il bosco dei nomi propri - versione ridotta

42
Testi di Sandro Campani, Paolo Donini, Francesco Genitoni, Emilio Rentocchini, Roberto Valentini Prefazione di Massimiliano Panarari FABRIZIO CECCARDI IL BOSCO DEI NOMI PROPRI

Upload: francesco-michelini

Post on 05-Apr-2016

227 views

Category:

Documents


1 download

DESCRIPTION

 

TRANSCRIPT

Page 1: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta

Testi diSandro Campani, Paolo Donini, Francesco Genitoni,

Emilio Rentocchini, Roberto Valentini

Prefazione di Massimiliano Panarari

FABRIZIO CECCARDI

IL BOSCO DEI NOMI PROPRI

FAB

RIZ

IO C

ECCA

RD

I IL BO

SC

O D

EI NO

MI P

RO

PR

I

25,00 euroisbn 978-88-96855-80-5

Il 18 febbraio 1992 la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana pubblica il testo della legge 113 firmata dal Presidente della Repubblica. La legge prevedeva tra l’altro che…”in attuazione degli indirizzi definiti nel piano forestale nazionale, i Comuni provvedano, entro dodici mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente, a porre a dimora un albero nel territorio comunale. L’ufficio anagrafico comunale registri sul certificato di nascita (…) il luogo esatto dove tale albero è stato piantato.”A Scandiano il Comune ha dedicato a questa iniziativa il Monte delle Tre Croci, una collina di quasi quattrocento metri di altezza che domina la valle padana e dalla cui sommità lo sguardo può slanciarsi fino alle Alpi. La particolarità del luogo, aspro nei suoi calanchi argillosi, eppure dolce per il messaggio implicito in ogni nuovo innesto, ha sedotto il fotografo Fabrizio Ceccardi che vi ha dedicato una ricerca fotografica, invitando poi cinque tra scrittori e poeti a contribuire al progetto.

“Piantumare essenze in coincidenza con l’arrivo di ciascun neonato, come fatto a Scandiano (e in vari altri luoghi) rappresenta un autentico inno alla vita, quella a cui, nel suo farsi e svilupparsi, rendono omaggio gli artisti dell’immagine e delle parole che hanno contribuito al libro”.

MASSIMILIANO PANARARI

FABRIZIO CECCARDI, nato a Scandiano nel 1952, vive e la-

vora tra Reggio Emilia e Roma. Le sue fotografie sono state

esposte in mostre personali e collettive a Parigi, Basilea,

Strasburgo, Tolosa, Biarritz, Roma, Ferrara, Mantova, Bolo-

gna, Modena. Ha realizzato inoltre numerose collaborazioni

editoriali con scrittori e artisti in Italia e all’estero.

SANDRO CAMPANI è nato nel 1974 ed è cresciuto a Vitriola,

in Val Dragone. Ha pubblicato i romanzi “È dolcissimo

non appartenerti più” (Playground 2005) e “La terra nera”

(Rizzoli 2013) oltre alla raccolta di racconti “Nel paese del

Magnano” (Italic Pequod 2010). Ha collaborato alla sceneg-

giatura per la graphic novel “Non ti avevo nemmeno notato”

(Playground 2010, disegni di Daniele Coppi). In veste di

chitarrista, dopo l’esperienza con i Sycamore Trees (tre

CD autoprodotti fra il 1997 e il 2002) ha fondato gli Ismael,

di cui cura anche i testi (tre CD sempre autoprodotti nel

2008, 2010 e 2014).

PAOLO DONINI è nato nel 1962 a Pavullo dove vive. Ha pub-

blicato poesie e saggi sulle riviste “La Mosca di Milano”, “An-

terem”, “La Clessidra”, “L’indice”, “Vernice”, “Tracce cahiers

d’art”, “Gradiva”, “Progetto Grafico” e sui siti letterari “Punto

Critico”, “Samgha”, “Blanc de ta Nuque”, “Compitu re vivi.”

Ha pubblicato le raccolte di poesia “Incipitaria”, Genesi

Editrice, Torino 2005, prefazione di Sandro Gros Pietro,

e “L’ablazione”, La Vita Felice, Milano 2010, prefazione di

Milo De Angelis. Con “L’ablazione” ha vinto il Premio Lo-

renzo Montano Opera Edita 2011. È direttore delle attività

espositive del Palazzo Ducale di Pavullo.

