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Il comportamento sismico delle strutture prefabbricate in calcestruzzo
Antonella Colombo, ASSOBETON
Le tradizionali strutture mono- e pluri-piano per edifici produttivi, fatte con l’assemblaggio di
componenti prefabbricati in calcestruzzo, hanno una grande diffusione in tutta Europa, grazie alla
loro economicità associata ad una ottima funzionalità. In Italia esse coprono la quasi totalità del
mercato degli edifici produttivi e una buona percentuale degli edifici commerciali.
Il quadro normativo
Quadro normativo europeo
Nell’ottica del mercato comune, a livello europeo da parecchi anni sono state promulgate delle
norme comuni per il calcolo strutturale, i cosiddetti Eurocodici, che riguardano la progettazione
strutturale di costruzioni realizzate con diversi materiali. Gli Eurocodici includono le esperienze
Nazionali ed il risultato della ricerca proveniente dall’intera Europa, insieme con la competenza
degli esperti che li hanno sviluppati. Essi sono riconosciuti come l’insieme più tecnicamente
avanzato di norme di ingegneria civile e strutturale a livello mondiale.
Con la Raccomandazione 2003/887/EC l’Unione Europea auspicò che gli Eurocodici diventassero
gli unici documenti di riferimento per la progettazione strutturale nei vari stati membri, tant’è vero
che, ad oggi, 23 stati membri adottano gli Eurocodici come norma per il calcolo strutturale,
agevolando, di fatto, la libera circolazione dei prodotti.
Quadro normativo italiano
In tutti i comuni della Repubblica italiana le costruzioni, sia pubbliche sia private, devono essere
realizzate in osservanza alle Norme Tecniche fissate con decreti del Ministro per le Infrastrutture e i
Trasporti, attualmente il DM 14 gennaio 2008 (NTC 2008). La Raccomandazione 2003/887/EC,
quindi, non è mai stata applicata in Italia.
Le Norme Tecniche attualmente in vigore definiscono i principi per il progetto, l’esecuzione e il
collaudo delle costruzioni. A tali norme deve pertanto adeguarsi il progettista calcolatore quando fa
il progetto di una struttura: esse forniscono i criteri generali di sicurezza, precisano le azioni che
devono essere utilizzate nel progetto, definiscono le caratteristiche dei materiali e dei prodotti e, più
in generale, trattano gli aspetti attinenti alla sicurezza strutturale delle opere.
Pur discostandosene in alcuni aspetti, le NTC 2008 si ispirano alle linee generali degli Eurocodici e
in essi trovano anche un supporto applicativo per tutto quanto non espressamente specificato nel
testo. Questa affermazione è esplicitamente indicata nell’Oggetto delle NTC, infatti, “Circa le
indicazioni applicative per l’ottenimento delle prescritte prestazioni, per quanto non espressamente
specificato nel presente documento, ci si può riferire a normative di comprovata validità e ad altri
documenti tecnici elencati nel Cap. 12. In particolare quelle fornite dagli Eurocodici con le relative
Appendici Nazionali costituiscono indicazioni di comprovata validità e forniscono il sistematico
supporto applicativo delle presenti norme”.
Mentre il testo attualmente in vigore delle NTC rispetta le linee generali contenute negli Eurocodici,
la stessa affermazione non può essere estesa anche alla bozza di revisione. La bozza di revisione,
infatti, si discosta notevolmente, ed in maniera che sembra voluta, ma non è motivata e motivabile,
dai contenuti degli Eurocodici, sia per quel che riguarda la progettazione in presenza di azioni
sismiche in generale che, nel particolare, per le strutture prefabbricate in calcestruzzo (capitolo
7.4.5 delle Norme Tecniche).
