il corriere dei ciechi 11-12-2001.doc · web viewla scienza e la tecnica sono spesso al servizio di...

95
IL CORRIERE DEI CIECHI Anno 56 - N. 11/12 Novembre/Dicembre 2001 Reg. Trib. Roma N. 2087 Direttore responsabile Tommaso Daniele Comitato di Redazione: Cesare Barca, Luisa Bartolucci, Enrico Flamigni, Ferruccio Gumirato, Arrigo Marzola, Benito Spadini, Renato Terrosi, Enzo Tioli, Flavio Vezzosi. Coordinatore del Comitato di Redazione Enzo Tioli Redazione: Luisa Bartolucci, Enrico Flamigni, Renato Terrosi (Redattore capo), Flavio Vezzosi Segretaria di Redazione Mariolina Lombardi Direzione, Amministrazione, Redazione: 00187 Roma, Via Borgognona, 38 Tel. 06/699.881 Redazione: Tel. dir. 06 69988411 - 06 69988376 e-mail: [email protected] Sito internet: www.uiciechi.it Stampa: Grafica CdP S.r.l. - Via di Portonaccio, 23/b 00149 Roma - Tel. 43.86.447 - 43.53.02.26 Abbonamenti L. 15.000 • c.c.p. n. 279018 Il «Corriere dei Ciechi» è associato all'USPI Unione Stampa Periodica Italiana Immagini e illustrazioni di: Archivio Uic, Archivio Irifor, Pergola Elaborazioni grafiche a cura di Michele Pergola La copertina è di QuinTilia Eventuali omissioni, involontarie, possono essere sanate Chiuso in Redazione il 06/12/2001 Finito di stampare nel mese di dicembre 2001 SOPRATTUTTO CON AMORE

Upload: others

Post on 04-Mar-2020

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

IL CORRIERE DEI CIECHIAnno 56 - N. 11/12 Novembre/Dicembre 2001Reg. Trib. Roma N. 2087

Direttore responsabileTommaso DanieleComitato di Redazione:Cesare Barca, Luisa Bartolucci, Enrico Flamigni, Ferruccio Gumirato, Arrigo Marzola, Benito Spadini, Renato Terrosi, Enzo Tioli, Flavio Vezzosi.Coordinatore del Comitato di RedazioneEnzo TioliRedazione:Luisa Bartolucci, Enrico Flamigni, Renato Terrosi (Redattore capo), Flavio VezzosiSegretaria di RedazioneMariolina LombardiDirezione, Amministrazione, Redazione:00187 Roma, Via Borgognona, 38Tel. 06/699.881 Redazione: Tel. dir. 06 69988411 - 06 69988376e-mail: [email protected] internet: www.uiciechi.itStampa: Grafica CdP S.r.l. - Via di Portonaccio, 23/b 00149 Roma - Tel. 43.86.447 - 43.53.02.26Abbonamenti L. 15.000 • c.c.p. n. 279018Il «Corriere dei Ciechi»è associato all'USPIUnione StampaPeriodica ItalianaImmagini e illustrazioni di: Archivio Uic, Archivio Irifor, PergolaElaborazioni grafiche a cura di Michele PergolaLa copertina è di QuinTiliaEventuali omissioni, involontarie, possono essere sanateChiuso in Redazione il 06/12/2001Finito di stampare nel mese di dicembre 2001

SOPRATTUTTO CON AMOREIl discorso di apertura del Presidente Nazionale al XX Congresso Uic e la nota conclusiva su questo importante evento della vita dell’Unione caratterizzano il fascicolo di fine 2001, comprendente un ampio ventaglio di argomenti istituzionali e di intrattenimento. Servizi esclusivi di note firme del giornalismo italiano, operanti anche nel sociale, e le consuete rubriche di servizio compendiano un numero ricco di contenuti.

PAGINA 2SOMMARIO

5

Page 2: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

XX CONGRESSO NAZIONALE DELL’UICIL RUOLO DELL’ASSOCIAZIONISMO NELL’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONEdi Tommaso Daniele

15UNA UMANITA’ FORTEdi Franco Piccinelli

16LETTERA DI SPERANZAdi Romolo Paradiso

18COME ANIME PICCOLE PICCOLE (Servizio Esclusivo 2ª parte)di Luisa Bartolucci

28POLITICAMENTE SCORRETTO29BOGLIACO SI… SVELAdi Mario Censabella

50NUOVO SITO DELL’UNIONE di Michele Pergola

54LA MIOPIA DI SCHUMANNdi Marco Guizzi

56IL SENTIERO DEI SENSIdi Renato Mastronardi

58UNA IDEA, UNA SPERANZA, UNA REALTÀdi Vitantonio Zito

65BORSE DI STUDIO 2001di Enzo Tioli

67LETTURAIERI E OGGI: DAL “CINEMETTO” ALLA MULTISALAdi RENATO TERROSI

Page 3: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

70NIENTE DI DIVERSOdi Gianluca Morabito

71GUIDARE L’INTEGRAZIONEdi Pietro Piscitelli

73LA DIREZIONE NAZIONALEdi Vitantonio Zito

75SPAZIO FANDdi Tommaso Daniele

RUBICHE

32SEGNALIBROdi R. Terrosi

33LIBRO PARLATO

34VISUSdi A. Modugno

35IPOVEDENTIdi A. Mombelli

36SIBEMOLLEdi F. Vezzosi

38SPORTdi F. Vezzosi

39A LUME DI LEGGEa cura del C.D.G.

43PREVENZIONEdi G. Castronovo

45

Page 4: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

LAVORO OGGIdi V. Zito

46VITA ASSOCIATIVAdi E. Flamigni

80MUSA IN SOFÀ

PAGINA 4XX CONGRESSO NAZIONALE DELL'UICLE NUOVE SFIDE DELL'UIC

PAGINA 5IL RUOLO DELL’ASSOCIAZIONISMO NELL’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE

Buon giorno a tutti, benvenuti al XX Congresso Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi.La voce calda ed espressiva di Andrea Bocelli ha creato un’atmosfera particolare per questa cerimonia; questa stupenda preghiera che abbiamo appena ascoltato ci porta d’incanto in un’altra dimensione ed il nostro pensiero non può non andare ai morti innocenti di New York, Washington, Kabul, Gerusalemme, della Striscia di Gaza, a tutte le vittime del terrorismo e il nostro cuore non può che provare sdegno e rabbia per coloro che credono nella follia della violenza. Vorremmo tanto che la voce di Andrea Bocelli fosse più forte del fragore dei missili e delle bombe e diventasse messaggera di pace e di giustizia per recuperare il filo perduto della fratellanza nel mondo. Sarebbe motivo di grande orgoglio per i ciechi d’Italia, d’Europa e del mondo.Salutiamo i ciechi d’Italia, benvenuti al XX Congresso Nazionale della nostra Unione, salutiamo con un fragoroso applauso gli amici che ci hanno lasciato: Peppino Caputo, Gianni Fucà, Antonino Zanghì ed infine Gianni Di Maio, salutiamo Giovanni Pagano, Presidente degli invalidi civili, Pietro Mercandelli, Presidente degli invalidi sul lavoro, Ida Collu, Presidente dei sordomuti, Franco Cesareo, Presidente degli invalidi per servizio.Un saluto a Publio Fiori, Vicepresidente della Camera dei Deputati; Enrico La Loggia, Ministro per gli Affari Regionali; Giovanni Alemanno, Ministro delle Politiche Agricole e Forestali; Enzo Bianco, Presidente del Comitato parlamentare per i Servizi di Informazione e Sicurezza e per il Segreto di Stato; Michele Giuseppe Vietti, Sottosegretario di Stato alla Giustizia; Maurizio Balocchi, Sottosegretario al Ministero dell’Interno; Livia Turco, Componente della XII Commissione permanente Affari Sociali; Augusto Battaglia, Componente della XII Commissione permanente Affari Sociali; Giacco Luigi, Componente della XII Commissione permanente Affari Sociali; Carmelo Porcu, Componente della XII Commissione permanente Affari Sociali; Paolo Giarretta, Membro della V Commissione permanente bilancio; Eugenio Riccio, Componente della V Commissione permanente Bilancio, Tesoro e Programmazione; Carmine Degennaro, Componente della VI Commissione permanente Finanze; Domenico Sudano, Membro della VII Commissione permanente

Page 5: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Istruzione Pubblica, Beni culturali; Michele Bonatesta, Membro della Commissione di Vigilanza e Servizi Radiotelevisivi; Manuela Campisi, delegata del Ministro per le Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo; Luca Angeletti, Segretario Generale UIL; Beatrice Lorenzin, Gruppo consiliare del Comune di Roma; Maggiore Generale Michele Donvito, delegato del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito; Giovanni Copertino, Assessore della Regione Puglia.Benvenuti al XX Congresso Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi “Il ruolo dell’associazionismo nell’era della globalizzazione”.Amici congressisti, autorità, signori e signore, è la quarta volta che ho l’onore di presentare il Congresso dell’Unione Italiana dei Ciechi, ma non è ancora un’abitudine, ogni volta il cuore batte forte, le gambe tremano, la voce viene meno.E’ così anche oggi, l’emozione è grande, anzi grandissima, perché grande, grandissima è la responsabilità di parlare di fronte a una platea così altamente qualificata dei ciechi nella società degli anni 2000, nell’era appunto della globalizzazione. I ciechi con le loro ansie, le preoccupazioni, le paure, i bisogni, le speranze, le prospettive, i progetti, le strategie per il presente e per il futuro. Una responsabilità grande, grandissima, perché quella del 2000 è una società complessa, multiforme, problematica, attraversata da mille inquietudini, una società che ha gettato il cuore oltre la siepe dei confini nazionali e continentali per attingere una dimensione planetaria, una dimensione nuova, affascinante, per tanti aspetti straordinaria, ma anche terribilmente fragile e pericolosa nella quale è facile smarrire il filo della ragione e perdersi.La scienza e la tecnica hanno spazzato via ogni forma di barriera avvicinando i continenti ed i popoli. La televisione, la radio, i giornali, internet ci informano quotidianamente, ora per ora, minuto per minuto di ciò che accade in Europa, in Asia, in Africa, in America, in Australia, il mondo è diventato davvero piccolo, il villaggio globale non è più un sogno, un’utopia.Ma la scienza e la tecnica insieme alle barriere hanno spazzato via i vecchi equilibri economici, politici, culturali, sociali, facendo esplodere le mille contraddizioni che da tempo covavano sotto la cenere, è stato come scoperchiare improvvisamente una pentola a pressione.Sono così venute alla luce le diverse forme di sfruttamento dell’uomo da parte dell’altro uomo, la prostituzione, il lavoro minorile, lo scempio dell’ambiente e la follia della droga e del terrorismo; di fronte ad uno scenario così inquietante la gente comune si sente scoppiare la testa, avverte la propria inadeguatezza, la propria impotenza e va alla ricerca di nuovi punti di riferimento, di ancoraggi sicuri, in una parola, reclama un nuovo ordine mondiale fondato sulla libertà, la democrazia, la solidarietà, la giustizia.Tale ordine si costruisce restituendo all’uomo la sua centralità nella storia; la sua dignità, i suoi valori devono diventare il fine ultimo della politica, dell’economia, della cultura, tutto ciò è incompatibile col mercato senza regole, con la competizione selvaggia, con la concorrenza spietata, col profitto ad ogni costo.La scienza e la tecnica hanno messo nelle mani dell’uomo poteri straordinari, eccezionali che possono o salvare o distruggere il mondo. Per salvare il mondo occorre innalzare la bandiera dell’amore, della solidarietà, della giustizia; “nel cuore dell’uomo l’amore è il principio e la fine di tutte le cose”, scriveva Leone Tolstoj.Nella società del 2000, nell’era della globalizzazione tenere alta la bandiera dell’amore diventa un preciso e forte imperativo categorico, imperativo categorico che si addice in modo particolare al ricco e variegato mondo dell’associazionismo, del

Page 6: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

volontariato, che crede nei valori dell’uomo e ha sempre fatto della difesa dei più deboli il fine ultimo della propria azione e della propria esistenza.Dunque, il mondo dell’associazionismo può giocare un ruolo importante nella costruzione di un nuovo ordine, indicando le vie della centralità dell’uomo sul palcoscenico della storia, vie che passano attraverso la non discriminazione e il rispetto dei diritti umani.In questa battaglia per la libertà, per la solidarietà, per la giustizia, per la civiltà, i disabili d’Italia, d’Europa, del mondo sono al primo posto, sono al primo posto perché essi, come tutte le fasce deboli, non hanno niente da guadagnare in una guerra di tutti contro tutti “ homo homini lupus”. Nel caso prevalessero definitivamente le logiche della competizione selvaggia, della concorrenza spietata, del profitto ad ogni costo, il divario esistente oggi tra ricchi e poveri, tra forti e deboli diventerebbe abissale e il numero degli emarginati e degli esclusi crescerebbe a dismisura e l’uomo sarebbe condannato a tornare agli anni bui del Medioevo.I ciechi italiani hanno già conosciuto questa triste ed amara condizione, per loro il Medioevo non è finito nel 1492 con la scoperta dell’America, ma è continuato fino al 1825, vale a dire fino a quando il genio di Louis Braille non ha dato loro la possibilità di leggere e scrivere spalancando così le vie della cultura.Assai meno di un secolo fa, i ciechi italiani hanno conosciuto l’umiliazione dei gradini delle chiese, degli angoli delle strade, perché afflitti dalla miseria economica, morale, sociale e culturale; assai meno di un secolo fa il codice civile di un Paese civile qual è l’Italia, considerava i ciechi cittadini di serie B non riconoscendo loro la capacità di intendere e di volere e quindi di agire.Questa triste e disumana condizione colpì il cuore e la mente di un cieco di guerra, un eroe nazionale del tempo Aurelio Nicolodi. Aurelio Nicolodi che ebbe tre grandi, geniali intuizioni: raccogliere i ciechi d’Italia sotto un’unica bandiera, quale che fosse la causa della cecità, il riscatto dei ciechi non poteva venire che dai ciechi, i ciechi non dovevano isolarsi ma vivere in mezzo ai vedenti.Nasce così il 26 ottobre del 1920 a Genova l’Unione Italiana dei Ciechi. Comincia così la marcia nel deserto del popolo dei ciechi italiani verso il riscatto sociale, verso la pari dignità, verso le pari opportunità. Comincia così il grande libro della storia delle conquiste dei ciechi italiani, scritta giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, e ogni pagina reca i segni della sofferenza, del dolore, delle umiliazioni, delle angosce, delle disperazioni.Lo scorso anno abbiamo celebrato gli 80 anni di storia della nostra Associazione; i ciechi italiani si sono recati in pellegrinaggio a Genova per testimoniare il loro affetto e la loro gratitudine ai Padri fondatori dell’Unione Italiana dei Ciechi.A Genova, presso il Teatro Carlo Felice, abbiamo reso omaggio ad Aurelio Nicolodi, a Paolo Bentivoglio, Giuseppe Fucà, e abbiamo portato idealmente sulle loro tombe i fiori freschi della riconoscenza, la riconoscenza per averci dato l’Unione Italiana dei Ciechi, per aver strappato il diritto allo studio, al lavoro, alla pensione, all’indennità di accompagnamento, per aver ottenuto che durante la Seconda guerra mondiale i ciechi servissero la Patria in qualità di aerofonisti creando le premesse per una reale integrazione sociale, per aver cambiato il codice civile, restituendoci la pari dignità di fronte alla legge e per tante altre conquiste che solo la tirannia del tempo ci impedisce di ricordare.Grazie a Nicolodi, a Bentivoglio, a Fucà i ciechi italiani hanno potuto scalare parte della grande montagna del pregiudizio sociale e oggi camminano a testa alta nella società esibendo i loro diplomi, le loro lauree, le loro professioni. Diecimila centralinisti negli uffici pubblici e privati, duemilacinquecento massofisioterapisti

Page 7: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

negli ospedali e nelle cliniche private, tremila docenti nella scuola di ogni ordine e grado, centinaia di Presidi e altrettanti liberi professionisti.Ma la marcia nel deserto non è finita, c’è ancora tanta strada davanti a noi e tutta in salita. Il grande libro della storia dei ciechi è incompiuto, ci sono ancora troppe pagine da scrivere. Noi questo lo sappiamo, lo abbiamo sempre saputo e perciò non ci arrendiamo, siamo cavalli di razza avvezzi alla lotta e alla resistenza, scriveva Nino Salvaneschi.Sappiamo che la scienza, la tecnica, il progresso, la storia si incaricano di spostare sempre un po’ più in là il traguardo delle pari opportunità, la nostra è una corsa ad ostacoli che non finisce mai, una specie di fatica di Sisifo; questa fatica noi la vogliamo fare per vincere la corsa. Piuttosto che maledire il buio è meglio accendere una candela, scriveva John Kennedy.Il XX Congresso Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi, che oggi inauguriamo, deve prendere coscienza delle novità degli anni 2000, fare i conti con il fenomeno della globalizzazione e accendere una candela affinché ciò che oggi è un ostacolo sul cammino dei ciechi, possa trasformarsi in una nuova opportunità di emancipazione verso una migliore qualità della vita per la conquista di nuovi spazi di libertà, di autonomia e di indipendenza.I ciechi italiani non possono perdere l’appuntamento con la storia, vogliono salire sul treno del cambiamento e giocare un ruolo attivo nella società di tutti, studenti fra studenti, lavoratori fra lavoratori, cittadini fra cittadini, uomini fra uomini. E’ il sogno di sempre, il viaggio verso la terra promessa mai trovata, il traguardo sempre inseguito e mai raggiunto, il traguardo della pari dignità e delle pari opportunità, ancora oggi esso appare un miraggio lontano, un sogno proibito.Le nuove tecnologie hanno compiuto il miracolo di aprire ai ciechi grandi spazi di autonomia e di libertà, l’immensa risorsa del computer, utilizzabile mediante un display braille o in voce, le sterminate praterie di Internet; eppure esse privilegiando l’uso delle immagini e della grafica, rischiano di diventare l’ennesima insormontabile barriera per i ciechi.Il giornale elettronico, il libro elettronico, la maggior parte dei siti web, le carte intelligenti, la patente informatica, i distributori di informazioni, le monete elettroniche sono pressoché del tutto inaccessibili ai ciechi perché pensati, progettati e realizzati senza tener conto dei bisogni delle persone con speciali necessità, sacrificate ancora una volta sull’altare del dio denaro.Per effetto di tali logiche e di tali filosofie sono a rischio le più diffuse professioni tradizionali dei ciechi, senza che peraltro si aprano concrete prospettive di nuovi sbocchi professionali che pure le nuove tecnologie renderebbero possibili. Pensiamo ai nuovi centralini per gli operatori telefonici, alle nuove apparecchiature di controllo per i massofisioterapisti, all’ipertesto e alla multimedialità con i quali si devono confrontare i nostri ragazzi ed i nostri insegnanti ciechi.Non siamo abituati a piangerci addosso, anzi l’ottimismo è la nostra arma migliore, eppure non è possibile far finta di niente, il rischio di esclusione è reale ed è incontestabile. Si impone, quindi, una nuova filosofia, una nuova strategia, la logica del mercato deve cedere il posto a quella della non discriminazione e del rispetto dei diritti umani.La progettazione per tutti, “design for all”, è il tema scelto dall’Unione europea per la giornata internazionale della disabilità. Noi vogliamo esprimere l’auspicio che l’evento non passi sotto silenzio e non sia vissuto come uno dei tanti riti stancamente portati avanti dalla burocrazia europea, osiamo sperare invece che sia l’occasione per

Page 8: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

una riflessione seria da parte del Governo, del Parlamento, dei datori di lavoro, dei rappresentanti dei lavoratori, della società civile.Un problema di così vasta e profonda portata qual è quello dell’accessibilità dei disabili alle nuove tecnologie, non può essere lasciato alla sensibilità, all’intelligenza ed alla generosità dei progettisti e dei produttori, richiede l’energico e autorevole intervento della mano pubblica, che ha il dovere morale e legale di assistere i più deboli.La cecità è una minorazione gravissima, essa accompagna l’uomo giorno dopo giorno, dall’alba al tramonto per tutta la vita, dalla culla alla bara; nell’immaginario collettivo la cecità evoca il buio e il buio evoca paura. Questo sentimento, così umano, purtroppo è fondato, la cecità fa paura, deve far paura. Il settantacinque per cento delle informazioni che arrivano al cervello, arriva attraverso il canale visivo. Questo significa che nei ciechi gli altri sensi devono svolgere un enorme lavoro di supplenza, che per i ciechi è tutto più difficile e faticoso: studiare, lavorare, compiere gli atti quotidiani come andare all’angolo a prendere un caffè, leggere un giornale, un libro.Sottovalutare la cecità è un grave errore, per sconfiggerla occorre conoscerla, per conoscerla non basta chiudere gli occhi per un minuto, per un’ora, per un giorno, bisogna viverla tutta la vita e solo allora sapremo che ogni giorno che passa è una vittoria sulla vita per la vita.Non serve nascondere la cecità, far finta che sia un accidente da poco, mimetizzarsi, pensare di essere uguali ai vedenti, certo che siamo uguali, c’è una sola differenza: chi vede ha la vista e noi no. A parte le battute, è chiaro che si può vivere anche da ciechi, si deve vivere da ciechi, certo è dura non vedere la luce che si accende nel sorriso di un bimbo, nell’espressione del viso delle persone care, il cielo stellato sopra di noi, la bellezza di un’opera d’arte.Ma tant’è, questa nostra vita noi la vogliamo vivere nonostante tutto, vogliamo viverla attivamente, da protagonisti, vogliamo esserci ogni volta che la storia chiama a nuovi appuntamenti, ogni volta che passa il treno del cambiamento. Non amiamo sostare sulla riva del fiume a contemplare la corrente che passa, amiamo tuffarci nell’acqua della vita e nuotare anche contro corrente, quando è necessario.Certo in questa nostra battaglia, anzi in questa nostra guerra quotidiana contro la cecità non possiamo essere soli, abbiamo bisogno della solidarietà di tutti. Oggi più che mai sappiamo di non essere soli, sono qui altissimi e illustri rappresentanti del Parlamento, del Governo, dei Sindacati dei lavoratori, dei datori di lavoro, della società civile e di altre istituzioni. A tutti chiediamo aiuto, a tutti rivolgiamo un caldo appello.Innanzitutto al Governo al quale desideriamo esprimere solidarietà senza riserve per le difficoltà di questo tragico momento storico, perché gestire il Paese sotto l’incubo della minaccia terroristica richiede nervi saldi e saggezza. Al Governo desideriamo anche dire grazie per aver corretto in corso d’opera alcuni punti neri della legge finanziaria che ci riguardavano: mi riferisco al taglio del dieci per cento dei contributi destinati alla Biblioteca per ciechi “Regina Margherita”, al Centro Nazionale del Libro Parlato e all’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione dei ciechi, mi riferisco al blocco delle assunzioni dei disabili e alla loro esclusione dai benefici pensionistici, punti neri individuati e denunciati al Teatro Sistina in occasione dell’assemblea dei quadri dirigenti della Federazione delle Associazioni Nazionali dei Disabili ed eliminati dal Senato con voto unanime della maggioranza e della minoranza grazie alla disponibilità del Governo.

