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2 » PRIMO PIANO | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 3 Marzo 2016 L OPERAZIONE Come anticipato dal Fatto , Fca annuncia l uscita dall informazione: passa La Stampa e Secolo XIX al Gruppo Espresso e si libera della sua quota del 16,7% in Rcs » STEFANO FELTRI E CARLO TECCE I n un giorno finisce il se- colo lungo della stampa i- taliana e la Fiat lascia le- ditoria: il Gruppo E- spresso annuncia lincorpo- razione di ItEdi, la holding che controlla La Stampa eSe- colo XIX. Fca (Fiat Chrysler) subito dopo comunica che distribuirà ai soci la sua par- tecipazione nellRcs-Corrie- re della Sera, il 16 per cento. La holding di famiglia Exor, presieduta sempre da John Elkann, venderà sul mercato quel 5 per cento circa che le spetterà. Tutto come annun- ciato ieri dal Fatto Quotidia- no. La scelta della Fiat è coe- rente con la decisione di concentrarsi nelle attività automobilistiche. Elkann è andato nella redazione de La Stampa, collegato con il Se- colo a Genova, per spiegare la svolta anticipata dal passag- gio di Mario Calabresi dalla direzione de La Stampa a quella di Repubblica. DAL LATO del Gruppo E- spresso lo schema è chiaro: entro linizio del 2017, lExor di Elkann avrà il 5 per cento circa del Gruppo Espresso, la Cir di Rodolfo De Benedetti il 40. Tenuto coperto fino all ultimo minuto, si scopre ora che ci sarà anche un patto di sindacato a legare le due fa- miglie (decisioni concorda- te). Su entrambi i fronti si sot- tolinea il passaggio genera- zionale e la sintonia tra i due eredi delle dinastie, ma le- quilibrio sarà comunque de- licato: in base alle quote so- cietarie comanda di gran lun- ga la Cir di Rodolfo De Bene- detti, che però in questi anni è sempre stato un passo dietro il padre Carlo nelle scelte e- ditoriali, assorbito da altri business del gruppo come la sfortunata Sorgenia (ener- gia). Mentre John arriva nell alleanza da editore glo- bale: siede nel board della Ne- ws Corp di Rupert Murdoch, è azionista di peso del setti- manale The Economist. De Benedetti ci mette i soldi, El- kann le idee, ma ci sarà tempo per capire se può funzionare perché, dicono tutti, lallean- za è di lungo periodo. Dal lato del Corriere della Sera , invece, tutto è più incer- to. Dopo aver incassato 127,5 milioni da Mondadori per la cessione del ramo libri, la Rcs sta trattando con le banche per rendere più sostenibile il debito da 350 milioni, mentre continua a cedere pezzi del gruppo non strategici (le ra- dio, la spagnola Veo Tv). Cè un ambizioso piano indu- striale per evitare un altro au- mento di capitale da 200 mi- lioni nel 2017. Ma lassetto Approvato Il ddl prevede un Fondo unico per giornali e tv su cui deciderà Palazzo Chigi E la Camera regala l editoria al governo ORA IN SENATO » MARCO FRANCHI L a Camera ha detto sì. Man- ca ancora il via libera del Senato e poi il governo potrà ridisegnare su delega del Par- lamento lintera legislazione sui contributi alleditoria, vol- garmente detti soldi ai gior- nali . A garanzia del plurali- smo, per carità, ma comunque una discreta leva di condizio- namento per la stampa. IL DDL APPROVATO a Monte- citorio, proposto dal Pd, pre- vede listituzione di un Fondo unico sul tema che raggruppi i diversi finanziamenti esisten- ti e ne aggiunga di nuovi: sarà poi la Presidenza del Consi- glio a decidere come ripartire i fondi con un decreto tenendo conto di alcune caratteristi- che (esclusi, per dire, i giornali di partiti o sindacati). Facendo un podi conti, parliamo di una cifra non pic- cola. Il fondo dei contributi di- retti che vanno a quotidiani (Avvenire, Italia Oggi, Il Fo- glio, il manifesto, etc) e perio- dici lanno scorso valeva poco meno di 50 milioni, cui almeno per questanno vanno aggiunti i fondi per linnovazione (40 milioni lanno), che poi sono serviti in tre anni a pagare i prepensionamenti dei grandi gruppi editoriali (Corriere, Repubblica, Sole, Messaggero, etc). Cè poi lultimo aggiorna- mento una tantum: 6,5 milioni deliberati a gennaio per paga- re contratti di solidarietà, cas- sa integrazione, sgravi per le assunzioni e nuovi investi- menti nel digitale del 2015. TUTTO QUELche si muoverà in tema di editoria cartacea con- fluirà nel nuovo Fondo unico, che avrà però anche altri af- fluenti visto che dovrà occu- parsi pure di radio e tv locali, settore sostenuto dal governo nel 2015 con 45 milioni di euro. Al Fondo andranno pure, tra il 2016 e il 2018, quota parte (fino a un massimo di 100 milioni) delle eventuali maggiori en- trate derivanti dal canone Rai in bolletta e una tassa dello 0,1% sul reddito complessivo delle concessionarie di pub- blicità. Queste ultime due en- trate straordinarie - spiegano fonti del settore - saranno pro- babilmente funzionali al pro- lungamento dei prepensiona- menti straordinari: in pratica i grandi gruppi continueranno a ristrutturarsi a spese dei contri- buenti. Anche questa materia, peral- tro, è delegata al governo: sarà Pa- lazzo Chigi a ri- definire i requisi- ti di anzianità a- nagrafica e con- tributiva per lac- cesso ai tratta- menti di vec- chiaia anticipata e delle proce- dure per il riconoscimento dello stato di crisi delle impre- se editrici ai fini dellaccesso ai prepensionamenti. Previsio- ne inutile se finissero