il bambino con autismo a scuola · il bambino con autismo a scuola promuove le interazioni sociali...
TRANSCRIPT
IL BAMBINO CON AUTISMO A SCUOLA
Promuove le
interazioni
sociali
Amplia il
repertorio di
autonomie
personali
Favorisce la
generalizzazione
degli
apprendimenti
Incrementa e
rafforza gli
apprendimenti
didattici
L’APPROCCIO DI EQUIPE
Individuazione e valorizzazione delle differenze tra i membri del gruppo di lavoro
Riconoscimento e consapevolezza che l’altro ha competenze diverse dalle proprie e che entrambe sono necessarie per raggiungere
l’obiettivo comune
Conoscenza e condivisione dei metodi educativi utilizzati con il bambino:
ALLEANZA EDUCATIVA
Figure specialistiche
Famiglia
(genitore/genitore
genitori/parenti)
Scuola
(insegnante/insegnante)
L’APPROCCIO DI EQUIPE
Intervista a genitori e terapisti
Ci permette di capire le competenze del bambino, cosa gli piace, cosa detesta, da cosa è rinforzato,
cosa lo spaventa ecc…
Incontri mensili
Per organizzare la nuova programmazione, valutare gli obiettivi raggiunti, confrontarsi
e scambiare idee, ecc..
Diario giornaliero: fornisce un feedback del lavoro scolastico e del comportamento del bambino, è un mezzo immediato di scambio di
informazioni, ecc…
COME INIZIARE?
CHI È IL BAMBINO CON AUTISMO…
“Se persone normali si trovassero su un altro pianeta con creature aliene,
probabilmente si sentirebbero spaventate, non saprebbero cosa fare per
adattarvisi e avrebbero sicuramente difficoltà a capire che cosa pensano,
sentono e vogliono gli alieni e a rispondere correttamente a tutto questo.
L’autismo è così…” (Therese Joliffe)
[…] ho sperimentato il mio autismo come un cesto, con molti puzzles diversi,
tutti mescolati fra loro e a ciascuno manca qualche pezzo, ma c’è qualche pezzo
in più che non appartiene a nessuno di quei puzzles. (Donna Williams)
Nello specifico….
Associare la nostra presenza a
oggetti/attività rinforzanti per il bambino
affinchè si crei il piacere a stare e lavorare
con noi
CHE COS’È IL PAIRING?
È l’associazione di uno stimolo
NEUTRO con uno stimolo
rinforzante
Lo stimolo neutro assume le
caratteristiche rinforzanti
1
• Identificare i potenziali rinforzatori • Attraverso intervista famiglia terapisti,
osservazione libera (cibi, oggetti, giochi senso motori, attività all’aperto, canzoni, video…)
2
• Controllare l’ambiente • Rinforzatori accessibili solo in nostra presenza,
non dare libero accesso ad essi
3
• Presentarsi costantemente con i rinforzatori
•Associare sempre la nostra presenza all’accesso ai rinforzatori
COME FARE PAIRING?
Associate la vostra presenza GRADUALMENTE
In fase iniziale non è necessario parlare
Non fare richieste
Successivamente aggiungere esclamazioni piacevoli tipo
“che bello! Bravo! …”
Seguire la motivazione dello studente: non forzarlo a
continuare a giocare con lo stesso gioco
Fare in modo che un gioco “solitario” diventi più
divertente se fatto insieme (es: spinge un camioncino per
la stanza? Spingerne uno anche noi per fare le gare e gli
scontri)
Riporre i giochi fuori dalla portata del bambino a fine
sessione
COME FARE PAIRING? STRATEGIE
PRATICHE…
Acuità visiva: distinguono un numero maggiore di dettagli. Guardare “di traverso” fa diminuire le informazioni in entrata riducendo il sovraccarico. Attenzione al particolare e non al globale
Diffcoltà di integrazione sensoriale: hanno difficoltà a guardare e ascoltare contemporaneamente. Limitatissimi tempi di attivazione.