Page 9: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Ecco l’appello, signor Presidente del Consiglio, signori Sottosegretari, i ciechi italiani non chiedono la luna, chiedono solo di poter studiare, di poter lavorare, avere una vita di relazione come tutti quanti gli altri. Perché questo sia, la cecità e le altre disabilità gravi devono essere considerate una questione sociale e la loro sconfitta un obiettivo di Governo.Il Parlamento italiano ha scritto pagine bellissime e di grande civiltà a favore dei ciechi, pagine che ci sono invidiate dall’Europa intera e forse dal mondo. Questo perché le forze politiche, in ogni tempo, hanno riconosciuto la particolare gravità della minorazione visiva e la necessità di interventi specifici per rimuovere, quando e quanto possibile, i tanti gravi condizionamenti che accompagnano il cieco nell’arco della sua vita.Da alcuni anni si assiste ad un diverso atteggiamento del mondo politico, in nome della globalità degli interventi si tende a mettere sullo stesso piano minorazioni gravi e meno gravi. Una specie di omologazione che non può produrre che ingiustizia; come ammoniva don Milani, “non c’è maggiore ingiustizia che far parti uguali fra disuguali”. Lungi da noi l’idea di voler adombrare una guerra fra poveri, noi chiediamo che all’interno del principio della globalità, il cui valore non disconosciamo, venga recuperato il senso ed il significato della specificità delle minorazioni, con le conseguenze che essa comporta. Chiediamo, inoltre, che venga riconosciuto il ruolo dell’Unione Italiana dei Ciechi e delle altre associazioni storiche ed il loro diritto di rappresentanza e di tutela, che deriva dalle leggi in vigore e soprattutto dalla autorevolezza, dal prestigio, dalla credibilità che ci siamo guadagnati in tanti anni di lotta e di dialogo con le istituzioni, nonché dall’entità numerica dei nostri iscritti. Come risulta da una indagine Doxa il novantotto per cento dei ciechi iscritti ad una associazione di categoria è iscritto all’Unione Italiana dei Ciechi. Da qualche tempo, purtroppo, si tende a dare ascolto a sedicenti associazioni che possono esibire soltanto sigle e generali senza esercito, che niente hanno a che fare con la storia dei ciechi e, tanto meno, con la loro rappresentanza e tutela. Tutto ciò non è più accettabile e rappresenta una offesa al nostro passato ed al nostro presente. Un caldo appello ai datori di lavoro, con i quali vorremmo aprire un dialogo nuovo che faccia giustizia dei tanti silenzi, e apra prospettive di feconda collaborazione. Oggi, in Italia, grazie alle leggi speciali, lavorano oltre quindicimila ciechi, un numero elevatissimo se lo si rapporta alla media europea. Il collocamento mirato ha creato una forza lavoro che si è distinta per grande professionalità e produttività. L’Unione Italiana dei Ciechi difende con convinzione le leggi speciali e rivendica con orgoglio la bontà delle sue scelte. E’ innegabile tuttavia che quelle scelte furono il frutto di una storica indisponibilità dei datori di lavoro che hanno sempre ostinatamente rifiutato l’inserimento dei ciechi nel mondo del lavoro di tutti. Ma le condizioni oggi sono cambiate, tanti pregiudizi sono stati spazzati via dai fatti. E i fatti dicono che i ciechi si guadagnano onestamente il loro stipendio e qualche volta sono addirittura più bravi dei loro colleghi vedenti. Le nuove tecnologie, inoltre, hanno creato nuovi spazi di libertà e di autonomia per i ciechi; diventa doveroso, quindi, esplorare per essi la possibilità di nuovi sbocchi occupazionali. Ci aspettiamo che i datori di lavoro facciano la loro parte e ci aiutino a spezzare la camicia di forza dei lavori tradizionali dei ciechi per spaziare in ambiti nuovi e magari più gratificanti.

Page 10: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Un caldo appello ai sindacati affinché scrivano parole nuove in materia di tutela dei lavoratori ciechi; troppo spesso, finora, hanno privilegiato i grandi numeri, cosicché la voce dei ciechi che chiedevano giustizia nell’ambiente di lavoro è rimasta inascoltata. Infine, un caldo appello alla società civile, affinché prenda coscienza della nostra esistenza, riconosca quel che siamo veramente: uomini fra uomini, con i vizi e le virtù di tutti, né poveretti incapaci di intendere e di volere, né grandi geni capaci di illuminare il buio. Ma l’appello più forte e più caldo va rivolto a noi stessi, ai ciechi di tutta Italia affinché facciano tesoro di questa celebrazione e aggiungano nuova benzina al motore dell’Unione Italiana dei Ciechi, che ha corso tanto, ma ancora deve correre a ritmi più serrati, a velocità più forte. L’orizzonte lontano è suggestivo e fantastico, si intravedono nuovi spazi di libertà, di autonomia e di indipendenza, approdi invitanti dove giganteggia la parola civiltà. Ma noi siamo parte di una corsa ad ostacoli, dove i nostri compagni di viaggio dispongono di macchine più attrezzate delle nostre e dove la competizione la fa da padrone. Per arrivare al traguardo, quindi, non possiamo contare che su noi stessi. Aurelio Nicolodi, Paolo Bentivoglio e Giuseppe Fucà lo hanno sempre saputo e hanno creato questo meraviglioso strumento di lotta e di emancipazione che è l’Unione Italiana dei Ciechi; senza di essa i ciechi italiani sarebbero ancora al Medioevo. Noi dobbiamo seguire il loro esempio e batterci con tutte le nostre energie, con l’amore e la passione civile che meritano le cause giuste, per rendere la nostra Unione Italiana dei Ciechi più forte, più consapevole, più libera, più democratica, più moderna. Solo così le nostre bandiere potranno risultare vincenti nella dura guerra contro la cecità; forse è un sogno, ma “ci hanno insegnato che un sogno rimane un sogno fino a che a sognare è uno solo e cessa di esserlo quando a sognare si è in molti”. Andrea Bocelli nella lettera al padre, pubblicata in uno dei suoi dischi, ha scritto: “niente al mondo mi farà scordare che posso vincere”; io credo che il “posso vincere” di Andrea Bocelli debba trasformarsi in “debbo vincere”.Debbo vincere, ecco l’imperativo categorico che deve guidare ogni cieco italiano nel lungo e faticoso cammino verso la pari dignità e la piena integrazione sociale. Avanti insieme, con l’Unione Italiana dei Ciechi!Tommaso Daniele

PAGINA 14CONCLUSIONIUN BILANCIO POSITIVOPromozione e sviluppo di politiche atte a una sempre maggiore integrazione dei minorati della vista nel tessuto sociale. Il saluto del Presidente Ciampi. Confermato il prof. Tommaso Daniele a Presidente Nazionale. Eletti i nuovi Consiglieri Nazionali

Il XX Congresso Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciehi - Onlus ha confermato anche per il prossimo quadriennio, nella carica di Presidente Nazionale, il prof. Tommaso Daniele.Sono stati eletti, inoltre, i venti Consiglieri Nazionali: Enzo Tioli, Vitantonio Zito, Stefano Sportelli, Salvatore Romano, Leonardo Di Stefano, Vito Romagno, Vanda Dignani, Giuseppe Terranova, Tommaso Di Gesaro, Rodolfo Cattani, Luciano Paschetta, Paolo Recce, Angelo Mombelli, Gaetano Minincleri, Michele Corcio,

Page 11: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Giovanni Loche, Marcello Iometti, Benito Spadini, Luciana Pericci, Ferruccio Gumirato.Il Congresso, inauguratosi presso il Teatro Quirino di Roma il 22 novembre, alla presenza di numerose autorità politiche e dei giornalisti della carta stampata e della radiotelevisione, ha ricevuto il saluto e gli auspici di un fecondo lavoro dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e dal Segretario di Stato della Città del Vaticano, Cardinale Angelo Sodano.Le undici commissioni di lavoro hanno tracciato un bilancio positivo di tutti i settori in cui l’Unione ha svolto la sua attività di promozione e sviluppo di politiche atte ad una sempre maggiore integrazione dei minorati della vista nel tessuto sociale.È stato rinnovato l’impegno al dialogo e al confronto con il mondo della politica e dell’associazionismo, al fine di poter proseguire un cammino già durato più di 80 anni.

NEL PROSSIMO NUMERO: “Tutto il xx congresso nazionale uic”

PAGINA 15UNA UMANITÀ FORTE Quando il termine famiglia recupera il suo significato migliore

di FRANCO PICCINELLI

Quello che mi piace e che mi colpisce ogni volta in cui vi entro a contatto, è l’atmosfera di assoluta normalità dell’Unione Italiana dei Ciechi.Qualcuno non troverà nulla di particolarmente insolito, in questo. Io invece intendo dire che, proprio questo, è il risultato di una filosofia evidenziata a escludere qualunque differenza che a tutta prima l’estraneo s’indurrebbe a stabilire fra il mondo dei non vedenti e il mondo di quanti hanno occhi illuminati dalle cose sensibili, raggiungibili dallo sguardo. Infatti non di due mondi si tratta, bensì di un unico mondo considerato attraverso strumenti differenti. Anche il non vedere, nella comune accezione, può trasformarsi in mezzo per comprendere non solo la realtà estranea, ma anche quella personale, interna. E noto sempre, oltre alla naturalezza, un’appena rimarcata forza d’animo nelle persone che incontro in via Borgognona, a Roma, ad esempio quando il Presidente Daniele indice conferenze e dibattiti su singoli problemi. Problemi, se Dio vuole, non già problematiche che, da quando le si è complicate con la più enfatica terminologia, si sono fatte irrisolvibili anche perché quasi inavvicinabili nel comune confronto, nel semplice dibattere su ciò che di anno in anno viene posto all’attenzione, dopo che progressivamente si sono colmate eventuali lacune.Ecco. S’indice una manifestazione, nella città capitale o in uno dei mille siti così attraenti d’Italia, a qualsiasi latitudine, e la partecipazione è sempre folta, interessata, spensierata, come accade a chiunque si ritrovi in buona compagnia. Se il termine famiglia è abusato, forse a causa della sua perdita di valore rispetto al focolare domestico, devo dire che qui, tra i ciechi dell’Unione, esso ricupera il suo significato di solidarietà vera, di muti affetti, tavolta di confronti. L’avete mai conosciuta una famiglia dove non si discuta, talora anche animatamente, persino sotterraneamente? L’importante è che non si taccia, peggio, che si mugugni, lasciandosi frenare da remore o insicurezze nell’aprirsi.

Page 12: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Cento volte ho partecipato a incontri con i protagonisti di un’umanità così forte da sconfiggere quelle che un altro settore dell’umanità chiama minorazioni. Non c’è dubbio. A definirle così. Con pietismo, si corre il rischio di venire a nostra insaputa compassionati, di trovarsi spiazzati nel mondo unico che non conosce categorie, settori, distinzioni.

PAGINA 16LETTERA DI SPERANZA Un dono per il cambiamento

di ROMOLO PARADISO

A chi non piacerebbe tornare bambino e deporre una letterina di Natale accanto al presepio. Piacerebbe anche a me. Ma questa volta non chiederei balocchi, ma dell’altro. Cose di cui sento la mancanza, da condividere con chi mi sta accanto e con l’umanità tutta.Mi piacerebbe sapere che nell’anno che verrà, nel mondo, torni la speranza.La voglia di credere con fiducia in un domani sereno, sgombro da minacce, da paure. Un domani senza conflitti, attentati, intidimidazioni. Un domani con problemi umani, risolvibili con umanità. con comrpensione, con giudizio, con dialogo. Ecco, il dialogo: ci manca molto. Anche se molto si comunica, se molto si parla, se molto si conosce. Ma il dialogo, la vera comunicazione, ci mancano. Siamo una società immersa in un desolante mutismo. Perché malgrado il vortice continuo di informazioni, di notizie, di pensieri, non ci ascoltiamo. Non maturiamo ciò che sentiamo. Non dedichiamo tempo alla comunicazione. Tempo di riflessione, di ponderazione, di pensiero. Ci ritroviamo così in una condizione di presenza-assenza verso ciò che ci viene detto. Senza averne una conoscenza approfondita. Ci sfuggono le cause degli avvenimenti, come le logiche di un pensiero, i suoi contorni, le sue profondità. Non abbiamo, perciò, di questi una nostra idea. Ma una presa in prestito. Raccolta nel caravanserraglio di informazioni, o frettolosamente acquisita per sensazione, per abitudine. Un’idea che ci sembra la più vicina al nostro modo di vedere. Senza capire che non di visione si tratta, ma di pericolosa cecità. Perché nelle cose che facciamo ci manca la calma, la pazienza, l’umiltà, il gusto di conoscere, capire, approfondire. Ci manca il tempo. Sì il tempo, che col tempo s’è fatto veloce, aggressivo e assolutista. E con queste logiche guida l’attività dell’uomo, i suoi pensieri, le sue scelte, le sue aspettative. Tempo accelerato che ha risucchiato e annichilito il senso della vita, che ha affievolito il ragionamento, allontanato la meditazione e il pensiero vero. Che ha distaccato l’uomo dall’uomo, dalla voglia di ritrovarsi, di raccontarsi, di capirsi, di rispettarsi, di amarsi.Amarsi, una parola divenuta difficile. Come difficile è oggi allungare nel tempo un rapporto di sentimento. Senza paure di cadute. Senza timori di rotture. Senza impazienze e deviazioni influenzate dalla materialità invadente. Con la responsabilità di chi è pronto per esso a dare tutto. A cedere tutto. A ricostruire tutto. Con la certosinità di chi crede, di chi ha fede nelle cose che sconfinano dalla materia e hanno il loro regno nel mondo del non razionale, del metafisico. Luogo vicino a quello di altre fedi, che del sentimento sono la patria più grande e complessa. Patrie oggi un po’ perdute. Dimenticate tra i rumori assordanti di un mondo-mercato, dove tutto è allettato dalla vendita, dal realizzo, dal profitto, dalla conquista delle cose, dal loro utilizzo, dal loro consumo. Patrie però da rinconquistare. Da difendere. Se all’uomo si vuole dare un senso. Se alla vita si suole dare significato. Mi piacerebbe vedere un

Page 13: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

uomo capace di credere ancora con forza. Con dignità. Con umana semplicità e spontaneità. Oppure no. Ma in grado di rispettare il credo altrui. Di capirlo. Di aspirarci intimamente.Un uomo che ha coraggio. Che sa rischiare per i valori veri. Che sa porsi in discussione. Cha ha dubbi.Un uomo capace di commuoversi, di meravigliarsi, di piangere. Di pregare. Di perdere. Di risollevarsi. Di credere ancora nell’uomo. Con naturalezza e fiducia.Un uomo che sappia rispettare ciò che lo circonda: la natura, il creato. Che sappia cogliere, nelle visioni della vita, quelle briciole di poesia che aspirano ad essere godute, per dare ragione al suo quotidiano dispiegarsi. Al suo lento allontanarsi. Al suo ritornare alle origini. Mi piacerebbe avere in dono un’umanità che cerca il cambiamento. Per migliorare. Per rompere e uscire dal fragile guscio in cui ora è racchiusa. E risorgere alla vita. Nel senso e nelle aspirazioni che segnano la natività più importante dell’uomo. Quella che da più di duemila anni ci ricorda il Natale.

PAGINA 17RIQUADROUN SERENO BILANCIOCon questo numero del Corriere dei Ciechi è trascorso un anno dall’introduzione della nuova grafica ed impaginazione per agevolare la lettura degli ipovedenti. Ci sembra giusto, nonché doveroso, spendere qualche parola sul lavoro svolto, sugli intendimenti programmati, sulla strada che ancora vi è da percorrere.Progettare e realizzare una rivista mensile di 80 pagine in grado di soddisfare le necessità di un pubblico più che variegato è stato molto impegnativo. La maggior grandezza del corpo dei caratteri ha ridotto lo spazio a nostra - e a vostra - disposizione; le rigide regole riguardo l’accostamento dei colori hanno condizionato costantemente la scelta del layout delle pagine; diverse strade sono state tentate nell’arricchimento iconografico della rivista. A volte siamo riusciti pienamente nei nostri intenti, altre volte meno. Tutto ciò, comunque, non ci ha distratto dagli obiettivi originali, che continuiamo a perseguire tenacemente nella speranza di fornire un servizio sempre migliore, che coniughi leggibilità e gradevolezza, che possa essere misura del rispetto che questa Unione ha di tutte le sue componenti.

PAGINA 18ESCLUSIVOCOME ANIME PICCOLE, PICCOLEUn’analisi ampia e approfondita della situazione di ieri per meglio comprendere quella di oggi. Seconda parte

di Luisa Bartolucci

All’insegna dell’avversione

Nella prima parte di questo servizio esclusivo Platone, Socrate, Aristotele, Anassagora, Empedocle ed Erasmo da Rotterdam hanno detto la loro sulle donne, spesso con avversione, odio e perfino disprezzo.Nella seconda parte, conclusiva, il posto scomodo delle donne nella filosofia viene visto con altrettanta severità da una sempre vasta schiera di filosofi e di studiosi.

Page 14: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Col passare dei secoli la donna diviene persino strega incontrollabile, allorquando la rivoluzione scientifica finisce per meccanicizzare e razionalizzare la visione del mondo. In ambito religioso, poi, la posizione della donna si dimostrerà ancor più scomoda, netta, sdoppiata. Così “la femmina” finirà per essere o un giocattolo piacevole, anche se dotata di un’anima capace di comunicare con Dio, o simbolo di disobbedienza e causa prima del peccato: madre di Dio, oppure Eva. La memoria maschile ha sistematicamente e volutamente cancellato ogni traccia delle donne che dall’antichità hanno osato praticare la via della razionalità, è stato più spesso e con maggior facilità accettato che esponenti del sesso debole fossero capaci di creazioni artistiche e/o letterarie, ossia idonee al rappresentare.I giudizi dei filosofi sul conto della donna non sono mai stati teneri, non mancano, per la verità, voci isolate, anche se assai scarse, che si sono levate a difesa di quest’altra metà del genere umano, come erano soliti definirla. Ma queste voci sono sempre state letteralmente sommerse dai cori di quanti hanno voluto la donna legata a tutte quelle virtù cosiddette “femminili”: la riservatezza, la bontà, la modestia, la dolcezza, la bellezza, la pietà.

Emozioni e sentimenti

Cartesio, dal canto suo, non prende direttamente in esame la questione relativa alla differenza tra i sessi, tuttavia, la sua inclusione tra i pensatori significativi in tal senso, è data dal fatto che, con il “cartesianesimo” si inaugura un’epoca, quella moderna, nella quale non è più l’amore a costituire il punto di osservazione privilegiato per il tema in parola, ma in cui è piuttosto la contrapposizione ragione-passione a delineare un modello di umanità “caratterizzato dal dominio delle passioni, ad opera della razionalità da cui le donne si discostano in modo tale da rendere problematica la loro inclusione nell’ideale di controllo razionale che viene proposto.”. L’ideale mostrato dal cartesianesimo è quello di un soggetto autonomo e totalmente autosufficiente che non dipende da nulla e da nessuno al di fuori di se stesso per definirsi e che considera l’essere corpo ed anche emozioni e sentimenti come una parte trascurabile, quasi disprezzabile, di sé, che può esser posta fuori giuoco senza danno alcuno. Questo modello, in teoria valido sia per gli uomini che per le donne, si è, chiaramente ed inevitabilmente imposto quale parametro della mascolinità, infatti le donne erano considerate non libere, nella misura in cui esse si lasciavano muovere dalle emozioni e dai sentimenti. Tuttavia proprio con Cartesio si vede che le donne compaiono come elementi necessari del paesaggio filosofico, quali allieve e/o interlocutrici particolarmente interessate alla filosofia. Cartesio intrattenne un importante e duraturo epistolario con due donne illustri ,che furono anche sue protettrici: Elisabetta di Boemia e Cristina di Svezia, che egli mostrò di considerare delle interlocutrici autorevoli in materia di filosofia. Il filosofo, dunque, sembra aver bisogno delle donne, della loro presenza, vuole interlocutrici che lo ascoltino, che si lascino convincere; probabilmente la presenza femminile è per Cartesio garanzia di buon senso, “la sola cosa al mondo che si possa chiamare assolutamente buona”. Certo le donne debbono comunque rimanere soltanto allieve e/o interlocutrici, non possono né debbono pretendere di “farsi maestre”. Nel settecento, vi saranno molte donne che sposeranno gli ideali illuministi, facendo spazio, all’interno dei propri salotti, all’idea di ragione, a quella di eguaglianza, delle quali sono in grado di individuare il mero valore liberatorio. “In tal modo - spiega ancora Wanda Tommasi - esse lottano sì, per la loro libertà, ma al tempo stesso pongono al centro delle loro discussioni, le tesi dei

Page 15: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

loro amici filosofi. Diventano così buone allieve, attente ascoltatrici, ed appassionate interlocutrici.”. Ma l’età dell’Illuminismo presenta una non trascurabile contraddizione, proprio in riferimento alla posizione della donna, spiega a tale proposito sempre Wanda Tommasi: “Il possesso da parte di ogni essere umano della ragione e l’affermazione, in linea di principio, dell’eguaglianza dei diritti per tutti gli uomini, hanno infatti un significato liberatorio, rispetto ai privilegi ed alle disuguaglianze dell’Antico Regime. È inevitabile che anche le donne rivendichino la parità in nome dei nuovi ideali, tuttavia la Dichiarazione dei Diritti del 1789 esclude le donne dalla cittadinanza e proprio l’età dell’Illuminismo e della Rivoluzione Francese vede la messa a morte di una donna, Olympe De Gouges, ghigliottinata nel 1793, per aver osato affermare e sostenere i diritti femminili.”. Se si eccettuano pochi pensatori, tra i quali il Condorcet, che si ergono a paladini delle donne, la maggior parte dei “filosofi illuminati” si trova nella posizione, piuttosto paradossale, per la verità, di dover riconoscere l’eguaglianza di tutti gli esseri umani, ma nel contempo, di doverla negare a quella metà del genere umano rappresentata dal sesso femminile. Scrive ancora Wanda Tommasi: “Rousseau dice chiaramente che le donne rappresentano la metà del genere umano: “e potrei ora dimenticare quella preziosa metà della Repubblica che costituisce la felicità dell’altra e che, con la sua dolcezza e saggezza, mantiene la pace ed i buoni costumi?” Ma l’espressione “metà del genere umano” va intesa in senso esclusivamente funzionale. La donna, secondo Rousseau, trova la sua ragione d’essere, il suo fine ed il suo scopo nell’esistere in funzione dell’uomo, nel consentire la riproduzione della specie, nell’essere sposa e madre, figlia e sorella. La metà femminile dell’umanità è sempre pensata in relazione a quella maschile ed è quest’ultima quella che permette di definirla.”. Rousseau dedica all’educazione della donna nell’ “Emilio” un libro su cinque; già questa sproporzione segnala la differente attenzione che il filosofo rivolge ai due sessi. Scrive nell’ “Emilio” Rousseau: “Così tutta l’educazione delle donne deve essere in funzione degli uomini, piacere e rendersi utile a loro, farsene amare ed onorare, allevarli da piccoli ed averne cura da grandi, consigliarli, consolarli, rendere loro la vita piacevole e dolce. Ecco i doveri delle donne in ogni età della vita, e questo si deve insegnare loro sin dall’infanzia.”.