nel 2016. Il disegno di legge si occupa anche di molto altro, persino della parità di trattamento in edicola, delegando anche qui al governo, e pure della rifor- ma delle competenze e della c om po si zi on e del Consiglio d el lOrdine dei giornalisti (che passerà da oltre cento membri a 36 consiglieri). Qu est u lti ma previsione, in particolare, sta facendo litigare gli interessati. Il presidente na- zionale Enzo Ia- copino la tocca piano: Gli edito- ri possono brindare assieme ai loro complici di mille misfat- ti. Il no pasaran di Iacopino, però, si trova a dover fare i con- ti con una nota ufficiale in cui ben 12 presidenti degli Ordini regionali applaudono la rifor- ma del governo. © RIPRODUZIONE RISERVATA proprietario nel dopo-Fiat è ancora tutto da definire. È circolata lipotesi di una fusione Corriere-Sole 24 Ore: lidea era stata lanciata un paio di anni fa dal presidente di Techint Gianfelice Rocca, a capo della potente Asso- lombarda. Ma nel frattempo le condizioni dei due gruppi sono cambiate: sempre più complessa quella del Corrie- re , in ripresa quella del Sole che nelle prossime settimane dovrebbe annunciare il ritor- no in positivo del margine o- perativo lordo, cioè crea cas- sa invece di bruciarla, grazie al l aggressiva strategia di crescita sul digitale sostenuta dal direttore Roberto Napo- letano. Lidea della fusione, smentita ufficialmente da Techint il 19 febbraio, viene fatta circolare ora dai nemici di Rocca nella campagna elet- torale per la presidenza di Confindustria allo scopo di spaventare gli industriali che appoggiano Alberto Vacchi, il candidato di Rocca. Il con- trollo del Sole è rimasto una delle poche declinazioni con- crete del potere del presiden- te, la fusione col Corriere fi- nirebbe per diluire linfluen- za (e la presa sugli eventuali dividendi). Rocca è stato son- dato nei mesi scorsi anche co- me cavaliere biancoper co- struire un nuovo equilibrio in Rcs. Ma in Techint Rocca è presidente, non può delibe- rare in autonomia e il resto della famiglia, a cominciare dal fratello Paolo, è poco en- tusiasta di impegnarsi in R- cs. Luscita di John Elkann la- scia campo libero ai suoi sto- rici oppositori in Rcs: ledito- re di La7 Urbano Cairo e lim- prenditore Diego Della Valle che è tornato di gran fretta in Italia, a Milano. In passato, entrambi non hanno mai avu- to forza e voglia di svenarsi per comandare davvero su R- cs, ma senza la Fiat lo scena- rio è più fluido. Per Cairo e Della Valle linvestimento fi- nanziario potrebbe essere al- leggerito con la cessione della Gazzetta dello Sport a Infront o alla sua controllante Wan- da, il gigante della gestione dei diritti sportivi. I dossier sull operazione sono già pronti. LULTIMO protagonista che potrebbe intervenire è Lo- renzo Pellicioli, che gestisce limpero della famiglia De A- gostini-Drago: in asse con Mediobanca, avrebbe le ri- sorse per riempire il vuoto la- sciato da Fcs nel capitale. I- potesi estrema. Ma già smen- tisce. Tutti fermi: cosa succe- de? Rcs avrà quasi la struttura di una public company, priva di un socio di riferimento, per la prima volta. Se Laura Cioli, lamministratore delegato, non riuscisse a rispettare il piano industriale di rilancio, prima o poi toccherà alle ban- che convertire in azioni i pro- pri crediti milionari. Timori. Speranze. Per adesso, cè tan- ta solitudine in via Solferi- no. © RIPRODUZIONE RISERVATA In manovra Cairo e Della Valle potrebbero tentare lassalto, in alternativa De Agostini o Rocca Dopo la Stampubblica si cerca di salvare il Corriere John Elkann e Diego Della Valle LaPresse/Ansa Soldi e potere Circa 100 milioni lanno, a cui si aggiungono quelli per prepensionare i giornalisti Nuove norme per leditoria Ansa 11 MARZO LO SCIOPERO Codice appalti oggi in Cdm. I sindacati: 2.000 posti a rischioq ALLESAME del Consiglio dei mini- stri di oggi saranno le modifiche al Co- dice degli appalti. Lobiettivo sarà sfoltire gli attuali 1.500 commi in 220 articoli al fine di velocizzare le procedure. Il punto chiave del provvedimento è la fine del criterio del mas- simo ribasso (resterà solo per gli affidamenti di importo basso) nelle gare, che lascerà in- vece spazio a quello dellofferta economica- mente più vantaggiosa come regola genera- le: un metodo che permette di valutare anche aspetti qualitativi. Alcune novità contenute nella bozza del testo, però, preoccupano le parti sociali. I sindacati hanno indetto uno sciopero per l11 marzo per contestare la nor- ma che limita al 20% gli affidamenti in house per le concessioni autostradali poiché riten- gono che così si rischia di perdere fino a 2.000 posti di lavoro. Non mancano critiche anche da parte delle associazioni di categoria preoccupate per le ricadute della nuova nor- mativa sul settore. Il provvedimento affida un ruolo centrale allAnac di Raffaele Cantone: lautorità avrà poteri di controllo e attività sanzionatorie. La fase di progettazione si ar- ticolerà in tre livelli: progetto di fattibilità, progetto definitivo e progetto esecutivo. I numeri 15,9 % la volata del gruppo Espresso in Borsa (0,98 euro). Rcs è salita del 7,21% (0,61) 750 milioni: i ricavi del nuovo gruppo che, secondo i dati 2015, conterà 5,8 milioni di lettori 43% la quota che avrà Cir nel gruppo Espresso. Oggi detiene il 54%

