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Profili economici: 39 COMUNICARE IL PROPRIO BUSINESS Il bilancio sociale come strumento trasparente di rendicontazione Atti convegno

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Profili economici: 39

COMUNICARE IL PROPRIO BUSINESSIl bilancio sociale come strumento trasparente di rendicontazione

Atti convegno

COMUNICARE IL PROPRIO BUSINESSIl bilancio sociale come strumento trasparente di rendicontazione

Atti convegno

Profi li economici: 39

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È consentito l’utilizzo, anche parziale, del contenuto degli interventi riportati, purché venga fatta riferimento alla fonte.

Impaginato a cura di:Urp, Stampa e Comunicazione

Stampa:Arti Grafiche La Regione

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INDICE

Premessa 5

Discorso del Presidente 6

La collaborazione per la sostenibilità: dalla responsabilità sociale d’impresa alla responsabilità sociale dei territori 8

Presentazione di risultati del progetto e prospettive future 18

Il bilancio sociale di Inglass 35

Il bilancio sociale di Virosac 44

Nota metodologica 53

Il bilancio sociale di Insieme Si Può, Società Cooperativa sociale onlus 54

Conclusioni e commenti fi nali 58

Breve sintesi degli interventi del pubblico 59

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PREMESSA

Il 19 novembre 2012, presso la sala Conferenze della Camera di Commercio

di Treviso, si è svolto il workshop dal titolo “Comunicare il proprio business:

il Bilancio sociale come strumento trasparente di rendicontazione”, organizzato

dallo Sportello CSR e Ambiente camerale con la collaborazione della società

Retecamere di Roma.

Durante l’incontro sono stati presentati alcuni dei lavori, realizzati nell’ambito

del primo “Bando per l’adozione del Bilancio sociale da parte di 10 imprese della

provincia di Treviso”, un progetto sperimentale della durata di 9 mesi, dal 23

febbraio al 19 novembre 2012.

La nutrita partecipazione al workshop da parte di imprenditori e liberi professionisti

del tessuto economico trevigiano, ha confermato l’attualità e l’interesse per la

rendicontazione sociale.

Durante l’incontro sono stati presentati tre Bilanci sociali e le relative esperienze

maturate nel corso del Progetto, da parte di Inglass Spa di San Polo di Piave,

Virosac srl di Pederobba e la Cooperativa Sociale Insieme Si Può di Treviso.

Il Progetto ha costituito per queste dieci aziende il primo passo verso una maggiore

coscienza in termini di sostenibilità sociale ed ambientale e della sua condivisione

con i propri stakeholders. Alcune aziende hanno manifestato anche l’intenzione

di proseguire in autonomia e volontariamente nella rendicontazione sociale,

come impegno condiviso e come strumento di partecipazione di tutta la struttura

aziendale e dei partner commerciali, in un’ottica di miglioramento continuo, negli

anni a venire.

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DISCORSO DEL PRESIDENTEDOTT. NICOLA TOGNANA, PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO

La Camera di Commercio ha il piacere di ospitare questo workshop su un tema importante quale quello del Bilancio sociale, visto come uno strumento trasparente di rendicontazione.Questo workshop potrà diventare un ulteriore spunto di riflessione sulle possibilità che le aziende hanno di migliorare il loro business, nonostante la difficile crisi economica che attanaglia l’economia del nostro Paese ed in maniera leggermente inferiore anche il nostro territorio, caratterizzato da una forte esportazione.Questo strumento di rendicontazione, ancora poco diffuso nel nostro territorio, può rappresentare una carta vincente per le imprese per condividere con i propri stakeholders una serie di informazioni e di conoscenze importanti e in più uno strumento per differenziarsi dai propri competitors che non hanno adottato o non vogliono adottare un Bilancio sociale. Ecco che, la Camera di Commercio di Treviso, ha voluto fortemente promuovere questo tipo di iniziativa attraverso un bando pubblico, realizzato “ad hoc”, per la realizzazione del primo Bilancio sociale da parte di 10 imprese del nostro territorio.I Bilanci sociali sono un po’ tutti simili, anche se in realtà non se ne trova uno che sia uguale all’altro, perché le aziende hanno strutture, organizzazioni e modelli diversi. I Bilanci sociali rappresentano la parte che si vede della responsabilità sociale d’impresa, come la cima di un iceberg, mentre la parte che non si vede è quella tipica degli strumenti e dei processi interni dell’azienda, rappresentata dal lavoro quotidiano degli amministratori e dei dipendenti; è quell’intreccio di relazioni con i clienti e con i fornitori, quel lavoro operoso che spinge al miglioramento continuo, nel difficile equilibrio di “navigare” dentro a mercati nazionali e internazionali, sempre più complessi. Riproduce infine il rispetto per la dignità del lavoro e per l’accrescimento culturale ed economico della comunità, grazie a tutte le aziende che operano giorno dopo giorno in questo territorio e difendono le proprie posizioni.Il momento di sintesi del processo di rendicontazione è il rapporto

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finale, che impropriamente viene chiamato Bilancio sociale. È quello che si vede dell’azienda e quindi ciò che è importante, almeno per gli stakeholders o portatori di interesse che ruotano intorno all’impresa, che spesso giudicano, decidono e alla fine valutano se continuare a lavorare, implementare o investire ancora su quell’azienda.Le 10 imprese ammesse all’iniziativa, di cui tre sono cooperative sociali, nel progetto durato 9 mesi, dal 23 febbraio ad oggi, hanno usufruito di 24 ore di formazione in aula, 20 di assistenza in remoto, 22 ore di assistenza diretta presso le imprese o presso la Sede camerale e ben 80 ore per la lettura e le correzioni dei documenti aziendali, al fine di migliorare gli elaborati finali. I partecipanti hanno espresso giudizi più che positivi sui questionari di customer satisfaction loro proposti alla fine del progetto. Questo aspetto dà alla Camera di Commercio un elemento di ulteriore soddisfazione, quantomeno in riferimento alla qualità del lavoro svolto. Le aziende partecipanti al bando, hanno capito l’importanza del progetto e ci hanno lavorato sopra con impegno e costanza. Esse hanno con successo completato questo progetto sperimentale, valorizzando quanto appreso durante tutti i 9 mesi di lavoro.Sicuramente il loro impegno verrà premiato ed oggi inizierà un percorso di comunicazione più efficace verso i propri stakeholders. Questa iniziativa sarà anche un’occasione per sviluppare ulteriormente una forma di marketing trasparente, per far emergere in maniera chiara quale è la mission aziendale, per capire come opera l’azienda e cosa intende fare per migliorarsi in futuro.Le imprese che hanno preso parte al bando dei bilanci sociali sono:• Autofficina Biz Renzo & C S.a.s.• Ceis S.C.S. • Erica S.r.l. • Inglass S.p.A. • Cooperativa “Insieme si può” • Iso stamp S.r.l.• Studio Ingegner Martini S.r.l.• Virosac S.r.l. • Visa S.p.A.• Vision S.C.S

