i progetti della sin avanzano

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MAGAZINE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI NEONATOLOGIA n. 85 - novembre 2020 sommario continua a pag. 2 >> Il messaggio del Vaticano per i prematuri Per sostenere i picco- li neonati prematuri, il Presidente della Pon- tificia Accademia Pro Vita Arcivescovo Vin- cenzo Paglia, ha inviato al Presidente SIN Fabio Mosca, anche a nome di Papa Francesco, una lettera di vicinanza in occasione della Giorna- ta Mondiale della Pre- maturità. editoriale I PROGETTI DELLA SIN AVANZANO Dal XXVI Congresso Nazionale di Venezia alla Giornata Mondiale della Prematurità I temi focus del XXVI Congresso Nazionale SIN C. Gizzi, L. Pugni, M. Fumagalli, C.Auriti pag. 8 Fabio Mosca Presidente SIN E’ passato poco più di un mese dal XXVI Con- gresso Nazionale della Società Italiana di Ne- onatologia (SIN) che si è svolto nella prestigio- sa sede congressuale del Palazzo del Casinò del Lido di Venezia, in un contesto di straordi- naria bellezza. Eppure, il mondo intorno a noi, in questo breve spazio temporale, è già cam- biato moltissimo. Ai primi di ottobre ab- biamo potuto svolgere il nostro Congresso, almeno in parte, in pre- senza, garantendo una interazione per i circa 170 partecipanti, rela- tori e moderatori delle varie sessioni del Con- gresso, con la parteci- Le letture magistrali il taccuino del XXVI Congresso Al XXVI Congres- so Nazionale SIN, tre letture hanno fatto il punto su tematiche di grandissima attuali- tà ed in particolare: la mortalità perinatale con il progetto pilota SPItOSS, l’emergenza Covid-19 ed il futu- ro del prematuro. Nel “Taccuino del Con- gresso” Gina Ancora, Direttore della Terapia Intensiva Neonatale di Rimini e Direttore SIN Informa, sintetizza gli aspetti principali che sono emersi in questi interessanti e presti- giosi incontri con Se- rena Donati, Walter Ricciardi e Umberto Simeoni. continua a pag. 20 >> continua a pag. 4 >> clicca qui per consultare la versione italiana degli Standards of Care la lettera Congresso SIN - INF D. Pisano Venezia 2020: un congresso infermieristico di alto profilo scientifico in risposta ad un anno complicato pag. 15 La responsabilità colposa del neonatologo P. D'Agostino, SIN-Safe Quale ruolo per la Società Italiana di Neonatologia pag. 17 Te lo dico la prossima volta V. Mondì, M. Bedetta, T. Pianini, A. Conforti Il pancione: da quello della mamma a quello del neonato. Cosa può essere? pag. 18 Merchandising SIN F. Sandri Il merchandising della SIN per essere sempre più vicini pag. 28

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Page 1: I PROGETTI DELLA SIN AVANZANO

INFORMAMAGAZINE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI NEONATOLOGIA n. 85 - novembre 2020

sommario

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Il messaggio del Vaticano per i prematuriPer sostenere i picco-li neonati prematuri, il Presidente della Pon-tificia Accademia Pro Vita Arcivescovo Vin-cenzo Paglia, ha inviato al Presidente SIN Fabio Mosca, anche a nome di Papa Francesco, una lettera di vicinanza in occasione della Giorna-ta Mondiale della Pre-maturità.

editoriale

I PROGETTI DELLA SIN AVANZANODal XXVI Congresso Nazionale di Venezia alla Giornata Mondiale della Prematurità

I temi focus del XXVICongresso Nazionale SINC. Gizzi, L. Pugni, M. Fumagalli, C.Auriti pag. 8

Fabio MoscaPresidente SIN

E’ passato poco più di un mese dal XXVI Con-gresso Nazionale della Società Italiana di Ne-onatologia (SIN) che si è svolto nella prestigio-sa sede congressuale

del Palazzo del Casinò del Lido di Venezia, in un contesto di straordi-naria bellezza. Eppure, il mondo intorno a noi, in questo breve spazio temporale, è già cam-biato moltissimo. Ai primi di ottobre ab-biamo potuto svolgere

il nostro Congresso, almeno in parte, in pre-senza, garantendo una interazione per i circa 170 partecipanti, rela-tori e moderatori delle varie sessioni del Con-gresso, con la parteci-

Le letture magistraliil taccuino del XXVI Congresso

Al XXVI Congres-so Nazionale SIN, tre letture hanno fatto il punto su tematiche di grandissima attuali-tà ed in particolare: la mortalità perinatale con il progetto pilota SPItOSS, l’emergenza Covid-19 ed il futu-ro del prematuro. Nel “Taccuino del Con-gresso” Gina Ancora, Direttore della Terapia Intensiva Neonatale di

Rimini e Direttore SIN Informa, sintetizza gli aspetti principali che sono emersi in questi interessanti e presti-giosi incontri con Se-rena Donati, Walter Ricciardi e Umberto Simeoni.

continua a pag. 20 >>continua a pag. 4 >>

clicca qui per consultare la versione italiana degli Standards of Care

la lettera

Congresso SIN - INFD. PisanoVenezia 2020: un congressoinfermieristico di alto profiloscientifico in risposta ad un anno complicato pag. 15La responsabilitàcolposa del neonatologoP. D'Agostino, SIN-SafeQuale ruolo per la Società Italiana di Neonatologia pag. 17

Te lo dico la prossima voltaV. Mondì, M. Bedetta, T. Pianini,A. Conforti Il pancione: da quello della mammaa quello del neonato.Cosa può essere? pag. 18 Merchandising SINF. Sandri Il merchandising della SIN per essere sempre più vicini pag. 28

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editoriale

Anno XIII n. 85/2020Notiziario della SIN

Testata di proprietà della Società Italiana di NeonatologiaCorso Venezia, 8 - 20121 Milano

DIRETTORE RESPONSABILEFabio Mosca

DIRETTOREGina Ancora

INFORMARegistrazione Tribunale di Milano n. 533 del 6.9.2007

Pubblicazione non in vendita

www.sin-neonatologia.it

EDITORE e REDAZIONE

BrandmakerRua Catalana, 120 - Napolitel. 081 5515442email: [email protected]

pazione anche di non poche Aziende. Il tutto organizzato con gran-dissima attenzione alla sicurezza e al rispetto dei protocolli di preven-zione, che tutti i presenti hanno rispettato con grande senso di respon-sabilità. Sono stati giorni inten-si e ricchi dal punto di vista professionale e umano, con relazio-ni che hanno toccato i temi più rilevanti della nostra professione, di cui vi viene dato conto in altra parte di questo numero di SIN Informa e che sono ancora dispo-nibili, per i 1770 iscritti al Congresso, utilizzan-do la piattaforma Health Polis che iDea congress ha predisposto per la SIN, con un grande sfor-zo organizzativo. Oltre che molto partecipato (ben 644 soci hanno partecipato ai corsi pre-congressuali!), è stato un Congresso che ci ha “obbligato” a sperimen-tare nuove modalità di interazione a distanza, anche con la novità delle sedi diffuse, dove alcuni soci si sono radunati, per cercare di vivere in condivisione il Congres-so. Per chi ha potuto essere presente a Ve-nezia, il potersi rincon-trare dopo tanto tem-po è stata certamente una esperienza molto piacevole, un ritorno ai Congressi in presenza che ormai erano impos-sibili dal mese di marzo, con lo stupore ed una sensazione di piacevole ritorno ad una apprez-zata normalità, che si leggeva negli sguardi sorridenti di tutti. Poi è tornato il Covid-19. Se

non ci eravamo illusi della sua scomparsa, avevamo sperato che si fosse placato, che la de-cisione con cui era stato affrontato potesse vin-cerlo. D’altra parte, nei confronti internazionali, l’Italia andava benino: dopo la fase acutissima di marzo-aprile, aveva sensibilmente meno contagi, meno ricoveri e meno morti. Ci auto-lodavamo. L’Oms dice-va che il nostro paese era un esempio per tutti. Invece i contagi hanno ricominciato a salire esponenzialmente e con loro i ricoveri e, purtrop-po, i morti, che in que-sta seconda fase hanno riguardato la maggior parte delle regioni ita-liane, obbligando molte neonatologie a riorga-nizzarsi e ad utilizzare anche nella vita reale le Indicazioni e i materiali che la SIN aveva messo a disposizione fin dall’i-nizio dell’epidemia. Se in primavera tutti, e in particolare il personale sanitario, si sono impe-gnati con stupefacente dedizione per far fronte

alla catastrofe, adesso l’aria è cambiata. Quan-do un’emergenza si ri-pete, diventa cronicità e lo sforzo per affrontarla da fatica si trasforma in usura, anche perché non sempre c’è stata, da par-te dei decisori politici, la capacità di fare tesoro dell’esperienza matu-rata nella prima fase, programmando e pre-vedendo per tempo le necessità umane, strut-turali e di attrezzature di una inevitabile ricaduta. Purtroppo la seconda ondata e l’evidente e so-stanziale ignoranza che

accompagna questa, come ha accompagnato l’insorgenza e la ridu-zione della pandemia, avvisano che ci stiamo avviando verso l’ende-mia, ovvero la presenza abituale, normale del Covid-19, con l’effetto di produrre possibili-tà persistente di infe-zione. Con il Covid-19 bisognerà convivere quindi, fino a primavera prossima dicono alcuni, per tutto il 2021 dicono altri. E convivere con il Covid-19 significa con-vivere con una malattia contagiosa, con le rac-

comandazioni e i prov-vedimenti restrittivi di Stato e Regioni, ampli-ficati dall’allarmismo di chi sul Covid-19 campa per varie ragioni e scopi: stampa e tv, esperti di vario genere, politici di tutti i partiti. E significa, per noi che operiamo nell’ambito del percor-so nascita, certamen-te meno colpito per la modesta gravità clinica di mamme e neonati, le-vare comunque forte la nostra voce per preten-dere risorse di persona-

continua dalla prima pagina

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Il Consiglio Direttivo della SIN al XXVI Congresso di Venezia

Nelle foto la sede del XXVI Congresso di Venezia e il Presidente SIN, F. Mosca

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editoriale

le, di strutture dedicate e di attrezzature, per tu-telare al meglio la salute dei neonati che nascono da mamme Covid-19 positive ma anche, di-rei soprattutto, delle famiglie che vivono in questo momento il lieto evento della nascita, che rischia di trasformarsi in un percorso ricco di dif-ficoltà organizzative e di solitudine. Proprio per questo la SIN è scesa in campo con tutte le ric-che competenze di cui dispone, insistendo sul-la necessità di non sepa-rare la mamma dal suo neonato, promuovendo-ne ancor più il contatto (adeguatamente protet-to) e l’allattamento, con Indicazioni alla gestione di mamma e neonato che sono poi state ri-prese da tutti, anche dai Paesi che inizialmente avevano scelto mo-dalità più restrittive, e che mantengono anche adesso intatta la loro va-lidità, rafforzata dall’e-sperienza maturata nei mesi scorsi.La Giornata Mondia-le della Prematurità è stata quest’anno l’oc-casione per dar voce a queste istanze, aderen-

do con EFCNI (European Foundation for the Care of Newborn Infants) e con Vivere Onlus (Coordina-mento delle Associazioni dei Genitori) alla campa-gna “Zero separation” per garantire la vicinanza genitori-neonato anche nel difficile periodo che stiamo vivendo, sotto-lineando con forza che le nostre Terapie Inten-sive Neonatali devono restare aperte H/24 ai genitori, che non sono visitatori ma fondamen-tale unità di cura per i loro figli, organizzando il loro accesso in modo da evitare sovraffollamen-to e garantendo tutte le misure preventive indi-spensabili per tutelare i neonati ed i nostri medi-ci ed infermieri. Anche quest’anno i mo-numenti e gli ospedali di molte città si sono illuminati di viola (Ma-rinella Proto Pisani, che coordina con bravura e grande impegno questa iniziativa, vi riferisce in altra parte del magazi-ne) e in molte neonato-logie si è trovato il modo per celebrare questa giornata, che si è arric-chita della preziosissi-ma lettera dell’ Arcive-scovo Vincenzo Paglia, Presidente della Pon-

tificia Accademia Pro Vita: “Anche a nome del Santo Padre Francesco, in-coraggio i medici e tutto il personale sanitario impe-gnato in queste importanti cure a proseguire nella loro missione, espressione fedele e concreta del ser-vizio alla vita nascente, specialmente la più debole e la più fragile”. Per cele-brare la Giornata Mon-diale della Prematurità, la Società Italiana di Neonatologia ha orga-nizzato un convegno dal titolo “I progetti della SIN avanzano”, un momento di incontro e confronto che si è svolto in mo-dalità live streaming (circa 150 partecipanti, mi sarei aspettato una adesione maggiore!), dedicato ai progetti che la SIN sta realizzando, come previsto dal pro-gramma triennale (Clic-ca qui). Nel corso del Convegno sono state illustrate tutte le attività che la SIN sta portando avanti, tra cui: il “Libro Rosso” , per definire gli standard organizzativi e assistenziali a tutela dei neonati prematuri, il “Libro Bianco”, con l’o-biettivo di fotografare l’organizzazione dell’as-sistenza neonatologica in Italia, il “Libro Bianco

della Ricerca Neonato-logica in Italia”, che ha raccolto il grande lavoro dei ricercatori della SIN sulla salute dei neonati. Sono poi state presenta-te le “Survey della SIN”, un importante strumento conoscitivo della realtà neonatologica italiana e lo stato di avanzamento delle nuove “Linee guida sulle infezioni neonata-li”. Il convegno è stato l’occasione per presen-tare la versione italiana, realizzata dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN), in collaborazione con Vivere Onlus, degli “Standards of Care” dell’EFCNI, che nascono con l’obiettivo di mette-re a disposizione delle neonatologie di tutta Eu-ropa strumenti condivisi per migliorare la cura e l’assistenza dei bambini nati prematuri o affetti da altre gravi patologie. L’obiettivo di ridurre le differenze nelle cure nelle varie aree del Pae-se, uniformandole tra le nostre diverse Terapie Intensive Neonatali, ha spinto la SIN, con Vive-re Onlus, a curarne la traduzione in lingua ita-liana. La traduzione ren-derà gli Standards facil-mente accessibili a tutti, garantendone l’applica-

zione nel minor tempo possibile, per una sem-pre migliore assisten-za e garanzia di uguale trattamento, sia a livel-lo nazionale che euro-peo. Hanno completato la giornata due tavole rotonde: una dedicata all’impatto della pande-mia da Covid-19 sull’ac-cesso dei genitori nelle TIN e l’altra al “Network Neonatale Italiano”, con un focus sulle diverse raccolte di dati che la SIN ha attivato (INN-SIN, INN-infezioni ne-onatali, INN-neonati asfittici, INN-follow-up, INNCOVID- 19).Stiamo tutti attraver-sando un momento dif-ficile. Ma se si vuole vi-vere, bisogna convivere con il Covid-19, che sarà ancora tra noi per parec-chio tempo. E la SIN, con tutti suoi soci, prosegue con impegno il suo per-corso ed i suoi obiettivi, che sono adesso, ancora di più, di mettere il neo-nato al centro del futuro.

segue da pag. 2

Giornata Mondiale della Prematurità in Mangiagalli

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il taccuino del XXVI Congresso