FRANCESCO GENITONI, nato nel 1951 a Cola di Vetto

nell’Appennino reggiano, dal 1960 risiede a Sassuolo. Ol-

tre a poesie e racconti in alcune antologie e riviste, ha

pubblicato “Soldati per conto nostro – La Resistenza nella

valle del Secchia” (Vangelista 1989), “Ruscello Bello si in-

namora” (Einaudi 1995), “Animali circolari” (Quaderni del

Masaorita 1997), “Carte della Delizia” (Diabasis 2002),

“Il tempo forse” (Aliberti 2004) e la raccolta di poesie

“Da una vita frammentaria” (Incontri Editrice 2009).

EMILIO RENTOCCHINI è nato a Sassuolo nel 1949. Ha pubbli-

cato tra l’altro le raccolte di poesia “Ottave” (Garzanti 2001),

“Giorni in prova” (Donzelli 2005), “Del perfetto amore” (Don-

zelli 2008), la trilogia teatrale “In un futuro aprile” (Incontri

Editrice 2009), “Recordare”, con R. Alperoli e A. Bertoni, (In-

contri Editrice 2011), “Ovviare alla bellezza” (Aliberti 2012) e

“Stanze di confine” (Il Fiorino 2014). Sulla sua vita Daria Me-

nozzi ha realizzato il film “Giorni in prova. Emilio Rentocchini

poeta a Sassuolo” (Vivo Film 2006).

ROBERTO VALENTINI è nato a Sassuolo nel 1960 dove

vive. Ha pubblicato alcuni racconti e i romanzi “Calanchi”

(Incontri Editrice 1999), poi ristampato da Todaro Edito-

re con il titolo “Impasto perfetto” (2001), “Terre Rosse”

(2002), “Nero Balsamico” (2005), “Nella città di cemento”

(2009), tutti con Todaro Editore, “Scimpru” (Dario Flacco-

vio 2008), “Sei racconti semplici” (Incontri Editrice 2012).

Page 2: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta

prefaz ione d i

M A S S I M I L I A N O PA N A R A R I

test i d i

S A N D R O C A M P A N I

P A O L O D O N I N I

F R A N C E S C O G E N I TO N I

E M I L I O R E N T O C C H I N I

R O B E R T O V A L E N T I N I

IL BOSCO DEI NOMI PROPRIfo tograf ie d i

FABRIZIO CECCARDI

Page 3: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta

IL BOSCO DEI NOMI PROPRI FABRIZIO CECCARDI

Page 4: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta

Sara Michele Anja Elena Roberto Ahmad Dushkana Cristina Mohammed Francesco Noemi Fathi Pietro Simona Elena Marco Sabrina Natalya Angela Kwayera Lu ig i Mara Andrea Ma t t eo I l a r i a G i u l i a J a c o p o R o m i n a R i c c a r d o Z h e n D a v i d e A l a n M i c a e l a N i co l a M a r i a C a m i l l a G i o v a n n i K a t j a M u d i w a S a n d r a Chr is t i an Agata Deepak Serena Mass imo Luc ia

Cater ina Janusz Matt ia Sy lv ie F i l ippo Taamir Mia

Giorgia Giacomo Elisabetta Valentina Alessio Martina

Danie la Najeeb Mar ianna L id ia Antonio Monica Luca

A d r i a n o L i a I s a b e l l a S o f i a N d a p e w a Va l e r i a C o r r a d o

L u a n a I v a n o Ye l e n a G i u s e pp e G i u l i a D o m e n i co S t e fa n o B e a t r i c e

Mara Va l e r i a Husse i n A l e ssand ro Ra f fae l l a Tan -Y i ng Francesca Haash im

Page 5: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 6: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta

I nomi sono sempre propri. E, come affermavano gli scolastici medievali, sono essenzialmente consequentia rerum… Il titolo del volume che state sfogliando – oggetto cartaceo e immaginario visivo allo stato puro, e dunque una bella testimonianza della civiltà gutenberghiana nell’era dell’egemonia digitale – è il frutto di un dibattito intenso tra i suoi autori, come spesso, se non sempre, accade quando le cose (e i loro nomi, giustappunto…) sono importanti.Si tratta di un libro che può venire apprezzato (e compulsato) all’insegna di una multiformità di livelli di lettura e di una molteplicità di gusti semiologici. Potremmo dire mille plateaux, ovvero mille (e più) piani di lettura, per riecheggiare il titolo di un famoso libro seminale e “rizomatico” (nonché, giustamente, polisemico) di Gilles Deleuze e Félix Guattari, uscito in Francia agli albori degli anni Ottanta. Là si parlava di una condizione esistenziale avvertita come sempre più faticosamente nomadica, e in balia di un mutamento epocale dello scenario sociale e culturale; qui si parla invece di radici botaniche ben salde, di identità spaziali e collettive solide, e di simboli che racchiudono e rimandano alla vita. La “nuda”, nudissima vita, potremmo dire: non quella, carica di inquietudine per il futuro, della biopolitica, bensì quella, gioiosa, che è appena arrivata a rallegrare le persone e le comunità con i nuovi nati e le nuove nate. E che riaffiora, incessante, nel ciclo delle stagioni reso con

