un tavolo va benissimo ) e andiamo ad osservare il "socket", lo zoccolo dove andremo ad inserire la CPU. Quella che vedete qui sotto è l’immagine di un Socket A per processori AMD. Vi mostreremo come

montare una CPU Athlon XP ma il procedimento è molto simile per qualsiasi altro processore.

Un ormai "vetusto" Socket A

Notate come il socket sia provvisto di 6 agganci per il dissipatore, disposti a tre a tre e soprattutto come la disposizione dei fori sul socket non sia perfettamente quadrata ma ci siano dei fori “mancanti” su due angoli consecutivi. La presenza di queste lacune faciliterà

il riconoscimento del verso di inserimento della CPU.

Il prossimo passo è quello di sollevare la levetta accanto al socket per permettere l’inserimento del processore.

Notare la levetta alzata

Guardiamo ora il retro del processore. Come è possibile notare il nostro modello presenta due pin mancanti proprio in corrispondenza di due angoli consecutivi. Per questo motivo l’inserimento è forzato da un solo verso. Un tentativo troppo “brutale” di inserimento scorretto

potrebbe storzare dei pin danneggiando così la CPU. Fate quindi attenzione!

Ecco la nostra CPU!

Possiamo adesso applicare la pasta siliconica sul core della CPU. Questa pasta viene utilizzata per permettere un miglior contatto tra la superficie superiore del processore e la superficie inferiore del dissipatore. In questo modo ci sarà uno scambio di calore più efficace ed un conseguente miglioramento delle condizioni di lavoro della CPU. Applichiamo quindi una goccia

di pasta siliconica e poi spalmiamola delicatamente sull’intera superficie del core. Non è importantissimo essere precisi.

Di seguito potete vedere la foto della nostra CPU prima e dopo l’applicazione di un sottile strato di pasta siliconica ( non fate troppo caso allo stato del nostro processore, ne ha viste di tutte i colori !! ).

La CPU prima e dopo l'applicazione della pasta

Orientiamo ora la CPU è posizioniamoci perpendicolarmente rispetto al socket e facciamo poi combaciare i due fino ad inserimento compiuto.

Inseriamo con cura la CPU nel Socket

A questo punto possiamo abbassare la levetta ed il processore rimarrà fissato saldamente al socket.

Ora è ben fissa!

Ora che abbiamo montato il processore è la volta del dissipatore. Purtroppo qui le operazioni si fanno un filino più complicate ma niente paura. Innanzitutto esaminiamo questo componente ( non tutti i dissipatori sono uguali, alcuni richiedono una procedura particolare per

il montaggio. Per ulteriori informazioni riferitevi al manuale del vostro dissipatore o al sito del produttore ):

Il nostro dissipatore

Questa è una foto presa dall’alto e potete notare la ventola con la relativa griglia di protezione ed il cavetto per l’alimentazione. Potete vedere meglio gli agganci dalla foto successiva:

Un particolare degli agganci

Adagiamo ora con attenzione il dissipatore sopra la CPU avendo cura di agganciarlo da uno dei due lati. Consiglio di effettuare il primo aggancio sul lato più ingombro di componenti quali condensatori od altri in modo da avere spazio libero per poter lavorare con libertà

sull’altro lato che richiede qualche sforzo in più.

Agganciamo prima da una parte

Prendiamo ora in mano il cacciavite a taglio che avevamo messo da parte essenzialmente per questo momento. Tenendo con una mano fermo il dissipatore dovrete fare forza sulla sporgenza metallica appositamente realizzata sull’aggancio e spingere verso il basso fino a completare l’aggancio. Inizialmente può sembrare un’operazione che richiede un certo sforzo "psico-

fisico" ma con la pratica diventerà sempre più facile.

Le sequenze più delicate

Dico sforzo psico-fisico perché oltre alla componente legata alla pura fatica per forzare l’aggancio ( che può variare a seconda del modello di dissipatore ) non dobbiamo dimenticare il fatto che siamo lavorando su componenti che possono costare anche qualche centinaio di euro. Cercate quindi di non esagerare ma nemmeno di avere paura a fare un piccolo sforzo sulla vostra scheda madre

altrimenti non aggancerete mai il dissipatore.

Detto questo vi ricordo che siete responsabili di quello che fate con i vostri componenti.

Per completare l’opera non ci resta che collegare il connettore della ventola del dissipatore al connettore a tre pin apposito posto sulla scheda madre, solitamente etichettato come CPUFAN ( consultate il manuale della vostra scheda madre per

ulteriori informazioni ).

Visto che una volta alloggiata la scheda madre all’interno del case può essere difficoltoso collegare le memorie RAM ci conviene farlo adesso che abbiamo spazio libero. Per farlo è necessario abbassare le levette agli estremi degli slot e orientare

la scheda di memoria in modo da far combaciare il taglio centrale con la rientranza realizzata nello slot. A questo punto vi

consiglio di inserire dapprima la scheda da un lato in modo da far scattare una delle due levette e poi successivamente andare a fare pressione sull’altro lato per completare l'aggancio.

Tocca alle memorie

Questo è il risultato finale che dovreste ottenere ( nel nostro caso con due schede di memoria ):

Anche questa è andata

E’ doveroso fare una precisazione per quanto riguarda le memorie. Le schede madri dotate dei chipset più moderni permettono di configurare coppie di memorie DDR in configurazione "Dual Channel" per migliorare le prestazioni. Questo tipo di configurazione

richiede solitamente di accoppiare le due schede su due slot specifici che possono anche essere indicati con un colore particolare. Trovate maggiori informazioni sul manuale della scheda madre.

Adesso siamo finalmente pronti per fissare la scheda madre al case. Rovesciamo il case in posizione orizzontale per facilitare il lavoro e posizioniamo la scheda in modo che le porte vadano a combaciare con la mascherina e che i fori siano in linea con gli spaziatori che abbiamo prima fissato. Prendiamo poi il cacciavite con la punta a stella e le viti necessarie e procediamo al fissaggio vero e proprio.

Fissiamo la scheda madre al case

Come abbiamo già detto nella sezione del'articolo dedicata al case, questo presenta dei connettori per i pulsanti di accensione e di reset, per i led luminosi, per lo speaker di sistema ( quello che con dei beep segnala eventuali malfunzionamenti o errori durante l’avvio del PC ), ecc. E' venuto il momento di collegare questi cavetti alla scheda madre. Per questa fase vi servirà consultare il manuale della vostra scheda madre per trovare la giusta configurazione dei collegamenti in quanto è differente da modello a modello. In questa foto

potete vedere i connettori presenti nel nostro case:

I connettori del case

Dopo aver localizzato sulla scheda madre il gruppo di pin ai quali connettere gli interruttori, i led, ecc.. procedete al collegamento seguendo lo schemo riportato sul manuale.

Bene, ora possiamo occuparci delle unità ottiche, degli hard disk e dei lettori floppy. Per prima cosa dobbiamo rimuovere i frontalini di plastica da 5,25” ( quelli più larghi ) sul davanti del case, uno per ogni lettore o masterizzatori CD/DVD che vogliamo collegare al PC e uno di quelli da 3,15” per il lettore floppy. Consigliamo, quando possibile, di lasciare uno slot libero tra due occupati in modo da non avere troppi fastidi quando dovete inserire dei supporti su due diverse unità ottiche.

Di seguito potete vedere due foto del nostro case prima e dopo aver tolto i necessari frontalini:

Liberiamo gli slot necessari

Adesso, ad uno ad uno, possiamo inserire negli slot ricavati i dispositivi ottici e il lettore floppy ma prima di farlo sarebbe saggio configurare i pin sul retro in modo da assegnare alle unità ottiche e ai dischi rigidi il livello di "master" o "slave" come spiegato

precedentemente.

Inseriamo le unità ottiche

Una volta inserite le unità al loro posto dobbiamo provvedere al fissaggio delle stesse al case. Prendiamo due o quattro viti per unità e, con il nostro fedele cacciavite a stella, procediamo. Analogamente dobbiamo fare la stessa cosa per il lettore

floppy ( se ne abbiamo uno ) e per gli hard disk ( anche se per questi non dobbiamo togliere nessun frontalino ).

Ora dobbiamo collegare queste unità alla scheda madre come abbiamo imparato nella sezione apposita dell’articolo. Procuriamoci quindi i cavi necessari ( le piattine o eventualmente i cavi S-ATA ) ed effettuiamo il collegamento.

Visto che il nostro criterio di assemblaggio del PC segue la linea del mantenere sempre il maggior spazio di azione manuale possibile in modo che il collegamento dei componenti non ostacoli troppo le manovre successive è venuto ora il momento di occuparci dell’alimentatore che solitamente occupa, solitario, la parte superiore dell’interno del case. Ci serviranno a questo

scopo quattro viti.Prendiamo l’alimentatore e con una mano facciamolo passare dall’interno del case e posizioniamolo nella zona in alto a

sinistra dove di solito si trova una piccola sporgenza metallica sulla quale è possibile appoggiarlo. Sempre tenendolo con una mano portiamoci sul retro del case e con il nostro cacciavite fissiamo l’alimentatore.

Qui sotto un’immagine dell’alloggiamento dell’alimentatore del nostro case:

Fissiamo l'alimentatore

Adesso che abbiamo fissato l’alimentatore possiamo procedere al collegamento dello stesso alla scheda madre ed ai dispositivi che abbiamo finora fissato al case. Per prima cosa individuiamo il connettore ATX dell’alimentazione e

colleghiamolo all’apposito connettore posto sulla scheda madre.

Colleghiamo ora l'alimentazione

Come potete vedere il connettore ATX è dotato di una specie di linguetta di plastica nel lato superiore che serve per forzarne l’inserimento da un solo lato in modo che non sia possibile sbagliare.

Se guardate la foto di destra noterete che sopra al connettore ATX, sulla nostra scheda madre, si trova un ulteriore connettore a quattro morsetti, sempre per l’alimentazione. Se il vostro alimentatore è provvisto del connettore necessario come anche la vostra scheda

madre provvedete al collegamento altrimenti continuate. A seconda della particolare scheda potrebbe rendersi necessario l’utilizzo ed il collegamento di altri connettori. Riferitevi sempre al manuale per ulteriori informazioni.

Guardando l’alimentatore noterete che è dotato di numerosi connettori del tipo mostrato nella foto qui sotto, detti anche molex.

Un comune connettore molex

Le unità ottiche e gli hard disk vengono tutti alimentati tramite questo tipo di connettori. Ad uno ad uno quindi dovrete collegarli ai vostri dispositivi ( non al lettore floppy perché per questo si usa un altro connettore ) ricordando che il filo giallo va sempre dalla parte destra.

Anche in questo caso comunque il connettore risulta forzato ad entrare da un solo verso proprio per come è sagomato.

Fate attenzione con questi molex perché spesso risultano un po’ “duri” sia da inserire che da staccare.

Abbiamo già detto che il lettore floppy utilizza un connettore diverso dal molex per l’alimentazione. Si tratta di un connettore a 4 pin, anche questo ad inserimento forzato, che va collegato mantenendo il filo rosso sulla parte destra ( al contrario quindi del connettore

molex ).

Connettore per l'alimentazione del floppy

Ormai ci manca veramente poco. Dobbiamo però ancora collegare le schede di espansione, a cominciare dalla scheda grafica.

Le schede PCI e AGP

A meno che la vostra scheda madre non sia dotata di una scheda video integrata dovrete inserire almeno una scheda aggiuntiva per avere un PC correttamente funzionante, quella grafica per l’appunto.

Nella nostra guida useremo una scheda video AGP ma le operazioni da effettuare sono del tutto simili nel caso di schede video PCI-Express con l’unica differenza per quanto riguarda lo slot. Di seguito potete vedere un’immagine della nostra scheda:

La nostra scheda video

Ancora una volta posizioniamo il case orizzontalmente per agevolarci il lavoro e individuiamo lo slot corrispondente a quello utilizzato dalla nostra scheda video utilizzando le informazioni fornite nella sezione dell’articolo sulla scheda madre ( eventualmente aiutandoci

come al solito con il manuale ) e tenendo presente che lo slot impiegato dalla scheda video è solitamente quello più in alto rispetto agli altri. Se lo slot presenta una levetta sarà necessario abbassarla per permettere l’inserimento della scheda video. Questa levetta, una

volta poi rialzata, permette un fissaggio più saldo della nostra scheda grafica.