Nello specifico delle strutture prefabbricate, oltre ad un’impostazione generale differente, alcune
prescrizioni degli Eurocodici sono state introdotte in maniera inderogabile nella bozza in un
contesto totalmente diverso da quello per il quale vennero redatte, ponendo dubbi sul livello di
sicurezza strutturale dell’opera risultante. Inoltre, tale scelta non trova riscontro nelle risultanze
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degli ultimi progetti di ricerca (2009-2012 e 2012-2015) finanziati espressamente dalla
Commissione Europea, che hanno preso spunto dalle evidenze degli ultimi eventi sismici, e che
sono stati portati avanti dai migliori esperti del settore provenienti dalle diverse nazioni europee,
con il costante contributo anche di ASSOBETON.
La diversa impostazione tra le prescrizioni della bozza di revisione delle NTC e quella
dell’Eurocodice, oltre che essere contraria alle indicazioni della Commissione Europea, si pone
come vincolo alla libera circolazione dei prodotti.
Ricerche e progetti
Lo studio approfondito del comportamento sismico delle strutture prefabbricate vede, ormai da oltre
una ventina d’anni, il coinvolgimento diretto di ASSOBETON, Associazione Nazionale Industrie
Manufatti Cementizi.
Il lavoro di ricerca svolto è stato finanziato in larga parte dall’Unione Europea con finanziamenti
dedicati all’interno degli ultimi programmi quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico. I
finanziamenti alla ricerca dell’UE hanno consentito ad ASSOBETON di collaborare con scienziati
ed industria, sia all’interno dell’Europa che nel resto del mondo, per trovare soluzioni alle sfide del
settore. I risultati ottenuti hanno consentito di redigere il competente capitolo dell’Eurocodice 8, di
predisporre Linee Guida a disposizione dei progettisti europei, di rendere l’industria più innovativa
e competitiva.
Ogni progetto brevemente riassunto nel seguito ha prodotto un’ampia mole di risultati che sono stati
pubblicati in conferenze e riviste scientifiche di caratura internazionale. Per brevità di esposizione,
non si riporta nel seguito la lista completa delle pubblicazioni realizzate. Si vogliono qui citare solo
il capitolo 5.11 dell’Eurocodice 8, alla cui stesura i progetti di ricerca hanno fornito un supporto
scientifico, e le tre linee guida redatte all’interno degli ultimi due progetti di ricerca, SAFECAST e
SAFECLADDING, che sono liberamente a disposizione di progettisti e di Enti normativi:
- SAFECAST: Design guidelines for connections of precast structures under seismic catione
- SAFECLADDING: Design guidelines for wall panel connections
- SAFECLADDING: Design guidelines for precast structures with cladding panels
A prova della valenza scientifica delle Linee Guida si sottolinea che i contenuti dei documenti sono
alla base delle “simplified design guidelines for mechanical connections between precast concrete
structural elements in buildings”, progetto di norma attualmente in fase di pre-approvazione
nell’ISO/TC71/SC5/WG4.
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Duttilità dei pilastri prefabbricati
Nel 1994 ASSOBETON ha finanziato uno studio numerico-sperimentale su pilastri prefabbricati
dal molteplice obiettivo. Unitamente alla quantificazione della duttilità strutturale di questi elementi
strutturali, sono state valutate la stabilità del comportamento sotto azioni cicliche ed il coefficiente
di comportamento q. I risultati della ricerca sono stati utilizzati inoltre per validare le prescrizioni
contenute nella versione corrente dell'Eurocodice 8 relative ad elementi prefabbricati. Le prove
cicliche sono state eseguite presso il laboratorio ELSA del Centro Comune di Ricerca della
Commissione Europea. Alla campagna sperimentale è seguito un esteso studio numerico svolto dal
Politecnico di Milano.
Il programma sperimentale ha previsto l'esecuzione di prove cicliche su 20 pilastri, con plinto a
pozzetto, caratterizzate da diverse configurazioni dell'armatura e da differenti valori del carico
assiale. Gli elementi sono stati progettati rispettando le prescrizioni di Eurocodice 2 ed Eurocodice
8.
