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IL CODICE VATICANO LATINO 331 3 DELLA GRAMMATICA DI PR1SCIAN O DEL DOTT . GIOVANNI MAllINI , della Biblioteca Vaticana . (2° article 1 . ) Dove fu scritto il Cod . Vat . lat . 3313 ? Più sopra ho riportato due note di mano del sec . xiv, che lo dicono « ecclesie maiori s beneventane », ma anche può darsi che sia entrato in possesso d i quella Chiesa pure essendo stato scritto altrove . È certo però ch e deriva da un ambiente nel quale si aveva cura di sostituire ide e cristiane alle pagane, e in argomento posso citare esempi molt o espliciti . Nel 1 . XVIII (ed . cit ., III, p . 234, 5) l'esempio : « In- vocandarum Musarum gratia scribo » nel Codice (f . cccxxxvnf) diventa : a invocandarum sanctarum gratia scribo » ; poco dopo (ibid ., 7) « ' legendi Virgilium ' et ' musam ' et 'musas' », nel Cod . : uergilium et chartam et chartas » ; (ibid ., 8) a legendo Virgi- lium, legando Musas » nel Cod . : a uergilium et legendo char - tas » ; a et 'legendum est mihi Virgilium ' et ' Musas » e nel Cod . et legendum est mihi uergilium et legendum est mihi char - tas » ; (p . 237, 8) a cum etiam ad deos » e nel Cod . (f . cccxxxix" ) « ad dominum iesum christum » ; (ibid ., 9) « invocationibus uti- mur, ut ad reges quoque et imperatores, ut : Musa, mihi causas memora , et Pandite nunc 11 Helicona, deae, cantusque "monete » nel Cod . : « utimur et imperatores ad regesque ut inclina domin e aurem tuarn et domine exaudi orationem meam » . Tutto ciò e scritto di prima mano, lascia intendere che il Codic e 1 . Voir t . I, année 1924, p . 213-222 .

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IL CODICE VATICANO LATINO 331 3

DELLA GRAMMATICA DI PR1SCIANO

DEL DOTT . GIOVANNI MAllINI ,

della Biblioteca Vaticana.

(2° article 1 . )

Dove fu scritto il Cod . Vat . lat . 3313 ? Più sopra ho riportatodue note di mano del sec . xiv, che lo dicono « ecclesie maiori sbeneventane », ma anche può darsi che sia entrato in possesso d iquella Chiesa pure essendo stato scritto altrove. È certo però chederiva da un ambiente nel quale si aveva cura di sostituire ide ecristiane alle pagane, e in argomento posso citare esempi moltoespliciti . Nel 1 . XVIII (ed . cit ., III, p . 234, 5) l'esempio : « In-vocandarum Musarum gratia scribo » nel Codice (f . cccxxxvnf)diventa : a invocandarum sanctarum gratia scribo » ; poco dopo(ibid ., 7) « ' legendi Virgilium ' et ' musam' et 'musas' », nel Cod . :

uergilium et chartam et chartas » ; (ibid., 8) a legendo Virgi-

lium, legando Musas » nel Cod . : a uergilium et legendo char -tas » ; a et 'legendum est mihi Virgilium ' et ' Musas » e nel Cod .

et legendum est mihi uergilium et legendum est mihi char -

tas » ; (p . 237, 8) a cum etiam ad deos » e nel Cod . (f . cccxxxix" )

« ad dominum iesum christum » ; (ibid ., 9) « invocationibus uti-

mur, ut ad reges quoque et imperatores, ut :Musa, mihi causas memora ,

et Pandite nunc 11 Helicona, deae, cantusque "monete »

nel Cod . : « utimur et imperatores ad regesque ut inclina domin e

aurem tuarn et domine exaudi orationem meam » .Tutto ciò e scritto di prima mano, lascia intendere che il Codic e

1 . Voir t . I, année 1924, p . 213-222 .