La mortalità perinatale in ItaliaIl progetto pilota SPItOSS e i margini di miglioramento possibiliAl XXVI Congresso Na-zionale SIN, tre letture hanno fatto il punto su tematiche di grandissi-ma attualità.Una di queste riguarda la mortalità perinatale. Raccogliere dati su cui fare benchmarking e ba-sare progetti di migliora-mento, rappresenta uno dei temi della moderna medicina. Il progetto pi-lota SPItOSS sulla sor-veglianza della mortalità perinatale, finanziato dal Ministro della Salute e coordinato da Serena Donati, ricercatrice del Centro nazionale epide-miologia e sorveglianza per la promozione del-la Salute della donna e dell’età evolutiva dell’I-stituto Superiore di Sani-tà (ISS), va in questa di-rezione. L’oggetto della raccolta dati è la morta-lità materna e neonatale entro i 7 giorni di vita, di particolare attualità nel-la fase Covid-19, in cui sembra essersi verifica-to un loro aumento.I dati population based,

provenienti da presidi sia pubblici che priva-ti, sono stati raccolti su tre regioni campione del nord, centro e sud Italia, rappresentate, rispetti-vamente, da Lombardia, Toscana e Sicilia, per due anni consecutivi.Su 834 casi di morte perinatale, è stato effet-tuato un audit nell’84% dei casi, a riprova che questo strumento può promuovere la pratica dell’audit multidiscipli-nare in tali contesti. I dati sono stati analizza-ti a livello regionale da parte di un comitato lo-cale; dopo anonimizza-zione sono stati inviati all’ISS, dove, un comi-tato nazionale, ha effet-tuato una nuova indagi-ne confidenziale e, nei casi non coincidenti (12 casi), sono state effet-tuate riunioni congiunte una volta/anno.E’ stato così possibi-le estimare il tasso di mortalità perinatale, attribuire le cause e definire l’evitabilità di

una selezione di casi, evidenziare criticità assistenziali ed orga-nizzative suscettibili di miglioramento, evi-denziare un’importante variabilità per regione, meritevole di attenzio-ne.Prima di analizzare i dati di mortalità, ed analiz-zando le caratteristiche dei 123 presidi sanitari che hanno inviato i casi, la relatrice ha mostrato come vi siano margini di miglioramento nell’or-ganizzazione dell’offer-ta assistenziale italiana. Emerge infatti che, in centri di I livello, si veri-fica circa il 16% di parti sotto le 32 settimane, il 37% di parti di donne con ipertensione croni-ca o diabete pre-gesta-zionale, il 25% di parti con precedente nato morto, l’11% di parti di gravidanze plurime ed il 17% di parti di IUGR. Il Paese risulta diversifi-cato nell’offerta dell’as-sistenza, specie per quel che riguarda il ricorso al

taglio cesareo (TC) ed alcuni aspetti di appro-priatezza assistenziale. I centri che dichiarano di avere più del 35% di ta-gli cesarei, rappresenta-no infatti circa il 10% dei punti nascita in Lombar-dia verso il 69% in Sici-lia; per quel che riguarda invece l’appropriatezza assistenziale, 3 su 10 neonati pretermine na-scono in centri di I livello in Lombardia, 2 su 10 in Toscana e circa 5 su 10 in Sicilia. Giungendo ad illustra-re il tasso di mortalità perinatale, la Dott.ssa Donati mostra come i dati ottenuti dal proget-to SPItOSS confermino i dati di mortalità ISTAT, validando questi ultimi per analisi future (è risul-tato infatti essere 4.1 vs 3.5 per mille in Lombar-dia, 3.1 vs 2.9 in Toscana e 4.4 vs 4 in Sicilia, nella raccolta dati ISTAT vs SPItOSS, rispettivamen-te). Il campione era rap-presentato da 435 morti in utero ad EG ≥ 28 setti-

mane, 106 morti neona-tali ad EG <28 settima-ne, 158 morti neonatali ad EG ≥ 28 settimane. Circa il 25% delle morti in utero si sono verifi-cate nei neonati con EG 28-31 settimane, il 35% in quelli tra 32 e 36 set-timane e circa il 40% in quelli con EG 37-42 set-timane, senza aumento di mortalità all’aumenta-re di EG in quest’ultimo gruppo.Analizzando i dati, al fine di identificare aree criti-che per il miglioramen-to dell’assistenza, sono emersi fattori di rischio di mortalità perinatale in donne straniere, con gravidanza multipla e sottoposte a PMA. Le donne straniere rispetto alle italiane hanno mag-giore rischio di morte in utero del feto (RR 1,29) e di morti neonatali nella popolazione con EG ≥ 28 settimane (RR 1,47).La gravidanza multipla aumenta il rischio di mortalità entro 7 giorni in tutte le fasce di EG (RR 1.64 e 3.36 per le EG < 28 o ≥ a 28, rispetti-vamente). Per quel che riguarda la PMA vi è un rischio quasi doppio di morti in utero ed un ri-schio di quasi due volte e mezzo per la mortalità ≥ 28 settimane. Manca-no purtroppo, spesso, in cartella clinica dati rela-tivi al livello di istruzione materna, quale proxy di condizioni socio-econo-miche, alla condizione

continua a pag. 5 >>

Il resoconto delle tre letture magistralidell'ultimo Congresso Nazionale di NeonatologiaGina AncoraDirettore Terapia Intensiva Neonatale di RiminiDirettore SIN Informa

La Dottoressa Serena Donati al XXVI Congresso SIN

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il taccuino del XXVI Congresso

di madre single, a prece-denti aborti spontanei ed a precedenti nati morti, che sarebbe necessa-rio registrare, in quanto hanno un impatto signi-ficativo sulla mortalità perinatale, come ripor-tato in letteratura.Il progetto è andato poi ad individuare possibili aree di miglioramento. A questo scopo la Dott.ssa Donati riconosce l’utilità della classi-ficazione delle mor-ti perinatali secondo l’ICD-PM, che consente di classificare tale mor-talità in antepartum, intrapartum e neonata-le. Questo sistema di classificazione richiede di descrivere sempre le condizioni materne cor-relate, al fine di facilitare l’attribuzione di causa alle morti perinatali ed impiega un approccio utilizzato in 117 Paesi, facilitando così l’identi-ficazione delle priorità di azione per migliorare gli esiti di salute sia materni che perinatali. Sono sta-te in questo modo classi-ficate le morti evitabili, con assistenza inappro-priata, le inevitabili con assistenza appropriata, le inevitabili con assi-stenza migliorabile e le non definibili. Riguardo le morti evitabili perina-tali, risulta una certa di-somogeneità (la Tosca-na le ha già azzerate, in Lombardia sono l’11.4% ed in Sicilia il 38.5%); lo stesso dicasi per quello che riguarda le morti ne-onatali evitabili (la To-scana è sempre a zero, la Lombardia a 9.4% e la Sicilia a 43.8%). In circa un caso su tre di mor-ti inevitabili, la qualità dell’assistenza era però migliorabile, sia in ambi-to ostetrico che neona-tologico. Tra le criticità di pertinenza ostetrica vi sono l’appropriatezza nella gestione del dia-

bete e dei disordini iper-tensivi della gravidanza, nello screening degli IUGR, nella gestione del-le PROM, nella prescri-zione dei tocolitici, nella modalità di esecuzione ed interpretazione dei tracciati CTG, nell’in-duzione del travaglio di parto, nella disponibilità e completezza del par-togramma, nelle indica-zioni al TC in urgenza.Esempi di criticità di pertinenza neonatologi-ca includono invece la descrizione dettagliata delle manovre rianima-torie, specificandone la sequenza temporale; le indicazioni all'uso e le modalità di utilizzo del surfattante; la estuba-zione accidentale; la sta-bilizzazione del neonato prima degli interventi chirurgici (specialmen-te in caso di interventi non urgenti, per es. er-nia diaframmatica); l'e-secuzione di routine, in caso di anemia fetale, del test di Kleinhauer e la appropriatezza nella attribuzione del punteg-gio di Apgar, in coeren-za con la rilevazione del-la frequenza cardiaca.Portare avanti questo progetto di sorveglian-za a livello nazionale qualificherebbe il nostro Paese come Paese so-cialmente avanzato, in quanto la sorveglianza è ciò che permette di lavo-rare in termini di Salute Pubblica. Siamo pronti a lavorare in tale senso? La prossima conferen-za Stato-Regioni sarà il luogo dove propor-re questo progetto. La Dott.ssa Donati chiude con la citazione di Da-vid Satcher, Direttore del Center for Disease Con-trol, che afferma che “La salute pubblica non può esistere senza la sorve-glianza perchè è dalla sorveglianza che essa nasce e si sviluppa”.

segue da pag. 4 Migliorare è unaquestione diconsapevolezza edorganizzazioneImparare dalla Pandemia peruna corretta gestione futuraIl Prof. Walter Ricciar-di, Professore Ordina-rio di Igiene e Medici-na Preventiva presso l’Università Cattolica Sacro Cuore, Diret-tore Scientifico degli Istituti Clinici Scien-tifici Maugeri, Presi-dente della Federa-zione Mondiale delle Associazioni di Sanità Pubblica, nella sua let-tura magistrale, fa una panoramica sull’e-mergenza Covid-19, includendo passato, presente e futuro e ricorda che l’Italia è stato il primo paese dell'UE a fronteggiare l’epidemia. Si riporta di seguito una sintesi dell’intervento.A fine febbraio si è verificato un aumento esponenziale, inatteso, dei casi. Il sistema sa-nitario italiano è arriva-to in parte debilitato a questo appuntamento; negli ultimi anni è stato infatti sotto-finanziato con un esodo enorme di operatori. Le terapie intensive erano in Italia a febbraio circa 5000, contro le 28000 del-la Germania, che ha solo 20 milioni di abi-tanti più di noi. La po-polazione italiana ha inoltre una età media elevata. Siamo lo Stato più vecchio della UE, con il minore rapporto bambini/popolazione adulta, siamo messi

persino peggio del Giap-pone. L’Italia è inoltre un paese decentralizzato e per questo potrebbero essere stati ostacolati prontezza di intervento e contenimento dell’in-fezione.Questi fattori, insieme al sovraffollamento degli ospedali da essi deter-minato, possono avere contribuito agli elevati tassi di mortalità, specie in Lombardia.La risposta italiana è stata comunque co-raggiosa, con decine di migliaia di operatori in meno che hanno ga-rantito un encomiabile servizio sanitario e con una rapida e forte mi-sura di contenimento. I principali capisaldi del-la nostra legislazione sono stati plasmati dal coinvolgimento di un comitato tecnico-scien-

tifico, e questo model-lo è stato poi preso ad esempio da altri Pae-si, come la Germania. La risposta del sistema sanitario italiano è stata poi caratterizzata dalla messa a disposizione di finanziamenti per as-sumere 32000 perso-ne, con alcuni contratti che sono stati già de-finiti (60000 medici e 130000 infermieri).Alcune lezioni vanno però ancora pienamen-te apprese.La risposta è stata spes-so disomogenea tra le regioni italiane. Le re-gioni hanno adeguato la risposta basandosi sul-le loro risorse e con un approccio tradizionale all'assistenza sanitaria, più o meno incentrato sull’ospedale. Dopo la

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Prof. W. Ricciardi

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il taccuino del XXVI Congresso

fase di lockdown era necessario invece at-tivare nuovi modelli di analisi per monitorare l'evoluzione del conta-gio ed era necessario rafforzare il sistema sanitario nazionale nei suoi tre pilastri: ospe-dale, assistenza pri-maria e dipartimenti di prevenzione. Purtrop-po il depauperamento o l’annullamento dei dipartimenti di preven-zione ha determinato una incapacità nel fare inchieste epidemio-logiche rapide, su un virus che è specialista nel confonderci, essen-do capace di trasmet-tersi in condizioni di asintomaticità ed es-sendo altamente infet-tivo. Inoltre, le terapie intensive, pur essen-do passate da 5000 a poco più di 10000 nel-la seconda fase dell’e-pidemia, sono decisa-mente inferiori rispetto a quelle tedesche, pas-sate invece da 28000 a 42000. La maggiore criticità attuale è però rappresentata dal fatto che non abbiamo suffi-cienti terapie subinten-sive, particolarmente utili nella fase attuale in cui riusciamo ad in-tercettare i pazienti più precocemente, avendo anche imparato a cu-rarli meglio.In tutto ciò il quadro epidemiologico, so-ciale e demografico continua ad essere pre-occupante in quanto virulenza e patogeni-cità del virus non sono mutate. Si aprono quindi impor-tanti sfide future, non solo cliniche, ma anche sociali, finanziarie e politiche. La pandemia ha colpito duramente l’economia, l’equilibrio psicofisico delle per-sone e sta mettendo in tensione i clinici. L’e-

mergenza economica, seguita da quella so-ciale, insieme a quella finanziaria, rendono il Paese vulnerabile. Non abbiamo mai avuto un debito pubblico così alto, neanche durante la seconda guerra mon-diale quando si chiede-va oro per la Patria. Ciò se viene sommato alla divisione della politica, ad una lenta burocrazia e ad un analfabetismo funzionale imperante, può essere foriero di impoverimento, aumen-to delle disuguaglianze e tensioni sociali.Di fronte ad una pande-mia che se va bene fini-rà nel 2022, è in corso la proposta di uno sche-ma di welfare che tratta di sanità, politiche so-ciali e previdenza, con 4 linee di intervento che riguardano il rinforzo della sanità sulla base dei fondi del MES; il fi-nanziamento di misure di salvaguardia occupa-zionale e implementa-zione di strumenti e po-litiche sociali a garanzia di universalismo; la va-lorizzazione della previ-denza complementare, prevenendo il deteriora-mento della sostenibili-tà futura del sistema; il sostegno all’educazione quale vero fattore abili-tante del cambiamento nel sistema paese. Aggiuge ancora Ricciar-di, dobbiamo entrare nel club delle economie più innovative del mon-do e non siamo nemme-no nelle prime 30. Ab-biamo un investimento

in innovazione che fino a questo momento è il più basso tra i vari paesi e sta addirittura riducendosi. É neces-saria una trasformazio-ne digitale della nostra Sanità, che permetta ai cittadini una maggiore accessibilità ai propri dati; che permetta loro di usare i servizi digitali per renderli più padro-ni del proprio destino; per elaborare strategie di cura più incentrate sulla persona; per con-dividere i dati per una migliore, più rapida ri-cerca e diagnosi.In conclusione, il set-tore sanitario merita di essere al centro della ripresa post Covid-19: i sistemi sanitari devono utilizzare le circostanze attuali per apprendere lezioni e per rafforzarsi in futuro. Il Covid-19 è servito per evidenziare il peso delle malattie non trasmissibili, quelle croniche; è necessario dare priorità alla salute mentale ed alla salute digitale, poiché il setto-re sanitario verrà rivo-luzionato dall'impatto della tecnologia nei prossimi anni; quando si prendono decisioni è necessario basarsi su una scienza evidence-based, investendo nel-la ricerca in maniera continuativa per potere affrontare alcuni dei problemi pervasivi che riguardano la salute e il benessere. Migliora-re è una questione di consapevolezza ed or-ganizzazione.

