"il disastro"
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Edizione speciale de "Il Mondo Tradimalt"TRANSCRIPT
Fotoracconto di una tragedia annunciata.
Rivista aziendale della “F.lli Coniglio”
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Martino ScibiliaConcetta Cannistraci
Carmela Maria BarberaSantina Porcino
Monica BalascujaSalvatore Scionti
Pasquale Simone NeriLetterio MaugeriGiuseppe TonanteOnofrio SturialeRoberto Carullo
Agnese FalgetanoFrancesco De Luca
Maria Letizia SciontiCarmela OlivieriLetterio LaganàTeresa MacinaElena De Luca
Letterio MaugeriChristian MaugeriFrancesca Micali
Ilaria De LucaMaria Li Causi
Maria RestucciaLuigi Giuseppe Costa
Salvatore Zagami Giuseppa Calogero
Lorenzo LoniaFrancesco LoniaKatia Panarello
Bartolo ScilibertoSanti Bellomo
Carmela CacciolaCarmelo RicciardelloAlessandro SturialeKetty De Francesco
EDITORIALEA memoria delle vittime. La F.lli Coniglio, attraverso il suo house organ “Il Mondo Tradimalt”, si ferma ossequiosamente davanti alle vite perdute e al dolore di un territorio colpito nel profondo, con la volontà di proporre a tutti i lettori una riflessione silenziosa stigmatizzata da immagini inevitabilmente cruenti e cru-de. E’ un numero della rivista tristemente speciale, tragicamente storico, a cui abbiamo voluto affidare il nostro cordoglio e il ruolo di testimone nel tempo, a memoria di un segno già di per sé indelebile. “La collina ha ceduto”, carente di radici e arbusti, in alcuni fronti non ha retto l’impeto impressio-nante di una pioggia impietosa. I Peloritani hanno così, in più zone, lasciato andar giù con furia colate di fango e detriti che con sé hanno trasportato anche vissuti e storie, affetti e speranze. Non vogliamo lasciare spazio ad ulteriori ragionamenti, né sarà questa l’occasione per ad-ditare presunti colpevoli: la nostra vuol essere solo una manifestazione solidale di lutto, da affidare alle istantanee fotografiche, che – con triste efficacia - riescono a raccontare me-glio di ogni parola l’entità di un disastro simile e il martorio di una comunità. Il criterio scel-to è innanzitutto emozionale, provando a contemplare anche una sequenza logica temporale. Tutto comincia alle 18.00 del primo di ottobre, quando cadono sul suolo di Messina 230 mm di pioggia, tanta quanto ne scende giù in tre mesi d’inverno. Poi, poco prima delle 20, è già il mo-mento per l’imponderabile e l’assurdo: Giampilieri è sommersa da una poltiglia inarrestabile di detriti fangosi. Un’ora dopo giungono sul luogo del disastro i primi soccorsi che, nonostante il panico generale, iniziano a scavare a mani nude e purtroppo ad abbracciare le prime vittime. Le forze dell’ordine con la protezione civile e l’esercito portano sul luogo numeri che rendono la portata della catastrofe: 2386 uomini e 567 mezzi. I morti aumentano ogni ora ed alla fine il tragico bolletino piange 31 morti e 6 dispersi. Un volontario guarda la scena esclamando con gli occhi sbarrati:“ Qui è un inferno”. Tra i morti c’è anche un eroe insignito dal Capo dello Stato con la Medaglia d’Oro al valor civile, Pasquale Simone Neri, che per salvare la vita di 8 persone perde ineluttabilmente la propria. E c’è anche il coraggio di un’altra eroina tra i deceduti, la rumena Monica Balascuja, che per sottrarre alla morte l’anziana che accudiva è rimasta travolta dall’alluvione. Nel disastro perdono la vita anche i tre “angioletti”, strappati brutalmente alla famiglia e al loro futuro, Ilaria (5 anni), Francesco (6 anni) e Lorenzo (2 anni). Ma oltre alla sventura letale, c’è anche chi, con un destino diverso, è sopravvissuto grazie al la-voro instancabile della grande macchina organizzativa che ha improntato, all’interno della Scuola di Giampilieri, un centro di prima accoglienza e dato un tetto ai più sfortunati. Con il seguirsi dei giorni si è mossa in maniera efficiente anche la grande solidarietà dei messi-nesi che, al centro di Protezione Civile posto alla Zona Industriale, hanno garantito beni di ogni genere per la sopravvivenza e un miglior agio per gli sfollati. Non è mancata la presenza di rito delle più alte cariche politiche. Sabato 3 ottobre, nel Duomo della città peloritana, è già tempo per i Solenni Funerali di Stato e per il lutto nazionale con le bandiere a mezz’asta e la chiusura dei negozi. Commoventi le lacrime di chi ha salutato per l’ultima volta le salme, gocce colme di dolore che hanno solcato tutto il traccia-to di Via I Settembre dove i carri funebri sancivano in modo spietato il confine tra la vita e la morte. Dopo aver finito di sfogliare la rivista e osservato con dolore queste figurazioni tremen-de, cariche di afflizione e strazio, ci auguriamo di aver condiviso per un pò - da messine-si, siciliani, italiani o semplicemente uomini - il peso e la responsabilità di un dolore enorme.