Mancanza di feedback sociale: non percepiscono il valore sociale del contatto oculare ne le variazioni della mimica facciale associate all’emotività
Pensiero per immagini: diminuire gli stimoli afferenti con lo scopo di tradurre in immagini le parole ascoltate
IL CONTATTO OCULARE
“… cosa è pensare per immagini? Letteralmente è il cinema
nella testa. La mia mente funziona come Google per le
immagini. Allora, quando ero bambina non sapevo che il
mio modo di pensare fosse diverso. Pensavo che tutti
pensassero per immagini. Ed è stato sconvolgente scoprire
che il mio modo di pensare era parecchio diverso. Io vedo
solo immagini specifiche. Mi lampeggiano nella memoria,
proprio come Google per le immagini..”
(Temple Grandin)
PENSARE PER IMMAGINI
Stimolare il contatto oculare rinforzando il comportamento
adeguato
Attirare l’attezione del bambino intorno ai nostri occhi
Limitare l’uso del “GUARDAMI”
Fare richieste solo DOPO aver ottenuto il contatto
Bolle di sapone
Occhiali divertenti
Rotolo carta assorbente
Rinforzatore tenuto in prossimità dei nostri occhi
…………………affidatevi alla vostra fantasia!!!!
IL CONTATTO OCULARE: COSA FARE?
Controllo istruzionale
Rinforzo costante, poi intermittente
Contingenza del
rinforzo-linguaggio imperativo
Estinzione comportamenti
inadeguati
Rinforzo positivo ma
imprevedibile
IL CONTROLLO ISTRUZIONALE
Organizzare e strutturare gli spazi di lavoro al fine di ridurre i fattori di disturbo sensoriale
Assegnare uno spazio per ogni tipo di attivtà (area gioco strutturato, lavoro 1:1, area gioco sensomotorio, mensa…)
Procedere con un inserimento graduale all’interno della classe e insegnare il rispetto delle routine giornaliere
Rendere comprensibile e accessibile il momento della pausa
Strutturare la giornata
scolastica secondo fasi ben
precise che si susseguono
Usare supporti visivi per la
comprensione della
sequenzialità dell’azione e per
la successione temporale
Alternare sessioni di lavoro
strutturato a sessioni di
socializzazione e sviluppo
autonomie
SPAZI/TEMPI ATTIVITA’
PAROLA D’ORDINE: ORGANIZZAZIONE
PAROLA D’ORDINE: STRUTTURA
RENDE CHIARO E EVIDENTE, QUINDI COMPRENSIBILE,
quello che si richiede al bambino
Organizzare la successione delle attività e dei momenti di pausa e riposo
Organizzare spazi e materiali di lavoro
Organizzare tempi e durata di lavoro e riposo
PAROLA D’ORDINE: STRUTTURA
Struttura non significa
rigidità: deve essere flessibile e
suscettibile di continue modifiche
Utile proprio nelle
transizioni da un’attività
all’altra e per la gestione e
prevedibilità dei
cambiamenti
AGENDA VISIVA
ORGANIZZAZIONE DEL TEMPO
sequenza di immagini (foto o
disegni) e/o di parole scritte, per
scandire visivamente la sequenza
delle attività proposte/dei luoghi
dove andranno svolte/delle persone
coinvolte.
aumenta la prevedibilità e il controllo della
situazione, e diminuisce l’incertezza fonte di
ansia e di comportamenti problematici.
Sistema di rinforzamento a gettoni: viene consegnato un gettone dopo l’emissione del comportamento
appropriato o dopo un intervallo di tempo pre-stabilito
Dopo un pre-determinato numero di gettoni accumulati è possibile scambiarli con un rinforzo (oggetto, attività…)
I vantaggi: è un sistema di rinforzo più gestibile in classe, è meno vistoso, allunga i tempi di attesa del bambino per l’accesso al
rinforzo più potente, crea possibilità di condivisione con il gruppo dei pari
LA TOKEN ECONOMY
• Vestirsi/svestirsi
• Andare in bagno
• Soffiare il naso
• Apparecchiare per la merenda/pranzo
• Riordinare lo zaino
• Mangiare
• Lavare le mani
AUTONOMIE: comportamenti quotidiani che
portano al soddisfacimento
di neccessità fisiologiche e
cura della persona
LE AUTONOMIE A SCUOLA
TASK ANALYSIS
(ANALISI DEL COMPITO)
LE AUTONOMIE A SCUOLA
È la frammentazione in una
abilità in fasi specifiche.
