il codice della pineale
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ditoriale e«L
’istruzione scientifica quale la conosciamo oggi – scrive il filosofo Paul K. Feyerabend nel suo libro Contro il metodo (Feltrinelli) – semplifica la
“scienza” semplificandone i partecipanti: prima di tutto si definisce un settore di ricerca. Questo settore viene separato dal resto della storia (si separa ad esempio la fisica dalla metafisica e dalla teologia) e riceve una “logica” propria. Una preparazione approfondita in tale “logica” condiziona quindi coloro che lavorano nel settore; essa rende le loro azioni più conformi e congela gran parte del processo storico. Accade così che “fatti” stabili emergano e persistano nonostante le vicissitudini della storia. Una parte essenziale della formazione scolastica che fa emergere tali fatti consiste nel tentativo di inibire intuizioni che potrebbero condurre a confondere i confini tra un settore e l’altro. La religione di un individuo, per esempio, la sua metafisica, o il suo senso dell’umorismo non devono avere la minima connessione con la sua attività scientifica. La sua immaginazione viene repressa, e anche il suo linguaggio cessa di essere un linguaggio personale. È possibile in questo modo creare una tradizione che venga mantenuta in vita dall’osservanza di norme rigorose e che entro certi limiti ottenga anche risultati importanti. Ma è desiderabile sostenere tale tradizione a esclusione di qualsiasi altra cosa?». Poco tempo prima di intraprendere la nuova avventura di Scienza e Conoscenza mi sono imbattuta nelle citate parole di Feyerabend che mi sono sembrate una guida, uno spunto, uno stimolo e una griglia interpretativa per il nuovo lavoro all’orizzonte. Anarchia, interdisciplinarietà, contaminazione e umanesimo sono le parole chiave che mi sono “arrivate” leggendo le pagine di Contro il metodo. E sono le stesse parole che si applicano al lavoro di ricerca di Scienza e Conoscenza, che da sempre tende lo sguardo e si avventura negli inesplorati territori di confine: dove il confine si
sfuma, si sfalda, si vaporizza, si allarga diventando esso stesso terreno d’indagine e di speculazione. Tutto è confine dove non esistono settori. Spiritualità e scienza, fisica e metafisica, mente e cervello, anima e corpo non sono i poli opposti di un dualismo materialista, ma il territorio d’avanguardia di una scienza inclusiva, che può anche partire dal metodo e rendergli omaggio, ma che si sostanzia nello scavalcarlo, rigirarlo, aggirarlo, confutarlo, sorpassarlo. Alla scoperta di nuove metodologie e campi d’indagine. In questo numero ci avventuriamo in una nuova terra di confine: la ghiandola pineale o epifisi. Individuata da Cartesio, nel XVII secolo, quale sede dell’anima, e chiamata anche “terzo occhio” in quanto considerata porta di accesso a stati alterati di coscienza capaci di metterci in comunicazione con la vera essenza, la ghiandola pineale ha affascinato le culture di tutti i tempi e di tutti i luoghi e ancor oggi desta la curiosità di ricercatori, studiosi e filosofi. Ananda Bosman, Riccardo Tuis, Paolo Lissoni e Massimo Corbucci ci accompagnano in un viaggio affascinante alla scoperta di una parte nascosta del nostro cervello e di una porzione consistente della nostra cultura, con quell’attenzione all’interdisciplinarietà e alla “connessione profonda” che caratterizza la nostra linea editoriale. Connessione profonda di cui le parole di Paolo Lissoni nel suo articolo La ghiandola anticancro ci offrono un’illuminante squarcio: «Allo stato attuale delle conoscenze – reinterpretando i dati medico-scientifici secondo una dimensione filosofica – possiamo affermare che la funzione sintetica della ghiandola pineale è quella di rendere possibile una relazione armonica: da una parte fra singolo organismo vivente e condizione energetica dell’universo; dall’altro fra la propria vita spirituale e il corpo biologico».Buona lettura!