I risultati ottenuti nella campagna sperimentale hanno assunto un'importanza notevole per diverse
ragioni. Tra queste, sono da citare le condizioni di prova e l'applicabilità dei risultati ottenuti. In
particolare, l'eccellente controllo delle condizioni nelle quali sono state eseguite le prove hanno
permesso di limitare la dispersione dei risultati. Il notevole numero di caratteristiche investigate
nella ricerca ha consentito inoltre di coprire tutto il campo pratico di applicazione sia per travi che
per pilastri (rapporto di armatura longitudinale variabile tra 0.01 e 0.04; carico assiale normalizzato
tra 0.1 e 0.4 ed inferiore a 0.1 per travi).
Fino al raggiungimento del limite di resistenza, identificato con il collasso della prima barra
d'armatura, tutte le configurazioni di armatura sono risultate caratterizzate da un comportamento
ciclico stabile fino ad importanti valori di duttilità (tutti i valori ottenuti sono risultati essere
superiori a 5, valore che caratterizza il comportamento di strutture in calcestruzzo armato in classe
di duttilità H) a fronte di una limitata perdita di resistenza (dell’ordine del 10%).
La figura seguente mostra uno dei pilastri durante una prova: la sovrapposizione di immagini
ottenute in momenti diversi dà un'idea delle deformazioni imposte. Sono inoltre riportati due
esempi dei cicli di isteresi ottenuti.
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Confronto tra il comportamento sismico di edifici industriali monopiano prefabbricati e
gettati in opera
“Comportamento sismico degli edifici industriali prefabbricati in cemento armato”, progetto
ECOLEADER (contratto HPRI-CT-1999-00059, 2001-2003)
Nell’ultima bozza dell’anno 2000 (ENV 1998) dell’Eurocodice 8 in via di revisione per diventare
norma EN, era osservabile un notevole divario di trattamento tra le strutture in acciaio e le strutture
in calcestruzzo; l’ultima bozza di detto Eurocodice vedeva il coefficiente di struttura dei telai in
acciaio fermo sul valore q = 5.5 mentre quello per i telai in calcestruzzo scendeva a q = 4.0 e, per i
telai prefabbricati, ritenuti sismicamente deboli, scendeva ulteriormente a q = 3.0. Con l’intento di
ripristinare un equilibrato rapporto di trattamento delle regole di progettazione sismica
dell’Eurocodice 8, alcuni paesi sismici (Portogallo e Spagna) sono stati coinvolti in un progetto di
ricerca numerico-sperimentale parzialmente finanziato dal progetto ULISSE, che coinvolgeva le tre
associazioni italiane AITEC, ASSOBETON e ATECAP, e parzialmente da fondi europei
ECOLEADER. Le analisi numeriche sono state svolte dal Politecnico di Milano e Università di
Lubiana. Le prove sperimentali sono state condotte presso il laboratorio ELSA del Centro Comune
di Ricerca della Commissione Europea.
Il programma di ricerca ha focalizzato la sua attenzione sul comportamento sismico di edifici
prefabbricati monopiano. All’interno del progetto il comportamento sismico di un edificio realiz-
zato assemblando componenti prefabbricati è stato comparato con la risposta sismica di un’analoga
struttura realizzata con il più tradizionale sistema di calcestruzzo gettato in opera. Al fine di
permettere una comparazione tra il comportamento delle sue strutture, queste sono state progettate,
secondo le prescrizioni dell’Eurocodice 8 (versione Maggio 2001), in modo tale da resistere alla
stessa forza statica equivalente al sisma. Ciò ha portato a diverse dimensioni delle sezioni dei
pilastri (nel telaio prefabbricato e in quello gettato in opera) e delle armature. I prototipi sono stati
sottoposti a prove pseudodinamiche caratterizzate da intensità crescenti del sisma. In particolare,
entrambi i prototipi sono stati sottoposti a terremoti con intensità pari al 33%, 67% ed al 100% del
loro limite di collasso. Le prove eseguite hanno dimostrato che le strutture prefabbricate
posseggono significative risorse di resistenza nei riguardi delle azioni sismiche, del tutto
comparabili con quelle che caratterizzano analoghe strutture gettate in opera. Spostamento
massimo, comportamento isteretico dissipativo e quadro fessurativo sono risultati del tutto
paragonabili tra le due strutture al termine di ogni prova sperimentale.
