il geometra - n. 01 2012

49

Upload: collegio-dei-geometri-torino

Post on 15-Mar-2016

233 views

Category:

Documents


6 download

DESCRIPTION

Periodico del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia

TRANSCRIPT

Editoriale

Il geometra

Organo del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia e del Collegio dei Geometri della Valle d’Aosta

Direttore responsabileILARIO TESIO

Consigliere responsabileLUCIANO SIMONATO

Redazione e impaginazioneMICHELA OBERTO

Direzione, Redazione, Amministrazione, Pubblicità:Via Toselli 1 - 10129 TorinoTel. 011537756 - fax 011533285

Stampa e fotolito:Tipografia Melli - Borgone di SusaTel. 011.96.46.367

Reg. Trib. Torino n. 297 del 23 luglio 1948Pubblicazione mensile con pubblicità inferiore al 50%

Le opinioni espresse negli articoli apparten-gono ai singoli autori dei quali si intende ri-spettare la libertà di giudizi, lasciando agli stessi la responsabilità dei loro scritti.

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Il decreto sulle Liberalizzazioni è in questi mesi nelle prime pagine di tutti i giornali e quindi anche noi, sulla nostra rivista di Categoria, non pos-siamo esimerci dal trattare brevemente questi importantissimi argomenti che coinvolgono il nostro futuro.

Brevemente, perché la continua evoluzione dell’iter parlamentare non ci permette di avere ancora dei punti fermi e quindi di poterci esprimere definitivamente.

Il testo votato dal Senato con la fiducia a fine febbraio dà però un quadro più chiaro: viene riscritta la disciplina relativa alle tariffe professionali, al rapporto tra professionista e cliente per quel che riguarda la pattuizione del compenso, al tirocinio professionale e al nuovo istituto delle Società tra professionisti

È così confermata l’abrogazione delle tariffe delle professioni regola-mentate nel sistema ordinistico. Nel caso di liquidazioni giudiziali, il com-penso del professionista sarà determinato sulla base di nuovi parametri fissati con un decreto che il Ministero della Giustizia emanerà entro 120 giorni dopo l’entrata in vigore della legge di conversione.

Il compenso professionale sarà pattuito al momento del conferimento dell’incarico. Il professionista dovrà rendere nota al cliente la complessità dell’incarico e gli oneri ipotizzabili e dovrà fornire gli estremi della po-lizza assicurativa. Non sarà tenuto a redigere un preventivo scritto (come previsto nel testo del precedente DL) ma un preventivo di massima che indichi la misura del compenso, che dovrà essere adeguato all’importanza dell’incarico e pattuito indicando tutte le voci di costo delle prestazioni, comprensive di spese, oneri e contributi.

La durata del tirocinio professionale non potrà superare i 18 mesi e, per i primi 6 mesi, potrà essere svolto in concomitanza con il corso di studi uni-versitari oppure presso pubbliche amministrazioni, ma solo dopo la laurea. L’emendamento del Governo ha aggiunto la norma per cui ai praticanti sarà riconosciuto un rimborso spese, ma solo dopo i primi sei mesi di tiro-cinio e in misura forfettaria.

Nelle Società tra professionisti, introdotte dalla Legge di Stabilità 2012 - 183/2011, il numero dei soci professionisti o la loro partecipazione al capitale sociale deve essere tale da determinare la maggioranza di due terzi nelle deliberazioni dei soci. La violazione di questa norma è causa di scioglimento della Società e di cancellazione della stessa dall’Albo pro-fessionale presso il quale è iscritta. Viene previsto anche per le Società tra professionisti l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa contro i danni causati dai singoli soci professionisti.

Il Collegio di Torino, oltre a partecipare a tutte le Assemblee dei Presi-denti ed incontri promossi dal Consiglio Nazionale allo scopo di esami-nare a fondo l’argomento e soprattutto di proporre il testo dei regolamenti applicativi che dovranno essere emanati entro agosto, ha organizzato in-contri con i colleghi nelle diverse zone della Provincia che sono in svolgi-mento in questi giorni.

Invitiamo tutti i colleghi a tenersi informati costantemente sull’argo-mento di così vitale importanza e ad approfittare di ogni occasione per esprimere il proprio parere e confrontarsi su questi temi che ci coinvolgo-no in prima persona.

La riforma delle professioni è infatti un’importante occasione per un confronto pubblico sulle prospettive di crescita del Paese e sul ruolo che i 2.100.000 iscritti agli ordini professionali italiani svolgono a supporto dei cittadini e della pubblica amministrazione.

Ilario Tesio

Il geometra

2 il geometra n. 1/12

Sommario

Editoriale pag. 1

Argomenti legislativiLa conferma della cedolare secca nel 2012 per i contratti in corso nel 2011 pag. 3Studio Osella Dottori Commercialisti

Vietati i pagamenti in contanti di importi pario superiori a 1.000 euro artificiosamente frazionati pag. 7

ProfessioneLa prestazione energetica obbligatoria negli annunciimmobiliari dal 1° gennaio 2012 pag. 8

Fasce di rispetto tra impianti elettrici e fabbricatiLinee guida pag. 10

Nozione di parcheggio pertinenziale pag. 11

Il concetto di ristrutturazione per usufruire delledetrazioni 36% e 55% pag. 13

Spazi confinati pag. 17

Guida dei Vigili del Fuoco per l’installazionedegli impianti fotovoltaici pag. 19

Accatastamento dei fabbricati rurali pag. 21

Giurisprudenza in edilizia e urbanistica pag. 22

Il nuovo contratto dei dipendenti degli studi professionali pag. 26

La pubblicazione “Il Geometra Risponde” pag. 27

Dallo sportello per l’edilizia e l’urbanistica del Comune di Torino pag. 28

Commissione Tributaria Provinciale di Torino pag. 30

Cassa di PrevidenzaNotizie dalla Cassa di Previdenza pag. 32

Consiglio NazionaleFederazione Internazionale GeometriWorking Week 6 - 10 maggio 2012 pag. 35 Atti del CollegioScambio degli auguri con i componenti le CommissioniLo spettacolo Drum Theatre pag. 37

Convegni Convegni e mostre pag. 40

I Contratti di Fiume: un percorso per lo svilupposostenibile del territorio pag. 45

La conferma della cedolare secca, pag. 3

I Contratti di Fiume, pag. 45

Direzione Ambiente

per l’attuazione dei

CONTRATTI di FIUME e di LAGO

DGR n° 16 -2610 del 19 settembre 2011

LINEE GUIDA REGIONALI

Il nuovo contratto degli studi professionali, pag. 26

il geometra n. 1/12 3

Il Legislatore, con l’art. 3, D.Lgs. n. 23/2011 ha introdotto, come noto, con decorrenza dal 2011, la c.d. “ce-dolare secca” a favore dei redditi de-rivanti dalla locazione di immobili ad uso abitativo. La cedolare secca rappresenta un regime di tassazione alternativo a quello ordinario IRPEF in base al quale il locatore (perso-na fisica) può assoggettare i redditi fondiari derivanti dalla locazione di immobili ad uso abitativo “ad un’im-posta, operata nella forma della ce-dolare secca”.

La disciplina può essere così sin-tetizzata.

Argomenti legislativi

Il geometra

La conferma della cedolare secca nel 2012 per i contratti

in corso nel 2011

a cura dello Studio Osella Dottori Commercialisti *

Come noto, dal 2011 è stata introdotta la cosiddetta “cedolare secca” applicabile ai redditi derivanti dalla locazione di immobili ad uso abitativo. Per i contratti di locazione in corso nel 2011 (primo anno di applicazione della nuova disciplina) l’Agenzia delle Entrate ha previsto l’esercizio dell’opzione in dichiarazione dei redditi. Al fine di “continuare” ad usufruire della cedolare secca anche per le annualità decorrenti dal 2012 è richiesto di esercitare (nuovamente) l’opzione utilizzando il mod. 69

SOGGETTI INTERESSATI

Persone fisiche in possesso di redditi immobiliari, ossia titolari del diritto di pro-prietà o di altro diritto reale di godimento su unità immobiliari abitative locate, che non agiscono nell’esercizio di un’attività d’impresa, arti o professioni.

TIPOLOGIA REDDITO Reddito fondiario da locazione di immobili ad uso abitativo (categorie catastali da A/1 a A/11, escluso A/10) e relative pertinenze.

BASE IMPONIBILECanone di locazione (100%). Il reddito derivante dalla locazione immobiliare (ad uso abitativo) non può comunque essere inferiore alla rendita catastale rivalutata del 5%

MISURA DELLA CEDOLARE

• 21%;• 19% in caso di contratti c.d. “concordati” ex artt. 2, comma 3 e 8, Legge n. 431/98

IMPOSTE “SOSTITUITE”

• IRPEF;• addizionali IRPEF (regionale e comunale);• imposta di registro;• imposta di bollo.Permane l’obbligo di registrazione del contratto, che assorbe anche la comunicazione alla P.S.

OPZIONE

Il locatore è tenuto a:• comunicare preventivamente all’inquilino la volontà di optare per la tassazione sostitutiva tramite lettera raccomandata, a pena di inefficacia dell’opzione;• esercitare la specifica opzione.

AGGIORNAMENTO CANONE

DI LOCAZIONE

Per la durata di validità dell’opzione è sospesa, in via inderogabile, la possibilità di chiedere l’aggiornamento del canone di locazione.

Il geometra

4 il geometra n. 1/12

L’Agenzia delle Entrate con la Cir-colare 1.6.2011, n. 26/E ha fornito una serie di precisazioni in merito all’ap-plicazione della cedolare secca per il 2011, con specifi co riferimento alle modalità di esercizio dell’opzione.

Al riguardo è necessario distingue-re tra contratti di locazione:- per i quali la (prima) registrazione oppure la registrazione della relati-va proroga è avvenuta a partire dal 7.4.2011;- in corso all’1.1.2011, anche se sca-duti o oggetto di risoluzione prima del 7.4.2011.

CONTRATTI DI LOCAZIONE REGISTRATI A PARTIRE DAL 7.4.2011

Nella citata Circolare n. 26/E l’Agenzia ha precisato che per i con-tratti registrati dal 7.4.2011 l’opzione va esercitata, come a regime, in sede di registrazione del contratto di loca-zione utilizzando il mod. SIRIA (in presenza dei presupposti richiesti) o il mod. 69.

L’opzione, in tal caso, ha effetto, salvo revoca, per l’intera durata del contratto di locazione.

Sul punto l’Agenzia delle Entrate con il Provvedimento 7.4.2011 ave-va previsto, al fi ne di agevolare la

scelta per la cedolare secca da parte dei contribuenti, il differimento del termine per l’esercizio dell’opzione al 6.6.2011 per i contratti di loca-zione i cui termini di (prima) regi-strazione scadevano nel periodo 7.4 – 6.6.2011.

Si rammenta che, a regime:• in caso di proroga, anche tacita, del contratto di locazione, l’opzione per la cedolare secca va esercitata trami-te il mod. 69 da presentare entro il termine fi ssato per il versamento del-l’imposta di registro, ossia entro 30 giorni dalla proroga;• nel caso in cui l’opzione non sia stata esercitata in sede di registrazio-ne o di proroga l’opzione può essere esercitata per le annualità successive, tramite il mod. 69 da presentare entro il termine previsto per il versamento dell’imposta di registro dovuta an-nualmente e quindi entro 30 giorni dalla scadenza di ciascuna annualità.

CONTRATTI DI LOCAZIONE IN CORSO ALL’1.1.2011

Il contribuente poteva applicare la cedolare secca già ai contratti di lo-cazione in corso all’1.1.2011, anche se scaduti o oggetto di risoluzione o prorogati prima del 7.4.2011, ossia per le seguenti fattispecie:

Per tali contratti la scelta per l’ap-plicazione della cedolare secca:• ha comportato:− il versamento dell’acconto (per il 2011) per la cedolare secca;− l’invio all’inquilino, tramite lettera raccomandata, della comunicazione di rinuncia agli aggiornamenti dei canoni di locazione.

Sul punto si rammenta, infatti, che la citata Circolare n. 26/E ha precisa-to che la suddetta rinuncia è:“comunicata al conduttore, con let-tera raccomandata, nel termine sta-bilito per il versamento del primo acconto dovuto, che può essere il 6 luglio 2011 se l’acconto è dovuto in due rate, oppure il 30 novembre 2011 se l’acconto è dovuto in unica rata, ovvero se non è dovuto acconto, en-tro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi.Per i contratti di locazione nei quali è espressamente disposta la rinuncia agli aggiornamenti del canone … si ritiene che non sia necessario invia-re al conduttore la comunicazione in questione”;• comporta l’esercizio dell’opzione nella dichiarazione dei redditi rela-tivi al 2011 (mod. UNICO 2012 PF, mod. 730/2012).

L’Agenzia delle Entrate nella ci-

Contratti già scaduti al 7.4.2011

Contratti in corso al 7.4.2011 e già re-gistrati a atle data, per l’annualità che

termina nel 2011 e/o per quella successiva

Proroga del con-tratto intervenuta

prima del 7.4.2011 per la quale a tale data

è già stata versata l’imposta di registro

Risoluzione del contratto inter-venuta prima del 7.4.2011 per la quale è già stata versata l’imposta

di registra ovvero intervenuta dopo tale data per la quale non è stata

esercitata l’opzione con il mod. 69

Riferimenti

• Art. 3, D.Lgs. n. 23/2011• Circolare Agenzia Entrate 1.6.2011, n. 26/E• Provvedimento Agenzia Entrate 7.4.2011

Argomenti legislativi

il geometra n. 1/12 5

tata Circolare n. 26/E in merito ai contratti in esame ha precisato che l’applicazione della cedolare secca in dichiarazione dei redditi può ri-guardare:• sia l’annualità contrattuale che sca-de sia quella che decorre dal 2011;

oppure• soltanto una delle due suddette an-nualità contrattuali.

L’opzione espressa in dichiarazio-ne dei redditi ha, quindi, effetto solo per l’annualità contrattuale che:- termina nel 2011;

e/o- per quella successiva, che inizia dal 2011 e termina nel 2012.

L’opzione non ha effetto per l’inte-ra durata del contratto a differenza di quanto previsto “a regime”.

“CONFERMA” DELL’OPZIONE PER LE ANNUALITÀ CONTRATTUALI DECORRENTI DAL 2012

Come sopra analizzato, “a regi-me”, l’opzione per la cedolare secca ha effetto, salvo revoca, per l’intera durata del contratto.

Diversamente, l’opzione esercitata per i contratti di locazione in corso all’1.1.2011 ha, in base alla specifica disciplina prevista per il primo anno di applicazione, un effetto “tempo-ralmente limitato”.

Il contribuente che ha optato per la cedolare secca per i contratti di loca-zione in esame se intende continuare ad usufruire della tassazione sostitu-tiva dovrà rinnovare l’opzione per le annualità contrattuali decorrenti dal 2012.

L’Agenzia, infatti, ha specificato che per l’annualità contrattuale che decorre dal 2012 l’eventuale opzione per la cedolare secca dovrà avvenire, entro i termini previsti per il versa-mento dell’imposta di registro (30 giorni dalla scadenza dell’annualità), utilizzando il mod. 69.

L’opzione, in tal caso, ha effetto, salvo revoca, per l’intera durata resi-dua del contratto di locazione.

Esempio 1

Il sig. Aldo Pini proprietario di un appartamento ha stipulato nel 2010 un contratto di locazione di durata quadriennale 1.4.2010 - 31.3.2014.

Le annualità contrattuali sono, quindi, le seguenti:1° annualità contrattuale 1.4.2010 - 31.3.20112° annualità contrattuale 1.4.2011 - 31.3.20123° annualità contrattuale 1.4.2012 - 31.3.20134° annualità contrattuale 1.4.2013 - 31.3.2014

In merito il sig. Pini ha potuto decidere di applicare la cedolare secca:-- ai canoni del periodo:

- 31.3.2011 (1° annualità contrattuale scaduta il 31.3.2011);- 1.4 - 31.12.2011 (2° annualità contrattuale che decorre dall’1.4.2011).

oppure-- a una sola delle suddette 2 annualità contrattuali.

Nella citata Circolare n. 26/E l’Agenzia ha precisato che se l’opzione espressa in sede di dichiarazione dei redditi è riferita anche ai canoni rela-tivi alla 2° annualità contrattuale dovranno essere assoggettati a cedolare secca anche i canoni 1.1 - 31.3.2012 in quanto l’opzione espressa in di-chiarazione riguarda l’intera annualità contrattuale (1.4.2011 - 31.3.2012) “compresa quindi la parte dell’annualità ricadente nel successivo periodo d’imposta”.

Argomenti legislativi

Il geometra

Il geometra

6 il geometra n. 1/12

Sul punto l’Agenzia nella citata Circolare n. 26/E così si è espressa:“Per l’annualità decorrente dal … 2012 … l’opzione per la applicazio-ne della cedolare secca deve … esse-re espressa con il modello 69, entro il termine di pagamento dell’imposta di registro che sarebbe dovuta per tale annualità ed esplica effetti per la residua durata del contratto”.

(RE)INVIO DELLA COMUNICAZIONE DI RINUNCIA AGLI AGGIORNAMENTI DEI CANONI DI LOCAZIONE

Come sopra evidenziato l’efficacia dell’opzione per la cedolare secca è subordinata all’invio all’inquilino, tramite lettera raccomandata, della comunicazione relativa alla rinuncia agli aggiornamenti dei canoni di lo-cazione a qualsiasi titolo, anche se contrattualmente previsto, compre-so quello derivante dalla variazione ISTAT. Tale rinuncia è valida per la durata dell’opzione.

Come desumibile dalla citata Cir-colare n. 26/E:“la comunicazione deve essere in-viata al conduttore prima di eserci-tare l’opzione per la cedolare secca, e, pertanto, in linea generale, prima di procedere alla registrazione del contratto ovvero prima del termine di versamento dell’imposta di registro per le annualità successive”.

È opportuno che l’Agenzia delle Entrate intervenga a chiarire se, nel caso di “conferma” dell’opzione per la cedolare secca per le annualità contrattuali decorrenti dal 2012, il contribuente dovrà entro la presenta-zione del mod. 69 (re)inviare, tramite raccomandata, la citata comunicazio-ne all’inquilino.

* Silvia Osella - Maria Gatti Dottori Commercialisti in Torino

Esempio 2

Con riferimento all’esempio n. 1 il sig. Pini, se intende continuare ad applicare la cedolare secca dovrà esercitare l’opzione entro i termini previsti per il versamento dell’imposta di registro dovuta per la 3° annualità contrattuale decorrente dal 2012 (1.4.2012 - 31.3.2013).

In tal caso, quindi, il sig. Pini, entro il 30.4.2012 utilizzando esclusivamente il mod. 69, confermerà l’opzione per la cedolare secca per le annualità successive. L’opzione avrà effetto per la durata residua del contratto quindi fino al 31.3.2014, salvo revoca.

L’opzione avrà effetto per la durata residua del contratto quindi fino al 31.3.2014, salvo revoca.

Compilazione del mod. 69 (questione operativa)Una questione operativa connessa alla presentazione del mod. 69 riguarda la compilazione del campo “Adempimento”. Considerato che sonopresenti le seguenti caselle:• “Reg” registrazione;• “Pro” proroga;• “Ces” cessione;• “Ris” risoluzione.quale casella va barrata?La fattispecie in esame non rientra, infatti, in alcuna delle suddette casisti-che. Quindi tale campo dovrebbe essere lasciato “in bianco”. In alternativa si potrebbe ipotizzare di barrare la casella “Reg”. Sul punto è auspicabile un chiarimento dell’Agenzia delle Entrate.