A questo punto prendiamo la scheda video e, avendo cura di far combaciare correttamente le connessioni, procediamo all’inserimento. Quando la scheda è in posizione dobbiamo spingere, sempre con cautela, e alla fine, se già non è scattata automaticamente, rialzare la

levetta che avevamo prima abbassato.

La nostra scheda video

Completiamo il fissaggio andando ad avvitare la staffa metallica della scheda video al case con una vite come da figura.

Fissiamo anche questa al case

Se avete osservato con attenzione la nostra scheda video avrete visto che a destra presenta un connettore molex. Si tratta di un connettore per l’alimentazione aggiuntiva che la scheda richiede oltre a quella fornita tramite lo slot PCI. Siccome quest’alimentazione

non è sufficiente sarà quindi necessario, per il corretto funzionamento della scheda, collegare un connettore molex dall’alimentatore alla scheda video. Non tutte le schede grafiche presentano questo connettore ma soprattutto quelle più recenti. Controllate quindi

l’eventuale presenza di tale connettore sulla vostra scheda video.

Il nostro PC sarà dotato anche di una scheda audio ma, con un discorso analogo a quello per la scheda video, il vostro potrebbe anche non averne bisogno. Di seguito la fotografia della nostra scheda audio PCI:

Questa è la nostra scheda audio

Non staremo a dilungarci sul come collegare anche le scheda PCI in quanto le operazioni sono essenzialmente le stesse. Il tutto sta nell’individuare lo slot, inserire la scheda e fissarla infine avvitandola al case.

Solo un piccolo consiglio prima di proseguire oltre: le ultime generazioni di schede video utilizzano processori grafici molto potenti e veloci che richiedono un buon raffreddamento. E’ quindi consigliabile lasciare, se possibile, uno slot PCI libero tra la scheda video e le

altre schede in modo da permettere un miglior ricircolo dell’aria.

Collegate quindi tutte le vostre schede di espansione e proseguite poi nella lettura.

Ultimi ritocchi

Con il collegamento delle schede abbiamo praticamente finito il nostro lavoro di assemblaggio. Possiamo però sistemare un pochino

l’interno del case in modo che non ci siano cavi che ostacolino la circolazione dell’aria oppure che vanno a “toccare” delle ventole servendoci anche delle fascette di cui abbiamo parlato all’inizio per tenere raggruppati i cavi in modo da fare ordine.

Come ultima operazione abbiamo deciso di fissare anche una ventola all’interno del nostro case per migliorare la circolazione dell’aria. Ci siamo procurati una ventola di dimensioni standard 80 x 80 ( mm ) e l’abbiamo fissata con le viti in dotazione attraverso i fori già

presenti nel case.

Una ventola può sempre servire

Ovviamente anche la ventola necessita di alimentazione e per questa ci sono dei connettori a tre pin sulla scheda madre del tutto simili a quello CPUFAN di cui abbiamo parlato prima quando abbiamo collegato il dissipatore della CPU.

Ecco un’ultima foto dell’interno del nostro case a questo punto:

Il risultato finale visto da dentro

Finalmente siamo giunti alla fine di questa nostra piccola avventura informatica. Non ci resta che richiudere il case e avvitare i pannelli laterali:

Per finire chiudiamo il case fissando i pannelli laterali

Ed ecco il nostro risultato finale:

Ta Dan! Abbiamo finito, o quasi

Ovviamente dovrete poi collegare i vari cavi al retro del case ( alimentazione, cavo del monitor, tastiera, mouse, altoparlanti e quant’altro ) perché funzioni ma il grosso del lavoro è stato fatto. Una volta che avrete collegato il tutto non vi resta che testare il corretto funzionamento del sistema. Se tutto va bene potete rallegrarvi del vostro successo altrimenti, se sentite dei beep inquietanti provenire

dall’altoparlante nel case oppure lo schermo rimane costantemente nero, qualcosa non è andato per il verso giusto. Solitamente i problemi a questo livello sono causati da collegamenti non perfetti delle schede ( soprattutto la scheda video ), delle memorie o

addirittura della CPU o anche dall’aver dimenticato di collegare lo schermo. Sarà quindi importante decifrare il significato dei beep emessi dall’altoparlante che rappresentano con un codice sonoro un particolare errore. Consultate il manuale della vostra scheda

madre o la Guida al BIOS per avere informazioni circa la natura dell’errore relativo ad una certa combinazione di suoni corti e lunghi prodotta dal vostro PC.

Introduzione

Acquistare componenti sfusi e procedere, a casa propria, al montaggio di un personal computer è operazione che può apparire, agli occhi di molti, alquanto rischiosa per tutta una serie di motivi: in primo luogo, quello di commettere errori che pregiudichino il corretto funzionamento del computer, in secondo luogo la mancanza di una garanzia complessiva sul pc in caso di malfunzionamenti. Basta poco per capire quanto tali remore siano giustificate ma, in fin dei conti, superabili: i moderni personal computer sono composti da

componenti sfusi, dalla provenienza diversa e che pertanto hanno garanzia differente, specifica per ognuno di loro; anche i pc cosiddetti "di marca" sono in realtà assemblati con componenti di produttori differenti, a volte con soluzioni proprietarie solo per

quanto riguarda il design di motherboard e case. La possibilità di assemblare da soli il proprio personal computer permette, inoltre, di scegliere i componenti che si preferiscono, cosa che non sempre è possibile fare quando ci si rivolge ad uno specifico negozio o

assemblatore, e di meglio tenere sotto controllo il budget a disposizione. Infine, il montaggio di un PC è operazione abbastanza complessa ma che, se fatta con attenzione, non è assolutamente pericolosa (per se e per i componenti montati).

Questa sezione ha la finalità di spiegare, passaggio per passaggio, come installare correttamente l'hardware di un personal computer e come eseguire quelle procedure basilari che permettono di installare il sistema operativo. Non si presuppongono

conoscenze tecniche approfondite e l'invito è quello di eseguire delle prove pratiche con l'hardware in proprio possesso, ricordando sempre di non inserire corrente fino a quando non si è sicuri di aver montato correttamente il tutto.

Quali sono gli elementi indispensabili per il montaggio di un personal computer? In ordine:

case, il contenitore all'interno del quale sono montati i diversi componenti; floppy drive, il lettore per floppy disk;

lettore di CD-Rom, indispensabile per installare il sistema operativo e il software che verrà in seguito utilizzato;

hard disk, nel quale vengono caricati il software e salvati i dati;

motherboard, il vero e proprio centro vitale del computer, alla quale vengono collegate, in modo differnte, tutte le periferiche presenti nel sistema;

memoria;

processore;

scheda video, sia solo 2D che dotata anche di funzioni di accelerazione 3D;

cablaggi vari (in genere forniti in dotazione con la motherboard);

mouse;

tastiera;

monitor;

eventuale scheda audio con sistema di altoparlanti;

eventuale scheda acceleratrice 3D, per sistemi orientati ad un utilizzo con giochi;

eventuale scheda di rete - modem interno - modem esterno - scanner - stampante.

Il primo elemento al quale è necessario prestare attenzione nel momento del montaggio di un personal computer è il case, cioè il contenitore di tutti i componenti. Due sono i parametri da considerare all'atto

della scelta:

- formato: AT oppure ATX.

- dimensione: desktop, mini o middle tower, big tower.

A questi seguono una serie di criteri che devono essere presi in considerazione per una corretta scelta del case, come ad esempio la robustezza, la presenza di numerosi vani di espansione (sia da 5 1/4 che

da 3 1/2), l'accessibilità interna, la presenza di alimentatore di wattaggio adeguato (almeno 200W, meglio se 230W o superiori) e certificato; per ulteriori dettagli sulla conformazione interna del case e

sulla sua areazione rimando alla sezione dei sistemi di raffreddamento. Nell'immagine di lato è riprodotto il case in formato ATX Inwin A500-ATX, utilizzato quale riferimento nell'articolo, non appena

estratto dal contenitore; si noti come un vano da 5 1/4 e uno da 3 1/2 siano già aperti, pronti rispettivamente per lettore di CD-Rom e Floppy Drive.

Prendiamo il case, svitiamo dal pannello posteriore le viti che fissano il coperchio e sfiliamo il pannello; avremo completa accessibilità al vano frontale e all'interno del

case. Per prima cosa procediamo al montaggio del floppy drive, del lettore di CD-Rom e dell'hard disk; prestiamo attenzione che vi sia sufficiente spazio tra questi tre

componenti, che attorno all'hard disk in particolare non vi siano troppi componenti e che sia possibile avere una certa circolazione d'aria (mai montare uno o più hard disk a

contatto con il floppy drive o con altra periferica, soprattutto se un masterizzatore).

Si noti come tra hard disk e floppy drive sia stato lasciato un vano da 3 1/2 libero; questo per fare in modo che l'hard disk non si surriscaldi durante il funzionamento. Una volta terminata l'installazione di motherboard, memorie e processore sarà necessario

prestare attenzione ai cablaggi, sia delle periferiche EIDE installate che del floppy drive, facendo in modo che non vaghino eccessivamente nel case e non impediscano l'ottimale ricircolo dell'aria. Una volta installati questi componenti, serrando molto bene

le viti e utilizzandone almeno quattro per ogni componente, possiamo passare alla seconda fase, il montaggio della motherboard nel case.

Montaggio scheda madre

L'installazione della motherboard è una procedura abbastanza lunga ma non particolarmente impegnativa. Pensando ad un case di tipo minitower o tower, la motherboard viene montata sul pannello

di destra per mezzo di alcune viti di fissaggio; la prima cosa da fare, pertanto, è quella di svitare il pannello dalla struttura portante del case (in genere per questa operazione basta svitare due o tre viti) e

poggiarlo su un tavolo, oppure se si possiede un case con slitta interna (come quello riprodotto nelle immagini) sfilare quest'ultima dalle guide all'interno del case. Qualora il case sia di tipo desktop non è

possibile sfilare il pannello dalla struttura portante e il montaggio della motherboard deve essere effettuato direttamente all'interno del case.

Lungo il pannello si notano numerosi fori per viti: appoggiando la motherboard sul pannello si faccia attenzione a quali di essi corrispondono ai fori presenti sulla motherboard e in essi si inseriscano gli

appositi sostegni per la motherboard, riprodotti e illustrati nel box sottostante.

Qui a lato sono riprodotti i diversi tipi di sostegno per motherboard che possono essere forniti in dotazione con il

case; i tre bianchi sono di plastica e possono essere o incastrati o avvitati nei fori presenti nel pannello di sostegno della motherboard, mentre quello metallico color rame viene

avvitato e in esso è avvitata una vite che serra la motherboard. Questi sostegni servono per alzare la

motherboard dal pannello così da evitare possibili contatti tra quest'ultimo e le piste della motherboard.

Una volta inseriti i sostegni, si monti la motherboard sul pannello e si fissino tutte le viti: nelle motherboard in formato ATX le porte di comunicazione devono essere allineate con la mascherina in

alluminio fornita con il case, mentre in quelle AT il connettore per la tastiera AT deve essere allineato con il corrispondente foro sul case.

La motherboard una volta montata sul pannello del case, in questo caso una slitta estraibile; si noti come gli slot di

espansione AGP, PCI e ISA siano allineati con le aperture del pannello, così da permettere il corretto inserimento delle

periferiche di espansione.

Qualora si installino motherboard in formato ATX, le porte saldate sulla motherboard devono combaciare perfettamente con i fori presenti sulla mascherina in dotazione con il case;

da sinistra troviamo i connettori PS/2 per tastiera (in basso) e mouse (in alto); le due porte USB; le porte seriali (in basso) e

parallela (sopra queste ultime); le aperture per jack audio (tre, in basso) e porta joystick (in alto) qualora la scheda

madre integri il sottosistema audio.

