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CHELLA PIETROFORTE e TULLIO BONOMETTI CON GIUSEPPE LORENZI, GIUSEPPE MONTEDORO, ROSA ZENI, SARA TREMOLADA, MONICA VACCA, GIUSEPPE FABBIETTI, GIORGIO CHIERICI , LARA ASPIDOVA, ROLDANO (LEO)BRUTTI, LOREDANA ROSSI, FABIO CARLONI, LAURA DURANTE, LUIGI (GINO) IANNECE, PADOANO ANTONELLA, VIAGGIO A

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CHELLA PIETROFORTE e TULLIO BONOMETTI

CON GIUSEPPE LORENZI, GIUSEPPE MONTEDORO, ROSA ZENI, SARA TREMOLADA, MONICA VACCA, GIUSEPPE FABBIETTI, GIORGIO CHIERICI ,

LARA ASPIDOVA, ROLDANO (LEO)BRUTTI, LOREDANA ROSSI, FABIO CARLONI, LAURA DURANTE, LUIGI (GINO) IANNECE, PADOANO ANTONELLA,

VIAGGIO A

Avventure nel Mondo

9-24 marzo 2018

ITINERARIO

1 ven 09-mar ROMA/MILANO- MADRID  - HAVANA

2 sab 10-mar HAVANA –LA TERRAZAS PINAR DEL RIO- GUAYABITA   VINALES

3dom 11-mar VINALES –PLAYA GIRON-CALETA BUENA-CIENFUEGOS TRINIDAD

4 lun 12-mar TRINIDAD-CITY TOUR-PARQUE EL CUBANO-PLAYA ANCON-TRINIDAD

5 mar 13-marTRINIDAD –VALLE DE LOS INGENIOS-TORRE IZNAGA-SANCTI SPIRITUS CAMAGUEY–

6 mer 14-mar CAMAGUEY  BAYAMO –BARTOLOME MASO

7 gio 15-mar BARTOLOME MASO SANTIAGO-TREK -COBRE-SANTIAGO

8 ven 16-mar SANTIAGO

9 sab 17-mar SANTIAGO GUARDALAVACA

10dom 18-mar GUARDALACA CAYO COCO

11 lun 19-mar CAYO COCO

12 mar 20-mar CAYO COCO-PLAYA PÍLAR- REMEDIOS

13 mer 21-mar REMEDIOS SANTA CLARA HAVANA

14 gio 22-mar HAVANA

15 ven 23-mar HAVANA MILANO ROMA

16 sab 24-mar MILANO ROMA

Venerdí 9 marzo MILANO MADRID AVANA

Con una macchina e autista io, Chella, Giuseppe L., Rosa e Giuseppe M. andiamo all'aeroporto della Malpensa, dove incontriamo Sara di Milano e Giorgio con Lara di Reggio Emilia.

All’aeroporto di Madrid ci ritroviamo con gli altri 8 viaggiatori provenienti da Roma: Giuseppe di Osimo, Leo con Loredana di Ancona, Fabio con Laura, Gino con Antonella e Monica di Roma.

Il volo parte con tre quarti d'ora di ritardo, che mantiene fino all'arrivo all'Avana.

Al ritiro dei bagagli l’amico Giuseppe di Osimo non trova la sua valigia, che probabilmente è stata presa per sbaglio da un altro viaggiatore, aspettiamo invano un'ora e mezza nell’attesa di ritrovarla, il gruppo rimane calmo e tranquillo: è un ottimo segno della collaborazione dei partecipanti e quindi della buona riuscita del viaggio.

All'uscita dall'aeroporto ci aspettano la guida Liliana e l'autista Alberto. Andiamo proprio nel centro dell'Avana, le strade sono poco illuminate. La nostra casa particolar, casa Xavier, si trova in una strada un po’ stretta, ha solo due camere, gli altri partecipanti vengono divisi in altre 3 case particulares, poco distanti, l’assegnazione delle camere risulta molto semplice ed immediata. Siamo alloggiati proprio nel centro e ci colpiscono subito le case generalmente degradate e le macchine molto datate.

Siamo molto stanchi, sono le 22, ora locale, ma di fatto sono per noi le quattro della mattina, (sono quasi passate 24 ore da quando ci siamo alzati nelle nostre case in Italia) ed andiamo subito a letto. La nostra camera è molto piccola, ma ci riposiamo bene.

Sabato 10 marzo AVANA VIŇALES

Il mattino alle 8,00 ci incontriamo con Odalis e Ilianet per il pagamento del trekking della Comandancia nella Sierra Maestra e del pernottamento all'Avana. Ilianet si interesserà del recupero della valigia dispersa.

