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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% /ROMA/AUT.N.102/2008 - RIVISTA DELLO C.S.A.IN. CENTRI SPORTIVI AZIENDALI E INDUSTRIALI port Tempo n°11 dicembre 2010

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n°5 Guigno 2010

Tempo

n°11 dicembre 2010

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Stretta di mano tra la Federa-zione Pugilistica Italiana e loCSAIn. Per promuovere il pugilatoamatoriale a livello territoriale, valo-rizzandone il ruolo di strumento cul-turale e sociale. Questo è l'obiettivoprincipale della convenzione stipu-lata tra la FPI e CSAIn. La nuovasinergia ha preso ufficialmente ilvia il 30 novembre presso gli ufficifederali, in presenza del Presidentedella FPI Franco Falcinelli e delPresidente dello CSAIn LuigiFortuna. Una giornata storica chesegna una svolta per il mondo dellaboxe amatoriale. La Gym Boxe si èvoluta legare a un ente di primopiano, che ha già convenzioni conimportanti federazioni (atletica, gin-nastica, Automobile Club, Hockey,Wushu Kung Fu) con l'intento diincentivare la pratica di uno sportormai diffuso come il pugilato ed ibenefici che ne derivano. Alla pre-senza del Segretario generale dellaFPI Alberto Tappa, del Consiglierefederale e Coordinatore del settoreamatoriale FPI Marcello Stella, delResponsabile dell’Ufficio comuni-cazione dello CSAIn PaoloGermano, del Responsabile IBFper l’Europa Roberto Rea, dei duetecnici federali Antonella Rossi(responsabile della Boxe in Action)e Massimo Barone (responsabiledella Boxe Competition), delCaporedattore di Boxe Ring AlfredoBruno e del Responsabile perl’Attività amatoriale del LazioRoberto Aschi, il PresidenteFalcinelli ed il Presidente Fortunahanno sottolineato l’importanza diuna convenzione che rappresentaun punto di partenza fondamentaleper una grande e duratura collabo-razione. «Questa nuova sinergiacon un ente di prestigio come loCSAIn - ha dichiarato con soddisfa-zione il Presidente Falcinelli –segnerà l’inizio di una cooperazio-ne che, partendo dal territorio,potrà essere produttiva per lo svi-luppo dello sport in generale e della

boxe in par-ticolare. Lanostra disci-plina è statar i scoper tadagli educa-tori e coin-volge nuovistrati socialie persone ditutte le età.Non soloquindi classiemarginatema ancheragazzi dibuona fami-glia. I giova-ni sono ilfuturo dellanostra civiltàe per questo dobbiamo offrire lorol’opportunità di essere coinvolti e dipoter contare su strutture ben orga-nizzate. Sono certo che questa col-laborazione produrrà risultati reci-procamente soddisfacenti». Tuttoquesto si realizzerà grazie ancheall’impegno che i vari responsabiliregionali dello CSAIn e dellaFederazione Pugilistica Italianadedicheranno al fine comune. «Noiabbiamo un tessuto di associazionivastissimo, - ha dichiarato nel suointervento il Presidente Fortuna -nel registro ne annoveriamo circa4.600, ma in realtà sono molte dipiù quelle attive, e quindi rappre-sentiamo un’alternativa valida perdare nuovo impulso all’attività spor-

Firmata la convenzione tra il nostro ente e la Federazione pugilistica italiana,per un capillare sviluppo dell'attività amatoriale, che sta attirando sempre

più praticanti. La soddisfazione dei presidenti Luigi Fortuna e Franco Falcinelli:«Un giorno importante per la promozione di questa disciplina»

Lo CSAINmette i guantoni

tiva sul territorio. Con il pugilatoabbiamo già avuto un primoapproccio, durante le nostre finalinazionali di Riccione, grazie allacollaborazione di Antonella Rossi eda tempo volevamo legarci a que-sta disciplina anche perché all’in-terno delle strutture sportive chefanno capo al nostro ente sono pre-senti già molti ring. Siamo contentidi poter condividere ufficialmente lapromozione di questo sport che laFederazione ha già avviato datempo e con successo. Saremodunque al fianco della Federazionee lavoreremo secondo le indicazio-ni che ci verranno date ed in baseal compito istituzionale che oggi ciè stato affidato». l

Luigi Fortuna e Franco Falcinelli firmano la convenzionepresso la sede della FPI

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2 Forse siamo andati troppo avanti?

di Luigi Fortuna

3 Con l'orgoglio di essere statitestimoni...

di Giacomo Crosa

4 Roma 2020, la corsa è partita

10 I novant’anni del Leone

12 La legge del Bosciadi Daniele Poto

16 Elisa, la pazienza è d'oro

20 La marcia su Londradi Luciano Barra

22 Ho riacciuffato la vitadi Fabrizio Macchi

24 Un poeta d'azionedi Roberto Corsi

28 Il sogno: giocare tutti insiemedi Luciano Barra

30 Al Cenone cambiamo il piattodi Santino Morabito

32 Sul palcoscenico nel segno di Govi

a cura della Fita

34 Facciamo gruppo!di Enzo Dell’Acqua

per CTE e CSAIn Equitazione

36 A scuola di sicurezzaa cura di Aci-Csai

N°11

DICEM

BRE2

010

s o m m a r i o

RIVISTA DELLO CSAINCentri SportiviAziendali e Industriali

DIRETTORELuigi FortunaDIRETTORE RESPONSABILEGiacomo CrosaVICE DIRETTORESandro AquariCOORD. REDAZIONEPaolo Germano PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEAmbra AquariSEGRETERIA DI REDAZIONEMaria Grazia BiancofioreSilvano MorraSimonetta SgrignaSEDE E SEGRETERIA Viale dell'Astronomia, 3000144 RomaTel. 06.5903526 / 06.5925637Fax. 06.5903242 / [email protected] web: www.csain.itStampa: Grafica Giorgetti, Via di Cervara, 10 – 00155 Roma (tel. 06-2294336)Iscrizione Tribunale di Roman.187/08 del 02/05/2008Numero chiuso in redazione il 1°dicembre La riproduzione parziale o totale degli articoli è consentita solocitando la fonte

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39 Competività fa rima con responsabilità

a cura di Anima

40 MondoCSAIn

46 Organigramma CSAIn

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I l p r e s i d e n t e

di Luigi Fortuna

FORSE SIAMO ANDATI TROPPO AVANTI?NON CI PENTIAMO. AUGURI E GRAZIE A TUTTI

il progetto continua con costante prudenza e lucidità. Gli Organi nazionali riuniti congiuntamente il 25 e 26novembre a Valdagno, nel cuore dell'Industria Italiana,all'interno della Città Sociale voluta dall'illuminata sen-sibilità della Famiglia Marzotto, che ci sentiamo di rin-graziare per il calore e l'accoglienza riservataci all'in-terno dello Stabilimento e dell'I.T.Industriale, avveni-mento che prendiamo come auspicio e condivisione, ilConsiglio e la Giunta Nazionale, dicevo, hanno unani-memente tracciato, nel solco delle nostre tradizioni, ildomani. Passiamo adesso agli Auguri e ai ringrazia-menti, senza retorica e piaggeria, come costume di chiscrive e chi rappresenta: auguri a Quanti hanno colto ilcalore della nostra amicizia, noi abbiamo ricevuta laLoro e ne serberemo sempre il calore; grazie per esse-re rimasti tutti insieme anche quest'anno; grazie ainuovi arrivati per la comprensione e per avere avutofiducia; grazie alle Istituzioni per la guida affettuosa ediscreta, mai impositiva; grazie ai Collaboratori tutti peravere dato il massimo e senza i quali la macchina nonavrebbe tagliato un traguardo da podio; grazie agliAmici spontanei che senza paracadute si sono spesiper noi; grazie per il domani nel quale attueremo anco-ra insieme il nuovo progetto; un grazie particolare allostaff di redazione che ha creato, con grande affetto, unprodotto unico la cui ampia e corretta informazione èprevalentemente volta a sostenere quanto e chi ha dasempre prodotto uno sport pulito, attraverso il qualerileggiamo buona parte di storia Italiana. Serene eSante Festività. l

orse quest'anno abbiamo stupito noi stessi peressere riusciti a recuperare alcune "promesse",retaggio delle gestioni passate, attraverso ulterio-re razionalizzazione delle spese!

Forse l'avere un progetto reale di promozione sportivaper tutti, e promuovere quaranta discipline sportive ciha resi troppo individuabili!Forse l'essere nato, come molti altri colleghi, in terreoneste, fortemente genuine e caparbie, come adesempio Sicilia e Toscana, ci hanno resi fermi nellescelte e aperti a raggiungere quanti più obiettivi potes-sero essere soddisfacenti per l'impegno assunto!Forse l'avere individuato "l'aggiornamento tecnico e laformazione dirigenziale", quale imprescindibile metododi lavoro, non mai fine a se stesso, ma costante cresci-ta "di tutti noi CSAIN" per affrontare al meglio e persapere trasmettere quanto di giornaliero ci impone ilruolo, ha dato nell'occhio!Forse l'avere scelto la coerenza verso il CONI, comeriferimento e partner costante in cui sentirsi a casa pro-pria, ha fatto riflettere!Forse avere avuto il coraggio di girare costantementeil territorio, ci ha fatto talvolta conoscere cose che nonavremmo dovuto!Forse non bisognava avere un vero grande gruppo diAmici, con i quali non si dovevano condividere ansie,idee, confronti, analisi, progetti, soluzioni, patemi,incertezze e rischi connessi; talvolta incomprensioni diun attimo, ma poi di nuovo Amici!Forse siamo andati troppo avanti, ma non ci pentiamo,

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portTempo

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i l d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e

di Giacomo Crosa

CON L'ORGOGLIO DI ESSERE STATI TESTIMONIDELLA CONTINUA CRESCITA DELLO CSAIN

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le persone che fanno "territorio", persone straordinarieper entusiasmo e dedizione, ci siamo anche dedicati alracconto-incontro con protagonisti dell’imprenditoriaitaliana che hanno una connessione con lo sport.Più in generale abbiamo cercato di fare cultura. Per essere credibili, ci siamo avvalsi di firme prestigio-se del giornalismo, di qualificati uomini di scienza.Della loro amicizia e collaborazione disinteressata, io eSandro ne siamo ogni giorno stupiti. I loro nomi, i loropensieri, le loro idee danno indubbio prestigio e credi-bilità a TempoSport. E' anche grazie a loro se siamo seguiti da tutto ilmondo dello sport e non solo con attenzione e rispettoed è seguita tutta l'attività dello CSAIn. Qui viene la mia sottolineatura ai meriti della dirigenzaattuale dell'Ente: Presidenza, Giunta, Consiglio. Di questi tempi credere e spendere (in stampa e spe-dizione) per un’operazione editoriale culturale è unmerito sublime. Guardatevi intorno e osservate quantosi polemizza intorno a tutti i settori della nostra societàche fanno cultura: spettacolo, scuola, università.Lo CSAIn può ben dire di dare il suo piccolo, piccolis-simo contributo perché il concetto di cultura non sia uncontenitore vuoto.Sarà anche rituale, ma non posso che chiudere questimiei pensieri di fine anno, facendo anch'io, a tutti voidello CSAin, come fossi uno di famiglia, i più variopin-ti auguri perché le festività che ci apprestiamo a cele-brare siano le più serene e felici possibili. E con me veli porgono anche Sandro e Paolo, altri due di famiglia.Auguri! l

iamo a Dicembre, la frazione di tempo che il 2010ci ha concesso si sta esaurendo. Noi di TempoSport siamo ancora qui. Sereni esorridenti come tutti coloro che guardando indie-

tro non hanno nulla di cui rimproverarsi. Certo la sen-sazione che si potesse fare di meglio è sempre pre-sente ma ciò, credo, si debba considerare buona cosa:significa che in me, nei miei indispensabili amiciSandro Aquari e Paolo Germano, persiste quella posi-tiva tensione al pensare, al creare che, pur nell’obietti-va carenza di mezzi, è garanzia di dedizione allacausa. Con questo numero di Dicembre si concludeanche il terzo anno di pubblicazione della nuova edi-zione di questo mensile che è stato uno dei motivi d'or-goglio dello CSAIn originario, più di cinquanta anni fa.C'era stato poi un lungo periodo di assenza e di buio. Esser qui oggi a celebrarne la nuova continuità edito-riale non può che rendere orgoglioso il popolo delloCSAIn di oggi. Lo stesso orgoglio e fede di chi fu testimone delle ori-gini di questo Ente di promozione sportiva.Oggi lo CSAin è un'organizzazione più complessa diallora, sono cambiati i tempi, sono cambiate le esigen-ze dei suoi protagonisti, si sono ampliati gli orizzontivalicando i confini dello sport per entrare nello specifi-co del sociale e del culturale.In questi anni TempoSport ha cercato di rappresentarenel miglior modo possibile la realtà dello CSAIn. Cercheremo in quale modo, sinceramente oggi non loso, di fare ancora meglio. In questi anni, oltre a raccon-tare le varie realtà, i fatti di cui sono state protagoniste

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suo orgoglio imprenditoriale e lasua voglia di fare, di guardare sem-pre positivamente avanti. E’ nostro compito, compito di noiimprenditori e manager, per voca-zione e per intenzione, trasformareanche la vivacità dialettica di que-sto momento politico in una grandeopportunità, in una vera ripartenza.Ci eravamo lasciati in piazza delPopolo, il 18 aprile scorso, davantia migliaia di persone, nostri concit-tadini romani, italiani, ma anchetanti stranieri, quasi tutti giovani,con il compito di costruire un pezzoper volta un grande momento disvolta per la nostra vita e per ilnostro Paese.E solo un mese dopo – il 19 mag-gio – il CONI sceglieva Roma comecittà italiana candidata ai GiochiOlimpici del 2020, sottolineando lavolontà di fare di questa irripetibileopportunità l’occasione per educa-re le future generazioni attraversolo sport a sostituire l’antagonismocon l’agonismo e ad accrescere lasostenibilità ambientale per unmodello di sviluppo basato sulbenessere e sulla qualità della vita.

Con la candidatura di RomaCapitale il Sindaco Alemanno haindividuato anche nell’organizza-zione dei Giochi un importantissi-mo acceleratore delle strategie disviluppo urbano che valorizzeran-no nel mondo l’immagine di Romae forniranno un forte contributo allacrescita dell’economia locale enazionale.E noi, categorie economiche dellacittà e del Paese – come è ormainostra consuetudine – non siamocapaci di rimanere a guardare, mascendiamo per primi in campo persollecitare davvero questo percor-so di crescita, per facilitare da subi-to la costruzione del nostro futuro.Per far sì che l’acceleratore simetta in funzione in maniera signi-ficativa, vorremo proporre un meto-do che tante altre città hannousato, in questi ultimi vent’anni, eche – di certo – abbiamo usato pro-prio qui a Roma, 50 anni fa con iGiochi Olimpici del 1960 quando,per l’ultima volta, abbiamo trasfor-mato in maniera davvero significati-va le infrastrutture della nostra areametropolitana.

Aurelio Regina, presidente dell'Unione Industriali di Roma,ha dato vita ad una fondazione pronta a supportare la candidatura

olimpica della Capitale con questa motivazione «Noi, categorie economiche della città e del Paese, non siamo capaci di rimanere a guardare,

ma scendiamo in campo per sollecitare un percorso di crescita»

Il 24 novembre, nel suggestivoscenario del Tempio di Adriano, nelcuore di Roma, Aurelio Regina,presidente degli Industriali diRoma, ha presentato, davanti a unpubblico numeroso e attento, laFondazione per Roma 2020 di cuiè stato promotore. Una fondazione,nata ancor prima del Comitato pro-motore per la candidatura olimpicadi Roma 2020, e che si pone, comeha precisato lo stesso Regina,come “incubatore di idee e risorse,un luogo aperto di collaborazionetra istituzioni e aziende, tra pubbli-co e privato”.All’iniziativa erano presenti, al tavo-lo di presidenza, anche la presiden-te di Confindustria EmmaMarcegaglia, il sottosegretario allapresidenza del Consiglio dei mini-stri Gianni Letta, il sindaco di RomaGianni Alemanno e il ministro dellosviluppo economico Paolo Romani.A seguire riportiamo il testo dell’in-tervento di Aurelio Regina,

****«Benvenuti a voi tutti e grazie peressere qui con noi questa mattina.Siamo in un luogo unico, il Tempiodi Adriano, come è unica la nostracittà e – lasciatemelo dire subito – ilnostro Paese. Un’Italia che in questi mesi, setti-mane, giorni, sta vivendo unmomento complicato, derivato dauna prolungata e difficile crisi mon-diale, ma che sta dimostrando,nonostante l’incertezza politica ed iproblemi non risolti, la grandecapacità di mantenere soprattutto il

ROMA2020,la corsa è partita

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E’ NATO NEGLI USA,È STATO UOMO

DI FIDUCIA DEGLIAGNELLI

Daniel John Winteler è nato nel1963 a Pittsburgh negli Stati Uniti.Laureatosi in Economia eCommercio all’Università Bocconidi Milano, si è poi specializzatopresso la London BusinessSchool. Inizia la sua carriera pres-so Farmitalia Carlo Erba.Dal 1988 ha lavorato in Ciba-GeigyS.p.A., prima in qualità di respon-sabile del controllo di progetti euro-pei di specializzazione della produ-zione farmaceutica, poi negli anni’90, presso la Ciba AG di Basilea,in qualità di responsabile Finanza eControllo in Europa e successiva-mente del Gruppo Ciba Vision alivello mondiale. Tra il 1996 ed il 1997 è stato mem-bro del team che ha curato la fusio-ne fra Ciba AG e Sandoz AG, dacui è nata Novartis AG. Nel corsodello stesso periodo, è stato mem-bro del team costituente di CibaSpecialty Chemicals AG, attraversouno spin-off da Novartis AG, conrelativa quotazione nella Borsa diZurigo (SMI) e di New York. Di que-st’ultima società, ha assunto la

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Da allora, e specialmente daglianni Novanta in poi, le Olimpiadi e iGrandi eventi si sono sempre piùconsolidati come motore di svilup-po economico, sociale e culturale.Sono casi ormai studiati a livellointernazionale e, recentemente, unrapporto dell’OCSE ha analizzatonel dettaglio le ricadute economi-che che questi eventi – se ben pre-parati, se ben organizzati, se benseguiti prima durante e dopo – pos-sono determinare per i territori incui si svolgono. Tutti conosciamo il caso diBarcellona. Esemplare sia dalpunto di vista urbanistico sia per lapromozione turistica internaziona-le. Un caso che è divenuto straordi-naria occasione diidentità e di orgoglio nazionalequando è stato applicato alleOlimpiadi di Sydney, quelle chehanno aperto il nuovo millennio eche hanno visto un nuovo continen-te mostrare al mondo una delle piùsignificative strutture realizzate nelXX secolo, l’Opera House.