E' necessario prestare massima attenzione al serraggio delle viti, che devono essere ben strette, e soprattutto che non vi sia qualche sostegno metallico a contatto con una delle piste della motherboard,

onde evitare possibili corto-circuiti.

Ultima operazione da effettuare è l'inserimento del connettore di alimentazione; se la motherboard e l'alimentatore sono in formato ATX questa operazione è abbastanza semplice e illustrata con le immagini

sottostanti:

Il connettore di alimentazione ATX  della motherboard è plastico e di colore bianco, con

due file di 10 connettori sagomati in modo particolare.

Il connettore di alimentazione ATX proveniente dall'alimentatore può essere inserito sono per un verso,

essendo i 20 connettori sagomati in modo tale da impedire l'inserimento nel senso opposto.

Se, invece, l'alimentatore è in formato AT il connettore di alimentazione è formato da due coppie di 6 cavi, di diverso colore, terminanti con il medesimo innesto in plastica; è necessario inserire i due

connettori uno di fianco all'altro, con i cavi di colore nero delle due coppie al centro del gruppo di cavi. Attenzione a non inserire i cavi al contrario, altrimenti si rischia di causare un corto-circuito che

danneggerebbe irrimediabilmente la motherboard e l'alimentatore.

Il manuale della motherboard, se quest'ultima non è costruita da uno sconosciuto produttore taiwanese, è in genere ricco di dettagli e illustrazioni che guidano la procedura di montaggio; un consiglio può essere,

pertanto, quello di sfogliare il manuale prima di installare la motherboard.

Montaggio cpu e memoria

Una volta installata la motherboard e connesso l'alimentatore, viene il momento di passare al processore e alla memoria di sistema. Il processore può essere di due tipi: ad inserimento in Socket, oppure ad

inserimento in Slot; del primo tipo sono i processori: Intel Pentium, Pentium Pro e Pentium MMX; AMD K5, K6 e K6-2; Cyrix 6x86, 6x86MX e MII; IDT Winchip e Winchip 2. Appartengono alla seconda

categoria, invece, i processori Intel Pentium II e Celeron.

Si prenda il processore e lo si inserisca all'interno del Socket 7 o dello Slot 1, secondo le istruzioni qui sotto riportate:

Socket 7

Prima di inserire la cpu nel Socket è necessario alzare di 90 gradi la leva di serraggio, che si trova nella parte sinistra (di colore marrone, in plastica); così facendo i piedini del processore entreranno

senza sforzo all'interno dei fori del socket e saranno a questi ultimi serrati solo dopo che la leva

sarà stata abbassata.

Nell'immagine si nota la cpu che sta per essere inserita all'interno del Socket; i piedini sono molto fragili pertanto è necessario fare attenzione che

siano ben allineati e che nessuno di essi entri storto nei fori del Socket, in quanto oltre che impedire il

corretto funzionamento del processore potrebbero rompersi rendendo così inutilizzabile il processore.

Particolare di una cpu Socket 7: si noti come uno dei lati abbia un  angolo smussato, così che lo si possa prendere quale riferimento nel

momento di inserire la cpu nel Socket in modo da non stortare nessuno dei piedini.

Slot 1

Qui sopra è raffigurato lo Slot 1; si noti la guida plastica che serve per inserire correttamente nello Slot 1 il processore: la guida viene montata sulla motherboard per mezzo di 4 viti, oppure con degli appositi fermi in plastica, ed è fornita in dotazione

con la motherboard.

Il processore, sul quale è già stato montato il dissipatore di calore con ventola, viene fatto

scorrere lungo la guida plastica così da inserirlo all'interno dello Slot; all'atto dell'inserimento è

necessario premere fino in fondo il processore nello Slot 1, così da assicurare pieno contatto.

Una volta installato il processore è necessario fornire alla ventola di raffreddamento la giusta alimentazione. Il connettore può essere di due tipi: identico a quello utilizzato per alimentare hard disk e

lettori di CD-Rom, oppure di tipo tachimetrico; nel primo caso è necessario collegare il connettore di

alimentazione della ventola ad uno dei connettori che fuoriescono dall'alimentatore del case, mentre nel secondo caso è necesario utilizzare uno degli appositi connettori di alimentazione presenti sulla

motherboard, come illustrato nell'immagine sottostante:

Connettore di alimentazione per ventola presente sulla motherboard; questo tipo di connettore è anche noto con il nome di

tachimetrico, in quanto la ventola che ad esso è collegato dispongono di tre fili, due di alimentazione e uno per segnalarne la

velocità di rotazione al sistema di monitoraggio hardware eventualmente presente sulla motherboard. Il vantaggio di questo

tipo di connettori, oltre alla possibilità di sfruttare l'indicazione tachimetrica, è quella di non occupare uno dei connettori di alimentazione che fuoriescono dall'alimentatore del case.

Dopo aver installato il processore è necessario impostarne le caratteristiche, cioè la frequenza di bus e il moltiplicatore di frequenza; tali parametri possono essere selezionati per tre vie:

jumper: si tratta di ponticelli metallici che devono essere coperti con un cappuccetto plastico, in genere di colore blu, oppure lasciati scoperti;

switch: il principio è simile a quello dei jumper solo che al posto di utilizzare dei cappuccetti plastici si spostano dei micro-interruttori;

menu jumperless: alcune motherboard permettono di configurare le caratteristiche del processore via software per mezzo di un apposito menù, con il quale è naturalmente possibile

procedere all'autoriconoscimento da parte della motherboard del processore installato.

Jumper Switch

E' naturalmente buona cosa seguire le istruzioni riportate sul manuale della motherboard quando si devono configurare moltiplicatore di frequenza e frequenza di bus.

Secondo passaggio è l'installazione della memoria di sistema; tutte le motherboard moderne utilizzano moduli di memoria di tipo Dimm, a 168 contatti; nell'immagine qui a

lato ne è riprodotto uno da 64 Mbyte di capacità. I connettori, noti come banchi memoria, sono in genere di colore nero ed in numero variabile da 2 a 4, con piccole alette plastiche ai lati che servono per fissare i moduli. Il

loro montaggio è abbastanza semplice: si inserisca il modulo nel banco prima da un lato e poi dall'altro, facendo attenzione che le due guide lungo il modulo combacino con quelle del banco (anche perché così non facendo il modulo non entra); Le alette laterali di serraggio, di colore bianco

nell'immagine, fermano il modulo di lato e durante l'inserimento di quest'ultimo devono essere

progressivamente accompagnate con le dita, così che l'inserimento del modulo sia più semplice. Molte volte è

necessario applicare una certa forza in quanto l'inserimento

risulta essere difficile, pertanto non preoccuparsi se la procedura sembra un po' ostica.

Particolare di un lato di un modulo memoria Dimm una volta inserito nel banco memoria; si noti come l'aletta di

serraggio fissi il modulo lateralmente e come tutti i contatti dorati del modulo non siano visibili, in quanto perfettamente

all'interno del banco.

Qualora si utilizzino moduli di tipo simm, a 72 contatti, la procedura da utilizzare è simile: i moduli vanno inseriti nel banco leggermente inclinati di lato e in seguito ruotati fino a quando non si incastrino nelle guide laterali; anche in questo caso esistono sul modulo e sul banco delle guide che impediscono di

montare il modulo al contrario.

Una volta montati motherboard, processore e memoria è possibile passare alle periferiche collegate alla motherboard e alle connessioni con hard disk, floppy drive e lettore di Cd-Rom.

Montaggio hard disk e cavi

Uno dei componenti essenziali per il funzionamento di un personal computer è la scheda video; senza di essa, infatti, il sistema non può neppure essere avviato. A partire dall'introduzione, nel mese di

Settembre 1997, del chipset Intel 440LX, il primo dotato di supporto per schede video AGP, questo formato per le schede video è divenuto un vero e proprio standard ed è pressoché impossibile che un nuovo sistema non sia basato su una scheda video, anche solo 2D, in formato AGP. Lo slot AGP, nel

quale deve essere inserita la scheda video, è riconoscibile molto facilmente in quanto di colore marroncino e posto a metà motherboard, il primo dall'alto tra tutti gli slot di espansione. L'inserimento della scheda video è operazione abbastanza semplice, in quanto basta allineare i connettori presenti

sulla scheda con la fessura dello slot e inserire con decisione (il più delle volte è necesario premere con tutta la mano) la scheda, fissando quindi con una vite l'aletta di fissaggio della scheda all'intelaiatura del

case.

Scheda video AGP Matrox Millennium G200: si noti lo slot AGP, di colore marrone, e i connettori dorati della scheda che stanno per

essere inseriti all'interno dello slot.

Una volta installata la scheda video possono essere montate diverse periferiche, a seconda della configurazione scelta; in genere sono presenti una scheda audio e, se la macchina è pensata anche per

giocare, un acceleratore 3D (sempre che questo tipo di accelerazione non sia già fornita dalla scheda video AGP). Con tutte le periferiche la procedura di installazione, sia con slot PCI (di colore bianco e

lunghi poco più di quello AGP) che ISA (di colore nero, più lunghi e posti nella parte inferiore della scheda madre), è simile a quella illustrata per la scheda video AGP: si allineano i contatti dorati con la fessura

dello slot utilizzato, si inserisce la scheda nello slot (le schede ISA sono particolarmente dure da inserire ed è necessario imprimere una notevole pressione) e si avvita l'aletta di fissaggio all'intelaiatura del case,

facendo attenzione che con quest'ultima operazione la scheda non si sfili leggermente dallo slot.

Nelle due immagini di qui sopra è illustrata l'installazione di un acceleratore 3D, in particolare due schede basate sull'acceleratore VooDoo 2 di 3dfx in configurazione SLI; le schede sono in formato PCI e vanno

inserite in due slot affiancati, e collegate tra di loro per mezzo del cavetto SLI (quello di colore grigio, simile ad un cavo floppy, nella parte sinistra delle schede). La scheda VooDoo 2 deve essere collegata alla scheda video principale per mezzo di un cavo esterno, mentre il monitor non verrà più collegato alla

scheda video ma direttamente alla scheda VooDoo 2 con l'altro connettore rimasto libero.

Alcune periferiche necessitano di essere collegate ad altre per poter funzionare correttamente; ad esempio, basti pensare al lettore di CD-Rom che in precedenza è stato montato nel case ma che non è collegato in alcun modo all'altro hardware installato nel case. Osservando la motherboard si noteranno tre connettori abbastanza grossi, in genere posti nella parte superiore e il più delle volte dotati di guide

plastiche d'inserimento di colore nero o bianco: si tratta dei connettori per i due canali EIDE e per il floppy drive, gestiti direttamente dal chipset montato sulla motherboard. A cascuno dei primi due è possibile

collegare un masimo di due unità EIDE (hard disk, masterizzatori, lettori di CD-Rom), mentre al secondo fino a due floppy drive (da 3 1/2 oppure da 5 1/4, anche se ormai quest'ultimo è uscito dal mercato da

alcuni anni), utilizzando gli appositi cavi EIDE forniti in dotazione con la motherboard o acquistabili sfusi.

Nell'immagine di sinistra è riprodotto un cavo EIDE; si tratta di un connettore a 40 contatti, con ai due estremi una terminazione in plastica e al centro un terzo connettore, identico a quelli posti alle due

estremità; a uno dei due estremi viene collegato uno dei due canali EIDE presenti sulla motherboard, mentre agli altri due canali vengono collegate le periferiche presenti. Nell'immagine di destra è mostrato

il connettore una volta inserito in uno dei due canali EIDE della motherboard. I cavi sono orientati in quanto uno dei due lati, quello corrispondente al connettore numero 1, è colorato in rosso; al connettore 1 della motherboard deve corrispondere il connettore 1 della periferica; le più recenti periferiche EIDE sono dotate di guide d'innesto che impediscono di sbagliare i collegamenti, pertanto inserire i cavi al contrario è pressochè impossibile (e anche se succedesse l'unica conseguenza sarebbe il mancato

riconoscimento da parte del sistema della periferica).