segue da pag. 5

Prof. Mosca, Prof. Ricciardi e Prof. Villani

Il futuro delprematuro Ottimizzare l'ambiente che lo circonda e lostile di vitaIl Prof. Umberto Si-meoni, Direttore della Divisione di Pediatria a Losanna, riporta i ri-sultati di diversi studi che dimostrano come la prematurità compor-ti conseguenze a lungo termine a carico di vari sistemi biologici, con malattie o “marker” di rischio presenti già in età giovane-adulta. In particolare, si tratta di ri-schi cardiovascolari, con ipertensione, disfunzio-ne delle arteriole ed alte-rata risposta allo stress. Rispetto agli adulti nati a termine, possono riscon-trarsi anche solo minime differenze di pressione arteriosa (PA), a secon-da della gravità della pre-maturità, ma che sono significativi, particolar-mente nelle donne, in quanto, nell’età giovane-adulta, comportano un rischio significativamen-te aumentato di infarto del miocardio. Oltre ad anomalie vascolari, i pa-zienti nati estremamen-te pretermine possono presentare alterazioni a distanza della funzione cardiaca. Tutto ciò com-porta un aumento del rischio di mortalità pri-ma dell’età di 45 anni. È possibile che la nutri-zione, in epoche precoci della vita, abbia un peso in tutto ciò. I bambini nati pretermine presen-tano un profilo di cre-scita caratterizzato da un eccessivo calo post-natale, a causa di una nutrizione sub-ottimale, con un recupero più ra-

pido successivamente; questo secondo aspetto si correla con una mag-giore pressione arterio-sa sistemica nella età adulta. Ciò ha indotto a sup-porre che sia proprio questo doppio stress, prima una denutrizio-ne e dopo una relativa ipernutrizione, a porre dei rischi per la salute futura. Studiando la popolazio-ne generale si è osserva-to però che non soltanto i neonati prematuri, ma anche quelli che par-tono da un basso peso iniziale, per aumentare poi nella fascia di età tra i 0 e i 20 anni, sono a maggiore rischio di iper-tensione severa o di ma-lattia coronarica grave in età adulta. È da conside-rare che in questi casi il basso peso alla nascita potrebbe rappresentare un fattore confondente, marker di altri problemi anche intercorsi duran-te la vita intrauterina. Studi su animali hanno confermato, poi, che una nutrizione precoce troppo aggressiva pos-sa portare conseguenze

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F. Mosca, U. Simeoni

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il taccuino del XXVI Congresso

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negative nella vita adul-ta, attraverso alterazioni infiammatorie. Una di queste alterazioni è una precoce senescenza a carico di vari organi. Alcune modifiche a cari-co dell'apparato cardio-vascolare si instaurano però prima dell'inizio della nutrizione. È stata osservata ad esempio una ridotta complian-ce delle arteriole nei prematuri già in quinta giornata di vita, durante la nutrizione parente-rale, che permane sino a dopo la dimissione. Un’altra alterazione che si instaura prima dell’i-nizio della nutrizione è quella che riguarda le cellule progenitrici en-doteliali che, prodotte nel midollo osseo, pas-sano nel sangue per migrare poi nei tessuti, formando l'endotelio a livello di vari organi. Queste cellule, quando le si preleva dal cordone ombelicale di neonati prematuri e le si analizza

in modelli sperimentali, mostrano di andare più precocemente incon-tro a fenomeni di sene-scenza, rispetto a quelle provenienti dai neonati a termine: tutto ciò sem-bra essere legato a fe-nomeni epigenetici do-vuti alla metilazione del DNA. I processi epige-netici (con alcuni geni che vengono espressi ed altri che vengono silenziati) sono più at-tivi in assoluto durante i primi 1000 giorni di vita; si comprende per-tanto perché questo periodo sia così impor-tante per la program-mazione futura e per-ché stimoli precoci, sia negativi che positivi, possano avere un effet-to duraturo nella vita. Durante questo periodo, fattori come la nutrizio-ne, lo stress psicosociale o l'infiammazione pos-sono determinare im-portante riprogramma-zione dei livelli pressori, dei valori di colesterolo ecc., documentando il forte impatto dell’am-

biente rispetto al geno-ma. In sintesi, variazioni ambientali, soprattutto in periodi sensibili, pos-sono determinare, a parità di genoma, mol-tissimi fenotipi. Negli ex-pretermine vi è inol-tre elevato rischio di al-terazioni renali, con mi-croalbuminuria precoce, marker di sofferenza glomerulare e riduzione della funzione tubulare. La disfunzione metabo-lica negli ex-pretermine si manifesta invece con una ridotta tolleranza al glucosio, con una al-terata composizione corporea, in particolare per ciò che riguarda la distribuzione del tessuto adiposo, e con un altera-to metabolismo dei lipi-di. Ancora, diversi studi hanno dimostrato che, comparando i pazienti di peso estremamente basso alla nascita con i pazienti di peso re-golare, si riscontra una incidenza significativa-mente più elevata, più che raddoppiata, del pre-diabete o del diabe-

te di tipo II nei primi. Ciò aumenta a sua volta il rischio di problemi car-diovascolari. I problemi respiratori compren-dono invece ostruzione delle vie aeree, ridotta funzione polmonare ed apnea durante il sonno. A ciò possono aggiun-gersi anomalie della mineralizzazione ossea. Per quel che riguarda il settore neuro-sensoria-le, possono riscontrarsi problemi neuro-cognitivi con paralisi cerebra-le e lieve riduzione del QI, problemi nel campo dell’udito e della vista, alterazioni dei compor-tamenti e disturbi di per-sonalità. In particolare, sono un po’ più frequenti profili di introversione, con minore propensio-ne al rischio, riduzione dell’attività fisica e un rischio leggermente aumentato di malattie psichiatriche. Stanno emergendo inoltre pro-blematiche immunolo-giche e riproduttive. Si tratta globalmente di una serie di problemi

che non riguardano tut-ti gli ex-prematuri e che possono essere anche precocemente affronta-ti per ridurne la portata, ma che sono comunque consistenti in questa po-polazione.In conclusione, precoci avversità, quali stress fi-sico e psichico, nutrizio-ne inappropriata ed una precoce interazione tra geni ed ecosistema pos-sono riprogrammare lo sviluppo dell’organismo, con aumentato rischio di varie patologie, acco-munate da una accele-rata senescenza a carico di vari organi. Gli sforzi dovrebbero mirare per-tanto ad ottimizzare l'ambiente che circonda i neonati prematuri, così come, successivamen-te, il loro stile di vita. Gli interventi possono iniziare già nel periodo pre-concepimento e poi proseguire durante la gravidanza, con l'obiet-tivo di mitigare gli effet-ti della prematurità.

Al XXVI Congresso Nazionale della SIN, protagonisti i giovaniGrande coinvolgimento dei giovani neonatologi anche in questa XXVI edizione del Congresso Nazionale SIN.Durante una inedita ses-sione digitale “Saranno Famosi”, sono stati infatti presentati i 20 contributi

scelti tra i migliori per-venuti e con “News dalla ricerca: la parola ai giovani neonatologi”, presentate anche altre 4 relazioni selezionate dalla Com-missione nominata dal Consiglio Direttivo della SIN.

Clicca qui per rivedere le comunicazioni orali dei giovani medici della SIN

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Il Registro Covid-19 della SocietàItaliana di NeonatologiaSolo il 2.5% dei nati da madre positiva è stato contagiato, ma si è registrato un aumento delle nascite prematureCamilla GizziDirettore UOC Pediatria Ospedale Sandro Pertini di Roma

Lorenza PugniNICU, Fondazione IRCCS Ca’ Granda OspedaleMaggiore Policlinico,Milano

Al fine di non disperde-re il patrimonio di co-noscenze maturato dai Neonatologi durante la pandemia ancora in cor-so da SARS-CoV-2 che ha colpito duramente, tra gli altri, anche il no-stro Paese, il Presidente della SIN e il Direttivo Nazionale SIN hanno fortemente e giustamen-te promosso l’istituzione di un Registro Nazionale.Obiettivo del Registro è raccogliere, su scala na-zionale, i dati clinici de-rivanti dall’assistenza ai neonati nati da mamma con infezione da virus SARS-CoV-2 diagnosti-cata in qualunque mo-mento della gravidanza e i dati derivanti dall’as-sistenza ai neonati con infezione da virus SARS-CoV-2 acquisita entro il primo mese di vita, cioè entro l’epoca neonatale.Previa approvazione del Progetto da parte del Comitato Etico del Cen-tro coordinatore (Fonda-zione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Po-liclinico di Milano), tutti i Punti Nascita distribuiti sul territorio nazionale sono stati invitati a par-teciparvi e hanno rispo-sto numerosi all’invito. È stato predisposto un data base ad hoc infor-

matizzato sulla piatta-forma REDCap, artico-lato in diverse sezioni al fine di raccogliere le seguenti informazioni: 1) informazioni sull’O-spedale di nascita; 2) in-formazioni sulla madre; 3) informazioni sul ne-onato relativamente al ricovero dopo la nascita da mamma positiva al momento del parto; 4) informazioni sul neona-to relativamente ad un eventuale secondo ri-covero in Ospedale per infezione acquisita suc-cessivamente alla nasci-ta entro il primo mese di vita; 5) informazioni sul neonato relativamente al ricovero dopo la na-scita da mamma negati-va al momento del parto ma che aveva contratto l’infezione durante la gravidanza.Al 15 settembre 2020 erano state inserite 305 schede relative ad al-trettanti neonati rispon-denti ai criteri di inclu-sione nel Registro sopra riportati. È stata effet-tuata una analisi su 291 schede (le rimanenti sono state scartate per mancanza di dati essen-ziali), di cui 238 relative al ricovero della nascita, 13 relative a neonati ri-entrati in Ospedale per infezione acquisita dopo la nascita e 40 relative a nati da madre con pre-gressa positività.La maggior parte delle schede è stata inserita dai Centri del Nord, più duramente colpiti dalla pandemia e, in partico-lare, dalla Regione Lom-bardia (70.7%), segui-ta dall’Emila Romagna

(13%) e dal Piemonte (8.2%). Dall’analisi delle 278 schede relative al ricove-ro della nascita, emerge-va che la maggior parte dei neonati, il 63%, ve-niva alla luce con parto vaginale, il 23% con ta-glio cesareo di elezione e solo il 14% con taglio cesareo eseguito in ur-genza per motivi a volte materni, spesso legati all’infezione da SARS-CoV-2, a volte fetali. Come atteso, l’incidenza di TC urgente è stata più bassa tra le 40 mamme con pregressa positività ma negative al momento del parto (7.5%). (Figura 1)Dei 238 neonati, 208 nascevano da donne con positività nota al parto, 19 da donne in fase di accertamento diagno-stico al parto, cosiddette probande, che risulta-vano poi essere positi-ve, e 11 da donne che al momento del parto non presentavano alcuna in-dicazione all’esecuzione del tampone secondo le

disposizioni vigenti, ma che nei giorni immedia-tamente successivi, a seguito della comparsa di sintomatologia sug-gestiva per infezione da SARS-CoV-2, erano sot-toposte a test specifico che risultava positivo. Al momento del parto il 23.5% delle donne era sintomatico. Nella mag-gior parte dei casi, la sin-tomatologia presentata era di entità lieve-mode-rata con sintomi simil-influenzali, mentre solo in 1 caso era necessaria di assistenza ventilato-ria invasiva (intubazione tracheale), in 2 casi assi-stenza ventilatoria non-invasiva (cannule nasali) e in 11 casi ossigenotera-pia. (Figura 2)Nell’ 86% dei casi, i ne-onati nascevano a ter-mine di gravidanza, cioè con una età gestazionale ≥37 settimane. Pertanto, la percentuale di nati prematuri, pari al 14%, risultava essere circa il doppio di quella ripor-tata in letteratura prima dell’evento pandemico

e in linea con quanto recentemente riportato da vari autori in donne affette da COVID-19. (Figura 3) Nel 12.5% dei casi si trattava di neonati con un basso peso alla na-scita, cioè con un peso inferiore a 2500 g. Dei nati da mamme posi-tive al parto o nell’im-mediato post-partum, il 73.5%, è stato isolato con la mamma in regi-me di rooming-in, il 19.7 % è stato isolato in Te-rapia Intensiva/Patolo-gia Neonatale, il 2.9% è stato isolato al Nido, il 2.5% è stato isolato con la mamma e successi-vamente separato e lo 0.5% è stato trasferito presso un altro Centro. Il 79% dei neonati è stato alimentato esclusiva-mente con latte mater-no (di cui l’89% al seno e l’11% con latte mater-no spremuto) e solo il 21% dei neonati è stato alimentato con latte di formula.

i temi focus del XXVI Congresso

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C. Auriti, L. Pugni, C. Gizzi

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Globalmente, è risulta-to positivo al tampone nasofaringeo per SARS-CoV-2 durante il ricove-ro della nascita il 2.5% dei neonati (6/238). (Figura 4)Di questi, solo 1 era po-sitivo in prima giornata di vita e la positività si confermava ai control-li successivi. Due su 6 nascevano da mamma nota per essere positiva al momento del parto, erano negativi al test alla nascita e si positi-vizzavano durante il ri-covero, uno in settima e uno in nona giornata di vita, mentre 3 su 6 na-scevano da mamma non sottoposta a tampone al momento del parto, ma che si positivizzava durante il ricovero e i rispettivi neonati, valu-tati a seguito di questo riscontro, risultavano positivi. Solamente nel primo caso, pertanto, è verosimile che si sia ve-rificata una trasmissione intrauterina dell’infe-zione, mentre negli altri non si può escludere una trasmissione orizzontale da mamma a neonato, probabilmente in par-te causata da una non scrupolosa adesione alle misure di precau-zione per la trasmissio-ne attraverso droplet

(mascherina chirurgica, lavaggio accurato delle mani, distanziamento della culla del neonato dal letto della mamma in caso di isolamento congiunto in regime di rooming-in), soprattutto nei casi in cui l’infezio-ne materna era diagno-sticata dopo il parto. In tutti i casi, in accordo con quanto mediamente riportato in letteratura, l’infezione nei neonati è risultata essere asinto-matica o paucisintoma-tica. Anche i 13 neonati rien-trati in Ospedale per in-fezione da SARS-CoV-2 acquisita al domicilio, pur essendo tutti sinto-matici (sintomi preva-lenti febbre e difficoltà nel l ’a l imentazione), hanno presentato una sintomatologia di entità lieve o moderata, neces-sitando solo in 2 casi di supporto ventilatorio per pochi giorni. L’infe-zione era stata contratta tra i 5 e i 30 giorni di vita e solo in 5 casi è stato riportato un contatto con familiari positivi, ri-sultando negli altri casi le modalità di contagio non note.

