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Periodico bimestrale anno XIII n°74 ottobre 2017 OMAGGIO DEL TUO FARMACISTA S a l u t e & b e n e s s e r e Sei uno sportivo? Bevi come un campione Ipocondria: la paura di ammalarsi e i sintomi organici Osteopatia: cos’è, come e su cosa agisce Età di mezzo: tempo di bilanci. Dalla “crisi” all’opportunità Nuove evidenze sulla più comune malattia dei fumatori L’ipocrisia del non ritocco estetico Bambini, a tavola!

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7OMAGGIO

DEL TUO FARMACISTA

S a l u t e & b e n e s s e r e

Sei uno sportivo? Bevi come un campione

Ipocondria: la paura

di ammalarsi e i sintomi organici

Osteopatia: cos’è, come e su cosa agisce

Età di mezzo: tempo di bilanci. Dalla “crisi” all’opportunità

Nuove evidenze sulla più comune malattia dei fumatori

L’ipocrisia del non ritocco estetico

Bambini, a tavola!

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DATO FIDUCIA

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3 F A R M A C I A F I D U C I A

In questi ultimi anni alcuni aspetti della mia professione si sono molto modifi-cati. Se in un tempo, che sembra remoto, ma che in effetti risale solo a qualche decennio fa, le informazioni medico sanitarie erano acquisite attraverso il con-

sulto del proprio medico o, nei casi più semplici, con qualche domanda al proprio farmacista di fiducia oppure, nei casi particolarmente difficili o complicati, con la visita di uno specialista particolarmente conosciuto per le sue capacità tecniche e conoscenze scientifiche, ormai chiunque può arrogarsi la capacità di fornire informazioni mediche attraverso gli attuali mezzi di comunicazione, internet, tele-visioni, social e via dicendo.Chi siano questi personaggi che distribuiscono informazioni non è sempre facile comprendere.I politici, di alcune fazioni o movimenti, con la presunzione di voler salvare l’uma-nità dall’ingordigia delle multinazionali del farmaco, diffondono messaggi assurdi contro le vaccinazioni (ad esempio) senza avere la benché minima competenza o conoscenza scientifica e senza neppure avere preso buona nota dei risultati scien-tifici documentati da studi inequivocabili ed internazionali, accettati dalla comunità scientifica universale.Il ragionamento espresso da alcuni di questi strani soggetti è talmente assurdo che vale la pena di riferirlo, almeno per sorridere un po’.Pensate che vi è chi afferma che la possibilità di far diventare autistico un bimbo dipenda dalla vaccinazione contro il morbillo solo perché quella vaccinazione vie-ne praticata entro i diciotto mesi e l’autismo compare dopo i 24 o 36 mesi.Sarebbe esattamente come segnalare che la pratica dell’estrema unzione sia peri-colosa per la vita poiché, normalmente, colui al quale viene somministrata muore entro pochi giorni.Purtroppo non esiste più alcun filtro che possa in alcun modo regolare la trasmis-sione universale delle informazioni e, quindi, qualunque notizia, anche priva del minimo fondamento, trova seguaci nel mondo del web e si rafforza sino a sem-brare, se non proprio vera, almeno fortemente verosimile.Quindi il mio primo invito è proprio quello di valutare accuratamente tutte le notizie che circolano nel mondo virtuale cercando di conoscere chi sia colui che le diffonde e quali siano le sue qualifiche professionali ed i titoli accademici che gli rendano possibile pubblicare informazioni importanti per la salute e per la sopravvivenza di molte persone.Quello che oggi succede per i vaccini è già successo in passato con altre categorie di farmaci che, di volta in volta, vengono accusati di provocare i più terribili danni.Effettivamente molti farmaci, se usati in modo non corretto ed al di fuori ed al di là delle corrette indicazioni terapeutiche, possono portare ad effetti indesiderati od anche dannosi, ma bisogna continuamente tenere presente che farmaci importanti come gli antibiotici e le vaccinazioni hanno permesso di debellare o di controllare efficacemente malattie che portavano facilmente alla morte.Forse varrebbe la pena che ciascuno di noi andasse a rileggersi saggi storici che riferiscono in modo oggettivo quale fosse la vita nel mondo dove malattie tremen-de avevano libera ed ampia diffusione, dalla tubercolosi, al vaiolo, alla poliomelite, alla lebbra e a molte altre.Occorre mettere sui piatti della bilancia i modesti effetti collaterali di alcuni farma-ci con i loro benefici individuali e sociali.Oggi inoltre ci troviamo confrontati con un ulteriore problema per far accettare terapie e vaccinazioni che è quello della comunicazione con persone che non

Tra informazione e disinformazione.Direttore Editoriale

On. Dott. Luigi Zocchi

Direttore ResponsabileGiovanni Nello Franchi

Direzione RedazioneFederfarma VaresePiazza Marsala, 4 - 21100 VareseTel. 0332 236164 - Fax 0332 [email protected]

CaporedattoreLuisa Nobili

Comitato di redazioneRachele AspesiGianluca BonicalziRenata Radici

Hanno collaborato a questo numero Cristina BafaroFabio ColomboGiuseppe GiordanoAlfredo GoddiPaola LacchiniSilvia MagnaniGiovanna MunariGabriele NobiliAlberto Roggia

Segretaria di redazione Giuliana Comolli

Progetto graficoGraffiti s.a.s.Via Montello, 65 - 21100 VareseTel. 0332 435327 - Fax 0332 [email protected]

Art DirectorLorenza Borellini

PubblicitàGraffiti comunicazione d'impresaVia Montello, 65 - 21100 VareseTel. 0332 435327 - Fax 0332 [email protected]

Anno XIII - n° 74 ottobre 2017Copia Omaggio

Tiratura 20.000 copieDistribuzione in 215 farmacie di Varese e provincia.

Graffiti EditoreROC - Registro Operatori di Comunicazione n° 13729Registrazione testata Tribunale di Varese n° 871 del 22/4/2005

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Sono vietati la riproduzione e l’uso anche parziale di testi, illustrazioni e foto.

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Periodico bimestrale di salute & benessere

On. Dr. Luigi ZocchiPresidente

Federfarma Varese

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Spazio riservato al timbro della farmacia

4F A R M A C I A F I D U C I A

Sei uno sportivo? Bevi come un campione.

Un atleta ben idratato ha infatti risultati molto migliori in termini di velocità e resistenza allo sforzo, sente meno la fatica e ha meno crampi e contratture.Dott. Gabriele Nobili

Farmacista [email protected]

Questa estate ver-rà ricordata come una delle più calde

di sempre, con temperature estreme che hanno causato malori tra le fasce di popo-lazione più fragili, come ad esempio gli anziani.Può sorprendere però che, come pubblicato dalla Preal-pina il 4 agosto, anche molti sportivi abbiano affollato i pronto soccorso, comprese persone giovani ed allenate.Si tratta invece della prova concreta che chi fa sport non beve abbastanza, anche se magari fa largo uso di gel energetici o di “shot” alla

caffeina che danno energia, ma non reintegrano i liquidi persi; è possibile anzi che, fornendo una “ricarica”, que-sti prodotti spingano a prose-guire lo sforzo in condizioni di disidratazione già presente.Nello sportivo la perdita principale di liquidi si ha con il sudore, che in condizioni di caldo e sforzo estremi può essere molto abbondante, e ciò provoca prima di tutto un peggioramento delle pre-stazioni.Un atleta ben idratato ha in-fatti risultati molto migliori in termini di velocità e resisten-za allo sforzo, sente meno

la fatica e ha meno crampi e contratture. Se poi si con-tinua lo sforzo e la sudora-zione, perdendo altri liquidi, la temperatura del corpo au-menta e si rischia il perico-loso colpo di calore; inoltre diminuisce anche la concen-trazione, i riflessi rallentano e si può arrivare a uno stato di estrema stanchezza e con-fusione mentale, cosa molto rischiosa in particolare per un ciclista che si allena tra mille pericoli sulle nostre strade.Come fa un atleta a capire se ha bevuto a sufficienza durante lo sforzo?Un sistema semplice e abba-

stanza valido è pesarsi prima e dopo: la differenza dà un’i-dea dei liquidi persi e non reintegrati durante lo sforzo.Se poi andando in bagno l’urina è poca e scura, si han-no crampi, battito cardiaco elevato, mal di testa e nausea è certo che non si è bevuto abbastanza.

Ma cosa, quando e quanto bere?Poiché con il sudore si per-dono anche sali minerali la sola acqua non basta e sono indispensabili integratori per lo sport adeguati.Il fai da te o l’uso di prodotti

5 F A R M A C I A F I D U C I A

non pensati per lo sportivo non è una buona idea perché la bevanda dell’atleta deve avere una quantità di sali mi-nerali e zuccheri ben precisa; è importante tra l’altro legge-re bene l’etichetta e sciogliere la polvere nella quantità di acqua indicata, altrimenti non solo l’efficacia è inferiore ma si possono avere disturbi in-testinali.Si deve bere poi non quando si ha sete, ma a intervalli re-golari durante lo sforzo, circa ogni 15-20 minuti, in modo da reintegrare costantemente i liquidi persi col sudore.Si dovrebbe, in realtà, comin-ciare a bere già prima dello sforzo, in modo da partire ben carichi di acqua; l’ideale è assumere almeno mezzo litro nelle due ore precedenti e fa-re un piccolo carico di 150 ml (circa un bicchiere e mezzo) subito prima di partire.Come già detto, durante l’at-tività si deve bere a intervalli regolari, consumando alme-no una borraccia all’ora, e quando si smette è impor-tante finire con altri 300-500 ml (mezza borraccia o una bottiglietta d’acqua).Riassumendo, un ciclista che si allena d’estate per un’ora e mezza dovrebbe bere in tutto (prima, durante, dopo) dai due litri e mezzo ai tre.Questi quantitativi di solito spaventano lo sportivo, che teme sempre di doversi fer-mare a metà gara per cercare un bagno, ma il segreto sta nel fare un po’ di prove du-rante gli allenamenti e capire quanto liquido si riesce a bere senza problemi. Bisogna as-solutamente abituarsi a bere di più e il premio saranno meno stanchezza e risultati migliori. Ci sono però sport in cui è complicato bere mol-to o portarsi scorte d’acqua.Chi fa corsa, sport di squadra (calcio, basket, volley), tennis

e simili può faticare a fare il carico subito prima per-ché poi l’acqua nello stomaco “balla” fastidiosamente, ma è importante però bere qualche sorso almeno nelle pause.Chi fa maratona e altre gare di endurance a piedi spesso non vuole o non può portarsi borracce, ma deve ricordarsi che più la gara è lunga più liquidi si perdono; in com-mercio ci sono piccole bor-racce da fissare con cinture apposite che, in mancanza di punti di ristoro frequenti, sono indispensabili.

Infine, ricapitoliamo i pun-ti più importanti:1) Abituatevi a bere di più2) Usate prodotti pensati per lo sport e diluiteli seguendo le istruzioni sulla scatola3) Se cambiate prodotto, fate qualche prova in allenamento per capire se va bene per voi4) Non tutti gli integratori sono uguali e ogni sport ha caratteristiche diverse: spie-gate cosa fate e quanto vi al-lenate e fatevi consigliare un prodotto su misura per voi5) Non mettere troppi pro-dotti nella borraccia e non fare strani cocktail: meglio bere solo acqua e sali minerali usando altri integratori (gel, shot) a parteRicordate infine che lo spor-tivo intelligente si allena per star bene e sa quali sono i suoi limiti.Se siete atleti “della dome-nica” non provate a fare gli eroi, ma pensate solo a di-vertirvi.

Sei uno sportivo? Bevi come un campione.

6F A R M A C I A F I D U C I A

I disturbi possono insorgere già dopo i 40-50 anni: lo specialista urologo valuterà se e quando sia necessario iniziare con le cure farmacologiche. Intervista al Prof. Alberto Roggia su questo argomento di grande attualità ed interesse.

Ingrossamento benigno della prostata: quando va curato e come.

Prof Alberto RoggiaPrimario Emerito di Urologiawww.profroggia.it

Ci può dire anzitutto, Prof. Roggia, dove è situata la prostata e a cosa serve ?La prostata è una ghiandola che si trova immediatamente sotto la vescica e che circon-da il canale dell'ure-tra, anzi, per preci-sione, il primo tratto di tale canale passa attraverso la pro-stata stessa come in un tunnel, tanto che si chiama appunto uretra prostatica. La prostata ha impor-tantissime funzioni, sia in ambito della formazione del li-quido spermatico e della sua eiaculazio-ne durante l'attività sessuale, sia nello svuotamento della vescica verso l'e-sterno durante l'atto minzionale. Da ciò è facile immaginare come un ingrossamento del-la prostata possa comportare un restringimento di tale ca-nale uretrale con ovvi distur-bi nella emissione delle urine.