La cedolare secca è un’imposta sostitutiva, che tassa in maniera “secca” appunto un determinato reddito, quello derivante da locazioni ad uso abitativo. Ciò sta a significare che la tassazione su questi redditi avviene in una maniera prefissata, prescindendo dal possesso di altri eventuali redditi (ad esempio pensione, stipendio, redditi di lavoro autonomo ecc.)

Argomenti legislativi

il geometra n. 1/12 7

In riferimento alla disposizione prevista dal “Decreto Monti” (art. 2 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138 convertito dalla legge 14 settem-bre 2011, n. 148) riguardo l’abbassa-mento dell’utilizzo del contante da 2.500 a 1.000 euro, l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha emanato la Circolare 11 gennaio 2012, n. 46 recante “Misure urgenti per il coor-dinamento della lotta contro la de-linquenza di tipo mafi oso (pos. 201). Decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 - Art 12 del D.L. 201 del 2011 - Prelievi e versamenti di contante”.

In particolare, il Decreto Monti vie-ta il trasferimento di denaro contante o di libretti di deposito bancari o po-stali al portatore o di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, quando il valore oggetto di trasferi-mento, è complessivamente pari o su-periore a 1.000 euro.

La circolare dell’ABI precisa che “il trasferimento è vietato anche quando è effettuato con più pagamenti inferio-ri alla soglia che appaiono artifi ciosa-mente frazionati. Il trasferimento può tuttavia essere eseguito per il tramite di banche, istituti di moneta elettroni-ca e Poste Italiane S.p.A.”. Dunque, il limite di importo di 1.000 euro, aven-do a riferimento i soli trasferimenti, non può trovare applicazione ad ope-razioni di versamento e di prelievo in contanti su conti correnti e libretti di deposito. In altri termini non può op-porsi diniego alle predette operazioni di versamento e di prelievo in contanti richieste dal cliente.

L’ABI ha ricordato che le operazioni di prelievo e/o di versamento di denaro con-tante richieste da un cliente non concretizzano automa-ticamente una violazione dell’articolo 49 del D.lgs. n. 231/2007 e, pertanto, non comportano l’obbligo di effettuare la comunicazio-ne al Ministero dell’econo-mia e delle fi nanze, ai sensi dell’articolo 51 del D.lgs. n. 231/2007. Tale comunicazione è ob-bligatoria solo qualora concreti ele-menti inducano a ritenere violata la disposizione normativa. I suddetti elementi devono essere correttamen-te indicati nella comunicazione così

da consentire all’Amministrazione di valutare la sussistenza dei presup-posti per la contestazione della vio-lazione dell’articolo 49, comma 1, relativamente alla movimentazione di contante.

Vietati i pagamenti in contanti di importi pari o superiori a 1.000 euro artifi ciosamente frazionati

Una circolare dell’ABI sull’argomento

Dal 6 dicembre 2011 il limite per il pagamento in contanti è stato ridotto dai precedenti 2.499,99 euro agli attuali 999,99 euro

Dal 31 marzo devono essere “portati” sotto la soglia i libretti al portatore con saldo superiore ai 999,99 euro, oppure estinti

Gli assegni bancari e postali nonché i vaglia postali e cambiari di importo pari o superiore a 1.000 euro devono riportare il nome e la ragione sociale del benefi ciario e la clausola di non trasferibilità

Argomenti legislativi

Il geometra

Professione

Il geometra

8 il geometra n. 1/12

Per vendere un edificio o una singo-la unità immobiliare è necessario far redigere l’attestato di certificazione energetica da un certificatore accre-ditato e poi riportare i dati negli an-nunci affissi all’edificio o pubblicati su riviste, siti web e altri mezzi di comunicazione.

La disposizione è contenuta nel-l’articolo 13 del Dlgs 28/2011, di recepimento della Direttiva 2009/28/CE sulla promozione delle energie rinnovabili, che ha aggiunto all’arti-

colo 6 del Dlgs 192/2005 il comma 2-quater che recita “Nel caso di of-ferta di trasferimento a titolo oneroso di edifici o di singole unità immobi-liari, a decorrere dal 1° gennaio 2012 gli annunci commerciali di vendi-ta riportano l’indice di prestazione energetica contenuto nell’attestato di certificazione energetica”.

In pratica il legislatore obbliga a in-serire su tutte le tipologie di annunci di vendita (carta stampata, internet, cartelli su strada e in vetrina) l’indi-

cazione anche dell’indice di presta-zione energetica (IPE)

L’indice di prestazione energe-tica - ricordiamo - misura il consu-mo totale di energia primaria per il riscaldamento invernale (in regime continuo per 24 ore) riferito all’unità di superficie utile o di volume lordo, espressi rispettivamente in kWh/mq anno o kWh/hmc anno. Ad un indice più basso corrisponde un consumo di energia più basso e, quindi, una pre-stazione energetica migliore.

La prestazione energetica obbligatoria negli annunci

immobiliari dal 1° gennaio 2012

Risulta che in Italia circa il 70% del patrimonio edilizio esistente risalga a prima dell’entrata in vigore della legge 373/1976 “Norme per il contenimento del consumo energetico per usi termici negli edifici” e della legge 10/1991 “Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”. Gli immobili situati nelle classi energetiche migliori, A, B e C, rappresentano attualmente solo la punta dell’iceberg, dal 2 al 5% a seconda delle rilevazioni.Secondo il Ministero dello Sviluppo Economico gli edifici sono responsabili del 33% del totale dei consumi energetici.

Professione

Il geometra

il geometra n. 1/12 9

La legge nazionale richiede quin-di di indicare l’indice di prestazione energetica e non la classe energetica, che può variare su una scala colorata da A a G di più immediata compren-sione.

La classe energetica è strettamen-te correlata all’indice di prestazione, ma quest’ultimo dà un’indicazione più diretta dei consumi reali.

Il valore economico delle case po-trà cambiare significativamente nel giro di poco tempo. Se fino ad oggi siamo stati abituati a valutarne il prezzo in funzione di parametri come la superficie, la posizione, le finiture adesso entrerà in gioco anche il con-sumo energetico della casa.

Viene dunque valorizzato il dato relativo all’efficienza energetica in

fase anteriore alla predisposizione del rogito, quando cioè l’immobile è oggetto di commercializzazione sul mercato.

Il provvedimento favorisce un no-tevole passo in avanti verso un modo d’abitare più sostenibile a livello economico ed ecologico e conferma l’importanza crescente che va assu-mendo la certificazione energetica all’interno del mercato immobiliare italiano. La classe energetica potrà diventare una variabile imprescindi-bile per stimare il reale valore degli immobili: gli edifici a bassa efficien-za energetica perderanno di valore, mentre andranno a rialzo quelli che, ben coibentati e dotati di impianti di produzione di energia efficienti, con-sentiranno consumi ridotti.

Risulta perciò chiara l’importan-za di disporre di una certificazione energetica di qualità, in grado di individuare con precisione la classe energetica della casa, garantire la va-lutazione economica dell’immobile, così da prevenire contestazioni di danni economici da parte di acqui-renti e locatari.

Purtroppo l’aumentata sensi-bilità in tal senso ha provocato un vero mercato di certificazioni energetiche “facili”, con il rilascio di certificazioni low cost a prezzi stracciati, senza alcuna garanzia di qualità. La Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia che è stata chiamata a garantire che i certificatori siano “esperti e indipendenti”

SANZIONI CERTIFICAZIONE ENERGETICA

La Regione Piemonte ha attivato i controlli previsti dalla l.r. 13/2007; infatti, avvalendosi dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale (A.R.P.A.), annualmente sono previsti accertamenti e ispezioni a campione in corso d’opera o entro cinque anni dalla data di fine lavori dichiarata dal committente, al fine di verificare la regolarità dell’attestato di certificazione energetica e la conformità delle opere realizzate alla documen-tazione progettuale. Anche per gli attestati di certificazione energetica predisposti in occasione di compravendita e loca-zione sono previsti annualmente controlli a campione sulla loro regolarità.

Si ricorda che sempre la L.r. 13/2007 e s.m.i prevede le se-guenti sanzioni a carico del certificatore (articolo 20): - salvo che il fatto costituisca reato, il certificatore che rilascia l’attestato di certificazione energetica non veritiero, è punito con la sanzione amministrativa pari al doppio della parcella vidimata dal competente ordine o collegio professionale e l’esclusione dall’elenco regionale dei certificatori. L’autorità che applica la sanzione ne dà comunicazione all’ordine o al collegio professionale competente, per i provvedimenti disci-plinari conseguenti; - il certificatore che rilascia l’attestato di certificazione sen-za il rispetto dei criteri e delle metodologie previste dalla l.r. 13/2007 e s.m.i. (articolo 5), è punito con la sanzione ammi-nistrativa pari al valore della parcella vidimata dal competente ordine o collegio professionale

Si raccomanda la massima attenzione nell’osservanza delle

normative e procedure che devono essere rispettate nel rilascio del

certificato energetico

Professione

Il geometra

10 il geometra n. 1/12

Il D.P.C.M. 8 luglio 2003 “Fissa-zione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della po-polazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodot-ti” stabilisce che nella progettazione di nuovi insediamenti abitativi sia rispettato un obiettivo di qualità di esposizione ai campi elettrici e ma-gnetici a 50 hz. Questo determina il calcolo di una fascia di rispetto tra gli insediamenti abitativi in progetto e gli impianti elettrici (linee aeree e cabine primarie e secondarie), che dipende dalle caratteristiche tecniche degli impianti stessi.

Il DM Ministero Ambiente 29 maggio 2008 “Approvazione meto-dologia di calcolo per la determina-zione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti” introduce la definizione

di “Distanza di Prima Approssi-mazione (DPA)” come proiezione al suolo della fascia di rispetto. Per la determinazione di tale DPA dagli elettrodotti è stata pubblicata sul sito internet di Enel la “Linea guida per l’applicazione del § 5.1.3 dell’Alle-gato al DM 29.05.08 - Distanza di prima approssimazione (DPA) da linee e cabine elettriche”. Detta Li-nea Guida ad uso pubblico riporta la DPA per la maggior parte delle confi-gurazioni delle linee Alta Tensione e Media Tensione e Cabine Primarie e Secondarie degli impianti Enel.

Le Linee guida sono reperibili sul sito:

http://www.enel.it/it-IT/doc/reti/enel_distribuzione/Produttori_Lie-neaGuidaDPA

Detta Linea Guida ad uso pubblico riporta la DPA per la maggior parte delle configurazioni delle linee AT e

MT e Cabine Primarie e Secondarie degli impianti.

La Distanza di Prima Approssima-zione fornisce un indicazione di mas-sima a cui possono riferirsi gli enti territoriali e i progettisti per definire l’edificabilità dei siti in presenza di impianti elettrici; nei casi in cui gli edifici di nuova progettazione non ri-spettassero tale DPA, si deve calcola-re con precisione la Fascia di Rispet-to, per determinare l’avvicinamento minimo degli stessi dalle parti attive degli impianti elettrici nel caso spe-cifico. Queste fasce di rispetto dagli impianti di proprietà dell’Enel pos-sono essere richieste, fornendo i dati progettuali di massima delle nuove costruzioni, contattando l’Enel e for-nendo i dati progettuali di massima delle nuove costruzioni.

Fasce di rispetto tra impianti elettrici e fabbricati

Linee guida

La Distanza di Prima Approssimazione fornisce un indicazione di massima a cui possono riferirsi gli enti territoriali e i progettisti per definire l’edificabilità dei siti in presenza di impianti elettrici

Professione

Il geometra

il geometra n. 1/12 11

La Corte di Cassazione, con la sen-tenza n. 45068 del 16 novembre 2011 della III Sezione penale, tramite un dettagliato e argomentato esame del-la giurisprudenza amministrativa e penale formatasi sull’attuazione del-le procedure derogatorie per la rea-lizzazione di parcheggi pertinenziali (previste dall’articolo 9 della legge 122/1989, c.d. “legge Tognoli”), di-chiara illegittima la delibera n. 165 del 1997 del Consiglio comunale di Roma che, regolamentando l’appli-cazione della disposizione di legge, include il concetto di «prossimità» in quello di “pertinenzialità” in termini così estesi da rappresentare un ingiu-stificabile ampliamento dei margini fissati dalla giurisprudenza.

Nell’occasione la Corte ricorda come la necessità che venga salva-guardato in concreto il rapporto di pertinenzialità sia già ribadita dalla precedente sentenza n. 14940/2009, la quale (richiamando a sua volta la sentenza delle Sezioni Unite Civili n. 12739/2005) fissa il principio che il vincolo di pertinenza deve essere ritenuto non esistente per i parcheggi realizzati in eccedenza rispetto allo spazio minimo richiesto dalla legge n. 765 del 1967, ancorché costruiti dallo stesso proprietario dell’immo-bile; per cui occorre che venga sem-pre assicurata la «preventiva possibi-lità di identificazione, alla luce della documentazione depositata, degli im-mobili al cui asservimento potessero essere destinati i boxes in fase di rea-lizzazione». Pertanto la Corte ritie-ne che la deliberazione comunale n. 165 del 1997, se non accompagnata

da specifiche garanzie, comporti un definito snaturamento della volontà della legge Tognoli, in quanto fon-data su una interpretazione estensi-va dell’art. 9 della L. 122/1989, non consentita in presenza di una norma di carattere derogatorio.

L’ipotesi, alla base del regolamen-to comunale, di una relazione tra i parcheggi e una indistinta pluralità di soggetti che ricadono entro una vasta area di tessuto cittadino densamente edificato, presenta due caratteristiche non compatibili con le previsioni e la ratio della legge. In primo luogo, risulta trasformata la pertinenza tra

parcheggi e specifici immobili in un rapporto che finisce per porre in relazione i parcheggi in modo indif-ferenziato con l’intera area servita. In secondo luogo, viene sovverti-ta l’impostazione della legge, che muove dall’esistenza di un accordo tra proprietari o titolari di immobi-li finalizzato alla realizzazione di parcheggi destinati a servire le pro-prietà (e in quanto tali non trasferi-bili disgiuntamente dalla proprietà stessa), e si darebbe corso a un in-tervento d’iniziativa di terzi, rivolto ad una pluralità di persone non in-dividuate, sollecitandone l’interesse

Nozione di parcheggio pertinenziale

La Corte di Cassazione, nel giudicare illegittima la regolamentazione del Comune di Roma per l’attuazione delle disposizioni della “legge Tognoli”, si pronuncia sulla nozione di parcheggio pertinenziale

Professione

Il geometra

12 il geometra n. 1/12

all’acquisto, con una impostazione tipica di una iniziativa speculativa, che si caratterizza per l’assunzione di rischio imprenditoriale e comporta l’eventualità che i parcheggi realiz-zati restino in tutto o in parte privi di destinazione. Più precisamente la Corte osserva che - in questa ultima ipotesi - il soggetto privato che inten-da dare risposta all’esigenza di spazi destinati a parcheggio, rappresentata dalla collettività che grava su un’area cittadina, può avviare iniziative com-merciali compatibili con gli stru-menti urbanistici vigenti e secondo l’ordinario regime del permesso di costruire, così sottoponendo l’ope-ra ai controlli preventivi necessari anche in relazione alle dimensioni e all’impatto che questa riveste sul tes-suto urbano.

Sulla base delle considerazioni espresse la Corte afferma il principio secondo cui “la realizzazione di par-cheggi in forza del regime agevola-to previsto dall’art. 9 della legge n. 122 del 1989 può avvenire ad opera di terzi e in aree anche non limitrofe a quelle ove insistono gli immobili a condizione che detti immobili siano individuati al momento di presenta-zione della d.i.a. così da assicurare in concreto l’esistenza di una relazione pertinenziale tra i parcheggi e le sin-gole unità e da escludere che si versi in ipotesi di iniziativa speculativa, ipotesi soggetta all’ordinaria disci-plina urbanistica ed edilizia”.

Sul Supplemento ordinario n. 27 alla Gazzetta uffi ciale n. 33 del 9 febbraio 2012 è stato pubblicato il Decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5 recante “Disposizioni urgenti in materia di semplifi cazione e di svi-luppo”. Il decreto-legge consta di 63 articoli e di un allegato; l’art 10 riguarda appunto i parcheggi pertinenziali.

Parcheggi pertinenziali (art. 10)Con la decadenza del vincolo dell’invendibilità separata per i posti auto e i box realizzati negli edifi ci esistenti, gli stessi diventano li-beramente vendibili, anche separatamente dall’appartamento di cui sono pertinenza, purché il nuovo proprietario li destini a pertinenza di un’unità immobiliare situata nello stesso Comune. La norma vale in deroga ai titoli edilizi e alle convenzioni fi rmate con il Comune. Il vincolo di invendibilità separata non decade per i parcheggi realizzati nel sottosuolo comunale e acquistati in diritto di superfi cie per un massimo di 90 anni.

SITO INTERNET DEL COLLEGIOSul sito Internet del Collegio

www.collegiogeometri.to.it vengono pubblicati tutti i documenti di interesse della professione, i bandi,

le notizie ed i resoconti delle Commissioni e tutte le informazioni utili.

Si invitano i professionisti a consultare il sito con regolarità, per essere maggiormente informati sulle notizie e novità

Professione

Il geometra

il geometra n. 1/12 13

Risoluzione n. 4/E del 04/01/2011

OGGETTO: Consulenza Giuridica – Art. 1 della legge n. 449 del 1997 Piano Casa – Possibilità di fruire del-la detrazione del 36 per cento sulle spese di ristrutturazione in presenza di lavori di ampliamento

Con la consulenza giuridica in og-getto, concernente l’interpretazio-ne dell’art. 1 della legge n. 449 del 1997, è stato esposto il seguente

QUESITOL’istante chiede di sapere se, per

gli interventi di ampliamento pre-visti dal c.d. Piano Casa - introdot-to dall’art. 11 del decreto legge 112 del 2008 – è possibile usufruire delle detrazioni fiscali del 36 e 55 per cen-to, previste, rispettivamente, per gli interventi di ristrutturazione edilizia (legge n. 449 del 1997, art. 1) e di riqualificazione energetica (legge n. 296 del 2006, art. 1, commi 344 e seguenti), realizzati sul patrimonio edilizio esistente.

La questione, a dire della Direzione istante, è sorta per effetto delle mol-teplici richieste di chiarimento che le sono pervenute, in considerazione del fatto che il Piano Casa prevede la possibilità di effettuare ampliamenti o ricostruzioni di edifici in deroga ai Piani Regolatori locali.

SOLUZIONE INTERPRETATIVA PROSPETTATA DAL

CONTRIBUENTEL’istante premette che l’art. 3 del

Testo Unico per l’edilizia, approvato con D.P.R. n. 380 del 6.6.2001, en-trato in vigore il 30.6.2003, nel de-finire gli interventi edilizi preceden-temente individuati dall’art. 31 della legge n. 457 del 5.8.1978, include, al comma 1, lett. d), tra gli interventi di “ristrutturazione edilizia”, anche quelli “consistenti nella demolizio-ne e ricostruzione con la stessa vo-lumetria e sagoma di quelli preesi-stenti, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica”; mentre, alla lett. e), definisce gli “interventi di nuova costruzione” quelli di “costru-zione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l’ampliamento di quelli esistenti all’esterno della sago-ma esistente”.