Marianna Gualazzi
Scienza e Conoscenza 1
Per una felice anarchia della
conoscenza
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La grande TrottolaLe dinamiche dell’eruzione vulcanica islandese 6
Rispondimi, anche se non puoi! La sfida di Martin Monti e del suo team per comunicare con i pazienti in stato vegetativo 7
A caccia di civiltà aliene 12
In principio era la consapevolezzaIntervista ad Amit Goswami 14
Ricreare il mondo Il racconto scientifico disegna la realtà 20
Onda su Onda Intervista a Vadim Zeland 24
Pinolina, sostanza dei sogni Intervista a Ananda Bosman 30
Il simbolismo della pineale 40
La ghiandola anticancro 46
Vedere con l’anima 56
ADHD e carenza di gioco fisicoUn’interrelazione naturale 60
Il coniglio quantistico Conversazione con Edward Esko 66
Perduto Eden:alla scoperta diGöbekli TepeIntervista a Andrew Collins 72
Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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INDICE
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47522 Cesena (FC)www.macroedizioni.it
Ideatore del progetto Scienza e ConoscenzaGiorgio Gustavo Rosso
EditoreEditing snc
Direttore ResponsabileMarianna Gualazzi
In redazioneMarianna GualazziRomina AlessandriErica Gattamorta
Ufficio AbbonamentiEditing snc
Tel. 0547 [email protected]
Comitato ScientificoMassimo Corbucci Vincenzo Valenzi Davide Fiscaletti Valerio Pignatta
Per le immaginiwww.shutterstock.com
www.sxc.huStampa
Lineagrafica, Città di CastelloDistribuzione in edicola
Italian Press (Milano)Hanno contribuito alla realizzazione
di questo numero:Lorenzo Acerra
Vera BaniAnanda BosmanFernando BrivioAndrew Collins
Massimo CorbucciCarlo DorofattiEdward Esko
Marisa GrandeIvana IovinoPaolo Lissoni
Giusy MessinaLaura Pieroni
Daniele PietriniValerio PignattaCorrado RuscicaLynne McTaggart
Tanja TionRiccardo Tristano Tuis
Vadim Zeland
Autoriz. Trib. Forlì N. 21 dell’8 luglio 2002
Numero 32aprile/giugno 2010
II° trimestre
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Ricreare ilmondo Il racconto scientifico disegna la realtàLe più avanzate ricerche sulla natura della consapevolezza ci portano a rivedere quelle che consideravamo certezze scientifiche sul mondo, e ci forniscono nuovi “racconti” scientifici attraverso cui re-immaginare il nostro futuro
Una volta lo scrittore americano Joan Didion disse che, per vivere, noi ci nar-riamo dei racconti. Di tutti i racconti, quelli scientifici hanno l’impatto mag-giore su di noi. Questi racconti creano la
nostra percezione dell’universo e del modo in cui esso opera, percezione che a sua volta crea tutte le strutture
sociali: le relazioni tra noi e l’ambiente, il modo in cui gestiamo gli affari ed educhiamo i figli, l’organizzazio-ne delle città e dei paesi, l’individuazione dei confini delle nazioni e del pianeta.Anche se tendiamo a vedere la scienza come una verità assoluta, in realtà essa è solo un racconto narrato a puntate. Impariamo com’è fatto il mondo un po’ alla volta, mediante un processo di correzione e revisione costanti. I nuovi capitoli perfezionano – e spesso sop-piantano – quelli precedenti.
Newton e Darwin: un mondo di vincitori e vintiIl nostro attuale racconto scientifico ha più di trecento anni ed è una costruzione basata principalmente sulle scoperte di Isaac Newton: in esso si parla di un univer-so in cui tutta la materia si muove nel tempo e nello spazio tridimensionale, secondo leggi ben precise.
L’immagine newtoniana è quella di un luogo affida-bile, abitato da una materia beneducata e facilmente identificabile. La concezione del mondo che nasce da queste scoperte trova sostegno nelle implicazioni filosofiche della teoria evolutiva di Charles Darwin, secondo la quale l’evoluzione è possibile solo per l’individuo geneticamente forte. Fondamentalmente, questi sono racconti che accentuano l’idea di separa-tezza. Dal momento in cui nasciamo, ci viene detto che per ogni vincitore deve esserci un perdente. Noi
Di tutti i racconti, quelli scientifici hanno l’impatto maggiore su di noi. Questi racconti creano la nostra percezione dell’universo e del modo in cui esso opera{
Lynne McTaggart
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Filosofia della scienza
abbiamo plasmato il nostro mondo in base a questa concezione limitata.Oggi è chiaro che il racconto che ci è stato tramanda-to sta per essere sostituito da una versione radicalmen-te nuova. Le più avanzate ricerche sulla natura della consapevolezza ci portano a rivedere quelle che consi-deravamo certezze scientifiche sul mondo, fornendoci nuovi racconti scientifici con cui reimmaginare il nostro futuro.Queste ricerche danno vita a un racconto scientifico decisamente nuovo. L’ultimo capitolo, scritto da un ristretto gruppo di esploratori scientifici all’avan-guardia, ipotizza che fondamentalmente siamo tutti un’unità, una realtà profondamente interdipendente in cui le parti influenzano il tutto in ogni momento.