Quando la prostata au-menta di volume e quando comporta disturbi al pa-ziente? Anzitutto ogni processo in-fiammatorio, soprattutto se

acuto e che colpisce spesso anche pazienti in età giova-nile di 20-30 anni, comporta una congestione e quindi un aumento del volume, sia pu-re transitorio, della ghiandola

prostatica e pertanto una va-riazione della minzione, che si manifesta come aumento importante della frequenza della minzione, magari ogni 30-60 minuti o anche più frequentemente: le minzio-ni possono essere urgenti-impellenti, spesse volte sono pure dolorose, con sensazio-ne di sgradevole bruciore, ta-lora anche con sangue visibile

e febbre. Tale ingrossamento prostatico è però totalmente reversibile non appena l'in-fiammazione scompare, do-po adeguate cure farmaco-logiche.

Invece, dopo i 40-50 anni, la prostata tende sempre ad in-grossarsi, sia pure senza alcu-na infiammazione, e ciò può determinare già in molti casi la comparsa di precoci distur-bi della minzione per l'ostru-zione del canale uretrale.

Perchè in alcuni casi il paziente ha disturbi alla emissione di urina mentre

altre volte ciò non si mani-festa? E' in relazione al vo-lume dell'ingrossamento o ad altri fattori?Si possono avere situazioni di prostate molto ingrossa-

te, del peso anche di 70-130 grammi, che consentono alla vescica di svuotar-si completamente e con discreta facilità, non comportando particolari distur-bi al paziente che non ha la necessità di mingere durante la notte, mentre du-rante il giorno c'è un intervallo tra una minzione e la suc-cessiva di ben 3-5 ore, e pertanto una situazione normale.Altre volte, invece, prostate anche re-lativamente picco-le per l'età del pa-

ziente, esempio di soli 15-20 grammi, determinano elevata frequenza minzionale duran-te la notte per cui il paziente deve alzarsi ben 2-3 volte, ma anche 4-5 volte, con evidente danno alla qualità del sonno che non è più ristoratore. Anche di giorno la frequenza delle minzioni è decisamen-te elevata. Tutto si spiega ricordando che il primo trat-

7 F A R M A C I A F I D U C I A

to del canale di emissione dell'urina, che viene emes-sa dalla vescica, è costituito appunto dalla prostata che circonda tale canale, per cui se una prostata cresce, sia pure in modo elevato, e quin-di anche di 70-130 grammi, ma l'aumento di volume è verso la parte esterna della prostata stessa, ecco che ciò non determina l'ostruzione o restringimento del canale dell'urina e quindi non insor-gono disturbi della minzio-ne. All'opposto una prostata, anche piccola, e quindi di 15-20 grammi, la cui crescita avvenga però essenzialmen-te verso la parte inter-na verrà a determinare molto precocemente il restringimento del cana-le uretrale prostatico: da ciò l'insorgenza di au-mento notevole e pro-gressivo della frequenza delle minzioni che av-vengono con getto de-cisamente debole, talora anche con urgenza tale che disturba la qualità di vita del paziente. E' altrettanto evidente che il più delle volte l'ingrossamen-to progressivo di volume e peso della prostata avvenga sia verso l'esterno sia pure e contemporaneamente an-che verso l'interno del canale uretrale, per cui i disturbi alla minzione saranno inevitabili. Pertanto, in linea di massima le dimensioni e il peso del-la prostata, che si misurano correttamente con l'ecografia transrettale, non sono corre-lati con l'entità dei disturbi accusati dal paziente.

Quindi prostata grossa non vuol dire che richie-derà necessariamente cure farmacologiche o addirit-tura l'intervento chirurgi-co, come si sente spes-so dire da uomini molto

allarmati e preoccupati? Occorrono sempre le cure con medicine?Lo specialista urologo deve prendere in considerazione vari elementi per decidere se sono consigliabili cure con farmaci. Anzitutto la valuta-zione, consigliata ogni 12 me-si in tutti i soggetti dopo i 50 anni di età, del PSA totale/libero/ratio e quanto viene rilevato dalla indispensabile esplorazione rettale: ciò an-zitutto anche per escludere la sempre possibile presenza di tumore prostatico che ge-neralmente, e di per sé, non comporta alcun disturbo per

il paziente, ma che può essere presente anche in soggetti con ipertrofia prostatica be-nigna. Quindi lo specialista potrà consigliare un'ecografia di reni e vescica con partico-lare attenzione alla valutazio-ne delle pareti vescicali (se ispessite o irregolari o con diverticoli) e del residuo di urina in vescica misurato im-mediatamente dopo la min-zione, che andrà correlato con la flussimetria. E' eviden-te che in caso di sospetta pre-senza di tumore la biopsia sa-rà tassativamente necessaria prima di valutare la cura della ipertrofia prostatica benigna. In linea di massima, anche se non si può generalizza-re perchè ogni caso clinico necessita di attenzione parti-colare, si prendono in consi-

derazione le cure con farmaci quando sussistono i seguenti dati: getto minzionale debo-le, eccessiva frequenza delle minzioni di notte e giorno, associata magari ad urgenza, residuo di urina dopo la min-zione, flussimetria particolar-mente ridotta, vescica con pareti nettamente ispessite/irregolari o addirittura con diverticoli. Se non ci sono tali elementi, non occorre alcuna cura farmacologica, ma sono sempre consigliabili controlli specialistici urologici ogni an-no. In un prossimo articolo indicherò quando invece si rende necessario l'intervento

chirurgico e quali tec-niche operatorie sono oggi utilizzate.

Quali medicine si uti-lizzano per curare una prostata ingrossata?Si utilizzano general-mente due categorie di farmaci: alcuni farmaci, detti alfa-litici (esempio silidosina, tamsulosina, alfuzosina, ecc...) servo-no per ridurre le “resi-

stenze” nel canale uretrale e nel collo delle vescica per cui la vescica si svuota più facil-mente ed il paziente se ne accorge immediatamente in quanto il getto della minzio-ne è più forte e valido, men-tre il numero delle minzioni notturne diminuisce sensi-bilmente. A ciò si possono associare, mentre altre volte vengono prescritti anche iso-latamente, farmaci (esempio finasteride, dutasteride) che consentono una riduzione del 20% del volume globale della prostata e ne rallen-tano la crescita progressiva, ma che possono comportare facilmente un deficit dell'ere-zione: ciò ne limita notevol-mente l'utilizzo nei pazienti che hanno una valida attività sessuale.

Ingrossamento benigno della prostata: quando va curato e come.

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Tra informazione e disinformazione.

parlano la nostra lingua e che provengono da paesi dove il problema è semplicemente la sopravvivenza e dove non ci si fanno troppe preoccu-pazioni su effetti collaterali e conseguenza dell’uso e dell’a-buso dei farmaci.Queste persone sono grandi consumatori di farmaci, an-che perché, spesso, soffrono di più di una malattia che non è stata sino ad oggi curata con efficacia.Per costoro è necessaria ve-ramente un'informazione di base molto accurata che è quasi sempre resa difficoltosa dal confronto con lingue e culture molto lontane dalla nostra.Anche in questo ennesimo caso la farmacia dimostra la propria vicinanza alla gente cercando di comunicare nel migliore dei modi possibile, dotandosi, in molti casi, an-che di strumenti informatici che permettono di stampare le più corrette informazioni sulla modalità di assunzione dei farmaci, in quasi trenta lingue, dal cinese all’arabo, per evitare che i farmaci ven-gano assunti in modo ecces-sivo o, al contrario, troppo ridotto così da provocare danni collaterali o inadegua-tezza delle terapie.Questo problema della cor-retta adesione alle terapie, è uno dei problemi che le farmacie affronteranno nei prossimi anni, sia nei con-fronti dei cittadini provenien-ti da civiltà e nazioni molto diverse dalle nostre, che nei confronti dei malati cronici che sono costretti ad assu-mere molti farmaci e che devono farlo nel modo più corretto e costante possibile, per evitare danni gravi o inef-ficacia delle terapie.

On. Dr. Luigi ZocchiPresidente Federfarma,

Varese

8F A R M A C I A F I D U C I A

Ipocondria: la paura di ammalarsi e i sintomi organici.

L’ipocondria, chiama-ta oggi col nome di Disturbo da Ansia

di Malattia, è conosciuta co-me una forte paura di am-malarsi o una convinzione di avere gravi malattie. Non è in realtà un disturbo medico ma psicologico: si tratta del fat-to di dare un’interpretazione sbagliata e catastrofica a dei sintomi fisici. Questi sintomi di solito sono di poca im-portanza, non abbastanza da giustificare l’eccessiva preoc-cupazione.Il disturbo è presente tra la popolazione con una percen-tuale che varia dall’1,3% al 10%. Colpisce sia maschi che femmine e si sviluppa solita-mente tra i 20 e i 30 anni.Quando si accorge di alcuni segnali corporei che in realtà sono innocui, l’ipocondriaco pensa subito a una malattia fisica e non tiene conto della situazione in cui si sono gene-rati (ad esempio, il battito del cuore accelerato prima di un esame scolastico non viene visto come ansia per l’immi-nente prova, ma viene attri-buito all’arrivo di un infarto). Una delle caratteristiche pri-marie di tale disturbo è quindi un'estrema focalizzazione sul corpo tale da far perdere di vista le situazioni che hanno creato la reazione corporea (ad esempio fatica nella respi-

razione, ecc.). Le normali funzioni corporee (come il battito cardiaco o la sudorazione), le alterazioni fisiche di lieve entità (come un raffreddore o una piccola

ferita) e le sensazioni fisiche ambigue (come il cuore af-faticato o le vene doloranti) diventano oggetto di fortissi-ma preoccupazione, che può variare di intensità, passando dal semplice timore alla pro-fonda angoscia.Gli aspetti colpiti dal disturbo d’ansia di malattia sono quat-tro: quello cognitivo (riguarda la preoccupazione continua

per la malattia e l’interpre-tazione sbagliata dei segnali corporei), quello affettivo (ca-ratterizzato da ansia e paura di essere in pericolo di salute), quello attentivo (cioè l’accen-

tuata concentrazione sul cor-po) e quello comportamenta-le (relativo a comportamenti di controllo ripetitivi, come quello di fare continuamen-te esami medici uno dietro l’altro).Il disturbo è presente tra la popolazione con una percen-tuale che varia dall’1,3% al 10%. Colpisce sia maschi che femmine e si sviluppa solita-

mente tra i 20 e i 30 anni.

Le strategie messe in atto per cercare di eliminare la preoccupazione.La prima azione messa in atto dall’ipocondriaco come rispo-sta alla preoccupazione per la malattia, è quella di contatta-re diversi specialisti per poter fare ripetuti controlli e visite mediche. In seguito agli esiti negativi, però, c’è una tendenza a pen-sare che l’esame sia stato svol-to male piuttosto che credere che non c’è nessuna patologia medica in corso. Questo porta a un susseguirsi infinito di altri accertamenti che però, a loro volta, non conducono alla ri-soluzione del problema.Successivamente ci si rivolge a famigliari e amici per cerca-re continue rassicurazioni sul fatto di non essere in pericolo di vita, che però portano ad un sollievo solo temporaneo.Un’altra strategia utilizzata è quella di ricercare informa-zioni sulla malattia sospetta attraverso l’uso di internet, manuali o riviste specializzate. Questo però porta ad aumen-tare la convinzione di avere la malattia e l’ansia che accom-pagna tale pensiero. Inoltre c’è un alto rischio di trovare informazioni sbagliate che vanno ad aggiungere ulterio-ri preoccupazioni e paure a

Una delle caratteristiche primarie di tale disturbo è una estrema focalizzazione sul corpo tale da far perdere di vista le situazioni che hanno creato la reazione corporea.

Dott.ssa Paola LacchiniPsicologaSpecializzanda in Psicoterapia Cognitiva NeuropsicologicaEsperta in Psicologia dell'[email protected]

9 F A R M A C I A F I D U C I A

Psicologo in Farmacia nella provincia di Varese il servizio festeggia il settimo anno. Grazie ai partner Federfarma Varese, ATS-Insubria, SLOP-Scuola Lombarda di Psicoterapia e alle farmacie che parte-cipano all’iniziativa, Psicologo in Farmacia nella Provincia di Varese festeggia il settimo anno di attività.Nelle farmacie aderenti, in un ambiente riservato, è possibile usufruire di alcuni colloqui gratuiti con una psicologa-psico-terapeuta. Il servizio è aperto a tutti i cittadini maggiorenni, per qualsiasi problematica che provochi sofferenza psicolo-gica o semplicemente per ricevere un parere specialistico su temi di interesse personale.Per appuntamenti, è sufficiente contattare una delle farmacie aderenti.Per informazioni generali sull’iniziativa, è possibile contat-tare la coordinatrice del progetto, Dr.ssa Silvia Zocchi al 339.1010065 o all’indirizzo [email protected]

quelle già esistenti.

L’impatto sociale.Un disturbo come quello dell’ipocondria ha inevitabil-mente delle ripercussioni sulle relazioni sociali. All’interno della famiglia la condizione di timore di malattia porta a maggiori attenzioni verso la persona che soffre di ansia di malat-tia rispetto agli altri membri del nucleo famigliare; questo aspetto può generare in loro tensioni e gelosie. Spesso, poi, si inizia ad avere il dubbio che le lamentele dell’ipocondriaco siano false, volontarie e con lo scopo egoistico di sentirsi al centro dell’attenzione.Il non comprendere la natu-ra psicologica piuttosto che medica del disturbo porta fa-migliari e amici a rabbia ed allontanamento.Questo disturbo può inoltre portare a isolamento sociale, causato dall’evitamento delle uscite ricreative nel tempo li-bero per paura di stare male o perché si è concentrati più sulla propria fisicità piuttosto che sulla piacevolezza dello stare in compagnia.Anche in ambito lavorativo ci possono essere conseguenze negative dovute per esempio al frequente assenteismo.Un altro aspetto problematico è quello economico, infatti le numerose visite mediche di cui il paziente ritiene di aver bisogno sono alla lunga costose e incidono significati-vamente sulle spese familiari.