Nel corso 2002, in seguito alla presentazione di una vasta documentazione di analisi teoriche e dello
stato di avanzamento del progetto sperimentale, il Sottocomitato SC8 ha approvato l’equiparazione
di tutti i telai in calcestruzzo al valore q = 4.5. Con questo ultimo risultato la parte 1-1 del nuovo
Eurocodice 8 è stata definitivamente approvata.
Nell'immagine successiva sono riportati il prototipo prefabbricato (a sinistra) e quello gettato in
opera (a destra) durante una delle prove eseguite.
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PRECAST STRUCTURES EC8
"Seismic behaviour of precast concrete structures with respect to Eurocode 8" (contratto G6RD–
CT–2002-00857, 2004-2008)
PRECAST STRUCTURE EC8, di durata triennale, è stato finanziato dalla Commissione Europea
all'interno del 5° Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico. Scopo del progetto era la
valutazione ed il completamento, attraverso analisi numeriche e sperimentali, delle regole di
progettazione per le strutture prefabbricate contenute nell'Eurocodice 8. Il consorzio di ricerca era
costituito da 10 partners: Politecnico di Milano (I), Magnetti Building (I), Gecofin (I), LNEC (P),
Civibral (P), NTUA (G), Proet (G), Univ. Lubiana (Sl), ELSA-Joint Research Centre (EU), Tongji
University of Shanghai.
Una vasta campagna numerica è stata completata da una serie di prove sperimentali su due prototipi
in scala reale rappresentativi di edifici industriali monopiano realizzati con elementi prefabbricati.
Le due strutture differivano per la direzione dei "telai portanti" nei confronti dell'azione sismica
applicata. Una delle due configurazioni è stata sottoposta a prova anche con la presenza di pannelli
perimetrali prefabbricati al fine di indagarne gli effetti irrigidenti sul comportamento globale.
Ogni configurazione è stata sottoposta a prove di simulazione sismica caratterizzate da intensità
crescenti da 0.005 g a 0.525 g. I risultati della campagna sperimentale hanno sottolineato la capacità
delle coperture prefabbricate di comportarsi come un diaframma rigido, importante nella
ripartizione delle azioni sismiche sugli elementi verticali sismo-resistenti. Il progetto ha fornito
anche importanti indicazioni circa l’effetto irrigidente dei pannelli prefabbricati e l’influenza del
comportamento delle connessioni sul com-portamento d’insieme della struttura.
Nella figura successiva sono mostrati i due prototipi all’interno del Laboratorio ELSA.
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SAFECAST
“Performance of Innovative Mechanical Connections in Precast Buildings Structures under Seismic
Conditions” (FP7-SME-2007-2, Grant agreement n. 218417, 2009-2012)
SAFECAST, finanziato dalla Commissione Europea all’interno del 7° Programma Quadro per la
Ricerca e lo Sviluppo, si è occupato dello studio del comportamento sismico delle strutture
prefabbricate, con particolare riferimento al comportamento delle connessioni. Il consorzio di
ricerca era formato da 16 partner provenienti da tutta Europa; del consorzio hanno fatto parte
associazioni di categoria, prefabbricatori, progettisti ed enti di ricerca. ASSOBETON ha ricoperto il
prestigioso ruolo di Coordinatore.
Il lavoro ha avuto inizio con la stesura di due stati dell’arte.
Il primo riguarda le tipologie di connessione esistenti nei paesi europei. Con riferimento alle 5
tipologie di connessione considerate nel progetto e schematicamente rappresentate nella figura 1, lo
studio ha catalogato le tipologie di connessione comunemente impiegate nelle nazioni direttamente
coinvolte nel progetto. Ciò ha permesso di individuare le tipologie maggiormente utilizzate al fine
di studiarne in dettaglio il comportamento sismico.