La nostra guida Liliana ci appare subito molto brava e con una grande carica di simpatia; ci dice subito che, guardando le automobili, si può raccontare la storia di Cuba. Ci sono le grandi macchine americane, normalmente ben tenute, che risalgono agli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, poi ci sono quelle che risalgono al periodo sovietico e da ultime ci sono quelle cinesi, come è il nostro pullman.

Prendiamo l'autostrada a tre corsie in direzione ovest verso Pinar del Rio, il traffico è sostenuto e circolano anche carretti, trainati da cavalli e da asini, molte sono anche le persone che fanno l'autostop; esibendo con la mano alcune banconote, manifestano l’intenzione di pagare il passaggio.

Andiamo in una località chiamata Terrazze, dove vi è una comunità di contadini che cercano di vivere in modo rispettoso dell'ambiente. È una attrazione turistica ed il 70 per cento degli abitanti del villaggio si dedica al turismo. Vi è un bel laghetto con la possibilità di andare in barca, si può anche attraversarlo con una teleferica, imbragati ed appesi ad un cavo.

Ci fermiamo a vedere una bodega, un negozio statale piuttosto povero, dove con una tessera si vanno a comperare generi alimentari ad un prezzo politico molto basso utilizzando soltanto i pesos cubani non convertibili. Normalmente si tratta di prodotti di bassa qualità; c'è una calcolatrice un po' polverosa, di fatto non utilizzata, ma che dà bene l'idea di un negozio rimasto fermo ad una cinquantina di anni fa. Su una lavagna sono scritti i prodotti che sono in vendita e vediamo la gente che viene a fare gli acquisti.

Continuiamo con l'autostrada per Viñales, un borgo di contadini in una bella zona piena di mogote, grossi cupolotti calcarei; prima andiamo ad ammirare il murale della preistoria, un mogote, che ogni tre anni deve essere ridipinto proprio perché è un'opera d'arte a cielo aperto, esposta alle intemperie.

Alcuni di noi prendono il calesse, altri vanno a cavallo per effettuare una escursione nella valle del Silenzio, dove possiamo ammirare ed immergerci in un paesaggio riconosciuto Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

La sera usciamo nel centro, nella strada centrale c'è un clima di festa, dominato dalla musica, con tante bancarelle e molta gente.

Ceniamo nella casa particular di Yohania, la scelta è tra piatti di carne o di pesce, accompagnati dal riso e da vari piatti di verdure.

Domenica 11-3-VIŇALES CIENFUEGOS TRINIDAD

Riceviamo la bella notizia che è stato ritrovato il bagaglio di Giuseppe Fabbietti, per cui ritorniamo all'aeroporto dell'Avana per recuperarlo. La pratica è piuttosto lunga, dopo più di un'ora finalmente l’amico Giuseppe insieme alla guida Liliana ritornano con la valigia ritrovata.

Riprendiamo l'autostrada verso l'oriente, ma non abbiamo più il tempo per fermarci alla baia Giron a visitare il museo sull’attacco statunitense della Baia dei Porci e per fare un bagno alla Caleta Buena.

Ci fermiamo nella bella cittadina di Cienfuegos, una piccola enclave francese, fondata nel 1819 da un francese emigrato dalla Luisiana. Nel 1957 vi fu una ribellione di ufficiali contro la dittatura di Batista, che fu brutalmente sedata, ma che assicura alla città un posto di onore nella storia della rivoluzione.

Nel centro della città vi è un parque, sul cui lato ovest si erge un Arco di Trionfo, unico in tutta Cuba, dedicato all'indipendenza cubana, al centro vi è la statua in marmo dell'eroe nazionale José Martì.

Nella piazza vi è il teatro Tomas Terry, inaugurato nel 1895 con la rappresentazione dell'Aida di Verdi, che aveva ospitato tra gli altri il tenore italiano Enrico Caruso. L'imponente paseo del Prado, che si distende a nord fino a Punta Gorda, è la via urbana più lunga di Cuba. Qui vi è il Palacio de Valle, un palazzo in stile di mille e una notte, che oggi ospita un lussuoso ristorante.

Arriviamo nella bella città di Trinidad e alla casa particular di Rosa la peluquera, dove veniamo divisi in quattro casas particulares, comunque sempre vicine.

Ceniamo nel patio di un'altra casa particular con gustose aragoste per tutti.

Dopo cena raggiungiamo la Plaza Mayor, il centro della città dove su una gradinata, un gruppo afro-haitiano intrattiene allegramente centinaia di spettatori.

Trinidad è una bella cittadina turistica, a mezzanotte le sue strade sono ancora piene di gente, abituata a stare fuori fino a tardi per divertirsi.

Lunedì 12-3- TRINIDAD PARQUE EL CUBANO PLAYA ANCON TRINIDAD

Con Liliana visitiamo il centro di Trinidad incominciando dalla plaza Mayor, la piazza coloniale immortalata in migliaia di cartoline, con la iglesia Parroquial de la Santisima Trinidad e la celebre scalinata a fianco.