Tanto premesso, l’Amministrazio-ne finanziaria ha precisato che non sono agevolabili, ai sensi dell’art. 1 della legge 449 del 1997, gli in-terventi di nuova costruzione (salvi i parcheggi pertinenziali) e ha indi-cato, fra gli interventi ammessi alla detrazione, quelli di ristrutturazione edilizia, di cui all’art. 31, lett. d), del-la legge n. 457 del 1978, che aumen-tino la superficie utile ma non il vo-lume preesistente; unica eccezione è

rappresentata dai servizi igienici, per la costruzione dei quali è possibile aumentare sia le superfici che i volu-mi esistenti (cfr circolare n. 57/E del 24 febbraio 1998, p. 3.4 e circolare n. 121 dell’11 maggio 1998, p. 4).

Possono, inoltre, essere ammessi alla detrazione fiscale i costi degli in-terventi di fedele ricostruzione degli edifici demoliti, ferma restando, nel titolo abilitativo, la corrispondenza di detti interventi alla categoria delle ristrutturazioni edilizie ai sensi del-l’art. 31, lett. d) della legge 457 del 1978.

Pertanto, secondo le previsioni del richiamato art. 3, lett. d), del D.P.R. 380 del 2001, gli interventi di ristrut-turazione e ampliamento dell’edifi-cio, qualora al termine dei lavori si realizzi un edificio nel suo comples-so diverso, per sagome e volumi, da quello originario, si configurano “in-terventi di nuova costruzione”.

Conseguentemente, la Direzio-ne istante, in presenza dei predetti interventi di ristrutturazione e am-pliamento, ha negato la possibilità di fruire delle detrazioni fiscali in esame, non ritenendo possibile scor-porare le spese di ampliamento da quelle di ristrutturazione. Per le me-desime considerazioni, la Direzione istante ritiene che non possano trova-re applicazione le detrazioni del 55 per cento previste dall’art. 1, commi

Il concetto di ristrutturazione per usufruire delle detrazioni

36% e 55%

Nel pronunciarsi sugli incentivi riferiti agli gli interventi previsti dal Piano Casa, l’Agenzia delle Entrate indica le possibilità di fruire della detrazione del 36 per cento sulle spese di ristrutturazione in presenza di lavori di ampliamento, accennando anche al 55%

Professione

Il geometra

14 il geometra n. 1/12

da 344 a 349, della legge n. 296 del 2006, riferibili unicamente ad edifici esistenti e non alle nuove costruzioni.

E’, infatti, vero che il Piano Casa può derogare alle disposizioni previste dagli strumenti urbanistici comunali o dalle norme regolamentari locali, ma è altrettanto innegabile che la natura dell’intervento non muta e, in presen-za di un intervento di ampliamento, quest’ultimo continua a configurarsi come “nuova costruzione”.

PARERE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

L’art. 11 del decreto legge n. 112 del 2008, convertito con legge n. 133 del 2008, ha approvato il cd. Piano Casa al fine di garantire su tutto il territorio nazionale i livelli minimi essenziali di fabbisogno abitativo.

Il Piano consiste in un sistema di norme che consente di effettuare am-pliamenti o ricostruzioni di edifici sulla base di leggi regionali, in dero-ga ai piani regolatori locali.

In particolare, è previsto che i Co-muni concedano permessi per am-pliare edifici abitativi esistenti fino al 20 per cento del loro volume o della

superficie coperta. Inoltre, è prevista la possibilità di abbattere e ricostruire - anche in zona differente - edifici an-tecedenti al 1989 che necessitino di essere adeguati agli standard qualita-tivi, energetici e di sicurezza, purché non soggetti a particolari vincoli. In tal caso, la ricostruzione potrà essere autorizzata con un aumento dei vo-lumi del 30 per cento, elevabile sino al 35, se la stessa avviene con tecni-che di bioedilizia o che prevedano l’installazione di impianti ad energie rinnovabili.

Con riferimento al quesito posto – concernente la possibilità di fruire delle agevolazioni fiscali del 36 e 55 per cento sugli interventi di amplia-mento previsti dal Piano Casa – si premette che l’art. 3 del D.P.R. n. 380 del 2001 (Testo Unico dell’edi-lizia) riconduce fra gli interventi di ristrutturazione edilizia anche quelli consistenti nella demolizione e rico-struzione con la stessa volumetria e sagoma di quelli preesistenti, fatte salve le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa anti-sismica; inoltre, definisce interventi

di “nuova costruzione” quelli riguar-danti la realizzazione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l’ampliamento di quelli esistenti al-l’esterno della sagoma esistente.

Sulla base di tali assunti, questa Amministrazione, con riguardo agli interventi di ristrutturazione edilizia ammessi al beneficio delle detrazioni fiscali del 36 e 55 per cento, ha chia-rito che, nell’ipotesi di ristrutturazio-ne con demolizione e ricostruzione, la detrazione compete solo in caso di fedele ricostruzione, nel rispetto di volumetria e sagoma dell’edificio preesistente; conseguentemente, nel-l’ipotesi di demolizione e ricostru-zione con ampliamento, la detrazio-ne non spetta in quanto l’intervento si considera, nel suo complesso, una “nuova costruzione”. Qualora, inve-ce, la ristrutturazione avvenga senza demolizione dell’edificio esistente e con ampliamento dello stesso, la detrazione compete solo per le spese riferibili alla parte esistente in quanto l’ampliamento configura, comunque, una “nuova costruzione” (cfr Circ. n. 57/E del 1998, Circ. n. 36/E del 2007

Nell’ipotesi di ristrutturazione con demolizione e ricostruzio-ne, la detrazione compete solo in caso di fedele ricostruzione, nel rispetto di volumetria e sa-goma dell’edificio preesistente; conseguentemente, nell’ipotesi di demolizione e ricostruzione con ampliamento, la detrazione non spetta in quanto l’intervento si considera, nel suo complesso, una “nuova costruzione”. Qualora, invece, la ristrutturazione avven-ga senza demolizione dell’edificio esistente e con ampliamento dello stesso, la detrazione compete solo per le spese riferibili alla parte esistente in quanto l’ampliamento configura, comunque, una “nuova costruzione”

Professione

Il geometra

il geometra n. 1/12 15

e, da ultimo, Circ. n. 39/E del 2010).I criteri indicati si rendono appli-

cabili anche agli interventi di am-pliamento previsti in attuazione del Piano Casa, posto che le disposizioni che derogano agli strumenti urba-nistici locali, essendo introdotte da leggi regionali, non possono influire sulla applicazione di prescrizioni di carattere fiscale contenute nelle nor-me nazionali.

Ne consegue che, ai fini fiscali, gli interventi di ampliamento, come de-finiti dall’art. 3 del richiamato Testo Unico dell’Edilizia, continuano a configurarsi come “nuova costruzio-ne” e, pertanto, si considerano am-messi al beneficio fiscale delle detra-zioni del 36 e 55 per cento solo alle condizioni precisate nei richiamati provvedimenti di prassi.

Le Direzioni Regionali vigileran-no affinché i principi enunciati nella presente risoluzione vengano appli-cati con uniformità.

IL DIRETTORE CENTRALE

Le circolari e risoluzioni precedenti

Il Testo Unico per l’edilizia defi-nisce tra gli interventi di ristruttura-zione anche quelli “consistenti nella demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma di quelli preesistenti, fatte salve le sole inno-vazioni necessarie per l’adeguamen-to alla normativa antisismica”, men-tre gli interventi di nuova costruzione sono quelli riguardanti la “costruzio-ne di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l’ampliamento di quelli esistenti all’esterno della sago-ma esistente”.

Sulla base di queste definizioni l’Agenzia delle Entrate, con circolari e risoluzioni, ha fornito chiarimenti in merito all’applicazione dei be-nefici fiscali del 36% e 55% per gli interventi di ristrutturazione edilizia nei casi di ampliamento dell’edificio esistente e di demolizione e ricostru-zione dell’edificio.

La Circolare n. 36/E del 31/05/2007, paragrafo 2, ha precisato, relativa-mente alla detrazione del 55%, che nel caso di ristrutturazioni con de-molizione e ricostruzione si può ac-cedere all’agevolazione solo nel caso di fedele ricostruzione, ravvisando nelle altre fattispecie il concetto di nuova costruzione.

Nelle Circolari n. 57 del 24/02/1998, paragrafo 3.4 e n. 121 dell’11/05/1998, paragrafo 4, si pre-cisa che: - non spetta l’agevolazione del 36% per gli interventi di nuova costruzio-ne fatti salvi i parcheggi pertinenzia-li; - spetta, invece, la detrazione del 36% per gli interventi di fedele rico-struzione degli edifici demoliti e gli interventi di ristrutturazione che au-

Il Testo Unico per l’edilizia defini-sce tra gli interventi di ristruttu-razione anche quelli “consistenti nella demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma di quelli preesistenti, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica”, mentre gli inter-venti di nuova costruzione sono quelli riguardanti la “costruzione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l’ampliamento di quelli esistenti all’esterno della sagoma esistente”.

Circolare n. 36/E del 31/05/2007

Circolari n. 57 del 24/02/1998, paragrafo 3.4 e n. 121 dell’11/05/1998,

Professione

Il geometra

16 il geometra n. 1/12

mentano la superfi cie utile ma non il volume preesistente, con l’unica ec-cezione dei servizi igienici per la cui costruzione è possibile aumentare sia la superfi cie che il volume esistenti.

La Circolare n. 39/E del 01/07/2010, risposta 4.1, relativamente alla detra-zione del 55%, ha precisato che la detrazione spetta solo per le spese riferibili alla parte esistente in caso di ristrutturazione senza demolizione

dell’esistente e ampliamento; in tal caso l’agevolazione non può riguar-dare gli interventi di riqualifi cazio-ne energetica globale dell’edifi cio, previsti dall’articolo 1, comma 344, della legge n. 296 del 2006, consi-derato che per tali interventi occorre individuare il fabbisogno di energia primaria annua riferita all’intero edi-fi cio, comprensivo, pertanto, anche dell’ampliamento.

Sono, invece, agevolabili gli altri interventi (previsti dai commi 345, 346 e 347 dell’art. 1 della Legge n. 296 del 2006), per i quali la detrazio-

ne è subordinata alle caratteristiche tecniche dei singoli elementi costrut-tivi (pareti, infi ssi ecc.) o dei singo-li impianti (pannelli solari, caldaie ecc). Nel caso in cui con tali inter-venti si realizzino impianti al servi-zio dell’intero edifi cio la detrazione del 55%, non potendo essere ricono-sciuta sulla parte di spesa riferita al-l’ampliamento, deve essere calcolata solo sulla parte imputabile all’edifi -cio esistente.

Circolare n. 39/E del 01/07/2010

Agenzia delle Entrate Guida aggiornata su “Ristrutturazioni Edilizie: le agevolazioni fi scali”

Per le nuove costruzioni è stata pubblicata la guida aggiornata dell’Agenzia delle Entrate

Nelle opere di riqualifi cazione edilizia è possibile usufruire di una serie di agevolazioni, quali:- IVA agevolata al 10% per interventi di recupero degli immobili; - detrazione IRPEF del 19% sugli interessi passivi pagati per mutui stipulati per la costruzione e la ristruttura-

zione dell’abitazione principale; - IVA agevolata al 4% sui beni fi niti acquistati per la costruzione di abitazioni non di lusso.

Ma chi può fruire di queste detrazioni? A quali tipologie di lavori spettano queste agevolazioni? Cosa occorre fare per ottenere queste detrazioni?A tutte queste domande vengono fornite risposte chiare e precise dall’Agenzia delle Entrate, con la nuova versione, aggiornata a novembre 2011, della guida “Ristrutturazioni Edilizie: le agevolazioni fi scali”.Il documento contiene in dettaglio le istruzioni operative per utilizzare al meglio le principali agevolazioni fi scali ed è corredato da una serie di esempi pratici.

GUIDA AGGIORNATA DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE SULLE AGEVOLAZIONI FISCALI IN EDILIZIA

Posta elettronica certifi cataSi ricorda che tutti i professionisti hanno l’obbligo di dotarsi di indirizzo di casella di

Posta Elettronica Certifi cata, comunicandolo ai rispettivi Collegi professionali.

E’ possibile ottenere gratuitamente la PEC tramite la convenzione con il Consiglio Nazionale-Cassa di Previdenza e Aruba, sul sito www.cassageometri.it

Professione

Il geometra

il geometra n. 1/12 17

Il 23 novembre 2011 è entrato in vigore il D.P.R. 177/2011 “Regola-mento recante le norme per la qua-lificazione delle imprese e dei lavo-ratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confina-ti”.

Il D.P.R. dispone che qualsiasi attività lavorativa nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati (fogne, fosse biologiche, silos, serbatoi, vasche, depuratori, locali non adeguatamente ventilati, ecc.), può essere svolta unicamente da imprese o lavoratori qualificati ed in possesso dei seguenti requisiti:- presenza di personale, in misura del 30% della forza lavoro, con espe-rienza triennale in questo tipo di la-vorazioni (condizione obbligatoria per coloro che svolgono la funzione di preposto);- personale (compreso il datore di la-voro qualora impegnato nelle attivi-tà) informato e formato sui fattori di rischio specifici, secondo contenuti e modalità che verranno individuati dal legislatore entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del D.P.R. 177/2011;- possesso di DPI idonei ed avvenuto addestramento all’uso corretto degli stessi;- essere in regola con il DURC – Do-cumento Unico di Regolarità Contri-butiva.

Per tali attività non è ammesso il ricorso a subappalti se non espressa-mente autorizzati dal datore di lavoro committente.

Il datore di lavoro deve informare tutto il personale impegnato, sui ri-

schi che potrebbero essere presenti nelle aree di lavoro e deve individua-re un proprio rappresentante, ade-guatamente formato ed addestrato, che vigili sulle attività lavorative.

Il mancato rispetto delle previ-sioni previste dal presente Decreto, determina il venir meno della quali-ficazione necessaria per operare nel settore degli ambienti sospetti di in-quinamento o confinati.

La prima novità riguarda la quali-ficazione delle imprese e dei lavora-tori autonomi che possono operare in spazi confinati. In aggiunta a tutti gli obblighi già gravanti in materia, è prevista:- l’obbligatorietà di informazione, formazione e addestramento speci-fici, da rinnovare periodicamente e con particolare attenzione alla fase di addestramento circa l’uso degli stru-

Spazi confinati

Alcune tipologie di spazio confinato sono facilmente identificabili per la presenza di aperture di dimensioni ridotte, come nel caso di serba-toi, silos, recipienti adibiti a reattori, sistemi di drenaggio chiusi, reti fognarie. Altri tipi di spazi confinati, non altrettanto facili da identificare ma ugualmente pericolosi, potrebbero essere le cisterne aperte.

Professione

Il geometra

18 il geometra n. 1/12

menti di prevenzione (DPI, rilevatori ecc.) e delle procedure da adottare in caso di anomalia o emergenza; - il possesso di DPI specifi ci, stru-mentazioni ed attrezzature, idonei a prevenire i rischi propri dell’attività. Anche il committente, sulla base del-la propria valutazione dei rischi, do-vrà avere la capacità di comprendere se le dotazioni del fornitore sono ido-nee dal punto di vista della sicurezza, altrimenti questo tipo di qualifi cazio-ne perderebbe di effettività; - l’obbligo di presenza, durante tali attività, di personale esperto (non inferiore al 30% della forza lavoro destinata alla attività medesima) con contratti defi niti; - l’integrale rispetto degli obblighi contributivi; - l’applicazione delle norme, non solo alla azienda che acquisisce il contrat-to o che esegue i lavori al proprio in-terno, ma anche a qualsiasi soggetto della fi liera (subappalti, ecc).

La seconda novità riguarda la spe-cifi ca indicazione della necessità di una procedura per la esecuzione dei lavori in spazi confi nati.

Vi è la richiesta esplicita di una procedura scritta che sia adottata du-rante tutte le fasi, o altri criteri quali l’informazione prima dell’accesso (per un periodo non inferiore ad un giorno) e l’individuazione di un rap-presentante del committente formato ed addestrato che vigili sulle attività.

Ambienti confi nati: cosa sono

Per spazio confi nato si intende un qualsiasi ambiente limitato, in cui il pericolo di morte o di infortunio grave è molto elevato, a causa della pre-senza di sostanze o condizioni di pericolo (ad es. mancanza di ossigeno).Sono tutti i luoghi che sono abbastanza ampi da permettere ad una perso-na di entrarci dentro per eseguire dei lavori, che non sono stati previsti perché ci si lavori all’interno e che hanno aperture di accesso e di uscita limitate o ristrette.Sono luoghi che possono diventare estremamente pericolosi se non sono rispettate tutte le procedure di sicurezza.Alcune tipologie di spazio confi nato sono facilmente identifi cabili per la presenza di aperture di dimensioni ridotte, come nel caso di:

serbatoi; silos; recipienti adibiti a reattori; sistemi di drenaggio chiusi; reti fognarie.

Altri tipi di spazi confi nati, non altrettanto facili da identifi care ma ugual-mente pericolosi, potrebbero essere:

cisterne aperte; vasche; camere di combustione all’interno di forni; tubazioni; ambienti con ventilazione insuffi ciente o assente.

L’Associazione GEOSICUR – Associazione Geometri per la Sicurezza – con la consapevolezza che in materia di sicurezza è necessario essere formati ed informati,

ha stabilito che da quest’anno i Collegi iscritti all’Associazione consentiranno ai propri iscritti di associarsi gratuitamente,

previo invio del modulo di adesione reperibile sul sito www.geosicur.it

Poiché il Collegio di Torino è iscritto a GEOSICUR, tutti i professionisti potranno usufruire dell’opportunità, che si invita a cogliere inviando appunto il modulo di

iscrizione gratuita suddetto.

ASSOCIAZIONE ASSOCIAZIONE GEOSICURGEOSICUR

Professione

Il geometra

il geometra n. 1/12 19

Ministero dell’Interno, Dipartimento dei Vigili del Fuoco

Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici

Edizione Anno 2012

E’ stato emanato un aggiornamen-to della guida per l’installazione de-gli impianti fotovoltaici nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, redatta da un apposito grup-po di lavoro costituito da esperti del settore elettrico ed approvata recen-temente dal C.C.T.S.

La guida recepisce i contenuti del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 e tie-ne conto delle varie problematiche emerse in sede periferica a seguito delle installazioni di impianti foto-voltaici.

La guida sostituisce quella emana-ta con nota prot. n. 5158 del 26 mar-zo 2010.

PremesseNelle premesse della guida, si pre-

cisa che gli impianti fotovoltaici non rientrano fra le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi ai sensi del D.P.R. n. 151 del l agosto 2011 “Regolamento recante sempli-ficazione della disciplina dei pro-cedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell’articolo 49 comma 4-quater, decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122”.

In via generale l’installazione di un impianto fotovoltaico (FV), in fun-zione delle caratteristiche elettriche/costruttive e/o delle relative modalità di posa in opera, può comportare un aggravio del preesistente livello di rischio di incendio.