****

Da allora è partita una sfida che noivogliamo giocare alla nostramaniera, guardando alla centralitàdell’uomo e alla qualità della vita,ma imparando da successi comePechino e anche dal recentissimoincredibile evento dell’Expo diShanghai.Successi che ci dicono con chia-rezza che i grandi eventi segnanola storia del mondo e soprattuttosegnano la vita di chi li costruisce,di chi vi partecipa e, più di ogni altracosa, di chi vive nelle città trasfor-mate e rinnovate. Eventi costruitifin da subito con un’importante ideadi legacy, di eredità materiale eimmateriale, che costituisce il veropatrimonio di un territorio – pensa-te a questo proposito a quanto starealizzando Londra per il 2012 conla costruzione di un intero nuovoquartiere nell’East End.Per costruire eventi come questi,per coinvolgere al meglio i cittadini,le imprese, i governi nazionali e gliattori internazionali, gli sponsor tec-

Aurelio Regina ed Emma Marcegaglia davanti al logo della nuova Fondazione

«Avremo 12,7 miliardi di investimenti,un fatturato locale di 24 miliardi e i

nuovi posti di lavoro saranno 109 mila»

getti al servizio della Roma cheimmaginiamo nei prossimi 10 anni.Visione e obiettivi condivisi, risorsee tempi certi costruiscono poi unulteriore effetto positivo: l’orgogliodi tutti. L’abbiamo visto in Italia per Torino2006, per un’Olimpiade invernale,che vale il 30% di quella estiva, eche pure ha trasformato una cittàmanifatturiera in una destinazionetre stelle Michelin. Una città che èdiventata esempio in Europa e nelmondo della possibilità di passaredal fordismo al turismo.Turismo che a Torino è cresciutodel 14% all’anno per tre anni con-secutivi fra il 2007 ed il 2009.Questo è accaduto perché si sonostudiati gli altri casi e soprattutto sisono ben ripartite le risorse econo-miche. Per fare ciò è necessario aver chia-ri i numeri, aver presenti i moltipli-catori economici.Lo studio che vi consegneremo allafine di questa mattina ha costruitoun modello econometrico che, sullabase di dati sicuri, offre prospettive

nici e i soggetti multinazionali, cheportano nella città vincitrice il restodel mondo, bisogna lavorare moltoseriamente.Ma per portare il vessillo olimpiconon basta lavorare seriamente eduramente: bisogna avere soprat-tutto una visione condivisa da tutti isoggetti che devono lavorare alprogetto.La competizione non solo non sivince ma non è possibile intrapren-derla se non si hanno obiettivi chia-ri, forti e comuni. Ecco che avere un bersaglio certotrasforma in certezze anche lerisorse e i tempi dei progetti. PerLondra 2012 si parla, nell’ultimorapporto fatto congiuntamentedalla Città di Londra e da ThinkLondon, di uno sviluppo che antici-pa ed accelera di 30-50 anni i biso-gni del territorio.Noi vogliamo allora essere uno deipilastri al servizio della Città diRoma e del Comitato promotore,lavorando in stretto coordinamentocon i soggetti pubblici e rappresen-tando anche un incubatore di pro-

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pari a 109 mila unità lavorative. E’bene sottolineare che 10,5 miliardidi euro sono programmati peropere in parte già in corso. 2,2 miliardi sono invece le risorsenecessarie per realizzare infrastrut-ture connesse direttamente conl’evento olimpico. Queste opere e i conseguenti inve-stimenti si svilupperanno in un arcotemporale di undici anni, con ilpicco massimo, nel triennio 2018-2020.2,3 miliardi costituiscono la spesaper l’organizzazione di Roma 2020;l’85% di tale cifra va per l’organiz-zazione specifica dell’evento olim-pico, il restante 15% comprendesicurezza, programma culturale,decoro urbano e altri progetti spe-ciali.Tale somma genera da sola un’oc-cupazione aggiuntiva di 17 milaunità lavorative.Passando all’ultimo elemento checompone il valore delle ricaduteeconomiche legate al 2020 si rilevacome ben 4,9 miliardi e 23 milaunità di nuova occupazione (guar-do al caso base) siano legate almondo del turismo.Se pensiamo a cosa vorrebbe direrinnovare tutto il nostro parco ricet-tivo con opportune e rapide leggiregionali credo che sia del tutto evi-dente per il Lazio il vantaggio che

deriva già dalla sola candidaturaall’evento.Si tratta di una ricaduta che nelLazio – per ogni euro investito – neporta in dote 2,2; per 15 miliardi dieuro investiti ne tornano indietroben 33.Le cifre economiche sono già dasole impressionanti. Ma è ancorapiù importante il fatto che con que-sti investimenti si abbiano ritornioccupazionali significativi, pari a149.000 unità lavorative.Credo vorrete poi conoscere comesono state calcolate tali cifre e concosì avanzata approssimazione:sono stati, infatti, utilizzati moltipli-catori economici non standard, maderivati dai dati ISTAT specifici delLazio. Nel volume che verrà distribuitoalla fine di questa mattinata trove-rete nel dettaglio la metodologiache abbiamo utilizzato.Ma non solo Roma, non solo ilLazio risulterà avvantaggiato, siachiaro. Tutti i moltiplicatori evidenzianoricadute per altri 12,4 miliardi dieuro sul territorio nazionale, chesarà coinvolto a tutti i livelli e inmolti dei temi chiave: realizzazionedi materiali e prodotti, offerta di ser-vizi alle imprese e alle persone,turismo. Dall’artigianato al tessile, all’uso

certe di sviluppo – a patto che itempi, le modalità e le regole ven-gano sempre rispettate. Uno studio per il quale ringraziotutta la nostra squadra di lavoro,una squadra composta da profes-sionisti che hanno iniziato a lavora-re con grande passione e compe-tenza al nostro progetto (ringraziogli amici di Value Partners e gliautori del volume Paolo Bellino ePaolo Verri, ed il nostro CentroStudi diretto da Daniela QuarantaLeoni).

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Dunque, come si genera valore conle Olimpiadi?Dalla spesa per le infrastrutture,sommata a quella per l’organizza-zione, sommata a quella dei turisti,emergono con chiarezza tutti glieffetti indiretti e indotti sull’econo-mia locale e nazionale. Un datocomplessivo veramente significati-vo e importante, che guardandoancora al caso di Torino, quindi adun caso italiano recente e certifica-to, ha portato al +10% del PILregionale e al + 0,3% del PIL nazio-nale.Nel caso di Roma 2020 avremo12,7 miliardi di investimenti, per unfatturato locale di 24 miliardi di euroed un aumento dell’occupazione

I partecipanti al dibattito per la presentazione della Fondazione Roma 2020: da sinistra, il presidente del Coni GianniPetrucci, Aurelio Regina, il sindaco Gianni Alemanno, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri GianniLetta, Emma Marcegaglia e il Ministro per lo sviluppo economico Paolo Romani

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delle infrastruttureferroviarie per unnuovo modello diconsumo turisticonazionale, le con-nessioni tra Roma2020 e l’Italia,tutta l’Italia, saran-no davvero stret-tissime e moltonumerose. Ancora una voltagli esempi recentici aiutano: Londra2012 ha vistocoinvolte nellapreparazione tuttele principali cittàbritanniche sia perla formazione disportivi che saran-no decisivi per vin-cere medaglie in tutte le disciplineolimpiche sia anche come sedi cul-turali, come luoghi di provenienzadi volontari giovani e anziani, comeluoghi di ideazione e sviluppo neldesign e nella comunicazione. Già l’Expo 2015 sta ipotizzandouna struttura a rete – che, perRoma 2020, dovrà essere ancorpiù sperimentata e facilitata.Tutti i dati contenuti nella ricercasulle ricadute economiche, tutti iconfronti con le altre città sede di

Aurelio Regina insieme all'olimpionico Livio Berruti durante i festeggiamenti per i 50 anni di Roma 1960

Olimpiadi dimostrano con chiarez-za che siamo di fronte ad un even-to di portata mondiale.

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Ma che ruolo avranno le imprese?Che ruolo vogliono avere? Cosa èmeglio che facciano, dove dovran-no concentrare da oggi, da subito,il loro impegno?Io credo che vi siano molti livelli diintervento. Il primo lo approfondire-

mo fra poco, è quello strettamenteassociativo. Confindustria, comesa bene Emma che in tutto questoanno ha attraversato moltissimi ter-ritori del nostro sistema ed ha orga-nizzato incontri e eventi celebrativiin tutto il Paese, ha 100 anni di sto-ria. Il prossimo anno si festeggeràil 150° dell’Unità nazionale e noicon i nostri 100 anni di associazio-nismo e con i nostri singoli associa-ti abbiamo scritto pagine importan-ti, decisive per la storia dell’Italia. È il momento di ridare opportunitànon solo economiche, ma anche esoprattutto culturali alle nostreimprese. Non solo le imprese per lacultura ma soprattutto la culturadell’impresa al servizio del Paese.Per questo è nostra intenzione illu-strare il progetto per Roma 2020nelle sedi delle associazioni territo-riali e in quelle di categoria, con unroad show che dovrà coinvolgere apiù livelli tutta la rete del Made inItaly. E poi, dovremo metterci tuttiinsieme intorno al tavolo – ringrazioil Presidente della Provincia diRoma, Nicola Zingaretti, ringrazioFrancesco Rutelli e i tanti colleghiimprenditori che sono intervenutioggi e coloro che ci hanno comuni-cato di non poter essere presentima che hanno già dichiarato il lorointeresse a partecipare e hannochiesto come contribuire all’impre-

IL CUORE OLIMPICO DI ROMA 2020

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sa che ci accingiamo a varare.Dovremo metterci tutti insieme, loripeto. Facendo squadra, facendosistema. Promuovendo leOlimpiadi in casa, e all’estero. Vorrei anche dire che da pocoabbiamo visto un esempio meravi-glioso funzionare. Vorrei, infatti,cogliere l’occasione per ringraziareBeniamino Quintieri ed i suoi colla-boratori qui presenti per l’eccellen-te lavoro svolto. Mi riferisco ovviamente alPadiglione Italia dell’Expo diShanghai da poco concluso conl’eccezionale risultato di oltre 70milioni di visitatori. Il Padiglione Italia, lo sapete, èstato il più visitato dopo ilPadiglione cinese.Dentro, i visitatori hanno trovato il

e pubblico che vogliamo non più enon tanto sperimentare, ma rende-re applicativo e duraturo. Un modello che all’estero ha garan-tito alle candidature di essere –come abbiamo visto – eccellenti esoprattutto vincenti.Noi, con la Fondazione per Roma2020, vogliamo offrire a RomaCapitale, allo Stato Italiano, alConi, alle imprese, proprio questo:un luogo “aperto” alla collaborazio-ne di tutti, in cui si attui in primoluogo un serio coordinamento perla realizzazione dei progetti infra-strutturali. Tutto ciò dando tempi certi alle atti-vità già in corso, a partire dallamobilità e dal prolungamento dellelinee metropolitane, all’ampliamen-to e il potenziamento dell’aeropor-

meglio dell’Italia, scattando milionidi foto inviate a centinaia di milionidi persone. Hanno gustato lanostra cucina, toccato i nostri tes-suti e visto dal vivo come si realiz-zavano, apprezzato gioielli meravi-gliosi. Hanno visto, ora in ottobre, il Pianodi sviluppo di Roma per il suo futu-ro, illustrato dal Sindaco Alemanno.Ecco che appena la squadra haavuto un regista attento e dedicatol’obiettivo è stato centrato. Un eccellente manufatto architetto-nico, pluripremiato, ha espostocontenuti unici, amati da tutti.Questo è il modello.

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Il modello di governance tra privato

Aurelio Regina à nato a Foggia nel 1963 e si è laurea-to con lode in Scienze Politiche alla Libera Universitàdegli Studi Sociali di Roma. È stato eletto Presidentedell’Unione degli Industriali e delle imprese di Roma il24 novembre 2008 ed ha la delega ad interim per Affarisociali.È stato assistente alla Cattedra di Metodi per laRisoluzione dei Conflitti Internazionali oltre cheAssistente alla Cattedra di Strategia Globale presso lascuola di Guerra dell’Esercito e, nel 1986, presso ilPalazzo di Vetro a New York in qualità di assistente delVice Segretario Generale per le tematiche del MedioOriente.Nel 1988 entra in Procter & Gamble Italia dove rag-giunge la posizione di Responsabile Comunicazione eRelazioni con le Istituzioni Pubbliche e StudiLegislativi.A soli 27 anni è già dirigente d’azienda e nel 1991viene nominato Director Corporate Affairs Italia delGruppo Philip Morris Companies e successivamenteManaging Director di Philip Morris Corporate ServicesInc., Filiale Italiana oltre che Managing Director PhilipMorris srl, dove contribuisce in quegli anni all’enormeespansione del Gruppo in Italia operante a livello mon-diale nei settori dell’alimentare e del tabacco.Aurelio Regina è Presidente di Manifatture SigaroToscano, la società che produce il sigaro italiano piùfamoso al mondo. E' Partner di Egon ZehnderInternational, la società leader mondiale nel settoredell’executive search di alta dirigenza. E' ConsigliereDelegato di British American Tobacco Italia, società delgruppo BAT, la multinazionale più internazionale deltabacco e una delle più importanti aziende internazio-nali di beni di largo consumo del mondo (con oltre6.000 dipendenti in Italia che diventano oltre 53.000nel mondo). Presidente di Sistemi & AutomazioneS.p.A., ed è stato Consigliere di Amministrazione di

Sviluppo Italia.E’ Vicepresidente del Centro Studi Americani, membrodel Board di Aspen Institute Italia, Consigliere delComitato Consultivo per la Corporate Governancedella Banca Mondiale a Washington, ConsigliereDirettivo dell’US Council for Italy and US e dellaCamera di Commercio Americana in Italia. E' VicePresidente esecutivo dell'OPCE - l'Associazione cheriunisce le organizzazioni imprenditoriali delle principa-li capitali europee - con delega allo sviluppo e all' allar-gamento della rappresentanza. Ama il tennis che pra-tica con passione

REGINA E' PRESIDENTE DELL'UIRDAL 2008. AMA PRATICARE IL TENNIS

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Aurelio Regina mentre gioca un torneo di tennis

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Aurelio Regina è nato a Foggia. Tra le altre cose è presidente di ManifattureSigaro Toscano

to, alla realizzazione della bandaultra-larga, al grande progettoambientale del parco fluviale delTevere, ad una nuova modalità didare sicurezza a tutti i romani, resi-denti o turisti e molti altri ancora.Il nostro è anche un sistema diimprese capaci di fare promozionein tutto il mondo, con la loro pre-senza capillare a livello produttivo ea livello distributivo. Pensate alle nostre reti commercia-li e capirete che prima ancora dellosforzo con e tramite i media noipossiamo parlare ad un pubblicomondiale della candidatura comeun fattore estremamente positivo.Le imprese potranno e dovrannopoi diventare i grandi sponsor del-l’evento. Ma il loro ruolo deve essere fonda-mentale proprio in avvicinamento,fornendo risorse umane, contatti,luoghi, campagne di comunicazio-ne dedicata.In sintesi, e per chiarezza, gli scopiche abbiamo definito per la nostraFondazione per Roma 2020 sono:• supportare, con una forte azionedi marketing e di comunicazione, larealizzazione dei grandi progettiinfrastrutturali necessari comunqueallo sviluppo della città Capitale, lacui programmazione ed il conse-guente avvio dovranno trovare unaforte accelerazione in vista del2013, anno in cui il CIO sceglierà lasede dei Giochi Olimpici;• creare consenso sulla candidatu-ra di Roma e contribuire all’indivi-duazione di una chiara tempisticaper l’attuazione dei sistemi dei tra-sporti, delle infrastrutture, dei siste-mi di sicurezza, dei sistemi tecnolo-gici al servizio della candidatura diRoma Capitale;• contribuire alla promozione del-l’immagine della città a livellonazionale ed internazionale e coin-volgere le imprese realizzatrici deiprogetti infrastrutturali, le impreserappresentative del Made in Italy ei potenziali sponsor del grandeevento.La Fondazione sarà un incubatoredi idee e di risorse per un nuovopatto fra pubblico e privato, che

lavorerà al servizio ed in stretta col-laborazione con il Comitato promo-tore.Credo che il messaggio sia davve-ro forte: la Fondazione ha comeprimo obiettivo la mobilitazione ditutte le imprese interessate a presi-diare la candidatura di Roma affin-ché il 2013 rappresenti un passag-gio certo verso le Olimpiadi del2020!Questo poiché, sempre seguendolo studio dell’OCSE, vediamo comela sola fase di candidatura possaavere un ruolo fondamentale nellosviluppo della città candidata e delPaese potenziale ospitante.Come scrive Greg Clark: “parteci-pare consente già di ottenere con-sapevolmente risultati straordinari”.A patto di saper partire dalla legacyfinale, sia materiale sia immateria-le. A patto di avere un appoggionazionale incondizionato. A patto di costruire il progetto inmodo che nessuno pensi agli even-ti come a un danno ma come ad unvantaggio collettivo reale - e vorreiqui solo per accenni non dimentica-re il tema del rapporto tra criminali-tà organizzata e grandi eventi, a cuipresteremo sempre particolarecura e attenzione.

Per chiudere, come diceva Pierrede Coubertin, davvero “l’importanteè partecipare”, anche se si tratta diun viaggio lungo, di una torcia daportare con attenzione senza cade-re e senza scottarsi, in un momen-to in cui, come accennavo all’inizio,la congiuntura economica interna-zionale e quella dei singoli Paesi cifa sentire un po’ come quelle ginna-ste che sono sì ben allenate, mache rischiano sempre di più in ogninuovo esercizio in cui si cimentano.Dobbiamo essere consapevoli chela candidatura sarà una maratona,da correre come fece Abebe Bikilanel 1960 sulla via Appia antica apiedi nudi, senza paura, senzaincertezze. Certi che se ci allenia-mo, se facciamo squadra, se met-tiamo insieme forze umane e risor-se economiche, se puntiamo suigiovani, se guardiamo ai nostripunti deboli come a delle opportu-nità da superare per poter cambia-re, allora non sarà solo importantepartecipare, ma sarà possibile vin-cere, tutti insieme, magari all’ulti-mo, magari con gli occhiali spessi,come Livio Berruti, battendo a sor-presa il resto del mondo, rappre-sentando mai noi stessi, ma solo,solo e sempre l’Italia». l

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ciclismo. Poi Magni per lo CSAIn èstato anche un punto di riferimentoimportante (a lui si deve l’ingressodell’Udace nell’ente) e non pernulla è uno dei nostri presidentionorari. Tutta la famiglia delloCSAIn formula i migliori e più since-ri auguri a quest’uomo ancora atti-vissimo e che neldopo carriera haavuto un ruoloimportante nellosport: è stato ctdella Nazionale,p r e s i d e n t edell’Associazionecorridori, presi-dente della Legadel Professioni-smo e Presidentedegli AtletiAzzurri d’Italia(oggi “Associa-zione nazionaleatleti olimpici eazzurri d’Italia) dicui è ora ilPresidente ono-rario. Con soddi-sfazione è giustoapprezzare l’ini-ziativa delComune di

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Il 7 dicembre Fiorenzo Magni, uno dei più grandi ciclisti italiani di sempre, rivale storico di Coppi e Bartali, ha tagliato un significativo

traguardo di vita. A lui, presidente onorario dello CSAIn, il comune di Monticello Brianza, dove vive da oltre un trentennio, ha dedicato

una mostra che celebra la sua straordinaria carriera

I novant'anni del

LEONEMonticello Brianza, città di adozio-ne del campione (Magni nacque aVaiano, in provincia di Prato, il 7dicembre del 1920, ma giovanissi-mo si trasferì a Monza e poi nel1979 andò a vivere definitivamentea Monticello Brianza), che ha orga-nizzato per l’evento una mostra inti-

Il 7 dicembre Fiorenzo Magni hacompiuto novant’anni. Un traguar-do di vita importante per un uomoche di traguardi ne ha tagliati tanti.Fiorenzo Magni è stato un grandeciclista, un atleta che ha sfidatocampioni come Coppi e Bartali eche, tuttavia, può vantare il suc-cesso in tre Giri d’Italia (1948,1951 e 1955) e in tre giri delleFiandre (dal 1949 al 1951), vittoriequeste che gli valsero il sopranno-me di Leone della durissima corsafiamminga. Ma Magni, per il cicli-smo non è stato soltanto uno deisuoi grandi campioni, ma anchel’uomo che, in qualche modo, hacreato il ciclismo moderno. Fu,infatti, lui, come ha ricordato nel-l’intervista che fece al nostro diret-tore Giacomo Crosa, sul numero dimaggio 2008 di TempoSport, l’in-ventore delle sponsorizzazioni nel Una foto recente di Magni, bersagliere ad honorem

La locandina che ha presentato lamostra dedicata al campione

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tolata “I Novantanni del Leone”.Una significativa iniziativa per ren-dere omaggio ad uno dei campionipiù amati e popolari della storia delciclismo.L’evento è ospitato dal 7 al 19dicembre, presso il Granaio di VillaGreppi (via Monte Grappa, 21,Monticello Brianza). Si tratta dellamostra più completa mai organiz-zata su Fiorenzo Magni, i cuioggetti provengono dalla sua colle-zione personale e da quella diAntonio Penati, appassionato edentusiasta cultore del ciclismo. L’iniziativa rappresenta un’occasio-ne unica per conoscere o riscopri-re, attraverso una selezione dicimeli unici tra cui le sue biciclette

(ma non manca anche quella delrivale Bartali), le sue maglie, riviste,giornali e ricordi preziosi di ampiovalore, il grande campione toscanoche ha dedicato la sua vita, conpassione e determinazione, a quel-la che molti in altri tempi hannodefinito la più amata dagli italiani: labicicletta. «Festeggiare il mio novantesimocompleanno con questa manifesta-zione - ha dichiarato Magni - èun’occasione per far rivivere que-sto sport epico intriso di polvere,sudore e fatica». E che il ciclismosia stato, ma è tuttora, sinonimo difatica, lo sa bene Magni che nel1956, a 36 anni, chiuse la carrieraagonistica con quella che va consi-

derata come una delle sue impresepiù straordinarie: portare a termineil Giro d’Italia al secondo posto conla clavicola rotta, l’omero fratturatoed il braccio sorretto dalla camerad’aria di un tubulare tenuta tra identi.«La mostra e le testimonianze diquesto grande uomo - ha dichiara-to Luca Rigamonti, Sindaco delComune di Monticello Brianza - ciriportano ad un tempo in cui le vit-torie al Giro d’Italia, al Tour deFrance erano il risultato di passio-ne, sforzo, costanti allenamenti edimpegno. Fiorenzo Magni rappre-senta il ciclismo degli eroi nell’Italiadel dopoguerra. La manifestazioneI Novantanni del Leone è l’occasio-ne per far conosce a tutti, masoprattutto ai più giovani questotestimone di coraggio e fatica,esempio di vita».Magni concluse l’intervista aGiacomo Crosa rispondendo cosìalla richiesta di sapere i motivi percui un giovane dello CSAIn dovreb-be innamorarsi del ciclismo:«Perché il ciclismo da un senso dilibertà unico, perché il ciclismo èavventura, perché il ciclismo,senza mentire, ti fa conoscere ilproprio carattere, la propriaanima». l

Magni impegnato,con la sua proverbiale grinta, durante un Giro delle Fiandre

La bicicletta con cui Magni nel 1949 vinse il suo primo Giro delle Fiandre

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progettare quando i giocatori cam-biano vorticosamente e non fai intempo a conoscerne uno che un’al-tra squadra te lo porta via? Il pro-getto ed i cicli sono pura ipocrisianel basketa t t u a l e .Siamo inpiena glo-balizzazio-ne, l’allena-tore è alcentro delcataclismaed il siste-ma attualea me since-r a m e n t enon piace.Quando sicambiano7 o 9 gioca-tori in unas t a g i o n eb i s o g n e -rebbe eli-minare perdefinizionela parola“progetto”.Sui giovani

non c’è prospettiva di sviluppo. ARoma abbiamo uno zoccolo duro di5-6 giocatori italiani che contano,c’è un tasso nazionale piuttostoimportante su cui investire. Almeno

Intervista a Tanjevic, uno degli allenatori-mito del basket europeo. E' tornato in Italia da direttore tecnico di Roma, dopo aver fatto vincere

l'argento alla Turchia nell'ultimo Mondiale. Ci parla dei suoi ricordi,dell'ex-Jugoslavia e di come oggi lo sport che ama non investa

più sui giovani ma "allevi solo polli da batteria"

Il cittadino del mondo BosciaTanjevic ha toccato il primo palloneda basket nel 1954. E dopo 56 annipuò valutare tutta la distanza cheintercorre tra la pallacanestro deiprimordi e la disciplina globalizzatadel presente. Con qualche nostal-gia.«Sì, è cambiato tutto. Ed io rim-piango il tempo precedente quandoc’era l’occasione di creare, lavoran-do in palestra sui fondamentali.Inventando i giocatori, investendosu un talento enorme come lo sfor-tunato Mirza Delibasic. Adesso èinvece il momento dei polli da bat-teria, di un sistema americano incui più si gioca e meno ci si allena.Più ci si riempie la bocca con laparola programmazione e, in real-tà, meno si progetta. Ma come fai a

La legge del

BOSCIA

di Daniele Poto

Daniele Poto, giornalista e scrittore(vedi box a pag. 13) e autore dell'intervista

Un caratteristico atteggiamento di Tanjevic: sta guidandola Turchia durante l'ultimo Mondiale

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questo… I risultati sono legati allacapacità di arruolamento dei duestranieri che contano e fanno la dif-ferenza. Se funziona questa opera-zione sei quasi a posto. E’ un po’poco per definire le gerarchie. Poi ècambiata l’intensità del gioco, ilnumero delle partite che si giocanoogni anno, di conseguenza il nume-ro degli infortuni e l’equilibrio cheregna in campo. A livello internazio-nale in un Europeo il pronostico eraracchiuso tra 3-4 o quattro paesi,invariabilmente: Russia, Jugoslavia, Italia, a volte Spagna.