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LA COLLABORAZIONE PER LA SOSTENIBILITÀ: DALLA RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA ALLA RESPONSABILITÀ SOCIALE DEI TERRITORIDOTT. BIAGIO CAINO, DIVISIONE PROGRAMMAZIONE E RESPONSABILITÀ SOCIALE - RETECAMERE

È opportuno fissare le idee sul concetto di Bilancio sociale o Bilancio di sostenibilità. Al di là delle etichette, si tratta di uno strumento che, con diverse accentuazioni e modalità, serve ad un’organizzazione per rendere conto dei risultati e delle attività che contribuiscono al valore complessivo, non solo a livello economico e finanziario, ma anche a livello di gestione degli aspetti sociali e ambientali.A prescindere dalla denominazione che poi prende il documento, si tratta di un’operazione di trasparenza verso l’esterno con cui l’azienda o l’organizzazione, che può essere sia un’impresa profit che non profit o un’amministrazione pubblica (la stessa Camera di Commercio in passato ha fatto un proprio Bilancio sociale), racconta quello che è e quello che fa. Il Bilancio sociale è uno strumento che negli anni ha acquisito una crescente diffusione a livello internazionale tra le principali aziende del mondo. Soltanto nell’ultimo decennio si è passati da poco più di un terzo a quasi la totalità delle prime 250 imprese nel mondo interessate al tema del Bilancio sociale. Si tratta di uno strumento che si va sempre più consolidando e, una volta tanto, l’Italia si posiziona bene e si trova nel quadrante dei paesi all’avanguardia sul tema della rendicontazione sociale, insieme a numerosi Paesi dell’Europa occidentale. A guidare le fila sono sicuramente le aziende di grande dimensione: il 95% di quelle più grandi realizza una qualche forma di reporting sociale. Tutte le prime 100 aziende europee pubblicano Bilanci sociali o di sostenibilità; oltre la metà delle aziende italiane quotate in borsa lo fa. Ciò è dovuto al fatto che ci sono, da parte delle aziende di maggiori dimensioni, le risorse umane, tecniche, strumentarie ed economiche per gestirli. Ormai sono piuttosto consolidati all’interno delle aziende più grandi, dei veri e propri

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Staff che curano la sostenibilità e la responsabilità sociale.Le imprese più grandi adottano il Bilancio sociale con un’incidenza pari al doppio, rispetto a quelle più piccole. Questo aspetto rappresenta un bene e un male per le aziende di piccole e medie dimensioni. Adottare il Bilancio sociale, per le grandi imprese, ormai è diventata una necessità, a costo di pagare un gap in termini di trasparenza rispetto alle altre. Fare il Bilancio sociale, per le aziende medie e piccole, diventa veramente un elemento di differenziazione competitiva rispetto alle aziende di pari grado e dimensione: può diventare quindi una scelta da perseguire.Guardando all’intero corpus dei 6 milioni di imprese italiane, costituito principalmente di imprese piccole e medie, si nota come debba ancora rafforzarsi una certa consapevolezza e padronanza sui temi della responsabilità sociale. Secondo una rilevazione di Retecamere svolta insieme ad Unioncamere, realizzata tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, emerge che solo il 12% delle imprese conosce il tema, e di queste un buon 30% ritiene che non sia una leva di competitività. Quelle che ritengono invece che la responsabilità sociale possa essere un fattore di competitività, si dividono equamente tra motivazioni legate a principi etici, ad una migliore performance economica indiretta o ad un aspetto di visibilità, reputazione e quindi marketing. In generale si conferma come le grandi imprese dominino la materia e possano vantare una pratica ormai consolidata riguardo al Bilancio sociale; per quanto riguarda le piccole e medie imprese c’è ancora molto da fare. In questa direzione è andato il progetto della Camera di Commercio, che ha dato alle imprese partecipanti gli strumenti e le conoscenze per lavorare in autonomia, così da non incorrere nello spiacevole inconveniente, che si ritrova spesso in percorsi del genere, ossia quello della successiva dipendenza dal consulente nella realizzazione del Bilancio sociale.Ci sono stati momenti di formazione, assistenza tecnica, ma soprattutto di autovalutazione e confronto, che hanno aiutato e permesso di coinvolgere i partecipanti al progetto, in rappresentanza delle varie aziende. Chi ha partecipato al progetto ha svolto un ruolo di disseminazione all’interno dell’impresa, quasi un ruolo di “evangelizzazione”, per far conoscere lo strumento del Bilancio sociale.

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Molti equivocano sulla parola “Bilancio”, assimilata solo all’aspetto contabile e sulla parola “sociale”, legata solo all’aspetto puramente filantropico. In realtà il Bilancio sociale è qualcosa che racconta a 360° l’azienda, la sua attività, i suoi risultati e l’impatto che determina.Fare il Bilancio sociale di per sé non rende socialmente responsabili, perché il Bilancio sociale è uno strumento neutro che serve a raccontare quello che si è e quello che si fa: il suo vero valore nasce dal rapporto che si istaura all’interno e all’esterno con i propri stakeholders. Ottenere un maggior benessere e un maggiore sviluppo, in un contesto globalizzato come quello attuale, non può essere ottenuto da singole organizzazioni, a discapito del resto della società, ma deve essere perseguito in sinergia con tutti gli attori che si muovono sul territorio. Il territorio stesso deve essere configurato come una rete, nella quale le imprese, sono tra i soggetti protagonisti insieme alla Pubblica Amministrazione, al terzo settore, alla società civile. Il Bilancio sociale, da un punto di vista esterno, è un’operazione di comunicazione trasparente che permette di far conoscere meglio come si opera, i risultati e i progetti che si portano avanti. È un modo per instaurare un confronto con gli stakeholders: è questo il modo migliore per utilizzarlo, non solo come una semplice brochure. Può anche diventare un’occasione o uno spunto per raccogliere il punto di vista e i vari elementi utili a cambiare il proprio “modus operandi”, orientando così nella giusta direzione la propria mission.Il Bilancio sociale porta anche dei vantaggi interni: affiancare la rendicontazione sociale alle funzioni della pianificazione e controllo, consente di ottenere una visione completa dell’azienda, tenendo conto delle esigenze degli stakeholders; consente altresì di attivare la comunicazione interna e la positiva competizione tra i vari uffici. A volte, infatti, alcune informazioni rischiano di rimanere chiuse nel cassetto o ad appannaggio di un’area o di uno specifico settore. È opportuno rimettere in circolazione tali informazioni, così da rendere tutti più partecipi al progetto aziendale.