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GIOVANNI MAllINI .

fu steso in un ambiente religioso : nello scriptorium cli un mo-nastero, o di una Cattedrale, ma non è possibile stabilire di più .

Qual valore ha questo manoscritto per la critica del testo ?

Per rispondere a questo ho esaminato l ' insieme delle varianti

ciel I . III confrontando il codice con quelli usati dallo Hertz ,i quali pel detto libro sono

R Bibliot . Naz . di Parigi 7496, sec . Ix (Hertz', Schanz e ) .P Bibliot . Naz . di Parigi 7530, sec . viii (Hertz 3 , Schanz 4) . —

Sec . viii ex . (Lindsay) . — Sec . vin ex .-ix in . (Chatelain e ) . —A . 779 (Steffens 7 ) . — A. 779-797 (Loew 8 ) . — Sec . Ix in . (De-lisle 9) .

B : Bibliot. Reale di Bamberga M . IV . 12, sec. ix (Hertz 10 ,

Jaeck ll , Leitschuh 12 , Schanz l3) .D Bibliot . di Berna (Bongarsiana) 109, sec . ix (Sinner 14) . —

Sec . ix-x (Hagen 15 ) . — Sec . x (Hertz 9 .H Bibliot . del Ginnasio di Halberstadt M . 59, sec . ix (IIertz-

berg í7) . — Sec. ix-x (Kreh1 18 ) . — Sec. x (Hertz 10 ) .

1. Op . cit ., I1, p . x .2. Schanz M ., Geschichte der römischen Litteratur, IV, 2, München, 1920, p . 230.3. Op . cit., II, p . xr .4. Op . cit., p . 230 .5. Lindsay W . M ., Notae latinae, Cambridge, 1.915, p . 472 .6. Chatelain E ., Paléographie des classiques latins, Paris, 1884-1900, p . i, p . 35 v

(Addenda et Corrigenda) .7. Steffens F ., Paléographie latine, édition française . . ., par R . Coulon . Trèves ,

Paris, 1910, p. 42 . In « Addenda et Corrigenda v A. 779-797 .8. Op . cit., p . 356 .9. Delisle L ., Le Cabinet des manuscrits de la Bibliothèque nationale, t. III, Paris ,

1881, p . 246 .10. Op . cit ., II, p . xn .11. Jaech H. J ., Beschreibung von mehr als 1100 zum Theile noch ungedruckten

Randschriften vom VIII. bis . XVIII. Jahrhundert auf Pergament in der öffentlichenBibliothek zu Bamberg . . ., Nürnberg, 1831, p . 130, n . 1033 .

12. Leitschuh F ., Katalog der Bandschriften der Kön . Bibliothek zu Bamberg, Bam-berg, 1895, p . 44 .

13. Op . cit ., p . 230 .14. Sinner R ., apud M . Hertz, op . cit ., p. xvni e Nota .15. Hagen H ., Catalogus Codicum Bernensium (Bibliotheca Bongarsiana), Bernae ,

1876, p. 155 .16. Op . cit ., II, p . xvui .17. Hertzberg G . A . B ., Archiv f . Philol . and. Piidag ., VII, 235, apud M . Hertz ,

op . cit ., p . xvm e Nota .18. Krehl A ., Prise ., opp . I, p . X, apud M . Hertz, op . cit ., H, p . xvni e Nota .19. Op . cit ., II, p . xviu .

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IL CODICE VATICANO LATINO 3313 .

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G : Bibliot . del Monastero di S . Gallo 904. sec . vili (Scher-rer l ) . — Sec . Ix (Hertz", Schanz 3) . — A 884-869, probabil-mente 845 (Lindsay 4) .

L : Bibliot . dell 'Università di Leida lat . 67, sec . Ix (Hertz 5 ,Schanz 6) . — A. 838 (Lindsay 7 , Maunde Thompson 3 ) .

K : Bibliot. di Carlsruhe CXXXII, sec . Ix prima metà (Hol-der 9) . — Sec . Ix (Hertz 10 , Lindsay ll , Schanz 12 ) .

