il bersaglio 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «di tutti i “grandi” uomini che ho avuto...

33
IL BERSAGLIO 1 FUNERALE A BERLINO Il 9 giugno 1942, il corpo dell’Obergruppenführer SS Rein- hard Heydrich, capo dei servizi di sicurezza nazisti, fu sepolto nel corso della più spettacolare cerimonia funebre mai allestita nel Terzo Reich. La sua bara giaceva nella Sala del Mosaico della nuova Cancelleria, circondata da una lunga teoria di mazzi di fiori e vegliata da una guardia d’onore con i tradizionali elmetti di ferro. Le strade di Berlino erano un trionfo di bandiere te- desche a mezz’asta. Alle tre del pomeriggio, la marcia funebre del wagneriano Crepuscolo degli Dei, eseguita dall’Orchestra Filarmonica della città, diede il via alla fase finale delle ese- quie. Alla presenza di Hitler e del vertice nazionalsocialista, il comandante in capo delle SS, Heinrich Himmler, esaltò con un lungo discorso la vita e l’instancabile attività di Heydrich al servizio del Terzo Reich, descrivendolo come un martire del nazismo, «un eroe degno di emulazione perenne, anche se for- se la sua levatura rimarrà per sempre irraggiungibile». 1 Nelle parole di Himmler, Heydrich apparteneva «a quelle schiere di SS che, pur cadute sul campo, continuano a lottare per i nostri ideali. È nostro sacro dovere vendicarlo e annientare i nemici della nostra madrepatria». 2 Dopo il discorso di Himmler, fu la volta di un breve intervento di Hitler. Il Führer, visibilmente

Upload: lynhu

Post on 16-Feb-2019

217 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

IL BERSAGLIO 1

FUNERALE A BERLINO

Il 9 giugno 1942, il corpo dell’Obergruppenführer SS Rein-

hard Heydrich, capo dei servizi di sicurezza nazisti, fu sepolto

nel corso della più spettacolare cerimonia funebre mai allestita

nel Terzo Reich. La sua bara giaceva nella Sala del Mosaico della

nuova Cancelleria, circondata da una lunga teoria di mazzi di

fiori e vegliata da una guardia d’onore con i tradizionali elmetti

di ferro. Le strade di Berlino erano un trionfo di bandiere te-

desche a mezz’asta. Alle tre del pomeriggio, la marcia funebre

del wagneriano Crepuscolo degli Dei, eseguita dall’Orchestra

Filarmonica della città, diede il via alla fase finale delle ese-

quie. Alla presenza di Hitler e del vertice nazionalsocialista,

il comandante in capo delle SS, Heinrich Himmler, esaltò con

un lungo discorso la vita e l’instancabile attività di Heydrich al

servizio del Terzo Reich, descrivendolo come un martire del

nazismo, «un eroe degno di emulazione perenne, anche se for-

se la sua levatura rimarrà per sempre irraggiungibile».1 Nelle

parole di Himmler, Heydrich apparteneva «a quelle schiere di

SS che, pur cadute sul campo, continuano a lottare per i nostri

ideali. È nostro sacro dovere vendicarlo e annientare i nemici

della nostra madrepatria».2 Dopo il discorso di Himmler, fu la

volta di un breve intervento di Hitler. Il Führer, visibilmente

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 2: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

14 Operazione Anthropoid

emozionato, elogiò le straordinarie virtù nazionalsocialiste di

Heydrich: «L’Obergruppenführer Heydrich è stato uno dei più

strenui difensori della nostra nuova Germania… uno dei più

irriducibili avversari di tutti i nemici del Reich». Detto questo,

Hitler depose una corona di fiori sulla bara e appuntò sul cu-

scino di velluto nero, che esibiva le medaglie del defunto, la de-

corazione più alta dell’Ordine della Germania, un’ onorificenza

riservata a coloro che avevano reso servizi eccezionali al partito

e alla nazione. Dopodiché accarezzò distrattamente le guance

dei bambini di Heydrich, borbottò: «Heydrich… un uomo con

un cuore di acciaio» e si ritirò dalla cerimonia. La bara, coperta

da una bandiera con la svastica, fu posata su un affusto di can-

none trainato da sei cavalli neri. Preceduta da una compagnia di

Waffen SS e seguita da un corteo funebre di rappresentanti del

partito nazista e dello stato maggiore, la salma fu trasportata a

lento passo di marcia al cimitero degli Invalidi, dove fu sepolta

con tutti gli onori militari accanto alla lapide commemorativa

del generale Scharnhorst.3

Questo imponente funerale4 era stato attentamente preparato

e gestito da una commissione ad hoc, alle dirette dipendenze del

ministro della Propaganda, Joseph Goebbels. Lo scopo, natural-

mente, era quello di celebrare Heydrich come il «nazista perfet-

to», un eroico martire le cui qualità dovevano essere d’esempio

per tutti i tedeschi. Il culto di Heydrich fu particolarmente forte

nelle SS, e deliberatamente incoraggiato da Himmler. Una ma-

schera mortuaria di bronzo fu spedita alla scuola ufficiali delle

SS a Bad Tölz, accompagnata da un album fotografico delle

esequie e dal testo del discorso funebre di Himmler, il tutto per

«ispirare» debitamente i cadetti. Come ricorderà più tardi uno

di loro, Heydrich era venerato a Bad Tölz come «un dio bion-

do… quasi una figura mistica. In pratica, non c’era aula della

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 3: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

15Il bersaglio

scuola ufficiali che non esibisse un suo ritratto». Un’altra copia

della maschera mortuaria di Heydrich faceva bella mostra di sé

nell’ufficio di Himmler, lo stesso Reichsführer avrebbe trascorso

intere settimane sui dettagli estetici del monumento funebre

per l’illustre defunto. In realtà, la retorica roboante dei discorsi

commemorativi e lo splendore scenografico dei funerali di stato

assolvevano anche a un’altra funzione: nascondere il fatto che

ben pochi nel Terzo Reich si rammaricavano per la dipartita di

Heydrich. Perfino Himmler manteneva un atteggiamento am-

biguo nei riguardi di un personaggio che si era distaccato dalla

sua ala protettrice per guadagnarsi poco a poco una minacciosa

autonomia. Del resto, i dirigenti dei servizi segreti hanno sem-

pre avuto la brutta abitudine di acquisire il maggior numero di

informazioni sui loro colleghi, e in questo Heydrich non faceva

eccezione: «Per lui era essenziale sapere più degli altri, conoscere

tutto di tutti. Carriere professionali, convinzioni politiche, vita

privata: ogni dettaglio era significativo… A Heydrich piaceva

rimanere nell’ombra a tessere i suoi intrighi».5 Quando era vi-

vo, la sua sola presenza, bastava a raggelare gli interlocutori. Si

mormorava che la sua incolumità personale fosse garantita da

una serie di dossier «imbarazzanti» su camerati e colleghi. Alla

morte di Heydrich, non a caso, Himmler si affrettò a mettere le

mani su quei dossier ad alto contenuto ricattatorio, per sfruttarli

a fini personali.

Tutti quelli che incontravano Heydrich restavano colpiti dalla

sua ambizione, ferocia e doppiezza. Eugen Dollmann, che fu

al suo fianco come interprete durante un viaggio in Italia nel

1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto

occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau-

ra». Al giudizio di Dollmann si aggiunge quello del capo del

servizio segreto italiano: «Al posto di Himmler, non avrei mai

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 4: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

16 Operazione Anthropoid

tollerato di avere vicino un individuo simile». Persino nell’ opaco

universo dei servizi di sicurezza nazisti Heydrich era più temuto

che amato. Il suo pupillo, Walther Schellenberg, destinato in

seguito a diventare capo dell’intelligence tedesca, trovava che

l’aspetto di Heydrich fosse a dir poco sinistro: «Era un uomo di

statura notevole, una figura imponente con una fronte ampia,

insolitamente alta, gli occhi piccoli e irrequieti da animale, ma

provvisti di un fascino minaccioso, una bocca larga con labbra

carnose. Le sue mani erano sottili, ma troppo lunghe, facevano

pensare alle zampe di un ragno. La sua splendida corporatura

era però rovinata da fianchi esageratamente larghi, un inquie-

tante dettaglio femminile che lo faceva apparire ancora più si-

nistro. La sua voce era troppo acuta per un uomo così robusto,

e il suo eloquio era nervoso, a scatti».

Schellenberg descriveva il suo capo come un intrigante nato,

con «una percezione incredibilmente affinata delle debolezze

morali, umane, professionali e politiche degli altri… La sua intel-

ligenza fuori del comune andava di pari passo con l’istinto sempre

vigile del predatore… Era enormemente ambizioso. Era come

se, in un branco di lupi feroci, dovesse sempre dimostrare a se

stesso di essere il più forte, il più adatto ad assumere il comando».