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Slides dell’intervento del dott. Caino di Retecamere

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PRESENTAZIONE DEI RISULTATI DEL PROGETTO E PROSPETTIVE FUTUREDOTT. ANTONIO BIASI, RESPONSABILE SPORTELLO CSR E AMBIENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO

La Camera di Commercio, oggi 19 novembre 2012, porta a compimento un progetto durato 9 mesi.Tutto è iniziato con un bando pubblico. Gli obiettivi erano quelli di incentivare l’adozione del Bilancio sociale, quale strumento di rendicontazione, per comunicare ai diversi stakeholders interni ed esterni quanto l’impresa ha realizzato, le sue scelte, le sue azioni, i risultati conseguiti e l’impatto sulla comunità di riferimento.Gli obiettivi legati al bando per la realizzazione del Bilancio sociale possono essere così sintetizzati:• diffondere una metodologia e le competenze base per la gestione

consapevole e autonoma del processo di rendicontazione sociale;• sostenere un cambiamento organizzativo e culturale delle imprese

coinvolte;• fornire gli elementi chiave per innescare l’adeguamento dei sistemi

operativi aziendali e il miglioramento delle competenze tecniche delle risorse umane;

• instaurare un sistema di buone pratiche, favorendo la diffusione di esperienze di rendicontazione;

• migliorare l’immagine e la reputazione delle aziende coinvolte.Al bando erano ammesse tutte le aziende iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Treviso ed era compreso sia il settore profit che il no profit. Hanno risposto all’iniziativa ben 20 aziende, ma solo la metà è stata ammessa al bando, più due aziende in qualità di uditori, subentranti nel caso di recessi anticipati dal progetto. Si è trattato di un percorso impegnativo, non basato solamente su una fase di formazione teorica, ma anche su un lavoro all’interno di ciascuna azienda di ricerca ed elaborazione di dati, al fine di strutturarli secondo i principi della rendicontazione sociale. L’iniziativa, che si è svolta nel periodo da

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gennaio fino a novembre, ha visto la realizzazione di diverse attività, a partire dalla gestione amministrativa di selezione delle aziende, fino ai primi momenti di formazione in aula, per poi continuare tra aprile e luglio in una prima lettura delle bozze di lavoro, cercando di dare nel contempo alcuni spunti di riflessione. Questo progetto è stato utile anche alla Camera di Commercio, perché il Bilancio sociale non è un documento standard, uguale per tutti, in quanto si differenzia per ogni azienda, con le sue particolari peculiarità. Con ogni impresa si è potuto creare un confronto e/o un dialogo, per cercare di mettere in evidenza quelli che erano i propri obiettivi ed i propri valori.Tra settembre e novembre sono stati organizzati degli incontri conclusivi per condividere le bozze di lavoro, è stata inoltre fornita un’assistenza diretta ad ogni azienda fino ad arrivare alla parte di redazione grafica per ottenere il prodotto finale. La Camera di Commercio ospita sul suo sito www.tv.camcom.gov.it i vari elaborati in edizione sfogliabile. Alcune aziende hanno anche deciso di stampare le proprie pubblicazioni.A grandi linee si riportano le 10 aziende coinvolte in questo progetto.• Autofficina Biz Renzo & C S.a.s., Cappella Maggiore

Questa impresa si occupa di riparazioni meccaniche di autoveicoli. Realizzare un bilancio sociale per un’impresa particolare quale un’autofficina è stata una sfida. I risultati ottenuti sono stati comunque confortanti.

• Ceis S.c.S., TrevisoQuesta cooperativa ha 36 dipendenti ed è una comunità terapeutica per la cura e il reinserimento di soggetti tossicodipendenti.

• Erica S.r.l., ConeglianoTale società ha un numero di dipendenti pari a 21 e si occupa del commercio all’ingrosso di parti e accessori per autoveicoli.

• Inglass S.p.A., San Polo di PiaveL’azienda ha 238 dipendenti e si occupa della progettazione e costruzione di stampi per materie plastiche e loro componenti, nonché l’attività di stampaggio e lavorazioni meccaniche.

• Cooperativa “Insieme si può”, TrevisoÈ una società cooperativa sociale, con 1150 lavoratori - soci.

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Si occupa di assistenza sociale non residenziale per anziani disabili e servizi per l’infanzia.

• Iso stamp S.r.l., RefrontoloLa società conta 7 dipendenti e si occupa della produzione di isolanti termici stampati ad uso industriale, con particolare attenzione all’isolamento di piccoli elettrodomestici.

• Studio Ing. Martini S.r.l., Mogliano VenetoLo studio ha 15 dipendenti, che lavorano per servizi di progettazione di ingegneria integrata. Ci sono state delle peculiarità particolari per il settore di intervento dello studio.

• Virosac S.r.l., PederobbaIl business dell’azienda, con 90 dipendenti, è quello della produzione di sacchetti in plastica e biopolimeri.

• Visa S.p.A., FontanelleLa società, con 98 dipendenti, ha per oggetto l’attività di costruzione, noleggio, locazione, riparazione e commercio di gruppi elettrogeni e apparecchiature elettromeccaniche.

• Vision Società Cooperativa Sociale, TrevisoSi tratta di una cooperativa onlus attiva nel settore dei trasporti sanitari per disabili.

È interessante osservare la gran varietà delle aziende partecipanti. Si va da imprese individuali, piccole e medio imprese, fino ad aziende medio grandi, con un importante numero di dipendenti.Alla fine del percorso, tutte le aziende partecipanti hanno compilato un questionario di soddisfazione. Si riporta uno stralcio delle attività di customer realizzate. Il 77% dei partecipanti ha espresso un giudizio “ottimo” sulle ore di formazione in aula, sempre la stessa percentuale ha giudicato in modo positivo l’assistenza in remoto. Le conoscenze acquisite per la realizzazione del bilancio sociale sono state considerate molto utili dal 78% dei partecipanti. Per quanto riguarda il tempo complessivo di durata del progetto (9 mesi), il 55% si ritiene completamente soddisfatto. Forse 9 mesi sono stati tanti; tutte le attività dovevano essere fatte contestualmente al lavoro ordinario dell’azienda.