Rousseau e le donne

Il pensatore dimostra, inoltre, un notevole astio anche verso le cosiddette dame del ’700 che pure tanto contribuirono alla diffusione della filosofia dei lumi. Così scriveva: “Ma preferirei ancora mille volte una ragazza semplice, grossolanamente educata, ad una donna saccente di bello spirito, che venisse ad istituire a casa mia un tribunale letterario presieduto da lei. La donna saccente è il flagello del marito, dei figli, degli amici, dei domestici, di tutti.”. Eppure, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe sulla base di ciò che il filosofo scrisse sul bel sesso, Rousseau fu un autore molto letto ed amato dalle donne, la sua sensibilità, tanto tormentata e così profonda, la sua inquietudine, l’incredibile immaginazione ed una non comune finezza di ordine psicologico, il fatto di aver valorizzato, in qualche maniera il matrimonio d’amore, furono tutti elementi atti a far grande presa sull’animo femminile. “In definitiva - dichiara Wanda Tommasi - proprio per la considerevole influenza esercitata sulle donne, si può considerare Rousseau un grande seduttore e corruttore delle menti femminili. Forse nessuno più di lui ha contribuito ad elaborare l’immagine tipicamente moderna e borghese, della donna come moglie e madre,

Page 16: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

votata a governare la sfera intima degli affetti, ed a gestire l’organizzazione della vita domestica e privata.”. Anche in Kant troviamo considerazioni non edificanti per le donne. Per il filosofo tedesco, l’affermazione della libertà, cioè, la decisione di fare pubblico uso della ragione, in tutti i campi reca con sé la critica nei confronti di quanti, per pigrizia, o viltà, rimangono, per così dire, minorenni per tutta la vita. Fra questi ultimi vanno annoverati molti uomini, e, neanche a dirlo, tutte le donne, il cui perdurante stato di minorità non può essere imputato solo a loro, ma anche a quei tutori che se ne sono, in qualche maniera, assunti la sorveglianza. In Kant, anche le donne sono chiamate ad uscire, insieme con molti uomini, da quella “minorità” nella quale sono state tenute per secoli. Un primo vento di libertà? Ma le donne saranno poi in grado di uscire da questo stato?In Kant si assiste anche ad una ridefinizione del rapporto tra i sessi, vengono riorganizzate le diverse relazioni, si propone di potenziare ed esaltare l’autocontrollo, a discapito della sensibilità e dei sentimenti, finendo, in tal guisa, con l’emarginare di fatto le donne e con loro tutto ciò che viene pensato come femminile. Kant colloca il sesso femminile sotto il segno del bello, il maschile sotto quello del sublime. In discussione è, evidentemente, il carattere del sesso femminile, che lo rende “riconoscibile mediante il contrassegno della bellezza”, il maschile sarà invece il sesso nobile. L’attributo della bellezza viene esteso da Kant a tutte le qualità del sesso femminile. Ma incombendo la vecchiaia corruttrice e distruttrice della bellezza, la donna passa dal regno del bello a quello del sublime, vale a dire, si pone alla ricerca di qualità nobili che suscitino il rispetto degli altri, qualità che prenderanno il posto di quelle belle. Ma ad una donna anziana viene persino concesso di leggere dei libri, di ampliare il proprio sapere. Insomma, parrebbe proprio che questi ideali illuministici, sia pure alle lunghe, siano destinati ad assumere anche per le donne un certo significato liberatorio. E ancora Wanda Tommasi: “non è tuttavia privo di conseguenze il fatto che, con l’Illuminismo, si faccia strada un significato di libertà femminile non libero quale potrebbe essere l’idea della conquista della libertà femminile di per sé, ma doppiamente vincolato, innanzitutto alla realizzazione dell’eguaglianza tra tutti gli uomini, e poi alla richiesta di parità della donna con l’uomo.”. Nell’Ottocento si rende nuovamente necessaria una riformulazione del rapporto tra i sessi, a seguito dei mutamenti storici verificatisi nel secolo precedente, oltre che per la considerevole risonanza che assume in questo secolo la parola d’ordine dell’emancipazione femminile. Occorre dunque riconsiderare la questione di questa eguaglianza tra i sessi, ne nascerà una riflessione filosofica che, in modi diversi, abbraccerà tanto il tema differenza uomo-donna, quanto quello relativo all’emancipazione femminile in senso stretto. In Hegel è possibile riscontrare un vero e proprio pensiero della differenza tra i sessi, non delle mere opinioni ora sulle donne, ora sul femminile, ma si può trovare, invece, un pensiero articolato sia nella “Fenomenologia dello Spirito”, che nell’”Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio”. Hegel ritiene che la differenza naturale, biologica tra uomo e donna, abbia un significato spirituale legato alla polarizzazione del femminile sul divino e del maschile sull’umano. Nella “Fenomenologia” affronta questo tema al principio della sezione dedicata allo Spirito, dove, tra l’altro, egli reinterpreta e commenta la tragedia greca e, in particolare, l’“Antigone” di Sofocle. Antigone, la donna che si appella non alle leggi umane, bensì a leggi non scritte, incrollabili, immutabili, da sempre in vita. L’essere umano supera in tal modo il dato naturale del suo esser donna-uomo, per ritrovarne il significato spirituale all’interno della sostanza etica: la donna prende su di sé la legge divina,

Page 17: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

l’uomo quella umana. Questa dialettica trae origine e trova nel contempo il suo luogo proprio all’interno della famiglia, entro la quale il filosofo tedesco analizza i diversi rapporti possibili: moglie marito, genitori figli, fratello e sorella. Solo questo ultimo incarna nel modo più alto la relazione uomo-donna come relazione pura e paritaria, in cui maschile e femminile si contemplano reciprocamente come aventi pari dignità all’interno della sostanza etica.

Spiragli di libertà

Ma se usciamo dalla sfera familiare e approdiamo nel pubblico, ci accorgiamo che questa parità tra fratello e sorella si muta in ineguaglianza: mentre la donna rimane legata alla legge divina, custodita dalla comunità familiare, l’uomo, come sempre, entra a far parte di una comunità più vasta, nella quale la donna non è ammessa, se non indirettamente, ancora una volta, tramite l’uomo. Anche in Hegel si ha il quadro di un’oppressione della donna che riproduce se stessa come è in effetti nella società dell’Ottocento, cui il nostro pensatore guarda. Feuerbach, prima, Fourier, Marx ed Engels poi, faranno intravvedere spiragli di libertà al bel sesso. Il giovane Karl Marx, scrive nei suoi “Manoscritti economico-filosofici” del 1844: “Il rapporto immediato, naturale e necessario dell’uomo con l’uomo è il rapporto del maschio con la femmina. In base a questo rapporto si può dunque giudicare interamente il grado di civiltà a cui l’uomo è giunto”. A differenza di Fourier, Marx non è per l’abolizione della famiglia, ma sottolinea il carattere storico e di classe della stessa; si pronunzia a favore della monogamia e del divorzio, rifiuta il “comunismo rozzo”, che prevede anche la comunanza delle donne, cioè, come egli ebbe a definirla una prostituzione generale che dovrebbe sostituirsi all’attuale mercificazione della donna, come proprietà di un solo uomo, all’interno del matrimonio borghese. Ma con il lavoro, sostiene Marx, la donna cessa di essere esclusivamente legata alla riproduzione, per divenire, invece, una lavoratrice all’interno del sistema produttivo ed un essere autonomo nella vita sociale. Sarà dunque l’economia e non il diritto alla base dell’emancipazione femminile. Scrive Wanda Tommasi: “Lo schema marxiano, facendo dipendere la libertà della donna dalla lotta di classe, di fatto subordina la prima alla seconda. La libertà da parte delle donne, come di chiunque altro, o c’è di suo, o non c’è affatto, la subordinazione femminile è anche, se non soprattutto, una questione di mentalità e non dipende, meccanicamente, dalle relazioni di produzione esistenti.”. Carla Lonzi insorse negli anni 70 contro il marxismo, al quale rimproverava di “indurre le donne ad anteporre l’obiettivo della lotta di classe a quello della loro stessa libertà e a sacrificare, così, in nome della prospettiva di un futuro lontano ed incerto, la possibilità di una libertà da giocare già nel presente, da guadagnare nel qui ed ora.”.

Dominio sessista

La posizione misogina di Schopenhauer costituisce una ulteriore risposta alle richieste di eguaglianza avanzate dalle donne. Si tratta di una risposta risentita, che mira a ricacciarle indietro, rispetto alle posizioni conquistate. Il pensiero schopenhaueriano in tal senso è articolabile in due differenti livelli: un primo che fa capo alla sua opera maggiore, “Il mondo come volontà e rappresentazione”, strutturato come metafisica dell’amore sessuale, pretende di dire la verità sull’amore, sottraendo ai poeti e letterati il discorso amoroso. Un secondo livello è dato dal capitolo 27 dei “Parerga e paralipomena”, in cui si manifesta la misoginia del filosofo, dovuta probabilmente al rapporto conflittuale con la madre, ma i motivi di una simile presa di posizione, così

Page 18: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

avversa alle donne sono più profondi ed affondano le proprie radici in quel suo ideale ascetico, rispetto al quale l’attrazione sessuale e le donne rappresentano delle pericolose tentazioni per l’uomo. Le donne sono una sorta di stadio intermedio tra il bambino e l’uomo, sono grandi bambini. “Le donne non dovrebbero ereditare il patrimonio - aggiunge inoltre - perché sono capaci solo di dilapidarlo.”. Schopenhauer se la prende anche con quelle dame che, nell’antico regime, dai salotti influivano sulla vita politica. In altri aforismi egli finirà per attribuire al sesso femminile elementi che, in realtà, non sono altro che frutto del dominio “sessista”: il filosofo sottolinea, ad esempio, che, mentre l’uomo ha un rapporto diretto con le cose, si misura, cioè, con la realtà, la donna può esercitare, invece, solo un dominio indiretto, tramite l’uomo. Ma c’è da chiedersi: è forse questo da imputare al femminile? Tutto ciò è solo frutto del dominio sessista, un dominio che, per altro, anche Schopenhauer mira a perpetuare contro qualsiasi rivendicazione. La misoginia di questo pensatore imperverserà al punto da indurlo a negare alle donne persino l’attributo della bellezza; egli scriverà:“Il sesso femminile è basso di statura, ha le spalle strette, i fianchi larghi e le gambe corte; poteva essere chiamato bello solo dall’intelletto maschile, annebbiato dall’istinto sessuale. La bellezza femminile, così, risiede tutta in quell’istinto. Con più ragione si potrebbe chiamare quello femminile il sesso inestetico.”.

Vissuta per l’altro

Tra i sostenitori più appassionati di un ideale femminile capace di mettere l’uomo in comunicazione con l’assoluto, sono da annoverarsi i Romantici, anche se anch’essi finirono col servirsi della donna come di un trampolino di lancio per la propria avventura intellettuale, o mistica, o ancora sentimentale. Ecco che, come per incanto, ad un certo punto della storia, il circolo si spezza, la donna non è più disposta ad essere specchio dell’uomo e della società da lui costruita; nasce una donna maggiormente consapevole, che scopre di essersi sempre offerta all’uomo, di essere vissuta solo per l’altro, di cui ha finito per essere l’oggetto e talora anche lo specchio; ma per se stessa? Capisce di non essere nulla. Si libera dalle catene, come gli schiavi della caverna non può e non vuole più accettare come autentica una vita fatta di apparenza, di menzogne. Oggi la donna è riuscita a raggiungere un’eguaglianza astratta, in quanto soggetto giuridico e collettivo, a cui vengono riconosciuti diritti e pari opportunità ma ancora non ha compiuto, o comunque, terminato, il cammino che deve condurla a divenire un “soggetto concreto della propria esistenza” e, soprattutto, ad essere la vera artefice del proprio destino. La subordinazione femminile viene ancora vissuta, meno di rado di quanto si possa pensare, come un fatto che “fa parte della natura femminile, dell’ordine delle cose; alla natura od alla diversità naturale ci appelliamo ogni volta che vogliamo evitare di porci l’interrogativo ed andare al fondo delle cose.”. Simone de Beauvoir sosteneva che il rapporto di dominio tra uomo e donna fa parte, in qualche misura, della condizione umana, dell’esserci dell’uomo nel mondo. L’umanità non è una semplice specie naturale, essa tende a trascendersi; la trascendenza è oltrepassamento, non è per l’uomo un comportamento possibile fra tanti altri, ne è, piuttosto, la costituzione fondamentale, ciò che dà origine all’essenza stessa della sua soggettività. Il rapporto di “dominio originario” è tra l’uomo che parte alla conquista della propria libertà facendo precipitare, senza pensarci troppo, l’elemento più debole, la donna, nell’immanenza, in un’esistenza falsa, degradata, umiliante, fittizia. La donna, dal

Page 19: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

canto proprio, non avendo possibilità di giungere alla libertà dell’esistenza, rimane per secoli inchiodata alla natura biologica ed ai suoi compiti di routine. Confinata nell’immanenza, viene espropriata dall’uomo, anche sotto il profilo sessuale, oltre che sotto quello della coscienza che ella ha del proprio corpo: le donne divengono, in tal modo, l’inessenziale di fronte all’essenziale; lui, l’uomo, è il soggetto, l’assoluto; lei, è solo l’altro. L’uomo ha inteso, nei secoli, negare la donna. Ma se la donna vuole per sé questa trascendenza non può, a sua volta, negarla all’uomo, perché, così facendo, si finirebbe solo per ribaltare il giuoco del dominio. La donna emancipata rifiuta la passività e vuole essere attiva; la donna moderna non sminuisce né rifiuta i “valori maschili”, bensì li accetta, li fa propri e li valorizza. Sarà possibile giungere ad un vero e proprio punto di equilibrio, solo se entrambi i sessi si mostreranno disposti a spogliarsi della propria natura, comprendendo che essa non è un originario, bensì il risultato. Ma le donne dovranno anche chiedersi che uso dovranno fare di quelle qualità che l’uomo continua a riservare per sé. Progettando il mondo insieme, un mondo comune, forse solo così sarà possibile costruire una vera identità. In una società che continua a deificare le tecnologie, a santificare l’economia, a glorificare il consumo, il soggetto donna dovrà rifiutare di calzare gli stivali degli uomini tentando di ridisegnare una società fondata non su rapporti di dominio, ma sui valori del rischio, dell’intelligenza, della razionalità, doti ed elementi dei quali ha ormai dimostrato di essere pienamente padrona.Luisa BartolucciFine del servizio esclusivo

PAGINA 28POLITICAMENTE SCORRETTOTrasgressioni di ordinario consumismo

PAGINA 29BOGLIACO SI… SVELA Non solo un commovente “amarcord”

di Mario Censabella

Un cielo imbronciato e una pioggia, che ha solo minacciato senza danneggiare nemmeno il rinfresco allungato sui tavoli, in un canto della piazza che faceva parte dello scenario, hanno presenziato allo svolgersi tranquillo di una manifestazione annunciata con protagonisti Homerus, il suo Presidente Alessandro Gaoso, i non vedenti, i volontari, gli sponsor e le autorità. Questa manifestazione ha sanzionato ufficialmente che l’antico porticciuolo di Bogliaco, insabbiato e sino a ieri inutilizzabile, ora concesso in utilizzo ad Homerus, è divenuto il rifugio della piccola flotta di natanti che consente ai non vedenti di fare vela.I non vedenti si chiamavano a gran voce l’un l’altro; due cani guida con ringhii non tanto soffocati si manifestavano la loro reciproca insofferenza.Sembrava essere tornati 40 anni addietro quando i ciechi, quasi tutti ex allievi dei tradizionali Istituti, si incontravano nella circostanza delle assemblee dell’Unione e con grandi pacche sulle spalle, il bacio alla socialista non era ancora stato inventato, riempivano l’aria di rimembranze, di grasse risate, cianciando allegramente del loro lavoro, delle loro vicende e delle loro donne.

Page 20: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Vittorio Pinotti, un antico cantore, un musicista non vedente che ha ridato vita alle tradizioni musicali meneghine ha scritto e musicato una canzone rievocativa di quei lontani tempi, ha dedicato quella sua canzone uscita postuma “El me mund” alla sua “dona”. È Pinotti che scrive: «Quand’ero “fiulot” anni passati in collegio con tanti come me fra prediche e cazzotti, vacanze soltanto qualche giorno all’anno...».

Angolo protetto

Anche adesso i non vedenti si chiamavano l’un l’altro, quasi tutti ex allievi di corsi di vela per i non vedenti organizzati da quell’Alessandro Gaoso che ha saputo far tracimare l’entusiasmo, la convinzione e la competenza oltre i margine dell’indifferenza, dello scetticismo, dell’incredulità.Gli antichi Greci e Romani affidavano a un buon porto la protezione delle proprie imbarcazioni, da oggi pure Homerus a Bogliaco può far rifugiare in un angolo protetto i propri navigli che andranno sempre a gonfie vele grazie a marinai indomiti e coraggiosi.Madrina della manifestazione di Bogliaco, Edi Bocelli, madre del nostro Andrea; alta, elegante, un poco formosa; la fasciava un abito di ciniglia blu, intorno al collo e sulle spalle una pashmina rosa; un paio di stivaletti di camoscio color marrone e vistosi orecchini di pregio completavano il look di una signora che molti volevano conoscere, salutare, almeno toccare.Lei, Edi Bocelli, ha per tutti parole dolci, affettuose, di viva partecipazione all’avvenimento anche nel corso del suo intervento sottolineato da commozione e da applausi.Ha concluso la manifestazione, prima del rinfresco conservatosi all’asciutto, Claudio Romano, Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi di Brescia, che ha sottolineato l’avvenimento con parole appropriate, portando il saluto del Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi Tommaso Daniele forzatamente assente.

PAGINA 30RIQUADROUN MONDO POCO CONOSCIUTO E RICONOSCIUTOLa vita di qualsiasi persona comincia ancora prima che nasca, ed è in questa fase che in noi genitori scatta il desiderio inconscio del figlio che potrà realizzare tantissime cose che magari noi stessi non abbiamo potuto realizzare. Quando poi succede che raggiungiamo la consapevolezza che esiste un problema le nostre speranze crollano. Il nostro bambino ideale non esiste più. Non è più il nostro bambino idealizzato. E in noi si apre una ferita, e non importa se il nostro piccolo tesoro ha un difetto lieve o grande, perché in questo momento scatta in noi genitori l’ansia riparatrice. Il più delle volte ci rendiamo estremamente protettivi e come ben sappiamo questo atteggiamento è veramente pericoloso perché non aiuta certo il bambino a realizzare la massima autonomia. A volte noi genitori viviamo la situazione con un senso di colpa, ci si domanda come mai è successo proprio a noi, perché, quali sono le colpe commesse? Ma non dobbiamo dimenticare che all’interno dei nostri sentimenti vive nostro figlio, ed è chiaro che il nostro atteggiamento influenza la sua crescita. Altre volte la famiglia può andare incontro alla disperazione o alla speranza. La speranza non deve essere eccessiva, potrebbe esserci il rischio di una forte ricaduta, bisogna saper guardarsi dentro, perché è solo dentro di noi che possiamo trovare delle risorse incredibili e al momento giusto dobbiamo essere in grado di ripescarle e usarle nel migliore dei modi, senza dare spazio alla disperazione.

Page 21: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Guardiamo nostro figlio e sul suo volto notiamo una lieve tristezza, pensiamo subito molto stupidamente che questo problema sia dovuto al deficit visivo; senza pensare che forse il deficit non c’entra nulla, e che anche lui ha il diritto alla libertà, la libertà: di essere triste o avere un problema senza che tutto ruoti sempre e solo intorno al suo deficit.Noi genitori possiamo fare e dare molto; fino ad oggi le famiglie sono sempre state tenute in disparte, è chiaro che quando arriva una diagnosi, arriva per la famiglia il semaforo rosso della vita. Bisogna tradurre una diagnosi, dare il nome ad una patologia, a volte incomprensibile. E quando questa arriva ci accorgiamo che non serve a nulla, e noi rimaniamo soli con i nostri dubbi e le nostre preoccupazioni.Elisabetta Luchetta

PAGINA 31LE NOSTRE RUBRICHE

PAGINA 32SEGNALIBROdi Renato Terrosi

LA STANZA DELLA PADRONAUna corsa a perdifiato tra gli sconvolgimenti italiani

Un nuovo romanzo di Nerino RossiDopo “La neve nel bicchiere”, “Melanzio”, “La signora della Gaiana”, “La voce nel pozzo”, “Il ballo di Mara”, “La Pavona”, “La pietra forata” e “Il detenuto”, Nerino Rossi torna ai suoi numerosi ed affezionati lettori con un nuovo romanzo appassionato e appassionante, “La stanza della padrona”.La storia di una donna bellissima e audace che attraversa i difficili anni del Novecento, come dire “Amore e Potere: cinquant’anni di opportunismo”.Una corsa a perdifiato tra i grandi e i piccoli sconvolgimenti della nostra Italia. Lei, la padrona, vibrante di passione è, per molto tempo al centro delle vicende, vincitrice, e col trascorrere degli anni, leonessa stanca. Ma leonessa. Nella bruma, nelle nebbie di una campagna opima, nella grande villa.Dai romanzi di Nerino Rossi sono stati tratti un film e uno sceneggiato televisivo con la regia di Florestano Vancini, un radiodramma per la Rai, una riduzione teatrale e un cd-rom per le università europee. Rossi ha vinto il Premio Napoli, il Premio Libro per l’estate ed è stato finalista allo Strega.* * *Nerino Rossi“La stanza della padrona”MarsilioPagg. 174 - L. 25.000

RiquadroIL “RAGAZZO” DI ZagariseUn libro su Gaetano Baviera, l’uomo che ha dedicato cinquant’anni di generosa attività in favore dei ciechiLa storia del ragazzo di Zagarise diventato “novarese dell’anno”

Page 22: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Una straordinaria avventura, unica nel suo genere, la narra il dottor Augusto Paronzini di Novara, nel libro “Gaetano Baviera nella storia dell’Unione italiana ciechi Novara” con un sottotitolo molto esplicativo: “Cinquant’anni di generosa attività in favore dei ciechi”.Viene a galla così una figura che a Novara tutti, semplici cittadini e autorità, riconoscono ormai a distanza e a memoria: quello di un uomo che non si è mai arreso e non si arrende mai, sorretto da una fede e da una determinazione incredibili. Lui, Gaetano, è stato il trascinatore dell’Unione italiana dei Ciechi a Novara, di cui è diventato presidente nel 1974.L’ultima parte del libro raccoglie titoli e scritti di giornali che in trent’anni si sono occupati di Gaetano Baviera: una rassegna stampa che dimostra l’incessante impegno svolto nei settori del sociale. (g.f.q.)

