hint, fare affari col mondo - n° 2

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H T INTT HINT I HINT. N.2 - E 4.90 BIM. GIUGNO/LUGLIO 2015 Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale 70% – CN/RA business FARE AFFARI COL MONDO INTERNAZIONALIZZARE IL PRIMO MAGAZINE-GUIDA PER L’ IMPRESA WWW. HINTMAGAZINE .IT EXPO & FIERE A PPUNTAMENTI IMPERDIBILI IN ITALIA E NEL MONDO 150 PERSONAL BRANDING CERVELLI DI RITORNO NEWS. TURCHIA OMAN SPAGNA RUSSIA AZERBAIJAN CANADA AUSTRALIA CINA ROMANIA GIAPPONE USA UK MAROCCO SPECIALE FOOD! ESPORTARE IL GUSTO TREND INCENTIVI REGOLE STORIE SCHEDE MERCATO USA AUSTRALIA UK CANADA GIAPPONE E-COMMERCE LA BOTTEGA AI TEMPI DEL WEB IL MADE IN ITALY E’ SERVITO 255 PRODOTTI AL TOP MONDIALE PER LA QUALITÀ PIANETA PMI 65.481 AZIENDE SUI MERCATI GLOBALI 10 SE L’ITALIA FA L’ITALIA: PRIMATI ( PER CREDERCI ) DOSSIER HINT . N.2 - E 4.90 BIM. GIUGNO/LUGLIO 2015

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HINT numero 2, giugno/luglio

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  • H TINTTHINTIHINT. N.2 - E 4.90 BIM. GIUGNO/LUGLIO 2015

    Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale 70% CN/RA

    busin

    ess

    FARE AFFAR I COL MONDO INTERNA

    ZIONALIZZARE

    IL PRIMO

    MAGAZINE-GUIDA PE

    R

    L IMPRESA

    WWW.HINTMAGAZINE.IT

    EXPO & FIERE APPUNTAMENTI IMPERDIBILI

    IN ITALIA E NEL MONDO150

    PERSONAL BRANDINGCERVELLI DI RITORNONEWS. TURCHIA OMAN SPAGNA RUSSIAAZERBAIJAN CANADA AUSTRALIA CINAROMANIA GIAPPONE USA UK MAROCCO

    SPECIALE

    FOOD! ESPORTARE IL GUSTO

    TREND INCENTIVI REGOLE STORIE SCHEDE MERCATOUSA AUSTRALIA UK CANADA GIAPPONE

    E-COMMERCELA BOTTEGA AITEMPI DEL WEB

    IL MADE IN ITALY

    E SERVITO

    255 PRODOTTIAL TOP MONDIALE PER LA QUALIT

    PIANETA PMI65.481 AZIENDE SUIMERCATI GLOBALI

    10 SE LITALIA FA LITALIA: PRIMATI ( PER CREDERCI )

    DOSSIER

    HINT. N.2 - E 4.90 BIM. GIUGNO/LUGLIO 2015

  • busin

    ess

    Viviamo di paradossi. E di contraddizioni. Ogni situazio-ne che incrociamo (o che provochiamo) porta sempre con s le due facce della medaglia - due, quando va bene - sempre ben distinte e contrapposte. Vale persino per i numeri. Dipende sempre da come li si legge, da quale contesto (o contorno) gli si aggrega. Ecco allora che un dato sulloccu-pazione che cresce contiene comunque, e spesso a prescindere (ecco forse dove sta veramente il problema, un problema), qualcosa di negativissimo. Idem per il Pil o per un qualsiasi al-tro dato, in campo economico cos come in ogni altro settore. Abbandonare questa logica, o, quanto meno, non farne perno di confronto/conflitto continuo - e a prescindere, appunto - sarebbe gi un bel passo avanti. Perch il perno comunque, sempre, un altro. E perch con la dietrologia non si mangia - con la cultura s, si potrebbe, almeno, tanto per andare un attimo fuori tema, apparentemente. Guardare avanti, allora, la prima medicina. Da assumere sempre guardandosi intorno - ma senza farne una malattia, a proposito, senn che medicina sarebbe? Per cominciare finalmente a crescere - in tutti i sensi. Questo, secondo noi - naturalmente. E, sempre - indipenden-temente, in tutti i sensi anche questo - a partire da noi. Paradossi e contraddizioni. Sono quelli di imprese che inve-stono, che rischiano, che crescono (addirittura) ma che non vedono adeguatamente sostenuti e riconosciuti i loro sforzi.

    Numeriche parlano

    EDITORIALE HINTWWW. HINTMAG.IT

    Venezia - San Marco5039, Campo San Bartolomeo

    Venezia - Cannareggio3948, Strada Nuova

    Firenze. Via Calzaiuoli 58r

    Roma. Via delle Muratte 25

    www.pylones.itPylones Italia srl

  • 68 Fiducia su. Merito gi

    10 Se lItalia fa lItalia

    12 10 primati italiani

    14 Poi c la Banca

    18 BBF. Belli e ben fatti

    RICOMINCIAMO. (ALMENO) A CREDERCI EDITORIALE

    www.hintmagazine.itfacebook.com/hintmagazine

    twitter @hintmagazine

    Sono quelli di giovani che trovano fuori dallItalia uno sbocco professionale adeguato - la chiamano fuga di cervelli, noi pensiamo si tratti di circola-zione, quindi di un ottimo investimento, a patto che questi cervelli tornino indietro, o, comunque, che ripassino spesso da queste parti... Sono quelli di una scuola in cui si continua a recitare lo slogan leghiamola al territorio - che non c niente di male, sia chiaro, in assoluto. Salvo per accorgersi che il territorio nel frattempo non ha pi realt produttive. Allora, se quello slogan cominciassimo magari a cambiarlo - ad arricchirlo - in leghiamola al territorio e (apriamola) al mondo, sarebbe gi qualcosa - nel frattempo, a proposito di scuola e riforme, il dibattito si concentra come sempre su altro, rispetto ad esempio a contenuti, riorganizzazione e governance, ci che servi-rebbe invece a farla crescere davvero, a portarla al passo coi tempi. Tutti temi di attualit - temi caldi, si diceva una volta - che affrontiamo in queste pagi-ne e che approfondiamo e confrontiamo sul nostro sito e sui social network, dove vi invitiamo a venirci a trovare. A proposito di paradossi e di contraddizioni, a proposito di numeri, so-prattutto - e di cultura, e di mangiare, e di crescere... - ecco infatti la seconda uscita di Hint. Per chi ancora non ci conosce, la nostra mission la trovate proprio sul sito - ma un po si capita, no? Continuiamo in questo numero a presentare gli attori principali, tra pubblico e privato (e insieme sempre meglio) che possono supportare le aziende in un processo di internazio-nalizzazione - insieme a quello che stanno innestando in questo processo. Focus sul cibo - in tutti i suoi aspetti, salvo quelli prettamente gastronomici, purtroppo - e sulle straordinarie opportunit di un settore con notevoli pro-spettive - a cui si chiede persino di trainare la crescita, e forse chiedere trop-po... Parliamo di premi e incentivi, fiere e bandi, corsi e convegni, processi di semplificazione e di innovazione. Raccontiamo imprese e prodotti che hanno varcato i confini, per testimoniare che si pu fare. E come. Raccon-tiamo le iniziative che nascono sul territorio nazionale e destinazioni fuori dai confini, con approfondimenti allargati ad usi e costumi, saperi e sapori, quindi allambito sociale e alla sfera culturale. Perch se ufficialmente con internazionalizzazione si indica soprattutto altro, per noi - e qui ci citia-mo - soprattutto un processo culturale. E superare il concetto di barriera - sempre nellosservanza delle regole, purch chiare e valide per tutti, e a par-tire da quelle non scritte, dal piano etico. E il sinonimo pi calzante per le parole crescita, sviluppo, opportunit. Questa internazionalizzazione. Leditore, Adamo Antonellini.

    ESPORTARE

    PRODURRE

    ACQUISTARE

    RISORSE UMANE

    FONTI DI FINANZIAMENTOvendere in altri

    Stati i beni pro-dotti o i servizi erogati

    allestero

    da fornitori stranieri

    di altri Stati

    di altri Stati

    50 La seconda puntata della sezione tecnica dedicata alla Piccola e Media Impresa.

    Internazionalizzare/2 GESTIONE DIRETTA DELLE ATTIVITA ALLESTERO. METODI. CONTATTI. PARTNER

    IL MADE IN ITALY

    E SERVITOSCHEDE MERCATOUSA AUSTRALIA UK CANADA GIAPPONE

    E-COMMERCELA BOTTEGA AITEMPI DEL WEB

    24 I 10 ITALIANI PIU RICHIESTI 27 LA BOTTEGA AI TEMPI DEL WEB 38 FOOD IN FIERA40 UNOTTIMA ANNATA 42 LA CUCINA DIVENTA GLOBALE 44 INNOVAZIONE & AGRICOLTURA

    23

  • 6LA CERAMICA MADE IN UMBRIA: UNO SGUARDO ALLINTERNAZIONALIZZAZIONEUn progetto che mette in rete alcune tra le migliori realt artigianali per unincisiva azione di marketing. Lo promuove la Regione Umbria, che con una legge ad hoc inserisce tra i suoi fini istituzionali anche quello di valorizzare lartigianato artistico. Ceramica Made in Umbria un progetto che riunisce pi di 20 aziende del territorio che si sono aperte ad un interessante dialogo con la disciplina del Design attraverso la produzione della collezione Banchetto Contem-poraneo disegnata da Elisabetta Furin, e si connota con forti contenuti innovativi, proiettando la tradizione nel futuro. Innovazione e design delle produzioni artistiche vengono quindi utilizzati quali strumenti per vincere le nuove sfide dellinternazionalizzazione. E le imprese si orientano verso quei mercati che guardano il nostro Paese come ad una capitale mondiale dellarte, della cultura del luxury goods, a cui si risponde anche (e soprat-tutto) coltivando il talento e lorgoglio del lavoro hand made. Le immagini che accompagnano questo servizio sono tratte dal catalogo del progetto. Per saperne di pi: www.ceramicamadeinumbria.it.

    FOCUS

    Il vasellame legato al fidan-zamento e al matrimonio di una

    giovane coppia nel periodo rinasci-mentale prevede alcuni elementi

    tra cui le coppe amatorie di diverse tipologie. Questo coppa

    reinterpreta la classica cocotte da forno . Di Mastro Giorgio

    (Gualdo Tadino)

    Quando lItalia fa lItalia, investendo in innovazione, qualit, bellezza e green economy, un Paese in grado di competere sui mercati globali. Queste parole di Ermete Rea-lacci - da un intervento che riportiamo pi avanti - sono emblematiche dellattuale situazione italiana. Situazione economica, ma non solo: anche psicologica, potremmo dire, nel senso che molti dei risultati che potranno arrivare nel prossimo futuro - a livello di produzione, di export, di crescita, di benessere- dipendono anche dalla fiducia con cui i nostri principali attori economici affrontano le loro quotidiane fatiche. E la fiducia una somma di molti fattori: certamente i pi recenti dati relativi al Pil, alloc-cupazione, alle esportazioni, fanno sperare finalmente in un avvio di ripresa. Siamo alla svolta, ha detto qualche settimana fa il ministro Padoan commentando il Pil del primo tri-mestre 2015; ed altrettanto vero che ci sono centinaia di aziende nel nostro paese - anche e soprattutto piccole e medie imprese, come raccontiamo nel focus delle prossime pagine - che continuano a sperimentare, a investire nella ricerca, a mantenere altissimo il tradiziona-le livello del know how italiano nel mondo (e il mondo, va detto, ha dellimpresa italiana unimmagine molto pi positiva e autorevole di quanto mediamente non si possa pensare). La fiducia, per, non dipende solo dai fattori macroeconomici, o dalla lettura dei dati del Pil. Per quanto si possa sperare davvero che la ripresa sia iniziata, restano comunque settori ancora in crisi, o che non vedono immediate prospettive di risalita; e restano ancora pro-blematiche complessive legate ad ormai ataviche criticit nostrane (la burocrazia eccessiva, il costo di alcuni beni essenziali - come lenergia -, la differenza fra Nord e Sud) che spesso sfiduciano limpresa nella sua attivit quotidiana o nella volont di investire. Per, soprattutto nei mesi caldi dellExpo, vogliamo guardare avanti: puntando lattenzione su-gli aspetti positivi, sulle novit importanti, sulle aziende che investono e che continuano a cre-derci. Magari puntando davvero su innovazione, qualit, bellezza e green economy, un cocktail che potrebbe veramente farci fare un grande passo avanti in termini di sistema Paese

    7 AT TUAL ITA/ I TAL IA H INTMAGA ZINE. I T

    Uneconomia che cerca di rimettersi in piedi. Una forte spinta dal basso, con le piccole e medie imprese in prima linea, portatrici di innovazione e qualit. Ma ancora tanti, troppi vuoti e contraddizioni.