FIG. 1 - MODALITA' DEL PARTO

FIG. 2 - SINTOMI MATERNI

FIG. 3 - ETA' GESTAZIONALE

i temi focus del XXVI Congresso

FIG. 4 - NEONATI POSITIVI

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Il neonato con encefalopatia ipossico-ischemica: presente e futuroLa Survey e le raccomandazioni della SIN per migliorare le cure a livello nazionaleMonica Fumagalli MD, PhDU.O. di Neonatologia e Te-rapia Intensiva Neonatale Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico RTD-B Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comu-nità Università degli Studi diMilano

L’Encefalopatia Ipossico-Ischemica (EII) è un tipo di encefalopatia che in-teressa prevalentemen-te il neonato a termine con evidenza di ipossi-ischemia perinatale. Si stima a livello globale un’incidenza media di 1,5 ogni 1000 nati vivi, interessando 1,15 milioni di neonati all’anno nel mondo. Più della metà di questi neonati va in-contro a morte o so-pravvive con disabilità neurologiche. Ad oggi l’ipotermia terapeutica rimane l’unica possibilità di trattamento delle for-me moderate/gravi, rac-comandata dalle linee guida dell’International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR) a partire dal 2010. Iniziata entro 6 ore dalla nascita e proseguita per 72 ore, l’ipotermia ha ridotto dal 60 al 46% la percentua-le di morte o disabilità a 18 mesi di vita nei bam-bini con encefalopatia ipossico-ischemica di gra-do moderato/grave alla nascita. A tutt’oggi non è noto quanti trattamenti ipotermici vengano ef-fettuati in Italia, possibi-le proxy per identificare i casi a maggior rischio

di esiti neurologici a di-stanza. Da qui l’impegno della SIN a far maggior chiarezza sulla nostra situazione nazionale, oltre che a migliorare le raccomandazioni e le cure per affrontare que-sta preoccupante eve-nienza.

La Survey della SINIniziato come progetto pilota in Emilia-Roma-gna, tra gli obiettivi del-la SIN rientra la messa a punto di un registro nazionale prospettico sull’Encefalopatia Ipos-sico-Ischemica. In atte-sa della disponibilità di questo registro, la SIN, in collaborazione con la Società Italiana Medi-cina Perinatale (SIMP), sta effettuando una rico-gnizione retrospettiva, utile a delineare possibili proposte Istituzionali su questo argomento. Si tratta di un questio-nario proposto ai cen-tri di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) che eseguono l’ipotermia terapeutica nel nostro Paese, circa il numero di neonati sottoposti a tale trattamento negli ulti-mi 3 anni, le indicazio-ni all’arruolamento (se è avvenuto all’interno o all’esterno dei criteri contenuti nelle Racco-

mandazioni italiane) e gli esiti maggiori clinico/neuroradiologici alla di-missione dalla TIN. I dati preliminari del-la Survey retrospettiva sono stati presentati in occasione del XXVI Con-gresso Nazionale SIN.

Criteri di trattamento dell’Encefalopatia Ipos-sico-Ischemica: le rac-comandazioni della SINLe prime Raccomanda-zioni italiane, pubblica-te dalla Task Force della SIN, per il trattamento ipotermico in caso di EII neonatale risalgono al 2007 e sono state suc-cessivamente aggiorna-te nel 2012. Attualmen-te il Gruppo di Studio di Neurologia e Follow-up della SIN si sta impe-gnando per revisionare quest’ultima edizione in base alle recenti evi-denze della letteratura scientifica e in accordo con i principi della meto-dologia GRADE; l’obiet-tivo è quello di rivedere i criteri di definizione e trattamento dell’EII. Infatti, i principali trial clinici hanno dimostrato la sicurezza ed efficacia dell’ipotermia nel mi-gliorare la sopravvivenza senza disabilità neurolo-gica nel caso di EII mo-derata e grave. Tuttavia, la recente let-teratura scientifica sug-gerisce che anche i ne-onati che manifestano, nelle prime ore di vita, segni di encefalopatia lieve sono esposti a un rischio aumentato di danno cerebrale e out-come neurologico sfa-vorevole. Storicamente

però questa categoria di pazienti è stata con-siderata a basso rischio neurologico ed è sempre stata esclusa dai mag-giori trial clinici.Studi preclinici han-no evidenziato come il danno lieve risponda meglio ai trattamenti neuroprotettivi e recenti studi clinici osservazio-nali hanno suggerito un possibile miglioramento dell’outcome a distanza nelle forme lievi trattate con ipotermia.Tuttavia, sebbene alcu-ni neonati con EII lieve manifestino un outcome a distanza sfavorevole e sebbene sia plausibile che il trattamento con ipotermia possa esse-re utile nel migliorare la prognosi, l’evidenza clinica disponibile è li-mitata e non conclusiva. Rimangono da definire molti aspetti che inclu-dono la definizione di EII lieve, il trattamento da offrire (ipotermia o altre strategie neuroprotetti-ve) e l’effettivo possibile beneficio, senza poten-ziali danni, del tratta-mento delle forme lievi. Appare quindi evidente la necessità di nuovi trial clinici prospettici per de-finire meglio l’efficacia del trattamento e il rap-porto rischio/beneficio in questa tipologia di pa-zienti.

Oltre l’ipotermia…Sebbene l’ipotermia si sia dimostrata efficace nel migliorare la progno-si a distanza, una quota ancora rilevante di ne-onati con EII moderata/grave sopravvive con di-

sabilità neurologiche.Nell’ultimo decennio quindi la ricerca scien-tifica di base, partendo da modelli animali, si è rivolta allo studio di nuo-ve strategie terapeutiche neuroprotettive, alter-native o combinate con l’ipotermia, che, agendo durante le diverse fasi del danno ipossico-ischemico, contribui-scano alla riduzione del danno cerebrale in caso di EII. Tra i nuovi tratta-menti proposti, la som-ministrazione di allopu-rinolo, melatonina, gas nobili (xenon e argon) e magnesio è risultata effi-cace nel ridurre il danno della fase acuta, mentre cannabinoidi e doxicicli-na sembrano limitare la fase subacuta; l’utilizzo di eritropoietina, cellule mesenchimali e topira-mato potrebbe invece ridurre il danno nelle fasi tardive dell’asfis-sia. Considerato il ruolo patogenetico dell’os-sido nitrico (NO) nel determinismo del dan-no ipossico-ischemico cerebrale, l’interesse è stato rivolto anche agli inibitori di Ossido Nitri-co Sintetasi (NOS), quali potenziali agenti neuro-protettivi.Tuttavia, nessuno di que-sti agenti è stato ancora approvato con standard care nel trattamento del neonato con EII. Mol-teplici trial clinici sono attualmente in corso, a livello internazionale ma anche nazionale italiano, per definire la reale effi-cacia di questi composti nella pratica clinica.

M. Fumagalli

i temi focus del XXVI Congresso

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La nuova indagine sull'organizzazione dell'assistenza in sala partoNecessario garantire e coordinare le competenze di tutti i professionisti coinvolti nella rianimazione neonataleCamilla GizziDirettore UOC Pediatria Ospedale Sandro Pertini di Roma

Si stima che la rianima-zione neonatale corret-tamente eseguita possa salvare nel mondo circa 700.000 vite ogni anno. È noto infatti che circa il 5-10% di tutti i neonati richiede qualche forma attiva di sostegno nel momento della transi-zione dalla vita endoute-rina alla vita extrauterina (ad es. stimolazioni tat-tili per avviare la respi-razione) ed è riportato dalla letteratura che cir-ca l’1% dei neonati ha bisogno di essere ven-tilato subito dopo la na-scita. Lo scopo di questa Survey, realizzata dalla Union of European Ne-onatal and Perinatal So-cieties (UENPS) in colla-borazione con la Società Italiana di Neonatologia (SIN) ed il Gruppo di Studio di Rianimazione Neonatale, è quello di fotografare la situazio-ne corrente relativa alle pratiche di rianimazione neonatale in Italia e, più in generale, in Europa e la loro adesione alle linee guida vigenti. I risultati di questa Survey permetteranno di rile-vare i punti comuni, le differenze ed i trend tra i Pediatri/Neonatologi e le figure professiona-li sanitarie coinvolte in questo particolare am-bito della loro attività. Questa indagine di sor-veglianza rappresenta il punto di partenza per la creazione di un network collaborativo, italiano ed

europeo. I dati italiani, relativi ai punti nascita dei centri di II livello, sono stati raccolti dal 01.02.2020 al 01.07.2020. Il que-stionario è stato inviato per e-mail a tutti i Diret-tori delle TIN (Terapie Intensive Neonatali) italiane dotate di pun-to nascita ed ha avu-to un tasso di risposta del 92.5% (111/120). Dei centri intervistati, il 37% era universitario. Il questionario è stato disegnato raccogliendo informazioni riguardanti i punti chiave della ri-animazione neonatale, includendo anche alcu-ni aspetti organizzativi (personale ed attrez-zatura) ed epidemiolo-gici. Alcuni dei risultati salienti sono di seguito riportati.

Organizzazione prima del partoIn previsione della na-scita di un bimbo estre-mamente prematuro o con patologie diagno-sticate prima del parto, nel 90% dei centri vie-ne programmato rou-tinariamente un incon-tro con i genitori, come suggerito dalle linee guida vigenti. Nel 62% dei centri il team di ria-nimazione è presente a tutti i parti, a rischio e non a rischio. La media-na del numero dei parti per centro è stata 1634, con solo l’11% sotto i 1000 parti.

Gestione del cordone ombelicaleNumerosi, recenti lavori scientifici dimostrano che attendere alme-

no un minuto prima di clampare (tagliare) il cordone ombelicale alla nascita nei neonati che non hanno bisogno di rianimazione abbia im-portanti vantaggi che includono l’aumento della concentrazione di globuli rossi, di immu-noglobuline e di cellule staminali nel sangue del neonato, l’aumen-to delle riserve di ferro che riducono l’anemia nei primi mesi di vita e un possibile migliora-mento dello sviluppo neuro-cognitivo a 4-5 anni. L’OMS raccoman-da di clampare il cordo-ne dopo 1-3 minuti dal-la nascita. Nei neonati pretermine (<37 setti-mane), una recente re-visione della letteratura scientifica riporta un’as-sociazione tra il clam-paggio posticipato del funicolo di circa 30-60 secondi e una riduzione della mortalità. Mentre questa strategia è facil-mente applicabile per il neonato che alla nascita non mostra problemi di

adattamento, è più dif-ficile realizzarla quando c’è la necessità di ma-novre rianimatorie. Vi sono alcuni importanti studi in corso che han-no lo scopo di valutare se questa pratica, così efficace nel neonato fi-siologico, possa avere dei vantaggi anche nei neonati che necessitano di rianimazione. Tra i centri intervistati, il clampaggio posticipato del cordone ombelicale è applicato nel 95% dei centri per i nati a ter-mine da parto vaginale, nel 67% dei centri per i nati a termine da ta-glio cesareo elettivo e nel 26% dei centri per i nati a termine da taglio cesareo in emergenza. Per i neonati moderata-mente pretermine (33-36 settimane), invece, il clampaggio posticipato del cordone ombelicale è applicato nell’81% dei centri per i nati da par-to vaginale, nel 52% dei centri per i nati da taglio cesareo.Nel 17% dei centri è

possibile effettuare una rianimazione completa a cordone ombelicale integro, per mezzo di un apposito carrello per la rianimazione neonatale adeguatamente attrez-zato, che può essere av-vicinato, per assistere il neonato senza recidere il funicolo, tra le gambe della mamma nel parto spontaneo o al suo fian-co nel taglio cesareo.

VentilazioneSomministrare le cor-rette dosi di ossigeno e ventilare adeguatamen-te i polmoni del neonato alla nascita, soprattutto se prematuro, sono pro-cessi molto delicati che possono essere svolti correttamente solo se il personale è adegua-tamente preparato e la strumentazione a dispo-sizione è idonea. Il 98% dei centri italiani intervi-stati riferisce di avere in Sala Parto l’attrezzatura appropriata per rego-lare la dose di ossigeno

C. Gizzi

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i temi focus del XXVI Congresso

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da somministrare e per monitorare adeguata-mente l’ossigenazione del piccolo paziente (miscelatore aria/os-sigeno e saturimetro). Per quanto riguarda la ventilazione, esistono 3 strumenti idonei per il neonato tra i quali uno, chiamato sistema a T, sembra essere quello più indicato. In Italia, il 91% dei centri dichiara di utilizzare di routine questa apparecchiatura. Per alcuni neonati parti-colarmente difficili, per ottenere una ventila-zione efficace, che è la manovra più importante per tenerli in vita, è ne-cessario il ricorso ad al-cuni strumenti alterna-tivi chiamati, appunto, salva-vita. Uno di questi strumenti è la maschera laringea e le linee gui-da internazionali rac-comandano di averne sempre una a portata di mano sul carrello delle emergenze. In Italia, il 90% dei centri di II li-

vello afferma di avere in dotazione una masche-ra laringea per gestire questi casi “difficili”.

CircolazioneIl rilevamento della fre-quenza cardiaca (FC) è parte integrante della rianimazione del ne-onato, del bambino e dell’adulto. Negli ultimi anni il rilevamento del-la FC alla nascita è sta-to oggetto di numerosi studi in neonatologia. Vi sono diversi modi per valutare la FC, l’utilizzo di un fonendoscopio e la palpazione alla base del cordone ombelicale sono sicuramente i più utilizzati. Le linee guida più recenti suggeriscono che l’utilizzo di un elet-trocardiografo (monitor ECG) con soli 3 elettro-di, molto semplice da utilizzare, può avere dei vantaggi importanti nel monitoraggio della FC durante la rianimazione neonatale. La Survey ha documentato che circa la metà dei centri italiani di II livello utilizza l’ECG

“semplificato” in Sala Parto.

EticaOltre alla conoscenza delle procedure rianima-torie e degli algoritmi, alla formazione tecnica individuale e di gruppo, il personale che lavora in Sala Parto dovrebbe ri-cevere una “formazione etica”. È importante sa-per comprendere quan-do iniziare e quando astenersi dalla rianima-zione, ma anche quando è il momento di fermar-si. Questa decisione non può essere personale, ma deve essere guidata da linee guida interna-zionali e nazionali, che tengano conto degli esi-ti della rianimazione a breve e a lungo termine, e deve essere sempre presa con l’aiuto dei ge-nitori, nel massimo ri-spetto e con l’obiettivo di garantire il “miglior bene possibile” per il loro bambino. Dei centri intervistati, il 64% di-chiara di avere un tempo limite oltre il quale inter-

segue da pag. 11 rompere la rianimazione nei bambini gravemente asfittici, mentre il 70% riporta che l’opinione dei genitori influenza l’inter-vento del team.