Cosa è efficace e cosa no?I soggetti che soffrono di ipo-condria da diverso tempo so-no ormai consapevoli di non avere reali disturbi fisici, dato che nessun controllo medico porta a esiti positivi; inoltre si accorgono del continuo cambiare del tipo di dolore fisico o di malattia temuta (ad esempio dall’infarto, al cancro, ecc.). Nonostante ciò non rie-scono ad eliminare il pensiero e il timore di aver preso una malattia grave o di stare per morire. Perciò non sarà utile cercare di aiutare il pazien-te attraverso il ragionamento (dicendo ad esempio che non è possibile avere una malattia diversa ogni giorno) o sot-toponendogli prove concrete come i referti medici negativi. In seguito alla prima fase di accertamenti medici risultati negativi è opportuno, al per-sistere del malessere emotivo, rivolgersi ad uno psicologo che, attraverso un percorso terapeutico, aiuti il paziente a capire in quali situazioni si ve-rifica il sintomo, in modo tale da imparare a riconoscerlo per quello che è, senza dargli altri significati. Sotto la guida di ta-le professionista, inoltre, può essere d’aiuto fare esercizi che aiutino ad imparare a ricono-scere e comprendere le pro-prie attivazioni corporee in relazione alla situazione che le genera (ad esempio attraverso l’attività fisica, che porta ad un’attivazione del corpo sana e positiva).

Informazioni

· Per ricevere una consulenza specialistica sui temi trattati in questo articolo o su altre problematiche inerenti il benessere psicologico potete rivolgervi al servizio gratuito “Psicologo in farmacia”.

· Per ulteriori informazioni sull’iniziativa e sulle farmacie aderenti, potete contattare la dottoressa Silvia Zocchi al numero 339.1010065 o scriverle all’indirizzo [email protected]

Farmacie aderenti al progetto: • Farmacia Pomi di Dr. Collivasone A. & C. Snc Piazza IV Novembre, 5 Albizzate

• Farmacia Dott. R. Binda Via Cavour, 2 Brebbia

• AGESP Spa Viale Boccaccio, 83 Busto Arsizio

• AGESP Spa Viale Rimembranze, 27 Busto Arsizio

• Farmacia Dott. A.M.F. Pallone Via G. da Cardano, 16

Cardano al Campo

• Farmacia di Caronno Dott.ssa Marta Peretti Via Volta, 1 Caronno V.

• Castiglione Olona Servizi Srl Via C. Battisti, 3 Castiglione Olona

• Farmacia Dott.ssa Antoniotti Silvia Via Don C. Luvini, 2 Cittiglio

• Farmacia Dott. Puricelli Fausto Via Statale, 233 con accesso da Via Carpio Cugliate Fabiasco

• Farmacia Dott. M.P. Cantù Via V. Veneto, 12/a Cuvio

• Farmacia Dott. Paolo Introini & C. Sas Via Magenta, 27 Gallarate

• A.S.Far.M. Via Jamoretti, 51 Induno Olona

• Farmacia Dott. Luigi Zocchi & C. Sas Via Malcotti, 22 Lavena Ponte Tresa

• Farmacia Nuova della Dr.ssa Elsa Nerozzi e C. Sas Via Piave, 55 Lonate Ceppino

• Farmacia Magnoni Dott.ssa Laura Via Conconi, 12 Malnate

• Farmacia Dott.ssa Mosca Erica Via Vittorio Veneto, 35 Samarate

• Farmacia San Macario Dott. Lonetti Francesco Via Ferrini 42 - S. Macario Samarate

• Saronno Servizi Spa Via Valletta, 2 Saronno

• Farmacia Pomi di Dr. Collivasone A.&C. Snc Via Saffi, 162 Varese

• Farmacia Gagliardelli del Dr. Roberto Sartori e C. Snc Viale Milano, 17/19 Varese

• Farmacia di Cimbro di Dr. M.G. Pallone Via Stazione, 21 Vergiate

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no un episodio di infiamma-zione della vescica urinaria. Ciò dipende sia dalla confor-mazione anatomica femmini-le, sia da qualche leggerezza nell’igiene quotidiana e nello stile di vita. <<Ho la cistite, devo correre e ogni volta... che bruciore!. >>Il fastidio si presenta più fre-quentemente con il passa-re degli anni e anche l’uo-mo può esserne interessato, soprattutto in concomitanza di “problemi di prostata”. In genere, se opportunamen-te contrastati, i fenomeni si superano rapidamente, sen-za adeguate precauzioni però ricaderci è un attimo: anche 5/6 volte l’anno!

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Giovanna MunariOsteopataD.O. Bsc. [email protected]: 346 3765350

Osteopatia: cos’è, come e su cosa agisce.

L’osteopatia è, e vie-ne considerata, una medicina non con-

venzionale, fondata alla fine dell’800 dallo statunitense Andrew Taylor Still che, per sviluppare le diagnosi e il trattamento, si basa sul con-tatto manuale.Questa disciplina pone l’ac-cento sull’integrità strutturale e funzionale del corpo e sulla sua capacità intrinseca di auto guarigione per risolvere pro-blemi che riguardano l’appa-rato muscolo-scheletrico, vi-scerale e cranio-sacrale (colle-gamento tra cranio, colonna vertebrale e osso sacro).L’osteopatia si basa sulle conoscenze mediche tradi-zionali (anatomia, fisiologia ecc..) ma non prevede l’utiliz-zo di farmaci o attrezzi medi-cali. Inoltre, a differenza della medicina tradizionale, il cui scopo è la ricerca e l’elimi-nazione del sintomo, la disci-plina osteopatica concentra i propri sforzi sulla ricerca della causa che sta alla base del sintomo stesso e, una volta individuata, si serve di un trattamento manipolativo volto ad innescare il processo di auto guarigione.L’integrità funzionale e strut-turale sopra citata è assicurata dal movimento, la cui qualità determina di conseguenza un

noto miglioramento di salute. Per questo motivo il tratta-mento è un insieme di tec-niche specifiche che hanno lo scopo di ripristinare una corretta fisiologia del movi-mento stesso.Proprio per questi fattori, l’osteopatia non ha soltanto ruolo di correzione, ma an-che di prevenzione.Generalmente, questa disci-plina viene troppo spesso identificata come quella che “cura il mal di schiena”, pro-babilmente perché i campi in cui ci sono ormai molte evidenze scientifiche sono soprattutto la lombalgia e la cervicalgia, ma in realtà agi-sce su uno spettro più ampio di disturbi. Vediamo quindi una lista, seppur parziale, delle pato-logie su cui interviene:• Lombo-sciatalgia, cervical-gia e dorsalgia• Dolore a spalla, gomito, polso e mano• Disturbi ad anca, ginocchio e cavigliaL’osteopata agisce su questi disturbi servendosi di tecni-che manuali, cerca di restitu-ire mobilità, funzionalità ed equilibrio a livello muscolo-scheletrico-articolare, fascia-le, viscerale e cranio-sacrale, in modo da favorire le capa-cità intrinseche dell’organi-

smo. Considera il sintomo un campanello d’allarme e, con appositi test manuali, cerca la causa primaria d’insorgenza del disturbo.Sono però presenti altri cam-pi in cui la ricerca sta racco-gliendo dati per dimostrare l’efficacia del trattamento osteopatico, nonostante sia stata già data prova del mi-glioramento della qualità di vita dei pazienti affetti da questi disturbi:• Lombo-sciatalgia e altri do-lori collegati alla gravidanza• Cefalea• Disturbi gastrointestinali quali gastriti, sindrome del colon irritabile, costipazione ecc.• Disturbi uro-genitali quali incontinenza urinaria o dolo-ri collegati al ciclo mestruale.Il trattamento osteopatico quindi non è uguale per tutti, per ogni paziente si cerca di studiare un approccio mira-to che possa rispondere nel migliore dei modi alle sue esigenze. Per questo può es-sere rivolto a tutte le fasce di età e si può fare l’esempio di alcuni disturbi presentati in età pediatrica su cui si può intervenire:• Disfunzioni insorte in se-guito al parto• Asimmetrie craniche (pla-giocefalie)

• Coliche infantili, rigurgiti e disturbi della suzioneLe patologie appena citate, sono solo alcune sulle quali un osteopata può intervenire, quest’articolo intende eviden-ziare quella che è la disciplina osteopatica, porre l’accento su alcuni dei disturbi sui quali essa può agire, dando del-le osservazioni generali che, seppur vengano considera-te tali, spesso non risultano scontate. È essenziale capire che questa professione non si limita a curare il cosiddetto “mal di schiena”.Questo però non significa neanche che l’osteopatia dev’essere considerata la pa-nacea che cura tutti i mali, ad esempio non è una disciplina riabilitativa, non interviene sulle urgenze mediche, non cura le fratture, non risol-ve le patologie genetiche e non può guarire le patologie infettive o degenerative. Ci sono alcuni casi in cui agisce migliorando la qualità di vita del paziente migliorando la percezione del sintomo.La giusta conclusione ed os-servazione che si può mettere in luce alla fine di questa de-scrizione è che l’osteopatia è una medicina complementare che può essere d’aiuto alla medicina tradizionale ed alla fisioterapia.

Come citato dal World Osteopathic Health Organization: “L’osteopatia è un sistema affermato e riconosciuto di prevenzione sanitaria che si basa sul contatto manuale per la diagnosi e per il trattamento”.

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Dott. Gianluca [email protected] Sant'EliaBaraggia di Viggiù (Va)Tel. 0332 417747 [email protected]. 340 9391650

La classificazione delle persone in gruppi o categorie deriva dall’esi-genza che l’uomo ha sempre avu-

to di capire i suoi simili nel modo più ve-loce possibile. Poiché è in base all’aspetto fisico che si verifica la conoscenza più immediata, è evidente che fin dall’inizio le classificazioni delle persone sono state compiute facendo riferimento ai dati somatici degli individui. Perfino i medici, da Ippocrate in poi, si sono rivolti alla teoria delle costituzioni per tentare di comprendere meglio i pazienti, cioè per capire perché si ammalassero e perché proprio in un modo e non in un altro. In so-stanza le domande alle quali tenta di dare una risposta lo studio delle costituzioni umane sono: che cosa significa studiare un soggetto da un punto di vista costituzionale; che vantaggio apporta un tale approc-cio al paziente; quali sono i limiti della dottrina costituzionale.Per poter rispondere a tali quesiti va subi-to sottolineato che costituzione significa predisposizione; cioè a seconda della sua costituzione un individuo sarà predispo-sto a rispondere in un suo modo agli stimoli esterni. Di fronte ad un agente perturbatore che crea la malattia, l’orga-nismo reagisce con tutta una serie di di-sturbi e di sintomi classici della malattia, i quali si ritrovano grosso modo in tutti i soggetti che presentano tale malattia; ma accanto a queste reazioni ve ne sono altre particolari, caratteristiche ed individuali che non dipendono dall’elemento pertur-batore ma rappresentano la capacità e la maniera di reagire del singolo individuo,

in relazione al proprio terreno costitu-zionale. Sono questi sintomi particolari che il medico deve ricercare sia a livello organico, sia a livello funzionale, sia a livello psichico. Il concetto di costituzio-ne infatti non si limita a comprendere la fisiopatologia, ma si allarga all’anato-mia, alla fisiologia, al neuroendocrinismo ed allo psichismo nelle loro espressioni pure, semplici ed “individuali”. Queste note individuali non avrebbero gran-de importanza e non susciterebbero alcun apprezzamento se non contri-buissero in maniera determinante alla conoscenza delle predisposizioni alle malattie prima della loro insorgenza, in un momento quindi in cui domina ancora lo stato fisiologico della salute. Tale latenza morbosa è strettamente individuale e quando si manifesterà andrà a determinare, con le proprie reazioni personali, la variabilità pa-

tologica della malattia. Questo modo di operare rappresenta uno dei cardini fondamentali di chi vuole curare secondo una metodologia di tipo olistico: l’indivi-dualizzazione della terapia farmacologica. In pratica, con una corretta visita medi-ca, si devono individuare le tre variabili fondamentali nel determinismo di una malattia: 1) noxa patogena (tipo, intensità e frequenza dello stimolo patogeno), 2) reattività individuale (attraverso lo studio costituzionale), 3) fattori ambientali.E’ evidente per un medico l’importanza di poter realizzare questo tipo di studio che offre la possibilità di prevedere le patologie e quindi di prevenirle.Detto questo va però sottolineato che sarebbe impossibile pensare di poter pre-

Oligoterapia catalitica. Significato, importanza e limiti dello studio diatesico-costituzionale.