    RICOMINCIAMO. (ALMENO) A CREDERCI

    NEI MESI CALDI DELLEXPOVOGLIAMO GUARDARE AVANTI

    PUNTANDO LATTENZIONE SUGLI ASPETTI POSITIVI

    SEGNALI DI RIPRESA E FIDUCIA (APPARENTEMENTE) RITROVATA. DATI IN CRESCITA SULLE ESPORTAZIONI E UNA GRANDE ATTENZIONEVERSO LE OPPORTUNITA OFFERTE DALLINTERNAZIONALIZZAZIONE.CHE ISTITUZIONI E ORGANIZZAZIONI VARIE, BANCHE E ASSOCIAZIONIIMPRENDITORIALI PROMUOVONO E INCENTIVANO. SEMPRE DI PI.

  • 8 AT TUAL ITA/ I TAL IA

    Innovative, green, creative, vocate alla qualit, compe-titive, legate al territorio e al tempo stesso lanciate sui mercati globali, portatrici di ricchezza. Sono le nostre piccole e medie imprese (Pmi): una delle chiavi di volta del made in Italy pi versatile e reattiva, un patrimonio per tutto il Paese. grazie alle Pmi se siamo secondi solo alla Germania in Europa per numero di imprese che negli ultimi tre anni, dunque in piena crisi, hanno introdotto innovazioni di processo e di prodotto, innalzando il livello qualitativo delle loro attivit. Hanno infatti meno di 50 addetti l80% delle 65.481 aziende italiane che hanno puntato sullin-novazione. Creativit, cultura e innovazione sono uno dei motori pi potenti della competitivit made in Italy. Tanto che il nostro settore culturale e creativo pu conta-re su quasi 1,4 milioni di addetti e sul fronte dei brevetti facciamo meglio di Francia e Regno Unito: in 22 classi di brevetti di design europei, sulle 32 totali, lItalia prima, seconda o terza per numero di progetti depositati. Solo la Germania in Europa pi virtuosa di noi. Il 58% delle nostre Pmi, inoltre, ha impiegato il contributo di profes-sionalit strettamente collegato al mondo della creativit. E sono ancora le nostre imprese con meno di 50 addet-ti a guidare la riconversione verde delloccupazione europea: dalla fine del 2014, il 51% delle piccole e medie imprese italiane ha almeno un green job, pi del Regno Unito (37%), della Francia (32%) e della Germania (29%).

    Una scelta strategica che guarda al futuro e che gi oggi fa guadagnare in termini di export (tra le imprese manifatturiere, il 44% di quelle che investono green esportano stabil-mente, contro il 24% delle altre) e di innovazione (30% contro 15%). E ancora alla nostra galassia di impre-se artigiane, micro, piccole e medie aziende si deve oltre 1/5 (77 miliardi di euro) del valore aggiunto prodotto in Europa dalle imprese della mani-fattura fino a 50 addetti. Ne sono un illustre esempio quelle filiere territo-riali che fanno di Brescia e Bergamo le prime due province manifattu-riere dEuropa (per valore assoluto), addirittura davanti alla tedesca Wolfsburg, che ospita il cuore della Volkswagen (e seguite, nelle prime 20, da altre 9 province tricolori). Le nostre piccole e medie imprese sono un quarto delle Pmi esportatrici in Europa (pi delle tedesche: 14,5%) e rappresentano ben il 90% del totale delle imprese manifatturiere espor-tatrici nel nostro Paese.

    E quanto emerge dal dossier Le Pmi e la sfida della qualit: uneconomia a misura dItalia a cura di CNA e Fondazione Symbola, presenta-to oggi a Roma alla presenza del ministro della Cultura e del Turismo Dario Franceschini da Daniele Vac-carino e Ermete Realacci, rispettiva-mente presidente di CNA e presi-dente di Symbola, Sergio Silvestrini, Segretario Generale CNA, e Fabio Renzi, Segretario generale Fonda-zione Symbola. Un documento che non nasconde le difficolt del Paese, messo alla prova da 8 anni di crisi, che finalmente sembra allentare la sua morsa e che tuttavia ha accre-sciuto le disuguaglianze, reso pi aggressive le mafie, pi intollerabile la corruzione, lasciando inalterati la soffocante burocrazia e linaccetta-bile ritardo del Sud. Ma che al con-tempo sa individuare le potenzialit e i punti di forza del sistema Italia da cui ripartire per tornare a correre. Come i nostri talenti unici, il nostro saper fare, la bellezza e la cultura.

    LE PMI E LA SFIDA DELLA QUALIT: IL DOSSIER DI CNA E FONDAZIONE SYMBOLA

    SULLE AZIENDE CON MENO DI 50 ADDETTI.

    Se lItaliafa lItalia

    IL NOSTRO PAESE E AL TOP MONDIALE DELLA QUALIT PER 255 PRODOTTI. LE PMI RAPPRESENTANO IL VOLANO

    DELLEXPORT E DELLINNOVAZIONE: SONO IL 90% DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE ESPORTATRICI E L80%

    DELLE AZIENDE INNOVATRICI. E NON SOLO. GUIDANO INFATTI LA RICONVERSIONE VERDE DELLOCCUPAZIONE EUROPEA: IL 51% DI ESSE HA ALMENO UN GREEN JOB

    VACCARINO: LA QUALITA DEL NOSTRO MADE IN ITALY E IL PUNTO DI FORZA DA CUI RIPARTIRE. REALACCI:

    PER AFFRONTARE LA CRISI LITALIA DEVE FARE LITALIA E LE PMI SONO NEL DNA DEL NOSTRO PAESE

    Il quadrilobo un motivo composto da quattro semi-

    cerchi disposti a croce, molto utilizzato in pittura, architet-

    tura e scultura. Di C.A.F.F. (Gubbio) il secchiello porta

    bottiglie con ghiaccio.

    Qualcosa si muove. E cos lItalia svetta dinnanzi a tanti prestigiosi colleghi europei nella recente classifica dedicata agli indici di fiducia degli investitori internazionali. Nella tabella indicativa, con una votazione da 0 a 3 punti, il nostro Paese si posiziona in dodicesima posizione assoluta, con un indice di 1,75; ad un soffio da Francia e Australia stabili a quota 1,79 ; superando paesi molto organizzati come Svizzera e Corea. A darne notizia A.T. Kearney, una delle maggiori pi influenti societ di consulenza economiche mondiali, con 3.500 opera-tori e ben 60 sedi sparse in ogni angolo del pianeta.La classifica saldamente condotta da Usa, poi Cina, Regno Unito, Canada e Germania. Poco pi indietro, appaiate Olan-da ed appunto Italia, che soltanto due anni fa non compariva neanche tra i primi trenta paesi. E se lEuropa continua a vivere una fase di sostanziale stallo, con il colosso cinese adeguato ad uno standardizzato +7% annuo e il Giappone pare ripiombato in una paludosa recessione, gli States invece hanno ripreso a correre. I motivi principali di questa rinnovata fiducia per gli investimenti in Italia secondo gli analisti del rap-porto sono una ritrovata stabilit politica, la riduzione dei costi nel fare impresa e le recenti riforme su lavoro e tassazione.In questo primo semestre, la fiducia degli investitori internazio-nali nei nostri confronti confermata da due colossali opera-zioni che hanno visto entrare in scena due grandi corporations mondiali. Chem China ha impegnato ben 7 miliardi di euro per rilevare Pirelli; mentre Hitachi sta muovendo 4 miliardi nel nostro settore trasporti, con Ansaldo Breda come punta di diamante.

    E se dallestero arriva fiducia, da casa nostra giunge una nuova e niente affatto inaspettata doccia fredda. Un po prevedibile, visto che parliamo di meritocrazia. Un valore che ci vede tristemente maglia nera nella classifica europea. Ultimissimi, staccati anche da Polonia e Spagna e a lontananze siderali dal Nord Europa, con Finlandia, Danimarca e Norvegia orgogliosamente in testa. A darne notizia Voce.info sito autorevole e seguitissimo dai principali economisti italiani. La classifica, elaborata da un pool di docenti universitari, imprenditori e giornalisti, vede la meritocrazia attivata da alcuni valori base: la qualit del sistema educativo, la traspa-renza, il livello di mobilit sociale, le pari opportunit tra i sessi e la libert di individui ed organizzazioni sociali.Sorprende, ma anche qui non troppo, il timore riscontrato da parte dei manager di casa nostra di mettere ancora oggi a rischio la propria posizione di forza, pur riconoscendo ampiamente il criterio meritocratico come uno dei punti basilari ed urgenti per tornare a competere in un sistema pi solido e ancora pi attrattivo per gli investitori internazionali.

    RICERCHE E SONDAGGI: IL MONDO, LITALIA.

    Fiducia su.Merito gi

    GLI INVESTITORI INTERNAZIONALI TORNANO A CREDERCI.PAOLO TR IOSCHI

    BRESCIA E BERGAMO LE PRIME DUE PROVINCE

    MANIFATTURIERE DEUROPA (PER VALORE ASSOLUTO)

    LA CLASSIFICA

    STATI UNITICINA

    REGNO UNITOCANADA

    GERMANIABRASILE

    GIAPPONEFRANCIAMESSICO

    AUSTRALIAINDIA

    ITALIAOLANDA

    SVIZZERASINGAPORECOREA SUD

    SPAGNA SVEZIABELGIO

    DANIMARCA

    2015 2013

    1 12 23 84 45 76 37 138 129 910 611 512 -13 -14 1815 1016 2117 1618 -19 -20 -

  • 10 AT TUAL ITA/ I TAL IA

    Tradizioni da rinnovare scommettendo su ricerca, creativit e sostenibilit, sul nostro saper creare qualit e puntan-do sulle tecnologie avanzate, sul web, sulleconomia della condivisione. Un dossier che smonta il falso mito secon-do cui le Pmi sarebbero un peso di cui liberarsi e dimostra con dati alla mano lesatto contrario: ossia che rappresen-tano la spina dorsale del made in Italy. E il volano del nostro export.Le Pmi mostrano una spiccata capa-cit di imporsi fuori dai nostri confini, anche su mercati poco frequentati, che va legata alla scommessa sulla qualit. Lo dimostra il trend dei valori medi uni-tari dei nostri prodotti, che nellultimo decennio (2002 - 2015) sono cresciuti a ritmi superiori a quelli degli altri grandi paesi europei. In virt della qualit dei nostri prodotti il mercato ci riconosce dunque prezzi pi alti. Tanto che siamo addirittura primi al mondo per valore medio unitario di 255 prodotti. Tra cui molti blasoni del made in Italy: dalla-groalimentare alla meccanica, dal mobi-le e al design e alla moda.

    Nel primo numero di HINT abbiamo pre-sentato i soggetti attivi a supporto delle imprese che vogliono internazionaliz-zare la propria attivit, a partire dalle istituzioni e dalle principali associazioni di categoria [per richiedere gli arretrati:[email protected] ]. In queste pagi-ne, nuove schede di presentazione e un focus sulle attivit del sistema bancario (da pag. 14).