FormazioneLa formazione degli ope-ratori è l’elemento cru-ciale affinché durante la rianimazione neona-tale, quando richiesta, le competenze di tutti i professionisti coinvolti (neonatologi, pediatri, anestesisti, ginecologi, infermieri, ostetriche) si-ano garantite e coordina-te. Ogni ritardo o errore nelle procedure potreb-bero avere delle conse-guenze molto gravi per quel bambino, la sua fa-miglia e l’intera équipe. La formazione quindi, sempre richiesta in medi-cina, deve essere costan-te e continua anche nella rianimazione neonatale. A tale scopo esistono dei corsi di formazione speci-fici, per addestrare il per-sonale della Sala Parto. Dal 1994 la SIN sostie-ne i corsi di rianimazio-

ne neonatale su tutto il territorio nazionale grazie ad una politica di regolare formazione ed aggiornamento del materiale didattico. L’ 86% dei centri intervi-stati dichiara di organiz-zare regolarmente corsi di rianimazione neona-tale e l’82% li organizza con una cadenza di ogni 6-24 mesi.In conclusione, i dati della Survey mostrano un’ottima aderenza dei centri italiani di II livello alle linee guida vigenti, risultato ottenuto grazie all’impegno costante della SIN e del Gruppo di Studio di Rianimazio-ne Neonatale nell’am-bito della formazione e dell’aggiornamento.

i temi focus del XXVI Congresso

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Infezioni neonatali, attualità e prospettiveLa SIN è al lavoro sulle prime linee guida per laprevenzione delle infezioni ospedaliere del neonatoCinzia Auriti Terapia Intensiva Neonatale Ospedale PediatricoBambino Gesù di Roma

L’attuale pandemia da SARS-CoV-2 ha assor-bito prepotentemente attenzione e risorse sa-nitarie per circa quattro mesi in Italia e nel mon-do intero e ci ha indotti a riflettere che le infezioni sono un problema sani-tario e sociale perma-nente, causa di patologia grave e di decesso, che richiede organizzazione, importanti misure di pre-venzione, contenimento. La pandemia attuale sembra aver risparmia-to parzialmente giovani e soprattutto bambini e neonati. Ma non esiste soltanto il nuovo Co-ronavirus ed in ambito neonatale le infezioni rimangono un problema complesso, per la mor-bosità e mortalità che tutt’oggi provocano. Dalle stime dell’Organiz-zazione Mondiale della Sanità nel 2018 sono morti 2,5 milioni di neo-nati entro il primo mese di vita, un milione entro le prime 24 ore e il 75% di tutti i decessi si collo-ca nella prima settimana di vita 1.Il 40% di questi neonati sono morti per infezione, nel 70% dei casi circa l’infezione era una sepsi. Le infezioni sono state nel 2017 una delle quat-tro cause principali di morte neonatale, dopo la prematurità e l’asfissia perinatale, seguite dalla mortalità per malforma-zioni congenite. Le infe-zioni rappresentano la seconda causa di morte fra i neonati pretermine,

dopo il peso estrema-mente basso alla na-scita, rappresentando il 12% di tutti i decessi in quella categoria di neo-nati 2.Alla luce di queste os-servazioni che valgo-no per tutti i Paesi del mondo, la riduzione del-la mortalità neonatale e di quella precoce sono al centro delle politiche internazionali, orientate ad azzerare la mortalità infantile evitabile. E non possiamo raggiungere questo obiettivo sen-za azzerare le infezioni evitabili ed il “getting to zero infections” non deve essere un obiettivo solo americano. Una parte delle infezio-ni neonatali è conside-rata evitabile mediante la prevenzione e le cure prenatali, l’assistenza neonatologica qualifica-ta, l’uso razionale degli antibiotici e l’attuazione delle misure preventi-ve in corso di degenza ospedaliera.Le sepsi precoci sono uno dei grandi problemi della neonatologia mo-derna e sono causate prevalentemente dalla trasmissione verticale del germe dalla madre, colonizzata o infetta in gravidanza, al feto. L’in-cidenza di questa pato-logia varia da 1/1000 a 1/2000 nati a termine nei Paesi ad elevato li-vello socioeconomico e nell'80% di queste in-fezioni il germe respon-sabile è lo Streptococco agalactiae (di gruppo B -GBS). Nei neonati pre-termine anche l’Esche-richia coli gioca la sua parte di rilievo, con tas-si di mortalità simili a

quelli dovuti allo GBS. La mortalità può arrivare al 2-3% dei neonati infetti3.Nell’ambito della ridu-zione delle sepsi precoci le cure prenatali sono la strategia vincente. Ne-gli Stati Uniti dal 1990, anno in cui fu introdotto lo screening delle ge-stanti colonizzate dal batterio e l’uso della pro-filassi antibiotica intra-partum, al 2015 le sepsi precoci da GBS hanno mostrato una flessione d’incidenza da 1.8 a 0.23 ogni 1000 nati vivi⁴.In Italia l’incidenza at-tuale di sepsi precoci da Streptococco è allineata sulle stesse percentuali con un dato stimato di 0.20/1000 nati vivi⁵.Altre infezioni a trasmis-sione materno-fetale sono suscettibili di tera-pia precoce, spesso ri-solutiva nell’evitare esiti nel neonato. La Sifilide primaria coinvolge cir-ca 12 milioni di persone ogni anno, 2 milioni di gestanti, ed è responsa-bile del 25% delle morti intrauterine e del 14%

delle morti in età neona-tale in tutto il mondo⁶.Anche la Toxoplasmosi congenita coinvolge dai 2 ai 6 neonati per 1000 nati, a seconda del livel-lo socioeconomico della Nazione, comportando idrocefalo congenito e cecità. L’infezione con-genita da Cytomegalovi-rus è la causa principale di sordità congenita non genetica nel neonato-bambino e oggi dispo-niamo di farmaci anti-virali in grado di ridurre l’incidenza di sordità a distanza nei figli di madri con infezione in gravi-danza⁷.Su un totale di circa 450 mila bambini che nascono attualmente in Italia (dati ISTAT 2018), le infezioni congenite globalmente conside-rate, sintomatiche o no, interessano dai 4.000 ai 6.000 bambini ogni anno. Molti degli effetti dan-nosi di queste malattie sul neonato, potrebbero essere ridotti, a volte az-zerabili, se lo screening

e la prevenzione fosse-ro praticati nei tempi e nella misura giusta e se l’accesso ai diversi servizi di prevenzione fosse semplice, anche per le categorie sociali più disagiate. Pensiamo ad esempio al proble-ma dell’immigrazione in Italia e a quante donne hanno difficoltà ad usu-fruire delle pur numero-se attività di prevenzione esistenti, per difficoltà culturali, di lingua o di accesso ai servizi sani-tari.Nonostante le linee gui-da per la prevenzione della malattia da GBS siano un dato scientifi-co da tempo acquisito, ancora oggi sfugge alla profilassi circa il 40% delle donne che la me-riterebbero. Per tale motivo negli ultimi anni ci stiamo concentrando sullo sviluppo di un vac-cino contro il GBS attra-verso studi multicentrici, un esempio è il progetto NEOSTREP, promosso

C. Auriti

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i temi focus del XXVI Congresso

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dall'Unione Europea.Escludendo le Sepsi late onset da Streptococcus agalactiae, le sepsi ad insorgenza tardiva sono prevalentemente quelle ospedaliere e hanno una incidenza che varia dal 20% al 36% dei ricove-rati, a seconda dei conte-sti assistenziali. Infatti la responsabilità principale dell’origine di queste in-fezioni sono le procedu-re invasive, pertanto la possibilità di controllo deriva dalla corretta ap-plicazione delle proce-dure e precauzioni per la prevenzione. La morta-lità dovuta alle infezioni ospedaliere (nel neona-to principalmente sep-si) è elevata, arrivando nei neonati pretermine affetti da infezioni batte-riche da germi Gram Ne-gativi fino al 30 – 35% degli infetti, e comunque il rischio di morte nei pazienti infetti è circa 4 volte maggiore di quello

dei non infetti. I germi responsabili sono diver-si, prevalentemente nel neonato pretermine bat-teri saprofiti della cute come lo Staphylococcus epidermidis o batteri che colonizzano l’intestino come la Klebsiella pneu-moniae, l’Escherichia coli e, tra i funghi, la Candida albicans. L’uso non ot-timale degli antibiotici, troppo spesso utilizzati a “scopo preventivo”, sta determinando la com-parsa di ceppi batterici sempre più resistenti ai farmaci di uso corrente, causa di sepsi intratta-bili e frequentemente mortali. In Italia il feno-meno della resistenza agli antibiotici è molto rilevante e le percentuali di resistenza sono fra le più elevate d’Europa. Per tale motivo la ricerca clinica è orientata alla identificazione di crite-ri di inizio della terapia antibiotica, di selezione dei neonati che la meri-tano e all’individuazione

di biomarkers precoci e discriminanti di infe-zione, che consentano di essere tempestivi nella diagnosi, nell’ini-zio e nella sospensione della terapia antibiotica dell’infezione. Come So-cietà Scientifica di Neo-natologia abbiamo quin-di il compito di portare l’attenzione sui problemi specifici delle infezioni nel neonato con attività formative e divulgative e quello di individuare e applicare metodologie di prevenzione e conte-nimento efficaci, realiz-zabili nell’assistenza cli-nica corrente. A tal fine stiamo elaborando delle linee guida per la pre-venzione delle infezioni ospedaliere del neonato, originali perché mai ela-borate per queste pro-blematiche specifiche, con l’obiettivo di unifor-mare procedure e pre-cauzioni di prevenzione sull’intero territorio na-zionale. Siamo inoltre al fianco degli Amministra-

tori della Sanità Pubblica nella realizzazione degli obiettivi principali del Piano Nazionale di Con-trasto dell’Antimicrobi-co-resistenza (PNCAR) 2017-2020: riduzione della frequenza di infe-zioni da microorganismi resistenti agli antibiotici e riduzione delle infe-zioni ospedaliere. Come neonatologi nella pratica clinica corrente siamo in-vestiti da tutta una serie di grandi responsabilità, dalla sensibilizzazione dei nostri pazienti sull’op-portunità di aderire ai programmi di screening, alle decisioni terapeuti-che di “start and stop” delle terapie antibiotiche nei neonati ricoverati, al monitoraggio delle infe-zioni nei reparti e alla loro prevenzione con un lavo-ro quotidiano. Se il nostro messaggio è che “il Neo-nato è al centro del futu-ro” il nostro impegno per il neonato è lavorare per un futuro il più possibile libero dalle infezioni.

Bibliografia1. WHO, Newborns: reducing mortality.2. You D, Hug L, Ejdemyr S et al. (UN IGME). Global, regional, and national levels and trends in under-5 mortality between 1990 and 2015, with scenario-based projections to 2030: a systematic analysis by the UN Inter-agency Group for Child Mortality Estimation. Lancet 2015;386(10010):2275-86).3. Puopolo K. Neonatal sepsis evaluation across the pond Arch Dis Child Fetal Neonatal Ed 2020, http://dx.doi.org/10.1136/archdischild-2019-317840.4. Naduri S.A. et al. Epidemio-logy of Invasive Early-Onset and Late-Onset Group B Strep-tococcal Disease in the United States, 2006 to 2015Multistate Laboratory and Population-Based Surveillance. JAMA Pediatr. 2019;173(3):224-233. doi:10.1001/jamapedia-trics.2018.4826.5. Berardi A. PLOS ONE | https://doi.org/10.1371/journal.pone.0212784 March 20, 2019.6. WHO 2007: The global eli-mination of congenital syphilis: rationale and strategy for action.7. Kimberlin D.W. Valganciclo-vir for Symptomatic Congeni-tal Cytomegalovirus Disease. N Engl J Med. 2015 March 5; 372(10): 933–943. doi:10.1056/NEJMoa1404599.

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i temi focus del XXVI Congresso

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Venezia 2020: un congressoinfermieristico di alto profilo scientifico in risposta ad un anno complicatoPer tutti i soci un ricco volume di atti congressualiDenis PisanoPresidente SIN INF

Si è da poco conclu-so a Venezia Lido, il II Congresso Nazionale della Società Italiana di Neonatologia Infermie-ristica, la SIN INF, un evento come sempre contestuale al Congres-so Nazionale SIN giunto alla sua XXVI edizione. Un appuntamento atte-sissimo in una location suggestiva che, forse, avrebbe meritato la presenza nelle sale del numeroso pubblico al quale siamo da sempre abituati ma che tuttavia ha registrato circa 1770 iscritti tra medici, infer-mieri e specializzandi. Si è trattato certamente di uno sforzo logistico e organizzativo molto im-portante per dar modo al pubblico collegato in remoto da tutta Italia, di seguire in diretta tutti gli eventi in programma, intervenire nelle discus-sioni, interagire con la segreteria organizzativa e con le aziende. Tutto questo senza dimentica-re i criteri imposti dall’e-mergenza Covid-19 per garantire la sicurezza dei circa 150 ospiti della fa-culty. A rendere tutto ciò possibile la regia della segreteria organizzativa (iDea congress) e la col-laborazione della Società Italiana di Neonatologia.Per la nostra giovanis-sima società scientifica SIN INF è il Congresso Nazionale numero due ed è frutto di un intenso anno di lavoro da parte del consiglio direttivo, dei referenti regionali,

dei relatori e moderato-ri. È soprattutto il con-gresso dei molti colleghi delle neonatologie del paese che hanno pro-posto lavori scientifici di alta qualità e reso sti-molante tutto l’evento. Questo appuntamen-to si inserisce alla fine di un anno particolar-mente difficile per tutti i professionisti che si sono occupati della sa-lute pubblica, ed è per questo che riuscire a realizzare il nostro se-condo congresso na-zionale, nel pieno di una emergenza sanitaria, è stato un risultato molto importante. Allo stesso tempo appare evidente l’impegno di un’intera comunità scientifica per mantenere vivo l’aggior-namento ed il confronto scientifico e riportare le nostre attività ad un piano di normalità. Il 2° Congresso Nazio-nale SIN INF quest’an-no era articolato in 17 relazioni “in diretta” suddivise in 4 sessioni, 2 corsi infermieristici e 17 relazioni fruibili “on demand”. Un totale di circa 20 ore di aggior-namento sulle prin-cipali tematiche che coinvolgono quotidia-namente l’infermiere di neonatologia. È stato piacevole osservare la puntualità dei relatori ed il rispetto dei tempi a loro assegnati; questo ha consentito di arriva-re alle discussioni finali con generoso anticipo e dare a tutti la possibilità di interagire con i rela-tori. Nella prima sessione si

sono affrontati impor-tanti temi che perme-ano la professione: fra questi, lo stato dell’arte della ricerca infermie-ristica in neonatologia, le responsabilità civili e penali della professione e l’importanza delle nuo-ve tecnologie applicative in aiuto all’organizzazio-ne dei turni di lavoro. A seguire, una sessione orientata principalmen-te su diversi aspetti tec-nico-procedurali molto frequenti nelle unità di Terapia Intensiva: la sor-veglianza infermieristica del neonato con patolo-gia neurologica, le tecni-che di posizionamento e gestione del catetere toracico e il dolore neo-natale, inteso come 5° parametro vitale. A chiu-dere la mattinata uno studio retrospettivo che ha correlato la tempera-tura corporea di un am-pio campione di neonati al ricovero in TIN con la durata della loro degen-za.La terza e la quarta ses-sione si sono tenute nella mattinata succes-siva. Nella prima parte, 5 relazioni improntate in special modo sulla care e l’umanizzazione del-le cure in neonatologia dove si è sottolineato l’importante ruolo svolto dall’infermiere nel bon-ding tra madre e figlio, quello nei confronti del neonato da famiglie con disagio psico-sociale e nel neonato con progno-si infausta bisognoso di cure palliative. Sono stati stimolanti anche gli interventi relativi all’im-portanza dei setting am-

bientali deputati alla “co-municazione” in una TIN e le implicazioni legate alla presenza del geni-tore durante le manovre rianimatorie al proprio bambino.Ha chiuso la mattinata una sessione interamen-te dedicata all’infettivolo-gia nella quale si è affron-tato il tema delle infezioni trasmesse con il latte do-nato e il rapporto spesso controverso sull’uso degli smartphone all’inter-

no delle neonatologie. Come era prevedibile, oltreché doveroso, si è fatto il punto in tema di Covid-19 e le forti impli-cazioni infermieristiche. In particolare, i benefici di una totale riorganiz-zazione logistica degli spazi, dei percorsi e del personale di un policlini-co per far fronte al con-tenimento della diffusio-ne del virus tra pazienti