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La disponibilità di Retecamere e dello Sportello camerale ha ottenuto un giudizio positivo da parte di tutti. Il riscontro all’interno dell’azienda è stato giudicato “buono” dal 45%, “ottimo” dal 22% degli intervistati. Dall’indagine si è rilevato che il 100% ha svolto l’esperienza formativa insieme ad altri colleghi, mentre il 90% ha creato dei veri e propri gruppi di lavoro. Il 67% ha indicato di aver condiviso i contenuti del bilancio sociale a livello aziendale. Tutti sono convinti di continuare a realizzare il Bilancio sociale per la propria azienda. È presente quindi l’impegno di proseguire con l’attività di rendicontazione anche negli anni futuri, utilizzando le conoscenze di base acquisite grazie al progetto. Il 90% ritiene che questa possa essere un’esperienza utile anche per altre aziende.Con la redazione del Bilancio sociale ci si aspettano i seguenti effetti positivi:- una migliore conoscenza dal mondo esterno, non solo istituzionale;- maggiore visibilità all’esterno;- maggiore consapevolezza all’interno;- sensibilizzazione all’interno dell’azienda;- visione globale del lavoro;Queste sono le osservazioni presentate:- collegamenti e interrelazioni delle diverse attività all’interno dell’azienda;- necessità di rendere consapevoli le diverse parti dell’azienda dell’agire complessivo della stessa;- necessità di metodo e sistematicità nella raccolta dei dati interni;Le criticità emerse sono state le seguenti:- difficoltà nel sintetizzare le informazioni;- reperimento dei dati e inserimento in modo corretto nel documento;- trovare ascolto presso i propri referenti per raccogliere dati non direttamente in possesso di chi deve redigere il bilancio;- resistenza alla collaborazione interna nella raccolta di alcuni dati;Visto il riscontro più che positivo, nel 2013 ci sarà la possibilità di ripetere l’iniziativa con un altro gruppo di lavoro. È stata un’esperienza significativa anche dal punto di vista umano, in quanto si sono create delle relazioni personali di reciproca collaborazione,

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anche tra aziende appartenenti a settori diversi fra loro. È stato scelto un campione rappresentativo di 3 aziende per raccontare la loro esperienza: tutte le imprese partecipanti al progetto hanno pari dignità e sono di pari livello. Le tre aziende, un po’diverse tra loro, che seguiranno nell’esposizione, sono Inglass, Virosac e Insieme si può.Grazie per l’attenzione.

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Slides relative all’intervento del dott. Biasi, Responsabile Sportello CSR e Ambiente

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IL BILANCIO SOCIALE DI INGLASSRELATORE CHIARA MONTAGNER, RESPONSABILE MARKETING

Il gruppo Inglass è nato nel 1987: originariamente produceva stampi per materiale plastico nel settore della fanaleria auto. Nel 2001 ha cominciato a diversificare il prodotto, introducendo anche dei sistemi a canale a caldo per l’iniezione del materiale fuso all’interno degli stampi in particolar modo per il settore Automotive. Vista la complessità del prodotto, l’azienda ha incontrato qualche difficoltà a relazionarsi con gli interlocutori, che spesso non sono dei tecnici. Una prerogativa fondamentale del Bilancio sociale è stata proprio quella di semplificare tutti i concetti più complessi, rappresentandoli attraverso immagini, in modo da renderli comprensibili a tutti. A partire dal 2009 l’azienda decide di estendere la gamma di prodotto a settori diversi dall’Automotive, nello specifico ad applicazioni con pesi ridotti ed alti volumi di produzione quali ad esempio il medicale, tappi e chiusure e prodotti di packaging. Da subito invece inizia la spinta all’internazionalizzazione. L’azienda è presente a livello mondiale con 14 filiali dirette e agenti, distributori e tecnici specializzati sono presenti con centri locali in Europa, America, Asia, Africa e Oceania. Essa ha avuto una crescita continua. Questo primo Bilancio è stato redatto solamente per l’Italia, proprio per la difficoltà di raccogliere i dati relativi alle diverse filiali, cosa che richiede un maggiore impegno. Questo potrà essere un obiettivo per il prossimo anno. Nella sede produttiva italiana l’azienda ha 270 dipendenti, in quella cinese i dipendenti sono 190, a livello mondiale sono ben 540.Per quanto riguarda l’approccio utilizzato per il primo Bilancio sociale, l’azienda ha sempre dimostrato una certa sensibilità verso l’aspetto economico. Ogni anno viene redatto il Bilancio economico di esercizio, che evidenzia solo una parte del lavoro dell’azienda.Tutti i processi e gli aspetti organizzativi, che sono la benzina che porta ad ottenere questi risultati, non erano mai stati messi in evidenza, se non con alcune brochure aziendali.Per questo motivo si è deciso di intraprendere il percorso proposto dalla

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Camera di Commercio, pensando alla Responsabilità Sociale non come a una serie di norme da applicare, ma cercando di portare all’interno dell’azienda anche dei comportamenti etici verso i propri interlocutori.Il Bilancio sociale non è stato solo un documento, ma anche uno strumento per far emergere delle lacune e attivare dei processi di miglioramento per il futuro.Prima di tutto si è definito il gruppo di lavoro, per cui sono state coinvolte principalmente la direzione, il marketing e le risorse umane. Si voleva così attivare un processo virtuoso di miglioramento all’interno dell’azienda. Successivamente sono stati definiti i principali stakeholders per l’azienda: risorse umane, fornitori, partner finanziari, comunità, soci, ambiente e clienti. Per redigere i vari processi, sono stati coinvolti i responsabili delle principali aree: Risorse Umane, Assistenza, Commerciale, Acquisti, Amministrazione e Logistica, per evitare che il tutto fosse a beneficio di pochi. Ognuno ha portato il proprio contributo nella raccolta dei vari dati.Il Bilancio sociale realizzato è strutturato su 4 capitoli:1. identità aziendale, che descrive quella che è l’azienda, il suo mercato e

la concorrenza;2. sostenibilità economica, che abbraccia tutta la parte economica e

amministrativa e si rivolge alle banche, agli istituti di credito e a tutti gli interlocutori finanziari;

3. sostenibilità sociale, che parla dei dipendenti, quindi risorse umane e clienti;

4. sostenibilità aziendale, che definisce quelli che sono i consumi dell’azienda in termini di materie prime utilizzate, di fabbisogni energetici e di quello che è l’impatto nei confronti dell’ambiente, emissioni di sostanze pericolose o rumori.