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2 » PRIMO PIANO | IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 3 Marzo 2016

L’OPERAZIONE Come anticipato dal “F at t o ”, Fca annuncia l’uscita dall’informazione: passaLa Stampa e Secolo XIX al Gruppo Espresso e si libera della sua quota del 16,7% in Rcs

» STEFANO FELTRIE CARLO TECCE

In un giorno finisce il se-colo lungo della stampa i-taliana e la Fiat lascia l’e-ditoria: i l Gruppo E-

spresso annuncia l’i ncor po-razione di ItEdi, la holdingche controlla La Stampa eSe-colo XIX. Fca (Fiat Chrysler)subito dopo comunica chedistribuirà ai soci la sua par-tecipazione nell’Rcs-Corrie-re della Sera, il 16 per cento.La holding di famiglia Exor,presieduta sempre da JohnElkann, venderà sul mercatoquel 5 per cento circa che lespetterà. Tutto come annun-ciato ieri dal Fatto Quotidia-no. La scelta della Fiat è coe-rente “con la decisione diconcentrarsi nelle attivitàautomobilistiche”. Elkann èandato nella redazione de LaStam pa, collegato con il Se-colo a Genova, per spiegare lasvolta anticipata dal passag-gio di Mario Calabresi dalladirezione de La Stampa aquella di Repubblica.