Wilhelm Hoettl, un altro membro dei servizi di sicurezza

nazisti, ricordava Heydrich come un uomo del tutto privo di un

codice morale: «La verità e la bontà non avevano alcun valore

intrinseco per lui, erano semplici strumenti per guadagnare

sempre più potere… Anche la politica… era solo un trampolino

di lancio per la conquista e la gestione della propria suprema-

zia personale. Gli sembrava futile discutere con se stesso della

correttezza delle sue azioni, perciò, non lo faceva mai». La sua

intelligenza era «crudele, temeraria, fredda» e la sua vita «una

catena ininterrotta di omicidi».

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 5: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

17Il bersaglio

Nelle parole di Pierre Huss, un giornalista americano che lo

conosceva bene, Heydrich «aveva un cervello e una mentalità

che ricordavano una macchina calcolatrice, senza l’ombra di

alcun sentimento… Non faceva mai sconti a nessuno, e per

nessuno aveva pietà». Non gradiva le critiche, e reagiva molto

male alle domande della stampa straniera: «Una sola serata con

lui, anche quando si comportava in modo educato, era suffi-

ciente per convincere ciascuno di noi che sarebbe stato un gran

brutto affare contrastarlo, se ti fossi trovato dalla parte sbagliata

della barricata». Questi tratti caratteriali furono molto utili a

Heydrich nella giungla della Germania nazionalsocialista, dove

i più deboli finivano male e i politici senza scrupoli facevano

carriera. Quando morì, a soli trentotto anni, si era già reso re-

sponsabile di migliaia di morti violente, ma un bilancio del

genere era considerato un successo, nel gioco assassino della

politica nazista. All’interno dei servizi di sicurezza si dava per

scontato che fosse destinato al vertice del potere, al punto che,

con ogni probabilità, sarebbe succeduto a Hitler come Führer

del Reich millenario.6

Questo individuo amorale e spietato aveva visto la luce in

una famiglia cattolica a Halle an der Saale, città di provincia, il

7 marzo 1904. Era il secondo di tre figli, con una sorella mag-

giore, Maria, e un fratello minore, Heinz Siegfried. Suo padre,

Bruno Heydrich, era un uomo che si era fatto da solo, cantante

e compositore di modesto valore, si era innalzato alla classe

media lavorando sodo e, soprattutto, sposando Elizabeth Kranz,

la figlia di un’agiata famiglia di musicisti proveniente da Dresda.

Nel 1899, gli Heydrich avevano aperto ad Halle un conserva-

torio, con lo scopo di fornire un’ educazione musicale ai figli

della piccola borghesia. Non è certo che la famiglia progettasse

una carriera musicale per il primogenito, a ogni modo, ancora

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 6: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

18 Operazione Anthropoid

prima di concludere il ciclo scolastico di base, Reinhard aveva

dimostrato un ottimo talento per il violino. Del resto, l’amore

per la musica rimase una costante di tutta la sua breve esisten-

za. Malgrado gli Heydrich godessero di un buon tenore di vi-

ta grazie ai proventi del conservatorio, sulla famiglia gravava

un’atmosfera di scontento causata da ambizioni mai realizzate. A

Elizabeth la cittadina di Halle andava stretta, e aveva program-

mato il loro trasferimento presso il prestigioso conservatorio

di Dresda, di proprietà dei suoi genitori. I fratelli di Elizabeth,

tuttavia, si erano opposti, così alla donna non era rimasto altro

che rassegnarsi alla vita di provincia. Quanto a Bruno, anche

lui era un uomo profondamente frustrato. La sua carriera gio-

vanile di cantante lirico era stata un fallimento e la sua attività

di compositore non era stata premiata dal successo. Certo, le

sue interpretazioni wagneriane avevano ricevuto qualche elogio

a Colonia e a Lipsia, ma non avevano mai raggiunto il Teatro

dell’Opera di Berlino. Come se non bastasse, Bruno non poteva

neppure fregiarsi del prestigioso titolo di professore d’orchestra,

nonostante avesse fatto di tutto per ottenerlo.

Le frustrazioni professionali di Bruno riflettevano ben più

di una semplice mancanza di talento. Era come se sullo status

degli Heydrich gravasse un punto interrogativo; quanto bastava

per non farli mai accettare pienamente dalla “buona società”

di Halle.

Le umili origini di Bruno certamente giocavano a suo sfavore

nella Germania del Kaiser, dove il classismo era forte e c’era

l’abitudine di «non accordare alcun riconoscimento sociale a

coloro che pure erano riusciti ad acquisire un tenore di vita

sufficiente a penetrare le classi più elevate».7 Tantomeno aiu-

tava il fatto di appartenere a una famiglia cattolica in un paese

per lo più protestante. Infine, a frustrare in qualche misura le

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 7: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

19Il bersaglio

ambizioni di Bruno, c’era pure la voce che fosse di discendenza

ebraica. Come un cittadino di Halle ebbe in seguito a ricordare,

«la maggior parte degli abitanti… non aveva il minimo dubbio

sulla sua origine ebrea».8 A dispetto di simili affermazioni, si

trattava di una diceria del tutto infondata. Il secondo marito

della madre di Bruno era un fabbro ferraio di nome Gustav Süss;

di conseguenza, il cognome della famiglia era stato registrato

qualche volta come Heydrich-Süss. Lo stesso Bruno appariva

con questo cognome nell’Indice musicale del 1916, e fu soltanto

nelle edizioni successive, per insistenza dello stesso interessato,

che il cognome tornò a essere semplicemente Heydrich. Süss

non era ebreo, e non aveva alcun legame biologico con Bruno,

ma la circostanza che molte famiglie ebree si chiamassero Süss

incoraggiava i pettegolezzi. Per quanto Bruno ci scherzasse so-

pra, queste voci lo ostacolavano seriamente nei suoi tentativi

di emergere. L’antisemitismo era molto diffuso nella Germania

imperiale, soprattutto tra alcuni segmenti delle classi medie

che si sentivano minacciati dall’industrializzazione crescente

e dalla mobilità sociale. Questi segmenti piccolo borghesi si

opponevano al modello capitalista del tardo diciannovesimo

secolo e invocavano il ripristino di una mitica Volksgemein-

schaft, una comunità di popolo basata sullo «stesso sangue e la

stessa cultura», in cui i conflitti di classe non avrebbero avuto

ragion d’essere e l’armonia sociale avrebbe poggiato sull’iden-

tità di razza. Simili idee si accompagnavano a un nazionalismo

radicale che esaltava il glorioso destino del popolo tedesco, ed

erano moneta corrente tra quei gruppi, come la Lega Pangerma-

nica, che sostenevano una politica estera di stampo imperialista.

Nell’ideologia völkisch, l’ebreo era il simbolo dell’odiato mondo

moderno, l’agente del cambiamento sociale che aveva prodotto

i sindacati, il socialismo e i grandi complessi industriali. Questa

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 8: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

20 Operazione Anthropoid

visione delle cose era influenzata in egual misura dalla nostalgia

romantica del passato tedesco espressa da Wagner e da un’in-

terpretazione estrema del darwinismo, tendente a individuare

nel «conflitto tra razze» la legge costitutiva della storia. Tali

correnti di pensiero erano state poi sintetizzate e rese popolari

da scrittori come Houston Stewart Chamberlain, con il suo I

fondamenti del XIX secolo, un classico dell’antropologia razzista

che divenne di gran moda dopo la sua pubblicazione nel 1899, e

che nel 1914 avrebbe contato ben otto edizioni e centomila copie

vendute. Dal punto di vista politico, l’antisemitismo raggiunse il

suo apice durante la depressione economica dell’ultima decade

del diciannovesimo secolo, per poi sembrare perdere terreno

con il ritorno alla prosperità nei primi anni del Novecento. Dal

punto di vista sociale, tuttavia, l’ideologia völkisch aveva ormai

permeato di sé larghi settori delle classi medie tedesche.

Fu una vera sfortuna per Bruno Heydrich vivere in una regio-

ne in cui l’antisemitismo era saldamente radicato, ed è ironico

constatare come lui per primo fosse vittima del pregiudizio, visto

che era un fiero sostenitore del pensiero völkisch e attraverso un

acceso nazionalismo e un’ obbedienza incondizionata al Kaiser

compensava le sue frustrazioni sociali. Malgrado la moglie fosse

una cattolica praticante, non sembra che Bruno abbia mai preso

sul serio la religione, preferendole di gran lunga una filosofia

secolare intrisa di razzismo e aggressività. Il pettegolezzo esaspe-

rante sulle sue presunte origini ebraiche non contribuì a fargli

rigettare quella filosofia. Al contrario, la abbracciò ancora più

strettamente, come un mezzo per smentire qualunque sgrade-

vole diceria sul suo passato e guadagnarsi l’accettazione sociale.