Dobbiamo immaginare il paziente come un puzzle, in cui i tasselli sono costituiti da vari elementi, costituzionali, tipologici, distesici, caratterologici...

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scrivere un rimedio solo in base all’inquadramento costi-tuzionale. Dobbiamo imma-ginare il paziente come un puzzle, in cui i tasselli sono costituiti da vari elementi, co-stituzionali, tipologici, distesi-ci, caratterologici e via dicen-do. La costituzione è appunto uno di questi tasselli che ci consen-tono di inquadrare il nostro paziente. La prescrizione automati-ca del rimedio cosid-detto “costituzionale” ci condurrebbe ad un fallimento nel 90% dei casi. Lo studio delle costituzioni umane ha codificato nel tempo schemi e regole che hanno enorme valenza didattica, ma che non devono essere con-siderati rigidi e chiusi, bensì dinamici e relativi, com’è la natura stessa dell’uomo. Tutte le caratteristiche dei biotipi descritte rappresentano qua-dri schematici che ci devono

fornire un orientamento in-terpretativo del terreno, senza la pretesa di voler includere a forza un soggetto all’interno di schemi prefissati. L’osser-vazione attenta della realtà dimostra infatti che è difficile trovare un individuo in grado

di rappresentare al cento per cento il biotipo carbonico o quello sanguigno, più spesso invece si osservano pazienti in cui si evidenziano caratteri-stiche tipiche di due o più co-stituzioni (biotipi misti). Tutto ciò comporta ovviamente una estrema vastità fenotipica e,

ovviamente, genotipica ren-dendo più complicato classi-ficare costituzionalmente un soggetto ma, nello stesso tem-po, facilitando la comprensio-ne del relativismo presente in ogni manifestazione umana, compresa la scienza stessa.

Non va dimenticato, infatti, che la teoria ali-menta lo spirito delle cose mentre la pratica ne analizza i dettagli, apportando le dovute modifiche.A cosa serve, dun-que, l’inquadramen-to costituzionale? A chiarire determinati meccanismi patogene-tici, a stabilire determi-

nate predisposizioni morbose, ad evidenziare evoluzioni e tendenze, a definire e consi-gliare un sistema di vita e di alimentazione confacente, ed infine anche a restringere la rosa dei rimedi da sommini-strare al paziente. Ma mai in maniera automatica.

Oligoterapia catalitica. Significato, importanza e limiti dello studio diatesico-costituzionale.

Le pomate BiochimicheLe diverse possibilità di uso esterno dei Sali minerali dipen-dono dall'importante ruolo dell'epidermide. Essa rappresen-ta una barriera protettiva fonda-mentale per il nostro organismo.L’applicazione di pomate a base di Sali tissutali rappresenta sicu-ramente un valido supporto sia in caso di terapia acuta che cro-nica. Di seguito il secondo elenco di tali pomate con le loro princi-pali indicazioni.• Magnesium phosphoricum pomata Indicato per prurito (soprattutto negli anziani), psoriasi (come tera-pia complementare), nevrite con dolori penetranti o pungenti (con localizzazione mutevole). • Natrium chloratum (muriati-cum) pomata Indicato per Herpes zoster, vesci-cole sulle labbra, eczemi essudati-vi, acne, comedoni, micosi cutanee con squame bianche, ragadi anali, conseguenze di punture d’insetti,

arrossamenti nei bambini picco-li, paterecci e ghiandole gonfie e dure. • Natrium phosphoricum po-mata Indicato per foruncolosi durante la fase purulenta, infiammazione delle ghiandole del collo, pusto-le, crosta lattea, erisipela, eritemi cutanei con vescicole, pustole con secreto color giallo-miele, mastite in fase iniziale. • Natrium sulfuricum pomata. Indicate per micosi cutanee, erite-mi cutanei purulenti con secreto giallo acquoso, assideramento nel-la fase iniziale e con suppurazione, eritemi cutanei periodici primave-rili, callosità, erisipela con gonfiore bianco e nevriti. • Silicea pomata. Indicato per eczemi umidi alle mani ed ai piedi, ferite di difficile guarigione, foruncoli, duroni in-fiammati ai piedi, collosità, pate-recci ed onicosi.

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aIpofiso-pancreatica esocrina. (Nichel-co-

balto)Questa forma di disadatta-mento presenta una sinto-matologia e delle predisposi-zioni morbose, chiaramente, riferibili a turbe del pancreas esocrino: difficoltà di dige-stione dei grassi; steatorrea; fermentazione intestinale e meteorismo; esofagia; son-nolenza post-prandiale; feci grasse; alcuni casi di stipsi.

bIpotalamo-ipofiso-pancreatico endocrino

(zinco-nichel-cobalto)Questa forma di disadatta-mento, che si riscontra con una certa frequenza, è ca-ratterizzata da una sintoma-tologia legata ad una cattiva

regolazione della glicemia: non corretto funzionamento ipofiso-pancreatico; stati di prediabete e turbe del me-tabolismo glucidico (iper-e ipo-); astenia preprandiale con tremori ed ansia; diabete; astenia ciclica. atteggiamento ciclotimico; fame improvvisa, e crisi lipotimiche; obesità en-docrina per eccesso di produ-zione di insulina; difficoltà di concentrazione, sensazione di vacuità cerebrale; sonnolen-za e/o astenia postprandiale; pancreatiti; melanosi psoriasi.I pazienti riconducibili a que-sto gruppo si possono rico-noscere da questi fattori:ComportamentoFisico:• stanchezza improvvisa ci-

clica, più spesso lontano dai pasti, frequentemente con at-tacchi di fame• sonno irregolareIntellettuale:• deficit temporaneo di facoltà intellettive e dell’intelligenzaPsicologico • il temperamento presenta ciclotimie alternanti (calma/nervosismo, ottimismo/pes-simismo)Predisposizione• predisposizione a ipoglice-mie passeggere, sonnolenza post-prandiale, stati predia-betici, disfunzioni endocrine ipofiso-pancreaicheEvoluzione• questa sindrome da disadat-tamento può trovarsi associa-ta ad altre diatesi.

Sindrome da disadattamento.(Ottava e ultima parte).

Sono dispositivi Medici . Gli sciroppi Kuratuss natural sono dispositivi medici 0373. Leggere attentamente le avvertenze o le istruzioni per l’uso. Autorizzazione del 15/07/2015.

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Kuratuss natural, sciroppo adulti e bambini, idrata, lubrifi ca e pro-tegge le mucose delle prime vie ae-ree, alleviandone gli stati irritativi.L’effetto emolliente calma la tosse di ogni tipo, fl uidifi cando il muco e facilitandone l’espulsione.

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La Clinica Le Terrazze, attenta alle problemati-che infantili, ha attivato

il servizio di Diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Ap-prendimento (DSA). E’ im-portante, ai fini di una diagno-si e quindi per arrivare ad una cura, la collaborazione delle famiglie e degli insegnanti che già dall’ultimo anno di scuola materna possono cogliere nei bambini alcuni segnali rivela-tori: difficoltà nelle competen-ze linguistiche, impaccio ma-nuale, carenza nelle attività di coordinazione visiva e moto-ria. La tempestività e la corret-tezza della diagnosi sono fon-damentali per la riabilitazione dei bambini affetti da DSA. Al contrario una mancata dia-gnosi o una diagnosi tardiva possono generare una serie di eventi negativi a cascata co-me etichettature penalizzanti, sentimenti di inadeguatezza, frustrazione, disagi emotivi, demotivazione scolastica, ri-percussioni sul versante emo-tivo-comportamentale.Cosa sono i DSAI disturbi specifici dell’appren-dimento possono riguardare tre sfere: la lettura, la scrit-tura e il calcolo. La Dislessia è una disabilità specifica dell’apprendimento caratterizzata dalla difficoltà di attuare una lettura corretta e/o fluente. Si parla invece di Disortografia quando l’al-lievo presenta una difficoltà

nell’applicare le regole di con-versione fonema-grafema, nel riconoscimento e nella ripro-duzione corretta della sequen-za fonetica che costituisce la parola, nell’individuazione delle ambiguità e irregolari-tà ortografiche. Al contrario la Disgrafia è un DSA che riguarda la componente ese-cutiva della scrittura che, se il disturbo è presente, risulta spesso illeggibile. Il bambino disgrafico può inoltre presen-tare una cattiva impugnatura della penna o matita e una ridotta capacità di utilizzare lo spazio grafico nel foglio. Infine la Discalculia riguarda la difficoltà a comprendere e operare con i numeri e la difficoltà di automatizzare al-cuni compiti numerici e di cal-colo. Il bambino discalculico può presentare difficoltà nella cognizione numerica e nelle procedure esecutive (lettura, scrittura, messa in colonna dei numeri) e di calcolo (ad esempio recuperare i risultati delle tabelline).L'équipe è composta da:• Dr.ssa Maria Cristina Catta-

neo - neuropsichiatra infan-tile

• Dott. Christian Caldiroli - lo-gopedista

• Dott.ssa Paola Di Placido - logopedista

• Dott.ssa Paola Santa - psico-loga

Per ulteriori informazioni: 0332.992249.

INFO

RMA

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RIA

A cura della Casa di Cura Privata Le Terrazze

Servizio di diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

Casa di Cura Privata le Terrazze S.r.l.Direzione Sanitaria

Dott.ssa Angela SuperchiCunardo, Varese · Via Ugo Foscolo 6/b

Tel. +39 0332 992111 · Fax +39 0332 990074 Ufficio prenotazioni con SSR +39 0332 992500

Privati +39 0332 992249Ufficio ricoveri +39 0332 992501

[email protected] · www.clinicaleterrazze.com Casa di Cura Privata Le Terrazze

La cura e la salute del paziente: la nostra missione.

▶ Servizi di degenza con 185 posti letto di riabilitazione specialistica neuromotoria, cardiologica, respiratoria

• Servizio di prenotazione on-line • Ampio parcheggio interno

Accreditata con il Servizio Sanitario Regionale

Assicurazioni / Enti convenzionati: FASI, FASI OPEN, FASCHIM, FASDAC, BLUE ASSISTANCE, SISTEMI SANITARI, GRUPPO GENERALI, PREVIMEDICAL, JOINT RESEARCH CENTRE-JRC, AIACE, MEDIC4ALL, BBWAY, FONDO SALUTE

▶ Specialità ambulatoriali■ Cardiologia■ Diagnostica vascolare■ Diagnostica per immagini: Ecografia • Radiologia • Risonanza magne-

tica • TAC • Tomografia computerizzata Cone Beam 3d • Ortopantomografia • Stu-dio radiologico della deglutizione

■ Laboratorio analisi ■ Medicina fisica e riabilitativa

■ Moc-dexa■ Neurologia■ Oculistica■ Ortopedia■ Otorinolaringoiatria■ Pneumologia■ Urologia

▶ Specialità ambulatoriali erogate solo in regime privato■ Agopuntura■ Allergologia■ Dermatologia■ Dermatologia estetica■ Gastroenterologia■ Neuropsichiatria infantile■ Endocrinologia■ Ginecologia e ostetricia■ Ossigeno-ozonoterapia: Infiltrazione di miscela ossigeno-ozono

intra-articolare, paravertebrale

■ Medicina fisica e riabilitativa: Trattamenti con metodiche specifiche (a

richiesta) • Riabilitazione del pavimento pelvico • Ionoforesi • Elettroterapia analge-sica (tens diadinamica) • Massoterapia di-strettuale • Magnetoterapia • Radar • Tecar terapia • Linfodrenaggio • Infiltrazioni di articolazioni e/o tessuti molli mediante col-lagene • Laser ad Alta Intensità.

■ Valutazioni cognitive funzionali■ Arte terapia

"La Clinica Le Terrazze, con la sua équipe multi professionale, in seguito al provvedimento n. 454 del 28/08/2017 - Approvazione elenco dei soggetti auto-rizzati alla prima certificazione dei Disturbi specifici dell'apprendimento (Dislessia, Disortografia e Discalculia) ai fini scolastici, ai sensi della legge 170/2010, è stata valutata dall'ATS Insubria, idonea alla diagnosi funzionale e alla certificazione dei disturbi specifici dell'apprendimento ai fini scolastici."

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Bambini, a tavola! L’importanza di uno stile di vita sano tra i banchi di scuola.

Dott.ssa Rachele AspesiFarmacista specialista in [email protected]

Curare l'alimentazione e l’attività fisica nei bambini è fondamentale per evitare che sovrappeso e patologie correlate prendano il sopravvento in età adulta.

In questi mesi, i nostri bambini tornano a scuo-la, riprendono le abitudi-

ni dell’anno scolastico, han-no bisogno di energie per concentrarsi sui banchi e per fare l’attività fisica necessa-ria al loro benessere: non si può parlare di un bambino in salute, se non è attivo tutti i giorni e impegnato con una sana attività sportiva diver-tente e fisicamente adatta alle proprie esigenze. Per un bambino in età sco-lare, avere uno stile di vita sano non significa solo sod-disfare la necessità alimentare biologica, ma è soprattutto vivere momenti ricchi di va-lenze affettive, psicologiche e relazionali: una corretta alimentazione e un'adeguata attività fisica sono, dunque, presupposto essenziale per una crescita armonica e ot-timale, tenendo conto delle diverse fasi di vita, caratteriz-zate ognuna da esigenze nu-trizionali, fisiologiche e com-portamentali in evoluzione.