PAGINA 33LIBRO PARLATOLIBRI REGISTRATI SU CASSETTASegnaliamo alcune tra le più recenti registrazioni del Centro Nazionale del Libro Parlato Uic

N Autore Titolo N. Cat. Genere1 A. Pincherle Vita di Sant Agostino 7536 biografie/autob.2 S. Wilsburg Monsone 7522 romanzi3 M. Spark Gli anni fulgenti 7553 romanzi4 A. Riccardi Il secolo del martirio 7540 saggistica5 A. Miller Il talento del dolore 7541 romanzi6 A. Rimbaud Tutte le poesie7629 poesia7 E. Cisnetto Il gioco dell’oca 7632 saggistica8 E. Norbert La solitudine del morente 7555 saggistica9 E.J. Hobsbawm Il secolo breve7630 saggistica10 P. Abrahams Dire libertà 7636 biografie/autob.11 W. Daleymple In India 7570 romanzi12 T. Hardy Tess dei D’Uberville 7633 romanzi13 M. Vasquez

Montalban L’uomo della mia vita7542 romanzi14 V. Gregotti Sulle orme di Palladio7561 saggistica15 G. BertVittima designata 7562 polizieschi/thriller16 A. Christie Fermate il boia 7558 polizieschi/thriller17 S. Ferrero Le farfalle di Voltaire 7581 romanzi

PAGINA 34VISUSdi Alessandra Modugno

UN VIRUS LATENTELa cheratite da herpes simplex

La cheratite da herpes simplex rappresenta una delle forme più frequenti e tipica di cheratite virale. Può essere espressione di un’infezione virale asintomatica in un altro distretto dell’organismo, infatti soltanto l’1% circa dei casi di infezione primaria da

Page 23: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

herpes simplex si manifesta a carico dell’occhio in quanto questo virus predilige altre sedi.Una volta regredita l’infezione, il virus permane in stato di simbiosi cellulare allo stato latente e si manifesta in condizioni particolari che riducono le difese immunitarie dell’ospite (stati febbrili, infezioni, stress emozionali...).La contaminazione può avvenire durante il parto da un’infezione materna, dando origine ad un quadro clinico gravissimo. Più frequentemente si manifesta in età giovanile attraverso il contagio interumano diretto o indiretto (lesioni labiali, oggetti infetti...).Le lesioni corneali sono causate prevalentemente dal tipo I o Herpes labiale. La maggior parte delle volte si manifesta in seguito all’interessamento cutaneo della zona perioculare, con la presenza di vescicole sulle palpebre che in breve tempo si trasformano in escare che generalmente non lasciano cicatrici.La cornea può essere colpita in maniera molto superficiale oppure in modo molto serio. Nell’eventualità che l’infezione interessi solo superficialmente la cornea i sintomi più tipici sono riferibili a gonfiore palpebrale, fotofobia (difficoltà a tenere gli occhi aperti alla luce), lacrimazione e senso di corpo estraneo. Nella forma più grave, invece, la cheratite si manifesta con una o più ulcere che hanno un aspetto caratteristico arborescente e che si colorano intensamente con un colorante specifico, la fluoresceina.Tali ulcere si localizzano più frequentemente nella zona para-centrale della cornea e tendono a confluire dando una sintomatologia molto più fastidiosa rispetto al tipo superficiale. I pazienti affetti da tale forma di cheratite presentano riduzione della visione, sensazione di corpo estraneo, fotofobia e lacrimazione, ma caratteristica è la perdita della sensibilità superficiale della cornea. Tali lesioni possono lasciare delle vere e proprie cicatrici sulla cornea e, aspetto più preoccupante, possono essere recidivanti.Con la terapia, che si avvale soprattutto di antivirali per uso orale e per uso locale, con ripetuti e ravvicinati controlli oculistici si può ottenere una guarigione completa della malattia.

PAGINA 35IPOVEDENTIdi Angelo Mombelli

LA “DMS”Degenerazione maculare senile

La DMS è una malattia che causa la perdita della visione centrale, lasciando intatta la visione marginale o periferica; si tratta di una patologia che non riduce l’interessato alla cecità assoluta ma ad una bassa visione.La DMS è la causa più comune diipovisione grave nlle persone di età superiore a 50 anni nel mondo occidentale; sappiamo tutti i grossi problemi che comportano una ridotta visione per una persona anziana abituata a determinati comportamenti che vengono sconvolti dalla riduzione delle proprie capacità visive. Le due forme di DMS più comuni sono: la DMS asciutta e la DMS umida. Mentre per la DMS asciutta non esistono, allo stato attuale, terapie, per la DMS umida (meno frequente ma più grave), che colpisce il 10-15% di tutti i casi, sono possibili oggi interventi terapeutici in grado di bloccarne l’evoluzione. Si tratta della terapia fotodinaica, che utilizza una sostanza colorante fotosensibile per sigillare i capillari, e della fotocoagulazione laser, che

Page 24: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

utilizza il laser allo stesso scopo ma presenta, come possibile effetto collaterale, il rischio di punti ciechi.La diagnosi precoce della DMS è essenziale per conservare il residuo visivo; una volta accertata l’esistenza della stessa, non è possibile però recuperare quanto perduto.Tra i compiti istituzionali della nostra Associazione, la prevenzione occupa un posto di rilievo. Se fra i vostri familiari o conoscenti vi è una persona di oltre 50 anni, suggerite di effettuare una visita oculistica almeno ogni due anni oppure sottoponetegli la griglia di Amsler; si tratta di un reticolo che può essere utile per rivelare, quale autotest, i segni della DMS. Coprire un occhio e concentratevi sul punto centrale; se si notano righe ondeggianti, interrotte o distorte, oppure zone sfuocate o mancanti, è necessario consultare immediatamente un oculita per il necessario approfondimento.Crediamo così di aver fornito un utile indicazione perché sappiamo quanto sia importante la vista per una serena e tranquilla vecchiaia, dopo un’intensa vita di lavoro.

PAGINA 36SIBEMOLLEdi Flavio Vezzosi

IL POTERE DELLA MUSICAUn viaggio eccezionale in un mondo meraviglioso ove regna un linguaggio universale. Prima puntata

“Solo la musica con il suo fascino può placare un animo inquieto e dar pace a una mente agitata”.Così si espresse circa 300 anni fa William Congreve, un commediografo inglese, nel suo Hymn to Harmony (Inno all’armonia). Secoli prima, antichi scritti greci sostenevano che “l’educazione musicale è uno strumento dei più potenti, perché ritmo e armonia penetrano nei recessi dell’anima”.Che le cose stiano così lo possono testimoniare alcuni genitori che hanno visto i propri figli adolescenti incupirsi e diventare antisociali dopo aver ascoltato regolarmente musica heavy metal. Lo si è visto anche negli anni ’30 e ’40 in Germania, quando i nazisti facevano ascoltare marce dal ritmo trascinante per preparare le folle ad ascoltare i discorsi ipnotici di Adolf Hitler.Non c’è dubbio che la musica è in grado di influire sulla mente e sul cuore, e può essere usata per influenzarli sia in bene che in male. Ad esempio, si ritiene che facendo sentire ai bambini piccoli certi tipi di musica si contribuisca al loro sviluppo intellettuale ed emotivo. Persino chi balbetta a volte è in grado di cantare frasi che altrimenti non riuscirebbe a pronunciare.A volte l’effetto della musica su pazienti affetti da malattie neurologiche che provocano difficoltà motorie è sorprendente, stando a quanto scrive Anthony Storr in un libro sul rapporto tra musica e mente. Storr narra il caso di una paziente: “Paralizzata dalla malattia (il morbo di Parkinson), non riusciva assolutamente a muoversi fino a che non richiamava alla mente melodie che sentiva da giovane. Queste le ridavano di colpo la capacità di muoversi”. - Music and the Mind.

Motivo di preoccupazione

Page 25: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

A quanto pare, dunque, il potere della musica può essere benefico. C’è però il rischio che persone avide o corrotte si servano di questo potere come di uno strumento mortale. Certi studi hanno dimostrato che vi è un legame diretto tra comportamenti antisociali e certi tipi di musica.A sostegno di questa tesi, un periodico riferisce: “Vi sono prove secondo cui vedere video di musica rock potrebbe avere lo stesso effetto che vedere materiale pornografico: certi uomini a cui sono stati fatti vedere video rock violenti si sono dimostrati più insensibili e ostili nei confronti delle donne rispetto ad altri a cui sono stati mostrati video rock non violenti”. - Psychology of Women Quarterly.Questo non vale solo per gli uomini. Gli effetti negativi possono farsi sentire anche sulle donne. Lo stesso articolo aggiungeva: “Tanto uomini che donne possono cominciare ad accettare i messaggi negativi di queste canzoni, secondo cui le donne non valgono nulla”.Un’altra rivista concorda con queste conclusioni e afferma: “Uno studio recente, ha riscontrato che, tra le adolescenti, il fatto di provenire da un ambiente familiare insoddisfacente e di aver guardato molti video musicali risultava correlato in maniera significativa con modi di pensare e comportamenti permissivi in campo sessuale”. (Sex Roles) La cruda violenza e i testi sconci di certa musica rap hanno indotto un giudice distrettuale americano a condannare un album di musica rap definendolo “osceno secondo il comune sentimento”.Continua nel prossimo numero

PAGINA 38SPORTa cura di Flavio Vezzosi

UNA PREZIOSA SINERGIALe attività che vincono l’handicap. Collaborazione tra gli istituti di volontariato

«Le nostre attività principali”, esordisce Laura Chimini, presidente dell’Associazione, Villa dei Colli Lonato, Onlus, “sono la riabilitazione equestre, la promozione e realizzazione di gare sportive in cui vengono coinvolte persone affette da deficit fisici e psichici, oltre alla programmazione di corsi di informatica che possono contribuire a fornire maggiori e concrete possibilità di impiego per i soggetti affetti dalle varie disabilità”. Per sensibilizzare l’opinione pubblica nei riguardi dello sport per disabili, ancora oggi considerato di serie B, l’associazione (affiliata alla Federazione Italiana Sport Disabili - Fisd) è fatta promotrice di numerose manifestazioni sportive di rilievo e di altro valore agonistico. Dal ‘96 si sono tenuti, per esempio, nel settore della scherma in carrozzina: il Campionato italiano, la Coppa Europea a squadre, il Torneo internazionale del Garda e, ancora, il Campionato Italiano di tiro con l’arco e il Torneo Internazionale del Garda (World Cup). Non mancano poi i programmi di riabilitazione in acqua resi attuabili grazie alla cooperazione con l’Ospedale di Lonato e tenuti nella piscina comunale di Montichiari. Il Progetto “Desenzano senza barriere”, ha invece l’obiettivo di sensibilizzare gli alunni delle scuole elementari e stimolarli nell’individuazione di piccoli accorgimenti che rendano più accessibile la vita ai soggetti con problemi fisici. “Fra le future attività”, sottolinea il vicepresidente Paolo Magnoni, “c’è il Progetto Luna per la tutela dei minori e la promozione di incontri-dibattito sui temi legati alla

Page 26: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

tutela dei minori e all’adozione internazionale”. La storia dell’associazione Villa dei Colli Lonato, è iniziata all’interno del Presidio ospedaliero di Lonato nell’ambito del servizio di riabilitazione equestre. Gli amministratori dell’Ussl, ora Azienda ospedaliera di Desenzano, misero a disposizione un maneggio e gli strumenti per condurre programmi mirati. Questa sinergia fra istituzione e volontariato garantisce, allora come oggi, un servizio altamente professionalizzato a una vasta fascia di utenza. Dal 1998, anno in cui è stata ampliata la ragione sociale, il direttivo dell’associazione ha inserito attività non solo nel campo dell’handicap, ma anche dei minori e della lotta all’esclusione sociale. nFabrizio Bocconcelli([email protected])

PAGINA 39A LUME DI LEGGEdi Paolo Colombo

LAVORO E PREVIDENZA COLLOCAMENTO OBBLIGATORIO

In questo inserto, curato dall’omonimo Centro dell’Uic, confluiscono:- documenti integrali o stralci di leggi, regolamenti, circolari, proposte di legge, atti amministrativi e sentenze di interesse generale o specifico;- pareri espressi dagli uffici della sede centrale sulla normativa vigente;- commenti sull’attualità giuridica;- interviste con gli operatori del diritto;- notizie in breve.

L’inserimento nel mondo del lavoro, che costituisce uno degli aspetti salienti degli interventi assistenziali di carattere non economico, rappresenta, per tutti i portatori di handicap uno dei problemi più importanti, poiché essi, attraverso l’esplicazione di una attività lavorativa, possono superare, o quantomeno ridurre, lo stato di emarginazione sociale in cui troppo spesso sono costretti a vivere. Inoltre, l’inserimento lavorativo può costituire anche un efficace strumento di riabilitazione del portatore di handicap.Per questo motivo, nel nostro ordinamento è vigente un sistema che obbliga i datori di lavoro, che si trovino in determinate condizioni, ad assumere un certo numero di soggetti disabili.Una completa riforma del sistema del collocamento obbligatorio è stata recentemente attuata con la legge 12.3.1999, n. 68. Il legislatore, nel creare la nuova disciplina, ha avuto di mira obiettivi e strumenti diversi, in particolare il lavoro come strumento di integrazione e coesione sociale. Si è cercato, in primo luogo, di attivare un sistema di collocamento più moderno di quello precedentemente in vigore, con tutte le sue manchevolezze, in grado di legare occupazione e formazione professionale, incoraggiando le aziende anche attraverso incentivi ed agevolazioni; in secondo luogo si è voluto creare un sistema di inserimento mirato (per altro, da sempre utilizzato per i lavoratori ciechi), e, quindi, tendenzialmente non assistenziale, che abbia come scopo quello di collocare ciascun disabile nel posto più adatto a fargli esprimere al massimo le proprie potenzialità lavorative. La sostanza di questa normativa - che comporta un radicale cambiamento di prospettiva, per cui non si considera più tanto l’invalidità di un soggetto, quanto piuttosto le sue residue capacità lavorative - dovrebbe, quindi, essere una reale attuazione di tutti quei principi che sottendono al

Page 27: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

concetto di collocamento “mirato” di ogni portatore di handicap, basato su un preventivo intervento d’équipe che operi un monitoraggio adeguato delle aziende e dei lavoratori volta per volta disponibili e che, dopo aver formato il lavoratore nel senso di avergli garantito una specializzazione o, comunque, una professionalizzazione delle sue mansioni, sia in grado di mettere in contatto il datore di lavoro (pubblico o privato) con il disabile con la più alta probabilità di buon esito del collocamento.La legge si propone, infatti, come finalità la promozione dell’inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato; collocamento mirato inteso come quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione.In massima sintesi, il nuovo sistema del collocamento obbligatorio è organizzato come segue. Salve ben precise e delimitate eccezioni, tutti i datori di lavoro pubblici e privati devono assumere: - un numero di lavoratori disabili pari al 7% dei lavoratori occupati se hanno più di 50 dipendenti; - 2 lavoratori disabili se occupano da 36 a 50 dipendenti; - 1 lavoratore disabile se occupano da 15 a 35 dipendenti - questi ultimi, però, solo in caso di nuova assunzione.Nell’ambito dei criteri di computo dei dipendenti, vanno segnalati il principio, mutuato dalla prevalente giurisprudenza, che per i lavoratori l’infortunio sul lavoro o la malattia professionale non costituiscono di per sé giusta causa di licenziamento, se questi ultimi possono essere adibiti a mansioni equivalenti o, in mancanza, anche inferiori e il principio che i lavoratori che divengono inabili non possono essere computati nella quota di riserva, se hanno subito una riduzione della capacità lavorativa inferiore al 60%, o se sono divenuti inabili a causa di inadempimenti del datore di lavoro delle norme in materia di sicurezza ed igiene del lavoro. La legge individua, poi, espressamente i soggetti che sono destinati a gestire i servizi per l’inserimento lavorativo dei disabili, vale a dire i nuovi centri per l’impiego, istituiti ed organizzati su base provinciale da leggi regionali secondo quanto disposto dal decreto legislativo 23.12.1997, n. 469 che attua una delle deleghe più importanti conferite dalla prima legge Bassanini (legge 59/97) sul decentramento amministrativo in materia di servizi per l’occupazione e che la legge va espressamente a modificare all’art. 6, introducendovi una normativa di collegamento con il sistema del collocamento obbligatorio. Saranno, dunque, questi nuovi “uffici competenti”, come li definisce la legge 68/99 e non più le strutture del Ministero del Lavoro, a gestire, oltre al normale collocamento al lavoro, anche la programmazione e l’attuazione degli interventi volti a favorire l’inserimento lavorativo mirato dei disabili, nonché la tenuta delle liste, il rilascio delle autorizzazioni e degli eventuali esoneri o compensazioni territoriali, la stipula di convenzioni. L’organizzazione amministrativa e le modalità di esercizio delle funzioni e dei compiti conferiti a tali organismi saranno disciplinate da leggi regionali e coordinate e verificate da una commissione regionale; a livello provinciale opererà una commissione per le politiche del lavoro che andrà a sostituire gli attuali organismi provinciali, nell’ambito della quale la nuova legge 68/99 prevede l’istituzione di un comitato tecnico, composto da funzionari ed esperti medico-legali,

Page 28: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

che avrà il compito precipuo di valutare le residue capacità lavorative dei disabili da collocare, definire gli strumenti e le prestazioni atti all’inserimento lavorativo, nonché predisporre controlli periodici sulla permanenza delle condizioni di inabilità.I datori di lavoro devono fare richiesta di avviamento agli uffici competenti (vale a dire i centri per l’impiego a livello provinciale). Le richieste sono nominative per le piccole imprese (da 15 a 35 dipendenti), per i partiti politici, per le organizzazioni sindacali e sociali; per il 50% delle assunzioni delle medie imprese (da 36 a 50 dipendenti) e per il 60% delle grandi imprese (oltre 50 dipendenti). Per i datori di lavoro pubblici si confermano le assunzioni per concorso, a proposito delle quali va segnalata l’introduzione di un principio di fondamentale importanza: quello secondo il quale i disabili possono partecipare a tutti i concorsi per il pubblico impiego (tranne le eccezioni previste espressamente dalla legge) anche se non versano in stato di disoccupazione e anche oltre il limite dei posti ad essi riservati nel concorso. Viene anche confermato e generalizzato l’altro principio, secondo il quale devono essere previste nei bandi delle speciali modalità di svolgimento delle prove di esame per garantire la par condicio.Presso i medesimi uffici competenti è istituito un elenco con unica graduatoria dei disabili disoccupati.Nella legge viene anche prevista la possibilità di utilizzare un nuovo strumento operativo, vale a dire di stipulare delle convenzioni tra uffici competenti e datori di lavoro per concordare tempi e modalità di assunzioni (comprese scelte nominative, tirocini di formazione, contratti a termine, periodi di prova più lunghi).Il rapporto di lavoro per tutti i lavoratori disabili è regolato - come già prevedevano alcune leggi speciali - dai contratti collettivi validi per tutti i lavoratori, ma la legge 68/99 contiene norme specifiche di tutela in caso di aggravamento delle condizioni di salute del disabile, primo fra tutte il principio che il datore di lavoro (pur potendo sottoporlo a visita medica) non può chiedere al disabile una prestazione incompatibile con le sue mansioni, unito alla previsione, in caso di aggravamento incompatibile con la prosecuzione dell’attività lavorativa, di una sospensione non retribuita del rapporto di lavoro ed alla conseguente collocazione in tirocinio formativo per accertare la possibilità di reinserimento all’interno dell’azienda o di altre aziende.La legge prevede anche delle sanzioni, economiche e non, per le imprese che non adempiano agli obblighi previsti.I lavoratori non vedenti sono espressamente presi in considerazione in alcune specifiche norme contenute nella legge 68/99 Già all’articolo 1 la legge, dopo avere indicato quali sono le categorie di invalidi che beneficiano del collocamento obbligatorio, tra le quali vi è anche quella delle “persone non vedenti”, specifica che “agli effetti della presente legge si intendono per non vedenti coloro che sono colpiti da cecità assoluta o hanno un residuo visivo non superiore ad 1/10 ad entrambi gli occhi, con eventuale correzione”. La legge fa espressamente salve anche tutte le leggi speciali attualmente in vigore per i centralinisti, i massaggiatori e massofisioterapisti, i terapisti della riabilitazione e per gli insegnanti che hanno da sempre provveduto a garantire un collocamento “mirato”, secondo lo stesso spirito della legge n. 68/99 anticipandolo di molti anni.

PAGINA 43PREVENZIONEdi Giuseppe Castronovo

LA SETTIMANA DELLA RETINA

Page 29: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Testimonial di eccezione: Pippo Baudo, Bud Spencer e Annalisa Minetti

La settimana della retina per prevenire la cecità è stata presentata all’Ordine dei giornalisti di Roma dall’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, Sezione italiana dell’ADM Alliance International: l’associazione, senza scopo di lucro nata per aumentare il livello di conoscenza presso l’opinine pubblica della degenerazione maculare senile (AMD), la malattia che rappresenta la prima causa di cecità dopo i 50 anni. Illustri docenti e medici specialisti hanno spiegato che il sole fa male, che il fumo non gioca a favore della conservazione della vista, che l’attività lavorativa è uno dei fattori di rischio per la vista, che bisogna portare speciali occhiali da sole in grado di filtrare al cento per cento i raggi ultravioletti.L’avvocato Giuseppe Castronovo, presidente della Sezione italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, ha tanto insistito sulla necessità della tutela dell’incomparabile bene della vista mediante la prevenzione nel corso della conferenza stampa alla quale hanno dato la loro adesione come testimonial: Pippo Baudo, Bud Spencer e la cantante ipovedente Annalisa Minetti.Dopo gli esperti, è toccato ai giornalisti presenti vivacizzare il dibattito con domande mai banali. È stato detto: ci avete spiegato che ipermetropia, cute o occhi di colore chiaro, cataratta, ipertensione possono favorire l’insorgere della malattia. Ma in pratica qual è la spia? Se uno vede passare una mosca nera o bianca sullo schermo visivo si deve preoccupare. La risposta non si è fatta attendere. Sì, ci si deve preoccupare andando dallo specialista. Al termine della conferenza ci è stata distribuita la cosiddetta griglia di Amsler, una specie di foglio di quaderno a quadretti, come quello dei ragazzi che vanno a scuola. Coprire un occhio e concentrarsi al centro. Se si vedono righe ondeggianti o distorte bisogna andare subito dal proprio oculista. Uomo avvisato mezzo salvato.Luciano Burburan

PAGINA 44PREVENZIONE

VEDIAMOCI CHIAROLa riunione del Comitato Direttivo

Si è riunito a Roma, in seduta ordinaria, il comitato Direttivo dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità - Sezione Italiana, il quale ha deliberato su importanti argomenti relativi all’attività che l’Agenzia svolge in Italia e all’estero.Il Presidente, Avv. Giuseppe Castronovo, ha tra l’altro riferito che la Pubblicità Progresso ha concesso il proprio patrocinio per entrambi gli spot aventi come protagonista il noto attore Bud Spencer per la campagna TV “Vediamoci Chiaro”; molto successo sta avendo nelle scuole il video realizzato con il noto attore, per educare i giovani a tutelare il bene prezioso della vista.Un kit contenente la videocassetta con gli spot ed il filmato con Bud Spencer ed altro materiale informativo, è stato inviato a tutti i Consigli Regionali e alle Sezioni Provinciali dell’Unione Italiana dei Ciechi, affinché ne favoriscano la diffusione in tutte le scuole e anche tra le emittenti e gli organi di stampa locali. Diverse Sezioni dell’Uic hanno organizzato incontri con gli studenti, avvalendosi di oculisti per illustrare le più diffuse malattie oculari e spiegare come prevenirle: il Comitato Direttivo Nazionale auspica che tutte le Sezioni dell’Uic, e non soltanto alcune, si adoperino fattivamente per promuovere la prevenzione della cecità.