evidenza e impressione fortissima dalle immagini di Ceccardi e dai versi, dialettali e italiani, di Rentocchini, come dalle parole di Genitoni e Campani. Stagioni che sono naturalmente quelle meteorologiche, ma qui, in maniera eminente, anche quelle esistenziali di alcuni, che valgono però, potentemente, come allegorie di quelle di tanti, se non di tutti noi. La potenza della fotografia – o, meglio, una delle sue tante forze (e magie) – risiede nell’immediatezza e nella relazione strettissima (quasi simbiotica) con la realtà, la quale, anche quando viene trasfigurata in maniera iconica, costituisce il suo cuore e nucleo più intimo. E questa “attivazione del reale” si rivela ancora più marcata, a ben guardare, allorché lo scatto e l’istantanea diventano fili conduttori di un racconto che attraversa quel labirinto intricato, confuso, complesso e magnifico che è il mondo. E, così, la fotografia – che è, al medesimo tempo, riproduzione realistica, discorso immaginifico e attività fabulatoria e affabulatrice – si rivela altresì uno strumento pensante (sì, proprio pensante) preziosissimo per guidarci o affiancarci nella comprensione di ciò che ci circonda. Tanto più quando celebra la sua unione con altre manifestazioni ed elaborazioni artistiche, come ne Il bosco dei nomi propri, dove la lettura dei testi, poetici e narrativi, si combina (e contamina) con la visione delle immagini.Insieme alla narrazione, quest’opera sotto più di un

P R E FA Z I O N EM A S S I M I L I A N O PA N A R A R I

I 9 I

Page 7: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta

profilo “ipertestuale” propone ai suoi lettori tutta una serie di metanarrazioni, che attingono specialmente al territorio e ai luoghi da cui scaturiscono e che riescono a effigiare così bene. Questo manufatto librario, infatti, nasce come documentazione iconografica e ricerca fotografica appositamente per abbracciare anche una serie di altre espressioni artistiche nei termini di una dichiarazione programmatica di complessità, e nella persuasione dell’opportunità (ed esigenza) di una completezza del discorso artistico. Arte che si fa totalità per raccontare, attraverso un dettaglio o una vicenda peculiare, il tutto della nostra condizione di donne e uomini che vivono insieme agli altri. E poi, di nuovo, un particolare – quello di un luogo – fa capolino, e ricompare al centro della scena visiva e mentale, in virtù della circolarità del pensiero artistico (il quale va, e ritorna, dopo avere compiuto le sue errabonde esplorazioni).Il libro di fotografie di Fabrizio Ceccardi, irrorato dai testi, molto ricchi e densi, di Sandro Campani, Paolo Donini, Francesco Genitoni, Emilio Rentocchini e Roberto Valentini porta inoltre gli echi e il significato, assai peculiare, dell’Emilia. Più precisamente di una sua porzione, quella che gli economisti chiamano il “distretto delle ceramiche”, al cui interno sono ricomprese la Scandiano dove tutto si svolge (e dove si trova il Monte delle Tre Croci che, all’insegna di una fitta, e perfin inconsapevole, trama di rimandi, ospita