Le varianti riscontrale, delle quali parecchie comuni a più co-dici, sono duecentocinquantasette ; il confronto delle lezioni cie lCod . Vat . lat . 3313 con le lezioni dei codici usati dall 'editore favedere che esso corrisponde con ciascuno di questi pel seguent enumero di volte :

ai Codici

R P B D H G L Kil Vat . lat . 3313 corrisponde volte : 38 173 5'1 47 35 30 28 30Donde risulta che il nostro Codice si avvicina in maniera molt o

sensibile al Cod . P usato dallo Hertz .

~~ X

IV. — Il Codice P (Biblioteca Nazionale di Parigi 7530) con -tiene vari trattatelli di grammatica, un calendario di Monte Cas -

sino, Tavole pasquali, estratti diversi, etc . Una descrizione mi-

nuta di esso fu fatta dall 'Eckstein l3 ; per cid che riguarda la pre -sente nota basterà ricordare che delle « Institutiones grammati-cae » di Prisciano visi trova un frammento del 1 . II (ed . cit ., §§ 22-

1. Scherrer G ., Verzeichnis der Ilandschriften der Bibliothek von St . Gallen . . . ,1-Talle, 1875, p . 319 .

2. Op . cit., II, p . xul .3. Op . cit ., p . 230 .4. Op . cit ., p . 485 .5. Op . cit., II, p . xul .6. Op . cit ., p . 230 .7. Lindsay W . M., Early Irish minuscule script, Oxford, 1910, p . 60 .8. Maunde Tompson E ., An Introduction to greek and latin Palaeography, Oxford ,

1912, p . 380 .9. Holder A. ., Die Reichenauer Ilandschriften beschrieben and erlaeutert. . ., vol . II ,

Leipzig, 1906, pp . 325-327 . — Mi permetto di identificare il N . 223 dato dallo Hertz(op . cit., II, p . xiv) col n . CXXXII porche nessun altro Codice della Biblioteca d iCarlsruhe corrisponde alla descrizione che ne dànno lo stesso Hertz, lo Holder oil Lindsay .

10. Op. cit ., II, p . xm .11. Notac latinae, p . 459 .12. Op . cit ., p . 230 .13. Cf. Anecdote. Parisina, Halle, 1852 .

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8 GIOVANNI MAllINI .

26 init .), tutto il 1 . III e un notevole frammento del 1 . XVIII (ed .cit ., § 55-126) .

Per il 1 . II le varianti, delle quali parecchie comuni a pi ùMss ., sono sedici e la corrispondenza appare dal segente pro -spetto :

Codici

R P B D H G L KVat. lat. 3313 4 3 4 3 1 1 1 1

Oltre i codici usati per i libri I-XVI delle « Institutiones gram-maticae » e citati sopra, pei libri XVII-XVIII l 'editore si servì de iseguenti '

3 Bibliot . dell 'Università eli Leida, Voss . O. '12, sec 1x- x(Schanz 2) .

Sec . Ix, O. x in . (Hertz3 )M Bibliot . Reale di Monaco, 280 A, sec . x (Halm, Laub-

mann4, Spengel 5) . — Sec. xr (Hertz ó , Sehanz 7 ) .q Bibliot . Naz . di Parigi 7499, sec . ix (Hertz 8 ) .N Bibliot . Palatina di Vienna, CCCXLVIII -ora 75, sec . x ( E n-

dlicher9, Hertz 1D , Schanz'') . — Sec. xtii (Academia CaesareaVindobonensis12 ) .

S : Bibliot . Palatina di Vienna, CCCXLII-ora 47, sec. x (Acad .Caesarea Vindobonensis 13 , Endlieher l4 , Hertz 15 , Schanz 16 ) .