Page 30: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

È stato altresì riferito dettagliatamente sul Convegno organizzato dalla IAPB e svoltosi a Istanbul, in particolare sul programma “Vision 2020” il cui scopo è la eliminazione delle forme di cecità evitabili quali la cataratta, le retinopatie diabetiche e quelle dell’infanza. L’esame della bozza dello Statuto Sociale è stato rinviato al Comitato del 9 novembre 2001 e la sua adozione trasformerà radicalmente l’assetto organizzativo dell’Agenzia e della sua azione sul territorio.Il Comitato discuterà e approverà la relazione programmatica ed il bilancio di previsione per il 2002, nonché la celebrazione della Giornata Nazioanle per la prevenzione della cecità.Nuovo componente del Direttivo Nazionale, in rappresentanza della SOI, è il prof. Emilio Balestrazzi.

PAGINA 45LAVORO OGGI

DOMANDE CON RISPOSTEAl convegno Irifiro di Fiuggi

Con un convegno sul tema: “La formazione nel terzo millennio fra innovazione e tradizione”, il 13 ottobre scorso, presso l’Hotel Silva Splendid di Fiuggi (FR), l’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione, una creatura dell’Unione Italiana dei Ciechi, ha celebrato il decennale della sua fondazione, offrendo alle sue 15 strutture regionali ed 80 provinciali una sintesi dell’attività svolta nel decennio con il loro stesso coinvolgimento.Al termine dei lavori sono stati in molti a chiedermi un giudizio sull’incontro; una sintesi degli obiettivi del Convegno; il ruolo dell’I.RI.FO.R. nel futuro; un riassunto delle iniziative più concrete assunte dall’Ente; cosa può l’I.RI.FO.R. per il rilancio delle attività artigianali.Domande certamente interessanti alle quali però io credo di aver risposto, almeno in parte, con il mio intervento durante i lavori del Convegno.Ad ogni modo, il mio giudizio sul Convegno è assolutamente positivo: per esperienza acquisita so che i convegni organizzati e realizzati alla vigilia di un Congresso Nazionale hanno corso il rischio di ridursi ad un momento di incontro precongressuale, soprattutto per una conoscenza degli umori e per uno scambio di idee. Cosa certamente utile e legittima, ma che induce a trascurare gli obiettivi che un convegno si prefigge.L’incontro organizzato dall’I.RI.FO.R. non ha corso questo pericolo: i problemi congressuali sono stati sopraffatti dall’importanza degli obiettivi dell’I.RI.FO.R.. Infatti la partecipazione ai lavori è stata massiccia e l’uditorio si è mostrato molto attento ed interessato.Quanto agli obiettivi dell’incontro, all’inizio del terzo millennio, l’esigenza di un sistema integrato fra istruzione e formazione professionale diviene sempre più impellente. Di fronte a questa necessità, il Convegno si è rivelato un momento di confronto sui molteplici problemi relativi alla formazione e sui mezzi idonei a promuovere l’innovazione e difendere il tradizionale che ha significato per i non vedenti italiani fiducia nella vita. Inoltre il Convegno è stato anche l’occasione per una serena ed attenta valutazione dell’attività dell’Istituto nei suoi primi dieci anni di vita.In avvenire l’I.RI.FO.R., come Ente di formazione riconosciuto dalla legge 68/99, sul diritto al lavoro dei disabili, dovrà assumere un ruolo di preminente importanza per

Page 31: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

garantire ai minorati della vista una preparazione adeguata alle reali necessità, sempre crescenti, del mondo del lavoro.L’attività svolta dall’I.RI.FO.R. è da considerare tutta di primaria importanza, ma assumono particolare importanza le iniziative mirate a favorire l’integrazione scolastica; l’attività informatica; l’attività svolta dall’Ente per lo sviluppo dell’autonomia personale; l’aggiornamento professionale soprattutto dei massofisioterapisti; l’attività innovativa da cui hanno avuto origine gli studi e le ricerche di nuove figure professionali.Quanto al lavoro manuale, l’I.RI.FO.R. non può certamente agire da solo per il suo rilancio. L’attività artigianale può essere riscoperta attraverso la cooperazione e i laboratori protetti. L’Agenzia nazionale per la promozione del lavoro dei ciechi dovrà verificare la richiesta di mercato sulla base della quale l’I.RI.FO.R. dovrà curare la formazione professionale necessaria. Solo in questo modo può essere rivalorizzata un’attività che in un passato, ormai remoto, ha significato l’unica fonte di sostegno per i non vedenti.

PAGINA 47VITA ASSOCIATIVAdi Enrico Flamigni

VALENTINA E POSEIDONIl teatro, lo sport e l’informatica

Una donna in gabbia

Il teatro è generoso ed apre le porte a tutti, ma non fa sconti: il proprio posto sul palcoscenico bisogna guadagnarselo con passione, sudore e lacrime. Proprio quello che sta facendo Valentina Sampietro, attrice non ancora ventenne, non vedente dalla nascita, ma già con una nutrita esperienza teatrale, protagonista di un monologo di circa un’ora al Teatro Carignano di Genova. “Celia Carli ornitologa”: questo il titolo del divertente testo di Dacia Maraini che narra la storia di una donna in gabbia combattuta tra l’amore verso un uomo sposato e un sentimento di lealtà verso l’altra donna. In questa gabbia domestica si consuma una vera tragedia comica, a tratti surreale, ricca di umorismo raffinato. Una pièce complessa, a tratti insidiosa, ma nella quale Valentina Sampietro fa apprezzare appieno la sua versatilità unita alla sua voce particolarmente musicale.Andare oltre la provocazione

I cosiddetti bambini difficili ci sono sempre stati e sempre ci saranno: bambini che esasperano con i loro comportamenti, con i loro atteggiamenti. Nicole Fabre nel libro “Questi bambini che ci provocano” ci riferisce tante storie che hanno per protagonisti questi bambini, ognuno dei quali esprime in modo diverso la propria problematicità: chi con la totale contestazione, chi con il silenzio, chi con la provocazione, o con mille altri modi che portano allo stremo genitori ed educatori.Ma per tutti questi bambini, ricorda l’autrice, il denominatore comune è il disagio e la necessità di ricevere da parte degli adulti attenzioni e tempo. Perché educare questi bambini vuol dire andarli a cercare dietro la loro facciata, aiutandoli nel percorso della vita, amandoli con generosità ed intelligenza.

Page 32: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Lo sport come comune denominatore

“Crescere nello sport per vincere la solitudine!”: è questo il motto della Ipotiflosport di Salerno, associazione nata nell’ambito dell’UIC che fa dell’attività motoria un efficace strumento per combattere l’emarginazione dei minorati visivi. Al termine dell’anno sportivo 2000/2001 si è svolta nella città campana una manifestazione pubblica, nel corso della quale sono state consegnate targhe ricordo agli sponsor ed agli atleti, i quali tra l’altro hanno partecipato al Campionato nazionale di calcio a 5 per ipovedenti. E sempre nella convinzione della grande utilità dello sport per la formazione psicofisica dei ciechi, l’UIC di Salerno ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il Centro Sportivo Italiano per la promozione di programmi di “alfabetizzazione motoria” dedicati in particolare ai minorati della vista in giovane età.Sport al centro delle nostre iniziative anche a Reggio Calabria con “Poseidon”, un campo estivo organizzato in collaborazione con l’IRIFOR sul litorale di Paola. Per la prima volta alcuni non vedenti hanno potuto esplorare il mondo sconosciuto ed affascinante dei fondali marini, grazie all’esperienza degli istruttori del gruppo subacqueo paolano e ad una metodologia innovativa che ha consentito loro di scendere in piena sicurezza fino a 20 metri di profondità: un’altra frontiera si è così aperta per tutti i ciechi.Continuiamo a parlare di tempo libero, ricordando l’escursione nelle montagne bellunesi organizzata dalla sezione di Padova, con visite al Val Canzoi ed al Castello di Zumelle, e la vacanza a Gioiosa Marea dell’UIC di Catania, trascorsa in allegria tra animazioni, bagni e rilassanti passeggiate.È stata invece Roma la meta della gita organizzata dalla sezione di Gorizia insieme alla fondazione della locale Cassa di Risparmio: i numerosi partecipanti, accompagnati da guide specializzate, hanno potuto visitare i principali monumenti della città e dei castelli romani, trascorrendo cinque giorni in un’atomosfera di gradevole socializzazione.

Una nuova aula

Passando ad altri argomenti, siamo lieti di segnalare che la sezione di Crotone ha potuto ampliare la propria aula informatica, sempre grazie all’intervento dell’Ente Provincia: ora le postazioni sono salite a sei ed il settore telefonico è stato notevolmente potenziato, con un chiaro beneficio per i soci, che tra l’altro presto potranno anche disporre di una nuova sede.È invece uno spazio per i comunicati destinati ai non vedenti la novità preparate dalla Provincia Regionale di Siracusa in collaborazione con l’Uic: si tratta di un’iniziativa unica in Italia, a dimostrazione della sensibilità della struttura pubblica in favore della nostra categoria.Buone notizie anche per i soci di Belluno: la locale sezione infatti ha creato un nuove servizio informativo via telefono o posta elettronica, attivo 24 ore su 24, che permetterà e tutti gli interessati di ricevere tempestivamente notizie di attualità, attività associative, spettacoli, sport, servizi vari ed altro. La stessa sezione, inoltre, ha messo a disposizione dei soci un nuovo computer utilizzabile per ragioni di studio, di ricerca o di svago.

Page 33: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Concludiamo con alcune notizie dalla sempre attiva sezione di Chieti: l’elezione di Francesco Ciardone come rappresentante abruzzese nel Comitato nazionale dei massofisioterapisti, la nascita di un servizio di assistenza informatica riservato a tutti i soci e l’attivazione sempre nel settore informatico di un corso IRIFOR di alfabetizzazione individuale a domicilio per studenti minorati della vista.

Borsa di studio in memoria di Gaspare Perrone

Il gruppo diocesano del Movimento Apostolico Ciechi di Palermo istituisce una borsa di studio a ricordo di Gaspare Perrone, dirigente nazionale e locale del movimento. Possono partecipare alla borsa di studio in parola tutti coloro che amano lo studio delle discipline informatiche così come lo ha amato Gaspare, che fu un tenace sostenitore del progresso informatico e vi consacrò il meglio di se stesso, studiando intensamente e godendo a pieno dei risultati che veniva via via conseguendo.

Regolamento1. Il gruppo diocesano del Movimento Apostolico Ciechi di Palermo istituisce la I edizione di una borsa di studio in memoria di Gaspare Perrone. Possono concorrere alla borsa di studio in parola persone non vedenti ed ipovedenti interessate allo studio del computer a livello amatoriale.2. Per partecipare alla borsa di studio è necessario inviare alla segreteria del concorso, presso Pina Lo Iacono, Via dell’Autonomia Siciliana n. 70 - 90143 Palermo, la scheda allegata al presente regolamento contenente le proprie generalità, l’indirizzo, il recapito telefonico e la dichiarazione di accettazione del regolamento medesimo. Inoltre gli interessati dovranno compilare un questionario relativo alla conoscenza e all’uso personale del computer. Il questionario dovrà essere allegato alla scheda di partecipazione di cui sopra.3. Tutta la documentazione dovrà pervenire alla segreteria del concorso entro e non oltre il 6 gennaio 2002.4. Tutti i partecipanti verranno informati, tramite lettera, dei risultati del concorso, della data e del luogo della premiazione che verrà organizzata nella città di Palermo.5. La partecipazione al concorso è gratuita. I partecipanti sono invitati a presenziare alla premiazione. Non sono ammesse deleghe per il ritiro dei premi in denaro che, qualora non siano riscossi personalmente, verranno incamerati per l’edizione successiva.6. Il giudizio della giuria è insindacabile.7. Il gruppo M.A.C. di Palermo, in riferimento alla legge 31/12/1996 n.675 e successive integrazioni e modificazioni, recante disposizioni sulla tutela delle persone, si impegna ad utilizzare i dati personali forniti dai partecipanti esclusivamente per l’espletamento delle procedure relative alla borsa di studio.8. La giuria si riserva, se lo riterrà opportuno, di sottoporre i partecipanti ad un colloquio conoscitivo inerente l’uso personale del computer.9. Non potranno partecipare alla borsa di studio coloro i quali sono in possesso della patente europea.10. Per la I edizione della borsa di studio in memoria di Gaspare Perrone saranno asseganti i seguenti premi:1° premio £ 500.000; • 2° premio £ 300.000 • 3° premio £ 200.000.

Page 34: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Per ulteriori informazioni i partecipanti potranno rivolgersi alla segreteria del concorso.

PAGINA 49RIQUADRI

NASTRIChiara offre gratuitamente alcuni nastri di cm. 15 recanti colonne sonore di film degli anni ‘50/’60. Chi fosse interessato può telefonare tutti i giorni dalle h. 9.00 alle h. 21.00 al numero 040-910960.

TRECCANI E IL VOLONTARIATOPresso la Sala Igea di Palazzo Mattei, storica sede dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, in Roma, ha presentato alla stampa la sua nuova campagna promozionale, nella quale per la prima volta si inserisce un’iniziativa sociale realizzata insieme all’Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali in cui cultura e formazione sono i valori centrali.L’iniziativa consente alla Treccani di aprirsi al mondo del volontariato e dei progetti umanitari, offrendo il proprio contributo intellettuale ed educativo anche nei confronti di categorie meno avvantaggiate.

ANNUNCIOL’Istituto F. Cavazza, grazie alla gentile collaborazione della Suse Italia, ha l’opportunità di offrire una copia gratuita della distribuzione di Suse Linux versione 7, completa di CD di installazione e manuali in italiano.Sono disponibili sia versioni 7.1 che versioni 7.0.Suse Linux è stata la prima, e ancora oggi unica, distribuzione commerciale che supporta i dispositivi braille fino dall’installazione del sistema operativo. Questo permette ai non vedenti di installare Linux in piena autonomia e di seguire e intervenire in tutte le fasi di installazione del sistema operativo. Il software Blinux viene eseguito all’avvio del computer e permette ai non vedenti di lavorare velocemente e facilmente in ambiente Linux. Il programma permette l’accesso e l’utilizzo di tutte le applicazioni testuali, consente all’utente di intervenire sul sistema e di compilare il proprio Kernel, senza compromettere in nessun modo la sicurezza.La promozione è rivolta a tutti i non vedenti o ipovedenti d’Italia e l’offerta vale fino all’esaurimento delle copie disponibili.Per aderire è sufficiente fare richiesta all’Istituto F. Cavazza tramite email ([email protected]) o fax (051/332609).

PAGINA 50NUOVO SITO DELL’UNIONE Non lasciarsi vincere dalla diffidenza

Dal 12 novembre scorso quanti si sono collegati tramite il consueto indirizzo www.uiciechi.it al sito internet dell’Unione Italiana dei Ciechi avranno avuto una gradita sorpresa: nuova veste, nuova struttura, ma soprattutto nuovo grado di accessibilità per i non vedenti.Senza cedere alla tentazione di dilungarci in inutili autocelebrazioni, preferiamo lasciare la parola ai fatti: il sito, progettato insieme alla Eraclito srl seguendo

Page 35: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

scrupolosamente le norme del W3C, il World Wide Web Consortium, ha potuto fregiarsi del marchio di conformità di massimo livello (Triple-A livel) ed è stato valutato dai nostri tecnici e dal gruppo di primo contatto dell’OSI (Osservatorio Siti Web) pienamente conforme a tutti i requisiti di accessibilità attualmente previsti.I più intraprendenti avranno già toccato con mano tutte le novità introdotte. Per i meno audaci, per i conservatori impenitenti, infine per chi si affaccia solo oggi sullo sterminato panorama del mondo virtuale vorremmo fornire qualche dato a conferma delle nostre parole: i tanto fastidiosi frame sono stati definitivamente aboliti; tutte le immagini sono commentate; per la formattazione sono state utilizzate le tabelle, ciascuna provvista di sommario, per evitare l’ambiguità fra tabelle di formattazione e tabelle di dati; sono stati predisposti dei tasti di scelta rapida per muoversi rapidamente all’interno del sito; il layout delle pagine è sempre uguale, così da permettere una navigazione il più semplice e prevedibile possibile; nella barra di navigazione iniziale (posta di seguito all’intestazione dell’UIC) è stato inserito il link “Ignora la barra di navigazione” che, se selezionato, consente di accedere direttamente al contenuto della pagina, evitandone la tediosa lettura di tutti i link che, per chi utilizza la sintesi vocale, risulterebbe estremamente fastidiosa.Certamente potremmo continuare a lungo e addentrarci in particolari tecnici in grado di stuzzicare la fantasia dei più esperti, ma il nostro vuole essere solo un invito, un’esortazione a non lasciarsi vincere dalla diffidenza nei confronti del nuovo, a seguire ancora una volta insieme all’Unione la strada che da sempre essa percorre: la strada del rinnovamento, del progresso tecnico perché progresso civile.Michele Pergola

PAGINA 51L’ETÀ DELL’ORO Duemilacinquecento ultracinquantenni provenienti da ogni angolo d’Italia all’incontro di “50 e più Fenacom” a Riva del Garda

di MARIO PINZAUTI

È mai possibile che siano quelli che cominciano il giorno del cinquantesimo compleanno e continuano sempre nella speranza che la provvidenza abbia buon cuore, oltre i sessanta, i settanta e gli ottanta? Alcuni, anzi molti, certamente diranno che questa domanda è uno scherzo, se non una provocazione. “50 e più Fenacom”, organizzazione dei seniores della Confcommercio, dice, anzi proclama, e non da oggi, che si tratta invece di cosa seria, serissima, perciò degna di attenzione e di riflessione. E recentemente ha confermato questo suo giudizio intitolando “Gold age (l’età dell’oro), gli anni sorprendenti” il suo diciannovesimo meeting annuale organizzato a Riva del Garda e affollato - è il caso di dire dato il numero dei partecipanti - da duemila ultracinquantenni provenienti da tutte le regioni d’Italia e da altri paesi, esattamente il Belgio, la Francia, la Lettonia, l’Australia. E il risultato di questo incontro tra tanti rappresentanti del popolo dai capelli grigi ha dimostrato che il titolo era appropriato. È stato infatti un risultato sorprendente.Dai sette giorni di Riva Del Garda, attraverso numerosi convegni, una serie di concorsi artistici (prosa, poesia, pittura, fotografia), anche momenti di divertimento, sono infatti emersi chiaramente il bisogno e la volontà di coloro che Maria Luisa Spaziani (membro della giuria del concorso di poesia) definisce “gli uomini e le donne del quartilunio” di contare di più, di essere considerati elementi attivi e vitali della società. Ed è stato messo in chiaro che il diritto a vedere realizzate tali

Page 36: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

aspirazioni molti anziani lo hanno conquistato e continuano a conquistarselo sul campo: come dimostrano le cifre contenute nel rapporto “essere anziano oggi” realizzato dall’Istituto Ermeneia e presentato a Riva del Garda.

Una risorsa attiva

Queste cifre dicono, ad esempio, che il 15 per cento del totale delle spese delle famiglie italiane, pari a 160 mila milardi all’anno, è pagato dagli ultracinquantenni, buona parte dei quali (il 69,5 per cento) contribuisce al mantenimento dei figli adulti presenti in casa e in misura maggiore (78,9 per cento) dei nipoti. Come dire che dei soldi degli anziani le famiglie non possono farne a meno. E non può farne a meno neppure la società se è vero che, come si apprende dallo stesso rapporto, da una percentuale compresa tra il 15 e il 22 per cento dei non più giovani proviene denaro per finanziare attività imprenditoriali. Nessun dubbio, dunque, sulla fondatezza del commento espresso a conclusione dei meeting, da Lanfranco Morganti, il nuovo presidente di “50 e più Fenacom” (ha assunto l’incarico in luglio, succedendo a Giuseppe Bertoldi): “l’anziano ha tutti i titoli per essere considerato una risorsa attiva e importante della società”.È interesse della stessa società utilizzare al meglio questa risorsa. Come potrà avvenire? “Gold age, gli anni sorprendenti” ha indicato alcune possibili strade. Ha suggerito ad esempio una legge per l’imprenditoria dell’età matura. Ha anche institito per radicali correzioni dei sistemi previdenziali e fiscali, in modo, tra l’altro, da rendere più flessibili i tempi dell’età pensionabile e da abolire o ridurre le barriere che rendono difficile, o poco conveniente, la ripresa dell’attività lavorativa per coloro che godono di un trattamento pensionistico. Nel corso di una tavola rotonda dedicata alle iniziative da prendere in vista della seconda assemblea mondiale sui problemi dell’invecchiamento (Madrid, 8-12 aprile 2002) si è preso atto della promessa-espressa da Giacomo Santini, deputato europeo - di sollecitare, per questi problemi, un intervento delle istituzioni dell’Unione Europea.Ma ancora più soprendenti di questi fatti sono stati le idee e i sentimenti che i partecipanti al meeting, con i loro contributi ai concorsi artistici e nei loro incontri, si sono scambiati e hanno offerto all’attenzione e alla riflessione dell’opinione pubblica. Nel verbale della giuria dei concorsi di pittura e fotografia si legge tra l’altro che tra i partecipanti “la virtù della speranza sembra predominare su ogni altro stato d’animo”. Una poesia, presentata e premiata al concorso per le estemporanee, contiene i seguenti versi: “questi anni ci fanno capire/la preziosità della vita”. Un altro poeta, anzi poetessa, anche lei concorrente alle estemporanee ha scritto: “l’età mi ha insegnato/l’estrema dolcezza dei ricordi”. Ed evidentemente i ricordi, se visti e vissuti con dolcezza, migliorano, perfino possono rendere sorprendente l’esistenza attuale. Lo ha confermato un partecipante al concorso di pittura, uno dei più bravi, raffigurando ed esaltando la bellezza anche fisica dell’età matura con il ritratto “Emilia, una ragazza del 1914”.

Vivere con gioia e vitalità

Ci pare abbastanza per dire che gli anziani di “50 e più”, nella settimana di Riva Del Garda, hanno detto a se stessi e a chi, come il vostro cronista, ha seguito il loro meeting, che la terza età può essere vissuta con gioia e con una vitalità di cui l’intera società può godere i frutti. È un risultato positivo, anzi sorprendente. Ma vale per tutti gli anziani? Purtroppo no.

