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GUIDA NORMATIVA PER LA GESTIONE DI CAMPEGGI E VILLAGGI TURISTICI AD USO DI OPERATORI E ADDETTI DEL SETTORE Pubblicazione sviluppata in collaborazione con Via C. Cecci, 1 06081 S. Maria degli Angeli - ASSISI (PG) Tel. 075 8044085- Fax 075 8042986 www.cstassisi.eu - [email protected] Impaginazione e Stampa: Lineartstudio - Roma finito di stampare a Gennaio 2012 a cura della Dott. ssa Anna Boccioli

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GUIDA NORMATIVA PER LA GESTIONEDI CAMPEGGI E VILLAGGI TURISTICI

AD USO DI OPERATORI E ADDETTI DEL SETTORE

Pubblicazione sviluppata in collaborazione con

Via C. Cecci, 106081 S. Maria degli Angeli - ASSISI (PG)Tel. 075 8044085- Fax 075 8042986www.cstassisi.eu - [email protected]

Impaginazione e Stampa:Lineartstudio - Roma

finito di stampare a Gennaio 2012

a cura della Dott. ssa Anna Boccioli

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FederalberghiFipeFaitaFiavetFederretiFilcams-CGIL

Fisascat-CISLUiltucs-Uil

L’ENTE BILATERALE NAZIONALE DEL TURISMO (EBNT) è un organismo paritetico costituito nel 1991 dalleorganizzazioni sindacali nazionali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentativenel settore Turismo: Federalberghi, Fipe, Fiavet, Faita, Federreti, Filcams - CGIL, Fisascat - CISL,Uiltucs - UIL.

EBNT è un ente senza fini di lucro e costituisce uno strumento per lo svolgimento delle attività indi-viduate dalle parti stipulanti il CCNL Turismo in materia di occupazione, mercato del lavoro, forma-zione e qualificazione professionali. EBNT svolge e promuove attività di studio e ricerca, sperimentazione, documentazione, informazio-ne e valutazione. Fornisce un supporto tecnico-scientifico alla rete degli Enti Bilaterali Territorialisulle politiche e sui sistemi della formazione e dell’apprendimento continuo, del mercato del lavoroe dell’inclusione sociale, ne coordina il lavoro e ne definisce le linee operative di indirizzo. EBNT riveste un ruolo determinante nella creazione e consolidamento dell’occupazione di settore ene studia l’evoluzione, anche in relazione al tema delle pari opportunità, promuovendo interventimirati volti al superamento di ogni forma di discriminazione nel luogo di lavoro. L’impegno di EBNT, inoltre, è quello di offrire risposte alle situazioni di crisi congiunturali che simanifestano sul territorio nazionale, intervenendo con forme di sostegno al reddito a favore deilavoratori dipendenti, salvaguardando l’occupazione e la professionalità degli addetti. EBNT ha investito sul valore della bilateralità, interpretando le relazioni tra l’impresa e il sindacatocome una risorsa.

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GUIDA NORMATIVA PER LA GESTIONE DI CAMPEGGI E VILLAGGI TURISTICI AD USO DI OPERATORI E ADDETTI DEL SETTORE

Il costante impegno dell’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo verso il complesso sistematuristico, ha spinto l’EBNT ad approfondire gli aspetti legati al mondo delle imprese dellaricettività turistica open air (campeggi e villaggi turistici). In collaborazione con la FAITAFEDERCAMPING - Federazione delle Associazioni Italiane dei complessi turistico ricettiviall’aria aperta - ha fortemente voluto la realizzazione di una “Guida alla gestione diCampeggi e Villaggi Turistici per operatori e addetti del settore”, un manuale operativo eagile per la gestione aziendale. L’offerta open air italiana è realizzata da 2510 aziende turistico ricettive che mettono adisposizione degli ospiti una capacità complessiva di 1.358.000 posti letto con circa43.000 addetti impegnati, per un fatturato di circa 2,7 miliardi di euro. Le imprese della ricettività turistica open air necessitano di un concreto impegno per rag-giungere livelli qualitativi, strutturali tali da garantire rispondenza alle necessità di unadomanda sempre più in crescita e diversificata. La Guida costituirà, in tal senso, una prodotto di facile consultazione in materia di gestio-ne di campeggi e villaggi turistici e si riferirà non solo agli adempimenti amministrativi,tributari, fiscali, gestionali, ma anche al rapporto con la clientela. Insieme a FAITA FEDERCAMPING, l’EBNT ha precedentemente realizzato anche il proget-to “Open Air Tourism Web Marketing” per lo sviluppo e l’utilizzo di sistemi avanzati di webmarketing tesi a favorire una sempre più efficiente comunicazione tra domanda e offerta,fornendo una valida risposta alla esigenza del nuovo ruolo assunto da internet nella pro-grammazione turistica delle famiglie; ed il Progetto OPEN AIR ACCESSIBILE, che ha voltouno sguardo particolare al tema dell’accessibilità nelle strutture ricettive open air.

La VicePresidente Il PresidenteLucia Anile Alfredo Zini

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Ente Bilaterale Nazionale Turismo Via Lucullo 3, 00187 RomaTel. +39 06 42012372Fax. +39 06 42012404www.ebnt.it [email protected]

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FAITA FederCamping rappresenta e tutela gli interessi ed i diritti delle Imprese Turistico Ricettivedell’Aria Aperta (camping e villaggi turistici). La Federazione è attiva ed opera da più di 50 anni asso-ciando la maggioranza delle imprese italiane del settore attraverso 18 associazioni regionali.

FAITA FederCamping è da sempre impegnata nella tutela e promozione delle aziende aderenti e piùin generale del comparto turistico ricettivo all’aria aperta.

L’obiettivo prioritario federale punta alla valorizzazione del comparto attraverso la promozione dellacultura d’impresa e la qualificazione del management aziendale. In questo senso sono stati svilup-pati programmi di certificazione sia del processo aziendale, sia ambientali, già applicati in numero-se strutture.

Inoltre, la politica federale, orientata alla promozione del settore, è integrata da iniziative direttamen-te rivolte ai camp manager quali la formazione professionale, l’ausilio all’adeguamento ed al miglio-ramento delle dotazioni strutturali, le politiche promozionali, l’attività di lobbying, di rappresentan-za e di partenariato.

La Federazione realizza servizi per le Associazioni Regionali (stesura del contratto nazionale di lavo-ro, osservatorio congiunturale, studi e pubblicazioni, accordi e convenzioni) e coopera con loro perla soluzione delle problematiche locali.

FAITA FederCamping è tra i soggetti fondatori di CONFTURISMO ed aderisce alla CONFCOM-MERCIO ed all’EFCO, organismo europeo di rappresentanza di settore.

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Ci sono molti motivi per tenere sempre a portata di mano una pubblicazio-ne come questa. Lo sa bene ciascuno dei 2.500 imprenditori e dei loro collaborato-ri che “sono” l’open air italiano. Una realtà che, cifre alla mano rappresenta di granlunga il segmento più vivace ed interessante della nostra offerta turistica nazionale.

Si tratta, infatti, di un compendio normativo e gestionale, che offre unosguardo ed una prospettiva esaudiente sulle molte incombenze ed i non pochimeandri che disseminano ed articolano, in senso normativo, la materia della qualeci occupiamo.

Il testo è di particolare utilità tanto per chi intenda avviare una attività digestione di campeggio quanto per chi intenda semplicemente aggiornarsi attraver-so uno strumento autorevole ma di semplice consultazione. In particolare oltre allenozioni generali sull’azienda turistica, il volume contiene capitoli su: inquadramen-to dell’azienda e autorizzazione amministrativa con relativi adempimenti.

Un ampio capitolo è dedicato alla gestione in senso stretto, con paragrafiriferiti al TULPS, alle norme statali e regionali, ai prezzi, alla sicurezza, ai rifiuti, ailimiti acustici ed alla privacy.

Una sezione affronta i rapporti con la clientela sia dal punto di vista contrat-tuale, che da quello delle inadempienze e delle responsabilità del gestore, fino airegolamenti interni, la loro natura e cogenza.

Ampi capitoli sono dedicati alla disciplina fiscale, tributaria ed alla monetaeuropea.

Per gestire un campeggio, per fortuna, non occorre essere un giureconsul-to, tuttavia è pur vero che per fugare i dubbi che ad ogni piè sospinto intralciano lanostra attenzione, se non il nostro lavoro, non si può sempre ricorrere al parere diun avvocato. È, pertanto, provvidenziale il conforto di uno strumento chiaro e difacile consultazione. Una vera e propria “guida”.

Siamo grati all’Ente Nazionale Bilaterale per il Turismo che ha contribuito inmaniera determinante alla pubblicazione.

Nell’augurarvi che essa sia utile nel lavoro quotidiano, coltivo la certezzache anche in questa occasione la Federazione abbia assolto al suo principale ruoloistituzionale favorendo la consapevolezza e quindi la crescita di un ceto imprendi-toriale e di operatori del settore più informato e meglio attrezzato per cogliere esuperare brillantemente le sfide future che il mercato ci porrà.

Maurizio VianelloPresidente di FAITA-FederCamping

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INDICE

1. Nozioni generali

1. 1 Azienda di produzione o impresa » 151. 2 Impresa turistica - Definizione giuridica » 151. 3 L’imprenditore turistico » 151. 4 Precisazione sulle aziende del settore » 171. 5 Nozione di pubblico esercizio » 171. 6 Legislazione sulla ricettività all’aria aperta » 18

2. Inquadramento dell’azienda

2. 1 Definizione giuridica » 212. 2 Particolarità » 212. 3 Distinzione rispetto alle strutture alberghiere » 222. 4 Normative regionali » 222. 5 Requisiti minimi obbligatori per la classificazione » 23

della struttura ricettiva all’aria aperta

3. Autorizzazione amministrativa

3. 1 Premessa » 273. 2 Nozioni su alcune particolarità dell’autorizzazione » 273. 3 Ulteriori precisazioni sull’autorizzazione » 333. 4 Trasferimento o locazione delle attività accessorie » 33

4. Adempimenti amministrativi

4. 1 Codice Fiscale » 354. 2 Iscrizione nel Registro delle Imprese » 354. 3 La rappresentanza » 38

5. La gestione

5. 1 Obblighi, divieti e prescrizioni stabiliti dal TULPS, » 41dalle leggi dello Stato e dalle Regioni

5. 2 Registrazione e comunicazione alle autorità locali di P.S. » 43delle persone alloggiate5. 2. 1 Ulteriori precisazioni e chiarimenti riguardanti » 44

la notifica delle persone alloggiate

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5. 3 Rilevazione statistica del movimento turistico » 465. 4 Determinazione, comunicazione e pubblicazione dei prezzi » 47

dei servizi delle strutture ricettive 5. 5 Sicurezza e igiene dei lavoratori sui luoghi di lavoro » 49

5. 5. 1 Il sistema di prevenzione » 505. 5. 2 La valutazione dei rischi » 535. 5. 3 Segnaletica di sicurezza sui luoghi di lavoro » 545. 5. 4 Tenuta del registro degli infortuni » 555. 5. 5 Denuncia e verifica periodica degli impianti di messa a terra » 555. 5. 6 Prevenzione incendi » 56

5. 6 Legge sulla Privacy - Tutela e riservatezza dei dati personali » 585. 6. 1 Procedure per gli adempimenti attuativi previsti dalla legge » 60

5. 7 Ulteriori disposizioni in materia di P.S. » 625. 7. 1. Registro dei Portieri » 625. 7. 2 Trattenimenti in pubblici esercizi » 625. 7. 3 Disciplina delle piscine natatorie » 64

5. 8 Esercizio attività accessorie » 655. 8. 1 Disciplina igienico sanitaria » 655. 8. 2 Vendite di bevande alcoliche » 68

5. 9 Ulteriori adempimenti gestionali » 695. 9. 1 Catasto rifiuti - Rifiuti speciali » 695. 9. 2 Raccolta residui organici delle autocaravan » 705. 9. 3 Requisiti acustici delle sorgenti sonore nei locali da ballo » 70

e nei pubblici esercizi

6. Rapporti con la clientela

6. 1 Contratto di alloggio » 736. 1. 1 Mancato adempimento degli obblighi contrattuali » 74

6. 2 Convenzione forfettaria di soggiorno » 766. 3 Clientela inadempiente » 766. 4 Le responsabilità del gestore » 78

6. 4. 1 Custodia delle cose portate o consegnate dal cliente » 796. 4. 2 La responsabilità extra contrattuale » 80

6. 5 Regolamenti interni all’azienda ricettiva » 816. 5. 1 Il regolamento interno di un campeggio: aspetti gestionali » 83

7. Disciplina fiscale

7. 1 Imposta sul valore aggiunto » 1017. 1. 1 Operazioni soggette a imposta - Le operazioni imponibili » 1047. 1. 2 Soggetti passivi » 1067. 1. 3 Effettuazione delle operazioni » 1067. 1. 4 Il nuovo regime dell’IVA ad esigibilità differita » 107

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7. 1. 5 Aliquote applicabili alla ricettività » 1087. 1. 6 Il volume di affari » 1097. 1. 7 Gli obblighi del contribuente » 1097. 1. 8 Registri obbligatori IVA » 1107. 1. 9 Ulteriori chiarimenti IVA » 112

7. 2 Certificazione fiscale dell’operazione » 1137. 2. 1 Ricevuta fiscale » 1147. 2. 2 Scontrino fiscale » 120

8. Disciplina tributaria

8. 1 Imposta di bollo » 1258. 1. 1 Regole generali » 125

8. 2 Riforma dei tributi locali » 1278. 2. 1 Abolizione di alcuni tributi locali » 1278. 2. 2 Accertamenti » 1288. 2. 3 Potere regolamentare dei Comuni » 1298. 2. 4 Tasse, tariffe e canoni » 1298. 2. 5 Rifiuti speciali assimilati agli urbani » 1318. 2. 6 Applicazione della Tassa Rifiuti Solidi Urbani » 133

nei campeggi e arenili8. 2. 7 Dalla TASSA alla TARIFFA » 1348. 2. 8 Addizionale comunale IRPEF » 135

8. 3 ICI - Imposta Comunale sugli Immobili » 1358. 4 Tasse sulle concessioni regionali » 1398. 5 Imposta regionale sulle attività produttive – IRAP » 1408. 6 Tasse sulle concessioni governative » 1438. 7 Altri tributi » 144

8. 7. 1 Tributo provinciale per la tutela - Protezione e igiene dell’ambiente » 1448. 7. 2 UTIF - Ufficio Tecnico Imposta di Fabbricazione » 1458. 7. 3 Diritti camerali » 1458. 7. 4 Canone di abbonamento RAI – TV » 1468. 7. 5 Imposta sui pubblici spettacoli – SIAE » 1478. 7. 6 Imposta sugli intrattenimenti » 1478. 7. 7 Riordino della disciplina della riscossione mediante ruolo » 148

9. Ulteriori adempimenti

9. 1 Consorzio Nazionale Imballaggi – CONAI » 153

10.Unione Europea

10. 1 Nascita della Moneta Unica » 15510. 2 Tassi di conversione » 156

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1. Nozioni generali

1. 1 Azienda di produzione o impresa Le aziende si dicono aziende di produzione o più semplicemente imprese quando il

fine che l’ente si propone è il lucro. Tenuto poi conto della tipica attività svolta per ottene-re il guadagno, le imprese a loro volta si classificano in: imprese commerciali, impreseindustriali, imprese agricole e imprese di servizi.

1. 2 Impresa turistica - Definizione giuridicaCon l’entrata in vigore della legge 17 maggio 1983, n. 217, recante: “Legge quadro

per il turismo e interventi per il potenziamento e la qualificazione dell’offerta turistica”, siè venuta a creare un’altra categoria di imprese, quella “Turistica”.

Il primo comma dell’articolo 5 della sopracitata legge dispone che: “sono impreseturistiche quelle che svolgono attività di gestione di strutture ed annessi servizi turistici”.

È certamente questo l’articolo che contiene le disposizioni fondamentali per l’indivi-duazione, oltreché delle imprese turistiche in senso stretto, della disciplina giuridica appli-cabile alle imprese in tal modo definite. Nel nostro sistema positivo, infatti, mancava finoad oggi una disposizione che sciogliesse il nodo dell’appartenenza delle imprese qualifi-cabili come turistiche: se esse appartenessero cioè alle categorie delle imprese commer-ciali o alle imprese di servizi.

È chiaro che, per definire compiutamente l’impresa turistica, occorre operare un col-legamento fra il primo comma dell’articolo in esame e le disposizioni del codice civile chesi riferiscono all’imprenditore (in particolare agli artt. 2082 e 2195 c.c.).

1. 3 L’imprenditore turistico Alla luce della combinazione normativa sopracitata, si poteva dare una definizione

dell’imprenditore turistico dal seguente tenore: “È imprenditore turistico chi esercita pro-fessionalmente una attività economica organizzata al fine della gestione di strutture ricet-tive ed annessi servizi”.

L’attività svolta dall’imprenditore turistico dovrà dunque possedere le seguenticaratteristiche:• essere attività ricettiva (… in via principale);• consistere nell’esercizio di una attività economica, cioè di un’attività immediatamen-

te diretta alla produzione di lucro; • essere esercitata in maniera professionale, cioè stabilmente e non occasionalmen-

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te. La giurisprudenza non richiede peraltro, ai fini dell’esistenza di tale requisito,anche la continuità, per cui sussiste la professionalità anche nell’impresa a caratte-re stagionale;

• essere esercitata in maniera organizzata. Per la sussistenza di tale requisito si richie-de che l’attività dell’imprenditore si combini con gli altri fattori produttivi (lavoro,beni immobili e mobili, capitali, prestatori d’opera, ecc.). È imprenditore anche il gestore dell’azienda altrui. Dall’imprenditore si differenzia il piccolo imprenditore. Secondo l’articolo 2083 c.c. sono piccoli imprenditori “i coltivatori diretti del fondo,

gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano un’attività professionale orga-nizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia”.

La distinzione fra imprenditore e piccolo imprenditore non risiede tanto nella diver-sità delle attività economiche, quanto nella minore estensione e complessità degli affari.Nel caso del piccolo imprenditore, infatti, l’attività economica è organizzata prevalente-mente con il lavoro proprio e dei membri della famiglia.

Con l’approvazione della L. 29 marzo 2001 n. 135 intitolata “Riforma della legisla-zione nazionale del turismo” il concetto di impresa turistica è stato radicalmente cam-biato offrendo un’accezione della definizione di impresa (art. 7 della L. n. 135) estrema-mente vasta ed esaustiva e che sostituisce la limitativa previsione di cui alla legge n.217/1983.

Infatti il sopracitato art. 7 definisce le imprese turistiche “quelle che esercitano atti-vità economiche organizzate per la produzione, la commercializzazione, l’intermediazionee la gestione di prodotti, di servizi tra cui gli stabilimenti balneari, di infrastrutture e diesercizi compresi quelli di somministrazione facenti parte dei sistemi turistici locali con-correnti alla formazione dell’offerta turistica”. Alle imprese turistiche è riconosciuta ladignità di impresa commerciale sia sotto il profilo della regolamentazione civilistica (conobbligo di iscrizione nel registro delle imprese1 di cui alla L. 29 dicembre 1993 n. 580,mentre viene soppressa la sezione speciale del REC istituita dalla L. n. 217/1983) chefiscale e tributaria (accesso ad agevolazioni e provvidenze). Con la nuova normativa, per-tanto, è superata la definizione ristretta e limitativa di impresa turistica ex legge n.217/1983, che era riferita solamente alla ricettività tradizionale, estendendo notevolmen-te la gamma e le tipologie di imprese turistiche.

Per quanto concerne le strutture ricettive, la regolamentazione prefigurata dalla riforma

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1) Il registro delle imprese è previsto dagli artt. 2188-2194 c.c. . Nel registro devono essere iscritti gli impren-ditori che esercitano un’attività imprenditoriale diretta alla produzione di beni o servizi o un’attività intermedia-ria nella circolazione di beni o un’attività di trasporto, bancaria o assicurativa o anche un’attività ausiliaria delleprecedenti, con esclusione dei piccoli imprenditori e degli imprenditori agricoli. Le disposizione del codice civi-le sono state attuate con la L. 29. 12. 1993 n. 580 “Riordinamento delle camere di commercio, industria, arti-gianato e agricoltura” che ha istituito presso ogni Camera di Commercio l’Ufficio del Registro delle Imprese confunzioni di certificazione anagrafica e di pubblicità.

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della legislazione nazionale è stata completata dal DPCM 13 settembre 2002 “Recepimentodell’accordo fra lo Stato, le regioni e le province autonome sui principi per l’armonizzazione, lavalorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico”, dove facendo seguito all’intesa conseguitain sede di Conferenza permanente Stato-regioni, in ossequio al principio di “leale collabora-zione” e nel perseguimento di obiettivi di funzionalità, economicità ed efficacia dell’azioneamministrativa, si demanda alle regioni ed alla province autonome il compito di definire con-cordemente le tipologie di imprese turistiche alberghiere, extralberghiere, di campeggi e villag-gi turistici operanti nel settore e di stabilire criteri e modalità di esercizio per le quali si ravvisila necessità di standard omogenei ed uniformi.

Le stesse procedure valgono anche per stabilire i requisiti minimi di qualità dei serviziofferti dalle strutture ricettive, cui riferire i criteri relativi alla classificazione, rispetto ai quali siregistrano evidenti esigenze di armonizzazione in ambito nazionale.

1. 4 Precisazione sulle aziende del settore La regolamentazione normativa del settore è senz’altro complessa e risulta da un intrec-

ciarsi e sovrapporsi di direttive emanate da fonti differenti. Al fine di esporre nella maniera piùlineare possibile la materia è opportuno muovere da una considerazione di carattere prelimi-nare, che incide costantemente su tutta la regolamentazione legislativa del settore: “i comples-si turistico ricettivi all’aria aperta sono classificati dal legislatore tra i pubblici esercizi” e, per-tanto, sono disciplinati, per quanto di sua competenza anche dal Testo Unico delle Leggi diPubblica Sicurezza (TULPS - RDL 18/6/1931, n. 733), al quale, infatti, fanno spesso richiamoanche le altre norme che regolamentano il settore (artt. 10-11-92-93-100-108 e 109).

1. 5 Nozione di pubblico esercizio La nozione di pubblico esercizio ha il suo fondamento nella disciplina positiva, nel senso

che non esiste una categoria astratta di pubblico esercizio che si differenzi oggettivamente datutte le altre imprese che, a scopo di lucro, producono beni o prestano servizi. Perciò l’unicaclassificazione possibile è quella che si fonda sul dato normativo, cioè sulla sottoposizione diun esercizio ad una speciale normativa di polizia, disciplina che si può sovrapporre a quellaprevista dalla legge del commercio, dalle leggi in materia di turismo o da altre leggi speciali.Lo scopo della sottoposizione a controllo, mediante il regime dell’autorizzazione di polizia, ditalune attività imprenditoriali, è quello di tutelare la sicurezza, l’incolumità, la moralità, l’igienedelle persone e la sicurezza dei beni mobili che rispettivamente si affidano o vengono affidatia coloro i quali gestiscono esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande, impresericettive ed esercizi che prestano servizi di varia natura. Il termine di “pubblico esercizio” è, per-tanto, dal legislatore usato in un’accezione ristretta perché altrimenti esso sarebbe applicabile“a tutte le aziende aventi per oggetto prestazioni d’opera o di servizio o di generi di consumo,che non possono essere esercitate senza autorizzazione amministrativa”. Un esercizio puòessere classificato come “pubblico” in quanto effettivamente accessibile da chiunque libera-

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mente, a prescindere dal luogo ove sia stato situato o dalla denominazione che se ne dia. Valea dire che deve di fatto trattarsi di “luogo aperto al pubblico”.

La giurisprudenza, al riguardo, ha costantemente affermato che per luogo aperto alpubblico s’intende quello al quale il pubblico può accedere a certe condizioni, imposte da chiesercita un diritto sul luogo medesimo: tale è il bar, il cinema, il teatro, l’albergo, il campeg-gio, ecc.

L’esigenza di imporre tutta una serie di doveri più o meno penetranti a coloro che eser-citano talune attività imprenditoriali nel campo della ristorazione, della ricezione, del traspor-to e di talune altre attività consimili, risale ad antica data, mentre le attività sottoposte ad auto-rizzazione sono via via venute mutando a seconda dell’evolvere dei tempi. Per questo l’elen-cazione degli esercizi pubblici contenuta nell’art. 86 del Tulps non è da ritenersi di caratteretassativo.

1. 6 Legislazione sulla ricettività all’aria aperta Fatta questa importante precisazione sulla natura di pubblici esercizi attribuita dal legi-

slatore ai complessi turistico ricettivi all’aria aperta, le fonti normative statali che hanno rego-lato il settore a testimonianza dell’interesse crescente per esso, in ragione della crescentedomanda che lo ha caratterizzato, sono le seguenti:a. legge 21 marzo 1958, n. 326, concernente: “Disciplina dei complessi ricettivi comple-

mentari a carattere turistico sociale”;b. DPR 20 giugno 1961, n. 869 contenente “Norme di attuazione della legge n. 326/1958”.

A seguito del trasferimento alle regioni di funzioni statali, fra le quali quelle legislative inmateria di “turismo ed industria alberghiera” in attuazione del dettato costituzionale (art. 117Costituzione) stante la riconosciuta potestà normativa concorrente regionale, gran parte delleregioni si sono dotate di una propria disciplina in tema di ricettività all’aria aperta.

Con l’entrata in vigore della legge 17 maggio 1983, n. 217 (Legge Quadro per il Turismo)si è venuto a creare il principale strumento regolatore dei rapporti fra Stato e Regione nel set-tore del turismo. Tale normativa conteneva, infatti, i principi ed i criteri che le Regioni eranochiamate ad osservare nel legiferare in materia senza invadere la relativa competenza statale.

Per quanto concerne le strutture ricettive all’aria aperta la Legge Quadro introdusse alcu-ni punti fondamentali quali: • art. 5: la definizione di “impresa turistica” - l’istituzione di una sezione speciale per le

imprese turistiche all’interno del registro previsto dalla legge n. 426/71(REC) e conse-guente assoggettamento dell’imprenditore all’obbligo di iscrizione;

• art. 6: la definizione delle tipologie delle strutture ricettive; • art. 7: il sistema di classificazione a stelle valevole in modo uniforme su tutto il territo-

rio nazionale; • art. 8: il vincolo di destinazione per la conservazione e la tutela del patrimonio ricettivo.

Infine, questa legge ha avvicinato la disciplina della ricettività all’aria aperta a quella dellestrutture alberghiere riconoscendo a pieno titolo anche alle strutture ricettive all’aria aperta il

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ruolo di imprese turistiche contrariamente alla normativa del 1958 che le annoverava nell’am-bito dei complessi complementari a carattere turistico-sociale.

Ma pur avendo conseguito ottimi ed eccellenti risultati, il riordino della legislazione nazio-nale sul turismo operato dalla L. 29.3.2001 n. 135, si è reso necessario ed improcrastinabileper adeguare il sistema giuridico normativo alle nuove esigenze del settore profondamentemutate rispetto a quelle diffuse ed esistenti nel periodo in cui veniva approvata la L. n.217/1983.

Nel frattempo, era radicalmente cambiata la competenza normativa delle regioni in mate-ria di turismo a seguito dell’entrata in vigore della legge costituzionale 18 ottobre 2001 n. 3“Modifiche al Titolo V parte II della Costituzione”. Il nuovo testo dell’art. 117 della Cost. confi-gura infatti il turismo come materia di competenza regionale esclusiva, per cui la disciplina delsettore è attribuita alla competenza normativa esclusiva delle regioni e riconosce in capo alleprovince ed ai comuni l’esercizio delle relative funzioni amministrative ex art. 118 della Cost.come riformato dalla citata legge costituzionale.

Altre leggi che disciplinano, sotto vari aspetti, il settore sono le seguenti: • Legge 25 agosto 1991, n. 284, Liberalizzazione dei prezzi del settore turistico e interven-

ti di sostegno alle imprese turistiche;• Decreto ministero del Turismo e dello Spettacolo 16 ottobre 1991, recante:

“Determinazione delle modalità di trasmissione e di pubblicazione dei prezzi dei servizidelle strutture ricettive, nonché delle attività turistiche ad uso pubblico gestite in regimedi concessione”. Provvedimento che norma le modalità di attuazione della sopra citatalegge 284/91;

• Legge 25 agosto 1991, n. 287, concernente: ”Aggiornamento della normativa sull’inse-diamento e sull’attività dei pubblici esercizi”;

• Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, pubblicato sulla G.U. n. 95 del 24 aprile 1998,recante: “Riforma della disciplina relativa al settore commercio”. Con questa normativa,che entrerà in vigore il 365° giorno dopo la sua pubblicazione (aprile 1999), vengonoabrogati (Titolo IX - art. 26): la Legge 11 giugno 1971, n. 426, e successive modificazio-ni, ed il Decreto ministeriale 4 agosto 1988, n. 375; ad esclusione delle disposizioni con-cernenti il registro degli esercenti il commercio (articoli: 6-8-19-28-65 e allegato 4) rela-tivamente alla attività ricettiva, di cui alla legge 17 marzo 1983, n. 21 successivamenteabrogate dalla L. n. 135/2001. Per completezza e dovizia di informazione, non si può comunque tralasciare di menzio-

nare la recente approvazione del D. Lgs 23 maggio 2011 n. 79 (pubblicato sulla GU n. 129del 6.6.2011) recante il titolo “Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mer-cato del turismo, nonché attuazione della direttiva 2008/122/CE, relativa ai contratti di multi-proprietà, contratti relativi ai prodotti per le vacanze di lungo termine, contratti di rivendita edi scambio”

Ma il vero e proprio Codice che ha suscitato un vespaio di polemiche da parte delle regio-ni (alcune di esse, come la regione Veneto hanno proposto ricorso di fronte alla Corte

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Costituzionale chiedendo che venga dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 del decre-to poiché, nella fattispecie, si tratta di un provvedimento con il quale il governo interviene inuna materia, il turismo, che la Costituzione affida in via esclusiva alle regioni), è riportatonell’Allegato 1 del decreto legislativo ed è formato complessivamente da sessantanove artico-li che disciplinano nel dettaglio tutti gli aspetti correlati all’attività turistica. Il codice che abro-ga espressamente la L. 29.3.2001 n. 135, è tornato di nuovo sul concetto di impresa turisticaricomprendendo in tale definizione tutte quelle imprese “volte a produrre, commercializzare,intermediare, gestire prodotti, servizi, infrastrutture ed esercizi per soddisfare le esigenze delturista, quali le imprese di ristorazione e tutti i pubblici esercizi, gli stabilimenti balneari, i par-chi divertimento, le imprese di intrattenimento di ballo e di spettacolo, le imprese di organiz-zazione di eventi e congressi e le imprese turistiche nautiche”.

Pertanto tale disposizione normativa assume nell’ambito del Codice stesso un’importan-za fondamentale ampliando il concetto di impresa turistica e rendendola destinataria di tuttauna serie di incentivi economici previsti in passato solo per le attività industriali.

Come già affermato e descritto, nel prosieguo del testo, sono semplificate le procedureper l’avviamento (o per il trasferimento di un’attività turistico ricettiva) essendo ora sufficientela c.d. SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), con applicazione delle disposizioni rela-tive allo Sportello Unico.

Per quanto riguarda, in particolare, la definizione delle strutture ricettive all’aperta, (cam-peggi e villaggi turistici) il dlgs n. 79/2011 (art. 13) riprende integralmente le nozioni di cui allaL. n. 217/1983 innovando relativamente ai campeggi, in merito alla previsione, che questi ulti-mi possano disporre di unità abitative mobili, quali tende, roulotte, caravan, mobilhome omaxicaravan, autocaravan o camper e di unità abitative fisse per la sosta ed il soggiorno di turi-sti sprovvisti di propri mezzi mobili di pernottamento (art. 13 V com.). Sono previsti altresì, icampeggi nell’ambito delle attività agrituristiche, quali aree di ricezione all’aperto gestite daimprenditori agricoli ai sensi della L. 20.2.2006 n. 96, recante disciplina dell’agriturismo.

Altra novità è rappresentata dalla previsione dei parchi vacanza definiti quali campeggi agestione unitaria, in cui è praticato l’affitto della piazzola ad un unico equipaggio per l’interadurata del periodo di apertura della struttura. Si specifica e si sottolinea che nelle strutturericettive all’aria aperta sono assicurati: 1) la sorveglianza continua della struttura ricettivadurante i periodi di apertura; 2) la continua presenza all’interno della struttura ricettiva delresponsabile o di un delegato; 3) la copertura assicurativa per i rischi di responsabilità civilea favore di clienti.

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2. Inquadramento dell’azienda

2. 1 Definizione giuridica Riuscire ad enucleare dal dettato legislativo l’esatta definizione che in esso viene

data dell’impresa ricettiva all’aria aperta, è di fondamentale importanza per il comparto inesame. Infatti solamente così esso potrà ricevere la sua giusta collocazione nel quadrogenerale delle attività turistiche, cessando, in primo luogo, di essere considerato “com-plementare” rispetto ad altre forme di ricettività, ed in secondo luogo, risolvere di fattoalcune perplessità sorte nell’assolvimento di talune procedure amministrative.

Tutta la legislazione che disciplina la materia è concorde sulla definizione dei com-plessi che compongono il comparto in questione: «sono aziende ricettive all’aria aperta le aziende organizzate per fornire al pubblico, congestione unitaria, alloggio in propri allestimenti, fissi o mobili, o in spazi atti ad ospitareturisti forniti di mezzi di pernottamento autonomi e mobili, ed altri servizi accessori perfavorire il soggiorno, compresi eventuali servizi di bar, ristorazione, spaccio e bazar».

Come sottolineato precedentemente, la Legge Quadro per il Turismo n. 217/1983 hacollocato questi complessi nel contesto dell’imprenditoria turistica, cioè nell’insieme deglioperatori che esercitano imprese turistiche attraverso lo svolgimento dell’attività digestione di strutture ricettive e di annessi servizi accessori e complementari.

Quindi l’azienda ricettiva all’aria aperta può così essere definita: a) un’impresa turistica perché “svolge attività di gestione di struttura ricettiva ed

annessi servizi turistici”; b) un esercizio pubblico perché è un esercizio aperto al pubblico, previo rilascio di

apposita autorizzazione amministrativa di P.S., per l’effettuazione di prestazionid’opera e di servizio al pubblico, attraverso il pagamento del relativo compenso;

c) una struttura unitaria perché i beni organizzati hanno un vincolo aziendale unitario; d) una struttura attrezzata su aree recintate perché l’area che deve essere delimitata

ed organizzata al fine della ricettività è elemento fondamentale del campeggio o delvillaggio turistico;

e) una struttura ricettiva perché finalizzata alla sosta ed al soggiorno di turisti provvistio sprovvisti di mezzi personali di pernottamento.

2. 2 ParticolaritàQuanto fin qui trattato, stabilisce innegabilmente che: il complesso ricettivo all’aria

aperta è un “esercizio pubblico” con una struttura articolata su un’area di particolare ubi-cazione e di tipiche caratteristiche ambientali, dotata di servizi, attrezzature ed impianticomplementari destinati alle sole persone ospitate, fra i quali: “servizi di ristoro, di bar,spaccio e bazar” perciò, oltre allo svolgimento dell’attività ricettiva e di ospitalità, si con-

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figura un esercizio congiunto di diverse attività, delle quali, talune doverosamente presen-ti per rendere più vivibile il soggiorno dei turisti e, quindi, vincolate tra loro da una fun-zionalità unitaria sia sotto il profilo turistico che commerciale. A ciò aggiungasi la gestio-ne di tutti quei servizi obbligatori per causa/effetto della classificazione, cioè dei serviziricreativi, culturali, sportivi per cui necessariamente l’autorizzazione amministrativa nonpuò essere che “omnicomprensiva”. Questi principi trovano la loro fonte non soltanto nella legge istitutiva “la 326/58”, maanche nelle singole normative regionali disciplinanti il settore, che nel corso degli anni sisono succedute.

L’esercizio delle attività complementari all’attività ricettiva, sopra citate, per causa-effetto dell’autorizzazione omnicomprensiva possono essere esercitate anche da soggettidiversi dal titolare delle strutture stesse, con il suo consenso e nel rispetto delle normevigenti.

2. 3 Distinzione rispetto alle strutture alberghiere Al fine di sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, occorre affermare che

l’elemento distintivo tra le strutture alberghiere, con riguardo principalmente ai “Villaggialberghi” (art. 6, comma 3, lettera c) della legge 217/83), e quelle della ricettività all’ariaaperta è individuabile, principalmente, nella prestazione dei servizi accessori.

In particolare, la prestazione alberghiera consiste normalmente, oltre che nella for-nitura dell’alloggio ed eventualmente del vitto, nel riassetto della camera, nella fornitura enel ricambio della biancheria da letto e da bagno, mentre l’oggetto del contratto d’allog-gio concluso dal gestore di azienda ricettiva all’aria aperta, consiste essenzialmente nelgodimento del bungalow o di altro allestimento mobile, da parte dei clienti. Non esclusi,ma generalmente meno praticati, quindi, il servizio di riassetto dell’allestimento stesso ela fornitura di biancheria che può, tuttavia, essere noleggiata.

2. 4 Normative regionaliCome già affermato, tra i meriti che si possono ascrivere alla L. n. 217 vi è stato

quello di aver provveduto a riordinare e definire le tipologie delle strutture ricettive siaalberghiere che extralberghiere con le proprie caratteristiche e requisiti puntuali, pur rico-noscendo in capo alle regioni il potere di individuare e disciplinare altre strutture, secon-do le specifiche caratteristiche ed esigenze locali. I campeggi sono pertanto definiti come“esercizi ricettivi aperti al pubblico, a gestione unitaria, attrezzati su aree recintate per lasosta ed il soggiorno di turisti provvisti di norma, di tende o di altri mezzi autonomi dipernottamento”.

Invece i villaggi turistici sono “esercizi ricettivi aperti al pubblico a gestione unitaria,attrezzati su aree recintate per la sosta ed il soggiorno in allestimenti minimi, di turistisprovvisti di norma di mezzi autonomi di pernottamento”. Le normative regionali consen-

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tono la promiscuità tra le due tipologie di strutture ricettive all’aria aperta permettendo lapresenza nei campeggi di tende, camper, roulottes o comunque altri mezzi autonomi dipernottamento, installati dalla gestione, distinguendole, di solito, in base alla prevalenzadel numero dei turisti che usufruiscono di propri mezzi di pernottamento (campeggi) o,viceversa, del numero dei turisti che usufruiscono di allestimenti predisposti dal gestore(villaggi turistici).

I campeggi sono classificati dalle normative regionali da un minimo di una stella adun massimo di quattro stelle, mentre i villaggi turistici da un minimo di due stelle ad unmassimo di quattro stelle in rapporto al servizio offerto, alla loro ubicazione ed alla pre-senza di attività ricreative, culturali e sportive.

All’interno delle normative regionali dedicate alla ricettività all’aria aperta sono stateregolamentate altre tipologie quali ad esempio le aree di sosta temporanea che i comu-ni possono prevedere per la sosta di caravan, autocaravan, camper e simili mezzi mobilidi pernottamento compatibilmente con i loro strumenti urbanistici, riservati esclusiva-mente alla sosta temporanea ed al parcheggio di tali mezzi per un periodo che può oscil-lare dalle ventiquattro ore al massimo di tre giorni. Sempre nelle normative regionali cam-peggi e villaggi turistici si arricchiscono di denominazioni aggiuntive; è il caso dei cam-peggi o dei villaggi turistici “di transito” rivolti ad una clientela itinerante, dove la sostanon può normalmente protrarsi oltre un breve periodo prefissato.

Altra tipologia e quella del Centro Vacanze struttura dotata di rilevanti impianti e ser-vizi sportivi, di svago e commerciali per la quale si prevedono di norma specifici e ulte-riori requisiti obbligatori aggiuntivi. La normativa regionale disciplina anche il campeggionaturalistico realizzato a scopo di studio nei territori dei parchi e riserve naturali e regio-nali e nelle adiacenti zone di protezione

Altra tipologia è quella dei campeggi didattico-educativi che svolgono attività edu-cative, didattiche, sociali, religiose e di educazione ambientale realizzate da organizzazio-ni senza scopo di lucro in attuazione dei loro fini statutari. Non si tratta, in questo caso,comunque, di imprese turistiche.

2. 5 Requisiti minimi obbligatori per la classificazione dellastruttura ricettiva all’aria aperta

I requisiti minimi obbligatori ai fini del rilascio della classificazione della strutturaricettiva all’aria aperta sono suddivisi in macro argomenti stabiliti dalle singole normati-ve regionali, in particolare descritti analiticamente negli allegati, ma soprattutto dai rispet-tivi regolamenti regionali. Le differenze che emergono dalla comparazione delle normati-ve regionali, si giustificano per ragioni di carattere temporale: infatti alcune normativerisalgono agli anni 90, altre invece sono state approvate in tempi più recenti. Comunque,sono presenti molti requisiti uniformanti, pur presentando piccole variazioni da regione aregione.

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Area della struttura L’area di pertinenza della struttura comprende piazzole (aree destinate alla sosta ed

al soggiorno della clientela) ed aree destinate ai servizi (parcheggio, servizi igienici, uffi-ci, ristorante, bar spaccio, attrezzature sportive e ricreative). Le strutture ricettive all’ariaaperta sono realizzabili in aree definite dagli strumenti urbanistici comunali vigenti, dinorma nelle aree specificamente destinate dagli strumenti urbanistici. L’area deve esseredelimitata in ossequio alle normative edilizie e paesaggistiche con recinzioni, accessi evarchi chiudibili, o con demarcazioni o ostacoli non facilmente superabili.

La recinzione deve essere opportunamente schermata ove occorra per garantiresicurezza e riservatezza agli ospiti (così Allegato A) delibera G. R. Emilia Romagna2150/2004 in attuazione della lr. 28.7.2004 n. 16).

Ogni struttura deve essere dotata di servizi di vendita e somministrazione di alimen-ti e bevande, destinati alle sole persone alloggiate, qualora non presenti nelle vicinanze.

Servizio di sorveglianza e ricevimentoIl servizio di sorveglianza dell’intera area e degli accessi deve essere garantito 24 ore

su 24. Il servizio di ricevimento, posto in locale apposito all’ingresso della struttura, è assi-

curato per almeno dieci ore giornaliere dalla presenza di addetti dotati di cartellino di rico-noscimento.

PiazzoleLe piazzole sono aree attrezzate delimitate con segnali sul terreno, picchetti, alberi

o siepi e contrassegnate da apposito contrassegno numerico o alfanumerico ben visibileper la sosta ed il soggiorno dei turisti. I requisiti dimensionali minimi e/o medi delle piaz-zole sono indicati nei rispettivi allegati alle leggi regionali. La superficie minima delle piaz-zole standard non può essere inferiore a 40 mq, mentre la superficie media varia da 50 a75 mq a secondo della qualifica attribuita, salvo che si tratti di zone di particolare pregioambientale o boschive o di particolare conformazione del terreno, nel qual caso si con-sente per tutti i livelli di classifica la superficie media di 50 mq. (così regione EmiliaRomagna). La regione Puglia (lr. n. 11/99) prevede, invece, una dimensione delle piazzo-le che varia dai 50 ai 75 mq a seconda delle stelle, superficie che comunque comprendelo spazio dedicato alla viabilità interna. Da alcuni anni la Regione Veneto, introducendo ilparametro della capacità ricettiva massima (vedi paragrafo successivo), ha eliminato ogniprescrizione riguardante la superficie minima delle piazzole.

Capacità ricettivaLa capacità ricettiva massima autorizzabile è calcolata moltiplicando per quattro il

numero delle piazzole standard, moltiplicando per due il numero delle piazzole minime,cui andranno sommati i posti letto autorizzati in unità abitative fisse e mobili con servizi

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riservati, fatto salvo il rispetto di quanto previsto relativamente al rapporto tra il numerodei servizi e l’utenza.

La regione Veneto (lr. n. 33/2002) in modo del tutto innovativo ha abbandonato ilsistema delle superfici minime delle piazzole e si esprime invece in termini di “densitàricettiva”, ovvero il rapporto, espresso in metri quadrati per persona, tra la superficielorda della struttura ricettiva ed il numero massimo di utenti insediabili (CRM = capacitàricettiva massima giornaliera). La legge del Veneto indica in 28 (1 stella), 32 (2 stelle), 36(3 stelle) e 40 (4 stelle) i metri quadrati minimi per persona ospitabile (36, 40, 44 mq peri villaggi turistici), sempre fatto salvo il rispetto di quanto previsto relativamente al rap-porto tra il numero dei servizi igienico sanitari e l’utenza.

Servizio di Pronto SoccorsoOgni struttura ricettiva deve essere dotata di apposita cassetta di Pronto Soccorso. Alcuni campeggi e villaggi turistici garantiscono il servizio di pronto soccorso in

apposito locale attrezzato.

Pulizia e Smaltimento dei rifiutiLo smaltimento dei liquami avviene attraverso l’impianto di rete fognaria realizzato

nel rispetto della normativa vigente e dei regolamenti comunali di igiene. Le prescrizioni ed i metodi di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi sono impartite

dal comune.

Impianto idricoOgni struttura deve possedere una rete di distribuzione di acqua potabile con

dimensioni ed approvvigionamento rapportati alla capacità ricettiva. L’eventuale erogazio-ne di acqua non potabile dovrà essere adeguatamente segnalata. L’erogazione di acquapotabile si deve garantire per fontanelle, lavabi, lavelli per stoviglie, docce nonché per ilocali dove si somministrano e si vendono cibi e bevande.

Impianto di illuminazione e distribuzione dell’energia elettrica Gli impianti di illuminazione e distribuzione dell’energia elettrica sono realizzati nel

rispetto delle norme C. E. I. L’illuminazione dei varchi e degli accessi dei parcheggi, deiservizi igienici e relativi percorsi di accesso, deve avere carattere tale da consentire la frui-bilità notturna in sicurezza.

Animali domesticiL’introduzione di animali domestici è stabilita dal regolamento interno della struttu-

ra. In alcuni casi è subordinata alla presentazione del relativo libretto sanitario. In ognicaso rimane fermo il principio che gli animali vanno custoditi in modo da non arrecaredanni o molestie, non consentendogli di accedere ai locali di uso comune.

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3. Autorizzazione amministrativa

3. 1 Premessa Nessun complesso ricettivo all’aria aperta può essere aperto e gestito senza l’appo-

sita “autorizzazione amministrativa” rilasciata dal Comune di competenza territoriale edavere assolto il pagamento della relativa “Tassa di concessione Regionale”. In mancanzadi uno dei due requisiti l’attività risulta “abusiva”.

L’art. 19 del DPR 24 luglio 1977, n. 616, attribuisce al Sindaco la competenza rela-tiva al rilascio dell’autorizzazione amministrativa per l’esercizio della ricettività all’ariaaperta (campeggi e villaggi turistici); in precedenza tale competenza era demandata alQuestore ai sensi della legge 326/1958.

La domanda per ottenere l’autorizzazione all’esercizio dell’attività ricettiva deveessere redatta in duplice copia su carta legale (del valore prescritto al momento della pre-sentazione) da indirizzare al Sindaco, tramite l’Ente delegato dalla Regione competenteper territorio, da parte del titolare della concessione edilizia o da chi intende gestire ilcomplesso avendo titolo alla sua disponibilità.

La domanda deve contenere, oltre al nome, cognome, luogo e data di nascita, resi-denza, professione, anche le annotazioni citate al paragrafo 3. 3.