Il secondo stato dell’arte ha riguardato il progetto sismico di edifici prefabbricati. A tutti i partner
del progetto è stato chiesto di progettare un edificio prefabbricato monopiano definito solo in
termini di dimensioni in pianta, maglia strutturale e carichi principali. Oltre alla scelta degli
elementi utilizzati per la copertura (copertura piana, copertura a doppia pendenza, presenza o meno
di lucernari, …), i vari progetti hanno evidenziato diversità legate al valore del fattore di struttura,
alla classe di duttilità, alle resistenze dei materiali.
Figura 1: tipologie di connessioni studiate nel progetto SAFECAST
Questi due studi hanno costituito la base di partenza per le indagini sperimentali e numeriche svolte
nel prosieguo del progetto.
Le tipologie di connessioni più utilizzate sono così state sottoposte a prove sperimentali atte alla
caratterizzazione del comportamento meccanico per carichi monotoni e ciclici. Sono state realizzate
prove a diverso livello di dettaglio: su elementi di collegamento (figura 2), su nodi (figura 3), su
sottostrutture (figura 4). Le prove eseguite hanno permesso di identificare le caratteristiche
principali del comportamento delle varie tipologie, mettendo in evidenza, per alcune di esse, la
necessità di apportare delle modifiche. Per ogni tipologia studiata è stata predisposta una scheda
riassuntiva comprendente: le caratteristiche principali della connessione in termini di materiali e di
geometria, il comportamento monotono ed il comportamento ciclico.
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Figura 2: prove su elementi di collegamento
Figura 3: prove su nodi
Figura 4: prove su sottostrutture
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Tali dati (si veda, a titolo d’esempio, i risultati riportati nella figura 5) sono stati impiegati per
calibrare modelli numerici da utilizzarsi nella pratica progettuale quotidiana.
Figura 5: esempio di risultati ottenuti dalle prove su sottostrutture
Particolare attenzione è stata dedicata al comportamento sismico delle strutture prefabbricate
multipiano. Come è noto, le norme progettuali nazionali ed europee non forniscono indicazioni
specifiche circa la progettazione sismica di edifici prefabbricati multipiano, ciò con particolare
riferimento alle strutture che prevedono orizzontamenti incernierati ai pilastri. Al fine di coprire,
seppur parzialmente, le lacune presenti nella conoscenza del comportamento sismico di tali strutture
è stata pianificata una campagna sperimentale unica al mondo, unicità che risiede nelle dimensioni e
nella versatilità del prototipo che è stato sottoposto a prove di simulazione sismica. Il prototipo
aveva infatti dimensioni in pianta 15 x 15 metri, era costituito da due campate in entrambe le
direzioni e da tre piani, per un’altezza totale di poco più di 11 metri. Una fotografia della struttura
all’interno del laboratorio di prova è riportata nella figura 6. Le prove sono state realizzate, presso il
laboratorio ELSA della Commissione Europea, con il metodo pseudodinamico; le azioni sismiche
sono state applicate alla struttura attraverso degli attuatori che collegano la struttura stessa con il
grande muro di reazione che caratterizza il laboratorio ELSA.
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Figura 6: rappresentazione schematica della struttura in laboratorio
La struttura è stata sottoposta a prove in diverse configurazioni strutturali.
Durante la prima serie di prove, i collegamenti tra orizzontamenti e pilastri erano delle cerniere e la
struttura era corredata da due muri, anch’essi in calcestruzzo prefabbricato. Tale configurazione ha
consentito di analizzare la ripartizione delle forze sismiche tra la struttura a telaio e i muri. Tali
prove hanno consentito inoltre di studiare il comportamento a diaframma degli impalcati
prefabbricati.
Al termine della prima serie di prove i due muri sono stati scollegati dalla struttura.
La seconda configurazione analizzata sperimentalmente era costituita dal solo telaio prefabbricato
in cui gli orizzontamenti erano incernierati ai pilastri. La deformabilità della struttura è stata
valutata con riferimento al terremoto di progetto e per intensità superiori.
