il feudalesimo

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Il feudalesimo Secoli IX - XII

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Page 1: Il feudalesimo

Il feudalesimo

Secoli IX - XII

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Beneficium e feudo La parola “feudo” (forse dal germanico fihu,”bestiame”) a

partire dal X secolo si pose come sinonimo di beneficium,

il beneficium era una concessione patrimoniale fatta dal signore a un vassus in cambio di un servizio reso: un aiuto militare o un incarico da funzionario

L’evoluzione del rapporto tra signore e vassallo, chiamato “vassallatico – beneficiario” si articola in tre fasi storiche:

1. VIII – IX secolo II. IX – X secolo

III. XI – XII secolo IV. 1150 – 1300 e oltre

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Fase I: i rapporti vassallatico - beneficiari

Nel regno dei Franchi (merovingi e carolingi) e poi sotto Carlo Magno si diffondono i rapporti vassallatico – beneficiari

I rapporti vassallatico – beneficiari sono la base sulla quale vengono scelti i funzionari pubblici che devono governare i territori del regno prima, dell’impero poi.

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La concessione del beneficium

La concessione del beneficium avveniva con una cerimoniache comprendeva tre momenti: 1. l’atto di sottomissione (omaggio)del vassus -II. il giuramento di fedeltà nelle mani del signore - III la concessione del beneficium

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Fase II: patrimonializzazione dei benefici

Quando l’impero carolingio progressivamente si dissolve, il coordinamento del re o dell’imperatore non esiste più.

La grande aristocrazia patrimonializza (cioè rende suo patrimonio ereditario) la carica di ufficiale pubblico (conte, duca, marchese) in un determinato territorio e con essa anche il beneficio connesso all’incarico.

Conti,duchi e marchesi diventano dinasti (signori ereditari )del territorio che amministrano

I rapporti vassallatico – beneficiari vengono ora applicati dai signori territoriali ai loro vassalli

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Fase III: frammentazione del potere e castello

La fase dell’ordinamento signorile presenta una grande frammentazione del potere pubblico a livello locale.

Il potere si divide anche tra i vassalli di conti, duchi e marchesi e ed è esercitato anche da monasteri e abbazie.

Base di questo potere è il castello, grazie al quale il signore controlla una porzione più o meno estesa del territorio

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IV fase: nascita della piramide feudale

I poteri signorili vengono coordinati all’interno di nuove strutture territoriali.

I signori locali vengono assoggettati ai regni attraverso nuove leggi e codici, che formano il diritto feudale

Un sistema di deleghe ricompone i poteri signorili in una struttura gerarchica

In questa fase nasce la piramide feudale: una rete gerarchica di rapporti politici basati sul legame feudo - vassallo

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Capitolare di Quierzy (877) L’incarico funzionariale o il beneficio sarebbero tornati

al signore quando il detentore fosse morto. Abitualmente però questi incarichi o benefici erano

trasferiti agli eredi del defunto Il capitolare di Quierzy, concesso da Carlo il Calvo

nell’887, mentre partiva per una spedizione in Italia, prevedeva che gli incarichi di funzionario oppure i benefici concessi ai vassalli non fossero assegnati a altri detentori in attesa del ritorno dalla spedizione dei figli dei funzionari o dei vassalli

Il capitolare era un provvedimento provvisorio che la grande aristocrazia considerò la legittimazione dell’ereditarietà di benefici e cariche pubbliche

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Potere e controllo

Quando la dinastia carolingia ebbe termine con Carlo il Grosso, gli aristocratici esercitarono i loro poteri di funzionari senza essere più controllati da nessuna autorità pubblica.

Il potere era legittimo quando il detentore di quel potere era materialmente capace di esercitarlo.

I fondamenti di questo potere erano ampie ricchezze (terra) seguito di fedeli benefici

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Frammentazione del potere, gli immunisti

I. All’interno delle aree dei comitati e dei marchesati esistevano proprietari laici che detenevano a loro volta ampie proprietà.

Questi proprietari prestavano spesso aiuto militare ai sovrani succedutisi nell’ex impero carolingio alla guida dei rispettivi territori.

I sovrani ricompensavano questi grandi proprietari con la concessione dell’immunità: queste proprietà terriere diventavano centri di potere autonomo rispetto agli altri poteri presenti negli stessi territori.