Per ogni singola area sono stati definiti degli indicatori di performance significativi (KPI). La ricerca ed elaborazione di tutti i dati necessari è stata la parte più complessa. Si sono creati dei macrogruppi e microgruppi in base alle diverse aree da affrontare, per capire quali aspetti erano da approfondire. Nella fase iniziale di questo percorso si credeva che il Bilancio fosse un semplice documento, invece si è rivelato utile perché

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ha portato tutta una serie di benefici. L’ostacolo principale è stato quello di far capire che la Responsabilità sociale non significa solo sponsorizzazione, né è legata solo all’idea di fare beneficenza, ma si è cercato di evidenziare il fatto di come le azioni dell’azienda hanno un impatto diretto ed indiretto sugli stakeholders, evidenziando quegli aspetti che determinano un’influenza su di essi.Nello stesso tempo, il Bilancio sociale è stato utile in quanto sono stati evidenziati alcuni aspetti di cui nemmeno l’azienda era a conoscenza, perché molti dati erano a beneficio di pochi. Il documento è stato divulgato sul sito aziendale e in rete a tutti i dipendenti, è stato distribuito ad alcuni fornitori, ad alcune banche e ad alcuni clienti. L’azienda ha rilevato che tra tutti i benefici prefissati inizialmente, alcuni sono già stati raggiunti. Il Bilancio è stato diffuso da appena due mesi e si sono già riscontrati i primi feedback positivi. Principalmente il fatto che un’azienda renda pubblici alcuni dati che normalmente le aziende non hanno volontà di mostrare evidenzia l’ampia trasparenza e la disponibilità al confronto. Alcuni fornitori e clienti si sono dimostrati particolarmente attenti a questo aspetto, perché hanno visto l’azienda in maniera diversa.Il principale beneficio, per ora, riguarda i dipendenti: molti aspetti dell’azienda, finora nascosti, sono stati resi noti anche a loro e ci si è resi conto di quale sia la mole di lavoro che sta dietro ad ogni settore. Inizialmente le aspettative verso il Bilancio sociale erano quelle di migliorare il clima aziendale, per dimostrare ai dipendenti che l’azienda non è interessata solo al risultato economico, ma ad attrarre e tenere personale qualificato e motivato, a definire un rapporto stabile e duraturo con i clienti, basato sulla fiducia nel prodotto e nell’azienda, a migliorare la reputazione e i vantaggi relazionali, ad accedere più facilmente alle fonti di finanziamento e ridurre gradualmente alcune tipologie di costo.Con la redazione del Bilancio sociale sono scaturite varie attività di miglioramento. L’obiettivo dell’impresa, per il 2013, è quello di intensificare il rapporto con gli stakeholders, aumentare gli “open house”, perché portando i clienti in azienda si ottengono maggiori benefici, fare audit con i fornitori per coinvolgerli maggiormente nella realizzazione del prodotto e agire su alcuni centri di costo a livello di consumi energetici, per cercare di ottimizzare il risultato finanziario ed economico.

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Slides relative all’intervento di Chiara Montagner, Inglass

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IL BILANCIO SOCIALE DI VIROSACRELATORE IRIS ROSSETTO, UFFICIO AMMINISTRATIVO

Virosac è un’azienda con 40 anni di storia ed è oggi leader di mercato in Italia nella produzione e commercializzazione di sacchetti per la raccolta differenziata di rifiuti e sacchetti per la congelazione degli alimenti. La sede legale è a Pederobba ed opera in 2 stabilimenti produttivi di circa 8.000 metri quadri ciascuno. L’azienda realizza sia prodotti a marchio proprio sia a marchio di terzi.I principali clienti sono le insegne della grande distribuzione organizzata, Enti, Comuni ed aziende specializzate nello stoccaggio dei rifiuti.Negli ultimi anni Virosac ha intrapreso un significativo percorso di crescita aziendale che l’ha portata a chiudere l’esercizio 2011 con oltre 29 milioni di fatturato. Oggi la squadra è composta da circa 90 persone. Virosac detiene un patrimonio importante di marchi, brevetti e certificazioni riconosciute sia a livello italiano che a livello europeo, che hanno permesso all’azienda di differenziarsi negli anni dalla sua concorrenza.L’azienda è sempre stata sensibile a tematiche sociali e ambientali. È stata una delle prime aziende a credere nelle bioplastiche e, circa 20 anni fa, ha ottenuto la licenza d’uso di marchio numero 1 di mater-b rilasciata da Nova Montess s.p.a. Da più di 10 anni l’azienda collabora attivamente con l’associazione ambientalista Lega Ambiente in varie iniziative, la più famosa delle quali è sicuramente “Spiagge e fondali puliti”.L’azienda ha notato l’interesse degli interlocutori nel conoscere non solo i risultati economici della gestione, ma soprattutto gli effetti sociali nello svolgimento della propria attività. Con la partecipazione al progetto promosso e finanziato dalla Camera di Commercio di Treviso e da Retecamere si è approfondito il grande tema della Responsabilità Sociale d’impresa e si è conosciuto l’innovativo strumento del Bilancio sociale.Per la redazione del primo Bilancio sociale, l’azienda ha creato al suo

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interno un piccolo gruppo di lavoro che si è confrontato di volta in volta su vari temi proposti durante le lezioni svolte a Treviso.Come primo passo sono state formulate vision, mission e identità aziendale.La vision di Virosac è quella di essere riconosciuta dal consumatore come protagonista nel settore dei sacchi per rifiuti e per la conservazione degli alimenti ed essere la migliore scelta in termini di qualità, prezzo e servizio offerto.I valori che identificano Virosac sono stati riassunti così:• innovazione di prodotto e di processo che negli anni ha portato

Virosac ad un miglioramento della produttività, unito ad un aumento delle quote di mercato;