Andiamo alla Casa Templo de la Santeria e poi alla Taberna la Canchanchara, dove assaporiamo una tazza di canchanchara, un cocktail a base di acqua, ghiaccio, rum e miele. C'è una piccola orchestrina, si suona, si canta e si balla e noi non ci tiriamo indietro. I turisti sono numerosi e vari gruppi si susseguono.

Andiamo infine al museo historico- municipal, appartenuto alla famiglia Borrell dal 1827 al 1830 e comprato successivamente dal mercante tedesco Cantero; si può accedere ad una torre alta tramite una scaletta che diventa sempre più stretta e ripida, dall’alto il panorama è superbo.

Il pomeriggio in pullman con una decina di chilometri andiamo all'ingresso del Parque el Cubano, dove prendiamo un sentiero per una facile escursione, che ci porta ad una cascata incastonata nella natura selvaggia, dove parecchi fanno un bagno veloce e rinfrescante.

Con una ventina di chilometri in pullman raggiungiamo la baia Ancon, la spiaggia di sabbia fine del mare dei Caraibi è sporca di alghe portate dal mare mosso.

Trinidad ha l'impianto di un insediamento coloniale perfettamente conservato, con la caratteristica pavimentazione acciottolata di strade un po' sconnesse.

Martedì 13-3 TRINIDAD SANCTI SPIRITUS CAMAGUEY

Da Trinidad andiamo nella valle de los Ingenios, per visitare il villaggio ormai diventato turistico di Ignaza, dove vi era la casa padronale di una grande piantagione di zucchero. Vi è anche una torre fatta costruire dal proprietario per controllare meglio il lavoro degli schiavi. I negri, dopo la scoperta dell’America, venivano presi dalle loro tribù in Africa, imbarcati in condizioni molto difficili nella stiva delle navi e poi venduti al miglior offrente come manodopera. A Cuba la schiavitù è durata più di 200 anni e venne abolita soltanto alla fine del '800. Ora il paesino è una sfilza di bancarelle che vendono oggetti ricordo e di artigianato per i turisti. Si può salire sulla torre ed entrare nella casa padronale, che ora è un bar ed un ristorante; si potrebbe prendere il treno per fare un giro in mezzo alle piantagioni, ma oggi non funziona.

Con qualche oretta di pullman arriviamo nella cittadina di Sancti Spiritus, che pur essendo meno famosa di Trinidad, è altrettanto carina con la sua pianta di città coloniale.

Le due maggiori attrattive della città sono il ponte sul fiume Yayabo, costruito dagli Spagnoli nel 1815 e la Casa de la Guayavera, l'uniforme prediletta da molti presidenti sudamericani, che fu inventata a Sancti Spiritus dalle mogli dei contadini, che idearono un fitto sistema di tasche perché vi potessero riporre gli utensili da lavoro ed il pranzo.

Nella minuscola plaza Honorato vi è la Iglesia Parroquial Mayor del Espiritu Sancto, restaurata nel 2014 in occasione delle celebrazioni della fondazione della città. Ci fermiamo a parlare con una signora che lavora per opere caritative della chiesa e ci racconta dell’impegno della Chiesa a favore dei poveri, che a Cuba sono tanti.

La sera arriviamo a Camagüei, dove notiamo subito un gran numero di biciclette e di bici-taxi. La pianta della città è molto irregolare, per cui il suo centro è una specie di labirinto

Per visitare la città prendiamo delle bici-taxi. Il capo del gruppo dei tassisti è un ex professore di inglese, che ha cambiato lavoro perché trasportando i turisti con le bici-taxi guadagna molto di più. Visitiamo le parti più belle della città, proclamata patrimonio mondiale

dell'Umanità.

Dal centro della città, che è la piazza di San Juan de Dios, andiamo alla piazza del Carmen, caratterizzata dalla chiesa omonima di stile coloniale che si trova sul fondo. E’ abbellita da alcune sculture in bronzo: un vecchietto, che

trasporta con i tinajones su un carrettino i viveri da distribuire ai poveri della città, un gruppo di donne, che sta pettegolando, un innamorato, che cerca di conquistare la sua bella. Sono le sculture fatte dall’artista Martha Jimenez Perez, una delle più importanti artiste cubane attuali. L'artista è stata premiata da parte dell' Unesco e le donne nei suoi dipinti sono tutte belle piene.

Nel parque Agromonte vi è la statua equestre dell’eroe della prima guerra d’indipendenza cubana Ignacio Agromonte; vi sono anche un albero che è stato piantato lo stesso giorno della proclamazione dell'indipendenza ed un grande ritratto del Che, che invita a seguire gli insegnamenti della rivoluzione.