DAL LATO del Gruppo E-spresso lo schema è chiaro:entro l’inizio del 2017, l’Exordi Elkann avrà il 5 per centocirca del Gruppo Espresso, laCir di Rodolfo De Benedetti il40. Tenuto coperto finoall ’ultimo minuto, si scopreora che ci sarà anche un pattodi sindacato a legare le due fa-miglie (decisioni concorda-te). Su entrambi i fronti si sot-tolinea il passaggio genera-zionale e la sintonia tra i dueeredi delle dinastie, ma l’e-quilibrio sarà comunque de-licato: in base alle quote so-cietarie comanda di gran lun-ga la Cir di Rodolfo De Bene-detti, che però in questi anni èsempre stato un passo dietroil padre Carlo nelle scelte e-ditoriali, assorbito da altribusiness del gruppo come lasfortunata Sorgenia (ener-gia). Mentre John arrivane ll ’alleanza da editore glo-bale: siede nel board della Ne -ws Corp di Rupert Murdoch,è azionista di peso del setti-manale The Economist. DeBenedetti ci mette i soldi, El-kann le idee, ma ci sarà tempoper capire se può funzionareperché, dicono tutti, l’allean -za è “di lungo periodo”.

Dal lato del Corriere dellaSera , invece, tutto è più incer-to. Dopo aver incassato 127,5milioni da Mondadori per lacessione del ramo libri, la Rcssta trattando con le bancheper rendere più sostenibile ildebito da 350 milioni, mentrecontinua a cedere pezzi delgruppo non strategici (le ra-dio, la spagnola Veo Tv). C’èun ambizioso piano indu-striale per evitare un altro au-mento di capitale da 200 mi-lioni nel 2017. Ma l’as se tt o

A p p ro va t o Il ddl prevede un Fondo unico per giornali e tv su cui deciderà Palazzo Chigi

E la Camera regala l’editoria al governoORA IN SENATO

» MARCO FRANCHI

La Camera ha detto sì. Man-ca ancora il via libera del

Senato e poi il governo potràridisegnare su delega del Par-lamento l’intera legislazionesui contributi all’editoria, vol-garmente detti “soldi ai gior-n al i ”. A garanzia del plurali-smo, per carità, ma comunqueuna discreta leva di condizio-namento per la stampa.

IL DDL APPROVATO a Monte-citorio, proposto dal Pd, pre-vede l’istituzione di un Fondounico sul tema che raggruppi idiversi finanziamenti esisten-ti e ne aggiunga di nuovi: saràpoi la Presidenza del Consi-glio a decidere come ripartirei fondi con un decreto tenendoconto di alcune caratteristi-che (esclusi, per dire, i giornalidi partiti o sindacati).

Facendo un po’ di conti,parliamo di una cifra non pic-cola. Il fondo dei contributi di-

retti che vanno a quotidiani(Avvenire, Italia Oggi, Il Fo-glio, il manifesto, etc) e perio-dici l’anno scorso valeva pocomeno di 50 milioni, cui almenoper quest’anno vanno aggiuntii fondi per l’innovazione (40milioni l’anno), che poi sonoserviti in tre anni a pagare i

prepensionamenti dei grandigruppi editoriali (C orrie re,Repubblica, Sole, Messaggero,etc). C’è poi l’ultimo aggiorna-mento una tantum: 6,5 milionideliberati a gennaio per paga-re contratti di solidarietà, cas-sa integrazione, sgravi per leassunzioni e nuovi investi-menti nel digitale del 2015.

TUTTO QUELche si muoverà intema di editoria cartacea con-fluirà nel nuovo Fondo unico,che avrà però anche altri af-fluenti visto che dovrà occu-parsi pure di radio e tv locali,settore sostenuto dal governonel 2015 con 45 milioni di euro.Al Fondo andranno pure, tra il2016 e il 2018, quota parte (finoa un massimo di 100 milioni)delle eventuali maggiori en-trate derivanti dal canone Raiin bolletta e una tassa dello0,1% sul reddito complessivodelle concessionarie di pub-blicità. Queste ultime due en-trate straordinarie - spiegano

fonti del settore - saranno pro-babilmente funzionali al pro-lungamento dei prepensiona-menti straordinari: in pratica igrandi gruppicontinueranno aristrutturarsi aspese dei contri-buenti.

Anche questamateria, peral-tro, è delegata algoverno: sarà Pa-lazzo Chigi a “ri -definire i requisi-ti di anzianità a-nagrafica e con-tributiva per l’ac -cesso ai tratta-m e n t i d i v e c-chiaia anticipata e delle proce-dure per il riconoscimentodello stato di crisi delle impre-se editrici ai fini dell’accesso aiprepensionamenti”. Previsio-ne inutile se finissero nel2016.