    Made in Italy, green economy, innovazione e cultura. Sym-bola la Fondazione per le qualit italiane. Nasce nel 2005 con lobiettivo di promuovere un nuovo modello di sviluppo orientato alla qualit in cui si fondono tradizione, vocazioni originarie, territorio, ma anche innovazione tecnologica, ricer-ca, design. In una sola parola, la soft economy: uneco-

    nomia della qualit in grado di coniugare competitivit e valorizzazione del capitale umano, crescita economica e rispetto dellambiente e dei diritti umani, produttivit e coe-sione sociale (e rapporti positivi con le comunit)Symbola - si legge nel sito della fondazione alla voce mission - un movimento culturale la cui originalit sta nel mettere in rete soggetti diversi fra loro: personalit del mon-do economico e imprenditoriale, della cittadinanza attiva, delle realt territoriali ed istituzionali, del mondo della cul-tura. la lobby delle qualit italiane che parla alla politica, alleconomia e alle istituzioni per indirizzare lo sviluppo del Paese verso la qualit e la sostenibilit. E allinternazionaliz-zazione, aggiungiamo noi. www.symbola.net

    Lindagine dimostra sottolinea il presidente della Cna, Daniele Vaccarino che la qualit una carat-teristica innata del Paese, fortemente presente anche e soprattutto nel nostro sistema economico, costituito per la gran parte da Pmi. Una caratteristica che emerge

    con forza nel binomio ter-ritorio-patrimonio artistico e culturale, un binomio che pu costituire un volano per lo sviluppo di molte attivit economiche, dal manifattu-riero ai servizi, nel quale le Pmi possono e devono essere protagoniste. Ma, per valoriz-zare questo binomio, neces-sario puntare sulla qualit.

    La qualit delle infrastrutture, materiali e immateriali, del territorio e delle citt. Estrema importanza, in tale ambito, riveste la riqualificazione urbana, mirata a far tornare le citt poli di attrazione anche economica. Le risorse sempre pi ridotte obbligano a disegnare una strategia strutturata di riqualificazione complessiva del Paese, evitando gli interventi spot e scollegati del passato. Finanziata, principalmente, sfruttando al me-glio le risorse comunitarie e favorendo le partnership pubblico/private diffuse, in grado di coinvolgere anche le imprese micro e piccole.

    SYMBOLA. PER UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO ORIENTATO ALLA QUALIT

    Il Seminario Estivo di Symbola si terr questanno

    dal 23 al 27 giugno, a Treia (MC). Giunto alla sua XIII

    edizione, uno degli appun-tamenti di riferimento per

    la riflessione sui temi della sostenibilit, dello sviluppo, della competitivit. La parte-

    cipazione gratuita.

    I-COM. UN ISTITUTO PER LA COMPETITIVITALa LIstituto per la competitivit (I-com) unassociazione senza finalit di lucro, fondata nel 2005 da un gruppo di giovani studio-si, professionisti e manager, per promuovere temi e analisi sulla competitivit in chiave innovativa, allinterno del quadro politico-e-conomico europeo ed internazionale.LI-com intende influenzare il dibattito pubblico sul futuro del sistema Italia, sulla base di una competenza multidisciplinare, rafforzata da un comitato scientifico di alto profilo, e grazie a una variet di strumenti di analisi e divulgazione.Per perseguire gli scopi associativi, lI-com organizza e promuove convegni, seminari, corsi di formazione, dibattiti ed incontri sulla competitivit del sistema italiano in campo europeo e/o internazionale; contribuisce al dibattito pubblico con idee e proposte di policy, attraverso position papers, proposte di legge e commenti a fatti e provvedimenti nazionali e internazionali; pubblica libri e quaderni, materiale multimediale e una collana di working papers sui temi della competitivit aperta a contributi esterni e vagliata da un comi-tato editoriale ad hoc; organizza iniziative per la formazione e la specializzazione di tutti coloro che operano nei campi economi-co, politico e socialewww.i-com.it

    INVITALIA. OBIETTIVO SVILUPPOInvitalia, lAgenzia nazionale per lattrazione degli inve-stimenti e lo sviluppo dimpresa, agisce su mandato del Governo per accrescere la competitivit del Paese, in particolare del Mezzogiorno, e per sostenere i settori stra-tegici per lo sviluppo. I suoi obiettivi prioritari sono: favorire lattrazione di investimenti esteri, sostenere linnovazione e la crescita del sistema produttivo, valorizzare le potenzialit dei territori. http://www.invitalia.it

    Le tazze da convento, di cui alcuni esemplari sono esposti

    presso il Museo della Ceramicaa Deruta, erano prodotte dalle

    botteghe artigiane locali per le nu-merose comunit religiose presenti sul territorio. Laggiornamento in un pratico set di tazze impilabili di tipo

    mug americano, di G. & P. di Gialletti e Pimpinelli (Deruta).

    DALLAGROALIMENTARE ALLA MECCANICA, DAL MOBILE AL DESIGN E ALLA MODA: PRIMI

    AL MONDO PER 255 PRODOTTI

  • LE PMI E LA SFIDA DELLA QUALIT

    UNECONOMIAA MISURA DITALIA

    1

    6

    38

    2

    7

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    10

    4

    9

    Per superare la durissima crisi che stiamo attraversando - spiega il presidente di Fondazione Sym-bola Ermete Realacci - dobbiamo fronteggiare i nostri mali antichi e scommettere sulle cose che rendono il nostro Paese unico: cultura, creativit, ingegno, saperi tradizionali, ricerca. Quando lItalia fa lItalia, investendo in innovazione, qualit, bellezza e in green economy, un Paese in grado di competere sui mercati globali. Le Pmi sono nel dna del nostro Paese e incar-nano spesso un modello economico e sociale che gravita intorno al concetto di qualit e guarda al futuro; nel quale lItalia ha tanto da dire al mondo: Expo 2015 unoccasione per farlo. Per questo le nostre Pmi vanno sostenute con strumenti adeguati, rimuovendo gli ostacoli che le frena-no. Per far s che le storie di successo individuali diventino il successo di un intero sistema produttivo. Il successo di un Paese .

    HINT

    Eccoli i primati tutti italiani costruiti soprattutto

    grazie alle Pmi, messi nero su bianco da CNA

    e da Symbola. Il dossier completo (da cui

    sono tratte le immagine e le tabelle) disponibile sul sito

    www.symbola.net

    La creativit il motore della qualit del made in Italy. La creativit uno dei motori della competitivit delle nostre imprese. Ce lo dicono i brevetti comu-nitari di design: dopo la Germania - che nelle 32 classi di brevetti di design europei, appunto, arriva sempre prima seconda o terza per numero di progetti depositati - lItalia il paese che fa me-glio di tutti gli altri vicini europei, piaz-zandosi sul podio in 22 classi. Francia e Regno Unito si fermano, invece, a 16. Alla Spagna non toccano posti sul podio. Inoltre, la nostra vocazione creativa ap-pare estremamente diffusa: oltre il 60% delle aziende dichiara di aver impiegato il contributo di professionalit strettamente collegate al mondo della creativit. E ci vale anche per il 58% delle piccole imprese: una quota, pienamente so-vrapponibile al resto delle aziende, che testimonia della capacit innovativa delle nostre PMI. (Fonte: Istat, Eurostat).

    Pmi italiane tra i leader della produzione del valore aggiunto nella manifattura europea.Vocazione manifatturiera e centralit della piccola e media impresa fanno dellItalia il leader europeo nella produzione di valore aggiunto tra PMI manifatturiere: con 77,3 miliardi di Euro, le PMI tricolore contribuiscono per oltre 1/5 (22,1%) al valore aggiunto prodotto in Europa dalle imprese della manifattura fino a 50 addetti. Il valore pi alto tra i paesi UE. La Germania arriva al 18,5% (64,8 mld), la Francia al 13,3% (46,5 mld), Il Regno Unito si ferma all11,1% (38,7 mld), la Spagna all8,9% (31,1 mld). (Fonte: Eurostat).

    Le Pmi italiane sono protagoniste nellexport, in Italia e in Europa. In Italia sono le PMI a guidare lexport, con un effetto traino molto superiore alle piccole e medie imprese degli altri paesi europei. Tra le imprese manifatturiere esportatrici italiane, 88.952 in tutto, quelle sotto i 50 addetti sono nove su dieci: 79.947 (89,9%). In Germania le PMI esportatrici sono 46 mila, il 67% del totale delle manifatturiere nazionali che esportano. Anche se si guardano le micro-imprese sotto i 10 addetti lIta-lia mantiene lo stesso vantaggio, con 44.749 aziende esportatrici, a fronte del-le 24.209 tedesche. Le piccole e medie imprese manifatturiere tricolori trainano anche la categoria in Europa: sul totale delle PMI europee che vendono allestero i loro prodotti, una su quattro (25,3%) italiana; quelle tedesche sono il 14,5%; seguono, a distanza, le imprese france-si (7,8%), britanniche (6,9), polacche (6,8%) e spagnole (6,1%). (Fonte: Eurostat).

    LItalia non ha rivali in Europa nei prodot-ti di qualit. Nellultimo decennio le pro-duzioni italiane hanno visto una crescita qualitativa superiore a quella degli altri paesi europei. Dallintroduzione delleuro, infatti, lItalia ha visto i valori medi unitari dei suoi prodotti salire del 39% (segno che il mercato riconosce un crescente premio di prezzo), contro il +36,4% del Regno Unito e dinamiche inferiori per Spagna (+30,6%) e Francia (+26,9%). La Germania, ultima tra i grandi Paesi comunitari, ha mostrato una dinamica pi contenuta (+22,9%), dimostrando di puntare sullefficienza dei costi, forte comunque di un livello qualitativo gi elevato. (Fonte: Un-Comtrade)

    LItalia al top mondiale della qualit per 255 prodotti, primi in Ue. Vantiamo nellUE il maggior numero di prodotti col pi alto valore medio unitario al mondo (il mercato ci riconosce, in virt della quali-t, i prezzi pi alti): 255 in tutto, contro i 196 della Germania, i 193 della Francia, i 188 del Regno Unito. Tra cui prodotti che portano nel mondo il made in Italy (dallagroalimentare alla meccanica al mobile e design alla moda), anche in set-tori innovativi: dai motocicli ai formaggi, ad esempio, dalle borse agli elicotteri e parti di casse di orologi, e poi cappot-ti, calzature, giacche a vento, guanti e portafogli, funghi conservati, pneumatici per bici, carta da riciclare, cinghie di trasmissione e pannelli di legno, piano-forti a coda e violini, fresatrici per metalli e vitamine, macchine da scrivere, vasche da bagno in ghisa, bastoni per golf. (Fonte: Un-Comtrade).

    Italiani grandi innovatori. Le nostre impre-se hanno linnovazione nel dna: siamo il secondo paese in Europa per numero di aziende (65.481) che, nel triennio, hanno introdotto innovazioni di processo o di prodotto. Meglio di noi solo la Ger-mania, con 90.395 aziende. Seguono, ma a livelli decisamente inferiori, Regno Unito (44.623), Francia (37.924) e Spa-gna (24.159). Delle oltre 65mila imprese citate, quasi 54mila, pi dell80%, hanno meno di 50 addetti: segno evidente che le dimensioni delle nostre PMI non sono affatto un ostacolo allinnovazione. (Fonte: Eurostat)

    Il modello produttivo italiano tra i pi innovativi in campo ambientale. LItalia tra i primi paesi dellUnione europea per eco-efficienza del sistema produt-tivo, con 104 tonnellate di anidride carbonica ogni milione di Euro prodotto (la Germania ne immette in atmosfera 143, il Regno Unito 130) e 41 di rifiuti (65 la Germania e il Regno Unito, 93 la Francia). Il nostro sistema produttivo, grazie alle PMI, anche quello che guida la riconversione verde delloccupazio-ne europea: dalla fine del 2014, il 51% delle piccole e medie imprese italiane ha almeno un green job, pi del Regno Unito (37%), della Francia (32%) e della Ger-mania (29%). Non solo, siamo campioni europei nellindustria del riciclo: a fronte di un avvio a recupero industriale di 163 milioni di tonnellate di rifiuti su scala europea, nel nostro Paese, anche grazie al lavoro di tante piccole aziende della preparazione al riciclo e della manifattura, ne sono stati recuperati 24,1 milioni di tonnellate, il valore assoluto pi elevato tra tutti i paesi europei (in Germania 22,4 milioni). (Fonte: GreenItaly 2013 di Fon-dazione Symbola e Unioncamere).