Alla domanda, inoltre vanno allegati tutti i documenti richiesti dalle competenti auto-rità, fra i quali si ricorda: • il nullaosta in bollo dell’Ufficiale Sanitario; • il nullaosta del Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, circa l’idoneità dei

dispositivi antincendio; • nulla osta provvisorio di prevenzione incendi relativo all’esercizio delle attività sot-

toposte a tale disciplina; • attestazione dei versamenti delle tasse sulla concessione: Regionale (dove prevista),

per l’autorizzazione amministrativa e per l’eventuale rappresentante.

3. 2 Nozioni su alcune particolarità dell’autorizzazione

L’autorizzazione in esame ha tre principali peculiarità, è: Personale - Intrasmissibile - Omnicomprensiva

Le particolarità di “Personale e Intrasmissibile” derivano dal fatto che l’autorizza-zione rientra fra gli atti di “Pubblica Sicurezza”, anche se con l’entrata in vigore del DPR616/1977, specificatamente dell’art. 60, sono state trasferite ai Comuni tutte le competen-ze relative all’istruttoria delle richieste, al rilascio, alla verifica dei requisiti soggettivi,oggettivi e di sorvegliabilità.

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Mentre il primo di tali caratteri ammette eccezioni, nel senso che è possibile eserci-tare l’attività dell’atto autorizzatorio anche a mezzo di un “rappresentante”, il secondocarattere - la intrasmissibilità - è assoluto e non ammette deroghe. Soltanto l’azienda puòessere trasmessa ad altri che devono però munirsi di una nuova autorizzazione. Infatti èda tenere ben distinto l’esercizio dell’attività d’impresa - che è soggetto ad autorizzazione,dai mezzi tramite i quali l’attività stessa viene esercitata, ossia dai beni materiali ed imma-teriali (avviamento) che costituiscono l’azienda.

Affinché vi sia l’osservanza del principio della personalità delle autorizzazioni di poli-zia, di cui è menzione nell’art. 8 del Tulps, non è richiesto che il titolare, ad esempio, diautorizzazione di pubblico esercizio, abbia la proprietà del locale, che invece ben puòessere di terzi, ma è necessario che ne abbia la disponibilità a qualunque titolo giuridica-mente valido (usufrutto, comodato, locazione, ecc.) e che di fatto gestisca l’esercizio, oltread essere, naturalmente iscritto al registro delle imprese commerciali.

Per quanto attiene al carattere di “Omnicomprensività” esso discende dalla naturastessa del “contratto ricettivo” che presuppone di per sé, oltre alla tipica attività di “allog-gio”, anche delle altre attività ad esso connesse e/o complementari, come ben specifica-to nel precedente paragrafo 2. 2.

Donde, l’autorizzazione in esame deve ricomprendere in un unico atto autorizzatorio(anche per effetto-causa della intrasmissibilità dell’atto) tutto le attività complementarisenza il rilascio di distinte licenze, con la clausola “limitatamente alle sole persone allog-giate”.

Nel rispetto dei principi di semplificazione amministrativa, che negli ultimi annihanno improntato gli interventi del legislatore, anche l’autorizzazione all’esercizio di un’at-tività ricettiva all’aria aperta è stata oggetto di numerosi provvedimenti legislativi come laL. n. 241/1990, alla quale si diede attuazione con il Dpr. 9.5.1994 n. 407. In questo rego-lamento si stabiliva, che l’esercizio dell’attività ricettiva era già stato sottoposto al princi-pio del silenzio-assenso, entro sessanta giorni dalla presentazione della relativa domandasia per l’esercizio delle attività alberghiere con relativo provvedimento di classificazione,(All. 1 tab. C n. 65) sia per l’attività pararicettiva ovvero per le strutture ricettive extralber-ghiere. (All. 1 tab. C n. 78)

L’art. 46 V com del D. Lgs 31.3.1998 n. 112 in attuazione della delega attribuita dallaL. 15.3.1997 n. 59 (legge Bassanini) ha soppresso il n. 65 della Tabella C costituente l’al-legato 1 al Dpr. n. 407/1994, in relazione all’attività di tipo alberghiero senza invece pre-vedere analoga abrogazione per la relativa autorizzazione all’esercizio delle strutture ricet-tive pararicettive.

La L. n. 135/2001 ha contribuito a dissipare qualsiasi dubbio che poteva sorgere alriguardo prevedendo all’art. 9 che “l’apertura e il trasferimento di sede degli esercizi ricet-tivi sono soggetti ad autorizzazione rilasciata dal sindaco del comune sul cui territorio èubicato l’esercizio” senza sottolineare, pertanto, alcuna distinzione tra esercizi alberghie-ri ed extralberghieri.

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Inoltre ha riunificato nello stesso provvedimento autorizzatorio da un lato, la licen-za di P.S. di cui all’art. 86 del TULPS, dall’altro tutti gli altri provvedimenti autorizzatorinecessari per lo svolgimento di attività e la prestazione di servizi connessi e complemen-tari all’attività ricettiva come la somministrazione di alimenti e bevande ai clienti e loroospiti, “nonché a coloro che sono ospitati nella struttura ricettiva in occasione di manife-stazioni e convegni organizzati”, la rivendita di giornali, riviste, pellicole per uso fotogra-fico e di registrazione audiovisiva, cartoline e francobolli alle sole persone alloggiate,ovvero l’installazione ad uso esclusivo di quest’ultime di “attrezzature e strutture a carat-tere ricreativo per le quali è fatta salva la vigente disciplina in materia di sicurezza di igie-ne e di sanità”. La disciplina dell’autorizzazione così come delineata dall’art. 9 della L. n.135/2001 contempla anche una nuova regolamentazione in casi di revoca e sospensione(art. 9 IV e V com.) ed altresì si conforma ai principi di “speditezza, unicità e semplifi-cazione” per il rilascio di licenze, autorizzazioni, nullaosta riguardanti le attività e le pro-fessioni turistiche (art. 9 VI com) cercando di attuare quella equiparazione, più volteauspicata, tra attività turistiche ed attività produttive svolte in altri settori. Pertanto anchei procedimenti autorizzatori nel turismo devono conformarsi alle procedure previste inmateria di autorizzazione delle attività produttive, ivi compresa l’introduzione degli “spor-telli unici”.

L’autorizzazione deve essere revocata dal sindaco nei seguenti casi: a) qualora il tito-lare dell’autorizzazione, salvo proroga in caso di comprovata necessità, non attivi l’eser-cizio entro centottanta giorni dalla data del rilascio della stessa ovvero ne sospenda l’at-tività per un periodo superiore a dodici mesi; b) qualora il titolare dell’autorizzazione nonrisulti più iscritto nel registro delle imprese; c) qualora, accertato il venir meno dellarispondenza dello stato dei locali ai criteri stabiliti per l’esercizio delle attività dalle regio-ni o alle vigenti norme, prescrizioni o autorizzazioni in materia edilizia, urbanistica o igie-nico-sanitaria, nonché a quelle sulla destinazione d’uso dei locali e degli edifici, il titolaresospeso dall’attività ai sensi dell’art. 17 ter del TULPS come da ultimo modificato dalcomma quinto dell’art. 5 della stessa legge non abbia provveduto alla regolarizzazione neitempi stabiliti.

Nel caso di chiusura dell’esercizio ricettivo per un periodo superiore agli otto gior-ni, il titolare dell’autorizzazione è tenuto a darne comunicazione al sindaco. (art. 9 III com.L. n. 135). Nulla stabilisce però la legge, in merito alle conseguenze sul piano sanziona-torio, nel caso in cui tale comunicazione non sia effettuata.

Infatti, l’originaria sanzione, consistente nella revoca dell’autorizzazione, previstadall’art. 99 del TULPS, non trova più applicazione per effetto dell’art. 11 II com. della L.n. 135 che ha reso inefficace tale disposizione nei confronti delle strutture ricettive. Sitratta nella fattispecie di una lacuna che dovrà essere colmata dal legislatore regionale.

Rimane, invece in vigore l’art. 100 del TULPS che attribuisce al Questore il potere disospendere l’autorizzazione di una struttura ricettiva nella quale “siano avvenuti tumultio gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose, e che

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comunque costituisca un pericolo per l’ordine pubblico, per la moralità, il buon costu-me o la sicurezza dei cittadini”.

Recentemente nell’ambito del decreto legislativo di attuazione della direttiva2006/123/CE (direttiva Bolkestein) sui “Servizi nel mercato interno” in corso di recepi-mento nel nostro paese, diretta ad assicurare la libertà di stabilimento (art. 43 del Trattatodi Lisbona) ed il diritto di prestare servizi all’interno del territorio della Comunità (art. 49)eliminando le barriere per l’accesso alle attività economiche, è stata inserita una norma diprincipio che semplifica gli adempimenti amministrativi per l’apertura, il trasferimento ele modifiche relative alle strutture ricettive. Nella fattispecie, il provvedimento prevede chele attività sopramenzionate non siano più soggette ad autorizzazione, ma semplicementead una Denuncia di Inizio Attività (DIA).

A questo proposito, si deve menzionare la legge regionale del Piemonte 30.12.2009n. 38 “Disposizioni di attuazione della direttiva 2006/123/CE del Parlamento Europeoe del Consiglio relativa ai servizi del mercato interno”, che in ossequio ai principi dicui all’art. 117 Cost., adegua la normativa regionale in materia di turismo, attività di este-tista ed acconciatore, artigianato, commercio, attività nautiche e concessioni demanialialla direttiva stessa assicurando la libertà di stabilimento e la libera prestazione dei servi-zi dei prestatori degli stati membri dell’Unione europea nel territorio regionale.

Per quanto concerne in particolare la disciplina dei complessi ricettivi all’aria aper-ta, l’art. 2 della legge regionale piemontese n. 38/2009 sostituisce l’art. 7 della preceden-te lr. 31.8.1979 n. 54 stabilendo che l’esercizio delle stesse strutture all’aria aperta èsubordinato alla presentazione al comune sul cui territorio insistono le stesse strutture, diuna dichiarazione di inizio attività ai sensi dell’art. 19 comma 2 secondo periodo della L.7.8.1990 n. 241 come modificato dall’art. 9 della legge 18.6.2009 n. 69. Naturalmente ilsoggetto interessato deve essere in possesso di tutta una serie di requisiti quali ad esem-pio quelli previsti dal TULPS n. 773/1931, i requisiti in materia di tutela e prevenzioneincendi, requisiti igienico-sanitari. Il comune, una volta che abbia ricevuto la dichiarazio-ne di inizio attività ne trasmette tempestivamente copia all’ASL, che esercita l’attività divigilanza, alla provincia ed all’agenzia di accoglienza e promozione turistica locale compe-tenti per territorio.

Si deve comunque ricordare che già la regione Toscana con lr. 17.1.2005 n. 14“Modifiche alla legge regionale 23 marzo 2000 n. 42” (Testo unico delle leggi regionali inmateria di turismo) aveva già previsto la dichiarazione di inizio attività per l’esercizio dellestrutture ricettive tra cui anche i campeggi ed i villaggi turistici da presentare al comuneove è ubicata la struttura, nel rispetto della normativa vigente in materia di sicurezza, diigiene e sanità, di edilizia ed urbanistica.

Altre regioni hanno seguito la stessa impostazione della regione Piemonte. Si pos-sono menzionare a tal proposito la regione Emilia Romagna che con lr. 12 febbraio 2010n. 4 ha abrogato la precedente lr. n. 16/2004 prevedendo (art. 13) che “l’avvio delle atti-vità ricettive nelle strutture alberghiere ed in quelle all’aria aperta e nelle loro dipen-

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denze è intrapreso a seguito della dichiarazione di inizio attività da presentare alcomune nel cui territorio è ubicato l’esercizio” che abilita altresì ad effettuare, unita-mente al servizio ricettivo, la somministrazione di alimenti e bevande alle persone allog-giate, ai loro ospiti ed a coloro che sono ospitati nella struttura ricettiva in occasione diconvegni e manifestazioni organizzati. La DIA abilita altresì alla fornitura di giornali, rivi-ste pellicole per uso fotografico e di registrazione audiovisiva, cartoline e francobolli, gad-get e souvenir alle persone alloggiate, nonché ad installare, ad uso esclusivo di dette per-sone, attrezzature e strutture a carattere ricreativo, per le quali è fatta salva vigente disci-plina in materia di sicurezza, igiene e sanità.

Anche la regione Umbria con lr 16 febbraio 2010 n. 15 “Disposizioni per l’adempi-mento degli obblighi derivanti alla regione Umbria dall’appartenenza dell’Italia all’UnioneEuropea - Attuazione della direttiva 2006/123/CE del Parlamento Europeo e del Consigliodel 12 dicembre 2006 relativa ai servizi nel mercato interno” è intervenuta su tali aspetti.

In particolare, per quanto concerne l’esercizio dell’attività ricettiva in forma impren-ditoriale, l’interessato è tenuto a presentare al comune ove ha sede la struttura ricettiva laDIA, ai sensi della normativa vigente in materia di dichiarazione di inizio attività. La DIA ècorredata, anche per mezzo di autocertificazione, della documentazione concernente ilpossesso dei requisiti sanitari, urbanistici e di Pubblica Sicurezza e in materia di preven-zione incendi ai sensi della normativa vigente. In ogni caso resta fermo il principio chel’interessato potrà avviare l’attività alla data di presentazione della DIA.

La DIA contiene inoltre la seguente certificazione:a. iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio, industria, artigiana-

to e agricoltura;b. classificazione della struttura principale e della eventuale dipendenza;c. stipulazione di un’assicurazione per rischi di responsabilità civile nei confronti del

cliente, d. denominazione, titolarità, tipologia ricettiva, capacità ricettiva, ubicazione e periodo

di apertura annuale o stagionale;e. contestualmente alla DIA, l’interessato che intende esercitare l’attività ricettiva

dichiara, ai fini del rilascio dei cartellini dei prezzi di ciascuna unità abitativa, le tarif-fe da applicare all’ente pubblico competente. Ma sebbene tutte le regioni non siano intervenute a dare attuazione ai principi della

direttiva 2006/123/CE, è stato approvato nel frattempo il D. Lgs 26.3.2010 n. 59“Attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno” che, relati-vamente alle strutture turistico-ricettive all’art. 83, stabilisce che “fermo restando quan-to previsto dall’art. 9 della L. 29.3.2001 n. 135, l’apertura, il trasferimento e le modifi-che concernenti l’operatività delle strutture turistico-ricettive sono soggetti a dichiarazio-ne di inizio attività ai sensi dell’art. 19 comma II, primo periodo della L. 7.8.1990, n. 241”.Resta fermo in ogni caso il principio che l’avvio e l’esercizio delle attività sopra citaterimanga sottoposto al rispetto delle norme urbanistiche, edilizie, di Pubblica Sicurezza,

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igienico sanitarie e di sicurezza nei luoghi di lavoro. Successivamente il Ministero dello Sviluppo Economico, in considerazione dell’en-

trata in vigore del D. Lgs stesso (prevista per l’8 maggio 2010) ha pubblicato unaCircolare esplicativa in cui si precisa che le disposizioni del decreto di recepimento pre-valgono su eventuali disposizioni regionali in contrasto (ma si applicano solo transitoria-mente, sino all’adozione da parte delle regioni stesse delle norme di attuazione della diret-tiva comunitaria) e che le disposizioni del decreto riconducibili alla competenza statalenon sono in alcun modo derogabili da leggi regionali di settore (somministrazione di ali-menti e bevande al pubblico, commercio al dettaglio su aree pubbliche, agenti di affari inmediazione, agenti e rappresentanti di commercio, mediatori marittimi e spedizionieri).

È comunque ancora da menzionare che il decreto legge n. 78/2010 sulla manovraeconomica convertito nella legge del 31.7.2010 n. 122, ha previsto nella legge di conver-sione, all’art. 49 la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), modificando l’art.19 della L. n. 241/1990 sulla trasparenza amministrativa. La SCIA, pertanto, sostituisce laDIA in tutte le norme nazionali e regionali nelle quali risulta citata.

Inizialmente la SCIA doveva essere utilizzata solo da chi volesse intraprendere un’at-tività imprenditoriale e commerciale, successivamente nel corso della discussione inParlamento, il Governo ha ritenuto opportuno estenderla anche alle attività edilizie.

Altra novità che ha coinvolto l’attività dell’impresa turistica è l’attuazione dell’art. 9della legge 2 aprile 2007 n. 40 “Conversione in legge con modificazioni del decreto legge31 gennaio 2007 n. 7, recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozio-ne della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese”.Infatti dal primo aprile 2010 chi vuole avviare, modificare o cessare un’attività imprendi-toriale può presentare al solo ufficio del Registro delle Imprese presso la Camera diCommercio una Comunicazione Unica (ComUnica) valida ove sussistano i requisiti dilegge anche ai fini fiscali, previdenziali ed assistenziali, nonché per l’ottenimento delCodice Fiscale e della partita IVA.

L’Ufficio del Registro delle Imprese contestualmente rilascia la ricevuta, che costi-tuisce titolo per l’immediato avvio dell’attività imprenditoriale, e da notizia alleAmministrazioni competenti dell’avvenuta presentazione della Comunicazione Unica.

Una delle novità più rilevanti introdotte dalla Comunicazione Unica è rappresentatadall’obbligo esteso a tutte le imprese, anche quelle individuali, di trasmettere le dichiara-zioni agli uffici del Registro Imprese per via telematica o su sopporto informatico. La pre-sentazione della Comunicazione Unica richiede il possesso della firma digitale da partedegli interessati che devono sottoscrivere digitalmente il modello. Il modello di“Comunicazione Unica” prevede poi che l’utente indichi l’indirizzo di Posta ElettronicaCertificata (PEC) al quale saranno trasmesse tutte le comunicazioni relative al procedi-mento.

La Comunicazione Unica, una volta inviata dall’interessato all’Ufficio del Registrodelle Imprese, è sottoposta dal sistema informatico del Registro ad una serie di verifiche,

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le quali dovranno avere tutte esito positivo, altrimenti la Comunicazione è considerata irri-cevibile ed il sistema notifica immediatamente l’informazione alla casella di PEC dell’uten-te. Qualora le verifiche abbiano, invece, tutte esito positivo la Comunicazione Unica è pro-tocollata immediatamente nel sistema Registro delle Imprese.

3. 3 Ulteriori precisazioni sull’autorizzazioneOltre a quanto fin qui trattato, l’autorizzazione amministrativa deve contenere altre

annotazioni, alcune obbligatorie altre su richiesta. - Annotazioni obbligatorie: • nominativo del titolare o del gestore; • denominazione del complesso; • la capacità ricettiva complessivamente autorizzata; • il livello di classificazione attribuita;• il numero di “Codice Fiscale” - la mancanza di questo dato produce l’inefficacia

dell’autorizzazione (art 12, comma 2, DPR n. 784/1976) e quindi l’abusività dell’atti-vità esercitata, con tutte le conseguenze di carattere penale a carico degli interessati;

• “iscrizione al Registro delle imprese - per ottenere l’autorizzazione amministrati-va per la ricettività all’aria aperta è preliminarmente necessario essere iscritti al regi-stro delle imprese di cui alla L. n. 580/1993, i cui estremi devono essere riportati sull’autorizzazione amministrativa;

• “Gestore” - l’autorizzazione a favore di enti, associazioni e società può essere con-cessa solo quando i rappresentanti degli stessi abbiano designato un gestore.

- Annotazioni a richiesta: altre annotazioni possono essere apportate sull’autorizzazione, dietro specifica richiestadel titolare, al fine di: • ottenere l’indicazione di un’eventuale rappresentante; • tenere e far funzionare elettrogrammofoni a gettoni (jukebox); • tenere e far funzionare apparecchi radioriceventi e televisivi; • installare apparecchi automatici di trattenimento (flipper, videogame, ecc.).

3. 4 Trasferimento o locazione delle attività accessorie L’esercizio delle attività accessorie può essere trasferito o locato dal titolare dell’au-

torizzazione amministrativa a terzi, purché essi risultino in possesso dei requisiti stabilitidalle legge vigenti.

Infatti taluni servizi del complesso ricettivo possono essere affidati con contratto diaffitto di ramo d’azienda dai titolari dell’autorizzazione a persone od imprese che, pur nellaloro autonomia imprenditoriale, operino unitariamente per la finalità del complesso ricet-tivo del quale rimane comunque responsabile, sotto l’aspetto funzionale, il titolare. Donde,

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al titolare dell’autorizzazione ricettiva è fatto obbligo di comunicare alla “Camera diCommercio, al Comune ed all’Ufficio IVA competenti”, il trasferimento dell’esercizio divendita di merci e/o la somministrazione di alimenti e bevande e/o altre attività accesso-rie autorizzate al nuovo soggetto e questi, entro 30 giorni dall’inizio della sua gestioneè tenuto a denunciare la stessa al Registro delle Ditte, nonché a presentare all’Ufficio IVAla dichiarazione di inizio attività, ai sensi dell’articolo 53, comma 1 del DPR 26 ottobre1972, n. 633.

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4. Adempimenti amministrativi

4. 1 Codice Fiscale Il Codice Fiscale è la carta di identità del contribuente nei rapporti con

l’Amministrazione finanziaria. Una volta assegnato in via definitiva, accompagna il cittadi-no per tutta la sua vita. È unico e immutabile e può essere sostituito solo se intervengo-no, nei modi previsti dalla legge, cambiamenti relativi: al nome - al cognome - al luogo ealla data di nascita.

Le persone fisiche e i soggetti diversi dalle persone fisiche che non siano contri-buenti IVA devono presentare domanda di attribuzione del numero di “Codice Fiscale” agliuffici distrettuali delle imposte dirette. I soggetti obbligati alla dichiarazione di inizio atti-vità soggetta ad IVA devono presentare la domanda agli Uffici IVA.

Le domande devono essere sottoscritte dagli interessati o da chi ne ha la legale rap-presentanza e devono essere presentate personalmente o a mezzo di persona incaricataagli Uffici abilitati a riceverle.

Il legale rappresentante o la persona incaricata deve esibire, all’atto della presenta-zione della domanda, un documento d’identità proprio e del richiedente. Per le domanderiguardanti i soggetti diversi dalle persone fisiche, i minori ed i soggetti residenti all’este-ro, la persona che ne ha la rappresentanza legale o la persona incaricata deve esibire unproprio documento.

Per le “persone fisiche” il Codice Fiscale è normalmente formato da sedici caratteri(alfabetici e numerici) e riproduce per estratto i dati anagrafici: cognome, nome, sesso,data e luogo di nascita.

Per i “soggetti diversi dalle persone fisiche” (società, enti, associazioni, ecc.), ilCodice Fiscale è sempre formato da undici caratteri, tutti numerici.

4. 2 Iscrizione nel Registro delle Imprese Fra gli adempimenti amministrativi più importanti e improrogabili per poter eserci-

tare la ricettività all’aria aperta si deve ricordare la disciplina prevista dall’art. 5 della legge17 maggio 1983, n. 217, che poneva l’obbligo, per i titolari, o i gestori delle imprese turi-stiche, di iscrizione in una sezione speciale del REC (Registro Esercenti il Commercio, isti-tuito dalla legge 426/1971). Il ministero dell’Industria, Commercio ed Artigianato, avva-lendosi del disposto dell’art. 41 della citata legge 426/71, prevedeva l’emanazione dinorme esecutive e regolamentari, contenute nel D. M. 4 agosto 1988, n. 375 al fine di pre-cisare le modalità per la predetta iscrizione (Artt. 6-8-19).

L’iscrizione nella sezione speciale, dunque, è prevista per i soggetti che intendanosvolgere professionalmente, in qualità di titolari o di gestori dell’impresa, l’attività di

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gestione di strutture ricettive e annessi servizi turisti ed è “condizione per il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio di tale attività”. L’iscrizione nella sezione speciale legittimal’iscritto che venga autorizzato ad esercitare l’attività ricettiva ad effettuare, unitamentealla prestazione del servizio ricettivo, la somministrazione di alimenti e bevande e la ven-dita di giornali, riviste, pellicole per uso cinematografico, cartoline e francobolli alle solepersone alloggiate, nonché ad installare ad uso esclusivo di tali persone attrezzature estrutture a carattere ricreativo (Art 8, DM 375/88).

L’iscrizione nella sezione speciale non è valida per ottenere l’iscrizione per l’eserciziodelle altre attività oggetto del REC salvo per la somministrazione di alimenti e bevande.

Analogamente l’iscrizione per l’esercizio di una di tali attività non è valida per otte-nere l’iscrizione alla sezione speciale imprese turistiche.

L’iscrizione nella sezione speciale è disposta dalla Commissione REC della Cameradi Commercio nella cui circoscrizione i richiedenti hanno la propria residenza o sede lega-le; essa ha la validità per tutto il territorio nazionale e per la gestione di qualsiasi tipo distruttura ricettiva.

Per ottenere l’iscrizione nel REC - sezione speciale imprese turistiche - il richieden-te deve: 1. presentare la domanda in bollo; 2. aver raggiunto la maggiore età (ad eccezione del minore emancipato autorizzato a

norma di legge all’esercizio di attività commerciale); 3. essere in possesso almeno della licenza media inferiore (per i nati a tutto il

31/12/1952, la frequenza scolastica obbligatoria è stata stabilita per la durata di 5anni);

4. non essere nelle condizioni previste dall’art. 11 del T.U. delle norme di P.S. ; 5. aver superato un esame di idoneità all’esercizio dell’attività d’impresa ricettiva,

oppure aver concluso positivamente un corso di studio o di formazione professio-nale attinente all’attività ricettiva riconosciuto dallo Stato o dalla Regione o dalleProvince Autonome di Bolzano e di Trento;

6. versare il diritto fisso di iscrizione al REC in favore della Camera di Commercio. L’esame di cui al punto 5), sostenuto davanti ad una particolare Commissione, si

svolge in forma scritta, su questionari, e in forma orale, mediante colloquio. Chi nonsupera la prova scritta non è ammesso alla prova orale.

Materie d’esame sono:a) legislazione sul turismo, con particolare riguardo alle norme sull’attività ricettiva e a

quelle di carattere igienico-sanitario, sociale, penale e fiscale; b) legislazione in materia di somministrazione di alimenti e bevande; c) legislazione in materia di igiene della conservazione degli alimenti e delle bevande,

con particolare riguardo alla prevenzione di avvelenamenti e tossinfezioni; d) tecniche di gestione, amministrazione e contabilità aziendale.

Il candidato deve dimostrare all’esame di conoscere tutti i vari tipi di strutture ricet-

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tive anche se ha dichiarato nella domanda di essere interessato soltanto ad una di esse(es. campeggio).

I titolari o gestori di imprese ricettive, che alla data del 9 giugno 1983, risultavanoiscritti per tale attività nel Registro Ditte della CCIAA o erano in possesso della relativaautorizzazione, sono tenuti a chiedere l’iscrizione al REC - sezione speciale imprese turi-stiche. Essi hanno diritto ad ottenere l’iscrizione su loro domanda. La domanda non deveessere sottoposta alla Commissione per la tenuta del Registro. Né la legge né il decretoministeriale fissano un termine per tale adempimento.

Tuttavia il decreto ministeriale prevede che all’atto del primo rinnovo annuale dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività ricettiva, l’autorità competente (al rinnovo stes-so) deve accertare che il richiedente abbia almeno presentato domanda di iscrizione allaCamera di Commercio.

L’autorità non può provvedere al rinnovo mancando la prova dell’avvenuta presen-tazione della documentazione relativa al REC - Sezione speciale imprese turistiche.

Per quanto concerne le imprese turistiche organizzate in forma diversa da quellaindividuale o, più in generale, il cui esercizio è condotto per mezzo di un rappresentante(art. 96 TULP), quest’ultimo deve essere iscritto - su domanda del titolare dell’autorizza-zione - alla sezione speciale del REC. Tanto la legge quanto il decreto ministeriale parla disezione speciale e non di elenco speciale per i rappresentanti. È da ritenere che sarebbeerrato iscrivere i rappresentanti nell’elenco speciale previsto dall’art. 9 della legge n.426/1971.

La sezione speciale per le imprese turistiche è unica ed è riservata ai titolari e ai lororappresentanti.

L’art. 2 del decreto ministeriale dice a chiare note che nel caso di esercizio affidatoa rappresentante (art. 8 e 93 del TULPS) devono essere iscritti al REC tanto il titolare(Società, ecc.) quanto il rappresentante stesso.

Hanno diritto ad ottenere l’iscrizione al REC (sezione speciale imprese turistiche) suloro domanda, senza dimostrare di aver superato alcun esame di idoneità: • coloro che dimostrino di aver trasferito ad altri la gestione dell’attività ricettiva ante-

riormente al 9 giugno 1983 con un contratto in corso a tale data; • coloro che dimostrino di essere stati titolari dell’autorizzazione per l’esercizio dell’at-

tività ricettiva nei tre anni precedenti al 9 giugno 1983; • coloro che siano in possesso dell’attestato di superamento del corso di studio o di

formazione professionale descritto in precedenza. Attualmente tali disposizioni normative sono state abrogate per effetto del D. Lgs

31.3.1998 n. 114 “Riforma della disciplina relativa al settore del commercio a norma del-l’art. 4 comma IV della L. 15.3.1997 n. 59” (Legge Bassanini) che però faceva salve le pre-visioni del REC, relative all’attività ricettive.

Queste ultime sono state modificate dall’art. 7 III com. della L. n. 135/2001 che sta-bilisce e conferma il fatto che l’attività turistica è subordinata all’iscrizione nel registro

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delle imprese di cui alla legge 29.12.1993 n. 580 da effettuarsi nei tempi e nei modi di cuial Dpr. 7 dicembre 1995 mentre è espressamente soppressa la Sezione speciale del RECistituita dalla legge n. 217/1983 (art. 11 IV com L. n. 135/2001).

È comunque da sottolineare che la formulazione letterale della norma suscita fortiperplessità nel momento in cui afferma che l’iscrizione nel Registro sia “condizione perl’esercizio dell’attività turistica”.

La previsione in questione si pone, infatti, in palese contrasto con la disciplina civi-listica ex art. 2188 e ss c.c. che attribuisce all’iscrizione una mera efficacia dichiarativa enon certo costitutiva della qualità di impresa o della possibilità di esercitare l’attivitàimprenditoriale.

L’art. 2196 c.c. espressamente prevede che l’imprenditore è tenuto chiedere l’iscri-zione nel registro entro trenta giorni dall’inizio dell’attività commerciale, per cui, si argo-menta, l’avvenuta iscrizione non può certo ritenersi condizione necessaria per intrapren-derla.

Pertanto, si può ritenere, che l’iscrizione nel registro delle imprese sia una conditiosine qua non, non per l’esercizio dell’attività commerciale nel turismo, quanto piuttostoper accedere a forme di finanziamenti ed incentivi previsti dalla normativa.

Tale tesi è infatti confermata nel successivo comma IV dello stesso art. 7 della L. n.135 dove si dichiara che alle imprese turistiche sono estese le agevolazioni, i contributi,le sovvenzioni i benefici e gli incentivi di qualsiasi genere previsti per le imprese del set-tore industriale ribadendo di nuovo l’equiparazione tra i due settori.

4. 3 La rappresentanza Come precedentemente accennato, le autorizzazioni di polizia, sono di regola perso-

nali, per cui l’art. 93 del TULPS pone una eccezione al principio della personalità, in quan-to ammette la possibilità di condurre qualunque esercizio pubblico mediante un rappre-sentante.

Norma ripresa, per quanto concerne il settore della ricettività all’aria aperta, dalla L.326/58 e ribadita da diverse normative regionali in materia.

La rappresentanza autorizzata è annotata sull’autorizzazione amministrativa dall’au-torità comunale competente per territorio, alla quale il titolare della licenza deve indirizza-re la relativa domanda. Sull’argomento si ritiene opportuno evidenziare: 1. ancorché sia il titolare a presentare la domanda per il rilascio all’autorizzazione della

rappresentanza da parte dell’autorità comunale, è però sempre il rappresentante ilsoggetto che deve ottenere la suddetta autorizzazione e per la quale deve rilasciarepersonale accettazione;

2. il titolare dell’autorizzazione può avvalersi, però, dell’opera di dipendenti o collabo-ratori, senza che questi ultimi debbano essere autorizzati in qualità di rappresentan-ti, purché effettivamente si limitino ad eseguire le disposizioni impartite dal titolare

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e le eventuali sostituzioni, del titolare, non abbiano carattere di continuità e durata; 3. la differenza fra “rappresentante e addetto, incaricato e sostituto (anche se familia-

re)” risiede perciò nel fatto che, in assenza del titolare, pur potendo essere affidatala conduzione dell’esercizio a una di queste figure, deve essere escluso ogni carat-tere di continuità, cioè la sostituzione deve essere connessa a momentanee assen-ze del titolare (come ad esempio: durante l’ora dei pasti o in presenza di circostan-ze contingenti). Tale sostituzione non deve essere però abituale e di lunga durata(cfr. Cassazione 2.3.1959 in Giustizia Pen. 1959, 11, 376);

4. sotto l’aspetto logico e giuridico, nulla impedisce che un soggetto sia titolare di piùesercizi avvalendosi dell’opera di altrettanti rappresentanti, purché egli conservi l’or-ganizzazione e la direzione dell’azienda assumendosi le relative responsabilità, valea dire che non vi sia una cessione abusiva dell’autorizzazione, che è vietata nel modopiù assoluto. Infine va ricordato che l’autorizzazione a favore di enti, associazioni e società per la

gestione di complessi ricettivi all’aria aperta può essere rilasciata solo quando i legali rap-presentanti degli stessi abbiano designato un gestore dell’esercizio che, oltre ad essereindicato sull’autorizzazione ed avere i requisiti richiesti dall’art. 11 del TULPS, è ancheresponsabile dell’osservanza delle disposizioni previste nelle leggi vigenti.

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5. La gestione

Le numerose disposizioni del regolamento di P.S., di particolari leggi di competen-za dello Stato e altre di competenza delle Regioni, che disciplinano il settore prevedonoulteriori prescrizioni a carico degli imprenditori che gestiscono strutture ricettive all’ariaaperta.

Sono già state considerate le modalità per ottenere il rilascio della licenza d’eserci-zio ed alcuni adempimenti amministrativi, ora interessa esaminare le principali modalitàprocedurali ricorrenti nella gestione del complesso ricettivo e che interessano: la comu-nicazione delle persone alloggiate alle autorità locali di P.S., la comunicazione delle tarif-fe per le singole prestazioni, le prescrizioni particolari concernenti talune proceduregestionali, la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro, i rapporti con la clientela. Prima diiniziare l’esame analitico delle disposizioni sopra accennate, si vuole illustrare, attraversouna sintetica elencazione, gli obblighi e i divieti, che sebbene di carattere residuale, fannorilevare segnatamente quanto sia oneroso l’impegno nella conduzione di un’azienda ricet-tiva.

5. 1 Obblighi, divieti e prescrizioni stabiliti dal TULPS, dalleleggi dello Stato e dalle Regioni

Una lettura combinata dei contenuti del TULPS, del suo Regolamento, e di alcunefra le principali normative regionali, permette di individuare un’ampia serie di obblighi gra-vanti sull’imprenditore che gestisce la struttura ricettiva all’aria aperta: a. obbligo di esporre all’ingresso del complesso ricettivo il segno distintivo inerente

alla classificazione assegnata. Tale segno distintivo deve corrispondere al logotipoapprovato dalla Regione;

b. obbligo di esporre nel locale di ricevimento le autorizzazioni e documentazioni, rela-tive a: autorizzazione dell’esercizio - con allegate le ricevute attestanti i versamenti delletasse sulle concessioni regionali relative all’anno in corso (dove previsto). Da tene-re presente che in alcuni casi è stata richiesta l’esibizione delle ricevute relative aiversamenti riguardante i cinque anni precedenti a quello in corso. Se ne consiglia,quindi, la loro conservazione unitamente alle licenze ed autorizzazioni in atto;planimetria generale del complesso; tabella delle tariffe - conforme all’ultima comunicazione presentata all’ente prepostoe dal medesimo vistata; cartellino delle tariffe - contenute nella tabella sopracitata, da esporre all’internodelle unità abilitative;

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polizza di assicurazione - di responsabilità civile verso terzi, comprendente la coper-tura dei rischi previsti dalla legge 316/78 (richiesta obbligatoriamente in alcuneregioni); cartello in quattro lingue contenente “Disposizioni per il soggiorno degli stranieri” -previsto dall’art. 226 del Regolamento del TULPS;

c. obbligo di gestire l’esercizio personalmente o a mezzo di un proprio rappresentanteautorizzato e annotato sulla licenza d’esercizio;

d. divieto di vendita anche parziale della piazzola e di qualsiasi altra forma che possafar venire meno, anche in parte, il carattere di pubblico esercizio unitario dell’azien-da medesima;

e. divieto di rifiutare, senza legittimo motivo, le prestazioni del proprio esercizio achiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo (art. 187 del Regolamento delTULPS);

f. obbligo di comunicare giornalmente alle autorità locali di P.S. le dichiarazioni dellegeneralità delle persone alloggiate;

g. divieto di dare alloggio alle persone non provviste di documento valido ad attestarel’identità personale del turista;

h. obbligo di denuncia degli stranieri alloggiati od ospitati non per soggiorno turistico,anche se parenti o affini, oppure assunti per qualsiasi causa alle proprie dipenden-ze;

i. divieto di adibire i minori degli anni 18 alla somministrazione di bevande alcoliche; j. divieto di assumere o mantenere in servizio personale, anche se appartenente alla

propria famiglia, adibito alla confezione, manipolazione, vendita o somministrazionedi sostanze alimentari o bevande, non munito di regolare libretto di idoneità sanita-ria. Il rimanente personale dovrà essere munito di certificato sanitario che ne attestil’idoneità e l’esclusione di malattie infettive in atto;

k. obbligo di denunciare immediatamente al Sindaco e alle Autorità Sanitarie localiqualsiasi infermità degli ospiti o del personale di servizio che dia luogo a sospetticirca la natura contagiosa;

l. divieto di tenere gatti e cani, ancorché legati, nei locali di produzione, manipolazio-ne, vendita e somministrazione di sostanze alimentari e bevande, fatta eccezione peri cani guida dei non vedenti (Legge 376/1988);

m. divieto di installare apparecchi radio televisivi, elettro-grammofoni a gettone (Juke-box) e giradischi senza il rilascio di una specifica autorizzazione del Sindaco ed ilpreventivo pagamento di abbonamento speciale RAI (relativamente alla radio e allatelevisione) ed il versamento dei diritti SIAE. Segnatamente per i televisori, l’instal-lazione, deve attenersi alle prescrizioni di P.S.. L’autorizzazione del Sindaco è neces-saria anche per installare apparecchi automatici e semiautomatici da gioco leciti eda puro intrattenimento (flipper, videogame, calcio da tavolo, ecc.) e devono esserepagati i diritti SIAE;

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n. obbligo di non esercitare o far esercitare giochi d’azzardo e l’uso di sostanze stupe-facenti;

o. obbligo di trasmettere all’ente preposto, debitamente compilati, i modelli ISTAT aifini della rilevazione dei dati sul movimento turistico.

5. 2 Registrazione e comunicazione alle autorità locali diP.S. delle persone alloggiate

L’articolo 109 del TULPS2 a seguito delle modificazioni introdotte dall’art. 8 della L.29 marzo 2001 n. 135 risulta essere così sostituito:

“I gestori di esercizi alberghieri e di altre strutture ricettive comprese quelle che for-niscono alloggio in tende, roulotttes, nonché i proprietari e gestori di case e di apparta-menti per vacanze e gli affittacamere, ivi compresi i gestori di strutture di accoglienza nonconvenzionali, ad eccezione dei rifugi alpini inclusi in apposito elenco istituito dalla regio-ne o provincia autonoma, possono dare alloggio esclusivamente a persone munite dellacarta di identità o di altro documento equipollente idoneo ad attestare l’identità secondole norme vigenti. Per gli stranieri extracomunitari è sufficiente l’esibizione del passaportoo di altro documento che sia considerato ad esso equivalente in forza di accordi interna-zionali, purché munito dalla fotografia del titolare.

I soggetti di cui al primo comma, anche tramite i propri collaboratori, sono tenuti aconsegnare ai clienti una scheda di dichiarazione delle generalità conforme al modelloapprovato dal Ministero dell’Interno. Tale scheda, anche se compilata a cura del gestore,deve essere sottoscritta dal cliente. Per i nuclei familiari e per i gruppi guidati la sottoscri-zione può essere effettuata da uno dei coniugi anche per gli altri familiari e dal capogrup-po anche per i componenti del gruppo. I soggetti di cui al primo comma sono altresì tenu-ti a comunicare giornalmente all’Autorità Locale di Pubblica Sicurezza le generalità dellepersone alloggiate, mediante consegna di copia della scheda, entro le ventiquattro oresuccessive al loro arrivo. In alternativa il gestore può scegliere di effettuare tale comuni-cazione inviando, entro lo stesso termine, alle questure territorialmente competenti, i datinominativi delle predette schede con mezzi informatici o telematici o mediante fax secon-do le modalità stabilite con decreto del Ministro dell’Interno”.

Pertanto in luogo del registro bollato e vidimato dalla Pubblica sicurezza, previstodalla normativa vigente, ora secondo le ultime disposizioni normative di cui alla L. n.135/2001 si contempla la consegna, ai clienti che chiedono alloggio, di una scheda didichiarazione delle generalità, compilata dal cliente o dallo stesso gestore, ma comunquesottoscritta dal cliente

Con il decreto del Ministero dell’Interno 11 dicembre 2000, pubblicato sulla G.U. 19dicembre 2000, n. 295 sono state individuate le modalità di comunicazione all’autorità di

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2) L’art. 109 del TULPS approvato con R. d 18. 6. 1931 n. 773 come già modificato dall’art. 7 del decretolegge 29 marzo 1995 n. 97 convertito con modificazioni dalla L. 30.5.1995 n. 203

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Pubblica Sicurezza, anche con mezzi informatici, dell’arrivo delle persone alloggiate. A risolvere le vivaci dispute sollevate, in merito all’interpretazione normativa che

disponeva l’obbligo della comunicazione giornaliera, il decreto dirime qualsiasi dubbioprevedendo che la consegna della scheda all’autorità di P.S. o la comunicazione telemati-ca debba avvenire entro ventiquattro ore dall’arrivo delle persone alloggiate.

L’inosservanza dell’obbligo dell’annotazione e della comunicazione era sanzionatadall’art. 665 III com. c. p. poi abrogato dall’art. 4 del D. Lgs n. 480/1994; attualmente inseguito alla nuova configurazione dell’art. 109 del TULPS, come riscritto dalla L. 135/200,trova applicazione l’art. 17 del TULPS che punisce con l’arresto sino a tre mesi o con l’am-menda sino a 206 euro le violazioni delle disposizioni del TULPS, per le quali non è sta-bilita una pena od una sanzione amministrativa ovvero non provvede il codice penale.

La comunicazione giornaliera è effettuata al questore della provincia anche per il tra-mite del commissariato di Pubblica Sicurezza territorialmente competente. Nel caso distruttura ricettiva ubicata in un comune che non sia sede né di questura né di commissa-riato di Pubblica Sicurezza è in facoltà dei gestori di effettuare la comunicazione giorna-liera presso i reparti minori dell’Arma dei Carabinieri che provvederanno a trasmettere gliatti acquisiti, nel più breve tempo possibile, alla questura.

Infine per le strutture ricettive ubicate in località che non siano sede né di questura,né di commissariato di Pubblica Sicurezza, né di reparti minori dell’Arma dei Carabinieri,la comunicazione giornaliera va effettuata al Comune.

Nonostante che la nuova versione dell’art. 109 del TULPS faccia cessare l’obbligo diconservazione delle schede a decorre dal 30 giugno 1996, si ritiene opportuno consiglia-re che le medesime siano conservate presso l’esercizio sino al termine di prescrizionedelle eventuali violazioni all’art. 109; e l’impresa deve essere in grado di dimostrare diavere adempiuto a tali obblighi per un quinquennio. Tuttavia, è data facoltà ai gestori dellestrutture ricettive, al fine di avere prova documentale dell’assolvimento dell’obbligo dellacomunicazione giornaliera, di consegnare mensilmente gli originali delle schede di dichia-razione delle generalità, alla Questura competente, entro il 10 del mese successivo a quel-lo di compilazione, ovvero per gruppi di mille schede, unitamente ad un elenco in duplicecopia, contenente i dati identificativi delle persone alloggiate. Una copia di tale elenco,vistata e timbrata a cura dell’ufficio, sarà restituito al gestore.

5. 2. 1 Ulteriori precisazioni e chiarimenti riguardanti la notifica delle personealloggiate

Al fine di completare la trattazione della materia in esame, si ritiene opportunosegnalare ulteriori precisazioni e chiarimenti:a) Innovazioni introdotte dalle nuove modifiche apportate all’art. 109 del TULPS:

• soppressione del registro delle persone alloggiate - i gestori dei complessi ricet-tivi non devono più annotare la presenza nel tradizionale “registro delle persone

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alloggiate” che viene ora sostituito dalle schede di dichiarazione delle generalità.Detto registro o le schede previste dalla vecchia disciplina andranno comunque con-servati sino al temine di prescrizione, anche in caso di cambio della gestione delcomplesso (cinque anni); • partenza e luogo di destinazione delle persone alloggiate - particolare rilevanzariveste la circostanza che nel regime di notifica delle persone alloggiate, disciplinatodalla nuova formulazione del terzo comma dell’art. 109 TULPS, i titolari delle struttu-re ricettive non sono più tenuti a dare notizia alle Autorità Locali di P.S. del giorno dipartenza e del luogo di destinazione delle persone alloggiate.

b) Documenti di identitàA seguito di controlli di polizia, è stata contestata ad alcuni gestori di complessi

ricettivi la validità come documento di riconoscimento, ai fini delle disposizioni diPubblica Sicurezza, delle tessere rilasciate dagli ordini professionali o da club automobi-listici (o come nella fattispecie del Touring Club Italiano). Per consuetudine, infatti, molticlienti esibiscono, all’arrivo in campeggio, la tessera internazionale rilasciata da questiorganismi. Tale tessera è ritenuta, erroneamente, da alcuni gestori, un valido documentodi riconoscimento, i cui estremi vengono infatti trascritti nella scheda di dichiarazionedelle generalità delle persone alloggiate.

La materia è disciplinata dal TULPS e dal relativo regolamento. In base all’art. 3 delladisciplina in questione l’unico documento cui è riconosciuta la specifica funzione di iden-tificare un soggetto è la “carta di identità”, rilasciata dal Sindaco alle persone di età supe-riore a quindici anni, che ne facciano richiesta. Gli articoli 292 e 293 del Regolamento diP.S. equiparano però alla carta di identità i documenti rilasciati da amministrazioni stata-li, o convalidati da un organo dell’amministrazione statale, forniti di fotografia e timbro asecco. Tra questi, il regolamento ricomprende, ad esempio: le patenti, i libretti di portod’armi ed i passaporti. Gli ordini professionali o alcuni club, benché riconosciuti dallalegge come persone giuridiche di diritto pubblico, non sono amministrazioni dello Stato.Pertanto, la tessera rilasciata ai propri iscritti, anche se munita di foto e di timbro a secco,non è in effetti un documento di riconoscimento ai sensi del TULPS. La stessa conside-razione va fatta per le patenti di guida. Le nuove patenti, rilasciate dalla MotorizzazioneCivile, non hanno più validità come documento di riconoscimento. Conservano invece talevalidità le vecchie patenti rilasciate dalla Prefettura. Ai sensi dell’art. 109, primo comma,del TULPS, i gestori di strutture ricettive non possono dare alloggio alle persone nonmunite della carta di identità o altro documento idoneo ad attestare l’identità secondo lenorme vigenti. Pertanto il gestore è responsabile qualora il cliente alloggiato inseriscanella scheda di dichiarazione gli estremi di un documento non idoneo ad attestare l’iden-tità.