L’aggravio potrebbe concretizzar-si, per il fabbricato servito, in termini di:- interferenza con il sistema di ven-tilazione dei prodotti della combu-stione (ostruzione parziale/totale di traslucidi, impedimenti apertura eva-cuatori);- ostacolo alle operazioni di raffred-damento/estinzione di tetti combusti-bili;- rischio di propagazione delle fiam-me all’esterno o verso l’interno del fabbricato (presenza di condutture sulla copertura di un fabbricato suddiviso in più compartimenti - modifica della velocità di propaga-zione di un incendio in un fabbricato

mono compartimento).L’installazione di un impianto fo-

tovoltaico a servizio di un’attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi richiede invece gli adempi-menti previsti dal comma 6 dell’art. 4 del D.P.R. n. 151 del 1 agosto 2011.

Requisiti tecniciAi fini della prevenzione incen-

di gli impianti FV dovranno essere progettati, realizzati e manutenuti a regola d’arte.

Ove gli impianti siano eseguiti se-condo i documenti tecnici emanati dal CEI (norme e guide) e/o dagli organismi di normazione internazio-nale, essi si intendono realizzati a re-gola d’arte.

lnoltre tutti i componenti dovran-no essere conformi alle disposizioni comunitarie o nazionali applicabili. ln particolare, il modulo fotovoltaico dovrà essere conforme alle Norme CEI EN 61730-1 e CEI EN 61730-2.

L’installazione dovrà essere ese-guita in modo da evitare la propaga-zione di un incendio dal generatore fotovoltaico al fabbricato nel quale è incorporato. Tale condizione si ritie-ne rispettata qualora l’impianto foto-voltaico, incorporato in un opera di costruzione, venga installato su strut-ture ed elementi di copertura e/o di facciata incombustibili (Classe 0 se-condo il DM 26/6/1984 oppure Clas-se A1 secondo il DM 10/3/2005).

Risulta, altresì, equivalente l’in-terposizione tra i moduli fotovoltaici e il piano di appoggio, di uno stra-to di materiale di resistenza al fuo-co almeno EI 30 ed incombustibile

Guida dei Vigili del Fuoco per l’installazione degli impianti fotovoltaici

Professione

Il geometra

20 il geometra n. 1/12

(Classe 0 secondo il DM 26/6/1984 oppure classe A1 secondo il DM 10/03/2005).

In alternativa potrà essere effettua-ta una specifi ca valutazione del ri-schio di propagazione dell’incendio, tenendo conto della classe di resi-stenza agli incendi estremi dei tetti e delle coperture di tetti (secondo UNI EN 13501-5:2009 classifi cazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione - parte 5: classifi cazio-ne in base ai risultati delle prove di esposizione dei tetti a un fuoco ester-no secondo UNI ENV 1187:2007) e della classe di reazione al fuoco del modulo fotovoltaico attestata secon-do le procedure di cui all’art. 2 del DM 10 marzo 2005 recante “classi di reazione al fuoco per i prodotti da co-struzione” da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d’incendio.

L’ubicazione dei moduli e delle condutture elettriche dovrà inoltre sempre consentire il corretto funzio-namento e la manutenzione di even-tuali evacuatori di fumo e di calore (EFC) presenti, nonché tener conto, in base all’analisi del rischio incen-dio, dell’esistenza di possibili vie di

veicolazione di incendi (lucernari, camini, ecc.). In ogni caso i moduli, le condutture, gli inverter, i quadri ed altri eventuali apparati non dovranno essere installati nel raggio di 1 m da-gli EFC.

Inoltre, in presenza di elementi verticali di compartimentazione an-tincendio, posti all’interno dell’atti-vità sottostante al piano di appoggio dell’impianto fotovoltaico, lo stesso dovrà distare almeno 1 m dalla proie-zione ditali elementi.

L’impianto FV dovrà, inoltre, ave-re le seguenti caratteristiche:- essere provvisto di un dispositivo di comando di emergenza, ubicato in posizione segnalata ed accessi-bile che determini il sezionamento dell’impianto elettrico, all’interno del compartimento/fabbricato nei confronti delle sorgenti di alimenta-zione, ivi compreso l’impianto foto-voltaico.- in caso di presenza di gas, vapori, nebbie infi ammabili o polveri com-bustibili, al fi ne di evitare i pericoli determinati dall’innesco elettrico, è necessario installare la parte di im-pianto in corrente continua, com-preso l’inverter, all’esterno delle

zone classifi cate ai sensi del D. Lgs. 81/2008 - allegato XLIX;- nei luoghi con pericolo di esplosio-ne per la presenza di materiale esplo-dente, il generatore fotovoltaico e tutti gli atri componenti in corrente continua costituenti potenziali fonti di innesco, dovranno essere installa-ti alle distanze di sicurezza stabilite dalle norme tecniche applicabili;- i componenti dell’impianto non do-vranno essere installati in luoghi de-fi niti “luoghi sicuri” ai sensi del DM 30/11/1983, nè essere di intralcio alle vie di esodo;- le strutture portanti, ai fi ni del sod-disfacimento dei livelli di prestazio-ne contro l’incendio di cui al DM 09/03/2007, dovranno essere veri-fi cate e documentate tenendo conto delle variate condizioni dei carichi strutturali sulla copertura, dovute alla presenza del generatore fotovol-taico, anche con riferimento al DM 14/1/2008 “Norme tecniche per le costruzioni”.

Si precisa che per le pensiline in materiale incombustibile degli im-pianti di distribuzione carburanti non è richiesto alcun requisito di resisten-za al fuoco.

Le valutazioni effettuate da un organismo tecnico per il rilascio del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) non possono essere sostituite da un’autocertifi cazione. E’ quanto chiarito dal Ministero del Lavoro con la Circolare del 16 gennaio 2012.Ricordiamo, brevemente, che la Legge 12 novembre 2011 n. 183 (Legge di Stabilità 2012) stabilisce che:- i certifi cati rilasciati dalle Pubbliche Amministrazioni hanno validità solo nei rapporti tra i privati; - le Pubbliche Amministrazioni non possono più richiedere certifi cati o informazioni già in possesso di altre Amministrazioni. In pratica, gli uffi ci pubblici hanno soltanto due

opzioni: acquisire d’uffi cio dati e informazioni sui cittadini o accettare le auto-certifi cazioni. Al riguardo, gli operatori dell’edilizia hanno sollevato il quesito sulla possibilità di autocertifi care il DURC.Il Ministero del Lavoro ha chiarito che la certifi cazione di regolarità contributiva non consiste semplicemente nell’accertamento di aver effettuato un pagamento a titolo di contribuzione (come si intende dall’art. 46 del D.P.R. n. 445/2000), ma è un’attestazione dell’Istituto previdenziale circa la correttezza della posizione contributiva di una azienda, effettuata dopo complesse valutazioni tecniche.Non è ammessa quindi l’autocertifi cazione della regolarità contributiva.

DURC: non sono ammesse autocertifi cazioniDURC: non sono ammesse autocertifi cazioni!!

Professione

Il geometra

il geometra n. 1/12 21

Con la pubblicazione sul S.O. n. 276/L alla G.U. 27.12.2011, n. 300 è entrata in vigore la Legge 22.12.2011, n. 214 di conversione del DL n. 201/2011, c.d. “Salva Italia”.

Nell’iter di conversione è stata so-stanzialmente confermata la maggior parte delle disposizioni di natura fi-scale previste dalla versione origina-ria del citato Decreto e ne sono state introdotte di nuove,

Per quanto riguarda l’accatasta-mento dei fabbricati rurali, è stata disposta l’abrogazione delle previ-sioni di cui all’art. 7, DL n. 70/2011, che subordinavano il riconoscimento della ruralità degli immobili all’at-tribuzione della categoria catastale A/6 per gli immobili rurali ad uso abitativo e D/10 per gli immobili ru-rali ad uso strumentale, da richiedere all’Agenzia del Territorio con un ap-posito modello.

Le nuove disposizioni prevedono:• la conferma della validità del-le domande di variazione catastale presentate anche dopo la scadenza dei termini (30.9.2011) ma entro il 28.12.2011 al fine del riconoscimen-to della ruralità ma “fermo restando il classamento originario degli im-mobili rurali ad uso abitativo”;• l’emanazione di un nuovo Decreto per stabilire le “modalità per l’inseri-mento negli atti catastali della sussi-stenza del requisito di ruralità, fermo restando il classamento originario degli immobili ad uso abitativo”;• che i fabbricati rurali iscritti nel Catasto dei terreni, esclusi quelli non oggetto di inventariazione ex art. 3, comma 3, DM n. 28/98, dovranno

essere dichiarati al Catasto edilizio urbano entro il 30 novembre 2012. Per tali immobili, nelle more della presentazione della dichiarazione di aggiornamento catastale, l’IMU do-vrà essere corrisposta a titolo di ac-conto, sulla base della rendita delle unità similari già iscritte in Catasto. Successivamente il Comune, a segui-to dell’attribuzione della rendita ca-tastale, determinerà il conguaglio tra quanto dovuto e quanto già versato.

L’art. 13 della legge n. 214/2011 riguarda l’istituzione dell’IMU che è riferita a tutti gli immobili e deve essere calcolata in funzione delle rendite catastali in atti e sancisce uni-vocamente la doverosità dell’accata-stamento di tutto l’edificato, inclu-dendovi anche i fabbricati rurali, già inseriti soltanto in mappa al catasto terreni, per i quali il termine ultimo di presentazione è fissato al 30 no-vembre 2012.

Le istanze per richiedere l’attribu-zione della classificazione nelle cate-gorie A/6 e D/10 per ottenere l’esen-zione ICI per ruralità dei fabbricati abitativi e strumentali aventi titolo, possono essere presentate e saranno ritenute valide con le stesse modalità già previste dall’Agenzia del Territo-rio, anche dopo l’originaria scadenza di settembre 2011 e fino al 31 mar-zo 2012.

Su sito del Collegio www.collegio-geometri.to.it è pubblicata la circola-re del Consiglio Nazionale Geometri riguardante l’argomento.

Accatastamento dei fabbricati rurali

L’IMU “sperimentale”

Diversamente dalla vecchia ICI casa, l’IMU - Imposta Municipa-le Unica - colpisce anche le co-struzioni rurali quindi abitazioni, fienili, stalle riportate in catasto come immobili rurali saranno as-soggettate alla nuova tassazione. Nel Decreto “Salva Italia” non si fa infatti nessuna distinzione per il trattamento fiscale di questo tipo di fabbricati.

Per quanto riguarda i fabbricati rurali che sono tuttora iscritti nel Catasto terreni occorre presentare, ai sensi dell’art. 13 co. 14-ter del DL 201/2011, entro il 30.11.2012 la domanda per l’attribuzione del-la rendita in quanto anche detti fabbricati sono soggetti all’impo-sta municipale propria (IMU) a decorrere dall’1.1.2012.

In assenza di rendita effettiva, è possibile, secondo la previsione del successivo co. 14-quater, pro-cedere alla determinazione del-l’l’IMU “sperimentale”, a titolo di acconto, con riferimento alla ren-dita “presunta” (rendita dei fabbri-cati similari già iscritti al catasto).

I comuni in fase di accertamen-to saranno legittimati a recuperare la differenza d’imposta, eventual-mente maggiorata di sanzioni ed interessi.

Professione

Il geometra

22 il geometra n. 1/12

L’apporto di nuove modifiche al progetto originario richiede un nuovo permesso Cassazione penale, sez. III, sen-tenza 14.11.2011 n. 41451

La proroga del permesso di co-struire – che può essere disposta per fatti sopravvenuti estranei alla volontà del titolare del permesse ed esclusivamente in considerazione della mole dell’opera da realizzare o delle sue particolari caratteristiche tecnico-costruttive – riguarda la mera esecuzione dei lavori già approvati e non implica alcun controllo sulla le-gittimità complessiva del progetto di intervento edilizio che non può esse-re modificato nel suo contenuto con l’atto di proroga.

E’ questo il principio di diritto che la Suprema Corte di Cassazione in-dividua e definisce, sulla base del-l’articolo 15, comma 2 del DPR n. 380/2001 (TUE), con la sentenza 14 novembre 2011, n. 41451.

Infatti, tale circostanza è ben di-versa da quella prevista nell’articolo 15, comma 3 del TUE relativo al per-messo di costruire rilasciato per con-sentire il completamento delle opere nell’ipotesi di mancata ultimazione dell’intervento edilizio nei termini stabiliti dall’originario permesso di costruire ovvero nel termine even-tualmente prorogato.

È evidente, infatti, che, salva l’ipo-tesi di lavori realizzabili in base a denuncia di inizio attività, si tratta di un provvedimento adottato a se-guito della integrale rivalutazione del progetto dell’opera e della sua

conformità agli strumenti urbanisti-ci, mentre è in re ipsa che il nuovo permesso di costruire può prevedere sia la mera assegnazione di un nuovo termine per la prosecuzione dei la-vori, consentendo il completamento delle opere non ancora realizzate, sia apportare modifiche al progetto ori-ginario.

Nel caso di specie, il Tribunale di Genova, in funzione di giudice del riesame, aveva confermato il decre-to di sequestro preventivo di un’area e manufatti emesso dal G.I.P. nei confronti dell’indagato dei reati di cui all’art. 44, lett. c) del TUE, oltre che di quelli di cui agli art. 110 c.p. e 181, commi 1 e 1 bis, del d.lgs. n. 42/2004; di cui all’art. 256, comma 4, del d.lgs. 152/2006 e di cui all’art. 483 c.p.

Nella realtà, l’imputato aveva, tra l’altro, posto in essere in zona sotto-posta a vincolo paesaggistico - am-bientale, interventi in assenza di un valido permesso di costruire ovvero in difformità della concessione edi-lizia e successivi provvedimenti di proroga consistiti nel collocamento di baraccamenti, costituiti da tettoie e container destinati a ospitare cabine da spiaggia e attrezzature relative ad attività balneari, nella pavimentazio-ne in rilevato cementizio di un’area di 500 mq., nella realizzazione di un deposito di rifiuti propri e provenienti da terzi costituiti da residui di attività di demolizioni edilizie, nonché per avere effettuato l’abbancamento e lo spandimento sul suolo di tali rifiuti in assenza dei test di cessione.

Il Tribunale del riesame ha affer-

mato la sussistenza del fumus dei reati oggetto di indagine sulla base della illegittimità degli atti di proro-ga per carenza di motivazione e della totale difformità degli interventi ri-spetto agli stessi provvedimenti au-torizzatori.

In sede di ricorso, la Cassazione ha rilevato che la misura cautelare adot-tata - sequestro preventivo di tutta l’area e dei relativi manufatti – si fon-da sulla considerazione della illegit-timità globale dell’intervento, basato su un atto di proroga del permesso di costruire ritenuto illegittimo, mentre non è stata valutata la configurabilità del permesso di costruire quale auto-nomo provvedimento emesso dalla pubblica amministrazione ai sensi dell’art. 15, comma 3, del DPR n. 380/2001. Pertanto, secondo gli er-mellini, occorre un nuovo esame di tale provvedimento alla luce dei prin-cipi di diritto enunciati e mediante il controllo del procedimento seguito per la sua approvazione.

Da qui, l’annullamento dell’ordi-nanza impugnata con rinvio per un nuovo esame al Tribunale.

Consiglio di Stato, sez. IV, 5/1/2011 ordinanza n. 14La dichiarazione di inizio attività (DIA) costituisce un provvedimen-to implicito oppure un atto mera-mente privato?

Il Consiglio di Stato si è pronun-ciato sulla natura giuridica della de-nuncia di inizio attività, in una seduta durante le quali sono state prospetta-

Giurisprudenza in edilizia e urbanistica

Professione

Il geometra

il geometra n. 1/12 23

te differenti modalità di azione per quanti si ritengono danneggiati dal titolo abilitativo.

Si è discusso in particolare se l’istituto vada qualificato come un provvedimento piuttosto che un atto di natura privata, con il dubbio - con riguardo a quest’ultima soluzione - se si tratti di un atto soggetto a azio-ne di accertamento autonomo in or-dine alla inesistenza dei presupposti per ritenere completata la fattispecie, piuttosto che a un evento che impor-rebbe al terzo, che intenda opporsi all’intervento assentito, una volta decorsi i termini senza l’esercizio del potere inibitorio, di presentare istan-za formale e eventualmente impu-gnare il successivo atto negativo del-l’amministrazione o di agire avverso la successiva inerzia amministrativa (silenzio-rifiuto), sul modello del ri-

medio previsto attualmente dall’art. 31 CPA.

La Dia può essere infatti considera-ta un provvedimento amministrativo o un atto privato. Nel primo caso si può ricorrere al Giudice amministra-tivo. Nel secondo l’istanza deve es-sere presentata all’amministrazione, impugnando il suo eventuale silenzio – rifiuto.

Il Consiglio di Stato si è pronun-ciato in entrambi i sensi: se da una parte ha appoggiato la natura priva-ta del titolo abilitativo, dall’altra ha affermato che chi ritiene di essere danneggiato da una attività edilizia assentita in modo implicito, come accade con la Dia, può rivolgersi al giudice amministrativo per chieder-ne l’annullamento.

Sottolinea il Consiglio di Stato il fatto che una decisione sulla natura della DIA coinvolgerebbe altri istitu-ti, quali la SCIA, frutto di una evo-luzione dell’ordinamento che, nel rapporto permanente tra autorità e li-bertà, sposta la soglia verso la secon-da e prevede una accelerazione degli strumenti di liberalizzazione, ma di cui “non è ancora chiara allo stato la ampiezza di applicazione in materia edilizia” e che purtuttavia “enfatiz-za (in nome di una ulteriore libera-lizzazione e semplificazione) ancora

di più la natura privatistica dell’atto, ma per converso non può smentire la permanenza della potestà pubblica, che è naturalmente fatta salva in via di autotutela e di divieto di prosecu-zione della attività”.

I moduli fotovoltaici integrati nella falda dei tetti possono essere installati anche in aree vincolateTar del Veneto, Sentenza 25 gen-naio 2012 n. 48

I pannelli fotovoltaici integrati non degradano l’ambiente circostante dal punto di vista architettonico. Lo ha sentenziato il Tar del Veneto con la sentenza 25 gennaio 2012 n. 48, sta-bilendo di fatto che gli impianti inte-grati sui tetti possono essere installati anche in aree soggette a vincolo ar-chitettonico o paesistico. Il tribuna-le amministrativo è stato chiamato a pronunciarsi sul caso di una villetta situata in un’area vincolata, i pro-prietari avevano visto respingersi dalla Soprintendenza l’autorizzazio-ne al montaggio di un impianto foto-voltaico integrato sul tetto.

Ricorso che il Tar del Veneto ha accolto, giudicando il parere sfavo-revole della Soprintendenza “eviden-temente fondato…sul postulato che

Con l’ordinanza 14/2011 del 5 gennaio 2011, il Consiglio di Stato ha ricordato che dal punto di vista normativo la Dia è stata introdotta con la Legge 241/1990. La stessa norma che, dopo le modifiche apportate dalla manovra estiva, disciplina oggi la Scia

Professione

Il geometra

24 il geometra n. 1/12

la presenza dei pannelli fotovoltaici costituisca comunque un degrado per l’ambiente circostante, quale che siano la modalità di installazione e le loro dimensioni». Cosa che secondo il giudice amministrativo non è pos-sibile affermare, dal momento che nell’impianto in questione «i pannel-li fotovoltaici costituiscono l’omo-genea copertura di una sola falda del tetto – con cui fanno dunque corpo – della costruzione”.