Ora una grande nazione comel’Italia fa fatica a qualificarsi. Ora isei paesi dell’ex Jugoslavia sonotutti competitivi. E Montenegro eBosnia non sono arrivati ancora almassimo dello sviluppo».Il termine ormai obsoleto diJugoslavia cosa le evoca?«Una nazione a cui ho voluto bene.Ora vedo bene le ragioni dellaguerra: una truffa organizzata inragione del profitto. Un conflittostrumentale in cui i ricchi diventa-vano sempre più ricchi ed i poverisempre più poveri. La guerra deglianti Robin Hood. Una guerra inmano alla malavita organizzata eche ha lasciato la povera gente conil culo per terra. E’ il refrain gettona-to dall’economia internazionale,quello che fa si che su questo ter-reno infido ed impervio, crescano esi moltiplichino gli Abramovich. Unmondo alla rovescia che mi fa riba-dire che il denaro è lo sterco deldiavolo. Ho sofferto tanto per quel-lo che è successo, la perdita di un

paese serio, e questo credo chealla lunga abbia influito anche sullagenesi della mia malattia. Non neho le prove, è più che altro un’intui-zione».Questo suo sentimento è comu-ne a molti altri suoi ex connazio-nali. Se le nominiamo Kusturica?«Lui ha un grande talento. I suoifilm mi fanno morire ma, ideologi-camente, è uno scemotto. Ha delleteorie ridicole. Ho cercato di salvar-lo dopo aver letto alcune sue inter-viste da squilibrato. Ho provato atelefonargli, a parlargli, ma senzaesito. E’ arrivato a cambiare religio-ne, non ho parole per definire lasua involuzione. Abbiamo perso unasso. Lo adoro come artista, nonne condivide le idee come uomo».Tra le tante squadre, anchenazionali, gestite, il Bosna rima-ne la creazione indimenticabile?«Senza alcun dubbio. Abbiamofatto un miracolo, la più grandeimpresa della mia carriera.Giocatori, uomini, storie intrecciate.Teste, menti vivide. Quei giocatori

Boscia Tanjevic mostra la medagliad'argento consegnatagli dopo il 2°posto ai Mondiali

La grinta di Tanjevic durante una partita. Con lui in panchina l'Italia havinto nel 1999 il titolo europeo

L'Italia di Tanjevic esulta dopo avervinto l'Europeo del 1999

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La classe tranquilla, senza il furoreagonistico di un Kicanovic o di unoSlavnic. Un “buono” sul campo,come Dalipagic, strepitoso giocato-re. Un altro che se avesse fattoaltre scelte di carriera avrebbepotuto giocare per anni nel campio-nato professionistico americano. Illo chiamavo il “contadino” lo sfotte-vo per questo. Ha perso l’autobusdel grande basket nel 1976.Preferiva 120.000 dollari in Italia aduna pari offerta americana, perrimanere vicino casa. Era un tirato-

re che poteva segnare 70 puntisenza forzature in una partita “nor-male”».Un tema di continua attualitàproposto a chi può giudicare: laTurchia può avere un’animaeuropea?«I politici hanno una totale incapa-cità di giudicare senza pregiudizi.L’India, la Russia, la Cina sono ipaesi che comanderanno nei pros-simi cento anni. L’Europa è unavecchia signora incapace di deci-dere. La Turchia mi ha accoltobenissimo. L’Europa ha bisogno diun paese come la Turchia, anagra-ficamente giovane, culturalmentestimolante, musicalmente all’avan-guardia. Bisogna giudicare senzamiopie. Un bel paese di bella gentedi cui mi sono innamorato. Arrivo ariabilitare persino l’invasione turcanell’ex Jugoslavia. Loro non hannoraso al suolo le chiese come inve-ce è successo nel recente conflitto.Erano dominatori sopportabili esopportati. E la gente oggi, facendoi confronti, se ne rende conto. Maquanto è avvenuto nella nostraguerra interna è qualcosa di cui cidovremo vergognare per i prossimicento anni, una vergogna per la cuimetabolizzazione non basterannotre generazioni».L’Italia del basket riuscirà risolle-varsi dalle attuali afflizioni grazieal trio Nba formato da Bargnani,Belinelli e Gallinari?

hanno fatto carriera come atleti,hanno imparato ad insegnare.Nessuno dei giocatori che allenaiquell’anno aveva incominciato agiocare prima di me. Si può direche mi sentivo coetaneo in mezzoa loro. Ricordiamoci anche i comprimari:Djogic, Hazdic, Benacek. Oltre aMutapcic e Pesic».Ed un giocatore le è rimasto nelcuore: Delibasic.«Un talento come giocatore, un’in-tellettuale nella vita di tutti i giorni.

Bogdan “Boscia” Tanjevic è nato a Pljevlja, sul territo-rio del Montenegro, il 13 febbraio del 1947. Ex play-maker di livello nazionale, ha debuttato come tecniconel basket nel segno del miracolo del Bosna Sarajevo,una squadra interamente costruita con giocatori locali(Radanovic, Delibasic, Varajic i più famosi) capace diimporsi in Eurolega nel 1979. Negli anni ’80 lega il proprio nome al basket italianoguidando all’ascesa internazionale la Juve Caserta diGentile ed Esposito. Poi, trapiantandosi a Trieste (dove ha la casa e dovefece sbocciare il talento di un campione come DejanBodigora) e a Milano nell’Olimpia, squadra erede dellaleggenda-Simmenthal, alla quale regala lo scudettonel 1996, per il momento l’ultimo della sua storia.Dopo un anno sabbatico in Francia, nel 1997 prende laguida della nazionale italiana, conquistando l’Europeodel 1999 e la qualificazione olimpica per i Giochi del

2000. Dopo le esperienze al Buducnost, alVilleurbanne ed alla Virtus Bologna, da cosmopolita eglobetrotter, ormai in possesso di un passaporto italia-no, vive un’intensa esperienza in Turchia. Dal 2004 inavanti si divide tra la panchina della nazionale e quel-la del Fenerbahce, culminando l’esperienza con ilsecondo posto ai recenti mondiali di basket, epicentroad Istanbul, battuto solo dagli Stati Uniti. Combatte contro un tumore ed evita lo stress dellapanchina accettando l’incarico di direttore tecnico dellaLottomatica Roma anche in virtù del solido rapporto diamicizia con il presidente Toti e con il tecnicoBoniciollli. E’ l’unico tecnico sul suolo italiano ad aver allenato trenazionali diverse (Jugoslavia, Italia, appunto Turchia).“Se sarò ancora vivo, guiderò la nazionale turca dallapanchina anche agli Europei del 2011”, ha cofessatorecentemente non tradendo la sua proverbiale ironia.

TANJEVIC IN PANCHINA CON TRE NAZIONALI,ALL’ITALIA HA FATTO VINCERE UN EUROPEO

Una foto storica: Tanjevic (secondo da destra con Meneghin accanto) brindadopo la vittoria tricolore dell'Olimpia Milano. E' il 1996 ed è l'ultimo scudettodel glorioso club lombardo

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«Come no! Il problema è goderedella loro piena disponibilità. LaSerbia per gli ultimi mondiali hapotuto contare su 62 giorni didisponibilità dei nazionali. Nowitzkinon ha mai perso una chiamata

della Germania. Mi domando:l’Italia potrà contare su analoghe èmotivazioni del trio? Attorno a lorosi potrà indubbiamente costruire èuna nazionale più che dignitosaanche se la concorrenza è grande.

Comunque sempre meglio giovanidisponibili di campioni presuntuosi.In Turchia si va a rischio della vitarinunciando alla nazionale.Turkoglu ne sa qualcosa. Lo reputoun nazionalismo rispettabile».Il basket è destinato ad imitaregli aspetti peggiori del calciosnaturando la propria identità?«Io spero sempre che questo nonsucceda. Che ci sia un punto diritorno. Tipo la limitazione deglistranieri. Ricordo le polemiche conAldo Giordani sull’utilizzo di uno odue stranieri. Guardate ora a chepunto siamo arrivati. Ho una visio-ne romantica e forse anti-storicama sono cresciuto così e non mene posso fare una colpa».Il suo incarico a Roma a che“mission” obbedisce?«Alla volontà di costruire una squa-dra di forma europea. Un team rico-noscibile anche rispetto al territorio.Ho aderito con entusiasmo alla pro-posta di Toti calandomi in pannidiversi da quelli di allenatore. Hogià dato, non scendo più in campo,non protesto più». l

Una curiosa smorfia del coach nato in Montenegro, ma ormai italiano

Daniele Poto èuno dei piùp o l i e d r i c ig i o r n a l i s t isportivi italia-ni. Nato aRoma nel 1954ha svolto lasua attivitàgiornalistica aTu t t o s p o r t ,seguendo ognidisciplina e ipiù importantiavven imen t iinternazionali.Nel 1985 comecapo-serviziocalcio a Roma,è stato inviatonel calcio per

il centro sud per un ventennio. Trasferito a Torino nelnovembre 2005 per oltre quattro anni ha svolto l’incarico di

DANIELE POTO, GIORNALISTA E SCRITTORE DI DENUNCIA

capo-desk nella redazione centrale del calcio prima di risol-vere il rapporto e tornare a Roma nel marzo 2010. E’ statoattivo anche in campo televisivo e radiofonico. Vincitore dinumerosi premi ha curato per la Treccani dello sport le vocibridge, collezionismo olimpico, handball. In campo edito-riale è stato redattore dell’Almanacco del calcio mondiale.Nel 2001 ha iniziato in proprio un’intensa attività editoria-le pubblicando per primo il volume “Brindisi basket” a cuihanno fatto seguito “Un’anima in fondo al canestro (segna-lazione premio letterario Coni 2004), “Un delitto per male”,“Romanzo finale”, “La carambola”. Recentemente sonousciti altre due sue opere, il noir “Nessuna pietà per i vinti”(Frog Editore), una storia che attinge nelle vicende delnostro Paese legate ai Servizi segreti e “Le mafie nel pallo-ne, le infiltrazioni mafiose nel calcio” (Edizioni GruppoAbele), una denuncia su come la criminalità organizzatatrovi nello sport più popolare un terreno fertile per i propriaffari: riciclaggio di soldi mediante sponsorizzazioni, parti-te truccate, scommesse clandestine, presidenti prestanome,il controllo del mondo ultrà, le “mani” sulle scuole calcio.Il libro è nato in collaborazione con “Libera”, l’associazio-ne che coordina sul territorio 1.500 gruppi che condividonol’impegno civile di creare una società alternativa alle mafie.

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La Di Francisca, cresciuta in quel di Jesi avendo sempredavanti Trillini e Vezzali, a 28 anni ha conquistato il

titolo mondiale di fioretto facendo poi bis con la squadra

Se nasci a Jesi, e soprattutto se seiuna ragazza, hai un destino sportivoquasi segnato: diventare una scher-mitrice e probabilmente una fioretti-sta. Fa impressione leggere i numeriscritti nella bacheca del ClubScherma Jesi: 10 titoli olimpici, 23titoli mondiali, 9 titoli europei, 96titoli italiani, 15 successi in Coppadel Mondo. A livello di vittorie asso-lutamente doc (olimpiche e mondia-li) adesso è arrivato il turno, anchese ora indossa la casacca sportivadella polizia di Stato, di Elisa DiFrancisca, campionessa mondiale difioretto individuale e a squadre nellarassegna iridata svoltasi nella primametà di novembre a Parigi, sotto lasuggestiva volta in stile liberty delGrand Palais.Elisa che, quando leggerete questenote, il 13 dicembre avrà festeggiatoi suoi 28 anni, è una ragazza che haavuto pazienza. Tanta pazienza adaspettare il suo momento e quandosei in coda avendo davanti mostrisacri come Trillini e Vezzali, tantoper rimanere solo in casa, di pazien-za ce ne vuole molta, soprattutto se

già eri abituata a vincere quandoavevi 13 anni, fosse anche solo iltitolo italiano ragazze. Dopo averscartato la danza l’Elisa sembrò inseguito voler scartare anche lascherma, si dice per colpa di unfidanzato geloso. Ma poi la giovane,con sorella e poi fratello già votatialla scherma, ritrovò la strada giu-sta e il fioretto italiano un’atleta divalore: prime soddisfazioni con lasquadra d’oro (mondiale nel 2004 epoi nel 2009, con in mezzo l’argentonel 2006), ma poi anche individual-mente (argento europeo nel 2006,bronzo mondiale nel 2009) aspettan-do il 2010 dell’esplosione definitiva.Segni importanti in giugno, quandoai Campionati italiani di Siracusabatte in finale l’icona Vezzali, lamaestra diventata rivale a tutti glieffetti. Poi il bis ben più significativoa Parigi, in un altro duello tuttoazzurro, ma stavolta di fronte alla DiFrancisca c’era Arianna Errigo, 22anni, talento sopraffino in grado didimostrare che si può diventare cam-pionesse anche nascendo a Monza.Era stata proprio l’Errigo ad elimi-

nare in semifinale la Vezzali. Il podiotutto azzurro non è stata una novitàma fa sperare ancora di più perLondra 2012, passando ovviamenteper i Mondiali del 2011 che si ter-ranno in Italia, in quel di Catania, eche andranno onorati come si deve.L’oro a squadre di Parigi è stato poiuna conseguenza del tutto, anche sele insidie, quando si fa team, sonosempre molte in uno sport che staallargato sempre più i suoi confinivisto che in Francia sono andati sulpodio (Italia comunque prima nelmedagliere e nella classifica a punti)ben 13 paesi e addirittura nove sisono portati a casa un oro.La Di Francisca, che è descrittaragazza solare, sorridente, spumeg-giante anche fuor di pedana(«Perché ho lasciato, la danza?Troppa calma, avevo bisogno di piùmovimento …», ama ricordare), nonsi sarà rabbuiata più di tanto accor-gendosi che per qualcuno ha fattopiù notizia la sconfitta della “regi-na” Vezzali che la sua prima grandevittoria internazionale. D’altra partese si vincono ventisei medaglie tra

Elisa Di Francisca è nata a Jesi nel 1982

ELISA,la pazienza è d'oro

LE CENTO DOMANDE

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Sicuramente quando vinsi il titoloitaliano, categoria Ragazze, alGran Premio Giovanissimi di Rimininel 199434) Delusione più grande:la mancata qualificazione alleOlimpiadi di Pechino 200835) Soddisfazione più grande:Bé, aver vinto il titolo mondialequest’anno a Parigi

che effetto fa36) Essere un personaggio:mi reputo d’essere la stessa diprima. Non mi sento cambiata.Certamente adesso parlo con piùpersone, vado in tv e faccio piùinterviste37) Il dolore fisico: quando sonoin pedana non avverto nulla!38) Un complimento vero:fa piacere, ma dipende da chi lo siriceve39) Un complimento falso:preferisco star zitta, far finta di nullae non reagire40) Vivere in quest'epoca: onestamente mi sarebbe piaciutovivere negli anni ’50, quando siballavano i lenti, si mandavano le

Olimpiadi e Mondiali e anche giustoche ci sia attenzione quando si ral-lenta. Comunque la Vezzali, che halo sguardo già rivolto verso l’ultimatappa della sua straordinaria carrie-ra, Londra 2012, dove è anche desti-nata a portare la bandiera tricolorenella cerimonia di apertura, a Parigicon la vittoria a squadre ha fattoanche un record, toccando quota 12titoli iridati, eguagliando il palma-rès del russo Romankov.«Valentina per me non è stata mai unpeso, ma un modello per la voglia disacrificarsi e di vincere, anche se iosono diversa e ho sempre faticato arinunciare a quello che c’è fuori dalpalazzetto», ha confessato Elisa cheora si tiene le sue medaglie, la suapassione per il pianoforte, il bel fee-ling ormai consolidato con StefanoCerioni (il cittì della scherma maanche il suo maestro in quel di Jesi)e ora anche il sogno olimpico, inca-strato tra quello dell’emergenteErrigo e quello da “replicante”della super campionessa. l

chi sei?1) Nome e cognome:Elisa Di Francisca2) Altri nomi e soprannomi: Eli, Difra3) Data e luogo di nascita: 13 dicembre 1982, Jesi (An)4) Segno zodiacale: Sagittario5) Altezza: 1,77 m6) Peso: 65 kg7) Numero di scarpe: 408) Capelli: castano scuro9) Occhi: marroni10) Stato di famiglia: nubile11) Domicilio: Jesi12) Studi: diploma liceo socio-psico pedagogico 13) Lingue straniere: Inglese

profilo14) Carattere: estroversa 15) Qualità dominante: sincerità16) Difetto dominante: a volteanche la sincerità è un difetto!