Varietà in tavola Cambiare forma, colori, pro-fumi e abbinamenti nei piatti dei bambini è l’ingrediente fondamentale per far apprez-zare appieno i prodotti sta-gionali che la terra può offrire e per permettere un assorbi-mento ottimale di tutti i nu-trienti necessari per la salute

durante l’anno scolastico. La quota proteica deve de-rivare principalmente da ali-menti con proteine di alto va-lore biologico: carne bianca e rossa (senza esagerare, max 2 volte a settimana, cercando di evitare derivati grassi e ricchi di conservanti come affettati e salumi), pesce, uova, latte e

derivati magri, ricchi di tutti gli amminoacidi essenziali in rapporto equilibrato tra loro. E’ possibile associare le pro-teine dei cereali integrali o semi-integrali con i legumi per ottenere una miscela protei-ca completa ed equilibrata di valore paragonabile a quello fornito dalle proteine animali

(pasta e fagioli, riso e piselli, farro e lenticchie etc.). Per quanto riguarda i grassi, bisogna porre particolare at-tenzione alla loro qualità, per-ché è importante assicurare un adeguato apporto di acidi grassi essenziali necessari per lo sviluppo del sistema nervo-so, dell’apparato visivo e per

la prevenzione delle malattie cardiovascolari in età adulta: via libera a olio extravergine di oliva come condimento a crudo (circa 2 cucchiai al dì) e a pesce almeno 2-3 volte a settimana. Attenzione a carne rossa, affettati e cibi pronti che nascondono grassi cattivi che saziano, ma non nutrono.

Gli zuccheri, infine, devo-no essere rappresentati pre-valentemente da carboidrati complessi che ritroviamo nei cereali integrali (pasta, riso, orzo, farro, pane) e da una minore quota di carboidrati semplici (saccarosio, frutto-sio, lattosio) che non deve superare il 10%. Proviamo a far assaggiare ai nostri ragazzi anche cereali alternativi, per proporre ricette nuove, ricche di gusto, a garanzia di una variabilità nutrizionale sempre in evoluzione: quinoa, grano saraceno, miglio, avena. Inoltre, l’assunzione di una adeguata quantità di fibra è importante per la prevenzio-ne di diversi disturbi tipici del bambino (gonfiore, coliti, stipsi, intolleranze alimentari) e la sua quantità ottimale può essere raggiunta inserendo quotidianamente nella dieta alimenti di origine vegetale, come cereali integrali, legu-mi, verdura e frutta fresche e di stagione. Solo fornendo al bambino un’alimentazione varia, associando alimenti di origine vegetale con alimenti di origine animale, è possibile assicurare la copertura dei fabbisogni, in particolare di vitamine e sali minerali, fondamentali per la sua cre-scita, per la salute del sistema immunitario e per l’energia necessaria alle attività quo-tidiane.

17 F A R M A C I A F I D U C I A

Bambini, a tavola!L’importanza di uno stile di vita sano tra i banchi di scuola.

Come comportarsi a tavola?La colazione è il primo pa-sto completo e nutriente della giornata del bambino, prefe-ribilmente, laddove possibi-le, effettuato con una tavola imbandita a cui siede tutta la famiglia. Si consiglia l’assun-zione di latte vaccino fresco o yogurt senza zuccheri ag-giunti (eventualmente anche alternando con scelte a base di soia o riso o mandorla) abbinati a cereali senza zuc-chero (riso soffiato o fiocchi di avena), fette biscottate inte-grali o pane ricco di fibre con marmellata o miele; evitare il consumo eccessivo di biscotti, cereali dolcificati, brioche e merendine, ricche di zuccheri semplici e grassi cattivi nemici indiscussi del peso-forma e del sistema cardiovascolare.Lo spuntino di metà mat-tina è il momento della gior-nata più adatto per la frutta fresca; sono da evitare meren-dine e snack in quanto ricchi di zuccheri semplici e gras-si, che comprometterebbero l’appetito del pranzo e l’atten-zione a scuola. La merenda pomeridiana può essere più abbondante ed essere compo-sta da frullati a base di frutta fresca e secca oppure yogurt con frutta a pezzi e piccole quantità di miele o cioccolato fondente.Il pranzo deve coprire la maggiore quantità dell’ap-porto calorico giornaliero, privilegiando l’assunzione di carboidrati integrali abbinati a verdure fresche di stagio-ne e una leggera componente proteica: legumi, pesce magro azzurro, carne bianca, uova, formaggi magri. La cena, infine, leggermen-te meno calorica del pranzo, deve privilegiare gli alimenti proteici, come carne, pesce, affettati magri, uova, formag-gi magri abbinati a verdura fresca e a una piccola porzio-

ne di carboidrati complessi (pane integrale o patate).Per quanto riguarda i con-dimenti, utilizzare preferi-bilmente olio extravergine di oliva o, più raramente, una piccola quantità di burro cru-do, mentre sono da evitare burro cotto in elevate quantità e margarina, salse, soffritti, fritture e tutte quelle tecni-che di cottura ricche di grassi. Meno sale, ma più spezie ed erbe aromatiche abitueranno il palato dei bambini ad ap-prezzare al meglio i sapori delle pietanze.

E se mangio a mensa?Le mense scolastiche sono momento di aggregazio-ne e di nuove conoscenze educative per i bambini; tuttavia, non sempre, sono presenti piatti o abbina-menti alimentari completa-mente salutari e apprezzati dai bambini. Ricordatevi di far evitare il bis e di non consumare il pane bianco, specialmente se è presente già un piatto di carboidra-to nel menù. La frutta o lo yogurt alla fine del pasto? Meglio chiedere alla mae-stra di riproporli nel pome-riggio come merenda!Una buona dieta, abbina-ta a una sana e indispensa-bile attività fisica regolare, garantisce all’organismo di un bambino in età scolare una crescita equilibrata e in salute: curare l'alimentazio-ne in questo periodo della vita è, infatti, fondamenta-le per evitare che sovrap-peso e scorrette abitudini alimentari portino con sé problemi alla salute fisica e psicologica del bambino. E’ bello vedere un bambi-no educato, ma se è edu-cato anche a livello alimen-tare, questo lo renderà un adulto sano e felice.

18F A R M A C I A F I D U C I A

La mammografia annuale riduce la mortalità da cancro mammario.Dott. Alfredo Goddi

Specialista in RadiologiaCentro Medico SMEDiagnostica per Immagini

Mammografia di screening e Mammografia clinica.Il metodo più efficace per la diagnosi del cancro mam-mario nelle donne oltre i 40 anni è la mammografia. Essa consente il riconoscimento di distorsioni strutturali e ad-densamenti sospetti, oppure di microcalcificazioni – depo-siti di calcio sub-millimetrici – correlate alla presenza di tumori prevalentemente in fase iniziale. Nei programmi di screening nazionali o terri-toriali è utilizzata, usualmente con cadenza biennale, come metodica diagnostica isolata in donne asintomatiche e sen-za segni clinici sospetti. Viene invece utilizzata come mam-mografia diagnostica o clini-ca, abbinata all’ecografia ed eventualmente all’elastogra-fia, nelle donne ad alto rischio per familiarità o storia clinica, in presenza di tumefazioni, dolore locale, ispessimenti cutanei, distorsioni del capez-zolo, variazioni del volume o della consistenza del seno. La cadenza della mammografia clinica viene generalmente personalizzata come annuale o biennale in base all’età e ai fattori di rischio.Una diagnosi precoce del cancro mammario significa un trattamento nelle fasi ini-ziali della malattia, prima di un’eventuale disseminazione delle cellule neoplastiche. Va tuttavia segnalato che alcuni

tumori aggressivi o a rapida crescita possono interessare altri organi prima di essere diagnosticati e trattati. I be-nefici della diagnosi mammo-grafica vanno bilanciati con gli eventuali svantaggi, di se-guito analizzati, in prevalenza correlati ai limiti intrinseci della metodica

mammografica.

Diagnosi falsamente nega-tive.Nello screening dei tumori, un risultato diagnostico nega-tivo, significa che non è sta-ta rilevata alcuna anormalità.

Un risultato falsamente ne-gativo si verifica quando la mammografia appare norma-le nonostante la presenza del cancro. In linea generale, ne-gli screening mammografici non viene diagnosticato circa il 20% dei cancri mammari presenti al momento dell’e-same. Un risultato falsamente negativo può portare ad un ritardo nel trattamento e ad un senso di sicurezza che può far procastinare un succes-sivo controllo. La causa più frequente di diagnosi false negative è l’elevata densità del seno che limita le possibili-tà diagnostiche. Va ricordato che la mammella contiene tessuto fibroghiadolare e tes-suto adiposo; la proporzione tra le due componenti dipen-de da predisposizione geneti-ca, eventuali terapie ormonali, ed età. Il riconoscimento dei noduli tumorali può essere limitato nelle mammelle den-se in quanto il tessuto fibro-ghiandolare e i tumori hanno densità similare. Risultati fal-samente negativi si presen-tano più frequentemente in donne giovani, nelle quali la densità mammaria è general-mente maggiore; il successivo aumento della componente adiposa riduce la probabilità di diagnosi falsamente ne-gative. Risultati falsamente negativi possono dipendere anche dal tipo di apparecchia-tura utilizzata: ad esempio la

Mammografia: con quale frequenza?

19 F A R M A C I A F I D U C I A

mammografia con tecnologia digitale diretta garantisce una maggior accuratezza rispetto alle tecnologie analogiche o digitali indirette.In alcuni casi la crescita tu-morale avviene in modo così rapido che il nodulo si mani-festa nell’intervallo tra i con-trolli mammografici: questa

situazione ovviamente non rappresenta un risultato fal-samente negativo dell’esame.

Diagnosi falsamente posi-tive.Risultati falsamente positivi possono verificarsi quando il Medico Radiologo identi-fica alla mammografia un’a-normalità potenzialmente sospetta, ovvero “positiva”, ma il cancro non è in realtà presente. Tutte le mammo-grafie con risultato di anor-malità portano usualmente ad indagini supplementari, quali ecografia e agoaspirato/ago-biopsia mirate a confermare o escludere la presenza di patologia, generando di con-seguenza ansietà. I casi falsa-mente positivi, con il relativo stress psicologico sono pur-troppo correlati ai limiti della metodica.

Esposizione ai Raggi X.La mammografia richiede una piccola dose di radiazioni X a rischio oncogenico. Per quan-to il rischio correlato sia bas-so, è tuttavia opportuno mi-nimizzarlo utilizzando appa-recchiature tecnologicamente avanzate, in grado limitare la dose radiante. Dal punto di

vista medico si considera che i benefici della mammografia superino comunque i rischi potenziali dovuti all’esposizio-ne ai raggi X.

Con quale frequenza la mammografia?I risultati di studi clinici ran-domizzati hanno dimostrato che lo screening mammogra-fico ha un’adeguata sensibilità nella diagnosi da cancro mam-mario nelle donne tra 40 e 74 anni. Varie organizzazioni e società scientifiche hanno svi-luppato delle linee guida per lo screening mammografico che

differiscono tra loro per quan-to riguarda la frequenza con cui la mammografia andrebbe eseguita e di conseguenza con i risultati correlati. Un recen-te studio, dal titolo “Com-parison of recommendations for screening mammography using CISNET models. EK Arleo et al”, pubblicato sulla rivista scientifica Cancer ha analizzato con un modello computazionale le tre linee guida più diffuse: 1) screening annuale da 40 a 84 anni; 2) screening annuale da tra 45 e 54 anni, seguito da screening biennale tra 55 e 79 anni; 3) screening biennale tra 50 e 74 anni. Sulla base dei risultati gli Autori hanno calcolato che la mortalità da cancro mamma-rio potrebbe ridursi del 40% con uno screening annuale dai 40 agli 84 anni. L’utilizzo intensivo della mammografia aumenterebbe ovviamente anche il numero di falsi positi-vi, con conseguente aumento dei costi e dello stress per le donne, tuttavia i benefici otte-nuti potrebbero superare tali inconvenienti.

Per quanto la mammografia sia una metodica diagnostica imperfetta consente comun-que adeguate potenzialità diagnostiche in ambito mam-mario che possono aumen-tare grazie ad una migliore definizione della cadenza di ripetizione dei controlli. Va ricordato che sue limitazioni sono in buona parte supera-te dalla complementarità con ecografia ed elastografia oltre che, in particolari casi, dalla Risonanza Magnetica.

Mammografia: con quale frequenza?