A tale proposito, deve osservarsi che la richiesta di documenti di identità riguardacoloro cui viene dato alloggio, e cioè cui viene messa a disposizione una stanza o, peranalogia, nel caso della ricettività, una piazzola per il posizionamento del mezzo di sog-

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giorno del cliente o di una unità abitativa. La prescrizione perciò non riguarda coloro chesostano in locali di utilizzazione comuni o adibiti a trattenimento, e dove possano svolger-si anche riunioni sportive o altro (Corte Cass. sent. 56/1970 - Foro It. 1970 - I -1293). c) Modalità di registrazione per i campeggi stanziali

Al riguardo delle modalità di registrazione delle persone alloggiate nei campeggistanziali, si osserva che l’art. 109 del TULPS richiede che la notifica dell’arrivo dell’ospitevenga effettuata all’inizio del soggiorno.

Sulla scia, di frequenti e numerosi quesiti posti dagli operatori, si sottolineano inparticolare due aspetti che hanno inciso profondamente sulla disciplina dell’art. 109 delTULPS, quale risulta dopo le ultime modifiche (art. 8 L. n. 135/2001)

Il primo aspetto concerne la cessazione di qualsivoglia rapporto o collegamento tral’obbligo di notifica delle persone alloggiate e quello di rilevazione del movimento turisti-co a fini ISTAT. Per adempiere a quest’ultimo, infatti, ogni gestore adotterà un propriosistema, atto a rilevare o comunicare con la maggiore esattezza possibile il movimentoarrivi, partenze e presenze degli ospiti.

Il secondo aspetto riguarda invece gli ospiti che soggiornano per lunghi periodi (sta-gionali, forfait) con i quali solitamente il campeggio stipula un accordo/contratto di age-volazione del prezzo per la permanenza delle persone e l’uso di un alloggio (piazzola odunità abitativa) per l’intero periodo concordato. Questi ospiti, non diversamente dagli altri“ospiti” tradizionali del campeggio sono liberi di assentarsi a propria discrezione dal cam-peggio, senza che in ciò si ravvisi interruzione del soggiorno. Pertanto, appare pertinenteed adeguata la compilazione di una sola dichiarazione delle generalità all’inizio del sog-giorno, intendendosi per tale il periodo contrattuale di permanenza, che si conclude allapartenza con rilascio dell’alloggio.

Quindi si reputa assurda la tesi che ritiene necessaria la ripresentazione, al terminedi ogni saltuaria assenza, della dichiarazione delle generalità del medesimo soggetto, chenon ha interrotto il suo soggiorno presso la stessa struttura ricettiva.

5. 3 Rilevazione statistica del movimento turistico Nella direttiva del Consiglio dell’Unione Europea 95/97 avente la finalità di realizza-

re a livello comunitario un sistema di informazioni statistiche nel settore del turismo,viene precisato che vanno rilevati gli arrivi e le partenze negli alloggi collettivi turistici.

A tale fine l’ISTAT, con circolari n. 45 del 16 settembre 1996 e circolare n. 58 del 18dicembre 2002 ha dato disposizioni dei nuovi modelli e delle nuove procedure per la rile-vazione del movimento clienti nelle strutture ricettive, in particolare con riferimento aimodelli di rilevazione ed ai compiti degli esercizi ricettivi.

Modello ISTAT C/59 - è il modello base in cui sono rilevate giornalmente le informa-zioni sugli arrivi e le partenze di tutti gli esercizi ricettivi. Per agevolare gli esercenti, ilmodello può essere compilato in tre modi: a. raggruppando gli arrivi e le partenze della clientela secondo ciascuna nazionalità di

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residenza o secondo la provincia dei cittadini italiani;b. indicando l’arrivo e la partenza di ciascun cliente;c. in forma mista.

Il modello C/59 è predisposto in duplice copia, una da inviare all’organo del turismocompetente (APT), l’altra da trattenere presso l’esercizio ricettivo per due anni. Compiti degli esercizi ricettivi - Tutti gli esercizi ricettivi devono compilare giornalmente ilmodello di base indicato dal competente organo territoriale del turismo (Mod. C/59 oTavole di spoglio A1 e A2). Modello che sarà reso compilato al competente organo delturismo: “giornalmente” nel caso del Mod. C/59; alla fine di ogni quindicina del mese nelcaso della Tavola di spoglio A1 o A2. In merito alla norma contenuta nella circolare ISTATin questione, nel caso di clienti che arrivino e partano nello stesso giorno, sarà adottata,quindi, la seguente convenzione: • l’arrivo e la presenza sono registrati il giorno dell’arrivo effettivo; • la partenza è registrata il giorno successivo.

Si fa presente che detta norma si riferisce alle persone alloggiate e non ai cosiddet-ti “visitatori”.

I dati sul movimento clienti negli esercizi ricettivi sono stati rilevati in conformità aquanto previsto dalla direttiva 95/57/CE relativa alla raccolta dei dati statistici nel settoreturismo, attuata dal Consiglio dell’Unione Europea il 23/11/95. Tale direttiva è stata rece-pita dal decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento del Turismo) del25 settembre 1998 che ha attribuito il compito di rilevare i dati all’ISTAT, il quale si avva-le della collaborazione dell’Enit e della Segreteria Centrale del Sistan.

L’Istituto Nazionale di Statistica è quindi l’organo cui compete il compito di effettua-re la rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi secondo il ProgrammaStatistico Nazionale 2008-2010.

Per l’esecuzione della rilevazione, l’ISTAT si avvale di organismi intermedi, costitui-ti dagli Uffici di statistica di enti territoriali con competenze specifiche in materia di turi-smo, nonché di enti ed organismi territoriali non facenti parte del Sistema StatisticoNazionale ai sensi degli artt. 2 e 4 del dlgs n. 322/89.

5. 4 Determinazione, comunicazione e pubblicazione deiprezzi dei servizi delle strutture ricettive

Dal 16 ottobre 1991, con l’entrata in vigore della legge 25 agosto 1991, n. 284, con-cernente: “Liberalizzazione dei prezzi del settore turistico”, pubblicata sulla G.U. del 2 set-tembre 1991, n. 295, i prezzi dei servizi alberghieri e della altre strutture ricettive di cuialla legge 217/1983, sono liberamente determinati dai singoli operatori. Con decreto del16 ottobre 1991, il Ministero del Turismo, norma le modalità di attuazione della legge inesame. Si fa seguire una breve analisi dei provvedimenti in questione divisa in tre momen-ti procedurali:

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Comunicazione dei prezzi - Premesso che è fatto obbligo a tutti i conduttori delle strut-ture ricettive elencate nell’articolo 6 della legge 17 maggio 1983, n. 217 di comunicare iprezzi autonomamente stabiliti, che intendono praticare nelle loro aziende, si segnalano leparticolarità sui contenuti della comunicazione: * la comunicazione dovrà contenere i prezzi minimi e massimi, fissati in due determina-ti periodi stagionali: alta e bassa stagione; * se verranno comunicati solo i prezzi minimi o solo i prezzi massimi, o in un unico perio-do stagionale, quelli indicati saranno considerati prezzi unici; * non possono essere praticati prezzi superiori ai massimi ne inferiori ai minimi, salvo neiseguenti casi: gruppi organizzati di almeno 10 persone - accompagnatori e interpreti alseguito di gruppi - bambini di età inferiore ai sei anni - ospiti per un periodo di soggior-no continuativo pari o superiore ai quindici giorni; * qualora sia praticato un “prezzo complessivo” quest’ultimo dovrà essere pari allasomma dei prezzi comunicati per singoli servizi.

Procedure per la comunicazione dei prezzi - La comunicazione dei prezzi, da effettuaretramite apposito modulo sulla base dello schema tipo, dovrà pervenire in duplice copiaalle “Regioni o agli Enti da esse delegati”. I termini di scadenza delle comunicazioni sono: • 1° ottobre di ogni anno - per i prezzi a valere dal 1° gennaio al 31 dicembre dell’an-

no successivo; • 1° marzo di ogni anno - eventuali modifiche per i prezzi a valere dal 1° giugno al 31

dicembre dello stesso anno. Una copia vidimata della comunicazione verrà resa, dal competente ufficio pubblico, alsoggetto interessato. - Esercizi di nuova apertura o cessata attività - gli esercizi di nuova apertura dovran-

no effettuare la comunicazione entro 30 giorni dalla data di apertura del complesso.Sempre entro 30 giorni, dovrà essere data la comunicazione della cessazione del-l’esercizio o dell’attività.

- Comunicazione incompleta o mancante - Qualora la comunicazione dei prezzi, entroi termini stabiliti, sia incompleta o mancante vengono ritenuti validi i prezzi preceden-temente comunicati (previa applicazione delle sanzioni previste).

Pubblicità dei prezzi - Viene posto l’obbligo di esporre al pubblico i prezzi comunicati,come segue: • Ufficio ricevimento ospiti - esposizione di una “tabella prezzi” conforme all’ultima

comunicazione dei prezzi vidimata. • Luogo di prestazione dei servizi - all’interno delle unità abitative (bungalow, case

mobili, caravan, ecc.) esposizione di un “cartellino dei prezzi” dei servizi prestati, con-forme ai contenuti della tabella vidimata esposta all’ufficio ricevimento.

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La tabella e il cartellino, con indicazioni in lingua italiana, inglese, francese e tede-sca, sono predisposti sulla base delle precise indicazioni delle Regioni.

5. 5 Sicurezza e igiene dei lavoratori sui luoghi di lavoro Con l’entrata in vigore del D. Lgs 19 settembre 1994, n. 626, anche le attività turi-

stico-ricettive devono uniformarsi alle nuove disposizioni di legge riguardanti il migliora-mento della sicurezza e della salute dei lavoratori sui luoghi di lavoro.

Considerata la complessità della norma ed i molteplici riflessi in termini organizza-tivi e di responsabilità che la stessa determina all’interno delle aziende, si ritiene opportu-no illustrare, sia pure in linea generale, i principi innovativi introdotti dal provvedimentoin questione e gli obblighi cui i datori di lavoro sono soggetti in questo delicato settore.

Resta fermo peraltro il fatto che il D. Lgs n. 626/1994 si inserisce in un quadro nor-mativo già preesistente basato sui DPR 547/1955 e 303/1956 per cui il datore di lavorogià dovrebbe trovarsi “in regola” con la normativa di settore a partire dalle disposizioniper la prevenzione degli infortuni e l’igiene di lavoro, cui si riferiscono i decreti citati inprecedenza.

Tale considerazione è esplicitamente confermata dallo stesso D. Lgs n. 626/94, chenell’ultima sua disposizione così recita: «restano in vigore, in quanto non specificatamen-te modificate dal presente decreto le disposizioni vigenti in materia di prevenzione degliinfortuni e igiene di lavoro».

Il D. Lgs 626/1994 è stato abrogato per effetto del D. Lgs 9.4.2008 n. 81 intitolato“Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007 n. 123, in materia di tutela della salu-te e della sicurezza nei luoghi di lavoro” che sostituisce completamente ed integralmentela precedente normativa.

Gli adempimenti da rispettare a carico delle imprese turistiche secondo le previsio-ni del D. Lgs 81/08 sono i seguenti :1. Nomina del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP);2. Nomina del Medico Competente (nel caso in cui sia prevista la sorveglianza sanita-

ria);3. Valutazione dei rischi aziendali e redazione del Documento di Valutazione dei Rischi

(DVR); nelle aziende fino a 10 dipendenti non soggette a valutazione di rischio inci-dente rilevante il DVR può essere sostituito da una autocertificazione;

4. Sorveglianza sanitaria per i lavoratori dipendenti;5. Formazione e informazione a tutti i dipendenti;6. Formazione specifica per gli addetti al primo soccorso;7. Formazione specifica per gli addetti alla gestione delle emergenze e prevenzione

incendi;8. Formazione specifica per il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RSL)

eletto facoltativamente nelle aziende fino a 15 dipendenti o individuato tra le rappre-

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sentanze sindacali nelle aziende con più di 15 dipendenti (in caso di non presenzadel RLS si deve fare riferimento al Rappresentante Sicurezza Lavoratori Territoriale);

9. Tenuta del Registro Infortuni (vidimato dalla ASL competente per territorio);10. Valutazione dei rischi interferenti nel caso di affidamento di lavori/manutenzioni

all’interno dell’azienda e redazione del Documento Unico di Valutazione dei RischiInterferenti (DUVRI). Il Testo Unico sulla sicurezza ha esteso rispetto al precedente D. Lgs 626/1994 gli

obblighi ed i relativi campi di applicazione. Si rivolge infatti a:a) tutti i settori di attività privati e pubblici e a tutte le tipologie di rischio;b) tutti i lavoratori e lavoratrici subordinati, autonomi ed imprese familiari;c) per i contratti di somministrazione (D. Lgs n. 276/2003) tutti gli obblighi di prevenzio-

ne e protezione sono a carico degli utilizzatori;

5. 5. 1 Il sistema di prevenzione Ciascun datore di lavoro dovrà costituire, all’interno della propria azienda, un siste-

ma integrato di prevenzione i cui principi e linee guida sono indicati dalla legge. Scopo diquesto sistema è la valutazione del rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori, non-ché l’attuazione di tutte le misure generali di tutela per la prevenzione infortuni e l’igienedi lavoro.

Il TU individua ed indica con chiarezza le principali figure che devono occuparsi disicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Il sistema di prevenzione contempla una pluralitàdi figure: a. Datore di lavoro, lavoratori autonomi ed imprese familiari;b. Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dei Rischi (RSPP) può essere

interno od esterno all’azienda. Nelle imprese fino a trenta dipendenti e non rientrantinelle aziende soggette a Rischio di Incidente Rilevante può coincidere con il datore dilavoro;

c. Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Aziendale (RLS) che se non presentein azienda viene supportato dal Rappresentante Territoriale (RLST);

d. Medico competente in caso di sorveglianza sanitaria obbligatoria;e. Addetti alle emergenze (prevenzione incendi, evacuazione, pronto soccorso).

A) Datore di lavoro (art. 17 e 18) Il datore di lavoro è tenuto all’osservanza delle misure generali di tutela. In partico-

lare, deve provvedere ai seguenti adempimenti: a. valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza e conseguente elaborazione del docu-

mento (non delegabile) sentito il parere del RLS se presente in azienda;b. designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi (nondelegabile) sentito il parere del RLS se presente in azienda;

c. nomina del medico competente;

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d. designazione preventiva dei lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di preven-zione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro, in caso di peri-colo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso, e comunque di gestionedella emergenza;

e. fornitura ai lavoratori dei necessari ed idonei dispositivi di protezione individuale;f. richiesta dell’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti;g. adozione delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza;h. informazione tempestiva ai lavoratori esposti a rischi gravi fornendo loro formazione

e DPI adeguati;i. adempimento degli obblighi di informazione, formazione ed addestramento;j. consegna tempestiva al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, su richiesta di

questi, di copia del DVR e del DUVRI;k. elaborazione del DUVRI e su richiesta di questi e per l’espletamento della sua funzio-

ne, consegna tempestiva di copia ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;l. comunicazione all’INAIL o all’ISPEMA, in relazione alla rispettive competenze dati rela-

tivi agli infortuni sul lavoro che comportino un’assenza dal lavoro di almeno un gior-no ed a fini previdenziali di almeno tre giorni;

m. consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;n. adozione delle misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell’evacuazione

dei luoghi di lavoro;o. aggiornamento delle misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e

produttivi;p. comunicazione annuale all’INAIL dei nominativi dei rappresentanti dei lavoratori per la

sicurezza;q. convocazione della riunione periodica con RSPP, Medico competente ed RLS nelle

aziende con più di 15 dipendenti, di aggiornamento delle valutazioni sui rischi e deirelativi provvedimenti adottati.

B) Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dei Rischi Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione è una persona in possesso

delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’art. 32 designata dal datore di lavoro acui risponde per coordinare il servizio di prevenzione dei rischi.

Il RSPP è una figura strategica nel sistema di gestione della sicurezza ed allo scopodi porre in atto le funzioni di cui all’art. 33 del D. Lgs n. 81/2008, deve instaurare un rap-porto di interazione/collaborazione con numerosi soggetti presenti sia all’interno cheall’esterno dell’azienda e deve essere dotato sia di capacità tecniche e gestionali che dicomunicazione e mediazione.

Inoltre sia il RSPP che gli Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione (ASPP),sono obbligati a mantenere il segreto professionale in ordine ai particolari processi lavo-rativi di cui sono venuti a conoscenza durante lo svolgimento delle proprie funzioni.

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Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dei Rischi professionali par-tecipa alle consultazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, non-ché alla riunione periodica di cui all’art. 35 del D. Lgs n. 81/2008.

La riunione periodica, alla quale debbono partecipare Datore di Lavoro, RSPP, medi-co competente e Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), è anche l’occasio-ne per stabilire una forma di collaborazione tra RSPP e RLS.

È evidente comunque che tale collaborazione non si esaurisce nella riunione perio-dica, ma prevede un continuo scambio di informazioni, proposte, segnalazioni che hannolo scopo di migliorare ed ottimizzare sempre più il livello qualitativo aziendale nell’ambitodella sicurezza sul lavoro.

C) Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Le disposizioni di cui all’art. 47 del D. Lgs n. 81/2008, stabiliscono che in ogni azien-

da o unità produttiva deve essere garantita la rappresentanza dei lavoratori per la sicurez-za ciò indipendentemente dalle dimensioni e dalla composizione di Rifermento e quindi,anche ove l’azienda o l’unità produttiva abbia un solo lavoratore.

Alla luce di quanto evidenziato, va sottolineato che l’elezione o la designazione delRappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza è una facoltà dei lavoratori e non certo unobbligo del datore di lavoro, il quale, peraltro, una volta chiesta ai lavoratori tale elezioneo designazione, non ha alcun titolo decisionale al riguardo.

Quindi, ove i lavoratori, non abbiano eletto o designato un rappresentante dei lavo-ratori “interno” all’azienda ex art. 47 del D. Lgs n. 81/2008, si applicheranno le disposi-zioni di cui all’art. 48 del TU e, nella azienda o nella unità produttiva a svolgere le funzio-ni di rappresentanza ai fini della sicurezza, sarà un rappresentante “esterno” all’azienda(RLST), nel rispetto delle previsioni del contratto collettivo che regolamenteranno l’elezio-ne o la designazione di tale figura.

D) Medico competente A questo preventore viene attribuito un fascio di delicate funzioni, dall’organizzazione

del controllo sanitario alle visite mediche, con ampie potestà decisionali, alcune delle qualisanzionate penalmente. La scelta del medico competente è attribuita al datore di lavoro (sen-tito il RLS) che ne sostiene l’onere economico. Il medico competente può essere un dipen-dente dell’azienda, un libero professionista, un dipendente di una struttura pubblica o priva-ta. È incompatibile l’attività di sorveglianza sanitaria con la funzione ispettiva. Pertanto, gliispettori medici del lavoro e delle aziende sanitarie locali non possono assumere l’incarico di“medico competente”.

In particolare le funzioni del medico competente ai sensi del D. Lgs n. 81/2008 (art. 25)si esplicano:a) nella collaborazione con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione

alla valutazione dei rischi ai fini della programmazione della sorveglianza sanitaria, ed

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alla predisposizione della attuazione delle misure per la tutela della salute e dell’integri-tà dei lavoratori;

b) nell’aggiornamento e nella custodia di una cartella sanitaria e di rischio per ogni lavo-ratore sottoposto a sorveglianza sanitaria;

c) nella visita degli ambienti di lavoro almeno una volta all’anno o a cadenza diversa cheviene stabilita in base alla valutazione dei rischi.La sorveglianza sanitaria effettuata dal medico competente, nei casi previsti dalla nor-

mativa vigente, comprende: • gli accertamenti preventivi a constatare l’assenza di controindicazioni al lavoro cui i

lavoratori sono destinati, ai fini di valutare la loro idoneità alla mansione specifica; • gli accertamenti periodici per controllare il loro stato di salute e confermare il giudizio

di idoneità al lavoro specifico. Tra i casi in cui le visite mediche preventive e periodiche sono obbligatorie rientrano le

attività lavorative che comportano l’uso di videoterminali (Titolo VII del D. Lgs 81/2008 artt.172-177). A tutela della salute nei luoghi di lavoro i lavoratori che utilizzino un’attrezzaturamunita di video terminali per almeno venti ore settimanali, hanno diritto a particolari cautele,in ordine ai rischi per la vista e per gli occhi, ai problemi legati alla postura ed all’affaticamen-to fisico o mentale, alle condizione ergonomiche e di igiene ambientale. Hanno altresì dirittoad una interruzione delle attività mediante pause, ovvero cambiamento delle attività ed in par-ticolare ad una pausa di quindici minuti ogni centoventi minuti di applicazione continuativa alvideo terminale. La pausa è considerata a tutti gli effetti parte integrante dell’orario di lavoro.Inoltre gli stessi lavoratori devono, altresì essere sottoposti a costante sorveglianza sanitaria,con particolare riferimento ai rischi per la vista e per gli occhi, ai rischi per l’apparato musco-lo-scheletrico.

5. 5. 2 La valutazione dei rischi L’organizzazione di un sistema integrato di prevenzione per l’attività svolta, consente al

datore di lavoro di adempiere agli obblighi previsti dagli artt. 28 e 29 del D. Lgs n. 81/2008 ecioè di effettuare la “valutazione dei rischi” per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Tale valutazione va effettuata in collaborazione con le figure precedentemente descritte(responsabile del servizio di prevenzione e protezione, rappresentante dei lavoratori, medicocompetente) e, si estrinseca nell’elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi(DVR) o, per le aziende fino ai 10 dipendenti non soggette a rischio incidente rilevante, nellaredazione di una autocertificazione.

La valutazione dei rischi anche nella scelta delle attrezzature di lavoro delle sostanze odei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione del luoghi di lavoro, deve riguar-dare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti grup-pi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli allo stress lavoro-correlato,quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, nonché quelli connessi alle differenze di

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genere, all’età, alla provenienza di altri paesi. Il DVR, redatto a conclusione della valutazione, deve avere data certa e contenere:

a) una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l’attivi-tà lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa;

b) l’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di pro-tezione individuati adottati a seguito della valutazione;

c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempodei livelli di sicurezza;

d) l’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare;e) l’indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione,

del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, o di quello territoriale e del medicocompetente che ha partecipato alla valutazione del rischio;

f) l’individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi spe-cifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, ade-guata formazione ed addestramento. Il DVR ed il DUVRI devono essere custoditi presso l’unità produttiva alla quale si riferi-

sce la valutazione dei rischi.

5. 5. 3 Segnaletica di sicurezza sui luoghi di lavoro Il titolo V del D. Lgs n. 81/2008 stabilisce le prescrizioni per la segnaletica di sicurezza

e di salute sui luoghi di lavoro per tutte le attività pubbliche e private.

La funzione - La segnaletica di sicurezza, riferita a un oggetto, a un’attività o a unasituazione determinata di rischio, fornisce un’indicazione o una prescrizione concernente lasicurezza o la salute sul luogo di lavoro, a seconda dei casi specifici di comportamento. Unappropriato segnale, infatti, trasmette, con immediatezza un messaggio che fornisce un’utileindicazione in merito a divieti, obblighi di comportamento, pericoli, informazioni, ubicazionedei mezzi antincendio e di soccorso, vie di fuga, ecc. Inoltre, affinchè sia garantita la percor-ribilità in sicurezza dei passaggi, delle uscite e delle vie di esodo, in situazioni di emergenza,la relativa segnaletica deve essere adeguatamente alimentata da una apposita sorgente elet-trica, distinta da quella ordinaria (ad esempio batteria a ricarica automatica) in grado di assi-curare un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux.

È prescritto, inoltre, che i cartelli devono essere costituiti di materiale il più possibileresistente agli urti, alle intemperie ed alle aggressioni dei fattori ambientali, mentre le dimen-sioni e le proprietà colorimetriche e fotometriche devono essere tali da garantire una buonavisibilità e comprensione.

Tipologia - I segnali previsti sono: • divieto - quando vietano un comportamento che potrebbe causare o far correre un pericolo;

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• antincendio - quando prescrivono una serie d comportamenti in caso di incendio;• avvertimento - quando avvertono di un rischio o di un pericolo; • prescrizione - quando indicano un determinato comportamento; • salvataggio o di soccorso - quando forniscono indicazioni relative alle uscite di sicurez-

za o di mezzi di soccorso o di salvataggio; • informazione - quando forniscono ulteriori notizie.

La segnaletica è costituita da: • cartelli che forniscono un’indicazione determinata - mediante una combinazione di una

forma geometrica, di colori e di un simbolo o pittogramma, la cui visibilità è garantitada un’illuminazione di intensità adeguata;

• segnali luminosi - emessi da un dispositivo costituito da materiale trasparente che èilluminato dall’interno, in modo da apparire esso stesso come una superficie luminosa;

• segnali acustici emessi o diffusi da un dispositivo sonoro; • comunicazioni verbali per messaggi predeterminati con impiego di voce umana o sin-

tesi vocale; • segnali gestuali per guidare persone che effettuano manovre che implicano un rischio

o un pericolo.

5. 5. 4 Tenuta del registro degli infortuni È previsto per il datore di lavoro la tenuta di un registro nel quale siano annotati crono-

logicamente gli infortuni sul lavoro che comportano un’assenza dal lavoro. L’obbligo di registrazione sussiste quando l’infortunio comporta l’assenza di almeno un

giorno escluso quello dell’evento (Circ. Mininlavoro n. 28/97). Il ministero conferma che nel caso di attività di breve durata, caratterizzata da modali-

tà o svolta in sede con pochi lavoratori e priva di adeguata attrezzatura amministrativa, l’ob-bligo in questione si ritiene assolto anche nell’ipotesi in cui il registro in questione sia tenutonella sede centrale dell’impresa, anche se tali attività siano dislocate in una provincia diversa(Circ. Mininlavoro 73/97).

In attesa che venga emanato un apposito decreto interministeriale relativo al funziona-mento del SNIP Servizio Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro, (art.8 com. IV D. Lgs n. 81/2008) tutte le imprese che sono tenute all’applicazione del TU sullasicurezza, devono comunque tenere un registro infortuni conforme al modello approvato conDM 12 settembre1958, ma con tutte le modifiche approvate con il DM 5 dicembre 1996 edessere timbrato dall’Asl territoriale.

5. 5. 5 Denuncia e verifica periodica degli impianti di messa a terra Le disposizioni di legge in materia prevedono obblighi specifici per il datore di lavoro (v. DPRn. 547/1955 e successive disposizioni). L’impianto di messa a terra è obbligatorio e deveessere:

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a. progettato e realizzato da un’impresa installatrice, iscritta alla CCIAA, in possesso dideterminati requisiti tecnico-professionali ed in grado di rilasciare una dichiarazione diconformità alle norme di buona tecnica (norme CEI) dell’impianto realizzato;

b. omologato dall’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL)competente, a seguito di denuncia da effettuarsi su apposita scheda. L’impianto di messa a terra deve essere quindi verificato, da parte dell’ISPESL compe-

tente, prima della messa in servizio e, successivamente, ad intervalli non superiori ai due anni.

5. 5. 6 Prevenzione incendi La normativa in materia di prevenzione incendi ha subito un radicale cambiamento

con l’entrata in vigore del Decreto del Presidente della Repubblica 1.8.2011 n. 151 intito-lato “Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativialla prevenzione degli incendi, a norma dell’art. 49, comma 4-quater del decreto legge31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122”,pubblicato nella GU del 22.9.2011, n. 221.

Il regolamento individua le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, modi-ficandole ed innovandole rispetto all’elencazione prevista nel DM 16.2.1982 e disciplina leprocedure per il deposito e l’esame dei progetti, per le visite tecniche, per l’approvazionedi deroghe e per la verifica delle condizioni di sicurezza da parte del Corpo Nazionale deiVigili del Fuoco.

Le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi sono distinte in tre categorie(A, B, C) elencate nell’allegato 1 al DPR n. 151/2011 in relazione alla dimensione dell’im-presa, al settore dell’attività, all’esistenza di specifiche regole tecniche all’esigenza di tute-la della pubblica incolumità.

La nuova normativa contempera un duplice obiettivo: rendere più snella e velocel’azione amministrativa e, al contempo, più efficace l’opera di controllo dei ComandiProvinciali che hanno la possibilità di concentrare la gran parte delle verifiche tecnichesulle attività con rischio di incendio più elevato.

In particolare, il regolamento, al punto 66, include tra le attività soggette ai con-trolli di prevenzione incendi, le strutture turistico ricettive all’aria aperta (campeggi,villaggi turistici) con capacità ricettiva superiore a 400 persone collocandole nella cate-goria B.

La medesima attività comprende anche alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo,residenze turistico alberghiere, studentati, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, rifu-gi alpini, bed & breakfast e case per ferie con oltre 25 posti letto, suddividendoli nelleseguenti categorie: Categoria A: strutture ricettive da 26 sino a 50 posti letto; Categoria B: strutture turistico ricettive all’aria aperta (campeggi e villaggi turi-stici) nonché le strutture ricettive con oltre 50 posti letto sino a 100 posti letto; Categoria C: strutture ricettive con oltre 100 posti letto.

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Come previsto dall’art. 4 comma I del DPR n. 151/2011, prima dell’inizio dell’attivi-tà, il titolare presenta una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), che produce glistessi effetti giuridici dell’istanza per il rilascio del certificato di prevenzione incendi.

Rispetto alla precedente disciplina normativa, per le attività ricomprese nella cate-goria A (strutture ricettive da 26 a 50 posti letto) che si ritiene non siano suscettibili diprovocare rischi significativi, non è più contemplato il parere di conformità sul proget-to ed i progetti relativi sono presentati contestualmente alla presentazione dellasegnalazione certificata di inizio attività (SCIA).

Resta fermo il principio che per le attività di cui alla categoria A e B (campeggi evillaggi turistici, strutture ricettive da 51 a 100 posti letto) successivamente alla pre-sentazione della SCIA, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco territorialmente compe-tente effettuerà i controlli anche con metodo a campione.

Per la categoria C (strutture ricettive con oltre 100 posti letto) il Comando, inve-ce, effettua necessariamente il sopralluogo di controllo entro sessanta giorni dallapresentazione della SCIA.

In merito alle procedure successive alla presentazione dell’istanza per il rilascio delCertificato di Prevenzione mediante SCIA, corredata della relativa documentazione, si sot-tolinea che queste differiscono sempre in relazione al tipo di attività.

Per le attività di cui alle categorie A e B, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuocoterritorialmente competente, entro 60 giorni dal ricevimento della SCIA, effettua controllitramite visite tecniche, volti ad accertare il rispetto delle prescrizioni previste dalla norma-tiva di prevenzione degli incendi, nonché la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincen-dio. Tali controlli sono anche disposti con metodo a campione o in base a programmi set-toriali.

Qualora nel corso dei controlli emergessero carenze dei requisiti e dei presuppostiper l’esercizio dell’attività previsti dalla normativa di prevenzione incendi, il Comandoadotta motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione delle attività e di rimozione deglieventuali effetti dannosi prodotti dalla stessa, fatta salva l’ipotesi che, ove sia possibile,l’interessato provveda a conformare alla normativa antincendio ed ai criteri tecnici di pre-venzione incendi detta attività entro un termine di 45 giorni, imponendo, ove si ritenessenecessario, specifiche misure tecnico gestionali atte a far cessare il pericolo per la pub-blica e privata incolumità ovvero per la messa in sicurezza delle opere.

In tal modo, è riconosciuta la possibilità al Comando Provinciale di non dover pre-scrivere, sempre ed in ogni caso, l’interruzione dell’attività, ma di richiedere all’interes-sato di conformare l’attività alla normativa antincendio entro un termine congruo.

Per quanto riguarda, invece, le attività di cui alla categoria C il Comando entro 60giorni dal ricevimento della SCIA, effettua controlli attraverso visite tecniche volti adaccertare il rispetto delle prescrizioni previste dalla normativa di prevenzione incendi.Entro 15 giorni dalla data di effettuazione delle visite, solo in caso di esito positivo delcontrollo, il Comando procede al rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi (CPI).

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È importante sottolineare che il Certificato Prevenzione Incendi, nella nuova norma-tiva analogamente al verbale della visita tecnica, non costituisce più un provvedimentofinale di un procedimento amministrativo, ma rappresenta solo il risultato del controlloeffettuato e non ha validità temporale. Resta comunque confermato l'obbligo di presenta-zione della domanda di rinnovo periodico della conformità antincendio da inviare alComando dei VVFF, con cadenza quinquennale o decennale, in funzione del tipo di attivi-tà soggetta a controllo di prevenzione incendi.

Tra le disposizioni transitorie e finali si specifica che gli enti ed i privati responsabi-li delle nuove attività introdotte all’Allegato 1, esistenti alla data di pubblicazione delRegolamento (22 settembre 2011), devono espletare i prescritti adempimenti entro il 7ottobre 2012, mentre gli enti ed i privati responsabili delle attività di cui all’Allegato 1 esi-stenti alla data di entrata in vigore del Regolamento (7 ottobre 2011) ed in possesso delCPI, alla scadenza del medesimo Certificato, devono chiedere il rinnovo di conformitàantincendio secondo le nuove disposizioni normative.

5. 6 Legge sulla Privacy - Tutela e riservatezza dei dati personali

La legge 31 dicembre 1996, n. 675, in materia di “Tutela delle persone e di altri sog-getti rispetto al trattamento dei dati personali”, prevede precisi obblighi per coloro cheintendono o devono procedere ad un trattamento di dati personali. Tali obblighi si sostan-ziano in adempimenti dettagliati, omessi i quali scattano le sanzioni sia penali, sia ammi-nistrative, sia civili poste a salvaguardia dei diritti tutelati. La legge non vieta, né potreb-be farlo, nell’attuale società della comunicazione, il trattamento di dati personali, ma isti-tuisce una serie di adempimenti formali e sostanziali tali da garantire che il trattamentodei dati avvenga senza lesioni per i diritti della personalità e per le prerogative attinenti unasorta di diritto alla riservatezza delle persone fisiche, giuridiche e dei soggetti collettivi.Una legge sulla privacy si rendeva necessaria per garantire il pieno rispetto del diritto allariservatezza annoverato dalla nostra Costituzione tra i diritti inviolabili dell’uomo ed ancheper recepire una direttiva comunitaria. Ma la normativa sulla privacy, per alcuni aspetti, èstata ritenuta eccessivamente rigida e burocratica e pertanto si è passati ad una tutela piùflessibile e meno vincolante per le imprese che è stato possibile realizzare a seguito dellemodifiche apportate dal D. Lgs 30.6.2003 n. 196 “Codice in materia di protezione deidati personali” con cui l’intero settore è stato semplificato e razionalizzato coordinandole varie disposizioni legislative e regolamentari che nel corso di questi ultimi anni si sonosucceduti in materia di tutela della privacy.

Notificazione - informativa - consenso - autorizzazione: questi sono in primissimaapprossimazione e con riserva di approfondimento, nel proseguo della trattazione, gli isti-tuti cardini della tutela della “privacy” come sono descritti dall’art. 4 del D. Lgs 196/2003.

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Glossario dei termini usati e i soggetti presi in considerazione dal D. Lgs n.196/2003

Dato personaleQualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica ente od associazioneidentificati o identificabili anche indirettamente mediante riferimento a qualsiasi altrainformazione ivi compreso un numero di identificazione personale.

InteressatoLa persona fisica, la persona giuridica, l’ente o l’associazione cui si riferiscono i dati personali.

Dati sensibiliI dati personali idonei a rivelare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose filoso-fiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni, odorganizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale nonché i dati persona-li idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale.

TrattamentoQualunque operazione o complesso di operazioni, effettuati anche senza l’ausilio di mezzielettronici concernenti la raccolta, la registrazione, l’organizzazione, la conservazione, laconsultazione, l’elaborazione, la modificazione, la selezione, l’estrazione, il raffronto, l’uti-lizzo, l’interconnessione, il blocco, la comunicazione, la diffusione, la cancellazione e ladistruzione dei dati, anche se non registrati in una banca dati.

IncaricatoLe persone fisiche autorizzate a compiere operazioni di trattamento dal titolare o dalresponsabile.

TitolareLa persona fisica, la persona giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente,associazione od organismo cui competono anche unitamente ad altro titolare le decisioniin ordine alle finalità, alle modalità del trattamento di dati, personali e agli strumenti uti-lizzati compreso il profilo della sicurezza.

Il responsabileLa persona fisica, la persona giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente,associazione od organismo preposti dal titolare al trattamento di dati personali.

Secondo quanto stabilisce l’art. 5 del Codice, le disposizioni normative si applicanoal trattamento di dati personali di chiunque effettuato nel territorio dello Stato, estenden-dolo anche al caso di chi si sia stabilito nel territorio di un paese non appartenenteall’Unione europea, ma impieghi, per il trattamento, mezzi anche non elettronici, situati nelterritorio italiano, escluso il caso di utilizzo solo a fini di transito nel territorio italiano.

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5. 6. 1 Procedure per gli adempimenti attuativi previsti dalla legge

I diritti dell’interessato L’interessato ha il diritto:a. di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano;b. di ottenere informazioni sull’origine dei dati personali, sulle finalità e modalità del

trattamento, sulla logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio distrumenti elettronici, sull’identità del titolare e degli eventuali responsabili, sui sog-getti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne aconoscenza;

c. di ottenere l’aggiornamento, la rettificazione, l’integrazione, la cancellazione, la tra-sformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione della legge.

Inoltre ha diritto di opporsi, in tutto o in parte:a. per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorché per-

tinenti allo scopo della raccolta;b. al trattamento dei dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubbli-

citario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comuni-cazione commerciale. Il controllo dell’interessato sui dati che lo riguardano è pertanto un controllo finaliz-

zato in primo luogo a constatare l’esattezza del dato stesso, ed in secondo luogo a verifi-care la correttezza nell’utilizzo del dato trattato. Inoltre tale controllo si può estendere siaal soggetto in possesso di quel dato, sia all’attività dello stesso. Sempre l’art. 13 del codi-ce prevede che all’atto della raccolta di dati personali, l’interessato o la persona presso laquale i dati sono raccolti, debba essere previamente informato oralmente o per iscritto:a. sui suoi diritti, nonché sulle finalità e modalità del trattamento;b. sulla natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati, e sulle conseguen-

ze di un rifiuto di rispondere;c. sui soggetti ai quali i dati possono essere comunicati o che possono venirne a cono-

scenza;d. sulle generalità del titolare e del responsabile.

La Notificazione al Garante: il titolare che intenda procedere ad un trattamento di datipersonali è tenuto a darne notificazione al Garante solo se il trattamento, per le modalitào la natura dei dati trattati, sia suscettibile di recare pregiudizio ai diritti ed alle libertà degliinteressati.

L’art. 37 del Codice descrive i casi di trattamenti sottoposti all’obbligo di notificazio-ne; tuttavia il Garante ha provveduto con apposita Deliberazione (31 marzo 2004 n. 1) achiarirne l’ambito di applicazione, individuando specificatamente i trattamenti di dati per-sonali (raccolta, uso, conservazione) non soggetti all’obbligo di notificazione.

Il provvedimento del Garante, infatti, chiarisce che non è previsto l’obbligo di effet-

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tuare la notificazione al Garante per i trattamenti normalmente effettuati dalle imprese turi-stiche ricettive quali ad esempio:a. trattamento dei dati dei clienti che effettuano una prenotazione alberghiera;b. trattamento dei dati dei clienti ai fini previsti dall’art. 109 del TULPSc. trattamento dei dati dei clienti effettuato a fini fiscalid. trattamento dei dati dei clienti effettuato per l’invio di materiale pubblicitario o per

iniziative promozionali. Pertanto nel caso b), ossia il trattamento dei dati personali dei clienti ai sensi del-

l’art. 109 del TULPS, la struttura ricettiva all’atto della compilazione della scheda è tenu-ta a dare una corretta informativa all’interessato, mentre non è necessario acquisire il suoconsenso, poiché nella fattispecie si tratta di un trattamento effettuato in base ad un obbli-go di legge.

Mentre nel caso d), qualora l’impresa ricettiva utilizzi i dati dei clienti, acquisiti almomento della prenotazione, per inviare periodicamente gli aggiornamenti delle proprietariffe, la promozione di offerte speciali, oppure inviare semplicemente gli auguri per ilcompleanno o le festività, in tal caso la struttura ricettiva è tenuta ad acquisire il consen-so dell’interessato.

La notificazione del trattamento è presentata al Garante prima dell’inizio del tratta-mento ed una sola volta a prescindere dal numero delle operazioni e della durata del trat-tamento da effettuare. Si intende validamente effettuata solo se è trasmessa per via tele-matica utilizzando il modello predisposto dal Garante ed osservando le prescrizioni daquesti impartite, anche per quanto riguarda le modalità di sottoscrizione con firma digita-le e di conferma del ricevimento della notificazione.

Quindi le formalità e gli adempimenti da effettuare verso la clientela sono i seguenti:Informativa - Da rilasciare all’atto della raccolta dei dati personali agli interessati, periscritto od oralmente, sulla finalità e modalità del trattamento e sui propri diritti. Si consi-glia di eseguire questo adempimento con un avviso, in lingua italiana, esposto in modoben visibile nell’ufficio ricezione o nel locale dove vengono raccolti questi dati. Serveanche come prova di avere informato il cliente. Consenso - Consenso dell’interessato, documentato per iscritto, per il trattamento dei daticomuni.

Rientra in quest’obbligo il trattamento dei dati personali dei clienti, effettuato dalleimprese ricettive per propri fini promozionali, di invio di materiale pubblicitario, per il com-pimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale interattiva e la verifica dellivello di soddisfazione della clientela sulle prestazioni e sui servizi resi dall’azienda.

In tal senso si evidenzia che il Garante, a suo tempo, si è pronunciato sulla privacy,relativamente alla ricettività, con diversi comunicati stampa affermando: - «che non sarà possibile sapere se una persona è ospite di un complesso ricettivo, quin-di anche del ricevimento di messaggi e/o telefonate se non esiste il consenso diretto dell’interessato a divulgare informazioni a terzi»;

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- «viene precisato che la tutela della privacy del cliente non è invece applicabile quandoricorrono esigenze di giustizia, e cioè a chiedere precise informazioni sia un’AutoritàGiudiziaria (cosa del resto già obbligatoria per legge in quanto il gestore della ricettivitàdeve fornire ogni giorno le schede di dichiarazione delle generalità delle persone presen-ti nel complesso)»;- «la normativa sulla privacy non modifica sostanzialmente gli obblighi per i gestori dellaricettività; impone soltanto un attento controllo sulla divulgazione di dati personali riguar-danti i propri ospiti».

5. 7 Ulteriori disposizioni in materia di P.S. Tra le numerose disposizioni del regolamento di P.S. si evidenziano: l’obbligo di

iscrizione del custode in apposito registro dei portieri tenuto dal Corpo di PoliziaMunicipale, trattenimenti in pubblici esercizi e la Disciplina delle piscine natatorie.

5. 7. 1 Registro dei Portieri L’obbligo di tenere un registro speciale è stato abrogato ai sensi dell’art. 1

commi 1 e 3 dell’allegato B alla L. 24.11.2000 n. 340 “Disposizioni per la delegifica-zione di norme e per la semplificazione di procedimenti amministrativi - Legge disemplificazione 1999”.

5. 7. 2 Trattenimenti in pubblici esercizi * Commissione di vigilanza - Il Ministero dell’Interno ha fornito alcuni chiarimenticirca la assoggettabilità o meno alle verifiche della Commissione di Vigilanza prevista dal-l’art. 80 del TULPS, e conseguentemente sul rilascio del relativo certificato di agibilità adalcune ipotesi particolari.

I casi in cui non viene richiesto l’intervento della Commissione riguardano: a. locali di spettacolo e di intrattenimento, con capienza non superiore a 100 persone,

nell’ambito di un pubblico esercizio. Indipendentemente dal limite numerico, vieneprecisato che l’intervento della Commissione di Vigilanza non deve essere richiestoquando si svolgano trattenimenti musicali occasionali e temporanei, in esercizi,ove l’attività principale resti quella della ristorazione, mentre lo spettacolo rappre-senta solo una attività complementare.

b. Trattenimenti di arte varia nell’ambito di un esercizio pubblico. Anche per tale fatti-specie si applica quanto precisato al punto precedente.

c. Luoghi e spazi all’aperto, qualificati come aree urbane, privi di strutture specifica-tamente destinate allo stazionamento del pubblico per assistere a manifestazioni

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varie. Non viene richiesto l’intervento della commissione, qualora le manifestazionisi svolgano in spazi non delimitati, là dove manchi una struttura minima destinataad accogliere il pubblico.

* Installazione di apparecchi televisivi in pubblici esercizi - Il Ministero dell’Interno,con la circolare 559/C21502. 11690. H. 2 del 16 novembre 1998, ha fornito ai Prefetti, aiQuestori, ai Comandi Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza nuovee più aggiornate direttive, in ordine alla disciplina dell’installazione di apparecchi televisi-vi nei pubblici esercizi.

Dal contenuto della circolare Ministeriale si evince il seguente quadro di riferimento: • normale apparecchio televisivo, installato in pubblici esercizi, ove la clientela acce-

de per usuali consumazioni: non deve essere rilasciata alcuna licenza. • Apparecchio televisivo, abilitato a trasmettere, su reti decodificate, partite di calcio,

od altri spettacoli, installato in pubblici esercizi, senza imposizione del pagamentodel biglietto di ingresso e senza trasformazione del locale in sala di trattenimento:non deve essere rilasciata alcuna licenza.

• Apparecchio televisivo, abilitato a trasmettere, su reti decodificate, partite di calcio,od altri spettacoli, installato in pubblici esercizi, previo pagamento del biglietto diingresso, senza trasformare il locale in sala di trattenimento: deve essere rilascia-ta la licenza prevista dall’articolo 69 del TULPS, il cui rilascio non è condiziona-to al sopralluogo della commissione permanente di vigilanza.

• Apparecchio televisivo, abilitato a trasmettere, su reti decodificate, partite di calcio,od altri spettacoli, installato in pubblici esercizi con obbligo di pagamento di bigliet-to di ingresso e svolgimento dell’intrattenimento, in sale appositamente allestite,con elementi tali, che configurino una trasformazione in locale di pubblico spettaco-lo (es. disposizione delle sedie a platea): deve essere rilasciata l’autorizzazione exart. 68 TULPS, previo sopralluogo della commissione permanente di vigilanza.

Dalla nuova disciplina emerge chiaramente che non esiste nessun divieto di mag-giorare le consumazioni, o di pretendere il pagamento del biglietto di ingresso, in occa-sione delle partite di calcio effettuate in esercizi autorizzati, e che eventuali divieti in talsenso, imposti dai Comuni in sede di rilascio della licenza, non esplicano più alcuna effi-cacia.

L’impostazione di tale prescrizione era motivata, oltre che da ragioni di tipo “socia-le” dal timore di concorrenza all’industria cinematografica. Tali presupposti sono datempo caduti e, specialmente a seguito delle sentenze della Corte di Cassazione, in temadi non necessità del conseguimento della specifica autorizzazione, il Ministero ritiene chenon vi sia alcuna motivazione di pubblico interesse, che possa consentire la limitazionedell’esercizio dell’attività economica in parola.

La qualificazione dell’autorizzazione per la detenzione di apparecchio televisivo, inforza dell’articolo 69 TULPS, in assenza di trasformazioni della sala in locale di pubblico

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spettacolo è estremamente coerente con il dettato legislativo, in quanto l’articolo 124 delRegolamento del Testo Unico prevede, espressamente, l’assoggettamento a tale provve-dimento autorizzatorio di tutti gli spettacoli, di qualsiasi specie, che si danno in pubbliciesercizi (piano bar, concertini, jukebox, ecc.).