Grazie all’integrazione architetto-nica, insomma, l’impianto non an-drebbe ad alterare in alcun modo il panorama della zona, per cui il Tar ha annullato le due pronunce negative della Soprintendenza e il conseguen-te diniego comunale.

“La presenza dei pannelli fotovol-taici appoggiati sul tetto di una qual-siasi abitazione, e formanti corpo con esso – si legge nella sentenza - è insi-gnificante in un siffatto contesto, tan-to più considerata l’ampia ed acquisi-ta presenza sul territorio regionale di

impianti simili, di contenute analoghe dimensioni, tali da essere ormai dive-nuti un elemento architettonico so-stanzialmente insignificante”.

Il reato di invasione di terreni o edifici e lo stato di necessità Cassazione penale, sez. II, senten-za 22.06.2011 n. 24987

L’ articolo 633 c.p., contenuto nel libro II titolo XIII del codice penale vigente e rientrante tra i c.d. delitti contro il patrimonio, sanziona penal-mente “chiunque invade arbitraria-mente terreni o edifici altrui, pubbli-ci o privati, al fine di occuparli o di trarne profitto”.

Si tratta di un reato comune dal momento che per la piena integrazio-ne della fattispecie delittuosa non è richiesto uno specifico status perso-nale/professionale in capo al sogget-to agente.

Il concetto di invasione di cui al-

l’art. 633 c.p., come precisato dalla giurisprudenza (Cass. 25 settembre-9 ottobre 2007, n. 37139), non presup-pone necessariamente il compimento di atti violenti e/o tumultuosi essen-do sufficiente che il soggetto attivo, privo del diritto di accesso, ponga in essere un comportamento contra ius introducendosi arbitrariamente nel-l’edificio.

Tuttavia, a differenza di quanto sta-tuito dall’art. 637 c.p., la condotta ex art. 633 c.p. deve essere tale da ge-nerare una situazione di fatto idonea ad incidere sulla libera disponibilità del bene da parte del soggetto legitti-mato al pacifico godimento del bene stesso.

Da un punto di vista soggettivo, il reato in esame, è punito a titolo di dolo; è richiesto, infatti, il dolo gene-rico, integrato dalla coscienza e vo-lontà di invadere i terreni o gli edifici altrui, ovvero il dolo specifico, che si concretizza nel fine ultimo del sog-getto agente di occupare gli immobili

Pubblicazioni della Fondazione Geometri:

Guida operativa Docfa 2010 (prezzo di copertina 18 Euro; sconto per gli iscritti Albo: 15 Euro)

Guida operativa Catasto Terreni(prezzo di copertina 12 Euro)

Professione

Il geometra

il geometra n. 1/12 25

o trarne profitto.Particolarmente interessante è ana-

lizzare il rapporto intercorrente tra l’art. 633 c.p. e lo “stato di necessità”, esimente disciplinata dall’art. 54 c.p.

La giurisprudenza di legittimità ha chiarito che, per una corretta quali-ficazione e conseguente applicazione della causa di giustificazione di cui all’art. 54 c.p., occorre il verificarsi di taluni presupposti: a) pericolo at-tuale di un danno grave alla persona; b) assenza di un nesso causale tra la condotta di chi invoca lo stato di ne-cessità e il pericolo; c) inevitabilità in altro modo del pericolo; d) pro-porzione tra condotta antigiuridica e pericolo stesso.

Per diversi anni gli orientamenti pretori prevalenti, sia di merito che di legittimità, tendevano a concretiz-zare il “danno grave alla persona” ex art. 54 c.p. solamente nel caso di una concreta violazione del diritto alla vita e all’incolumità fisica. Pertanto, la Suprema Corte categoricamente statuiva che “la necessità di ottenere un alloggio non può rientrare nella causa di giustificazione prevista dal-l’art. 54 c.p., il cui presupposto è la concreta imminenza di un grave pe-ricolo alla “persona”, non altrimenti evitabile.”.

Successivamente, i giudici di le-gittimità, effettuando una “lettura costituzionalmente orientata” degli istituti presenti nel codice penale e, in particolar modo, dell’art. 54 c.p., sono giunti a riconoscere lo “stato di necessità” anche nel caso di condot-te finalizzate solo in via mediata alla tutela e salvaguardia dei diritti della personalità. Tra queste condotte rien-trano quelle azioni poste in essere al fine di reperire un alloggio, un “tet-to”, considerato bisogno primario della persona.

Al riguardo, emblematico è quanto affermato dalla Corte di Cassazione, nel giugno 2007, secondo cui “ai fini della sussistenza dell’esimente dello stato di necessità previsto dall’art. 54 c.p., rientrano nel concetto di “danno

grave alla persona” non solo la lesio-ne della vita o dell’integrità fisica, ma anche quelle situazioni che atten-tano alla sfera dei diritti fondamentali della persona, secondo la previsione contenuta nell’art. 2 Cost.; e pertan-to rientrano in tale previsione anche quelle situazioni che minacciano solo indirettamente l’integrità fisica del soggetto in quanto si riferiscono alla sfera dei beni primari collegati alla personalità, fra i quali deve esse-re ricompreso il diritto all’abitazione in quanto l’esigenza di un alloggio rientra fra i bisogni primari della per-sona”.

Tuttavia, pur riconoscendo e aval-lando l’ampliamento delle situazioni che rientrano nel concetto di “danno grave alla persona”, la Suprema Cor-te ha sottolineato che in tal caso “più attenta e penetrante deve essere l’in-dagine giudiziaria diretta a circoscri-vere la sfera di azione dell’esimente ai soli casi in cui siano indiscutibili gli elementi costitutivi della stessa - necessità e inevitabilità - non poten-do i diritti dei terzi essere compres-si se non in condizioni eccezionali, chiaramente comprovate”.

Il giudice di merito, chiamato a decidere sulla penale responsabilità dell’imputato per il reato di cui al-l’art. 633 c.p., dovrà, quindi, valutare attentamente i diversi profili oggetti-vi e soggettivi, emersi in sede dibatti-mentale, che caratterizzano la fattis-pecie concreta al fine di riconoscere, o non riconoscere, l’applicazione dell’esimente ex art. 54 c.p..

Strade pubbliche e private, nozione e differenzaDifferenze tra le strade private e di uso pubblico. Legittimità alla installazione di una sbarra auto-matizzata per uscita da una strada privata.Consiglio di Stato, Sentenza 728 del 14 febbraio 2012

Il Consiglio di Stato, con la senten-za 728 del 14 febbraio 2012, confer-mando la precedente pronuncia del TAR, ha annullato un provvedimen-to con cui un dirigente comunale ha negato l’assenso all’installazione di una sbarra automatizzata destinata a regolare il traffico in entrata e in uscita da una strada privata apparte-nente a un condominio, limitandosi ad affermare che si tratta di una stra-da pubblica, senza argomentare ul-teriormente la natura pubblica della via, atteso peraltro che nella specie il terreno destinato a via consen-te l’accesso ed il recesso da alcuni condomini alla via pubblica, e non risulta provato che sia stato destinato all’uso pubblico indifferenziato da tempo immemore.

Con l’occasione, il Consiglio di Stato ricorda come costituisca strada pubblica quel tratto viario che non sia cieco, ma assuma una esplicita finali-tà di collegamento, essendo destinato al transito di un numero indifferen-ziato di persone, mentre il connota-to di interclusione dell’area servita esclude che vi possa sorgere un uso stradale in favore di una collettività indeterminata, e fa invece conclude-re per una strada privata con utilità limitata ai soli proprietari frontisti.

Le notizie sono tratte da “Professione Geometra”

Associazione Nazionale Donne Geometra

Professione

Il geometra

26 il geometra n. 1/12

Le parti interessate (Confprofes-sioni e Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil) hanno siglato il 29 no-vembre 2011 il nuovo contratto dei dipendenti degli studi professionali, composto di oltre 120 pagine, che costituisce un vero e proprio contrat-to per il settore che occupa più di un milione di lavoratori, costituito per l’88% da donne e giovani.

Il rinnovo del contratto vale dal-l’ottobre 2010 al settembre 2013. Le retribuzioni erano ferme al 30 set-tembre 2010. È prevista una progres-sione che comprende sei aumenti, di cui due riguardano periodi pregressi. A regime, per il terzo livello è fissato un aumento di 87,50 euro.

Il rinnovo, raggiunto quindi a cir-ca un anno dalla scadenza, recepisce integralmente la riforma del modello contrattuale avendo durata triennale, e avviando la contrattazione decen-trata con l’introduzione di un elemen-to economico di garanzia. In caso di mancato avvio della contrattazione decentrata sarà, inoltre, riconosciuto al 3° livello un elemento economico di garanzia quantificato in 90 euro da riparametrare per gli altri livelli.

Sulla parte normativa, è stata estesa la sfera di applicazione del contratto anche agli apprendisti e, per i prati-canti/stagisti del settore, stimati in oltre 400mila, è stato definito il cri-terio del giusto compenso che verrà successivamente individuato.

Sulla parte normativa, l’apprendi-stato entra a pieno titolo tra i profili riconosciuti, evidenziando che per quelli di alta formazione e professio-

nalizzante gli importi del compenso sono calcolati in percentuale rispetto alle retribuzioni normali.

Invece per i praticanti, per cui i sin-dacati chiedevano un equo compen-so minimo, si è registrata la posizio-ne intransigente negativa dei datori di lavoro, per cui se ne riparlerà nel prossimo futuro.

Da evidenziare altresì che nell’ipo-tesi sottoscritta si estendono i così detti pacchetti welfare e famiglia anche ai professionisti collaboratori, iscritti all’Albo professionale, ma in rapporto di collaborazione e partita IVA e speso di monocommittenza. Pertanto sarà possibile il rimborso parziale, se documentato, di visite pediatriche specialistiche, spese di asilo nido o assistenza socio sanitaria a familiari anziani o disabili.

Infine per i collaboratori è previ-sto anche un contributo per la for-mazione professionale continua, il riconoscimento delle norme per la sicurezza sul lavoro ed una modalità

di reciproco preavviso sul lavoro, da valere per il titolare e per il collabo-ratore, pur senza valenza contrattuale del predetto. Inoltre è stato adeguato il valore degli scatti di anzianità.

Tra le principali novità:- disciplina del nuovo apprendistato- valorizzazione della contrattazione di secondo livello- possibilità di clausole compromis-sorie per affidare ad arbitri la risolu-zione di controversie- possibilità per i collaboratori a par-tita iva di richiedere rimborsi per vi-site specialistiche, per spese relative ad asilo nido, assistenza socio-sani-taria a familiari anziani o disabili- possibilità di job on call- contratti a termine per universitari

Il nuovo contratto dei dipendenti degli studi professionali

Disciplina del nuovo apprendistato; valorizzazione della contrattazione di secondo livello; possibilità di clausole compromissorie per affidare ad arbitri la risoluzione di controversie; tutele anche per i collaboratori; contratti a termine per gli universitari. Sono le principali novità del contratto di lavoro per gli studi professionali Negli studi professionali (Notai,

avvocati, geometri, ragionieri, dentisti, etc.) lavorano in Italia 1 milione e mezzo di lavoratori/lavoratrici ai quali si aggiungo-no quattrocentomila tra prati-canti e partite Iva

Professione

Il geometra

il geometra n. 1/12 27

La pubblicazione “Il Geometra Ri-sponde” è di un progetto innovativo dei Collegi dei Geometri di Torino e Provincia, Consulta dei Geometri della Lombardia, Collegio dei Geo-metri di Padova e Provincia che ha proprio la fi nalità di presentare come si svolgono le attività durante gli in-terventi tecnici:• le esigenze del cliente,• come si valuta il caso tecnicamente,• la preparazione del preventivo,• le fasi di lavoro e l’assistenza tec-nica.

In ogni Dossier del Il Geometra Risponde si svilupperà un argomento specifi co su Costruzioni, Ambiente e Territorio.

La pubblicazione può essere molto utile per il committente e per il pro-fessionista consulente, ogni qual vol-ta sia necessario disporre di illustra-zioni tecniche, in forma semplice e chiara, per indirizzare la scelta delle molteplici soluzioni che si possono prospettare

Per la realizzazione di ogni numero è prevista la collaborazione tecnica con aziende produttrici di materiali e prodotti utilizzati nei casi illustrati.

Il Dossier viene reso disponibile in forma elettronica gratuitamente ai circa 26.000 iscritti ai Collegi dei Geometri di Torino e Provincia, delle Province di Milano, Monza e Brian-za, Lecco, Como, Varese, Pavia, Ber-gamo, Brescia, Sondrio, Mantova, Lodi, Cremona, Padova e Provincia.

Si compone di due parti principaliL’INTRODUZIONE

È una parte introduttiva di nar-

razione e di fantasia che illustra un intervento tecnico del Geometra. In-troduce l’argomento che viene svi-luppato nella parte centrale.IL CASO TECNICO

È la parte stampabile e persona-lizzabile del Dossier. Qui viene pre-sentato in forma semplifi cata l’ar-gomento tecnico fornendo così uno strumento con cui il progettista può illustrare al pubblico più ampio come si svolgono i lavori sull’argomento specifi co.

COME UTILIZZARE IL GEOMETRA RISPONDE

Il Geometra Risponde è nato con la fi nalità di essere strumento per facili-tare il Geometra nel presentare e illu-strare come si svolgono le attività nei vari casi di intervento professionale.

Le pagine dove si sviluppa il caso tecnico sono state studiate proprio per essere stampate e personalizzate da ogni Geometra nella pagina fi nale al fi ne di essere fornite al Cittadino, all’Azienda, alla Pubblica Ammini-strazione.

La pubblicazione “Il Geometra Risponde”

Il fascicolo può essere stampato da ogni professionista ed utilizzato come veicolo informativo e divulgativo sull’attività professionale

E’ disponibile sul sito Internet del Collegio

Professione

Il geometra

28 il geometra n. 1/12

Dallo Sportello per l’Edilizia e l’Urbanistica del Comune di Torino

Edizione n. 55 del 16 dicembre 2011

MUDE PIEMONTE - DAL 2 GENNAIO 2012 A TORINO CIL PRESENTATE ESCLUSIVAMEN-TE CON MUDE PIEMONTE

Dal 2 gennaio 2012 le CIL – comunicazioni di inizio lavori di attività edilizia libera - saranno presentate a Torino esclusivamente con modalità telematica attra-verso il MUDE Piemonte: questa la decisione assunta dalla Giunta Comunale con la deliberazione n. 2011 07531/020 del 13 dicembre 2011, in attuazione del Piano di e-gov della Città di Torino approvato con del. G.C. n. 2011 05597/27.Dalla data di apertura del sistema MUDE Piemonte, il 5 settembre 2011, sono state presentate a Torino più di 400 pratiche (altre 200 sono in “lavorazione”), e sono più di 800 i professionisti attualmente accreditati al si-stema.Il MUDE Piemonte è quindi pienamente operativo e già intensamente utilizzato per la presentazione delle CIL ma anche delle SCIA: ciò grazie all’attiva parteci-pazione degli Ordini professionali al Progetto MUDE Piemonte e l’effi cacia della formazione on-line realiz-zata in collaborazione con la Provincia di Torino.

L’Amministrazione di Torino ha quindi inteso dare un nuovo impulso all’informatizzazione e alla demateria-lizzazione: se si considera che le CIL presentate sono circa 6.000 all’anno sono evidenti i benefi ci per il cit-tadino / professionista in termini di riduzione di spo-stamenti, attese agli sportelli, copie cartacee, oltre alle nuove possibilità di conservazione digitale e consulta-zioni telematiche.La deliberazione prevede inoltre la progressiva intro-duzione dell’inoltro telematico con il sistema MUDE Piemonte anche delle altre tipologie di pratiche edilizie (DIA, Permessi di costruire, Agibilità), secondo la pro-grammazione che sarà defi nita dalla Direzione Edilizia Privata.I Professionisti che non l’avessero ancora fatto sono quindi invitati ad accreditarsi utilizzando i servizi del portale www.mude.piemonte.it: da lunedì 2 gennaio per le CIL solo sportelli virtuali!

http://www.mude.piemonte.it/cms/home.html

http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata

Professione

Il geometra

il geometra n. 1/12 29

Edizione n. 56 del 20 dicembre 2011

CASSA EDILIZIA - PAGAMENTI

A seguito della riduzione della soglia per i trasferi-menti di denaro contante (art. 12, comma 1, “Decreto Monti”), non è più possibile effettuare presso la cassa edilizia pagamenti di importo pari o superiore a 1000 (mille) euro. Per tali importi è consentito il versamento con assegno circolare non trasferibile o con carta bancomat.

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto-legge:2011-12-06;201

Edizione n. 57 del 29 dicembre 2011

REGOLAMENTO EDILIZIO N. 302 - INDICEPubblicato il nuovo indice del regolamento edilizio.Costituito da una tabella (che annovera gli argomenti trattati nei singoli articoli, implementati dai richiami alle recenti leggi), sarà oggetto di successive modifi -che ed integrazioni, secondo l’andamento legislativo in campo urbanistico ed edilizio.

http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/normativa/pdf/reg_ed_302/INDICE%20ANALITICO%20RE_Incipit.pdf

Edizione n. 1 del 17 gennaio 2012

MODELLI DI DENUNCIA LAVORI COSTRUZIONI IN ZONA SISMICA In relazione all’introduzione della nuova normativa per il controllo delle attività edilizie ai fi ni della prevenzio-ne del rischio sismico “Deliberazione Giunta Regionale 12 dicembre 2011, n. 4-3084”, i nuovi modelli regionali sostituiscono dal 1° gennaio 2012 i precedenti modelli della sezione “Cemento Armato” del Comune di Tori-no. Tutte le denunce dovranno pertanto essere predi-sposte sulla modulistica regionale.

- Modulistica Sportello: http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/moduli/#cemento-armato- Modulistica regionale: http://www.regione.piemonte.it/oopp/rischio_sismico/modulistica.htm- DGR n. 4-3084 del 12/12/11: http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2011/50/atta-ch/dgr_03084_790_12122011.pdf

Edizione n. 3 del 23 gennaio 2012

ONERI DI URBANIZZAZIONE E COSTI DI COSTRUZIONE

Pubblicato l’OdS 1/2011, a fi rme congiunte del Diretto-re di Divisione dott.ssa P. Virano, del Direttore dell’Edi-lizia Privata Arch. M. Cortese e del Dirigente del Set-tore PdC Arch. C. Demetri, relativo agli adeguamenti annuali dei valori tabellari degli oneri di urbanizzazione e dei costi di costruzione (PDF 77Kb).