17) Hobby: suonare il pianoforte18) Mania: non credo d’averne una19) Desideri: diventare mamma20) Complesso: non saprei, nonmi ritengo complessata21) Superstizione: indosso lastessa maglietta per tutta la gara22) Modo di vestire: elegante,soprattutto coi tacchi23) Mezzo di locomozione: moto24) Ora della sveglia: 10.0025) Ora del sonno: Mezzanotte

curriculum26) Sport praticati da piccola:danza classica27) Prima gara ufficiale di scher-ma: Gran premio giovanissimi,campionato italiano a Rimini.Credo fosse 199228) Prima gara internazionale: non la ricordo!29) Primo club:Club Scherma Jesi30) Attuale club: Club Scherma Jesi31) Primo allenatore: M° Ezio Triccoli32) Attuale allenatore: M° Stefano Cerioni33) Prima vittoria importante:

Le azzurre che a Parigi hanno vinto il titolo mondiale nel fioretto a squadre: dasinistra Errigo, Di Francisca e Vezzali

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il meglio di sempre89) Il libro: L’Alchimista90) Il film: Blow, con Johnny Deep91) Il disco: non uno in particolare.Adoro la canzone napoletanasoprattutto quando è interpretatada Gigi Finizio o Gigi D’Alessio92) Lo show televisivo: Stasera pago io93) Avvenimento dello sport:i Mondiali di calcio del 200694) Campione italiano dellosport: Federica Pellegrini95) Campione straniero dellosport: Mohamed Alì96) Vittoria più entusiasmantenello sport: ricordo la mia! AiCampionati italiani, categoria“ragazze”97) Sconfitta più incredibile nellosport: assolutamente le mie!Quando non riuscì a qualificarmiper Pechino!98) Avvenimento privato: ricordo particolarmente quandonacque mia nipote Zoe

per concludere99) Qual è il tuo motto preferito:“Se non ce la fai stai a casa”100) Definisciti in poche parole:testarda, sincera, impulsiva e passionale l

gli svaghi73) Il cantante: Gigi D’Alessio74) L'attrice italiana: Laura Morante75) L'attore italiano:Alessandro Preziosi76) Il comico italiano: Cristian De Sica77) L'attrice straniera:Angelina Jolie78) L'attore straniero: Johnny Deep79) Il presentatore: Fiorello

i ricordi d’infanzia80) La favola: Cappuccetto Rosso81) Il gioco: Nascondino82) Il disegno: non ricordo…83) I genitori: sono molto affezionata a loro, sin da piccola e tutt’ora…84) Il buio: non ho paura. Di certo non lo vado a cercare,ma non lo temo

85) La scuola: buono86) Gli insegnanti: un po’ conflittuale. Ero ribelle, ma il rapporto è migliorato col tempo87) L'età decisiva: 26 anni88) L'amica/o del cuore: Luca

lettere d’amore e ci si divertivasenza la tecnologia.41) Il denaro: se è denaro sudatoallora mi soddisfa. Altra cosa se èdenaro “facile”42) L'amore: mi cambia completa-mente. Divento un’altra43) La famiglia: è un elemento super importantenella mia vita44) Il passare degli anni:non mi pesa. Anzi, non vedo l’ora diessere pienamente matura

le preferenze45) Ora: le 21.0046) Giorno: Venerdì47) Mese: Agosto, perché è caldo48) Stagione: Estate49) Numero: 350) Lettera: la “E”51) Vacanza: Thailandia52) Città italiana: Catania53) Città straniera: New York54) Nazione: Brasile

il palato55) Aperitivo: vino 56) Antipasto: pesce crudo57) Primo piatto:pasta con le melanzane58) Carne: bisteccone, non rinuncio ad una bella fiorentina59) Pesce: pece spada60) Formaggio: Philadelphia61) Frutta: Pesca62) Dolce: cioccolato63) Vino: Amarone64) Liquore: Rum

la cultura65) Lo scrittore: Fabio Volo66) Il poeta: Giacomo Leopardi67) Il pittore: Van Gogh68) La musica: napoletana69) Lo scienziato: Albert Einstein70) L'uomo politico: mi astengo!71) La scienza: la letteratura è una scienza?72) Il quotidiano: Corriere della Sera

Elisa Di Francisca il versione glamour

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Ai primi di novembre si sonocompletati tutti i CampionatiMondiali in programma nel 2010per gli sport olimpici. I titoli asse-gnati nella scherma, pallavolo fem-minile e trampolino hanno portanoad oltre 300 le medaglie distribuitenel biennio 2009/2010. Il program-ma olimpico ne prevede 302. NellaTabella allegata ho incluso anche iltennis usando le classifiche ATP eWTA, ma non il doppio misto(nuova specialità prevista aLondra) in quanto non esiste unaspecifica graduatoria.La Cina, con i suoi 94 titoli iridati,sembra ancora dominare, ma ènoto che per gli Stati Uniti gli annipost olimpici non sono i migliori,quindi la loro forza (78 successi)non va sottovalutata. In grande cre-scita, rispetto a Pechino 2008, è laFederazione Russa. E’ certo che

dopo il disastro di Vancouver qual-cosa è cambiato in Russia e lapressione sulle FederazioniNazionali è diventata molto forte. Ilnuovo Presidente delComitato Olimpico RussoAlexander Zukhov è anche ilVice Primo Ministro dellaRussia ed è personaggio diprimo piano. Al recenteCongresso dell’ACNO(Associazione delle federa-zioni internazionali olimpi-che) ha tenuto una relazioneed ha impressionato tutti perla sua freschezza di linguag-gio, il suo ottimo inglese e lasua giovane età.Dietro a questi tre colossi c’ègrande battaglia fra GranBretagna e Germania, con ilGiappone in forte crescita.Poi Francia, Italia edAustralia per tenere sottoosservazione le prime 10.Avanza la Spagna, più per lemedaglie d’oro che per iltotale. In prospettiva olimpi-ca non andranno sottovalu-tate la Corea e l’Ucraina chea Pechino sono terminatedietro all’Italia. Da notareche Giamaica (12ª), Kenya(16ª) ed Etiopia (29ª) posso-

no vantare medaglie solo nell’atleti-ca!L’Italia è in linea con quanto fatto aPechino (28 medaglie sul campo,

di Luciano Barra

Luciano Barra è stato uno dei piùimportanti dirigenti sportivi degliultimi decenni. Ha ricoperto l’incarico di Segretario generaledella Fidal dal 1969 al 1988. Perquindici anni ha agito all’internodella Iaaf come assistente onorario di Primo Nebiolo. Dal 1993 al 2003è stato dirigente generale del Conicon responsabilità nel settore dellapreparazione olimpica.

La marcia su

LONDRA

I vari Mondiali disputati nel 2010, con quelli che erano in programma nel 2009, permettono di fare già delle proiezioni per i Giochi del 2012.

Cina sempre ai vertici inseguita dagli Usa. L'Italia con 31 titoli resta nel G8 dello sport mondiale, ma non mancano i rischi

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poi ridotte a 27 dopo la squalificanel ciclismo). La proiezione a 31medaglie permette di poter pensa-re di essere senza problemi nelleprime 10 nazioni, posto che difficil-mente potrebbe esserci tolto.Aspetto positivo sono le 12 meda-

glie d’oro che, se ripetute ai Giochidi Londra, garantiranno la giustastabilità. Va tuttavia sottolineatoche due medaglie di bronzo dellascherma sono state attribuite a parimerito cosa che ai Giochi olimpicinon sarà possibile perché non pre-

vista dal regola-mento.Tuttavia non vadimenticato chenelle proiezioniprecedenti aiGiochi di Sydney2000, Atene 2004e Pechino 2008, iltotale delle meda-glie previste dopol’analisi dei variMondiali era statosempre superiorea 40. Tutto ciò èspiegato dal fattoche le nostreFederazioni par-tecipano ognianno ai Campio-nati del Mondo aranghi completi,differentementeda altri Paesi.E’ positivo il fattoche delle 31medaglie il 50 %

arrivino da due Federazioni (nuotoe scherma), ma è invece negativo ilfatto che su 27 discipline olimpiche(26 per il CIO, 27 per noi in quantoTiro a Segno e Tiro a Volo sonoseparate) abbiamo medaglie soloin undici sport. Non sarà facilesuperare a Londra le 30 medagliese il numero delle discipline dapodio non aumenterà. Dovremmoessere in grado di ripetere le gran-di prestazioni di nuoto e scherma,ma anche confermare le sorpren-denti medaglie nel tiro a segno etaekwondo, sperando poi che judo,atletica, tiro con l’arco e qualcunotra gli sport di squadra in progresso(pallavolo e pallanuoto) possa rim-pinguare il nostro bottino. Lo stessociclismo su pista, ora che disponedegli impianti, dovrebbe uscire dal-l’attuale imbarazzante situazione.Per gli sport di squadra esiste ilgrande handicap delle qualificazio-ni che spesso si rivelano più diffici-li degli stessi tornei olimpici.Ma alla fine il problema di fondoresta sempre lo stesso: se leFederazioni saranno in grado di uti-lizzare al meglio le risorse messe adisposizione dal CONI per Londra2012, l’Italia non avrà difficoltà aconfermarsi nel gotha dello sportolimpico, altrimenti… l

La Giamaica è sempre tra le grandi, ma grazie solo agli specialisti dell'atletica guidati da Usain Bolt, qui dopo il titolo vintonei 100 ai Mondiali di Berlino con tanto di record

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Se non fossi io Fabrizio Macchi,varesino, 40 anni, una testa tuttaparticolare, un carattere tutto parti-colare, una gamba tutta particolare,non crederei ad una sola paroladella mia storia. Se questa nonfosse la mia storia e se non laconoscessi fin troppo bene, mi stu-pirei ogni volta a rivedere tutto ciòche mi è successo negli ultimi ven-ticinque anni. Dal giorno in cuiandai tredicenne al pronto soccor-so per curare una delle mie millebotte di gioco, fino alla mattina ditre anni più tardi quando uscii dal-l'ospedale con una vita totalmentestravolta, da ridisegnare, da rein-ventare. Se non fossi coscientedella mia assoluta incapacità diaccontentarmi della mia esistenza,se non sapessi di essere terribil-mente attratto dalle sfide più com-plicate e quasi assurde, mi sor-prenderei a rivedere ciò che hocombinato negli ultimi anni nelcampo dello sport, da quella matti-na in cui tornai a casa, a Varese.Se non fossi io, il protagonista dellastoria, probabilmente direi che que-sto Fabrizio Macchi è totalmentefuori di testa, che magari si è inven-tato tutto, che certe cose non sipossono fare, non sono umane,non sono possibili, che certi dolorinon si possono sopportare, checerte idee non dovrebbero nemme-no balenargli nella mente. E maga-ri gli direi anche: ma chi sei, macome ti permetti, ma come puoipensare di scalfire in sella a unabicicletta pregiudizi antichi, secolidi deformazioni mentali, profondelacune legislative e culturali. Senon raccontassi me stesso, e senon avessi deciso di vivere una vita

straordinaria non sarei io insomma.A distanza di venticinque anni horealizzato molti dei miei sogni houna splendida fami-glia e posso raccon-tare a Thomas eMattia tutta la miastoria….La mia storia inizianel settembre del1983 quando, dopouna serie infinita dicontrolli ed esami cli-nici mi hanno riscon-trato un osteosarco-ma al ginocchio sini-stro. L’osteosarcomanegli anni 80 era unsarcoma molto,molto aggressivo epericoloso con unamortalità che sfiora-va il 90%. Dopo uncalvario di tre anni,in cui si sono susse-guiti una serie infini-ta di interventi chirur-gici e di cicli chemio-terapici, mi vieneamputata la gambasinistra e subitodopo mi viene aspor-tato il lobo inferiore

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Fabrizio Macchi, varesino, due volte campione del mondo di ciclismo tra i "diversamente abili" si racconta con la passione e la serenità che hanno

contraddistinto la sua vicenda umana. A 16 anni gli fu amputata una gamba a causa di un tumore. Oggi, 40enne, ha una famiglia con due splendidi bimbi,

tante vittorie sportive e non vuole smettere di pedalare sognando l'oro olimpico

Ho riacciuffato la

VITAdel polmone destro.Mi ricordo con estrema lucidità ilgiorno in cui il medico ha illustrato a

di Fabrizio Macchi

Fabrizio Macchi in azione in maglia azzurra

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me, mamma e papà, la possibilitàdell’amputazione della gamba… E’entrato in camera, mi ha salutatocordialmente come ogni giorno, eincrociando il mio sguardo dice: hodue proposte da farti per il tuo futu-ro, un intervento molto complicatodi esportazione cutanea con lanecessità di un’artroprotesi diginocchio ecc… oppure l’amputa-zione della gamba. I miei genitorifermi come sassi, mentre io glirispondo di getto... amputazione.Da quel momento inizia la secondavita di Fabrizio…Si ritorna a casa a Varese, pesopoco più di 20 kg ed il mio primopensiero era quello di ritornare informa per riprendermi la vita.Fisioterapia tutti i giorni fino aquando decido di riprovare a faresport e di ricoltivare il mio sogno didiventare un campione.Lo sguardo ed i pregiudizi dellepersone complicano un po’ il miocammino verso la normalità… ognitanto mi sentivo come un piccolomarziano verde che passeggiava inun mondo ovattato dall’ipocrisia…Ho un carattere combattivo e nonmi poteva certo fermare qualchechiacchiera da bar… quindi drittocome un siluro ho cercato la stradaideale per fare sport come tutti.Dopo alcuni anni e qualche incon-tro che mi ha spalancato le porteeccomi su di una bicicletta inAustralia per partecipare alla mia

prima olimpiade. Siamo nel 2000.Oggi dopo 10 anni di ciclismo ho unpalmares di tutto rispetto: tre parte-cipazioni Olimpiche con un bronzoal collo; nove medaglie mondiali dicui due d’oro fiammante e ventiseititoli tricolori…. Dal punto di vistafamigliare le soddisfazioni e leemozioni non si sono fatte attende-re troppo, l’incontro con Patrizia èstato un susseguirsi di magnificiepisodi. Il matrimonio, la nascita diThomas nel 2006 e quella di Mattia3 mesi fa. Non c’è ombra di dubbiodi essere una persona estrema-mente fortunata e di vivere tuttoquello che mi accade al 110%.

Nel 2007 ho persino scritto un libroa quattro mani con il giornalistasportivo Pietro Cabras, dal titolo“Più forte del Male”, con l’idea dimettere nero su bianco tutta la miastoria raccontandola a Thomas,così quando sarà più grande potrà,oltre che chiedermi direttamente lecose, leggerle e magari utilizzarequalche passaggio della mia vitaper risolvere alcune problemi chegli presenteranno…Il mio futuro sportivo è chiarissimodopo le vittorie mondiali nel 2009 e2010 l’obiettivo principale è Londra2012. Londra sarà per me la quar-ta Olimpiade e nessun ciclista ita-liano ha 4 partecipazioni olimpichenemmeno quelli che pedalano condue gambe e già questo sarà unrecord, ma io voglio l’oro…Sognare è bello in più se si riesco-no a realizzare questi sogni èmeraviglioso. Sapete una cosameravigliosa che mi accade ognigiorno quando abbraccio Thomasprima di dormire? Indescrivibile,anche se sono passati più di treanni dalla sua nascita molte voltemi lacrimano ancora gli occhi dallafelicità e quello che mi viene da direé….”Ma come sei uscito bene pic-colo pupi!”.Poi cambio camera eosservo Mattia e con gli occhiancora emozionati sorrido e ad altavoce dico a Patty “che spettaco-lo…”. l

Macchi con la sua famiglia (foto Walter Gatti per gentile concessione di DIVA e DONNA)

Macchi portato in trionfo dai compagni dopo aver vintoil suo primo mondiale a Borgogno

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morte sicura ma non gli ha rispar-miato una lunga sfilza di complica-zioni: infarto, aneurisimi, operazionia go-go.La vita gli sorrideva da bambinonella sua casa molto grande. Adappena 10 anni comincia a saltareper quel cortile, così ampio da sem-

brare una vera e propria pedanacon tutti i crismi della regolarità.Può prendere una maggiore rincor-sa aprendo il portone, partendodalla strada nella quale era raro ilpassaggio di qualche auto. Nel cortile la buca, con la zappapronta a muovere la terra, via via

Il personaggio/Il sardo Raffaele Piras è stato negli anni 60 un lunghista di talento, poi, dopo aver lasciato lo sport, ha cominciato a vincere premi

su premi scrivendo migliaia di versi nella caratteristica lingua della sua regione.Un eclettico giornalista e scrittore fiorentino ci racconta la sua storia

Sardo lo è di sicuro.Parafrasando Dante, sardo nationeet moribus. Raffaele Piras, classe1942, mi accoglie a Quartucciu,comune alle porte di Cagliari, nelsuo studiolo. Non sarà famosocome quello fiorentino diFrancesco I, ma anch’esso custodi-sce “cose rare et pretiose et pervaluta et per arte”.Giudicheranno i lettori se sia anco-ra sardo d’azione. Di sicuro lo èstato. Appese al muro le prove inoppu-gnabili: la scheda di orientamentoatletico 1957-58 (voto: ottimo), ildiploma di salto in lungo del 1963(Trieste: metri 7,42), quello del1961 (Torino, metri 7,37), la coper-tina incorniciata dello SportIllustrato che lo ritrae in volo mentreplana sulla rena. Altri trofei lo consegnano, invece,ad una dimensione più speculativache atletica. Sono le vittorie neipremi di poesia a tappezzare ilresto delle pareti.Ha scritto circa 1.300 poesie in lin-gua sarda con testo italiano a fron-te, vincendo tantissimi premi inSardegna e nel continente. Lamoglie Paola, mentre ci serve duethe freddi, quasi sbotta: «Su inmansarda ne ho delle scatolepiene». In senso meno letterale ed elegan-te, ma più metaforico, le scatolepiene le ha anche la concorrenza,che aspetta a gloria la rinuncia diRaffaele a partecipare ai premi dipoesia, perché altrimenti non c’èpartita. Non va più nemmeno a ritirare più ipremi vinti, anche perché le condi-zioni fisiche lo costringono a casaper gran parte dell’anno. Raffaele da 21 anni vive con unrene trapiantato. Ciò l’ha salvato da

di Roberto Corsi

A destra Roberto Corsi, autore dell'articolo. Accanto a lui il grande Eddy Ottoz

Un POETAd'azione

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che la misura aumentava, perchénon cadesse nel sodo. Servivaanche un altro strumento, il penna-to, perché se cresceva in lunghez-za il salto di Raffaele altrettantofacevano i rami dell’albicocco,rischiando di sfregiarne il volto.Erano prove in solitario, ma essen-do la competizione insita nell’animoumano, se n’era inventata una percosì dire domestica, staccando oracon la gamba sinistra ora con ladestra, misurando poi quale delledue fornisse i risultati migliori.Il calcio era stata la sua prima pas-sione, ma carriera calcistica nean-che tentata, in virtù dei grandi risul-tati che arrivano in atletica. Con le prime garette scolastiche, sitrova subito mezzo metro davanti atutti. Il 1961 è l’anno dell’esplosio-ne: i campionati studenteschi, poiquelli regionali, gli interregionali aBenevento. La nazionale juniores

Roberto Corsi è nato a Fiesole nel1947 e abita a Scandici. Insomma, èfiorentino se non natione sicuramen-te moribus. La fatica a tirar su 4 figli(Gabriele, Marco, Sara e Martina) èaumentata dopo la morte dellamoglie Patrizia, 10 anni fa. L’elenco dei suoi limiti è più lungodella lista della P2. Non ha titoliaccademici da esibire, i soldi perspassarsela, lo charme e i capelli perle donne, l’altezza per la pallacane-stro, il naso per gli affari, lo stomacoper fare politica. Ma invece di buttar-si in Arno, ha avuto l’intuizione giu-sta: fondare il PPD, Partito deiPoveri Diavoli, che è ormai diventatol’unico partito di massa, cui tuttisono iscritti, anche se alcuni non losanno e altri fanno finta di nonsaperlo. Al sano principio del libret-to rosso di Mao “contare esclusiva-mente sulle proprie forze”, si è limi-tato ad aggiungere: debolezze com-prese.Ha lavorato quasi sempre nel settoredella carta stampata. Dopo averinondato di lettere i giornali, è diven-tato egli stesso giornalista pubblici-sta. Adesso collabora al CorriereFiorentino, dorso locale del Corrieredella Sera. Dal 2005 ha pubblicato 6libri. I primi 4 – Il lucignolo chefumiga (ed: Cantagalli), Lealtà vocercando e Anorressia della memo-ria (ed. Aleph), Facebook (ed.Armando) – hanno per argomentoproblematiche socio-politiche.L’ultimo, Stelle senza polvere(Società editrice Fiorentina) , è dedi-cato all’atletica leggera. Al pari delprossimo, in fase di avanzata stesura:Dio salvi la regina – atletica leggeratra impianti e rimpianti.

gli spalanca le porte, facendologareggiare a Bielsko, in Polonia. Lavittoria agli assoluti di Torino con7,37 lo consegna alla nazionalemaggiore. Diplomato geometra, illunghista si concede una progres-sione quasi geometrica. Partito adinizio anno con 6,36, chiude con7,39. In un anno migliora di oltre unmetro. Il 1962 non è un anno fortunato,costellato da infortuni che non gliconsentono neanche di partecipareai campionati assoluti. Invece l’an-no successivo ritorna in pieno spol-vero, sempre ai vertici nel lungo esempre in nazionale. Ma la sfortu-na, che sarebbe stata la grandecompagna della sua vita, fa ancoracapolino con un nuovo infortunio,impedendogli di partecipare all’av-ventura olimpica di Tokio.Partecipa ai Giochi delMediterraneo di Napoli, ma è

costretto a cambiare piede di stac-co, per un infortunio al ginocchiosinistro.E’ l’ora del servizio militare.Raffaele viene dirottato a Bologna,fra i Carabinieri che hanno appenaallestito la squadra di atletica.Allenamenti fin troppo duri, con unintenso lavoro anche con i pesi. Lafreschezza, necessaria per un lun-ghista, va a farsi benedire. I primirisultati arrivano quando ormai l’at-

Cracovia 1963: il 21enne Piras posa con Josefz Schimdt,il polacco primatista mondiale e olimpionico di triplo, che lo ha appena battuto nel lungo per un centimetro

Roberto Corsi,un fiorentino alla scoperta dell'atletica

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calorie somministrate dall’albergonon erano adeguate per dei giova-ni atleti che volevano spaccare ilmondo. Bisognava che ci arran-giassimo da soli. Comprammodelle fionde per dare la caccia allegalline. Alla spedizione punitivapartecipai con GianfrancoCarabelli, il lanciatore Accattino equalche altro che non ricordo mache invito a farsi vivo. Tanto, il reatoè caduto in prescrizione. Una bellagallina di almeno due chili ne feceeffettivamente le spese, fu pelata earrostita. Peccato che non potem-

mo fare il bis perché i dirigenti,venutolo a sapere, ci sequestraro-no le fionde». Il giovane bancario Raffaele dove-va girare la Sardegna in lungo elargo per verificare l’esistenza dellecondizioni necessarie per l’eroga-zione di mutui. Ovviamente, Sulcisin fundo. Condotta all’altare Paola(«ci conoscevamo da ragazzi»),Raffaele dà il proprio contributo allaconservazione della specie. Seguealla lettera l’invito di Gesù a Giuda:quello che hai da fare, fallo presto.In 4 anni, dal 1971 al 1975, nasco-no altrettanti figli, alternati nelsesso come il piede di stacco:Carla, Andrea, Valeria edAlessandro. I guai fisici eranovenuti fuori prima, dopo 4 o 5 annidal lavoro in banca: un’insufficien-za renale ormai cronica. Per una decina d’anni Raffaele rie-sce ad evitare la dialisi, che divieneinevitabile perché il rene progressi-vamente perde funzionalità.Ci si organizza per farla in casa. Lasignora Paola con un occhio deveassistere il marito e con l’altro nonperde di vista i figli piccoli. Nel 1988anche in Sardegna si apre la sta-gione dei trapianti di rene, delquale Raffaele beneficia l’annosuccessivo. «Grazie a Dio – pro-rompe in un inno alla gioia – funzio-na ancora. Anche se, ovviamente,devo fare mille controlli».E adesso, pover’uomo?«Per ogni cosa c’è il suo momento,il suo tempo per ogni faccendasotto il cielo». Le parole del Qolethvanno bene anche per Raffaele.Per lui, da una decina di anni, si èaperto il tempo della letteratura edella poesia. «A me della poesia piace la delica-tezza, entrare in quelle forme chevolano, che si levano in alto», spie-ga, individuando così l’anello dicongiunzione tra il poeta e l’atleta.Prima era il corpo a librarsi nel-l’aria, rincorrendo il sogno giovanilee la misura di Arturo Maffei, ora è lamente ad inerpicarsi sui dolci pen-dii della lirica. Confessa l’amore per GiacomoLeopardi e per i poeti russi. Fra icontemporanei, predilige MarioLuzi ed Alda Merini.

tività ed il servizio militare sono fini-ti. Ma ecco la svolta, l’occasione dellavita: l’offerta di un lavoro in banca.Come può un giovane sardo rifiuta-re un’occasione del genere? Così,il primo febbraio del 1967 RaffaelePiras fa il suo ingresso al CreditoIndustriale Sardo. Il lavoro esige unimpegno totale, non c’è tempo perl’allenamento. Restano i ricordi diun bel clima, amicizie spontanee edurature. C’è il tempo e l’animo perqualche flashback goliardico.«Eravamo in ritiro a Belluno. Le

Raffaele Piras impegnato in un salto: è il 1961. Piras, 19 anni,vince il titolo italiano a Torino con 7,37

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sia in endecasillabi. Poi ci sonoaltre specialità dove non è che cisia tanta poesia. Parliamo di mar-cia, di maratona o gli stessi diecimi-la. C’è da mantenere lo stessoritmo ed allora si entra più nellaprosa che nella poesia».L’atletica dunque è piena dientrambe. Come la vita di ognuno

di noi. Come la vita di Raffaele. Nelsuo piccolo egli riassume in sé ilconflitto descritto dalla sequenzaVictimae Paschali: la morte e la vitasi affrontano in un mirabile duello.Farlo diventare poesia è il capola-voro di Raffaele, il ragazzo che sal-tava in giardino fra i rami dell’albi-cocco. l

Nella sua duplice veste di atleta epoeta, può rispondere ad un plato-nico quesito: l’atletica è poesia oprosa? Distingue. «Alcune specialità sono poesia. Adesempio, un salto di Sara Simeonioltre i due metri o un salto conl’asta. Oppure il ritmo di una corsaad ostacoli: sembra come una poe-

PPAASSCCHHIIXXEEDDDDAA

... e su schìliu tuu, ancora una borta,hat bintu sa morti, Signori,

ma est unu prantu de luxi su celuin custa noti santa.