Bruno Heydrich era un appassionato ammiratore di Wagner, al

punto che ne copiava lo stile nelle sue composizioni, e ricordava

con nostalgia un breve periodo di studi con la vedova del Mae-

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 9: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

21Il bersaglio

stro, Cosima, a Bayreuth nell’estate del 1890. Al pari di Wagner,

era un convinto antisemita che considerava gli ebrei un pericolo

per la Germania, né nascondeva di aver tratto ispirazione dalle

opere di Houston Stewart Chamberlain, a sua volta influenzato

da Wagner, di cui aveva sposato la figlia Eva nel 1908. Secondo

Chamberlain, niente era più importante della razza. La storia

era stata modellata dalla lotta tra razze, che sanciva la vita o la

morte delle nazioni. In un simile sistema darwiniano, i tedeschi

emergevano come il popolo più adatto per l’egemonia. È questa

la filosofia che Bruno Heydrich inculcò ai figli, in particolare

al suo favorito, Reinhard, i cui capelli biondi e gli occhi blu

sembravano inverare lo stereotipo dell’eroe nordico. A dispetto

della reputazione di Bruno come risoluto nazionalista, i pette-

golezzi sulla sua origine ebraica continuavano a imbarazzare

la famiglia Heydrich. Ne facevano le spese anche i figli, spesso

derisi a scuola, e forse si nasconde qui la radice del complesso

di inferiorità che avrebbe accompagnato Reinhard per il resto

della sua vita. È possibile infatti che non sia mai stato del tutto

convinto dell’infondatezza di quelle dicerie, e che sia rimasto

costantemente incerto sulla sua effettiva identità «razziale». An-

ni dopo, un suo conoscente ricordava come il giovane Rein-

hard raccontasse un mucchio di storie inverosimili sulla sua

origine: «Non si capiva se avesse paura di essere scambiato per

un ebreo, o se temesse di esserlo davvero».9 Mentre il fratello

minore Heinz ricorreva alla violenza, sfoderando il coltello nel

cortile della scuola e minacciando i suoi tormentatori, Reinhard

evitava ogni confronto diretto: solitario e introverso, cercava di

dimostrare la sua superiorità eccellendo nelle materie scolasti-

che e sul campo sportivo. Già da scolaro, dispiegava quella feroce

energia e quella volontà di emergere che più tardi lo avrebbero

condotto ai vertici della gerarchia nazista.

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 10: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

22 Operazione Anthropoid

Reinhard Heydrich aveva dieci anni quando scoppiò la Pri-

ma guerra mondiale, un evento che segnò indelebilmente la

sua prima adolescenza. Il giovane accettò senza riserve la fede

del padre nella vittoria finale, malgrado lo stallo sul fronte oc-

cidentale e la carenza di beni di consumo causata dal blocco

navale britannico. L’abdicazione del Kaiser e l’armistizio del 1918

furono un colpo terribile. Mentre la Germania veniva umiliata

dalla pace di Versailles e scossa all’interno da disordini sociali, il

mondo crollò addosso a Reinhard. Come molti tedeschi, anche

gli Heydrich negavano che la loro patria fosse stata sconfitta sul

campo di battaglia e incolpavano del disastro il «nemico inter-

no», l’ebreo, che aveva congiurato con gli Alleati per sabotare il

fronte domestico. Nell’anarchia che seguì l’armistizio, la famiglia

Heydrich simpatizzò con le formazioni paramilitari della destra,

i Freikorps, ex soldati che si dedicavano a stroncare qualunque

tentativo rivoluzionario e a proteggere l’ordine costituito. All’età

di quindici anni, Reinhard si unì a uno dei più famosi di questi

gruppi, il Märacker Freikorps, impegnato nella primavera del

1919 in una sanguinosissima campagna contro la sinistra radi-

cale ad Halle, Magdeburgo e Dresda. Più tardi avrebbe sostenuto

di aver prestato servizio nel Märacker come semplice staffetta,

ma è probabile che la sua attività avesse riguardato anche la

denuncia dei comunisti locali: un vero e proprio esordio nel

lavoro di intelligence. Quando i Freikorps lasciarono la zona,

Reinhard e suo padre si arruolarono in una milizia di difesa

territoriale, i cosiddetti Volontari di Halle, armati e addestrati

da truppe del Märacker. Non pago, Reinhard aderì anche al

Deutscher Schutz und Trutzbund, un’organizzazione fortemente

nazionalista e antisemita. La bandiera di questo gruppo (con

un fiordaliso blu e una svastica) campeggiava sulla parete della

sua camera da letto con lo slogan «Noi siamo i signori della

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 11: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

23Il bersaglio

Terra». Secondo alcune testimonianze, Reinhard disse che si

era iscritto al Deutscher Schutz und Trutzbund per far sparire

gli scheletri dagli armadi di famiglia: «Il vecchio Heydrich non

può essere un ebreo, se suo figlio è un tale antisemita!».10 Allo

stesso tempo, tuttavia, l’adesione all’organizzazione era più di

una misura di autodifesa, si trattava di una scelta naturale per

un giovane tedesco come Heydrich, cresciuto nell’ideologia völ-

kisch. Non c’ è alcuna prova, non a caso, che si sia mai ribellato

alle idee nazionaliste e razziste di suo padre. Al contrario, fu la

fede religiosa di sua madre che volle abbandonare, rifiutandosi

di diventare un cattolico praticante. Le esperienze della sconfitta

della Germania e dei sussulti rivoluzionari post-armistizio non

fecero altro che confermare i pregiudizi che si portava dietro

fin da bambino.

Malgrado la minaccia della rivoluzione comunista fosse stata

sventata, gli Heydrich, come tutte le formazioni di destra, non

amavano affatto la repubblica di Weimar succeduta al Kaiser. Il

nuovo regime, infatti, democratico e liberale, in perfetta antitesi

a qualunque idea di «comunità» völkisch, era considerato una

creatura degli ebrei e dei socialisti, i «traditori di novembre» che

avevano pugnalato l’esercito alle spalle. Oltretutto, la repubblica

aveva sottoscritto l’odiato trattato di Versailles, accettando di ce-

dere ampie distese di territorio tedesco a «razze inferiori» come i

polacchi. Per gli Heydrich, i pregiudizi antiweimariani erano al-

tresì rafforzati dalle conseguenze pratiche del cambiamento isti-

tuzionale. L’ascesa della classe operaia minacciava la posizione

sociale della famiglia, mentre l’inflazione del primo dopoguerra

distruggeva i suoi risparmi. Bruno si ridusse a mendicare un

sussidio comunale, sottolineando il ruolo del suo conservatorio

nella vita culturale di Halle e negando a gran voce di essere un

ebreo in cerca di arricchimento personale. La sua richiesta di

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 12: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

24 Operazione Anthropoid

sussidio fu però respinta, il colpo finale di un establishment

cittadino che non lo aveva mai accettato. L’instabilità politica e le

difficoltà economiche finirono inevitabilmente per influenzare

Reinhard Heydrich nella scelta del suo futuro professionale. Il

conservatorio del padre era andato in bancarotta, e lo studio

della chimica, che aveva considerato, richiedeva una formazione

universitaria che i suoi genitori non potevano più garantirgli.

Il 30 marzo 1922, all’età di diciotto anni, si presentò ai cancelli

della base navale di Kiel come allievo ufficiale.11

Questa scelta era meno strana di quanto potesse apparire. La

Marina aveva sempre esercitato un grande fascino sulle classi

medie della Germania imperiale; era una forza genuina della

nazione, l’espressione più autentica dell’unità tedesca e della

sua volontà imperialistica. Inoltre offriva opportunità di lavo-

ro qualificato sotto il profilo tecnico, e assicurava una buona

carriera ai giovani istruiti della piccola borghesia che deside-

ravano servire il loro paese. La costituzione della «flotta d’alto

mare» (Hochseeflotte), voluta dall’ammiraglio Tirpitz all’inizio

del secolo, aveva suscitato un grande entusiasmo popolare, ac-

cortamente incoraggiato dagli alti comandi della Marina. Da

bambino, Reinhard Heydrich era rimasto impressionato dalla

vista di alcune navi da guerra durante una delle sue rare vacanze

a Swinemünde, e nel corso della Prima guerra mondiale le pa-

reti della sua camera da letto erano tappezzate di foto di mezzi

navali ed eroi della Marina. Dopo l’armistizio, il conte Felix

von Luckner, un famoso «corsaro» di convogli commerciali,

era stato ospite frequente della famiglia Heydrich, e incantava

i ragazzi con i racconti delle sue gesta spettacolari. Il prestigio

della Marina era stato però messo in crisi dal «grande ammu-

tinamento» del 1918; episodio che aveva annunciato il collasso

interno della Germania. Tuttavia, il suo onore fu riscattato il

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 13: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

25Il bersaglio

21 giugno 1919, quando la Hochseeflotte, sotto sequestro bri-

tannico, si autoaffondò nella baia scozzese di Scapa Flow: un

atto di sfida accolto entusiasticamente dalla destra tedesca. Gli

equipaggi della Hochseeflotte divennero eroi popolari e, al loro

rientro in patria, furono accolti trionfalmente. Non sorprende,

quindi, che la Marina attraesse il giovane Heydrich, con la sua

promessa di assicurargli una solida identità di ufficiale e gen-

tiluomo, prospettiva ben più seducente di un futuro incerto da

civile a Halle. Del resto, la Marina era fortemente nazionalista

e fieramente selettiva: non accettava, ad esempio, cadetti di ori-

gine ebraica o proletaria. Come ebbe a ricordare più tardi un

compagno di corso di Reinhard, «il complesso che provava per

le sue possibili origini ebraiche… esercitava un forte peso su

di lui. Voleva sempre essere più “nordico” di chiunque altro.