    La cultura tira la volata alleconomia italiana. Alla filiera della cultura - 443.458 aziende, il 7,3% del totale nazionale, composte nel 96.4% dei casi da imprese con meno di 10 addetti - lItalia deve 80 miliardi di Euro, il 5,7% della ricchez-za prodotta, con 1 milione e 394mila addetti. Questi 80 miliardi ne mettono in moto altri 134 nel resto delleconomia, che cresce di 1,7 Euro per ogni euro prodotto dalla cultura. Si arriva cos a 214 miliardi, il 15,3% del valore aggiunto nazionale. (Fonte: Io sono cultura lItalia della qualit e della bellezza sfida la crisi. Rapporto 2014 di Fondazione Symbola e Unioncamere).

    LItalia la meta delleurozona preferita dai turisti extraeuropei. LItalia il 1 paese delleurozona per numero di pernottamenti di turisti extra-UE, con 56 milioni di notti nel 2013 (+13 milioni rispetto alla Spagna). Siamo il 1 paese europeo per numero di pernotta-menti di turisti cinesi (2,8 mln), coreani del sud (750 mila), giapponesi (2,8 mln), brasiliani (1,8 mln), australiani (2,3 mln), statunitensi (11,7 mln) e canadesi (2 mln). (Fonte: Unioncamere, Fondazione Edison e Fondazione Symbola, 10 verit sulla competitivit italiana).

    I prodotti agroalimentari italiani dominano sui mercati mondiali. Tra i prodotti dellagroalimentare italiano ben 23 non hanno rivali sui mercati internazio-nali. Dalla pasta a pomodori e altri ortag-gi, da aceto e olio, a fagioli e ciliegie: tutti prodotti per i quali il nostro Paese vanta le maggiori quote di mercato mondiale. E ce ne sono altri 54 per i quali siamo secondi o terzi. Nonostante la contraffa-zione e la concorrenza sleale dellItalian sounding, siamo sul podio nel commercio mondiale, insomma, per ben 77 prodotti. Questo anche grazie al fatto che la nostra agricoltura ha scelto la qualit, anche dal punto di vista ambientale. Con 814 ton-nellate per ogni milione di Euro prodotto dal settore, lagricoltura italiana emette il 35% di gas serra in meno della media UE (12% in meno della Spagna, 39% della Germania). Con 43.852 imprese biolo-giche (il 17% di quelle europee) siamo i campioni UE del settore. E vantiamo il minor numero di prodotti con residui chi-mici (0,2%), quota inferiore di quasi 10 volte rispetto alla media europea (1,9%). (Fonte: 10 Verit sulla competitivit italiana Focus sul settore agroalimen-tare di Fondazione Edison e Fondazione Symbola con Coldiretti).

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  • Che linternazionalizzazione sia il tema di massimo interesse nellattuale panorama economico e finan-ziario evidente anche solo scorrendo siti e comu-nicazioni delle banche italiane. Pi ancora che sui mutui e sulle forme di accesso al credito, servizi e offerte di varia natura, proprio su questo argomento che si riscontra la massima evidenza, in molti casi attraverso veri e propri siti dedicati, ricchi di informazioni e servizi avanzati. Un ruolo di sostegno importante, quindi, in questo pro-cesso, generalmente apprezzato. Tra i principali ostacoli allinternazionalizzazione delle imprese italiane, infatti, secondo il campione di 1600 PMI intervistate alla fine dello scorso anno per lindagine Tagliacarne-Lexjus Si-nacta, venivano indicati la scarsa conoscenza del mercato

    di destinazione e le problematiche istituzionali (politi-che doganali) con i paesi target, mentre per il 57% delle piccole-medie imprese intervistate, risulta poco rilevante il peso di un difficile accesso al credito, giudicato spesso poco incisivo. Lintervento del sistema bancario rilevante nellinternazionalizzazione di settori quale lagricolo (cre-dito rurale), il turistico, la chimica, plastica ed energia, si legge nella relazione. Il ruolo del supporto bancario cresce al crescere della dimensione dimpresa, risultando prezioso per le aziende pi strutturate. Dei tre principali filoni di intervento che le Banche offrono - garanzie, finanziamenti e consulenza - pare quindi che sia proprio questultima a rappresentare il valore aggiunto, a far propendere per uno o per laltro sportello, in chi intraprende il processo di internazionalizzazione com-merciale e produttiva. Apriamo allora in questo numero una panoramica su Banche e Internazionalizzazione: aggiornamenti e nuove informazioni sui prossimo numero e, quasi quotidianamente, sui nostri canali digitali.

    HINT

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    Garanzie, finanziamenti e, soprattutto, consulenza per processi commerciali e produttivi.

    Poi c la Banca UN PREZIOSO RUOLO DI SUPPORTO CHE CRESCE AL CRESCERE DELLA DIMENSIONE DIMPRESA.

    RAPPRESENTANZA FISCALE ALLESTERO? LA RISPOSTA DI CARIGE E TEVEA

    La partnership tra TEVEA International e il Gruppo Banca Carige offre alla clientela di imprese industriali e commerciali una gam-ma di servizi a supporto dello sviluppo sui mercati esteri e con-sulenza in materia di IVA europea, dalle informazioni finanziarie alla gestione amministrativa e finanziaria di unattivit in Europa. TEVEA International in grado poi di proporre delle soluzioni di rappresentanza fiscale su misura. Per esempio, se la vostra societ conclude operazioni tassabili in un altro paese membro della CE senza avere una sede stabile nello stesso o in caso sia obbligata a presentare dichiarazioni fiscali in materia di IVA a se-guito di operazioni effettuate in un paese della CE (importazioni o acquisizioni intracomunitarie). Quali sono le casistiche per cui una societ deve richie-dere una posizione IVA in un paese membro della CE? Acquisti intracomunitari tassabili, importazioni intracomunitarie, operazioni desportazione, vendite a privati, vendite a distanza, prestazioni materialmente eseguite da una societ straniera in un paese della CE per conto di unaltra societ straniera: designare un rappresentante fiscale permette alle societ di ottimizzare i loro flussi di tesoreria e di esternalizzare tutte le attivit legate alle dichiarazioni di IVA collegate alle attivit intraeuropee.Il gruppo propone quindi uno studio personalizzato del dossier e identificazione dello schema fiscale adatto, la procedura di re-gistrazione allIVA in Francia, Inghilterra, Belgio, Olanda, Germa-nia, Svizzera (per altri paesi, chiedere una consulenza specifica), effettuazione delle dichiarazioni periodiche, preparazione dei mo-duli Intrastat e delle DES (Dichiarazioni europee di servizi). I costi? Forfait di registrazione oltre ad una percentuale sul giro daffari dichiarato (ogni dossier sottoposto a un esame speci-fico). Ampio e qualificato il quadro delle referenza, che vanno da Este Lauder a Discovery Channel, da Swatch Group a Vietnam Airlines. www.carige-trade.it

    GESTIONE AMMINISTRATIVA E FINANZIARIA DI UNATTIVIT IN EUROPAUna societ che desidera iniziare unattivit economica in Francia pu avere un ufficio di rappresentanza o una succur-sale, oppure creare una filiale. Nei primi due casi non si tratta di entit giuridiche, bens di rami della societ madre, mentre la filiale, secondo il diritto commerciale, e un entit giuridica distinta dalla societ madre.TEVEA International gestisce tutto linsieme degli aspetti am-ministrativi legati allapertura di un attivit in Europa: giuridici, per la creazione di filiali, contabili (flussi finanziari, contabilit, trasferimento di fondi, recupero crediti, dichiarazioni IVA), sociali (gestione delle risorse umane, redazione dei contratti di lavoro, ricerca di personale, iscrizione presso gli organismi sociali, servizio di gestione dei dipendenti e dichiarazioni sociali (sotto il controllo di un esperto contabile), relazioni con le amministrazioni.Con quali modalit? TEVEA raccoglie i documenti e le infor-mazioni necessarie, contatta le amministrazioni fiscali e previ-denziali, gestisce le procedure di registrazione e di affiliazioneI vantaggi? Primo fra tutti, lottimizzazione dei costi grazie ad un operatore locale, unico interlocutore con la societ madre.Se lattivit dellimpresa allestero non giustifica la creazione di una filiale, TEVEA gestisce il personale tramite una succur-sale o un ufficio di rappresentanza. All aumentare dell attivit allestero, accompagna la crescita della filiale permettendole di esternalizzare i suoi servizi amministrativi e finanziari.Nella foto, da sinistra, Cyrille Konter e Patrick Brenelin, diret-tore generale. www.tevea-international.com

    INTERNATIONAL DESK BANCA MARCHEUn punto di riferimento veloce, sicuro ed affidabile per le aziende che operano con lestero. A tutti gli imprenditori che intendono stabilire o espandere la propria presenza internazio-nale, la Banca Marche dedica International Desk: un servizio

    personalizzato di consulenza e assistenza per chi opera nei mercati esteri.Banca Marche, leader regionale per le operazioni con lestero, con la sua profonda esperienza, con lestesa rete di corrispondenti in grado di offrire alle aziende

    una presenza internazionale di grande rilievo, una conoscenza approfondita delle diverse realt nazionali e locali, una gamma completa di prodotti e servizi.La rete commerciale conta su oltre 300 sportelli presenti nelle Marche, in Umbria, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo e Molise: per informazioni possibile rivolgersi alle Filiali o direttamente allInternational Desk (0731.539.440). www.bancamarche.it

    ROADSHOW BPER A PESARO, VERONA E NAPOLIDopo il successo delle prime tappe italiane, prosegue il road-show di BPER Banca in collaborazione con Il Sole 24 ORE. Rivolti a tutte le imprese interessate a crescere sui mercati esteri, gli incontri rappresentano loccasione per dare vita ad un approfondito dibattito tra consulenti, manager di aziende e specialisti di BPER Banca su quali siano gli strumenti pi efficaci per superare le barriere allinternazionalizzazione e per illustrare come valorizzare le attivit commerciali delle imprese sui mercati esteri, come impostare un rapporto innovativo di collaborazione tra azienda e banca, cosa esportare e quali paesi privilegiare, come fare benchmarking e scouting dei mercati di approvvigionamento. La partecipazione allevento gratuita fino ad esaurimento posti. I prossimi appuntamenti: Pesaro, 10 giugno - Verona, 23 settembre - Napoli, 18 novembre. www.bperestero.it

    UN NUOVO MERCATO DI SBOCCO? TUTTE LE RISPOSTE SUL SITO DI CREDEM E uno strumento (semplice e gratuito) di orientamento dav-vero interessante quello che Credem offre a chi desidera individuare i principali mercati esteri di interesse per la pro-pria impresa. Basta collegarsi a internazionalizzazione.credemtel.it e identificare il proprio articolo allinterno di un database di oltre 1.200 categorie merceologiche e 5.000 prodotti, ed ecco visualizzata visualizza la mappa dei principali Paesi di interesse, con informazioni analitiche sul singolo prodotto (nella schermata a fianco, il risultato per una simulazione settore ceramica, oggetti in porcellana). Da qui, la possibilit di individuare i mercati con una propen-sione a riconoscere un premium price e, naturalmente,per poi sviluppare il progetto export, linvito quello di richiedere la consulenza di un professionista.