Page 37: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

“50 e più Fenacom” ha 400 mila aderenti, attraverso una bella rivista mensile coinvolge un pubblico di parecchie centinaia di migliaia di persone, è presente in numerose organizzazioni internazionali, è il centro organizzativo di importanti iniziative (quali le università della terza età, i libri dedicati alle “perle della memoria”, le campagne per l’“euro facile”, cioè per diffondere la conoscenza della moneta europea). È tuttavia purtroppo evidente che i suoi incoraggianti messaggi non possono raggiungere, neppure sfiorare, un più grande e desolato universo della terza età, quello costituito dai milioni di anziani che, per le loro condizioni economiche o di salute, non possono non vedere la vecchiaia che come il tempo della sofferenza e dell’umiliazione. Tra gli obiettivi e le speranze dei dirigenti di “50 e più”, primo tra tutti il presidente Morganti - che, conversando con i giornalisti a Riva del Garda, ha accennato al progetto di una fondazione - ci sono iniziative per contribuire a ridurre il muro che separa gli anziani degli anni sorprendenti da quelli dell’età della disperazione. Sarà possibile? E quando? E come? Ci auguriamo che dal prossimo meeting, quello del 2002, che tornerà a riunirsi a Riva del Garda, escano parole che almeno rendano possibile la speranza.

PAGINA 54LA MIOPIA DI SCHUMANNNelle corrispondenze epistolari del musicista si ricostruiscono le principali problematiche della sua vita

di MARCO GUIZZI

Robert Schumann fu un musicista della vita molto tormentata. Ciò si riflette nel romanticismo della sua musica, a tratti intriso di melanconia, ma è soave e, per l’ascoltare “profano”, quale io sono, ha notevole presa e ispira un senso di rilassato benessere.È giunta ai nostri giorni un’ampia raccolta delle corrispondenze epistolari del musicista (che per fortuna allora avvenivano solo su carta) da cui si ricostruiscono le tappe della difficile vita dell’artista e si evidenziano una serie di problemi di salute che furono determinanti per il suo iter professionale.

Da pianista a compositore

Ancora ragazzo, dedito soprattutto all’interpretazione pianistica, per tentare di assecondare la mania in voga a quei tempi di possedere un’ampia apertura della mano destra e per irrobustirla, si costruì ed applicò una sorta di fissatore-estensore delle dita della mano che però gli produsse un problema forse una infiammazione tendinea che, degenerata per la mancanza della moderna farmacologia, gli provocò la paresi dell’arto superiore. Ciò segnò la vita del giovane che si tramutò, suo malgrado, da pianista in compositore.Una patologia di non secondaria importanza per il musicista fu la miopia: lo costrinse ad avvicinare moltissimo gli spartiti, non vedeva i professori delle orchestre che dirigeva e non riusciva a sincronizzare le musiche con gli ingressi in scena dei cantanti. La miopia fu anche un appiglio per non effettuare il servizio militare... Traendo spunto dalla malattia di Schumann cerchiamo di definire che cosa sia l’alterazione refrattiva della miopia. Se consideriamo l’abusata metafora dell’occhio e della macchina fotografica, possiamo comprendere che le immagini che entrano nell’obiettivo sono focalizzate sul fondo oculare, cioè la pellicola fotografica delle

Page 38: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

fotocamere. Ma se l’occhio è troppo lungo le immagini che entrano nell’occhio vengono messe a fuoco prima della retina, per cui sulla pellicola fotografica giungono immagini sfuocate. Anche se con grande semplificazione, la miopia è proprio questo difetto rifrattivo: dipende da una eccessiva lunghezza dell’occhio. È chiaro che l’entità della malattia dipende per lo più dalla lunghezza del bulbo oculare. Per questo più elevata è la miopia, più protrudenti sono generalmente gli occhi. Ma l’aumento di lunghezza dei bulbi oculari induce anche una sorta di stiramento delle pareti oculari. All’origine delle particolarità dell’occhio miope vi è quindi anche una notevole sottigliezza delle sue componenti: immaginiamo metaforicamente l’occhio come una sfera in gomma contenente, come le matriosche russe, una serie di altre sfere più piccole: se si tira la sfera, tutte le altre piccole contenute nel suo spessore si allungheranno ma si assottiglieranno. Ciò comporta per le strutture oculari la comparsa di un globale infragilimento che è la base delle complicanze della miopia. Nella retina del miope si possono più facilmente riscontrate distrofie che possono predisporre al suo distacco.

Un interrogativo

Nel caso di miopie elevate, dette anche evolutive perché versate di complicanza, si creano emorragie per l’eccessivo stiramento e allungamento dei capillari retinici: perciò spesso il miope elevato non trae giovamento da alcun tipo di ausilio ottico, perché l’organizzarsi delle emorragie impedisce una visione normale. Le attuali terapie, in particolare le recentissime terapie fotodinamica e tele termoterapia transpupillare sembrerebbero in grado di restituire una prognosi migliore ai miopi particolarmente elevati. Da un punto di vista ottico esistono oggi in commercio meravigliose lenti a contatto che riescono a correggere tutti i casi di miopia con un confort visivo elevatissimo. Perché non citare anche le lenti al titanio e al lantanio, nate per soddisfare le esigenze estetiche dei più avendo spessori e pesi prima impensabili? Parliamo anche dello strepitoso successo che sta avendo la chirurgia refrattiva della miopia con il laser ad eccimeri: attualmente vi si rivolgono moltissime persone, spesso senza pensare che affidarsi alla chirurgia per non usare i propri occhiali è forse una motivazione insufficiente a giustificare rischi che in ogni intervento chirurgico esistono.Tornando al nostro sfortunato Schumann, rimane un interrogativo: perché non usava gli occhiali che pure esistevano al suo tempo? La risposta è che forse la sua miopia era talmente elevata per i rudimentali laboratori dell’epoca da non riuscire a costruire lenti così potenti; nonostante tale handicap il “nostro” musicista è celebrato per le sue opere ancora oggi.

PAGINA 56IL SENTIERO DEI SENSI Quell’oasi di Fogliano: un museo all’aria aperta

di RENATO MASTRONARDI

L’oasi naturalistica è piccola ma, a dir poco, è semplicemente straordinaria. Perché, prima di tutto, è un museo naturalistico in cui sono raccolti e rappresentati i cinque ambienti (un numero uguale ai sensi) del Parco Nazionale del Circeo. Parlo del Parco del Lago di Fogliano che, del Parco più conosciuto, è un’appendice di eccezionale richiamo, specialmente per tutto quanto riguarda alcuni aspetti preistorici e geologici

Page 39: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

che hanno fatto, e fanno, parte integrante di un patrimonio paesaggistico che è, e fu, proprio delle paludi pontine, sin dall’inizio, quando l’habitat era frequentato ed anche concimato dalle mandrie di bufali, le quali, hanno lasciato il segno della nomèa nella toponomastica dei luoghi. Mi riferisco, in particolare, a quell’ampia distesa di acquitrini che, ancora oggi, danno significato al toponimo della “Bufalara”, tra Rio Martino, Foceverde e le dune mediterranee che lambiscono, con la loro specificità arborea, il lido di Sabaudia e i margini dei tre laghi minori: Monaci, Caprolace e, appunto, Fogliano. Fino a comprendere anche il Lago di Paola per dare ragione ad un assetto panoramico che disegna la “macchia” ricca di specchi acquatici quali, ad esempio, quelli che ospitano le sempre più rare testuggini palustri.Un’oasi, quella di Fogliano, ed un orto botanico che, per tantissimi aspetti fanno tornare a parlare e a discutere perché oggi se ne vorrebbero mutare le sorti e le destinazioni d’uso a stabilimento termale e sociale. A differenza, invece, di quanto si prospetta per Ninfa, allargata fino ad inglobare Doganella. Una “dipendenza”, quest’ultima destinata a completare un’area naturalistica di eccezionale valore paesaggistico e botanico, a beneficio di un territorio che appartiene ai comuni di Cisterna e di Sermoneta, anche se si adagia in un pezzo di pianura immediatamente sottostante il paese di Norma. Ninfa, come Fogliano, apparteneva al patrimonio dei nobili Caetani, discendenti di Bonifacio VIII, i quali, di fatto, l’amministrano al coperto di una fondazione intitolata a Roffredo Caetani. Ma Fogliano e Ninfa sono centri coevi anche se quest’ultima può vantare una data di nascita che la pone al di sopra dell’anno 1000 quando era, prima di diventare la “Pompei sepolta del Medioevo” (Gregovorius), una florida cittadina, mèta disegnata di straordinari soggiorni romantici. Il massimo splendore lo raggiunse alla fine del 1200 quando fu acquistata da Pietro Caetani. Tuttavia, nell’arco di appena 150 anni conobbe un lento abbandono, a causa di lotte fratricide e della malaria. Il suo recupero iniziò nel 1921 quando, tra le rovine della città medioevale, si impiantò uno splendido giardino che andò sviluppandosi tra resti di chiese, abitazioni e ruderi del castello, del municipio e della torre sul laghetto.L’opera di bonifica e di impianto continua ancora oggi, grazie, soprattutto, a Donna Lelia, ultima erede dei principi Caetani.

PAGINA 57A FIUGGI CON L'IRIFORLa formazione nel 3° millennio: fra innovazione e tradizione

PAGINA 58UNA IDEA, UNA SPERANZA, UNA REALTÀ Grande successo del Convegno dell’Irifor a Fiuggi

di VITANTONIO ZITO

Non me ne vogliano i miei pochi lettori se, anche dopo la celebrazione del decennale della fondazione dell’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione (I.RI.FO.R.) a Fiuggi il 13 ottobre scorso, torno ancora ad intrattenerli su un tema antico e pur sempre attuale, quello della formazione professionale e dell’inserimento lavorativo.Dieci anni or sono, quando da una geniale idea del Presidente Nazionale Tommaso Daniele nasceva l’I.RI.FO.R., probabilmente nessuno avrebbe creduto che quella creatura, appena messi i primi passi, si sarebbe calata subito nella realtà cimentandosi

Page 40: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

con le esigenze dei ciechi ed avrebbe saputo alimentare nel cuore dei non vedenti una speranza per un avvenire, se non roseo, meno incerto e quindi più sereno.L’I.RI.FO.R., infatti, svolse, nel nostro Paese, su richiesta del Ministero della Sanità, la prima ricerca sugli aspetti statistico-medico-sociali della minorazione visiva, e riuscì ad ottenere il riconoscimento dell’Unione Europea con l’inserimento nel gruppo degli Istituti di riabilitazione compresi nell’iniziativa comunitaria Helios.L’I.RI.FO.R., dunque, non era e non è più un sogno, come qualcuno lo aveva definito appena nato, ma un autentico strumento di rinascita con il quale i ciechi possono affrontare e superare le difficoltà connesse con la formazione professionale ed avviarsi verso le nuove frontiere del mondo del lavoro.Il tema della formazione professionale e della qualificazione della forza lavoro, sempre attuale, è giustamente considerato come la chiave di successo di un sistema della domanda ed offerta di lavoro sul mercato nazionale ed internazionale. Infatti, nel contesto di un’economia globale in cui i fattori della produzione sono vitali e certamente lo diverranno sempre più, il vantaggio competitivo di un sistema rispetto ad altri è essenzialmente dato dalla capacità di utilizzarli nel migliore dei modi; e ciò è possibile potenziando la ricerca e la formazione.Dunque, se non saremo in grado di offrire una forza lavoro professionalmente preparata, saremo certamene costretti ad un confronto impari con mercati di offerte di lavoro che richiedono ottime potenzialità qualitative e basso costo, da cui ne usciremo sconfitti.Il problema della formazione professionale è stato sempre oggetto di particolare attenzione, soprattutto da quando abbiamo cominciato a renderci conto che per noi esso doveva costituire uno dei punti cardine per un sicuro inserimento nel mondo del lavoro.L’Unione Italiana dei Ciechi, pienamente consapevole della preminente importanza di una concreta preparazione dei non vedenti, ha appunto istituito l’I.RI.FO.R., che compie interventi formativi e di aggiornamento su tutto il territorio nazionale grazie alla capillarità delle sue strutture regionali e provinciali.Pur mirando alla ricerca di progetti innovativi che possano soddisfare sempre più le esigenze di quanti fruiscono dei corsi I.RI.FO.R. come strumento di crescita personale e professionale, l’Istituto continua a considerare prioritarie le iniziative di base essenzialmente mirate all’integrazione sociale dei minorati della vista. Infatti, svolge studi e ricerche nel settore dell’istruzione e dell’addestramento, approfondendo anche le problematiche attinenti l’inserimento dei non vedenti nel tessuto produttivo, sviluppa studi e ricerche finalizzati all’individuazione di nuove opportunità occupazionali anche con l’utilizzo di nuove tecnologie idonee a facilitare l’accesso nel mondo del lavoro ai non vedenti ed ipovedenti.La frenetica azione dell’I.RI.FO.R. è sorretta dalla convinzione che la riabilitazione coincida con la rimozione degli impedimenti a svolgere determinate funzioni, come sostiene l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e che questa attività richieda una particolare specializzazione per ogni tipo di disabilità.In questa prospettiva l’Istituto ha già realizzato corsi di orientamento e mobilità, di alfabetizzazione informatica, di giornalismo, di tiflologia, per tecnologi della comunicazione e per operatori di banche dati.Ma quale è oggi la reale situazione del mercato del lavoro per quanto riguarda i non vedenti?Il professor Tioli, molti anni or sono in un convegno sul lavoro, asseriva che la situazione occupazionale per i minorati della vista non era delle più rosee. Oggi, a distanza di tanti anni, lo è ancor meno. Infatti, secondo gli ultimi dati in nostro

Page 41: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

possesso, in Italia operano circa 8.000 centralinisti telefonici, contro i 10.500 di qualche anno fa; 1.200 fra massofisioterapisti e terapisti della riabilitazione, contro i 1.800 di anni addietro; circa 600 tra insegnanti e presidi; 200 programmatori elettronici; un centinaio tra liberi professionisti, commercianti ed artigiani.Se valutiamo una per una le suddette categorie di lavoratori ci rendiamo facilmente conto che sono tutte attività che, per un motivo o per l’altro, sono sostanzialmente in crisi.Infatti, il centralinismo telefonico, attualmente disciplinato dalla legge 113/85, è insidiato dal diffondersi dei centralini automatici e dall’affermazione degli impianti intercomunicanti nonché dall’accorpamento di centralini di una stessa azienda, condizioni che fanno seriamente temere per la sopravvivenza di questa attività, giacché la riduzione dei posti di lavoro in questo settore è ormai continua e costante.L’attività di massofisioterapista, disciplinata dalla legge 403/71, pur sostenuta dal D.M. Sanità del 10 luglio 1998, è in costante crisi occupazionale dovuta, si sostiene, alla carenza di posti in organico; quella di terapista della riabilitazione, disciplinata dalla legge 29/94, richiede ormai l’acquisizione di un diploma del tipo di laurea breve, e ciò comporta preliminarmente il conseguimento del diploma di scuola media superiore.L’insegnamento, disciplinato anche dall’art. 61 della legge 270/82, è coinvolto nella crisi del sistema scolastico italiano. Basti considerare che il concorso del 2000 è stato bandito dopo ben nove anni dal precedente.Di fronte a questa situazione, tutt’altro che facile, quale dovrà essere il ruolo dell’I.RI.FO.R. per un più sicuro inserimento lavorativo dei ciechi?Nessuno possiede la bacchetta magica. E’ però possibile tracciare delle linee guida per una risposta adeguata alle esigenze.Innanzitutto l’I.RI.FO.R., per le sue finalità statutarie, dovrà compiere ogni sforzo per favorire un più elevato livello di istruzione e l’acquisizione di conoscenza e confidenza con le nuove tecnologie informatiche. Un sistema integrato di istruzione e formazione professionale e la padronanza nell’uso degli ausili informatici, consentirebbero ai non vedenti la fruizione di più opportunità per la crescita personale, rendendo più agevole una effettiva integrazione professionale e sociale.Inoltre, l’I.RI.FO.R., sviluppando ulteriormente l’attività innovativa, di studi e ricerca, potrà senza dubbio contribuire all’ampliamento dell’area occupazionale dei minorati della vista, preparandoli adeguatamente come operatori telefonici addetti alle relazioni con il pubblico, all’utilizzazione e gestione di banche dati e al telemarketing (figure professionali considerate equipollenti a quella di centralinista telefonico con D.M. Lavoro del 10 gennaio 2000); come operatori ai call center e, con l’utilizzo della tecnologia più avanzata, come operatori nel più ampio settore amministrativo, specialmente pubblico.Naturalmente, tra le figure professionali appena menzionate, l’attività lavorativa che sembra possedere molte possibilità di successo nel mercato dell’offerta di lavoro è quella dell’operatore telefonico addetto all’ufficio relazioni con il pubblico che, per certi aspetti, può essere considerata una ricaduta occupazionale della legge 241/90 e del D.Lgs. 29/93 che prevedono per gli enti pubblici l’organizzazione di un ufficio per le pubbliche relazioni al proprio interno. Ciò potrebbe significare un progresso sotto l’aspetto qualitativo, per il contenuto dell’attività, e sotto l’aspetto quantitativo, per i posti di lavoro disponibili.

La cooperazione

Page 42: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

L’Ente va già approntando progetti per appositi corsi di aggiornamento e per la riqualificazione di centralinisti telefonici già occupati, per consentire loro la progressione di carriera presso l’azienda od ufficio da cui dipendono.Altre possibilità lavorative sono offerte dalla legge 381/91, sulla cooperazione, che prevede anche per i non vedenti la possibilità dell’esercizio dell’attività di impresa, in qualche modo in forma tutelata. Infatti, le cooperative sociali, per il disposto della menzionata legge, debbono necessariamente comprendere, fra i soci lavoratori, almeno un terzo dei soggetti considerati svantaggiati.Queste condizioni consentono alle cooperative la fruizione di benefici fiscali e contributivi e la possibilità di stipulare convenzioni con gli enti pubblici, come avviene per le aziende che assumono al lavoro i disabili ai sensi della legge 68/99, pur non avendone il dovere.Dunque, la legge 381/91 ha delle potenzialità non ancora scoperte, che vanno appositamente stimolate ed organizzate tramite percorsi formativi specifici.

Adeguata progettazione

Finora è mancato certamente il coraggio necessario per affrontare i problemi relativi alla cooperazione. Ma con la realizzazione dell’Agenzia nazionale per la promozione del lavoro dei ciechi (ALA), che sta per compiere i primi passi, sarà possibile utilizzare anche le potenzialità offerte da questo settore e, perché no?, promuovere il rilancio del lavoro manuale che potrà favorire il recupero alla forza lavoro almeno di una parte degli anziani e di quanti non idonei all’esercizio delle attività tradizionali protette dalla legislazione speciale, per consentire loro di ritrovare mezzi di sostegno per l’indipendenza personale.Naturalmente, l’I.RI.FO.R. dovrà farsi carico di un’adeguata progettazione e della realizzazione di appositi corsi formativi.Per il conseguimento di tutti questi obiettivi è necessario promuovere lo sviluppo di un’attività di informazione concreta e di preciso orientamento per i minorati della vista. E’ cioè necessario far conoscere loro le esperienze già maturate, i percorsi formativi e le reali possibilità offerte dal mercato del lavoro.Occorrerà valorizzare al massimo anche la formazione professionale dei non vedenti ed ipovedenti prima e dopo l’inserimento lavorativo. Una formazione professionale, cioè, essenzialmente mirata al superamento di tutti gli impedimenti a svolgere determinate funzioni. Un radicale cambiamento nella formazione e nelle prospettive di lavoro passa però per una diversa concezione della persona con disabilità: la cecità non equivale ad incapacità.Le capacità delle persone con disabilità sono capacità diverse che richiedono didattiche e metodologie apposite per essere valorizzate in tutta la loro potenzialità. In questa prospettiva, dunque, la cecità non può essere considerata un problema, ma una risorsa, che potrà rivelarsi anche un alto valore aggiunto per l’impresa. Si pensi ai risultati e quindi al profitto prodotto dall’attaccamento al lavoro manifestato dai non vedenti.