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Consiglio Direttivo SIN INF

D. Pisano durante l'assemblea dei soci

infermieri

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e operatori ed il rappor-to costo-efficacia delle misure di contenimento dell’epidemia. Per finire, una relazione che ab-biamo voluto chiamare “lettere dal fronte di un’in-fermiera di neonatologia”, una toccante lettura che, come in un diario, ha evidenziato le paure, le emozioni e le speranze di una équipe di neona-tologia in una città, Ber-gamo, duramente colpi-ta dall’emergenza.Due i corsi infermieristi-ci offerti gratuitamente agli iscritti. Il primo sulle lesioni da pressione nel ne-

segue da pag. 15 onato critico e il secondo sugli step necessari per fare ricerca infermieristi-ca in neonatologia. En-trambi i corsi sono stati apprezzatissimi e han-no confermato la forte richiesta di formazione specifica degli infermie-ri di neonatologia.Una bella novità di que-sta edizione, che ha consentito di estendere la partecipazione attiva ad un maggior numero di relatori, è la creazio-ne di una sala virtuale dentro la quale è stata fruibile, in modalità on demand , una ricca se-lezione di presentazioni pre-registrate. Si tratta

di un interessante espe-rimento che sarà facile riproporre nei futuri con-gressi nazionali e, per-ché no, anche in quelli regionali. L’assemblea dei soci, tenutasi a chiusura del Congresso è stato un momento di esposizione di quella che è stata l’at-tività per portare avanti i tanti progetti messi in cantiere dal Consiglio Direttivo e che vedranno la realizzazione nei mesi a seguire. Non potrebbe essere altrimenti per una società scientifica che compirà il suo secondo anno nel 2021. La chiu-sura dei lavori è stata

anche il momento della nomina dei nuovi Refe-renti Regionali che per i prossimi tre anni porte-ranno avanti una stretta collaborazione con la SIN INF e rappresente-ranno la società nelle rispettive regioni. Un augurio di buon lavoro a L. Fioravanti (Toscana), L. Marzola (Emilia Ro-magna), A. Elia (Sicilia), G. Angelini (Marche) e S. Scolz (Friuli V. Giulia).Per concludere, mi sembra doveroso sot-tolineare che l’assenza di pubblico nelle aule congressuali è stato uno stimolo in più per confe-zionare e offrire a tutti i

Faculty, pochi e distanziati

soci infermieri un ricco volume di atti congres-suali (medici e infermie-ristici) che è disponibile per il download nel por-tale della SIN. Spero che possa essere una utile testimonianza di ciò che si è fatto e detto nelle interessanti giornate di Venezia.Oggi, con uno sguardo sereno rivolto al futuro, siamo già all’opera per realizzare il III Congres-so Nazionale SIN INF a Roma.

infermieri

La Società Italiana di Neonatologia Infermie-ristica – SIN INF sostie-ne la Giornata Mondiale della Prematurità del 17 novembre come occa-sione utile a sensibiliz-zare l’opinione pubblica sul delicato tema della nascita pretermine e sull’impatto che questo problema ha sulle fami-glie dei piccoli neonati. Quest’anno la giornata è, per tutti i professio-nisti e le famiglie, un’ul-teriore sfida. In un mo-

mento storico dove il distanziamento sociale è parte del quotidiano e dove gli abbracci ven-gono “negati”, lavorare duramente perché ai nostri piccoli “guer-rieri” non manchino le migliori cure è l’obiet-tivo di ogni giorno. La prematurità è un pro-blema molto serio e, in certe condizioni, la so-pravvivenza non è così scontata. In quest’otti-ca, la migliore risposta è data dalla rete delle

neonatologie italiane e delle oltre 240 unità di Patologia e Terapia In-tensiva Neonatale del nostro Paese, ove in-cessantemente vengo-no erogate al neonato pretermine le cure più avanzate con standard assistenziali di altissi-mo livello. Dati recenti parlano di circa 32.000 neonati che ogni anno in Italia vengono al mondo con troppa fret-ta: un fenomeno che ha un impatto molto alto

in termini sociali, eco-nomici e scientifici. In queste unità operative, l’infermiere con spe-cifica formazione post base, è responsabile dell’assistenza e colla-bora in stretto rapporto con i neonatologi, gli ostetrici, i ginecolo-gi e con tutte le figure di supporto. Per tutti questi professionisti della neonatologia, la pandemia in corso reca in se nuove prove im-pegnative: continuare a

garantire la partecipa-zione in sicurezza dei genitori in tutto il per-corso di cura riducendo laddove possibile feno-meni di separazione, continuare a promuo-vere il contatto pelle a pelle tra mamma e bambino e proteggere l’allattamento al seno come vero e proprio in-tervento terapeutico.

Giornata mondiale del prematuro

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La responsabilità colposa del neonatologo Quale ruolo per la Società Italiana di Neonatologia

Paolo D’Agostino e la Commissione SIN-Safe

Premessa: i profili di responsabilità - Nel momento in cui un Ne-onatologo, nell’esercizio della sua attività profes-sionale, compie un fatto dal quale scaturisce un danno, per quel fatto il Neonatologo può essere chiamato a risponder-ne davanti a più organi giudicanti: sia davanti al magistrato penale (ad esempio, per il reato di lesioni personali), sia davanti al magistrato ci-vile (per il risarcimento del danno al paziente o famigliari), sia davanti all’Ordine (per l’even-tuale mancanza deon-tologica commessa) e, se dipendente del S.S.N., si troverà a doversi giu-stificare anche davanti alla Corte dei Conti (per l’eventuale danno cau-sato all’erario) ed an-che davanti all’Azienda Sanitaria o Ospedaliera di appartenenza che, in qualità di datore di lavo-ro, ha sempre un potere disciplinare nei confron-ti dei propri lavoratori.

La responsabilità colpo-sa - Tralasciando i casi particolari in cui il Ne-onatologo risponda per aver “volontariamente” commesso il danno (c.d. dolo: si pensi alle ipotesi di falso), lui è tenden-zialmente imputato per fattispecie “colpose”: si pensi, alle lesioni colpo-se o all’omicidio colpo-so. Per capire cosa sia la colpa, si può fare riferi-mento all’articolo 43 del codice penale secondo cui comma 1: "Il delitto è colposo o contro l'in-tenzione quando l'evento,

anche se preveduto, non è voluto dall'agente e si ve-rifica a causa di negligen-za o imprudenza o imperi-zia (c.d. colpa generica), ovvero per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline" (c.d. colpa specifica).In particolare, in ambi-to medico e sanitario, la colpa è generica: ciò significa che il magi-strato, per ricostruire la responsabilità del Ne-onatologo, dovrà dare incarico ad un Perito d’ufficio (nel caso di re-sponsabilità penale) o ad un Consulente Tecni-co d’Ufficio (nel caso di responsabilità civile) il quale dovrà, sostanzial-mente, rispondere a due domande:1. un Neonatologo-me-dio, nelle stesse circo-stanze di tempo (per l’evoluzione della scien-za nel tempo) e di luogo (per la rilevanza della dimensione della strut-tura) in cui si trovava Tizio, poteva prevedere che si sarebbe verificato un danno?2. e, in caso di risposta positiva, la seconda do-manda sarà: lo stesso Neonatologo-medio, nelle stesse circostanze di tempo e di luogo in cui si trovava Tizio, visto che poteva prevedere il danno, avrebbe potuto evitarlo?Se la risposta a entram-bi i quesiti sarà positiva, allora si può ritenere che la condotta di quel Neo-natologo andrà qualifi-cata come colposa. Non esiste, pertanto, a priori una regola pre-costituita per definire la responsabilità del Neonatologo: questa regola dovrà essere, di volta in volta (di giudi-

zio in giudizio) costru-ita dal Perito o dal CTU incaricato dal giudice a rispondere a questi que-siti. Una attività che do-vrebbe essere effettuata facendo riferimento alle linee guida e alle regole di buona pratica neona-tologica disciplinanti il caso specifico oggetto del procedimento (pe-nale, civile o contabile-amministrativo che sia). Solo in questo modo sarà possibile costruire il Neonatologo-modello a cui fare riferimento per la definizione dei compor-tamenti esigibili in quella determinata, e specifica, situazione concreta og-getto del processo.

Il ruolo della SIN - A questo punto, è evidente che il soggetto giuridico che unico in Italia può af-fermare di rappresentare la scienza neonatologica è sicuramente la SIN: lei è il soggetto che, in que-sta materia è abilitato e deputato alla emana-zione di linee guida ne-onatologiche anche in considerazione della sua iscrizione nell’apposito albo tenuto presso il Mi-

nistero della Salute.A fronte di questa legitti-mazione formale manca-no, però, le informazioni su quali siano stati i giu-dizi che, nel tempo, han-no riguardato i Neonato-logi italiani: informazioni in merito ai casi accaduti, alle valutazioni effettuate dai periti e dai CTU, di volta in volta, incaricati.Per tali ragioni, la SIN ha deciso di fare quanto ne-cessario per poter racco-gliere il maggior numero di casi esistenti al fine di poter avere un quadro il più preciso possibile, su quali siano le ragioni per cui i Neonatologi italia-ni vengono coinvolti nei giudizi: tutta una serie di dati che, una volta rac-colti, dovranno essere oggetto di analisi e di va-lutazione da parte di una apposita commissione che avrà anche il compi-to di offrire alla Società indicazioni concrete per la definizione, innanzitut-to, di adeguati servizi da offrire ai soci per attuare una efficace prevenzio-ne dei danni, realizzata attraverso la trasforma-zione degli errori emersi dalla analisi dei casi in

“cultura dell’errore” e dif-fusi con adeguati stru-menti di formazione e di informazione dei soci.Contemporaneamente, questa commissione svolgerà una funzione di Help-desk per i soci SIN coinvolti in vicende giudiziarie al fine di co-ordinare insieme, sotto il profilo scientifico, la strategia di difesa più opportuna da adottare: in questo modo nessun Neonatologo sarà solo nell’affrontare un giu-dizio e, contemporane-amente, si farà quanto necessario per far en-trare la scienza neona-tologica in quel singolo processo penale, civile, o contabile-amministra-tivo che sia.Considerando che la commissione svolgerà tali attività a favore dei soci della SIN si è deciso di chiamarla “SIN-Safe”: una denominazione che evidenzia in modo chia-ro e preciso quali siano i relativi compiti e le fun-zioni ad essa attribuiti.

professione

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Vito Mondì1Manuela Bedetta1Teresa Pianini1Andrea Conforti2

1 Unità di Terapia Intensiva Neonatale, Patologia Neo-natale, Neonatologia, Poli-clinico Casilino, Roma

2 Unità di Chirurgia Neona-tale, Dipartimento di Neo-natologia Medica e Chirur-gica, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma

Caso 1 PRN: dopo ini-ziale miglioramento del quadro clinico e radio-logico (visualizzazione della canalizzazione intestinale), a 24 ore di vita si verificava peg-gioramento clinico e Rx addome compatibile con stenosi duodenale. A 48 ore di vita il neo-nato è stato sottoposto ad intervento chirurgi-co con evidenza di di-stensione del I e II trat-to duodenale ed il III di calibro notevolmente ridotto ma in continu-ità con gli altri due. La duodenotomia mostra-va presenza di bile nella III porzione duodenale come da stenosi serra-ta. Caso 2 CCG: dopo il trasferimento è stata proseguita l’osservazio-ne clinica ed eseguite ulteriori indagini stru-mentali. In considerazio-ne della diagnosi prena-tale, dei ristagni biliari e degli esami di imaging mostranti la presenza di “doppia bolla" con so-vradistensione gassosa dello stomaco ed assen-za di aria nell'intestino a valle, reperto compati-bile con atresia duode-

nale, in VI giornata di vita è stato eseguito in-tervento chirurgico con riscontro di anse intesti-nali distese e colon con abbondante materiale fecale; all’esplorazione addominale si riscontra-va la presenza di stenosi duodenale congenita dovuta ad anello pan-creatico. Caso 3 GD: trasferito per sospetta occlusione intestinale, in II giornata di vita è stato sottoposto ad in-tervento chirurgico che mostrava atresia ileale a circa 10 cm dalla val-vola, con ansa di 40 cm volvolata su se stessa come da esito di volvolo fetale; è stata effettuata una resezione di 20 cm terminali dell'intesti-no atresico, mostrante scarsa vascolarizzazio-ne e sofferenza tissuta-le, con confezionamento di ileostomia.L’ostruzione intestinale dovuta a malrotazione o atresia è stata riscontra-ta in circa 6/10000 nati vivi. Quale ruolo riveste la diagnosi prenatale? Sebbene il 42% delle malformazioni diagno-sticate in epoca prena-tale siano confermate dopo la nascita, solo il 16% delle malforma-zioni diagnosticate alla nascita sono riscontrate in epoca fetale. Le alte-razioni dell’ecogenicità intestinale riscontrate in corso di ecografia fetale, inoltre, corrispondono a malformazioni gastroin-testinali solo nel 27% dei pazienti. Pertanto gli esami prenatali non

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Il pancione: da quello della mamma a quello del neonato.Cosa può essere?

te lo dico la prossima volta

Tipo di atresia Malformazione

Tipo I Membrana/diaframma mucoso interno completo, parete intestinale e mesentere integri

Tipo II Discontinuità con cordone fibroso che unisce le “tasche” inte-stinali prossimale e distale, mesentere integro

Tipo III Soluzione di continuità tra i due segmenti intestinali, difetto del mesentere di dimensioni variabili (distinto da Grosfeld in sottotipo A e B)

Tipo III A Discontinuità dei due tratti intestinali con difetto del mesente-re “isolato”

Tipo III B Malformazione con aspetto “apple-peel”

Tipo IV Coesistenza di atresie multiple

Tab. 1: Classificazione di Louw e modifiche di Grosfeld

Fig. 1: forme di atresia intestinale

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sono in grado di esclu-dere con certezza la pre-senza di malformazioni addominali. Essenziale risulta l’obiettività clinica caratterizzata da vomito biliare, distensione ad-dominale nelle prime 12-24 ore di vita, eventuale mancanza di emissione di meconio. Il neonato può presentare, inoltre, distress respiratorio. In caso di sintomi suggesti-vi, l’esame fondamentale per la diagnosi è quello radiologico. Nel caso di atresia/stenosi si osser-va dilatazione delle anse intestinali a monte della lesione. La “doppia bol-la” è un’immagine forte-mente sospetta per atre-sia duodenale. Tuttavia, gli esami radiologici non sempre riescono a esser dirimenti ai fini diagno-stici. Nel primo caso cli-nico (PRN), infatti, si è osservata una modifica del Rx. Se la prima im-magine mostrava la ca-ratteristica doppia bolla, le indagini eseguite poco prima del trasferimento e quelle effettuate pres-so OPBG mostravano