Il disegno di legge si occupaanche di molto altro, persino

della parità di trattamento inedicola, delegando anche quial governo, e pure della rifor-ma delle competenze e della

c om po si z i on ed e l C o n s i g l i od el l’Ordine deigiornalisti (chepasserà da oltrecento membri a36 consiglieri).

Qu est ’u lti maprevisione, inparticolare, stafacendo litigaregli interessati. Ilpresidente na-zionale Enzo Ia-copino la toccapiano: “Gli edito-

ri possono brindare assieme ailoro complici di mille misfat-ti”. Il no pasaran di Iacopino,però, si trova a dover fare i con-ti con una nota ufficiale in cuiben 12 presidenti degli Ordiniregionali applaudono la rifor-ma del governo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

proprietario nel dopo-Fiat èancora tutto da definire.

È circolata l’ipotesi di unafusione Corriere-Sole 24 Ore:l’idea era stata lanciata unpaio di anni fa dal presidentedi Techint Gianfelice Rocca,a capo della potente Asso-lombarda. Ma nel frattempole condizioni dei due gruppisono cambiate: sempre piùcomplessa quella del Corrie -re , in ripresa quella del So leche nelle prossime settimanedovrebbe annunciare il ritor-no in positivo del margine o-perativo lordo, cioè crea cas-sa invece di bruciarla, grazieal l’aggressiva strategia dicrescita sul digitale sostenutadal direttore Roberto Napo-letano. L’idea della fusione,smentita ufficialmente daTechint il 19 febbraio, vienefatta circolare ora dai nemicidi Rocca nella campagna elet-torale per la presidenza diConfindustria allo scopo dispaventare gli industriali cheappoggiano Alberto Vacchi,il candidato di Rocca. Il con-trollo del Sole è rimasto unadelle poche declinazioni con-crete del potere del presiden-te, la fusione col Corriere fi -nirebbe per diluire l’influen -za (e la presa sugli eventualidividendi). Rocca è stato son-dato nei mesi scorsi anche co-

me “cavaliere bianco”per co-struire un nuovo equilibrio inRcs. Ma in Techint Rocca èpresidente, non può delibe-rare in autonomia e il restodella famiglia, a cominciaredal fratello Paolo, è poco en-tusiasta di impegnarsi in R-cs.

L’uscita di John Elkann la-scia campo libero ai suoi sto-rici oppositori in Rcs: l’edito -re di La7 Urbano Cairo e l’im -prenditore Diego Della Valleche è tornato di gran fretta inItalia, a Milano. In passato,

entrambi non hanno mai avu-to forza e voglia di svenarsiper comandare davvero su R-cs, ma senza la Fiat lo scena-rio è più fluido. Per Cairo eDella Valle l’investimento fi-nanziario potrebbe essere al-leggerito con la cessione dellaGazzetta dello Sport a Infronto alla sua controllante Wan-da, il gigante della gestionedei diritti sportivi. I dossiersull ’operazione sono giàpronti.

L’U LTIM O protagonista chepotrebbe intervenire è Lo-renzo Pellicioli, che gestiscel’impero della famiglia De A-gostini-Drago: in asse conMediobanca, avrebbe le ri-sorse per riempire il vuoto la-sciato da Fcs nel capitale. I-potesi estrema. Ma già smen-tisce. Tutti fermi: cosa succe-de? Rcs avrà quasi la strutturadi una public company, privadi un socio di riferimento, perla prima volta. Se Laura Cioli,l’amministratore delegato,non riuscisse a rispettare ilpiano industriale di rilancio,prima o poi toccherà alle ban-che convertire in azioni i pro-pri crediti milionari. Timori.Speranze. Per adesso, c’è tan-ta solitudine in via Solferi-no.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

In manovraCairo e Della Vallepotrebbero tentarel’assalto, in alternativaDe Agostini o Rocca

Dopo “la Stampubblica”si cerca di salvare il Corriere

John Elkann e Diego Della Valle La Pre ss e /A n s a

Soldi e potereCirca 100 milionil’anno, a cuisi aggiungonoquelli perpre p e n s ion a rei giornalisti