• professionalità, correttezza e trasparenza nei rapporti commerciali;• efficacia ed efficienza nei processi produttivi;• rispetto delle persone e della dignità umana;• forte legame con il territorio e provincia di Treviso;• attenzione per l’ambiente;La prima parte della redazione del Bilancio sociale è stata un’occasione per formalizzare dei contenuti che erano già noti in azienda, ma soprattutto ha fatto capire quanto sia importante avere degli obiettivi e dei valori forti e condivisi da tutta la squadra.Come seconda fase, si è individuata la mappa degli stakeholders, ovvero sono stati individuati i principali portatori di interesse con i quali l’azienda si confronta e collabora nell’attività di impresa. Sono stati riconosciuti i soci azionisti, le risorse umane, i clienti, i fornitori, la pubblica amministrazione e infine i finanziatori.Quest’analisi è semplice, ma allo stesso tempo molto importante per l’azienda, per 2 motivi: • sottolinea l’importanza di avere la piena consapevolezza e conoscenza

degli interlocutori con cui l’azienda si confronta ogni giorno;• evidenzia che il dialogo è il centro di qualsiasi rapporto sia all’interno

dell’azienda, sia con i portatori di interesse all’esterno dell’azienda.Virosac crede che uno degli obiettivi futuri sia quello di predisporre una comunicazione finanziaria e non finanziaria, finalizzata al coinvolgimento

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degli stakeholders nella vita dell’impresa, con il fine di operare la propria attività nella massima trasparenza.Nella terza parte del progetto è stato analizzato il conto economico di Virosac al 31/12/2011 ed, utilizzando un modello proposto ad una delle lezioni tenute in Camera di Commercio, è stato calcolato il valore aggiunto globale, cioè la ricchezza prodotta dall’azienda nel corso dell’esercizio, analizzando come tale ricchezza viene distribuita tra i vari stakeholders.Nella quarta parte della redazione del Bilancio sociale è stata stilata la cosiddetta relazione sociale, analizzando e descrivendo i singoli rapporti esistenti con i portatori di interesse, come l’azienda si relaziona con essi e come si sta impegnando per salvaguardare tali rapporti.Per quanto riguarda le risorse umane, sono state analizzate le politiche di assunzione e di retribuzione; per quanto riguarda i fornitori sono state esaminate le politiche d’acquisto. Per la parte commerciale dell’azienda sono stati studiati i rapporti con i clienti e la sponsorizzazione di eventi. Tutto questo in un’ottica di informazione e trasparenza per qualsiasi interlocutore che volesse conoscere qualcosa in più dell’azienda, oltre i dati economico- finanziari.Nell’ultima parte del progetto è stata fatta sintesi dell’intero percorso, focalizzandosi sull’individuazione degli obiettivi futuri. Virosac intende mantenere gli standard qualitativi a tutti i livelli di business, migliorare il proprio processo produttivo, la salubrità dell’ambiente di lavoro e la sicurezza dei propri lavoratori, innovare a tutto campo, proporre dei nuovi prodotti a basso impatto ambientale e continuare a tutelare l’ambiente. Per i prossimi anni Virosac ha ambiziosi obiettivi di crescita positiva, che creino valore per tutti i propri stakeholders.Virosac crede sia importante che il proprio marchio diventi sinonimo indiscusso di qualità ed etica produttiva; intende operare in una logica di comunicazione trasparente del proprio business e di dialogo con i portatori di interesse, anche attraverso lo strumento del Bilancio sociale, rendendo evidenti non solo i dati economico finanziari ma soprattutto la dinamica dell’azienda e come essa opera ed interagisce con il proprio territorio.Si ringrazia la Camera di Commercio di Treviso, nel nome del Presidente,

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degli organizzatori dell’evento e di tutti i collaboratori che hanno dato vita ad un progetto così innovativo. Questo progetto ha portato grandi soddisfazioni e ha spinto l’azienda verso un nuovo orizzonte di comunicazione del business.

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Slides relative all’intervento di Iris Rossetto, Virosac

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Nota metodologica

Si vuole far notare, dopo le storie di due realtà aziendali che operano sul mercato, la coesistenza all’interno del gruppo di lavoro delle dieci imprese di due anime: quella aziendale e quella cooperativa. Poteva diventare una sorta di criticità il fatto di dover contemperare due approcci così diversi. Un conto è un’impresa che opera sul mercato, crede e sposa alcuni principi etici di Responsabilità sociale, ma comunque è un’impresa che fa business ed utilizza la Responsabilità sociale perché ci crede, ma anche per migliorare indirettamente la sua performance economica. Una cooperativa, invece, è un’organizzazione che opera direttamente nel sociale. Essa ha la Responsabilità sociale proprio nel suo “dna”, nella sua ragione di esistere. All’inizio questa contrapposizione sembrava difficile da spianare, invece è diventata un elemento di ricchezza e confronto ulteriore fra tutti i partecipanti.

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IL BILANCIO SOCIALE DI INSIEME SI PUÒ, SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE ONLUSRELATORE RINA BIZ, DIRETTORE GENERALE DELLA COOPERATIVA

La Cooperativa Insieme Si Può ringrazia la presidenza di Retecamere di Roma e della Camera di Commercio di Treviso e tutti i loro collaboratori per avere promosso e organizzato questo progetto per la redazione del primo Bilancio sociale.La partecipazione a questa attività è stata per noi molto importante, sia perchè ci ha guidato nella redazione di questo documento, per la prima volta in quasi trent’anni di vita della cooperativa, mettendoci in grado di formularlo “dal di dentro” e con le nostre forze, quindi in modo più autentico, sia per l’utile confronto che è scaturito dagli incontri e dal lavoro del gruppo, formato da esponenti di aziende sia for profit che non profit.Era un progetto che da tempo avevamo in animo di realizzare, ma che veniva sempre rinviato a causa del ritmo frenetico del nostro lavoro quotidiano, che assorbe al 100% le nostre energie, il nostro pensiero e il nostro impegno. Eppure sapevamo che questa esperienza sarebbe stata importante, soprattutto per noi stessi, per dare agli attuali 1.241 socie e soci che compongono la cooperativa, il senso della vera realtà della loro cooperativa, in una parola, per “raccontarci”.In una giornata fatta di 24 ore è praticamente impossibile trovare il tempo per trasmettere ogni messaggio o informazione a tutti contemporaneamente. Il progetto ha permesso alla nostra cooperativa di realizzare tutto ciò, di parlare, di raccontare e rendere edotti tutti i soci e socie di cosa fa e cosa è. E, inoltre, con questa esperienza la Cooperativa offre alla comunità uno strumento di lettura di sé stessa, che è risultato di approccio facile e immediato, per leggere e capire la Cooperativa nella sua vera essenza e nella sua sostanza.La più grande aspirazione di Insieme Si Può è “Fare bene il bene”. Se c’è bisogno di aiuto, la Cooperativa c’è, con una serie di caratteristiche