I canali EIDE, come sopra detto, sono due:

Primary Secondary

Entrambi, a loro volta, possono pilotare un massimo di due unità EIDE, chiamate:

Master

Slave

La struttura finale, pertanto, sarà:

primary master primary slave

secondary master

secondary slave

Tutte le periferiche EIDE possono essere collegate ai due canali EIDE nell'ordine che si preferisce, anche se è necessario indicare ad ogni unità collegata il suo stato di master o slave; in parole povere, se nel canale primary si collegano due hard disk, uno di essi dovrà essere selezionato come master e l'altro come slave. Questo è fatto intervenendo attraverso alcuni jumper direttamente sull'hard disk (o sulla

periferica EIDE utilizzata in quel momento), seguendo le indicazioni del produttore (in genere serigrafate sul prodotto o su un'etichetta). La norma generale vuole che l'hard disk principale venga collegato come

primary master e che il lettore di CD-Rom sia collegato nel canale secondary, master o slave poco importa; se sono installate tre periferiche EIDE è buona cosa lasciare l'hard disk principale da solo come

master del canale primary e collegare le altre sue periferiche al canale secondary.

Qualora si opti per un sistema SCSI la procedura da seguire è molto simile a quella adottata per le periferiche EIDE, anche se in questo caso i cavi dovranno essere collegati direttamente al controller

SCSI (che può essere direttamente integrato nella motherboard o, più facilmente, su scheda PCI installata in uno slot della motherboard); altra differenza rispetto alla procedura EIDE è che ogni canale SCSI deve essere terminato, cioè l'ultima periferica collegata ad un canale SCSI deve essere jumperata

come termination on, così che il controller sappia che quello è l'estremo della catena e che oltre non sono collegate altre periferiche.

Il cavo di connessione per floppy drive è simile a quello per periferiche EIDE, se non per il fatto di essere più stretto e di

presentare 5 connettori: il primo è quello che deve essere collegato al connettore sulla motherboard; gli altri quattro sono posti a coppie di due (una copia è raffigurata nell'immagine di lato), un connettore per floppy da 3 1/2 (quello in basso nell'immagine) e uno per floppy da 5 1/4 (in alto nell'immagine); in genere il connettore più lontano

(cioè quello all'estremità del cavo) è quello che pilota il drive A, mentre quello centrale è quello che governa il drive B, a

prescindere dal fatto che i driver A e B siano da 3 1/2 oppure da 5 1/4.

Una volta terminate le operazioni di connessione di schede AGP, PCI e ISA e dei controller EIDE e SCSI è necessario collegare tutti i cablaggi

che comandano led, spie e pulsanti del case: in genere questi cavi sono raccolti in un fascio e dotati di pratiche e chiare serigrafie, così che il loro

collegamento sia più facile. I connettori ai quali questi cavi devono essere connessi sono posti sulla motherboard, in genere nella parte

inferiore a destra, e dotati di indicazioni chiare sul manuale. Se si dispone di un alimentatore in formato ATX è indispensabile collegate il

connettore del case atx power, altrimenti sarà impossibile avviare il sistema.

La prima accensione

Una volta terminata l'operazione di collegamento di tutti i cablaggi di segnale è venuto il momento di effettuare l'ultima operazione all'interno del case, quella di collegare tutte le periferiche all'alimentatore. Il

connettore di alimentatore della motherboard è già stato inserito in precedenza, pertanto tocca ai connettori per hard disk, lettore CD-Rom, floppy drive ed eventuale masterizzatore.

Qui sopra sono riprodotti i due tipi di connettori di alimentazione che fuoriescono dall'alimentatore, sia che sia ATX che AT; quello a sinistra serve per collegare hard disk e lettori CD-Rom o masterizzatori, mentre quello a destra è specifico per floppy drive; è preferibile non collegare più di una periferica per ognuno dei cavi, anche se sono presenti più di un connettore, e soprattutto lasciare da solo l'hard disk.

A questo punto il case può essere chiuso; si prenda il pannello e lo si faccia incastrare perfettamente, facendo attenzione che le guide di scorrimento si inseriscano correttamente; si può anche evitare di

avvitare subito il pannello, così da non dover svitare nuovamente le viti qualora vi sia qualche problema e sia necessario rimettere le mani all'interno del case.

Sul pannello posteriore del case sono presenti diversi connettori; per poter far funzionare il PC è necessario collegare almeno monitor e tastiera, anche se nulla vieta di collegare subito anche il mouse e la stampante (se presente). Fatto questo, collegare il cavo di alimentazione sul retro dell'alimentatore e il cavo di alimentazione del monitor e accendere sia monitor che PC; dopo qualche secondo lo schermo dovrebbe accendersi (nei monitor digitali, praticamente tutti quelli prodotti da un paio di anni a questa

parte, è presente un led che ha colore rosso quando il montor è un standby, cioè non riceve segnale, e verde quando riceve segnale dalla scheda video) e venir visualizzate le prime schermate di avvio del

sistema, quelle della fase di POST (Power On Self Test, test automatico di avviamento). Se si osserva con attenzione questa schermata si vedranno indicati il quantitativo di memoria e il tipo di processore

installati; se la procedura di installazione è stata corretta noteremo come la frequenza di clock indicata per il processore sia quella di default e il quantitativo di memoria indicato pari a quella installata.

Premendo, durante la fase di POST, il tasto DEL, oppure un altro tasto indicato sullo schermo, si può entrare nel setup della motherboard; alla voce Standard Cmos Setup è possibile impostare l'ora corretta

e il tipo di floppy drive installato, mentre a quella IDE HDD Auto Detection far riconoscere in automatico al sistema l'hard disk (o gli hard disk) collegati ai canali EIDE; se non viene riconosciuta la presenza di

nessun hard disk vuol dire che si sono sbagliati dei collegamenti, cioè o sono rovesciati i cavi oppure il connettore di alimentazione è inserito malamente.

Durante la fase di POST possono essere riportati dal sistema diversi tipi di errori; tra i più comuni:

keyboard not present: la tastiera non è collegata o è collegata male, pertanto non è vista dal sistema;

floppy disk failed: il lettore di floppy disk non è collegato o è collegato male; se il led del floppy drive è sempre acceso vuol dire che il cavo di segnale è stato inserito al contrario, un errore

piuttosto comune.

Terminata la fase di POST, se il sistema non ha riscontrato errori si prosegue con il caricamento del

sistema operativo: il sistema cercherà quest'ultimo prima dal lettore floppy, poi dall'hard disk; non trovandolo in nessuno dei due (perché non è stato inserito nessun floppy disk e l'hard disk deve essere

ancora formattato) si fermerà visualizzando la scritta:

No system disk; press enter to reboot

Questo accade perché è necessario fornire al sistema un dischetto di avvio, meglio noto come dischetto di boot, dal quale caricare i comandi necessari per l'avviamento del sistema operativo.

Alla schermata "No system disk; press enter to reboot" è possibile vedere, nella parte superiore dello schermo, quali IRQ della motherboard siano utilizzati e da quali periferiche; un modo semplice per capire se vi siano conflitti tra le periferiche installate (eventualità non così remota se queste sono numerose) è quello di leggere tutti gli IRQ occupati e vedere se due o più periferiche abbiano lo stesso IRQ (se viene

indicato N/A vuol dire che la periferica in questione non necessita di un IRQ). Qualora vi sia un conflitto di qualche natura è necessario cambiare manualmente gli IRQ utilizzati, entrando nel setup del BIOS alla

voce PNP/PCI Configuration o simile e lavorando sulle diverse voci. Sempre da setup è possibile intervenire su altri parametri di funzionamento del sistema, come ad esempio i timings della memoria, ma

si tratta di operazioni non indispensabili per far funzionare il sistema correttamente.

Configurazione del sistema operativo

Una volta controllato che non vi siano incompatibilità o problemi durante la fase di POST, è necessario caricare il sistema operativo e configurare l'hard disk; la prima procedura da fare è quella di prendere un

disco floppy di boot, sul quale devono essere caricati come minimo l'interprete dei comandi command.com, i file fdisk.exe e format.exe. Il floppy drive caricherà in memoria il sistema operativo e

apparirà la scritta

a:\>_

A questo punto si digiti il comando fdisk per entrare nel programma fdisk, che permette di partizionare l'hard disk e renderne avviabile una partizione, primo passo per poter salvare qualsiasi tipo di dato

sull'hard disk. Se si utilizza un dischetto di boot creato con Windows 95 OSR 2.1 o versione superiore, fdisk chiederà se si vuole utilizare il supporto per le grandi unità: dietro a questa strana domanda si cela

la richiesta di utilizzare la FAT a 32 bit oppure quella a 16 bit, pertanto il consiglio è quello di rispondere si così da utilizzare la FAT a 32 bit. Si entra in un menù testuale a quattro voci e si attivi la prima:

crea partizione o unità logica DOS

si entra in un secondo menù, dal quale è possibile creare diverse partizioni:

partizione primaria: è la parte, per così dire, principale dell'hard disk, quella indicata con la lettera di unità C; se tutto lo spazio a disposizione dell'hard disk viene utilizzato per creare la partizione primaria, si otterrà un'unico volume, appunto di nome C, con capacità pari alla capacità massima dell'hard disk; viceversa se non si impiega il 100% dello spazio a disposizione vi è la possibilità di

destinare lo spazio non utilizzato per creare una partizione estesa e, al suo interno, una o più unità logiche.

partizione estesa: è tutto lo spazio che non viene utilizzato dalla partizione primaria; all'interno della partizione estesa possono essere create differenti unità logiche.

unità logiche: sono una sorta di sotto-partizione della partizione estesa; è possibile crearne una sola (che prenderà quale lettera di unità la D), oppure diverse (con lettere di unità D, E, F, ecc...)

fino a saturare tutto lo spazio disponibile nella partizione estesa

Fatto questo, fdisk chiederà di specificare quale sia la partizione attiva, cioè quella dalla quale il sistema caricherà i files di avvio del sistema operativo; il consiglio è quello di indicare quale partizione attiva

l'unità C.

Si esca da fdisk e si riavii il sistema, sempre lasciando il floppy di avvio inserito nel floppy drive; al prompt

dei comandi

a:\>_

si digiti il comando:

format c: /s

così da formattare l'unità C e renderla avviabile (il comando /s serve proprio a questo), così che non serva più utilizzare il floppy di boot; fatto questo, si formattino le altre unità eventualmente create in precedenza utilizzando il comando format ma senza il comando /s, si tolga il floppy disk e si riavii il

sistema.

Ora il prompt dei comandi sarà

c:\>_

indicando che si stanno leggendo dati dalla partizione C dell'hard disk e non più dal floppy drive; si installino i driver del lettore CD-Rom, si riavii il sistema e si poceda all'installazione del sistema operativo, che presumibilmente sarà Windows 95 oppure Windows 98 (per coloro che vogliono installare Windows NT 4 la procedura è un filo differente, in quanto è necessario indicare il lettore di CD-Rom come unità di boot e non il floppy drive, nonché tralasciare tutta la parte su fdisk e formattazione delle unità fino a qui

illustrata in quanto tali operazioni vengono eseguite durante l'installazione di Windows NT4).

Esistono alcune regole di base da seguire durante l'installazione di Windows 95 e Windows 98:

leggere attentamente le istruzioni che passo passo vengono indicate dal programma di installazione;

all'atto della scelta dei tipo di installazione, il consiglio è quello di optare per l'installazione personalizzata, così da scegliere quali componenti installare e quali no (è sempre meglio

installare solo quei componenti che si pensa di utilizzare, così da non appesantire eccessivamente il sistema); sarà in seguito possibile eliminare componenti non più utilizzati

oppre aggiungerne altri non selezionati in fase di installazione;

una volta terminata l'installazione del sistema operativo controllare che i driver della scheda video siano correttamente installati e che non vi siano incompatibilità nel sistema. Aggiornare il sistema operativo con tutte le patch in dotazione con la motherboard, soprattutto se si utilizza

Windows 95 e il chipset della motherboard non è prodotto da Intel.