5. 7. 3 Disciplina delle piscine natatorie Il Ministero dell’Interno ha sempre considerato le piscine natatorie annesse alle

imprese ricettive, ancorché l’accesso fosse riservato ai soli ospiti, quali luoghi di tratteni-mento pubblico, ai sensi dei contenuti della circolare n. 16 del 15/2/1951 e del DM.25/8/1989, provvedimenti emanati dallo stesso ministero. Pertanto i suddetti impiantierano da ritenersi soggetti al collaudo di agibilità da parte della Commissione Provincialedi Vigilanza sui locali di Pubblico Spettacolo.

Con la circolare n. 559/C. 19479. 12010 del 28 novembre 1994, inviata alle compe-tenti autorità periferiche, il Ministero dell’Interno ha cambiato opinione affermando unnuovo principio estremamente positivo per il nostro settore. Secondo il Ministero, infatti,non vi è dubbio che debbano essere assoggettate al controllo preventivo dellaCommissione di Vigilanza ed alla disciplina dei provvedimenti sopra citati “le piscine qua-lificate come luogo pubblico o aperto al pubblico”. Più precisamente sono da qualificareimpianti pubblici, o comunque aperti al pubblico, quelli “ai quali può accedere una plura-lità indistinta di persone previo pagamento o meno del prezzo del biglietto”.

L’atto ministeriale al proposito cita testualmente: “le strutture ricettive che consen-tono ai soli ospiti l’uso delle piscine natatorie, mettono in essere un sistema di selezionedell’utenza tali da far considerare detti impianti come veri e propri luoghi privati”.

Si pensi, al riguardo, alle piscine ed impianti annessi ad alberghi, campeggi, villag-gi turistici, qualora consentano l’ingresso ai soli ospiti, interdicendolo ad un pubblico indi-stinto. Si ribadisce che la distinzione è importante in quanto, essendo queste piscine qua-lificate come luoghi privati, non sono assoggettate alla disciplina della circolare ministe-riale n. 16, del 15/2/1951, né all’art. 20 del D. M. 25/8/1989. Il Ministero dell’Interno ritie-ne che le piscine qualificate come “private” debbano comunque essere disciplinate, rela-tivamente ai profili di igiene, sanità e Pubblica Sicurezza, da un “Atto di intesa Stato-Regioni”, pubblicato sul S. O. alla G.U. n. 39 del 17/2/1992; in realtà tale Atto di intesa èancora privo di effetto, perché non è stato a tutt’oggi recepito da legge regionale, ed anziil Ministero della Sanità, con circolare del 21/7/1993, ha invitato le regioni a non legifera-re sul punto, in quanto sarebbero necessarie alcune modifiche. Il chiarimento del Ministrodell’Interno ha di fatto creato un vuoto legislativo in materia di disciplina di sicurezza dellepiscine private, anche e soprattutto perché, a rigore, non si dovrebbe applicare neppurel’art. 20 del D. M. 25/8/89 e quindi non viene richiesto di assegnare al servizio di salva-taggio, personale qualificato.

Per ovviare a questa situazione di vuoto normativo che si era determinata, è dasegnalare l’Accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003 (pubblicato sulla GU del 3.3.2003)

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sottoscritto tra il Ministero della Salute, le Regioni e la Province Autonome di Trento eBolzano relativo agli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigi-lanza delle piscine a uso natatorio. Tale accordo si è reso necessario a seguito delle modi-fiche apportate dalla legge costituzionale n. 3/2001 in base alla quale “la tutela della salu-te” ricade nell’ambito della potestà normativa concorrente Stato-Regioni. In tale docu-mento, dopo che è stata fornita una definizione di piscina, si stabiliscono i principi relati-vi alla dotazione del personale, delle attrezzature e dei relativi materiali, stabilendo anchetutta una serie di controlli sia interni che esterni.

A tale proposito si rende necessario ricordare ai gestori dei complessi ricettivi unprincipio enunciato dalla giurisprudenza secondo la quale il gestore risponderà di omici-dio colposo nel caso di annegamento di un bagnante, qualora non sia stato predispostoun idoneo servizio di protezione e vigilanza. Pertanto, seppure nel silenzio della legge, ècomunque sempre consigliabile un assiduo servizio di vigilanza e protezione degli utentidelle piscine.

5. 8 Esercizio attività accessorie

5. 8. 1 Disciplina igienico sanitaria *Autorizzazione sanitaria - I locali adibiti all’esercizio delle attività di ristorazione e

somministrazione di alimenti e bevande (bar-spaccio), all’interno dei complessi ricettiviall’aria aperta, sono sottoposti alla disciplina igienico-sanitaria dei pubblici esercizi.

L’idoneità igienico-sanitaria dei locali annessi a esercizi di somministrazione di ali-menti e bevande e di ristorazione deve essere attestata, oltre che dall’autorizzazioneamministrativa (tassa di concessione regionale, peraltro soppressa in alcune Regioni),anche dalle Unità Sanitarie Locali a mezzo di apposita autorizzazione (nullaosta).

* Idoneità sanitaria degli addetti - Gli addetti alla preparazione e manipolazione deglialimenti destinati a venire a contatto diretto o indiretto (somministrazione, preparazione evendita) di sostanze alimentari e di bevande, ivi compresi: “il conduttore dell’esercizio esuoi familiari che prestino la loro attività, anche a titolo gratuito e casualmente, nell’eser-cizio stesso” devono possedere (ai sensi dell’art. 37 del DPR 26 marzo 1980, n. 327), il“libretto di idoneità sanitaria”.

Il libretto in questione ha validità di un anno e deve essere rinnovato, previo control-lo medico, prima della scadenza, e “deve essere tenuto nell’esercizio” a disposizione degliorgani di vigilanza per eventuali controlli. La mancanza del libretto o il libretto scadutocomportano gravi sanzioni (fino alla chiusura del locale da uno a dieci giorni, ai sensi dell’art. 14 della legge 283/1962). Al fine di ottenere il libretto di idoneità sanitaria è suf-ficiente rivolgersi “all’Ufficio di Igiene dell’ASL, in cui si ha la residenza”.

La tendenza attuale da parte del legislatore è invece quella che ha condotto

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all’abolizione del libretto di idoneità sanitaria sostituito nelle normative regionali(vedi leggi regionali del Veneto, Emilia Romagna, Puglia) da misure di autocontrollo,corsi di formazione ed informazione.

Il titolare o il conduttore dell’esercizio ha pure l’obbligo di segnalare immediatamen-te all’autorità sanitaria locale i casi sospetti di malattie infettive o contagiose del persona-le dipendente o comunque dei collaboratori.

* Igiene dei prodotti alimentari - HACCP - Il sistema HACCP ovvero “Hazard analy-sis and critical control points”, definito come “Analisi dei rischi connessi alla produzionedegli alimenti e dei punti critici che li pongono sotto controllo”, si basa sull’attento studiodi tutte le tappe della produzione dell’alimento al fine di individuare, analizzare e limitareo contenere i rischi o gli effetti di una eventuale contaminazione. Tale procedura, vede lasua origine negli USA negli anni 60 con l’intento di garantire che gli alimenti somministra-ti agli astronauti della NASA non potessero avere alcun effetto negativo sulla loro salute,né tantomeno compromettere il buon esito delle missioni spaziali. L’HACCP è previsto daldecreto legislativo n. 155, del 26 maggio ’97, con il quale è stata recepita la normativaeuropea in materia ed è entrato in vigore il 28 giugno 1998. Tali disposizioni normativesono state sostituite dal Regolamento CE 852/2004 entrato in vigore il 1 gennaio 2006.Successivamente per opera del D. Lgs 6 novembre 2007 n. 193 “Attuazione della diretti-va 2004/41/CE relativa ai controlli in materia di sicurezza alimentare e applicazione deiregolamenti comunitari nel medesimo settore”, la normativa del 1997 è stata definitiva-mente abrogata.

Sotto il profilo aziendale l’introduzione di questo sistema implica una approfonditaanalisi dei propri processi produttivi al fine di identificare le operazioni che possono ori-ginare contaminazioni. Una volta effettuata l’indagine si procede a elaborare gli eventualicorrettivi che possono ridurre la probabilità di offrire al cliente un prodotto non salubre.In particolare nel settore ricettivo è necessario individuare la tipologia di servizio che sioffre alla propria clientela. Diverse, infatti, come è facilmente comprensibile, sono le pro-blematiche da affrontare se vi è in atto un semplice servizio di bar-caffetteria rispetto allafornitura di pranzi a buffet o addirittura alla presenza di un ristorante con cucina. La veri-fica dei fornitori dai quali si attua l’approvvigionamento, il controllo delle regole codifica-te di corretta pulizia ed igiene, l’adozione di comportamenti idonei a evitare l’inquinamen-to dei cibi sono regole base alle quali si devono aggiungere i comportamenti specifici rela-tivi alle caratteristiche della propria struttura. Particolare attenzione va riservata alle pras-si igieniche che, se pur presenti nel contesto produttivo, raramente vengono fissate inregolamenti scritti, così come vanno segnalate e documentate le operazioni di verificaperiodica relative alle temperature di conservazione degli alimenti.

Tutti questi aspetti vanno cioè riepilogati in una relazione scritta e confluiscono codi-ficati in un manuale (definito “di autocontrollo”) che riflette come uno specchio la realtàin essere presso l’azienda. Molte associazioni e federazioni, ivi compreso la FAITA, al finedi rendere omogenei i comportamenti hanno elaborato dei manuali di linee guida. Questi

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principi generali, pur nella loro indubbia utilità quali punti di riferimento nella adozionedelle procedure di autocontrollo, non vanno confusi con il “manuale di autocontrollo” cheognuno deve elaborare per essere in linea con il dettato normativo. È da precisare chel’adozione del sistema di autocontrollo non è qualcosa di statico che una volta elaboratoresta immutato nel tempo, ma è un modo di essere in costante evoluzione che comportauna continua verifica della propria realtà anche alla luce della costante evoluzione norma-tiva in atto che richiede sempre nuovi adempimenti.

Particolare attenzione va poi dedicata all’informazione e formazione da fornire ai col-laboratori che operano all’interno della struttura. Le regole di comportamento codificatenel manuale devono infatti entrare a far parte della routine quotidiana per tutti coloro chelavorano in essa ed entrano direttamente o indirettamente a contatto con i cibi.

Recentemente con la circolare n. 11 del 7 agosto 1998 il Ministero della Sanità chia-risce l’applicazione riguardante l’igiene dei prodotti alimentari. In particolare, in relazionealla descrizione del sistema dell’autocontrollo si sottolineano i seguenti principi cardine: • il sistema di autocontrollo deve essere: semplice - limitato all’essenziale - compati-

bile con le dimensioni dell’azienda o unità produttiva; • le analisi di laboratorio non costituiscono in sè autocontrollo ma esclusivamente

uno strumento di verifica del funzionamento del sistema; • il sistema di autocontrollo deve essere oggetto di periodica verifica e, ove necessa-

rio, dei conseguenti aggiornamenti e perfezionamenti; • il sistema deve essere specifico per ciascuna realtà aziendale evitando, di conse-

guenza, l’adozione di manuali aziendali “precostituiti”, cioè elaborati senza tenerconto delle caratteristiche, dei processi produttivi e dei flussi delle singole unità pro-duttive.

Di conseguenza il protocollo di autocontrollo della singola struttura aziendale deve: • riferirsi al processo produttivo o al flusso operativo della singola unità produttiva; • contenere le misure igieniche previste dall’azienda; • riportare la descrizione nelle varie fasi dei procedimenti produttivi con l’indicazione

dei rischi igienici individuati in tale percorso e delle misure adottate per prevenirlie/o eliminarli;

• indicare le verifiche analitiche previste e la loro periodicità, fermo restando che peralcuni tipi di attività a trascurabile rischio, tali accertamenti possono non essere pro-grammati. Con un provvedimento, contenuto all’interno della legge 21.7.1999, n. 236 pubbli-

cata sulla G.U. n. 172 del 24 luglio 1999, sono state approvate, esclusivamente per leaziende sino a un numero massimo di cinque dipendenti, le seguenti proroghe: • l’azienda dovrà adeguarsi alle norme contenute nel D. Lgs 155/97 entro il 31 marzo

2000; • le sanzioni amministrative pecuniarie derivanti dalla mancata applicazione delle

norme si applicheranno dal 1° aprile 2000.

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Si evidenzia in particolare che si fa riferimento al numero dei dipendenti e non aquelli addetti. Ciò significa che, per stabilire l’applicabilità della proroga, non devonoessere conteggiati, né i collaboratori familiari, né i soci prestatori d’opera.

5. 8. 2 Vendite di bevande alcoliche Si premette che: «con l’entrata in vigore della legge 25 agosto 1991, n. 287, recan-

te: “aggiornamento della normativa sull’insediamento e sull’attività dei pubblici esercizi”,che ha espressamente abrogato tanto la legge 524/1974 - che l’articolo 89 del TULPS, alfine della somministrazione di bevande, anche con gradazione superiore al 21% di volu-me, è sufficiente una sola autorizzazione, cioè quella che conferisce la possibilità di eser-citare l’attività di bevande alcoliche». Altre innovazioni sono state introdotte, per quanto concerne i pubblici esercizi, dal D. LgsN. 504/95: • cade il divieto di tenere aperto un numero di bottiglie di bevande alcoliche superio-

re a quello determinato dalla licenza (in genere una); • non è più prevista, in sede di rilascio e rinnovo della licenza, l’acquisizione da parte

dei comuni del parere preventivo degli Uffici finanziari; • dispone, per la vendita anche di solo vino o bevande fermentate diverse dal vino e

birra e prodotti alcolici intermedi, il possesso dell’apposita “licenza fiscale” rilascia-ta dall’Ufficio Tecnico Imposta di Fabbricazione (UTIF). A proposito della licenza fiscale e in base alle precisazioni fornite dal Ministero delle

Finanze si possono quindi verificare le seguenti ipotesi: • posto che la licenza in esame è riferita a tutti i prodotti alcolici commercializzati

nell’esercizio, se l’esercente è già in possesso della licenza fiscale per la vendita dialcole e liquori, questi non deve richiedere il rilascio di un’altra licenza per la vendi-ta di vino, birra e bevande fermentate;

• se invece, l’esercente l’attività di vendita di vino, birra e altre bevande fermentate eprodotti alcolici intermedi non è già in possesso della licenza fiscale per la venditadi alcole o liquori, questi dovrà chiedere il rilascio della licenza fiscale. * Licenza fiscale UTIF - A norma dell’art. 21, comma 3 del D. L. 1200/48, converti-

to dalla legge n. 1388/48, “coloro che effettuano la minuta vendita di liquori o bevandealcoliche, in recipienti di capacità non superiore ai due litri, hanno l’obbligo di munirsi diapposita licenza fiscale rilasciata dall’Ufficio Tecnico Imposta di Fabbricazione”.

Per il rilascio, il duplicato, la voltura e la cessazione della licenza fiscale, è necessa-rio produrre all’UTIF provinciale, nella cui circoscrizione ha sede l’azienda ricettiva ol’esercizio: • domanda in carta bollata, del valore vigente al momento della presentazione, alla

quale vanno allegate: • copia conforme autenticata della licenza d’esercizio;

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• marca da bollo del valore della tariffa vigente al momento della presentazione; • eventuale licenza UTIF originale da volturare, o da rendere per cessata attività.

5. 9 Ulteriori adempimenti gestionali Prima di terminare questo capitolo si ritiene utile fare una sintesi sugli ulteriori

adempimenti relativi alla gestione del complesso ricettivo all’aria aperta. Adempimentiche, pure se secondari, sono sempre motivo per evitare di aprire un contenzioso con leautorità preposte.

5. 9. 1 Catasto Rifiuti - Rifiuti speciali Con la circolare n. 343/C del 3/3/1998, il Ministero dell’Industria, fornisce chiari-

menti e indicazioni sui nuovi obblighi previsti dai decreti “Ronchi” in relazione alla denun-cia annuale al Catasto Rifiuti: * Rifiuti speciali - Oneri del produttore del rifiuto - Le imprese ricettive che produco-no rifiuti speciali (ad esempio l’olio di frittura) sono tenute ai sensi del D. Lgs 22/1997: • a conferirli a terzi autorizzati ai sensi delle disposizioni vigenti; • o eventualmente a conferirli ai soggetti che gestiscono il servizio pubblico di raccol-

ta dei rifiuti urbani, con i quali sia stata stipulata apposita convenzione. * Comunicazione annuale al Catasto Rifiuti - Secondo il disposto dell’art. 11, comma3, le imprese commerciali e di servizio che producono rifiuti speciali non pericolosi sonoesonerate dall’effettuare la comunicazione alle Camere di Commercio con i MUD entro il30 aprile di ogni anno. Con la legge 9/12/1998 sono state apportate alcune modifiche aldecreto Ronchi. Da una nuova attenta lettura del decreto in questione coordinato con lemodifiche apportate, per le imprese ricettive si delinea il seguente quadro: • Rifiuti conferiti al servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani - Per essi l’azienda

non è tenuta né a compilare i registri di carico e scarico, né ad effettuare la denun-cia annuale.

• Olio (o grasso animale) esausto di frittura - Deve essere conferito a ditte autorizza-te, e deve essere compilato l’apposito formulario di presentazione del rifiuto. Nondevono essere compilati i registri di carico e scarico né deve essere effettuata ladenuncia annuale.

• Fanghi prodotti dalla potabilizzazione dell’acqua e da altri trattamenti delle acque edalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi - Nel caso in cui l’im-presa ricettiva li produca, essi vanno conferiti a ditte autorizzate e va compilato ilformulario di presentazione del rifiuto, e deve effettuare la denuncia annuale (art. 7,comma 3 D. Lgs 22/1997).

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5. 9. 2 Raccolta residui organici delle autocaravan Si segnala che il comma 6 del DPR 16/9/1996, n. 610, inerente: “Regolamento

recante modifiche al DPR 16 dicembre 1992, n. 495 recante il regolamento di esecuzionee di attuazione del nuovo Codice della Strada” stabilisce disposizioni per l’installazione dipozzetti attinenti al servizio di scarico dei residui organici e delle acque chiare e luride rac-colti negli impianti interni delle autocaravan anche in transito; chiarendo che le tariffe pertale servizio saranno liberamente determinate dai singoli operatori ai sensi della legge284/1991.

5. 9. 3 Requisiti acustici delle sorgenti sonore nei locali da ballo e nei pubbliciesercizi

Sulla G.U. del 2 luglio 1999 è stato pubblicato il DPCM 16 aprile 1999, n. 215 ine-rente: “Regolamento recante norme per la determinazione dei requisiti acustici delle sor-genti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo e nei pubbli-ci esercizi”.

Il decreto in oggetto abroga il precedente decreto 19. 9. 1997. Nello specifico si evidenzia quanto segue:

* Campo di applicazione - Nel campo di applicazione del provvedimento, oltre ai luo-ghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo, rientrano anche i pubblici eser-cizi, che utilizzino impianti elettroacustici di amplificazione e diffusione sonora. Per i pubblici esercizi tali disposizioni saranno, però, applicabili dopo sei mesi dell’entra-ta in vigore del provvedimento e cioè dal 2000. Pertanto fino a tale data, le autorità nonpossono richiedere a tali imprese adempimenti di alcun genere, né condizionare il rinno-vo delle licenze alla produzione delle perizie previste dal DPCM. * Limite di livello di pressione sonora: 105 dn(A) Lasmax a decorrere dal 1.6.1999 nei luoghi di trattenimento danzante; 105 db(A) Lasmax a decorrere da sei mesi dall’entrata in vigore per i pubblici esercizi; 103 db(A) Lasmax a decorrere da 12 mesi dall’entrata in vigore del decreto; 102 db(A) Lasmax a decorrere da 24 mesi dall’entrata in vigore del decreto; 95 db(A) Laeq a decorrere dal 1° giugno 1999 per i locali da ballo; 95 db(A) Laeq a decorrere da sei mesi dall’entrata in vigore del decreto per i pubblici esercizi.

* Obblighi del gestore: • Verifica dei livelli di pressione sonora - Il gestore verifica i livelli di pressione sono-

ra generati dagli impianti elettroacustici. Tale verifica va effettuata dopo ogni modi-fica o riparazione dell’impianto elettroacustico.

• Impianti idonei a superare i limiti - Un tecnico acustico competente, seguendo laprocedura prevista dall’articolo 4, redige una relazione, dalla quale risultino l’esitodella verifica (idoneità al superamento dei limiti). Il gestore dovrà redigere appositadichiarazione sostitutiva.

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• Impianti potenzialmente idonei a superare i limiti consentiti - Un tecnico acusticocompetente seguendo la procedura prevista dall’articolo 4, redige una relazione,dalla quale risulti l’esito della verifica (idoneità al superamento dei limiti). Il tecnico procederà a nuovo accertamento nelle condizioni di esercizio più ricorren-

ti del locale (presenza abituale di pubblico, tipi di emissione sonora più frequente, etc.),al termine del quale redigerà un’apposita relazione.

Qualora i termini di pressione sonora, previsti dal DPCM, siano rispettati, il gestoredovrà redigere apposita dichiarazione sostitutiva.

Qualora i limiti di pressione, previsti dal DPCM, vengono superati, il gestore dovràporre in essere tutti gli interventi, indicati dal tecnico competente, affinché non sia in nes-sun modo possibile il superamento dei limiti, dotando le strumentazioni, eventualmenteutilizzate, di meccanismi, che ne impediscono la manomissione. Il tecnico dovrà procede-re al collaudo degli interventi e alla verifica dell’impianto. * Conservazione ed esibizione della documentazione - Le relazioni e le certificazioni, dicui ai punti sopra evidenziati, devono essere conservati presso il locale ed esibiti, surichiesta delle autorità di controllo. * Responsabilità in solido - Il soggetto diverso dal gestore del locale, che utilizza auto-nomamente gli impianti e che non sia vincolato dal rapporto di subordinazione o di colla-borazione continuata e coordinata, risponde, in solido col gestore, degli obblighi previstidal decreto. Il provvedimento in questione è entrato in vigore il 17 luglio 1999.

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6. Rapporti con la clientela

L’obiettivo che questo capitolo intende perseguire, non è tanto lo scopo di ridurre asintesi gli aspetti peculiari dell’esercizio ricettivo, ma quanto quello di tentarne una espo-sizione chiara dei principi del “diritto-dovere” da rispettare ed usare per un corretto rap-porto con il turista cliente.

Nel grande complesso ricettivo dove vi sono strumenti, metodi di lavoro e persona-le preposto, un ruolo decisivo lo giocano gli addetti alla reception, chiamati ad applicarequesti principi ed a fornire eventualmente spiegazioni e suggerimenti all’ospite.

Nella piccola media impresa, nella quale il titolare ed i suoi familiari debbono esse-re necessariamente “polivalenti”, è difficile che vi sia personale preposto per questaincombenza, che dovrà, quindi, essere opportunamente assunta dallo stesso titolare e/odai suoi collaboratori, poiché la funzione rimane la stessa.

Un elemento che accomuna tutti e che gioca un ruolo importante nei confronti dell’ospite, è quello del “rapporto umano”. Senza dimenticare, però, che oltre il sorrisooccorre che funzioni anche “la doccia”.

6. 1 Contratto di alloggio Generalità. «Il rapporto giuridico che lega l’operatore con il cliente sorge con il con-

tratto di alloggio ed in esso ha il suo fondamento». Si tratta di un contratto in base al quale una parte (imprenditore ricettivo) si obbli-

ga, verso corrispettivo di denaro, da fornire all’altra (cliente) il servizio di soggiorno com-prensivo di alloggio o di spazi atti (piazzole) ad ospitare il suo mezzo autonomo di per-nottamento, a fornirgli eventualmente il vitto ed a prestare quei servizi che rendono con-fortevole il soggiorno, taluni dei quali possono essere “a domanda”, vale a dire a paga-mento.

Il contratto ha dunque struttura complessa, nel senso che all’obbligazione principa-le, se ne assommano altre che possono considerarsi servizi necessari od utili al correttoespletamento della prima; tali sono ad esempio la disponibilità delle attrezzature igienico-sanitarie, di quelle dell’uso dell’impianto elettrico, di quelle della ristorazione e bar, diquelle ricreative e sportive.

I soggetti del contratto di alloggio sono il gestore del complesso ricettivo ed il clien-te. Il primo assume insieme all’obbligo di fornire l’alloggio o la piazzola (e le prestazioniad essa coordinate) anche la responsabilità nei confronti delle persone accolte nell’azien-da ricettiva. L’utilizzazione di ausiliari non sposta la titolarità delle obbligazioni del gesto-re il quale risponderà per gli atti compiuti dagli stessi.

Nel termine cliente, si deve comprendere non solo chi conclude il contratto di allog-

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gio ma anche coloro a favore dei quali il contratto è concluso (familiari, amici, domestici,ecc.) che usufruiscono dei servizi del complesso ricettivo. Non possono, in alcun caso,ritenersi clienti i visitatori che si rechino in un complesso ricettivo a trovare i conoscentiivi alloggiati.

Diversi e particolari sono gli obblighi che le parti si assumono con la conclusionedel contratto di alloggio. Le obbligazioni del cliente si possono riassumere nell’utilizzazio-ne delle attrezzature del complesso messe a sua disposizione, con la diligenza del buonpadre di famiglia e nel pagamento del corrispettivo per le prestazioni ricevute. Il corrispet-tivo, salvo diversi accordi o convenzioni, viene stabilito in relazione alle giornate o allenotti di alloggio. Ulteriori sovrapprezzi possono inoltre derivare da vincoli dipendenti dapattuizioni speciali.

Le obbligazioni dell’imprenditore turistico consistono principalmente nell’obbligo difar godere all’ospite l’uso di tutti i servizi e delle attrezzature messe a sua disposizione dalcomplesso ricettivo e nella tutela delle cose portate con sè dal cliente. A quest’ultimoriguardo, la disciplina legislativa è stata modificata dalla legge 10 giugno 1978, n. 316 cheha sostituito gli articoli 1783, 1784 e 1785 del c.c. introducendo inoltre gli artt. 1785 bis,ter, quater, quintes. Data l’importanza della materia si ritiene necessario un commento diapprofondimento riservando un apposito paragrafo alla tematica (v. paragrafo 6. 4).

6. 1. 1 Mancato adempimento degli obblighi contrattuali * Adempimento da parte del cliente - Eventuali inadempimenti degli obblighi con-

trattuali da parte del cliente possono riguardare sia la prenotazione delle attrezzature ricet-tive (bungalow, caravan, piazzole, ecc.), che il pagamento dei servizi prestati.

Infatti, se il complesso ricettivo ha accettato la prenotazione e si è obbligato a tene-re a disposizione la relativa attrezzatura ricettiva, il cliente è inadempiente: • se non prende il possesso dell’attrezzatura fissata in anticipo; • se arriva dopo il giorno convenuto; • se parte prima del giorno convenuto.

In tutti e tre i casi è tenuto al risarcimento del danno e cioè il gestore ha diritto di farsi pagare ilservizio non prestato, ossia il prezzo relativo all’attrezzatura ricettiva fissata.

Per premunirsi dei danni derivanti dal mancato adempimento della prenotazione dell’attrezzatura ricettiva, specialmente quando trattasi di lunghi periodi di soggiorno, èopportuno che, nell’accordo intervenuto all’atto della prenotazione, venga richiesto, amaggior garanzia, il versamento di una somma a titolo di caparra. In tale caso le conse-guenze dell’inadempimento contrattuale sono previste dagli artt. 1385 e 1386 del codicecivile. Altra ipotesi di inadempimento del cliente può essere il mancato pagamento di ser-vizi prestati. Il pagamento dei conti dei servizi, salvo accordi diversi, avviene posticipata-mente e cioè al momento in cui il cliente termina il soggiorno.

* Adempimenti da parte del gestore - La “prenotazione”, dal punto di vista giuridi-co, rappresenta un vero e proprio contratto, con il quale il gestore si impegna a stipulare

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con il cliente un contratto di alloggio a partire da una certa data. Se il gestore non man-tiene la sua promessa, il cliente ha diritto al risarcimento del danno e l’obbligo reciprocoviene sciolto. Il gestore ha però la facoltà entro tre giorni di proporre una diversa soluzio-ne che il cliente può rifiutare. La moneta di pagamento è quella che ha corso legale nelloStato; ma al gestore del settore ricettivo è permesso ricevere, al regolamento dei conti,limitatamente però alle persone alloggiate, moneta estera, cheque e traveler’s-chequesemessi nelle valute correnti. Al riguardo della custodia valori (come si vedrà al paragrafo6. 4), il gestore ha l’obbligo di accettare le carte-valori, il denaro contante e gli oggetti divalore; egli può rifiutarsi di riceverli se si tratta di oggetti pericolosi o che, tenuto contodell’importanza e delle condizioni di gestione del complesso, abbiano valore eccessivo onatura ingombrante. Sono nulli i patti o le dichiarazioni tendenti ad escludere o limitarepreventivamente la responsabilità del gestore del complesso ricettivo. Il gestore non puòrifiutare, senza legittimo motivo, le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le doman-di e ne corrisponda il prezzo.

* Crediti dell’imprenditore ricettivo - In caso di mancato pagamento del cliente l’im-prenditore è tutelato dalla legge, in quanto egli ha il privilegio sulle cose che il cliente haportato nel complesso ricettivo e che continuano a trovarvisi (art. 2760 c.c.).

Il credito in questione si prescrive in sei mesi; dopo tale periodo nulla può il gesto-re del complesso ricettivo contro l’insolvenza del cliente, a meno che nel frattempo nonabbia manifestato in qualche modo la sua volontà a recuperare il credito. Ciò potrà esse-re fatto, ad esempio, con una citazione o con solleciti di pagamento documentabili (rac-comandata A. R.). In questi casi il periodo di prescrizione si interrompe e ricomincia adecorrere per intero dal momento in cui sia manifestato l’atto di volontà dal gestore.

Pur non essendo previsto per l’imprenditore turistico, a garanzia dei suoi creditiderivanti dall’alloggio, un vero e proprio diritto di ritenzione sul bene del cliente, egli, perconservare il privilegio in questione, potrà chiedere alle competenti autorità il sequestrocautelativo delle cose stesse.

Infatti tale privilegio non costituisce una completa garanzia a tutela del gestore, pertre motivi: • il privilegio è un semplice diritto di precedenza creato a beneficio del creditore pri-

vilegiato nella divisione del ricavato della vendita forzata dei beni del debitore (artt.2761 e 2756 c.c.);

• il privilegio non è anche un diritto di ritenzione, per cui il gestore non può in nes-sun caso impossessarsi dei beni del cliente per obbligarlo ad assolvere al suo debi-to. Per conservare il privilegio in questione il gestore deve impedire la rimozionedelle cose dalla particolare situazione richiesta dalla norma. Si pone quindi il proble-ma di richiedere al giudice competente il sequestro cautelativo dei beni del debitoreavvalendosi delle disposizioni di cui all’articolo 2769 c.c. e secondo le regole di pro-cedure civile (c. p. c. 671);

• il privilegio ha per oggetto solo i beni depositati nella struttura ricettiva. Tutta la giu-

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risprudenza del caso, però, è concorde nel ritenere che il privilegio sussista ancherispetto agli autoveicoli lasciati in custodia.

6. 2 Convenzione forfettaria di soggiorno Come previsto dall’articolo 3, comma 3, del decreto del Ministro del Turismo 16

ottobre 1991, concernente norme attuative della legge 281/1991 sulla liberalizzazione deiprezzi del settore turistico-ricettivo, al gestore è consentito praticare prezzi inferiori aiminimi comunicati alle competenti autorità: “agli ospiti per periodi di soggiorni continua-tivi pari o superiori a 15 giorni”.

Donde si evince che, sotto l’aspetto giuridico, si possono stipulare “Convenzioni for-fettarie” comprendenti tariffe inferiori ai prezzi minimi comunicati, per soggiorni superio-ri a 15 giorni.

Ciò premesso ed al fine di poter chiarire alcune perplessità, si fanno seguire alcunenote in merito: a. la convenzione forfettaria consiste nel comune accordo sia sul prezzo delle presta-

zioni che su alcune norme di comportamento fra le parti (gestore - cliente). Da nonconfondersi con un “contratto d’affitto”, poiché l’attività dell’impresa turistico-ricet-tiva all’aria aperta non contempla in nessun modo l’affitto o la locazione di immobi-li, ma è finalizzata a fornire dei servizi per la sosta e il soggiorno di turisti provvistidi propri mezzi di pernottamento; oppure per il soggiorno di turisti, sprovvisti di talimezzi, in attrezzature fisse o mobili di proprietà del complesso;

b. è estremamente importante che la convenzione forfettaria risulti da atto scritto persoddisfare le esigenze, sia di carattere fiscale che di carattere giuridico. Invero leprocedure della certificazione fiscale stabiliscono che in presenza di un accordo eco-nomico sulle prestazioni dell’azienda, gli estremi risultino o sul documento fiscalestesso o da atto scritto. In sede di eventuale verifica fiscale, altrimenti, il relativoimporto potrebbe essere rubricato come presenza giornaliera, con le conseguenzepreviste per l’irregolare emissione del documento fiscale. Sotto l’aspetto giuridico, l’atto scritto, che prevede i rapporti fra utente e gestore,

risulta essere una garanzia dei diritti di quest’ultimo ed elemento di prova determinante incaso di eventuali contestazioni o inadempienze.

6. 3 Clientela inadempiente * Comportamento del gestore - Al paragrafo 6. 1. 1 è stato precisato che il credito del-l’imprenditore dell’attività ricettiva è tutelato dall’art. 2760 del c.c. relativo al privilegiosulle cose portate nel complesso ricettivo. Al fine di completare la trattazione si fannoseguire alcune note di comportamento verso la clientela insolvente: • se il cliente moroso pretendesse di dover partire d’urgenza, senza dare il tempo di

poter effettuare “il sequestro cautelativo” il gestore potrà imporgli di lasciare “le

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cose portate nel complesso”, sotto minaccia di denuncia alla P.S. per “insolvenzafraudolenta” ai termini dell’articolo 641 del Codice Penale. Denuncia che si renderàindispensabile, dopo il rifiuto del cliente a lasciare i suoi beni al fine di estinguere ildebito, per avere la prova documentale del mancato pagamento delle prestazionifornite;

• il diritto di privilegio dell’impresa ricettiva si prescrive in sei mesi dal giorno dell’ul-tima prestazione, ma se il cliente ha, però, riconosciuto per iscritto la somma dovu-ta, la prescrizione è decennale (art. 2946 c.c.);

• si ritiene utile sottolineare che, nel caso in cui il cliente lasci la propria “attrezzatu-ra” nel complesso ricettivo e non si presenti a ritirarla, sembra non corretta la pro-cedura di lasciare decorrere un anno e quindi disporre liberamente di tali cose. Inrealtà, non si tratta di cose trovate, ma di cose pur sempre lasciate in deposito esulle quali il cliente potrebbe fare poi valere i suoi diritti. In questi casi è consiglia-bile far redigere, alla presenza di testimoni, un inventario delle “cose” abbandonatedal cliente e comunicarlo alla Pubblica Sicurezza, denunciando il fatto e facendosirilasciare copia vidimata della denuncia. Tanto più è opportuna tale denuncia inquanto le cose abbandonate potrebbero essere di origine sospetta (art. 157 TULPS);

• qualora il gestore ricettivo non voglia trattenere in custodia tali cose, sarà bene chechieda all’autorità di P.S. o all’autorità comunale di volerle prendere in consegna.Nell’eventualità di un rifiuto, sarebbe consigliabile rivolgersi al pretore perché voglia,in via d’urgenza, autorizzare gli opportuni atti, non escluso quello del deposito pres-so terzi a spese dell’eventuale debitore.

* Possibilità di interruzione del servizio ricettivo - La sospensione dei servizi ricettivi(uso dell’impianto elettrico - dell’impianto idrico - del gas - ecc.) è legittima quando ilgestore procede, nei confronti del cliente moroso, ai sensi dell’articolo 1454 c.c., attra-verso una “diffida ad adempiere”. Questa deve contenere un termine congruo e non infe-riore ai 15 giorni; scaduto inutilmente il quale, il gestore non è più tenuto ad erogare alcu-na prestazione al cliente inadempiente.

È bene sottolineare che la diffida ad adempiere è lo strumento più agile per dare ilvia a qualsiasi azione legale contro il cliente inadempiente. * Procedure per l’estromissione di un cliente dal complesso ricettivo• Unità abitative - La via più breve per ottenere il rilascio dell’unità abitativa (bunga-

low - casa mobile - caravan - ecc.) è quello del “provvedimento speciale d’urgenza”previsto dall’articolo 700 c.p.c. Per dare inizio a tale provvedimento è necessariorivolgersi, attraverso un legale, ad un giudice, il quale, dopo aver preso atto dellapersistente inadempienza del cliente, successiva anche al termine contenuto nellasopracitata diffida ad adempiere (in questo modo l’eventuale convenzione è risolta),può emanare un provvedimento cautelare che impone al cliente il rilascio dell’unitàabitativa. È necessario chiarire, però, che il giudice non è tenuto all’emanazione delprovvedimento cautelare, in quanto il sopra richiamato art. 700 c.p.c., secondo una

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sua interpretazione restrittiva, si applica solo nel caso in cui la parte che richiede ilprovvedimento (nel caso in questione il gestore del complesso ricettivo) possa subi-re un danno imminente e irreparabile. Il gestore può, comunque, dare inizio ad un “procedimento ordinario”. Tale proce-

dimento, oltre a portare al rilascio dell’unità abitativa, permette di ottenere il pagamentodel soggiorno ed il risarcimento del danno. I suoi tempi di svolgimento, resi ancora piùlunghi da un eventuale ricorso in appello del cliente, spingono a preferire il procedimen-to d’urgenza. • Piazzola - Per quanto riguarda la liberazione della piazzola dal mezzo di soggiorno,

le procedure sono meno complesse: - se il cliente è inadempiente, dopo aver ottenuto dal giudice il “sequestro cautelati-

vo”, il creditore può ritenere la cosa oggetto del privilegio finché non è soddisfattodel suo credito e può anche venderla secondo le norme stabilite per la venditaall’asta ai sensi dell’articolo 2756 del c.c. ;

- se il cliente non è inadempiente, il mezzo più breve per liberare la piazzola è quellodi applicare, alla scadenza del termine della convenzione forfettaria (se in essa nonsono incluse clausole per il rinnovo automatico), la “tariffa giornaliera”, sia per l’oc-cupazione della piazzola che per la presenza delle persone. Si “sconsiglia”, comunque ed in ogni caso, la rimozione del mezzo di soggiorno

senza l’autorizzazione del cliente, anche per non incorrere, in primo luogo, nel reato di“violazione di domicilio” e secondariamente dovere risarcire eventuali danni arrecati almezzo ed alle cose che si trovano nello stesso.

6. 4 Le responsabilità del gestore Le aziende ricettive all’aria aperta in Italia hanno origine abbastanza recente ed al

loro sorgere nacque subito il problema se alle stesse potesse essere applicata la discipli-na degli albergatori, così come regolata dal codice civile negli articoli 1783 e seguenti. Intale ottica il contributo della giurisprudenza e della dottrina, sensibili al compito di adat-tare le norme codificate alle nuove esigenze sociali, ha portato a ritenere applicabile algestore della ricettività all’aria aperta le norme sul deposito in albergo. L’estensione è statamotivata dalla considerazione che, nella gestione di un’azienda ricettiva all’aria aperta,ricorrono gli stessi principi sui quali riposa la responsabilità degli albergatori e cioè: “ildeposito necessario da parte degli utenti e l’organizzazione ad impresa del complessoricettivo”.

Quanto al primo punto, si può osservare che il cliente si trova nella necessità, perpoter usufruire dei servizi ricettivi, di dover momentaneamente lasciare in custodia alcu-ne proprie cose. Ne consegue, pertanto, che il gestore è tenuto a garantire un sistema disorveglianza che offra al cliente la necessaria sicurezza sia delle cose espressamente con-segnate, sia di quelle semplicemente portate all’interno del complesso ricettivo. Quanto al

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secondo punto, si rileva che il gestore della ricettività all’aria aperta esercita un’attivitàeconomica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi (art. 2082c.c.), il che comporta determinati rischi. La responsabilità del gestore verso il cliente, siapure nei modi e con i limiti che vedremo, è stata riconosciuta come il suo specifico rischioprofessionale, vale a dire come tipica responsabilità di chi esercita questa attività, la qualeè stata assimilata a quella dell’albergatore, come si evince non solo dall’elencazione delleattività assimilate dall’articolo 1786 del c.c., ma anche dai contenuti degli articoli 5 e 6della “Legge Quadro del Turismo” n. 217/1983.

6. 4. 1 Custodia delle cose portate o consegnate dal cliente Fatta questa necessaria premessa, per inquadrare il rischio professionale del gesto-

re della ricettività all’aria aperta, possiamo sintetizzare i seguenti tipi di responsabilità perdeposito di cose all’interno dei complessi ricettivi all’aria aperta: a. responsabilità per le cose consegnate (custodia diretta); b. responsabilità per cose portate dal cliente (custodia indiretta).

Tali responsabilità scaturiscono dalla natura del contratto di alloggio, in quanto leobbligazioni del gestore consistono principalmente nell’obbligo di far godere delle attrez-zature del complesso e nella tutela delle cose portate con sé dal cliente. La violazione atale obbligo contrattuale rende il gestore responsabile verso il cliente (responsabilità con-trattuale).

È questa una responsabilità prevista non solo dall’ordinamento italiano, in quanto lalegge 10 giugno 1978, n. 316, ratificando la Convenzione Europea sulla responsabilitàdegli albergatori per le cose portate dai clienti, firmata a Parigi il 17 dicembre 1962, hauniformato la disciplina normativa di un settore che, per l’attività tipica assolta, necessi-tava di identici criteri, non solo per quanto attiene la imputazione della responsabilità, maanche per quanto concerne la misura del danno.

La legge n. 316/1978 ha modificato, nella parte relativa al deposito alberghiero, ilcodice civile ed ora costituisce parte integrante di esso. In precedenza il codice civiledistingueva fra le “cose consegnate” all’albergatore e “cose portate” in albergo, per sta-bilire un diverso grado di diligenza nella custodia e, quindi, una diversa responsabilità,nonché un determinato limite di risarcimento.

Con la nuova disciplina, invece, la responsabilità dell’albergatore e, quindi del gesto-re ricettivo all’aria aperta, è identica sia per le cose consegnate che per quelle portate dalcliente, nel senso che l’albergatore è responsabile di ogni deterioramento, distruzione osottrazione delle cose del cliente, salvo che l’evento sia dovuto al cliente stesso, alle per-sone che l’accompagnano, che sono al suo servizio o gli rendono visita oppure a forzamaggiore o alla natura delle cose.

La legge, pur avendo uniformato l’obbligo di diligenza nella custodia e, quindi, il tipodi responsabilità, ne ha limitato l’ammontare a seconda che le cose del cliente siano state

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“consegnate” all’albergatore o siano state semplicemente portate dal cliente: • per le prime l’albergatore è responsabile per l’intero valore delle cose; • per le seconde la sua responsabilità è limitata al valore di quanto sia deteriorato,

distrutto o sottratto, sino all’equivalente di cento volte il prezzo dell’alloggiogiornaliero calcolato sulla sola persona danneggiata (ciò significa, ad esempio,un quarto del prezzo se l’alloggio è utilizzato da quattro persone). Se, tuttavia, la distruzione o la sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo

sono da imputare a colpa dell’albergatore, dei membri della sua famiglia, o dei suoi dipen-denti, la responsabilità è illimitata, come per le cose consegnate (art. 1785bis c.c.).

Le disposizioni sopra illustrate, non si applicano: ai veicoli, alle cose lasciate neglistessi, né agli animali vivi. Risolvendosi così opportunamente, con disposizioni legislati-ve (art. 1785 quinquies c.c.), casi che in pratica avevano dato adito a contrastanti deci-sioni giurisprundenziali, creando profonde incertezze fra gli utenti. Va precisato, infine,che la legge dispone (art. 1785 quarter) che “sono nulli i patti o le dichiarazioni tenden-ti a escludere o a limitare preventivamente la responsabilità dell’albergatore”.

6. 4. 2 La responsabilità extra contrattuale Oltre alla specifica responsabilità per violazione degli obblighi assunti contrattual-

mente, il gestore di una struttura ricettiva all’aria aperta può incorrere nella responsabili-tà di tipo extra contrattuale per danni a persone o a cose, a prescindere da ogni impegnoassunto in precedenza.

La legge, dispone, infatti, che qualunque fatto colposo o doloso che cagiona ad altriun danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno (art. 2043c.c.).

Da ciò non deriva un obbligo di sorveglianza sui propri clienti al fine di dissuaderlida un comportamento pericoloso che essi sono liberi di assumere; ma il gestore deveprovvedere che le cose immobili e le relative pertinenze che formano l’ospitalità del com-plesso ricettivo, non arrechino danni e non costituiscano insidia per i clienti o per i fre-quentatori. Qualora ciò dovesse malauguratamente avvenire entra in essere la responsa-bilità extra-contrattuale, che sta appunto ad indicare che si prescinde da precedenti spe-cifici obblighi assunti in contratto e ne consegue una disciplina, in tema di onere dellaprova, diversa da quella stabilita per la responsabilità contrattuale.

La regola è che il danneggiato deve fornire la prova della condotta colposa o dolo-sa dell’autore del danno e del nesso di casualità fra la prima e quest’ultimo. La legge,però, per alcuni tipi di responsabilità, nascenti da situazioni tipiche, quali lo svolgimentodi particolari attività oppure per danni procurati da determinate cose o animali, è venutoincontro al danneggiato prevedendo una presunzione di colpa a carico di determinate per-sone, le quali dovranno dimostrare la mancanza di ogni propria responsabilità (c.d. pre-sunzione di responsabilità con inversione dell’onere della prova).

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La gestione di un complesso ricettivo, in generale, non è considerata svolgimentodi attività pericolosa ai sensi dell’art. 2050 c.c. (norma che prevede, appunto, l’inversionedell’onere della prova), ma potrebbe essere considerata tale la gestione di una piscina percui, in questo ultimo caso, i danni subiti dall’uso della piscina ricadono sul gestore se nonprova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno, prova che, di fronteall’accadimento dannoso, di fatto può essere diabolica.

Particolare fonte di responsabilità può derivare dal danno cagionato dalle cose incustodia (art. 2051 c.c.), sia per la loro intrinseca natura di cose pericolose, sia anche nelcaso in cui la cosa, pur non avendo attitudine a cagionare danno, in quanto sfornita di undinamismo proprio, lo diventa per l’insorgere in essa di un agente dannoso (ad esempio:incendio, caduta di rami di albero, di neve dai tetti, infiltrazione di acqua, ecc.) che si inse-risce nella sua struttura, in modo da alterare la natura e provocare un’intrinseca attitudi-ne lesiva. In questi casi, il gestore è responsabile, salvo che provi il caso fortuito, intesoquesto nella sua lata accezione di fatto del terzo, colpa esclusiva del danneggiato o dellaforza maggiore. Come appare da questa breve disamina, le responsabilità del gestore delcomplesso ricettivo all’aria aperta sono molteplici e complesse, per cui, sia per la salva-guardia del suo patrimonio esposto per legge (articolo 2740 c.c.) all’azione del danneg-giato, sia per un più puntuale e completo servizio al cliente, è opportuno che dette respon-sabilità vengano coperte da valide garanzie assicurative, che permettano la gestione deicomplessi casi, la determinazione delle rispettive responsabilità e, quindi, la conseguenteliquidazione dei danni, di non sempre facile quantificazione.

6. 5 Regolamenti interni all’azienda ricettiva Sulla necessità di dotarsi di regolamenti interni e di divulgarli non sembra debbano

esserci dubbi, sia dal punto di vista contrattuale, al fine di stabilire le condizioni per la presta-zione dei servizi, sia da quello informativo, richiamando norme di legge per prevenire infrazio-ni e regole di buona condotta per armonizzare la convivenza di così grandi comunità quali sonoi complessi ricettivi all’aria aperta.