    CDP E ABI: FIRMATO PROTOCOLLO DINTESA SUL NUOVO SISTEMA EXPORT BANCAContinua la collaborazione tra Cassa depositi e prestiti (CDP) e Associazione Bancaria Italiana (ABI) a supporto delle imprese. Alle varie convenzioni gi in essere che - in poco pi di quattro anni hanno mobilitato importanti risorse, e di cui hanno beneficiato oltre 100 mila imprese - si ag-giunge ora il rinnovato accordo Export Banca, il sistema a sostegno dellinternazionalizzazione e delle esportazioni.Aumentano cos significativamente le risorse dedicate da CDP al settore: da 6,5 miliardi a 15 miliardi di euro. CDP potr operare oltre che con la garanzia della controllata SACE, anche con quella di altre agenzie di credito alle-sportazione, banche di sviluppo nazionali, enti finanziari costituiti da accordi internazionali. Inoltre, nelle operazioni di valore superiore ai 25 milioni di euro, CDP potr intervenire direttamente in favore delle imprese, in co-finanziamento o coprendo interamente il fabbisogno.

    AT TUAL ITA/ I TAL IA

  • EXPORT ITALIANO, LE TENDENZE

    Lanno per le imprese italiane non comincia-to nel migliore dei modi: i dati statistici sulle esportazioni hanno messo in luce una perdita globale del 4,2% rispetto al mese di gennaio del 2014. Si pu parlare di crisi generale, dal momento che stato registrato un -4,7% nelle esportazioni europee ed un -3,5% nelle esportazioni extra UE. In particolar modo due capi saldi come la Francia e la Germania hanno ridotto in maniera considerevole le importazioni dallItalia, registrando un ribasso percentuale rispettivo di 6 e 9 punti. Lembar-go imposto dalla Russia ha fatto crollare del 36,7% le esportazioni in territorio russo, ed anche in nord Africa i dati sono stati allarman-ti, con la perdita di oltre 29 punti percentuali rispetto a dodici mesi fa.Se da una parte ci sono perdite considere-voli, dallaltra ci sono i dati sensazionali sulle esportazioni delle eccellenze del Made in Italy oltreoceano: cresce del 23,5% lexport italia-no verso gli Stati Uniti dAmerica, con segnali incoraggianti provenienti da Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca e Romania.

    18

    Le previsioni sui BBF elaborate per la ricerca Esportare la dolce vita.

    Belli e ben fatti PER IL MADE IN ITALY SI ATTENDE UN BOOM DI RICHIESTE DAL MEDIO ORIENTE, CON GLI EMIRATI ARABI IN TESTA. SEGUITI DALLA CINA E DALLA RUSSIA. CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA E PROMETEIA LI HANNO PRESENTATI ALLEXPO.GIANLUCA ANO - W W W.MARCOPOLOB2B. I T

    Belli e ben fatti, o se preferite BBF. Sono i prodotti realizzati in Italia, di fascia medio alta, e dunque destinati, nello specifi-co, ad acquirenti benestanti. Non sono prodotti per tutti, e non un caso che nei mercati internazionali pi forti si stima, nel giro di cinque anni, un sensibile aumento delle esportazioni. Sono cifre importanti, attualmente frutto di stime appunto, ma che fanno ben sperare per il continuo rilancio delleconomia italiana. I prodotti belli e ben fatti sono stati oggetto di approfondita ricerca da parte del Centro Studi di Confindustria e Prometeia, che a met maggio, nellambito di Expo Milano hanno esposto le previsio-ni sullexport, elaborate nella VI edizione del progetto di ricerca Esportare la dolce vita. La ricerca, grazie al contributo, tra gli altri, di Anfao, Assocalzaturifici, Federalimentare e FederlegnoArredo, si orientata sui settori BBF che maggiormente rappresentano lecono-mia italiana: agroalimentare, arredamento, moda, gioielleria. Stan-do alle previsioni, nel 2020 lexport ammonter a circa 16 miliardi, ovvero ben 5 miliardi in pi rispetto al 2014 appena trascorso, con un incredibile incremento del 45%.

    Ma quali sono i paesi che maggiormente fruiranno dei BBF made in Italy? Perch? Rispondere allultima domanda semplice: i prodotti italiani non hanno pari nel mondo; si tratta di qualit dei materiali, scrupolo nella realizzazione, innovazione nei design e un legame a doppia mandata con la tradizione. Tutte le caratteristiche che i nuovi ricchi cercano in un prodotto, il Made in Italy ce lha. Nuovi ricchi si diceva, e cos rispondiamo alla prima delle due domande. S, perch i prodotti belli e ben fatti nei prossimi anni vedranno un boom di richieste dal Medio Oriente e da paesi pi ad est, come Indonesia e Cina; stati con economie sviluppatesi in periodi relativamente recenti che possono permettersi ci che altri non possono. Nello specifico, saranno gli Emirati Arabi a occupare la prima posizione tra i paesi importatori dei prodotti belli e ben fatti, seguiti dalla Cina e dalla Russia, che a seguito dellembargo ha visto decrescere in maniera decisa la propria richiesta. La crescita sar importante in tutti i settori. Nella tabella in alto riportiamo le stime per il 2020 uscite dalla ricerca congiunta di Confindustria e Prometeia (valori in euro, rapportati al 2014).

    HINT

    AT TUAL ITA/ I TAL IA

    Lexport impone la qualit del made in Italy sui concorrenti internazionali.

    Legno arredo UNO DEI SETTORI TRAINANTI DELLECONOMIA E DELLEXPORT NAZIONALE. CON OLTRE 10 MILIARDI DI SURPLUS, LINDUSTRIA ITALIANA DEL MOBILE SECONDA NELLA GRADUATORIA MONDIALE, PRECEDUTA SOLO DALLA CINA.

    LINDUSTRIA ITALIANA DEL

    MOBILE GENERA UN VALORE AGGIUNTO CHE VALE QUANTO

    QUELLI DI FRANCIA, SPAGNA E SVEZIA SOMMATI INSIEME

    Mobili: principali regioni produttricieuropee, 2012 (Numero di addetti).

    Fondazione Edison su dati EUROSTATLeccellenza manifatturiera italiana del

    Legno Arredo ha una forte matrice territoriale. Due delle tre principali regioni produttrici di mobili dellUnione Europea sono italiane: Veneto e Lombardia. Tra le

    prime 15 regioni europee produttrici di mobili 5 sono italiane (Veneto, Lombardia,

    Marche, Friuli Venezia Giulia, Toscana).

    Dal 2008 al 2013 lItalia ha incrementato lexport del 16,5% facendo meglio di Germania (11,6%) e Francia (5,9%). Non a caso siamo tra i soli 5 paesi al mondo che vantano un surplus commerciale manifatturiero superiore a 100 miliardi di dollari. In questo quadro di eccellenza, uno dei settori trainanti delleconomia e dellexport nazionale il legno arredo. Con oltre 10 miliardi di surplus, lindustria italiana del mobile seconda nella graduatoria mondiale, preceduta solo dalla Cina. Il nostro legno arredo ai vertici dellUE per saldo commerciale. Con 56,4 milioni di euro investiti, inoltre, pu vantare anche il primato europeo per spesa in ricerca e sviluppo. quanto emerge dal dossier 10 verit sulla competitivit italiana Focus sul settore Legno Arredo di Fondazione Symbola, Unioncamere, FederlegnoArredo e Fondazione Edison, il cui coordinatore scientifico Marco Fortis. Un documento che non nasconde le difficolt del Paese, ma che nello stesso tempo sa indivi-

    duare le potenzialit e i punti di forza del sistema Italia, come la propensione allexport che impone la qualit del made in Italy sugli agguerriti concorrenti internazionali. Punti di forza sui quali basare una nuova politica industriale italiana. In questo dossier sottolinea infatti Ermete Realacci, presidente di Fon-dazione Symbola - c unidea di futuro per lindustria del mobile che vale per tutta la nostra economia, esperienze che possono diventare lavanguardia di un nuovo modello di sviluppo. Il legno arredo, uno dei settori trainanti del made in Italy - commenta Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo - unindustria che, mentre coltiva la maestria di generazioni di artigiani, sa guardare al futuro. Non a caso prima in Europa per spesa in ricerca e sviluppo. Grazie ai nostri saperi sappiamo fare cose che il mondo ama. E grazie alla vitalit dei territori e delle comunit sappiamo mantenere vivi i nostri saperi antichi - un legame preziosissimo con la tradizione e sappiamo rinnovarli con le nuove tecnologie, la creativit, la green economy, il web. Ed proprio questa la chiave del nostro successo. Questi i punti di forza del settore mobile che emergono dal Focus: lindustria italiana del legno arredo seconda al mondo per surplus commerciale; lItalia ai vertici dellunione europea nel 60% dei prodotti del settore, grazie ai distretti industriali. Prima in Europa per investimenti in ricerca e sviluppo, lindustria italiana del mobile genera un valore aggiunto che vale quanto quelli di Francia, Spagna e Svezia sommati insieme.

    HINT

    HINTMAGA ZINE. I T

    3,7miliardi +29% (2,7 miliardi) 3,7miliardi+33% (2,3 miliardi) 3,3miliardi+37% (2,1 miliardi) 2,5miliardi+20% (2,0 miliardi) 2,0miliardi+34% (1,3 miliardi) 858milioni+38% (534 milioni)

    STANDO ALLE PREVISIONI, NEL 2020 LEXPORT AMMONTER A CIRCA 16 MILIARDI, BEN 5 IN PI RISPETTO AL 2014

    +45%

    ABBIGLIAMENTO

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    ARREDAMENTO

    AGROALIMENTARE

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    DEL PRIMO TRIMESTRE

    Con il mese di febbraio lexport italiano riprende parzialmente a sorridere, facendo registrare un au-mento di oltre 1,1 miliardi di incasso rispetto al 2014. Molto positivi i dati di marzo, con un aumento di oltre 2 miliardi, ed un sensazionale +44,1% nelle esportazioni verso gli Stati Uniti. Il dato parzialmente figlio della svalutazione delleuro e della ritrovata forza del dollaro, ma comunque un segnale importante. Sempre in ambito extra-europeo, cresce lexport in India e pi in generale verso il Medio Oriente, con un aumento di circa 20 punti percentuali. In Europa, viaggiano bene le esportazioni in Svizzera e Turchia, e parallelamente segnano una crescita i rapporti commerciali con Nord Africa e America Latina. Il settore che sta meglio quello del-lautomobile (+23% a gennaio, +31a feb). Male scarpe e abbigliamento.

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  • Magari non ce ne rendiamo conto: ogni prodotto che quotidianamente, senza pensarci troppo, mettiamo sulla nostra tavola, in moltissimi paesi esteri un must, un lusso, un piccolo tesoro che rispecchia appieno il significato e la forza del brand Made in Italy. I margini di crescita del nostro export alimentare sono ampi e le prospettive ottimistiche. Ma tut-to, ancora una volta, pare dipendere dalla capacit degli italiani di unirsi, consorziarsi e promuoversi al meglio.

    Le statistiche ufficiali: i consuntivi 2014 Istat dicono che la nuova soglia dellexport agroalimentare ha raggiunto quota 34,3 miliardi di euro e alla fine di questanno possiamo arrivare a 37. Secondo le analisi SACE, per il 2020 possiamo aumentare decisamente fino a toccare la soglia dei 50 miliardi lanno. Ci sono ancora spazi ed ampi margini di crescita, quindi, aperti anche e soprattutto ai pic-coli produttori della bont italiana, poich pi che mai saranno richiesti per loro unicit, grazie alla straordinaria ricchezza dei diversi territori, come succede gi con gli apprezzatissimi vini provenienti da micro-aree e dai vitigni autoctoni (di cui abbiamo parlato nel numero scorso).