Incarendisì de sa porta‘e su tempus, si tòrrant allui

memorias e su corusi nurdiat de surrùngiu

a s’arregordu de is nodasde sulìtus e launèddas

e a is alluìnus de is luminariaschi scumponìant s’umbra

de is urtimus filigrésuschi acoitànt a sa missa.

Imagini torràdapo mi preni de paxi sipuru no s’apàxit

s’axiòri po is pipius de is terras de s’Orientiacuguciaus in rifugiusca scint ca is iscopiusno sunt ‘e mutarètus

e su sinnus ‘e traciantinon est de sa cumeta.

Lùxint imbirdièras in is arrugas nostas,

luxint is bengàlasin cussas de s’orienti

mentras Issu est annoèndiabètus de sa palla!

NNAATTAALLEE

... e il tuo vagito, ancora una volta,ha sconfitto la morte, Signore,ma è un pianto di luce il cielo

in questa notte santa.

Occhieggiando dalla portadel tempo, si riaccendono

memorie ed il cuoresi nutre di rimpianto al ricordo delle notedi zufoli e zampogne

ed ai bagliori delle luminarieche scomponevano l’ombra

degli ultimi fedeliche si affrettavano a messa.

Immagine tornataper colmarmi di pace

quantunque non si plachi l’angoscia per i bimbidelle terre d’Orienterannicchiati in rifugi

ché sanno che gli scoppi non son di mortaretti

e il segno del tracciantenon è della cometa.Risplendono vetrine

in queste nostre strade,risplendono i bengalain quelle dell’oriente

mentre rinnova il Bimbosperanze dalla paglia!

UNA POESIA IN SARDO E IN ITALIANODI RAFFAELE PIRAS SUL NATALE

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Un’organizzazione sportiva nonè completa se, oltre alle sue attivitàistituzionali, non ha nel suo portafo-glio l’organizzazione di una manife-stazione di alto livello.Tale manifestazione ha un valore –al di là degli aspetti commerciali –immenso perché serve da volano atutte le altre attività e perché dàun’immagine diversa all’organizza-zione che la promuove.L’Europa a differenza degli altriContinenti non ha mai avuto dalleorigini una manifestazione come iGiochi europei multidisciplinari. Iltutto per un semplice motivo: le ori-gini di quasi tutte le discipline spor-tive olimpiche sono europee e, gra-zie a questo, già da oltre 80 anniogni singola federazione europea,o come si chiamavano alla nascita,ha varato i propri campionati euro-pei. Ad esempio l’atletica già nel1934 iniziò con la sua prima edizio-ne a Torino, per poi proseguire ogniquattro anni (periodi bellici esclusi).Sempre per rimanere all’atletica, varammentato che la Federazionemondiale, di cui quella Europea eraun semplice comitato, percepivauna percentuale dei diritti deiCampionati stessi per il propriofinanziamento! Ovviamente con iltempo anche le FederazioniMondiali si sono industriate edhanno messo in campo i propriCampionati Mondiali, integrandosia quelli Continentali ed integrandoil calendario di ogni singolo sportsecondo un ritmo ed una cadenzapianificata sulle date di svolgimen-to dei Giochi Olimpici Estivi.In altri Continenti il processo èstato del tutto inverso. Latitando leorganizzazioni continentali dellesingole federazioni sportive, leorganizzazioni continentali deiComitati Olimpici hanno promosso ipropri Giochi Continentali, siste-

mandoli nel calendario per tempoed in maniera stabile. In moltissimicasi solo successivamente le sin-gole federazioni continentali hannopromosso i propri campionati dellarispettiva area geografica. Per citare un esempio, nel 1920sull’onda dei Giochi del CentroAmerica nacque l’idea dei GiochiPanamericani. Nel 1932 fu fondatoil PASO, la Pan American SportOrganisation, ed i primi GiochiPanamericani furono previsti soloper il 1943, a Buenos Aires, poicancellati a causa del conflitto bel-lico, per iniziare di nuovo nel 1951e proseguire ogni quattro anni. Adoggi si sono svolte già quindici edi-zioni. I Giochi Asiatici non sono dameno. Fa sorridere pensare cheuna prima edizione, sotto il nome diCampionati dell’Estremo Oriente, sisvolse nel 1913 a Manila. Poi lenta-mente gli stessi si allargarono finoa diventare i Giochi Asiatici sotto ilcontrollo dell’Olympic Council ofAsia. La prima edizione si svolse aNew Delhi nel 1951. Ad oggi se nesono svolte sedici edizioni.Oggi ambedue i Giochi sono orga-nizzativamente di livello olimpicoed hanno - per i Paesi che vi parte-cipano - il valore che può avere lamassima rassegna sportiva delmondo. Infatti, per la maggioranzadei Paesi partecipanti, con l’esclu-

sione di Cina, Stati Uniti, Giapponee Canada, gli stessi sono forse piùimportanti degli stessi GiochiOlimpici perché possono partecipa-re con più atleti, hanno una mag-giore possibilità di vincere meda-glie ed hanno una copertura media-tica pari ai Giochi.Solo per confermare quanto affer-mato precedentemente, in Europasulla spinta di Giulio Onesti, promo-tore dell’Associazione dei ComitatiOlimpici a livello mondiale, già nel1967 a Teheran nacque l’idea diun’associazione continentale. Poi,nel 1969 a Versailles, venne elettopresidente il conte De Beumont esolo nel 1975 si arrivò a formulareuno statuto. Nel 1980 fu eletto pre-sidente Franco Carraro e, anchegrazie al pieno supporto del Coni, ilCOE (Comitati olimpici europei)divenne quello che è oggi. Tuttaviaa quella data, nel 1980, si eranosvolti già otto Giochi Asiatici e ottoGiochi Panamericani.A metà degli anni 90, con JacquesRogge presidente del COE e MarioPescante Segretario generale,nacque l’idea di lanciare i GiochiEuropei. Il sottoscritto fu incaricatodi effettuare uno studio di fattibilità.I fattori positivi, allora, erano due: ladisponibilità di organizzatori, vistele tante città europee interessate acandidarsi ai Giochi olimpici ed un

di Luciano Barra

Il SOGNO: giocare tutti insieme

Luciano Barra analizza le difficoltà che ci sono per far nascere i primiGiochi europei multisportivi, che già si svolgono negli altri continenti.

Il progetto dipende dalla volontà e disponibilità delle singole federazioni

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grande interesse di televisioni esponsor. Gli stessi fattori positivisussistono ancor oggi, anche se, acausa della crisi economica, gliaspetti commerciali non sono piùcosì favorevoli. Ma le difficoltàmaggiori furono strettamente lega-te al calendario internazionale obe-rato di tante manifestazioni e allaforza delle singole federazionieuropee, molte delle quali non inte-ressate ad abdicare alla gestionedei propri campionati e ai relativivantaggi d’immagine e commercia-li collegati. Apparve tuttavia evi-dente che un’iniziativa simile erapossibile, sempre in accordo con lefederazioni europee stesse, graziead un buy-out, avendo quindiimportanti risorse disponibili, madal punto di vista del calendario –con una deadline che non potevacollocarsi prima di 8/10 anni. Oggi il COE, presieduto dall’irlan-dese Patrick Hickey e con RaffaelePagnozzi segretario generale, haripreso giustamente questa idea edè a livello avanzato con uno studiodi fattibilità. Come detto gli aspettipositivi sono gli stessi di allora maanche quelli negativi.Dal punto di vista del calendarioesistono federazioni europee chestanno per assegnare i propri cam-pionati continentali del 2016 e/oche hanno già aperto “espressionid’interesse” per quelli del 2018. Sitratta di procedure previste dai sin-

goli statuti e spesso soggette adinteressi e patteggiamenti con lesingole federazioni nazionali, oltreche da contratti commerciali. Nonva dimenticato – senza considerareperò l’Italia – che nella maggioran-za dei paesi europei le federazioninazionali sono finanziariamenteautonome rispetto ai propri comita-ti olimpici, acquisendo le loro risor-se o direttamente dai Governi o dafonti private. Molto spesso i cam-pionati continentali sono l’occasio-ne per queste federazioni per raf-forzare, non solo la loro immagineed il loro livello tecnico, ma anchele loro finanze. E’ un interrogativo non di pococonto pensare quale possa esserel ’ o p i n i o n edelle singoleFederazioniNazionali ilgiorno che inun Congres-so della loroFederazioneE u r o p e ed o v e s s e r ovotare uncambiamen-to di talgenere.Infatti, nonvanno di-menticati gli“ego” perso-nali e non

Il presidente del Cio Jacques Rogge con l'irlandese Patrick Hickey,presidente dell'Associazione dei comitati olimpici europei

solo quelli. Quindi, ancheora, la possibilità di vederenascere la prima edizionedei Giochi europei sembralontana 8/10 anni. La datadel 2017 pare al momentoirrealistica. Non va, infatti,dimenticato che attualmentei Campionati europei dellesingole federazioni hannocicli diversi: chi ogni 4 anni echi ogni 2 anni, e sono spal-mati nel quadriennio delciclo olimpico. Inoltre iCampionati Europei il piùdelle volte sono un volanocommerciale per finanziaregli altri avvenimenti minoridelle singole federazioni equesto non va sottovalutato.Una cosa è certa: i Giochi

sarebbero molto utili all’Europa percrescere tecnicamente e per rista-bilire il suo dominio mondiale, cor-roso in questi ultimi anni dalla cre-scita degli altri continenti. Per que-sto fa bene il COE a continuare acredere in questo progetto. Ma perrealizzarlo è necessaria una con-creta operazione di contatti e pub-bliche relazioni con le federazionistesse. Negli altri continenti le stes-se sono invitate a tutte le assem-blee continentali dei Comitati olim-pici e si sentono parte di una fami-glia unica. In Europa ciò non è maiavvenuto. Lo si sta facendo timidamente ora,ma come in tutte le operazioni dilobbying, serve tempo. l

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Senza fare i conti in tasca a nessu-no, né per quanto riguarda le finan-ze né la salute, poiché saggezzavuole che “semel in anno” è lecitoimpazzire, proporrei una sceltadiversa all’insegna della stagionali-tà e della territorialità, nel tentativodi coniugare piatti prelibati, econo-micità e salute pur uscendo unavolta tanto, quantitativamente, dairanghi. Tenterei un menù a 4 stel-le, con libertà artistica di accompa-

di Santino Morabito (Specialista in Scienza dell’Alimentazione)

Al CENONEcambiamo il piatto

L’anno che se ne va, aspettando il nuovo, si saluta a tavola con un menùsolitamente ricco che segue sempre cibi tradizionali. Qui il prof. Morabito

ci propone delle alternative, ma senza tradire il pesce e le... lenticchie

A chiudere un anno, comunqueandato, buono o cattivo che siastato, e ad aprirne uno nuovo chearriva carico di speranze e di pro-getti, il posto migliore per aspettareil momento delle consegne efesteggiarle con le bollicine è sicu-ramente a tavola. Un momento acui ci si prepara per tempo, sia chelo si voglia trascorrere a casa, infamiglia o con gli amici, sia in unambiente elegante e raffinato, ser-viti e riveriti.Si dà grande importanza ai cibi,alla ricerca di piatti particolari edalla fine, senza fantasia, si cade neiluoghi comuni, cercando di coniu-gare il desiderio di portare a tavolaalimenti che consumiamo raramen-te durante l’anno, e il bisogno sca-ramantico di cibi che tradizional-mente sono ben augurali per unanno ricco di… monete, denari,soldi e similari.La tavola di Capodanno quasi sem-pre odora di mare, molluschi e cro-stacei la fanno da padrone, ricerca-ti con cura e prenotati per temposicuri che il 31 mattina arriveranno

nella dispensa di casa nostra o del-l’hotel-ristorante in cui abbiamo già,almeno un mese prima, prenotato epattuito il menù.Apriamo con champagne, ovvia-mente francese, ad accompagnareostriche della Normandia, tartinecon caviale del volga, salmonescozzese marinato ai ribes. Perprimo tagliolini agli scampi o arago-sta, che ancora vivi nel piatto balla-no caraibico, agnolotti al ripieno dizucca al ragù bianco di cer-nia, altro pesce notoriamen-te “di stagione”, scampiscottati in salsa di agrumi algrand marnier e gamberonial gratin in crosta di semi dipapavero. Il tutto annaffiatoda un bianco Doc secco eleggermente sapido. Gelatoalle mandorle con salsa dicioccolato, insalata di fruttatropicale, profiteroles o sainthonoré, in attesa di stappareuna nuova bottiglia di cham-pagne per il calice auguralee poi, dopo baci abbracci etelefonate, rimettersi a tavo-la per le lenticchie, perchénel nuovo anno di soldi neavremo bisogno parecchi,ad iniziare da quelli perpagare la cena.

L'ultimo dell'anno brindare con le"bollicine" è un obbligo

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aromi in mododa ottenere unbrodo ristrettoin cui, insieme adel vino bianco,cucinare i filettitagliati a toc-chetti che servi-ranno per con-dire gli spaghet-ti o i tagliolini.Un ragù chenon avrà nienteda invidiare aquello di cerniae i tagliolini sta-ranno bene nelpiatto anchesenza astice oaragosta. Potrà sembrarvistrana l’accop-piata patate evongole ma glignocchi si spo-sano bene con ibrodi o sughidelicati di pescee meritano di

essere provati. Ottimo il brodetto dipesci di nassa (da cucinare e dili-scare con molta cautela) in cuiaggiungere le vongole meglio se unmix di verace, riccia e femminella.Per il secondo piatto continuereicon il pesce e mi affiderei ad un’al-tra specie povera e negletta, checome la lampuga si può trovarecon facilità, freschissima, al costodi 5-6 euro al chilo. E’ il pesce scia-bola: unica lisca centrale, facile dasfilettare, pelle sottile argentatasenza squame, un pregio non dapoco per una carne fine e delicata.Tagliando le strisce del pesce aduna lunghezza di 5-6 cm possiamofarne un tortino con filetti di pomo-doro, pangrattato, capperi, formag-gio fresco a pasta filata (fidateviche l’accoppiata pesce formaggio èpossibile e vincente) oppure dispo-nendolo a strati con fette di patategià lessate o melanzane fritte. Ilpiatto va servito caldo in modo cheil formaggio sia ancora filante. Lestrisce di pesce, altresì, possonoessere arrotolate su un ripieno dimollica di pane con capperi e men-tuccia (la parte argentata rivolta

all’interno) per farne degli spiedini,con una fetta d’arancia tra un invol-tino e l’altro da cuocere alla grigliae, già che ci siamo userei lo stessoripieno, qualora fossi stato così for-tunato da trovare al mercato cala-maretti o totani, per riempire il sac-chetto insieme ai tentacoli sminuz-zati e saltati in padella con aglio evino bianco.Potremmo accompagnare questoarrosto con una crema ottenutafacendo cuocere e raddensare len-tamente del succo e polpa di aran-cia (un foglio di colla di pesce faci-lita ed accelera il risultato).Per contorno una bella insalatinaverde con dentro qualche chicco diuva passa ammollata, pezzetti dinoci avanzate dal pranzo di Natalee benaugurali chicchi di melograno.Ma sarà sufficiente il melograno adassicurare l’abbondanza per ilprossimo anno? Meglio affidarsialle classiche lenticchie che vannorigorosamente servite con fette dicotechino o zampone nel solco diuna tradizione che ricorda la capa-cità della nostra gente di conserva-re la ricchezza del maiale, a viaticoper il nuovo anno.Prima delle lenticchie, indispensa-bile per spezzare i sapori, un sor-betto di limone che possiamo pre-parare anche in casa, con bucciatritata, succo di limone e chiarad’uovo a neve, da congelare e poipassare un attimo nel frullatore perrenderlo cremoso. A chiudere un’in-salata d’arance con spicchi di man-darino e clementine. Per il dolce mi affiderei al classicopanettone o pandoro da serviresenza creme, salse, cioccolato ogelato.Sulla tavola a parte la presenza diacqua e l’assenza di bibite più omeno aromatizzate e gasate, cimetterei un buon vino bianco orosso, dal gusto fresco e dai saporifruttati.E’ arrivato ora il momento delle bol-licine, “champagne” che si traducein italiano “spumante”. Molte dellenostre regioni vantano in questacategoria vini di gran classe perbouquet e perlage, dolci o BRUT.E… al cin cin dei calici, Buon annoa tutti! l

gnare il pesce ai piatti tradizional-mente benaugurali, cercando dimantenere il più basso possibile ikm di provenienza e gli euro dispesa.Aprirei con un aperitivo (qualora cene fosse bisogno) con tocchetti diparmigiano o grana con chicchid’uva; tocchetti di pecorino stagio-nato, ogni regione ne ha uno di cuiandare particolarmente fiera, o delcaprino col miele accompagnato adun vino dolce o santo, che dir sivoglia. Premettendo che non sono uncuoco e neanche lontanamentesomiglio a Brillat Savarin, filosofodella gastronomia e del gusto, pro-porrei un antipasto di cozze grati-nate o in pastella, veli di bottarga ditonno, muggine, anguilla, adagiatisu un letto di arancia e limone. A seguire una pasta al sugo biancodi pesce, e in questa stagione miaffiderei alla lampuga (o capone), edegli gnocchi alle vongole. La lam-puga è un pesce versatile che sipresta facilmente ad essere spella-to e sfilettato: la lisca e la testavanno messi a bollire insieme agli

Pesci, crostacei e molluschi sono un classiconel menù del Cenone

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e nuovi attori si aggiungevano algià nutrito cast artistico, inoltre laregia di Giorgio Grassi portavaanche il teatro di De Filippo nelrepertorio, grazie ad una sapienteed attenta traduzione che, purmantenendo intatto lo spirito del-l’autore, ne adattava il ritmo allatradizione ligure.In quarant’anni di vita oltre 70 com-medie sono state allestite dallacompagnia con oltre 2.000 rappre-

sentazioni, ma il vero successo èstato quello di aver percorso sia lestrade della consolidata esperienzagoviana, sia quelle dell’innovazionecon sperimentazioni davvero inu-suali quali, ad esempio la scelta diallestire un testo utilizzando sceno-grafie, ma non oggetti di scena edaffidando quindi all’immaginazioneed alla gestualità la trasposizionescenica dell’oggetto stesso.Vanno ancora ricordati i tanti premi

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A cura della Federazione italiana teatro amatori

La Compagnia Dialettale Stabile della Regione Liguria ha compiuto quarant'anni.Nacque raccogliendo l'eredità artistica del grande attore genovese, ma ha saputo

anche proporsi al di fuori della tradizione con novità sceniche e "adottando" perfino il teatro napoletano di Eduardo De Filippo