- Sezione tariffe del sito: http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/atti/tariffe.shtml- Ordine di Servizio 1/12 DEP: http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/atti/ordini_servizio/2012/OdS-1-2012_DEP-oneri.pdf- Tabelle adeguamento oneri e costi 2012: http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/atti/oneri/2012/tabel-le_oneri_2012.pdf

L’ing. Giovanni Griffa lascia la Direzione Regionale del Piemonte e Valle D’Aosta dell’Agenzia del Territorio

Professione

Il geometra

30 il geometra n. 1/12

Strada Antica di Collegno, 259 - 10146 - TorinoProt. n. 17/2012

Sezione n. 1Presidente Roggero PaoloGiudici Collu Luisella Marini Alessandro Nicodano Michele

Sezione n. 2Presidente Premoselli Pier CarloVice Presidente Bertotto MarinellaGiudici Alessandria Silvio Picco Augusta Roccella Giuseppe Salvatico Giovanni

Sezione n. 3Presidente Caprioglio PieraGiudici Lepore Patrizia Nicodano Michele Oreglia Giancarlo

Sezione n. 5Presidente Strazzuso GiuseppeVice Presidente Calvo GiuseppeGiudici Arnone Domenico Martini Mario Manni Pia

Sezione n. 6Presidente Ronchetta Anna MariaGiudici Cogno Catterina Monastra Vincenzo Toto Mario

Sezione n. 8Presidente Bianconi CristinaVice Presidente Enipeo LuigiGiudici Derro Antonio Rossotto Vittoria Salvatico Giovanni

Sezione n. 9Presidente Denaro EdoardoVice Presidente Calvo GiuseppeGiudici Gratteri Carmelo Nicodano Michele Ossola Giovanni

Sezione n. 10Presidente Cocilovo GiuseppeGiudici Calì Stefano Cipolla Federico Giobellina Giuseppe Gratteri Carmelo

Sezione n. 11Presidente Villa FulvioVice Presidente Cutellè GuidoGiudici Monacis Lucia Roccella Giuseppe Viano Giuseppe

Sezione n. 12Presidente Burdino GianfrancoVice Presidente Bertotto MarinellaGiudici Chiaraviglio Lorenzo Cipolla Federico Gurgone Vincenzo Nicodano Michele

Sezione n. 13Presidente Scisciot FrancescoGiudici Albezzano Michelina Arnone Domenico Ducco Vittorio

Sezione n. 15Presidente Fassio FrancescoVice Presidente Cutellé GuidoGiudici Forneron Elio Steinleitner Corrado Pugno Luigi

Sezione n. 16Presidente Quaini Marco

Commissione Tributaria Provinciale di Torino

Composizione sezioni 1° sem. 2012

Professione

Il geometra

il geometra n. 1/12 31

Giudici Alessandria Silvio Bolla Mauro Cogno Catterina Collu Luisella

Sezione n. 17Presidente Cervetti FernandaVice Presidente Enipeo LuigiGiudici Bolla Mauro Monacis Lucia Borgaro Lorenzo

Sezione n. 18Presidente Luda CarloGiudici Fracchioli Gianluigi Grimaldi Gianfranco Pugno Luigi

Sezione n. 19Presidente Spagnoli TeodoraGiudici Cuomo Bruno Guglielmino Elio Vellucci Pasquale

Sezione n. 20Presidente Marciante GiuseppeGiudici Ferraris Laura Matta Maria Morelli Gianfranco Zuccarello Sebastiano

Sezione n. 21Presidente Donato FrancescoGiudici Boggio Ennio Giuseppe Cuomo Bruno Zuccarello Sebastiano

Tavola rotonda “Professioni intellettuali: tra Riforma e Controriforma”

Le nuove opportunità della L.R. 19/2011 e l’ombra delle liberalizzazioni

Torino, 2 dicembre 2011

Hotel Holiday Inn Sala Plenaria Piazza Massaua 21, Torino

Dopo anni di continue proposte alla Regione Piemonte da parte degli Ordini e Collegi Professionali attraverso i CUP, viene finalmente approvata la prima legge regionale in tema di professioni intellettuali, l’articolato di cui primo firmatario è il Consigliere Gianluca Vignale. Per la prima volta in Italia le professioni avranno pari dignità di aziende e imprese e verranno di diritto inserite tra i soggetti destinatari di incentivi e sostegni Regionali. Inoltre verrà previsto uno stanziamento annuo di 500.000 euro da destinare a prestiti di onore per facilitare l’accesso alla libera professione ai più giovani e ad agevolazioni alle attività che intendono associarsi e a finanziamenti con una parte a fondo perduto per tutte le professioni intellettuali, come già accade per imprese e industrie. La Legge prevede anche l’istituzione di una Commissione regionale delle professioni al servizio dei professionisti con il compito di collegare tra loro Giunta, Consiglio Regionale e attività professionali, al fine di elaborare strategie, programmazioni e atti di governo condivise utili ed efficienti. Infine, si riconosce agli Ordini e Collegi la compe-tenza esclusiva nell’organizzazione e controllo della formazione continua e l’aggiornamento professionale dei Professionisti, con il finanziamento da parte della Regione, fino ad oggi a carico di ogni professionista, con costi non indifferenti. Il testo è stato condiviso nelle proposte e nelle audizioni da tutte le professioni intellettualiordinistiche. Riconosciuto a livello Nazionale come testo innovativo, riconosce pienamente il ruolocostituzionale di tutela della collettività e degli interessi generali delle professioni regolamentate, estendendone i diritti, di cui già godono tutte le altre categorie, anche alle Professioni ordinistiche

Piemonte L.R. n. 19/2011, Norme in materia di sostegno alle professioni intellettuali ordinistiche B.U.R. Piemonte - n. 41 del 13/10/2011

Il geometra

32 il geometra n. 1/12

Riscossione contributi minimi anno 2012

Il C.d.A. della Cassa di Previdenza per la riscossione dei minimi 2012, ha verificato il buon gradimento de-gli iscritti verso l’innovazione del-l’utilizzo di Unico e del F24 accise, così utile per la semplificazione degli adempimenti ordinari verso la Cassa, oltre che per l’opportunità della com-pensazione con i crediti fiscali, ha ri-tenuto di estendere le stesse scadenze e modalità di saldo, anche ai minimi annuali 2012 che, pertanto, non ver-ranno più riscossi tramite M.Av.

Pertanto le nuove modalità di ver-samento dei contributi minimi 2012 comporteranno uno slittamento in avanti delle scadenze previste di nor-ma, che si adotteranno esattamente come quelle fiscali in unica soluzione o in un massimo di 6 rate da versare con il modello F24 accise.

La Cassa fornirà ulteriori indicazio-ni riguardo quest’importante novità non appena l’Agenzia delle Entrate avrà predisposto il Modello Unico 2012 con la terza sezione del quadro RR, adattata per indicare i contributi minimi da versare, ed avrà appronta-to le istruzioni specifiche per il nuovo adempimento nonché le indicazioni tecniche necessarie all’adeguamento dei software ufficiali.

Per i seguenti casi:- iscritti che non siano tenuti al-l’inoltro di Unico alla Agenzia del-le Entrate- nuovi iscritti e reiscritti Cassa anno 2012

sarà a disposizione sul sito del-la Cassa un’apposita sezione del “Portale dei Pagamenti” per poter effettuare i versamenti dei minimi contributivi previsti per l’anno in corso con le medesime scadenze fi-scali di Unico.

A tal proposito si ricordano gli im-porti dei contributi minimi obbliga-tori 2012.

Contributi minimi obbligatori anno 2012

(suddivisi per posizione giuridica)

CONTRIBUZIONE PER GLI ISCRITTI OBBLIGATORI

(€ 3.167,00)Contributo Soggettivo Minimo

€ 2.250,00

Contributo Integrativo Minimo€ 900,00€ 17,00

(contributo di indennità maternità)

CONTRIBUZIONE PER I NEO-ISCRITTI

entro il compimento del 30° anno di età e per un massimo di 5 anni:

(€ 579,50) oppure

(€ 1.142,00)

Contributo Soggettivo Minimo€ 562,50

(1/4 per i primi due anni di iscrizione)

€ 17,00 (contributo di indennità maternità)

Contributo Soggettivo Minimo € 1.125,00

(1/2 per i successivi tre anni di iscrizione)

€ 17,00 (contributo di indennità maternità)

CONTRIBUZIONE PER I PENSIONATI ANCORA

ISCRITTI ALBO E CASSA(€ 2.042,00)

Contributo Soggettivo Minimo€ 1.125,00

Contributo Integrativo Minimo€ 900,00€ 17,00

(contributo di indennità maternità)

CONTRIBUZIONE PER I PRATICANTI ISCRITTI CASSA

(€ 579,50)Contributo Soggettivo Minimo

€ 562,50€ 17,00

(contributo di indennità maternità)

Per quanto riguarda gli importi dei minimi contributivi si ricorda che:- Sulla contribuzione ridotta dovuta dai neo-diplomati il beneficio è ri-conosciuto fino al 31 dicembre del-l’anno di compimento del 30° anno di età, senza far riferimento al mese di compimento dell’età anagrafica e analogamente, il beneficio della ri-duzione spettante per il primo quin-

Notizie dalla Cassa di Previdenza

Cassa Previdenza

il geometra n. 1/12 33

quennio di iscrizione, fino al 31 di-cembre del termine dello stesso.- Per gli iscritti che andranno in pen-sione nel corso dell’anno 2012, la riduzione della contribuzione ad 1/2, avrà decorrenza dall’anno successi-vo al pensionamento stesso.- Il contributo di indennità di mater-nità è dovuto da tutti gli iscritti alla Cassa per la copertura degli oneri re-lativi all’erogazione dell’indennità di maternità alle geometre iscritte alla Cassa (D.lgs.n. 151/2001).

Portale dei Pagamenti Cassa di Previdenza: attivazione strumenti di pagamento tramite circuito postale

Il servizio “Portale dei pagamenti” si è ampliato di un’ulteriore modali-tà di versamento: quella del circuito postale.

Poste SPA, infatti, ha messo a di-sposizione della Cassa, la possibilità di pagare, tramite il “Portale” della Cassa, a mezzo:

� BancoPostaOnline� Pagamento Domiciliato� Poste Pay� Carta di CreditoIn particolare il pagamento domici-

liato consente di stampare una sorta di “bollettino postale” con la quanti-ficazione del proprio debito, recante un codice identificativo dell’opera-zione e della relativa scadenza, con il quale poter effettuare il versamento presso qualsiasi ufficio postale.

Su sito web della Cassa, accedendo al “Portale” tramite l’Area Riserva-ta, si trovano le istruzioni aggiornate con le relative modalità di utilizzo dei nuovi istrumenti.

La Cassa di Previdenza nella cer-tezza che, nell’ambito delle mol-teplici iniziative volte ad agevola-re il rapporto con gli iscritti, anche quest’ultimo importante strumento troverà un ampio consenso, invita gli iscritti a segnalare al Collegio

eventuali disguidi che, trattandosi di un nuovo servizio, potrebbero verifi-carsi fino all’assestamento definitivo dello stesso.

Modalità di pagamento della pensione

Si avvisano i pensionati Cassa che il D.L. n. 201 del 06/12/2011, con-vertito con modificazioni nella L. n. 214 del 22/12/2011 (Decreto Salva Italia), ha previsto all’art. 12, la ri-duzione ad € 1.000,00 del limite per l’uso dei contanti o assegni nelle transazioni e nella corresponsione delle pensioni.

Pertanto il termine del 7 marzo è slittato al 1° maggio p.v. (rata di aprile) data dalla quale non sarà più possibile pagare le rate di pensione di importo superiore ad € 1.000,00 mediante assegno postale vidimato.

La Cassa di Previdenza ha già provveduto ad avvisare i pensionati interessati con apposito lettera che dovranno comunicare entro il mese di marzo, con il modello predisposto, una modalità di versamento alterna-tiva all’assegno postale, scegliendo tra l’accredito su un conto corrente bancario, su carta di pagamento pre-pagata o su conto bancoposta.

Si ricorda che l’Ufficio Previden-za del Collegio è a disposizione per l’invio dei nuovi modelli AV/PENS alla Cassa.

Ricognizione dei principi in materia iscrittiva alla Cassa di Previdenza Geometri

Come è noto, nel tempo sono stati necessari numerosi interventi a chia-rimento dei fondamenti del regime iscrittivo introdotto nel 2003, soprat-tutto per puntualizzare che laddove vi sia svolgimento di attività ricon-ducibili alla professione di geometra, quale che siano la forma e le modali-

tà di svolgimento di tale attività, sor-ge l’obbligo di iscrizione alla Cassa e non può, quindi, essere mantenuta l’iscrizione al solo Albo.

In concomitanza con l’avvio delle nuove modalità dichiarative tramite Modello Unico, il Comitato dei De-legati per assicurare l’effettività del richiamato regime iscrittivo e con-trastare in modo ancor più efficace il fenomeno dell’evasione contribu-tiva, ha deliberato una modifica al Regolamento sulla Contribuzione, con la quale è stata esplicitamen-te prevista la possibilità di attivare con l’Agenzia delle Entrate apposite convenzioni per il controllo sugli atti professionali. Ciò in linea con le pre-visioni contenute nella manovra di stabilizzazione finanziaria, in ordine alle misure volte al contrasto del fe-nomeno dell’omissione ed evasione contributiva mediante l’incrocio dei dati.

Si ritiene quindi necessario forni-re ogni indicazione utile per indivi-duare le fattispecie che danno luogo all’obbligatoria iscrizione alla Cassa, evitando così agli interessati di in-correre nei riferiti controlli.

Al riguardo, appare innanzitutto opportuno ribadire il contenuto del-la delibera consiliare n. 2/2003, così come modificata dalla successiva de-libera n. 123/2009, laddove è espres-samente previsto che non sono sog-getti all’obbligatoria iscrizione alla Cassa solo coloro i quali attestino con apposita autocertificazione: “ Di non esercitare l’attività professiona-le, senza vincolo di subordinazione, in forma singola, societaria o asso-ciata, anche in via occasionale e/o sotto forma di consulenza, di perizia e di attività coordinata e continuativa e di qualsiasi attività le cui presta-zioni rientrino nelle competenze tec-niche di geometra; 2. di non essere titolare di partita IVA per l’esercizio della professione di geometra”.

Le chiare prescrizioni sopra ripor-tate, che già da sole forniscono ogni esauriente indicazione, sono state nel

Cassa Previdenza

Il geometra

Il geometra

34 il geometra n. 1/12

tempo integrate con ulteriori infor-mazioni ed in tal senso appare oppor-tuno richiamare, a solo titolo esem-plificativo e non esaustivo, alcune ipotesi in cui ricorre l’obbligatorietà dell’iscrizione alla Cassa in presenza di iscrizione all’Albo:• geometra possessore di partita iva professionale o similari;• geometra amministratore di condo-mini;• geometra che utilizza il timbro occa-sionalmente anche a titolo gratuito;• geometra titolare o amministratore di agenzie immobiliare;• pensionato di altro Ente se eser-cita la professione di geometra an-che senza carattere di continuità ed esclusività;• assessore comunale, consigliere e sindaco se esercita la professione di geometra anche senza carattere di continuità ed esclusività;• consulente aziendale se esercita la professione di geometra anche senza carattere di continuità ed esclusività;• geometra socio di società coopera-tiva che firma e/o appone il timbro;• geometra socio di studio o associa-zione professionale;• geometra dipendente part-time di amministrazione pubblica che svol-ge occasionalmente la libera profes-sione;• geometra perito (di assicurazione-infortunistica, eventi alluvionali ecc. – di tribunale);• geometra addetto alla sicurezza.

Ulteriori direttive discendono dalla normativa fiscale e professionale e agevolano l’individuazione del peri-metro della professione e della con-seguente obbligatorietà dell’iscrizio-ne alla Cassa.

In quest’ottica, si deve richiamare l’art. 61 del D.Lgs. n. 276/2003, che esclude i professionisti intellettuali con iscrizione ad apposito Albo dal regime delle prestazioni occasionali, per cui in tali casi, l’attività è senz’al-tro professionale e, seppur svolta in maniera occasionale, deve essere fi-scalmente dichiarata nel quadro RR, dando luogo sotto il profilo previ-denziale all’iscrizione alla Cassa di categoria.

Ulteriore indicazione nella medesi-ma direzione dell’obbligatoria iscri-zione alla Cassa deriva dalla discipli-na del pubblico impiego per coloro che scelgono la trasformazione del rapporto da tempo pieno a part time per potersi legittimamente iscrivere all’Albo ed esercitare la professione.

Nella ricostruzione del quadro nor-mativo in cui si Inserisce il regime iscrittivo della previdenza di catego-ria, precise indicazioni discendono ancora dalla disciplina della Gestio-ne Separata, il cui ambito è stato re-centemente riconfermato nella ma-novra di stabilizzazione finanziaria, laddove è espressamente prevista l’iscrizione a tale Gestione esclusi-vamente per chi non sia iscritto in un Albo professionale.

Ne consegue che l’iscrizione alla Gestione Separata è da escludere in tutte quelle ipotesi in cui l’esercizio dell’attività sia riconducibile diretta-mente o indirettamente alle attività professionali del geometra.

Al riguardo, la giurisprudenza del-la Cassazione è più volte tornata a confermare questo orientamento, chiarendo che gli iscritti all’Albo devono essere iscritti alla Cassa qua-lora compiano attività di natura pro-

fessionale, sussistendo l’obbligo con-tributivo in favore della Cassa tutte le volte in cui sia presente un’attività comunque collegata, direttamente o indirettamente, a quelle riferibili alla libera professione (Cass. 26 marzo 1999 n. 2910; con specifico riferi-mento alla Cassa Geometri Cass. 20 ottobre 2010 n. 24364 per i redditi derivanti dall’attività di consulente finanziario); tutte le volte, cioè, in cui vi sia un rapporto di connessione fra l’attività svolta e le conoscenze pro-fessionali (Cass. 24 ottobre 2004 n. 20670). Rimanendo escluse soltanto quelle attività che con la professione non hanno nulla in comune (Cass. 15 dicembre 2000 n. 15816; Cass. 25 ottobre 2004 n. 20670): in tali ipote-si, laddove l’iscritto all’Albo dimo-stri l’assoluta estraneità dell’attività svolta dall’ambito professionale e dalla sua sfera attrattiva, lo stesso dovrà comunque dimostrare, pro-ducendo apposita documentazione, l’iscrizione alla Gestione Separata.

Per quanto poi riguarda la posizione dei geometri iscritti all’Albo che sia-no dipendenti di società o enti, si riba-disce l’obbligatorietà dell’iscrizione alla Cassa qualora siano compiuti atti professionali. La mera sussistenza di un rapporto di dipendenza non può, infatti, escludere la riconducibilità di tali atti alla professione, anche se detti atti siano svolti nell’interesse esclusi-vo dell’impresa datore di lavoro. Nel rispetto del principio della concorren-za, il compimento di atti professiona-li non può che dar luogo per tutti ai medesimi obblighi, anche per i dipen-denti iscritti all’Albo.

Cassa Previdenza

il geometra n. 1/12 35

Sono pervenuti al Consiglio Na-zionale 62 abstract le cui relazioni saranno presentate, nel corso della manifestazione FIG Working Week del 6-10 maggio 2012 Roma , da colleghi provenienti da tutta Italia.

Le manifestazioni sono organiz-zate direttamente dalla Federazione Internazionale Geometri.

Programma

Young Surveyors Conference – Roma 4-5 maggio 2012

Roma è stata scelta quale sede per lo svolgimento della PRIMA CONFERENZA INTERNAZIO-NALE DEI GIOVANI GEOMETRI – FIRST FIG YOUNG SURVEYOR CONFERENCE, per la quale è atte-sa la partecipazione di circa 150 gio-vani geometri provenienti da tutto il mondo;

La manifestazione avrà luogo pres-so la sede della Cassa di Previden-za ed Assistenza Geometri che è lo sponsor principale della stessa.