Dal punto di vista legale il regolamento si può definire come un elenco di clausole deicontratti che si instaurano tra il gestore del complesso ricettivo ed i suoi clienti. Il regolamen-to interno, assieme ad altri eventuali strumenti (il listino dei prezzi - le condizioni di prenota-zioni - gli avvisi al pubblico) stabilisce molti dei doveri dell’ospite e alcuni limiti della prestazio-ne assieme ad alcuni impegni del gestore.

Il rapporto che intercorre tra l’ospite e l’ospitante è assai vario, come si è avuto anchemodo di constatare da quanto sin qui trattato, e racchiude in sé i caratteri di diversi distinticontratti, tra i quali: locazione (nel senso di concedere l’uso di una cosa) - deposito - sommi-nistrazione - fornitura di servizi. Per quanto riguarda l’applicabilità del regolamento e la suamaggior o minore impugnabilità sarà proporzionale a due fattori: alla diffusione del testo pres-so la clientela e al principio essenziale che le clausole siano applicabili in modo proporzionalealla loro logicità, ragionevolezza e alla loro appartenenza alle norme in uso nel settore. Ci sono

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anche clausole esagerate per convenienza. Sono le clausole atte a porre il gestore comunquedalla parte della ragione, laddove il confine tra lecito e illecito, tollerabile e intollerabile è inde-finito, discutibile e soggettivo.

In via strettamente legale è invece certo che una buona copertura si ottiene solo facen-do sottoscrivere al singolo cliente una copia del regolamento. Ovviamente, per quanto si possaaver ottenuto la firma del cliente in calce al regolamento, continueranno a non avere validità edimpugnabilità, in sede giudiziale, le clausole che siano ingiuste o vessatorie o contrarie alleleggi.

Un discorso a sé stante deve essere necessariamente fatto per la “accettazione delRegolamento”, che può essere “implicita” o “esplicita”. Per quella implicita, alcuni regolamen-ti affermano che l’azione dell’accedere al complesso ricettivo è accettazione del regolamento.

È bene ricordare, però, che agli effetti di legge l’accettazione delle pattuizione delle parti,o meglio, delle clausole del regolamento si concretizza solo con l’apposizione della firma delcliente sul documento (accettazione esplicita). È comunque opportuno che le clausole conte-nenti particolari responsabilità gravanti sugli ospiti stessi, siano accettate espressamente (exart 1341 c.c.), con l’apposizione di una seconda firma in calce al documento stesso.

A conclusione si ritiene utile fare alcune considerazioni sulle clausole più frequentemen-te inserite nei regolamenti: • Furti, danni a cose e incidenti vari - Spesso queste clausole sono portate a declinare la

responsabilità del gestore; si ricordi che, poiché la materia è oggetto di norme di legge,le indicazioni non consone ai dettami del codice sono nulle.

• Erogazione energia elettrica - Poiché l’Enel proibisce la rivendita di energia elettrica,sarebbe meglio indicare: “Uso dell’impianto elettrico”.

• Abusivi - È bene ricordare ai clienti, che l’accesso e la presenza nel complesso ricettivodi persone non registrate o comunque clandestine comporta i seguenti reati: violazionedel Regolamento di P.S., violazione di domicilio (art. 614 c.p.), furto di servizi (violazio-ne art. 624) e infine reato di truffa contrattuale.

• Espulsione - L’argomento è già stato trattato precedentemente, quindi l’indicazione“espulsione” è alquanto vaga per la difficile applicazione pratica, qualora la persona inde-siderata si rifiuti di andarsene.

• Visitatori - Si suggerisce di introdurre nei regolamenti l’obbligo per i visitatori degli ospi-ti del complesso di munirsi di “Pass”, nel quale siano inseriti l’ora di arrivo e il nome dellapersona a cui si rende visita.

• Clienti inadempienti - Inserire, nel regolamento o nell’eventuale convenzione forfettaria,una specifica clausola che indichi la possibilità, da parte del gestore ricettivo, di eserci-tare il diritto di ritenzione (ex art. 2760 c.c.), sulle cose portate, in caso di mancato paga-mento dei servizi.

Allo scopo di illustrare in maniera esaustiva ed il più possibile dettagliata le norme e le singo-le clausole che possono disciplinare l’ospitalità all’interno di una struttura ricettiva all’aria aper-ta, si riporta l’analisi comparativa realizzata all’interno delle previsioni normative contenute in

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alcuni regolamenti, prendendo in esame e comparando tra di loro gli articoli più importanti deiregolamenti stessi.

6. 5. 1. Il regolamento interno di un campeggio: aspetti gestionali

CONSIDERAZIONI SU SINGOLE CLAUSOLE

1) Accettazione (implicita) del regolamento2) Accettazione (esplicita) del regolamento 3) Accesso al campeggio4) Accesso dei minori5) Permanenza minima 6) Documenti di soggiorno 7) Notifica delle variazioni8) Limite equipaggi e/o persone per piazzola9) Scelta della piazzola10) Veicoli ed attrezzature su piazzola11) Partenze12) Visitatori - Ospiti giornalieri13) Animali14) Quiete ed orari di silenzio 15) Giochi ed attività sportive 16) Limitazioni ai veicoli17) Bambini18) Ordine e pulizia durante il soggiorno 19) Uso dei servizi igienici20) Divieti vari21) Preingressi invernali 22) Messaggi e corrispondenza23) Erogazione elettricità24) Oggetti smarriti25) Furti26) Danni e responsabilità varie27) Orari ed informazioni varie28) Abusivi29) Espulsione

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1) ACCETTAZIONE (IMPLICITA) DEL REGOLAMENTOEsempio 1/A:Il presente regolamento è distribuito all’arrivo ed è esposto sia all’entrata che all’internodel complesso ricettivo. L’atto di accedere al campeggio ne è accettazione integrale daparte degli Ospiti.

Esempio 1/B:Il presente Regolamento, il Listino Prezzi e le Condizioni di Prenotazione sono portati aconoscenza dell’Ospite all’arrivo e sono affissi sia all’entrata che all’interno del campeg-gio. L’atto dell’entrata ne è accettazione senza riserve da parte dell’Ospite.

Osservazioni:Posizione: all’inizio, senza numerazione, evidenziato in grassetto o tutto maiuscolo. È lapremessa da usare laddove non si metta in atto la raccolta della firma del cliente in calceal regolamento, così come specificato al punto successivo.

2) ACCETTAZIONE (ESPLICITA) DEL REGOLAMENTOPosizione: alla fine, evidenziato in tutto od in parte.

Esempio 2/A:Letto, confermato e sottoscritto per accettazione.

_______________ ____________. . . _______________________luogo data firma

Dichiaro di aver letto e di approvare specificamente le clausole di cui ai punti:. . . . . . (Numero ed argomento). . . . .

_______________ ____________. . . _______________________luogo data firma

Osservazioni:Questa è la sola forma che garantisce l’applicabilità delle clausole.

3) ACCESSO AL CAMPEGGIOEsempio 3/A:Chiunque e per qualsiasi motivo intende accedere al campeggio deve munirsi di autoriz-zazione della direzione. A tale scopo deve essere esibito alla direzione un documento di

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identità personale per le registrazioni di legge. La non osservanza costituisce violazionedi norme del codice penale.

Osservazioni:Posizione: primo articolo numerato. Si tratta di un semplice richiamo di norme vigenti edè uno degli articoli più diffusi, seppure in varie forme. Molti testi però si limitano ad indi-care il Cliente / l’Ospite / il Campeggiatore quale unico soggetto dell’obbligo ed a confina-re l’obbligo di autorizzazione e registrazione alla sola azione del soggiornare e non, piùampiamente, a quella dell’entrare. Il testo da noi riportato è certo uno dei più crudi e puòovviamente essere “addolcito”.

4) ACCESSO DEI MINORIEsempio 4/A:È vietato l’accesso ai minorenni se non accompagnati da persona adulta che ne sia legal-mente responsabile.

Osservazioni:Posizione: continuazione del testo del precedente articolo, oppure secondo articolo nume-rato. Pochi i campeggi che lo adottano. Il divieto appare illegittimo, anche alla luce delle norme che tutelano i diritti dei giovanie la loro libertà di movimento, raccomandate anche dalla CE.

5) PERMANENZA MINIMAEsempio 5/A:Permanenza minima giorni __ (2, 3,. . ., 7)

Osservazioni:Se ne consiglia l’inserimento in grande evidenza comunque nel listino prezzi ed eventual-mente la ripetizione nel regolamento, tra i primi articoli numerati iniziali. È un articolomolto poco presente nei regolamenti, mentre è molto diffuso nei listini prezzi, cosa che ciappare, come dicevamo, più corretta. L’imposizione, infatti, ha implicazioni solo di tipotariffario. La permanenza minima è spesso introdotta ed applicata solo in funzione limitativa dell’af-flusso di ospiti giornalieri o “visitatori”. Gli ospiti giornalieri possono, peraltro, essere“tariffati” a sé anche in conseguenza della diversa prestazione (non di soggiorno) e diver-sa aliquota IVA (21%).

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6) DOCUMENTI DI SOGGIORNOEsempio 6/A:All’arrivo ad ogni Cliente vengono consegnati (. . . . tagliandi, adesivi, cartellini, pass, ecc.. .) che devono essere conservati con cura (. . . . esposti sul parabrezza dell’auto, ecc.ecc.), esibiti a richiesta del personale e riconsegnati alla partenza.

Osservazioni:Posizione: sempre tra gli articoli numerati iniziali. Si tratta di una clausola contrattualepoco diffusa. È molto personalizzata da ciascuna azienda, ragion per cui non è possibiledare un testo definito. Se ne consiglia l’uso anche a scopo di informazione.

7) NOTIFICA DELLE VARIAZIONIEsempio 7/A:Il Cliente è tenuto a controllare l’esattezza delle registrazioni, a segnalare alla direzioneogni discordanza ed a notificare preventivamente le variazioni quali il cambio della piaz-zola, l’arrivo e la partenza di persone, la durata presunta della permanenza. (tutto o parte)

Osservazioni:Posizione: subito dopo l’articolo precedente o suo subarticolo. Si tratta di un articolo pocodiffuso.

8) LIMITE EQUIPAGGI E/O PERSONE PER PIAZZOLAEsempio 8/A:Non è consentito l’insediamento (l’installazione) di più di un equipaggio/equipaggiamen-to per piazzola. Oppure: Ciascuna piazzola non può essere occupata da più di un equipaggio/equipaggia-mento.

Esempio 8/B:Non è consentita la presenza di più di __ persone (4, 5, 6,. . . .) per ciascuna piazzola.Oppure: Non sono ammessi equipaggi composti da più di __ persone.

Esempio 8/C:Su ciascuna piazzola non è consentita l’installazione di più di un equipaggio/equipaggia-mento e la presenza di più di ___ persone.

Osservazioni:L’articolo fa sempre parte dei primi, assieme a tutti quelli concernenti la fase di arrivo ed

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ammissione. È presente, nelle varie forme citate, in pochissimi regolamenti. Il termine“equipaggio” oppure “equipaggiamento” (breve quanto troppo tecnico) è usato in sosti-tuzione della forma descrittiva delle varie numerose, noiose composizioni possibili: non più di una caravan ed un’auto od una moto, oppure una tenda ed un’auto od unamoto, oppure un camper e un veicolo più una tenda piccola, ecc. ecc. . . . Entrambe le imposizioni appaiono legittime. La prima è implicita conseguenza dell’obbli-go della superficie minima della piazzola, e la seconda è a tutela della capacità ricettivamassima autorizzata.

9) SCELTA DELLA PIAZZOLAEsempio 9/A:La piazzola può essere scelta dal Cliente, tenendo conto delle indicazioni del personale(della direzione).

Esempio 9/B:La piazzola può essere scelta dal Cliente, tenendo conto delle indicazioni del personale(della direzione). Le piazzole prenotate sono indicate mediante. . . . . . . . . . e possonoessere occupate solo previa autorizzazione della direzione.

Osservazioni:Precisazione molto diffusa, spesso abbinata ad altre istruzioni quali all’obbligo di parcheg-giare i veicoli all’interno della piazzola o di installare tutto entro i confini della medesima.

10) VEICOLI ED ATTREZZATURE SU PIAZZOLAEsempio 10/A:Le auto devono essere parcheggiate all’interno della piazzola.

Esempio 10/B:Tutte le attrezzature, ivi compresi i veicoli, devono essere ordinatamente sistemate entroi confini della piazzola.

Osservazioni:È un articolo abbastanza diffuso, spesso immerso in altri articoli riguardanti, oltre allascelta della piazzola, l’arrivo, il limite di equipaggi e persone e la velocità dei veicoli. Laprecisazione è sovente limitata alle sole auto.

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11) PARTENZEEsempio 11/A:Le partenze devono avvenire entro le ore __ (9,. . . . 14). Esempio 11/B:Le partenze devono avvenire entro le ore __ (9,. . . . 14). Superata tale ora verrà addebi-tato in conto anche il giorno della partenza.

Esempio 11/C:La permanenza viene conteggiata in base al numero delle notti che intercorrono tra il gior-no dell’arrivo e le ore ___ del giorno della partenza. In caso di partenza dopo tale ora ilconteggio verrà effettuato in base al numero dei giorni.

Esempio 11/D:Il termine orario di scatto giornaliero delle tariffe è fissato alle ore ___.

Esempio 11/E:La tariffa giornaliera di soggiorno viene applicata dal momento dell’arrivo fino alle ore ___del giorno successivo. Il superamento del predetto termine comporta il pagamento di unulteriore giorno di permanenza.

Esempio 11/F:Il termine orario di scatto giornaliero delle tariffe è fissato alle ore ___. Il pagamento delsoggiorno può avvenire anche un giorno prima della partenza. L’ufficio cassa è apertodalle __ alle __ e dalle __ alle __. Le operazioni di cassa richieste al di fuori di detto ora-rio comportano un addebito straordinario di Euro__________ .

Osservazioni:Più dell’80% dei regolamenti cita l’orario di partenza, benché tale limite, magari nella suaforma più semplice “Le partenze devono avvenire entro le ore __ “è bene che sia comun-que presente anche nel listino prezzi. Il suo richiamo nel regolamento non guasta, specie se inserito in altro articolo informati-vo, quale ad esempio l’orario di cassa, la chiusura dei cancelli, ecc. Che nell’hotellerie vi sia un orario massimo di partenza è cosa ben nota alla clientela, com-prese le conseguenze del mancato rispetto. Pertanto crediamo si possa tralasciare ladescrizione di quest’ultime, specie nella forma meno simpatica: “dovrà essere pagato ungiorno in più”, che suona come qualcosa di indebito, di punitivo. Riguardo all’orario, per le piazzole le ore 12 e 13 sono le più diffuse, vale a dire un’oraprima od alla stessa ora della chiusura dei cancelli per il silenzio pomeridiano. Diverso èinvece l’orario per le unità abitative che, per i tempi di pulizia, vengono richieste libere giàper le 9/10 del mattino.

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12) VISITATORI - OSPITI GIORNALIERIEsempio 12/A:Non sono ammessi visitatori (ospiti giornalieri).

Esempio 12/B:La direzione si riserva la facoltà di consentire l’entrata di visitatori ed ospiti giornalieri conpermesso gratuito della durata di ___ ora/e (di breve durata), compatibilmente con le esi-genze organizzative. Un successivo prolungamento della permanenza deve essere autorizzato dalla direzione ecomporta il pagamento della tariffa prevista in listino prezzi.

Esempio 12/C:Le persone che desiderano fare visita agli ospiti del campeggio devono consegnare undocumento alla ricezione e pagare la tariffa prevista in listino prezzi. L’entrata per visita è consentito dalle ore __ alle ore__.

Esempio 12/D:I visitatori possono accedere al campeggio solo previa autorizzazione della direzione. Sela loro permanenza si protrae per più di __ ora/e essi saranno tenuti a pagare la previstatariffa.

Esempio 12/E:Il Cliente è tenuto, qualora riceva visite, ad accertarsi che gli ospiti siano in possesso di auto-rizzazione della direzione ed è responsabile del loro comportamento all’interno del campeg-gio. Qualora la permanenza si protragga per oltre ___ ora/e deve essere corrisposta la tarif-fa prevista in listino prezzi. I visitatori possono entrare in campeggio esclusivamente a piedi e dalle ore ___ alle ore ___.

Osservazioni:Quasi tutti i regolamenti (90%) riportano prescrizioni per i “visitatori”, ad ulteriore prova,ove ve ne fosse bisogno, che essi costituiscono un problema nella maggior parte dei casi.Inoltre, in alcuni dei restanti regolamenti, l’assenza della voce visitatori è evidentementeuna voluta omissione che implicitamente significa: i visitatori non esistono, esistono soloi clienti (anche se a breve permanenza). I problemi derivano dal fatto che in italiano il ter-mine visitatori definisce, a seconda della struttura “visitata”, persone sia paganti che nonpaganti. Nel campeggio il visitatore tenderebbe, ovviamente per propria convenienza, a ritenerenon dovuto il pagamento per una “visita”, relegando alle sole permanenze sostanziose(molte ore), od al pernottamento, la condizione che giustifica il pagamento del soggior-no.

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Se da una parte ci sembra che il gestore potrebbe pretendere un pagamento per qualsia-si permanenza, dall’altra appare molto discutibile pretendere il pagamento per soste dicosì breve durata, da potersi ragionevolmente supporre che il cliente non abbia potutousufruire di servizi in modo significativo. Premesso che, come pubblico esercizio, l’accesso non può essere rifiutato se non per casiparticolarissimi, l’interessato potrebbe presentarsi alla ricezione, farsi registrare, entraree dopo pochi minuti riuscire affermando che non intende soggiornare. In tal caso sareb-be difficile pretendere il pagamento di prestazioni sostanzialmente non erogate. Ci sembra quindi che la soluzione dei permessi gratuiti di breve durata sia egregia (neiregolamenti domina il permesso gratuito di un’ora). In quanto poi alla necessità, soprattutto in certi casi o periodi della stagione, di scorag-giare o limitare l’afflusso di ospiti giornalieri, un buon sistema è quello di applicare la per-manenza minima, così da rendere molto costoso il prolungamento della sosta. Impediredel tutto l’accesso può essere fatto solo invocando il completo, vale a dire il raggiungi-mento della capacità ricettiva autorizzata, cosa che però presenta, nel caso di pura visita,molte controindicazioni. Ciò premesso si può dire che l’articolo ha forti connotazioni di informazione verso la clien-tela soggiornante, affinché essa si possa regolare nell’invitare amici e parenti. Per finire:far carico al cliente di comportamenti scorretti dei suoi ospiti “maggiorenni e vaccinati”appare una minaccia che può solo avere effetto deterrente.

13) ANIMALIEsempio 13/A:L’accettazione dei cani e degli altri animali dovrà essere concordata con la direzione. I canidevono essere tenuti al guinzaglio e con la museruola e condotti all’esterno del campeg-gio per i loro bisogni fisiologici. I proprietari sono responsabili degli eventuali danni provocati dagli animali. Gli animalinon possono accedere alla spiaggia.

Esempio 13/B:Non sono ammessi i cani e gli altri animali domestici.

Osservazioni:Constatiamo che ogni anno diminuiscono i campeggi che non ammettono animali (attual-mente circa un 30%), forse per l’aumento della clientela che ne possiede e li porta in viag-gio e forse anche per un miglioramento dell’educazione dei loro padroni.

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14) QUIETE ED ORARI DI SILENZIOEsempio 14/A:A qualunque ora devono essere evitati comportamenti, attività, giochi e l’uso di apparec-chiature che provochino disturbo agli ospiti del complesso. In particolare dalle ore __ alleore __ del pomeriggio e dalle ore __ alle ore__ della notte va osservato il silenzio.Durante gli orari di silenzio è vietata sia la circolazione che l’entrata e l’uscita dei veicoli amotore.

Esempio 14/B:L’orario del silenzio vige dalle __ alle __ e dalle __ alle __. Durante il silenzio non sonoconsentiti: gli arrivi e le partenze, l’entrata, l’uscita, la circolazione di veicoli a motore,l’uso di apparecchiature sonore, l’uso di impianti ed attrezzature sportive e di svago, ilmontaggio e lo smontaggio di tende.

Osservazioni:Generalmente si può dire che si tratta di uno degli articoli tra i più diffusi. Qualche testo richiama la necessità della quiete più volte in diversi articoli, mentre la mag-gior parte dei testi unifica in un articolo l’obbligo di non provocare rumori molesti, di nonfare schiamazzi, di usare apparecchiature radio a basso volume ecc. durante qualsiasi ora,alle particolari prescrizioni degli orari di silenzio. Solo pochi campeggi praticano solo il silenzio notturno, 23.00-07.00 oppure 23.00-08.00.Tutti gli altri, con qualche rara eccezione, fissano il doppio silenzio 23.00-07.00 e 13.00-15.00. Le eccezioni: 13.00-15.30, 13.00-16.00, 13.30-15.30, 12.30-15.00, 23.30-07.30,23.00-08.00, 24.00-07.00, 23.00-09.00. Ci sono anche dei campeggi che modificano gli orari del silenzio in funzione della stagio-ne. I regolamenti che menzionano l’uso degli “apparecchi sonori” (radio, televisione, gira-dischi, ecc.) sono solo il 30%. Alcuni ne vietano sempre l’uso, altri ne impongono un uso“civile”, al di fuori del silenzio, con le espressioni più varie: sono tollerati solo se. . . . ., abassissimo volume, non udibili da altri, ecc.

15) GIOCHI ED ATTIVITÀ SPORTIVEEsempio 15/A:All’interno del campeggio è vietato giocare a calcio, tamburello, bocce, ecc. È inoltre vie-tato l’uso di pattini a rotelle.

Osservazioni:Solo pochi testi fanno divieto di praticare dei giochi ben specifici, primo fra tutti il calcioo palla o pallone, seguito dai tamburelli, bocce, pallavolo, pattini a rotelle. Gli altri, eviden-temente, li intendono compresi nei giochi ed attività molesti.

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16) LIMITAZIONI AI VEICOLIEsempio 16/A:Tutti i veicoli possono essere utilizzati solo per entrare ed uscire dal campeggio durantele ore consentite, a velocità moderata (a passo d’uomo, massimo a 5/10 km/h) e rispet-tando la segnaletica. I motorini e le motociclette devono essere condotti a spinta.

Esempio 16/B:Le auto possono essere usate esclusivamente per entrare ed uscire dal complesso ricet-tivo a velocità. . . ecc. È vietata la circolazione delle biciclette, dei motorini e delle motociclette.

Esempio 16/C:Le auto possono essere usate. . . . . ecc. Non è consentito circolare con biciclette, pattini a rotelle, skateboards ed altri, compresiquelli per bambini. Non è consentito l’ingresso a moto e motocicli.

Osservazioni:Quasi tutti i campeggi limitano la velocità delle auto, quasi tutti a 10 km/h. Il limite è spes-so inserito in altri articoli, del parcheggio delle auto sulla piazzola, dell’orario di silenzio enell’articolo, molto diffuso, di breve elencazione di divieti vari. Sono invece pochi queiregolamenti che si occupano anche degli altri veicoli come le biciclette, benché il proble-ma di queste ultime, si pensi alla pericolosità dei gruppetti di bambini in gara continua, cisembra sia generalmente sentito.

17) BAMBINIEsempio 17/A:I bambini devono essere accompagnati ai servizi igienici da persona adulta.

Esempio 17/B:I bambini devono essere costantemente sorvegliati. Al riguardo la direzione declina ogniresponsabilità.

Esempio 17/C:Gli adulti sono responsabili del comportamento dei propri bambini, la cui vivacità, educa-zione e necessità non possono andare a discapito della quiete, sicurezza ed igiene deglialtri ospiti. I bambini devono sempre essere accompagnati ai servizi igienici, ai giochi, in spiaggia

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(e/o in piscina) da una persona adulta.

Osservazioni:Più della metà dei regolamenti accennano più o meno ampiamente ai bambini. Si va dalminimo dell’esempio 1, il cui testo è spesso parte di altro articolo, al massimo dell’esem-pio 3, il cui testo si ripete pressoché uguale in molti casi, segno evidente che la formula-zione ha avuto successo. Va notato che è un articolo di carattere esortativo, che manca inalcuni regolamenti peraltro completi ed attenti, a significare che alcuni gestori lo ritengo-no scontato, e quindi superfluo.

18) ORDINE E PULIZIA DURANTE IL SOGGIORNOEsempio 18/A:Piazzole ed alloggi devono essere tenuti durante il soggiorno e riconsegnati alla partenzadecorosamente puliti ed ordinati.

Osservazioni:Meno del 10% dei regolamenti esaminati formula questa raccomandazione che, quindi, èconsiderata superflua dai più.

19) USO DEI SERVIZI IGIENICIEsempio 19/A:I servizi igienici devono essere lasciati, dopo l’uso, nelle condizioni in cui si vorrebbe tro-varli.

Esempio 19/B:Gli Ospiti sono tenuti all’uso civile e corretto dei servizi igienici.

Osservazioni:Anche questa è una sollecitazione scarsamente richiamata dai regolamenti, inserita quasisempre in discorsi più generali, spesso lapalissiani, sul comportamento del “bravo cam-peggiatore”.

20) DIVIETI VARIEsempio 20/A:È vietato:1 Gettare rifiuti fuori dagli appositi contenitori;2 Scavare nel terreno buche o canaletti;

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3 Accendere fuochi all’aperto;4 Danneggiare la vegetazione;5 Versare sul terreno oli, carburanti, liquidi bollenti, salati o di rifiuto;6 Lavare auto od altri mezzi sul campo;7 Lavare stoviglie e biancheria fuori dagli appositi lavelli;8 Lavare o lavarsi alle fontanelle sul campo;9 Sprecare od usare impropriamente l’acqua;10 Stendere recinzioni, teloni ombreggianti, legare od ancorare alcunché alle piante,

tirare corde ad altezza d’uomo ed installare quant’altro possa costituire potenzialepericolo od essere di intralcio al libero passaggio;

11 Danneggiare o manomettere impianti ed attrezzature.

Osservazioni:E chi più ne ha, più ne metta. Abbiamo cercato di riportare solo i divieti più comuni airegolamenti presi in esame, ma ci sono anche i divieti di introdurre armi, di esercitare atti-vità commerciali e simili, di esporre vessilli e manifesti di carattere politico, ecc. Il divieto, anzi l’esortazione ad usare in modo appropriato i lavabi, lavelli e lavatoi è sicu-ramente la più diffusa: più del 60% dei regolamenti la riporta, segno che c’è ancora moltagente incivile che lava indumenti intimi nei lavelli per i piatti. Anche altri divieti hanno pur-troppo buona frequenza. Dover imporre di usare le pattumiere, di non gettare acque luride sul campo, di non spre-care l’acqua, di rispettare le piante, e così via, è tutto sommato abbastanza triste. Assieme alla citazione del divieto, qualche testo in modo appropriato dà l’informazionealternativa. Ad esempio:3 Accendere fuochi all’aperto. Il grill può essere usato a condizione che non costi-

tuisca disturbo o pericolo;6 Lavare auto od altri mezzi sul campo. Il campeggio dispone di apposita piazzola il

cui uso è gratuito;

21) PREINGRESSI INVERNALIEsempio 21/A:Il preingresso invernale deve avere le seguenti dimensioni e caratteristiche ______________________________________. Non è consentito il secondo preingresso posteriore ai caravan.

Osservazioni:Si tratta di un articolo che abbiamo trovato in un solo regolamento. Quand’anche si trattidi norma di legge, quindi applicabile anche se non citato dal regolamento, farne menzio-ne a scopo informativo ci sembra però opportuno.

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22) MESSAGGI E CORRISPONDENZAEsempio 22/A:La corrispondenza in arrivo può essere ritirata solo da persone adulte e viene tenuta ingiacenza per ____ giorni, trascorsi i quali viene rispedita al mittente.

Esempio 22/B:Le chiamate tramite altoparlante vengono effettuate alle ore ___ (dalle ore __ alle ore __).Non si effettuano annunci per la ricerca di oggetti smarriti.

Osservazioni:Precisazioni a riguardo dei messaggi e della posta sono riportate solo in pochi regolamen-ti. I più limitano l’uso dell’altoparlante a due intervalli giornalieri di una/due ore ciascuno. Non si effettuano annunci per la ricerca di oggetti smarriti (sono del tutto inutili, quandonon controproducenti). In generale va detto che l’avvento dell’informatica e dei cellulari ha reso tutti, ospiti com-presi, assai facilmente raggiungibili. Quindi queste indicazioni hanno raramente ancoramotivo d’essere.

23) EROGAZIONE ELETTRICITÀEsempio 23/A:Le prese di corrente elettrica delle colonnine sul campo sono tarate a ___ Ampere (circa____ Watt). L’uso di apparecchiature con maggior assorbimento, quali fornelli, stufe,condizionatori, danneggia l’interruttore automatico e la corrente viene interrotta.

Esempio 23/B:Per il collegamento alla presa elettrica delle colonnine sul campo è obbligatorio che l’im-pianto, il cavo e la spina siano a norme CEE. È vietato l’allacciamento delle tende.L’erogazione di corrente (220 V.) è limitata a __ Ampere (__ Watt). La colonnina è dotatadi interruttore differenziale (salvavita). Nel caso in cui l’erogazione di corrente si interrom-pa, si prega di avvisare la direzione (il personale del campeggio).

Osservazioni:Il numero dei regolamenti che riportano precisazioni sulle prese elettriche è molto limitato. Ciò è in gran parte dovuto al fatto che il limite di amperaggio viene già menzionato innumerosi listini prezzo, in riferimento alla tariffa della piazzola. Gli ampere erogati si attestano attorno ai 6/8, corrispondenti a 1.400-1.800 watt con ten-sione 230 v. La tendenza, però è ad aumentare, se non altro per la diffusione/esigenza deicondizionatori.

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24) OGGETTI SMARRITIEsempio 24/A:Gli oggetti rinvenuti nell’ambito del campeggio devono essere consegnati alla direzione(all’ufficio _______) per gli opportuni adempimenti (oppure: per la restituzione al legitti-mo proprietario).

Osservazioni:Più del 40% dei regolamenti menziona il servizio oggetti smarriti, benché la procedura sipossa ritenere generalmente nota agli ospiti.

25) FURTIEsempio 25/A:La direzione non risponde dei valori non affidati ed accettati in custodia.

Esempio 25/B:L’ospite è tenuto a custodire gli oggetti di sua proprietà. La direzione non risponde dieventuali furti di oggetti e valori non affidati ed accettati in custodia.

Esempio 25/C:Nessuna responsabilità viene assunta dal campeggio per oggetti o valori perduti o ruba-ti. Il servizio deposito valori viene svolto presso l’ufficio ____________. Presso lo stessoufficio sono disponibili cassette di sicurezza a noleggio.

Esempio 25/D:Si consiglia di fare attenzione agli effetti personali e di adottare le dovute precauzioni.Denaro e preziosi non vanno lasciati incustoditi all’interno dell’alloggio. Il denaro va tenu-to sempre con sé, possibilmente suddiviso tra i componenti della famiglia. Si consiglia di non lasciare nell’automobile oggetti di valore specialmente durante la notte.Il servizio deposito valori viene svolto presso l’ufficio _____________. Presso lo stessoufficio sono disponibili cassette di sicurezza a noleggio. La direzione non risponde dei valori non affidati ed accettati in custodia.

Osservazioni:Si tratta di un articolo tra i più diffusi, accomunati dalla dichiarazione di totale non responsa-bilità della direzione. C’è chi tiene il testo al minimo indispensabile, per non indurre la clientela a sopravvalutare ilrischio furti, riuscendo a non menzionare nemmeno l’orribile parola “furto”, ed adottandoancor più orribili eufemismi come: “asportazione, sottrazione, mancanza”.

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Dall’altra parte c’è invece chi si prodiga in consigli, ritenendo che sia più conveniente ottene-re una diminuzione degli episodi sia nel numero che nell’importanza delle conseguenze. Ladeclinazione di responsabilità per i furti viene spesso inserita nell’articolo seguente, riguar-dante i danni. In pratica, però, non va dimenticato che anche per i campeggi valgono le norme sul deposi-to alberghiero, che vanificano qualsiasi declinazione di responsabilità. Tali norme, univocamente estese ai campeggi, prevedono la responsabilità oggettiva delgestore sulle cose non consegnate.

26) DANNI E RESPONSABILITÀ VARIEEsempio 26/A:Nessuna responsabilità viene assunta dalla direzione per oggetti e valori perduti o rubati e perdanni a persone o cose non dipendenti da diretta negligenza del personale del campeggio.

Esempio 26/B:La direzione non risponde per danni causati da altri ospiti, da forza maggiore, da calamitànaturali, da insetti, epidemie, da malattie delle piante o da altre cause non dipendenti da diret-ta negligenza del personale del campeggio.

Esempio 26/C:Salvo la copertura dei rischi per la responsabilità civile verso terzi, di cui alla polizza di assi-curazione depositata presso l’ufficio ___________ (il cui testo è consultabile presso l’ufficio__________), la direzione non risponde dei danni non imputabili a sua diretta responsabili-tà quali, in via esemplificativa, le calamità naturali, gli eventi fortuiti, l’incendio, il furto, ecc.

Esempio 26/D:L’uso delle attrezzature sportive e di svago avviene a rischio e pericolo dell’utente. Inoltre la direzione non risponde:• di eventuali furti di oggetti e valori non affidati ed accettati in custodia;• dei danni causati da altri ospiti, da forza maggiore, da calamità naturali, da insetti, da

malattie ed epidemie anche delle piante o da altre cause non dipendenti da negligen-za del personale del campeggio;

• dei danni provocati da eccessivo carico di neve e da cadute di rami o piante.

Osservazioni:L’argomento è molto trattato dai regolamenti, spesso assieme al precedente (furti), come giàaccennato. Poiché la materia è oggetto di norme di legge, le indicazioni dei regolamenti, non consone aidettami del codice, sono nulle.

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27) ORARI ED INFORMAZIONI VARIEEsempio 27/A:Per l’uso della piscina devono essere rispettate le seguenti norme:. . . . . . . .

Esempio 27/B:Il servizio di assistenza ai bagnanti viene svolto con le seguenti modalità:. . . . . . . .

Esempio 27/C:Il servizio di assistenza medica è svolto. . . . . . . . . Le malattie infettive devono essere immediatamente notificate alla direzione.

Esempio 27/D:

ORARI: dalle - alle & dalle - alleArrivi-piazzole ____ - ____ ____ - ____Arrivi-alloggi ____ - ____ ____ - ____Partenze-piazzole ____ - ____ ____ - ____Partenze-alloggi ____ - ____ ____ - ____Ufficio ricezione ____ - ____ ____ - ____Silenzio ____ - ____ ____ - ____Cassa-pagamenti ____ - ____ ____ - ____Cassa-cambio valuta ____ - ____ ____ - ____Posta ____ - ____ ____ - ____Telefono ____ - ____ ____ - ____Chiamate altoparlante ____ - ____ ____ - ____Ospiti giornalieri-Visitatori ____ - ____ ____ - ____Piscina ____ - ____ ____ - ____Assistenza bagnanti ____ - ____ ____ - ____Ambulatorio medico ____ - ____ ____ - ____Market ____ - ____ ____ - ____Ristorante ____ - ____ ____ - ____Bazar ____ - ____ ____ - ____Bar ____ - ____ ____ - ____ecc. ecc. ____ - ____ ____ - ____

Osservazioni:Le informazioni particolari sono numerose ed, appunto, “particolari” per ogni azienda.Ciò che comincia a comparire in più regolamenti, specie in quelli integrati con altri stam-pati, è un più o meno breve elenco degli orari, al quale si fa riferimento esplicito od impli-cito nel testo del regolamento: “Durante le ore di silenzio (vedi “ORARI”) è vietato... ” -“I visitatori possono accedere al campeggio durante gli orari consentiti. Essi devono...”.

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28) ABUSIVIEsempio 28/A:Le persone sorprese all’interno del recinto, prive di autorizzazione della direzione, verran-no denunciate per violazione di domicilio ai sensi dell’art. 614 C.P.

Esempio 28/B:Il campeggiatore sorpreso con ospiti non regolarmente dichiarati e registrati in direzione,verrà allontanato dal campeggio.

Esempio 28/C:L’Ospite, in caso di constatazione della presenza di persone non registrate o clandestine,è tenuto a corrispondere per ciascuna persona, a titolo di penale, un importo pari alla tarif-fa di soggiorno dal giorno di inizio di occupazione della piazzola o dell’alloggio, con unminimo di giorni 8 (otto), salva la insindacabile facoltà della direzione di risolvere imme-diatamente il contratto di soggiorno e di espellere l’Ospite ed il suo nucleo. La direzione si riserva inoltre la facoltà di agire penalmente contro i responsabili a sensidegli artt. 614, 624, 633 e 637 del Codice Penale.

Esempio 28/D:L’accesso e la presenza in campeggio di persone non autorizzate comporta:- violazione del Regolamento di Pubblica Sicurezza;- violazione dell’art. 614 C.P. (violazione di domicilio);- violazione dell’art. 633 C.P. (invasione di terreni ed edifici);- violazione dell’art. 624 C.P. (furto di servizi);- reato di truffa contrattuale.

Osservazioni:È comunque nostra opinione che gli ospiti non conoscano generalmente la gravità deireati, considerando l’abuso, se non un diritto, quasi un gioco a nascondino. La cruda elen-cazione dei reati può avere solo positivi effetti di prevenzione.

29) ESPULSIONEEsempio 29/A:L’inosservanza del regolamento comporta l’allontanamento dal campeggio dei trasgres-sori.

Esempio 29/B:La direzione ha facoltà di espellere coloro che vengano meno all’obbligo dell’osservanzadelle norme del presente regolamento.

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Esempio 29/C:La direzione si riserva il diritto di allontanare dal campeggio coloro che, a suo insindaca-bile giudizio, turbino il buon andamento della vita comunitaria o che non rispettino lenorme ed i patti del presente regolamento.

Esempio 29/D:La direzione si riserva il diritto di espellere coloro che, a suo giudizio, contravvenendo alregolamento o comunque turbando l’armonia e lo spirito dell’insediamento ricettivo,disturbino il buon andamento della vita comunitaria. Ospiti già espulsi o richiamati non potranno riaccedere al campeggio privi di una nuova,specifica autorizzazione della direzione.

Esempio 30/E:I comportamenti contrari a quanto disposto dalle presenti condizioni per il soggiornodanno titolo alla direzione di espellere l’Ospite ed il suo nucleo, riservate tutte le azioni sulpiano sia civile che penale.

Osservazioni:Il 70% dei regolamenti contengono il presente avviso, in forma più o meno dettagliata, maquasi sempre molto cruda, nel senso che non vengono ricercati eufemismi. L’avviso viene talvolta accodato ad un’altra norma - accettazione del regolamento - quie-te, ordine, silenzio - abusivi - o l’espulsione viene prospettata solo per una o più partico-lari infrazioni. A nostro parere dovrebbe essere un avviso a sé stante, in evidenza al termine dell’elenca-zione degli articoli. Il difficile sta nell’applicazione pratica, qualora l’indesiderato si rifiuti di andarsene. Certonon possiamo suggerire di fare il dovuto ricorso all’autorità giudiziaria, visti i tempi neces-sari. Possiamo solo consigliare, in base all’esperienza:- di impiegare sempre la comunicazione scritta e consegnata a mano con discrezioneall’interessato in busta chiusa da un dipendente;

- la prima volta di privilegiare la comunicazione di un ultimatum;- imporre la partenza in tempi che siano materialmente rispettabili.

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7. Disciplina fiscale

7. 1 Imposta sul valore aggiunto

Nozioni generali e riferimenti normativi� L’imposta sul valore aggiunto è stata introdotta nel nostro sistema tributario con il

DPR 26 ottobre 1972, n. 633 ed è in vigore dal 1° gennaio 1973. � La disciplina, tuttavia, si basa non solo su fonti statali ma soprattutto su fonti comu-

nitarie (direttive) che la legislazione nazionale deve periodicamente recepire. � È un’imposta indiretta sui consumi. Il consumo, infatti, a differenza del reddito (per il

quale si parla di imposte dirette) è una manifestazione indiretta di capacità contributi-va (chi consuma, infatti, implicitamente palesa l’esistenza di capacità contributiva).

Caratteristiche � Presupposto - colpisce, con carattere di generalità, le cessioni di beni e le prestazio-

ni di servizi. � Soggetti passivi - le operazioni di cui sopra per essere assoggettate ad IVA devono

essere effettuate da imprenditori o lavoratoti autonomi (in genere dai soggetti titola-ri di partita IVA);

� è applicata sul prezzo del bene o sul corrispettivo del servizio;� è proporzionale al prezzo dei beni o dei servizi, secondo aliquote che variano a secon-

da dei beni (l’aliquota ordinaria è del 21%) e di cui si dirà qui di seguito;� prescinde dal numero delle transizioni che sono intervenute nel processo di produ-

zione (è la c.d. caratteristica della “neutralità”); l’imposta, cioè, è neutrale nei passag-gi intermedi di produzione o distribuzione (tra i soggetti passivi, titolari di partita IVA)e grava sul consumatore finale in proporzione del prezzo di vendita;

� in virtù di tale caratteristica l’imposta è strutturata in modo da consentire una prede-terminazione dell’incidenza del suo onere sul prodotto finito (il consumatore finale èsempre in grado di conoscere il prezzo – l’imponibile – ed il carico fiscale dell’IVA);

� è un’unica imposta sui consumi il cui pagamento è frazionato in ognuno degli stadiche sono percorsi dal prodotto; per ognuno dei passaggi essa colpisce, tuttavia, ilsolo valore aggiunto (da qui il nome); infatti, per quanto detto, l’entità complessiva ècorrisposta soltanto nella fase finale del consumo (consumatore finale); i soggettipassivi (imprenditore o lavoratore autonomo), invece, a fronte del debito per l’IVAincassata dalla vendita o dalla prestazione di servizi possono detrarre l’IVA sugliacquisti;

� in definitiva l’imposta in esame risponde al principio della neutralità, per cui non èrilevante il numero dei passaggi cui il bene è soggetto.

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Operazioni incluse ed operazioni escluse dal campo di applicazione dell’IVA� Come si è accennato, si può affermare in generale che costituiscono oggetto dell’im-

posta le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Statonell’esercizio di imprese o di arti e professioni e le importazioni da chiunque effettua-te (sono le cosiddette operazioni imponibili, come definite dall’art. 1 del DPR633/1972).

� Tuttavia, l’espressione campo di applicazione dell’IVA designa non soltanto l’areadelle fattispecie imponibili ma anche operazioni altrimenti rilevanti.

� La rilevanza di una operazione ai fini IVA riguarda:- la fatturazione (o come vedremo, il rilascio di ricevuta o scontrino);- la registrazione dell’operazione in contabilità;- la liquidazione dell’imposta (con cadenza mensile o trimestrale);- il pagamento del debito d’imposta (o il diritto a detrarsi l’eventuale credito);- il fatto che vada a costituire il volume d’affari (per la cui definizione si rimanda all’art.

20 del DPR 633/1972;- la rilevanza ai fini del diritto alla detrazione dell’IVA assolta sugli acquisti. � Le operazioni escluse sono quelle che non hanno alcun rilevo ai fini dell’applicazio-

ne dell’imposta: ciò significa che non soltanto non comportano alcun debito d’impo-sta (alcun pagamento) ma anche che non determinano il sorgere di nessun obbligoformale (fatturazione, registrazione, ecc.).

� Le operazioni che rientrano, invece, nel campo di applicazione dell’IVA, più preci-samente si distinguono in:

- Operazioni “imponibili”;- Operazioni “non imponibili”;- Operazioni “esenti”.

Le operazioni imponibili determinano un regime giuridico completo, vale a dire nonsolo il pagamento dell’imposta ma anche l’assolvimento degli obblighi formali di cui sopra.

Le operazioni non imponibili (che sono, in pratica, le esportazioni, come definite dal-l’art. 8 del DPR 633/1972) e le operazioni esenti (elencate, in via tassativa, dall’art. 10 delDPR 633/1972: tra queste le più frequenti sono le prestazioni sanitarie) non fanno sorge-re il debito d’imposta, ma comportano gli stessi adempimenti formali delle operazioniimponibili (devono essere fatturate e registrate, devono essere incluse nel calcolo del“volume d’affari”, ecc.).

L’elemento caratteristico delle operazioni esenti risiede nel fatto che esse limitano ildiritto alla detrazione, a differenza delle operazioni non imponibili (esportazioni) che nonincidono su tale diritto.

TerritorialitàAffinchè un’operazione comporti il pagamento del tributo deve comunque compor-

tare il sorgere, accanto al presupposto oggettivo (cessione di beni o prestazioni di servi-

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zi) e soggettivo (operazione effettuata da imprenditori o lavoratori autonomi) anche diquello della territorialità.

Ai fini di tale ulteriore presupposto, rilevano due ambiti territoriali rilevanti:- quello nazionale (territorio della Repubblica Italiana);- quello comunitario (territorio dell’Unione Europea) ed un ambito territoriale non rilevan-te (fuori campo IVA);

- quello extracomunitario. L’imposta, quindi, si applica sulle cessioni dei beni e le prestazioni di servizi effet-

tuate nel territorio dello Stato e nel territorio della Comunità Europea – Ai fini IVA la defi-nizione di territorio nazionale e di territorio della Comunità Europea è contenuta nell’arti-colo 7, comma 1, dell’IVA.

Il territorio comunitario (compreso quello della Repubblica Italiana) viene definito: a) con le aree individuate nel Trattato di Roma e successive modificazioni. Ne sono al di

fuori tanto il Vaticano e S. Marino, quanto i territori italiani di Livigno e Campioned’Italia;

b) escludendo alcune altre zone di Stati comunitari, come le isole Canarie; c) comprendendo il principato di Monaco (aggregato alla Francia) e l’isola di Man

(aggregata alla Gran Bretagna). Le prestazioni di servizi (ad esempio le prestazioni alberghiere o ricettive) si con-

siderano effettuate nel territorio dello Stato, con conseguente assoggettabilità al tributodei relativi corrispettivi, quando rese da:a) soggetti che hanno il domicilio nel territorio stesso;b) soggetti ivi residenti, purché non abbiano stabilito il domicilio all’estero;c) stabili organizzazioni in Italia di soggetti domiciliati e residenti all’estero. Non si con-

siderano effettuate nel territorio dello Stato quando sono rese da stabili organizzazio-ni all’estero di soggetti domiciliati o residenti in Italia. Con riferimento alla nozione di stabile organizzazione, è unanimamente accettata la

definizione riportata negli accordi internazionali contro le doppie imposizioni, mutuata a suavolta, dal modello di convenzione elaborato da parte del Comitato Fiscale dell’OCSE nel 1963.

In particolare, la nozione di stabile organizzazione è ricavata dalla sesta direttiva comu-nitaria (Direttiva 2006/112/CE del 28 novembre 2006). Nella nostra legislazione, per la primavolta, con la riforma fiscale del 2004 (d. lgs. 344/2003), viene data una definizione di StabileOrganizzazione, ai fini delle imposte sui redditi II. DD., nell’art. 162 del DPR 917/1986.