Nasceva da qui la sua attrazione per la Marina “nordica”».12

A ben vedere, c’erano anche altri motivi che attiravano verso

la carriera navale un individuo con le esperienze e le convin-

zioni ideologiche di Heydrich. Benché fosse stata grandemente

ridimensionata dal trattato di Versailles, la Marina tedesca degli

anni venti, nella visione del suo comandante, l’ammiraglio Erich

Raeder, avrebbe comunque costituito il nucleo di una nuova

«flotta d’alto mare», e il corpo ufficiali avrebbe giocato un ruolo

chiave in questo progetto. Gli ufficiali di Raeder erano un’ élite

consapevole, con norme di comportamento che li differenzia-

vano nettamente dalla società civile e dal sistema weimariano.

Lo scopo dell’ammiraglio era quello di dare vita a un precipuo

«stile navale»: «L’adozione di questo stile, che rifletteva il passa-

to patriarcale e conservatore di Raeder, riguardava qualunque

aspetto della vita di un ufficiale di Marina: il suo abbigliamento,

la sua religione, la sua famiglia, persino sua moglie… ogni cosa

doveva rispondere ai codici di condotta di Raeder. L’ammiraglio

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 14: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

26 Operazione Anthropoid

si aspettava che i suoi ufficiali fornissero un esempio a tutta la

Germania, e specialmente alla gioventù».13 In un’epoca di umi-

liazione nazionale, gli uomini di Raeder dovevano esprimere

la visione di un paese di nuovo in piedi, con una potente flotta

che sarebbe tornata ad assicurarsi l’ammirazione e il rispetto

del mondo. Questo «stile navale» veniva mantenuto ricorrendo

alle corti marziali, che spesso si attenevano a regole non scritte

e non concedevano sconti ai trasgressori. La Marina si vantava

di produrre non solo ottimi ufficiali, ma anche perfetti genti-

luomini. Malgrado un’apoliticità di facciata, non faceva nulla

per nascondere il suo scarso rispetto nei confronti della repub-

blica di Weimar. Molti dei suoi ufficiali erano stati membri dei

Freikorps dopo l’armistizio, e ora agognavano il ripristino di un

regime autoritario, unico modo per restituire alla Germania la

sua potenza militare e il legittimo posto al sole che le competeva.

Fu dunque alla Marina che il giovane Heydrich, già nazionalista

estremo, si rivolse per lasciarsi alle spalle un mondo civile che

non aveva mai amato né capito. La Marina lo plasmò e modellò

per gli otto anni successivi, insegnandogli numerose lezioni che

gli sarebbero tornate utili più tardi, nella sua nuova e assai più

sinistra carriera.

Il goffo e dinoccolato adolescente, che era arrivato a Kiel con

un violino donatogli dal padre, divenne presto la figura più ano-

mala del suo corso. Heydrich aveva ben poco in comune con i

compagni d’accademia, che guardavano con sospetto i suoi sfog-

gi di cultura. Il tono acuto della voce gli procurò il soprannome

di «caprone», e spesso fu preso di mira dagli istruttori, ruvidi

sottufficiali che non vedevano l’ora di rendere la vita difficile ai

loro futuri superiori. Uno di loro lo trascinava sovente fuori del

suo alloggio per fargli suonare al violino la serenata di Toselli,

una ricorrente umiliazione che lo portò a detestare quella com-

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 15: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

27Il bersaglio

posizione per il resto della sua vita. La diceria sulle sue origini

ebraiche, che già lo aveva tormentato negli anni scolastici, tornò

a perseguitarlo in Marina. Come ebbe a ricordare un suo compa-

gno di corso, «tutti noi lo consideravamo più o meno un ebreo,

perché un altro cadetto di Halle ci aveva detto che la famiglia

di Reinhard in realtà si chiamava Süss». Non passò molto tem-

po prima che gli appioppassero un altro soprannome, «Mosè

biondo». Malgrado avesse superato a pieni voti il primo periodo

di addestramento e fosse stato rapidamente promosso, rimase

solitario e introverso. Si sforzava di eccellere nel dovere come

mezzo per superare le sue inadeguatezze sociali, dimostrando

una forte attitudine per gli aspetti tecnici della marineria. Nel

1926 divenne ufficiale segnalatore, e tale rimase per il resto della

sua carriera nella flotta. Sviluppò anche un discreto talento per

le lingue moderne, superando gli esami di inglese, francese e

russo, pur continuando a disprezzare le culture straniere. Da

giovane ufficiale, sognava il rovesciamento della repubblica di

Weimar e la sua sostituzione con un regime che sfruttasse la po-

tenza economica e l’ingegno tecnologico della Germania come

strumenti per raggiungere l’egemonia mondiale. Era un fanatico

della disciplina, assai poco amato dai sottoposti che trattava

con durezza, così da prepararli adeguatamente ai conflitti che

il futuro avrebbe riservato.

Le qualità professionali di Heydrich furono notate molto

presto dai suoi superiori, che gli riconobbero ottime schede di

valutazione. Cercava di distinguersi anche nelle attività sporti-

ve, e in breve tempo diventò un eccellente canoista, nuotatore,

schermidore e cavallerizzo. Fu scelto per la squadra navale di

pentathlon e frequentò la scuola militare di sport a Wunstorf,

dove si ruppe due volte il naso cadendo da cavallo. Piuttosto

che un mero passatempo, per Heydrich le discipline atletiche

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 16: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

28 Operazione Anthropoid

erano un mezzo per dimostrare la sua superiorità, un modo

per ribadire la «fede nella lotta» con la quale era stato cresciu-

to. Si gettava ferocemente nelle competizioni, giocava sempre

per vincere. Detestava perdere e, quando capitava, indulgeva

in comportamenti vittimistici e villani. Quando a Dresda fu

eliminato dal torneo militare di scherma, scagliò con rabbia la

sua sciabola sul tappeto di gara, meritandosi il rimprovero degli

arbitri. Più tardi si è detto che gli unici veri svaghi di Reinhard,

durante il suo servizio in Marina, fossero la musica e i romanzi

di spionaggio che leggeva avidamente. È falso, comunque, che si

sforzasse di nascondere i propri orientamenti politici. I romanzi

di spionaggio si limitavano a confermare il suo sospetto che la

Germania fosse infestata da agenti stranieri, con il compito di

tenere ben salde le «catene di Versailles», un’ipotesi cospira-

zionista piuttosto comune nelle mense della flotta di Raeder.

Accanto ai thriller spionistici, Heydrich si interessava a testi

di natura politologica, convinto com’era che solo l’estrema de-

stra avrebbe potuto far risorgere la Germania. Anche in questa

fase iniziale, non ignorava l’esistenza del movimento nazista.

Il suo padrino, il conte Ernst von Eberstein, aveva un figlio,

Friedrich Karl, che aveva dieci anni più di lui e si era trasferito

dai Freikorps al quartier generale di Hitler, a Monaco. I due in-

trattennero un fitto scambio epistolare mentre Heydrich era in

Marina, con importanti ripercussioni sulla sua futura carriera.

Risale a questo periodo, inoltre, il primo incontro di Heydrich

con Wilhelm Canaris, primo ufficiale dell’incrociatore Berlin,

la stessa nave sulla quale Reinhard prestò servizio nel 1923-

24. Canaris era un eroe di guerra e un uomo politicamente

schierato. Era stato sospettato di complicità nell’assassinio dei

leader comunisti Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg (1919) e

di aver spalleggiato il Putsch di Kapp del 1920, teso a rovesciare

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 17: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

29Il bersaglio

il regime repubblicano. Naturalmente Heydrich lo ammirava,

e Canaris ricambiò presto la stima di quel giovane e solitario

guardiamarina prendendolo sotto la sua ala protettrice. Cana-

ris condivideva con il problematico allievo il disprezzo per il

sistema weimariano e l’amore per la musica. In breve tempo

Heydrich si ritrovò ospite regolare a casa del suo superiore,

dove accompagnava con il violino la moglie Erika, a sua volta

eccellente violoncellista. L’amicizia di un alto grado dalle ferree

convinzioni nazionaliste come Canaris, lusingò non poco il gio-

vane ufficiale, socialmente insicuro. Come in seguito ricorderà

lo stesso Heydrich, era la prima volta che si sentiva davvero

accettato dalla Marina. Anni dopo, le strade dei due uomini si

sarebbero incrociate di nuovo, ma in circostanze assai diverse.

