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Dispensario Santa Marta Dispensario Santa Marta Dispensario Santa Marta Dispensario Santa Marta — — 00120 00120 00120 00120 Città del Vaticano IL CAMMINO DEL DISPENSARIO ATTRAVERSO IL CAMMINO DEL DISPENSARIO ATTRAVERSO IL CAMMINO DEL DISPENSARIO ATTRAVERSO IL CAMMINO DEL DISPENSARIO ATTRAVERSO LE PAROLE DEI NOSTRI AMICI LE PAROLE DEI NOSTRI AMICI LE PAROLE DEI NOSTRI AMICI LE PAROLE DEI NOSTRI AMICI

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Page 1: IL CAMMINO DEL DISPENSARIO ATTRAVERSO IL CAMMINO DEL ... · del Dispensario che ha incrociato le loro vite ed in ... Eccole. Ero ai margini… mi avete considerata una di voi

Dispensario Santa Marta Dispensario Santa Marta Dispensario Santa Marta Dispensario Santa Marta ———— 00120 00120 00120 00120 Città del Vaticano

IL CAMMINO DEL DISPENSARIO ATTRAVERSO IL CAMMINO DEL DISPENSARIO ATTRAVERSO IL CAMMINO DEL DISPENSARIO ATTRAVERSO IL CAMMINO DEL DISPENSARIO ATTRAVERSO

LE PAROLE DEI NOSTRI AMICILE PAROLE DEI NOSTRI AMICILE PAROLE DEI NOSTRI AMICILE PAROLE DEI NOSTRI AMICI

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Vi auguriamo un Natale pieno di serenità e per l’Anno nuovo vi affidiamo le parole di Giovanni Paolo II: <Fermatevi ad ammirare

estasiati il neonato che Maria ha dato alla luce… è Dio stesso venuto tra noi...da alcuni accolto e da altri schernito, disprezzato e rifiutato: è il Salvatore di tutti. Contemplate e riflettete! Iddio ci ha creati per condividere la sua stessa vita. Ci chiama ad essere suoi figli…... ci chiama ad essere “suoi”: vuole che tutti siamo santi. Abbiate la santa ambizione ad essere santi, come Egli è santo!> Voglia il Signore benedire il cammino intrapreso. Con profonda riconoscenza Le suore e i volontari

ATTIVITÀ DEL‘ ANNO 2001

ATTIVITÀ DEL‘ ANNO 2001

ATTIVITÀ DEL‘ ANNO 2001

ATTIVITÀ DEL‘ ANNO 2001

Cari Amici del Dispensario Santa Marta, siamo ormai diventati un centro di promozione della famiglia. Le nostre porte sono aperte a chi ha bisogno, senza chiedere il passaporto. Accogliamo spesso ragazze madri e donne in situazioni difficili, bambini malati e poveri, di ogni razza e convinzione religiosa. .

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I servizi che offriamo ai nostri assistiti non sono più rivolti solo ai bambini, con visite mediche e distribuzione di latte e pannolini, ma anche ai loro fratelli e sorelle e alle mamme e papà . Una dermatologa due ginecologi, due pediatri, due medici per adulti sono a disposizione regolarmente delle nostre famiglie. Dal mese di marzo e’ iniziato un servizio di vaccinazione per i più piccoli e speriamo di poter avere al più presto anche un servizio ortopedico. È doveroso spendere due parole per i nostri dottori: pur avendo un lavoro che li impegna moltissimo, riescono a ritagliare un po’ del loro tempo per dedicarsi con pazienza ed umiltà ai bisogni di persone non fortunate. La loro capacità di ascoltare—anche al di là dei problemi fisici—è ammirevole: mai un gesto di impazienza ma sempre una parola buona e soprattutto grande professionalità.

Cari amici, Anche quest’anno abbiamo affidato alla Madonna i nostri bambini, le nostre preoccupazioni e le ansie delle mamme.

Vogliamo ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutato a regalare un po’ di aiuto e una luce di speranza ai bambini e alle loro famiglie. Siamo riconoscenti ai volontari, ai donatori, al Vaticano, alla Pro Infanzia per i doni e i soggiorni al mare, alle ditte che ci hanno dato scarpe e altri aiuti, alla Farmacia del Vaticano. Grazie anche per tutto quello che ci arriva ogni anno dall’America e dalla Svizzera.

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Ero malato… mi avete assistito <Rosa è una bambina down. Ha soltanto sei mesi ma le cure sono molto costose. Così Luis, mio marito, ha trovato lavoro a Rieti presso un anziano che assiste e cura. Noi viviamo a Roma con mia sorella e io mi dedico tutta a Rosa. Eravamo venuti sei anni fa dal Perù con tante speranze e tante apprensioni. Finora eravamo riusciti a cavarcela, ma questa nuova prova è troppo costosa per noi e grazie al Dispensario ci è più lieve sostenerla >. Maria, mamma di Rosa, sei mesi, Peruviana Avevamo voglia di divertirci… siamo diventati amici

Festa del Dispensario, Santuario della Madonna della Rupe, 2 giugno 2001

La novità principale di quest’anno riguarda proprio il rap-porto finale. Ci è sembrato un modo più vero e diretto raccontarvi il nostro lavoro attraverso alcune storie dei nostri assistiti. Sono loro i migliori testimoni del cammino del Dispensario che ha incrociato le loro vite ed in qualche modo le ha cambiate. Per rispettare la vita e la privacy di ognuno, sono stati sostituiti i nomi di battesimo di mamme e bambini, ma le storie sono tutte vere, così come ce le hanno raccontate. Eccole.