PAGINA 62IERI, OGGI E DOMANIConvegno Irifor: resoconto e interviste di Luisa Bartolucci

Sabato 13 Ottobre si è tenuto a Fiuggi, Frosinone, presso il Centro Congressi Hotel Silva Splendid, un convegno dal titolo: “La formazione nel terzo millennio, fra

Page 43: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

innovazione e tradizione”. Organizzato dall’I.Ri.Fo.R., (Istituto per la Ricerca la Formazione e la Riabilitazione), in collaborazione con la Presidenza Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi, l’incontro ha visto una foltissima partecipazione di dirigenti ed addetti ai lavori.L’intervento di apertura è stato affidato al Presidente Nazionale dell’U.I.C., prof. Tommaso Daniele, il quale, tra l’altro, ha spiegato le ragioni ed il significato del Convegno. Diverse le autorità presenti, tra le quali ricordiamo qui il Sindaco di Fiuggi.Il Prof. Vitantonio Zito, Consigliere Delegato dell’I.Ri.Fo.R. Centrale ha quindi ripercorso i dieci anni di attività dell’I.Ri.Fo.R., tema sul quale, sia pur con taglio differente, si è soffermato anche il Direttore Centrale dell’Ente, Prof. Onorato Sepe. Il professor Marmorale, si è quindi occupato de “La formazione tra cultura e professionalità”, mentre di telemarketing ha parlato il Dottor Francesco Azzolini. Di particolare spessore ed interesse è stata la relazione tenuta dal Segretario Generale dell’U.I.C., prof. Orlando Paladino incentrata sul tema della “Formazione a distanza ed autoformazione assistita”.Al Prof. Paladino abbiamo rivolto alcune domande:D. - Professor Paladino, l’I.Ri.Fo.R. può vantare una grossa esperienza, ormai decennale, in materia di formazione e, in particolare, di formazione rivolta a soggetti minorati della vista. Cosa può dirci in merito? R. - L’I.Ri.Fo.R. sino ad ora ha fatto sostanzialmente, quasi esclusivamente, formazione frontale, ossia, formazione in aule tradizionali, però ha anche qualche esperienza di formazione che potremmo definire mista; ad esempio il corso per “Tecnologo dell’informazione e della comunicazione” è stato realizzato con brevi periodi di lezioni frontali, intercalati da periodi abbastanza lunghi di autoformazione assistita, attraverso un tutoraggio telefonico. Attualmente abbiamo allo stato avanzato di progettazione un corso di formazione interattiva, on line, che riguarderà la materia dell’educazione sessuale. Il corso sarà interattivo ed on line, in quanto ci sarà la presentazione di testi, la possibilità di chat e forum sulla rete, e, attraverso e-mail anche di domande dirette e, per chi dovesse desiderarlo, anche rivolte tramite telefono. Ci si servirà, insomma, di alcune tecniche moderne. Stiamo però preparando anche progetti per una formazione on demand, come si usa dire oggi, cioè stiamo preparando dei pacchetti formativi da mettere in rete, che possono essere attivati su richiesta, sempre con la forma interattiva, cioè con l’assistenza di tutor e con la possibilità di interagire con domande, test, di valutazione ed autovalutazione.D. - Come è cambiata l’attività dell’I.Ri.Fo.R. in questi dieci anni? Si è partiti con corsi organizzati a livello centrale e dove si è giunti?R. - Inizialmente si è partiti esclusivamente con corsi a livello nazionale, prima di tutto con una ricerca sugli aspetti medico-statistico-sociali della cecità che, ancora oggi, pur essendo datata 1992, è l’unica ricerca sistematica esistente in Italia. Si è poi proseguito con alcuni corsi centralizzati riguardanti l’informatica, l’aggiornamento dei fisioterapisti. Con l’approvazione della Legge 379 del 1993, che ha dato risorse certe ed allora sufficienti, mentre oggi iniziano ad essere un po’ ristrette, si è potuta avviare una formazione di base in materia di informatica, autonomia personale; sono stati inoltre tenuti corsi mirati all’integrazione scolastica e sociale che, come è stato sottolineato questa mattina, nel corso dei lavori, sono stati praticamente una media di 150 l’anno, per una spesa globale di 25 miliardi. Tenendo conto che l’I.Ri.Fo.R. ha ottenuto, per il tramite della Legge 379 negli otto anni di vigenza della Legge, contributi statali per circa 18 miliardi, sette miliardi sono stati trovati con autofinanziamento, o grazie al Fondo Sociale Europeo, o con fondi per la formazione

Page 44: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

innovativa, si pensi al corso di giornalismo. L’Unione Italiana dei Ciechi attraverso l’I.Ri.Fo.R. ha potuto rendersi conto della necessità di operare nel concreto, di non essere, cioè,esclusivamente una struttura di tutela, di garanzia, ma anche di operare direttamente in settori prima scoperti. L’Associazione già operava con il Libro Parlato e con il Centro Nazionale Tiflotecnico. Con l’I.Ri.Fo.R. ci si è resi conto della necessità di intervenire in tutti i settori che il pubblico ed il privato lasciano scoperti in Italia e questi sono ancora tanti. Il Professor Antonio Quatraro si è soffermato sul “Recupero ed evoluzione del lavoro manuale”. Diverse sono state, a fine mattinata, le comunicazioni. Ha quindi preso la parola il Presidente Nazionale, Prof. Tommaso Daniele, al quale, abbiamo chiesto alcune riflessioni e considerazioni sul Convegno e, più in generale, sull’attività dell’I.Ri.Fo.R.. “Oggi abbiamo avuto questa festa dell’I.Ri.Fo.R., che, come ho avuto modo di dire, nel mio intervento a fine mattinata, non è stata soltanto celebrativa dei dieci anni dell’ente, ma è stata, soprattutto, propositiva, giacché abbiamo preso atto del concludersi di una tappa, ma abbiamo visto che ne comincia subito un’altra; la legislazione evolve, il baricentro della politica si sposta dal centro alla periferia e, quindi, anche la formazione professionale segue questa sorte; noi dobbiamo, quindi, potenziare le strutture locali e dare, soprattutto ad esse, i requisiti minimi necessari per l’accreditamento, che è un’esigenza di questo tempo. E’ giunto il momento per un rilancio dell’I.Ri.Fo.R.. L’Unione Italiana dei Ciechi si vuol far carico di questi problemi disegnando una nuova idea dell’I.Ri.Fo.R., discutendola con tutte le strutture periferiche e centrali. La nostra Associazione, inoltre, vuole farsi carico di rilanciare le attività manuali, mira a creare una struttura capace, sia di promuovere queste attività, sia di immetterle sul mercato. Queste le grosse novità del convegno. La società cambia continuamente, noi siamo costretti a modificare i nostri percorsi ed i modi di essere. Io desidero esprimere la mia soddisfazione perché credo che l’Unione nel suo complesso abbia capito questo, e non incontro oggi le difficoltà di un tempo quando propongo i cambiamenti, quando propongo di fare cose nuove, diverse. L’Unione e l’I.Ri.Fo.R. sono perfettamente consapevoli di questa necessità e lavorano in questa direzione.” I lavori pomeridiani sono stati aperti dal Prof. Alessandro Taradel, il quale si è diffuso sul tema: “Aspetti ed importanza della formazione nel mondo di oggi”. Sono quindi stati presentati alcuni progetti formativi per professionalità manuali. Ha poi preso la parola il signor Lorenzo Foti, il quale si è soffermato, tra l’altro, sull’accessibilità dei siti Internet. In seguito è stato dato corso al dibattito, che ha visto numerosi interventi. Oltre al convegno l’Hotel ha ospitato una significativa mostra di opere manuali, alcune delle quali prodotte nei corsi formativi per minorati della vista, oltre ad un’esposizione di materiale tiflotecnico e tifloinformatico.Al termine dell’incontro abbiamo avvicinato il Prof. Vitantonio Zito, al quale abbiamo chiesto le impressioni ricevute nel corso del Convegno.“Io tranquillamente posso dire di essere soddisfattissimo, non soddisfatto, perché quello appena conclusosi,è stato il primo Convegno riguardante l’I.Ri.Fo.R.. Dovevamo iniziare a confrontarci sulle attività innovative e salvare, nel contempo, il tradizionale; io credo che attraverso le diverse relazioni, tutte qualificate noi lo abbiamo fatto e non solo mediante le relazioni, ma anche per il tramite delle comunicazioni ed i progetti. Certo, io non mi aspettavo la soluzione del problema occupazionale, io stesso ho affermato che non è di facile soluzione, tuttavia sono convinto che l’Unione abbia fornito gli strumenti idonei per avviare a soluzione questo problema. Ad esempio l’Agenzia per la Promozione del Lavoro dei Ciechi è un organismo che deve occuparsi di progettazioni, ricerche di mercato coinvolgendo, in

Page 45: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

un secondo momento l’I.Ri.Fo.R. per la formazione. Se questo tandem veramente funzionerà io ribadisco che le battaglie che ci attendono ci daranno ancora delle grandi soddisfazioni.”

PAGINA 65BORSE DI STUDIO 2001-12-13Sempre più ampio il ventaglio dei percorsi di studio scelti dai ragazzi

di ENZO TIOLI

Il concorso per l’assegnazione delle borse di studio riservato ai diplomati ed ai laureati dell’anno 2000 ha visto una buona partecipazione e, cosa per nulla trascurabile, nessuna delle tre sezioni è andata deserta.La Commissione giudicatrice ha dovuto rilevare quest’anno un fenomeno piuttosto generalizzato, quasi del tutto assente nelle edizioni precedenti: alcune regole del bando di concorso sono state disattese. Ora, finché si è trattato di spedizione della documentazione mediante posta ordinaria, anziché con plico raccomandato, la Commissione ha ritenuto di non dover procedere in maniera fiscale, anche perché tutte le domande sono pervenute alla Presidenza Nazionale in tempo utile. L’indulgenza non è stata possibile, quando il voto di diploma non era accompagnato rispettivamente dai voti del primo quadrimestre o dai voti degli esami sostenuti durante il corso di studi. Infatti, mancando tale indicazione, inequivocabilmente prescritta dal bando, la Commissione è stata privata di un obiettivo parametro di valutazione e, quindi, della possibilità di formulare una graduatoria fra concorrenti con identico voto di diploma o di laurea.

I bandi

Anche il rispetto delle regole è un indice di maturità. Ritenere che le regole siano soltanto per gli altri, o non abbiano un particolare significato, qualche volta può nuocere e, comunque, non aiuta il processo di integrazione sociale.I dirigenti delle Sezioni provinciali dell’Unione e tutti coloro che, in futuro, si incaricheranno di notificare i bandi di concorso agli interessati, faranno molto bene a sottolineare l’opportunità di osservare più scrupolosamente le regole.I partecipanti alla sezione “Scuola Media di secondo grado” sono stati 12, di cui uno non ammesso, perché diplomato nel 1999. Fra i tre concorrenti, che hanno superato l’esame di Stato a pieni voti, la Commissione ha dichiarato vincitrice Eleonora Galesso che ha conseguito la licenza linguistica a Venezia, con punti cento su cento e con la media di 8,6 nel primo quadrimestre.A proposito dagli studenti ciechi ed ipovedenti della Scuola secondaria di secondo grado, è interessante rilevare che sempre più ampio risulta il ventaglio dei percorsi scelti; oltre alle scelte tradizionali, con netta preferenza per la licenza linguistica, abbiamo trovato diplomi di ragionieri, di perito d’azienda e di istituto turistico. Se questo preludesse ad un ampliamento delle possibilità di lavoro, ci si dovrebbe veramente rallegrare. Speriamo che, come purtroppo talvolta è accaduto, le scelte non siano state determinate da motivi contingenti, senza tenere nel debito conto le attitudini, la preparazione e gli interessi dello studente.Abbiamo ricevuto la documentazione da parte di dieci nostri giovani che si sono brillantemente laureati nel corso dell’anno 2000. Tra loro, sei hanno conseguito il

Page 46: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

diploma di laurea con punti 110 su 110; di questi, quattro hanno ricevuto anche la lode. La media dei voti degli esami è risultata, quindi, determinante.La Commissione ha dichiarato vincitore il dottor Alessandro Ricotta, laureato in filosofia presso l’Università di Palermo, con punti 110 su 110 e lode, dopo aver sostenuto gli esami con una media di 30 su 30 ed aver ricevuto 13 lodi.La sezione “diplomati di Conservatorio” ha avuto due partecipanti, entrambe diplomate con punti nove su dieci: una ha conseguito il diploma di pianoforte e l’altra di didattica della musica. Di una non sono pervenuti i voti degli esami intermedi. Pertanto, la Commissione ha premiato Beatrice Rubin, diplomata in pianoforte presso il Conservatorio di Padova, con nove decimi e con una media d’esami di 8,2.Come è noto, il bando di concorso prevede, per i vincitori delle sezioni “Conservatorio” e “Scuola secondaria”, un premio in materiale tiflotecnico a scelta degli interessati del valore di L. 2.500.000; per il vincitore della sezione “laureati”, il valore del premio è di quattro milioni, ovviamente sempre in materiale tiflotecnico ed a scelta dell’interessato. La Commissione si è vivamente compiaciuta per gli ottimi risultati ottenuti da tanti giovani.All’interno di un’esigua minoranza, come quella costituita dai ciechi e dagli ipovedenti, il 75% della quale è rappresentato da anziani, avere 10 laureati in un anno è un esito degno della massima considerazione. Questo risultato impegna l’intera Unione ad adoperarsi affinché tanti anni di sacrifici, tante legittime aspirazioni e tante giovanili speranze non rimangano senza un positivo riscontro. Le ragguardevoli affermazioni dei nostri giovani debbono trasformarsi in uno stimolo potente ed irresistibile, per la Direzione che uscirà dal XX Congresso, a cercare e a trovare, tra le innumerevoli possibilità offerte dal nuovo mercato del lavoro, quelle alle quali i ciechi o gli ipovedenti possano accedere, senza particolari sconti, ma con la prospettiva di poter reggere la concorrenza degli altri lavoratori.Il nostro tempo ci impone questa grande sfida: accettiamola, senza iattanza, ma pronti a rispondere alle circostanze con chiara consapevolezza, con tenace perseveranza, con tanta pazienza e con incrollabile determinazione.

PAGINA 67LETTURAIERI E OGGI: DAL "CINEMETTO" ALLA MULTISALARicordi, confronti e l’immancabile resa alla realtà

di RENATO TERROSI

Sarà stato perché in tutto il quartiere le sale cinematografiche - che avevano nomi sfacciatamente hollywoodiani - erano affollatissime, o perché si trovavano in una via simpatica, ma io e Silvia per i nostri pomeriggi al cinema finivamo quasi sempre per scegliere il Massimo.Per la verità quel locale non aveva una buona fama e qualcuno lo chiamava con disinvolta ironia “il pidocchietto”. Un appellativo emblematico, peraltro allora riservato a diversi locali simili.In effetti, già la facciata stinta e l’androne squallido dimostravano che gl’insulti del tempo e la trasandatezza del gestore avevano fatto spietatamente il loro dovere.La sala, poi, era lunga e stretta con un centinaio di sedili in legno scuro e un modesto schermo ingrigito dal fumo. Una chiara dichiarazione di una vita intensa, interamente trascorsa senza la minima imbellettatura da parte di un imbianchino.

Page 47: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Il Massimo, inoltre, aveva una particolarità: in un angolo, sotto lo schermo, piazzato su una piccola pedana, faceva mostra di sé un pianoforte verticale, forse un residuato degli anni Trenta, quando il sonoro muoveva i primi passi e molti film muti venivano ancora commentati con fraseggi musicali ad opera di anziani suonatori.Tra il primo e il secondo tempo del film davanti a quel piano si sedeva una bella ragazza bruna, strizzata in un vestito alla Gilda, muoveva più volte le dita grassocce e partiva sparata con il boogie-woogie che il pubblico sembrava apprezzare molto.Durava una decina di minuti quell’originale intermezzo, dando, così, tempo a tanti spettatori di alzarsi per sgranchirsi le gambe e assediare il venditore di coca-cola, noccioline e sigarette americane, sciolte o a pacchetti.Poi, di colpo, buio in sala. La bellona del pianoforte sparisce dietro una tenda accompagnata da battimani e fischi, di consenso e di sfottò insieme. E il film ricomincia. Quando nel marzo del 1950 al Massimo programmarono “Roma città aperta” di Roberto Rossellini io e Silvia non avemmo esitazioni e mezz’ora prima dello spettacolo eravamo in fila davanti all’ingresso del locale.Alcuni l’avevano già vista quella pellicola tanto famosa e ad alta voce accennavano la trama e alle interpretazioni magistrali di Anna Magnani e Aldo Fabrizi.

Luci e luci

Finalmente, lavorando un po’ di gomiti, entrammo e seguimmo la drammatica vicenda con grande emozione, senza far caso ai sedili duri e al fumo denso delle sigarette accese.Quella sera io e Silvia facemmo a meno della solita pizza, assorti e pensierosi.I tempi del Massimo tornarono a galleggiare sul lago dei ricordi quando l’ex pidocchietto, dopo lunghi e complessi lavori, si trasformò in una delle più moderne multisale della città. Dell’anno Duemila.D’estate e d’inverno sul far della sera il Nuovo Massimo si accendeva di luci rutilanti, da confondere la vista. Sopra l’ingresso a otto porte (tante quante erano le sale interne di visione) svettava un maxi schermo elettronico da venti metri per quattro con titoli dei film in programma, numero della sala, ora d’inizio, durata del film, posti disponibili e sintetica trama della pellicola integrata da foto di scena che si accendevano e si spegnevano ad intermittenza. Insomma, un groviglio d’immagini e di scritte che, comunque, non confondevano certo i più giovani abituati con la tv, le discoteche e tutto il resto a simili caroselli super colorati e insistenti. Naturalmente io e Silvia, in quel giorno uggioso di un mese di marzo slavato, ci troviamo un po’ spersi nell’immensa galleria d’ingresso, sfavillante come un cristallo: specchi ovunque, guide luminose per l’accesso differenziato alle sale, all’ampio bar, agli angoli per i videogiochi e ad un grandissimo salone, in allestimento, che in prossimo futuro si dice dovrà ospitare il Bingo. In effetti, il cartellone del Nuovo Massimo propone film per tutti i gusti: due pellicole americane condite di sparatorie, un film “cult” degli anni Settanta da seguire in versione originale con impianto sonoro auricolare, due filmetti da ridere con “i soliti noti della tv”, una serie di cartoni animati per i più piccoli, un polpettone finto-biblico e, dulcis in fundo, il “Titanic”. Senza esitazione puntiamo su questo, confortati anche dal parere di due conoscenti che l’hanno visto e dicono un gran bene del protagonista, il bel Di Caprio. È un lampo improvviso e mi tornano in mente gli anni della prima giovinezza a Perugia e le discussioni con i compagni sui divi del momento. Clark Gable, il duro con i simpatici baffetti, e John Wayne, il dinoccolato eroe del western, accendevano i battibecchi.

Page 48: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

C’era anche Jean Harlow, capelli platinati al vento che spopolava in “Saratoga”. Distribuiva baci a lungometraggio e subito spariva a bordo di decappottabili da favola.All’interno del Nuovo Massimo il conforto della climatizzazione perfetta, delle poltrone soffici e dell’impeccabile stereofonia, sotto un soffitto blu-cielo, trapunto di luci e lucette caledoscopiche, può appagare anche gli spettatori più esigenti. E lo schermo semicircolare, da stadio, stupisce davvero.Per una sorta di curioso contrappasso torniamo agli anni Cinquanta. “Rammenti il film È primavera?” faccio io “Silvia”. Già un record di strappi alla pellicola e di salti del sonoro. I richiami all’operatore distratto, che talvolta faceva entrare di straforo in cabina l’amichetta, si sprecavano. Ma il film piace ugualmente. Ora, anche “Titanic”, nella mastodontica multisala è molto coinvolgente e nei due lunghi intervalli torrenti di “consigli per gli acquisti” ci tengono compagnia, monopolizzati da ragazze americane anche quando propongono prosciutti o ferri da stiro.Di fronte alle contorsioni delle ragazze, le movenze della famosa Jean Harlow della mia giovinezza spariscono.

Una goccia nel mare

Fuori, la notte, imbronciata e senza stelle, compie in ogni caso il suo dovere di eterna maliarda, anche se è in concorrenza con un mondo super colorato e super virtuale.Gli zampilli di luci del Nuovo Massimo, che ci lasciamo alle spalle, vogliono imitare le fantasie di Las Vegas e fanno naufragare i nostalgici ricordi di un tempo sempre più alieno e grigio. Figurarsi se potremmo in qualche maniera rammentare i ricordi a quei ragazzi che, pizza in mano e telefonino all’orecchio, si avviano verso gli otto ingressi della multisala.Due ore di cinema: per loro una goccia nel mare dello svago quotidiano.

PAGINA 70NIENTE DI DIVERSOIntervista all’attore Gianfranco Iannuzzo dopo il successo al Sistina

di GIANLUCA MORABITO

Come ipotizzeresti uno spettacolo per i non vedenti?“Io non ipotizzerei niente di diverso da quello che si fa: lo spettacolo deve essere ciò che è. Ti dico questo perché moltissime volte mi capita di vedere fra il pubblico alcuni non vedenti che hanno voluto parlare con me o con altri attori e che hanno espresso il loro divertimento, la loro soddisfazione, pur non avendo visto; quindi il fare qualcosa apposta per loro significherebbe stigmatizzare in qualche modo la loro condizione. Io penserei invece ai problemi legati alle infrastrutture all’interno dei teatri, che tuttora in molti casi sono fatiscenti.Il creare uno spettacolo apposta per i non vedenti mi sembrerebbe quasi un voler offendere. Ti assicuro che molte volte sviluppano sensazioni diverse, una capacità diversa di recepire le cose, proprio perché non vedono. Quindi le cose le immaginano, le leggono, le intuiscono, le percepiscono dagli altri segnali che hanno, e nello spettacolo c’è ne sono tanti di segnali: anche i silenzi sono segnali, le pause, la voce, la musica. Io ho un grande rispetto per loro”.

Page 49: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Tu hai anche girato un film, come mai non sei rimasto legato alla cinematografia, ma sei tornato di corsa al tuo primo amore, ovvero il teatro?“A me piacerebbe molto fare il cinema, perché le volte che l’ho fatto mi ci sono trovato bene ed è un mezzo di espressione straordinario, purtroppo non so rinunciare al teatro, per cui fare il cinema dovrebbe significare, secondo me, darsi completamente ad esso almeno per un paio di stagioni; io questo non lo so fare perché penso sempre alla prossima stagione teatrale. Mi piacerebbe molto fare del cinema e so che si può fare dell’ottimo cinema anche in Italia, con l’avvento dei giovani che sembrano essere delle buone speranze per il futuro”.

I prossimi impegni?Dopo Roma faremo una tourné che durerà fino alla fine di Febbraio”.

PAGINA 71GUIDARE L'INTEGRAZIONEL’attività nel settore dell’editoria e degli studi musicali

di PIETRO PISCITELLI

Ha avuto luogo, presso la Sede Centrale dell’Unione Italiana dei Ciechi, una Conferenza Stampa, organizzata dalla Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita”, per portare all’attenzione dell’opinione pubblica e di tutti coloro che sotto vari aspetti sono impegnati nella programmazione dell’itinerario educativo e scolastico dei ragazzi minorati della vista l’attività svolta dalla Biblioteca stessa nel settore dell’editoria tiflologica e della trascrizione di spartiti musicali ad uso dei ciechi.All’incontro hanno partecipato giornalisti delle più importanti testate nazionali e di agenzie stampa, rappresentanti di politici, del mondo della cultura e della scuola, operatori sociali e genitori di ragazzi minorati della vista.

Temi importanti

In apertura dei lavori, lo scrivente, Presidente della Biblioteca Italiana per i Ciechi, dopo aver ringraziato i presenti per aver risposto numerosi all’invito ricevuto, illustra brevemente i più importanti temi sul tappeto. Prende quindi la parola il Prof. Tommaso Daniele, Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi, per rivolgere un appello caloroso ai rappresentanti dei politici presenti in sala, perché sostengano in Parlamento le istanze dei ciechi e per ricordare il motivo dell’incontro.Il Prof. Giancarlo Abba, direttore dell’Istituto dei Ciechi di Milano, presenta in maniera sintetica la Guida per insegnanti dal titolo “Le problematiche dell’integrazione del non vedente nella scuola” realizzata con la collaborazione delle Dr.sse Bonanomi, Faretta e Soldati, tiflologhe dell’Istituto stesso. “Il nostro vuole essere un contributo affinché nel bosco dei problemi che si debbono affrontare nell’attività didattica, l’insegnante sappia trovare la strada giusta, i riferimenti, i suggerimenti che gli permettano di attivare le azioni educative e formative più opportune per il soggetto che è in maggiori difficoltà come il non vedente”.La “Guida” si rivolge agli insegnanti che quotidianamente devono lavorare con gli alunni e vuole essere un aiuto contro il disagio del docente che troppe volte è lasciato solo di fronte alle complesse problematiche che la specificità dell’istruzione dei ciechi richiede.

Page 50: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Il prof. Vincenzo Bizzi, consulente tiflopedagogista, nell’illustrare il libro “Crescere insieme. Guida per genitori” ne sottolinea le finalità e l’importanza, in quanto “la famiglia è disorientata nella propria funzione di tipo educativo, magistrale e la scuola è disintegrata di fronte ad un bambino che non vede”.