Verso una scienza nuovaDecine di scienziati di istituzioni prestigiose, in tutto il mondo, hanno dimostrato che la materia esiste all’interno di una vasta rete quantica di relazioni, e che tra gli oggetti viventi e il loro ambiente avviene uno scambio continuo di informazioni. Qualcuno ha addirittura suggerito che la consapevolezza sia una sostanza esistente al di fuori dei limiti corporei.Il cervello e il DNA, da sempre ritenuti i conduttori centrali del corpo, andrebbero più correttamente considerati i trasduttori che trasmettono, ricevono e finalmente interpretano le informazioni quantiche raccolte dal “campo”.Anche l’attuale concezione del tempo come un qualcosa che fluisce in un’unica dire-zione è stata considerata, in circoli ortodossi, un costrutto umano incompleto passibile di una radicale e sostanziale modifica.Le scoperte più recenti ci forniscono prove incre-dibili del fatto che le strane idee della fisi-ca quantistica – la quale si pensava g o v e r n a s s e solo le par-
ticelle più piccole esistenti – si manifestano anche nel mondo visibile. Nuove scoperte sulla natura mutevole degli atomi e delle molecole danno più peso all’idea, avanzata da molti scienziati, che la consapevolezza abbia un ruolo centrale nella modellazione del nostro mondo.Ogni giorno, nei loro laboratori, questi scienziati catturano un barlume del nuovo mondo che le loro scoperte lasciano intravedere. Essi hanno scoperto che gli esseri umani sono molto di più che mere combi-nazioni evolutive o macchine genetiche finalizzate alla sopravvivenza. Il loro lavoro lascia pensare a un’intel-ligenza decentrata e unificata molto più grandiosa e raffinata di quanto Darwin o Newton potessero sup-porre: un processo non casuale né privo di senso, ma intelligente e intenzionale. Essi hanno scoperto che, nel flusso dinamico della vita, l’ordine trionfa.L’importanza di queste scoperte va oltre la dimostra-zione dei poteri extrasensoriali o della parapsicologia. Esse potrebbero demolire l’intero edificio della scienza contemporanea. Le recenti scoperte di molti scienzia-ti, secondo i quali nel mondo visibile si manifestano effetti quantici, può segnalare la fine della divisione, nella fisica moderna, tra le leggi che governano il “grande” e quelle che governano il “piccolo” e l’intro-duzione di una definizione unica per il reale.Andrà rivista la nostra concezione dell’universo come
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un insieme di oggetti isolati e di noi stessi come niente altro che uno di questi oggetti, così come le nostre idee sullo spazio e il tempo. I maggiori scienziati di tutto il mondo hanno dimo-strato che tra le cose viventi e il loro ambiente è costantemente in atto un trasferimento di informazio-ni, e che le forme di pensiero non sono altro che un modo di trasmettere energia.Non possiamo più considerare noi stessi separati dal nostro ambiente o i nostri pensieri opera di un cervello individuale, autonomo e isolato. Decine di scienziati hanno dimostrato chiaramente, in migliaia
di articoli che fanno parte della letteratura scientifica, che i pensieri sono capaci di influire profondamente su tutti gli aspetti della nostra vita. Poiché siamo allo stesso tempo osservatori e creatori, a ogni istante cre-iamo il nostro mondo. Ogni nostro pensiero, qualsiasi nostro giudizio, anche se inconsci, esercitano degli effetti. In ogni momento la mente conscia sta invian-do un’intenzione.