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e con dei profili professionali ben precisi. Nella sua storia oramai quasi trentennale essa è andata via via sempre più specializzandosi e elevando il livello professionale e qualitativo dei propri interventi; qualità e livelli non disgiunti dall’umanità, che è una dote essenziale per poter lavorare a fianco delle persone, soprattutto di quelle in situazione di debolezza.Per questo, la Cooperativa non è disposta ad adeguarsi alla precarietà del momento e a fornire il proprio servizio per qualsiasi prezzo (in pratica adeguandosi al criterio del massimo ribasso, che alla fine si traduce in scarsa qualità dei servizi), perché non vuole umiliare i suoi soci lavoratori e la dignità del loro operato. Attualmente 1.241 persone lavorano in Cooperativa con regolare busta paga e con tutte le relative garanzie. È un preciso impegno per la Cooperativa tutelare i propri soci, produrre lavoro, e che questo lavoro sia di alto livello qualitativo, perché questo ci stimola a crescere continuamente. Tutti i collaboratori della Cooperativa sono chiamati a interrogarsi continuamente sul loro lavoro, per cercare di migliorarlo e di migliorare anche sé stessi.L’esperienza della redazione del Bilancio sociale si è tradotta per noi in un anno di “pedagogia sociale”, di lettura e di introspezione di quello che l’azienda è e vuole diventare.E non a caso dico “azienda”, perché la cooperazione sociale è azienda a tutti gli effetti, e come tale deve avere un Bilancio in equilibrio, possibilmente produrre delta e misurare la propria capacità di governance. La grande differenza rispetto all’azienda for profit è che questo utile non viene distribuito, ma viene reinvestito in nuovi servizi a favore della intera comunità e, in una sorta di “circolo virtuoso”, produce lavoro, produce Economia Sociale e diritto di cittadinanza.In questo senso Insieme Si Può si sente azienda come tutte le altre, con una differenza sostanziale: il coinvolgimento e la fidelizzazione delle persone che lavorano sono un valore aggiunto, che non si traduce necessariamente in business, ma in un servizio aggiuntivo alla comunità. I soci non possiedono la Cooperativa. A fine anno, come ho detto, non vengono distribuiti utili e, se ci sono, vengono investiti in nuovi progetti, in nuovo lavoro.

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Quando si comincia un nuovo lavoro, devono prima essere misurate le forze a disposizione, altrimenti il lavoro viene realizzato male. I progetti sono tanti, ma un progetto è solo un’idea, la concretezza è un’altra cosa. Bisogna fare il passo secondo la gamba, altrimenti c’è il rischio di non riuscire a pagare gli operatori e se si pagano solo gli operatori, c’è il rischio di non riuscire più a pagare i fornitori, con una conseguente ricaduta anche sui lavoratori. È un grosso investimento di governance, di ingegneria gestionale, anche se si tratta di una società che opera nel non profit. E in questo senso il Bilancio sociale è un utilissimo strumento.Il Bilancio sociale non ha valorizzato soltanto i dati economici, che, proprio per quanto ho appena detto sono estremamente importanti e da tenere sotto stretto controllo soprattutto in periodi congiunturali come quello che stiamo vivendo, ma ha aperto prospettive diverse di lettura dei dati, prospettive umanizzanti.Attraverso il Bilancio Sociale, Insieme Si Può ha dato valore al denaro. Il frutto del lavoro dei soci ha preso un nome: UMANIZZAZIONE. La Cooperativa dà importanza al concetto di umanizzazione sul lavoro, in quanto fa del suo lavoro uno strumento di qualità umana verso sé stessa e verso gli altri. Allo stesso tempo sposa il concetto di umanizzazione anche nei confronti del sistema impresa: il 95% dei soci sono donne giovani, ogni anno in cooperativa ci sono più di 100 maternità. Il valore aggiunto è quello di consentire alle persone di vivere serenamente ogni fase della loro vita, dal matrimonio alla maternità.Un ulteriore valore aggiunto è quello di volersi misurare negli appalti pubblici, gestendoli con responsabilità. Insieme Si Può ha sviluppato numerosi progetti, realizzando asili nido, scuole materne, una scuola primaria e sta ultimando due centri di servizi per anziani. Per far questo ha assunto direttamente impegni economici molto considerevoli con le banche, ma ha voluto guardare al futuro, porsi degli obiettivi di prospettiva. I soci della Cooperativa, all’unanimità, hanno accettato di fare i mutui necessari, per realizzare queste strutture. Essi sono sempre coinvolti nelle scelte del Consiglio di Amministrazione e esercitano il consenso attraverso un voto palese in Assemblea.

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Lavorando intensamente e con umiltà, la nostra Cooperativa non si rende nemmeno conto di quale sia il valore aggiunto che riversa alla comunità. Realizzare il Bilancio sociale è stato davvero appassionante e ci ha aiutato a prendere coscienza di questo. Credo che d’ora in poi, utilizzando il Bilancio Sociale, nessuno di noi, soprattutto nei livelli dirigenziali e intermedi, dimenticherà di focalizzare e segnare i particolari che riscontra nella sua vita professionale. Tutto quello che è stato fatto verrà messo in un contenitore, che diventerà una specie di scrigno da aprire ogni volta che si vuole capire cosa si è e dove si vuole arrivare. Quest’esperienza e questo strumento hanno anche aiutato l’azienda a correggere alcuni difetti che aveva al suo interno.Siamo decisi a continuare su questa strada e stiamo già iniziando a lavorare in tal senso. L’8 giugno 2013 la nostra cooperativa compirà 30 anni e contiamo, per quella data, di poter offrire ai soci e alla comunità il nostro Bilancio sociale al 31.12.2012. Grazie per la vostra attenzione.

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CONCLUSIONI E COMMENTI FINALI

Da questo Workshop emergono degli aspetti più che positivi. Tutte le dieci aziende che si sono messe in discussione, hanno ripensato alla loro mission, al loro modo di lavorare ed ai rapporti con i propri stakeholders.Bilancio sociale non significa quindi fare solo un Bilancio economico, ma è anzi un valore aggiunto, è il “trade union” tra Bilancio civilistico e Bilancio sociale. È un modo per rappresentare i dati economico contabili in maniera più leggibile, anche per i non addetti ai lavori. Non è tuttavia il bilancio della beneficenza, della filantropia: parliamo sempre di imprese che stanno sul mercato o hanno a che fare con conti economici e hanno comunque un vincolo di equilibrio economico.La redazione del Bilancio sociale costituisce un elemento valido ai fini dell’iscrizione nell’Elenco delle Imprese Socialmente Responsabili della provincia di Treviso, tenuto dalla locale Camera di Commercio. Si tratta di un Elenco con iscrizione gratuita, tra i vari requisiti c’è anche quello di aver redatto un Bilancio sociale, perché questo strumento rientra in un’ottica di comunicazione trasparente nei confronti dei propri stakeholders. Durante il 2012 si sono organizzati degli eventi di formazione specialistica dedicati alle imprese iscritte a questo Elenco, sui temi del business aziendale o del web marketing.