La nozione, in ogni caso, si fonda sulle seguenti caratteristiche:- designa una sede fissa di affari in cui l’impresa esercita in tutto o in parte la sua attivi-tà; in questo senso, può farsi riferimento ad esempio alle filiali o agli stabilimenti;

- per la sua configurazione è necessaria un’autonomia gestionale e contabile e costituisce,sul piano imprenditoriale, un’entità economica operativa dotata di autonomia di gestione. Nel caso di una società estera che intenda svolgere in Italia, per mezzo di una sede

secondaria, attività turistico ricettiva, la sede secondaria, operante in Italia, assume agli

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effetti dell’IVA, autonoma soggettività passiva d’imposta, ricorrendo i requisiti sia oggettiviche territoriali in presenza dei quali sorge l’imponibilità al tributo delle prestazioni in cui siestrinseca la sua attività. Quanto ai rapporti con la casa madre, la sede secondaria, per leprestazioni rese nei confronti della casa madre, deve emettere regolare fattura da assogget-tare all’aliquota IVA ordinaria (attualmente 21% - Art. 6 D.L. 138/2011).

Viceversa, le prestazioni effettuate dalla casa madre in favore di una propria strutturasecondaria situata in Italia non sono assoggettabili ad imposizione (Corte di giustizia, 23marzo 2006; Cass. 12 gennaio 2007, n. 526).

7. 1. 1 Operazioni soggette a imposta - Le operazioni imponibili * Cessioni di beni – Lo schema legale, previsto nel DPR 633/1972, con riferimento allecessioni di beni prevede:a. una definizione generale (art. 2, comma 1) (cessioni di beni in senso stretto);b. operazioni assimilate alle cessioni di beni;c. cessioni di beni escluse dal campo di applicazione dell’IVA.

Cessioni di beni in senso stretto - Ai sensi dell’art. 2, comma 1, del DPR 633/1972costituiscono cessioni di beni:• gli atti a titolo oneroso (cioè verso corrispettivo) che:

- trasferiscono la proprietà;- costituiscono o trasferiscono un diritto reale di godimento (servitù, usufrutto, uso,abitazione, superficie, enfiteusi).

• vi rientrano anche le cessioni coattive, cioè disposte dalla Pubblica Amministrazioneper motivi di interesse generale (ad esempio le “espropriazioni”).Tra le cessioni in senso stretto primeggia sicuramente la vendita. Questa può avere

ad oggetto:a. Beni materiali (nuovi o usati) immobili (ad eccezioni dei terreni non edificabili) e

mobili (nel cui ambito si comprendono anche l’energia elettrica e il gas);b. Beni immateriali (es. licenze, marchi, disegni, ecc.). Sono considerate, ai fini IVA

prestazioni di servizi;c. Un cenno merita, infine, il commercio elettronico (il c.d. “e-commerce”). A tale

riguardo occorre distinguere:- Vendita di beni virtuali, senza consegna fisica ma solo telematica, che concre-tizza il commercio elettronico diretto; ai fini IVA queste tipologie di vendita sonoconsiderate prestazioni di servizi;

- Se, invece, la transazione, perfezionatasi on line, prevede la consegna fisica delbene (commercio elettronico indiretto) allora sono considerate, a tutti gli effet-ti, cessioni di beni.

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Operazioni assimilate alle cessioni di beni (come tali assoggettate ad IVA)• Vendita con riserva di proprietà (il prezzo della vendita è rateizzato e l’effetto traslativo si

verifica con il pagamento dell’ultima rata). Vi è, in questo caso, una deroga ai principi gene-rali, nel senso che l’IVA è dovuta subito e per intero e non allorché si verifica l’effetto tra-slativo;

• Locazione con patto di futura vendita (valgono le stesse considerazioni di cui al preceden-te punto: siamo sempre nell’ambito delle cosiddette “vendite differite”);

• Operazioni gratuite. Anche in questo caso la deroga rileva nel senso che l’operazione, purnon essendo a titolo oneroso, è soggetta ad IVA se la donazione ha ad oggetto beni merce,vale a dire beni che rientrano nell’attività propria dell’impresa; fanno eccezione (e, quindi, nonsono assoggettati ad IVA): campioni gratuiti di modico valore e beni per i quali non è stataoperata la detrazione dell’IVA sull’acquisto (per la ratio giustificatrice, si veda qui di seguito).

• Autoconsumo di beni, vale a dire:- il consumo personale o familiare da parte dei soggetti passivi medesimi (imprenditoreo lavoratore autonomo);

- la destinazione del bene o del servizio ad altre finalità estranee all’esercizio dell’impresao della professione.Anche in questo caso l’unica eccezione (con facoltà, quindi, di non addebitare il tributo)si ha se per il bene in oggetto non è stata effettuata la detrazione sull’acquisto (ciò sigiustifica in virtù di un principio di coerenza fiscale, per cui se è coerente pagare l’IVA sullacessione di un bene per il quale si è esercitata il diritto alla detrazione sull’acquisto, èaltrettanto coerente non addebitarla nell’ipotesi in cui non si è usufruito della detrazione).

• Assegnazione di beni delle società ai soci (valgono le medesime considerazioni esposte aproposto dell’autoconsumo, con la sola differenza che il bene, in questa ipotesi, è assegna-to dalla società – e non dall’imprenditore o dal lavoratore autonomo - ad un proprio socio).

* Prestazioni di servizi - Vengono definite come tali le prestazioni verso corrispettivi (non gra-tuite), derivanti da contratti di opera, appalto, trasporto, mandato, spedizione, deposito, qualsia-si obbligazione di fare, non fare, permettere, locazione, affitti, noleggi, diritti d’autore nel campodell’architettura e del cinema od utilizzazione pubblicitaria di opere, prestiti, somministrazioni dialimenti e bevande, cessioni di contratto e assegnazione ai soci di servizi. In particolare, risul-tano soggetti all’imposta sul valore aggiunto le seguenti prestazioni turistico ricettive: • alloggio di persone; • servizi di bar e ristorante ed in genere ogni somministrazione di alimenti e bevande; • noleggio di locali per meeting, conferenze, banchetti e simili; • cessioni di beni in locazione, affitto, noleggio e simili.

Le suddette operazioni sono assoggettabili all’imposta solo se prestate a titolo oneroso. Tuttavia, come per le cessioni di beni, anche per le prestazioni di servizi la legge prevede

delle fattispecie di assimilazione, come ad esempio le operazioni gratuite e l’autoconsumo. Con riferimento alle rispettive nozioni, si rinvia a quanto esposto a proposito delle cessio-

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ni di beni. Anche per quanto concerne le prestazioni di servizi, il comma terzo dell’art. 3 del DPR633/1972 afferma la generale assoggettabilità ad IVA delle prestazioni gratuite (se aventi adoggetto i servizi oggetto dell’attività d’impresa) e dell’autoconsumo personale o familiare; sonopreviste, tuttavia, delle particolarità:• l’autoconsumo per le prestazioni di servizi si applica soltanto agli imprenditori (e non ai

lavoratori autonomi);• accanto alla deroga che si ravvisa nel caso in cui non sia stata effettuata detrazione sugli

acquisti, è prevista dalla legge un’ulteriore fattispecie derogatoria (con possibilità, quindi,di non assoggettare la prestazione al tributo) nell’ipotesi in cui il valore della prestazionenon sia superiore ad Euro 25,82. In quest’ambito il ristoratore che offre una cena ad alcuni amici o consuma per sé stesso

o per i propri familiari, se la prestazione di somministrazione ha un valore superiore ad euro25,82 dovrebbe autofatturarsi (o comunque emettersi ricevuta o scontrino), annotare che laprestazione è stata eseguita a titolo gratuito ovvero che si tratta di autoconsumo personale ofamiliare e, quindi, pur in assenza di corrispettivo incassato, provveder al versamento dell’IVAsul valore normale che, ai sensi dell’art. 9 del DPR 633/1972, è pari al prezzo comunementepraticato.

7. 1. 2 Soggetti passivi Sono soggetti passivi dell’imposta:

a. gli esercenti attività d’impresa e cioè i soggetti che esercitano professionalmenteun’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio dei beni oservizi (art. 2082 del c.c.). Dal 1° gennaio 1998 rientrano anche le attività organizza-te in forma di impresa qualora dirette alla produzione di servizi non rientranti nell’art.2195 c.c. (art. 12, comma 8, D. Lgs 2.9.1997, 313). Rientrano nella fattispecie le società costituite in uno dei tipi indicati dall’art. 2200 delc.c. : società in nome collettivo, in accomandita semplice, per azioni, in accomanditaper azioni, a responsabilità limitata e cooperative, nonché le società di fatto che sonosoggette allo stesso regime delle società in nome collettivo.

b. coloro che operano nell’esercizio di arti e professioni (i c.d. “lavoratori autonomi”).La legge esclude dal campo di applicazione dell’IVA le attività che pur rientrando nellavoro autonomo sono svolte in forma occasionale (e non professionale), come ades. le collaborazioni a progetto.

7. 1. 3 Effettuazione delle operazioni Dal 1° gennaio 1998 i momenti dell’effettuazione delle operazioni sono:

* Principio generale - Il momento in cui l’operazione si considera effettuata segna anchequello della esigibilità (art. 1, c. 3, D. Lgs n. 313/1997). * Obbligo dell’imposta - Sorge al momento in cui le operazioni si considerano effettuate. * Momento di esigibilità - Scatta all’atto dell’effettuazione delle operazioni.

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* Cessioni di beni - Occorre distinguere:Beni immobili: l’operazione si considera effettuata al momento della stipulazione purché abbianatura traslativa; se, invece, gli effetti traslativi sono differiti, avrà rilevanza, quale momentoimpositivo, il momento in cui si producono gli effetti. Beni mobili: alla consegna o alla spedizione, salvo anche qui il caso in cui gli effetti traslativisiano differiti; in ogni caso, a differenza dei beni immobili, l’operazione si da per effettuatadopo il decorso di un anno dalla consegna o spedizione.

* Prestazioni di servizi - Si considerano effettuate: Principio generale: all’atto del pagamento dei corrispettivi; non ha rilievo, quindi, la conclu-sione della prestazione, ma il pagamento. Prestazioni inerenti a somministrazione di alimenti e bevande: per tali prestazioni, il momen-to impositivo IVA coincide con il momento in cui sono rese.Pagamento anticipato in tutto o in parte del corrispettivo: in questa particolarità la prestazio-ne si considera effettuata al momento del pagamento. Caparra confirmatoria: le somme pagate a titolo di caparra (sia essa penitenziale o confirma-toria) sono escluse dal campo di applicazione dell’IVA; ciò, in quanto tali somme non si con-figurano, a differenza dell’acconto, come corrispettivo a fronte di un servizio (R.M. 1.6.1974,n. 501824, orientamento ribadito nella successiva C.M. n. 187 del 21 novembre 1987).

7. 1. 4 Il nuovo regime dell’IVA ad “esigibilità differita” (“IVA per cassa”)L’articolo 7 del Decreto Legge 29 novembre 2008, n. 185 (c.d. “Decreto anticrisi”) ha

introdotto un nuovo regime opzionale dell’IVA ad esigibilità differita per le operazioni effet-tuate tra soggetti passivi, quindi tra imprenditori, artigiani e professionisti.

Sono escluse, quindi, le operazioni che i soggetti passivi effettuano nei confronti deiconsumatori finali, per le quali l’IVA continua ad essere ad esigibilità immediata.

In particolare, il dettato legislativo ha esteso la possibilità di applicare a tutte le cessio-ni di beni e le prestazioni di servizi l’esigibilità differita dell’IVA, istituto già previsto prece-dentemente, ai sensi dell’art. 6, comma 5, DPR 633/1972, con esclusivo riferimento alle ope-razioni effettuate nei confronti di alcune tipologie di soggetti aventi natura pubblica, tra i qualilo Stato, gli enti pubblici territoriali, le unità sanitarie locali, le camere di commercio, le uni-versità, ecc.

Il sistema dell’IVA per cassa consente di rimandare il versamento dell’imposta alla datadell’effettiva riscossione del corrispettivo: in altre parole, per le operazioni effettuate nei con-fronti dei soggetti che agiscono nell’esercizio di impresa, arte o professione, l’IVA diventaesigibile all’atto del pagamento del corrispettivo anziché al momento dell’effettuazionedell’operazione.

Il cedente o prestatore ha la facoltà di applicare l’esigibilità differita dell’IVA in relazionead ogni singola fattura emessa. Basterà indicare in fattura:

“operazione con imposta ad esigibilità differita ex art. 7 D. L. n. 185/2008”

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I requisiti per poter applicare il regime sono:a. deve trattarsi di operazioni tra imprenditori e professionisti (tra soggetti passivi);b. i soggetti passivi devono avere un volume di ricavi non superiore ad euro 200.000,00.

Una caratteristica fondamentale è che il differimento non può in ogni caso esseresuperiore ad un anno, trascorso il quale l’IVA si considera comunque esigibile (anche seil corrispettivo non è stato incassato).

7. 1. 5 Aliquote applicabili alla ricettività Dal 1° ottobre 1997, con D. L. 29/9/1997, n. 328, convertito con legge 29/11/1997,

n. 410 (successivamente modificato dall’Art. 6 D.L. 138/2011), sono state ridotte il nume-ro delle aliquote da 4 a 3, stabilite nelle seguenti misure:

- 4% - aliquota super ridotta - 10% - aliquota ridotta - 21% - aliquota ordinaria Le aliquote sono stabilite e disciplinate dalla tabella A allegata al DPR 633/1972. La

tabella si distingue in tre parti, dedicate rispettivamente alle tre aliquote sopra indicate. * Applicazione - Per applicare correttamente le aliquote occorre innanzitutto stabi-

lire se si è in presenza di cessioni di beni o di prestazioni di servizi. Con riferimento specifico al settore alberghiero, di ristorazione e ricettivo in genere,

bisogna distinguere tra la vendita del bene (non consumato sul posto), operazione per cuisi applicano le aliquote ordinarie previste dalla tabella (dal 4%, 10% o 21%, a seconda deltipo di bene) e la somministrazione (il consumo sul posto), operazione cui si applica, ingenere, l’aliquota del 10% (ai sensi del n. 121 della parte III della tabella).

Esempio – Così, ad esempio, il liquore venduto in bottiglia sconta l’aliquota del 21%mentre quello somministrato al bar sconta l’aliquota del 10%.

Si fa seguire un prospetto delle aliquote IVA applicabili alle aziende ricettive all’ariaaperta

Aliquote Descrizione delle prestazioni Dal 4% al 21% • Tutte le cessioni (n.b.: vendita e non somministrazione) di beni

effettuate negli spacci e nei bazar. • L’aliquota varia a seconda del tipo di bene ceduto; in questo sensooccorre far riferimento alla tabella allegata al DPR 633/1972.Esempio: vendita di olio di oliva, pasta: 4%; carne, latte: 10%.

10% Fornitura di alloggio sia nei mezzi di pernottamento propri dei clienti,che in attrezzature messe a disposizione del complesso ricettivo (sepresentati in un conto unico, possono essere compresi in questa ali-quota anche l’eventuale uso delle attrezzature sportive, ricreative,noleggio di biancheria ed altri servizi inclusi quelli di spiaggia).

10% Servizio di ristorazione e somministrazione di pasti e bevande. 10% Gas di petroli liquefatti (G.P.L.) contenuti o destinati ad essere messi

in bombole da 10 a 20 kg. In qualsiasi fase di commercializzazione.

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21% Tutte le altre prestazioni di servizi, quali: - provvigioni da corrispondere alle agenzie di viaggio; - noleggio di impianti o attrezzature sportive, di barche e altri natanti; - rimessaggio di caravan e altre attrezzature; - eventuale posteggio auto non inclusa nella tariffa di soggiorno; - fornitura di biancheria e servizio di pulizia finale delle Unità Abitative; - cessioni di beni e prestazioni di servizio effettuate mediante apparecchi automatici funzionanti a gettone (lavatrici - docce - ecc.);

- noleggio ombrellone, sdraio, lettino da spiaggia, ecc.; - uso di sale per convegni, mostre, ecc.

Non sono Le prestazioni gratuite, purché non superiori ad euro 25,82 (art. 3soggetti a IVA DPR 633/1972).

La distribuzione di gettoni e schede telefoniche (art. 74 L. 66/1972) Rimborso di spese anticipate in nome e per conto del cliente, purchéle relative somme siano addebitate in base a dettagliata documenta-zione (art. 15 DPR 633/1972).

7. 1. 6 Il volume di affari Il volume di affari del contribuente è rappresentato dall’ammontare complessivo

delle cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate, registrate o soggette a registrazio-ne, nel corso dell’anno solare. Sulla base della classificazione sopra esposta, vi rientranotutte le operazioni incluse nel campo di applicazione dell’IVA (imponibili, non imponibilied esenti). Coloro i quali non sono obbligati all’emissione della fattura (perché i corrispet-tivi delle operazioni effettuate comprendono l’imposta) devono provvedere a diminuire ilvolume d’affari della percentuale d’imposta determinata a seconda delle aliquote entro cuirientrano le operazioni effettuate (operazione c.d. di “scorporo”).

7. 1. 7 Gli obblighi del contribuente In materia di imposta sul valore aggiunto è previsto, a carico dell’imprenditore un’ar-

ticolata serie di obblighi di dichiarazione, quali: - l’inizio dell’attività d’impresa; - la variazione di uno o più elementi comunicati in precedenza; - la cessazione dell’attività.

Dichiarazione e variazione di inizio di attività - Chiunque intraprenda l’esercizio diun’impresa, entro 30 giorni dalla data di inizio dell’attività, deve presentare all’Agenzia delleEntrate una dichiarazione, in duplice esemplare, utilizzando i modelli AA 9/10 da parte dellepersone fisiche; e AA 7/10 da parte dei soggetti diversi dalle persone fisiche.

Elementi della dichiarazione di inizio di attività sono: • cognome, nome, luogo e data di nascita, residenza, domicilio fiscale ed eventuale ditta:

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per le persone fisiche • natura giuridica, denominazione, ragione sociale o ditta, sede legale, o, in mancanza

sede amministrativa, domicilio fiscale: per i soggetti diversi dalle persone fisiche. Dichiarazione di variazione attività - Deve essere presentata, entro 30 giorni, dal veri-

ficarsi di una variazione degli elementi comunicati all’Ufficio IVA con la dichiarazione inizia-le ovvero con successive comunicazioni.

La cessazione di attività – Deve essere comunicata all’Ufficio IVA entro 30 giorni, conapposito modello. Nell’ipotesi di liquidazione di azienda è espressamente previsto che iltermine di 30 giorni per la presentazione della suddetta dichiarazione, decorra dalla data diultimazione delle operazioni relative alla liquidazione e non quindi dalla messa in liquida-zione dell’azienda. Le imprese che cessano l’attività devono limitarsi a presentare (oltre alladichiarazione di cessazione di cui si è detto sopra), la dichiarazione annuale entro i norma-li termini di legge (a partire dal 1° febbraio ed entro il 30 settembre dell’anno successivo aquello di cessazione dell’attività). * Attribuzione della partita IVA - L’Agenzia delle Entrate, all’atto della presentazione delladichiarazione di inizio attività, attribuisce al contribuente il numero di partita IVA che devesempre essere riportato sulle dichiarazioni, sulle deleghe o attestati di versamento e suogni documento destinato all’ufficio. * Attribuzione della partita IVA tramite la Camera di Commercio - Dal 1° aprile 2010, attra-verso il procedimento della c.d. Comunicazione Unica, le ditte individuali e le societàpotranno ricevere il numero di partita IVA e del Codice Fiscale direttamente all’atto di iscri-zione nel “Registro” delle imprese presso le Camere di Commercio, senza doversi recarenegli uffici IVA del Ministero delle Finanze. In questo senso la Camera di Commercio fungeda Sportello Unico per l’inizio dell’attività di impresa (non solo per gli adempimenti came-rali, ma anche per quelli fiscali e previdenziali). Tali funzioni sono esercitate anche per qual-siasi forma di comunicazione di variazione di dati.

Dal 1° gennaio 1989 e fino al 31 dicembre 1997, per l’attribuzione del numero di par-tita IVA, era dovuta una tassa di concessione per l’iscrizione sulla partita IVA. A partire dal1998 la suddetta tassa è abolita: essa è stata assorbita dalla nuova imposta regionale IRAP.

7. 1. 8 Registri obbligatori IVA * Registro delle fatture emesse - Le prestazioni turistico-ricettive rientrano tra le opera-zioni per le quali non c’è obbligo di emettere fattura. Pertanto il prezzo di queste presta-zioni si intende comprensivo di imposta; per cui, quando il cliente chiede il conto, nell’emissione della ricevuta fiscale o dello scontrino, il gestore non è obbligato a distin-guere l’imponibile e l’IVA.

Quando il cliente invece richiede specificatamente la fattura, il gestore non deveaggiungere l’IVA al prezzo, ma deve scorporare da questo l’imposta che in esso è com-presa. Ciò si ottiene dividendo il corrispettivo per 110 e moltiplicando il risultato per 10

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(nel caso in cui la cessione del bene o la prestazione di servizio sconta l’aliquota del 10%),oppure dividendo il corrispettivo per 121 e moltiplicandolo per 21 (aliquota 21%).

Esempio: corrispettivo € 200,00 aliquota 10%: 200,00 : 110x10 = € 18,18 imposta corrispettivo € 200,00 aliquota 21%: 200,00 : 121x21 = € 34,71 imposta Nella fattispecie la fattura va annotata sul registro delle fatture emesse in ordine di

numerazione e con riferimento alla data della loro emissione. Il termine utile per la regi-strazione è di 15 giorni dalla data di emissione della fattura.

Con il D. L. n. 112/2008, il Legislatore è intervenuto sull’art. 19-bis1 del DPR633/1972, abrogando la parte del comma 1, lett. e) che prevedeva l’indetraibilità dell’IVArelativa agli acquisti di prestazioni alberghiere e di somministrazione di alimenti e bevande.

Per effetto della nuova formulazione della lett. e) dell’art. 19-bis1, a partire dal 1°settembre 2008, è stato sancito il regime di detrazione integrale dell’IVA per le spesein esame, purché, naturalmente, inerenti l’attività d’impresa.

Per completezza di trattazione, per effetto del medesimo intervento normativo, siprecisa che le spese in esame, prima integralmente deducibili ai fini delle imposte diret-te, sono, ora, deducibili nella misura del 75 %.

Poiché, quindi, il recupero dell’IVA sulle prestazioni alberghiere e di somministrazio-ne di alimenti e bevande è ora ammesso per la generalità dei contribuenti titolari di partitaIVA, molti gestori ricettivi potranno vedersi aumentare le richieste di emissione di fatture. * Registro degli acquisti - Nel registro degli acquisti il contribuente deve registrare (inordine progressivo ed entro il mese successivo a quello in cui è venuto in possesso) lefatture e le eventuali bolle doganali dei beni e servizi acquistati o importati, compresi idocumenti delle relative operazioni non imponibili o esenti.

Dalla registrazione devono risultare: la data della fattura; il numero progressivo; gliestremi del cedente o del prestatore; l’ammontare dell’imponibile; l’ammontare dell’impo-sta, distinta per aliquote. * Registro dei corrispettivi - Nel registro dei corrispettivi, che può essere istituito in sosti-tuzione del registro delle fatture emesse, devono essere annotate, giorno per giorno: - il corrispettivo totale delle operazioni imponibili; - le relative imposte, distinte per aliquote; - l’ammontare globale delle operazioni imponibili ed esenti. Il termine per queste operazioni, con riferimento al giorno in cui sono state effettuate èentro il giorno successivo non festivo. * Registro dei corrispettivi per mancato funzionamento del registratore di cassa - Nelcaso di guasto del registratore di cassa, l’esercente deve annotare in un apposito registroi corrispettivi di ogni singola operazione. Il totale giornaliero, sommato allo scontrino dichiusura del registratore di cassa, va annotato sul registro di prima nota. Dal 21 febbra-io 1997, i contribuenti che possono emettere, in alternativa, la ricevuta fiscale, non sonopiù obbligati allo specifico obbligo (art. 11, D.M. 23.3.1983).

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* Registro di carico delle ricevute fiscali - In questo registro dovranno essere indicati inumeri di serie delle ricevute stesse, entro il giorno successivo non festivo a quello diacquisto delle ricevute in questione.

7. 1. 9 Ulteriori chiarimenti IVA Per opportuna conoscenza si riportano alcuni chiarimenti per l’applicazione dell’imposta

inerente ad alcune circostanze riguardanti la nostra attività. * Distribuzione di gettoni o schede telefoniche - La legge 6.2.1992, n. 66, ha aggiunto all’ar-ticolo 74, 1° comma della legge sull’IVA, la lettera e/bis), che fa rientrare nel “regime specia-le”, escludendo in tal modo dall’applicazione dell’imposta, la vendita di gettoni e delle schedetelefoniche messi in commercio dai vari gestori di servizi di telefonia, in quanto l’imposta èstata assolta all’origine sulla base del prezzo di vendita al pubblico. * Gas di petrolio liquefatti (GPL) contenuti in bombole - Gas metano per uso di cottura e pro-duzione di acqua calda; gas in bombole da 10 a 20 Kg. sconta l’aliquota del 10%. * Caparra confirmatoria - Ai sensi dell’articolo 1385 del codice civile, la caparra confirmato-ria non può considerarsi come parziale pagamento del prezzo del servizio inerente il soggior-no, poiché ha funzione esclusivamente risarcitoria del danno in caso di inadempimento ingiu-stificato.

Ne consegue che le somme versate a pari titolo (titolo che deve risultare esplicitamentechiarito da un atto scritto) non possono rientrare nella sfera di applicazione della disciplina IVAin quanto non costituiscono corrispettivo dell’operazione (Art. 2, lettera a), DPR 633/1972). Sipuò, quindi, parlare di “operazione fuori campo IVA”. Per le stesse ragioni, l’importo ricevutoa titolo di caparra confirmatoria non costituirà reddito imponibile.

Qualora, al momento del perfezionamento del servizio, la caparra venga imputata comecorrispettivo della prestazione, essa diviene parte dei corrispettivi pattuiti e, come tale, concor-re alla formazione base imponibile IVA. * Aliquota IVA differenziata per cibi da asporto - Con la risoluzione n. 107/E del 20.8.1998, ilMinistero delle Finanze ha chiarito che un ristorante che effettua cessioni di “piatti per aspor-to” deve applicare l’aliquota propria del singolo bene ceduto e non quella normale per l’attivi-tà di ristorazione (pari al 10%).

Non ha effetto, quindi, su questa risposta - se non in alcune ipotesi - la modifica norma-tiva alla “voce 121 della tabella A, parte III, del DPR 633/1972, in vigore dal 1° ottobre 1997,che estende l’aliquota della somministrazione (10%) alla fornitura di alimenti e bevande. Lanorma (che forse è risolutiva per il caso prospettato) pone infatti la condizione che la fornitu-ra discenda da un contratto di appalto. Nelle singole operazioni, non c’è dubbio che sia anco-ra valido il principio dell’aliquota del bene, già enunciato nella risoluzione del 25.2.1980, n. 380292. * Ingresso visitatori nei complessi ricettivi - Prendendo in esame i contenuti: a) della tabella A, parte III al punto 120 dei beni o prestazioni assoggettati all’aliquota IVA del

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10% «prestazioni rese ai clienti alloggiati nelle aziende alberghiere e nei parchi di campeggio»; b) della circolare Ministero della Finanza n. 9, del 14.2.1980 riferita alla disciplina della rice-vuta fiscale che al punto C) precisa: che i gestori di campeggi sono tenuti al rilascio della rice-vuta fiscale per le prestazioni di carattere alberghiero, cioè per la fornitura di alloggio in attrez-zature atte al pernottamento proprie dei turisti o del campeggio; si può fondatamente ritenereche la persona che entra nel complesso ricettivo all’aria aperta per visitare un’ospite (ivi allog-giato), senza usufruire di alloggio, ma con la possibilità di usufruire dei servizi igienico-sanita-ri, degli impianti e delle attrezzature sportive e ricreative e di altri servizi di cui è dotato il com-plesso, con il pagamento del relativo corrispettivo, per questa prestazione possa scontare l’ali-quota IVA del 21% e che possa richiede altresì l’emissione della certificazione fiscale dell’ope-razione.

7. 2 Certificazione fiscale dell’operazione * Principio di alternatività tra ricevuta e scontrino fiscale - La certificazione avviene median-te rilascio della ricevuta fiscale o dello scontrino fiscale, indipendentemente dall’esercizio diapposita opzione. Conseguentemente è demandato ai contribuenti l’individuazione dello stru-mento ritenuto più adatto all’organizzazione e alle caratteristiche dell’azienda.

L’equiparazione dei due documenti fiscali non incide sulla disciplina dettata nel tempoper la ricevuta o lo scontrino fiscale. Ne consegue che continuano a trovare applicazione ledisposizioni normative, le circolari, le istruzioni, le risoluzioni emanate nel tempo (C.M.4.4.1997, n. 97/E).

Ciò premesso si evidenzia che il DPR 696/1996, riprendendo in parte la disposizionedella legge 413/1991, che ha generalizzato l’obbligo di certificazione dei corrispettivi, introdu-ce il nuovo concetto di alternanza non vincolata tra scontrino e ricevuta fiscale. Tale alternan-za prima era limitata in relazione alla tipologia di operazioni poste in essere dal contribuente(cessione di beni = scontrino fiscale; prestazioni di servizio = ricevuta fiscale) e in relazione alservizio di una specifica opzione. Ora questa scelta è completamente libera e non necessita piùdi alcuna opzione.

La circolare 97/E, sopra richiamata, chiarisce che tutte le opzioni precedentemente eser-citate sono nulle e che l’operatore economico può avvalersi, per documentare i propri corri-spettivi, indifferentemente sia della ricevuta fiscale che dello scontrino fiscale ovvero di uno deidue documenti per una o più operazioni e dell’altro documento per le ulteriori operazioni.

La libertà di scelta determina tra l’altro che il contribuente, in grado di utilizzare alterna-tivamente i due meccanismi, non debba tenere il registro di emergenza che viene utilizzato incaso di guasto del misuratore fiscale. * Le caratteristiche dello scontrino e della ricevuta fiscale integrati - Il regolamento introdu-ce la possibilità per gli scontrini fiscali di essere documento idoneo per la deducibilità dei costie delle spese agli effetti delle imposte dirette. Esso per essere documento idoneo alla deduzio-ne del relativo costo che certifica, deve contenere la specificazione degli elementi attinenti allanatura, alla qualità e alla quantità dell’operazione e l’indicazione del Codice Fiscale del cessio-

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nario o committente (c.d. “scontrino fiscale parlante”). Il Ministero dispone che gli attuali misuratori fiscali possono essere adattati all’esigenza, su

iniziativa del contribuente e senza il rilascio di alcun atto autorizzativo da parte dell’amministra-zione finanziaria. Sono, al contrario, illegittime eventuali integrazioni a mano o tramite timbri dachiunque apposti. Il Codice Fiscale del cessionario e dell’acquirente può essere inserito in qual-siasi spazio del singolo scontrino, preceduto dalle lettere C.F., a condizione che le specifiche indi-cazioni siano riportate con evidenziazione grafica differenziata rispetto alle altre componenti.

Anche la ricevuta fiscale può avere la capacità di documentare un costo o una spesa acondizione che venga integrata dal mittente con i dati identificativi del cessionario o commit-tente. Quindi non è più corretta la prassi invalsa di compilare a posteriori da parte del cessio-nario il documento giustificativo. Sia lo scontrino che la ricevuta, integrati con le modalitàsopra descritte, possono essere utilizzati per le deduzioni dei costi dell’impresa. In effetti ancheper un rimborso spesa a piè di lista, per trasferte fuori dal Comune dei dipendenti; l’integrazio-ne è sufficiente e in alcuni casi necessaria per il raggiungimento dello scopo.

7. 2. 1 Ricevuta fiscale Come precedentemente specificato, l’articolo 22, del DPR 26.10.1972, n. 633 prevede che

gli esercenti di attività di commercio al minuto e di prestazioni di servizi non siano tenuti a certi-ficare le proprie operazioni mediante fatturazione, sempre che ciò non sia richiesto espressamen-te dal cliente, bensì mediante rilascio di scontrino o ricevuta fiscale. L’estensione pressoché generalizzata dell’obbligo della ricevuta fiscale ha indotto il Ministero delle Finanze ad unificare loschema di modulo, già differenziato in tre versioni, conservandogli quella ambivalenza già riconosciuta in passato, in modo da agevolare quell’imprenditore che, per tipo di attività svolta,si trovi a dover soddisfare frequenti richieste da parte dei clienti di emissione della fattura. * Ricevuta fiscale unificata - Caratteristiche generali: a decorrere dal 1° gennaio 1993, è consentito l’utilizzo, per tutti i

contribuenti IVA, del modello di ricevuta fiscale unificata. - Contenuto: la ricevuta fiscale, contenente, una numerazione progressiva prestampata per

anno solare, anche con l’adozione di prefissi alfabetici di serie deve essere datata e rila-sciata per ogni operazione e contenente le seguenti indicazioni:

• ditta, denominazione o ragione sociale, ovvero nome e cognome se persona fisica, domi-cilio fiscale e numero di partita IVA dell’emittente, nonché l’ubicazione dell’esercizio in cuiviene esercitata l’attività e sono conservati i documenti previsti dal D.M. 30.3.1982 relati-vamente al soggetto emittente;

• natura, qualità, quantità dei beni e servizi che sono soggetti dell’operazione; • ammontare dei corrispettivi dovuti comprensivi di IVA.

La C.M. del 23.7.1993, n. 15 consente di non indicare il domicilio fiscale dell’emittentein quanto elemento non pregiudizievole all’azione accertatrice se è indicato in modo corretto ilnumero di partita IVA.

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Tab. 1 - Modello di ricevuta fiscale unificata

* Fattura - Ricevuta fiscale: qualora la ricevuta fiscale dovesse assumere la forma diFattura - Ricevuta fiscale dovrà contenere altresì gli altri elementi richiesti a norma dell’art. 21, DPR 26.10.1976, n. 633 e precisamente: - il numero progressivo attribuito dal mittente; - i dati identificativi del cliente; - l’aliquota IVA applicata; - l’ammontare imponibile.

La fattura - ricevuta fiscale deve essere rilasciata a richiesta del cliente ed assolve lestesse funzioni della fattura. * Prestazioni ricettive soggette alla certificazione fiscale - I gestori dei complessi ricetti-vi all’aria aperta, con la normativa istitutiva della R. F. dovevano rilasciare la certificazionefiscale a riprova dell’avvenuta prestazione di fornitura di alloggio in attrezzature atte alpernottamento, siano esse di proprietà dei turisti o del complesso ricettivo, comprenden-do anche l’eventuale somministrazione dei pasti. Con la legge 413/91, che ha esteso egeneralizzato l’obbligo della certificazione dal 1° gennaio 1993 devono rilasciare il docu-mento fiscale (fatto salvo il principio di alternatività tra ricevuta e scontrino fiscale - 7.2)per tutti i servizi prestati dall’impresa salvo le operazioni esenti dall’imposta (vd TAB.paragrafo 7.1.5) o quelle non soggette all’obbligo.

Per quanto riguarda la somministrazione di pasti l’obbligo del rilascio della ricevutafiscale sussiste per ogni singola prestazione mentre per l’alloggio tale obbligo dovrà esse-

RICEVUTA FISCALE - FATTURA (L. 30.12.1991, n. 413)DATI IDENTIFICATIVI EMITTENTE Cedente o prestatore Residenza o domicilio Codice fiscale o partita IVA

RICEVUTA FISCALE FATTURA - RICEVUTA FISCALE Numero attribuito AA00000000/99 Data. . . . /. . . . /. . . . .

DATI IDENTIFICATIVI DEL CLIENTE. . . . . . . . Quantità, natura e qualità dei beni o servizi IMPORTO

Dettaglio IVAAliquota Imponibile Imposta Corrispettivo pagato

Aliquota Imponibile Imposta Corrispettivo pagato

Totale Totale documento

DATI TIPOGRAFIA AUTORIZZATA

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re adempiuto al termine del soggiorno. * Operazione non soggette all’obbligo - Regime dal 21.2.1997 - Non sono soggetteall’obbligo della certificazione fiscale, con riferimento al nostro comparto, le seguenti ope-razioni: • le cessioni di tabacchi ed altri beni commercializzati esclusivamente dall’Amministra-

zione Autonoma dei Monopoli dello Stato; • le cessioni di giornali quotidiani, di periodici, di supporti integrativi, di libri, con esclusio-

ne di quelli d’antiquariato; • le cessioni e le prestazioni effettuate mediante apparecchi automatici, funzionanti a get-

tone o a moneta; • le prestazioni rese mediante apparecchi da trattenimento o divertimento installati in luo-

ghi pubblici o locali aperti al pubblico, ovvero in circoli e associazioni di ogni specie; • le attività spettacolistiche e le altre attività soggette all’imposta sugli spettacoli, per i cor-

rispettivi certificati dal biglietto d’ingresso o dal biglietto scommessa, contemplati, non-ché determinati in base ai forfait, limitatamente alla prima consumazione;

• le attività diverse da quelle rese mediante apparecchi da trattenimento o divertimento,per le quali l’imponibile è determinato forfettariamente;

• le prestazioni di traghetto rese con barche a remi, le prestazioni rese dai gondolieri dellalaguna di Venezia, le prestazioni di trasporto rese con mezzi a trazione animale, le pre-stazioni di trasporto a mezzo servizio taxi, le prestazioni rese con imbarcazioni a motoreda soggetti che esplicano attività di traghetto fluviale di persone o veicoli tra due rive nell’ambito dello stesso comune o tra comuni limitrofi;

• le prestazioni di parcheggio di veicoli in aree coperte o scoperte, quando la determina-zione o il pagamento del corrispettivo viene effettuata mediante apparecchi funzionanti amonete, gettoni, tessere, biglietti o mediante schede magnetiche elettriche o similari,indipendentemente dall’eventuale presenza di personale addetto;

• le prestazioni di servizi rese dai gestori di stabilimenti balneari, titolari dei relativi prov-vedimenti amministrativi rilasciati dalle autorità competenti, escluse le somministrazionidi alimenti e bevande ed ogni altra attività connessa.

Modalità di emissione della ricevuta fiscale e casi particolari

Acquisto dei moduli L’acquisto deve avvenire presso tipografie o rivenditori autorizzati. L’acquisto deve esse-re preso in carico su registro vidimato o in apposita sezione di un registro IVA (DPR695/96, 6, 8), entro il giorno non festivo successivo alla ricezione degli stampati o comun-que prima del loro utilizzo.

Criterio generaleLa ricevuta fiscale deve essere emessa da apposito bollettario a ricalco <<madre e figlia>>dal soggetto che effettua l’operazione al momento di ultimazione della stessa e cioè all’at-

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to della richiesta o presentazione del <<conto>>. Nello stesso momento, la sezione<<figlia>> deve essere consegnata al cliente. Per la ricettività all’aria aperta si ritiene utile sottolineare che “l’ultimazione della presta-zione” si ha quando l’utente lascia il complesso con il proprio mezzo di pernottamento;non potendo il campeggiatore soggiornare senza di questo. In merito alle disposizioni che regolano la natura, qualità e quantità dei servizi formantioggetto della prestazione, l’operatore economico interessato dovrà avere cura di compi-lare la ricevuta fiscale indicando, in linea di massima, gli elementi normalmente in usonella compilazione dei conti di ristoranti o alberghi con riferimento alle componenti dellaprestazione fornita, indicandole anche in modo abbreviato ovvero con simboli o codicichiaramente identificabili dal documento stesso, emesso anche attraverso l’uso di mac-chine contabili (C.M. 3/380101 del 19.1.1980). Le imprese ricettive non sono obbligate a emettere le ricevute fiscali con appositi bollet-tari a ricalco “a madre e figlia” ma possono stampare i documenti in duplice esemplare,ottenendo il secondo esemplare non con il procedimento da ricalco ma con una doppiastampa. Il Ministero, quindi, ha ora chiarito che può essere legittimamente utilizzato ilmodello unificato di ricevuta fiscale per il quale sono irrilevanti le modalità di stampa (R.M. n. 96/E del 30.7.1998).

Corrispettivo non pagatoL’indicazione di “corrispettivo non pagato” può essere utilizzata quando la prestazioneresa a titolo oneroso viene pagata in un momento diverso da quello corrispondente all’ob-bligo di certificazione fiscale.

Pagamento anticipatoQualora il cliente provveda al saldo del conto all’inizio della prestazione (pagamento anti-cipato) la ricevuta fiscale può essere rilasciata all’atto del saldo del conto da parte delcliente, con l’annotazione “pagamento anticipato del corrispettivo”; fermo restando l’ob-bligo del prestatore del servizio di rilasciare ricevuta fiscale per ulteriori prestazioni, checomportino l’emissione di tale documento (R.M. n. 381458 dell’11.7.1980).

Pagamento di accontiDeve essere rilasciata una ricevuta fiscale contestualmente ad ogni pagamento con riferi-mento all’importo corrisposto. Al momento di ultimazione della prestazione, la ricevutarilasciata deve contenere gli estremi di quelle precedentemente emesse. Nel caso di saldinegativi (importi a rendere già iscritti nei corrispettivi), va emessa una nota di accredito,non essendo ammessa la “ricevuta negativa”.

CaparraSe all’atto della prenotazione viene corrisposta una caparra, questa non essendo versata atitolo di corrispettivo in quanto, come detto precedentemente (vd. paragrafo 7.1.9) costi-tuisce in tutta evidenza, una cautela per le eventuali inadempienze, è fuori dal campo diapplicazione del tributo. A fronte di tale versamento non è previsto alcun adempimento, nesi deve rilasciare la ricevuta fiscale, con indicazione espressa della dicitura di “caparra”.

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La rilevanza della caparra, ai fini IVA, perdura anche nella fase successiva quando lacaparra viene eventualmente restituita al cliente al suo arrivo nel complesso ricettivo; edanche quando la caparra dovesse, invece, essere introitata dall’operatore ricettivo (perchéil cliente non si è presentato nel complesso ricettivo nel giorno fissato). In ogni caso, l’operazione è irrilevante ai fini IVA, così come ai fini delle imposte sui red-diti: da un lato, non viene resa alcuna prestazione; dall’altro, l’incasso avviene a titolo dirisarcimento del danno per l’inadempimento contrattuale di cui all’articolo 1385 c.c. La caparra acquista natura di corrispettivo e quindi va rilasciata ricevuta fiscale, come perl’acconto, soltanto se e quando verrà introitata in conto prezzo (in tal caso tramuta, infat-ti, la sua natura da “caparra” ad “acconto”). È indispensabile far risultare da un atto scritto (lettera commerciale ecc.) che il versamen-to è stato effettuato a titolo di caparra. Altrimenti in sede di eventuale verifica fiscale ilrelativo importo potrebbe essere rubricato come acconto con conseguente applicazionedelle sanzioni previste per l’omessa emissione del documento fiscale e per la conseguen-te omessa annotazione sul registro dei corrispettivi e quindi per l’omesso versamento del-l’imposta.

CauzioneNella pratica ricettiva la cauzione viene stabilita in genere per garantire l’adempimento diuna specifica obbligazione (es. batteria di cucina nelle U.A.). A tale proposito il Ministero delle Finanze ha precisato che la “corresponsione di sommaa titolo di deposito cauzionale” non costituisce pagamento parziale del corrispettivo allastessa stregua della caparra. (R. M. n. 501544 - 29.7.1974)

Obbligo di conservazione dei documentiA carico dell’imprenditore (art. 2220 del cod. civ.):• Ai sensi della disposizione citata, le scritture contabili, così come ogni altro documen-

to inerente l’attività esercitata, deve essere conservato per dieci anni. • In quest’ambito si confondono i termini a disposizione per l’A.F. per esercitare il pote-

re di accertamento (in genere 5 anni) dall’obbligo di conservazione. A carico dell’utilizzatore:• La conservazione del documento è, invece, obbligatoria da parte degli utilizzatori fino

a quando siano stati definiti gli accertamenti relativi al corrispondente periodo diimposta (art. 4 D.M. 13.10.1979 e art. 55 D.M. 2.7.1980).

Più precisamente, nessun obbligo di conservazione incombe al cittadino destinatario dellaricevuta fiscale ad eccezione del tempo strettamente necessario ad eventuali controlli, chesi esauriscono dopo aver superato le “immediate vicinanze” del luogo in cui ha ricevutola prestazione.

Esenzione dell’imposta di bolloPer il noto principio di alternatività IVA-BOLLO, ai sensi dell’art. 13 della legge 29 febbra-io 1980, n. 31, la ricevuta fiscale è esente dall’imposta di bollo. Tale esenzione ovviamen-te, deve ritenersi operante ogni qualvolta sia rilasciata la ricevuta fiscale anche se nella

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stessa sono riportati elementi non espressamente richiesti dai singoli decreti ministeriali,ma pur sempre attinenti al rapporto instaurato con la prestazione resa, quali, ad esempio,gli estremi di identificazione del cliente. Si precisa, inoltre, che sono esenti anche le copiedelle ricevute fiscali nonché i registri di carico e scarico e gli stampati prenumerati.

Pagamento a mezzo assegno o carta di creditoIl pagamento con “assegno bancario o circolare”, è ritenuto un mezzo di pagamento sosti-tutivo della moneta, la prestazione ricettiva si considera effettuata al momento in cui l’as-segno viene consegnato o, comunque perviene all’operatore ricettivo, a nulla rilevando lacircostanza che l’incasso (l’accredito) della somma avvenga qualche giorno dopo, ovveroche, addirittura, non avvenga (assegno a vuoto), considerandosi ai particolari fini l’asse-gno come rilasciato sempre pro-soluto. Così pure per quanto concerne la carta di credi-to, la prestazione ricettiva si deve considerare effettuata al momento della compilazioneda parte del cliente, dell’apposito modulo (cosiddetto memorandum di spesa), e ciò inquanto nella sottoscrizione e consegna all’operatore ricettivo del suddetto memorandumsi ravviserebbe un effetto liberatorio per il fruitore del servizio ricettivo. Di conseguenzasorge l’obbligo di emettere la relativa certificazione fiscale.

Pagamento a mezzo cambialeSecondo l’amministrazione finanziaria il rilascio della cambiale, a fronte della prestazione,costituisce pagamento e l’operazione si considera effettuata, dovendosi ritenere che il rila-scio della cambiale, indipendentemente dal fatto che venga “pro-soluto o pro-solvendo”,realizzi l’ipotesi dell’effettuazione dell’operazione o pagamento del conto, prevista dal legi-slatore fiscale e integri la previsione impositiva contenuta nella disciplina in questione. Ciònella considerazione che il credito bancario va distinto dal rapporto fondamentale inter-corso fra le parti (traente e imprenditore e girante; girante e giratario, ecc.) e che con ilpossesso del titolo il prestatore del servizio può, anche immediatamente, realizzare attra-verso l’operazione di sconto o la cessione del titolo, il corrispettivo dell’operazione a fron-te del quale è stato emesso il titolo (R.M. n. 330541 - 14.3.1981). Versamento del corrispettivo a mezzo bollettino di c/c postale e vaglia postale

In caso di versamento del corrispettivo mediante “bollettino di conto corrente postale”intestato all’imprenditore ricettivo “il pagamento deve ritenersi eseguito nel momento incui il creditore riceva comunicazione dell’avvenuto accreditamento delle somme a luidovute” (R.M. n. 363519 - 25.1.1978). È del pari da ritenere che per il pagamento con “vaglia postale” l’operazione deve consi-derarsi effettuata al momento in cui il vaglia viene recapitato all’operatore ricettivo (ilmomento impositivo coincide, cioè, con quello della ricezione del titolo).

Convenzioni con agenzie turisticheNel caso di convenzione stipulata tra committente (agenzie turistiche, tour operators,ecc.) e operatore ricettivo, non sussiste l’obbligo del rilascio della ricevuta fiscale a fron-te del corrispettivo da parte del committente, bensì l’obbligo stesso sussiste nei confron-ti dei diretti usufruitori della prestazione in base alla sopracitata convenzione. Tale adem-

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pimento può essere assolto, anche in modo cumulativo, nei confronti di uno del gruppo,nel caso di prestazione a favore di comitive indicando nella ricevuta fiscale, in luogo delcorrispettivo i dati identificativi del committente con il quale è intervenuto l’accordo. Ditale accordo, deve comunque essere fornita prova da parte del prestatore, anche attraver-so la normale corrispondenza commerciale. Gli estremi delle ricevute rilasciate dovrannopoi essere riportati, stante la nuova normativa, “nelle ricevute - fatture fiscali”, emesse neiconfronti del committente (R.M. n. 361991 del 2.08.1986).

