il futuro dell'onu
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I fini delle Nazioni Unite Mantenere la pace e la sicurezza internazionale ed a
questo fine prendere efficaci misure collettive per promuovere e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace
Sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’auto-decisione dei popoli, e prendere altre misure atte a rafforzare la pace universale
I fini delle Nazioni Unite Conseguire la cooperazione internazionale nella
soluzione dei problemi internazionali di carattere economico, sociale culturale od umanitario, e nel promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione
Costituire un centro per il coordinamento dell’attività delle nazioni volta al conseguimento di questi fini comuni
Le vittorie dell’ONU Statuto ONU
La dichiarazione universale dei diritti umani (1948)
Istituzione di Tribunali penali internazionali per l’Ex-Jugoslavia e il Ruanda
Le operazioni di pace
Corte internazionale di giustizia (1945)
Le sconfitte dell’ONU Il massacro di Srebrenica
Le risoluzioni fornite dall’Assemblea generale e del Consiglio di sicurezza
Lo strumento impotente dei caschi blu
La guerra in Iraq (2003)
Il massacro di Srebrenica Srebrenica era una delle sei zone di sicurezza create
dall’ONU in Bosnia per garantire protezione ai civili
Quando i serbi si apprestavano ad attaccare i musulmani di Srebrenica, il commissario generale non chiese l’intervento dell’aviazione della Nato per ragioni politico-diplomatiche
Le truppe ONU olandesi non riferirono immediatamente ai vertici ONU l’accaduto e non si interposero fra i civili e le forze serbe.
Le risoluzioni fornite dal CDS e dall’AG 57 risoluzioni del CDS in media all’anno. Un diplomatico
americano paragonò le risoluzioni dell’ONU come gli hot dog, «se sai come li fanno ti passa la voglia di mangiarli»
Risultano inefficaci perché il Consiglio non ha un proprio esercito né può disporre di una forza di pronto intervento e le sue sanzioni economiche non bastano
300 risoluzioni AG in media all’anno
I paesi del Terzo Mondo abusano di questa possibilità quasi che le vittorie cartacee servano a dar loro potere militare e politico di cui sono privi
Lo strumento impotente dei caschi blu Non previsti dai padri fondatori a San Francisco nel
1945. L’idea originale era di costruire esercito internazionale capace di usare la forza armata
Nel 1956 durante la crisi di Suez il ministro degli Esteri canadese Pearson suggerì la creazione di una forza di interposizione tra le parti.
Operano solo col consenso dello stato sul territorio, sono armati solo di armi leggere, possono usare la forza in caso di legittima difesa
Lo strumento impotente dei caschi blu Hanno il compito di mantenere l’ordine, sorvegliare
l’osservanza di tregue o cessazione di ostilità
Non possono assumere un ruolo attivo e propulsivo, devono essere neutrali e imparziali
Dipendono dal segretario Generale ritardati da una trafila burocratico-militare complessa
Composti solo da contingenti di medie e piccole potenze, mal attrezzati e mal preparati
Spesso accusati di aver peggiorato la situazione come in Cipro e in Somalia.
La Guerra in Iraq (2003) Per tutti gli anni ’80 il governo iracheno cercò di
nascondere un programma di costruzione di armi atomiche
A partire dalla prima guerra del Golfo l’Iraq considerato «rogue State» dagli USA
Nel gennaio del 2000, il Segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan, nominò Blix direttore esecutivo della Commissione monitoraggio, verifica e ispezione dell‘ONU (Unmovic), per monitorare il disarmo dell'Iraq.
La Guerra in Iraq (2003) L’11 Ottobre 2002 il Congresso americano votò
l’autorizzazione all’intervento militare in Iraq per difendere la sicurezza interna degli USA dalla minaccia islamica
In seguito alla risoluzione Onu 1441 dell'8 novembre 2002, Blix, e il capo della IAEA, Mohammed El Baradei, furono inviati nuovamente a ispezionare i possibili siti atomici di Saddam.
Il 5 febbraio il segretario di stato USA Colin Powell espose le "prove" dell'esistenza di WMD irachene.
La Guerra in Iraq (2003) Nonostante forti pressioni statunitensi solo 4 dei 15
Stati presenti nel Consiglio erano intenzionati ad approvare la risoluzione
Gli USA attaccarono l’Iraq il 20 Marzo 2003 per deporre Saddam e sconfiggere il terrorismo islamico
Dopo la caduta di Ṣaddam, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha unanimemente riconosciuto USA e Regno Unito quali potenze occupanti ed invitato i propri membri a contribuire alla stabilizzazione della situazione irachena e a favorire l'autogoverno iracheno (risoluzione 1483 del 22 maggio 2003)
L’Onu è ancora viva? Rimane un organo indispensabile . Alternative sarebbero
anarchia o proliferazione centri di potere che causerebbero molti più conflitti di quelli attuali
Propugna un’idea di comunità mondiale fondata su un sistema democratico
Elabora e diffonde a livello mondiale valori e idee su cui ha formato l’opinione pubblica mondiale (pace, autodeterminazione dei popoli, rispetto diritti umani, protezione dell’ambiente, sensibilizzazione al problema demografico e divario economico fra Nord e Sud del mondo)
Modifiche necessarie all’ONU Rafforzare ruolo del Consiglio di Sicurezza
Rendere più incisivi i poteri del Segretario Generale
Snellimento della burocrazia nelle sue attività operative
Creazione di una forza armata permanente, autonoma ed efficace
La giurisdizione obbligatoria della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, affinché quest’ultima diventi un vero e proprio tribunale internazionale
Bibliografia Antonio Cassese, Il sogno dei diritti
umani, Feltrinelli, 2008
Antonio Cassese, I diritti umani oggi, Laterza editori, 2005
http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_in_iraq
Linda Polman, ONU debolezze e contraddizioni di un’istituzione indispensabile per la pace, Sperling & Kupfer editori, 2003
Tesi di laurea di Adriano Antonio Tedde, L’uso della forza a tutela dei diritti umani, Università di Sassari, facoltà di Scienze Politiche, a.a. 2000-2001