il Bosco della speranza oggetto di questo libro) e la Sassuolo dove ha sede Incontri Editrice, pensatoio del progetto culturale qui illustrato e scandagliato. È uno stato dell’anima e una condizione borgesiana (per evocare il racconto di Valentini) quella che potremmo categorizzare come “emilianità”, la quale, non per nulla, alla creatività letteraria, nel corso dei secoli e dei lustri, e in un modo peculiare negli ultimi decenni, tanto ha dato. Un genius loci di comunità e territori reputati unanimemente e universalmente pragmatici, eppure capaci, contemporaneamente, di far sgorgare letteratura e parola poetica – come quella che irretiva Martin Heidegger, secondo cui il poeta «nomina il “sacro”», inaugurando nuovi e inediti spazi di apertura all’essere. Quello stesso Heidegger che alla relazione metaforica tra l’Essere e il bosco aveva dedicato più di una riflessione, e che con l’indagine filosofica degli ecosistemi boschivi si trovava decisamente a proprio agio. L’emilianità che attraversa i testi degli autori è, oltre che spazio semantico ed esperienziale (o esistenziale), il guizzo e l’intuizione che sa costruire riflessione artistica intorno a un quadro della vita quotidiana, privata oppure pubblica. O magari allo stesso tempo pubblica e privata, come nel caso dell’applicazione di una norma legislativa (altrove, in Italia, purtroppo disattesa) quale quella da cui prende le mosse questo volume. La creazione di boschi urbani in

I 10 I

Page 8: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta

ottemperanza alla legge n. 113 del 18 febbraio 1992 rappresenta anche un esempio di quella stagione vivace e coraggiosa delle amministrazioni pubbliche emiliano-romagnole durante la quale, a lungo, si son potute annusare e respirare nell’aria varie forme di innovazione; un’epoca di sperimentalismo democratico, come lo chiamerebbe il filosofo politico brasilian-americano Roberto Mangabeira Unger, a cui appartiene pienamente l’idea che viene documentata da questo volume. Pura “emilianità” secondo l’accezione che cercavamo di indicare, per l’appunto. E l’Emilia è anche quel continuum di abitazioni, spazi edificati, fabbricati, che, nella transizione postmoderna (fortissima proprio in questa regione), aveva suggerito ad alcuni narratori – ancora una volta – una serie di parallelismi con l’incubatore per eccellenza di ogni postmodernità, gli Stati Uniti. Tanto che le visuali notturne dal monte scattate da Ceccardi si rivelano straordinariamente cinematografiche, e la distesa fittissima di punti luminosi adagiati sulla piana richiama marcatamente alla memoria la conurbazione losangelina vista all’interno di qualche film. Piantumare essenze in coincidenza con l’arrivo di ciascun neonato, come fatto a Scandiano (e in vari altri luoghi), rappresenta un autentico inno alla vita: quella a cui, nel suo farsi e svilupparsi, rendono omaggio gli artisti dell’immagine e delle parole che hanno contribuito al libro. E si tratta fors’anche

di un inno all’eterno, come scrive Donini. In una società inflazionata dalle immagini, le fotografie che soppeserete, compulserete e vedrete (e, pensiamo, amerete da subito) costituiscono qualcosa di qualitativamente assai differente, e alternativo. Se la superfetazione patinata e l’isterismo dell’apparire connotano i nostri tempi, qui troviamo un’oasi – e un bosco – di pace e meditazione. Un dono, e un saluto, all’esistenza umana che sboccia, e a una natura protetta, custodita e amica dell’umanità. Tra loro in autentica, e virtuosissima, simbiosi, come purtroppo accade sempre più di rado; e le fotografie di Fabrizio Ceccardi con i testi di Sandro Campani, Paolo Donini, Francesco Genitoni, Emilio Rentocchini e Roberto Valentini ne narrano, usando linguaggi diversi, l’emozione e il consolidarsi e stratificarsi nel corso del tempo.Una piccolissima postilla. Sono particolarmente lieto di contribuire a questo progetto non da ultimo per una ragione personale, che riassumo brevissimamente per non tediare il lettore con un’aneddotica autobiografica. Vale a dire il fatto che, poco dopo la promulgazione della legge in questione (la “scena originaria” e primigenia di questo volume), durante “un’altra vita” professionale, mi capitò direttamente di caldeggiare e mettere in pratica questa idea in un Comune non distante da Scandiano…Dunque, buona lettura. Buone visioni. E buone cose.

I 11 I

Page 9: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta

ESTATE

Page 10: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 11: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta

I 16 I

Page 12: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta

I 17 I

Page 13: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 14: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 15: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 16: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta

AUTUNNO

Page 17: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 18: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 19: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 20: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 21: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 22: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 23: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 24: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta

INVERNO

Page 25: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 26: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 27: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 28: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 29: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 30: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 31: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 32: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta

PRIMAVERA

Page 33: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 34: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 35: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 36: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 37: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 38: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 39: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 40: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 41: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta
Page 42: Il bosco dei nomi propri - Versione ridotta