    Lazione oggi si svolge piuttosto verso i mercati extra Ue, che presentano un incremento pi forte rispetto allarea europea. Ma ogni mercato ha le sue peculiarit: il margine di crescita di-pende ovviamente dal prodotto e dallarea geografica. Gli economisti SACE hanno indicato con un indice di 1.712, la Gran Bretagna come il mercato con il maggior potenziale di crescita per linsieme dei prodotti alimentari italiani, a seguire la Germania con 1.122, gli Stati Uniti con 964, la Francia con 910, il Canada con 450, lOlanda con 359, il Giappone con 339, la Russia con 312, la Spagna con 245. Caso a parte quello della Russia che ora, per i motivi legati allembargo, si trova in una posizione im-

    23 SPECIALE FOOD H INTMAGA ZINE. I T

    Mentre Expo parla di nutrire il mondo, Tuttofood ha confermato il settore come elemento chiave per la ripresa. Obiettivo export. Anche per i piccoli e piccolissimi produttori. Che per farcela...

    IL MADE IN ITALY

    E SERVITO SUI MERCATI EXTRA-UE SPIEGARE ORIGINI E QUALIT DEI PRODOTTI E FONDAMENTALE, PRIMA CHE SI AFFERMINO SINONIMI QUALI OLIO-SPAGNA E VINO-FRANCIA. COME IN PARTE GI SUCCESSO SUL MERCATO CINESE.A CURA D I ADAMO ANTONELL IN I E ELENA GOLOVANOVA

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    SECONDO LE ANALISI SACE, PER IL 2020 LITALIAPUO AUMENTARE FINO A MILIARDI LANNO LA QUOTA DELLEXPORT AGROALIMENTARE

    50

  • propria e molto sottotono, distante dal mercato importantissimo che nel 2013 per il nostro alimentare aveva segnato una crescita formidabile del +24,4%, mentre il 2014 chiude addirittura con se-gno negativo. Il lavoro pi intenso proiettato oggi verso i mercati nuovi, emergenti come quelli di Asia, dellarea turca, America Latina, fino alla lontanissima Oceania. Certamente questi mercati sono i pi difficili da raggiungere per le piccole imprese, e per loro sono fon-damentali anche le strategie promozionali, che aiutano a spiegare le origini e la qualit dei prodotti: fase delicatissima, che in contesti cos ampi, certifichi lassoluta qualit del nostro brand, prima che il sinonimo di olio doliva divenga lolio spagnolo ed il vino diventi il vino francese, come in parte successo sul mercato cinese.

    pur vero che i concorrenti come Francia e Spagna hanno crescite a due cifre nei mercati emergenti europei. Ma anche vero che lexport italiano ha saputo accelerare proprio negli anni pi duri della crisi, conquistando quote importanti soprattutto sui mercati extra UE, con un ottimo +15%; ha dimostrato di essere struttural-mente forte anche nelle aree dellEst Europa. LItalia continua per tutto il mondo ad essere sinonimo assoluto di pasta. Siamo oggi saldamente leader mondiale del settore con il 37,5%. Secondo le statistiche gli altri alimentari pi richiesti allestero sono lolio do-liva (25%), il vino (19%), i salumi (11,5%), i formaggi (9%).

    Elena Golovanova, giornalista moscovita

    ormai trapiantata stabilmente in Italia

    (quando non viaggia per il mondo, dallIndia

    al Brasile), scrive di food, travel e trend globali,

    principalmente per le riviste russe, mettendo a

    fuoco i diversi aspetti sociali. Il suo particolare

    interesse geolocale, il Medio Oriente.

    La tendenza indica come pian piano i generici salumi e formaggi ottengano nomi propri ed il riconoscimento certo anche dai consu-matori stranieri. Soprattutto la cosa gi attualissima per il vivace comparto lattiero-caseario, che cresce molto bene ( sorprende il +19% da gennaio ad aprile), in particolare per prodotti come la clas-sica Mozzarella e altri formaggi freschi (+21%). Al top anche Asiago, Caciocavallo, Montasio e Ragusano (+20%), mentre continuano a crescere i nostri must Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+12%) con a ruota Taleggio e Italico (+11%). Un altro record di crescita rappresentato dal prosciutto San Daniele. Lo scorso anno oltre 2,7 milioni di prosciutti con il marchio Dop sono partiti dalle aziende del comune friulano verso tutto il mondo, con il numero pi alto di prosciutti movimentati in un anno nel quasi mezzo secolo di storia del Consorzio. In particolare, si registrato un forte record di vendi-te (+36%) del pre-affettato in vaschetta.

    La festa continua con un altro bel successo: i vini italiani (+8,4 nei primi quattro mesi) soprattutto con il Prosecco che vola altissimo e in paesi come Gran Bretagna sorpassa addirittura il classico Champa-gne. Un interesse particolare da parte dei consumatori si denota per i vini provenienti da vitigni autoctoni: tra i pi diffusi indichiamo il Morellino di Scansano, il Bianco di Custoza, il Negramaro. Fra gli ali-mentari italiani che sicuramente avranno maggiori chances nel futuro

    24 SPECIALE / FOOD H INTMAGA ZINE. I T

    I 10 PRODOTTI ALIMENTARI ITALIANI PI RICHIESTI ALLESTEROLa gastronomia nostrana in cima alla lista dei desideri dei consumatori un po in tutto il mondo. Investire in un progetto di export nel settore ali-mentare, dunque, pu essere sicuramente unidea vincente dal punto di vista economico soprattutto se si pensa che attualmente secondo i dati delle Camere di Commercio un prodotto alimentare italiano su cinque finisce sui mercati esteri.In questo senso, la ricerca di Federalimentare sui consumi del 2013/2014 parla molto chiaro: nel lungo periodo di crisi che lItalia si trovata ad affrontare, stato proprio lexport del settore alimentare nostrano allestero a salvare leconomia e ad impedire che molte aziende chiudessero. E i margini di crescita sono ancora pi entusiasmanti, anche troppo, per non prendere in considerazione di affrontare questa sfida.E sempre Federalimentare, poi, ad indicarci i paesi che maggiormente gradiscono sulle proprie tavole i nostri prodotti: arretrano leggermente le richieste provenienti dal Vecchio Con-tinente mentre hanno un importante balzo in avanti gli ordini dagli Stati Uniti e dai paesi orientali in generale.Tuttavia, non tutti i prodotti contrad-distinti dal marchio Made in Italy sono ugualmente apprezzati allestero. Il prodotto italiano che sembra essere pi amato al di fuori dei confini nazionali il vino che rappresenta una vera e propria bandiera per lesportazione del Made in Italy allestero, battendo anche i cugini francesi. Al secondo posto si piazza, invece, la pasta, senza alcuna distinzione di formato. Un onorevole terzo piazzamento riservato ai formaggi con in prima fila il Grana Padano che risulta essere quello pi venduto nel mondo.Seguono in successione, poi, prodotti dolciari, olio, frutta e verdura, salumi, caff. A chiudere questa speciale classifica, infine, il prodotto che non ti aspetti: la birra, venduta soprattutto negli Stati Uniti dove il Made in Italy sembra essere una vera e propria filosofia di vita.Sfida lanciata, dunque, ai produttori di cibi com-presi nella lista dei dieci prodotti alimentari italiani pi richiesti allestero: le tavole allestero aspettano solo di essere imbandite con i tipici alimenti italia-ni!, linvito che arriva da makeitalyfood.com rivolto ai produttori, proponendosi come partner di riferimento per lesportazione del food made in Italy.MakeItaly - uno dei tanti operatori che incontreremo in queste pagine - parte del progetto ITALIAN LIFE - network di realt che operano nei settori promozione del territorio, cultura, turismo - nato da unidea di Mimmo Capece, impren-ditore salentino da anni impegnato nella selezione e commercializzazione di eccellenze italiane, che ha voluto dar vita ad un progetto digitale per far conoscere la qualit del Made in Italy nel mon-do, che promuove a livello internazionale attraverso fiere di settore, incontri con buyers, B2B, eventi culturali, show room e piattaforme allestero. Make Italy Food Selection il progetto che seleziona le migliori realt italiane per portarle nel mondo e far conoscere i prodotti del food made in Italy.

    OLIO

    VINOCAFF

    DOLCIARI

    PASTABIRRA

    SALUMI

    VINOOLIO

    FORMAGGI

    VINOSALUMI

    LATTICINI

    VINOSALUMICARNE

    PASTAPRODOTTI DA FORNO

    FRUTTACAFF

    FRUTTA

    PASTAOLIO

    VINO FORMAGGIPASTASALUMI

    GRANOBIRRA

    IL MADE IN ITALY

    E SERVITO

    Parte dalla Danimarca il tour nord europeo della SardegnaHa preso il via il 21 aprile da Copenhagen, presso il prestigioso Nordatlantens Bryg-ge, levento promozionale Destinazione Sardegna. Liniziativa, ideata e promossa dalla Regione Sardegna e realizzata con la collaborazione della Camera di Commercio Italiana in Danimarca, si propone di pro-muovere tutte le bellezze e le sfaccettature che la Regione Sardegna pu offrire, da un punto di vista culturale, paesaggistico, musicale ed enogastronomico.Allevento hanno presenziato oltre 70 ope-ratori turistici, agenzie viaggio, compagnie aeree, e stampa specializzata da tutta la Danimarca.Tra gli appuntamento di rilievo, un incontro tra le maggiori compagnie aeree scandi-nave, esponenti degli aeroporti sardi ed Istituzioni della Regione Sardegna, per definire lo sviluppo delle tratte aeree tra la Sardegna e larea Scandinava.Liniziativa Destinazione Sardegna ha fatto poi tappa in Norvegia, ad Oslo, e in Svezia, a Stoccolma. A cura della CCIAA di Nuoro, infine, una conferenza presso lUniversit di Bergen, in Norvegia, sulle Peculiarit culturali della citt sarda.

    La Sardegna da sempre considerata simbolo della civilt pastorale; lallevamento caprino e ovino rappresenta storicamen-te una delle attivit economica pi importante. Ma la produzione vinicola e gastronomica offre oggi (al mondo) molti interes-santi prodotti.

    IL PROSECCO VOLA ALTISSIMO E IN PAESI

    COME GRAN BRETAGNA SORPASSA ADDIRITTURA

    LO CHAMPAGNE

    LITALIA CONTINUA

    PER TUTTO IL MONDO AD ESSERE SINONIMO ASSOLUTO

    DI PASTA. SIAMO OGGI LEADER MONDIALE CON IL

    37,5%

    Piattini Scaramacai Stoneware. www.brandani.it

  • Nei nostri mercati forti, Francia e Germania, il cibo italiano popolare da decenni afferma Cdric Duper-ray, Responsable Gourmet di Galeries Lafayette (Deut-schland) ma oggi i consumatori ci richiedono specialit sempre pi ricercate, come la burrata o lolio tartufato. Pi in generale, vogliono prodotti che si prestino a un cooking raffinato e internazionale.

    In Cina la sfida coniugare la quantit con la quali-t, come spiega Peng Zheng, Logistics Manager di Tube Station, una delle pi grandi catene di pizzerie del Paese con 15 locali solo a Pechino: Solo di mozzarella, attualmente acquistia-mo 12 tonnellate lanno in Australia. Siamo qui per spostare questi acquisti sullItalia. Il nostro obiettivo usare solo ingredienti italiani: la nostra ca-tena si rivolge soprattutto a un target di 30-40enni colti e con elevato potere dacquisto, che viaggiano in Occidente e sanno valutare la differenza tra una specialit originale e unimitazione.

    In India il brand Italia sinonimo di qualit e di status commenta Sanjay Tandon, Managing Director di Epicure Frozen Foods and Beverages . Tra i prodotti pi promet-tenti ci sono i formaggi: sconosciuti fino a poco tempo fa al mercato indiano per ragioni climatiche, oggi sono sempre pi popolari al punto che il grana padano rappresenta da solo il 25% del valore delle nostre importazioni dallItalia.Pi complesse le esigenze dei mercati medio-orientali. Il nostro canale Ho.Re.Ca caratterizzato da una forte presenza di ristoranti italiani dice Vahid Esmaeili, Sales Manager di Aal Mir Trading Co. di Dubai che hanno contribuito a innalzare la consapevolezza nei consu-matori. I cibi italiani sono pi genuini e na-turali di molti altri e i nostri clienti lo apprezzano molto. Oggi ci richiedono soprattutto i prodotti da forno

    e ritengo che ci sia spazio anche per i drink analcolici, soprattutto quelli naturali.