La sera ceniamo presso la casa particular e siamo serviti molto bene con pesce, frutti di mare e maiale, con una bella presentazione.

Mercoledí 14-3 CAMAGÜEY BAYAMO SIERRA MAESTRA

0ggi è soprattutto una giornata di trasferimento per salire sulle montagne della Sierra Maestra. Verso mezzogiorno arriviamo a Bayamo, una bella cittadina, nella cui piazza centrale vi è la statua di Carlos Manuel De Cespedes, il padre della patria. Proprio in questa piazza aveva proclamato l'indipendenza di Cuba dagli Spagnoli. Un anno dopo la città era stata incendiata dagli stessi Bayamesi per non consegnarla ancora nelle mani degli Spagnoli.

L'unica casa rimasta integra dall’incendio è stata la Casa della Trova, dove si ritrovano i musicisti a cantare e a ballare; noi vi entriamo ed un gruppo di musicisti ci sta spettando e suona l'inno nazionale, la bayamesa, una canzone d'amore ed alcune canzoni italiane; inoltre ci fanno ballare e cantare. Si crea un clima euforico grazie anche alla bevuta del mohito. Dopo un quarto d'ora arriva un altro gruppo, a cui noi rapidamente cediamo il posto.

Sempre in questa città un suo concittadino aveva scritto il testo e la musica della canzone Corred al combate, Bayameses, che è diventato l'inno nazionale della repubblica cubana.

Prendiamo la strada della Sierra, arriviamo prima nel piccolo paesino di Bartolomé Masó; all'albergo Balcon de la Sierra lasciamo il nostro pullman e saliamo su due fuoristrada che sono in grado di affrontare una strada con pendenze fino al 40%.

La strada è sempre molto ampia, ma le pendenze sono impegnative; saliamo per 19 chilometri e raggiungiamo la località di Santo Domingo, dove ci fermiamo nell'hotel Villa Santo Domingo, immerso nel verde del bosco. Siamo alloggiati in comode casette, a Fabio e a Laura capita la casetta n°6, nella quale aveva dormito Fidel Castro quando era ritornato nella zona, dove aveva iniziato a combattere per la Rivoluzione.

La sera andiamo a cena da un contadino, di fatto è un ristorante, gestito da una famiglia, in grado di preparare un maialino arrosto per il nostro gruppo numeroso. Per arrivarci bisogna

attraversare due stretti ponticelli di legno un po' tremolanti e non illuminati, per fortuna abbiamo i telefonini che ci vengono in aiuto come torce.

La cena è abbondate e due suonatori allietano la serata.

Giovedí 15-3 SIERRA MAESTRA SANTIAGO DE CUBA

Oggi è una grande giornata, perché facciamo il trekking della Comandancia, percorriamo i sentieri percorsi dall'esercito ribelle di Fidel Castro dopo lo sbarco del battello Granma partito dal Messico per combattere contro il regime di Fulgencio Batista. Lo sbarco del Granma era stato un disastro e i 150 uomini dell'esercito ribelle, dopo aver vagato nella Sierra, furono decimati e dispersi; Fidel Castro con 2 uomini si ritrovò con Che Guevara e poi anche con il fratello Raul e con l'aiuto di un contadino riuscirono a ricostituire un gruppo, a continuare nella lotta e a fare proseliti.

Con le due fuoristrada arriviamo all'Alto del Naranjo, con una strada all'interno del parco con una pendenza del 40%. Con pochi chilometri superiamo un dislivello di 700 metri.

Nella prima parte il sentiero è piuttosto facile, si arriva alla capanna del contadino che aveva aiutato l'esercito ribelle nei suoi primi momenti. Ora qui ci sono alcuni dipendenti statali che curano la manutenzione del posto e il controllo del passaggio dei visitatori. Arriviamo al deposito delle munizioni, all'ospedale da campo, alla casa di Fidel, dove vi sono una sedia, un tavolo ed un letto. Con un sentiero un po' impegnativo per la pendenza, saliamo in una mezz'oretta alla postazione di Radio Rebelde, la cui antenna era posta proprio sulla cima della montagna. Più in basso vi era la capanna dei generatori di corrente per il funzionamento della radio e più in basso ancora quella dei locutores, quelli che leggevano le notizie.

L'esperienza di Castro è eroica, ma fa riflettere sulla validità di ammazzare delle persone per raggiungere un fine anche se giusto, e sulla incapacità di Fidel, pur spinto da nobili idee, di realizzare una società non corrotta.

Comunque il panorama è vastissimo con una enorme estensione di un fitto verde.

Al ritorno si mette a piovere, e ci rendiamo ancora meglio conto delle difficoltà incontrate dall'esercito ribelle dal 1956 al 1958 in queste zone impervie.