Stabilisce cosa il bambino è in
grado o meno di fare
Scomponendo il compito
permette di identificare e
affrontare più facilmente le
difficoltà
Ogni step va promptato
sfumando l’aiuto gradualmente
fino all’autonomia
CONCATENAMENTO ANTEROGRADO: il prompt viene sfumato dal primo step della catena
CONCATENAMENTO RETROGRADO: il prompt viene sfumato dall’ultimo step della catena
TASK ANALYSIS: LA PROCEDURA
1) SCOMPORRE L’ABILITA’
2) VALUTARE OGNI STEP
3) SCEGLIERE IL TIPO DI
CONCATENAMENTO
4) PROCEDERE
ALL’INSEGNAMENTO
TASK ANALYSIS: LA PROCEDURA
Abilità adatte all’età
Preferire aiuto fisico o
imitativo
Utilizzare i pari come
modello
Evitare aiuto verbale
Sapersi organizzare in modo piacevole e socialmente adeguato
Intraprendere e mantenere attività piacevoli limitando la possibilità di
autostimolazioni
Sviluppare interesse relazionale partendo SEMPRE dai loro interessi
ORGANIZZAZIONE TEMPO LIBERO: IL
GIOCO INDIPENDENTE
Il bambino con
autismo in classe
Mancanza di empatia
isolamento
Assenza di gioco in comune
stereotipie
LE ABILITÀ SOCIALI
Collaborazione e condivisione dello
sguardo
Attenzione congiunta
Riduzione comportamenti inappropriati
Condivisione di semplici giochi
simbolici e strutturati (in
parallelo e a turno)
Valorizzare il bambino agli dei pari attraverso le
sue abilità
LE ABILITÀ SOCIALI: OBIETTIVI
Lavorare in piccolo gruppo
Fare in modo che presti attenzione agli altri bambini
“ guarda cosa sta facendo x, vai ad aiutarlo…”
Usare il modello dei pari per ottenere comportamenti adeguati
“ siediti come è seduto x…”
Aiutare sempre a chiedere quello di cui ha bisogno
Correggere se infrange le regole come si fa con gli altri bambini
Essere sempre presenti, ma lavorar e
per renderlo autonomo (adulto ombra)
LE ABILITÀ SOCIALI: COSA FARE?
Usare gli aiuti meno intrusivi possibile
Lodate gli altri bambini che lavorano con
lui esattamente come fate con il vostro
bambino
Aiutate il gruppo classe a conoscere e
avvicinarsi alla diversità del vostro
bambino
Usare consigli positivi per redigere
comportamenti socialmente poco funzionali
“ parla più piano” anziché “NON urlare”
LE ABILITÀ SOCIALI: COSA FARE?
Non permettere al bambino di usare
comportamenti inadeguati per attirare
l’attenzione dei pari
Non tendere ad evitare a priori situazioni
difficili per il bambino, lavorare proprio
sulle sue difficoltà
Non sostituirsi al bambino, pensare alla sua
indipendenza
LE ABILITÀ SOCIALI: COSA NON FARE?
IN CONCLUSIONE…. “Assistere ed educare sono prestazioni differenti, spesso
incompatibili, e bisogna imparare a comprenderlo. In fondo
è ovvio: una prestazione assistenziale si riduce al vigilare
affinchè all'assistito non succeda nulla. Fare educazione
significa invece fare di tutto perchè all'educando succeda
qualcosa." (I. Salomone - Il setting pedagogico)