    Gli operatori italiani, per, devono modellare la propria offerta tenendo conto delle specificit dei diversi mercati. Ad esempio, aggiungono Jose Jacob, General Manager Sales di Richesse e Paul George, General Ma-nager di Oasis Foods International (entrambi di Dubai), ci siamo sentiti proporre degli aceti balsamici per poi scoprire che contengono alcool, o lo speck, per poi scoprire che fatto con carne di maiale. Gli operatori italiani do-

    vrebbero essere pi formati sulle limitazioni dei mercati medio-orientali.

    Un aiuto pu venire dalla semplificazione del quadro legislativo e regolatorio gi allorigine. Se ne parlato in un convegno sul tema Operazione Semplificazione, organizzato da AIDEPI - Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta

    Italiane in collaborazione con lo stesso MIPAAF e con lIspettorato Centrale della Tutela delle Qualit e Repres-sione Frodi, il Sistema Informativo Nazionale, il Ministe-ro per lo Sviluppo Economico e lAgenzia delle Dogane e dei Monopli.

    La nuova regolamentazione interesser almeno 100 mila aziende e prevede la dema-

    terializzazione, ovvero il passaggio dal car-taceo al digitale, di tutti gli adempimenti per una serie di prodotti riservati esclusi-vamente allesportazione. Il rispetto delle norme diventer pi semplice, abbat-tendo molti costi e tempi incoraggiando

    anche le aziende pi piccole valorizzarsi sui mercati esteri.

    Per continuare a restare sintonizzati con TuttoFood: www.tuttofood.it, @TuttoFoodExpo,

    #TuttoFood2015.

    Le indagini che pubblichiamo in sintesi nelle pagine che seguono

    sono state realizzata dallICE - Agenzia per la promozione allestero

    e linternazionalizzazione delle imprese italiane. Per informazioni e

    approfondimenti rivolgersi aICE - Agenzia per la promozione

    allestero e linternazionalizzazione delle imprese italiane

    Ufficio Agroalimentari e viniVia Liszt, 21 - 00144 Roma

    T 06 [email protected]

    [email protected]

    ICE-Agenzia 2015 Hanno contribuito alla realizzazione lUfficio di Londra, Vincenzo Lioi e Ylenia Falamesca (impaginazione e layout grafico) e Gioia Morena Gatti dellUfficio Agroalimentari e vini. Lindagine stata scritta sulla base delle informazioni disponibili al 15 aprile 2015.

    Per informazioni e approfondimenti rivolgersi aITALIAN TRADE COMMISSION - TRADE PROMOTION SECTION OF THE ITALIAN EMBASSY14, WATERLOO PLACE - SW1Y 4AR [email protected] - T +4420 73890300 - F +4420 73890301

    IMPORTAZIONI DALLITALIA: PROSPETTIVE

    Le prospettive nel settore agroalimentare rimangono positive per gli esportatori ita-liani con trend in costante aumento anche avvantagiato dal cambio favorevole per la sterlina /euro.Il Regno Unito pu riservare grandi soddi-sfazioni alle aziende italiane che affrontano con determinazione e flessibilit il mercato britannico, il cui elemento-chiave di diffe-renziazione rispetto ad altri mercati euro-pei e lenorme potere dacquisto di pochi operatori della GDO.Per soddisfare la crescente domanda di prodotti alimentari italiani di qualit e co-gliere le opportunitche derivano dal mercato britannico e del-la diversa filiera distributiva necessario:Essere flessibili-innovativi. La sfida per l imprenditore italiano che intende avere successo nel mercato britannico quella di trovare la formula magica che coniughi tradizione e innovazione.Puntare sulla qualit e sui canali distributivi che servono i segmenti di mercato sensi-bili a qualit, rispetto per lambiente e con-sumo etico.Focalizzare lattenzione sui segmenti del mercato britannico pi sensibili alla quali-t del cibo e degli alimenti made in Italy. Le PMI del nostro paese possono trova-re interessanti nicchie di mercato in Gran Bretagna puntando sul settore dei negozi di specialit alimentari e della ristorazione di alto livello.

    IL SISTEMA DISTRIBUTIVO (SINTESI)

    La spesa complessiva delle famiglie britanni-che in prodotti alimentari di largo consumo si rivolge in primo luogo a Tesco, Sainsburys, Asda e WM Morrison - i cosiddetti Big Four - che rappresentano da soli il 73,70% del mercato della distribuzione alimentare.Quasi un terzo dellintero mercato control-lato da Tesco, il cui primato risale alla secon-da met degli anni Novanta. Sainsburys, allepoca leader del mercato, oggi al terzo posto, superato seppur di poco da Asda, societ controllata dal gruppo statunitense Wal-Mart, il leader mondiale della grande distribuzione organizzata. Al quarto posto troviamo WM Morrison, il gruppo nato dalla fusione di Morrison con Safeway.A ridosso dei Big Four si pone, dal luglio 2008, Cooperative Food, la cui quota di mer-cato in seguito allacquisizione di Somerfield ha raggiunto il 5,9%.A completare il panorama delle principali ca-tene di supermercati nel Regno Unito stanno da una parte i discount (Aldi, Lidl, Netto ed al-tri gruppi minori), dallaltra le catene rivolte un pubblico di profilo elevato e diffuse soprat-tutto nel sud-est dellInghilterra (larea pi ric-ca del paese), la pi importanti delle quali e Waitrose con una quota di mercato del 5,2%.E da notare come le catene dei Discount Stores stiano erodendo le quote di mercato dei primi quattro grandi gruppi.La maggior parte delle procedure dacquisto viene gestita dalle sedi centrali dei grossisti, delle catene di negozi e delle associazioni costituite volontariamente fra i dettaglianti indipendenti.La centralizzazione degli acquisti favorisce naturalmente i fornitori di dimensioni me-dio-grandi, in grado di assicurare grandi vo-lumi di produzione su tutto il territorio dello stato e penalizza le aziende pi piccole nelle trattative con i grandi gruppi che controllano quote elevate di mercato.Le piccole imprese riescono ad aumentare il proprio potere contrattuale nei confronti dellaGDO solo quando si dedicano a prodotti di nicchia di alta qualit, di grosso impatto sullacquirente e con un ottimo rapporto qua-lit/prezzo. In virt dei grossi volumi di merce oggetto dellintermediazione, i grandi gruppi riescono ad ottenere modalit di pagamen-to, sconti e contratti di co-produzione impro-ponibili per il resto della filiera distributiva e dispongono di propri uffici acquisti nei prin-cipali paesi per ridurre i costi di approvvigio-namento.

    SCHEDA DI MERCATO REGNO UNITO

    Scheda di mercatoREGNO UNITO

    aggiornata ad aprile 2015

    Scheda di mercatoREGNO UNITO

    aggiornata ad aprile 2015

    2

    1114

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    Il mercato per i piccoli e medi produttori italiani coperto attraverso gli importatori/distributori che vendono al canale Ho.Re.Ca., in grande crescita sopratutto a Londra la ristorazione italiana di qualita, ed ai negozi e catene specializzateAnche nel Regno Unito i grossisti di limitate dimensioni e le piccole reti di punti vendita indipendenti si associano per creare catene volontarie e gruppi di acquisto, che permet-tono loro di operare con procedure centraliz-zate per gli acquisti e di coordinare le attivita promozionali.Da segnalare la rapida crescita delle vendi-te e-commerce attraverso i siti delle catene dellaGDO ed i siti specializzati. La rapida crescita di questo canale di vendita stata resa pos-sibile dalla grande efficienza del sistema logi-stico, che permette la consegna in giornata e nelle grandi citt anche di merce deperibile.

    ASPETTI NORMATIVI E LEGISLATIVI SULLE IMPORTAZIONI DI PRODOTTI AGRO-ALIMENTARI (SINTESI)

    Essendo il Regno Unito parte della CE non esistono restrizioni per le importazioni di prodotti agro-alimentari dallItalia. Natural-mente i prodotti devono essere conformi alle normative comunitarie vigenti in materia. Le etichette devono essere in lingua inglese. I contenuti delle etichette sono simili a quelli delle etichette italiane. Molto importante la menzione di ingredienti che possono causare allergie.Per i prodotti alimentari la VAT (IVA) dello 0% con eccezione della cioccolata, prodotti contenenti cioccolata, snacks e patatine fritte per i quali del 20%.Per quanto riguarda i vini questi sono sogget-ti alle accise ed alla VAT del 20%. Le accise sono relativamente elevate: per i vini tranquil-li 73,31 per hl. equivalente a 2,05 per bottiglia di 75cl.; mentre per i vini spumanti di 350.07 per hl. equivalente a 2,63 per bottiglia di 75cl.Le accise devono essere pagate al momento dellingresso dei vini nel Regno Unito. E ne-cessario essere registrati con le dogane ed essere in possesso di un numero di accisa. Per questo necessario avere una societ collegata nel Regno Unito, altrimenti pos-sibile appoggiarsi a spedizionieri specializ-zati in possesso del numero di accisa. Gli importatori specializzati sono in possesso di un numero di accisa e molti dispongono di magazzini doganali (Bonded Warehouses).

    28 IL MADE IN ITALY

    E SERVITO

    IN ROSSO: LA POSIZIONE DELLITALIA

    GLI OPERATORI ITALIANI DOVREBBERO ESSERE

    PI FORMATI SULLE LIMITAZIONI DEI MERCATI

    MEDIO-ORIENTALI

  • 36

    determinante, nelle scelte di chi deve acquistare. Se la tua azienda specializzata nella produzione di formaggi, per esempio, non puoi pensare che sia naturale e comune che le persone comprino il formaggio online. pi facile che possa essere cercato da un piccolo distributore per offrire nuovi prodotti, o da chi sta cercando qualcosa di legato al prodotto e sceglie di comprare quel prodotto come una conseguenza legata ad una motivazione successiva. Non a caso i due pi grossi marketplace mondiali stanno dedicando attenzione al mondo delle realt aziendali del settore alimentare e vitivinicolo. Mi riferisco ad Ebay con liniziativa di apertura di una sezione Food e di Amazon con Amazon fresh.Se invece lazienda decide di scom-mettere, con giudizio, con linte-grazione web al proprio modello commerciale, allora, consiglio unanalisi strutturata degli obiettivi, la costruzione di un piano commer-ciale e della semantica con cui si vuole essere trovati.Le aziende del comparto alimenta-re dovranno decidere il prima possibile come esse-re presenti online, dando per scontato che ormai il web deve far parte delle loro realt come piattafor-ma di interazione e per le analisi di mercato.Esserci senza un metodo non basta e non porta nessun risultato tangibile, per ottenere dei vantag-gi serve valutare il web come parte integrante di una strategia globale dimpresa.

    HINT

    Quando ho lavorato per una societ per linternazionalizzazione, mi sono occupato di seguire un gruppo di produttori del settore agroa-limentare e vitivinicolo per spiegare lopportunit del web e di come fosse necessario non buttarsi senza paracadute.Era il 2009, e mi ricordo che quel gruppo di produttori,seppur molto interessati allargomento, aveva delle necessit basilari che si ponevano prima di ogni altra opportunit da cogliere grazie al web.In seguito a quellesperienza mi sono chiesto con insistenza quale fosse la vera chiave di lettura di un fenomeno, come quello del buon cibo made in italy paradossalmente in crescita, e la realt che si pone di fronte ai nostri occhi.Prima di ogni valutazione serve distinguere le differenti realt azien-dali che rappresentano il made in italy per il cibo.Ci sono multinazionali, aziende che producono in maniera indu-striale trasformando il prodotto da cibo a marca di cibo, piccole aziende che producono in esclusiva per grandi distributori,aziende che producono e vendono localmente il loro prodotto attraverso una rete di distribuzione limitata e poi ci sono i piccoli produttori di eccellenze con produzione limitata e pregiata che cercano di inserirsi nel mercato.In maniera trasversale si inseriscono le aziende che non producono, ma acquistano dai produttori e rivendono con un proprio marchio.In questo quadro, cos rappresentato, senza contare le differenti condizioni di produzione e normative per i relativi prodotti e nazioni, diventa difficile poter definire la situazione in termini di andamento commerciale.Escludendo dallanalisi le multinazionali del cibo e le grandi aziende che si muovono attraverso canali e modalit commerciali struttu-rate e legate a vincoli di produzione e di cicli di vendita, possiamo affermare, a denti stretti, che tutte le aziende italiane di eccellenze alimentari hanno delle difficolt sia a raggiungere i clienti, sia a mantenere i costi vivi di produzione aggravati da una tassazione elevata.