La conferenza avrà per oggetto lo svolgimento di un mirato e formativo programma scientifico;

La partecipazione è riservata a geo-metri iscritti all’albo aventi età non superiore ai 35 anni e che abbiano una minima conoscenza della lingua inglese;

La partecipazione alla Conferenza dei Giovani da luogo alla possibili-tà di ottenere un congruo risparmio sulla quota di iscrizione alla FIG Working Week (quota di iscrizione € 250,00 ai 2 eventi);

FIG Working Week, Roma 6-10 maggio 2012

La FIG - FEDERAZIONE INTER-NAZIONALE GEOMETRI - SET-TIMANA DI LAVORO è il massimo consesso mondiale a cui sono asso-ciate Istituzioni e Categorie Tecniche rappresentanti oltre l 00 Nazioni.

E’ prevista la partecipazione di ol-tre 1000 colleghi.

Si tratta di un’autorevole organiz-zazione del tipo “ONU Tecnico” che ha per scopo quello di rappresentare tutte le discipline di competenza del geometra nel mondo (vedi allegato come da precedente circolare con elenco delle materie trattate in l O commissioni).

Quale Associazione non governati-va riconosciuta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, ha come obiet-tivo la ricerca e le proposte per la gestione del territorio e lo sviluppo sostenibile per un futuro rispettoso dell’ambiente.

Il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati per l’Italia ne è socio fondatore dal 1878, insieme alla Germania, Francia, Gran Breta-

gna, Spagna, Svizzera e Belgio.Il corposo programma di presenta-

zione e discussione dei lavori scien-tifici, che costituisce anche una pre-ziosa occasione per lo scambio di conoscenze ed opinioni, sarà svolto in tutti i giorni dal 6 all’8 maggio 2012 mediante la riunione delle commis-sioni, sessioni plenarie a tema speci-fico, riassunto nel titolo della mani-festazione: “Knowing to manage the territory, protect the environment, evaluate the cultural heritage”;

Partner internazionali della FIG e del CNGeGL per la manifestazio-ne di Roma saranno la FAO, che ha sede in Roma, e l’Un-Habitat, con lo stretto coinvolgimento di 2 partner nazionali costituiti dall’ Agenzia del Territorio e dal Dipartimento della Protezione Civile;

Durante la manifestazione, proba-bilmente in data 9 maggio, è previsto lo svolgimento dell’Assemblea dei Presidenti dei Collegi

Le occasioni per le quali è prevista più direttamente la partecipazione dei Dirigenti di Categoria sono il 7 mag-gio ore 11,00-12,30 Sessione Plena-

Federazione Internazionale Geometri (FIG)

FIG Working Week6 - 10 maggio 2012

“Conoscere per gestire il territorio, tutelare l’ambiente, valutare il patrimonio culturale”, questo il titolo della trentacinquesima settimana di lavoro della FIG (Federazione internazionale dei Geometri) che si terrà a Roma, dal 6 al 10 maggio del 2012. L’evento è organizzato in collaborazione con il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati (CNGGL) e la FAO

Consiglio Nazionale

Il geometra

Il geometra

36 il geometra n. 1/12

ria dal tema “Conoscere per gestire il territorio”; ore 19.30 Opening Cere-mony, alla quale saranno invitate Au-torità di Governo ecc, presso l’Audi-torium Parco della Musica; martedì ore 11,00-12,30 Sessione Plenaria dal tema “Proteggere l’Ambiente”; ore 17,00 Incontro con i Dirigenti Generali dei Catasti di tutto il mondo (accessibile ad un limitato numero di partecipanti); ore 20,00 Cena della Fondazione FIG con intrattenimento italiano; 9 maggio 11,00-12,30 ses-sione Plenaria dal titolo “Valorizzare il Patrimonio Culturale”; dalle 16,00 alle 18,00 Assemblea dei Presidenti dei Collegi Italiani all’inizio della quale si prevede il saluto del Presi-dente FIG; ore 20,00 Cena di Gala; il tutto corollato dalle normali sessioni delle 10 Commissioni.

Considerata l’importanza profes-sionale della manifestazione, che co-stituisce anche la “vetrina” del siste-ma italiano rispetto a quello di tutti gli altri Stati nel mondo, il Consiglio Nazionale confida molto sulla più ampia partecipazione.

FIG Working Week 2012Rome, Italy, 6-10 May 2012

GENERAL TOPIC:Knowing to Manage the Territory - Protect the Environment -

Evaluate the Cultural Heritage

Commissione 1: Esercizio professionalePrincipi etici e codice di condotta professionale, gestione e struttura della pro-fessione, legislazione internazionale relativa alla professione, ruolo del geo-metra nel pubblico servizio.

Commissione 2. Formazione ProfessionaleMetodi di formazione e di insegnamento, tirocinio, interazione tra formazio-ne, ricerca ed esercizio della professione.

Commissione 3: Gestione delle informazioni spazialiGestione delle informazioni relative alla proprietà, al territorio ed alla idrogra-fia; infrastrutture dei dati spaziali e loro gestione per supportare lo sviluppo sostenibile.

Commissione 4: IdrografiaL’ambiente marino, il rilievo idrografico; mappe nautiche e batimetriche, ana-loghe, digitali ed elettroniche.

Commissione 5: Posizionamento e misurazioneLa scienza della misurazione; acquisizione accurata, precisa ed attendibile delle dimensioni e della forma degli aspetti naturali ed artificiali della terra e dell’ambiente.

Commissione 6: Rilievi di ingegneriaAcquisizione, gestione ed elaborazione delle informazioni topografiche, me-todi nei progetti di ingegneria; controllo delle deformazioni, loro analisi, in-terpretazione e predizione; miniere ed aree geologiche.

Commissione 7 : Catasto e gestione del territorioAmministrazione e gestione del territorio. Riforma catastale e catasti con di-verse finalità; sistemi informativi, rilievo catastale; leggi del diritto e del pos-sesso terriero; consolidamento del territorio urbano e rurale; gestione delle risorse marittime.

Commissione 8: Progettazione e sviluppo spazialeProgettazione delle strutture locali ed urbane, progettazione dell’utilizzo del territorio urbano e rurale; politiche di progettazione e miglioramento ambien-tale; sviluppo sostenibile; urbanizzazione dei paesi in via di sviluppo; valuta-zione dell’impatto ambientale.

Commissione 9 - Valutazione e gestione dei beni immobiliariStima del valore dei beni immobili per diversi scopi; investimenti al valore di mercato; sviluppo delle finanze; gestione della proprietà privata e pubblica.

Commissione l0- Gestione ed economia dell’ediliziaIndustria edilizia, preventivazione, gestione delle quantità e del costo, leggi sulle costruzioni e contratti amministrativi e di appalti.

Consiglio Nazionale

il geometra n. 1/12 37

Quest’anno l’incontro di fine anno per la Festa degli Auguri tra i compo-nenti le Commissioni del Collegio, avvenuto il 16 dicembre, ha avuto una veste nuova: è stata infatti allie-tato dallo spettacolo “DRUM THEA-TRE”.

Si tratta di un “laboratorio del rit-mo” coordinato dal collega geom. Sergio Cherubin: da un’idea sempli-ce di musica in gruppo, ora coinvol-ge parecchi ragazzi dai sei ai diciotto anni, diversamente abili. Con costan-za e impegno nelle prove, capitanati appunto dal geom. Cherubin, il grup-po ha trasformato con gioia il sem-plice approccio alla musica in uno spettacolo professionale nel quale si intersecano fantasia ed emozioni.

Questi ragazzi calcano i palco-scenici, i teatri, le strade del torine-se, del veronese, dell’alessandrino, riscuotendo note-vole successo, par-tecipando alle feste cittadine, a mani-festazioni musica-li e a concorsi di musica ed in palchi importanti.

Il Collegio, ospi-tando questo spet-tacolo, ha voluto condividere con i colleghi compo-nenti delle Commissioni, accompa-

gnati anche dalle famiglie e dai bam-bini, un momento di grande impatto emotivo.

Scambio degli Auguri di fine anno con i componenti le Commissioni del CollegioLo spettacolo Drum Theatre

Ai componenti le Commissioni, che il Collegio ringrazia per la pre-ziosa collaborazione, è stata donata una confezione di prodotti di “Li-bera Terra”, un marchio che unisce il valore etico sociale del progetto condotto dal Gruppo Abele al valore qualitativo del prodotto.

“Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” è nata con l’intento di coordinare e sollecitare, a livello nazionale ed internazio-nale, l’impegno della società civile contro tutte le mafie. Coordina 1600 associazioni e gruppi, segue progetti in migliaia di scuole italiane, produ-ce pasta e olio sui terreni confiscati alla mafia.

La scelta è inserita anche nell’am-bito della convenzione che il Consi-glio Nazionale Geometri e Geometri

Laureati ha stipulato con l’Associa-zione “Libera”.

Don Luigi Ciotti, al convegno nazionale dei Geometri di giugno a Verona, ha affermato “Libera è presente in tutta Europa, è il noi che vince contro corruzione e mafia, è la cultura della libertà che dà la sve-glia alle coscienze e solo la libertà è il termometro dello stato della salu-

te di un Paese. Lo schiaffo alla ma-fia è la confisca dei beni, dove far nascere asili, strutture recettive, complessi per la collettività. Per-ché una convenzione con i Geome-tri ? Perché la lotta alla mafia, la gestione dei beni ad essa confisca-ti, l’esigenza di riportare a reddito legale, pulito, molte delle attività che vengono sottratte alla gestio-ne mafiosa, necessitano di grandi professionalità, professionalità

giuridiche, professionalità economi-che, professionalità tecniche. Ecco, i geometri hanno le capacità tecnico - professionali che occorrono al re-cupero di quel patrimonio edilizio, rurale, paesaggistico, ambientale di quelle terre, case, giardini seque-strati alla gente mafiosa per essere risorsa della gente comune.”

Atti del Collegio

Il geometra

Il geometra

38 il geometra n. 1/12

Un’insolita attività dei Geometri, tecnici a contatto con i luoghi e con le persone ovunque, a dimostrazione che la nostra Categoria è vicina alla gente ed anche al mondo variegato della disabilità, che più di altri ha bi-sogno di vicinanza e condivisione.

Geom. Cherubin, come è nata l’ini-ziativa del “Drum Theatre”?

Drum Theatre è nato per caso nel 2002 dall’associazione culturale Steam Project, composto da dieci ra-gazzi abili e diversamente abili che, attraverso il ritmo, intende diffonde-re la cultura e lo spirito dell’arte dei tamburi come preghiera, integrando i suoni tribali tradizionali all’attua-

le paesaggio sonoro (e viceversa!), mimo e teatro.

Io sono il presidente dell’ associa-zione Steam Project di Chieri e pro-motore del gruppo di percussionisti Drum Theatre. Mi occupo di tutta l’organizzazione, porto avanti le le-zioni e programmo ogni evento. Le idee non mi mancano mai!

Chi sono i ragazzi nel gruppo e come li inserite nello spettacolo?

Il gruppo coinvolge ragazzi dai sei ai diciotto anni, diversamente uguali, non vedenti, autistici, normodotati adulti ed adolescenti.

La maggior parte di loro entrano nel gruppo perché entusiasti del-lo spettacolo che hanno visto nelle

Street Fest e nei teatri.Non c’è alcuni tipo di selezione ma

è richiesto impegno e disciplina nelle prove e nelle lezioni. E poi educazio-ne e amore... tanto!

Quale ruolo ha la musica nel gruppo?

E’ l’essenza. Il ritmo diventa un momento di assoluta aggregazione, si annullano le diversità e si arriva all’unione fisica e spirituale.

Stimolati da sempre nuove avven-ture ritmiche, i ragazzi sembrano assorbiti dai suoni e dai suoi strasci-chi colorati, si propongono in danze, movimenti sincronizzati, originando continue immagini particolarmente suggestionanti. Ogni pezzo è propo-

“DRUM THEATRE” il “laboratorio del ritmo” coordinato dal collega geom. Sergio Cherubin

Atti del Collegio

il geometra n. 1/12 39

sto con oggetti di tutti i giorni, (pen-tole, bidoni, tubi, pennelli, raschiet-ti), arricchito da vere percussioni, una o più batterie e, con l’inserimen-to di danze, movimenti sincronizzati, scenografie e costumi, esplode in una amalgama di armoniosa teatralità. Il cuore si emoziona ed inizia a viag-giare ed è impossibile ignorare le vibrazioni provocate ed il contatto fisico che ne nasce, fino ad arrivare al pubblico ormai coinvolto ed esta-siato.

Quali sono le difficoltà maggiori che incontrate?

Con i ragazzi nessuna. Il problema

maggiore è quello economico (spo-stamenti, attrezzature ecc.) e la solita burocrazia.

E le soddisfazioni?I ragazzi sono per me purezza ed

energia.Durante lo spettacolo avvengono

sinergie miracolose che emanano energia pura e preghiera

Avrei tante esperienze straordina-rie da raccontare che mi hanno fatto risvegliare ogni volta la coscienza.

L’ultima rappresentazione di “Tam-buri come preghiera” in una chiesa di Chieri è stato uno dei momenti più belli della mia vita, unico forse al mondo!

Durante le lezioni nascono sponta-neamente vibrazioni sottili che lega-no tutti i partecipanti in una sorta di unico corpo evolvendosi successiva-mente e spontaneamente nello spirito di un gruppo unito e forte.

Grazie alla spontaneità dei ragaz-zi Down l’approccio sia su dei veri tamburi o su dei semplici bidoni di plastica o con altro materiale che fa rumore è quasi immediato a prescin-dere dalla loro timidezza.

Il fraseggio improvvisato che ne viene fuori già al primo impatto è pronto per essere arrangiato; io, emozionandomi ogni volta, utiliz-zando cuore e tecnica, lo riproduco immediatamente perché così possa spontaneamente evolversi in un nuo-vo pezzo, unico, irripetibile; il passo successivo è la realizzazione e una rivisitazione dello stesso pezzo in gruppo. Aggiungendo poi colori alla scenografia e a volte molta grinta e un pizzico di teatralità.

Durante lo spettacolo al Collegio del 16 dicembre, molti colleghi hanno manifestato l’interesse ad ospitare lo

spettacolo in occasioni di manifestazioni di zona

Gli interessati possono rivolgersi a:[email protected]

www.steamprojectband.com – digitare DRUM THEATRE [email protected]

Video e foto: drum theatre su facebook e youtube

Atti del Collegio

Il geometra

Il geometra

40 il geometra n. 1/12

Territorio, maneggiare con curaTorino, 7 novembre 2011

“Nelle aree libere non si costruirà più: le vicende di questi giorni di-mostrano che è indispensabile fer-marsi. Non possiamo continuare a governare il territorio con le vecchie regole o peggio con la negligenza” con queste parole il Presidente della Provincia Saitta ha aperto l’incontro “Territorio: maneggiare con cura”, organizzato dalla Provincia di Tori-no per presentare il piano territoriale provinciale di coordinamento (Ptcp), diventato il luglio scorso legge regio-nale.

“Il Ptcp mette un freno al consu-mo di suolo: d’ora in avanti i comu-ni, nel modifi care i piani regolatori, dovranno adeguarli a regole precise. Certo, viene stabilito un principio sicuramente forte; ma non vogliamo imporre nulla, saranno gli enti terri-toriali a decidere quali sono le aree libere” ha continuato Saitta, fornen-do alcune cifre sul consumo di suolo nel territorio provinciale: “Dal 1990 al 2006 la popolazione in provincia è rimasta praticamente immutata, ma sono stati consumati 7479 ettari: una quantità pari a tre nuove città delle dimensioni di Rivoli, Ivrea, Gruglia-sco”.

“Non do giudizio negativo su am-ministrazioni comunali, conosco la loro disperazione per far quadrare i bilanci, ho fatto anch’io il sindaco” ha concluso Saitta. “Dobbiamo ga-rantire lo sviluppo edilizio, ma non

sulle aree libere. Gli oneri di urbaniz-zazione non devono essere utilizzati per fi nanziare mense scolastiche o illuminazione. Ora cominciamo a in-trodurre qualche elemento di qualità dal punto di vista territoriale”.

A margine del convegno “Territo-rio: maneggiare con cura”, si è svolto il primo incontro del gruppo di lavo-ro nazionale costituito nell’ambito del Coordinamento Nazionale delle Agende 21 Locali sul tema “Consu-mo di suolo, governo sostenibile del territorio e accessibilità” coordinato dalla Provincia di Torino.

Obiettivo: contribuire a una rifl es-sione politica, a livello nazionale e locale, sul tema del consumo di suo-lo, inteso come una risorsa naturale fi nita su cui si sono concentrati negli

ultimi decenni fattori di pressione insostenibili. Tale rifl essione inten-de poi tradursi operativamente nel-la creazione di strumenti culturali e tecnico-giuridici capaci di segnare un punto di svolta nell’uso del terri-torio.

“C’è bisogno di dotarsi di stru-menti innovativi di pianifi cazione urbanistica” ha commentato l’asses-sore all’Ambiente della Provincia di Torino Roberto Ronco, “di un nuovo modello di sviluppo per il nostro ter-ritorio orientato al risparmio del suo-lo, in particolare quello agricolo di pregio, salvaguardandolo da un uso indiscriminato. Parlerei di una vera e propria nuova etica del territorio” ha proseguito Ronco, “grazie alla quale razionalizzare il consumo delle risor-

Convegni e mostre

Convegni

il geometra n. 1/12 41

se primarie per evitare sprechi che, in una situazione di crisi strutturale, rappresenterebbero un enorme costo sociale tutto sulle spalle delle gene-razioni future”.

A prova di futuro: giornali, libri e archivi 3.0Torino, 1° dicembre 2011

Presso il Centro Congressi Tori-no Incontra si è svolto il Convegno promosso dal CSI-Piemonte e dal Comitato per la Biblioteca Digitale dell’Informazione Giornalistica “A prova di futuro: giornali, libri e ar-chivi 3.0”

L’evento ha esplorato idee e pro-poste per lo sviluppo dei programmi di digitalizzazione e per la condivi-sione di patrimoni culturali diversi: archivi pubblici e privati, beni archi-vistici e librari, fondi giornalistici e specialistici, a partire dall’Archivio La Stampa on line e dai progetti di valorizzazione delle risorse cultura-li piemontesi, che stanno suscitan-do l’interesse degli specialisti e del grande pubblico.

La scansione del documento è solo l’inizio del percorso: occorrono stru-menti “intelligenti” per trovare facil-mente le informazioni e confrontare fonti diverse, alla riscoperta di even-ti, personaggi e luoghi della storia e dell’attualità.

Chi utilizza il web per fare ricerca ha bisogno di strumenti “intelligenti” per trovare facilmente le informazio-ni e confrontare fonti diverse, alla ri-scoperta di eventi, personaggi e luo-ghi della storia e dell’attualità.

Ma la scansione dei documenti è solo l’inizio del percorso. Le tecnolo-gie informatiche offrono nuove pos-sibilità non solo per la conservazione ma soprattutto per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.

L’esperienza, unica in Italia, del-l’Archivio La Stampa on line e la digitalizzazione delle risorse cultura-

li piemontesi stanno suscitando l’in-teresse degli specialisti e del grande pubblico, svelando il potenziale an-che economico di questi progetti.

Per rispondere alla necessità di rendere facilmente ricercabili i con-tenuti e per integrare gli strumenti di consultazione già disponibili occor-rono nuovi investimenti: nella ricerca e nell’innovazione tecnologica, per creare una fi liera di competenze che coinvolge professionalità diverse.