Sopra duecentotredici varianti riscontrate, delle quali parec-chie comuni a più codici, si ha la concordanza :

Codici

P R M O D N L SCod. Vat . lat . 3313 160 27 28 12 27 22 28 5

1. Ometto i pochi altri citati occasionalmente, e non inseriti nel a Subsidioru mconspectus » (ed . cit ., II, p . xxxrv) .

2. Op . cit ., p . 230 .3. Op. cit ., II, p . xxr .4. Halm C ., Laubman G ., Catalogus Codicum latinorum Bibliothecae Regiae Mo-

nacensis, ed . altera, t . I, p . i, Monachii, 1892, p . 72 ,5. Spengel L ., apud M . Hertz, op . cit ., II, p . xxir, Nota .6. Op . cit ., II, p . xxrr .7. Op . cit ., p . 230 .8. Op . cit ., II, p . xxu .9. Endlicher S ., Catalogus Codicum philologorum latinorum Bibliothecae Palati-

nae Vindobonensis, Vindobonae, 1836, pp . 244-245 .10. Op . cit ., II, pp . xxi-xxrr .11. Op . cit ., p . 230 .12. Tabulae Codicum manu scriptorum praeter Graecos et Orientales in Bibliotheca

Palatina Vindobonensi assernatorum, edidit Academia Caesarea Vindobonensis ,vol . I, Vindobonae, 1864, p . 11 .

13. Tabulae, etc . (ut supra), p . 6 .14. Catalogus, etc . (ut supra), pp . 242-244 .15. Op . cit., II, pp . xxI-XXII .16. Op . cit ., p . 230 .

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IL CODICE VATICANO LATINO 3313 .

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Anche in questo caso è evidente la grande somiglianza del no-stro Codice col Parigino .

La ristrettezza dello spazio non mi consente di riprodurr el ' « apparatus a il quale, oltre che mostrare la grande relazion edel Cod . Vat . lat . 3313 col Par . 7530, proverebbe come nel -l ' archetipo da cui fu copiato e dall 'amanuense da cui fu trascritt oè seguita l 'analogia mentre i correttori sono più o meno anoma-listi, che il nome cli Virgilio è scritto quasi sempre «Vergilius » ,che in generale è più corretto : cose tutte alle quali si deve se l aserie delle concordanze non è ancora più numerosa .

Ma il Cod. Vaticano non dipende dal Parigino . Martin Hert z(ed . cit ., II . xii) parla delle omissioni ed abbreviazioni di passi d iPrisciano o di altri autori citati da quello e che si trovano nel co -dice P, delle quali non si sa definire se manifestino un arbitri odel copista o piuttosto la fedeltà di esso nel trascrivere un codic eche non le conteneva .

II Cod. Vaticano, che segue tanto dappresso il Parigino, è pu resso abbreviato rispetto agli altri Codici usati dall ' editore, ma l eabbreviazioni sono più discrete e più ragionevoli . Nelle a Insti-tutiones grammaticae » si nota un ' abbondanza di esempi che pro-

duce stanchezza : in tali casi il Cod . Parigino taglia senza riguardo ,e — per tener conto dei più notevoli riferendoci alla ed . d i

M . Hertz — vediamo omesse nel 1 . XVIII le pp . 255, 27-257, 18 ;

258, 1-266, '10 . II Cod . Vaticano non segue i codici posti dallo Hert za fondamento della sua edizione perchè in generale di ogni tip o

dà un conveniente, qla ristretto numero di esempi in cambio de i

tanti che si leggono in quella ; non segue il Cod . Parigino che l i

omette senz ' altro ; ma si comporta diversamente in quanto inse-risce delle osservazioni grammaticali al posto degli esempi no n

riferiti .Quindi nel I . XVIII, p . 261, 3-12 sostituisce : « Est quando co-

niunctivo confirtnando utimur ut est hoc a, e p . 262, 22-263, 19 :

« Est ubi apa vel av grece coniunctiones intelligendç sunt ut es t

hoc l . a Queste non si leggono in alcun altro dei codici usati dal -

l 'editore, e per il loro contenuto reale non se ne può negare il va -

lore : donde se per un lato risulta la indipendenza ciel Cod . Vati-

cano, dall ' altro si manifesta la sua superiorità .