Montare un personal computer non è operazione particolarmente difficile, anche se richiede un po' di tempo e, soprattutto per coloro che sono alle prime armi, molta calma e pazienza; non esistono delle vere

e proprie regole generali che regolano l'installazione hardware, anche perché il più delle volte le "tecniche", sempre che in questo modo possano chiamarsi, sono frutto dell'esperienza; non basta aver montato un personal computer per potersi ritenere degli "ottimi assemblatori", e d'altro canto conflitti e problemi capitano anche al più esperto. Ritengo comunque che l'assemblare un PC sia la prima strada

da percorrere per colui che desidera approfondire il funzionamento dell'hardware.

Introduzione

Assemblare un PC portatile

“Guida all'assemblaggio di un PC portatile, partendo da una configurazione base offerta da diverse case, cui vanno aggiunti processore, hard disk ed eventualmente memoria RAM. Considerazioni sulle varie opzioni di scelta.”

Nel settore informatico, dove con questo temine intendiamo tutto ciò che ha a che fare con un computer, sia esso un IBM

compatibile, un Apple ecc., è naturale pensare ad un computer come ad un oggetto ingombrante, dotato di monitor di notevole peso e dimensioni, case di difficile posizionamento, l'immancabile groviglio di cavi

che contraddistingue l'angolino destinato alla locazione dell'ormai diffusissimo PC.

Niente da obbiettare, dato che un computer è sempre stato contraddistinto da queste caratteristiche essendo le alternative, fino a poco tempo fa, esageratamente costose. Un portatile, o laptop, è sempre stato caratterizzato da un "fastidioso" difetto, il prezzo. Occorre però fare una premessa importante; da sempre i due mondi, quello dei desktop e quello dei notebook (altro termine per indicare il PC portatile),

hanno corso su binari differenti essendo prodotti destinati ad utilizzi diversi.

Un elaboratore desktop presenta caratteristiche tecniche che sono, di norma, superiori a quelle di un portatile, in ragione soprattutto dello spazio a disposizione; un notebook, per racchiudere tutto il

necessario al suo interno, contiene dispositivi espressamente studiati per questo impiego, per progettare i quali si è scesi a inevitabili compromessi tra ingombro e prestazioni. Un tempo il PC portatile veniva

utilizzato quasi esclusivamente dal professionista che necessitava di un computer sempre al suo seguito, capace di una certa autonomia e dal peso possibilmente ridotto; per tutti gli altri utilizzi il classico desktop

la faceva da padrone.

La situazione sta progressivamente cambiando dato che esistono attualmente valide alternative all'ingombrante desktop; è sempre più frequente sentir parlare di Desktop Replacement, locuzione che

sta ad indicare, appunto, l'operazione che permette di sostituire, senza scendere a compromessi, il "vecchio" desktop con un portatile. E' da circa un annetto infatti, che il prezzo dei portatili è in continua

discesa, nonostante le continue migliorie tecniche di volta in volta introdotte.

Attualmente il mercato dei portatili è caratterizzato da due differenti correnti che vedono da una parte la ricerca del minor peso ed ingombro, dall'altra l'integrazione di tutto ciò che serve ad un PC; quest'ultimi prodotti vengono definiti "all in one", cioè "tutto in uno", ed integrano nello chassis i componenti classici di un desktop e risultano per tanto caratterizzati da pesi ed ingombri non certo contenuti. Se la prima

soluzione è ancora un po' costosa, i prodotti della seconda sono invece offerti dalle varie case a prezzi decisamente interessanti; si possono trovare dispositivi attorno ai quattro milioni che dispongono di un

buon monitor da 14,1" (pollici), lettore DVD, modem integrato, processore di discreta potenza di calcolo e buona dotazione di memoria RAM.

Rimangono ancora delle precisazioni da fare, infatti alcune categorie di utenti difficilmente troveranno, nonostante tutto, una valida alternativa in un portatile. Pensiamo ad esempio al videogiocatore, che

esige dal proprio sistema il massimo in termini di prestazioni video, oppure al progettista grafico che mal tollera i monitor ridotti e le risoluzioni standard, ed altri ancora. La maggior parte della gente però, si sa,

utilizza il computer per navigare in Internet e scrivere qualche lettera ogni tanto.

Ecco dunque che il passaggio ad un sistema portatile merita, in molto casi, di essere preso in

considerazione. Come anticipato un portatile utilizza componenti espressamente progettati per questo impiego, alcuni dei quali liberamente presenti sui listini dei vari rivenditori come HD e moduli SO-DIMM di memoria RAM. In commercio sono poi presenti due differenti tipologie di notebook, quelli che utilizzano

CPU della serie Mobile, cioè progettati per i portatili ed in genere saldati sulla scheda madre degli stessi, e quelli che utilizzano le classiche CPU per desktop installate sui tradizionali socket, soluzione

quest'ultima decisamente più economica. Molti rivenditori hanno nei propri listini notebook incompleti, privi cioè di CPU, HD e RAM, e personalizzabili dagli utenti; questi portatili hanno schede madri con

tradizionale socket sui quali possiamo mettere CPU standard per desktop; in pratica il mercato consente, entro certi limiti, di poterci assemblare il nostro notebook.

In questo articolo vedremo come, partendo da un PC portatile incompleto, sia possibile, da parte di tutti, assemblarsi il proprio notebook; esamineremo i criteri di scelta dei vari componenti da aggiungere. Pur

non essendo queste delle soluzioni molto diffuse, abbiamo deciso di illustrare punto per punto il procedimento da seguire, sperando che il tutto risulti oltre che una semplice curiosità, un utile strumento

per capire molte cose spesso trascurate.

Analisi tecnica , Parte 1

Perché assemblarsi un PC portatile? Il motivo principale che può influenzare questa scelta è la possibilità di avere un prodotto finito ad un prezzo decisamente inferiore, a parità di caratteristiche, a quello di un

notebook "di marca", inoltre viene data la possibilità di configurarlo a proprio piacimento, sebbene i componenti da aggiungere siano solo CPU, hard disk ed eventualmente memoria RAM che in alcuni

modelli risulta integrata sulla scheda madre, ma che può essere espansa con appositi slot.

E' necessario, prima di fare delle scelte definitive, stabilire quali siano le proprie esigenze d'uso e, cosa che consigliamo sempre, di farlo attentamente.

Il PC "base" utilizzato in questa guida è un Mitac modello 7521, sprovvisto di CPU, memoria RAM, hard

disk e, ovviamente, sistema operativo. E' possibile trovare questo prodotto sotto diversi marchi (ad

esempio Selecta) e in differenti configurazioni base (lettore CD o DVD, monitor da 14 o 15 pollici, 64 o

128MB di RAM integrata).

E' facile trovare un modello con monitor da 14,1 pollici e lettore DVD attorno ai due milioni e mezzo di lire, iva compresa; si può quindi capire come una soluzione di

questo tipo permetta effettivamente di risparmiare. Ovvio, si deve necessariamente scendere a

compromessi come quello, ad esempio, di accettare un peso non del tutto trascurabile.

Chi si appresta ad acquistare un notebook incompleto deve controllare con attenzione la dotazione a corredo e le caratteristiche tecniche quali, ad esempio, le periferiche integrate, il chipset utilizzato, le

porte I/O (di comunicazione) di cui dispone e molto altro. Analizziamo insieme le caratteristiche tecniche del Mitac 7521 reperite direttamente dal sito del produttore:

CPU

- Intel® Pentium® lll 600EB/600E/650/667/700/733/750/800EB/800/850/866/900/933/1000

MHz, FCPGA package

- Intel ® Celeron® 533A/566/600/633/667/700/733/766MHz or above, FCPGA package

Questa voce indica quali processori è possibile montare; come possiamo vedere si possono installare praticamente tutte le CPU Intel FCPGA, CPU standard uguali a quelle presenti sui desktop. I processori

utilizzati sui portatili sono dotati, di norma, di tecnologie che limitano il consumo di energia per aumentare l'autonomia del PC; un esempio su tutti la SpeedStep degli Intel Mobile Pentium, che permette di variare

la frequenza di clock e la tensione di core in base al tipo di alimentazione adottato, rete elettrica o batterie. L'uso di CPU standard sul notebook che andremo ad assemblare, influenzerà negativamente

l'autonomia dello stesso utilizzandolo con le batterie in dotazione.

Un processore dotato di tecnologia SpeedStep è molto più costoso, oltre a richiedere un socket particolare. Non è dunque possibile utilizzarli sul PC della nostra guida, anche perché non sono

disponibili per il mercato consumer, ma destinati esclusivamente alle case che assemblano portatili. La scelta di adottare un socket standard permette di utilizzare CPU sicuramente più economiche, anche se

più esigenti in termini di consumi. La vasta gamma di soluzioni possibili, inoltre, permette di utilizzare CPU anche abbastanza datate, reperibili a cifre molto basse sul mercato dell'usato, fattore che

contribuirà ulteriormente al contenimento della spesa totale.

Analisi tecnica , Parte 2

Display - 14.1"/ XGA TFT display; Resolution: 1024x768

Chipset - SIS630, support 66/100/133 MHz FSB

System BIOS- 256KB Flash EPROM

- Include System BIOS and VGA BIOS- Plug & Play Capability

- ACPI 1.0

Memory- 64MB SDRAM on board (Expandable up to 320MB)

- 144-pin SDRAM SO-DIMM Memory Module x1 (64-bit data bandwidth; PC-100 specification)

- 1.25" height memory size support

Arriviamo ad uno dei punti di forza di questo modello, ovvero il monitor. I numeri parlano da soli, il monitor montato è un 14,1 pollici, misura utilizzata soprattutto nella fascia medio-alta dei portatili. Una

qualità, questa, senza dubbio interessante che potrà risultare determinante nella nostra scelta.

Il chipset utilizzato è di casa SiS, modello 630. Questo chipset incorpora molte funzioni, in genere presenti su differenti chip, garantendo una riduzione dei costi ed una maggiore semplicità costruttiva.

Soluzioni di questo tipo sono abbastanza diffuse sui portatili, specie nel settore economico.

Importanti informazioni vengono fornite sulla dotazione di memoria RAM; possiamo vedere come 64MB (128MB nei più recenti modelli) siano già integrati sulla motherboard, rendendo quindi opzionale, anche

se vivamente consigliato, l'acquisto di ulteriori moduli. E' presente uno slot per eventuali upgrade di memoria.

ROM Drive - 24X CD-ROM or 8X DVD ROM Drive; Not removableFDD - 3.5" Format for 720KB/1.2MB/1.44MBHD - 2.5" 8.45/9.5 mm height: 6/10/12/15/20GB - Support Ultra DMA33/66

Qui sopra vengono specificate le periferiche di memorizzazione disponibili in base al modello scelto; si può facilmente notare come siano presenti soluzioni basate su lettore CD-ROM oppure lettore DVD, che integra, ovviamente, anche la funzione di lettore CD; questi dispositivi sono tutti integrati e quindi del tipo non estraibile. Comuni a tutti i modelli sono invece il lettore di floppy disk, anch'esso integrato, e lo slot per ospitare hard disk da 2.5 pollici, tipici dei computer portatili; ultimamente vengono utilizzati anche

lettori mp3 portatili.I tagli indicati per gli HD sono indicativi non essendo specificati i modelli da 30GB, probabilmente non

ancora commercializzati al momento della stesura della tabella.

Video- SIS 630 Integrated; 4/8/16MB share system memory (BIOS setup)

- 64-bit graphics engine hardware Windows acceleration- Support LCD/CRT simultaneous display mode & Support Multi Display

- Support Ultra AGP I/F

Il chip video è integrato nel chipset SiS 630 e sfrutta, come memoria video, quella di sistema, cioè la memoria RAM; da BIOS possiamo impostare la quantità di memoria utilizzabile tra i valori indicati (4/8/16

MB) in base alle risoluzioni e numero di colori che vogliamo visualizzare e, cosa importante, in base anche alla dotazione RAM del nostro notebook. Sono supportati due monitor che possono funzionare in

contemporanea, uno di tipo LCD, quello del portatile ovviamente, ed uno esterno di tipo CRT.