Con i fuoristrada scendiamo a Bartolomé Masó, e quindi, ripreso il nostro pullman, ci dirigiamo a Santiago de Cuba, che è la seconda città dell'isola e che per un breve periodo ne è stata anche la capitale.

Alloggiamo nel grande albergo las Americas, posto alla periferia della città. Ha un centinaio di stanze, una piscina grande ed un grande albero inserito nell'edificio.

Venerdì 16-3 SANTIAGO DE CUBA

Dedichiamo tutta la giornata alla visita della città, che ha giocato un ruolo fondamentale nella storia dell'isola.

La nostra guida Liliana ci conduce subito al cimitero Santa Ifigenia, che è diventato un vero e proprio mausoleo dell'intera Cuba, ogni mezz'ora vi è il cambio della guardia, che sorveglia le tombe di Fidel, il realizzatore della rivoluzione, di José Martį, l'eroe nazionale e di De Cespedes il padre della patria. Vi sono inoltre le tombe di Estrada De Palma, il primo presidente, caduto in disgrazia, di Maria Grajales, la madre della patria, vedova dell'eroe dell'indipendenza Antonio Maceo, dei caduti nell'assalto alla Moncada e del musicista Compay Segundo.

Vicino al cimitero monumentale vi è anche il cimitero comune, nel quale vengono sepolti gratuitamente gli abitanti del posto. Dopo due anni, le spoglie vengono riesumate ed i parenti devono procedere alla pulizia delle ossa, che vengono raccolte in una cassetta più piccola.

La tomba di Fidel è fatta da una grossa roccia dalla forma di un chicco di grano, nella quale è stato fatto un buco dove sono state poste le sue ceneri dopo la cremazione.

Andiamo quindi alla Caserma Moncada, dove il 26 luglio 1953 iniziò la rivolta armata di Castro contro il regime di Batista. Ora la caserma è stata trasformata in un museo, che presenta in modo dettagliato lo svolgimento dell’assalto; parecchi assalitori morirono subito, mentre altri furono catturati e quindi torturati. Davanti ai giudici per difendersi Fidel fece un discorso molto breve affermando soltanto: La storia mi assolverà.

Dal centro della città, da piazza Dolores visitiamo la centrale piazza De Cespedes con la casa Velasquez, la casa più antica di tutta Cuba, e la Chiesa arcivescovile, finita di ricostruire nel 1922. Poco lontano vi è il Museo Bacardi, il ricco produttore di rum, diventato sindaco della città. Il museo è stato arricchito da molti oggetti comprati dallo stesso Bacardi ed illustra la storia di Santiago de Cuba.

Nel pomeriggio andiamo fuori una ventina di chilometri per visitare il santuario della Vergine della Carità del Cobre, costruito in seguito al ritrovamento della statua dorata da parte di due indios e di un bambino negro durante la navigazione su un laghetto vicino. Nel 1998 il papa

Giovanni Paolo II venne qui in visita perché è il santuario più importante di tutta Cuba. Vicino si vedono le cave di rame.

Prima di ritornare in albergo, andiamo alla fortezza del Morro, costruita dagli Spagnoli per difendere il porto di Santiago, ma con l'avvento delle moderne armi da fuoco, la fortezza ha ben presto perso la sua importanza strategica.

La sera andiamo a cena nel bel localino Iré a Santiago, il cibo è molto vario ed una piccola orchestrina rallegra la serata; dopo la cena la maggioranza va in un locale del centro, dove si beve e si balla.

Sabato 17-3 SANTIAGO DE CUBA HOLGUIN GUARDALAVACA

Partiamo presto da Santiago per arrivare a Guardalavaca dove goderci il mare in un bel resort.

Impieghiamo varie ore per raggiungerla, non utilizziamo la carretera central, ma una strada secondaria più diretta, per cui il traffico è piuttosto scarso; ci sono sempre molti cartelloni con scritte inneggianti a Fidel, alla rivoluzione ed al popolo, ma la povertà è tanta e l'economia è proprio da terzo mondo in difficoltà; tutti i mezzi agricoli che vediamo sono vecchi ed arrugginiti, la maggior parte delle persone si sposta a piedi oppure in bicicletta o su carretti trainati da buoi o da cavalli.

Le strade mancano di manutenzione, ma i segnali stradali sono presenti e chiari. Ad un passaggio a livello ci dobbiamo fermare perché il treno si è bloccato sui binari, i freni hanno bisogno di raffreddarsi.