InformazioniPer maggiori informazioni sull'argomento trattato: Centro Medico SME - Diagnostica per ImmaginiVia L. Pirandello, 31 - VareseTel. 0332 224758 - Fax 0332 [email protected] - www.sme-diagnosticaperimmagini.it

da sapereAlzheimer: l'intelli-genza artificiale può fare una diagnosi precoce.Con l'intelligenza artificiale è possibile diagnosticare l'Alzhei-mer dieci anni prima rispetto a quanto avviene attualmente. Lo ha dimostrato uno studio dell'università di Bari, per ora pubblicato sul sito Arxiv, che ha elaborato una tecnica basa-ta sull'analisi delle risonanze al cervello. I ricercatori, guidati da Nicola Amoroso e Marianna La Rocca, hanno prima 'insegnato' all'algoritmo a discernere tra cervelli sani e malati usando le immagini di 67 risonanze, 38 delle quali da persone con Alzheimer. L'algoritmo è stato poi messo alla prova su un'altra serie di 148 risonanze, di cui 52

da soggetti sani, 48 con Alzhei-mer e 48 con una lieve disabili-tà cognitiva che però è evoluta in Alzheimer fino a nove anni dopo. "L'intelligenza artificiale - scrivono gli autori - è riuscita a distinguere un cervello sano da uno con l'Alzheimer con un'accuratezza dell'86%, ed è anche stata in grado di dire la differenza tra cervelli sani e quelli con disabilità lieve con un'accuratezza dell'84%".

20F A R M A C I A F I D U C I A

Si parla spesso di “cri-si” di mezza età, per intendere quella con-

dizione psicologica di males-sere vissuta da chi attraversa il passaggio alla fase “piena” dell’età adulta, quando ci si avvicina al tempo “centrale” (almeno per quello che si può supporre) della vita. Nel-la Divina Commedia Dante parla del “mezzo del cammin di nostra vita” per indicare i 35 anni, l’età che si suppone “di mezzo”, con un’espres-sione che parla chiaro agli uomini di tutte le epoche.. Per quanto possa essere cambiata l’aspettativa di vita dai tempi di Dante, esiste un momento o una fase della vita in cui ci rendiamo conto che il tempo che ci separa dal-la nostra morte biologica non è infinito e, con una certa pro-babilità, è pari o minore ri-spetto al tem-po che abbia-mo già vissuto. Si affaccia sempre più acuta la con-sapevolezza del limite della no-stra esistenza (per lo meno

nella forma in cui la cono-sciamo, nonostante si possa credere in una prosecuzione della vita dopo la morte, in una forma diversa). Questo, oltre che dalla constatazione dell’avanzare dell’età, viene favorito da cambia-menti che segnano questo passag-gio. Indub-biamente ci si trova a subire modificazioni di carattere biologi-

co, in particolare il calo delle prestazioni fisiche, l’avvici-narsi della fine del periodo di fertilità, i cambiamenti dell’aspetto fisico. Accanto a questi, possono esserci la cre-scita dei figli e la loro uscita di

casa, l’invecchiamento e la morte dei propri geni-

tori, la ne-

cessità di una sorta di bilan-cio nella vita lavorativa.. tutti elementi che obbligano a fare i conti con la finitezza del tempo e delle possibilità e, di conseguenza, a riconsiderare le aspettative che si avevano nella giovinezza e nella prima età adulta, nel confronto con quello che si è potuto rea-lizzare o meno. Questo può comportare il contatto con disillusioni, rimpianti, ridi-mensionamento delle proprie

mete... La Psicologia oggi tende a considerare

questo passaggio come una fase presente nella

vita di tutti. Di-fatti, si preferisce parlare di “transi-

zione” di mezza età anziché di “crisi”, termine che riman-da ad un vissuto drammatico. Essa si colloca a gran-di linee in un tem-

po compreso tra i 35-40 anni e i 50.

Esistono molte diffe-renze tra gli individui riguardo al modo in cui viene vissuta la transizione di mez-za età, differenze che sono influenzate da

molteplici fattori, quali condizioni

Esistono molte differenze tra gli individui nel modo in cui viene vissuta la transizione di mezza età, differenze che sono influenzate da molteplici fattori.

Età di mezzo: tempo di bilanci. Dalla “crisi” all’opportunità.

Dott.ssa Renata RadiciPsicologa e PsicoterapeutaSpecializzata in Psicoterapia dell'Adolescente e dell'[email protected]

21 F A R M A C I A F I D U C I A

fisiche, salute, situazione la-vorativa ed economica rag-giunti, soddisfazione e sta-bilità in ambito sentimentale e familiare, rapporti sociali, lutti e altro. Nei casi in cui il malessere è forte, può ma-nifestarsi con un quadro di sintomi che, in varia misura, vanno a coincidere con quelli della depressione e dell’an-sia: irrequietezza, irritabilità, rimuginazione sul passato, eccessivi sensi di colpa, sen-so di inutilità della propria vita, pessimismo, comparsa di paure che diventano per-vasive. La maggior parte delle persone non arriva a svilup-pare un quadro sintomatolo-gico o un livello di sofferenza percepito come significativo, grave. Semplicemente, lo vive come un passaggio, magari un po’ malinconico, che fa parte della vita, ma dal quale si può comunque guardare avanti con fiducia e orientarsi verso nuove mete. È vero che la constatazione del passare del tempo porta a fare bilanci, un po’ in tutti gli aspetti della vita, per cui spesso occorre ri-dimensionare le aspettative, le previsioni magari ideali e po-co realistiche, che si avevano anni prima e questo processo può essere doloroso; ma è an-che vero che spesso la consa-pevolezza del limite delle cose ci insegna a viverle meglio, per cui molte persone escono dalla transizione di mezza età facendo tesoro delle esperien-ze fatte, anche di quelle che ritengono errori, maturando quella che comunemente si chiama saggezza. Si tratta di un valore forse poco conside-rato in una cultura che esalta la performance, il rendimen-to, la capacità di reggere ritmi di lavoro alti, standard elevati di bellezza, tutti aspetti che fisiologicamente tendono a declinare a un certo punto dell’età adulta. La transizione

di mezza età obbliga a fare i conti con i limiti di tutto ciò e a chiedersi chi si è, se si è soddisfatti, cosa si vuole fare nel tempo che resta. È importante, per attraversar-la e uscirne positivamente, ascoltare questi interrogativi interni, prendersi del tempo per sé, non “negare” il ma-lessere inseguendo l’illusione di una continua giovinezza. A volte un problema è fare pace con quello che è stato e che si considera sbagliato, non restare bloccati nel guardare indietro con malessere e sen-so di colpa.. un atteggiamento ben diverso da quello di chi si assume la responsabilità dei propri errori e mancanze e ne fa tesoro nel vivere il pre-sente. Può essere utile parlare di questi vissuti, scegliendo qualcuno capace di ascoltare in modo rispettoso e da cui ci si sente capiti. È “facen-do i conti” con tutto questo, che ognuno trova la propria modalità per uscire dalla tran-sizione di mezza età. Non è raro che le persone rivalutino l’importanza di aspetti della vita fino ad allora trascurati: c’è chi scopre nuovi interessi, fa progetti, si dedica a nuove attività, guardando al futu-ro in modo positivo e con una rinnovata creatività. Un recente studio di Cheng e collaboratori (2015), condot-to in Inghilterra, Germania e Australia con lo scopo di rilevare il rapporto tra benes-sere soggettivo ed età nella fascia compresa tra i 20 e i 70 anni, ha messo in luce che la mezza età coincide con la parte bassa di una U: è la fase della vita in cui le persone si descrivono come meno feli-ci, mentre nella giovinezza e nell’anzianità la felicità per-cepita è maggiore. La buona notizia è che dopo la “cri-si”, in media, ci si rialza e si risale la china!

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Malattia parodontale e laser: curarsi con la luce.

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Dott. Giuseppe GiordanoLaureato in Igiene Dentale

Il potere rigenerativo del-la luce è conosciuto fin dall’antichità, basti pensa-

re che per gli antichi greci il dio della medicina era Apol-lo, dio del sole. Attraverso la luce viaggiano delle onde elettromagnetiche che inte-ragiscono con i tessuti bio-logici. Dalla metà dello scorso se-

colo sono stati costruiti dei macchinari che riescono a generare specifici raggi lu-minosi con determinate ca-ratteristiche, riconosciuti con l’acronimo di Laser.Oggi il laser trova applica-zioni in diversi ambiti della medicina e tra questi l’odon-toiatria.Il parodonto è l’insieme del-le strutture anatomiche che circondano il dente e lo so-

stengono nel cavo orale. È formato da gengiva, lega-mento parodontale, cemento radicolare e osso alveolare.Se vi è accumulo di placca e tartaro, il parodonto si in-fiamma mostrando i segni tipici della gengivite acuta: rossore, gonfiore, dolore e soprattutto sanguinamento. In seguito ad un’accurata

igiene orale professionale e ad attente abitudini di spaz-zolamento domiciliare, tutto rientra nella norma. Quando però ciò non avviene in maniera corretta, l’infiam-mazione tende a cronicizza-re, seguendo un’evoluzione lenta e senza particolari sin-tomi dolorosi, portando alla progressiva distruzione del parodonto (nello specifico osso alveolare e legamento

parodontale), dapprima con il ritiro della gengiva, poi con forte alitosi, mobilità dentale ed infine perdita del dente stesso.

Questo stato, conosciuto per anni come “piorrea”, è chia-mato malattia parodontale. In Italia ne soffre circa il 70% della popolazione. È stata notata una forte correlazione con una serie di complicazio-ni di salute generale, tra le quali malattie cardiovascolari, diabete, nascite premature.Le cause principali sono scorrette abitudini d’igie-ne orale, il fumo, malattie autoimmuni, predisposizio-ne genetica, diabete mel-lito, traumi, protesi denta-

li incongrue, menopausa e gravidanza. L’aggravarsi della malattia può essere bloccata attraverso specifiche sedute di igiene dentale, chiama-te “levigature radicolari” dove verrà rimosso il tartaro sottogengivale.In associazione a questo trat-tamento oggi abbiamo uno strumento in più: il Laser.E’ infatti possibile effettua-re una terapia parodonta-le laser assistita. Una fibra molto sottile viene inserita nella tasca gengivale con lo scopo di eliminare le tossine prodotte dai batteri presen-ti in profondità, rimuovere in maniera indolore il tessu-to gengivale infiammato e stimolare la formazione di nuove cellule sane. Tutto ciò quindi accelera i tempi di guarigione. Il paziente no-terà una progressiva riduzio-ne del sanguinamento e del gonfiore gengivale e quindi minor fastidio nei giorni suc-cessivi alla seduta d’igiene. Ricordiamo che questo tipo di trattamento è assolu-tamente indolore e non invasivo; può essere quindi applicato in moltissimi casi.

Questo tipo di trattamento è assoluta-mente indolore e non invasivo; può es-sere quindi applicato in moltissimi casi.

InformazioniPer ulteriori informazioni specifiche sugli argomenti trattati avete modo di contattarci: Varese: Via Rossini, 2 - Tel. 0332 287198 www.ciattistudiodentistico.it [email protected]

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Dott. Fabio Colombo Dottore di Ricerca e Specialista in Endocrinologia.Endocrinologo, diabetologo, dietologo per la Dieta a Zona e consulente per la Chirurgia Bariatrica presso il Poliambulatorio Sanigest di Luino (VA)

Le classi di farmaci co-munemente usati per trattare la BPCO sono

elencate qui sotto; la maggior parte vengono som-ministrati per inala-zione per cui è di grande rilevanza che la tecnica inalatoria avvenga in modo corretto. I farmaci a breve durata d’azio-ne andrebbero usati solamente nei casi in cui il paziente ha solo occasionali epi-sodi di dispnea.• broncodilatatori beta2 agonistiCi sono b2-agonisti a breve durata d’a-zione (SABA) come salbutamolo, terbu-talina e fenoterolo ed a lunga durata d’azione (LABA) quali formoterolo, salmeterolo, indaca-terolo, olodaterolo e vilanterolo; alcuni LABA vanno som-ministrati due volte al giorno, altri una sola.La stimolazione dei recettori b2-adrenergici può produrre tachicardia sinusale a riposo e può potenzialmente indurre alterazioni del ritmo cardiaco in soggetti suscettibili; inoltre il tremore eccessivo è fastidio-

so in alcuni pazienti anziani.• broncodilatatori antimu-scarinici (anticolinergici)Ci sono antimuscarinici a bre-

ve durata d’azione (SAMAs) quali ipratropio e oxitropio ed a lunga durata d’azione (LA-MAs) come tiotropio, aclidi-nio, glicopirronio bromuro e umeclidinio. L’effetto collate-rale principale è la secchezza delle fauci.• metilxantine (es: teofillina)

• terapia combinata con broncodilatatori (LABA + LAMA)La combinazione di bronco-

dilatatori con diverso mecca-nismo e durata d’azione può aumentare il grado di bron-codilatazione con un minor rischio di effetti collaterali rispetto all’incremento del dosaggio di un singolo bron-codilatatore.• agenti antiinfiammatori

• corticosteroidi per via inalatoria (ICS)In pazienti con BPCO da moderata a molto grave e

con riacutizzazioni un ICS combinato con un LABA è più efficace di ciascun componente da so-lo nel migliorare la funzione polmona-re, lo stato di salute e nel ridurre le ria-cutizzazioni.• triplice terapia inalatoria (LABA + LAMA + ICS)L’aggiunta di un LAMA alla terapia esistente con LA-BA/ICS migliora la funzione respirato-ria, i sintomi e lo stato di salute; in particolare riduce il rischio di riacutiz-zazioni.• glucocorticoidi oraliI glucocorticoidi orali hanno un ruo-

lo nella gestione acuta delle riacutizzazioni, ma non nel trattamento di mantenimento nella BPCO per il ridotto be-neficio rispetto all’alto tasso di complicanze sistemiche. La terapia a lungo termine con corticosteroidi inalatori od orali non è raccomandata.