    IL MADE IN ITALY

    E SERVITO

    Un fattore positivo, riscontrabile dalla narrativa aziendale, che sta avvenendo il naturale ricambio generazionale allinterno delle aziende a conduzione familiare. Questo un elemento di forte discrimine tra chi pu avere delle potenzialit per riemergere e chi destinato a rinnovare strutturalmente il proprio business, pena la chiusura. proprio alle nuove generazioni di manager aziendali, con un livello alto di formazione e approccio dinamico dellazienda, mi rivolgerei quando parliamo di ecommerce e web come opportunit di marketing. Per gli altri, purtroppo, senza nessuna presunzione non consiglierei lecommerce come integrazione funzionale al marketing per la loro attivit di vendita.Il web, oggi, richiede tempi, competenze e risorse economiche che una piccola azienda a conduzione familiare senza supporto non pu permetter-si di gestire.Per questa tipologia di aziende proporrei di lavorare molto con la comu-nicazione diretta del prodotto e sfruttare il web semplicemente come strumento di contatto diretto. Ma anche in questa dimensione, servirebbe un minimo di gestione e preparazione. Spesso, anche queste semplici di-namiche diventano impossibili da seguire con costanza, sia per mancanza di capacit di analizzare e tracciare i riscontri sia per mancanza di tempo nel gestire la propria dimensione digitale con logica e strategia.A scanso di equivoci, le statistiche propinate dai notiziari sulla crescita po-sitiva del settore agroalimentare online tendenzialmente vera, ma questi numeri nascondono parte dellinformazione. Innanzitutto le aziende che ottengono reali guadagni dalla vendita online di prodotti alimentari, escluse rarissime eccezioni che confermano la regola,

    non sono diretti produttori, ma aggregatori di vendita. In prati-ca, spesso senza fare magaz-zino, rivendono prodotti delle aziende in cambio di commis-sioni e condizioni commerciali prese per garantire il prodotto disponibile.I pochissimi produttori che riescono a cavalcare il web in ottica commerciale sfruttano molto bene gli eventi, le relazioni pubbliche e contatti commerciali pre-esistenti alla loro carriera da produttore e contadino 2.0. In-

    fatti, quei bravi produttori che ho avuto la fortuna di conoscere, che hanno lasciato il lavoro precedente per riprendere in mano lattivit dei genitori, provengono da settori e relazioni commerciali che hanno potuto sfruttare per attivare pi facilmente contatti commerciali iniziali, trovare opportunit e facilitare il processo di diffusione del proprio prodotto.Volendo guardare allestero come opportunit di vendita per i produttori di prelibatezze italiane serve prima verificare che lazienda abbia le condizioni necessarie per farlo. Fare export non significa spedire pacchi ad amici, parenti o contatti gene-rati dal web in maniera pi o meno casuale. Spesso si confondono le due cose con grossi rischi sulla sostenibilit del progetto di vendita in mercati esteri.I costi iniziali di esportazione non sono bassi e non bisogna credere alle favole, raccontate dai notiziari media, di buyer che scoprono produttori dal web e li scelgono come fornitori. Il lavoro di fidelizzazione dei buyers esteri, anche quelli procacciati tramite il web, dura a lungo ed necessario essere attrezzati anche logistica-mente per facilitare il primo contatto, lassaggio del prodotto, mettere in sicurezza il contratto e le varie clausole legali per evitare fregature di tipo commerciale o mancanza di adempimenti di tipo fiscale o normativo.

    I buoni dati statistici sono reali. Ma non dicono tutto...

    Web e favole TROVARE E FIDELIZZARE I BUYER? E UN DURO LAVORO DAN IELE V INC I

    NON E UN CASO SE I DUE MAGGIORI MARKETPLACE MONDIALI (EBAY E AMAZON)

    STANNO DEDICANDO ATTENZIONE AL MONDO DELLE REALT AZIENDALI FOOD & WINE

    Su comunikafood, dalla Toscana, Azienda Agricola Corte Del Re:olive sottolio aromatizzate

    Coltiviamo con passione innovando la tradizione: Piana del Lentisco,

    frantoiani dal 1856 e negozio di cibi biologici a Gagliano del Capo (LE)

    PARMIGIANO REGGIANO: SEGNA +11 LEXPORT VERSO GLI USABoom nellexport con gli Usa - primo mercato di riferimento oltre i confini europei - con un in-cremento in gennaio di +11%. Questi i segnali positivi segnalati dal Consorzio del Parmigiano Reggiano sul mercato, sebbene la quotazione del prodotto permanga largamente insoddi-

    sfacente per i produttori: da inizio gennaio a meta aprile le quotazioni minime della Borsa comprensoriale (sede a Parma) sono comunque aumentate del 4,13% , passando da 7,25 a 7,55 euro/kg per il prodotto con 12 mesi di stagio-natura. Un incremento modesto - sottolinea lo stesso Consorzio di tutela - che pero si associa ad altri elementi che potrebbero alimentare que-sta tendenza.

    DUE PATCA IN BICICLETTA. PER PROMUOVERE LA PIADINA A PARIGISi conclusa felicemente lavventura di D patca in biziclta, due ciclisti partiti il 24 aprile dalla Romagna in bicicletta verso Parigi, con lo-biettivo di portare i nostri prodotti migliori sotto la Tour Eiffel. Daniele Serantoni e Luca Selvatici hanno percorso 1080 km in bicicletta in 9 tap-pe, portando leccellenza dei nostri prodotti, tra

    cui la piadina Loriana (uno degli sponsor delliniziativa). A Parigi, i due ciclisti hanno consegnato i prodotti allenoteca italiana CiaoGnari per una grande festa tra musica e buon cibo, allinsegna del gemellaggio tra italiani e francesi.

  • 42

    Melting pot: miscuglio di elementi diversi, mescolanza di vari gruppi etnici. Etimologia: loc. ingl.; propr. pento-la (pot) dove si fonde (melting, dal v. to melt).

    Nella sua etimologia gi si definisce quello che negli ul-timi anni si sta delineando nel panorama gastronomico, una mescolanza di elementi diversi, una contaminazione fondamentale per levoluzione della cultura, un nuovo dialogo fatto di differenze, che per fondendosi insieme crea nuova vita. E nel cibo si trova il luogo privilegiato di incontro tra gusti: nessuna cultura nasce pura, ma c sempre stato un misto, dovuto ad incontri, com-mistioni dove i vari elementi si amalgamano e danno cosi vita a sapori nuovi. Le varie tradizioni si fondono, sincrociano.La cucina il primo vero laboratorio dintegrazione,

    usando il cibo come veicolo e apertura verso nuovi orizzonti. Del resto lItalia ospita, per sei lunghi mesi, lEsposizione Universale sullalimen-tazione e la nutrizione.Negli anni molti chef stranieri hanno iniziato a frequentare le nostre cu-cine, affascinati dai sapori dei piatti italiani, cercano di carpire i segreti delle ricette e fondendo cos i prodotti delle loro terre con la cucina italiana, senza per questo doverle trasformare, ma solo renderle attuali

    e internazionali, portare avanti la creativit con una nuo-va interpretazione e con la contaminazione delle altre grandi cucine del mondo. Si mantiene lo stile originale, ma si assorbono le suggestioni etniche. Ma questo non avviene solo nelle cucine dei ristoranti pi o meno stel-lati, accade anche nelle nostre case, nei viaggi che ci portiamo dentro, nei profumi dei mercati che abbiamo visitato. Queste cose cambiano la nostra conoscenza dei prodotti, facendoci conoscere lOriente e lAfrica e

    le Americhe dal punto di vista culinario.Siamo un popolo tradizionalista, ma anche curioso. Da qui il successo del sushi e le sue varie declinazioni, delle spezie indiane, passando per le diverse erbe fresche come il coriandolo, il lemon grass o lutilizzo ormai incontrastato dello zenzero (il maestro Gualtiero Marchesi fu tra i primi ad utilizzarlo), la salsa di soia che non manca pi nelle nostre credenze, la tempura leggera di pesce o verdura presa a modello dal-la cucina del Sol Levante. Le nuove contaminazioni arrivano dal Per e dallAfrica profonda con il cumino, okra, una sorta di zucchina, dal Messico il guacamole, la salsa di avocado e il lime utilizzato spesso al posto del limone. Dal Medio Oriente il cous cous, piatto a base di semola di frumento che accompagna verdure o pesce, i falafel e lhum-mus di ceci, solo per citarne alcune.La globalizzazione dei mercati alimentari non conosce frontiere, reli-gioni, colore della pelle, ma solo la voglia di sperimentare, di fondersi con altre culture, altre tradizioni. La libert di sentirsi parte di questi cambiamenti, dove il cibo il massimo comune denominatore.

    La cucina diventa globale DAI RISTORANTI STELLATI ALLE NOSTRE TAVOLE AMANDA PALLOT T I

    Di italiani top da esportazione, per restare in tema di gastronomia, non ci sono solo i prodotti tipici e di qualit che il mondo ci invidia (e ci compra - speriamo in quantit sempre maggiori). Ci sono in-gegno e creativit, cultura e professionalit: quel made in Italy che contraddistingue tanti nostri chef, molti dei quali hanno iniziato gi da tempo a internazionalizzarsi (e a brandizzarsi, come si usa dire oggi). Tra questi Bruno Barbieri, il pi stellato degli chef italiani, che nel 2012 ha aperto a Londra il ristorante Cotidie - unesperienza durata circa un anno e mezzo e chiusa per poter affrontare nuovi progetti, in tv e non solo - che sempre di fornelli si tratta...Dagli Stati Uniti al Regno Unito alla Germania, non si contano or-mai le insegne di luoghi del cibo che suonano italiano, ma la rotta per lOriente quella pi battuta negli ultimi anni: dalla Turchia al Giappone, passando per gli Emirati Arabi, tanto per i cuochi quanto per i prodotti sim-bolo del made in Italy si stanno mol-tiplicando le iniziative e i progetti che coinvolgono i migliori nomi e i marchi pi prestigiosi del cibo italiano, sem-pre in partnership con un solido e col-laudato operatore locale. Ad aprire il sentiero, nel 1992, An-nie Feolde dellEnoteca Pinchiorri: in Ginza, a Tokyo. Poi Claudio Sadler, anche a Pechino. Buoni risultati, ma difficolt notevoli, ha raccontato. Re-centemente, ecco Heinz Beck - ormai possiamo considerarlo italiano - sempre a Tokyo, con ben due risto-ranti. Enrico Bartolini a Hong Kong. Bottura a Istanbul. Per rientrare in Europa, da segnalare lo sbarco di Luigi Nastri a Parigi, che da Settembrini a Roma si trasferito nella capitale francese e ha preso in mano i fornelli de La Gazzetta. Cos come i fratelli Alajmo, che hanno scelto Parigi come casa del loro pros-simo ristorante, con cucina rigorosamente tricolore (aperta conti-nuativamente dalla colazione fino alla cena).Massimo Sola, lex responsabile dei ristoranti di Eataly Roma partito per gli States, a San Diego. Il suo (e dei soci veneti) sar un locale multi-funzione allinterno di una nuova co-struzione nella Down Town. Antonino Cannavacc