Integrazione scolastica e sociale

Il libro è una raccolta di esperienze di alcuni specialisti che da molti anni si occupano del sostegno alla famiglia, contiene alcune testimonianze di genitori e, in appendice, alcuni indirizzi di Centri a cui i genitori si possono rivolgere per avere informazioni, servizi e materiale didattico.Il prof. Antonio Quatraro, consulente tiflologo, prende la parola ringraziando i Presidenti per aver dato l’opportunità di mettere a frutto l’esperienza acquisita e soprattutto la possibilità di essere di aiuto ad altri. “L’informatica - precisa - è una rivoluzione pari all’invenzione del sistema Braille, che ha permesso ai ciechi di passare dalla preistoria alla storia. E’ una grossa finestra nel settore delle relazioni perché permette al cieco di scrivere in modo che tutti leggano”. “Tecnologia e integrazione dei disabili visivi. Guida per l’approccio all’informatica” contiene indicazioni di carattere pratico sui prodotti più importanti che offre il mercato, ossia programmi applicativi ed apparecchiature destinati ai non vedenti, agli ipovedenti, a soggetti con minorazioni aggiuntive, in relazione all’integrazione scolastica e sociale. E’ rivolto agli insegnanti, ai genitori, agli operatori sociali, a tutte le figure che sotto forma diversa sono coinvolte nel processo di integrazione scolastica e sociale dei ragazzi minorati della vista.Prende la parola il dr. Paolo Graziani, ricercatore del CNR, per illustrare e fare la dimostrazione pratica del software “Toccofinale” che è un programma che consente ad una persona vedente, senza conoscere le complesse regole della notazione musicale Braille e con conoscenze musicali e informatiche, di trascrivere in Braille uno spartito musicale. Il prof. Giuseppe Nicotra, presenta il software “Braille Music Editor” realizzato nell’ambito del Progetto europeo Play2 di cui è coordinatore, e mentre viene proiettata in sala una dimostrazione, vengono illustrate le potenzialità: permette ad un minorato della vista di scrivere uno spartito musicale, controllarlo, modificarlo e stamparlo in notazione per i vedenti.

Biblioteche telematiche

Le suddette soluzioni sono innovative e uniche nel settore rispetto a quelle di tutti i programmi analoghi prodotti non solo in Italia, ma anche in Europa e nel mondo.Il dr. Robert Piechaud, infine, responsabile delle pubbliche relazioni della Coda Music Technology degli USA, produttrice di programmi per la notazione musicale, relaziona sulle nuove prospettive delle biblioteche telematiche musicali.L’incontro termina con un interessante dibattito sulla tematica trattata.

PAGINA 73LA DIREZIONE NAZIONALE

PROVVEDIMENTI LEGISLATIVIDa Congresso a Congresso

Page 51: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

di VITANTONIO ZITO

Nei giorni 23 e 24 ottobre, a Roma, presso la sede centrale dell’Unione, si è riunita, in seduta ordinaria, la Direzione Nazionale presieduta dal presidente prof. Tommaso Daniele con la collaborazione del vicepresidente prof. Enzo Tioli e del segretario generale dott. Orlando Paladino.La verbalizzazione dei lavori, come di consueto, è stata curata dal vicesegretario generale dott.ssa Caterina Di Cresce. Allo svolgimento dei lavori hannocollaborato anche il capo del personale e dell’amministrazione dott. Carmine Silano, la sig.ra Maria Rosaria Castaldi capo della Segreteria e la dott.ssa Consuelita Gallani.Espletate le formalità di rito, i lavori hanno avuto inizio con le informazioni del presidente sui rapporti dell’Unione con il Governo e con il Parlamento per i provvedimenti legislativi in favore dei non vedenti e dei disabili tutelati dalla Federazione delle Associazioni Storiche e sull’attività associativa.In particolare, il presidente ha riferito sugli interventi effettuati sul Governo e sulla Commissione Bilancio del Senato per ottenere l’esclusione dei disabili dal blocco dell’assunzione al lavoro e per l’estensione ai disabili medesimi dei benefici pensionistici previsti per coloro che fruiscono della pensione sociale;all’assemblea dei Quadri Dirigenti della Federazione delle Associazioni dei Disabili svoltasi a Roma presso il Teatro Sistina il 10 ottobre, i rappresentanti del Governo e molti parlamentari, dopo l’intervento del Presidente nazionale della Fand, hanno giudicato giuste le rivendicazioni dei disabili;il convegno sulla “Formazione nel terzo millennio fra innovazione e tradizione”, che ha celebrato il decennale della fondazione dell’Irifor è stato molto partecipato ed ha offerto indicazioni concrete per lo sviluppo dell’attività dell’Ente anche attraverso il rilancio delle attività manuali;la Conferenza dei Presidenti regioanli svoltasi a Fiuggi il 18 ottobre ha incentrato l’attenzione sulla modifiche allo Statuto sociale in vista del XX Congresso Nazionale e sul documento programmatico per il prossimo quadriennio;in Sardegna, la Giornata della celebrazione delle “nozze d’oro” fra l’Unione ed i soci con oltre cinquant’anni di iscrizione è stata caratterizzat dalla artecipazione di oltre 700 soci e di molte autorità;il Consiglio Centrale dell’Irifor, a Fiuggi, ha preso in esame la necessità di un rilancio dell’Ente alla luce della nuova normativa per l’accreditamento, al fine di poter godere dei finanziamenti pubblici.Dopo i riferimenti del Presidente, la Direzione ha ascoltato le comunicazioni dei singoli componenti sull’attività dei settori e nei territori di competenza. In particolareZito: molti dei partecipanti al convegno sulla “Formazione nel terzo millennio fra innovazione e tradizione” hanno espresso il desiderio che la mostra allestita a margini del convegno sia successivamente allestita a Roma ed aperta al pubblico per un periodo di tempo che possa consentire l’apprezzamento del lavoro manuale svolto dai non vedenti;il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, con la collaborazione dell’Unione, è disponibile a favorire un confronto con le Regioni per l’attuazione del D.M. 10 gennaio 2000, sulle nuove figure professionali per non vedenti.Romano: l’accesso al nomenclatore tariffario è ancora molto difficoltoso a causa della confusione nell’applicazione delle norme.

Page 52: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

La Direzione ha poi preso atto dei verbali delle seguenti commissioini nazionali di lavoro: Commissione per la programmazione della produzione deli libri parlato; Comitato giovani; Comitato per i pluriminorti; Commissione istruzione; Comitato esecutivo della Fand; Agenzia per la promozione del lavoro dei ciechi; Commissione per l’assegnazione di borse di studio Beretta-Pistoresi; Commissioine turismo sociale; Rappresentanti regionali degli ipovedenti.Proseguendo i lavori, la Direzione ha deliberato la realizzazione di un libro fotografico; ha curato alcuni aspetti organizzativi del Libro Parlato; ha esaminato e approvato la relazione sull’attività dell’Unione negli ultimi quattro anni da proporre al Consiglio nazionale per l’esame e l’approvazione da parte del XX Congresso Nazionale; ha dedicato ampio spazio della riunione all’organizzazione del XX Congresso Nazionale che sarà inaugurato il 22 novembre a Roma presso il Teatro Quirino. I lavori congressuali avranno inizio nel pomeriggio dello stesso giorno presso il Palace Hotel Ergife per terminare la sera del 24; la Direzione, inoltre, ha esaminato ed approvato il seguente O.d.G. del Consiglio Nazionale che si riunirà, per l’ultima volta prima del Congresso, il 21 novembre presso lo stesso Palace Hotel Ergife;1) Presa d’atto della surroga del compianto consigliere nazionale Gianni Di Maio; 2) Lettura ed approvazione del verbale della seduta precedente; 3) Comunicazioni del Presidente; 4) Esame ed approvazione della relazione morale del Consiglio Nazionale al XX Congresso predisposta dalla Direzione nazionale; 5) Organizzazione del XX Congresso Nazionale; 6) Variazioni al bilancio preventivo per l’esercizio 2001; 7) Esame ed approvazione del bilancio preventivo per l’esercizio 2002; 8) Ratifica di eventuali delibere d’urgenza adottate dalla Direzione nazionale; 9) Varie ed eventuali.La Direzione ha anche deliberato la realizzazione di una raccolta degli articoli di fondo della stampa associativa “Da Congresso a Congresso” di cui far dono ai delegati al XX Congresso Nazionale e alle sezioni provinciali; ha ascoltato i riferimenti del Segretario generale sull’aggiornamento del nuovo sito Web che sta per essere approntato; ha esaminato i problemi relativi al patrimonio; ha approvato le istanze di contrib uto delle sezioni di: Bari, Bologna, Catanzaro, Cuneo, Taranto, Genova, La Spezia, Monza, Padova, Trieste, Venezia, Vicenza, Foggia per il gruppo sportivo; ha esaminato la situazione relativa al bilancio di previsione per l’esercizio 2002 da proporre all’approvazione del Consiglio Nazionale; ha esaminato i problemi relativi al personale; ha ratificato le delibere adottate dal Presidente ed ha concluso i lavori con la trattazione di argomentazioni varie.

PAGINA 75SPAZIO FANDGrande successo dell’Assemblea dei Quadri Dirigenti al Sistina. L’intervento del Presidente della Federazione, Tommaso Daniele

Buongiorno a tutti, benvenuti al Teatro Sistina, benvenuti all’Assemblea Nazionale dei Quadri Dirigenti della Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili.“Insieme per le pari opportunità”: ecco il senso di questa assemblea, ecco il progetto di questa Federazione.Salutiamo con un applauso gli invalidi civili accorsi da ogni parti d’Italia, gli invalidi sul lavoro, i sordomuti, gli invalidi per servizio ed infine i ciechi italiani. Salutiamo le autorità di Governo, i parlamentari, i rappresentanti dei sindacati e dei partiti, i giornalisti delle emittenti radiotelevisive e della carta stampata, e gli altri gentili ospiti.

Page 53: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Grazie per essere qui, in un momento così difficile per il nostro paese. È un grande onore per me parlare a questa assemblea, rivolgermi a duemila dirigenti che rappresentano quattro milioni e mezzo di disabili.

Le pari opportunità

È un grandissimo onore succedere ad Alvido Lambrilli, l’uomo che ha compiuto una rivoluzione copernicana nella vita di tutti i giorni degli invalidi civili, colui che per primo ha voluto questa Federazione e, per primo, ha creduto fortemente nell’unità dei disabili italiani. Rendiamo omaggio alla sua memoria e salutiamolo con un grandissimo applauso.C’è un’altra persona che insieme a Lambrilli e a me ha voluto questa Federazione e, insieme a Lambrilli e a me ha creduto fortemente nell’unità dei disabili, questa persona se n’è andata recentemente lasciando un grandissimo vuoto fra i ciechi italiani. Sto parlando di Gianni Di Maio, componente dell’Ufficio di Presidenza dell’Unione Italiana dei Ciechi, anche per lui un grandissimo applauso.Insieme per le pari opportunità, ecco il sogno di Lambrilli e di Di Maio, ed è lo stesso sogno dei cinque Presidenti della Federazione e di tutti i presenti in sala oggi.Perché insieme? Perché uniti si vince, divisi si perde, l’unità è un valore assoluto, l’unità è armonia, dove non c’è armonia c’è solo rumore.Insieme per quali obiettivi? I disabili italiani non chiedono la luna, non vogliono privilegi, reclamano giustizia, pretendono la pari dignità e le pari responsabilità. Un traguardo ancora troppo lontano, quasi un sogno proibito. Così la marcia dei disabili verso la terra promessa continua lenta e dolorosa e la montagna del pregiudizio è ancora tutta da scalare.Questo non significa che siamo all’anno zero nel processo di riscatto dei disabili italiani e del loro inserimento nella società civile. Possiamo affermare tranquillamente e serenamente che è stata fatta molta strada e che negli ultimi ottant’anni sono state scritte pagine luminose per sconfiggere la loro miseria economica, morale, sociale e culturale, in breve per farli uscire dal buio del medioevo.Finalmente anche per loro si è accesa la luce della educazione, della formazione professionale, del lavoro, della riabilitazione, dell’assistenza, in una parola la luce della integrazione sociale.Noi dell’Unione Italiana dei Ciechi amiamo riassumere questo salto di qualità con una frase sintetica ma significativa: “dai gradini delle chiese, dagli angoli delle strade alle cattedre universitarie, da inabilitati del codice civile ad artefici del proprio destino”, un vero miracolo. Per questo miracolo noi vogliamo dire grazie al Parlamento italiano, al mondo sindacale, ai mass media, alla società civile, ma consentitemi di dire grazie soprattutto alle cinque associazioni cosiddette “storiche”, all’ANMIC, all’ANMIL, all’ENS, all’UNMS, all’UIC che in questo miracolo hanno creduto e per esso si sono battute ostinatamente ed eroicamente, vivendo il calvario della umiliazione, del dolore, della sofferenza e qualche volta della disperazione.Un prezzo di cui andiamo orgogliosi e che è scritto a futura memoria sulla pietra del tempo. Ma il nostro calvario non è finito: infatti, le conquiste sociali non sono mai completamente al sicuro, possono cadere come castelli di carta da un momento all’altro. Noi esprimiamo, tuttavia, la certezza che non sarà così, perché i diritti che abbiamo strappato in tanti anni di dure lotte, al prezzo di grandi sacrifici, non sono costruiti sulla sabbia, ma affondano le loro radici profonde nel diritto internazionale, nella Costituzione Italiana e soprattutto nel DNA di ogni uomo libero e giusto.

Page 54: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

Non sarà così perché la causa per la quale ci battiamo è una causa giusta, e storicamente le cause giuste hanno sempre trionfato.Eppure la fragilità di questo momento storico, di questa stagione politica, non ci lascia tranquilli, la nostra mente spesso è attraversata da cattivi pensieri e la nostra coscienza si imbatte in incubi talvolta inquietanti.

Etica e politica

Troppa fretta, troppo rumore, troppo egoismo, troppo protagonismo, troppo amore per il potere, troppe ingiustizie, troppe irrazionalità. La scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla competizione selvaggia, al profitto ad ogni costo. L’etica e la politica segnano il passo, il risultato di tutto questo è il disordine planetario. In tale disordine prevalgono i più forti, i più furbi, i più spregiudicati a danno dei deboli, degli onesti, di quelli che sono costretti ad affrontare la vita a mani nude. Trionfa così una specie di darwinismo sociale nel quale noi siamo “libere galline tra libere volpi”.Il crudele attacco alle torri gemelle è l’espressione più compiuta di una cultura nichilista, priva di qualsiasi ideale e di qualunque valore. Noi vogliamo esprimere qui l’auspicio che questo folle gesto abbia scosso a fondo la coscienza collettiva umana e che dalle ceneri delle torri possa nascere il fiore di una nuova civiltà, a dimensione della dignità dell’uomo e dei suoi valori.

Stagione nuova

La nostra coscienza di uomini di cittadini di un paese libero, la nostra condizione di disabili ci obbligano a sognare un mondo diverso e a batterci per la costruzione di un ordine nuovo, che abbatta tutte le barriere fisiche e mentali, un ordine nel quale la pluralità dei soggetti con la ricchezza delle loro differenze trovi posto in una visione armonica e sistematica della vita e del pianeta.I disabili motori hanno diritto a camminare, i sordi hanno diritto a udire i suoni, i ciechi hanno diritto a vedere le immagini; sembra paradossale ma le nuove tecnologie possono compiere anche questo miracolo.Nasce così una stagione nuova per il mondo dei disabili, sicuramente una stagione di confronto duro e serrato con il mondo della scienza e della tecnica, dell’economica e della politica. Sarà forse necessario che i disabili riscoprano la passione civile di un tempo per innalzare la bandiera della lotta e della resistenza. I disabili vogliono avere i mezzi per studiare, per fare formazione professionale, lavorare insieme agli altri nelle fabbriche, negli uffici pubblici e privati. Vogliono vivere una vita di relazione insieme agli altri senza essere considerati cittadini di serie B.Stiamo forse chiedendo la luna? Stiamo forse chiedendo privilegi? Certamente no, è evidente che si tratta di diritti sacrosanti e irrinunciabili. Eppure questi diritti oggi non sono pienamente garantiti.Solo qualche esempio. I ciechi non possono accedere alla maggior parte dei siti web della pubblica amministrazione, al giornale e al libro elettronico; i sordi non possono fruire pienamente né di internet né dei programmi televisivi, e soffrono altri tipi di barriere della comunicazione; i disabili motori incontrano barriere fisiche di ogni genere; i disabili mentali sono vittime più di ogni altro del pregiudizio e vivono spaventosi livelli di emarginazione.

Page 55: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

I percorsi faticosamente strutturati nel corso del tempo da queste categorie di disabili sono entrati in crisi, stranamente in un momento di grande evoluzione tecnologica che invece ne avrebbe dovuto favorire la crescita.Il tema, quindi, dello stare insieme, per la conquista delle pari opportunità è di grande e tragica attualità.I disabili hanno la nobile missione di civilizzare il capitale, di umanizzare il progresso, di restituire all’economia un fondamento etico, alla politica il suo primato per la costruzione di una società giusta e civile. In una battaglia così ambiziosa e senza alternative, i disabili non possono essere soli: chiedono aiuto al volontariato, all’intero mondo dell’associazionismo, a tutti gli uomini di buona volontà. La solidarietà non è un frutto da cogliere bensì un albero da coltivare.La Federazione fra le Associazioni Nazionali dei Disabili, che oggi è costituita dalle cinque associazioni cosiddette storiche, ha come obiettivo primario l’unità di tutti i disabili italiani perché è profondamente convinta che essi debbano avere una sola voce e parlare una sola lingua nel momento di rappresentare i bisogni alle autorità di Governo nazionali e internazionali.Per il dialogo con le autorità nazionali, abbiamo evitato la parola concertazione, chiediamo la costituzione presso il Ministero del Lavoro di un tavolo permanente a cui deve sedere la Federazione, ed eventualmente altre poche organizzazioni di pari dignità e di ugual prestigio, fermo restando il ruolo dell’attuale Consulta. Per quel che concerne la rappresentanza dei disabili italiani a livello europeo chiediamo che si ponga termine all’assurda anomalia per la quale il dieci per cento decide anche per il rimanente novanta per cento.Le cinque associazioni nazionali costituenti la Federazione chiedono, inoltre, che il Parlamento italiano onori la loro storia e il loro ruolo, approvando una legge che le dichiari associazioni di interesse pubblico e le metta nella condizione economica di tutelare gli interessi materiali e morali dei propri rappresentati.Accesso alla cultura

La Federazione chiede anche, all’attuale maggioranza, di inserire, fra i suoi obiettivi di Governo, nei tempi necessari richiesti dalle compatibilità economiche, il miglioramento delle prestazioni previste per i disabili. Le pensioni degli invalidi civili, dei sordomuti e dei ciechi si attestano mediamente sotto le 500.000 lire. L’indennità di comunicazione per i sordomuti supera di poco le 300.000 lire. L’indennità speciale dei ciechi ventesimisti le 200.000 lire, l’indennità di accompagnamento per gli invalidi civili le 800.000 lire. Agli invalidi per servizio non è riconosciuto il carattere risarcitorio della pensione né la cumulabilità delle indennità agli invalidi sul lavoro.Ma la Federazione chiede, soprattutto, che sia garantito a tutti i disabili italiani l’accesso all’informazione, alla cultura, alla comunicazione, all’ambiente, alla riabilitazione, alla fruizione del tempo libero, all’educazione, alla formazione professionale, all’occupazione ed infine che vengano adottate misure atte a prevenire infortuni sul lavoro.La più grande ambizione dei disabili italiani è entrate a pieno titolo nel circuito produttivo di questo paese e pagare le tasse. Pagare le tasse per dare il loro contributo di solidarietà ai meno fortunati, che devono subire l’umiliazione dell’assistenza.Amici della Federazione, autorità, signori e signore è tempo di concludere questo discorso. Ho tentato di dire chi siamo, da dove veniamo e soprattutto dove vogliamo andare. Ho cercato di dare voce alle preoccupazioni dei disabili, alle loro paure, alle loro angosce per un futuro che non si annuncia affatto rassicurante.

Page 56: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

I venti di guerra che attraversano il pianeta ci gelano il cuore, lo smarrimento della società civile, l’egoismo dell’economia, la crisi dell’etica, il silenzio della politica tarpano le ali alla speranza. In uno scenario così raccapricciante è difficile essere ottimisti e le pari opportunità appaiono sempre più un miraggio, un sogno proibito.Né ci aiutano ad essere ottimisti i primi atti di questo Governo, che pure avendo le obiettive attenuanti di operare in un contesto difficile, sembra dedicare scarsissima attenzione ai problemi dei disabili. È mancato qualsiasi dialogo, a meno che per dialogo non si intenda la comunicazione unilaterale.

Legittima difesaè anche un dovere morale

Il libro bianco realizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sembra essere più attento alle esigenze della Confindustria che a quelle dei disabili. La legge finanziaria lascia intendere che il blocco delle assunzioni riguarda anche gli invalidi e che essi non sono inclusi fra i soggetti che dovranno beneficiare dell’aumento della pensione fino ad un milione. La disabilità, quindi, non produrrebbe disagio sociale.Inoltre la Finanziaria, con sensibilità elefantiaca, taglia del dieci per cento i contributi destinati all’educazione, alla riabilitazione e alla cultura dei ciechi e degli ipovedenti. A partire, quindi, dal primo gennaio 2002 a tutto il 31 dicembre 2005 il dieci per cento dei ragazzi ciechi ed ipovedenti non riceveranno il libro in braille o a carattere ingrandito, il dieci per cento dei giovani ciechi non frequenteranno corsi di alfabetizzazione informatica per apprendere l’uso del computer e per navigare in internet, il dieci per cento dei ciechi adulti non riceveranno libri per il loro aggiornamento.Vogliamo sperare che tutto questo non sia il frutto di una scelta politica, ma il clamoroso errore di una burocrazia distratta e frettolosa a cui si può e si deve porre rimedio. L’incontro che abbiamo avuto ieri con il sottosegretario, on.le Grazia Sestini, ha acceso più di una luce sul buio delle nostre paure. Se così non fosse ci vedremmo costretti a dissotterrare l’ascia di guerra, lo diciamo senza iattanza, senza arroganza, perché è l’ultima cosa che vorremmo fare: portare in piazza le nostre minorazioni, la nostra sofferenza, i nostri bisogni è qualcosa che ci umilia profondamente. E fin dove è possibile vorremmo evitarlo, ma la legittima difesa non soltanto è prevista dal codice penale ma è anche un dovere morale. E noi ci difenderemo. La nostra speranza è di non essere costretti a difenderci, il nostro più vivo desiderio è di continuare il dialogo con il Governo e con il Parlamento affinché siano scritte altre pagine luminose per il riscatto dei disabili.Un inguaribile ottimista come me non si arrende, perché sa che anche nel deserto può nascere un fiore. Coltiveremo il deserto con la nostra passione civile, con il nostro amore per la giustizia, tutti insieme per le pari opportunità, per le pari dignità, per le pari responsabilità.Tommaso Daniele

PAGINA 80MUSA IN SOFA'

STARÒ ACCANTO “Starò accanto alla fiamma luminosa,sopra un sapiente libro, da uomo anziano,mentre l’imposta batte, tormentosa,

Page 57: IL CORRIERE DEI CIECHI 11-12-2001.doc · Web viewLa scienza e la tecnica sono spesso al servizio di pochi, generalmente dei più forti. L’economia si affida al libero mercato, alla

voltando e rivoltando un foglio, piano:ormai non più poesia, ma solo prosa.”

Robert Browning(da”Accanto al camino”, trad. di Roberto Piumini, Interlinea 2001)