Nel 1966 il grande Gilberto Govici lasciava, ma la sua eredità artisti-ca fu enorme: tantissime compa-gnie dialettali continuavano a reci-tare con successo e ottimi attori eregisti portavano in scena testi col-laudati, ma sempre graditi ed amatidal pubblico.Si sentiva forte, tuttavia, la necessi-tà di una compagnia che racco-gliesse alcuni tra i migliori interpre-ti e potesse continuare la tradizioneculturale del dialetto sperimentan-do anche nuove proposte e con-sentisse ai giovani autori di rappre-sentare le proprie commedie.Tullio Mayer, Gianni Orsetti eLaerte Ottonelli erano registi, auto-ri ed attori tra i più conosciuti inquegli anni e decisero di dar vita,nel 1970, alla CompagniaDialettale Stabile della RegioneLigure.La nuova compagine decise di ade-rire subito all’allora giovanissimaFederazione Italiana TeatroAmatori e il Presidente dellaCompagnia Mario Dighero sarà, daallora, uno dei più appassionati econvinti sostenitori della FITA dellaquale fu presidente regionale ericoprì anche importanti carichenazionali.Intanto la compagnia conoscevasempre nuovi successi in tutta Italia

Sul palcoscenico nel segno

di GOVI

Una foto che ritrae Mario Dighero e Santa Grattarola

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e riconoscimenti ottenuti dalla com-pagnia in questi lunghi anni di atti-vità, ma forse due sono i piùapprezzati: la lunga carriera artisti-ca di Santa Grattarola che pochigiorni fa ha compiuto novant’anni eancora calca le scene con passio-ne ed i successi di Ugo Dighero. Il famoso ed apprezzato attore,infatti, è figlio del compianto MarioDighero che fu eccellente interpre-te e seppe trasmettergli la sua pas-sione artistica. Ugo, dopo un’infan-zia trascorsa dietro le quinte a sbir-ciare le prove della compagnia delpadre, provò anche le prime emo-zioni sul palco e, come ama luistesso ricordare, “recitare con papàfu davvero un’esperienza unica ebellissima”.Ugo lasciò la compagnia per iscri-versi alla scuola di recitazione delTeatro Stabile di Genova e da allo-ra il suo talento e la sua bravura gliaprirono le porte del successo, manon dimenticherà mai i suoi tra-scorsi e l’inizio della sua carriera. Con il padre ritornò in scena alcunianni or sono. Fu in occasione di unsuo recital in un teatro genovesedove lo volle protagonista sul palcoaccanto a sé: un lungo interminabi-le applauso del pubblico suggellòper sempre quel momento indi-menticabile. l

QUANDO IN TV NACQUE UN “DIVO”Gilberto Govi è un simbolo ditutto il teatro dialettale italia-no, ma anche di tutta laLiguria e della città di Genovadove era nato il 22 ottobre1885. Quando morì, il 28 apri-le del 1966, a ottantuno anni,ai funerali partecipò tutta lacittà. Qui vogliamo solo ricor-dare come la grande popolari-tà di Govi (un profilo aperto asuo nome su Facebook conta15.000 adesioni) è dovutaanche alla televisione.Riportiamo quanto pubblicato

su Wikipedia nella biografia delgrande attore. “Govi non fece realmente neppure a tempo ad avere unrapporto approfondito con il mezzo televisivo, nato da pochi anni quandoGovi stava ormai avviandosi verso la parte finale della carriera; il piccoloschermo, tuttavia, gli consentì, grazie alla registrazione dal vivo di alcunispettacoli, di farsi conoscere dal grande pubblico e dalle generazioni suc-cessive. Fortunatamente oggi possiamo ancora vedere sei commedie rap-presentate in televisione, salvate dalla distruzione in maniera rocambole-sca negli anni settanta da un impiegato collezionista appassionato di tea-tro e proposte da Vito Molinari e Mauro Manciotti nel 1979 in una trasmis-sione di Rai 3 a lui dedicata. Si tratta di sei delle quattordici (o quindici, aseconda delle fonti) commedie registrate dalla RAI”.Govi apparve in televisione anche in diversi Caroselli del 1961, per unamarca di tè, dove interpretava il personaggio di Bàccere Baciccia, portie-re di un caseggiato, conosciuto da tutti per la tirchieria ma adorato daibambini. La macchietta era ripresa direttamente da una antica mascheragenovese: quella, appunto, del Baciccia. (A cura della redazione di TS) l

Foto di gruppo della Compagnia Dialettale Stabile della Regione Liguria

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deve esercitare sul gruppo. Ingenere un comportamento profes-sionale non può che essereapprezzato dai clienti. Nella prati-ca, è bene mantenersi professiona-li e distaccati in marcia ed approfit-tare ad esempio della sosta per ilpranzo per rendersi maggiormentedisponibili.Fondamentale è valutare il tipo diclientela, essendo questa a gene-rare la domanda e la conseguentenecessità da parte della guida dipianificazione e conduzione. Unagrossa differenza sta nel condurregruppi che montano cavalli di pro-prietà o condurre gruppi con caval-li del centro ippico. Nel primo caso,anche se si suppone di aver a chefare con cavalieri più esperti, cosanon sempre vera, bisogna cercaredi valutare per quanto possibile lecondizioni generali dei cavalli, lostato delle ferrature, l'efficacia dellebardature. Il tutto ben sapendo cheil proprietario deve semmai essere“consigliato” a fare l'una o l'altracosa, o meglio sarebbe trovare unasorta di leva psicologica per fare inmodo che lo stesso cavaliere siaattore di eventuali cambiamenti oaggiustamenti che possano miglio-rare le carenze riscontrate. Diversae maggiore è l'autorità della guidaequestre quando conduce gruppicon cavalli del maneggio, e direttal'azione di preparazione, controllo emiglioria sui cavalli. E auspicabileche una guida sappia valutare a

Quando più persone escono a cavallo insieme è fondamentale tener presentealcune regole che qui vengono elencate con chiarezza. Indispensabileè il ruolo professionale, seppur comunicativo, che deve avere la guida

A CURA DELLA CONFEDERAZIONE TECNICI EQUESTRI E CSAIN EQUITAZIONE

colpo d'occhio il proprio gruppo.Buona cosa, anche per le semplicipasseggiate, è il mettere i clienti insella e farli girare al passo in sezio-ne all'interno del maneggio, poten-do così valutarne sommariamentele capacità e fornendo un primomomento di affiatamento ai binomied al gruppo. Questo permetteanche di poterli assistere uno aduno nella preparazione e nel mon-tare a cavallo. Procediamo dunquead una schematizzazione delle fasisalienti in un percorso valutando leazioni che possono aiutare per lamigliore conduzione dei gruppi.1) Valutazione della clientela percapacità e per carattere.Incoscienti e pavidi sono ugual-mente soggetti da controllare.Azioni: osservare e valutare cavallie cavalieri.2) Formazione della sezione inmaneggio. Azioni: far montare iclienti, disporre il gruppo in mododa avere i meno abili al centro dellostesso o immediatamente vicini allaguida.3) Decisione del percorso. Azioni:conoscere il percorso e valutare ladifficoltà in base alle capacità delgruppo, eventualmente variandolo. 4) Partenza. Azioni: impartire l'ordi-ne di partenza e controllare il cor-retto posizionamento del gruppo.5) Fase di avvio. Azioni: porreattenzione al corretto andamentodel gruppo, valutare eventualivariazioni. Nella prima fase, e

Anche per la semplice condu-zione di gruppi a cavallo è neces-sario porre l'accento su alcuni con-cetti fondamentali ed alcune lineeguida che permettano di effettuaretale operazione nella massimasicurezza possibile. In primis consi-deriamo che le condizioni possonovariare a seconda del tipo di per-corso, della sua difficoltà, del tipo diclientela, della perizia di questanell'andare a cavallo e delle condi-zioni ambientali.Prima di altre considerazioni èbene ricordare che una guida è ilsoggetto responsabile del gruppo edi questo risponde sia civilmenteche penalmente. Come per ognialtro lavoro di responsabilità non èammessa l'imperizia. La guidadeve anche tenere presente che lasua responsabilità non termina afronte di comportamenti sconside-rati o incapaci attuati dalla clientela.Semplicemente, se si ritiene che uncavaliere non sia in grado di affron-tare il percorso, o che i comporta-menti o l'imperizia di questo possa-no essere di pericolo per lui o peraltri, il dovere di una guida è quellodi rifiutarsi categoricamente allaconduzione o, ove ve ne sia modo,di mettere in atto quelle censure talida annullare la situazione di perico-lo. La guida è costretta ad essereun po' “antipatica”, ma ha modo direlazionarsi e di simpatizzare con iclienti nelle situazioni che precedo-no o seguono le marce, ovveronelle pause delle stesse, semprecon attenzione a che non vengasminuito il carisma che la stessa

www.csainequitazione.it

Facciamo

GRUPPO!di Enzo Dell'Acqua

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A CURA DELLA CONFEDERAZIONE TECNICI EQUESTRI E CSAIN EQUITAZIONE

e prosecuzione dell'itinerario inbase a queste valutazioni.Elenchiamo inoltre alcuni compor-tamenti utili in casi particolari diconduzione.1) Attraversamenti stradali. a) conpiccoli gruppi (3 o 4 cavalli): esami-nare l'attraversamento, quandopossibile in sicurezza attraversareal passo allungato e proseguirel'andatura fino a che non avrannoattraversato tutti i cavalli. Se la stra-da è molto trafficata convieneattendere di attraversare in forma-zione di frotta. b) con gruppi nume-rosi: tenere in seconda posizione ilcavaliere più esperto o, qualora vifosse, far risalire la guida in secon-da dall’ultima posizione del gruppoalla testa dello stesso. A stradalibera o qualora i veicoli si fermas-sero per consentire l'attraversa-mento, occupare con il cavalloguida il centro strada perpendico-larmente al traffico e far procedereil gruppo all'attraversamento.Concluso lo stesso liberare la sedestradale portandosi prima in codaal gruppo per poi risalire alla testa.2) Guadi. Se profondi, assicurarsiche i clienti sappiano nuotare!Evitare di fermare il gruppo, affron-tare il guado con un passo soste-nuto. Valutare sempre la conforma-zione del passaggio, porre atten-zione ad eventuali buche. Preferirese possibile le zone di magra.Evitare di lasciare fermare i cavalliad abbeverarsi se non necessario.Controllare che l'abbeverata siaconsona alle condizioni termichedell'acqua, ambientali e di affatica-mento dei cavalli onde evitare pos-sibili coliche. Non fermarsi finché il

gruppo non ha guadato per intero.3) Caso di incidente. In caso di inci-dente o caduta, attivare se possibi-le un addetto del maneggio per ilrecupero dell'infortunato o per l'atti-vazione del servizio di soccorso.Affidare il proprio cavallo ad uncavaliere esperto o legarlo perpoter assistere l'infortunato. Senecessario rientrare per la stradapiù breve considerando di doverprocedere con un cavallo sottoma-no. Appena possibile, recarsi allestrutture di soccorso per sincerarsidelle condizioni dell'infortunato.Avvisare sempre e quanto prima,per iscritto, le compagnie assicura-tive, indipendentemente dalla gra-vità o dalla modalità dell'incidente.Consultare il gruppo per stabilire seproseguire o abbandonare.4) Conduzione su strade trafficate.Percorrere le strade nel senso dimarcia tenendo il gruppo in filasulla destra. Possibilmente faretransitare il gruppo sulla banchina.Mantenere il cavallo di testa sullasede stradale onde indurre i veicolia rallentare ed allargarsi. Questaposizione del cavallo di testa aiutainoltre i soggetti più ombrosi a rima-nere più tranquilli. 5) Passaggi a livello. In caso diattesa per passaggio a livello chiu-so è preferibile mantenersi ad unacerta distanza per evitare reazionidei cavalli al passaggio dei treni oal rumore dei meccanismi di avvisodi alzata della sbarra. Nel caso siattivi il segnale acustico valutareimmediatamente la possibilità diattraversamento del gruppo edeventualmente ripiegare per man-tenerlo unito. Questi alcuni casi particolari, ma èbuona norma conoscere approfon-ditamente il percorso ed eventualivarianti allo stesso, valutando altre-sì eventuali passaggi difficili osituazioni potenzialmente pericolo-se. Tra l'altro, a prescindere dallecapacità equestri di una guida,questa è riconosciuta leader delgruppo soprattutto per una peculia-rità: quella di conoscere meglio dichiunque altro la strada. Per questomotivo la guida non può né permet-tersi di non conoscere la strada ol'alternativa ad essa né di commet-tere errori di percorso. l

comunque in generale al passo,conviene mantenere un’andaturaabbastanza allungata. Questoporta minore possibilità di distrazio-ne ai cavalli con conseguentemigliore conduzione del gruppo.Richiamare se necessario il rispet-to delle distanze tra binomi.6) Primo trotto, da effettuarsi incondizioni rettilinee favorevoli.Azioni: preavvisare il gruppo delcambio di andatura, attendere che icavalieri siano pronti ed allineati.Preferire un trotto leggermenteallungato. 7) Primo trotto, controllo. Azioni:controllare i cavalieri, valutare l'as-setto e la condizione generale deicavalli. Controllare il rispetto delledistanze.8) Transizione al passo. Azioni:preavvisare il gruppo e rallentareprogressivamente al passo.9) Primo galoppo, da preferire nonin campo aperto per meglio control-lare il gruppo ed evitare sorpassi,meglio se in leggera salita o salita.Azioni: preavvisare il gruppo delcambio di andatura, attendere che icavalieri siano pronti ed allineati.Preferire il galoppo da lavoro (can-ter) mantenere andatura regolare.Porre particolare attenzione adeventuali ostacoli. Preferire la par-tenza dal trotto. Controllare ilrispetto delle distanze.10) Transizione al trotto e successi-va al passo. Azioni: preavvisare ilgruppo, rallentare progressivamen-te. Controllare il rispetto delledistanze. A questo punto la guidadeve aver valutato appieno lecapacità e le carenze di ciascunbinomio ed adatterà la conduzione

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zione, verrà garantita la non usuradei pneumatici e delle parti mecca-niche del veicolo stesso. Nei vari centri ACI, potranno quindisvolgersi i seguenti corsi: 1) Corso base per auto, moto, fur-goni e veicoli industriali.2) Corso introduttivo per auto.3) Corso avanzato per auto (prope-deutico il corso base). 4) Corso di guida difensiva perauto. 5) Corso base per fuoristrada, pickup, mezzi pesanti e moto (solo suVallelunga)

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A SCUOLAdi sicurezza

Nei centri ACI di Roma, Brescia e Caserta è possibile seguire i corsi per impararea guidare, senza rischi per sè e per gli altri, auto, moto, ma anche fuoristrada,

suv e mezzi pesanti. I programmi non trascurano nulla. Ci sono condizioni d'iscrizione agevolate per i tesserati CSAIn grazie a una convenzione

Grazie alla convenzione nazio-nale tra CSAIn e ACI-CSAI, ilnostro Ente ha stipulato un’ulterioreconvenzione “Guida Sicura ACI”che permetterà a tutti i tesserati, dipartecipare ai corsi di guida sicura,a condizioni vantaggiose, avvalen-dosi dei centri di guida sicura ACIubicati rispettivamente a Roma(Autodromo di Vallelunga), aBrescia (Autodromo diFranciacorta) e a Caserta (SessaAurunca). I centri costituiscono la prima strut-tura sul territorio nazionale cheimpiega tecnologie sofisticate edattrezzature specifiche per la for-mazione alla guida di conducenti dimoto, auto, furgoni e mezzi pesan-ti. Nei centri è possibile riprodurrefedelmente le più frequenti situa-zioni di guida critiche come adesempio la guida su fondi bagnatie/o scivolosi sia in pendenza che inpiano, la guida in condizioni discarsa visibilità, la guida notturna el’aquaplaning. Inoltre all’internodell’impianto di Vallelunga è sortadi recente una nuova areaFuoristrada, che intende soddisfarele necessità di coloro che, utilizzan-do mezzi fuoristrada e Suv, neces-sitano di un’adeguata formazioneall’uso dei mezzi.Il tracciato ha una lunghezza dicirca 2 km e permette la guida suvari tipi di fondo. Su questa pista si

possono svolgere molti tipi di eser-cizi tra i quali il Twist, l’attraversa-mento di un guado, angolo di attac-co e di uscita ed altri esercizi conpendenze sino ad un massimo del38%. I veicoli utilizzati durante tuttii corsi saranno messi a disposizio-ne dal Centro di Guida Sicura, ma,al fine di rendere più personalel’apprendimento dei comportamen-ti corretti, gli esercizi pratici potran-no essere realizzati anche con ilproprio mezzo privato. Infatti, gra-zie agli asfalti resinosi a scarsaaderenza ed all’impianto d’irriga-

A cura della Commissione automobilistica sportiva italiana

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composto da una sessione teoricaed una sessione pratica. La sessione teorica prevede iseguenti argomenti: eventuali novi-tà del Codice della Strada; accor-gimenti che consentono di viaggia-re con un mezzo più efficiente esicuro; posizione di guida ed usocorretto dei comandi; informazionidi primo intervento in caso di inci-dente; cenni statistici sulle principa-li cause di incidente stradale; illu-strazione degli esercizi che verran-no successivamente eseguiti. La sessione pratica prevede losvolgimento dei seguenti esercizi:posizione di guida al volante; sla-lom tra i birilli posti a distanza diffe-renziata; frenata di emergenza; fre-nata differenziata su fondo bagnatoin discesa; frenata con e senzaABS; sottosterzo su tornante; guidain discesa; frenata di emergenzaper evitare un ostacolo; sbandatacontrollata. CORSO AVANZATO AUTO Il corso prevede lo svolgimento diun programma di formazione allaguida sicura della durata di un gior-no (dalle 9 alle 17) e potrà esseresvolto dopo aver seguito il corsoauto precedentemente descritto. Ilcorso sarà composto da una ses-sione teorica ed una sessione pra-tica. La sessione teorica prevede losvolgimento del seguente program-ma utilizzando supporti audiovisivi :l’aquaplaning; il pneumatico; linse-

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rimento incurva e tra-iettorie sicu-re;il trasferi-mento dicarico e lesue dinami-che. La sessionepratica pre-vede lo svol-gimento deis e g u e n t ie s e r c i z i :schivata del-l’alce; slalomveloce conbeccheggio erollio; slalompendolo; fre-

nata con evitamento di più ostacoli;Skid car; controllo del sovrasterzoe pendolo; inserimento in curva concontrollo della direzionalità; modu-lazione della frenata; Aquaplaning(con istruttore al fianco)Ogni gruppo sarà coordinato da 2istruttori. Gli equipaggi sarannocomposti da n° 2 allievi per auto-vettura. CORSO BASE MOTO E SCOOTER Il corso prevede lo svolgimento diun programma di formazione allaguida sicura della durata di un gior-no (dalle 9 alle17). Il corso saràcomposto da una sessione teoricaed una sessione pratica. La sessione teorica prevede iseguenti argomenti: abbigliamento;tipologia del veicolo; posizione diguida; comportamento del veicoloin marcia; frenata di emergenza;tecniche di guida; controllo del vei-colo; cenni sulla patente a punti;apprendere i principali comporta-menti per intervenire in caso di inci-dente. La sessione pratica prevede losvolgimento dei seguenti esercizi:posizione di guida; slalom; frenatad’emergenza; frenata su strada indiscesa e salita; frenata in condi-zioni di scarsa aderenza; frenatacon inserimento in curva; percor-renza in curva; percorrenza di unacurva a raggio variabile; simulazio-ne di un percorso stradale; control-lo della sbandata. l

Gli obiettivi di un corso sono essen-zialmente quelli di preparare unconducente ad affrontare le situa-zioni di guida critiche, apprenderele principali tecniche di guida perridurre i consumi sia di carburantesia di pneumatici e freni, apprende-re i principali comportamenti corret-ti di guida ai fini della sicurezza,aggiornare sulle eventuali novitàintrodotte dal Nuovo Codice dellastrada e apprendere i principalicomportamenti per intervenire incaso di incidente. Per tutti gli asso-ciati CSAIn, sono previsti deglisconti sui listini dell’anno in corso,basterà, al momento della prenota-zione, comunicare il numero di tes-sera CSAIn. Per il centro di Roma Vallelunga,l’associato potrà scegliere tra ledate programmate sul sitowww.vallelunga.it (pagina dellaguida sicura) e prenotare il corsotelefonando direttamente al callcenter (06-90155071) inviando lascheda di prenotazione. In alterna-tiva sarà possibile concordare delledate specifiche in funzione delnumero giornaliero dei partecipanti.Per un corso con minimo di 8 par-tecipanti lo sconto sarà del 20%per il singolo partecipante lo scontosarà del 10%CORSO AUTO Il corso prevede lo svolgimento diun programma di formazione allaguida sicura della durata di un gior-no (dalle 9 alle16). Il corso sarà

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23enne; vent’anni ha MatteoBrunello di Schio (VI), protagonistanel monomarca Ford Fiesta SportTrophy; Gabriele Cogni Piacentinodi 23 anni, 1° nel girone centro delmonomarca Peugeot Top; altrovicentino di Marostica GiacomoCostenaro, 21enne e già miglioreallievo della scuola Federale nel2010; Andrea Nucita, 21enne mes-sinese di Santa Teresa Riva, vinci-tore Challenge 8ª zona 2009;Alessandro Re, 20 anni di Como inlotta per la classe R2 e l’under 23del TRA. Intense lezioni teoriche,messe in pratica con impegnativiturni di guida. In entrambi i corsi lasignificativa presenza di due spe-cialisti di “Formula Medicine”, ilCentro diretto dal dott. RiccardoCeccarelli specializzato in medicinasportiva nelle competizioni. l

