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tanto di investire tutti i suoi averi in tale progetto e chiamò a realizzarlo Giuseppe Jappelli, famoso architetto ed ingegnere di idee illuministe e profon- do conoscitore del gusto asburgico. Tra il 1826 e il 1831 venne eretta la prima parte comprendente tre prospetti in stile neo-classico, un bar ma anche una sala dedicata alla borsa merci, dove i commercianti potevano trattare i loro affari. Nel 1838 Jappelli fece aggiungere il cosiddetto Pedrocchino, un “capriccio” in stile neogotico, che originariamente ospitava al pianterreno l’ofelleria (pasticceria). Nel 1842 venne inaugurato il Piano Nobile, dotato di sale dedicate alle civiltà del pas- sato, che gravitano attorno alla splendida Sala Rossigni o sala da ballo, luogo di feste e musica. Conclusi i lavori era dunque chiaro che si era rea- lizzato un complesso straordinario di cui non esi- stevano precedenti neppure fuori Padova. Il suc- cesso fu immediato e il caffè divenne ben presto luogo di ritrovo di studenti, artisti e letterati come Ippolito Nievo o Giovanni Prati, ma anche dei patrioti, come Arnaldo Fusinato, che complottava- no per liberare la città dalla dominazione austria- ca. Tra gli ospiti illustri oltre al già citato Stendhal, si ricordano Alfed De Musset, George Sand, Tèophile Gauthier, Gabriele D’Annunzio, Eleonaora Duse, Filippo Tommaso Martinetti e molti altri ancora. RITROVARSI, INCONTRARSI IN CENTRO mostre, un aperitivo, un convegno... Un caffè, ma anche musica,dibattiti, PEDROCCHI SCOPRIRE IL CAFFE’ SCOPRIRE IL CAFFE’ Inserito a pieno titolo nel circuito dei Caffè Storici d’Italia, il Caffè Pedrocchi rappresenta uno dei sim- boli della città di Padova. Recita infatti un famoso detto popolare: “Padova, città dei tre senza: del santo senza nome, del prato senza erba e del caffè senza porte”. I tre senza si riferiscono ad altret- tanti luoghi famosi: la Basilica di s. Antonio, detta semplicemente “del Santo”, il Prato della Valle, che non è un prato ma una grande piazza e fino all’800 priva d’erba, ed il Caffè Pedrocchi, detto ‘senza porte’ perché per volontà dei suoi proprietari, dal 1831, anno della sua inaugurazione, al 1916 rima- se aperto giorno e notte senza interruzione. La presenza a Padova di un Gran Caffè di gusto internazionale si deve all’ambizione e ad una buona dose di idealismo del sior Antonio Pedrocchi, famo- so caffettiere, citato anche da Stendahl nel suo capolavoro ‘La certosa di Parma’. Nei primi dell’’800 erano già molto numerose le botteghe del caffè, dove sulla scia delle idee egualitarie prove- nienti dalla Francia, si mescolavano nobili e bor- ghesi, intellettuali e popolani per gustare fumanti tazze di caffè o di cioccolata. Antonio Pedrocchi sognava però un caffè monumentale, dall’architet- tura rappresentativa e funzionale, situato proprio al centro della città, di fronte alla prestigiosa Università e alla Gendarmeria Austriaca (Padova allora era dominata dagli Austriaci). Decise per- IL CAFFE’ PEDROCCHI IL CAFFE’ PEDROCCHI Caffè Pedrocchi Prato della Valle Orto botanico Basilica S. Antonio Università Duomo e Battistero CAFFE’ PEDROCCHI Cappella degli Scrovegni Stazione f erroviaria Informazioni Caffè Pedrocchi Piazzetta Pedrocchi – Via VIII Febbraio 15 35121 Padova Piano Nobile tel. ++39 - 049 8205007 Caffetteria tel. ++39 - 049 8781231 www.caffepedrocchi.it Progetto grafico: Studio Nicola Russo - Fotografie: Archivio Fotografico Turismo Padova Terme Euganee - Stampa : Grafiche Quaggio - pd Provincia di Padova Caffè Pedrocchi Comune di Padova www.turismopadova.it Stazione FS Tel. +39 049 8752077 - Fax +39 049 8755008 Galleria Pedrocchi Tel. +39 049 8767927 - Fax + 39 049 8363316 Piazza del Santo - Tel. +39 049 8753087 Riviera dei Mugnai, 8 35137 Padova Tel. +39 049 8767911 - Fax +39 049 650794 [email protected] - www.turismopadova.it 3 Pedrocchi OK 17-01-2005 12:21 Pagina 1