Ero ai margini… mi avete considerata una di voi

<Mi chiamo Francesca, ho 41 anni e sono separata. Mio figlio, il primo, che adesso ha ventidue anni, è in comunità terapeutica. Io sono sieropositiva da dieci anni. Ho un’altra bambina che ha sei mesi: il suo papà è in carcere per una condanna di 24 anni. Anche lei è sieropositiva ma sta bene. Sono arrivata al Dispensario con mille paure ed ansie perché abituata ad avere intorno a me un clima di indiffe-renza e di disprezzo. Ma fin dal primo colloquio ho trovato un ambiente sereno ed allegro :nessuno mi ha giudicata e condannata. I volontari fanno a gara a giocare con Elisabetta e con loro posso parlare di tutto da pari a pari. Ed ora ho anche la certezza, che qualsiasi cosa succederà c’è qualcuno, anche tra i medici, che si prenderà cura di me e di Elisabetta >. Francesca, mamma di Elisabetta, 6 mesi, Italiana

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Ero povero… mi avete teso una mano <Julius ha un anno: è il nostro primo figlio. Ma facciamo molta fatica: viviamo in una stanza sola. Ceasar, mio marito, lavora quando capita come cameriere. Io ho l’artri-te deformante: mi ha colpito alle mani. Un dottore del Di-spensario mi sta curando ed ho potuto fare gratuita-mente le analisi di cui avevo bisogno (altrimenti costosissi-me) nel laboratorio di un altro medico volontario. Stiamo iniziando la cura che dovrebbe almeno fermare un po’ la malattia. Eravamo venuti qui al Dispensario per chiedere aiuto per Julius, ma con le cure per me, adesso tutta la fa-miglia sta un po’ meglio >. Angela, Peruviana, mamma di Julius, tredici mesi. Ero in difficoltà… mi avete nutrito e vestito

<Ho trentotto anni. Non lavoro perché la mia ultima figlia Irene, ha un anno e mezzo e sono sola. Ho altri tre ragazzi, il più grande Marco ha 13 anni. Mio marito ci ha abbandonati per andare a convivere con un’altra. Irene è cardiopatica. La visita ogni due settimane - l’aiuto alimentare e anche i vestiti usati per i miei bambini – sono indispensabili per andare avanti >. Nicole, mamma di Irene, Marco, Davide e Ilaria, Italiani

Ero in carcere… non mi avete abbandonato <Noi siamo italiani, ma il papà dei miei quattro bambini è in carcere. Stiamo a Campo Bravetta, in un residence fatiscente: l’assistente sociale ci ha detto di fare domanda al Comune per una casa vera e propria. Lorenzo, l’ultimo nato, ha soltanto sette mesi. La parrocchia ci regala un po’ di vestiti, quando ne hanno. Quando veniamo qui al Dispensario è una festa per tutti: ci facciamo la doccia, i bambini possono giocare un po’ e torniamo a casa pronti per mettere in tavola, almeno ogni tanto, una cena vera >. Luisa, mamma di Lorenzo, sette mesi, Italiana

Ero in pericolo… mi avete curato <Ivan, il mio secondo figlio, è un bambino idrocefalo. Vuol dire che ha una malformazione che fa accumulare liquido nella sua testa. Lo abbiamo scoperto sei mesi fa, grazie alla competenza dei medici del Dispensario Santa Marta. Se ne sono accorti durante una visita di routine. I dottori lo hanno portato subito al Bambin Gesù, dove gli hanno fatto l’ecografia e lo seguono con attenzione. Adesso Ivan, che ha sei mesi, sta meglio e speriamo che possa migliorare ancora e anche guarire >. Katia, mamma di Ivan, sei mesi, Bielorussia

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Filippine—per quindici giorni abbiamo avuto una casa vera dove stare: tre stanze, la cucina e un bagno, più un giardino proprio in riva al mare. Ce l’ha offerta il Dispen-sario a Terracina. Noi, a Roma, viviamo in una sola stanza più la cucina, e a Paul non sembrava vero di giocare in uno spazio così grande tutto per lui e i tre fratellini. Tanto che certi giorni faceva i capricci perché non voleva uscire. Al dispensario Santa Marta siamo venuti cinque anni fa, quando è nato Thomas. Adesso ci torniamo qualche volta soprattutto per le visite mediche e dermatologiche della nostra ultima figlia, Luce. Per noi è una vera famiglia >. Corazon, mamma di Luce, Thomas, Paul e Henry, Filippine