Keyboard - Key pitch: 19mm; Min. Key Travel: 3.0mm- Support Windows98 system start & Application start

Buttons - 5X Easy Start Buttons: functions defined by user- 1X Mail Received Button (or function "Recognizable Signal")

Point Device - Two buttons; A touch-sensitive controlpad

PCMCIA- Type II x 2 or Type III x 1; EXCA Compatible

- CardBus support- W/o ZV Port Support

Audio System

- Built-in sound board- SCMS support

- AC97 I/F- 16-bit Sampling and Playback; Full duplex support; 3D Sound support

- Sound VR (Rotary Type)- Built-in mono microphone and two speakers

Queste sono le restanti caratteristiche del nostro notebook tra le quali possiamo notare la presenza di alcuni tasti funzione e di un touchpad:

Il PC utilizzato è dotato di 5 tasti di scelta veloce configurabili dall'utente, caratteristica comune a molte tastiere per portatili, e non, dell'ultima generazione, fatta eccezione per il numero ovviamente.

Il sistema di puntamento è caratterizzato dal classico control pad, touchpad, con due tasti di selezione che simulano le funzioni dei tasti

presenti sui tradizionali mouse.

Il sottosistema audio è sempre gestito dal chipset SiS 630.

Analisi tecnica , Parte 3

I/O Port

- Serial Port x 1- Bi-directional Parallel Port (EPP/ECP) x 1

- USB port x 2- VGA Port x 1

- FIR port x 1 (ASK: 9.6Kbps; IrDA: 115.2Kbps/4Mbps)- RJ-11 port x 1- RJ-45 port x 1- DC input x 1

- Digital (Optical, 48KHz) / Analog Line-out Port x 1- Line-in Port x 1

- Mic-in x 1- PS/2 Keyboard and Mouse Port x 1 (Y Connector Support)

Communication - 10/100Base-TX PCI LAN (Built-in)- 56kbps Fax Modem (Built-in)

Battery- 8-cell Li-ION / 9-cell NiMH- Power-on charge available

- Battery Life: 2.5hrsAC adapter - Universal AC adapter 60W; Input:100-240V, 50/60Hz ACDimensions - 310 x 265.4 x 40mm or 12.2" x 10.4" x 1.6"

Weight - 3.4Kg or 7.5lb (P)Accessories - TBD

Architecture Support PC99 Specification (Designed for Windows ME & Windows 2000)

In questa parte di tabella sono racchiuse informazioni importanti che possono influenzare la scelta di un PC portatile quali, ad esempio, quelle sulle porte di comunicazione; occorre fare molta attenzione per

questa voce, poiché l'adozione di alcune soluzioni non è standard sui portatili, come invece avviene sui desktop.

profilo posteriore

profilo anteriore

profilo sinistro

profilo destro

Sul nostro sistema sono presenti due porte USB, alcuni portatili ne montano solo una, una parallela (la porta stampante), una seriale (non sempre presente), una uscita VGA per monitor CRT esterno, una

porta ad infrarossi, un attacco RJ-11 (sigla tecnica per indicare la porta del modem analogico, quella a 4 poli), un attacco RJ-45 (8 poli, per collegarsi alle reti locali), line in, line out e ingresso microfono per

quanto riguarda la sezione audio, una porta PS/2 per il collegamento di un mouse o una tastiera esterne.

La voce indicante il tipo di batteria in dotazione evidenzia come, a seconda del modello di notebook scelto, si potrà disporre di accumulatori agli ioni di litio oppure al nichel metalidrato; da preferirsi quelli del

primo tipo menzionato, agli ioni di litio, per il peso più contenuto, per la migliore durata e la minore sensibilità all'effetto memoria.

Eccoci giunti al punto debole della nostra configurazione, il peso. Tre chili e quattrocento grammi sono decisamente tanti per un portatile, considerando il fatto che vanno aggiunti il peso della CPU, HD e

dell'eventuale modulo SO-DIMM, tanto da renderlo consigliabile soprattutto quale desktop replacement, cioè come sostituto di un tradizionale desktop; è anche vero che il modello in questione appartiene alla

grande famiglia degli "all in one" e che difficilmente tra i PC di questa categoria si riesce a stare al di sotto dei 3 Kg di peso, a meno di non prendere notebook di fascia alta dal costo quasi proibitivo per l'utente

medio.

Dopo aver analizzato, ed in parte discusso, le caratteristiche di base, passiamo alle fasi di assemblaggio vero e proprio.

La scelta dei componenti è stata condotta risparmiando leggermente sul processore, infatti abbiamo optato per un Intel Pentium III da 800MHz, sufficiente per la maggior parte degli applicativi home e small office; non abbiamo invece risparmiato su RAM e hard disk, optando per componenti di buon livello quali,

memoria Apacer SO-DIMM da 256MB PC133 e hard disk IBM da 20GB.

Montaggio processore

Per procedere al montaggio del processore è necessario rimuovere le due viti che chiudono il vano contenente il socket per la CPU e il dissipatore di calore. E' buona norma rimuovere il cavo

di alimentazione e la batteria prima di procedere a qualsiasi intervento interno allo chassis. Le viti di fissaggio sono

generalmente di piccole dimensioni del tipo a stella; è consigliabile averne molta cura non essendo dei componenti standard e per

tanto di difficile reperibilità sul mercato.

Appena smontato il pannello plastico ci si trova di fronte al dissipatore di calore della CPU, a sua volta fissato con alcune viti.

Valgono le medesime raccomandazioni fatte per le viti di fissaggio, soprattutto quelle del dissipatore. La mancanza infatti di una vite accidentalmente persa può causare un contatto non perfetto del core del

processore con il dissipatore, mettendo a rischio il processore stesso.

Una volta rimosso il dissipatore si può passare al posizionamento vero e proprio della CPU nel relativo socket.

Essendo il socket specifico per i processori FCPGA è impossibile posizionare in maniera non corretta la CPU; è raccomandabile collocare la CPU nel socket con una leggera pressione per non compromettere l'integrità dei piedini; fatto questo si deve procedere al bloccaggio della CPU nel socket, operazione che

si può diversificare a seconda del tipo di socket in uso sul portatile.

Nel nostro caso il fissaggio avviene facendo leva tra CPU e socket, facendo quindi "scorrere" il processore parallelamente alla motherboard; per questa operazione si può utilizzare, come evidenziato

nella foto, un tradizionale cacciavite. Il socket è dotato di particolari alloggiamenti per i piedini del processore che permettono lo scorrimento degli stessi per il bloccaggio della CPU (cliccare sull'immagine

sopra riportata per ingrandire)

Non appena installato e bloccato il processore si procede al posizionamento del dissipatore. Non servono particolari accorgimenti essendo questi dispositivi appositamente studiati per lo scopo. Il dissipatore

viene automaticamente "centrato" nella corretta posizione con il serraggio delle viti, grazie alla particolare conformazione dello stesso. Si raccomanda l'uso di una pasta termoconduttiva da posizionare tra il core

del processore e il dissipatore; ricordiamo che stiamo utilizzando una CPU standard che genera più calore rispetto a quelle della serie Mobile.

Assicurarsi che le viti siano ben serrate per garantire il perfetto contatto tra il core della CPU e il dissipatore; la pasta termoconduttiva provvederà ad ottimizzare il contatto tra core CPU e dissipatore,

migliorando di conseguenza la dissipazione del calore prodotto dalla CPU stessa, in tutte quelle zone di non perfetto contatto tra CPU e dissipatore che sarebbero, senza la pasta termoconduttiva, delle vere e

proprie sacche d'aria; la pasta termoconduttiva conduce molto meglio il calore rispetto all'aria.

Una volta serrate le viti andremo a riposizionare il coperchio plastico esterno.

Montaggio memoria

Il montaggio della memoria è da considerarsi facoltativo, anche se consigliato; il portatile ha infatti in dotazione un quantitativo di memoria integrato, seppur basso, pari a 64MB (i modelli più recenti

dispongono invece di 128MB, sufficienti per un normale utilizzo del computer). Abbiamo deciso di aggiungere, nell'unico slot di memoria disponibile, un modulo da 256MB, portando quindi la memoria

totale a ben 320MB. La maggior parte dei portatili ospitano lo slot di espansione sotto la tastiera che si può rimuovere con semplici operazioni. Anche il portatile utilizzato in questa guida appartiene a questo

gruppo.

Dopo aver sollevato il monitor occorre rimuovere la linguetta di plastica che permette di bloccare la tastiera, oltre ad ospitare alcuni tasti funzione. Quasi tutti i portatili dispongono di uno specifico tasto di

sblocco, raramente una vite. Nel nostro caso il tasto si trova sulla parte destra dello chassis.

Arrivati a questo punto si sfila, con la dovuta cautela, la linguetta; fatto questo si potrà rimuovere la tastiera rendendo accessibile lo slot per l'espansione della memoria (in questo caso coperto da una

sottile pellicola plastica protettiva).

Le successive immagini permetteranno di capire come effettuare l'inserimento del modulo aggiuntivo.

Sotto la pellicola plastica troviamo lo slot vero e proprio da 144 pins, nel quale inseriremo il modulo

Apacer So-DIMM da 256MB.

Il corretto posizionamento del modulo RAM avviene inserendolo inclinato di qualche grado

rispetto alla motherboard, e quindi non parallelamente alla stessa. Assicurarsi

dell'inserimento corretto del modulo controllando che il profilo dei chips dello stesso siano paralleli allo zoccolo in cui è stato inserito; i piedini dorati

devono risultare quasi del tutto inseriti nello zoccolo stesso. A questo punto premere

delicatamente il modulo verso il basso fino a quando non scatteranno i fermi di bloccaggio

presenti sulla motherboard.

In questa immagine possiamo vedere che i fermi metallici si sono chiusi intorno al modulo.

Assicurarsi del perfetto inserimento del modulo, avendo cura di spingerlo bene verso lo slot che lo

ospita.

Riposizionare correttamente la pellicola plastica, la tastiera e la linguetta di bloccaggio. L'operazione risulterà più o meno semplice in base al modello di PC utilizzato.

Montaggio hard disk

Arriviamo dunque all'ultimo dei componenti da installare, ovvero l'hard disk; questa operazione, come vedremo, risulterà un po più laboriosa rispetto a quelle in precedenza descritte, ma non complicata.

Abbiamo scelto di utilizzare uno dei dischi più capienti attualmente commercializzati sul mercato consumer, l'IBM Travelstar DJSA-220 da 2.5 pollici, dotato di 20GB di capacità, 4200 giri al minuto di

rotazione (tipico dei dispositivi per portatili), 12 millisecondi di tempo di accesso dichiarato e 512KB di cache memory.

L'installazione di un hard disk non prevede, di solito, troppe operazioni di smontaggio, essendo uno degli upgrade più diffusi per i possessori di notebook, circostanza confermata anche sul nostro Mitac 7521:

Rimuovendo una sola vite, quella indicata dalla freccia gialla, è possibile far scorrere il blocco che include l'unità floppy e l'alloggiamento per l'hard disk.

Il blocco è costituito, come detto, dal lettore floppy, di marca Mitsumi, e da uno chassis metallico che andrà ad ospitare l'hard disk. Questo chassis dovrà essere ovviamente rimosso, togliendo le viti di

bloccaggio, per installare l'hard disk al suo interno.

Non appena rimosso lo chassis si procede al montaggio del disco al suo interno. Questa operazione risulta abbastanza semplice a patto di rispettare le geometrie del caso assicurandosi quindi che il disco, una volta montato, possa inserirsi perfettamente nello slot EIDE. Si consiglia di fare una prova, senza fissare il disco con le viti, per testare il corretto orientamento della periferica, verificando che i piedini

vadano a coincidere con lo slot preposto ad ospitarli.

Appena individuata la giusta collocazione nello chassis metallico (vedrete che le possibilità di sbagliare sono praticamente nulle!), fissare l'hard disk con le apposite viti, in genere fornite con lo stesso PC.

Non resta che posizionare l'hard disk collegandolo attraverso l'apposito slot, serrare le viti dello chassis (a cui a sua volta è fissato l'hard disk), inserire il blocco floppy/hard disk nell'apposito vano e rimettere la

vite di serraggio.