Nuove norme per l’editoria Ansa

11 MARZO LO SCIOPERO

Codice appalti oggiin Cdm. I sindacati:“2.000 posti a rischio”

q A L L’ESAME del Consiglio dei mini-stri di oggi saranno le modifiche al Co-

dice degli appalti. L’obiettivo sarà sfoltire gliattuali 1.500 commi in 220 articoli al fine divelocizzare le procedure. Il punto chiave delprovvedimento è la fine del criterio del mas-simo ribasso (resterà solo per gli affidamentidi importo basso) nelle gare, che lascerà in-vece spazio a quello dell’offerta economica-

mente più vantaggiosa come regola genera-le: un metodo che permette di valutare ancheaspetti qualitativi. Alcune novità contenutenella bozza del testo, però, preoccupano leparti sociali. I sindacati hanno indetto unosciopero per l’11 marzo per contestare la nor-ma che limita al 20% gli affidamenti in houseper le concessioni autostradali poiché riten-gono che così si rischia di perdere fino a

2.000 posti di lavoro. Non mancano criticheanche da parte delle associazioni di categoriapreoccupate per le ricadute della nuova nor-mativa sul settore. Il provvedimento affida unruolo centrale all’Anac di Raffaele Cantone:l’autorità avrà poteri di controllo e attivitàsanzionatorie. La fase di progettazione si ar-ticolerà in tre livelli: progetto di fattibilità,progetto definitivo e progetto esecutivo.

I numeri

1 5,9 %la volata delgruppoEspresso inBorsa (0,98euro). Rcs èsalita del7,21% (0,61)

7 50milioni:i ricavi delnuovo gruppoche, secondoi dati 2015,conterà 5,8milionidi lettori

4 3%la quota cheavrà Cir nelgruppoE s p re ss o.Oggi detieneil 54%

Giovedì 3 Marzo 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO | PRIMO PIANO » 3

De Benedetti firma la resa,le notizie possono attendere» GIORGIO MELETTI

Qualità del prodottogiornalistico? Auto-nomia delle testate?Tranquilli ragazzi. Il

sindacato dei giornalisti hadetto che “pretenderà garan-z ie ” (testuale). Sembra unoscherzo. Non solo perché damolti anni il sindacato deigiornalisti non ha il fisico perpretendere alcunché. Ma so-prattutto perché suona tuttoun po’ falso. L’in dipend enzadei giornalisti de La Stampanon è in discussione sotto lapiena proprietà Agnelli, ma èminacciata dalla comproprie-tà Agnelli-De Benedetti? ERepubblica, con John Elkannal 5 per cento del capitale, di-venta il giornale padronaleche non era mai stata?

È UNO SCHERZO ma fino a uncerto punto. Nell’Italia decli-nante dei giornali padronali edegli editori impuri che pre-miano i direttori per le notizienascoste anziché per quellepubblicate, per molti anni larivalità tra Carlo De Benedettie casa Agnelli ci ha regalato sa-pide pagine di giornalismo. Sec’era da fare un dispetto allaFiat i giornalisti di Repubblicaavevano la licenza di uccidere,cioè di scrivere la verità. E sec’era da sputtanare l’Ingegne -re a La Stampa e al Corriere sisospendeva la regola aurea“cane non morde cane”.

È la degna conclusione del-la parabola di De Benedetti,per una vita uomo controcor-rente, scheggia impazzitadell’establishment. È lui chepoco più che quarantenne, nel1976 viene chiamato dall’av -vocato Gianni Agnelli alla te-sta della Fiat e riesce a litigarecon quasi tutti e a farsi caccia-re dopo cento giorni. È lui chea fine anni ’80 prende il con-

trollo del quotidiano fondatoda Eugenio Scalfari subito do-po lo storico sorpasso in edi-cola sul Corriere, diventato nelfrattempo un gioiello della co-rona di casa Agnelli. È lui chenel 2005 – nel momento peg-giore della Fiat, dopo la mortedi Gianni e Umberto Agnelli –spaventa i dignitari sopravvis-suti (Gianluigi Gabetti, Fran-zo Grande Stevens) con la mi-naccia di una scalata che li co-stringe a un’acrobazia difensi-va così spericolata (il famoso

equity-swap Ifil-Exor) da tra-scinare i due anziani managerin tribunale per anni.