Verso l'una arriviamo nel grandissimo villaggio turistico di Guardalavaca, un complesso con migliaia di turisti che bevono, nuotano e prendono il sole. È veramente un complesso immenso; attorno al padiglione della ricezione vi sono vari ristoranti a buffet ed alcuni specializzati su prenotazione, intorno vi sono le abitazioni per le camere. Il villaggio è all inclusive, per cui tutto è già compreso e si può mangiare e bere a volontà in ogni momento ed in ogni parte del villaggio. Vi sono varie piscine ed all'interno di una di esse vi è un bar dove si può prendere da bere stando immersi nell'acqua, il mare è molto bello, l'acqua è trasparente e pulita, la spiaggia è di sabbia bianca; si possono noleggiare gratuitamente biciclette, catamarani e pedalò.

La sera ci ritroviamo tutti insieme per la cena e poi vediamo uno spettacolo interessante in lingua l'inglese.

Domenica 18-3 GUARDALAVACA-CAYO COCO

Partiamo alle 7,30 dal nostro resort di Guardalavaca per raggiungere in 6 ore Cayo Coco, uno dei più importanti centri turistici di tutta Cuba.

Anche oggi utilizziamo una strada secondaria e la manutenzione lascia molto a desiderare per le numerose buche, per cui spesso la velocità deve essere di 30 chilometri all'ora.

Troviamo sempre tante situazioni di povertà, di sottosviluppo e di propaganda politica.

Cayo Coco è un isolotto collegato alla terraferma con una strada costruita appositamente negli anni Novanta durante il periodo speciale, in quanto il governo aveva visto nel turismo la possibilità di uscire dalla crisi economica e poter avere valuta straniera, con cui comprare prodotti dall’estero.

Tutto il cayo è disseminato di alberghi e resort che sono collegati tra di loro con un pullman. Vi sono collegamenti diretti per l'Avana e vi è anche un aeroporto internazionale con collegamenti diretti con il Canada, la Russia e l’Europa.

Anche qui l’azzurro del mare è vario nelle diverse tonalità e la spiaggia è di sabbia bianca e fine, molte piante però sono state danneggiate lo scorso anno da un ciclone tremendo, che ha provocato molti danni soprattutto alle piante.

Ormai siamo abituati agli all inclusive, si può mangiare e bere a piacere, con il rischio ovviamente di mettere su qualche chiletto.

Andiamo alla spiaggia per il solito bagno, la sera la cena è a buffet. Verso le 21 nella piazzetta vi è uno spettacolo rock, tra gli ospiti dominano i Canadesi ed i Russi.

Lunedì-19-3-CAYO COCO

Ci stiamo facilmente abituando al resort e all’all inclusive. Con il pullman facciamo una trentina di chilometri ed arriviamo al cayo Guillermo e quindi alla spiaggia Pilar che prende il nome dalla barca di Ernesto Hemingway, che aveva parlato entusiasticamente di questo cayo nel libro Isola nella corrente.

Con due piccoli catamarani, utilizzando la forza del vento, ci rechiamo al largo per fare una immersione nella baia corallina. Siamo in 13 e tutti ci buttiamo in acqua per vedere il relitto di un piccolo battello, ormai a pezzi, intorno guizzano tanti pesci gialli che non hanno nessuna paura di noi e ci fanno compagnia per un'intera oretta.

Ritorniamo alla spiaggia, il vento non è più favorevole, per cui la nostra guida deve cambiare varie volte la posizione delle vele e procedere a zig zag.

La spiaggia è molto bella, per cui una parte del gruppo preferisce rimanere per tutto il pomeriggio alla spiaggia Pilar e ritornare all'albergo Colonial con il pullman delle 17,30. Per noi il pomeriggio è proprio secondo la scaletta classica: pranzo a buffet, riposino, bagno alla spiaggia.

Anche la sera il programma è scontato: cena, chiacchiere, piñacolada, caffè spagnolo, spettacolo, ballo di gruppo e poi tutti a nanna.

Martedì-20-3-CAYO COCO REMEDIOS

Ci fermiamo tutta la mattina ancora nel resort, facciamo una passeggiata in lungo ed in largo per scoprirne la vastità e tutti i servizi ed i confort di cui dispone. Ci sono delle piscine collegate tra di loro con le camerette che danno proprio sul bordo. Facciamo l'ultimo bagno sull’Oceano Atlantico, qualcuno più mattiniero è salito gratuitamente su un piccolo catamarano con uno skipper.

La maggior parte dei clienti sono Canadesi ed Europei. Il mondo dei resort è proprio un mondo nuovo per noi.

Nel villaggio vi sono molti lavori di ampliamento e di ristrutturazione a causa dei danni provocati dal ciclone di forza cinque di qualche mese fa.

Dopo il pranzo alle 14 partiamo per raggiungere in 3 ore la bella cittadina di Remedios. Il traffico è scarso e non abbiamo problemi se non la lunghezza del tragitto, ma ormai siamo abituati a rimanere nel pullman per parecchio tempo.