1 . Osservazioni grammaticali, come nel nostro, cosi nel Cod . P si leggono ne l

1 . III (ed . cit ., II, p . 87 . 18 ; 104 . 5 aell' a Apparatus ») .

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GIOVANNI MAllINI .

V. — È « leetio potior » la «lectio longior » adottata dal Cod . Rdell 'editore, o non piuttosto la « lectio brevior » ciel Cod . P, e pe rla maggior correzione, ciel Cod . Vaticano ora esaminato ?

Martin Hertz (I . c .) lasciò indecisa la questione . Le parole :« Haec â,-Coaaaepxtta sequuntur textum a codice R et reliquis eius -dem familiae libris hand longe recedentem atque, quamquam sin-gularia quaedam continet, ex eodem certe communi omnium ,

quotquot inspexi, librorum fonte, exemplari a Flavio Theodor o

confetto, derivandum, ita tarnen, ut codex eorum archetypus glos-sis et additamentis minus inquinatus fuisse videatur » manifestan o

la preoccupazione di ridurli tutti all ' archetipo di Flavio Teodoro .Ora, come si può dire di P « certe . . . derivandum se del codic e

non si hanno che frammenti, e in questi non si vede traccia dell esottoscrizioni, che avrebbero dovuto attestare la relazione ?

II. Morelli' a proposito della compilazione da Prisciano conte -n uta nel Cod . Casanatense 1086 ripete il ragionamento dello I-Iertz .

Il Boucherie° trattando del Ms . 141 della Scuola di Medicina

di Montpellier, non potuto vedere dallo Hertz 3 , espone un'ipo-tesi sua .

II Codice di cui egli clà notizia, riscritto, del sec . VIII-Ix (Bou-cherie e , Schanz 5 ), — sec . Ix (Hertz 6 ) contiene quasi tutto il I . VII Idelle « Institutiones » di Prisciano ed un frammento di Pompe oFesto. Avendolo confrontato con l 'edizione dello Hertz vi riscontr òomissioni e abbreviazioni del tipo di quelle, che si trovano ne lCod. P ; e osservando che il frammento è steso da due mani divers ele quali nel caso delle omissioni si comportano nello stesso modo,dice : « ce qui achève de prouver qu ' elles (les lacunes) ne pro-viennent point de la négligence des deux copistes, et qu ' elle sexistaient déjà dans le texte qu 'ils étaient chargés de transcrir e(p. 253) .

1. Op . cit ., pp . 308-309 .2. Boucherie A ., Le p alimpseste de Montpellier, in Notices et Exlrails des mss . dc

la Bibliothèque nationale et autres bibliothèques publiés par l'Institut national d ePrance, 23, 2 (1872), pp . 246 et sqq .

3. Op. cit ., II, p . xi .4. Op . cit., p . 247 .5. Op . cit ., p . 230 .e, . Op. cit ., II, p . xi .

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IL CODICE VATICANO LATINO 3313 .

1 1

Il Palinsesto deriva dalla recensione Teodoriana? Egli pensache esso rappresenti la prima edizione dell 'opera di Prisciano ; laTeodoriana ne sarebbe una seconda riveduta e corretta dal l 'autore .Così, secondo lui, si spiegherebbero le addizioni mancanti nel Pa-linsesto e che non possono attribuirsi a Teodoro il quale, lavo-rando sotto gli occhi ciel Maestro certamente più d 'ogni altroavrebbe dovuto rispettare il testo fissato da quello ; si spieghe-rebbe ancora a pourquoi aucun manuscrit, sauf le palimpseste ,n 'a produit l 'édition primitive, Priscien lui-même l'ayant enquelque sorte condamnée en autorisant son disciple à en donne rune nouvelle » (p . 248) .