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tanto di investire tutti i suoi averi in tale progettoe chiamò a realizzarlo Giuseppe Jappelli, famosoarchitetto ed ingegnere di idee illuministe e profon-do conoscitore del gusto asburgico.Tra il 1826 e il 1831 venne eretta la prima partecomprendente tre prospetti in stile neo-classico, unbar ma anche una sala dedicata alla borsa merci,dove i commercianti potevano trattare i loro affari.Nel 1838 Jappelli fece aggiungere il cosiddettoPedrocchino, un “capriccio” in stile neogotico, cheoriginariamente ospitava al pianterreno l’ofelleria(pasticceria). Nel 1842 venne inaugurato il PianoNobile, dotato di sale dedicate alle civiltà del pas-sato, che gravitano attorno alla splendida Sala

Rossigni o sala da ballo, luogo di feste e musica.Conclusi i lavori era dunque chiaro che si era rea-lizzato un complesso straordinario di cui non esi-stevano precedenti neppure fuori Padova. Il suc-cesso fu immediato e il caffè divenne ben prestoluogo di ritrovo di studenti, artisti e letterati comeIppolito Nievo o Giovanni Prati, ma anche deipatrioti, come Arnaldo Fusinato, che complottava-no per liberare la città dalla dominazione austria-ca. Tra gli ospiti illustri oltre al già citato Stendhal,si ricordano Alfed De Musset, George Sand,Tèophile Gauthier, Gabriele D’Annunzio, EleonaoraDuse, Filippo Tommaso Martinetti e molti altriancora.

RITROVARSI, INCONTRARSI IN CENTRO

mostre, un aperitivo, un convegno...Un caffè, ma anche musica,dibattiti,

PEDROCCHI

SCOPRIRE IL CAFFE’ SCOPRIRE IL CAFFE’

Inserito a pieno titolo nel circuito dei Caffè Storicid’Italia, il Caffè Pedrocchi rappresenta uno dei sim-boli della città di Padova. Recita infatti un famosodetto popolare: “Padova, città dei tre senza: delsanto senza nome, del prato senza erba e del caffèsenza porte”. I tre senza si riferiscono ad altret-tanti luoghi famosi: la Basilica di s. Antonio, dettasemplicemente “del Santo”, il Prato della Valle, chenon è un prato ma una grande piazza e fino all’800priva d’erba, ed il Caffè Pedrocchi, detto ‘senzaporte’ perché per volontà dei suoi proprietari, dal1831, anno della sua inaugurazione, al 1916 rima-se aperto giorno e notte senza interruzione.La presenza a Padova di un Gran Caffè di gusto

internazionale si deve all’ambizione e ad una buonadose di idealismo del sior Antonio Pedrocchi, famo-so caffettiere, citato anche da Stendahl nel suocapolavoro ‘La certosa di Parma’. Nei primidell’’800 erano già molto numerose le botteghe delcaffè, dove sulla scia delle idee egualitarie prove-nienti dalla Francia, si mescolavano nobili e bor-ghesi, intellettuali e popolani per gustare fumantitazze di caffè o di cioccolata. Antonio Pedrocchisognava però un caffè monumentale, dall’architet-tura rappresentativa e funzionale, situato proprioal centro della città, di fronte alla prestigiosaUniversità e alla Gendarmeria Austriaca (Padovaallora era dominata dagli Austriaci). Decise per-