Ridisegnare noi stessiQueste rivelazioni ci costringono non solo a ripensare il significato dell’essere uomini, ma anche a rivedere
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il nostro concetto di relazione. Forse dovremo ricon-siderare gli effetti dei nostri pensieri, anche quando non vengono espressi a parole. Il nostro rapporto con l’universo continua anche nel silenzio. Dovremo ridefinire la nostra biologia in termini più miracolosi. Stiamo appena incominciando a intui-
re quanto sia grande e sottoutilizzato il potenziale umano a nostra disposizione, ovvero la straordinaria capacità di ogni individuo di influenzare il mondo. Questo potenziale è un diritto di nascita di ogni per-sona, non solo dei grandi maestri.Se imparassimo a dirigere positivamente l’influenza che ognuno di noi può esercitare, potremmo miglio-rare ogni aspetto del nostro mondo. La medicina, la guarigione, l’educazione, persino il nostro rapporto con la tecnologia trarrebbero grande beneficio da una migliore comprensione del modo in cui la mente par-tecipa alla creazione del mondo. Se potessimo comin-ciare ad afferrare il grande potere della consapevolezza umana, miglioreremmo la comprensione della nostra complessità. La fine del dualismoIl nuovo “racconto” scientifico preannuncia la fine del dualismo in tutti i sensi. Lungi dal distruggere Dio, la scienza ha per la prima volta cominciato a dimostrarne l’esistenza, perché ci sta dicendo che esi-ste una consapevolezza collettiva più grande. Non c’è più bisogno di due verità: quella della scienza e quella della religione. Oggi può esistere una sola, unitaria concezione del mondo. In realtà, la comprensione del potere del pensiero conscio potrebbe provocare il riavvicinamento della scienza alla religione, perché offrirebbe una prova scientifica di quello che molti di noi hanno intuito, cioè che la vita è molto di più che un insieme di sostanze chimiche e segnali elettrici.Questa rivoluzione del pensiero scientifico promette, inoltre, di ridonarci quell’ottimismo che avevamo perso con l’arida filosofia del ventesimo secolo, forma-tasi per lo più sulle idee della scienza moderna. Noi non siamo esseri isolati che conducono un’esistenza disperata su un pianeta solitario, in un universo indif-ferente. Non siamo mai stati soli. Siamo sempre stati parte di un tutto più grande.
Questioni non convenzionaliLe implicazioni di questo nuovo racconto sulla conce-zione della vita e sull’organizzazione della società sono straordinarie. Se un campo quantico ci tiene tutti uniti nella sua trama invisibile, dovremo ridefinire noi stessi e il significato dell’essere umano.
Se tra noi e il nostro ambiente avviene un dialogo costante e immediato, se tutte le informazioni dal cosmo fluiscono attraverso i nostri pori in ogni istante, la nostra attuale concezione del potenziale umano è solo un barlume di ciò che dovrebbe essere. Dobbiamo immaginare un altro modo di vivere, una modalità radicalmente nuova di “essere”.In un’epoca in cui il vecchio racconto scientifico, con il suo accento sul dominio tecnico dell’universo, minaccia di portare all’estinzione il nostro pianeta, questi uomini e donne (per lo più sconosciuti al gran-de pubblico) ci offrono un futuro alternativo. Mentre la corrente principale della scienza è diventata ancora più fondamentalista – dominata com’è da pochi e faziosi scienziati convinti che il racconto scientifico sia ormai completato – un piccolo gruppo di “resi-stenti” sta sfidando lo status quo. Passando attraverso domande non convenzionali e improbabili risposte, questi uomini e donne stanno rimodellando il nostro mondo. Possano loro e i loro simili illuminare il nostro cammino. n
Traduzione di Daniele Pietrini.© Resurgence, The Resurgence Trust.
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Noi non siamo esseri isolati che conducono un’esistenza disperata su un pianeta solitario, in un universo indifferente. Non siamo mai stati soli. Siamo sempre stati parte di un tutto più grande
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Brillante conferenziere, giornalista e scrittrice di fama internazionale, Lynne McTaggart è esperta di scienze di frontiera e di medicina alternativa. Dirige insieme al marito l’associazione “What the Doctors Don’t Tell You” (www.wddty.com) ed è conosciuta per la pubblicazione, in importanti riviste, di saggi di salute e spiritualità. Ha scrit-to cinque libri, tra cui il best-seller La scienza dell’intenzione (Macro Edizioni, 2008) e Il campo del punto zero (Macro Edizioni, 2008).Attualmente Lynne McTaggart vive in Inghilterra insieme al marito e alle due figlie.
Scritto da Lynne McTaggart
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