La Csai, la CommissioneSportiva Automobilistica dell’Auto-mobile Club d’Italia, ha voluto que-st’anno dedicare il SupercorsoFederale ACI-CSAI 2010 allamemoria di Gino Macaluso, ilPresidente Onorario della Csairecentemente scomparso, uno deimaggiori fautori dell’iniziativa dedi-cata alle giovani promesse dell’au-tomobilismo sportivo tricolore.Giunto alla settima edizione ilSupercorso ha riunito sei giovanipiloti del settore Velocità e sette delSettore Rally, affiancati dai proprinavigatori. Tutti giovani che si sonomessi particolarmente in luce nelcorso della stagione ed hanno rice-vuto l’ambito e prestigioso premio.Alla giornata inaugurale ha parteci-pato anche il Presidente ACI-CSAIAngelo Sticchi Damiani, che oltread aver espresso i migliori auspiciverso gli allievi, si è soffermato sualcuni punti fondamentali del lavoroche si sta svolgendo soprattutto afavore dei giovani sottolineando ipanorami internazionali che si sonoaperti per i migliori. Le giovani promesse si sono ritro-vate all’Autodromo di Vallelunga“Piero Taruffi” per quattro giornate.Per il settore Velocità i sei vincitoridel supercorso presenti sono pas-sati dalla Leon Supercoppa, allaFormula AciCsai Abarth, allaFormula 3. I sei “campioncini”erano: Raffaele Marciello, 15 anni,svizzero, ma italiano di licenza edorigini, casertane; Eddie Cheever,17 anni, romano; Riccardo Agostini,16 anni, padovano; LorenzoCamplese, 16 anni, pescarese;Simone Patrinicola, 17 anni, enne-se; Antonio Giovinazzi, 16 anni,tarantino. Marciello, Cheever edAgostini sono stati selezionati di

diritto come primi tre italiani classi-ficati nel Campionato FormulaAciCsai Abarth, mentre Camplese,15° in F.AciCsai Abarth, Patrinicola,miglior Under17 nella F.2000 Lighte Giovinazzi, protagonista nelpanorama karting internazionale,sono scelti dalla commissione esa-minatrice. Teoria specialistica inaula, pratica in pista con percorren-ze quotidiane di circa 100 km, sottola guida degli istruttori coordinati daCristiano del Balzo, direttore dellaScuola Federale Velocità. La dire-zione del Settore Rally era affidataa Piero Liatti. Renault Clio gruppo Ae New Clio R3, Mitsubishi Lancer ele Subaru Sti, sono state le vetturesulle quali si sono cimentati i setteselezionati: Alessandro Bosca,23enne di Santo Stefano Belbo(CN); Omar Bergo, biellese

Eddie Cheever, vincitore del supercorso velocità, premiato dal direttoredella scuola federale velocità Cristiano del Balzo

Tredici "CAMPIONCINI" al Supercorso dedicato

a Gino Macaluso

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AES Italia e ANIMA PER IL SOCIALE

da un forte radicamento territorialee da una stretta relazione col tes-suto economico e sociale nel qualeoperano».La tematica al centro del dibattito èpartita dall’analisi dello studio “LaResponsabilità Sociale d’Impresanel quadro delle Linee GuidaOCSE destinate alle imprese multi-nazionali - Un focus sulle piccole emedie imprese”, ricerca condottadalla LUISS Guido Carli per ilMinistero dello SviluppoEconomico, finalizzata ad indagarele modalità pratiche di adozione,gestione e misurazione dellaResponsabilità Sociale d’Impresada parte delle PMI. L’incontro, inserito nel calendario dieventi della Settimana della Culturadi Confindustria, fa parte del ciclodei Forum Territoriali sullaResponsabilità Sociale d’Impresapromossi dalla CommissioneCultura di Confindustria-Gruppo diLavoro CSR. Tali Forum si declina-no nei Forum CSR Locali, gruppi dilavoro nei quali imprenditori edesperti locali avviano azioni e ini-ziative rivolte a diffondere le tema-tiche base della CSR e della soste-nibilità.All’interno del Gruppo di LavoroCSR, Sabrina Florio, Presidente diAnima, coordina l’attivazione deiForum Territoriali nel Centro-Sud,esportandone il format anche nellealtre territoriali di Confindustria. l

dello Sviluppo Economico in rap-presentanza di Andrea Bianchi,Direttore Generale DirezionePolitica Industriale e CompetitivitàMinistero Sviluppo Economico,Matteo Caroli, Ordinario diEconomia e Gestione delleImprese Internazionali LUISSGuido Carli, Marina Migliorato,Responsabile CSR LabCommissione Cultura diConfindustria e Responsabile CSRe Rapporti con le AssociazioniEnel. All’evento è intervenutaMariella Zezza, Assessore Lavoroe Formazione della Regione Lazio.Tre le testimonianze di PMI: PalmSpA, azienda Agricola Villa Caplêt,Develpack S.r.l., che hanno fattodella responsabilità sociale d’im-presa il loro punto di forza. Hamoderato l’incontro Giuseppe DeFilippi, giornalista del TG5.Questo il pensiero di SabrinaFlorio, Presidente di Anima, sulforum: «Il discorso sulla competiti-vità è fondamentale per Anima: nonesiste contraddizione tra ruolosociale e ruolo economico dell’im-presa. La gestione responsabile dell’im-presa, l’interlocuzione con gli sta-keholders da cui deriva una mag-giore rispondenza alle esigenze delterritorio, si può e deve tradurre inun vantaggio competitivo spendibi-le sul mercato, ed ha ancora piùrilevanza per le PMI caratterizzate

Contribuire a diffondere la cultu-ra della Responsabilità Socialed’Impresa, creando un’effettivaconoscenza dei vantaggi competiti-vi che i comportamenti ‘sostenibili’possono dare alle imprese, in parti-colare alle piccole e medie, attra-verso l’analisi di best practice estudi di settore. Questo l’obiettivodel Forum CSR (Corporate SocialResponsibility) dal titolo“Responsabilità d’impresa e com-petitività”, che si è svolto a Roma il18 novembre, organizzato daAnima per il sociale nei valori d’im-presa, l’Associazione non profitpromossa dall’Unione degliIndustriali e delle imprese di Roma,che si occupa di diffondere tra leimprese del territorio la culturadella Responsabilità Sociale d’im-prese e della Sostenibilità.Hanno aperto l’incontro AurelioRegina, Presidente UIR, VincenzoBoccia, Presidente PiccolaIndustria di Confindustria e SabrinaFlorio, Presidente Anima eCoordinatore Forum TerritorialiCommissione Cultura diConfindustria. Sono intervenutiBenedetta Francesconi, Respon-sabile Internazionale Ministero

Organizzato da Anima si è svolto il Forum Csr sulla possibilità di far convivere inun'impresa il ruolo sociale con quello economico. L'iniziativa rientra nei dibattitipromossi dalla Commissione cultura di Confindustria

Competitività fa RIMAcon responsabilità

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CSAIN

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IL MONDO

Tutti in "DIFESA"Pieno successo a Catania del corso internazionale "Self defense" che ha avuto nel famoso Maestro Soke Kubota il personaggio di spicco

Autonomo di Polizia (S.A.P.), hanno seguito con atten-zione tutte le fasi del corso.Soke Kubota, arrivato qualche giorno prima dell'even-to a Catania da Los Angeles, città dove vive ed inse-gna, insieme al suo assistente Shihan Rod Kuratomi,ha intrattenuto i presenti con ben sei ore di stage; cin-que di difesa personale ed una di Karate e Ju Jitsu peri più piccoli (5 12 anni). Questi ultimi hanno così avutomodo di praticare con un personaggio leggendariocome è Soke Kubota.Nato nel 1934, Soke Kubota, oggi quindi 76enne, haguidato tutti i presenti con una lezione articolata inKubotactical (strategia della difesa e controlli a manonuda), Tonfa (strumento tradizionale da lui introdottofra le forze di polizia), ed in ultimo il Kubotan (strumen-to versatile e straordinariamente efficace da lui ideato).Per i più piccoli, invece, un'ora di lezione tattica, foto digruppo e foto individuale a ricordo della bella esperien-za. Sul parquet del Pala Arcidiacono di Catania, gentil-

I partecipanti al corso che si è tenuto a Catania

Organizzato dalla Workout Palestre di Catania, incollaborazione con Progetto Integrato Difesa, MizuRyu International Martial Arts Academy, CSAInComitato Regionale Sicilia, CSAIn Sezione NazionaleJu Jitsu, ANAS Italia e Cus Catania, si è svolto aCatania il “1st International Self Defense Course &International Kubota Course in Sicily”. Il corso ha ospi-tato oltre 200 partecipanti provenienti da vari paesieuropei e non solo, da molte regioni italiane ed, ovvia-mente, dalla Sicilia e dalla provincia di Catania in par-ticolare.Jutsukas, karatekas ed appartenenti alle Forzedell'Ordine, come Carabinieri (Comando Provinciale diCatania), Guardia di Finanza (Comando Provinciale diCatania), Polizia Penitenziaria (Rappresentaza UGL diTrapani), Polizia di Stato (Questura di Catania), PolizieLocali dei Comuni di Catania, Gravina di Catania,Licodia Eubea, Mascalucia, Sommatino, TremestieriEtneo e Viagrande, ed una delegazione del Sindacato

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Il Maestro Soke Kubota omaggiato della marionetta Orlando

mente concesso dal Cus Catania nella persona delsuo Presidente. Luca Di Mauro, Soke Kubota ha lavo-rato in modo instancabile, come del resto è stato sem-pre il suo stile di vita.Decimo dan di Karate (Gosoku Ryu), istruttore dei prin-cipali Corpi Militari e di Polizia nel mondo (Marines,Rangers, Esercito e Marina degli Usa, CIA, FBI, Polizia

di New York e di Los Angeles ecc), Soke Kubota èstato anche maestro di allievi famosi come Obama,Schwarzenegger e Mc Donald. Attore televisivo esoprattutto cinematografico (Tora! Tora! Tora!, PearlHarbor, Simon & Simon, ecc.), Soke Kubota ha datoprova di essere anche una buona forchetta, assag-giando tutto ciò che la cucina siciliana può proporre.Il corso, fortemente voluto dai professori Costa eCavallaro, ideatori e promotori del P.I.D. (ProgettoIntegrato Difesa), è stato un autentico successo, sia intermini di partecipazione, sia per ciò che concerne icontenuti apprezzati da tutti i partecipanti. Le Forzedell'Ordine, in particolare, hanno avuto modo di con-statare l'importanza della conoscenza di strategie d'in-tervento efficaci, di facile applicazione ed apprendi-mento. È stato altresì piacevole vedere cimentare nel-l'esecuzione dei gesti proposti, molti Ufficiali insieme aipropri uomini, uniti dalla voglia di apprendere.Premiazione finale con prodotti locali (passito e cappe-ri di Pantelleria), l'immancabile Orlando fatto a manodal Maestro Francesco Salamanca, targa con riprodu-zione della Sicilia per Soke Kubota e l'elefante in pie-tra lavica «u' Liotru» per Shihan Kuratomi, e targhericordo per gruppi ed autorità. Infine, attestato di parte-cipazione per tutti i gruppi, le associazioni e gli stagistiintervenuti. l

Giovedì 18 novembre a Roma, nella Sala delCarroccio in Campidoglio, la FIK ha consegnato lebenemerenze a coloro che nel corso degli anni si sonocontraddistinti nella promozione del karate.Il tavolo di rappresentanza era formato da DanieleLazzarini, Presidente della FIK, dal M° VitalianoMorandi, vice presidente, Roberto De Luca, DirettoreTecnico della nazionale, da Luigi Fortuna, PresidenteCSAIn, da Fiorenzo Pesce, Presidente del CentroNazionale Sportivo Fiamma, da Luigi Musachia,Presidente della Libertas. Con loro c’erano Marco DiCosimo, Presidente Commissione Urbanistica diRoma, Guido Mannea, Vice presidente Metro C,

Nicodemo Panuccio, Delegato alla Metro C.Tra i maestri storici presenti ricordiamo: FrancescoRomani, Paolo Ciotoli, Tommaso Colapietro, AugustoBasile, Giancarlo Barbin, Ivo De Santis, IppolitoGiumenti, Franco Paganini, Luciano Panciroli, OscarHiga, Cristina Rissone, Massimo Di Luigi, AurelioBonafede, Rosario Capuana, Bruno Gilardi, EnzoCollamati, Vezio Diotallevi, Lilio Semino, Marco Tosatti,Raniero Abeille, Gilberto Berlen, Alberto Evangelista,Giorgio Carcangiu. Durante l’evento sono stati anchericordati in memoria personaggi come AugustoCeracchini, Franco Franchi, Carlo Henke. Infine èstata consegnata la cintura nera “ad honorem” aIsacco Zurru. La storia del karate è prestigiosa, diffici-le, piena di mutamenti, denominazioni e riconoscimen-ti non ottenuti, e forse il 18 novembre si e’ fatto unprimo passo nella storia del karate, ringraziando que-sti maestri, divulgando la loro esperienza verso tutticoloro che si sono avvicinati a questa disciplina. La FIKsu iniziativa di un gruppo di maestri e dirigenti si pro-pone per la sola disciplina del karate con l’obiettivoambizioso, ma non impossibile, di riunire tutti i prati-canti, dando ad ognuno la libertà di vivere e praticareil karate con gioia. L’evento è stato fortemente volutodalla FIK, interpretando i sentimenti di tanti praticanti,per onorare quanti hanno fatto "grande" la storia delkarate italiano, a prescindere dalle tante sigle o fede-razioni che ci sono nel mondo del karate. l

LA FIK RICORDA I GRANDI MAESTRI DEL KARATE

L'intervento del Presidente Fik Daniele Lazzarini. Seduto alla sua destra Luigi Fortuna

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Domenica 21 novembre, nel palazzetto dello sport diRovellasca, s’è svolta la gara di Karate “CampionatoInterregionale clan”. Duecento gli iscritti, undici società“scuole di Karate” partecipanti, tra queste il sodalizioKarate-Do di Cesano Maderno del presidente VittorioRaso. Gli allievi del Karate-Do si sono confrontati nelle

Napoli, domenica 21 novembre: nell’ampio palazzettodello sport di Soccavo si è svolto il Campionato italia-no di Taegeuk-Poomse della Federtaekwondo.Lasciamo raccontare i dettagli di questa grande gara,al responsabile tecnico delle Forme, M° Antonio Voci,che ha avuto, tra gli altri, il compito di selezionare gliatleti più meritevoli per la gara internazionale diSindelfingen: «Vorrei complimentarmi con laFederazione, l’Ente di Promozione Sportiva CSAIn etutti gli organizzatori per la buona riuscita di questamanifestazione, una gara nazionale di forme altamen-te competitiva dove la partecipazione è stata elevatacon circa 250 atleti. Dal punto di vista organizzativo la

gara non ha avuto intoppi. Ho potutoosservare con piacere e fierezza che illivello tecnico dei ragazzi è in continuoaumento, specialmente per quantoriguarda la fascia di età compresa tra i 7e i 12 anni. Ciò significa che i tecnici dellaFederazione stanno facendo un ottimolavoro. La categoria cinture nere ha datoprova di alto livello tecnico. La formuladella gara è stata inoltre originale rispet-to agli scorsi anni, poiché è stata previstaun’ulteriore categoria, fuori dal medaglie-re, riservata ai giovanissimi atleti chehanno per la prima volta approcciato un

campo di gara e l’ebbrezza di dimostrare le propriecapacità davanti a un vasto pubblico. I più piccoli infat-ti, pur non conoscendo ancora la prima forma, o nonessendo ancora pronti per dimostrarla, hanno potutoesibirsi con i primi tre attacco/parata, facendo di que-sta esperienza una piccola “prova di vita”. La gara èstata per me un momento speciale che mi ha permes-so di valutare le varie risorse e quindi selezionare trecampioni italiani per la squadra nazionale. La rappre-sentativa risulta così composta dai sardi RobertoCarrus e Stefania Seu e dal calabrese DaniloPrunestì». La classifica per Società, ha visto piazzarsial primo posto l’Athlon 2000 (Calabria), al secondoMartial Arts Romeo (Calabria), al terzo New HealthClub (Campania) mentre un altro club calabrese,l’“Xtreme Fight Club”, si è classificato quarto. l

AL CAMPIONATO DI “FORME”TRIONFO PER LA CALABRIA

Foto ricordo per i ragazzi calabresi dell'Athlon 2000 dopo lavittoria nella classifica di società

QUI LOMBARDIAI PICCOLI ATLETI DEL KARATE DODI CESANO FANNO INCETTA DI PODI

I giovanissimi allievi del Karate Do di Cesano Maderno sempre alla ribalta

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Le migliori della disco dance sul podio

tre specialità previste (Kata: esercizio individuale cherappresenta un combattimento reale contro più avver-sari immaginari; Kata a squadre: dove è fondamentalela perfetta intesa con i compagni; Kumite: combatti-mento ), conquistando ben 25 podi così suddivisi: ottoprimi posti, sette secondi posti e dieci terzi posti.Nelle rispettive categorie hanno conquistato il 1° posto:Samuele Cadenazzi (cintura gialla), Matteo Sanità(cintura verde), Luca Longhin (cintura bianca), MatteoProvezza (cintura verde), Giulia Mafrici (cintura gialla),Alessia Santamaria (cintura arancio), Simona Beccalli(cintura bianca), Alessia Borreca (cintura gialla). Isecondi posti sono arrivati grazie a Giuseppe Notaro(cintura gialla), Gabriele Mafrici (cintura verde), ViolaBonfanti (cintura gialla), Valentina Castagna (cinturaarancio), Giorgia Savaris (cintura gialla),Mariagiovanna Caprara (cintura blu) e alla squadracomposta da Serena Pinton, Valentina Castagna eAlessia Santamaria. Infine, terzi posti per MicheleBrigandì (cintura gialla), Iago Brenna (cintura verde),Stefano Dalla Longa (cintura bianca), AndreaSambruni (cintura nera), Elena Notarangelo (cinturagialla), Susanna Bee (cintura gialla), Michelle Monzani(cintura arancio), Gaia Sanità (cintura verde), nelKumite (combattimento) Gabriele Mafrici (cinturaverde) e per la squadra composta da MicheleAmoroso, Iago Brenna e Matteo Sanità. I risultati otte-nuti ha permesso alla società di classificarsi al secon-do posto aggiudicandosi il relativo trofeo. Come sem-pre ottimo il lavoro e l’impegno svolti dagli istruttoriAndrea e Marta Sambruni, Paola Di Giovanni. l

QUI VENETO

A TREVISO IL NATALE E’ FESTA VERAMA PER IL CALCIO E’ GIA’ PRIMAVERA

Un Natale quanto mai effervescente quello propostodal Comitato di Treviso che nel periodo va ben oltreall’organizzare manifestazioni o competizioni sportive.Si è cominciato con la tradizionale gita del 5-6-7dicembre rigorosamente riservata ai Soci i quali hannopotuto apprezzare le bellezze delle città di Innsbruck,Monaco di Baviera e Salisburgo, tre giornate chehanno dato modo di rinsaldare lo spirito di amicizia cheè sempre più di casa nella Marca Trevigiana.Sempre nel periodo natalizio verranno riproposte letradizionali gare a 5 e 11 giocatori con i protagonistirigorosamente vestiti da Babbo Natale.Non sono mancate nel programma le tradizionali festepromosse dalle più importanti organizzazioni calcisti-che. Italo Benedet ha coordinato quella del Calcio

Amatori Oderzo radunando oltre che i calciatori anchei familiari che hanno potuto apprezzare il buon lavorosvolto dal direttivo Opitergino; Roberto Poloniato poi siè impegnato per far festa con le sue 36 squadre iscrit-te al 34° Torneo dell’Amicizia del CAM 77Montebelluna. Anche per la Lega Amatori CalcioTreviso si è ripetuta la positiva esperienza degli annipassati con il classico raduno di oltre 400 associati iquali hanno partecipato e vissuto la premiazione delTorneo Invernale Trofeo CSAIn ritirando l’omaggionatalizio consistente in un cesto di prodotti. I tornei diPorec e Novigrad (Croazia) e quello di Riccione, che sisvolgeranno in primavera, sono state presentate neigiorni scorsi. Sono tre i soggetti che coordineranno iltutto: oltre al Comitato Provinciale di Treviso, che prov-vederà ad inviare il programma a tutte le sedi periferi-che dello CSAIn, saranno impegnate sia la LegaAmatori Calcio Treviso sia il Gruppo Calcio deiFerrovieri Trevigiani. Le premesse sono quanto maiinteressanti considerando che le adesioni sinora per-venute sono una cinquantina e questo fa ben sperareper il risultato finale anche perché parte del ricavatoverrà utilizzato per l’attività promozionale. Al propositosono allo studio alcune partite da giocarsi all’internodel carcere minorile e la programmazione di altre ini-ziative sostenute dall’amministrazione locale. Per informazioni Pierluigi D’Incà 330 537609 ewww.legaamatoricalciotreviso.it oppure com. l

QUI LIGURIADANZA IN FEDERAZIONE, A CHIAVARISECONDA TAPPA DI COPPA ITALIA

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Domenica 21 novembre, nella splendida cornice dellacittadina di Chiavari, in Liguria, si è svolta la 2ª provadella Coppa Italia di Danza in Federazione. L’evento,magistralmente organizzata dalla scuola “A Passo diDanza”, ha visto la nutrita partecipazione di scuole eclub provenienti da molte regioni Italiane. Numerosi,bravi, preparati e sportivissimi i competitori; di altolivello i giudici che non hanno dato adito a nessunacontestazione o lamentela; ottima l’organizzazione otti-ma. Tutto si è svolto in un clima rilassato e festoso. LaCoppa Italia di Danza in Federazione, è un circuito digare di danza sportiva che ha luogo in diverse localitàitaliane e che determina una classifica utile sia per laproclamazione del vincitore sia per la partecipazione alCampionato Italiano che si svolgerà a Jesolo dal 31marzo al 3 aprile del prossimo anno. . l