Ero debole… mi avete curato <Noi al mare a Terracina ci andiamo ormai da quattro anni: è un appuntamento al quale ci prepariamo dalla primavera. I bambini chiedono quanto tempo manca al mare già a febbraio. La nostra figlia più piccola Karima (è la terza) soffre di infiammazione ai bronchi perché è un po’ debole. Io non mi potrei permettere un soggiorno al mare, ma grazie alla casa che il Dispensario ha in prestito per l’estate possiamo stare tutti insieme per quindici giorni in un posto confortevole > Hassan, padre di Karima, due anni, Egitto

Non avevo casa… siete diventati la mia famiglia <La nostra famiglia è divisa a metà. Nel senso che i nostri quattro figli più grandi sono rimasti dai nonni in Albania. Noi, Ibrahim e io, siamo venuti in Italia tre anni fa. È nata Fatma, che adesso ha quasi un anno. Siamo senza lavoro e viviamo in una casa occupata, ci chiediamo se la nostra sfida di restare qui possa avere successo. Il Dispensario è la nostra unica casa di amici, che ci conoscono ormai da un anno e che ci aiutano sempre.Se ce la faremo, lo dovremo al Dispensario dove abbiamo trovato tanti amici che ci incoraggiano a non mollare dandoci entusiasmo e forza >. Margit, mamma di Fatma, Albanese, undici mesi Ero un immigrato… mi avete accolto <Al primo tentativo non ce l’abbiamo fatta. E così mia moglie e mio figlio Pedro, dopo un anno, sono tornati in Cile. Al Dispensario abbiamo trovato un grande aiuto, economico e umano. Io lavoravo sodo – senza un giorno di ferie o di permesso - ma per uno stipendio misero. Mangiavamo solo una volta al giorno. Qui al Dispensario ci hanno convinto a continuare a sperare. Con il loro aiuto io ho trovato un buon lavoro come domestico e Ana, mia moglie, è potuta tornare a Roma anche lei con un’occupazione. Speriamo di poter riportare con noi molto presto anche Pedrito, che sta con i nonni. Ci manca molto ma siamo convinti che questa volta ce la possiamo fare: riuniremo la nostra famiglia >. Carlos, 23 anni, cileno, papà di Pedro

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Ero affamato… mi avete dato un aiuto <Siamo venuti dallo Sri Lanka dieci anni fa. All’inizio le cose sono andate bene, avevo un lavoro e anche Sheryl lavorava. Abbiamo avuto il nostro primo figlio, Michael, ma io ho perso il lavoro e sono arrivati i due gemelli, poi, ultimo, Ajid. Ho cerca-to molto una sistemazione fissa che mi permettesse di mantenere la mia famiglia con dignità. Ma non ho avuto molta fortuna: ho trovato solo lavori saltuari. Il Dispensario ci ha aiutato molto con i nostri figli. Ma spesso ci siamo tornati anche dopo che sono cresciuti, per salutare, per raccontare come stiamo e sapere come vanno le cose a Santa Marta. Alcune estati siamo andati anche al mare nella casa di Terracina, che mettete a disposizione delle famiglie assistite. Poi quest’estate ho avuto un incidente grave mentre aiutavo un amico: mi sono rotto una spalla e il bacino. Suor Chiara e gli amici del Dispensario sono diventati il nostro bastone, ci hanno aiutato anche economicamente per la fisioterapia all’o-spedale. Siamo riusciti così a superare questo difficile mo-mento della nostra famiglia: al più presto spero di tornare a lavorare >. Francis, 40 anni, papà di Michael, Elena, Matteo e Ajid, Sri Lanka Ero disperata.… ho trovato conforto

<Viviamo in comunità dalle suore, io e Anna. Jenny, l’altra mia figlia, è in affido temporaneo, ma so che me la porteranno via perché non sono riuscita a mantenerla. Adesso ha sei anni e da più di un anno non la posso vedere.

Ero stanco… mi avete dato ristoro <Quest’anno siamo stati al mare, tutti e sei insieme. Prima di quest’estate non avevamo mai fatto ferie. E per la prima volta da quando viviamo in Italia – siamo arrivati undici anni fa dalle

Il mio compagno è in comunità, fuori Roma. Quando sono venuta via di casa, sono scappata e non mi sono potuta portare dietro neppure i documenti. Da qualche settimana stiamo meglio, anche se io ancora non ho un lavoro. Il Dispensario è un punto di riferimento importante nella nostra vita. So che devo lottare per cavarmela da sola, perché non voglio perdere anche Anna, ma so che c’è chi mi può aiutare e mi aiuta>.

Ero smarrita… mi avete indicato la strada <Forse l’anno prossimo ci sposeremo. Grazie all’aiuto del Dispensario e dei volontari che ci stanno assistendo anche nel fare tutti i documenti. Jimmy e io siamo venuti in Italia otto anni fa, abbiamo vissuto in una catapecchia al mercato abbandonato al Corviale, avevamo una tavola di legno per letto e un’altra tavola come porta. Carlos, il nostro primo figlio che ha nove anni, mangiava spesso qui dalle suore, che ci rivestivano perché non avevamo davvero niente. Adesso c’è anche Jessica che ha soltanto otto mesi, stiamo meglio e speriamo di poter finalmente sposarci, con l’assistenza delle suore e del Dispensario>.