A questo punto si può reinserire la batteria. Accendendo il PC, alimentandolo da batteria o rete fissa, si potrà notare se l'operazione è stata condotta con successo, avendo cura di verificare, durante la classica

schermata nera di avvio, che tutti i componenti aggiunti vengano correttamente riconosciuti; se il tutto risulterà funzionante si potrà effettuare la formattazione del disco fisso per poi procedere all'installazione

del sistema operativo desiderato.

Considerazioni

Senza dubbio l'assemblaggio di un PC portatile è una operazione che può essere affrontata da chi ha le idee ben chiare su ciò che desidera da un sistema di questo tipo. La possibilità di poter scegliere alcuni componenti da installare permette di personalizzare ed ottimizzare il notebook sulla base delle proprie

esigenze, contando però su una configurazione base tipica di un notebook di fascia medio/alta. La riluttanza di molte persone ad acquistare un notebook di marca nasce principalmente dal prezzo di

acquisto, anche perché l'adozione, ad esempio, di un display TFT da 14 pollici e di una scheda di rete integrata comporta il passaggio automatico a dispositivi di classe media, abbandonando la fascia di

prezzo tipica degli entry level; spesso questo comporta l'obbligo di acquistare un portatile con CPU più potente, o hard disk più capiente di quanto effettivamente necessario, cioè si perde la possibilità di

configurarsi a doc il proprio PC e il tutto a fronte di un maggior prezzo di acquisto.

Il sistema da noi assemblato ha una dotazione base di tutto rispetto, tipica di un notebook di fascia medio/alta con tutto il necessario integrato, vedi modem 56K, scheda di rete 10/100, lettore DVD, un

buon monitor da 14.1 pollici, senza dimenticare la memoria RAM integrata (sui modelli venduti attualmente di ben 128 MB). Il prezzo attuale ivato di un sistema siffatto si aggira intorno ai due milioni e mezzo; aggiungiamo circa  £.350.000 per un buon hard disk da 2.5 pollici da 20GB e un prezzo variabile,

sulla base del modello scelto e della frequenza di clock, tra £.200.000 e £.500.000 per un processore Intel Pentium III o Celeron e siamo praticamente a posto. Da aggiungere rimane solo l'eventuale sistema

operativo e l'espansione della memoria RAM.

Per strafare possiamo aggiungere un modulo da 128MB, o 256MB, di RAM, spendendo al massimo altre centomila lire. Siamo nell'ordine dei tre milioni e mezzo massimo, ma abbiamo in mano un notebook con monitor da 14.1 pollici TFT, lettore DVD, modem, scheda di rete, batteria al litio, hard disk da 20GB, 320 MB di RAM e processore Intel Pentium II da 1 GHz; abbiamo preso in considerazione la soluzione più costosa, optando quindi per processori meno potenti, o addirittura usati, la cifra è destinata a calare

drasticamente. Impossibile trovare a questo prezzo un notebook di pari caratteristiche tra quelli

normalmente presenti sul mercato.

Con un po' di attenzione si può assemblare un ottimo PC portatile con circa 3 milioni di lire.

In pratica abbiamo sino ad ora esaltato i pro della configurazione proposta, passiamo adesso ai "contro"; soluzioni di questo tipo richiedono compromessi come, ad esempio, rinunciare agli ultimi ritrovati della

tecnica nel campo dei chip grafici, oppure in quello delle CPU della serie Mobile, o in quello sempre delle CPU di altri produttori tipo AMD con il nuovo Athlon4 etc, dobbiamo altresì rassegnarci ad avere un

notebook pesante, rinunciare al corredo software installato di serie sui modelli più completi.

Questi difetti, peso a parte, possono risultare poco influenti in base all'uso che se ne vuole fare; chi non è interessato ad applicazioni ludiche del notebook non sentirà la mancanza di soluzioni ottimizzate per

questo scopo, così come gli utenti Linux saranno ben felici di non pagare software preinstallato che non useranno mai.

Sicuramente quella proposta è una soluzione da prendere in considerazione da chi pensa da tempo di rimpiazzare il vecchio PC da tavolo, che utilizza soprattutto per navigare in Internet, scrivere qualche lettera, lavoricchiare con la grafica a livello amatoriale, ascoltare musica e altro ancora, e non è più

disposto a sacrificare lo spazio, in genere richiesto, da un tradizionale desktop.

Modu: Case HTPC fai da te Made in Italy

Prova di assemblaggio

Per testare la difficoltà di costuzione abbiamo assemblato all'interno del case un sistema completo.

Elenchiamo di seguito i passaggi per un corretto assemblaggio del sistema:

Assemblaggio delle porte USB sul pannello frontale

Fissaggio pannello frontale al telaio

Montaggio ventole sul pannello posteriore Fissaggio pannello posteriore al telaio

Installazione motherboard e alimentatore

Installazione hard disk e DVD all'apposita flangia Assicurare i vani HDD/DVD al telaio

Installazione schede di espansione e altri componenti hardware Chiusura pannello superiore

Come potete vedere, i passaggi per la corretta costruzione del sistema non sono molti e non saranno necessari più di 30 minuti. Tutte le parti combaciono precisamente e le viti sono fornite in numero superiore a quelle realmente necessarie. Gli unici passi un po' difficoltosi, a causa della posizione delle viti, riguardano il montaggio del pannello frontale e l'ancoraggio dei vani porta HDD e DVD al

telaio. Tuttavia, basterà solo un po' di pazienza per ultimare positivamente l'assemblaggio.

Sistema di raffreddamento

Le dimensioni generose del case e l'utilizzo dell'alluminio come principale materiale di costruzione sono due toccasana per il corretto raffreddamento del sistema HTPC.

Sul pannello posteriore è possibile collegare due ventole da 80 mm (non comprese nella confezione) che, assieme alle ventole dell'alimentatore, si occupano del raffreddamento dei componenti. Per aumentare il

potenziale di ricircolo dell'aria, la parte superiore del case è contraddistinda da una lunga feritoia ricca di fori

Anche se in molte situazioni, come l'ascolto di musica, i componenti non sono soggetti ad un grande carico di lavoro e quindi ad un grande surriscaldamento, il sistema di ventilazione permette unicamente di espellere

l'aria calda. Anche se non sembra un problema, avremmo preferito vedere un sistema di ventilazione che permette di aspirare aria fresca dall'esterno del case, preferibilmente dalla parte frontale, per poi espellerla

dalla parte posteriore, dopo aver raffreddato i componenti.

Case completi

Il secondo case che abbiamo provato è il modello MD4, contraddistino dal supporto a quattro periferiche da 5.12”. L'unica differenza sostanziale, rispetto gli altri modelli, riguarda il pannello frontale e i bay di

montaggio per le periferiche.

La scelta del modello dipende, oltre che dal colore, da quanti hard disk o CD/DVD vorrete montare nel vostro sistema HTPC, in base al tipo di utilizzo.

Vi mostriamo di seguito una compilation di immagini dei due case dopo l'assemblaggio.

Parte frontale

Conclusioni

Avete finalmente deciso di costruirvi un sistema media center e siete alla ricerca di un case di alta qualità, abbastanza semplice da assemblare, che offra molto spazio per i componenti? Non è necessario andare a

cercarlo oltreoceano, Modu ha quello che fa per voi.

I case HTPC di questa realtà tricolore sono contradditinti da un'elevata qualità costruttiva e da un design semplice e minimalista. Scordatevi quei case pieni di curve o sportellini vari, i case MODU sono essenziali e

si adattano facilmente a tutti gli ambienti.

La qualità delle superfici esterne è elevata, mentre i componenti interni sono leggermente meno curati, anche se tutte le superifici, i bordi e gli angoli sono trattati a dovere.

Entrambi questi case sono venduti ad un prezzo di 229 euro; seppur non possiamo considerarli economici, dato che esistono diverse alternative dal costo molto inferiore, dobbiamo ricordare che i prodotti Modu sono

contraddistinti da una qualità costruttiva e scelta dei materiali di alto livello, caratteristiche che con altri prodotti vengono messe in secondo piano a favore del prezzo di vendita più concorrenziale.

Pro:

Utilizzo dell'alluminio Diverse colorazioni disponibili

Buona qualità costruttiva

Contro:

Prodotti non indicati per i principianti Prezzo

Tutorial: assemblaggio di un server 1U dual Xeon

Un Server Web fai da te Info ArticoloTutorial: assemblaggio

di un server 1U dual Xeon

Pubblicato:10/03/2005

Da:Cristian BonvissutoRoberto Buonanno

Categoria:Network

Sommario:Oggi è possibile assemblare e

configurare un server web potente e flessibile

con una spesa relativamente ridotta. Vi spieghiamo il significato di alcune terminologie relative al mondo dei

Server Web e vi spieghiamo come

assemblare passo per passo un server 1U.

Offerte:€1.042,80

Hp-compaq -Proliant ml150

g2 server da Misco

Store Italy€3.210,00

Hp-compaq -Proliant

ml350t g4server da

Misco Store Italy€1.363,90

Ibm lenovo -

Server ts x226 da

CHL

Tyan Transport GX21 (B5350)

Questa è la prima puntata di una serie di tutorial sull'assemblaggio e la configurazione di server web fai da te. Per quanto riguarda il software, ci baseremo esclusivamente su applicazioni gratuite Open

Source. Per quel che concerne l'hardware, in queste nuove "puntate" ci concentreremo su case ultra slim

1U, alti appena 4 cm, ma in grado di contenere un sistema completo con doppio processore.

Il prodotto che vi mostreremo in questo articolo, il Tyan Transport GX21 (B5350), è un barebone con predisposizione per 2 processori Intel Xeon, 2 dischi fissi Serial ATA con slitta estraibile e fino a 16 GB di memoria Registered. Nella prossima puntata vedremo una soluzione simile con quattro dischi

e supporto per due AMD Opteron.

Questi tutorial hanno più obbiettivi. Innanzitutto, vi mostreremo come sono fatti i computer sui quali gira una grossa parte dei siti Internet, compreso il nostro. Secondariamente, cercheremo di spiegarvi

che assemblarsi un server fai da te non è poi così difficile. Naturalmente discuteremo se e quanto conviene assemblarsi un server in casa, piuttosto che pagare di più per acqusitarlo già fatto, ma

comprensivo di alcuni servizi che potrebbero risultare di fondamentale importanza. Infine, nelle puntate successive, vedremo quali sono i vantaggi e gli svantaggi delle piattaforme

software Open Source

Un po' di terminologia: Barebone, 1U, Rack 19", Housing

Per chi non lo sapesse, i cosiddetti barebone non sono nient'altro che cabinet di forma più o meno speciale, completi di alimentatore e scheda madre. Una volta in possesso di una di queste soluzioni, vi rimarrà da acquistare e installare dischi, memorie, processori ed eventualmente lettori CD o DVD.I barebone hanno particolarmente senso in casi estremi, come per i Mini PC nel mercato consumer o

per l'appunto i server 1U per armadi rack da 19".

Un tipico armadio rack da 19". Quelli destinati alle sale dati spesso hanno sistemi di chiusura sicuri, elettronici oppure basati su combinazione.

Le sale dati all'interno delle quali vengono alloggiati i server web sono disseminate di armadi di larghezza standard - 19", circa 48 cm.

Questi sono suddivisi in altezza in un determinato numero di Unità. Un server 1U occupa un'unità, un server 2U ne occupa due, e via dicendo.

I provider, ossia i fornitori di banda Internet, di solito affittano o subaffittano lo spazio nei propri armadi, richiedendo un prezzo che dipende principalmente da due fattori.

A) il numero di Unità occupate;B) la banda consumata - recentemente si preferisce vendere precisi tagli di banda, per esempio 512

KB, con possibilità di sforare, ossia avere picchi di consumo più alti, per limitati periodi di tempo.

In pratica, un abbonamento di Housing - ovvero il canone d'affitto per parcheggiare la propria macchina in una sala dati - per un server 2U costa normalmente il doppio di quanto richiesto per un

server 1U. Il motivo è facilmente comprensibile: nello spazio di 2 Unità il provider può installare due macchine di

clienti diversi.