Quando attraversiamo qualche cittadina come quella di Moron, passiamo per il centro attraverso vie strette dove il pullman qualche volta deve prestare una particolare attenzione per riuscire a passare.

Il centro di Remedios, molto carino, è attorno al parque con al centro la statua di José Martì ed una tettoia per i concerti all'aperto. Vi sono due chiese che si sono fatte concorrenza per un lungo periodo. Nella principale vi sono una rappresentazione della Virgen de la Caridad del Cobre ed una statua della Madonna incinta.

Vi è anche il museo de las Parrandas, le feste che si svolgono per una settimana dalla vigilia di Natale, nate dalla proposta del parroco di invitare la gente in chiesa facendo fare ai ragazzi molto rumore, trascinando pentole e posate per la strada. Ora i due quartieri della città gareggiano a chi fa più rumore in una festa che assomiglia al Carnevale.

C'è un locale dove ogni sera si fanno spettacoli o si balla, ci sono anche parecchie bancarelle per turisti.

Le strade sono tutte perpendicolari; appena ci si allontana dal centro, si vede molta povertà e gli edifici sono per la maggioranza diroccati.

Nella chiesa principale, la sera si celebra la messa, ci sono tre suore e pochi fedeli.

Ceniamo nella casa particular capofila, in un patio all'aria aperta. La cena è buona, ma avendo già fatto un pranzo abbondante a mezzogiorno nel resort di Cayo Coco, avanziamo pollo e polpa di granchio.

Mercoledì-21-3-REMEDIOS SANTA CLARA L’AVANA

Percorriamo una cinquantina di chilometri, arriviamo a Santa Clara e ci fermiamo nella zona dove il Che aveva assaltato con un drappello di 18 uomini il treno blindato che, partito da L'Avana, avrebbe dovuto portare nuove truppe e soprattutto le armi per sconfiggere l'esercito ribelle di Castro.

Con un bulldozer avevano spostato i binari, per cui il treno era deragliato ed i soldati regolari erano stati fatti prigionieri. In seguito a questo fatto il dittatore Fulgencio Batista scappò all'estero permettendo l'avanzata dell'esercito ribelle. Si possono vedere i tre vagoni blindati e la ruspa. La presa del treno di Santa Clara fu l'apoteosi del Che, che fu poi nominato ministro nel governo cubano.

Il centro della città di Santa Clara è il parque Vidal, su un lato vi è l'hotel Santa Clara Libre, bucherellato dai fori dei proiettili sparati tra le truppe di Batista e quelle di Che Guevara. Intorno al parque i bambini possono fare un giro a bordo di carrettino, trainato da una capra.

Andiamo a vedere una fabbrica di sigari, non abbiamo una guida, per cui non possiamo visitarla, ma riusciamo ugualmente a dare un'occhiata e vedere un centinaio di persone, che ciascuna sul proprio banco, confezionano i sigari, probabilmente vengono pagate a cottimo perché sono tutte molto veloci e non si distraggono nemmeno per un momento.

A Santa Clara vi è una chiesa dedicata a Santa Chiara, ma la statua più importante della chiesa è quella della Madonna Immacolata.

All'uscita della città andiamo nell'enorme piazza della Rivoluzione, dove si ammira un grande monumento ed una grande statua dedicata al Che. Nel museo vi sono la nomina di Che a comandante per le operazioni della conquista di Santa Clara e la sua lettera di addio quando decise di abbandonare Cuba e tentare di fare la rivoluzione nel Congo prima e in Bolivia dopo.

Vi è anche la tomba del Che, le cui ossa sono state ritrovate in Bolivia dopo una ventina di anni dalla sua morte e portate a Cuba per essere sepolte a Santa Clara, sono poste insieme a quelle di una trentina di guerriglieri, che avevano combattuto con lui in Bolivia. Nel museo accanto vi sono le sue foto da bambino, durante il periodo della Sierra Maestra e della sua azione di guerriglia in Congo ed in Bolivia.

Prendiamo l'autostrada per L’Avana, che è sempre a tre corsie, ma il traffico è molto scarso.

L'Avana si presenta come una metropoli di 2.000.000 di abitanti e la nostra guida Liliana è molto fiera di presentarcela come la città più bella e più ricca di tutta Cuba.

Riappaiono le enormi automobili americane degli anni '50, gli edifici sono belli e rappresentano un passato glorioso, ma tantissimi sono decrepiti ed hanno bisogno di un piano generale di ristrutturazione.

Le casas particulares, dove alloggiamo, si trovano nella zona nuova del Vedado, sono molto belle al loro interno e sono state ristrutturate alla perfezione e con criteri di assoluta modernità.

La sera mangiamo per 15 cuc in un ristorantino ben arredato con un trittico di pesce, gamberetti e aragoste.