Nuove evidenze sulla più comune malattia dei fumatori.(Parte seconda)

Continua l'articolo iniziato sul numero di agosto della rivista. In questa seconda parte i farmaci usati per trattare la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva.

25 F A R M A C I A F I D U C I A

Nuove evidenze sulla più comune malattia dei fumatori.

• inibitori delle fosfodieste-rasi-4 (PDE4)Gli inibitori di PDE-4 sono efficaci ma hanno un’inciden-za maggiore di effetti avversi rispetto ai farmaci inalatori per la BPCO; i più frequen-ti sono nausea, riduzione dell’appetito, perdita di peso, dolore addominale, diarrea, disturbi del sonno e mal di testa.• antibioticiL’uso regolare di antibiotici macrolidi può ridurre il tasso riacutizzazioni.• mucolitici ed agenti an-tiossidantiIn pazienti con BPCO che non ricevono corticosteroidi per via inalatoria, un regola-re trattamento con mucoli-tici quali carbocisteina e N-acetilcisteina può ridurre le riacutizzazioni e migliorare in misura modesta lo stato di salute.Chi usa un farmaco con un dispositivo di erogazione ha spesso problemi legati alla velocità ed alla durata dell’i-nalazione, al coordinamento, alla preparazione della dose, all’espirazione prima della manovra di inalazione e nel trattenere successivamente il respiro; questo vale soprat-tutto per i pazienti anziani.La somministrazione di ossi-geno a lungo termine (>15 ore al giorno) a pazienti con insufficienza respiratoria ha dimostrato di aumentare la sopravvivenza in quelli con grave ipossiemia a riposo.I vantaggi della riabilitazio-ne polmonare per i pazienti con BPCO sono notevoli ed essa ha dimostrato di essere la strategia terapeutica più efficace per migliorare la di-spnea, lo stato di salute e la tolleranza all’esercizio fisico.Nei pazienti con apnea ostruttiva del sonno ci sono evidenti vantaggi nell’uso di pressione positiva continua

(CPAP) per migliorare sia la sopravvivenza che il rischio di ospedalizzazioni.Approcci palliativi sono es-senziali nel contesto delle cu-re della fine del ciclo di vita, così come gli hospice (un modello per prestare le cure ai malati terminali che hanno prevedibilmente un’aspettati-va di vita inferiore ai 6 mesi).Nei pazienti con BPCO è fondamentale un follow-up periodico. La funzionalità polmonare può peggiorare nel tempo, anche in corso di terapia ottimizzata.I sintomi, le riacutizzazio-ni e le misure oggettive di ostruzione bronchiale do-vrebbero essere monitorate periodicamente per determi-nare quando il trattamento va modificato e per identi-ficare eventuali complicanze e/o comorbidità.Le riacutizzazioni, che pos-sono essere lievi, modera-te o gravi, possono essere scatenate da vari fattori; i più comuni sono le infezioni delle vie respiratorie. Possono essere associate o meno ad insufficienza re-spiratoria; a seconda della severità degli episodi e/o della patologia sottostante possono essere gestite in ambiente ambulatoriale od ospedaliero. Le tre classi di farmaci uti-lizzati più comunemente in queste situazioni sono i broncodilatatori (soprattutto quelli a breve durata d’azio-ne), i corticosteroidi e gli an-tibiotici, con ossigenoterapia come terapia di supporto.Poiché le comorbidità sono frequenti nel paziente con BPCO, le riacutizzazioni de-vono essere differenziate cli-nicamente da altri eventi co-me la sindrome coronarica acuta, lo scompenso cardia-co congestizio e la trombo-embolia polmonare.

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tasone (Clenil Composi-tum)

SAMA• Ipratropio bromuro

(Atem)• Oxitropio bromuro

(Oxivent)SABA + SAMA• Fenoterolo e ipratropio

bromuro (Duovent)• Salbutamolo e ipratro-

pio bromuro (Biwind, Breva)

LABA• Formoterolo (Eolus, Fo-

radil)• Formoterolo fumarato

diidrato (Oxis)• Indacaterolo maleato

(Onbrez Breezhaler, Hi-robriz Breezhaler)

• Olodaterolo (Striverdi Respimat)

• Salmeterolo (Arial, Sal-metedur, Serevent)

LABA + ICS• Formoterolo e beclome-

tasone (Formodual, Fo-ster, Inuver)

• Formoterolo e budeso-nide (Gibiter, Sinestic, Symbicort)

• Formoterolo e fluticaso-ne (Flutiformo)

• Salmeterolo e fluticaso-ne (Aliflus, Seretide)

• Vilanterolo e fluticasone (Relvar Ellipta, Revinty Ellipta)

LAMA• Aclidinio bromuro (Bre-

taris Genuair, Eklira Ge-nuair)

• Glicopirronio bromuro (Seebri Breezhaler)

• Tiotropio bromuro (Spi-riva, Spiriva Respimat)

• Umeclidinio bromuro (Incruse)

LABA + LAMA• Formoterolo e aclidinio

bromuro (Brimica Ge-nuair)

• Indacaterolo e glicopir-ronio bromuro (Ultibro Breezhaler)

• Vilanterolo e umeclidi-nio bromuro (Anoro)

da sapere"Così riusciremo a scovare un tumo-re con le analisi del sangue". Una ricerca italiana.Un esame del sangue per sco-vare il tumore. Senza biopsie, senza test radiologici o colon-scopie. Uno dei 'sacri Graal' dell'oncologia mondiale, da sempre evocato, ma mai rag-giunto, potrebbe diventare presto realtà: "Penso in pochi anni, è solo una questione di sviluppo tecnologico, ma sap-piamo già come fare". A parla-re all'Agi è il biologo Alberto Bardelli, direttore del Labora-torio di Oncologia Molecolare dell'Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo (Torino), considerato unanime-mente il pioniere della 'biopsia liquida', che tra i primi nel 2009, al suo ritorno da un periodo di ricerca negli Usa (un "cervello di ritorno", dunque: "E non mi pento"), ha messo in piedi un programma di analisi di mille pazienti con tumore al colon tramite esame del sangue "per monitorare nel tempo l'evolu-zione dei tumori". L'obiettivo grosso è la diagnosi precoce del cancro, riuscire con un esa-me del sangue a individuare, per esempio, il tumore al colon senza bisogno di colonscopia. "Un esame, lo sappiamo tutti, non gradevole, e che anche per questo non viene fatto da tutti coloro che invece, per età o per fattori di rischio familiare, dovrebbero farlo. Un semplice esame del sangue non darebbe gli stessi problemi, e penso che con la diagnosi precoce così a tappeto il tumore al colon sa-rebbe praticamente sconfitto. Se preso in tempo, infatti, è perfettamente guaribile".

26F A R M A C I A F I D U C I A

Non esiste persona che non lamenti a se stessa o agli altri

difetti o dismorfismi corporei che provocano disagio. I più aperti mentalmente ne parla-no con familiari ed amici, i più decisi consultano un medico Specialista di fiducia, affron-tano e spesso risolvono. A questo proposito si rilevano dunque diverse modalità di approccio al problema, stret-tamente correlate alla perso-nalità ed alla libertà dell’indi-viduo. Vi sottopongo alcuni esempi psico-comportamen-tali, anche estremi, tenendo presente che gli estremi vanno sempre delicatamen-te, ma anche con fermezza, ricondotti in una linea di equilibrio sì da portarsi in una condizione di chiarez-za ed armonia di progetti e risultati.Affermare con decisione “Sto come sono e va benissi-mo”, oppure “Sono fiera/o delle mie rughe, ci sono affe-zionata, fanno parte del mio vissuto” oppure “Basta non guardarsi allo specchio, tan-to il tempo passa lo stesso”, sono espressioni che sot-tendono atteggiamenti di rimozione di una realtà che non si vuole accettare, oppure una condizione di sofferenza così alta che non lascia margini di ideazione e di solu-zioni. Altrettan-

to, asserire amaramente “Non mi va bene niente di me, vorrei modificare tutto, rifarmi tutto, non mi accetto” rappresenta l’ecces-so opposto che può diventa-re una patologia psicologica chiamata “dismorfofobia” oppure è anche il segnale di altra situazione di disagio interiore proiettata sul-

la concezione erroneamente sminuita del proprio schema corporeo per compensare lo stato di sofferenza, ma spesso non corrispondente alla realtà estetica del soggetto.Questi esempi sono, ovvia-mente, estremi e fortunata-

mente rari

però trovano un pericoloso supporto nell’idealizzazione del corpo perfetto promossa dai media e dal web, ambiti virtuali in cui - alcuni pur-troppo dicono - è un like (mi piace) che fa la differen-za, potrebbe semplicemente solo costituire uno stimolo ad aderire a stili di vita, stili di immagine, stili di pensiero evolutivi. In realtà globaliz-za, rade al suolo la fantasia, addirittura miete vittime tra coloro che non riescono più a valorizzare i propri aspetti positivi per semplice mancan-za d’autostima oppure nutre, in altri pazienti, un narcisismo che non si confronta mai con l’individuo reale, ma aderisce a “modelli globali” che offrono solo l’illusoria sensazione di essere a livello ma, se il livello qualitativo e contenutistico si abbassa per ottenere consensi di potere aleatorio, è, a mio avviso, preferibile mantenere una solida indipendenza di pensiero ben collegata al buon senso.La Medicina innovativa, on-cologica, riabilitativa, chirur-gica, ecc..., tende attualmente e giustamente ad essere “ad personam”, ovvero quella per-sona si reca da quel medi-co ed insieme, ognuno per il suo ruolo, costruiscono un progetto specifico di risolu-zione o quantomeno di mi-glioramento del problema. In Medicina e Chirurgia Estetica

L’ipocrisia del non ritocco estetico.

Ancora remore per alcuni quando il ritocco chirurgico estetico è invece sognato e richiesto da molti.

Dott.ssa Silvia MagnaniSpecialista in Chirurgia PlasticaStudio di Chirurgia e Medicina EsteticaLibera professionista in VareseCell. 334 7733565www.chirurgiaesteticavarese.com

27 F A R M A C I A F I D U C I A

questo atteggiamento di stret-ta relazione è fondamentale: la condizione ideale, quella che conduce a risultati migliori, è senz’altro rappresentata da una buona qualità di interazio-ne tra un paziente realmente conscio delle proprie necessità estetiche ed il proprio Medico Specialista, equilibrato, prepa-rato tecnicamente e scientifi-camente, sempre aggiornato, mai azzardato, disponibile, lu-

cido e risolutivo. La scuola an-glosassone definisce un buon operatore chirurgico un medi-co HHH cioè dotato di HE-AD (testa, cioè conoscenze scientifiche nel campo, intel-ligenza operativo-decisionale), HEART (cuore, cioè buon livello di empatia interperso-nale ed umanità), HAND (ot-timo livello di manualità nello specifico di ciò che esegue con un training non improvvisato ma consolidato nel tempo).I dati sulla fruizione della Me-dicina e Chirurgia Estetica sottolineano un corposissimo aumento di richieste dei pa-zienti negli ultimi cinque an-ni con numero di prestazioni ambulatoriali o chirurgiche estetiche cresciute dell’800%, anche in Italia, soprattutto per quanto riguarda le terapie microiniettive ambulatoriali di

refreshing del volto: botox, filler all’acido ialuronico per correzione di rughe, biorivitalizzazione e bio-ristrutturazione cutanea, peeling ecc. Effettivamente, dato anche il costo accessibile degli stessi, sono i trattamenti più richiesti dai pazienti, come però continuano ad esserlo in ambito strettamente chi-rurgico anche gli interventi di blefaroplastica (occhi), rinoplastica (naso), lifting (volto-collo), mastoplastica addittiva (seno), addomino-plastica, liposuzione ecc.Lo stesso significativo incre-mento si è verificato per quan-to riguarda l’acquisto di creme e cosmetici specifici, ottimi supporti al completamento di risultato, altrettanto in cresci-ta la frequentazione di Terme e Spa, palestre ed attitudine migliorata a stili di vita più sani, alimentazione più atten-ta e selettiva nella scelta dei prodotti.Malgrado la crisi dell’eco-nomia mondiale, lo sposta-mento degli equilibri sociali precedentemente raggiunti, il mondo continua a cercare di evolvere, l’uomo mira a lottare con decisione contro l’invecchiamento e tende ad ottimizzare. Se ciò viene scel-to in equilibrio e qualità di ambito, è auspicabile che il desiderio di migliorare il pro-prio aspetto non resti solo una segreta aspirazione dell’a-nima, ma una serena decisione personale che non richiede giustificazioni a nessuno, tan-tomeno l’ipocrisia del non ri-tocco estetico praticato. Re-sta ovvio che il medico blinda sempre ogni operatività nel segreto professionale a cui è seriamente tenuto. Le parole autorevolissime del Prof. Ivo Pitanguy, gigante della Chirur-gia Plastica mondiale a chiude-re: “Chi viene da me non lo dice e chi non viene se lo inventa…”

L’ipocrisia del non ritocco estetico.