II . A loro volta anche vescovadi e abbazie godevano dell’immunità fin dall’epoca carolingia sui territori da loro dipendenti.

III. Infine esistevano proprietari terrieri che si comportavano da “immunisti” anche se formalmente non godevano di questa prerogativa

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La Constitutio de feudis (1037) Per mettere ordine in questa grande quantità di poteri, l’imperatore

Corrado II il Salico emanò nel 1037 una disposizione intitolata Edictum de beneficiis, che in età moderna fu ribattezzata

Constitutio de feudis

Il testo stabiliva che i benefici minori, cioè quelli concessi da conti, duchi e marchesi ai loro vassalli fossero ereditari.

Che tale nessun vassallo poteva essere privato del suo beneficio ereditario senza una giusta causa, su cui doveva pronunciarsi un tribunale o il re.

Questo provvedimento doveva ricondurre i tanti poteri signorili a un ambito di fedeltà dovuta al re e doveva limitare l’eccesso di potere della grande aristocrazia.

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L’incastellamento A questo processo di polverizzazione dei poteri, si

accompagnò un altro fenomeno storico, l’incastellamento.

Esso si sviluppò come. risposta al senso di insicurezza provato dagli abitanti dei territori

Ogni grande proprietario fece costruire una fortificazione→ castrum , attraverso la recinzione di aree determinate

Con l’incastellamento i centri dominicali delle curtis furono chiusi.

Contadini e coloni che lavoravano sul massaricium della curtis preferirono trasferirsi dentro l’area fortificata e vivere al fianco dei servi che dipendevano direttamente dal proprietario.

In questo modo il signore era in grado di imporre alcune prerogative su coloro che trovavano protezione nel castellum

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Esempio di incastellamento

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Incastellamento e autorità L’incastellamento divenne con il tempo un

fenomeno non determinato solo dall’insicurezza. Il grande proprietario usava il castellum

per estendere la sua autorità: erano subordinati a lui non solo i contadini suoi dipendenti (servi e coloni), ma tutti coloro che abitavano nel territorio in cui sorgeva la fortificazione.

Cambiò anche la struttura del territorio: le mura dei castelli erano circondate da orti e vigneti, al di là di questi c’erano i campi da coltivare, quindi i pascoli e i boschi.

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Signoria fondiaria e signoria territoriale

L’incastellamento favorì la nascita delle signorie.

Vi erano due tipi di signorie: fondiaria e territoriale.

La signoria fondiaria è l’insieme dei poteri che un proprietario terriero esercita sui lavoratori di condizione servile che gli appartengono (schiavi) e sui coloni liberi che lavorano sulle sue terre.

Il signore fondiario: Riscuote i canoni (in denaro e natura)

i contadini dovevano al signore dei donativi erano assoggettati all’obbligo delle corvées dovevano ricorrere alla iustitia dominica

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Signoria territoriale

La signoria territoriale

è l’esercizio di una serie di prerogative sostanzialmente analoghe a quelle della

signoria fondiaria, ma che vengono applicate anche a soggetti non legati al

proprietario del castello da vincoli patrimoniali.

L’esercizio dei poteri signorili viene imposto a tutti coloro che abitano in un

territorio

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I diritti del signore territoriale Il proprietario del castello poteva richiedere prestazioni di lavoro:

manutenzione delle mura, turni di guardia, manutenzione delle strade, di casa sua…

Esercitava la giustizia: dirimeva le liti tra gli abitanti del territorio Riscuoteva le tasse che erano dovute al potere pubblico:

Fodro (tassa in denaro) – albergaria (obbligo di ospitalità per il sovrano e i suoi ufficiali) – curadia (tassa sui mercati) – teloneo, ripatico, pontatico (pedaggi per usare strade, fiumi, ponti)

La tassa principale era la “taglia” detta anche focaticum (applicata a ogni “focus”, focolare domestico) che il signore riscuoteva dall’intera comunità in cambio della difesa garantita al territorio.

Infine il signore aveva il monopolio sulla vendita dei generi alimentari indispensabili, come il sale, e sui servizi essenziali, forni, mulini, pascoli

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Bibliografia

M. Montanari, Storia medievale, Laterza, Roma – Bari, 2002

Aa.Vv., Storia medievale, Roma, Donzelli, 1998