Giovedì-22-3 L’AVANA

Ci troviamo alle nove per la visita all'Avana con la nostra guida Liliana, facciamo un giro nella zona del Vedado che è la parte più bella e moderna; è piena di verde ed in un parco vi è un grande ceibo, dove giovani e anziani si ritrovano per fare attività sportiva. Cuba non ha classi sociali, qui comunque abitano quelli che economicamente stanno meglio o che guadagnano un po' di più.

Andiamo quindi alla grandissima piazza della Rivoluzione, dove vi è il Mausoleo di José Martì, con una altissima torre, a cui si sale con un ascensore, dalla cui piattaforma si vede un immenso panorama a 360 gradi. Sugli edifici, che danno sulla piazza, vi sono le effigi di Che Guevara con la scritta Hasta la victoria siempre e quella di Camillo Cienfuegos con la scritta Vas bien, Fidel. È una piazza immensa adatta per i

grandi raduni soprattutto per la esaltazione del partito e della rivoluzione. Qui nel 1998 Papa Woitila celebrò la messa tenendo uno storico incontro con Fidel. A Cuba dopo la rivoluzione la chiesa era mal tollerata, ma ora vi è libertà di culto per tutte le religioni, vi sono chiese cattoliche, protestanti, ortodosse e moschee.

Andiamo all'ingresso della baia dove ci sono due fortezze: la fortezza inglese e la fortezza del Morro progettata e costruita da un italiano.

Passiamo lungo il Malecon, è protetto dal mare da un muretto alto mezzo metro, ma le onde riescono in vari punti a saltarlo ed a bagnare il Malecon. Quando vi sono gli uragani, le onde entrano per un chilometro nella città.

Visitiamo poi il centro dell'Avana Vecchia con le sue quattro piazze: plaza de Armas, Plaza San Francisco, Plaza Vieja e Plaza de la Catedral.

Nella Plaza de Armas vi è un Templete a ricordo del primo posto, in cui fu celebrata una messa nel 1514 ed una statua dedicata a José Martì, il maggior eroe di

Cuba.

Nella Plaza de San Francisco vi è la chiesa omonima con un convento adiacente e di fronte la statua di un barbone filosofo ben conosciuto ed apprezzato all'Avana.

Nella Plaza Vieja colpisce un tabellone con le fotografie della piazza di una ventina di anni fa, con la scritta per non dimenticare; la piazza negli anni novanta per la povertà del periodo speciale era

andata in rovina e sembrava come uscita da vari bombardamenti. Adesso è proprio una bella piazza, tutta ristrutturata, con due sculture moderne in bronzo raffiguranti un tulipano ed un gallo su una sola zampa con una donna sul dorso.

La piazza della cattedrale ha un aspetto decisamente coloniale.

La bodeguita del Medio è pienissima di clienti sia fuori che dentro e le sue pareti sono completamente coperte dalle firme dei visitatori, sui banconi sia sotto che al primo piano sono già pronti una ventina di mojito per gli avventori.

Andiamo a mangiare sulla terrazza del ristorante Dos Mundos con le foto di Hemingway, da dove si può ammirare dall’alto il panorama della città.

La sera ritorniamo in centro per la cena proprio vicino alla Cattedrale, il locale è la Moneda cubana, la cena è buona soprattutto per l'oca, ma i prezzi sono troppo alti e non troppo

chiari.

Monica e Sara vanno ad un concerto di musica cubana, i cui partecipanti provengono da tutto il mondo, ne tornano entusiaste.

Giovedì venerdì-23-24-3 L’AVANA MADRID MILANO

Oggi è una giornata libera per la visita alla città, siamo al Vedado e prendiamo un pullman pubblico per andare nel centro. Passiamo dal Capitolio, ma è difficile visitarlo senza fare una lunga coda e con lunghi tempi di attesa, per cui decidiamo di prendere un pullman turistico hop on hop off, con il quale facciamo un giro per tutta la città fermandoci dove vogliamo e risalendo quando siamo pronti.

Scendiamo agli almacenes de San José e qui comperiamo un quadro che rappresenta una strada della città con l'immagine di una macchina americana degli anni cinquanta.

Rivediamo la piazza della Rivoluzione, le altre piazze del centro, la bodeguita del Medio, le spiagge oltre il Malecon, il cimitero Cristoforo Colombo, e poi ce ne torniamo nella nostra casa particular per preparare i bagagli.

Alle 19 saluti ed abbracci con Liliana e Alberto con cui ci siamo trovati molto bene per due settimane.

A Madrid e a Milano baci ed abbracci con tutti gli amici del viaggio e quindi come diceva Liliana, quando si congedava da noi la sera, Calabaza,

calabaza y cadauno a su casa.