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te lo dico la prossima voltauna pseudonormalizza-zione. Successivamente la clinica ha reso indi-spensabile l’intervento chirurgico. In questi casi (nei quali la modifica del reperto Rx è data dal tipo di atresia), potreb-be esser utile eseguire indagine radiologica con mezzo di contrasto. PRN e CCG presentavano atresia duodenale, GD un’atresia ileale. L’a-tresia digiuno-ileale ha un’incidenza di 1/5000-14000 neonati. Esistono 5 tipi principali di atresia digiunoileale (Tabella 1-Figura 1): Tipo I (23%): atresia membranosa (diaframma), ostruzio-ne dovuta alla presen-za di una membrana/diaframma mucoso completo con parete intestinale e mesentere integri. L’intestino pros-simale è dilatato, quello distale collabito. A cau-sa della pressione intra-luminale nella porzione prossimale si può veri-ficare uno sfiancamento del diaframma all’inter-no dell’intestino distale che viene a sua volta di-steso (effetto a “manica a vento”). Tipo II (10%):

l’atresia si estrinseca come cordone fibroso che unisce le due tasche intestinali a monte e a valle, con mesentere in-tatto. L’aumento della pressione nel moncone intestinale prossimale, dilatato e ipertrofico, può aggravarne le condizioni determinando ischemia. Il moncone distale può assumere un aspetto a bulbo, come da invagina-zione; la lunghezza inte-stinale è normale. Tipo IIIA (16%): discontinuità tra i 2 segmenti intesti-nali e difetto variabile del mesentere. Il tratto intestinale prossimale, dilatato e a fondo cieco, è spesso aperistaltico e può andare incontro a torsione o iperdistensio-ne, con successiva ne-crosi e perforazione; la lunghezza dell’intestino è solitamente inferio-re alla norma. Tipo IIIB (19%): atresia apple-peel o Christmas-tree: caratterizzata da atre-sia digiunale alta, vicino al legamento di Treitz, con lunghezza ridotta dell’intestino ed ampio difetto mesenterico in cui è coinvolta la radice

dell’arteria mesenterica superiore, che resta per-via distalmente, alimen-tata in senso retrogrado dalla circolazione in ar-teria ileocolica. Il tratto intestinale distale è libe-ro in addome e ha uno sviluppo elicoidale su un supporto vascolare deri-vato dal ramo ileocolico alimentato dall’arcata colica destra o dalla me-senterica inferiore. Tale disposizione distale può ricordare la buccia di una mela o l’abete natalizio. Questa atresia compor-ta una lunghezza totale dell’intestino inferiore alla normalità. Tipo IV (6-20%): coesistenza di multiple atresie intesti-nali, (I e II tipo). L’atresia duodenale ha un’inciden-za di 1/10000 nati vivi e rappresenta fino al 60% delle atresie intestinali. La classificazione è si-mile a quella dell’atresia duodeno-digiunale. L’a-tresia di tipo I è la più fre-quente. Circa il 30% dei pazienti con atresia duo-denale è affetto da triso-mia 21 e il 25% ha ano-malie cardiache. È stata riportata un’associa-zione con il complesso

VACTERL e la malattia di Hirschsprung. L'anello pancreatico (caso CCG) è un'anomalia congeni-ta rara in cui la secon-da parte del duodeno è circondata da un anello di parenchima pancre-atico causa di stenosi o ostruzione del duodeno (pancreas anulare). Può manifestarsi durante il periodo neonatale ma può anche rimanere asintomatico fino all'età adulta. La clinica e le in-dagini radiologiche non permettono di distin-guere l’atresia duodena-le sine causa esterna e quella dovuta ad anello pancreatico.

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Giornata Mondiale della Prematurità 2020

La lettera del Presidente dellaPontificia Accademia Pro VitaAnche a nome di Papa Francesco, una preghiera per la Giornata Mondiale della PrematuritàÈ con grande emozione, orgoglio e gratitudine che pubblichiamo il messag-gio del Presidente della Pontifica Accademia Pro Vita Arcivescovo Vincen-zo Paglia, anche a nome di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Prematurità, a sostegno dei neonati pretermine, delle loro famiglie e di noi medici ed infermieri che quotidianamente ci pren-diamo cura di loro. "La vicinanza e il sostegno del Santo Padre attraverso la voce autorevole dell'Arci-vescovo Paglia è un segnale di attenzione e di riconosci-mento verso i neonati pre-maturi, ma anche di inco-raggiamento, che ci sprona a continuare sulla strada intrapresa in questi anni e a far sempre meglio", affer-ma il Presidente SIN Fabio Mosca.

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Giornata Mondiale della Prematurità 2020

Una Giornata Mondiale della Prematurità 2020 “con al centro i genitori”Zero separation, insieme per la migliore assistenza Martina Bruscagnin Presidente Vivere Onlus

Monica Ceccatelli Vice Presidente VivereOnlus

Ci siamo a lungo inter-rogate su quale debba essere quest’anno il si-gnificato di questa gior-nata, per tutti noi molto importante. La visibilità data dalle illuminazioni è consolidata, anche in quest’anno difficile, mol-ti comuni hanno aderito all’iniziativa che ha luogo in tutto il mondo. Sarà comunque un anno “sen-za”. Senza le feste, senza sorrisi, senza gli abbrac-ci. Senza quel ritrovar-si, con gli occhi lucidi di emozione e ricordi. Mancheranno soprat-tutto gli abbracci. Quelli fra genitori che hanno condiviso la stessa espe-rienza. Quelli forti fino a far mancare il fiato, con gli operatori che hanno raccolto le nostre lacri-me e le nostre ansie in un giorno difficile di un tempo ormai passato ma indimenticabile. Man-cheranno i consigli, le immancabili domande, perché alla fine si fini-sce sempre a raccontare tutto a quel medico con il quale c’era una intesa profonda e del quale ci si fida ciecamente. E per alcuni che sono diventati genitori o che lo divente-ranno in questo tempo, questo sarà il tempo del “senza”, dell’assenza, della distanza, della co-municazione con gli oc-chi. Per qualche famiglia sarà il tempo del contat-to rimandato. Del vedere il proprio bambino attra-

verso un vetro, o solo per un’ora (o meno) al giorno. È vero che dall’i-nizio dell’emergenza che aveva portato a reagire in modo restrittivo o a vietare l’accesso in TIN ai genitori qualcosa è cambiato. Ma non è ab-bastanza. Fa più paura il silenzio del rumore. Per una famiglia che scri-ve ce ne sono tante che sono rassegnate che non chiedono, accettano le regole. Per la mam-ma aumenta il senso di inadeguatezza e di col-pa. Una mamma scrive: “Uscire dalla porta a vetri dell'ospedale senza più pancia e senza bambino. Tornare a casa da soli con la culla vuota e il seno pie-no di latte da tirare da sole e portare il giorno dopo in ospedale, consegnarlo ai sanitari perché c'è il Co-vid-19 e non puoi entrare a vedere tuo figlio. Oppure entra uno dei due geni-tori, per qualche minuto senza avvicinarsi troppo. Aspettare la chiamata del medico che ti dice che an-che questa giornata ce l'ha fatta. Ma domani? Non si

sa...”. E poi la telefonata di un’altra mamma che fra le lacrime ci dice che in reparto può stare solo un’ora al giorno, un'ora che però deve divide-re fra due gemelli per-ché non le concedono il doppio del tempo e non fanno entrare nemmeno il marito per poter stare un’ora per ciascun bam-bino. Ha chiesto molte volte, ma la risposta è sempre stata negativa. La cosa poi cambierà, ma nel frattempo sono già passati due mesi… e questo accadeva a giu-gno. O una email di po-chi giorni fa dove, una mamma chiedeva se esiste una Legge che consenta di poter fare la Kangaroo con il proprio bambino, perché alle sue richieste la risposta era sempre stata “no”. La na-scita è spesso un evento unico nella vita, ed è co-munque unico per quel bambino. È un “qui ed ora” che non può diven-tare un “quando andrete a casa”. Ci sono bambi-ni che a casa andranno dopo molti mesi. Ci sono

bambini che a casa non andranno mai. E quei ge-nitori, che se va bene sa-ranno stati famiglia solo negli ultimi momenti, o altrimenti mai, come ri-usciranno ad elaborare questa esperienza? Ep-pure ci sono reparti che hanno mantenuto lo stes-so orario, pur cambiando la modalità di ingresso, rispettando le regole e mantenendo Kangaroo ed allattamento. Deside-reremmo parlare in altri toni della Giornata Mon-diale della Prematurità, ma non possiamo dimen-ticare che chi ha visto il proprio bambino solo al momento della dimissio-ne, che lo ha abbracciato, annusato e baciato dopo mesi dalla nascita, non abbia una cicatrice che avrà bisogno di tempo per rimarginarsi. Vorrem-mo dirvi che quel bambi-no ha brillantemente su-perato la mancanza della mamma e dei genitori du-rante quel periodo dove le esperienze negative e dolorose hanno superato quelle positive, ma pur-troppo non è così.

La struttura non può e non deve essere un osta-colo nemmeno in tempo di Covid-19. Ora più che mai è importante far rete, capire come hanno agito gli altri e condivide-re idee e strategie. Anco-ra una volta ringraziamo la SIN per le indicazioni che tempestivamente sono state divulgate e l’impegno prezioso che sta portando avanti in particolare il Prof. Fabio Mosca. In questi mesi abbiamo iniziato ad in-contrarci, prima una vol-ta alla settimana, ades-so ogni due settimane, con le associazioni che fanno parte di EFCNI ed abbiamo lavorato alla campagna “Zero Se-paration – insieme per la migliore assistenza. Non separare i neona-ti prematuri o malati dai loro genitori”. Con gratitudine siamo sta-ti invitati dalla SIN al Convegno Nazionale di ottobre a Venezia, così come all’evento organiz-zato in occasione della Giornata Mondiale del-la Prematurità “Insieme per i bambini nati trop-po presto. Prendiamoci cura del futuro”. Ecco, vorremmo dare que-sto senso alla Giornata Mondiale della Prema-turità 2020: collaborare per prenderci insieme cura del futuro, partendo dal passato, portando-la ad essere sempre più proficua ed intensa già da oggi, come di fatto sta già accadendo per migliorare assieme ed in sinergia la cura dei no-stri meravigliosi piccoli bambini.

M. Ceccatelli

M. Bruscagnin

Per gentile concessione del Dott. Armando Cuttano, Terapia Intensiva Neonatale Pisa

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Operatori e genitori insieme nellaGiornata Mondiale della PrematuritàL’epidemia internazio-nale da Coronavirus ha introdotto dei grandi cambiamenti nelle mo-dalità di accesso dei ge-nitori nelle TIN1. Durante le prime settimane della pandemia, quando an-cora non si conosceva il reale impatto di questa infezione, sia nella tra-smissione al momento del parto, che nelle prime epoche della vita, sono state attuate delle forti restrizioni rispetto alla presenza del genitore accanto al proprio figlio: sono state direttamen-te mutuate delle norme in vigore nei reparti di medicina e di terapia in-tensiva degli adulti, dove la gravità della malattia ha indotto a proibire, o a limitare ad un tempo massimo di pochi mi-nuti, la presenza del pa-rente al letto del malato, conservando il principio di un unico referente du-rante la degenza. In un secondo tempo è stata concessa la presenza del padre durante il parto e per un tempo molto li-mitato durante il puer-perio, in caso di nascita a termine. Nei reparti di degenza pediatrici sono stati predisposti percorsi differenziati in rapporto al sospetto diagnostico di positività per Covid-19, permettendo comun-que, dopo screening con tampone del genitore, la sua vicinanza per tutto il tempo del ricovero.Nel corso delle settima-ne successive, quando le rilevazioni epidemio-logiche hanno chiarito la

bassa incidenza di ma-lattia nelle prime epoche della vita, la bassissima incidenza di trasmissio-ne verticale e l’evidenza di una paucisintomatolo-gia nel periodo perinata-le2, l’ingresso del genito-re in alcune TIN italiane è stato rimodulato se-condo precise disposi-zioni della SIN, espresse anche con un confronto collaborativo interna-zionale tra 20 paesi nel mondo.³,⁴ È stata infatti permessa la presenza del genitore accanto al proprio figlio senza limiti di orario, anche se solo un genitore per volta.Nonostante queste pre-cise raccomandazioni nel nostro paese si è ve-rificata una importante limitazione alla presenza del genitore in TIN: que-sti protocolli restrittivi in realtà non sono stati cre-ati ex-novo, ma sono il risultato di una progres-siva restrizione dei tem-pi di accesso dei genitori, già vigenti nei tempi pre-Covid. È un problema in-credibilmente presente nel nostro paese, come ancora attestato da una indagine promossa dal gruppo di studio SIN- CARE nel 2016, in cui il tasso di risposta è sta-to appena del 50% (47 centri su 97 interpellati); plausibile quindi l’ipo-tesi che i risultati siano sovrastimati, nell’ipotesi di una maggiore rispo-sta da parte dei centri sensibili alle questioni proposte, riconducibili agli aspetti fondamen-tali della developmental

care (accesso ai genitori, allattamento naturale, pratica dello skin to skin, sorveglianza ambientale di luci e rumori, indivi-dualizzazione delle cure, etc) . . .Le percentuali di ac-cesso libero ai genitori nelle TIN sono risultate nell’80% delle strutture per le madri, e nel 70% per i padri: evidente una grossa differenza tra le macroaree esaminate (per le madri acces-so libero nell’ 88% dei casi nel Nord-Est, nel 78% nel Nord-Ovest, nell’80% in Emilia e To-scana, nel 27% al Sud). Una indagine multicen-trica europea di 10 anni prima riconosceva, ri-spetto all’accesso dei ge-nitori, che il nostro paese era all’ultimo posto as-sieme alla Spagna (30% delle TIN con accesso libero), registrando un contrasto netto tra i pa-esi nordici, più inclini al coinvolgimento dei geni-

tori nelle cure, rispetto ai paesi del mediterraneo⁵. In precedenza (2002) era stata effettuata una più reale fotografia della situazione italiana, con 109 centri rispondenti su 112, dove l’accesso libero alle madri era presente soltanto nel 30% delle TIN, nel 24% ai padri.⁶Possiamo quindi avan-zare l’ipotesi che nel nostro paese il ruolo te-rapeutico della famiglia, fin dalle primissime epoche di vita, è sotto-valutato, incompreso o sconosciuto.La letteratura internazio-nale, peraltro, da tempo è ricchissima di argo-mentazioni scientifiche che correlano un esito diverso della salute neu-ro comportamentale a distanza in rapporto ad un coinvolgimento più o meno precoce della famiglia.⁷,⁸,⁹Lo stabilirsi di un legame relazionale precoce, oltre che a fa-vorire l’accettazione del-

le difficoltà presenti nel figlio ricoverato, com-porta un saper leggere i suoi bisogni, tessendo così le basi per la fiducia nelle proprie capacità genitoriali: si rafforzano quelle connessioni emo-tive fondamentali per lo sviluppo neuro cognitivo del bambino.1⁰Sta a noi operatori in-coraggiare tale proces-so in un contesto in cui lo stress ambientale si assomma a quello ge-nitoriale, generato dallo sconforto di avere un fi-glio ricoverato. 11,12 Il con-tatto fisico, con lo skin to skin, e visivo e uditivo, l’allattamento naturale, innescano un avvicina-mento progressivo al figlio1⁰; permettono di affrontare le difficoltà connesse alla degenza in un modo sicuramente più efficace rispetto alle comunicazioni telemati-che sulla salute del figlio, troppo frequentemente

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Giornata Mondiale della Prematurità 2020