Riceve pressoBusto A., Via XX Settembre 19Varese, P.zza Montegrappa 12Laveno, Via Marconi 13Sesto C., Via Cattaneo 3Per appuntamentitel 0331.623550 (ore serali)www.antoniotori.it - [email protected]

DOTT. ANTONIO TORISpecialista in Angiologia Chirurgia Vascolare, Chirurgia Apparato Digerente, Endoscopia Digestiva.Primario Emeritoin Chirurgia Vascolare Busto Arsizio.

PERCHÈ LE VENE VARICOSE NON VANNO PIÙ TRATTATE

CHIRURGICAMENTE?La medicina di questi ultimi decenni è molto cambiata.

Molte malattie vengono curate con tecniche nuove (chi toglie, ancora, i calcoli della colecisti aprendo l’addo-

me?) e tutte le novità terapeutiche sono seguite e verificate nel tempo, per valutarne la validità e

i vantaggi rispetto alle metodiche preceden-ti. È la medicina basata sull’evidenza che

ha fatto nascere le Linee Guida. Cosa sono? Sono un elenco di raccoman-

dazioni che guidano il medico verso una condotta diagnostico-terapeu-tica corretta. Oggi, il singolo pro-fessionista, non può prescindere dal conoscere e seguire queste raccomandazioni. I pazienti de-vono conoscere tutte le alternati-ve terapeutiche esistenti e utili per

risolvere il loro problema. Questa premessa per dire che 3 anni fa

sono uscite le linee guida internazio-nali sulla Malattia Varicosa che pon-

gono la classica operazione di strip-ping della safena al terzo posto delle

metodiche consigliate. Al primo posto: le termo ablazioni, cioè i trattamenti con Laser, Radiofrequenza, Calore, Colla. Al secondo: la scleroterapia, ancora meno valorizzata economicamente, ma sopra-tutto conosciuta da pochi, non insegnata da alcuna struttura universitaria, patrimo-nio solo di quelli che, come me, hanno dedi-cato anni ed impegno nell’acquisirla, impa-randola dai più esperti cultori di quest’arte. Come si esegue? Dopo una valutazione

emodinamica (termine tecnico che descrive come si presenta la circolazione venosa am-

malata) si eseguono delle iniezioni con un pro-dotto (liquido o in schiuma) idoneo a chiudere

(sclerosare) la varice. Si esegue un bendaggio e dopo circa una settimana si valuta il risulta-

to e se necessario si completa il trattamento. In base alla situazione del singolo individuo saranno

necessarie 1/3 sedute. Quindi il paziente porterà una contenzione elastica (calza) per circa un mese.

È un trattamento assolutamente indolore, molto ben tollerato, assolutamente efficace. È il trattamento di

prima scelta per i pazienti affetti da recidive di malattia varicosa precedentemente trattata. IN

FORM

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Dott.ssa Cristina BafaroFarmacista esperta in dermocosmesi e make [email protected]

L’acido ialuronico: usi e proprietà.

L’Acido ialuronico ha la capacità di trattenere l’acqua assicurando così alla pelle il giusto livello di idratazione e favorendo la fisiologica produzione di collagene.

L’acido ialuronico viene citato sem-pre più spesso co-

me sostanza fondamentale e dalle numerose proprietà e lo troviamo in molteplici co-smetici ed integratori.Cerchiamo di capire meglio la sua effettiva attività e per quale ragione è così importante.L’acido ialuronico è una molecola naturalmente pre-sente nel nostro corpo. Viene prodotto dai fibroblasti, cel-lule che hanno l’obiettivo di idratare i tessuti e dare loro turgore ed elasticità, e pro-teggerli da tensioni e solle-citazioni eccessive.Dal punto di vista chimi-co l’acido ia luronico è formato da sequenze ripetute di due zuccheri semplici: que-sta particola-re struttura gli conferisce nume-rosissime proprie-tà che lo rendono par t i co lar mente utile sia in campo medico che estetico.

L’acido ialuronico assorbe acqua, la trattiene e la rilascia in base al fabbisogno dell’or-ganismo e dunque mantiene la giusta idratazione e umidità dei tessuti. Non solo: questa molecola lubrifica le articola-zioni e assorbe gli urti al loro

interno. L’acido ialuro-nico inoltre protegge l’organismo da virus

e batteri stimolando la produzione di tessuto con-

nettivo e collagene, ed inol-tre ha proprietà cicatriziali ed antinfiammatorie.Ad oggi l’acido ialuronico viene prodotto industrial-mente da colture batteriche,

mentre un tempo si ri-cavava da fonti

animali, come la cresta del gallo.

L’acido ia-luronico e

la pelle.L’acido ialuro-

nico è una com-ponente fonda-

mentale del derma: conferisce alla pelle

elasticità e morbidezza grazie alle sue proprie-

tà. Possiede inoltre una notevole capacità di trat-

29 F A R M A C I A F I D U C I A

tenere l’acqua assicurando così alla pelle il giusto livello di idratazione e favorendo la fisiologica produzione di collagene.Con il passare del tempo la quantità di acido ialuronico presente nell’organismo ten-de a diminuire: da qui l’in-vecchiamento della pelle con la comparsa delle rughe e la perdita di elasticità dei tessu-ti, come quelli delle articola-zioni. La carenza di acido ia-luronico nel tessuto connet-tivo porta all’indebolimento della pelle e alla formazione di inestetismi fastidiosi quali rughe e zampe di gallina.Se da un lato questo costante e considerevole decremento è tra i principali responsabili dell'invecchiamento cutaneo dall'altro l’utilizzo di acido ialuronico come cosmetico consente di riattivare le pelli mature stimolando la fun-zionalità cellulare e donando la compattezza e la lucidità perduta.

L’acido ialuronico nei co-smetici.Le sue numerose proprietà hanno contribuito alla diffu-sione di numerosi prodotti cosmetici e creme anti età che lo contengono. Le cre-me permettono di idratare la pelle e di nutrirla in modo naturale e non invasivo, fa-vorendo la rigenerazione del tessuto cutaneo e restituen-do elasticità e freschezza alla cute. In questo caso il trat-tamento è molto semplice, basta applicare regolarmente sul volto la crema scelta.In realtà l'acido ialuronico è una molecola molto grande che non è in grado di pene-trare in profondità nella cute e, pertanto, non è capace di raggiungere gli strati più pro-fondi del derma, dove sono presenti i fibroblasti.L’acido ialuronico ad alto pe-

so molecolare agisce infatti solo in superficie garantendo una efficace idratazione e ha un’azione filmogena legan-dosi allo strato corneo con effetto tensore e protettivo (effetto soft focus).L’acido ialuronico a basso peso molecolare invece agi-sce in profondità penetrando fino agli strati profondi, sti-molando la produzione fisio-logica di proteine preposte alla compattezza e all’elasti-

cità cutanea portando inol-tre ad una diminuzione della profondità delle rughe. Studi effettuati con acido ialuroni-co a basso peso molecolare dopo 8 settimane di tratta-mento rivelano aumento dell’elasticità cutanea, miglio-ramento dell’idratazione della pelle, riduzione in profondità delle rughe.I risultati, poi, saranno mi-gliori se l'acido ialuronico contenuto nella crema è nella sua forma frammentata. Per

la sua struttura unica viene parzialmente assorbito attra-verso i dotti e follicoli della pelle e agisce come sostegno e filler riempitivo dei tessuti.Una crema all'acido ialuro-nico conferisce turgore ai tessuti, regalando un riempi-mento - seppur temporaneo e di breve durata - alle rughe superficiali. Questo effetto viene definito “soft focus”: l’acido ialuronico si distribui-sce rivestendo completamen-te la superficie della pelle che assume, a seguito di questo effetto filmogeno e idratante, un aspetto liscio e regolare e al tatto morbido e setoso; inoltre si deposita sul fondo della ruga e lì si rigonfia: le microrughe così sono riem-pite, stirate e distese. Tale ef-fetto è visibile per le 4-5 ore successive all’applicazione. L’effetto soft-focus è sempli-cemente un effetto ottico che addolcisce le rughe agendo sulla percezione visiva per mascherare l'età.L'acido ialuronico può essere utilizzato per periodi molto lunghi, anche per tutto l'an-no. Non richiede trattamenti ciclici anche se per i sui effetti così rapidi e immediatamente visibili è l’ingrediente ideale quando si desidera un'azione antietà subito visibile e perce-pibile nell'aspetto della pelle.L'acido ialuronico è una so-stanza naturale, perfettamen-te assimilabile presente anche all'interno dei nostri tessuti pertanto non ha né controin-dicazioni né effetti collatera-li. Spesso la reazione dovuta all’applicazione di cosmetici che lo contengono è dovu-ta alla presenza di profumi presenti che non all’ acido ialuronico in se stesso.Per ottenere un potenzia-mento dell’effetto antirughe è possibile assumere integra-tori di acido ialuronico per via orale.

L’acido ialuronico: usi e proprietà.

da sapereIl gelato a colazio-ne aiuta il cervello a svegliarsi meglio, e prima. Una ricerca.Mangiare il gelato di primo mattino è il sogno di tutti i bambini e l’incubo dei genito-ri che però potranno dormire sonni tranquilli: un recente studio giapponese ha dimo-strato che il gelato a colazione migliora le prestazioni mentali, aumentando i livelli di attenzio-ne e rendendo il cervello più reattivo e pronto per affron-tare la giornata. Il merito della scoperta è di Yoshihiko Koga, professore all'Università di Kyorin di Tokyo ed esperto di psicofisiologia, una scienza che studia l'interazione tra il corpo e la mente. I suoi studi si sono sempre concentrati sull'effet-to che i cibi e gli odori hanno

sul corpo. Ma non si tratta solo delle basse temperature del gelato. Koga ha fatto fare un test ad alcune persone subi-to dopo colazione e si è reso conto che quelle che aveva-no mangiato il gelato avevano tempi di reazione più brevi e una migliore elaborazione del-le informazioni. Il ricercatore giapponese durante l’esperi-mento ha avuto la possibilità di monitorato le onde Alfa, ovve-ro le responsabili dei livelli di concentrazione, rilassamento e coordinazione mentale e ha scoperto un aumento in tutte le persone che avevano man-giato il gelato.

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■ ANALISI QUANTI-TATIVA DELLA RIGI-DITA’ VASCOLARE.L’incidenza di malattie vasco-lari ha stimolato lo sviluppo di metodi non invasivi per l’ana-lisi del rischio-cardiovascolare. Eccessi alimentari, sovrappeso, fumo, diabete e scarsa attività fisica favoriscono l’accumulo di lipidi sulle pareti vasali e por-tano alla sclerosi delle arterie. Uno dei parametri di recente introdotto per rilevare preco-cemente l’eventuale sovracca-rico di lavoro del cuore dovu-to ad arteriosclerosi valuta la rigidità delle pareti carotidee. L’analisi della rigidità avviene calcolando la velocità di pro-

pagazione dell’onda pulsatile (PWV) generata dal flusso di sangue durante le fasi sisto-dia-stoliche. La PWV aumenta fi-siologicamente con l’età e sono disponibili valori di riferimento per le diverse decadi di vita.La PWV può essere determi-nata misurando con accuratez-za la distensione in micrometri delle parete vasale durante una serie di cicli cardiaci e corre-lando il valore medio con la pressione del paziente. Più alto il valore della PWV, maggiore è la rigidità dei vasi. Il Centro Medico SME – Diagnostica per Immagini dispone ora di quattro ecogra-fi in grado calcolare in tempo reale la rigidità delle pareti ca-rotidee. L’esame standard dei tronchi sovraortici, in aggiunta all’usuale ricerca di eventua-li placche ateromasiche e del flusso di sangue, comprende pertanto lo studio della PWV per una miglior valutazione del rischio cardiovascolare.

CARDIO-TC LOW DOSEMINORI RADIAZIONI, MAGGIORI BENEFICI

La Cardio-TC coronarica è una metodica di imaging non invasivo che acquisisce in pochi se-condi l’intero volume cardiaco, visualizzando lume e parete delle coronarie per rilevare eventuali ostruzioni. Non richiede introduzione di cateteri nelle arterie, ma unicamente l’iniezione endovenosa di mezzo di contrasto. E’ indicata nei soggetti con rischio inter-medio o basso di cardiopatia ischemica e in casi con sintomatologia atipica o esami dia-gnostici dubbi. Ha alta accuratezza diagnostica, pur con limitazioni in presenza di estese calcificazioni vasali, oppure nei pazienti tachicardici o con aritmie. I soggetti con fattori di rischio, ma con coronarie normali alla Cardio-TC, possono evitare terapie farmacologiche aggressive. Il riscontro Cardio-TC di placche non-ostruttive indi-rizza la terapia per limitarne la progressione; eventuali stenosi significative portano a test funzionali o ad angioplastica. Le apparecchiature Cardio-TC Low Dose, con tecnologia di ricostruzione iterativa, riducono l’esposizione del paziente ai raggi X. Nuovi software di elaborazione garantistico ottimali risultati diagnostici.

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