Grazie all’utilizzo di nuovi sistemi di collegamento trave-pilastro, la configurazione incernierata è
stata in seguito trasformata in configurazione con vincoli di continuità.
In particolare, la terza configurazione studiata prevedeva la realizzazione di vincoli di continuità
solo in corrispondenza dell’impalcato dell’ultimo piano.
Al termine di questa serie di prove, sono stati realizzati vincoli di continuità a tutti i piani, ottenendo
in tal modo una struttura analoga ad un telaio gettato in opera.
Le quattro configurazioni considerate sono riassunte schematicamente nella figura 7.
La campagna sperimentale si è conclusa con una prova ciclica ad ampiezza crescente mirata allo
studio del comportamento ultimo della struttura.
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Figura 7: le quattro configurazioni sottoposte a prove sismiche
Sia i risultati delle prove sperimentali che quelli delle analisi numeriche eseguite sono stati utilizzati
per ricavare regole di progetto riguardanti le connessioni e la struttura nel suo complesso. Il
documento “Design guidelines for connections of precast structures under seismic actions” è a
disposizione di tutti i progettisti europei ed è scaricabile dal sito
http://elsa.jrc.ec.europa.eu/publications/LBNA25377ENN
Il consorzio di ricerca era così composto: ASSOBETON – coordinatore del progetto (I), ANDECE
(E), ANIPB (P), SEVIPS (G), TPCA (Tr), ELSA-JRC (EU), POLIMI (I), NTUA (G), ITU (Tr),
LNEC (P), Univ. Lubiana (Sl), Labor (I), LUGEA (I), DLC (I), Riphorsa (E), Halfen (D).
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SAFECLADDING
“Improved fastening systems of cladding wall panels of Precast buildings in seismic zones” (FP7-
SME 2012, Grant agreement n. 314122, 2012-2015)
SAFECLADDING, finanziato dalla Commissione Europea all’interno del 7° Programma Quadro
per la Ricerca e lo Sviluppo, si è occupato dello studio del comportamento sismico delle strutture
prefabbricate, con particolare riferimento all’interazione pannello-struttura. Il consorzio di ricerca
era formato da 12 partner provenienti da tutta Europa; del consorzio hanno fatto parte associazioni
di categoria, prefabbricatori, progettisti ed enti di ricerca.
I progetti precedentemente illustrati hanno contribuito a fornire importanti informazioni inerenti il
comportamento sismico delle strutture prefabbricate sia per quanto riguarda il comportamento
d’insieme, che la progettazione di singoli componenti, come le connessioni tra elementi strutturali.
SAFECLADDING si è concentrato sullo studio degli effetti della presenza dei pannelli nel
comportamento d’insieme della struttura in funzione del tipo di collegamento realizzato. L’attuale
prassi progettuale europea delle strutture prefabbricate, infatti, si basa su di un modello a telaio
“nudo” dove i pannelli perimetrali di tamponamento entrano solo come masse, senza alcuna
rigidezza. I collegamenti tra pannelli e struttura vengono in genere dimensionati con un calcolo
locale in base alla massa dei pannelli per forze d’attacco ortogonali al piano dei pannelli stessi. Il
terremoto di L’Aquila del 2009, quello di Lorca del 2011 ed il successivo dell’Emilia del 2012
hanno evidenziato che i pannelli entrano a far parte del sistema resistente condizionandone la
risposta sismica. Tale interazione è fortemente legata al tipo di collegamento realizzato.
All’interno del progetto di ricerca sono pertanto state prese in considerazione tre diverse
configurazioni di collegamento:
- configurazione isostatica: pannelli di parete collegati alla struttura con vincoli che
consentono il libero manifestarsi dei grandi spostamenti attesi per la struttura a telaio sotto
sisma. Questa soluzione permette di seguire il tradizionale approccio progettuale dell’analisi
fatta sul modello del solo telaio “nudo”.