Dopo sei anni a bordo della flotta, Heydrich fu promosso

tenente di vascello e assegnato alla sezione comunicazioni del

comando navale di Kiel. Era un importante passo in avanti,

che dimostrava la fiducia degli alti gradi nella sua affidabilità

politica e nelle sue capacità tecniche. Nulla si sa delle attività

di Heydrich di questo periodo, anche se è improbabile che si

limitasse a prestare servizio come ufficiale segnalatore. Secon-

do la versione ufficiale nazista, tra il 1928 e il 1931 Heydrich

fu assegnato all’intelligence della Marina. Malgrado non esista

alcuna prova documentale a sostegno, non sembra un’ipote-

si campata in aria. La supersegreta «Sezione B» era ospitata

nella base navale di Kiel nello stesso periodo in cui Heydrich

vi prestava servizio. Si trattava di un’unità di intercettazione

e decrittazione che si era particolarmente distinta durante la

Prima guerra mondiale, e che aveva continuato a operare clan-

destinamente dopo la fine del conflitto, in spregio al trattato

di Versailles. La sua missione era quella di raccogliere infor-

mazioni sui nemici (veri o presunti) della Germania attra-

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 18: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

30 Operazione Anthropoid

verso il monitoraggio e la decifrazione del loro traffico radio;

un compito che la «Sezione B» svolgeva sotto la copertura

dell’Ispettorato degli ordigni esplosivi e siluri. Il bagaglio

tecnico di Heydrich e la sua conoscenza delle lingue straniere

lo rendevano un candidato ideale per quella unità. Inoltre il suo

mentore, Canaris, aveva collaborato a lungo con l’intelligence

della Marina, e non è da escludere che abbia raccomandato

Heydrich per qualche impiego segreto. Qualunque fosse la reale

natura del suo ruolo di servizio, Heydrich non poteva ignorare

che dopo il «grande ammutinamento» del 1918 la Marina

aveva rafforzato il suo sistema di sorveglianza sulle attività

sovversive e l’antimilitarismo, e che Canaris si era dato parecchio

da fare per tenere sotto controllo i «rossi». A ogni modo, nel

1931 sembrava che Heydrich fosse destinato a compiere la sua

carriera all’interno della flotta, promozione dopo promozione.

Da giovane tenente di vascello, sognava di salire tutta la scala

gerarchica e di diventare prima o poi ammiraglio. Aveva pochi

dubbi che la sua carriera avrebbe raggiunto il vertice nel corso

di una guerra. La crisi economica del 1929 aveva scosso fin dalle

fondamenta la repubblica di Weimar. Nelle elezioni del 1930, il

partito nazista aveva fatto il suo esplosivo ingresso sulla scena

politica con sei milioni e mezzo di voti e 107 seggi al Reichstag,

un risultato che aveva stupito gli osservatori. Heydrich aveva

sperato che la repubblica fosse agli sgoccioli, e che presto

sarebbe stata sostituita da un regime autoritario, in grado

di sfruttare le risorse economiche del paese per conquistare

l’egemonia mondiale. Una rivoluzione nazionalista avrebbe

schiacciato i nemici interni della Germania – gli ebrei e i loro

alleati marxisti – e spezzato le catene del trattato di Versailles.

Come ebbe a ricordare un suo conoscente, quando Heydrich

apprese i risultati elettorali del 1930, li commentò così: «Adesso

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 19: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

31Il bersaglio

il presidente Hindenburg non ha scelta, deve nominare Hitler

cancelliere. La nostra ora è arrivata».14 In realtà, nel suo otti-

mismo, aveva anticipato una svolta che sarebbe avvenuta solo

tre anni più tardi. E nel 1933, Heydrich non sarebbe più stato

ufficiale di Marina da un pezzo.

Il giovane e ambizioso tenente di vascello soffriva di una

debolezza che prima o poi lo avrebbe portato in rotta di colli-

sione con i superiori: un insaziabile appetito sessuale. Nelle sue

relazioni con le donne, esattamente come sui campi sportivi,

non brillava certo per correttezza e pudore, in aperta trasgres-

sione ai codici morali della Marina. Nel 1928, il goffo adole-

scente Reinhard si era ormai trasformato in un bel giovanotto

di ventiquattro anni, la cui nordica avvenenza era sciupata solo

dalle conseguenze delle fratture al naso e dalla voce stridula.

Heydrich sfruttava la propria bellezza e il prestigio dell’uni-

forme per fare colpo sull’altro sesso. Questo aspetto del suo

carattere aveva molti punti di contatto con la sua ossessione per

lo sport: in entrambi i casi, si trattava di conquistare il primo

premio, vincere, dominare, dimostrare al mondo la sua indi-

scutibile superiorità. Anche con le donne, non sopportava di

essere sconfitto, un’insofferenza che minacciò di cacciarlo nei

guai durante una crociera d’addestramento nel Mediterraneo.

In proposito, ecco la testimonianza di un suo collega: «Eravamo

ospiti del German Club di Barcellona. La comunità tedesca era

presente al gran completo… Heydrich fece la conoscenza di una

signorina di ottima famiglia e la invitò a fare una passeggiata nei

giardini del club… Qui si comportò molto male, al punto che

la ragazza lo prese a schiaffi. Rosso di rabbia, Heydrich venne

da me a lamentarsi. Io gli risposi che se lo era meritato, e lui la-

sciò la festa… La signorina in questione presentò una denuncia

formale, e il giorno dopo Heydrich fu costretto a scusarsi».15 In

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 20: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

32 Operazione Anthropoid

quell’occasione Reinhard sfuggì alla corte marziale, ma alla fine

la fortuna gli voltò le spalle. Nel dicembre del 1930, durante

un ballo a Kiel, incontrò Lina von Osten, una ragazza ospite di

un convitto cittadino per allieve insegnanti. Dopo solo quattro

appuntamenti, le chiese di sposarlo. Heydrich era attratto da

Lina per le sue fattezze nordiche, un modo come un altro per

ribadire a se stesso la propria identità razziale e l’infondatezza

delle dicerie sulla sua origine ebraica. Anche la provenienza

della famiglia di Lina aveva la sua importanza. Certo, il padre

della ragazza era un semplice maestro di scuola elementare su

un’isoletta del Baltico, Fehmarn, eppure i von Osten vantavano

un retaggio aristocratico, particolare non trascurabile per un

uomo afflitto da complessi di inferiorità come Heydrich. Quanto

a Lina, un ufficiale della flotta era senza dubbio un buon partito,

in termini di rispettabilità e prestigio sociale; oltretutto, non era

preoccupata di dover condividere, da moglie di un tenente di

vascello, le posizioni politiche autoritarie del marito: gli stessi

von Osten erano nazionalisti radicali e antisemiti. Lina e suo

fratello erano stati addirittura tra i primi a iscriversi al partito

nazista, e consideravano Hitler l’unico uomo in grado di salvare

la Germania e restituirle la sua grandezza.

Nel Natale del 1930, a Fehmarn, Heydrich chiese e ottenne

dal padre di Lina il consenso al matrimonio, dopodiché tornò

ai suoi doveri di servizio, mentre la ragazza trascorreva nella

casa di famiglia il resto delle feste natalizie. L’annuncio del fidan-

zamento con Lina, nel gennaio del 1931, segnò però la brusca

interruzione della carriera navale di Heydrich. Quando Lina

tornò a Kiel per riprendere i suoi studi, fu accolta alla stazione

da un agitatissimo Reinhard, latore di una notizia terribile. Una

sua precedente ragazza lo aveva denunciato alla corte marziale

della flotta per «rottura della promessa matrimoniale». Heydrich

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 21: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

33Il bersaglio

disse che l’aveva incontrata a un ballo, dopo una regata a Kiel. In

seguito, una sera, lei si era presentata nei suoi alloggi, chieden-

dogli ospitalità per la notte. Non era successo niente tra loro, ma

il padre della ragazza aveva preteso che Heydrich ne tutelasse

il buon nome sposandola. Non senza qualche difficoltà, Lina si

convinse della buona fede di Heydrich, tuttavia gli chiese se una

simile banale accadimento bastasse a ipotizzare un fidanzamen-

to tra lui e quella ragazza. Heydrich le rispose in tono amaro:

«Tu non conosci la Marina». La corte marziale aveva raccolto

al riguardo testimonianze ben diverse e, contrariamente a Lina,

non credeva alla versione di Heydrich. Le prove testimoniali

indicavano come fosse stato lo stesso Reinhard a invitare la

ragazza a Kiel, e come fosse stato sempre lui a suggerirle di pas-

sare la notte nei suoi alloggi, visto che gli alberghi erano troppo

costosi: «Facendo di necessità virtù, lei aveva accettato. Tuttavia

aveva fermamente respinto le avance di Heydrich». Come se non

bastasse, il caso era aggravato dalla parentela della ragazza. Il

padre era il sovrintendente del cantiere navale di Kiel, nonché

buon amico dell’ammiraglio Raeder. Dato che l’inflessibilità di

Raeder in materia disciplinare era ben nota, Heydrich aveva

ottimi motivi per temere il verdetto della corte. Il suo atteggia-

mento durante le udienze non migliorò la situazione. Si difese

in maniera piuttosto goffa, e, cosa ancora più grave, non nasco-

se il suo disprezzo per il codice morale della flotta. Se voleva

mettersi contro i giudici, ci riuscì benissimo. La corte concluse

che il comportamento di Heydrich metteva in serio dubbio «la

possibilità che potesse proseguire il suo servizio in Marina», e

Raeder fu d’accordo. Nell’aprile del 1931, il tenente di vascello

Reinhard Heydrich fu costretto a congedarsi dalla Marina tede-

sca. Eravamo al culmine della Grande Depressione, e Heydrich

si ritrovò in mezzo a una strada: non più ufficiale né gentiluomo,

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 22: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

34 Operazione Anthropoid

era solo uno dei cinque milioni di disoccupati tedeschi.

Heydrich tornò nella casa dei genitori ad Halle; si chiuse

nella sua stanza e cominciò a piangere. Come più tardi ricorderà

Lina, «per lui fu un colpo durissimo; la peggior disgrazia della

sua vita… Non era solo il fatto di aver perso lo stipendio, c’era

dell’altro. Reinhard si era letteralmente aggrappato alla carriera

in Marina».16 Sua madre addossò alla fidanzata la colpa del disa-

stro, e i loro rapporti rimasero sempre piuttosto freddi. Quanto

ai von Osten, decisero che Heydrich non era più un buon parti-

to. Un ex ufficiale di Marina disoccupato non era la stessa cosa

di un tenente di vascello in servizio permanente effettivo. Anche

se Lina si rifiutava di rompere il fidanzamento, non si sarebbe

parlato di matrimonio finché Heydrich non avesse trovato un

impiego. In un primo momento Reinhard sperò di poter essere

riammesso nei ranghi della flotta, ma il suo ricorso contro il

verdetto della corte marziale fu respinto. Che gli piacesse o no,

il suo futuro era in abiti civili. Dapprima pensò di arruolarsi

nella Marina mercantile, ma gli ingaggi scarseggiavano a causa

della crisi economica, senza contare il fatto che il suo allonta-

namento forzato dalla flotta non costituiva un buon precedente.

La scuola anseatica di vela si mostrò disponibile ad assumer-

lo come istruttore, con un salario decente, ma Heydrich non

era per nulla interessato, e lasciò cadere la proposta. In realtà

continuava a rimpiangere il suo status di ufficiale della flotta, e

detestava l’idea di diventare un semplice impiegato, retribuito

per insegnare tecniche di navigazione ai figli dei ricchi. Infine,

la nostalgia per la vita militare trovò sfogo nei ranghi del par-

tito nazista, tanto più potente quanto più la crisi economica

corrodeva dall’interno la repubblica di Weimar. Non fu solo

l’influenza di Lina e del fratello, nazionalsocialisti entusiasti; ma

anche quella di Karl von Eberstein, con cui aveva intrattenuto

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 23: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

35Il bersaglio

una fitta corrispondenza epistolare durante il servizio in Mari-

na. La «filosofia della lotta» e il feroce antisemitismo di Hitler

riecheggiavano i pregiudizi nei quali Heydrich era cresciuto, del

resto, già nel 1930 aveva espresso il suo plauso per il capo del

nazismo. Così, fu a Hitler che si rivolse, non solo per «salvare

la Germania», ma anche per raddrizzare la sua carriera e per

questo chiese all’amico von Eberstein di raccomandarlo presso

il quartier generale del partito nazista a Monaco.

All’epoca in cui Heydrich lavorava alla base navale di Kiel,

von Eberstein era stato uno dei comandanti degli Sturmabtei-

lung (le famigerate SA naziste) a Monaco e nell’Alta Baviera.

Le SA avevano irrobustito il movimento hitleriano con una

massiccia iniezione di forza bruta, i suoi teppisti in camicia

bruna, sulla falsariga dei primi Freikorps, eccellevano negli

scontri di strada e nell’intimidazione violenta degli avversari

politici. Nel 1931, tuttavia, von Eberstein si era unito a una

nuova organizzazione, le Schutzstaffel, o SS. Nonostante fossero

subordinate alle SA, le SS – costituite nel 1925 come guardie del

corpo di Hitler – già si consideravano una formazione d’élite. Le

loro regole di condotta erano state definite in larga misura da

Heinrich Himmler, il figlio ventinovenne di un insegnante di

Monaco. Diventato Reichsführer nel gennaio del 1929, Himm-

ler aveva dato inizio a un processo di rapida espansione delle

Schutzstaffel. Le sue maniere gentili e il tozzo volto occhialuto

nascondevano un’ambizione spietata e una feroce brama di

potere. Il Reichsführer sognava di trasformare le SS in un’aristo-

crazia teutonica, una razza di superuomini nordici che avrebbe

governato una Germania rigenerata e razzialmente pura, non

più contaminata dalle influenze ebraiche e marxiste. Himmler

vedeva nelle SS un vero e proprio «Ordine Ariano», posto su

un piano superiore quanto a integrità razziale, norme di com-

[email protected] 16.07.2015 09:54

Page 24: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

36 Operazione Anthropoid

portamento, disciplina e spirito di sacrificio. Nella concezio-

ne himmleriana, le Schutzstaffel sarebbero dovute diventare la

«guardia imperiale» della nuova Germania nazionalsocialista.

Per questo motivo, la condotta di ogni singola SS era regolata

da una serie di norme che riguardavano sia i doveri di servizio

sia la vita privata. Le SS non erano neppure libere di scegliersi

le proprie mogli in totale autonomia: la purezza morale e raz-

ziale delle future consorti era controllata personalmente dal

Reichsführer. Grazie alla raccomandazione di von Eberstein, che

lavorava nell’organico di Himmler, Heydrich divenne membro

del partito nazista (tessera numero 544.916) nel giugno del

1931. Reinhard si era già unito alle SA di Amburgo, e aveva

partecipato a sanguinosi scontri di strada con comunisti e altri

oppositori del nazismo. Se si era deciso a compiere quel passo,

era anche per la consapevolezza che la sua militanza tra quei

picchiatori da birreria sarebbe stata assai breve, visto che von

Eberstein avrebbe usato la sua influenza per favorirgli un ra-

pido trasferimento alle SS. Non è difficile spiegare perché le

Schutzstaffel calamitassero l’attenzione di Heydrich, un «fallito»

agli occhi della propria classe di appartenenza. L’«Ordine Ne-

ro» di Himmler gli offriva sia la possibilità di acquisire potere,

sia gli strumenti per vendicarsi di una società che lo aveva

respinto, come aveva fatto con suo padre. Attraverso le SS sa-

rebbe diventato membro di una nuova aristocrazia, e questo

lo avrebbe ricompensato del suo traumatico allontanamento

dalla Marina. Oltretutto, le SS si battevano per la creazione

di una Germania razzialmente pura: quale miglior modo per

seppellire definitivamente il fantasma di Gustav Süss, e per

mettere in pratica l’ideologia völkisch di cui Reinhard si era

nutrito fin dai giorni della scuola? Per il resto della sua vita,

Heydrich verrà identificato con la spietata lotta delle SS per

[email protected] 16.07.2015 09:55

Page 25: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

37Il bersaglio

il potere, prima in Germania e poi nei paesi occupati. C’era

una perfetta coincidenza di vedute tra l’ex tenente di vascello

e l’organizzazione di Himmler.