IL CAFFE’ PEDROCCHIIL CAFFE’ PEDROCCHI

Caffè Pedrocchi

Prato della Valle

Orto botanico

Basilica S. Antonio

UniversitàDuomoe Battistero

CAFFE’ PEDROCCHI

Cappella degli Scrovegni

Stazione ferroviaria

Informazioni Caffè PedrocchiPiazzetta Pedrocchi – Via VIII Febbraio 1535121 PadovaPiano Nobile tel. ++39 - 049 8205007Caffetteria tel. ++39 - 049 8781231www.caffepedrocchi.it

Progetto grafico: Studio Nicola Russo - Fotografie: Archivio Fotografico Turismo Padova Terme Euganee - Stampa : Grafiche Quaggio - pd

Provinciadi Padova

CaffèPedrocchi

Comunedi Padova

www.turismopadova.it

Stazione FSTel. +39 049 8752077 - Fax +39 049 8755008

Galleria PedrocchiTel. +39 049 8767927 - Fax + 39 049 8363316

Piazza del Santo - Tel. +39 049 8753087

Riviera dei Mugnai, 8 35137 PadovaTel. +39 049 8767911 - Fax +39 049 [email protected] - www.turismopadova.it

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Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea

IL CAFFE’ PEDROCCHI IL CAFFE’ PEDROCCHI

Al pianterreno si susseguono quattro sale denomi-nate secondo il colore predominante della tappez-zeria. La sala bianca, sulle cui pareti sono affissedue targhe, una a ricordo di una pallottola che fusparata l’8 febbraio 1848 durante alcuni scontritra studenti e soldati austriaci, l’altra cita il pas-saggio de La certosa diParma in cui Stendahlpubblicamente loda lozabaione delPedrocchi. La salarossa, conserva ilfamoso tavolo dei pro-fessori e le pareti sonoricoperte di grandicarte geografiche. Lasala verde, un tempofumoir, dalla quale siaccede alla sala giallao della Borsa. Le sale del piano supe-riore, o Piano Nobile, acui si accede attraver-so lo scalone che siaffaccia all’esterno supiazzetta Pedrocchi,sono denominate inbase ai motivi decorati-vi o d’arredo. Le pareti della sala etrusca sono dipinte ad oliocon figure nere su fondo mattone (una decorazioneche richiama la pittura vascolare etru-sca). Agli angoli quattro semicolonnesopra le quali si trovano vasi di stileetrusco con figure rosse su fondonero. Segue la sala greca, diforma ottagonale con pareti a

specchio che mascherano le porte che un tempoportavano agli appartamenti privati del proprieta-rio. Il nome è dovuto alla presenza di un dipintoraffigurante Incontro di Diogene con Platone,opera del pittore bellunese Giovanni Demin. Adestra della Sala Greca si trova la sala romana,

alle cui pareti semicur-ve ci sono tre vedute diRoma antica di IppolitoCaffi (1809-1866).Sulle due pareti mag-giori si vedono Laveduta del Tevere conCastel Sant’Angelo e IlForo Romano, sulledue pareti più piccoleci sono La colonnatraiana e Il tempio diMarte. La sala rettangolareche si affaccia alla ter-razza rivolta a sud èchiamata sala rinasci-mentale sul cui soffittodecorato a stuccodorato è rappresentatala Civiltà che dispensaal mondo i suoi doni escaccia l’Ignoranza.

Segue la sala gotica o medievale ornata da stemmidi famiglie patrizie padovane e figure di cavalieri

in costume dipinte sui vetri. Lo stemma diPadova e di altre città venete campeg-

gia sul soffitto. Sulla parete princi-pale del corridoio si trova unacarta topografica del territoriopadovano realizzata in marmori-

fianco del prestigioso Piano Nobile delloStabilimento Pedrocchi si trova il MUSEO DEL RISORGIMENTO E