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Breve sintesi degli interventi del pubblico

Complimenti alla Camera di Commercio ed a Retecamere per l’iniziativa valida e ricca di effetti positivi. Si sottolinea l’opportunità data alle aziende di inserire questo nuovo aspetto del Bilancio sociale, inteso come Responsabilità sociale. Agendo correttamente dal punto di vista economico si portano avanti iniziative di Responsabilità sociale, anche senza dover ricorrere a donazioni o ad iniziative particolari. Interessanti sono le esperienze portate avanti da Inglass e Virosac, che hanno trasformato la grandezza economica derivante dal Bilancio di esercizio, in “valore aggiunto” per capire quanto l’impresa è in grado di dare in termini di benefici sociali alla comunità nel suo insieme.Si suggerisce di applicare tale concetto di “valore aggiunto” a tutta la filiera, cioè a tutti i produttori, fornitori ed a tutti gli interessati che hanno ottenuto benefici all’esterno dell’azienda. Si potrebbero ulteriormente diffondere i concetti di base del Bilancio sociale, andando a considerare anche gli aspetti macroeconomici.Gli aspetti economici si sommano agli effetti sociali perché il Bilancio sociale può essere esteso anche allo sviluppo sostenibile, in modo che tutta la soddisfazione dei clienti e del personale vadano a creare un vantaggio futuro.Il valore aggiunto applicato alla filiera dei fornitori implica un investimento ulteriore in termini di tempo e risorse da parte delle imprese. Tale aspetto potrà essere sperimentato dalle aziende nei prossimi Bilanci, dando vita ad una sfida impegnativa, ma sicuramente ricca di soddisfazioni.

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Questa pubblicazione è edita nella collana:Profi li economicidella Camera di Commercio di Treviso.

Le precedenti pubblicazioni sono:

1. I problemi fi nanziari delle PMI trevigiane: aspetti critici e strategie di intervento (1997)

2. Riforma fi scale e ricapitalizzazione delle imprese (1998

3. Le nuove sfi de per i distretti industriali: sistemi cognitivi e reti transnazionali (1998)

4. La “rivoluzione” Euro: quali implicazioni per il fi nanziamento delle P.M.I.? (1998)

5. Un progetto di marketing territoriale per il distretto di Montebelluna - Offerta del territorio, contesti competitivi e possibili strategie di rilancio - (1998)

6. Immigrati: problema o risorsa? - L’immigrazione di extracomunitari nei territori evoluti con particolare riguardo alla provincia di Treviso - (1999)

7. Le opportunità dell’Euro Nouveau Marchè per le imprese ad alto potenziale di crescita (1999)

8. Guida “Crea la tua impresa a Treviso” (2000)

9. C onvegno E–commerce frontiera del nuovo sviluppo” - Tavola rotonda “Marketplace comunità e distretti virtuali. E-uforia o reali opportunità strategiche di sviluppo”(2000)

10. IL PROGRAMMA “JEV” - Agevolazioni alle imprese che intendono investire in Europa (2001)

11. Le politiche commerciali e di Marketing nel settore dell’arredamento - Ricerca sui distretti industriali del Livenza e del Quartier del Piave

12. Problematiche di internazionalizzazione dei distretti industriali della provincia di Treviso

13. La qualità nella Pubblica Amministrazione – Alcune esperienze negli enti locali

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14. Analisi dell’organizzazione logistica del distretto industriale di Montebelluna

15. L’UEM, l’Euro e l’Ampliamento dell’Unione Europea

16. I Servizi integrati a tutela della Proprietà Industriale

17. Qualità e certifi cazione nella Pubblica Amministrazione esperienze a confronto

18. Guida “Crea la tua impresa a Treviso”. (2004)

19. Atti “Giornata dell’economia” (17 Novembre 2003)

20. Premio Tesi di Laurea sull’Economia Trevigiana (6^ edizione – 2003)

21. Nuove opportunità di fi nanziamento per le PMI – Dalla fi nanza innovativa al mercato expandi – (2 Aprile 2004)

22. Atti del ciclo di incontri informativi - “La normativa sulla sicurezza e conformità dei prodotti” – Gennaio Dicembre 2003

23. Studio preliminare sui potenziali nuovi Mercati di sbocco per lo Sport System Montebellunese – Settembre 2004

24. Atti del convegno “Lean Organization per lo sviluppo dell’eccellenza e della competitività

25. “Progettiamo il nostro futuro” Il Piano di Marketing territoriale per lo sviluppo di Roncade – Relazioni del Convegno (30 ottobre 2004)

26. Atti convegno – “Le performance economiche delle imprese trevigiane attraverso l’analisi aggregata dei bilanci” – 15 Novembre 2004

27. Convegno – “Il circolo virtuoso dell’innovazione: Qualità delle risorse umane, servizi e fi nanza” – 20 gennaio 2005

28. Collaborazione industriale e opportunita’ di mercato nelle regioni della nuova europa

29. Il mercato delle calzature sportive della nuova Europa

30. Analisi del Mercato dell’Abbigliamento Americano

31. Il mercato del mobile - Medio Oriente, Turchia e Nord Africa

32. L’esperienza del Progetto Lisp (Local Initiatives and Social Partnership art. 65 FSE azioni innovative)

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33. “Codici Etici, Confl ittualità: gestione del rischio d’impresa - Atti Workshop -12 e 19 Aprile 2007

34. L’Unità per il Reimpiego di Treviso: Un caso di governo delle politiche del lavoro

35. Le prospettive di sviluppo infrastrutturale in provincia di Treviso - 2009

36. Istituzioni e territorio: la Camera di Commercio di Treviso per lo sviluppo dell’Economia locale (Anni 1995-2005)

37. Il progetto Innovation & Management of Change - Il nuovo ciclo di Laboratori per il Cambiamento per le PMI manifatturiere del trevigiano - Resoconto dell’esperienza 2008-2009

38. La banda larga: base per il nuovo sviluppo economico del territorio veneto

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