La crescita delle SS sotto Himmler fu incoraggiata da Hitler,

che le considerava uno strumento affidabile per tenere sotto

controllo i suoi rivali all’interno del partito. Fedeli alle consegne

himmleriane, le SS riferivano anche sulle attività dei gruppi

antinazisti di sinistra. Fino al 1931 quest’opera di spionaggio

politico era stata dilettantesca, confusa e scarsamente coordina-

ta, ma Himmler intendeva porvi rimedio. Stava già guardando

a un futuro in cui Hitler sarebbe stato il dittatore assoluto della

Germania. Le informazioni erano una fonte di potere, e se le SS

volevano radicarsi saldamente non solo all’interno del partito

nazista, ma anche nei gangli dello stato tedesco, avevano bisogno

di un servizio segreto che si rivelasse all’altezza. Di conseguenza,

Himmler si dedicò a cercare qualcuno che fosse in grado di

organizzare l’intelligence SS su basi professionali e, fu così che,

attraverso von Eberstein, venne a conoscenza del curriculum di

Heydrich. Il Reichsführer fu molto colpito dall’aspetto nordico di

Reinhard, che dal suo punto di vista rispondeva perfettamente

all’SS ideale, come pure dai suoi trascorsi in Marina. Inserì quin-

di Heydrich nella rosa dei candidati, accanto a un ex capitano

dell’esercito di nome Horninger. Heydrich fu informato di essere

stato preso in considerazione per un incarico di rilievo nelle

SS, e gli fu ordinato di presentarsi a rapporto presso il quartier

generale nazista di Monaco. All’ultimo minuto, tuttavia, mentre

Lina gli stava preparando i bagagli, un telegramma di von Eber-

stein lo informò che Himmler si era preso un brutto raffreddore,

e che il «colloquio di lavoro» era rinviato a data da destinarsi.

Queste notizie gettarono Reinhard nel panico, ma Lina insistette

perché andasse avanti lo stesso e forzasse la situazione. Dopo

[email protected] 16.07.2015 09:55

Page 26: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

38 Operazione Anthropoid

aver avvisato von Eberstein con un telegramma, Heydrich salì

sull’espresso della notte da Amburgo. Il suo amico non fu molto

contento di vederlo su una banchina della stazione di Monaco il

mattino successivo, ciononostante accettò di telefonare a Himm-

ler, che si trovava nel suo allevamento di polli fuori città, per

chiedergli un appuntamento. Sebbene fosse visibilmente irritato

di trovarsi Heydrich sulla porta di casa, il Reichsführer lo ricevet-

te. Quando lo ebbe di fronte, non perse tempo in convenevoli.

In modo brusco, gli disse che aveva venti minuti per esporre i

suoi piani sui futuri servizi segreti delle SS. Heydrich, che non

era a conoscenza dello scopo del colloquio, sulle prime fu colto

alla sprovvista, ma riguadagnò rapidamente terreno. Che aves-

se lavorato o meno per l’intelligence della Marina – Himmler,

almeno in apparenza, era convinto di sì – la sua conoscenza

del mondo militare gli diede una grossa mano. Scribacchiò su

due piedi un breve memorandum che impressionò talmente

il Reichsführer, del tutto inesperto in materia, da spingerlo ad

assumerlo seduta stante. Gli appunti frettolosi di Heydrich co-

stituirono le basi del Sicherheitsdienst (SD), destinato a diventare

in breve tempo «il più potente servizio di sicurezza del nazio-

nalsocialismo». Senza rendersene conto, Himmler aveva scelto

l’uomo giusto. Il candidato rivale di Heydrich, Horninger, era

un agente della polizia politica della Baviera.

Nell’agosto del 1931, Heydrich iniziò il suo nuovo lavoro a

Monaco. Era risoluto a servire le SS al meglio delle sue capa-

cità e a offrire a Himmler una fedeltà incrollabile, a dispetto

della propensione alla doppiezza tipica del suo carattere.17 Del

resto, senza il Reichsführer e le Schutzstaffel, Heydrich sarebbe

rimasto uno dei tanti disoccupati della repubblica di Weimar,

un ex ufficiale senza futuro. Dato che la sua espulsione dalla

Marina continuava a imbarazzarlo, nel tentativo di ingraziarsi

[email protected] 16.07.2015 09:55

Page 27: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

39Il bersaglio

la simpatia dei «vecchi combattenti» del partito fece circola-

re la storiella di un congedo forzato a causa delle sue attività

filonaziste. Il suo dossier presso le SS ometteva i dettagli più

squallidi, limitandosi a segnalare che era stato congedato dalla

flotta «per motivi non connessi al servizio» e contro il pare-

re dei suoi «diretti superiori». L’ascesa di Heydrich nei ranghi

delle Schutzstaffel fu molto rapida, e già nel luglio del 1932 fu

promosso al grado di Standartenführer, cioè colonnello. Nono-

stante il suo stipendio fosse modesto e spesso erogato in ritardo,

fu economicamente in grado di sposare Lina von Osten nel

Natale del 1931, con una cerimonia protestante celebrata da

un pastore con simpatie naziste. La chiesa era stata addobbata

con una svastica, mentre l’organo suonava l’Horst Wessel Lied,18

l’inno antisemita delle SA. Heydrich aveva perso da tempo la

sua fede, e il fatto che fosse stato battezzato nel cattolicesimo

non fu d’ostacolo a una celebrazione protestante. Lina si accasò

con Reinhard a Monaco, calandosi nei panni di un’ esemplare

moglie e madre nazionalsocialista. Come «nuovo arrivato» nel

movimento hitleriano, Heydrich era ansioso di ottenere il plauso

dei suoi superiori. In privato disprezzava Himmler, che si era

convinto di essere la reincarnazione di un re medievale, Enri-

co l’Uccellatore, e spesso scherzava con Lina sul «misticismo

demente» del suo capo, tuttavia i loro rapporti pubblici furono

sempre corretti e formali. Heydrich si rivolgeva a Himmler nel

modo più ossequioso possibile, così da accattivarsene la be-

nevolenza e rendersi indispensabile ai suoi occhi, applicando

quello che aveva imparato in Marina sull’arte di compiacere

superiori difficili. Quanto al Reichsführer SS, era molto colpito

dalla professionalità del suo nuovo subordinato, e si era ormai

persuaso di aver scelto l’uomo giusto per il posto giusto. Secondo

Himmler, Heydrich era nato per il lavoro di intelligence; era

[email protected] 16.07.2015 09:55

Page 28: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

40 Operazione Anthropoid

«uno schedario vivente, un cervello in grado di raccogliere tutti

i fili e di tesserli assieme». Le informazioni che procurava erano

utilissime agli intrighi del Reichsführer e costituirono le basi

di un’alleanza che li avrebbe proiettati entrambi ai vertici della

gerarchia nazista. Più tardi Lina sostenne che era suo marito la

vera forza trainante dietro il mediocre Himmler, la mano che lo

spingeva inesorabilmente avanti. In realtà, è più probabile che

uno sfruttasse l’altro. Le conoscenze e il talento organizzativo

di Heydrich si integravano perfettamente con le ambizioni per-

sonali di Himmler e lo aiutavano a rafforzare la sua posizione

nel partito. Heydrich ebbe rapporti amichevoli anche con Ernst

Röhm, il capo delle SA, che si prestò, insieme a Himmler, a fare

da padrino al suo primo figlio, Klaus, nel luglio del 1933. A dire

il vero, Reinhard nutriva molte riserve nei riguardi di Röhm,

omosessuale risaputo, ma pensava che godere dei suoi favori lo

avrebbe aiutato nella carriera. Röhm era l’amico più intimo di

Hitler, nonché il capo di un’ organizzazione alla quale le SS erano

ancora subordinate. La sua amicizia poteva rivelarsi decisiva per

un uomo che molti nazisti della vecchia guardia consideravano

un parvenu. Quando la situazione politica cambiò, dopo l’ascesa

al potere di Hitler, Reinhard non ebbe scrupoli a collaborare

all’omicidio di Röhm.

La minaccia principale alla carriera di Heydrich in quei primi

anni restava la vecchia maldicenza sulle origini della sua fami-

glia, che era tornata a tormentarlo per l’ennesima volta. Secondo

la testimonianza di Lina, «nel febbraio del 1932, un paio di

mesi dopo il nostro matrimonio, alcuni ex colleghi ufficiali di

Reinhard, avendo saputo che era entrato nelle SS, testimonia-

rono davanti al Gauleiter di Halle che Heydrich non si chiama-

va realmente Heydrich, bensì Süss, e che era ebreo».19 Questa

denuncia era la prova della sua persistente impopolarità presso

[email protected] 16.07.2015 09:55

Page 29: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

41Il bersaglio

i vecchi compagni di bordo, un sentimento di antipatia che si

era creato fin dai suoi primi giorni alla base navale di Kiel. Il

Gauleiter riferì immediatamente la notizia al quartier generale

del partito a Monaco, che avviò un’inchiesta approfondita sulle

radici razziali della famiglia Heydrich. Le conclusioni ufficiali

furono che Reinhard e suo padre erano «privi di qualunque

traccia di sangue ebraico o di colore». Ciononostante, la diceria

non venne meno e continuò a circolare sia nell’establishment na-

zista sia tra i giornalisti stranieri accreditati a Berlino. Nel 1935

e nel 1937, Heydrich promosse addirittura delle cause legali per

smentire le sue origini ebraiche. Ancora nel 1940, un cittadino

di Halle finì in galera per aver detto in pubblico che «Heydrich

e suo padre non erano di discendenza ariana». Senza dubbio,

bisognava essere molto coraggiosi, o totalmente folli, per sfidare

l’ira di Heydrich rivangando ad alta voce il suo passato. I pochi

che osavano farlo, rischiavano seriamente di sparire nel nulla,

inghiottiti dall’apparato totalitario della polizia nazista.