- configurazione integrata: pannelli di parete collegati con un sistema iperstatico di vincoli
fissi che li rende parte integrante del sistema resistente. Questa soluzione richiede un
approccio progettuale basato su di un modello misto pareti-telaio.
- configurazione dissipativa: questa soluzione si pone come intermedia tra le due presentate
precedentemente. Ad un sistema di collegamento pannello-struttura di tipo isostatico è
affiancato un sistema di collegamento tra pannelli adiacenti in grado di dissipare energia.
Tutte queste configurazione richiedono lo specifico progetto di nuovi connettori: che siano in grado
di consentire quei grandi spostamenti della soluzione isostatica; che siano in grado di trasmettere le
grandi forze previste nella soluzione integrata; che siano in grado di dissipare l’energia prevista
nella soluzione dissipativa.
Il progetto ha dedicato anche ampio spazio alle strutture ed ai sistemi di connessione esistenti. Per
ognuno di essi sono stati messi in luce vantaggi e svantaggi. Come ulteriore protezione delle
strutture esistenti sono stati studiati degli specifici sistemi di back-up in grado di evitare la caduta
dei pannelli in caso di collasso dei tradizionali sistemi di collegamento.
Dopo un’approfondita analisi dello stato dell’arte riguardante le connessioni nelle strutture
prefabbricate, il progetto ha dedicato ampio spazio allo studio dei singoli collegamenti. Prove locali
e su sottostrutture sono state eseguite sia su sistemi di collegamento esistenti, come quelli riportati
in figura 1, sia su dispositivi di nuova concezione in grado di realizzare le tre possibili
configurazioni (isostatica, integrata, dissipativa) individuate come possibili soluzioni (figura 2).
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Figura 1: tipologie di connessioni esistenti studiate nel progetto SAFECLADDING
Figura 2: tipologie di connessioni dissipative studiate nel progetto SAFECLADDING
Le prove eseguite hanno permesso di identificare le caratteristiche principali del comportamento
delle varie tipologie, mettendo in evidenza, per alcune di esse, la necessità di apportare delle
modifiche. Per ogni tipologia studiata è stata predisposta una scheda riassuntiva comprendente: le
caratteristiche principali della connessione in termini di materiali e di geometria, il comportamento
monotono ed il comportamento ciclico. Tali dati sono stati impiegati per calibrare modelli numerici
da utilizzarsi nella pratica progettuale quotidiana.
Alla dettagliata analisi del comportamento delle connessioni è stato affiancato lo studio del
comportamento della struttura nella sua globalità. A tal fine è stato costruito un telaio prefabbricato
monopiano che ha consentito l’esecuzione di prove su molteplici configurazioni: per ognuna delle
due configurazioni principali, corrispondenti al montaggio di pannelli orizzontali o verticali, sono
state studiate diverse soluzioni di vincolo pannello-struttura, per un totale di 37 prove sperimentali
diverse. Il comportamento del telaio nudo ha consentito di valutare le differenze tra le varie
soluzioni testate.
Sia i risultati delle prove sperimentali che quelli della vasta campagna numerica eseguita sono stati
utilizzati per ricavare regole di progetto riguardanti sia le connessioni che la struttura nel suo
DDiissppoossiittiivvii MMuullttii--sslliitt DDiissppoossiittiivvii aa ccuusscciinnoo
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complesso. I due documenti, “Design guidelines for wall panel connections” e “Design guidelines
for precast structures with cladding panels” sono a disposizione di tutti i progettisti europei.
http://bookshop.europa.eu/en/design-guidelines-for-wall-panel-connections-pbLBNA27934
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http://bookshop.europa.eu/en/design-guidelines-for-precast-structures-with-cladding-panels-
pbLBNA27935/
Il consorzio di ricerca era così composto: BIBM – coordinatore del progetto (EU), ASSOBETON
(I), ANDECE (E), TPCA (Tr), ECS (EU), ELSA-JRC (EU), POLIMI (I), NTUA (G), ITU (Tr),
Univ. Lubiana (Sl), Yapi Mekezi (Tr), BS (I).