Fornitura di “collier bar”In molti villaggi turistici, all’inizio del soggiorno vengono forniti ai clienti particolari “collierbar” (collane di palline colorate) rappresentative del diritto di poter usufruire delle sommini-strazioni di bevande in punti di ristorazione dislocati nell’ambito del complesso. A fronte delpagamento anticipato, comprendente, oltre l’importo dovuto per i predetti collier anche il cor-rispettivo delle prestazioni ricettive, va emessa ricevuta fiscale. Nei casi in cui i clienti duran-te il soggiorno richiedano altri collier bar pagando il relativo corrispettivo, è consentito emet-tere ulteriori ricevute fiscali nella considerazione che, in sostanza, si tratta di corrispettivi rife-riti a prestazioni integrative a quelle inizialmente pagate (R.M. n. 490772 del 4.08.1990).

Pasti forniti dal ristorante ai propri dipendentiNon è stato ritenuto fondato il rilievo elevato nei confronti di un esercizio di ristorazione peromesso rilascio di ricevuta fiscale a fronte delle somministrazioni al proprio personale dipen-dente. Al riguardo, mentre è stato confermato che le “mense aziendali” gestite sia da terzi chedirettamente da imprenditori tenuti per contratto a fornire tale servizio sociale, sono esclusedall’obbligo del rilascio della ricevuta fiscale, è stato precisato che tale esonero deve essereinteso in senso oggettivo, riferendolo, cioè, a tutti i soggetti che in concreto offrono al perso-nale dipendente il servizio di mensa e non soltanto a quegli organismi denominati “menseaziendali” (R.M. n. 561118 del 15.04.1991).

7. 2. 2 Scontrino fiscale L’art. 12 della legge 30 dicembre 1991, n. 413, ha introdotto l’obbligo generalizzato di cer-

tificazione fiscale, mediante il rilascio di ricevuta fiscale oppure di scontrino fiscale, per tutte quel-le operazioni (cessioni di beni e prestazioni di servizi) per le quali non è obbligatorio l’emissionedi fattura, se non richiesta dal cliente.

Con la legge 26 gennaio 1983, n. 18, è stato introdotto l’obbligo da parte di determinatecategorie di contribuenti dell’IVA di rilasciare uno scontrino fiscale mediante l’uso di speciali regi-stratori di cassa. * Operazioni soggette: - cessioni di beni effettuate in locali aperti al pubblico o in spacci interni; - somministrazioni in pubblici esercizi di alimenti e bevande (non soggette al rilascio della rice-

vuta fiscale). * Caratteristiche generali - lo scontrino fiscale deve contenere le seguenti indicazioni: - ditta, denominazione o ragione sociale ovvero cognome e nome;

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- numero di partita IVA dell’emittente e ubicazione dell’esercizio; - dati contabili (corrispettivi parziali, con relativi sconti o rettifiche; subtotali; rimborsi per resti-

tuzioni di vendite; totale dovuto; eventuali corrispettivi non riscossi); - data, ora di emissione e numero progressivo; - logotipo fiscale e numero di matricola dell’apparecchio misuratore fiscale. * Scontrino ad uso interno - è consentito per esigenze organizzative a condizione che: - presenti colorazione diversa da quella degli scontrini fiscali e sia apposta la dizione “non vale

come scontrino fiscale”; - sugli apparecchi utilizzati sia applicata apposita targhetta recante la dicitura “apparecchio

non valido al rilascio dello scontrino fiscale”; - la documentazione venga esibita all’operatore addetto all’apparecchio misuratore fiscale ai

fini della conversione in scontrino fiscale. * Modalità di rilascio - per le cessioni di beni effettuati in locali aperti al pubblico o in spacciinterni e per le somministrazioni in pubblici esercizi di alimenti e bevande, non soggette all’obbli-go del rilascio della ricevuta fiscale, vi è obbligo di rilasciare apposito scontrino fiscale mediantel’uso esclusivo di speciali registratori di cassa o terminali elettronici, o di idonee bilance elettro-niche munite di stampante. * Momento del rilascio - lo scontrino deve essere emesso al momento del pagamento del cor-rispettivo della cessione o della prestazione ovvero al momento della consegna del bene o del-l’ultimazione della prestazione se tali eventi si verificano anteriormente al pagamento. * Scontrini errati - lo scontrino erroneamente emesso e non ancora rilasciato può essere annul-lato mediante idonea annotazione, anche della relativa causale, sullo scontrino stesso che vacomunque allegato allo scontrino di chiusura giornaliera. Se lo scontrino è stato già rilasciato,questo non può essere più annullato, ma degli errori si può tenere conto, per giustificati motivi,nelle annotazioni giornaliere sul registro dei corrispettivi o sul registro di prima nota, e comun-que non oltre i termini di annotazione. * Apparecchi misuratori fiscali - trattasi di apparecchi elettronici idonei a provvedere alla stam-pa ed emissione di uno scontrino fiscale, di uno scontrino di chiusura giornaliera, ed alla stam-pa, contestuale a quella dello scontrino, di un giornale di fondo (di cui all’art. 12, D.M. 23.3.1983).

Apparecchi misuratori fiscali - Disposizioni particolari Modelli autorizzati

I modelli degli apparecchi misuratori fiscali devono essere preventivamente approvati dalMinistero delle Finanze, su parere di apposita Commissione, istituita e composta ai sensidell’articolo 5 del D.M. 23.3.1983. L’approvazione (valida per sette anni prorogabili peruguali periodi e revocabile in caso di riscontranti difetti nell’uso) costituisce condizione diammissibilità per la procedura di controllo di conformità.

Controllo di conformitàGli apparecchi fabbricati secondo il modello approvato, prima della loro commercializza-zione, devono essere sottoposti a controllo di conformità alle prescrizioni stabilite nel

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provvedimento di approvazione del relativo modello e in particolare a quelle relative allecaratteristiche costruttive e funzionali. Il controllo è effettuato da personale tecnico degli UTE e degli UTIF nelle sedi stabilite dal prov-vedimento di approvazione: l’esito positivo è attestato mediante apposizione di bollo fiscale.

InstallazioneEntro il giorno successivo a quello di installazione, l’utente deve darne comunicazione,mediante apposita dichiarazione in carta libera e in duplice esemplare, al competenteUfficio IVA. La comunicazione deve essere sottoscritta anche dal tecnico che ha provve-duto all’installazione e contenere tutti i dati identificativi dell’apparecchio nonché l’ubica-zione dell’esercizio dove è installato.

Libretto di dotazioneOgni apparecchio misuratore fiscale deve essere dotato dal produttore o importatore diapposito libretto con pagine progressivamente numerate e contenente, sotto la lororesponsabilità, le seguenti indicazioni: - la ditta, denominazione o ragione sociale, o nome e cognome se persona fisica, domi-

cilio e numero di partita IVA del produttore o importatore; - denominazione commerciale del modello; - numero di matricola ed estremi di approvazione del modello; - numero delle pagine di cui è composto. Devono essere altresì indicate le operazioni di installazione, assistenza e manutenzione delmodello. In caso di furto o smarrimento va data notizia all’Ufficio IVA nonché al fornitoreper il rilascio di un duplicato del libretto di dotazione. Il libretto di dotazione va conserva-to per tutto il periodo di utilizzo del relativo apparecchio.

Scontrino di chiusura giornalieroDeve contenere nell’ordine: 1. numero di partita IVA dell’emittente ed ubicazione dell’esercizio; 2. l’ammontare complessivo dei corrispettivi del giorno; 3. il totale cumulativo degli ammontari dei corrispettivi giornalieri compreso quello di chiu-

sura cui si riferisce lo scontrino; 4. gli eventuali ammontari degli sconti, rettifiche, rimborsi per resi, ecc. ;5. numero degli scontrini fiscali (compreso quello di chiusura) emessi a seguito delle ope-

razioni di cui all’art. 1 del D.M. 23.3.1983;6. il numero degli scontrini fiscali recanti la stampa del contenuto della memoria fiscale;7. il numero degli scontrini non fiscali;8. il numero progressivo degli azzeramenti giornalieri;9. data e ora di emissione;10. numero ripristini fiscali;11. il logotipo fiscale e numero di matricola dell’apparecchio;12. distanziati da due righe vuote, i dati di carattere non fiscale, preceduti e seguiti dalla scrit-

ta “dati non fiscali”.

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La “giornata” deve intendersi in senso civilistico, pertanto lo scontrino di chiusura giorna-liero va emesso entro le ore 24, anche per quelle attività con chiusura dopo tale orario. LaR. M. in questione, concede inoltre la possibilità che vengano costruite delle macchinecapaci di effettuare automaticamente alle ore 24 l’azzeramento delle operazioni con stam-pa dello scontrino di chiusura nel giorno successivo (R.M. 25.10.1995, n. 53/E).

Utilizzo saltuarioLo scontrino di chiusura giornaliero può non essere emesso per le giornate in cui l’appa-recchio misuratore fiscale non sia stato utilizzato (D.M. 4.4.1990, art. 5). Comunque, qualora siano state compiute le operazioni di apertura della giornata, impo-stando la data nel registratore di cassa fiscale, occorrerà procedere alle relative operazio-ni di chiusura emettendo lo scontrino di chiusura giornaliero, anche se i totali saranno,ovviamente, pari a zero.

ManutenzioneLe imprese che cedono apparecchi misuratori fiscali devono garantire almeno un inter-vento di manutenzione ogni anno da annotarsi sul libretto di dotazione. Tutte le parti nonprotette dal bollo fiscale in caso di guasto possono essere sostituite direttamente ed auto-nomamente dall’utente, sempre che si tratti di apparecchio modulario (ossia composto diparti singole). A tale proposito il Ministero delle Finanze annuncia che un decreto ministeriale in appro-vazione prevede il trasferimento in capo all’utilizzatore fiscale dell’obbligo di richiedere lamanutenzione annuale, oltre alla riparazione del misuratore fiscale in caso di mancato oirregolare funzionamento. La responsabilità del centro di assistenza e quindi l’erogazionedelle sanzioni, a carico del centro stesso, si verifica solo in caso di mancato intervento deltecnico per colpa a lui imputabile, salvo venga approvata la sua impossibilità a prestarel’intervento stesso (R.M. 7.9.1998, n. 130/E).

Mancato o irregolare funzionamentoIl contribuente deve richiedere tempestivamente l’intervento della ditta tenuta alla manu-tenzione, annotando la data e l’ora della richiesta sul libretto di dotazione dell’apparecchio,e deve, fino a quando non sia ultimato il servizio di assistenza, provvedere, in luogo delrilascio dello scontrino fiscale, alla distinta annotazione su apposito registro (registro permancato funzionamento del registratore di cassa) dei corrispettivi relativi a ciascuna ope-razione, ovvero in alternativa e sempre che sia nelle condizioni di poterlo fare, all’emissio-ne della ricevuta fiscale (C.M. 4.4.1997, n. 97/E).

Cessione di apparecchi usatiIl cedente deve conservare copia del libretto di dotazione, effettuare la stampa integraledei dati contenuti nella memoria fiscale relativi alle operazioni dallo stesso effettuate, fareautenticare entrambe dal tecnico del servizio di assistenza. Deve inoltre provvedere a con-servare tutti i documenti per i termini di tempo previsti per l’ordinaria documentazionecontabile e a comunicare all’Ufficio IVA la disinstallazione del registratore entro il giornosuccessivo alla cessione.

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Conservazione dei documenti inerenti lo scontrino fiscalePer quanto concerne il cliente, egli è obbligato a esibire il documento fiscale (scontrino oricevuta) agli ordini accertatori all’interno dell’esercizio o nelle immediate adiacenze.L’immediata adiacenza, secondo il Ministero, implica un rapporto di immediatezza tempo-rale e spaziale tra il comportamento addebitato e la contestazione di esso. Lo scontrino di chiusura giornaliera deve essere tenuto e conservato ai sensi dell’artico-lo 39 del D.P.R. 673/72, per cinque anni a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo aquello in cui sono state effettuate le operazioni ovvero anche oltre fino alla definizione dell’accertamento. È importante ricordare, per quanto sopra detto, che accanto a tale obbligo fiscale vi èaltresì l’obbligo civilistico, sancito dall’art. 2220 c.c. (sanzionabile) di conservazione perla durata di anni 10, dalla data di emissione.

AmmortamentoPuò essere effettuato a partire dal periodo di imposta in cui ciascuno apparecchio misu-ratore è stato acquistato, in ragione del 25% del costo degli apparecchi, al netto degli inte-ressi passivi corrisposti per il pagamento differito del prezzo. Qualora il suddetto costounitario non superi € 516,46 è ammessa la deduzione integrale nell’esercizio in cui il beneè stato acquistato.

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8. Disciplina tributaria

8. 1 Imposta di bollo * Disciplina e oggetto

Disciplina - Il riferimento normativo di base dell’imposta di bollo è costituito dalD.P.R. 26 ottobre 1972, n. 642.

Oggetto o presupposto del tributo - Con il bollo lo Stato realizza un’entrata, in quan-to impone l’obbligo di redigere alcuni documenti che, a pena di validità o regolarità, devo-no scontare l’imposta di bollo. Il trasferimento di ricchezza dal contribuente all’Erario puòavvenire:a) in modo diretto (pagamento con gli ordinari mezzi: delega di pagamento - mod. F23

o mod. F24 ovvero pagamento tramite un intermediario: tabaccaio);b) in modo indiretto, mediante l’uso di carta bollata o marche da bollo; in questo caso

il trasferimento di denaro a favore dello Stato avviene con l’acquisto di “valori” pro-dotti dallo Stato in regime di monopolio.In ogni caso, il presupposto dell’imposta di bollo è costituito dalla formazione per

iscritto di determinati atti giuridici, indicati nella tariffa allegata al D.P.R. 642/1972.

8. 1. 1 Regole generali Vi sono atti soggetti al tributo sin dall’origine: tali atti devono soggiacere al tributo nel

momento in cui si formano, pena la loro validità o la loro regolarità (in quest’ultimo caso l’at-to è valido ma il mancato pagamento del bollo comporterà l’applicazione di sanzioni). Al con-trario vi sono atti soggetti ad imposta solo in caso d’uso. Per “caso d’uso” si intende la pre-sentazione dell’atto all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate per la registrazione (con applicazionedelle aliquote vigenti al momento in cui l’uso si verifica). In questo senso, un atto ben puòessere validamente formato, all’origine, senza scontare l’imposta di bollo, imposta che saràdovuta solo si è intenzionati, in un secondo momento, ad usare l’atto in senso giuridico (ades. registrandolo per dotarlo di data certa). * Bollatura dall’origine - Riguarda gli atti e i documenti indicati nella parte I della tariffa. Ildocumento dev’essere assoggettato ad imposta di bollo all’atto della sua emissione. Gli alle-gati al documento in bollo sono soggetti solo se autonomamente previsti dalla tariffa (R.M. del27.12.83, n. 292119). * Bollatura in caso d’uso - Riguarda gli atti sottoposti alla registrazione con la tariffa vigen-te al momento dell’uso. * Modalità di pagamento - Deve avvenire osservando una delle seguenti modalità secondole indicazioni fornite dalla tabella: - in modo ordinario, utilizzando carta filigranata e bollata; - in modo straordinario, mediante l’applicazione e l’annullamento di marche da bollo,

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visto per bollo o bollo a punzoni;- mediante pagamento dell’imposta ad un intermediario convenzionato con l’Agenzia

delle Entrate (tabaccai), il quale rilascia, per via telematica, uno speciale contrassegno; - virtuale, mediante pagamento diretto all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, ad altri uffici

autorizzati (ad es. le Camere di Commercio) ovvero a mezzo di versamento in conto cor-rente.

* Misura dell’imposta - applicazione: in misura fissa o proporzionale, secondo le indicazio-ni della tariffa. A tal fine si ricorda che: - il foglio è composto da quattro facciate; - la pagina da una facciata; - la riproduzione va intesa come foglio purché le facciate siano unite tra di loro; - la copia è da considerare come originale; - nel caso di impiego di carta bollata è vietato scrivere fuori dai margini, eccedere il nume-

ro delle linee in essa tracciate. È consentito, per contro, apporre sottoscrizioni, annota-zioni, visti, numerazioni e bolli prescritti dai regolamenti;

- nei tabulati meccanografici e in genere per l’uso di carta bollata o carta semplice in for-mato bollo è dovuta l’imposta nella misura ordinaria (€ 14,62) per ogni cento righe effet-tivamente utilizzate (nel formato bollo la pagine si compone di 25 righe; pertanto l’appo-sizione della marca dovrà avvenire ogni 4 facciate).

* Esenzione - Spetta per gli atti indicati nella tabella B alla legge di bollo. La più nota riguar-da le fatture e i documenti emessi in relazione al pagamento di corrispettivi soggetti ad IVA.Non riguarda le fatture esenti o esclusi da IVA o emessi a carico di esportatori (in questi casioccorre applicare la marca da bollo di € 1,81, a meno che la fattura rechi un importo inferio-re ad € 77,47). Sono esenti da bollo le ricevute fiscali.

Alcuni atti soggetti ad imposta, sin dall’origine in misura fissaDescrizione Imposta

Scritture private contenenti convenzioni o dichiarazioni anche unilaterali con le quali si creano, simodificano, si estinguono, si accertano o si documentano rapporti giuridici di ogni specie: origi-nali e copie.

Per ogni foglio € 14,62 Ricevute, quietanze, note, conti, fatture, distinte e simili, anche se non sono sottoscritti, quando lasomma superi € 77,47 ovvero sia indeterminata o a saldo per somme inferiori al debito origina-rio senza indicazione di questo o delle precedenti quietanze: originali, duplicati e copie.

Per ogni esemplare € 1,81 Libri di cui all’articolo 2214, primo comma, del c.c. ; repertori, libri e registri che abbiano caratte-re contabile o commerciale, se obbligatori per legge o regolamenti o se presentati per la vidima-zione ai sensi dell’articolo 2218 del c.c.

Per ogni cento pagine o frazioni di cento pagine € 14,62(mediante marche da bollo annullate da pubblici ufficiali - notai, uffici finanziari, ecc. o mediante bollo a punzone)

Copia degli atti delle società da depositarsi ai sensi dell’articolo 2435 del c.c. Per ogni foglio € 14,62

(Modalità di pagamento: carta bollata, marche o bollo a punzone)

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Per l’elenco completo degli atti soggetti ad imposta di bollo e per le fattispecie diesenzione si rinvia alle tabelle della tariffa allegata al DPR 642/72.

8. 2 Riforma dei tributi locali Il 1997 ha visto gettare le basi della riforma della fiscalità degli enti locali con una

serie di provvedimenti inseriti nel “Titolo III: Riordino della disciplina degli enti locali” delD. Lgs 15 dicembre 1997 n. 446 (più noto come Decreto istitutivo dell’IRAP) e con alcu-ne norme successive contenute nelle varie finanziarie, fino alla manovra 2010 (D.L. 31maggio 2010 n. 78). In realtà dalla riforma tributaria del 1971, ogni manovra finanziariaha avuto sempre al suo interno una o più disposizione in tema di fiscalità locale.

Questa, in sintesi, l’evoluzione storica dei principali tributi locali:Anni ’70 – Negli anni ’70 furono istituiti i tributi urbanistici (c.d. “legge Bucalossi”), latassa per la tutela delle acque (c.d. “legge Merli”) e la tassa sulle concessioni comunali. Anni ’90- Nel 1992 fu istituita l’imposta comunale sugli immobili (ICI) (disciplinata dal D. Lgs

30 dicembre 1992, n. 504);- Nel 1993 furono istituite l’imposta comunale sulla pubblicità, la tassa per l’occupa-

zione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP) e la tassa per lo smaltimento dei rifiutisolidi urbani (TARSU);

- Nel 1997 fu istituita l’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), un’addizio-nale regionale all’IRPEF;

- Nel 1998 è stata introdotta l’imposta regionale sulle attività un’addizionale comuna-le all’IRPEF. A partire dagli anni ’90, si è rafforzata la spinta verso una più accentuata autono-

mia impositiva degli enti locali, indicata come federalismo fiscale. Tuttavia, è bene preci-sare che, ad oggi, lo Stato italiano, almeno a livello fiscale, è ancora uno stato unitario,accentrato, seppur nel riformato titolo V della Costituzione, attuato con la legge costitu-zionale n. 3 del 18 ottobre 2001.

8. 2. 1 Abolizione di alcuni tributi locali Con l’introduzione dell’IRAP sono stati aboliti alcuni tributi; tra questi si segnalano:

* A decorrere dal 1° gennaio 1998: • L’ICIAP, applicata alle persone fisiche, le società, le associazioni, i concorsi ed ogni

altra organizzazione di persone e beni che avessero esercitato, nel corso dell’annoin positivo, attività di impresa, arte e professione con carattere di continuità, sia pureper periodi limitati e che era commisurata alla superficie degli immobili utilizzati perl’esercizio delle attività (legge 24.4.1989, n. 144);

• Le tasse sulle concessioni comunali, dovute su numerosi atti e provvedimenti

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(elencati dal D.M. 29.11.78); tra cui, per quanto riguarda il comparto ricettivo: licen-za di esercizio - TV RADIO - alcolici - autorimesse.

* A decorrere dal 1° gennaio 1999: • La TOSAP, tassa occupazione spazi ed aree pubbliche.

La tassa era dovuta per l’occupazione di qualsiasi natura di strade, vie, corsi, piaz-ze del demanio o del patrimonio indisponibile di Comuni e Province, nonché perl’occupazione di strade private con servitù di pubblico passaggio. Per la verità, l’abolizione è stata rimessa alla discrezione degli enti comunali, i qualiavrebbero dovuta abolirla con propria norma regolamentare; poiché molti comuninon hanno deliberato in tal senso, questa tassa è ancora in vigore in molti comuniitaliani.

• La IET, imposta erariale di trascrizione, iscrizione ed annotazione di veicoli al PRA,da versare in occasione del passaggio di proprietà degli autoveicoli.

• La APIET, addizionale provinciale sull’imposta erariale di trascrizione (IET). • Con l’articolo 49, 1° comma, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 è stata

stabilita l’abolizione della TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti), e la sua sosti-tuzione con una tariffa di natura non fiscale a partire dal 1° gennaio 1999; proroga-ta, poi, dal Decreto Legge 2 novembre 1998, n. 376, al 1° gennaio 2000. Il nuovotributo concepito a sostituzione del precedente ha assunto la denominazione di TIA:Tariffa di Igiene Ambientale. Anche in questo caso, la legislazione statale ha rimes-so la scelta alla discrezione del Comune, e in questo senso non tutti i comuni hannoaderito; per ciò in alcuni comuni è ancora in vigore la TARSU. In attuazione di direttive comunitarie, TARSU e Tia dovranno essere sostituite dalla

“Tariffa per la gestione dei rifiuti urbani” (come previsto dal decreto di recepimentodelle direttive: D. Lgs 3 aprile 2006, n. 152).

È ovvio che per i tributi aboliti, i cui presupposti d’imposizione si siano verificati ante-riormente alla data della loro abolizione, e che non siano stati pagati, i versamenti debba-no essere effettuati anche successivamente a tale data.

8. 2. 2. Accertamenti Il procedimento di accertamento dei tributi locali si snoda, come per i tributi statali,

attraverso le seguenti fasi fondamentali:• La dichiarazione (o denuncia) da parte del contribuente; questa fase caratterizza

quasi tutti i tributi locali;• L’autoliquidazione (il contribuente provvede, generalmente con cadenza annuale, a

calcolare, da sé medesimo, le imposte dovute); tale fase non è presente in tutti i tri-buti locali (ma lo è per i principali: ICI e IRAP);

• Controlli e accertamenti da parte dell’ente impositore, creditore del tributo, attra-

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verso cui:- Rettificare le dichiarazioni incomplete o infedeli;- Accertare d’ufficio i tributi non dichiarati;- Emettere, quindi, avvisi di accertamento che, a pena di decadenza, devono essere

notificati, in genere, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello incui la dichiarazione è stata (in caso di dichiarazione infedele o incompleta) oavrebbe dovuto essere presentata (in caso di omessa dichiarazione). Nel passatosi è fatto spesso ricorso alla proroga dei termini di accertamento, attraverso l’ema-nazione di leggi ad hoc. La prassi è stata condannata dallo Statuto dei Diritti delContribuente (legge 27 luglio 2000 n. 212) ove all’art. 3, comma 3, si è statuito che:“i termini di prescrizione e di decadenza per gli accertamenti di imposta non posso-no essere prorogati”.

8. 2. 3. Potere regolamentare dei Comuni Con l’art. 52 del decreto legislativo n. 446/1997, è stato stabilito che a partire dal 1°

gennaio 1999, i Comuni e le Province possono disciplinare le proprie entrate, anche tri-butarie, con regolamento, nel rispetto delle esigenze di semplificazione degli adempimen-ti dei contribuenti.

Spetta sempre e comunque allo Stato l’individuazione e la definizione delle fattispe-cie imponibili, dei soggetti passivi e dell’aliquota dei singoli tributi.

Ciò in virtù della riserva relativa di legge, sancita dall’art. 23 della Costituzione, pereffetto della quale solo la legge può disciplinare la parte sostanziale del tributo (vale a diregli elementi essenziali che si fanno coincidere con il presupposto, i soggetti passivi, labase imponibile e l’aliquota).

Tali regolamenti devono essere adottati, con delibera dell’ente locale, entro e nonoltre il termine di approvazione del bilancio di previsione. Qualora i provvedimenti nonvengano adottati o relativamente a quanto da essi non disciplinato, si applicano le normevigenti in materia.

I regolamenti possono riguardare ad esempio: • le modalità e i termini di dichiarazione e di pagamento - riscossione coattiva e accer-

tamento - ravvedimento - esenzioni e agevolazioni (queste ultime, tuttavia, poichéincidenti sulla parte sostanziale del tributo, possono essere regolamentate nei limi-ti di quanto stabilito dalla legge ordinaria). Entro la data del bilancio preventivo devono essere delibarti, oltre i regolamenti, le tarif-

fe e le aliquote d’imposta per i tributi locali e le variazioni dell’addizionale comunale IRPEF.

8. 2. 4. Tasse, tariffe e canoni* TOSAP - L’articolo 62 del D. Lgs, 446/97 concede la possibilità ai Comuni di sostitui-re con proprio regolamento l’imposta comunale sulla pubblicità con un canone in basea tariffa, applicato sulle iniziative pubblicitarie che incidono sull’arredo urbano o sull’am-

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biente, sottoponendole ad un regime autorizzatorio. Con l’articolo 63 dello stesso decreto si dà, inoltre, alle Province e ai Comuni, al fine

di non perdere il gettito della TOSAP, la facoltà di sottoporre, con regolamento, l’occupa-zione sia temporanea che permanente di strade, aree e relativi spazi soprastanti e sot-tostanti appartenenti al proprio demanio o patrimonio indisponibile, comprese le areedestinate a mercati, al pagamento di un canone - COSAP - da parte del titolare della con-cessione, in base a tariffa. Anche l’occupazione di aree private soggette a servitù di pub-blico passaggio, costituita nei modi di legge, possono essere assoggettate al canone.

Come chiarito dalla Giurisprudenza (si veda, fra le altre Cass. 19 agosto 2003 n.12167; Corte Cost. 14 marzo 2008, n. 64) i canoni “per l’installazione di mezzi pubblici-tari e per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche” non hanno natura di entrate tributa-rie e, pertanto, i relativi regolamenti non devono essere trasmessi al Ministero delleFinanze, in quanto le comunicazioni al Ministero per la pubblicazione in G.U. e per l’even-tuale esercizio del potere di impugnativa riguardano solo i regolamenti comunali e provin-ciali che disciplinano le entrate aventi natura tributaria. Ne consegue ancora che le con-troversie su tali canoni appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario e non allagiurisdizione delle commissioni tributarie.

L’art. 24 della legge 23 dicembre 1998 n. 448 (collegato alla Finanziaria ’99), alcomma 19, ha sancito l’abrogazione delle norme recanti l’abolizione della TOSAP ed hastabilito che i comuni possono “escludere l’applicazione nel proprio territorio dellaTOSAP” e, in alternativa, “prevedere che l’occupazione, sia permanente che temporanea,degli spazi e delle aree” elencati nella norma sostituita debba essere assoggettata ad uncanone di concessione (COSAP) determinato in base a tariffa.

Per quanto sopra detto, il COSAP non ha natura tributaria (al contrario dellaTOSAP).

* Tassa rifiuti solidi urbani – La tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni(TARSU) è disciplinata dal Capo terzo del Decreto Legislativo 15.11.1993, n. 507, in vigo-re dal 1° gennaio 1994. Con questo decreto, la tassa assume la natura di vero e propriotributo, mancando qualsiasi correlazione tra l’importo pagato ed il servizio ricevuto. Infattipresupposto per l’applicazione non è la quantità di rifiuti prodotti o smaltiti, ma l’occupa-zione o la detenzione di locali o aree aventi determinate caratteristiche. * Istituzione della tassa: sulla base dell’art. 58 del sopracitato decreto legislativo, iComuni, per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni, ossia rifiu-ti non provenienti da aree soggette ad uso pubblico, devono istituire una tassa annuale dadisciplinare con apposito regolamento ed applicare sulla base di una tariffa. * Presupposto impositivo - La tassa è dovuta per l’occupazione o la detenzione di localied aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, ed esistenti nelle zone del territorio comunale incui il servizio è istituito ed attivato. Quindi l’occupazione o la detenzione di locali o aree sitiin determinate zone del Comune è ritenuta dalla legge presunzione di produzione di rifiuti.

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Non rientrano nella presunzione suddetta l’occupazione o la detenzione di aree sco-perte pertinenziali o accessorie di civili abitazioni diverse dalle aree a verde, cioè balco-ni, terrazzi e simili, mentre vi rientrano i locali pertinenziali o accessori di altri immobiliquali box e cantine.

Come sopra accennato, a partire dal D.L. 376/98 si sono susseguite proroghe chehanno consentito di mantenere ancora in vita la tassa per lo smaltimento dei rifiuti che, inbase all’art. 49 del D. Lgs 22/97, doveva essere abolita a partire dal 1° gennaio 1999 esostituita con una tariffa di natura non fiscale. La TARSU, per effetto dell’art. 49 del D. Lgs5 febbraio 1997, n. 22 (c.d. decreto Ronchi) può essere sostituita, con delibera comuna-le, dalla TIA (Tariffa d’Igiene Ambientale).

Esclusioni - Sono esclusi dalla tassa i locali e le aree che non possono produrrerifiuti o per loro natura (luoghi impraticabili o in stato di abbandono) o per il particola-re uso cui sono stabilmente destinati (depositi di materiali in disuso). * Per superficie tassabile si intende: • locali: sono considerate le superfici nette degli ambienti di una costruzione dove sia

possibile soggiornare; • aree: sono considerate le superfici nette degli spazi circoscritti e aperti, esterni, a

vario titolo utilizzati. * Sono considerate non tassabili le superfici (locali o aree) dove si producono (per spe-cifiche caratteristiche strutturali e per destinazione) rifiuti classificabili speciali o tossi-co-nocivi in quanto i produttori sono tenuti a provvedere a proprie spese allo smaltimen-to di tali categorie di rifiuti. * Soggetti passivi: al pagamento della TARSU sono obbligati, in via principale, i sogget-ti che occupano o detengono i locali o le aree. In via solidale sono poi obbligati al paga-mento i soggetti che compongono il nucleo familiare dell’obbligato principale, o i sogget-ti che usano in comune i locali o le aree stesse.

8. 2. 5 Rifiuti speciali assimilati agli urbaniDal 22 maggio 1998, cioè dalla data di entrata in vigore della legge 24.4.1998, n. 128,

si è completamente modificato il sistema di gestione della tassa per lo smaltimento dei rifiu-ti solidi urbani.

In particolare entra in vigore la disciplina contenuta nel Decreto Legislativo 5.2.1997,n. 22, meglio conosciuto come “Decreto Ronchi” che all’art. 21 regola le competenze deiComuni in materia di gestione dei rifiuti. Specificamente prevede che i Comuni stabiliscano«l’assimilazione per qualità e quantità dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani aifini della raccolta e dello smaltimento sulla base dei criteri fissati dall’art. 18. Sono comun-que considerati rifiuti urbani, ai fini della raccolta, del trasporto e dello stoccaggio, tutti irifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade ovvero, di qualunque natura e provenien-za, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque sogget-te ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua». Diviene

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così effettiva la classificazione prevista dall’art. 7 dello stesso D. Lgs 22/1997, che suddivi-de i rifiuti in base all’origine in: • rifiuti urbani:

1. rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad usodi civile abitazione;

2. rifiuti non pericolosi provenienti da locali o luoghi ad usi diversi da quelli di cuial punto 1, assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità;

3. rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; 4. rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche

o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiag-ge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua;

5. rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi ed aree cimiteriali; 6. rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti prove-

nienti da attività cimiteriali diversi da quelli di cui ai punti 2 - 3 - 5.

• rifiuti speciali:1. rifiuti da attività agricole e agro-industriali; 2. rifiuti derivanti da attività di demolizione, costruzione, nonché rifiuti pericolosi

che derivano dalle attività di scavo; 3. rifiuti da lavorazioni industriali; 4. rifiuti da lavorazioni artigianali; 5. rifiuti da attività commerciali; 6. rifiuti da attività di servizio; 7. rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, fanghi prodotti

dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delleacque reflue e da abbattimento di fumi;

8. rifiuti derivanti da attività sanitarie; 9. macchinari e apparecchiature deteriorati ed obsoleti; 10. veicoli a motore, rimorchi, caravan e simili fuori uso e loro parti.

Si noti come i rifiuti urbani siano sostanzialmente solo quelli domestici, mentre i rifiu-ti prodotti dalle attività, dicasi imprese, all’origine siano speciali per qualità o quantità, ecome tali da smaltirsi a cura del produttore, non essendo ricompresi nel servizio pubblicocomunale di smaltimento. I Comuni hanno, però, la possibilità di dichiarare con atto forma-le “assimilati agli urbani” i rifiuti delle attività che intendono sottoporre al servizio pubblicodi smaltimento. È una pratica largamente adottata (e abusata) dalle amministrazioni comu-nali, che in tal modo ampliano il servizio e la sua base impositiva, consentendo una distri-buzione dei costi secondo criteri “politici”, che non sempre rispettano il principio di legge:Costo utente = TIA utente.

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8. 2. 6. Applicazione della Tassa Rifiuti Solidi Urbani nei campeggi e arenili Per opportuna conoscenza si riporta integralmente la Risoluzione Ministeriale

28.4.1994, n. p. 5/2151 inerente alla materia di cui in oggetto. Con riferimento alle annualità anteriori al 1994 si rileva che l’articolo 21 del D.P.R. 10

settembre 1982, n. 915, estende l’applicazione della tassa in oggetto ai campeggi ed ingenere alle aree scoperte che, come precisato nella circolare n. 7 del 16.5.1983, non costi-tuiscono accessori o pertinenza di locali assoggettati a tassazione e siano adibite allo svol-gimento di una attività privata idonea alla produzione di rifiuti urbani, per cui è da ritenereche i campeggi siano tassabili nel loro complesso con quelle aree scoperte suscettibilidi formazione di rifiuti con la sola esclusione delle superfici impraticabili, non produtti-ve di rifiuti o destinate a verde intercluso aventi funzioni ornamentale o di isolamento dellepiazzole, dei parcheggi per clienti e dipendenti annessi ai locali adibiti ad uffici e servizi, non-ché le aree visibilmente adibite in modo esclusivo alla viabilità interna che assicurino il col-legamento con locali tassabili. Le strade e i percorsi pedonali, se collegano tra loro localicoperti già tassati, costituiscono accessori o pertinenze di questi ultimi e pertanto non devo-no essere sottoposti a tassazione; mentre nel caso in cui costituiscano collegamento traaree scoperte, seguono il regime di tassazione dell’area scoperta alla quale accedono oappartengono, come chiarito dall’Avvocatura Generale dello Stato con parere n. 1103/90 del5.5.1991.

Per quanto concerne i parcheggi, si fa presente che, qualora si tratti di servizio gratui-to a favore del personale e dei clienti, si può precedere a detassazione, concretandosi la cita-ta ipotesi di aree scoperte accessorie o di pertinenza di locali già tassati. Viceversa, qualorasi tratti di parcheggi a pagamento, l’area corrispondente va regolarmente tassata, in quantoin essa si realizza una attività che esclude il carattere dell’accessorietà.

A decorrere dal 1995 dopo l’entrata in vigore della nuova disciplina dettata dal D. Lgsn. 507/93, le superfici pertinenziali ed accessorie non beneficiano più dell’esonero totale masono assoggettate, sempreché suscettibili di rifiuti, alla tassa limitatamente al 25% della lorosuperficie.

Tale trattamento è stato comunque esteso anche alle superfici che risultano pertinen-ziali ed accessorie ad altre superfici soggette a tributo, per cui l’esonero del 75% dellasuperficie è applicabile anche alle strade, ai percorsi pedonali ed ai parcheggi del camping.

Per quanto concerne la parte di piazzola eccedente la superficie di alloggiamento dell’unità abitativa mobile, si ritiene che in tal caso non si tratti di superficie accessoria opertinenziale ma di area operativa del campeggio, come tale tassabile per la metà ai sensi dell’articolo 66, comma 1.

* Arenili - La tassa sui rifiuti si applica anche agli arenili antistanti gli stabilimenti bal-neari. A questa conclusione è giunta la Quinta Sezione del Consiglio di Stato (decisione122/99), affermando: “che tra le aree soggette alla tassa certamente rientrano gli arenili, dalmomento che di essi si deve escludere il carattere di accessorio o pertinenziale rispetto agliedifici in cui hanno sede gli stabilimenti balneari”.

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8. 2. 7 Dalla TASSA alla TARIFFA Come riferito precedentemente, la legge 9.12.1998 n. 426, prevede a decorrere dal

1° gennaio 2000 la soppressione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti e la sua sosti-tuzione con una tariffa di natura non fiscale. Ad onor del vero, la sentenza n. 17526 del2007 della Corte di Cassazione ha statuito la natura tributaria della TIA. Con la citata sen-tenza, la Corte Suprema ha dichiarato la natura tributaria della tariffa, sulla base delladevoluzione delle relative controversie al giudice tributario, a opera dell’art. 3-bis del D.L.203/2005.

In particolare, gli atti con cui il gestore del servizio di smaltimento dei rifiuti solidiurbani richiede al contribuente quanto da lui dovuto a titolo di tariffa di igiene ambientalehanno natura di atti amministrativi impositivi di un obbligo pecuniario di natura pubblici-stica, perciò sottoposto dal legislatore alla giurisdizione del giudice tributario; essi, di con-seguenza, debbono rispondere ai requisiti sostanziali propri di tali atti: in primo luogodebbono - al fine di consentire l’esercizio da parte del destinatario del diritto alla difesa -enunciare - anche in forma sintetica, purché chiara - sia la fonte della richiesta sia gli ele-menti di fatto e di diritto che la giustificano, anche sotto il profilo quantitativo (Sent. n.17526 del 9 marzo 2007 dep. il 9 agosto 2007 della Corte Cass., Sez. tributaria).

Il Consiglio dei Ministri, in data 16 aprile 1999 ha varato in via definitiva il regola-mento per l’elaborazione del metodo normalizzato con cui calcolare l’onere a carico deicontribuenti che coprirà i costi del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani.

Secondo il provvedimento, dal 1° gennaio 2000 i Comuni con oltre 5000 abitanti,che nel 1999 avranno coperto con la TARSU il 90% e oltre del costo di gestione dei rifiu-ti, dovranno applicare la tariffa, differenziata tra utenze domestiche e non.

Il nuovo sistema prevede per le utenze domestiche una tariffa che è il risultato di unaparte fissa relativa alla superficie dell’abitazione e di una parte variabile legata al numerodei componenti il nucleo familiare. Le utenze non domestiche, cioè soprattutto gli eserci-zi commerciali, saranno invece classificate, per la parte variabile della nuova tariffa in tren-tuno categorie e in dieci sottocategorie riferite alle specifiche attività. Una quota dellaparte variabile potrà essere abbattuta in base al raggiungimento di risultati nella raccoltadifferenziata.

Per i Comuni che non hanno raggiunto livelli ottimali di finanziamento del servizio,o che comunque hanno meno di 5000 abitanti, il DPR prevede un periodo di transizioneda tre a otto anni a seconda del grado di copertura dei costi.

In questi casi la tariffa verrà introdotta gradualmente: • nei primi due anni sarà applicata una tariffa “temporanea” basata sulla superficie

dell’abitazione e, per una percentuale variabile tra il 20 e 70% a discrezione degli entilocali, sul numero dei componenti il nucleo familiare;

• dal terzo anno in poi verrà applicato integralmente il nuovo metodo di calcolo dellatariffa.

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8. 2. 8 Addizionale comunale IRPEF Il D. lgs 28 settembre 1998, n. 360 ha istituito l’addizionale comunale all’IRPEF. L’addizionale si compone di due parti:

• una prima parte, con una aliquota che viene approvata con decreto del Ministro delleFinanze di concerto con i Ministri del Tesoro, del Bilancio e della ProgrammazioneEconomica e dell’Interno entro il 15 dicembre, da applicare a partire dall’anno suc-cessivo, con la contemporanea riduzione delle aliquote IRPEF stabilite dall’art. 11,comma 1, DPR n. 917/86;

• una seconda parte deliberata dai Comuni, entro il 31 dicembre 1998 (entro il 31ottobre negli anni successivi) con la variazione dell’aliquota addizionale da applica-re per l’anno successivo. Tale variazione non può eccedere complessivamente 0,5punti percentuali con incrementi annui non superiori a 0,2 punti.

8. 3 ICI - Imposta Comunale sugli Immobili L’ICI è stata istituita a decorrere dal 1° gennaio 1993 dal Decreto Legislativo 30

dicembre 1992 n. 504. Successivamente il legislatore è intervenuto più volte per integra-re e rettificare le disposizioni contenute nel citato provvedimento.

Ai Comuni è stato attribuito un ampio potere di deliberare, oltre all’aliquota norma-le, aliquote più alte o più basse per determinati gruppi di immobili.

* Soggetti obbligati - Soggetti obbligati ad effettuare il versamento dell’imposta comu-nale sono: • i proprietari di fabbricati, aree fabbricabili o terreni agricoli siti nel territorio dello

Stato; • i titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione), anche se non

residenti nel territorio o non aventi la sede legale/amministrativa o non esercentiattività nello stesso.

* Presupposto – Presupposto del tributo è il possesso di uno dei seguenti tipi di immobili:a) fabbricati;b) aree fabbricabili - L’art. 36, comma 2, D.L. 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con

modificazioni, dalla L. 4 agosto 2006, n. 248 ha definito la nozione di area fabbri-cabile, prevedendo che “un’area è da considerarsi fabbricabile se utilizzabile ascopo edificatorio in base allo strumento urbanistico generale adottato dal comune,indipendentemente dall’adozione di strumenti attuativi del medesimo”;

c) terreni agricoli.Dal 2008 è esente da ICI l’unità immobiliare adibita ad abitazione principale (prima

casa), intendendosi per tale l’unità immobiliare ove il soggetto passivo ha fissato la pro-pria residenza.

Parimenti può essere esentata da ICI (purché, tuttavia, sia stabilito nel regolamento

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comunale) l’unità immobiliare concessa in uso gratuito ad un proprio familiare. A partire dal 1° gennaio 1998 vengono introdotte alcune novità previste dall’art. 58

del D. Lgs 15 dicembre 1997, n. 446 oltre all’individuazione tra i soggetti passivi del tri-buto, come: “dell’enfiteuta, del superficiario e dell’utilizzatore dell’immobile nell’ambito diun rapporto finanziario (com’è noto nel caso di locazioni “semplici”, l’inquilino è comple-tamente estraneo al tributo comunale), anche di alcuni chiarimenti in materia:

• ICI e leasing - con l’art. 56 del decreto in questione, il soggetto passivo diviene dun-que il locatario e nel caso di fabbricati di gruppo catastale D privi di rendita e pos-seduti da imprese «il locatario assume la qualità di soggetto passivo a decorrere dal1° gennaio successivo a quello nel corso del quale è stato stipulato il contratto dilocazione finanziaria».

- Fabbricati del gruppo catastale A e C - per uffici e negozi l’obbligo ICI spetta all’uti-lizzatore e non alla compagnia di leasing dalla data del contratto di consegna. Inquesti casi la base imponibile è data dalla rendita catastale (sia essa “attribuita”,“proposta” o solo “presunta”).

- Fabbricati del gruppo catastale D senza rendita - in questa ipotesi la base imponibi-le si crea con i dati contabili e non con quelli catastali. L’ICI dev’essere pagata dallaparte utilizzatrice dall’anno successivo a quello di stipula (o di consegna del bene),quindi: il primo anno paga il conducente e dal secondo anno in poi l’utilizzatore.

- Fabbricati del gruppo catastale D con rendita “proposta” nel 1998 deve pagare l’ICIla compagnia di leasing con i dati di contabilità, nel 1999 paga l’ICI l’utilizzatore rife-rendosi alla rendita catastale.

- Fabbricati del gruppo catastale D con rendita “attribuita” definitivamente - se la ren-dita già sussisteva al 1° gennaio 1998, l’ICI è dovuta dall’utilizzatore sulla base deidati catastali.

A proposito dei fabbricati di categoria “D” - Con la risoluzione del 1° marzo 1999,n. 35/E il Ministero delle Finanze chiarisce che il criterio della determinazione ai fini ICIdella base imponibile secondo il valore contabile dei fabbricati classificati nel gruppo cata-stale D, interamente posseduti dalle imprese e distintamente contabilizzati, non può piùessere preso in considerazione una volta che detti immobili siano stati iscritti nel registrodel catasto e abbiano ricevuto attribuzione della rendita. Il Ministero ha inoltre precisatoche se i fabbricati appartenenti al gruppo D, hanno subito rilevanti modificazioni struttu-rali dopo che gli è stata assegnata la rendita, l’unica possibilità per effettuare correttamen-te gli adempimenti correlati al pagamento dell’ICI è quella di affidarsi alla rendita dei fab-bricati similari già iscritti in catasto. Il divieto così imposto passa attraverso la lettura delledisposizioni inserite nell’art. 5 del D. Lgs n. 504/1992, che stabiliscono vari criteri per ladeterminazione della base imponibile degli immobili per l’applicazione dell’ICI. La preci-sazione che giunge dal Dicastero è che l’attribuzione della rendita equivale ad annotazio-

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ne della rendita “proposta”. Una volta che il procedimento di determinazione della baseimponibile risulta incardinato sul binario del valore catastale non è dato far ritorno al pre-cedente sistema di calcolo, quand’anche si verificasse la necessità di ottenere la valuta-zione della rendita per le notifiche permanenti, strutturali o di destinazione subite dall’im-mobile. A questo punto il bene immobile ha ormai perso il suo stato di “fabbricato clas-sificabile” che consentiva il suo trattamento ai sensi del comma 3 dell’art. 5 del D. Lgs n.504/1992 ed è necessario seguire il criterio ordinario, che richiede il ricorso alla renditadi immobili similari già iscritti in catasto.