L 'opinione del Boucherie mi pare accettabile solo in quant orileva la coesistenza di clue classi di Mss ., delle quali l 'una portale lezioni più lunghe e l 'altra le più brevi, l 'una porta le sotto-scrizioni di FI . Teodoro e l ' altra no .

La conclusione del suo ragionamento, se non m ' inganno, vaoltre le premesse quando, a giudicare dal solo frammento del Pa-linsesto di Montpellier, dice che nessun altro Ms . riproduce l' e-dizione primitiva del testo Priscianeo . Neppure vedo come poss adire (ibid .) del Cod . P : a Keil (rette : Hertz) (p . xi-xn) y signal edes différences assez importantes ; mais elles sont loin de l'êtreautant que celles du palimpseste » se manca il termine cli con-fronto : il Cod. P non porta il 1 . VIII contenuto nel Palinsesto d iMontpellier . Piuttosto, ai frammenti di P avrebbe dovuto aggiun-

gere quelli del suo Palinsesto, perchè dello stesso tipo, come perlo studio del Morelli (19'10) si deve ora aggregare il Casanatens e1086 .

Dopo aver collazionato il Cod . Vaticano col Cod . P, io lo con-frontai anche con i brevi e lacunosi frammenti del Palinsesto d i

Montpellier dati dal Boucherie (p . 254-255), e riscontrai un a

concordanza simile a quella, che avevo trovato con P . Seguendo

l ' ed. dello Hertz tentai il Codice in vari punti ove è abbondanza d i

esempi : la lezione del Cod . Vaticano è sempre coerente, semprebreve .

Poichè del tipo, dirò così, a abbreviato a, che fa capo al Cod . Pnon si ha alcun Ms . intero, e il primo che apparisce tale, salvo

poche lacune, è il Cod . Vat . lat . 3313 mi pare di poter conchiu-dere nel seguente modo :

10 Esiste una sola redazione delle a Institutiones grammaticae »di Prisciano .

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12 GIOVANNI MAllINI .

2° Di questa si hanno due famiglie di Codici : quella, che fa

capo a R con le sottoscrizioni di Flavio Teodoro e l'abbondanz a

degli esempi, l 'altra rappresentata solo da frammenti e ora da l

Cod . Vat . lat . 3313, nel quale le sottoscrizioni non si trovano, e

gli esempi sono ridotti .3° La tradizione migliore è quella rappresentata dalla « lecti o

brevior a perchè le abbreviazioni e le omissioni non cadono s upunti sostanziali .

4° Di questa unico rappresantanie è il Cod . Vat . lat . 3313, a lquale si connettono il framenlo della Biblioteca Nazionale di Pa-rigi 7530, il frammento Palinsesto di Montpellier 141, e in part oil Casanatcnse 1086 .

50 La superiorità della e lectio brevior » e per conseguenza de l

Cod . Vaticano è provata dalla presenza di osservazioni grammati-cali in luogo di esempi .

VI . — Si può osservare che queste conclusioni discordano d a

quanto clisse lo hertz . E dapprima, non tengono conto delle « sub-scriptiones » . Ma sebbene lo Hertz vi annetta sì grando importanz ada farne l'argomento principale por giudicare l'autorità (lei codic i(la lui usati, sta contro di lui una difficoltà da lui stosso avvertitama non risolta, ed espressa con le parole : « in vetustissunis ,

quae nunc supersunt, cacmplaribus, hanc subscriptionom no ninveni l » .

Non credo ehe di questo fatto si possa dare ulna spiegazion esoddisfacente : tali « subscriptioncs a, poste d 'ordinario alla fine ,e talvolta al principio, dei libri V, VIII, XII, XIIII, XVI, XVI Idelle « Institutiones grammaticae » mancano nei codici più anti -chi che seguono il testo di R, e mancano pure nel nostro Vatican oe nei frammenti che vi si annettono e che, per intenderci, fann ocapo a P .