LA RIVALITÀ alle volte fa an-che gioco. Quando Cesare Ro-miti riesce a cacciare dalla Fiatil padre della Uno e della The-ma Vittorio Ghidella – assicu -randosi così che la Fiat nonfaccia più un auto decente peranni – fa uscire la notizia suRepubblica, perché allora co-me oggi il galateo vieta ai gior-nali della casa notizie così sca-

PAX GIORNALISTICA Finisce il lungo duello con l’establishment

Re pu b bl icaM a r ioCalabresi Ansa

brose. La guerra ci ha regalatonotizie non sempre di primagrandezza, ma notizie. Comelo scoop del Corrieresu De Be-nedetti accusato di contrab-bando per aver comprato aSankt Moritz un regalo per lamoglie dichiarando di volerloesportare in Italia, il tutto perottenere uno sconto dal gioiel-liere svizzero. Notizia cosìmalinconica che a-vremmo prefe-rito non legger-la. E che adessoperò saremmosicuri di non do-ver leggere, dopola grande pace instile fusion.

E c o m e d i-menticare le sa-porite rivelazio-ni di R epub bli casulla guerra perl’eredità dell’Av -vocato tra Mar-gherita Agnelli,sua madre Ma-rella Caraccioloe suo figlio JohnElkann? Difficiledire se mettessepiù tristezza l’In -gegnere che fro-da il fisco per risparmiare sulgioiello regalato alla signora ola figlia dell’Avvocato intentaad aizzare i magistrati controla memoria del padre, accusa-to di aver derubato i soci di mi-noranza e il fisco italiano per1,4 miliardi.

Ma è certo che adesso che lapace è firmata difficilmentevedremo un cane morderel’altro cane, neppure per sba-glio. Da anni De Benedetti a-

veva fissato il timone sulla rot-ta del ritorno a casa, più o me-no dall’inizio della grande cri-si finanziaria mondiale. Hafatto affari anche con Berlu-sconi.

VENT’ANNI FA, quando in pie-no boom dell’i n f or m a ti c amondiale era riuscito a radereal suolo l’Olivetti, l’Ingegnere

fresco sessantenne a-veva deciso di rilan-

ciare, come sem-pre, facendo le-va sull’im pe rodei quotidianinazionali e lo-

cali che si eranotrasformati da ar-ma contundentein b us i n e s s prin -cipale.

Ma negli ulti-mi tempi, finita lafesta dei profittifacili, archiviaticon fatica gli in-successi impren-ditoriali più re-c e n t i – c o m equello delle cen-trali elettricheSorgenia, sognoindustriale del

primogenito Rodolfo finito inuna montagna di debiti mol-lati alle banche – l’ot t a n t u-nenne ingegnere deve essersireso conto che non c’è più unestablishment degno di guer-riglia, e neppure di blanda op-posizione. E che le nuove ge-nerazioni di padroni non sonofatte per la concorrenza. Pre-feriscono l’oligopolio.

Twitter@giorgiomeletti© RIPRODUZIONE RISERVATA

C’era una voltaDa l l’accusa dicontrabbando perl’Ingegnere allaguerra sull’e re d it àAgnelli: nonle leggeremo più

A l l’e p o ca Carlo De Benedetti e l’avvocato Gianni Agnelli in uno scatto del 1975 Fo to g ra m m a

La StampaMaurizio Moli-nari La Pre ss e

IL RECORD IN EUROPA

Arpa Puglia: “I picchidi diossina sonocausati dall’I l va ”

q "LA CONCENTRAZIONE di dios-sine ha raggiunto livelli così elevati da

essere confrontabile solo con materiali pol-verulenti contaminati in misura estrema-mente alta, quali le polveri di abbattimentodell’impianto di sinterizzazione dello stabi-limento siderurgico" Ilva di Taranto. È quan-to contenuto in un documento che Arpa Pu-glia ha inviato la scorsa settimana al gover-

natore Michele Emiliano, e da questi giratoal governo, sui livelli di diossina registratinel novembre 2014 e nel febbraio 2015nell’area siderurgica di Taranto. Valutazioniche il direttore dell’Arpa, Giorgio Assenna-to, ha ribadito a Bari durante la presenta-zione del sistema previsionale sulla qualitàdell’aria. Sistema che produrrà ogni giornole mappe di concentrazione al suolo degli

inquinanti. Assennato ha parlato delle ana-lisi commissionate da Ilva al Politecnico diTorino che hanno fatto emergere picchi didiossina (791 picogrammi per metro qua-dro nel novembre 2014 e 212 pg/mq nel feb-braio 2015) al rione Tamburi (a ridossodell’Ilva), il livello più alto mai registrato inEuropa, secondo solo all’incidente di Seve-s o.