DELL'ETÀ CONTEMPORANEA che documenta,attraverso reperti in molti casi unici, fatti e prota-gonisti di un secolo e mezzo di storia padovana enazionale, dal definitivo tramonto della RepubblicaVeneta (1797), attra-verso i secoli di occu-pazione stranieraprima Napoleonica epoi austriaca, i motirisorgimentali del1848 e le guerre d’in-dipendenza, la fonda-zione del Regnod’Italia, le due GuerreMondiali per terminarecon la promulgazionedella CostituzioneItaliana (1948). Centocinquant’anni distoria in cui la città diPadova ha avuto spes-so un ruolo di granderilievo, se non di prota-gonista assoluta, siaper il verificarsi dieventi di portata stori-ca che per la presenza di personalità illustri. Non cipoteva essere una sede migliore per tale museo,poiché il Caffè Pedrocchi fu protagonista deimoti risorgimentali del 1848, in partico-lare qui, l’8 febbraio di quell’anno, glistudenti del vicino Ateneo insorserocontro gli occupanti austriaci: talesomossa fu la premessa in Italia

della Prima Guerra di Indipendenza. Tracce deicolpi sparati dagli austriaci contro gli studentiasserragliati all’interno del Caffè sono ancora visi-bili nella Sala Bianca.Nelle sale del Museo sono esposti cimeli, armi,uniformi, dipinti, sculture, manifesti, monete,medaglie, decorazioni e altro, che documentano

questo periodo. Essisono stati donati daprivati cittadini oconcessi da diversiIstituti di culturapadovani e non, tracui il Museo d’ArteMedievale eModerna, il MuseoBottacin, laBiblioteca Civica,l’Archiovi Generaledel Comune el’Archivio di Stato,la Biblioteca per ilCentro della Storiad e l l ’ U n i v e r s i t à ,l’Archivio Generaledell’Università emolti altri ancora.L'epoca del fasci-smo è simboleggia-

ta in particolare da due oggetti: un nerbo di squa-drista e una scultura in bronzo di Paolo Boldrin,

artista e segretario della Federazione pado-vana del Partito, raffigurante un balilla.

A questi si affianca una scelta di fil-mati d'epoca dell'Istituto Luce diRoma e dell’Imperial War Museumdi Londra.

no bianco riprendendo lapergamena tracciata daFrancesco Squarcione nel1465. Ritornati alla salarinascimentale si accedealla sala ercolana conciclo di pitture di PietroPaletti, artista belluneseche con la tecnica dellatempera a uovo ha rap-presentato scene dellavita della dea Diana. Iquattro tavoli rotondi conpiano in marmo giallo egrigio sono parte delmobilio originale dellostabilimento.Si giunge quindi alla salaprincipale, la SalaRossini, un tempo desti-nata in particolare allefeste da ballo. E’ la salapiù vasta dell’intero com-plesso (250 mq) e colpi-sce per lo sfavillio deglistucchi e dei tendaggigiallo-oro. In stile imperoha pareti bianche decora-te da piccole api sbalzatein ottone forse in omaggioa Napoleone o allusivealla laboriosità delPedrocchi. Sulla balau-stra dal palco dedica “AGioachino Rossini splen-dore e forza del canto ita-liano” mentre il soffitto

riprende il tema musicalecon le quattro grandicetre disposte agli angoli.Si passa alla sala more-sca, di forma semi-otta-gona, che deriva il pro-prio nome dalla pitturaArabo che scosta unatenda, dipinta a olio daGiovanni DeMin. Le pare-ti sono rivestite di legna-mi intagliati con otivi diuccelli e fogliami. Si ter-mina quindi con la salaegizia, che ci ricorda l’im-portanza delle scopertearcheologiche ottocente-sche di cui era protagoni-sta un illustre padovanoGiovan Battista Belzoni,amico sia di Pedrocchiche di Jappelli. La com-plessa decorazione com-prende quattro statueleontocefale della deaSachmet, copia di quellein basalto nere donate dalBelzoni alla città e anco-ra oggi conservate alMuseo Civico Eremitani.Il Caffè Pedrocchi è anco-ra oggi un animato luogod’incontro e di cultura incui si tengono concerti,manifestazioni, incontriculturali, mostre e conve-gni.

C a f f è P e d r o c c h i

A

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