Tutto quello che si volesse dire su questo argomento parmi s iridurrebbe a null ' altro che a confermare la constatazione del -lo Hertz e penso che se tali « subscriptiones » hanno per se stess eun valore dal lato storico nulla consente di esagerarne l ' impor-tanza rispetto alla natura intima del testo .

1 . Op . cit., 11, p . viii, Noia 23 .

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IL CODICE VATICANO LATINO 3313 .

1 3

Ad ogni modo non si può dire che nel Codice Vaticano manchin oper un arbitrio del copista .

Nel codice predetto, come risulta dalla descrizione, si trovan oquelle quattro appendici, che l 'editore chiama e additamenta u eche pubblica alla fine dei libri V, XI, XIIii, e al principio de lXVII, più una a lui sconosciusta e posta nel Codice alla fine de l1 . X. Dei primi quattro additamenta, tre, e in questi due comuni s ileggono nei Codici R, H, usati dallo Hertz ; due, e uno comune, ne iCodici K, uno solo, indifferentemente, negli altri . Non si pu òdire che appartengano a Prisciano, perchè ne è diverso lo stile ,manca l 'ordine, la materia è varia hanno più che altro l 'aspettoeli quegli appunti che quasi sempre si trovano conscribillati negl ispazî lasciati liberi dal primo scrittore di un Codice . Per l'argo -mento si col lega al 1 . XII e De Pronomine quello posto dall'editorea fine del 1 . XI, e col 1 . XI e De Participio » quello del Cod . Va-ticano posto a fine ciel libro stesso . Può recar meraviglia l'osser-vare che aggiunte di simil genere si leggano in un codice di tipo

abbreviato ; ma vale la pena di considerare in quale modo esse s itrovino nel Ms . Tre sono considerate indipendenti affatto dall 'o -pera, se non dalla mano del Grammatico di Cesarea : difatti ,

quelle ehe seguono i libri V, XI, XVI sono scritte dopo la formola

di chiusa ciel libro rispettivo ; quella a principio ciel 1 . XII e D e

Pronomine » segue il titolo ciel libro stesso, quindi il libro inco-mincia con una notevole iniziale ; quella a fine del 1 . XIIII continu a

il testo senza alcun segno di divisione . Per questa (cf, ed. cit . ,

III, p . 58-59) è da tener presente che si attribuisce all ' epoca d i

Prisciano, è di valore speciale, e fu oggetto di studi particolari :

è quella relativa agli « Avverbi plautini » ; per tutte si deve dir eche già si trovavano nell'archetipo da cui deriva il nostro Codice ,

e che a quelle si annetteva una certa importanza, perchè in fond o

non si tratta di pure parole, sebbene la forma lasci alquanto a

desiderare .

L 'autorità del Codice viene dunque ad accrescersi in quanto

rivela fedeltà nel riprodurre l'antigrafo ; per conseguenza si è in -

1 . Codex Colonionsis CC (Darmstadiensis 2190) sec . vii (laitzheim J ., Catalo-

gus historicus criticus Codicum Mss . Bibliothecae Ecclesiae Metropolitanae Colonien-

sis, Coloniae Agrippinensium, 1752, p . 160), sec . x (Jaffé Ph., Wattenbach W ., Ec-

clesiae Afetropolitanae Coloniensis Codices manuscripti .,,, Berolial, 1874, p . 87) ,

sec . xu (hertz M ., op . cit ., II, p . xx) .

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GIOVANNI MAllINI . - IL CODICE VATICANO LATINO 3313 .

dotti ad escludere l 'arbitrio nelle abbreviazioni e nell 'omissionedelle « subscriptiones » : così ci è fornito unnuovo argomento

per riconoscere il Ms . fedele continuatore di una tradizione spa-

rita .

VII . — Da tutto ciò cho ho esposto parmi scaturire legittima-mente la conseguenza che nella futura edizione critica dell e« Institutiones grammaticae » di Prisciano dovrà darsi al Codic eVaticano Latino 3313 un posto di particolare importanza .