* Come si calcola l’imposta: l’imposta si ottiene moltiplicando il valore della rendita delfabbricato, dell’area fabbricabile o del terreno agricolo, rivalutata del 5% (valore imponi-bile ICI), per uno dei seguenti coefficienti: - 100 per fabbricati in categorie catastali A (abitazioni), B (collegi, convitti, ecc.) e C

(magazzini, depositi, laboratori); - 50 per fabbricati in categorie catastali D (opifici, alberghi, campeggi, teatri, banche

ecc.) e A/10 (uffici e studi privati); - 34 per fabbricati in categoria catastale C/1 (negozi e botteghe).

* Fabbricati di categorie catastali D privi di rendita catastale posseduti da imprese: labase imponibile si definisce applicando determinati coefficienti sull’ammontare dei costisostenuti per gli immobili che risulta al lordo delle quote di ammortamento, dalle scrittu-re contabili. In particolare, occorre applicare, per ciascun anno di fondazione, di detti costiappositi coefficienti stabiliti con Decreto Ministeriale, come da tabella sottoriportata.

Aggiornamento dei coefficienti (D.M. 10.2.1999)Anno Coefficienti Anno Coefficienti1999 1,02 1990 1,281998 1,03 1989 1,331997 1,06 1988 1,391996 1,09 1987 1,511995 1,12 1986 1,621994 1,16 1985 1,741993 1,18 1984 1,861992 1,19 1983 1,971991 1,22 1882 e preced. 2,09

* Gli orticelli, i piccoli appezzamenti coltivati occasionalmente senza struttura organiz-zativa, e i terreni incolti: se non sono aree fabbricabili, sono esclusi dal campo di applica-zione dell’ICI.

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* Immobili inagibili - l’imposta è ridotta al 50% per i fabbricati dichiarati inagibili o inabitabilie di fatto non utilizzati, limitatamente al periodo dell’anno in cui sussistono tali condizioni.

* Periodo di possesso - l’ICI va rapportata ai mesi di titolarità del diritto reale; il mese in cuila titolarità è iniziata o cessata si computa per intero se la frazione è superiore a 14 giorni, nonsi computa se la frazione è fino a 14 giorni. Ad esempio, il contribuente che ha acquistato un immobile il 20 aprile, dovrà versare, tra giu-gno e dicembre, l’ICI relativa agli 8 mesi di possesso dell’immobile (maggio - dicembre). In conseguenza di questo metodo di calcolo, le vendite o gli acquisti effettuati dopo il 17 dicem-bre non incidono sull’ammontare dell’ICI annuale da pagare, ma la denuncia va presentataugualmente. In questo caso il venditore dichiarerà 12 mesi di possesso, mentre l’acquirente,anch’egli tenuto a dichiarare l’immobile, dichiarerà 0 mesi di possesso.

* Come si effettua il versamento - il versamento dell’ICI deve essere effettuato il due rate: - prima rata (acconto): deve essere versata entro il 16 giugno di ogni anno ed è pari al 50%

dell’imposta dovuta; - seconda rata (saldo): deve essere versata fra il 1° e il 16 dicembre (il restante 50% per il

possesso dell’intero anno). Non si effettuano versamenti di imposta uguale o inferiore a € 2,07. Se l’ammontare della

prima rata è inferiore a detto importo, si effettua un solo versamento a saldo.

* Modalità di versamento - il versamento deve essere effettuato a favore del Concessionariodella riscossione del Comune in cui è situato l’immobile ovvero al Comune attraverso una delleseguenti modalità:a) Mediante l’utilizzo dell’apposito bollettino di versamento sul conto corrente postale;b) Mediante delega di pagamento conferita ad una banca o alle Poste, attraverso il modello

F24 disponibile gratuitamente sul sito dell’agenzia delle entrate (www.agenziaentrate.it).In questo caso i contribuenti hanno la possibilità di compensare il debito d’imposta coneventuali crediti derivanti dalla dichiarazione dei redditi. Se il contribuente possiede immobili in Comuni diversi, deve effettuare distinti versamen-

ti per ciascun Comune. Se il contribuente possiede, invece, più immobili ubicati nello stessoComune, deve effettuare un unico versamento. • In caso di contitolarità devono essere effettuati tanti versamenti quanti sono i contitolari,

ciascuno dei quali versa la propria quota. Per le parti comuni dell’edificio (ad esempio:alloggio del portiere) il versamento può essere effettuato dall’amministratore del condo-minio a nome del condominio medesimo.

• Qualora nel corso dell’anno il contribuente titolare degli immobili sia deceduto, gli eredidovranno calcolare l’ICI da versare per conto del de cuius fino alla data del decesso (sem-pre per dodicesimi e in relazione alla quota posseduta dal defunto) e versare l’imposta conun bollettino a suo nome. Per il restante periodo dell’anno, gli eredi calcoleranno la loro

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imposta in proporzione alle quote ereditate e utilizzeranno per il versamento bollettinidistinti.

• Il versamento dell’ICI dovuta per l’intero anno può essere effettuato in un’unica soluzio-ne nel mese di giugno.

• l’ICI indebitamente versata negli anni precedenti non può essere recuperata sul versamen-to successivo. Il contribuente può recuperare tale importo presentando istanza di rimbor-so.

• Le persone non residenti nel territorio dello Stato possono avvalersi anche della facoltà dieffettuare il versamento dell’imposta dovuta per l’intero anno, in un’unica soluzione nelperiodo dal 1° al 16 dicembre dell’anno in corso.

* Misura delle sanzioni - In caso di omesso o insufficiente versamento ICI, si irroga la san-zione amministrativa del 30% dell’imposta non versata oltre agli interessi di mora del 2,5%, perogni semestre compiuto (misura modificata dall’art. 17, Legge 146/1998; fino al 14.05.1998 era7%).

8. 4 Tasse sulle concessioni regionali Con decreto legislativo 22 giugno 1991, n. 230, recante: “Approvazione della tariffa delle

tasse sulle concessioni regionali ai sensi dell’art. 3 della legge 16/5/1970, n. 281”, è stata ema-nata una “Tariffa unica delle tasse sulle concessioni regionali”, in vigore, nelle Regioni a sta-tuto ordinario, dal 1° gennaio 1992.

Il provvedimento, inoltre, stabilisce che gli atti e provvedimenti rientranti nella competen-za delle “Regioni a statuto ordinario” ed elencati in questa tariffa, non sono soggetti, in detteregioni, a tasse di concessioni governativa.

Le tasse, come indicate nella tabella sotto riportata, devono essere pagate mediante ver-samento su apposito conto corrente postale intestato alla Tesoreria della Regione competenteed i relativi importi devono essere richiesti ai pertinente Servizi Tributari regionali.

Articolo Indicazione degli atti soggetti a tassa7 Titolo 1 - Igiene e Sanità

Autorizzazione igienico-sanitaria per l’apertura e vidimazione annuale dei seguenti pubblici esercizi: Esercizi per la somministrazione di alimenti; Esercizi per la ristorazione;Esercizi per la somministrazione di bevande.

22 Titolo III - Turismo e industria alberghiera 1. Autorizzazione rilasciata ai sensi dell’art. 2 della Legge 21/3/1958, n. 326, per l’apertura e l’eser-cizio di uno dei seguenti complessi ricettivi: a) - alberghi e ostelli per la gioventù; b) - campeggi;c) - villaggi turistici. 2. Autorizzazione rilasciata ai titolari o gestori di uno dei predetti complessi ricettivi per la nominadi un proprio rappresentante (art. 6, L. 326/58)

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L’articolo 55 del D. Lgs 15 dicembre 1997, n. 446 (Finanziaria ’98) dispone che dal1° gennaio 1998, le Regioni a statuto ordinario possono non applicare, anche limitata-mente ad alcune di esse, le tasse sulle concessioni regionali.

Attualmente, per quanto a nostra conoscenza, le Regioni che hanno previsto l’abro-gazione delle tasse di concessione regionale sugli atti adottati dalle stesse sono: EmiliaRomagna - Lombardia - Marche - Piemonte - Veneto.

8. 5 Imposta regionale sulle attività produttive - IRAP Con la pubblicazione sul Supplemento Ordinario n. 252 alla G.U. n. 298 del 23 dicem-

bre 1997 del Decreto Legislativo 15 dicembre 1997 n. 446 è stata istituita l’imposta regio-nale sulle attività produttive (IRAP). Si ricorda che l’articolo 42, comma 7, D. L. 207/2008ha differito al 1° gennaio 2010 il termine a decorrere dal quale l’IRAP assumerà natura ditributo regionale, con istituzione e regolamentazione con legge regionale. Ad oggi, quin-di, l’IRAP è ancora una imposta statale (la fonte, infatti, è statale: D. Lgs 446/1997); ladizione “regionale” attiene soltanto alla considerazione che il gettito, così come il potere diregolamentare l’accertamento o la riscossione sono devoluti alle regioni.

Per espressa previsione normativa (art. 1, comma 2, D. Lgs n. 446/1997) l’IRAP èindeducibile dalle basi imponibili IRPEF e IRES. Detta previsione è stata recentementemodificata dall’art. 6, D.L. n. 185/2008 che, dal periodo di imposta in corso al 31 dicem-bre 2008, ha disposto la possibilità di dedurre dalle imposte sui redditi il 10% dell’IRAP.

Si sintetizzano di seguito i principali contenuti della disciplina relativa all’imposta inquestione.

* Istituzione dell’imposta - A decorrere dal 1° gennaio 1998 è istituita l’imposta regio-nale sulle attività produttive esercitate nel territorio delle regioni. L’imposta ha caratterereale e non è deducibile ai fini dell’IRPEF e IRPEG. * Presupposto dell’imposta - È l’esercizio abituale di un’attività diretta alla produzioneo allo scambio di beni e servizi. L’IRAP è un’imposta peculiare perché, a differenza delletradizionali imposte dirette, non ha come presupposto il reddito o il patrimonio, ma losvolgimento di un’attività (economica o no), autonomamente organizzata, per la produ-zione di beni e servizi; in altre parole, sono presupposti dell’IRAP lo svolgimento, conautonoma organizzazione, di un’attività imprenditoriale, di un’attività artistica o professio-nale o di un’attività amministrativa. Costituisce in ogni caso presupposto di imposta l’at-tività esercitata dai seguenti soggetti: • società di qualunque tipo (Snc - Sas - Spa - Srl, ecc.); • dagli enti (Associazioni - Consorzi - ecc.), compresi gli organi e le amministrazioni

dello Stato.

* Soggetti passivi - Sono soggetti passivi dell’IRAP: • le società di capitali e gli enti aventi per oggetto l’esclusivo o principale l’esercizio di

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attività commerciale; • le società in nome collettivo e in accomandita semplice e quelle ad esse equiparate; • le persone fisiche esercenti attività commerciali; • le persone fisiche, le società semplici e quelle ad esse equiparate esercenti arti e

professioni; • i produttori agricoli titolati di reddito agrario; • gli enti pubblici e privati non aventi per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di

attività commerciale; • le società e gli enti non residenti nel territorio dello Stato.

Non sono soggetti passivi dell’imposta: • i fondi comuni di investimento; • i fondi pensione; • i gruppi economici di interesse europeo (GEIE).

* Periodo di imposta - L’IRAP è dovuta per periodi di imposta a ciascuno dei quali cor-risponde un’obbligazione tributaria autonoma. Il periodo di imposta è determinato secon-do i criteri generali vigenti per le imposte sui redditi.

* Destinazione dell’imposta – Il gettito dell’imposta è destinato alla regione nel cui ter-ritorio il valore della produzione netta è realizzata.

* Dichiarazione dei soggetti passivi - Anche se non ne consegue debito di imposta,ogni soggetto passivo deve dichiarare, per ogni periodo di imposta, i componenti perdeterminare il valore della produzione (base imponibile IRAP). A pena di nullità la dichiarazione deve essere redatta su stampato conforme a quelloapprovato con decreto del Ministero delle Finanze. A partire dal periodo d’imposta 2008 (Unico 2009) la dichiarazione IRAP non fa più parteintegrante del modello unificato (Unico), ma va presentata alla Regione attraverso unmodello ministeriale autonomo.

* Obblighi contabili - Ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive, i soggettipassivi devono osservare gli stessi obblighi documentali e contabili ai quali sono tenuti aifini delle imposte sul reddito e sul valore aggiunto.

* Domicilio dei soggetti passivi - Ogni soggetto passivo si considera domiciliato nelcomune nel quale ha il domicilio fiscale secondo le disposizioni in materia di imposta suiredditi (art. 2, comma 2 e comma 2 bis del Dpr 917/1986 - comune di residenza, sedelegale, ecc.).

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* Giurisdizione sulle controversie - Le controversie concernenti l’imposta regionalesulle attività produttive e le relative addizionali e le sanzioni sono soggette alla giurisdizio-ne delle Commissioni Tributarie.

* Poteri delle regioni - Le regioni a statuto ordinario emanano una legge che, nel rispet-to dei principi in materia di imposta sul reddito e di quelli recati dalla legge nazionale isti-tutiva dell’IRAP, disciplini le procedure applicative dell’imposta. Compete alle amministrazioni regionali il potere di constatare le violazioni in materia diIRAP.

* Determinazione dell’imposta - L’imposta è determinata applicando al valore della pro-duzione netta, l’aliquota ordinaria che, dal periodo d’imposta successivo a quello in corsoal 31 dicembre 2007, è pari al 3,9% salvo l’applicazione delle addizionali comunali e pro-vinciali come più avanti specificate.

* Addizionale comunale e provinciale all’imposta regionale sulle attività produttive - Apartire dall’anno d’imposta 1999 i Comuni e le Province potranno applicare un’addiziona-le all’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP).

Dopo l’emanazione della legge regionale che stabilisce le aliquote minime delle addi-zionali in questione, i comuni e le province possono istituire l’addizionale comunale o pro-vinciale; i comuni e le province hanno facoltà di aumentare l’aliquota dell’addizionale inmisura non superiore a una volta e mezza l’aliquota minima stabilita dalla predetta leggeregionale.

* Riscossione dell’imposta e versamento in acconto - Fino a quando non avran-no effetto le leggi regionali che disciplineranno le procedure applicative dell’IRAP,per la riscossione dell’imposta si applicano le seguenti disposizioni: • l’imposta dovuta a ciascuna regione in base alla dichiarazione è riscossa

mediante versamento del soggetto passivo da eseguire con le modalità e neitermini stabiliti per le imposte sui redditi;

• nel periodo di imposta per il quale la dichiarazione deve essere presentatasono dovuti acconti dell’imposta ad esso relativa. Gli acconti sono dovutisecondo le stesse disposizioni previste per le imposte sui redditi e sono ver-sati con le modalità e nei tempi per queste stabilite;

• l’imposta che risulta dalla dichiarazione annuale non è dovuta se l’importospettante a ciascuna regione non supera € 10,33, per lo stesso importo, nonsi fa luogo, a iscrizione nei ruoli. Con le leggi regionali il predetto importo puòessere adeguato;

• se il saldo è negativo, l’imposta non è rimborsabile né il credito può essereportato in compensazione se il relativo importo non supera € 10,33;

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• la riscossione coattiva dell’imposta avviene mediante ruolo sulla base delledisposizioni che regolano la disciplina delle imposte sui redditi (i ruoli, forma-ti dall’ente creditore sono affidati all’Agente della riscossione).

8. 6 Tasse sulle concessioni governativeLe tasse sulle concessioni governative sono disciplinate dal DPR 26 ottobre

1972, n. 641; sono dovute allorché vengono richiesti determinati provvedimentiamministrativi emessi da amministrazioni statali; talvolta, in ipotesi espressamen-te disciplinate, possono essere assolte attraverso il sistema del bollo.

Il prelievo tributario è connesso allo svolgimento dell’attività amministrativa:la tassa è, infatti, collocata e dovuta o nella fase iniziale, o nello svolgimento, onella fase conclusiva del procedimento amministrativo. Pur se la denominazione deltributo fa riferimento alle “concessioni”, sono soggetti alla tassa non solo le con-cessioni in senso tecnico, ma gli atti amministrativi concessori in senso lato,ossia gli atti che producono un qualche vantaggio per l’amministrato (autorizzazio-ni, licenze, legalizzazioni, certificazioni, iscrizioni, ecc.). Classificazione - Le tasse in esame possono essere raggruppate in relazione almodo in cui sono collegate al procedimento amministrativo. Esse si dividono in:a) Tasse di domanda: devono essere corrisposte prima della presentazione della

domanda (esempio: domanda di brevetto). b) Tasse di rilascio: devono essere corrisposte prima del rilascio di licenze, auto-

rizzazioni e simili (porto d’armi, passaporto, licenza di pesca). c) Tasse periodiche: devono essere corrisposte annualmente e si correlano ad

atti amministrativi la cui efficacia dura nel tempo (ad esempio il porto d’armi). In generale, gli atti per i quali sono dovute le tasse non sono efficaci sino a

quando il tributo non è stato assolto. Modalità di pagamento – Le tasse di CC.GG. sono riscosse:a) In modo ordinario: - versamento sul conto corrente postale intestato all’Agenzia delle Entrate;- versamento all’agente della riscossione (anche tramite banca o posta). b) In modo straordinario, ossia mediante l’impiego di apposite marche, annulla-

te da un pubblico ufficiale. Tariffa - in vigore dall’1.1.1996 - D.M. 28.12.1995

Le tasse devono essere pagate, salva diversa disposizione della tariffa, medianteversamento sul conto corrente postale intestato a: Agenzia delle Entrate di Roma –Tasse CC.GG. (oppure Agenzia delle Entrate Centro Operativo di Pescara – TasseCC.GG.).

Le tasse annuali devono essere pagate, salva diversa disposizione della tarif-fa, entro il 31 gennaio di ciascuno degli anni solari a quello di emanazione o di com-

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pimento dell’atto. Stante le modifiche apportate alle tasse di concessione governa-tive, di seguito, si indicano quelle prevalenti nel nostro comparto o comunque dicomune utilizzo.

Art. Indicazione degli atti soggetti a tasse Importo ( in € )TITOLO I - Persone fisiche, giuridiche e società

1 Rilascio del passaporto ordinario per l’estero 40,29 2 Registrazione delle persone giuridiche e delle modificazioni

dei relativi atti costitutivi e statuti soppressa dal 1.1.98 3 Iscrizioni nel registro delle imprese relativo a società nazionali

e a società estere aventi la sede legale nel territorio dello Stato soppressa dal 1.1.98 TITOLO II - Pubblica sicurezza

4 Licenza di porto di pistole, rivoltelle o pistole automatiche, armi lunghe da fuoco e bastoni animati 115,00

5 Licenza di porto di fucile anche per uso di caccia. Tassa di rilascio, di rinnovo e annuale 168,00 TITOLO V - Trasporti

15 Patente di abilitazione alla guida di veicoli a motore soppressa dal 1.1.98 16 Patente di abilitazione al comando o alla condotta

di imbarcazioni da diporto compresi i motoscafi Tassa annuale e di rilascio soppressa dal 1.1.98TITOLO VIII - Altri atti

23 Bollatura e numerazione di libri e registri (art. 2215 del codice civile) per ogni 500 pagine o frazioni di 500 pagine 67,00

24 Attribuzione del numero di partita IVA soppressa dal 1.1.98

8. 7 Altri tributi

8. 7. 1 Tributo provinciale per la tutela - Protezione e igiene dell’ambiente * Istituzione dell’imposta - Con D. Lgs 30.12.1992, n. 504, è stato istituito, a decorrere dal1° gennaio 1993, un tributo annuale a favore delle province, a fronte dell’esercizio delle funzio-ni amministrative di interesse provinciale riguardanti l’organizzazione dello smaltimento deirifiuti, il rilevamento, la disciplina ed il controllo degli scarichi e delle emissioni e la tutela, la dife-sa e la valorizzazione del suolo. * Soggetti passivi e tariffa - Il tributo è commisurato alla superficie degli immobili assogget-tata dai comuni alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ed è dovuto dagli stessi sog-getti che, sulla base delle disposizioni vigenti, sono tenuti al pagamento della predetta tassa.

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Il tributo è determinato in misura non inferiore all’1% e non superiore al 5% delle tarif-fe per unità di superficie stabilite ai fini della tassa comunale per lo smaltimento dei rifiuti soli-di urbani, ed è adottato con delibera della Giunta Provinciale entro il mese di ottobre di ciascunanno per l’anno successivo. * Liquidazione del tributo - Il tributo è liquidato e iscritto a ruolo dai comuni contestualmen-te alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani con l’osservanza delle relative norme perl’accertamento.

8. 7. 2 UTIF - Ufficio Tecnico Imposta di Fabbricazione * Diritto annuale di licenza UTIF per gli esercizi di vendita di prodotti alcolici - Soppressa avalere del 1° gennaio 1999 (art. 21, comma 5, legge 448/1998 - Finanziaria ‘99). * Gruppi elettrogeni di riserva - I detentori di gruppi elettronici di riserva devono effettuare larelativa denuncia presso l’UTIF, di competenza territoriale, in duplice copia sugli stampati M/BIS1-2-3-5 unificati.

Occorre inoltre presentare allo stesso ente un’istanza in bollo per ottenere una licenza spe-cifica per il gruppo elettrogeno di riserva, allegando alla stessa un certificato dalla CCIAA e nume-ro tre marche da bollo.

La relativa tassa di rilascio e di rinnovo deve avvenire nei seguenti termini: - Gruppi con potenza inferiore a 20 KV - importo da imputarsi sul capo primo capitolo 1419; - Gruppi con potenza superiore a 20 KV - importo da imputarsi sul capo primo capitolo

1419; in entrambi i casi deve essere versata un’ulteriore tassa sul capo primo capitolo 1411.

Con le seguenti modalità: • Nuove licenze: mediante versamento alla Tesoreria della Banca d’Italia il cui numero di c/c

è da chiedere al locale istituto. • Rinnovo annuale: mediante versamento in c/c postale, da corrispondere entro il 31 dicem-

bre di ogni anno ed il cui numero è da chiedere all’UTIF di competenza provinciale. * Depositi oli minerali - Chi intende esercitare un deposito con o senza serbatoio di oli mine-rali (gasolio) deve fornire preventiva denuncia, in carta legale, all’UTIF provinciale. Sono altresì soggetti alla denuncia gli esercizi di depositi per usi privati, agricoli ed industriali,aventi capacità superiore a 10 mc. Tale limite è elevato a 25 mc. solo per i depositi per usi priva-ti, o di oli combustibili e di oli da gas. La denuncia deve essere corredata dalla copia dell’atto diconcessione o di quello di autorizzazione.

8. 7. 3 Diritti camerali * Istituzione del tributo - Il tributo è dovuto alla Camera di Commercio IndustriaArtigiano e Agricoltura, ai sensi del decreto legge 22.12.1981, n. 786, convertito in leggen. 51 del 26.2.1982 e successive modificazioni. * Soggetti obbligati - Devono corrispondere il “diritto annuale” tutte le aziende che

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svolgono attività economiche iscritte agli Albi ed ai Registri tenuti dalle Camere diCommercio. Il diritto è dovuto anche per un solo giorno di attività svolta nell’anno solare.Più precisamente il diritto camerale è legato alla semplice iscrizione al Registro Imprese,anche nell’ipotesi in cui l’impresa o la società fosse inattiva. * Modalità di pagamento - Le Camere di Commercio provvedono alla riscossione deldiritto a mezzo di apposito bollettino prestampato di c/c postale. I versamenti dovrannoessere effettuati entro 30 giorni dal termine indicato nei bollettini stessi. In genere il ter-mine di 30 gg vale per la prima iscrizione; per gli anni successivi la scadenza è legata alpagamento del saldo (16 giugno o, con la maggiorazione dello 0,40%, entro il 16 luglio)delle imposte sui redditi. Il pagamento in genere avviene tramite mod. F24. * Avvertenze - Le imprese devono porre particolare attenzione nel non confondere ilbollettino della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (C.C.I.A.A.) pre-stampato, con i numerosi bollettini postali, talvolta formalmente simili, che ricevono daparte di organizzazioni private. Queste, facendo riferimento in modo spesso equivocoall’iscrizione dell’impresa alla Camera di Commercio, “esigono versamenti per pubblica-zioni, servizi e cosi via che nulla hanno a che fare con gli enti camerali” e che non sonoobbligatori per le imprese.

8. 7. 4 Canone di abbonamento RAI - TV * Soggetti passivi - Chi detiene (la legge, quindi, non fa riferimento all’uso effettivo)uno o più apparecchi radioriceventi e/o televisivi, in esercizi pubblici o in locali aperti alpubblico, o comunque fuori dall’ambito familiare, o li impegna a scopo di lucro diretto oindiretto, deve corrispondere il canone di “abbonamento speciale” alla RAI-TV. La mate-ria è regolata dal RDL del 21.12.1938, n. 426 e dal D.L. 21.12.1944, n. 458 e successivemodificazioni. * Modalità di pagamento - Il canone di abbonamento speciale va pagato, a differenzadi quello ordinario, entro il 31 gennaio di ogni anno, direttamente alla: “RAI-Radiotelevisione italiana - Via Cernaia - 10121 Torino”. * Particolarità (da Regolamento RAI) - A differenza dell’abbonamento privato, l’abbo-namento speciale: 1. è valido solo per l’indirizzo per il quale è stipulato. Ne consegue che ogni esercizio

o ufficio facente capo ad una medesima struttura centrale (aziende ricettive di unastessa catena) dovrà essere coperto da un autonomo abbonamento speciale;

2. è di importo commisurato al numero degli apparecchi detenuti. In particolare, perogni esercizio pubblico presso il quale siano detenuti più apparecchi è dovuto ilcanone base per il primo apparecchio e tanti supplementi quanti sono gli apparec-chi ulteriori (o più esattamente, i locali nei quali sono installati gli apparecchi). Di norma, tanto il canone base quanto i supplementi debbono essere corrisposti

nella misura prevista dalle tabelle ministeriali per l’anno o il semestre solare. Tuttavia, nel

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caso in cui l’esercizio pubblico sia ad apertura stagionale, il canone complessivamentedovuto risulterà dalla somma del canone base annuale e dell’importo dei supplementiparametrato al periodo di effettiva apertura.

Per l’abbonamento speciale il primo versamento deve essere effettuato mediantel’apposito bollettino di c/c postale n. 2105 da richiedere alle Sedi Regionali della RAI. Aseguito del primo versamento, viene inviato al nuovo abbonato speciale il libretto di abbo-namento, sul quale è riportato il numero di ruolo e che contiene i bollettini di c/c postalen. 2105 per il rinnovo dell’abbonamento.

Le tabelle con gli importi dei canoni sono disponibili su “Televideo” alla pagina 528o sulla sito interenti ufficiale della rai (www.rai.it).

L’abbonamento deve essere richiesto a nome del titolare dell’autorizzazione ammi-nistrativa e deve essere precisata la natura del locale in cui viene installato l’apparecchioricevente, la categoria di classificazione ed eventualmente il numero di apparecchi oltre ilprimo. * Modalità d’uso nelle aziende ricettive - Si precisa che le aziende ricettive provvistedi apparecchi radio, filodiffusione e TV, oltre ad essere in possesso delle relative autoriz-zazioni amministrative per la detenzione di dette attrezzature, sono tenute a corrisponde-re ulteriori oneri elencati nei paragrafi seguenti.

8. 7. 5 Imposta sui pubblici spettacoli - SIAE * Oggetto - L’imposta concerne l’esecuzione di composizioni musicali, intrattenimen-ti e spettacoli che avvengono nei pubblici esercizi, organizzati gratuitamente o a pagamen-to, per i clienti e per l’uso di strumenti meccanici o apparecchi riceventi. La materia èregolata dal DPR 26/10/1972, n. 640 e successive modificazioni. * Ufficio competente - L’art. 17, del provvedimento in esame, ha affidato: l’accerta-mento e la riscossione dell’imposta e dei tributi connessi, alla Società Italiana degli Autoried Editori - SIAE. Più specificatamente per effettuare trattenimenti musicali e/o spettaco-li, bisogna ottenere un permesso dalla SIAE e quindi corrispondere, a mezzo degli agentilocali, la relativa imposta. * Convenzione SIAE - FAITA - La FAITA ha provveduto a stipulare, con la SIAE, unaconvenzione consistente ad avere delle riduzioni sui compensi relativamente agli stru-menti meccanici, radioriceventi e televisivi installati, nonché per tutti i trattenimenti svol-ti all’interno dei complessi ricettivi; operanti previo rilascio di certificazione di adesioneall’Associazione. Certificazione da richiedere alle Associazioni regionali.

8. 7. 6 Imposta sugli intrattenimenti Dal 1° gennaio 2000 l’imposta sugli spettacoli è stata sostituita dall’imposta sugli

intrattenimenti. Infatti, il D. Lgs 60/99 attuativo della L. 288/98, entrato in vigore il 1° gennaio 2000

modifica, sostituisce e abroga molti articoli del DPR. 640/72.

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Il provvedimento si compone di due titoli: imposta sugli intrattenimenti e disposi-zioni in materia di IVA e di due allegati: * allegato A relativo alla tariffa dell’imposta sugli intrattenimenti e * allegato B, o tabella C, contenente l’elenco delle manifestazioni alle quali si applica

il regime ordinario IVA. Prima della riforma, l’imposta colpiva tutti gli spettacoli; l’oggetto è ora più circo-

scritto, in quanto colpisce gli intrattenimenti nei quali prevale l’aspetto ludico, ed èassente ogni profilo culturale. Gli spettacoli non soggetti a questa imposta sono ora tas-sati con l’imposta sul valore aggiunto.

8. 7. 7 Riordino della disciplina della riscossione mediante ruolo La disciplina della riscossione è stata caratterizzata negli ultimi anni da continue

novelle legislative. Il Decreto Legislativo 26 febbraio 1999, n. 46 ha disposto il riordinogenerale della disciplina della riscossione. Si sono quindi succeduti altri intereventi dellegislatore (ad es. la legge 266/2005), fino alla manovra anticrisi del 2009 (in particolareil D.L. 185/2008 e il D.L 78/2009) e alla manovra 2010, disposta con il D.L. 31 maggio2010, n. 78. Si passano in rassegna i punti salienti della riforma della riscossione.

* Definizione - Ai fini delle disposizioni contenute nel decreto sulla riscossione si intende per: - concessionario (dal 2006 non più concessionario ma “agente della riscossione”,

vale a dire Equitalia Spa): il soggetto cui è affidato in concessione il servizio diriscossione o il commissario governativo che gestisce il servizio stesso. EquitaliaSpa è una società a totale partecipazione pubblica; il capitale è, infatti, detenuto peril 51% dall’Agenzia delle Entrate e per il 49% dall’INPS.

- ruolo: l’elenco dei debitori e delle somme da esse dovute formato dall’ufficio ai finidella riscossione a mezzo del concessionario (oggi “agente della riscossione”).

* Formazione dei ruoli - Viene soppressa la distinzione fra ruoli principali, suppletivi,speciali e straordinari. A partire dal 1° luglio 1999 i ruoli in cui sono iscritti le imposte, lesanzioni e gli interessi si distinguono in ordinari e straordinari. I ruoli straordinari sonoformati quando vi è fondato pericolo per la riscossione. I ruoli ordinari, con formula resi-duale, sono tutti i ruoli che non sono straordinari. In questo senso, infatti, i riferimenticontenuti nelle norme ai ruoli principali, suppletivi e speciali, già disciplinati dal D.P.R. n.602/73, si intendono effettuati ai ruoli ordinari. Il ruolo deve comunque indicare il nume-ro del Codice Fiscale del contribuente, la specie di ruolo, la data in cui il ruolo diviene ese-cutivo; in mancanza di tali elementi non può farsi luogo all’iscrizione. Il ruolo è sottoscrit-to, anche mediante firma elettronica, dal titolare dell’ufficio o da un suo delegato. Con lasottoscrizione il ruolo diviene esecutivo.

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* Termini di decadenza per le iscrizioni a ruolo – L’art. 17 del DPR 602/1973 che disci-plinava i termini per l’iscrizione a ruolo è stato abrogato dall’art. 1 D.L. 17 giugno 2005,n. 106, convertito dalla L. 31 luglio 2005 n. 156. I termini sono ora connessi alla notificadella cartella di pagamento al debitore secondo i dettami di cui all’art. 25 DPR 602/1973.

* Cartella di pagamento - Ricevuto il ruolo dall’ufficio, l’agente della riscossione devenotificare al debitore la cartella di pagamento, entro termini ben specificati, in riferimentoai quali si rinvia all’art. 25 citato. La cartella di pagamento, redatta in conformità al model-lo approvato con decreto del Ministero delle Finanze, contiene: • l’intimazione ad adempiere l’obbligo risultante dal ruolo entro il termine di sessanta

giorni dalla notificazione; • l’avvertimento che, in mancanza dell’adempimento, il concessionario procederà ad

esecuzione forzata. Ai fini della scadenza del termine di pagamento il sabato è considerato giorno festi-

vo; in tali casi il termine di scadenza è prorogato al 1° giorno successivo non festivo.

* Notificazione delle cartelle di pagamento - La cartella può essere alternativamentenotificata:- dagli ufficiali della riscossione; - da altri soggetti abilitati dal concessionario; - dai messi comunali o dagli agenti della polizia municipale;

La notifica può essere eseguita anche mediante invio di raccomandata con avviso diricevimento; in tal caso, la cartella è notificata in plico chiuso e la notifica si consideraavvenuta nella data indicata nell’avviso di ricevimento sottoscritto dal destinatario o dapersone di famiglia o addetti alla casa, all’ufficio o all’azienda.

* Modalità di pagamento - Il pagamento delle somme iscritte a ruolo può essereeffettuato presso gli sportelli dell’agente della riscossione (Equitalia Spa) ovvero pres-so gli uffici delle Poste Italiane od anche presso gli sportelli bancari. In caso di versa-mento presso le agenzie postali e le banche i costi dell’operazione sono a carico delcontribuente.

* Interessi di mora - Come visto, il contribuente deve pagare gli importi iscritti a ruoloentro sessanta giorni dalla notificazione della cartella; decorso inutilmente detto termine,sulle somme iscritte a ruolo si applicano, a partire dalla data della notifica della cartella efino alla data del pagamento, gli interessi di mora determinato annualmente dal Ministrodelle Finanze.

* Riscossione coattiva - Il concessionario, una volta scaduto il debito e verificata lamora del contribuente (vale a dire, trascorsi 60 giorni dalla notifica della cartella di paga-

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mento) potrà iniziare, senza la necessità di ulteriori particolari atti, la procedura di espro-priazione e di pignoramento.

Tra i beni pignorabili, ovviamente, hanno attenzione privilegiata gli immobili e imobili registrati. Per i beni mobili registrati (esempio autovetture), se non è possibile ilpignoramento, perché il bene non viene trovato verrà disposto il fermo. In concreto, ilconcessionario scriverà nei registri mobiliari il fermo e darà comunicazione al debitoreinsolvente. È ovvio che l’autovettura - per restare nell’esempio - da quel momento nonpotrà più circolare.

* Il valore degli immobili - Se un’immobile viene messo all’asta, il valore d’asta è parial valore catastale rivalutato dell’immobile stesso; si applica, cioè, il valore convenziona-le stabilito dall’articolo 52, comma 4, del Testo Unico del Registro.

* Le novità rilevanti - In sostanza, i poteri dell’agente di riscossione in sede di esecu-zione forzata, vengono ampliati e rafforzati; si pensi all’esempio fatto per l’autovettura.

In generale: l’agente della riscossione è titolare del diritto di esigere l’adempimentoe di realizzare, anche coattivamente, il credito, avvalendosi anche di azioni cautelari e con-servative; queste ultime possono essere: - ordinarie (vale a dire quelle disciplinate dal c.c. e c.p.c.: ipoteca e sequestro conser-

vativo) (art. 49, c. 1, DPR 602/73);- speciali (previste dalle norme tributarie: blocco dei pagamenti, fermo amministrati-

vo dei veicoli, pignoramenti presso terzi, pignoramento del quinto dello stipendio edella pensione, ecc.)All’agente è riconosciuta, inoltre, ampia discrezionalità nella scelta della misura da

adottare, in una valutazione, caso per caso, in termini di economicità/efficienza. Oltre aquanto sopra, in virtù di più riforme legislative, al concessionario sono stati attribuitinumerosi e penetranti poteri: attraverso i canali tradizionali ovvero tramite una procedu-ra informatica, definita A.R.CO. (Ausilio alla Riscossione Coattiva) ad Equitalia è consen-tito “gratuitamente”:

Accesso ai dati in possesso di:1. Agenzia delle Entrate;2. Anagrafe Tributaria (e, quindi, anche ai dati bancari e finanziari in possesso di que-

sti uffici);3. Agenzia del Territorio;4. Conservatoria dei RR II;5. Camera di Commercio;6. INPS;7. Pubblico Registro Automobilistico;8. Altri numerosi Uffici Pubblici.

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Accessi, ispezioni e verificheAl pari dell’A.F. e, con l’ausilio anche della GdF e previo rilascio di autorizzazione del

direttore da cui dipendono;1. Possono accedere anche preso istituti di credito o amministrazioni postali;2. Nel caso di accesso in locali adibiti anche ad abitazione privata occorre altresì l’au-

torizzazione della Procura della Repubblica

Da ultimo, si può segnalare che, per effetto dell’art. 29 del D.L. n. 78/2010, l’avvisodi accertamento, tradizionalmente estraneo alla riscossione coattiva (per intraprendere laquale occorreva da sempre l’iscrizione a ruolo, la notifica della cartella esattoriale e ildecorso dei 60 gg) diviene anch’esso titolo esecutivo; più specificatamente gli avvisi diaccertamento che verranno notificati a partire dal 1° luglio 2011, in ragione della loronuova efficacia esecutiva, recheranno l’intimazione ad adempiere entro i termini di propo-sizione del ricorso (60 giorni dalla notifica) all’obbligo di pagamento delle somme accer-tate in misura integrale in caso di acquiescenza o per la metà del tributo e degli interessiin caso di ricorso. Quindi, decorsi trenta giorni da tale termine, la riscossione, in derogaalla disposizione in materia di iscrizione a ruolo, è affidata agli agenti della riscossione chesulla base del solo titolo esecutivo iniziale (avviso di accertamento) e senza la preventivanotifica della cartella esattoriale, procedono ad espropriazione forzata con gli stessi pote-ri, facoltà e modalità previste dalla disposizioni che disciplinano la riscossione a mezzoruolo (così l’art. 29, comma 1, lettera b del D.L. n. 78 del 31 maggio 2010).

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9. Ulteriori adempimenti

9. 1 Consorzio Nazionale Imballaggi - CONAI Il CONAI è l’organismo privatistico istituito dal Decreto Ronchi 22/97 per gestire il

recupero e il riciclo dei rifiuti da imballaggio. Sono obbligati a iscriversi - pena una san-zione pecuniaria nella misura di sei volte l’importo dovuto - sia i produttori che gli utiliz-zatori di imballaggi, comprese le piccole imprese sotto il miliardo di fatturato.

* Adesione al CONAI - L’adesione dev’essere fatta pervenire, su appositi moduli, alConsiglio di Amministrazione dell’Ente - Via del Vecchio Politecnico, 3 - 20121 Milano.

* Quota di adesione - La richiesta di adesione dovrà essere accompagnata mediantesottoscrizione una tantum (che equivale all’acquisto di quote consortili) del versamentodi una quota di partecipazione il cui importo totale è composto da un’importo fisso e unovariabile: - Importo fisso - è stabilito in euro 5,16 per le imprese con ricavi nell’ultimo eserci-

zio non superiori ad euro 500.000,00 per vendite e prestazioni; - Importo variabile - le imprese con ricavi superiori ad euro 500.000,00 dovranno

corrispondere la quota fissa di euro 5,16 ed una variabile pari allo 0,015% dei rica-vi complessivi per vendite o prestazioni.

* Soggetti che devono iscriversi al CONAI - Secondo le indicazioni e i suggerimenti dellaConfcommercio, nell’ambito della ristorazione e ricettività, devono iscriversi al CONAI: - pubblici esercizi che, oltre alla normale attività di somministrazione, vendono pro-

dotti confezionati o bevande per asporto; - pizzerie o ristoranti che vendono cibi preparati per l’asporto.

* Non devono, invece, iscriversi al CONAI, in quanto imprese considerate esclusiva-mente utenti finali di imballaggi: - ristoranti che effettuano esclusivamente attività di somministrazione di alimenti e

bevande; - alberghi e strutture ricettive in genere con attività di ristorazione e bar riservati

esclusivamente ai propri clienti. Tale esclusione dall’iscrizione al CONAI viene meno se:

- l’impresa, sia pure marginalmente, svolge attività commerciale (spaccio) vendendoprodotti completi di imballaggio;

- l’impresa importa direttamente i prodotti imballati, in quanto diventa responsabile

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dell’immissione sul territorio nazionale dell’imballaggio e del relativo rifiuto. In talcaso l’impresa dovrà fare la relativa dichiarazione e versare il Contributo AmbienteCONAI.

L’azienda che esercita più attività deve iscriversi solo per l’attività prevalente; la pre-valenza verrà determinata in base ai ricavi.

Le aziende utilizzatrici di imballaggi di nuova costituzione si devono iscrivere alCONAI entro un mese dall’apertura della partita IVA. Alla domanda di iscrizione e alla copiadella ricevuta di versamento della quota devono allegare una lettera in cui autocertificanola recente costituzione.

Le aziende che cessano l’attività devono invece inviare al CONAI una lettera su cartaintestata di disdetta dall’iscrizione.

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10. Unione EuropeaCon il “Trattato di Maastricht”, entrato in vigore nel novembre del 1993 dopo la rati-

fica da parte dei parlamentari nazionali dei Paesi della Comunità Europea, nasce l’UNIONEEUROPEA.

Il trattato impegna gli Stati membri a potenziare il mercato unico e ad avviarel’Unione Economica e Monetaria - UEM.

I Paesi che partecipano all’Europa Unita sono inizialmente: Francia, Germania, Italia,Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo. Negli anni successivi si sono poi aggiunti: GranBretagna, Danimarca, Irlanda, Grecia, Spagna, Portogallo, Austria, Finlandia, Svezia,Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria,Bulgaria e Romania.

Nel prossimo futuro si prospetta un’ulteriore allargamento alla: Turchia, Islanda,Macedonia, Montenegro e Croazia.

Perché la domanda di adesione sia accolta è importante che il Paese richiedenteabbia caratteristiche socio-economiche e politiche simili a quelle prevalenti nellaComunità.

Attualmente (febbraio 2010) i paesi che fanno parte dell’Unione Europea sono esat-tamente 27, ma non tutti hanno adottato la moneta unica. I paesi che ancora non hannointrodotto l’euro sono Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania,Ungheria, Polonia, Romania, Svezia e Regno Unito.

Inoltre il primo dicembre 2009 è entrato in vigore il nuovo Trattato dell’UnioneEuropea (Trattato di Lisbona) nell’ambito del quale il turismo entra a far parte a pieno tito-lo degli obiettivi dell’UE, che potrà agire a sostegno delle iniziative degli Stati membri,senza sostituirsi alle loro competenze. In particolare l’art. 195 TUE è stato inserito affin-ché l’Unione Europea sostenga attraverso determinate misure il settore del turismo all’in-terno dello spazio comunitario, escludendo tuttavia l’armonizzazione degli ordinamentigiuridici degli Stati membri nel settore del turismo. Nonostante ciò, l’Unione Europea puòsostenere gli Stati membri in tale settore, in particolare per la promozione della competi-tività delle imprese che vi lavorano e favorendo lo scambio delle best practice.

10. 1 Nascita della Moneta Unica Il simbolo della nuova moneta dell’Unione Europea è costituito da una E barrata in

senso orizzontale da due linee ben marcate €. È un simbolo che si ispira alla “epsilon” dell’alfabeto greco, un riferimento alla culla della civiltà europea e alla prima lettera di“Europa”, mentre le due linee orizzontali stanno ad indicare la stabilità della moneta.

Il 1° gennaio 1999 nasce l’Euro ed entrano in vigore i tassi di cambio irrevocabil-mente fissi tra le valute dei paesi partecipanti.

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Pertanto dal 1° gennaio 2002 l’Euro diventa banconota e sostituisce la Lira. Le lire vengono progressivamente ritirate dalla circolazione dalle banche e sostitui-

te con quelle in Euro, secondo il tasso di conversione precedentemente fissato. Il cambio della moneta non comporterà variazioni del potere di acquisto, ma sola-

mente l’uso di una diversa unità monetaria. Le Lire sono comunque accettate per i pagamenti quotidiani fino al 30 giugno del

2002. Al più tardi entro il 1° luglio 2002 la lira non sarà più in circolazione e non si accet-

teranno più le banconote in Lire come mezzo di pagamento. Successivamente le Lire potranno essere cambiate in Euro solo presso la Banca

d’Italia.

10. 2 Tassi di conversione I tassi di conversione definiti il 31 dicembre 1999 dal regolamento del Consiglio

Europeo n. 2866/98 rappresentano ormai un punto di riferimento non più modificabile nelprocesso di unificazione monetaria europea. Si tratta di valori fissi e non più semplice-mente di parità centrali di riferimento quali quelle esistenti nell’ambito dello SME, attornoalle quali poi il cambio tra le divise era solito variare quotidianamente.

Dal 1° gennaio 1999 sono fissati irrevocabilmente i rapporti di conversione tra ledivise dei paesi “in” e l’Euro.

Tassi fissi di conversione fra le 11 divise UEM e l’Euro Sigla Euro - €

Lira italiana ITL 1936,27 Marco tedesco DEM 1,95583 Franco belga BEF 40,3399 Franco lussemburghese LUF 40,3399 Peseta spagnola ESP 166,386 Franco francese FRF 6,55957 Lira irlandese IEP 0,787564 Fiorino olandese NLG 2,20371 Scellino austriaco ATS 13,7603Escudo portoghese PTE 200,482Marco finlandese FIM 5,94573

L’unico modello di calcolo previsto nella conversione di una valuta nazionale ad un’al-tra è il “sistema della triangolazione”. Vengono individuati tre momenti nella conversione: • Nel primo momento si deve convertire la valuta nazionale in Euro utilizzando il tasso

di conversione a sei cifre significative (si divide l’ammontare di valuta nazionale peril tasso di conversione).

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• Nel secondo si effettua l’arrotondamento dell’ammontare in Euro a non meno di trecifre decimali.

• Nel terzo momento l’ammontare in Euro viene convertito in valuta nazionale a tassodi conversione stabilito. Nella conversione delle monete due sono le regole da applicare:

• I tassi di conversione sono definiti in unità monetaria nazionali per Euro (ad esempioil tasso di conversione della lira in Euro è: 1 Euro = 1.936,27 Lire e non viceversa);

• Il tasso di conversione è a sei cifre significative (ad esempio 1 Euro = 1.936,27 Lire;1 Euro = 1,95583 Marchi tedeschi).

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Per un aggiornamento puntuale e preciso delle normative più recenti in materiadi strutture ricettive all’aria aperta si consiglia di consultare i seguenti siti:

www.turismo-regioni.it dove accanto all’indicazione delle normative, comunitarie, nazionalie regionali interessanti il comparto turistico e le attività imprendito-riali di interesse turistico, è possibile trovare l’indicazione delle piùsignificative decisioni giurisprudenziali che influenzano il settoreturistico; come anche progetti interessanti le politiche interregiona-li di sviluppo del tursmo.

www.regioni.itper poi successivamente cliccare sull’area geografica di riferimentodella regione ed entrare tra le aree tematiche: quali Turismo maanche Attività Produttive.

www.lavoro.gov.it per le problematiche inerenti la sicurezza sui luoghi di lavoro.

www.garanteprivacy.it

www.governo.it/Presidenza/DSCT/normativaper quanto concerne l’azione del Dipartimento per lo sviluppo e lacompetitività del turismo presso la Presidenza del Consiglio deiMinistri.

www.agcm.it in merito al corretto rispetto delle regole della concorrenza tra leimprese e della veridicità dei messaggi pubblicitari, nonché deglistrumenti a tutela del consumatore turista.

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