GdS Care Neonatale

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attuate in sostituzione della partecipazione at-tiva del genitore. In ogni caso il tempo della co-municazione operatori-genitori deve essere pre-ceduto da una relazione di fiducia costruita in presenza di tutti gli at-tori, genitori, operatori, neonato. Occorre anco-ra una volta sottolineare come, pur in presenza di elevata assistenza tecnologica, i risultati a distanza sono vanifica-ti se fin dall’inizio non vengono integrati con un supporto emotivo e rela-zionale che solo la fami-glia può dare. Noi siamo professionisti della salu-te intesa come benesse-re globale del neonato, con uno sguardo vigile sulle traiettorie che con-ducono ad un regolare sviluppo neuro compor-tamentale a distanza13; non possiamo limitarci a garantire sopravviven-za e crescita ponderale: deve essere sempre pre-sente la considerazione di ciò che avviene nel cervello nel periodo più plastico della vita, di ciò che lo nutre, cercare in ogni istante della nostra quotidianità professio-nale le strategie giuste per garantire il miglio-re risultato possibile: il neonato è al centro del nostro futuro, questa consapevolezza ci aiuta nelle scelte organizzati-ve e operative adeguate per la collaborazione con le famiglie.11,1⁴,1⁵In questo periodo di pan-demia lo sforzo deve es-sere teso a bilanciare1⁶,1⁷la prevenzione e il conte-nimento della possibile infezione da Covid-19 con le esigenze affettive del neonato (il diritto di avere i genitori accanto)

e il diritto dei genitori, di essere accanto al loro figlio (Carta dei diritti del bambino prematuro: “l’accesso al reparto, ga-rantito ai genitori 24 ore su 24, è un aspetto ine-ludibile dell’assistenza al nato pretermine”, dic 2010).1⁸Certamente per gli ope-ratori è un compito diffi-cile. Certamente nessu-no sottovaluta l’enorme impegno richiesto, con-siderato che spesso un elevato grado di stress in noi operatori è gene-rato da un contrasto tra le regole imposte dal di-stanziamento e il nostro sentire.1⁵,1⁹,²⁰ Si tratta di trovare delle buone solu-zioni che possano essere mantenute nel tempo, in base alle conoscenze epidemiologiche che si vanno via via maturan-do, preservando tutte le precauzioni contro l’infe-zione ma anche tenendo in considerazione i prin-cipi fondamentali della cura della persona. Non è auspicabile prendere semplicisticamente de-cisioni di chiusura delle TIN, escludendo dalla vista e dalla sensibilità degli operatori la dispe-razione del genitore che non può stare accanto al proprio figlio.²1Sfruttiamo questa pan-demica contingenza per costruire le basi di una cura veramente globale del neonato che neces-sariamente passa attra-verso la “terapia centrata sulla famiglia”: 22,23,2⁴,11,2⁵la nostra professionalità e la nostra soddisfazione ne usciranno rafforzate.Quest’anno nella Gior-nata Mondiale della Pre-maturità mettiamoci a fianco dei genitori, per affrontare percorsi te-rapeutici e di cura che, nel rispetto dei differenti

ruoli di ciascuno, siano agiti insieme, in piena collaborazione, fiducia, rispetto e innanzi tutto per il benessere del ne-onato.

Valeria Chiandotto e il Direttivo del GdS Care Neonatale

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Giornata Mondiale della Prematurità 2020

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Giornata Mondiale della Prematurità 2020

L'Italia unita dal viola per i prematuri, è l'Italia che ci piaceAmministrazioni comunali, medici ed operatori delle TIN, associazioni di genitori e “mamme social” hannocelebrato “vicini ma distanti” la Giornata Mondiale della PrematuritàMarinella Proto PisaniCoordinatrice SIN INFOR-MA e tutto l’Ufficio Stampa BRANDMAKER

La settimana in cui cade la Giornata Mondiale della Prematurità è si-curamente il momen-to dell’anno per noi più coinvolgente. Iniziamo già a settembre con il contatto delle Ammini-strazioni comunali per inviare l’invito della SIN insieme a Vivere Onlus ad illuminare un monu-mento rappresentativo, fino ai giorni successivi al 17 novembre, nei qua-li siamo letteralmente sommersi di foto, che arrivano attraverso ogni mezzo possibile. Visto il periodo così difficile che stiamo attraversando, non ci aspettavamo una Giornata così partecipa-ta e invece, l’adesione è stata molto forte, anche grazie alle tantissime TIN ed alle associazioni di ge-nitori di tutta Italia che si sono ingegnate per supe-rare le barriere dell’attua-le distanziamento. Più di 200 luci viola ac-

cese per i neonati pre-maturi hanno illuminato il nostro Paese, unendo, da Nord a Sud, le diver-se regioni in un abbrac-cio solidale “virtuale” e facendoci dimenticare, almeno per una notte, l’immagine triste di que-sta Italia divisa tra zone rosse, arancioni e gialle.La community SIN sui social, come sempre, si è attivata colorando le bacheche di Facebook di viola e partecipando con grandissimo coin-volgimento ed emozio-ne, commentando i post anche semplicemente con un cuore viola, adot-tando il modello profilo dedicato che abbiamo creato, raccontando e condividendo con le altre mamme la propria espe-rienza personale. Abbiamo pubblicato 7 post e due album che hanno raccolto, rispet-tivamente, le immagini degli eventi in TIN e le foto di monumenti, piaz-ze ed ospedali illuminati. Nella settimana dal 12 al 18 novembre, sono sta-te 230.252 le persone raggiunte (+2.640%), 29.956 le interazioni con i post e 837 i “Mi piace” sulla pagina, arrivata a 11.700 fan.“I genitori fanno parte di un progetto importante per la SIN” è una frase emer-sa durante il convegno del 16 novembre e che racchiude lo strettissi-mo legame che si viene a creare tra i genitori di un neonato prematuro e i medici ed infermieri nel- continua a pag. 25 >>

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le TIN e che a distanza di settimane, mesi, anni, resta impresso in ognu-no di loro, come hanno voluto manifestare nei tantissimi commenti su Facebook.

Sui social non sono man-cati interventi autorevoli ed istituzionali come quello dell’Arcivescovo Vincenzo Paglia, Pre-sidente della Pontificia Accademia Pro Vita, che anche a nome di Papa Francesco, ha conferma-

to la vicinanza ai neonati prematuri, alle loro fami-glie ed a medici ed infer-mieri; il Ministero della Salute che ha pubblicato su diversi canali il video istituzionale realizzato con la SIN per la Gior-nata e lo stesso Ministro

Roberto Speranza, che sul suo profilo persona-le ha fatto “un grande in bocca al lupo a questi pic-coli combattenti ed ai loro genitori”.E sempre da un mes-saggio di una mamma si legge: “Ci sono stati mo-

menti in cui una giornata dedicata alla prematurità sembrava inopportuna, mi fa nascere sentimenti contrastanti, mi fa stridere qualcosa dentro… la verità è che non se ne parla mai abbastanza”. La Giornata Mondiale della Prematurità rac-chiude in sé tante emo-zioni, gratitudine, di-sperazione, stanchezza, gioia, vicinanza, condivi-sione. In un momento in cui la parola “vicinanza” è diventata un limite in-valicabile, privandoci di quel contatto umano di cui noi tutti abbiamo bi-sogno, la “condivisione” ci viene in soccorso, ri-cucendo con un filo invi-sibile un’Italia divisa dal-la pandemia, attraverso una foto, un video, un messaggio di speranza per i nostri “piccoli guer-rieri coraggiosi”.

Le mamme della TIN di Rimini festeggiano la Giornata Mondiale della Prematurità (ph credits Magdalena Paszkowska)

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Più di 200 comuni ed ospedali hannosostenuto l'iniziativa della SIN e Vivere Onlus accendendo una luce viola per i prematuri

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il merchandising

Il merchandising della SIN per essere sempre più viciniI gadget si possono acquistare nel negozio onlineaperto sul sito www.sin-neonatologia.itFabrizio SandriDirettore UOC Neonato-logia e Terapia Intensiva Neonatale Azienda USL di BolognaCoordinatore Merchandi-sing SINSegretario Consiglio Diret-tivo SIN

Ha preso il via, in conco-mitanza con la Giornata Mondiale della Prema-turità, il nuovo progetto di merchandising della Società Italiana di Ne-onatologia (SIN), con il lancio ufficiale del nego-zio online sul sito www.sin-neonatologia.it, già da questo momento di-sponibile.Le finalità del progetto sono di rafforzare il sen-so di appartenenza alla SIN di tutti i nostri Soci e di aumentare la visibilità e l’identificazio-ne verso l’esterno della nostra Società, promuo-vendo così la diffusione dei principi e dei pro-grammi che, con sempre maggiore determinazio-ne, stiamo sostenendo a tutela dei nostri neonati e delle loro famiglie.Il merchandising della SIN può costituire, inol-tre, un ulteriore mezzo di coinvolgimento e sensi-bilizzazione dei genitori e delle famiglie, consen-tendo di farci riconosce-re ancor meglio come loro punto di riferimento privilegiato.La vendita dei prodotti proposti non avrà fina-lità di lucro. La SIN si fa carico dei costi fissi, che consistono nell’attiva-zione dell’e-shop e nel-le spese di magazzino, per offrire ai soci SIN e

SIN INF un prezzo age-volato. Nelle prossime settimane il merchandi-sing sarà reso disponi-bile anche a coloro che non sono soci SIN e SIN INF.Tutti i prodotti a catalo-go, tra cui felpe, t-shirt, cappellini e tutine, sono personalizzati fronte/re-tro con il logo della SIN (in serigrafia o ricamo) e realizzati con materiali di elevata qualità.Per la Giornata Mondia-le della Prematurità è stata, inoltre, realizzata la t-shirt con la stampa del caratteristico logo dei calzini, un ulteriore contributo volto a sensi-bilizzare ancora di più su questo importante tema che ci vede tutti coinvolti in prima linea.Dopo la prima fase di lancio, nei prossimi mesi, sarà previsto l’amplia-mento del catalogo, che si arricchirà di ulteriori articoli e sarà realizzato un leaflet promozionale, da distribuire in tutti i punti nascita d’Italia, per una maggiore diffusione del progetto. Speriamo che questa nuova ed importante iniziativa trovi il soste-gno di tutti i nostri soci e delle famiglie dei nostri neonati.Per scoprire tutti i pro-dotti del catalogo visita-te il negozio online

Cliccando qui

Body

Felpa

Mascherina

Polo

Cappellino

T-shirt

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Rassegna StampaSIN INFORMA offre una selezione degli articoli più significativi pubblicati dai media sui temi proposti dalla Società Italiana di Neonatologia. La Rassegna Stampa completa è consultabile e scaricabile dal sito www.neonatologia.it cliccando sulla voce "Rassegna Stampa SIN" nella Area Stampa

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Rassegna StampaSIN INFORMA offre una selezione degli articoli più significativi pubblicati dai media sui temi proposti dalla Società Italiana di Neonatologia. La Rassegna Stampa completa è consultabile e scaricabile dal sito www.neonatologia.it cliccando sulla voce "Rassegna Stampa SIN" nella Area Stampa

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corsi, congressi e webinar1 Dicembre - webinar COLLASSO NEONATALE: PRATICHE SICURE E RUOLO DEGLI OPERATORI Responsabile scientifico: Alessandra CosciaPromotore: Regione Piemonte/Valle D'Aosta e Lombardia

3 Dicembre - webinar CONVEGNO INFERMIERISTICO SIN INF SEZIONE CAMPANIAResponsabile scientifico: Iolanda FuscoPromotore: SIN INF Campania 

4 Dicembre - webinar 2° CONGRESSO SIN TRIVENETOResponsabile scientifico: Giulia Paviotti/ Alex Staffler / Daniele TrevisanutoPromotore: Regioni Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto  

5 Dicembre - Health Polis CONGRESSO REGIONALE SIN PUGLIA-BASILICATA: LA NUTRIZIONE: SINFONIA DI SOTTOFONDO PER CRESCITA E SVILUPPO DEL NEONATOResponsabile scientifico: Vincenzo ForziatiPromotore: Regione Puglia/Basilicata

5 Dicembre - webinarCONGRESSO REGIONALE SIN CALABRIAResponsabile scientifico: Maria LucentePromotore: Regione Calabria

11 Dicembre - Health Polis CONGRESSO REGIONALE SIN LAZIOResponsabile scientifico: Andrea DottaPromotore: Regione Lazio

16 Dicembre - webinar GESTIONE DEL CATETERE EPICUTANEO CAVALEResponsabile scientifico: Carmen RodriguezPromotore: GdS Accessi Vascolari Neonatali

17 Dicembre - webinar NEL 2020 PARLIAMO DI... COVID 19 E NON SOLOResponsabile scientifico: Alessandra RealiPromotore: Regione Sardegna                                                             

le Giornate Mondiali

Uso degli antibiotici: una settimana dedicataDal 18 al 24 novembre un’intera settimana contro la minacciarappresentata dalla resistenza agli antibiotici e sull'importanza di un loro uso prudente Si celebra ogni anno dal 18 al 24 novembre 2020 la Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica, promos-sa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).L'iniziativa ha come obiettivo la sensibilizza-zione della popolazione sul corretto uso degli antibiotici e sui rischi connessi al fenomeno dell’antibiotico-resi-stenza (AMR). Nell’am-bito della Settimana

mondiale ricorre anche la "Giornata europea degli antibiotici" (Euro-pean Antibiotic Aware-ness Day - EAAD) (18 novembre). Gli ultimi dati confermano che nell'Unione europea il numero di pazienti infettati da batteri re-sistenti è in aumento. L’uso prudente degli an-tibiotici può contribuire a fermare l’insorgenza dei batteri resistenti, se-condo l’OMS uno dei 10 principali problemi sa-

nitari mondiali. Secondo un’analisi dell’Organiz-zazione per la Coopera-zione e lo Sviluppo Eco-nomico (OCSE), infatti, le infezioni da super-bat-teri potrebbero provo-care circa 2,4 milioni di morti in Europa, Nord America e Australia tra il 2015 e il 2050 se non saranno intensificati gli sforzi per arginare la dif-fusione della resistenza agli antibiotici.

Sindrome da delezione del cromosoma 22Q11.2Una malattia rara sconosciuta, ma molto diffusa. Il 22 novembre la Giornata europea Una patologia poco co-nosciuta ma molto dif-fusa tra le malattie rare, che colpisce 1/2000-1/4000 nati vivi. È la Sindrome da delezione del cromosoma 22q11.2La Sindrome è dovuta a un'aberrazione cromo-somica che causa una patologia malformativa congenita, i cui segni comuni comprendono cardiopatie (77% dei casi), anomalie del pa-lato (oltre il 75% dei casi), dismorfismi fac-ciali, (ipoplasia della regione malare, ptosi, ipertelorismo, epicanto,

radice nasale promi-nente), anomalie verte-brali (vertebre a farfalla, emivertebre), ritardo dello sviluppo e deficit immunitario. Diversi i metodi diagnostici pos-sibili, basati sull'esame clinico e sulla presenza dei difetti e su una dia-gnosi differenziale, che si pone con le sindromi CHARGE, VATER, di Smith-Lemli-Opitz, di Alagille, di Goldenhar e l'embriopatia da isotre-tinoina. Possibile anche la diagnosi prenatale nei casi familiari.Per sensibilizzare l’o-

pinione pubblica sulla Sindrome, è stata isti-tuita la Giornata della Sindrome da delezione del cromosoma 22q11.2, celebrata in tutta Euro-pa il 22 novembre, che prevede, tra le diverse azioni l’illuminazione dei monumenti di colore rosso. L’iniziativa è parti-ta qualche anno fa dalla Spagna e anche in Italia e nel resto dell’Unione Europea, grazie alla fe-derazione 22q11 Europe (www.22q11europe.org), che riunisce tutte le as-sociazioni 22q11 del Vec-chio Continente.

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