Il Software gratuito Open Source per ogni esigenza

L'affermazione dei sistemi operativi Open Source, tra tutti le varie versioni di Linux o FreeBSD, permette di limitare drasticamente i costi dei server.

Oggi si può configurare un server web completo, sicuro ed efficiente senza scucire nemmeno un euro per il software.

Il primo sistema operativo che tratteremo sarà Linux - seguirà un tutorial su FreeBSD.Per servire pagine Internet ci affideremo ad Apache, gratuito e potente. Grazie al linguaggio di

programmazione PHP e al database engine MySQL è possibile inoltre fornire ai vostri visitatori pagine dinamiche.

La Triade: Apache, Php e MySQL hanno avuto un impatto impressionante nel mondo dei web server. Clicca sui logo per accedere ai rispettivi siti.

Per gestire caselle di posta elettronica ci sono ancora una volta molte applicazioni gratuite Open Source, come postfix, sendmail o qmail. Per la gestione di rubriche e calendari condivisi esistono anche alternative

Open Source a Exchange, come Open Exchange.

L'Hardware per il nostro Server

Abbiamo scelto di utilizzare per questo tutorial due soluzioni molto interessanti di Tyan. Questo produttore taiwanese è noto per il buon rapporto qualità prezzo e per la qualità, mediamente alta, delle soluzioni che propone. In questa prima parte del tutorial daremo un'occhiata al barebone GX 21 per piattaforma Intel

Xeon, nella successiva vedremo il GX 28, per piattaforma Opteron. Vi ricordiamo che si tratta di barebone 1U, quindi alti 4 cm. e larghi 34.

Il Tyan GX 21 - B5350. Leggermente meno costoso e sofisticato del GX 28.

Il Tyan GX 28 sarà svelato in ogni dettaglio nella prossima puntata.

Schede tecniche dei Barebone

Modello Tyan Transport GX-21 (B5350)

Tyan Transport GX-28 (B2881)

Motherboard Tyan Tiger i7320 (S5350) Tyan Thunder K8SR

Processore Dual Intel Xeon (compatibile con Nocona) Dual AMD Opteron

FSB 800 MHz 200 Mhz

Memoria 8 x DIMM DDR-266/333 (fino a 16 GB)

8 x DIMM DDR-266/333/400 (fino a 16 GB)

Slot di espansione 1 x PCI-X (su Raise Card) 2 x PCI-X (su Raise Card)

Controller di massa 1 x IDE, 2 x SATA (RAID 0, 1)

1 x IDE, 4 x SATA (RAID 0, 1, 10)

Scheda grafica ATi Rage XL 8 MB ATi Rage XL 8 MBAlimentatore EPS12V, 500W EPS12V, 400W

Pannello frontale

2 x USBSwitch PowerSwitch Reset

LED HDDLED ErroreLED LAN

1 x USBSwitch PowerSwitch Reset

LED HDDLED LAN

Pannello posteriore

1 x PS22 x USB

1 x Seriale1 x VGA1 x RJ45

1 x PS22 x USB 2 x RJ451 x VGA

1 x Seriale

Ventole raffreddamento 5 x 40mm 6 x 40mm

Periferiche di archiviazione CD-Rom 24x CD-Rom 24x

Tyan GX-21: layout e qualità costruttiva

Per il barebone Tyan GX-21, situazione comune a praticamente tutti i barebone 1U, il livello di integrazione è di alto livello e l’espandibilità è praticamente nulla. Infatti è prevista l’installazione di una sola scheda

d'espansione grazie allo slot PCI-X con l’ausilio dell’apposita riser card. Tuttavia, i punti forti di un prodotto di questa categoria devono essere facilità di installazione, affidabiltà e prestazioni garantite nel tempo.

Osservando il barebone dalla parte anteriore, notiamo la gabbia per i cassetti degli hard disk sormontata da un CD-ROM 24x slim e da una basetta elettrica che incorpora due porte USB e i pulsanti e led di stato

raggiungibili dal pannello frontale.

Nel caso del GX21, i cassettini per hard disk opzionati sono solo due, ma il design ne potrebbe ospitare fino a quattro, soluzione adottata dal GX-28 – infatti la struttura base dei due barebone è molto simile.

Nella parte posteriore è invece posizionata la motherboard per doppio processore affiancata dall’alimentatore EPS12. Al di sotto di una protezione metallica (al centro dell’immagine), sono presenti i due

socket per CPU, che ospiteranno anche i dissipatori lamellari in rame già presenti nella confezione.

La motherboard del GX 21 è una Tyan Tiger i7320 (S5350).

Frontalmente i socket spiccano, di colore blu, gli otto slot per memoria, che supportano fino a otto moduli da 2 GB l’uno, per un totale di 16 GB.

L’alimentatore, su un lato, eroga una potenza massima di 500W, più che sufficiente per alimentare il sistema, composto da due hard disk, due Intel Xeon e un lettore CD - che userete praticamente per

l'installazione del sistema operativo e pochissime altre volte.

Tutti i collegamenti elettrici sono già predisposti, e non sarà necessario collegare nessun cavo. Tuttavia, i fili elettrici, anche se ben raggruppati, potrebbe infastidire durante l’installazione dei pochi componenti

necessari. L’utilizzo di una guaina che raggruppasse i vari cavi sarebbe stata una soluzione migliore.

Il barebone c’è, cosa manca?

Successivamente all'acquisto di un barebone, ci sarà da reperire ciò che ci manca.

Memorie e CPU Intel Xeon 3.4 GHz

Per il nostro tutorial abbiamo scelto i seguenti compenenti:

CPU: 2 x Intel Xeon 3.4 GHz Memoria : 4 x Corsair Register PC2700 (moduli da 1 GB ciascuno)

Hard disk : Maxtor 160GB SATA

Modulo di memoria Corsair registered PC 2700 da 1 GB.

Le memorie sono fondamentali, consigliamo produttori di affermata affidabilità, come Corsair, OCZ o Kingston per non avere brutti scherzi.

Hard disk Maxtor 160 GB SATA

I dischi fissi in un server sono importantissimi e il fattore chiave è ancora una volta l'affidabilità. Non avendo una sfera di cristallo per presagire se un particolare modello dia più o meno garanzie di un altro sul medio termine, consigliamo di rivolgersi a produttori affermati come per esempio Maxtor e Western Digital. Non

prendete dischi più capienti di quanto sia necessario e soprattutto, acquistate coppie uguali. Tenetene sempre un paio di scorta a portata di mano nel caso di nefaste rotture. La vostra configurazione

RAID vi proteggerà da molte possibili problematiche, ma quando si progetta un server bisogna sempre temere il peggio.

CPU Intel Xeon 3.4 GHz

Per questo tutorial abbiamo scelto dei processori molto potenti e costosi, gli Xeon a 3.4 GHz con estensione a 64 bit.

L'acquisto va ponderato, naturalmente, a seconda del volume di carico che prevedete per il vostro server. Se non avete l'esigenza di gestire database enormi e complessi, magari collegati a portali con centinaia di

migliaia di visite, potete anche orientarvi su Xeon di fascia inferiore.

All’opera! Assembliamo il nostro server

Installazione dei processori

Iniziamo con l'installazione delle CPU.

Rimuoviamo lo chassis del barebone: solitamente è fissato tramite alcuni viti nella parte superiore e posteriore.

Rimuoviamo la flangia metallica protettiva dei socket: sul barebone di Tyan basta svitare quattro viti poste all'estremità della flangia metallica

Sganciamo la levetta di bloccaggio dei socket delle CPU

Dopo aver rimosso la flangia metallica, solleviamo la levetta di fissaggio dei socket

Installiamo le due CPU: assicuratevi di inserire i processori nel verso giusto, utilizzando la tacca per il riconscimento del verso

Fate attenzione al verso di inserimento dei processori

Blocchiamo le CPU tramite il riposizionamento della levetta di bloccaggio del socket Posizioniamo i dissipatori: dopo aver spalmato un velo di pasta termica sui processori, procediamo

con il posizionamento dei dissipatori sopra le CPU. L'ancoraggio dei dissipatori alla motherboard è effettuato tramite quattro viti a molla che si fissano in sedi predisposte sulla motherboard.

Nella confezione del barebone sono inseriti già i due dissipatori in rame

Per bloccare i dissipatori in sede è necessario applicare una leggera pressione alle viti, per poi avvitarle

Riposizioniamo la flangia di protezione dei socket precedentemente rimossa

Riposizioniamo la flangia con cautela, facendo attenzione ai cavi dell'alimentatore.

Installazione dei Moduli di Memoria

Sblocchiamo le clip di fissaggio degli slot Inseriamo i moduli di memoria operando una pressione costante ai lati del modulo

Assicuriamoci di posizionare i moduli nel giusto verso prima di applicare una pressione per fissarli allo slot

Installazione dei Dischi Fissi

Rimuoviamo i cassettini di degli hard disk

Individuiamo il verso di installazione degli hard disk: spesso la flangia permette un unico verso di installazione in cui tutti i fori per le viti combaciano

Intalliamo l'hard disk sull'apposita flangia fissandolo con le viti idonee

Inseriamo delicatamente il cassettino dell'hard disk nel barebone

L'assemblaggio di questo concentrato di tecnologia non vi costerà meno di 2000 euro. Un costo comunque relativamente basso, considerando la potenza di calcolo e la flessibilità che avrete a disposizione. Non

dimentichiamoci inoltre che non pagherete neppure un centesimo per il software!

Componente Prezzo*Barebone Tyan GX 21 circa 1100 euroProcessori Intel Xeon a partire da 250 euro

Dischi fissi Maxtor SATA 160 GB circa 90 euroModuli di memoria Corsair ECC Registered PC 2700 da 1GB a partire da 250 euro

I prezzi sono quelli medi rilevati nel Trova Prezzi di Tom's Hardware.

Tirando le somme, per un server con 2 GB di memoria, con due CPU Xeon con frequenza a 2.4 GHz e due dischi fissi da 160 GB e altri due di scorta, pagherete circa 2000 euro, IVA esclusa.

Se opterete per due processori come quelli da noi utilizzati per il tutorial, ossia Xeon da 3.4 GHz con 800 MHz di FSB, il prezzo lieviterà di circa 800 euro. Questa sceltà sarà indispensabile se vi serve una grande

capacità di calcolo, oppure se prevedete che il vostro server dovrà gestire molte macchine virtuali con carichi medio alti.

Conclusione parte I: pronto per il Sistema Operativo

Una volta terminata l'installazione dei vari componenti, aspettate a chiudere il coperchio della macchina. Prima verificate che il computer si accenda (non si sa mai...), dopodichè aggiornate il bios della scheda madre. Potrete farlo collegando temporaneamente un lettore floppy disc - il barebone non monta questa

obsoleta periferica - oppure masterizzando bios e programma per "flashare" in un CD avviabile.

Una volta chiuso il barebone e premuto il tasto d'accensione, scoprirete che fa un baccano infernale. Considerando che starà chiuso in una sala dati piena di altri server chiassosi, questo non sarà certo un

problema!L'origine di tanto rumore sono tante piccole ventole che ruotano in continuazione a regimi elevati, facendo

fluire l'aria fresca per tutta la lunghezza del sistema.Una precauzione indispensabile per un sistema che rimarrà accesso 24 ore su 24, 7 giorni su 7.Il sistema di raffreddamento adottato da Tyan ci è sembrato sicuro e affidabile, i vostri processori

funzioneranno a temperature ottimali. Coadiuvati anche dalle condizioni ambientali delle sale dati, fredde e asettiche in ogni stagione!

Ora che siete pronti a mettere mano ai dischetti del sistema operativo, non vi resta che pazientare fino alle prossime puntate.

Se le vostre preferenze vanno ad AMD, vi mostreremo come assemblare un server con doppio Opteron, dopodichè vedremo come istallare e configurare propriamente un sistema operativo FreeBSD e uno Debian

Linux con kernel 64 bit.