A nome di tutto il personale della F.lli Coniglio srl,
Ing. Giuseppe ConiglioAmministratore delegato
Giampilieri Superiore (fraz. Messina)
Frazione collinare della I° Circoscrizione del Comune di Messina, distante dal centro citta-dino 17km. Il borgo medioevale è situato sulle rive del torrente Giampilieri, dagli autoctoni chiamato “Ciumara Stotta”, per via del suo letto non propriamente rettilineo ma altresì pieno di anse. Il toponimo di Giampilieri deriva dal nome di un antico feudatario, tale Giovan Piliero. Il Casale messinese sorge verso la fine del 1300 e gli inizi del secolo XV° e prima del disastro contava 1800 abitanti.
Geofrafia di un disastro.
Giampilieri Messina Molino Messina
Molino (fraz. Messina)
Frazione collinare a sud del Comune di Mes-sina, sita in una strettissima insenatura tra la collina ed il Torrente Giampilieri. Il villaggio è cosi chiamato perché fu edificato intorno ad un vecchio mulino ad acqua che serviva tutta la zona. In questo centro si viveva già durante la dominazione araba prevalentemente di agri-coltura e pastorizia. Il casale era anche centro serico, qui difatti si produceva artigianalmente la seta. La chiesa del borgo è intitolata a Santa Maria della Scala, edificata intorno all’anno 1600 ricca di stucchi ed opere d’arte.
Geofrafia di un disastro.
Scaletta Zanclea
Scaletta Zanclea (Me)
Molino
Giampilieri
Scaletta Zanclea (ME)
Comune facente parte alla fascia costie-ra ionica della Provincia di Messina. Conta 2.578 abitanti ed è costituito da quattro fra-zioni Scaletta Marina, Guidomandri Marina, Scaletta Superiore e Guidomandri Superiore. L’etimologia del nome Scaletta è la traduzione letterale dell’arabo “ad dargat as Sagjrah” che significa “la scala piccola”, ovvero “la scaletta”. Il documento più antico che parla del centro messinese è il libro “Libro di Ruggiero” scritto per ordine dello stesso Re nel 1154.
01.10.2009
« E mio nonno disse: quando non verrà più coltivata, la montagna crollerà. » Antonello Micaligiornalista
«Pronto, sono Briguglio, chiamo da Giampilieri Superiore, il paese è cancellato dalle frane, ci sono morti. » Trascrizione di una delle prime telefonate al 113
«Abbiate rispetto per quei trentuno morti e per i loro cari che stanno soffrendo le pene dell’inferno.» Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile, alla stampa.
«Affido quanti sono nel dolore alla materna intercessione della Vergine Santa. » Papa Benedetto XVI
Il Mondo TRadIMalT agosto / Settembre / ottobre 2009 - n° 20
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Si ringraziano, per la collaborazione e la disponibilità, i Vigili del Fuoco. aut.Trib. Messina N°11/2003 – Reg. Stampa del 22/05/03 – Poste Italiane SPA
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lo dobbiamo ai morti, alla loro memoria; ai parenti, al loro dolore. lo dobbiamo ai cittadini di ieri, a coloro che hanno perso un tetto o la loro attività, e a quelli di domani, a cui spetta la speranza.lo dobbiamo ad un territorio preso in giro, dalla politica e da noi stessi. Ricostruire la serenità. Ricostruire condizioni solide, per un futuro che finalmente sappia imparare dal passato.
E’ possibile contribuire alla raccolta fondi presso la Banca Popolare del Mezzogiorno. I versamenti andranno effettuati sul conto corrente IBan IT62a0525616500000000916620, utilizzan-do come causale “Raccolta fondi pro alluvione Messina”.