i longobardi e i franchi a cura di prof.ssa di roberto teresa angelica aboubakr gianni nicolas alice...

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A cura di Prof.ssa Di Roberto Teresa Angelica ABOUBAKR Gian ni Nicolas ALICE RAFFAELE ELIA MATILDA EMMA SOPHIA Gli alunni della 1 C della Scuola Media di Castrocaro hanno collaborato alla creazione di questa lezione insieme all’insegnante di Storia MARCO Clelia LAURA Lorenzo Scolsen Gianluca

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Page 1: I LONGOBARDI E I FRANCHI A cura di Prof.ssa Di Roberto Teresa Angelica ABOUBAKR Gianni Nicolas ALICE RAFFAELE ELIA MATILDAEMMA SOPHIA Gli alunni della

A cura di Prof.ssa Di Roberto Teresa

Angelica

ABOUBAKR

Gianni

Nicolas

ALICE

RAFFAELE

ELIA

MATILDAEMMA

SOPHIA

Gli alunni della 1 C della Scuola Media di Castrocaro hanno collaborato alla creazione di questa lezione insieme all’insegnante di Storia

MARCO

Clelia

LAURA

Lorenzo

Scolsen

Gianluca

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Nel corso del VI secolo i Longobardi, originari della Scandinavia, avevano costituito in Pannonia (attuale Ungheria), un grande regno.

Nel 568, minacciati dagli Avari, sotto la guida del re Alboino mossero verso l'Italia con un gran numero di guerrieri, donne, bambini e grandi mandrie di bestiame.

Dopo aver conquistato gran parte dell'Italia Settentrionale, il re Alboino pose a Pavia la sua capitale.

Alcuni duchi al suo continuarono la conquista nell'Italia meridionale e fondarono una seconda capitale nella città di Benevento

L'Italia fu spezzata in due. I Bizantini avevano mantenuto nel Nord il possesso della Liguria, del Veneto, la Romagna con alcune parti dell'Emilia, le Marche; nel Meridione le coste della Campania, Puglia, Calabria e tutte le isole.

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I Longobardi erano divisi in grandi famiglie (fare) guidate ognuna da un duca

Essi eleggevano un re, ma non sempre rispettavano l'autorità.

Non avevano leggi scritte quando vennero in Italia

Al principio della dominazione le differenze tra Longobardi e Latini erano nette; nel corso del tempo, però, queste differenze diminuirono e le due culture cominciarono a fondersi.

Molti di loro abbandonarono si convertirono al cristianesimo. Altri impararono il latino, come Paolo Diacono che scrisse la storia longobarda.Nel 643 il re longobardo Rotari fece scrivere le leggi del suo popolo, prendendo ad esempio le leggi dei Romani

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L'editto di Rotari è un insieme di codici atti a ricomporre le vertenze tra i cittadini sostituendo le faide con risarcimenti in denaro. Particolarmente significativa la differenza di pena per l'uxoricidio: se commesso dalla consorte verso il marito, avrebbe portato alla condanna a morte o alla lapidazione della donna; viceversa era punito con una pena in denaro. Tuttavia la somma da pagare era al di fuori della portata dei più, e gli uxoricidi erano condannati dunque ai lavori forzati.Tra le leggi dell'editto vi era il mundio, cioè la potestà dell'uomo sulla donna la quale non aveva alcun diritto, e l'ordalia, consistente, nei casi dubbi, nella prova dei carboni ardenti per l'imputato.

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Erano abili orafi e sapevano lavorare i metalli creando preziosi gioielli, monili meravigliosi con cui amavano abbellire le loro donne.Fu durante il dominio longobardo che nacque la leggenda delle streghe.Le donne longobarde celebravano riti pagani riunendosi fuori dalle mura, intorno al noce sacro a Wothan.Le urla che emettevano ballando frenetiche danze, furono scambiate per orge sataniche e malefiche.Nel 663, un vescovo beneventano, S.Barbato, alla felice conclusione dell'assedio posto alla città dall'imperatore(bizantino) Costante II, convinse il duca Romoaldo II e la sua gente ad abbattere il noce sacro a Wothan e porre fine ai riti.

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Il regno longobardo finì quando nel 774 Carlo Magno, re dei Franchi, invase la Longobardia. Si salvarono da questa distruzione i ducati e le città longobarde dell'Italia meridionale, dove i discendenti degli antichi invasori germani restarono al potere ancora per 300 anni e dove la fusione etnica arrivò a un punto tale che gli abitanti di queste città dell'Italia meridionale chiamavano se stessi fieramente Longobardi

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Fra il V e il VI secolo truppe germaniche dei franchi conquistarono la Gallia, che da loro prese il nome di FRANCIA. I Franchi erano guidati dal re CLODOVEO che stabilì la sua corte a Parigi e fece convertire al Cattolicesimo tutto il suo popolo.

Dopo la morte di Clodoveo nel 511, la spartizione del regno dei Franchi provocò una serie di guerre tra i discendenti del sovrano, detti Merovingi dal nome dell'antenato Meroveo.

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Il regno dei Franchi si frantumò in ducati indipendenti: l'Austrasia e la Neustria a Nord, la Borgogna e l'Aquitania a sud.

Mentre aumentava il potere degli aristocratici, possessori di molti territori, diminuiva quello dei re Merovingi. Al loro posto governavano dei funzionari chiamati "maestri di palazzo". Il più potente fu Pipino di Heristal che riuscì a vincere Frisoni, Sassoni e Arabi conquistando la fiducia degli altri aristocratici franchi. Miniatura del X secolo

che rappresenta soldati Franchi

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Ben presto, i Franchi di Pipino il Breve divennero i migliori alleati del papa di Roma. Ciò accadde perché il papa di quel tempo (Stefano II) era in contrasto con l’imperatore bizantino, e diffidando dei longobardi, (che desideravano estendere il loro possedimenti nella penisola a svantaggio dello “stato pontificio”) chiese aiuto al re dei Franchi, PIPINO.

Pipino il Breve nel 751 prese il potere e diede inizio alla dinastia carolingia

Pipino non perse la ghiotta occasione e così, sceso in Italia con il suo potente esercito, sconfisse i Longobardi costringendoli a cedere al papa Stefano II i territori che avevano conquistato. Nasce così lo Stato della Chiesa