Heydrich trascorse i due anni precedenti l’ascesa al potere

di Hitler organizzando l’SD, tenendo a bada le spie del partito

ed eludendo le attenzioni sgradite della polizia politica bava-

rese. Fu un periodo incerto e pericoloso. Gli scontri di strada

tra nazisti e antinazisti, con il loro corollario di morti, erano

pressoché quotidiani, e molti tedeschi parlavano apertamente

di guerra civile. Quando le SA e le SS furono messe fuori legge,

Heydrich si ritrovò a lavorare clandestinamente. Lo stipendio

continuava a essergli versato a singhiozzo, e lui e i suoi col-

laboratori dovevano spesso accontentarsi, per placare i morsi

della fame, di una minestra cucinata da Lina. Queste difficoltà,

tuttavia, non lo scoraggiarono. Era pronto a lavorare senza so-

sta per la vittoria del nazismo, avendo legato inestricabilmente

la propria salvezza e quella della Germania al trionfo di Adolf

[email protected] 16.07.2015 09:55

Page 30: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

42 Operazione Anthropoid

Hitler. Fin dall’inizio, Heydrich dimostrò un talento naturale

per il lavoro di intelligence: mise in piedi un archivio di tutti

gli oppositori politici (veri o presunti) e cominciò a percorrere

la Germania per reclutare agenti a tempo pieno, tra i quali il

fratello Heinz, all’epoca giornalista a Berlino. Il suo scopo era

quello di creare un efficiente servizio di spionaggio come élite

separata all’interno delle SS.20 Fidandosi notevolmente delle sue

capacità di controllo, non aveva alcun problema a circondarsi

di giovani molto intelligenti e brillanti, il che non significava

che non li spiasse da vicino o permettesse loro un accesso in-

discriminato a tutte le informazioni, o agli alti gradi del potere

nazista. Heydrich costituì la sua rete di agenti reclutandoli dalle

unità locali delle SS e piazzò la sua struttura di comando in

un edificio appartato alla periferia di Monaco, ben lontano dal

quartier generale nazista, dove fin troppa gente avrebbe potuto

ficcare il naso nel suo lavoro. L’SD doveva restare un corpo se-

parato dalle SS, e, soprattutto, doveva rispondere soltanto a lui.

Era altresì necessario che il nuovo servizio di sicurezza avesse

una propria «mistica» e un suo stile precipuo, sulla falsariga di

quello della Marina, che pure lo aveva buttato fuori. Il modello

di Heydrich fu il servizio segreto inglese (SIS), che peraltro

conosceva solo dalle pagine dei romanzi di spionaggio. Come

molti nazisti, era affascinato dall’impero britannico e pensava

che il segreto delle sue fortune si nascondesse nell’astuzia della

sua intelligence. Inoltre, credeva che gli inglesi avessero tra-

sformato lo spionaggio in una professione onorevole, una vera

e propria chiamata alle armi per patrioti e gentiluomini. Nelle

sue stesse parole, ciascun cittadino britannico degno di questo

nome era «pronto ad aiutare il suo servizio segreto come se

fosse un ovvio dovere civico… La potenza inglese deve tutto

alla propria intelligence, perché chi è bene informato ha sempre

[email protected] 16.07.2015 09:55

Page 31: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

43Il bersaglio

un grande vantaggio su chi ne sa di meno. Questo è vero sia

nella competizione commerciale che in quella politica, che in

Inghilterra sono quasi la stessa cosa. Le SS hanno fatta propria

l’idea inglese dell’intelligence come lavoro per gentiluomini».21

Gli agenti inglesi provenivano dalla crema dell’establishment,

un’aristocrazia dentro l’aristocrazia. Heydrich si propose di co-

piare questo modello e reclutò preferibilmente giovani della

classe media con un’istruzione universitaria, come il suo futuro

protégé Walther Schellenberg, un avvocato che sarebbe entrato

nelle SS nel 1934 perché «accoglievano solo i migliori». Secondo

Heydrich, gli agenti dell’SD dovevano essere «persone affida-

bili che agiscono esclusivamente sulla base delle motivazioni

più nobili, e che godono del rispetto della comunità per i loro

successi, la loro perizia professionale, i loro giudizi obiettivi

e imparziali».22 Si racconta anche che Heydrich avesse scelto

come nome in codice la lettera «C», perché era la tradizionale

sigla identificativa del capo del SIS. In realtà, c’ è da dubitare

che conoscesse questo dettaglio nei primi giorni dell’SD; più

probabile, invece, che l’ispirazione gli fosse venuta da assai più

vicino. Heydrich non poteva non sapere che tra i nazisti della

prima ora, Hitler era soprannominato Der Chef («il Capo»),

ovvero «C». L’adozione dello stesso nomignolo era un segno sia

del suo desiderio di identificarsi con il Führer, sia della brama

di potere che permeava la sua personalità.

Nonostante affermasse di ispirarsi al modello inglese,

Heydrich creò un’ organizzazione a sua immagine e somiglian-

za. L’SD fu costituito dai figli delle classi medie tedesche che

condividevano il suo odio per la repubblica di Weimar, giovani

«spiritualmente privi di radici che non si curavano del rispetto

delle norme di condotta generalmente accettate».23 Sarebbe un

errore, tuttavia, considerare Heydrich un mero tecnico dello

[email protected] 16.07.2015 09:55

Page 32: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

44 Operazione Anthropoid

spionaggio, un opportunista amorale che aveva offerto i suoi

servizi alle SS solo per rifarsi una carriera dopo il congedo ob-

bligato dalla Marina. La sua freddezza esteriore nascondeva

forti pulsioni ideologiche ed emotive, e queste stesse pulsioni lo

rendevano un uomo pericoloso. Aveva consapevolmente creato

l’SD come strumento perfetto per la rivoluzione nazionalista di

Hitler. Quando i nazisti avrebbero preso il potere, non ci sareb-

be stato più scampo per ebrei e marxisti. La liquidazione dei

nemici interni avrebbe costituito solo il primo passo, il prologo

necessario a una guerra di conquista che avrebbe stracciato il

trattato di Versailles e instaurato il Reich millenario. In questa

apocalittica lotta all’ultimo sangue per lo «spazio vitale» della

Germania, non ci sarebbe stata alcuna pugnalata alle spalle,

come era accaduto nel 1918. Peraltro, gli ebrei e i marxisti non

erano gli unici bersagli. In Heydrich, la spinta verso il potere

era alimentata da una feroce sete di vendetta, non soltanto nei

riguardi dei «traditori di novembre», ma anche nei confronti

dei simboli della vecchia Germania imperiale. Il suo disprez-

zo per gli emblemi di quella Germania – il corpo ufficiali, la

burocrazia, le chiese – era totale, e avrebbe consacrato tutte le

sue energie a individuarli e distruggerli. L’accentramento del

potere nel nome della sicurezza gli avrebbe permesso di punire

la classe conservatrice che aveva umiliato la sua famiglia e lo

aveva espulso dalla Marina. Se non poteva essere accettato da

quell’establishment, lo avrebbe spazzato via per sostituirlo con

una nuova aristocrazia ariana, le SS. Questo rimase un obiettivo

lontano durante i primi tempi a Monaco. Prima dell’ascesa di

Hitler al potere, l’SD era una piccola organizzazione con appena

sette dirigenti e quaranta agenti a tempo pieno distribuiti sul ter-

ritorio tedesco. Non era neppure l’unica agenzia di intelligence

del partito nazista. Heydrich, tuttavia, già sognava di diventa-

[email protected] 16.07.2015 09:55

Page 33: IL BERSAGLIO 1 - giunti.it · 1938, ebbe a ricordare: «Di tutti i “grandi” uomini che ho avuto occasione di conoscere, era l’unico che mi faceva davvero pau- ... sarebbe succeduto

45Il bersaglio

re il poliziotto segreto di Hitler. Aveva plasmato l’SD come il

nucleo di un sistema di sicurezza nazista sotto il suo esclusivo

controllo, un mezzo per realizzare le sue sfrenate ambizioni.

Egli era abbastanza scaltro da comprendere che «in un regime

totalitario moderno, il principio della sicurezza dello stato non

conosce limiti, e chi se ne occupa è nella posizione migliore per

conquistarsi un potere quasi illimitato».24

[email protected] 16.07.2015 09:55