QUI LAZIO

BASKET E GINNASTICA, A ROMAL’AD VALSUGANA FA MUNICIPIO

L’Ad Basket Valsugana è situata nel popolare 4°Municipio di Roma, un’area a nord della Capitale checonta oltre 200.000 abitanti, cifra che la inserirebbe,come popolazione, tra le prime quindici città d’Italia.L’Ad Basket Valsugana è stata fondata nel 1976 conl’intento, oltre che di insegnare le varie discipline spor-tive, anche di far trovare ai ragazzi del quartiere unsano punto d’aggregazione che consentisse loro disocializzare, in un quartiere che in quegli anni nonaveva un altro spazio ricreativo.Con il contributo e il volontariato di diversi cittadini, fuattrezzato un campetto di calcio e successivamente unimpianto di basket all’aperto; il centro sportivo si chia-mò con il nome della strada dove risiedeva il primopresidente dell’associazione.Inizialmente, e per molti anni, l’attenzione fu rivoltasoprattutto al settore maschile, con un nutrito numerodi praticanti di varie categorie; fu nel dicembre del1986, con la concessione della palestra scolastica A.Manzi, in Via Valdarno, che si riuscì ad ampliare l’atti-vità, dedicando la giusta attenzione anche alla nume-rosa utenza femminile: nacque così la sezione di gin-nastica artistica e ginnastica generale per adulte.Inoltre si riuscì a potenziare moltissimo il settore mini-basket, oggi fiore all’occhiello dell’associazione che daoltre vent’anni è legata allo CSAIn. Nel 2002 ha presoil via l’ambizioso progetto “Basket in Rosa” con l’obiet-tivo di permettere un’attività organizzata anche alleragazze del quartiere. Infine, sempre nel 2002, fu fon-data anche la sezione di pallavolo, inizialmente con ungruppo amatoriale di adulti ed in seguito con tutte le

categorie giovanili. L’ultima grande novità che riguardal’associazione è il cambio del presidente e di tutto ilconsiglio direttivo: Lucia Gajani Billi, per molti annidirettore sportivo e segretaria amministrativa dell’asso-ciazione, è da poco tempo il nuovo presidente, coadiu-vata dal suo staff di sempre formato da EleonoraGajani Billi (responsabile del settore ginnico e oggianche vice presidente dell’associazione), da MassimoCerreto (Dt del settore basket e ora anche dirigenteresponsabile dell’associazione) e infine da MarcoCerreto (nuovo responsabile di tutto il settoreMinibasket).In tutti questi anni, l’attenzione sullo sport di base, nonha impedito di ottenere risultati importanti anche alivello nazionale. L’associazione può, tra l’altro, vanta-re la campionessa nazionale senior di ginnastica arti-stica, categoria PrimoCSAIn e la campionessa nazio-nale senior nella Categoria Serie Super A CSAIn. Unadelle cose più positive è che tutto lo staff tecnico, com-posto da tanti bravissimi ed appassionati allenatori edistruttori, è legato alla società dall’inizio in quanto moltidei giovani coach sono stati giocatori, così come gliattuali giocatori stanno diventando ottimi futuri allena-tori. Si può dire che chi entra a far parte dell’associa-zione si innamora del meraviglioso clima sportivo sim-paticamente familiare e non ne esce più.La sezione di ginnastica artistica, che conta circa 80bambine e ragazze, allenate dall’istruttrice federaleEleonora Gajani Billi, con la preziosa collaborazione diAlessandra Vecchiarelli, Romina Zizza e FrancescaGentili, ha partecipato ogni anno, dall’86 ad oggi, congrande successo alle gare clan. Lo scorso anno inoltrele brave ginnaste hanno ottenuto i seguenti risultati:Giovani Promesse, vice campionesse lazialiPrimoCSAIn Team e undicesime in Italia alle FinaliNazionali di Riccione;allieve, campionesse Laziali PrimoCSAIn Team eterze assolute a Riccione; junior, campionesse LazialiPrimoCSAIn Team e seste a Riccione;senior, campionesse laziali PrimoCSAIn Team eseconde assolute a Riccione.Le ragazze dell’amatoriale hanno partecipato alCampionato Play Gym dello CSAIn, arrivando primesia categoria tra le Allieve che tra le Junior.Inoltre nelle categorie individuali CSAIn CaterinaRomano è campionessa Laziale Senior eCampionessa Nazionale, mentre Francesca Alvinovicecampionessa laziale CSAIn è giunta 5° alle finalinazionali di Riccione. l

QUI SICILIA

RAGUSA, CHILOMETRI E CHILOMETRIPER “SCONFIGGERE” IL DIABETE

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Il 14 novembre è stata la giornata mondiale del diabe-te, una malattia di cui soffrono, solo in Italia, oltre 4milioni di persone. A Ragusa tale evento ha avuto unasua appendice sportiva in sintonia con lo spirito dellamanifestazione, soprattutto nel tentativo di sensibiliz-zazione su una patologia ormai diventata problemasociale. Per l'organizzazione della locale Aiad(Associazione italiana assistenza diabetici) e con lacollaborazione tecnica della Polisportiva "No al doping"di Ragusa Ibla e dello CSAIn di Ragusa, domenica 14è andata in scena la "100 km contro il diabete", mani-festazione podistica "non-competitiva", che si svolgevasu di un circuito di 1 km ricavato tra i viali della VillaComunale di Ragusa Ibla. Il tutto all'insegna dello slo-gan ufficiale 2010 del "corriamo più veloci del diabete"con due opzioni: una 100 km individuale o un'unicastaffetta di 5 kmx20. Quattro i podisti che avevanooptato per la prova individuale e che erano anche i

I tre stakanovisti che hanno concluso la distanza dei 100 km

primi atleti incaricati a portare a rotazione il testimoneAiad della simbolica staffetta. La giornata, splendidadal punto di vista meteorologico, è trascorsa tranquillae gioiosa all'insegna della corsa e soprattutto del fit-walking, pratica fisica blanda e adatta a tutti, vero toc-casana per una mirata prevenzione del diabete.Dei quattro stakanovisti, tre sono arrivati fino in fondo (Giovanni Giavatto dell'Atl. Petrulli Ragusa, Inge Hackdella Modipa Atl. Club ed Elio Sortino del "No aldoping" Ibla), mentre Carmela Maggiore dell'AtleticaPetrulli Ragusa ha preferito fermarsi al parziale tra-guardo di maratona dei 42,195 km. La staffetta si con-cludeva con ultima frazionista Giulia Bennardo di 13anni, la più giovane della pattuglia, felicissima di averportato fino al 100° km il testimone della "GiornataMondiale del Diabete". Il "più anziano" era stato inve-ce il primo frazionista, l'architetto Giovanni Giavatto(un over 65). La suggestione offerta dal facile circuito(un "piattone" immerso tra profumati viali fioriti, chie-sette barocche e panorami mozzafiato sulle vallateiblee) ha aiutato moltissimo gli "ultracamminatori" cheavevano a disposizione anche il tavolino-ristoro dopoogni chilometro. Tra i frazionisti spronati dal percorsoc’è stato anche Amalchide Occhipinti della "No aldoping" di Ibla che dopo la sua frazione ha continuatoarrivando anche ai 42,195 km di maratona nel tempodi 5h15'35". L’evento ha coinvolto diversi podisti dellaprovincia di Ragusa, che hanno voluto fare da testimo-nial per la prevenzione di questa patologia sociale e tragli staffettisti non son mancati nel gruppo qualche atle-ta afflitto proprio dal diabete.Ma oltre alle distanze a tre cifre, vi è stato spazioanche per una semplice passeggiata di un km, nelmedesimo circuito delle "100 km", con molte personeche, indossante le t-shirt ufficiali della manifestazione,hanno voluto seguire l'invito al movimento fisico a pre-venzione dei cattivi stili di vita, anticamera di malattiecome obesità e diabete.Negli appositi stand dell'Aiad adiacenti al circuito tantagente si è sottoposta ai test glicemici e di controllo del-l'emoglobina glicosilata, e statisticamente son venutifuori valori che purtropp confermano il trend di unapatologia che ormai si va sempre più diffondendo tra lapopolazione. l

E’ stato siglato un accordo a carattere nazionale tra CSAIn e Vodafone Italia, relativo alla fornitura dei servizi di tele-comunicazione per l’Ente e i suoi associati. L’offerta prevede condizioni esclusive grazie alla creazione del NetworkCSAIn che assicura a tutte le Associazioni affiliate, possessori di Codice Fiscale e/o P. IVA, la possibilità di comu-nicare a tariffe e condizioni agevolate verso fuori, dando la possibilità, a tutti coloro che aderiranno, di poter parla-re a 0 cent e senza scatto alla risposta tra tutto il Network CSAIn, senza limiti di tempo, sia da rete fissa che da retemobile. Per aderire all’offerta ci si deve rivolgere all’agenzia Vodafone Velvetgroup nella persona del sig. StefanoDe Zorzi il quale studierà insieme agli interessati l’offerta su misura per le esigenze di ciascuno. Info: Cell.331.7643502 e-mail: [email protected]

ACCORDO CSAIN–VODAFONE

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ILCO

NSIGL

IONA

ZIONA

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VALLE D’AOSTAtel. e fax 0165.1825170 [email protected]: Ruggiero MichielettoPIEMONTEcell. 335/8099671 fax 015/[email protected]: Pierfranco GilardinoLOMBARDIAcell. [email protected] Vitale MontiTRENTINO ALTO ADIGE(tel. e fax 0461/983894)Presidente: Paolo MontresorVENETOtel. 045/7153017 [email protected]: Eugenio FerrariFRIULI VENEZIA GIULIAtel. 0432/851560 [email protected]: Nevio CiprianiLIGURIAtel. e fax 010/317751,[email protected]: Sergio Corradi

EMILIA ROMAGNAtel.e fax 051.802710 338.8966679email: [email protected]: Franco VignoliTOSCANAtel. 0586.807646 fax 0586.229274 cell. 329.9889628 email: [email protected]: Gianfranco RaugeiUMBRIAtel. 075/5004591 fax 075/[email protected]: Moreno BottausciMARCHEtel. e fax 071.7590610 tel. 071.7592005 cell. 329.3817007Presidente: Antonio RomagnoliLAZIOtel.fax [email protected] Marcello PaceABRUZZOtel. e fax 0863/509346Presidente: Sante Volpe

MOLISEtel. e fax 0865/955159Presidente: Carlo De LisiCAMPANIAtel. 089/[email protected]: Gerardo Dino TorrePUGLIAtel. 080/5503679fax 080/5503603Presidente: Sergio SannipoliBASILICATAtel. e fax 0975/383186Presidente: Giuseppe PascaleCALABRIAtel. 0981/56103Presidente: Antonio FaillaceSICILIATel. 095.397040 fax [email protected]: Luigi FortunaSARDEGNAtel. 070-4818839 fax 070/41492 cell. 339-3668898Presidente: Giorgio Sanna

PRESIDENTI ONORARI

Fiorenzo MAGNIAntonio MAURIEugenio KORWIN

PRESIDENTE

Luigi FORTUNA

VICE PRESIDENTI

Franco CACELLI *Biagio SACCOCCIO *Salvatore SCARANTINO*

CONSIGLIERI

Livio BORRELLILuigi CAVALIERE *Antonio CELONA*Nevio CIPRIANISergio CORRADIGiovanni DESSI' *Rosario FATUZZO *Eugenio FERRARIRaffaello GERMINIEnea GOLDONIPiercarlo IACOPINI *Gabriele MARTINUZZIMaurizio NEGROFabrizio SCARAMUZZI Cristiana TORRE *

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Roberto SELCI (presidente)

Domenico CORSINI (effettivo)Salvatore SPINELLA (effettivo)Tiziano DANIELI (supplente)Anna Laura LAURETTI (supplente)

*= membro di giunta

il consiglio nazionale

i comitati regionali

ICOM

ITATI

REGIO

NALI

L’ ORGANIGRAMMA

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V.Presidente con delega allo Sport: Salvatore ScarantinoConsiglieri Nazionali coordinatori: Luigi Cavaliere; Antonio Celona; Giovanni Dessì; Piercarlo Iacopini;

organizzazione sportiva nazionale

commissioni nazionali dello sportArrampicata Indoor (in promozione): Marco Alfano; Bruno VicedonneAtletica Leggera: Moreno Bottausci; Gianni Di Nucci; Raffaele Esposito MarroccellaBiliardo (in promozione): Diego SolitoBocce alla Veneta: Enea GoldoniCiclismo: Biagio Nicola SaccoccioDiversamente Abili e Sport Sociale: Antonio Celona; Nicola Cottone; Carlo De Nicola; Paolo GermanoFreccette: Luciano CasertaGiochi di sala (in promozione):-Giochi Elettronici: Sebastiano SilluzioIndoor Cycling (in promozione): Marco CedroniMarcia non competitiva: Dante Giuntini; Giampiero SaettoniNuoto e Acquagym: Fabrizio Berveglieri; Luigi Cavaliere; Franco Filippello; Giuseppe Spinelli; Gianfranco ToppiPallacanestro: Massimo Antonicelli; Matteo Bruni; Giorgio Fustinoni; Maurizio VorticiPallavolo: Salvatore De Domenico; Francesco Ferlito; Calogero Massimo ScibettaAvviamento al Pugilato (in promozione):Pesca: Eugenio Ferrari; Rosario SergiScherma: Carlo Macchi; Luca PaitaSci: Pier Carlo Iacopini; Giuliano Piacentini; Lucio Sadoch

Sport a motore (in promozione): Massimo di Braccio (kart); Franco Mosca (auto)Sport da spiaggia (in promozione):-Sport Equestri: Massimo Garavini; Elisabetta MoscaSoft Air (in promozione): Francesco Coculo; Paolo Quaglia; Francesco MontagnerSubaquea: Bruno GalliSurf e Kite surf (in promozione): Paolo SilvestriTennis (in promozione): Michele Battezzati; Ruggero Raffaele; Giangualani MarioTiro e Tiro a volo: Giuseppe CuratoloTiro con l'arco (in promozione): Domenico Giuseppe PalumboVela (in promozione): Vittorio Ammutinato

SETTORE CALCIOCalcio a 5: Pierluigi D’Incà; Damiano Manzoni; Fabrizio Montante;Gianfranco RaugeiCalcio a 7/8: Borio Francesco; BelatiFederico; Manisco GiuseppeCalcio a 11: Pierfranco Gilardino; FrancescoLa Fuente; Roberto Louvison

SETTORE DANZADanza: Barbara Raselli; Enzo Silluzio; Franco VenturaHip Hop: Sara D’Amico; Margherita Vasselli

SETTORE GINNASTICAGinnastica artistica M/F: GiuseppeCannavò; Giulia Ciaccia; Rosa Conterno;Maurizio FerulloGinnastica ritmica: Tiziana D'amico; Daniela ValentinettiGinnastica aerobica: Italia Bianchi; Sonia Blanco; Lorenzo GiacoboneJazzercise (in promozione): Paola Bianco

SETTORE ARTI MARZIALIKarate: Cosimo Cavallo; Fabrizio Fili; Mauro Mion; Davide RisoJudo: Pietro Amendola; Cristina Cirillo; Giuseppe TamburoJu Jitsu: Cosimo Costa; Alfio Petralia; Luca StevaninTaekwondo: Luigi De Plano; Vitale Monti; Luigi SignoreWushu: Gino Battista; Giuliano Fulvi; Sebastiano Mauro; Carmelo ScalettaKik Boxing (in promozione): Roberto De Marchis; Carlo Passerini; Gino VitranoFull Contact (in promozione): David Fasano

FORMAZIONE E SVILUPPODifesa personale: Fabio Cavallaro;Cosimo CostaFittness e calcio: Massimo Anniballi; Marcello PaceCO

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AZION

ALID

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RAPPORTI ASSICURATIVI: Cristiana TorreCARTE STATUTARIE: Rosario Fatuzzo; Cristiana TorreMARKETING E SPONSOR: Luigi Cavaliere; Nevio Cipriani; Pier Carlo IacopiniPROMOZIONE IMMAGINE E MERCHANDISING: Antonio Celona; Gianni Dessì; Raffaello Germini; Fabrizio ScaramuzziCULTURA E TEMPO LIBERO: Sergio Corradi; Enea Goldoni; Maurizio NegroINNOVAZIONE ATTIVITA' SPORTIVA: Livio Borrelli; Eugenio Ferrari; Gabriele MartinuzziAMBIENTE: Livio Borrelli; Sergio Corradi; Rosario Fatuzzo; Eugenio Ferrari FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO: Luigi Fortuna; Michele Barbone; Franco Cacelli

Commissioni nazionali

COMM

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FEDERAZIONE ITALIANA ATLETICA LEGGERA (Fidal, Via Flaminia Nuova 830, 00189 Roma)FEDERAZIONE GINNASTICA D'ITALIA (FGdI, Viale Tiziano 70, 00196 Roma) AUTOMOBILE CLUB D'ITALIA (Aci, Via Marsala 8, 00185 Roma)FEDERAZIONE ITALIANA PUGILISTICA (FPI, Viale Tiziano 70, 00196 Roma)FEDERAZIONE ITALIANA HOCKEY (FIH, Viale Tiziano 74, 00196 Roma)FEDERAZIONE ITALIANA WUSHU-KUNG FU* (FIWuK, Largo Lauro De Bosis 15, 00194 Roma) * Disciplina associata al Coni

ALFA Accordo Libero Federativo tra Associazioni Via Giardino, 8 - 30175 Venezia Presidente: Carlo Tosetti (333.4156851) tel. fax 041-5344209 [email protected] Associazione Nazionale Federativa Circoli Via Verga, 3 - 58100 Grosseto Presidente: Gabriele Martinuzzi tel. 348-8805237 fax 0572-901660ARBAV Associazione Regionale Bocce alla Veneta c/o Maniero Giorgio (segr. gen.) Via Brentasecca, 52 - 35020 Saonara PD tel. fax 049-644060 Presidente: Enea GoldoniCIAS Centro Intern. Amici della Scuola Via dei Coronari, 181 - 00186 Roma tel. fax 06-68309516 e-mail:[email protected],sito: www.ciasonline.it Presidente: Edmondo Coccia Segretario Generale: Pina GentiliENALCACCIA P.T. Enalcaccia Pesca e Tiro Via La Spezia, 35 - 00182 Roma tel. 06-77201467-68-69 fax 06-77201456Presidente: Lamberto Cardia. Segretario Generale: Giuseppe Tarullo e-mail: [email protected] Federazione Autonoma Birillistica Italiana Via Generale Pennella, 12 - 31100 Trevisotel. fax 0422-304200 336-422003 ab. 0422-451870 Presidente: Giuliano FantinFDTI Italia - Federazione Dilettantistica Taekwondo Italia Via XX Settembre 4/6 21013 Gallarate (VA) Tel. 0331-245850 fax 0331-708517 Presidente Vitale Monti [email protected] Federazione Italiana Attività Subacquee Viale Andrea Doria, 8 - 20124 Milano Tel. 02.6705005 340-9305274 Fax 02.67077302 e mail: [email protected] Presidente: Bruno GalliFIGF Federazione Italiana Gioco Freccette Via Generale Pennella,12 - 31100 Treviso [email protected], [email protected] www.FIGF_ITALIA.IT tel. fax 0422-307209 Presidente: Luciano Caserta Segretario: Maurizio VitariFITA Federazione Italiana Teatro Amatori Via di Villa Patrizi, 10 - 00161 Roma tel. 06-89760643, fax 06-89761825Presidente: Carmelo Pace. Segretario Generale: Giovanni D’Aliesio (tel. 019-821950) [email protected] - [email protected] FITD (sezione di promozione) Tecnici di danza sportiva. Walter Santinelli, via Gregorio XIII, 153, 00167 Roma. Tel e fax 06-66012962FNIGE Federazione Nazionale Italiana Gioco Elettronico, Piazza IV Novembre, 4 - 20124 Milano (MI). Tel: 02-67165662 www.fnige.orgCSAIn-UDACE Unione degli Amatori del Ciclismo Europeo Via G. Govone, 100 - 20131 Milano tel. 02.33611591 fax 02.34531438Presidente: Franco Barberis, via degli Zuavi, 28 - 13100 Vercelli ([email protected]) Segretario nazionale: Giovanni Stagni [email protected] Unione Folclorica Italiana Piazza Duomo Palazzo Bassi - 33081 Aviano PN [email protected] Presidente: Maurizio Negro tel. fax 0481.391078/329.4196789 [email protected] Segretario: Luciano Romano Via Pal Piccolo, 22 - 33029 Villasantina UD tel. fax 0433.759004 [email protected]

associazioni specialistiche

ASSO

CIAZIO

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ECIAL

ISTICH

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convenzioni con le federazioni

protocolli d’intesaANIF EuroWellness Associazione Nazionale Impianti Fitness&Sport Via Cornelia, 493 - 00166 Roma Tel. 06 61522722 Fax 06 61532994. Presidente Giampaolo Duregon. e-mail [email protected] FIK Federazione Italiana Karate ASD, Via Castellana 27/b - 30174 Mestre - VeneziaPresidente Daniele Lazzarini. Tel. +39 041 962477 Fax +39 041 971447 e-mail: [email protected]

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