Il convegno ha voluto esplorare idee e proposte per lo sviluppo dei programmi di digitalizzazione e per la condivisione di patrimoni cultura-li diversi: archivi pubblici e privati, beni archivistici e librari, fondi gior-nalistici e specialistici.

L’incontro, organizzato dal Co-mitato Tecnico Scientifi co del CSI-Piemonte con la collaborazione del Comitato per la Biblioteca Digitale dell’Informazione Giornalistica, era rivolto a operatori culturali e istitu-zioni, studiosi e appassionati, inse-gnanti e studenti, imprese e mondo industriale.

“Bulloni e farfalle” 150 anni di Ambiente in PiemonteTorino, dal 29 novembre 2011 al 6 luglio 2012

Il Museo di Scienze Naturali di To-rino, via Giolitti 36 ospita la Mostra

“Bulloni e farfalle” 150 anni di Am-biente in Piemonte

All’inaugurazione del 29 novem-bre, insieme all’Assessore all’Am-biente della Regione Piemonte Ro-berto Ravello, erano presenti Aldo Fasolo - Presidente del Comitato Scientifi co del MRSN in rappre-sentanza anche dell’Università de-gli Studi di Torino, Salvatore De Giorgio - Direttore della Direzione Ambiente della Regione Piemonte,

Chi utilizza il web per fare ricerca ha bisogno di strumenti

“intelligenti” per trovare facilmente le informazioni e confrontare

fonti diverse, alla riscoperta di eventi, personaggi e luoghi

della storia e dell’attualità. Ma la scansione dei documenti è solo

l’inizio del percorso. Le tecnologie informatiche offrono

nuove possibilità non solo per la conservazione ma soprattutto

per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.

L’esperienza, unica in Italia, dell’Archivio La Stampa on line

e la digitalizzazione delle risorse culturali piemontesi stanno

suscitando l’interesse degli specialisti e del grande pubblico,

svelando il potenziale anche economico di questi progetti.

Per rispondere alla necessità di rendere facilmente ricercabili

i contenuti e per integrare gli strumenti di consultazione

già disponibili occorrono nuovi investimenti: nella ricerca

e nell’innovazione tecnologica, per creare una fi liera

di competenze che coinvolge professionalità diverse.

Il convegno vuole esplorare idee e proposte per lo sviluppo

dei programmi di digitalizzazione e per la condivisione

di patrimoni culturali diversi: archivi pubblici e privati,

beni archivistici e librari, fondi giornalistici e specialistici.

L’incontro, organizzato dal Comitato Tecnico Scientifi co

del CSI-Piemonte con la collaborazione del Comitato

per la Biblioteca Digitale dell’Informazione Giornalistica,

è rivolto a operatori culturali e istituzioni, studiosi e appassionati,

insegnanti e studenti, imprese e mondo industriale.

A PROVA DI FUTURO giornali, libri e archivi 3.0

Torino 1° dicembre 2011Centro Congressi Torino IncontraVia Nino Costa 8

Comitato per la Biblioteca Digitale dell’Informazione GiornalisticaCBDIG

ASSESSORATO CULTURA,PATRIMONIO LINGUISTICO,POLITICHE GIOVANILI

AssessoreMichele Coppola

DIREZIONE CULTURA TURISMO E SPORT

DirettoreMaria Virginia Tiraboschi

ASSESSORATO AMBIENTE, DIFESA DEL SUOLO, PROTEZIONE CIVILE

AssessoreRoberto Ravello

DIREZIONE AMBIENTE

DirettoreSalvatore De Giorgio

Museo Regionale di Scienze NaturaliVia Giolitti 36, 10123 Torino

n° verde 800 329 329tel. +39 011.4326354 - fax +39 011.4326320www.regione.piemonte.it/museoscienzenaturali

www.mrsntorino.it Orari mostra: 10.00-19.00 apertura tutti i giorni escluso il martedì

Visite guidate per gruppi e scolaresche e laboratori didattici su prenotazionetel. +39 011.4326307/6334/6337 - [email protected]

BULLONI& FARFALLE

BULLONI& FARFALLE150 anni di ambiente in Piemonteuna collaborazione tra gli Assessorati all’Ambiente e alla Cultura della Regione Piemonte

PROGETTO E REALIZZAZIONE DELLA MOSTRA

Cura della mostraStefano Camanni (Arnica Progettazione Ambientale S.c.), Enrico Camanni (Associazione Dislivelli), Elena Giacobino (Museo Regionale di Scienze Naturali), Giorgio Quaglio (Seacoop), Torino

Progetto museograficoMaurizio Buffa, Architetto in collaborazione con Jens Seidel

Cura delle sezioniCome è cambiato l’ambiente in Piemonte: Regione Piemonte - Direzione Ambiente, Direzione Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Economia Montane e Foreste, Prevenzione territoriale del rischio geologico; Arpa Piemonte; Società Meteorologica Italiana.; Istituto IPLA S.p.A.Collezioni del Museo Regionale di Scienze Naturali: Franco Andreone, Massimo Calafiore, Bruno Cambi, Rosa Camoletto, Mariano Gallo, Alberto Chiarle Marinella Garzena, Elena Gavetti, Luca Ghiraldi, Elena Giacobino, Federica La Pietra, Daniele Ormezzano, Marco Pavia, Luca Picciau, Annalaura Pistarino. Arte: Giorgio Quaglio.Culture: Piercarlo Grimaldi, Rettore dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Bra (Cuneo); Luciano Nattino, Casa degli Alfieri Soc. Coop, A.r.l.Didattica: Elena Giacobino e Stefano Camanni.Letteratura e stampa: Enrico Camanni.Musica: Stefano Camanni.Pubblicità: Massimo Melotti; Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli (Torino).Territorio: Roberto Dini, Dipartimento di Progettazione Architettonica e Disegno Industriale, Politecnico di Torino.

Progetto cinematograficoAssociazione CinemAmbiente, Torino

Progetto ed esecuzione graficaE20Progetti Srl, Biella

Allestimenti e impiantiHapax Editore, Torino

Soggetti prestatoriACI - Automobile Club Torino, Archivio Storico FIAT, Archivio Storico de La Stampa, Associazione Irrigazione Ovest Sesia, BasicNet S.p.A., Camillo Vellano, Castello di Rivoli - Museo d’Arte Contemporanea, CeDrap - Archivio Piemonte Parchi, Centro Museo Documentazione Storica del Politecnico di Torino, Ente Parco Nazionale Gran Paradiso,Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, Fondazione Nuto Revelli, Fondazione Centro Culturale Valdese, Gabriella Ballesio, GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, GTT – Gruppo Torinese Trasporti, Liceo Classico Vincenzo Gioberti, Museo Nazionale della Montagna, Priuli & Verlucca Editori, Valerio Marchesi.

FotografieMassimo Bertoncini, Franco Borrelli, Stefano Camanni, Elisabetta Codello, Angelo Di Tommaso, Lorenzo Mariano Gallo, Massimo Gea, Cesare Giulio, Dario Lanzardo, Gianfranco Marzetti, Piergiorgio Migliore, Bruno Ricci, Francesco Tomasinelli

Autori opere d’arteVittorio Avendo, Maurizio Briatta, Caretto & Spagna, Lorenzo Delleani, Fortunato Depero, Pinot Gallizio, Mattia Moreni, Giovanni Battista Quadrone, Giuseppe Pellizza, Giuseppe Penone, Francesco Tabusso

OrganizzazioneDirezione Ambiente – Ufficio di Direzione, Agostina Garazzino, Elena Porro – Ufficio Stampa, Susanna De Palma.Presidenza della Giunta Regionale – Ufficio Stampa, Donatella Actis.

Responsabile, Ermanno De Biaggi – Segreteria generale, Francesca Onofrio – Didattica e Museologia, Elena Giacobino – Ufficio Stampa e Relazioni esterne, Giuseppe Misuraca, Elvira Radeschi – Comunicazione web, Patrizia Scandurra, Emanuela Celona – Servizi al pubblico, Laura Marasso – Servizi tecnici, Elio Pulzoni.

In collaborazione con

Sponsor

In 150 anni di turbinoso sviluppo economico sono cambiati il territorio e l’ambiente del Piemonte, ma più ancora è mutata l’idea di natura e ambiente nella testa dei piemontesi. Da terreno di gioco per pochi privile-giati l’ambiente naturale si è trasformato in preziosa risorsa di molti, da proteggere e tramandare ai figli.

Il Piemonte rappresenta un tassello fondamentale del processo di trasformazione nazionale: a Torino nasce il Regno d’Italia, Torino è il centro propulsore del gran-de sviluppo industriale novecentesco e poi il Piemonte è la prima regione, in Italia, a concepire e realizzare un’organica politica di parchi naturali. Un modello da divulgare e sostenere come laboratorio di buone prati-che e germoglio di futuro.

30 Novembre 2011 - 6 Luglio 2012Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino

Convegni

Il geometra

Il geometra

42 il geometra n. 1/12

Maria Virginia Tiraboschi - Diret-tore della Direzione Cultura, Turi-smo e Sport, Carlo Cerrato e Beppe Rovera – curatori della trasmissione “Ambiente Italia” del TGR.

Durante l’inaugurazione è stato presentato il cortometraggio “We want a future” prodotto da Luca Ar-gentero e diretto da Myriam Catania recentemente presentato al Festival del Cinema di Roma.

Perché la Mostra? In 150 anni di turbinoso sviluppo economico sono cambiati il territorio e l’ambiente del Piemonte, ma più ancora è mu-tata l’idea di natura e ambiente nella testa dei piemontesi. Da terreno di gioco per pochi privilegiati l’am-biente naturale si è trasformato in preziosa risorsa di molti, da proteg-gere e tramandare ai figli.

Il Piemonte rappresenta un tas-sello fondamentale del processo di trasformazione nazionale: a Torino nasce il Regno d’Italia, Torino è il centro propulsore del grande svilup-po industriale novecentesco e poi il Piemonte è la prima Regione, in Ita-lia, a concepire e realizzare un’orga-nica politica di parchi naturali. Un modello da divulgare e sostenere come laboratorio di buone pratiche e germoglio di futuro.

I parchi del PiemonteDal 1975 sono state istituite con legge regionale 63 Aree protette per una superficie complessiva di 160.000 ettari gestiti da 35 Enti.Cinque Aree protette sono gestite dalla Provincia di Torino: Lago di Can-dia, Tre Denti di Cumiana e Freidour, Monte San Giorgio, Conca Cialan-cia, Lago Borello, Colle del Lys.Oltre alle Aree protette regionali, la Regione Piemonte conta due Parchi Nazionali: il Gran Paradiso istituito nel 1922 e la Val Grande istituito nel 1992 che interessano complessivamente una superficie di 48.500 ettari.Tra le Aree tutelate, particolare importanza riveste il Sistema della Fascia fluviale di Po istituito nel 1990 che interessa tutto il tratto piemontese del Fiume lungo 235 km su una superficie di 35.515 ettari.Del Sistema regionale delle Aree protette sono parte integrante sette Sacri Monti piemontesi (Crea, Varallo, Orta, Ghiffa, Belmonte, Domodossola e Oropa) inseriti nel 2003 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNE-SCO.La conservazione del patrimonio naturale si esplica anche attraverso la costituzione della Rete Natura 2000, così come previsto dalle Direttive della Comunità europea in materia di conservazione della biodiversità: in Piemonte vi sono 123 Siti di Importanza Comunitaria e 51 Zone di Pro-tezione Speciale per l’avifauna, parte delle quali sono anche classificate come SIC. Più della metà del territorio classificato come Siti d’Importanza Comunitaria è compreso nelle Aree Protette regionali. Il territorio interes-sato da Rete Natura 2000 è il 15,62% del totale regionale. Nell’ambito delle attività di ricerca del Settore Pianificazione Aree pro-tette sono state inoltre censite 51 aree di pregio naturalistico e classificate come “Siti di Importanza Regionale”.

Convegni

il geometra n. 1/12 43

Suap delle valli: stato dell’arte, innovazione e progressoBussoleno, 20 dicembre 2011

Il 20 dicembre presso la sede del-la Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone in Bussoleno si è tenu-to un incontro sul tema “ Suap delle valli: stato dell’arte, innovazione e progresso”: con l’occasione è stato presentato, rinnovato nella forma, servizi e struttura, anche il nuovo Sportello Unico Attività Produttive della Comunità Montana, a servizio dei comuni associati.

Lo Sportello Unico Attività Pro-duttive presso la Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone è il punto di accesso unico per chi vuole av-viare una nuova attività produttiva in valle: è un mediatore tra le istan-ze dei cittadini e gli uffici degli enti destinatari di tali richieste (Comuni, Provincia, Regione, Asl, Vigili del Fuoco, Anas, etc..).

Nell’ambito delle politiche per la

nascita dell’“impresa in un giorno”, con l’entrata in vigore del D.p.r. 160/2010 è stato sancito che la mo-dalità di accesso ed erogazione del servizio debbano essere telematiche, con particolare riguardo alla Posta elettronica certificata (PEC) e alla firma digitale.

Si tratta di un genere di innovazio-ne che avrà sicuramente benefici nel lungo periodo, ma che nell’immedia-to crea non pochi imbarazzi, per non dire veri e propri disagi, tanto nei cit-tadini quanto nelle pubbliche ammi-nistrazioni coinvolte.

Per far fronte a questa esigenza il Suap presso la Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone si è dotato di una nuova struttura organizzativa e informatica in grado di ottimizzare il flusso di dati telematici e sempli-ficare il lavoro di tutti coloro che a diverso titolo si rivolgono allo Spor-tello.

Dal primo gennaio 2012 il cittadino infatti avrà a disposizione un nuovo sito di riferimento www.suapdelle-valli.it che in modo snello e semplice lo guiderà attraverso il reperimento

della modulistica e delle informa-zioni necessarie: è previsto inoltre, a fianco ai canali più tradizionali come telefono, fax ed email, anche una “live chat” per interloquire in diretta con i referenti dello Sportello Unico. E per chi non ha ancora le idee ab-bastanza chiare da prendere l’inizia-tiva, oppure vorrebbe più un parere, un consiglio o l’esperienza di chi ha già fatto, il Suap delle valli si spende anche tramite Facebook, in uno spa-zio che punta a essere un canale di incontro e orientamento per le realtà produttive della Valle. “Un program-ma ambizioso, certo” commenta Die-go Favro - responsabile del Suap da quasi un decennio - “ma utile e fatti-bile con l’impegno e l’entusiasmo di tutti gli internauti valligiani”.

Nel corso dell’incontro del 20, aperto a tutti gli interessati, il Suap delle valli è stato presentato alle autorità e agli operatori professio-nali del territorio, con l’obiettivo di scambiare suggestioni e sinergie che arricchiscano nel breve il lavoro di tutti e quindi nel tempo valorizzino le risorse del territorio.

Lo Sportello Unico Attività Produtti-ve presso la Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone si è dotato di una nuova struttura organizzativa e infor-matica in grado di ottimizzare il flusso di dati telematici e semplificare il la-voro di tutti coloro che a diverso titolo si rivolgono allo Sportello

Convegni

Il geometra

Il geometra

44 il geometra n. 1/12

L’invenzione di un paesaggio novecentesco sulle AlpiTorino, 18 gennaio 2012

Nella Sala delle Cacce - Castello del Valentino - Viale Mattioli 39, To-rino, con il patrocinio delle Facoltà di Agraria dell’Università degli Stu-di di Torino, Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Genova, Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano e nell’ambito del Corso di Laurea in-terateneo in Progettazione delle Aree Verdi e del Paesaggio, si è tenuta la III edizione di “Incontri con il pae-saggio”.

Il “Villaggio Sanatoriale Eugenio Morelli”, costruito tra il 1932 e il 1939 a Sondalo (Sondrio) come il più grande sanatorio d’Europa, è un capolavoro dell’urbanistica “razio-nalista”, i cui valori di eccezionale interesse risiedono nel disegno e nel-la qualità estetica complessiva della cittadella; nelle soluzioni tecniche innovative, studiate ad hoc per ri-spondere alle condizioni climatiche; nell’integrazione delle diverse fun-zionalità (comprese quelle estetico-ricreative, incarnate nel grande e bel-lissimo Parco) in un’armonizzazione volumetrica e scenografica di grande impatto visivo. Quella che a buon di-ritto si può riconoscere come l’uni-cità di questo Villaggio Sanatoriale, rispetto ai numerosi altri comprenso-ri sanatoriali italiani ed europei co-struiti dalla fine del XIX secolo fino agli anni ‘40 del XX, consiste nella sua struttura organica di città e non di semplice assemblaggio di edifici sul-le pendici di un monte: struttura com-plessa, fatta di padiglioni sanatoriali, di edifici amministrativi, di servizi, di apparati tecnici molto progrediti, di strutture di approvvigionamento energetico, di zone di svago (pisci-na, tennis, bocce, cinema, emittente radiofonica interna), di un curatissi-

mo dedalo di viali alberati, di mura-glioni, di arcate e viadotti, oltre che di un esteso e sofisticato parco. Una cittadella con “temi collettivi” da cit-tà europea (chiesa, piazza, viali, par-co, edifici di rappresentanza, parco — stazione dei carabinieri, podii con pennoni, amministrazione — bar, ci-nema-teatro, negozi ecc.).

Ma la singolarità del “Morelli” deriva anche dall’aspetto paesag-gistico, che lo impronta con grande forza espressiva. Configurazione ar-tificiale del volto della montagna, il sanatorio dà vita a un sorprendente paesaggio alpino che la connota con la sua forte identità: un’apparizione “metafisica”, una visione “fiabesca” o futurista, ma ancora perfettamente in grado di coniugare ad altissimi li-velli progettuali, compositivi e tecni-ci le ragioni costruttive, le esigenze della vastità e dei numeri e le ragioni millenarie e ancestrali di uno scabro e verticale luogo di montagna, in un dialogo affascinante di masse, forme, colori, prospettive, da cui lo stesso paesaggio naturale che lo circonda ri-ceve a sua volta nuove illuminazioni, percepibilità, significati e prospettive inconsuete.

Questa titanica “città di fondazio-ne” alpina offre la visione di un inedi-

to e spettacolare “teatro sanatoriale” che sostituisce all’assetto agricolo e boschivo della montagna un paesag-gio moderno inedito e sorprendente, ancor oggi esempio insuperato di alta qualità edilizia e di efficace e moder-na interpretazione del genius loci.

Il complesso – attualmente parzial-mente in uso come ospedale regiona-le – è da qualche anno oggetto di una strategia di conoscenza e valoriz-zazione da parte dell’Associazione culturale Terraceleste (http://terra-celeste.wordpress.com) e degli enti territoriali della Provincia di Sondrio (convegno internazionale sull’archi-tettura e il paesaggio del complesso, pubblicazione del volume Villag-gio Morelli: identità paesaggistica e patrimonio monumentale (Diabasis 2011), conferenze, mostre fotogra-fiche, visite guidate da esperti di ar-chitettura, paesaggio, storia dell’arte, scienze forestali e fotografia, al fine di proporre percorsi di conoscenza e di esperienza diretta di questo gran-de patrimonio storico, architettonico e paesaggistico, sullo sfondo delle forme razionaliste dell’epoca, come tappa irrinunciabile nel percorso di conoscenza dell’architettura e del paesaggio novecentesco.

Nell’ambito del Corso di Laurea interateneo in Progettazione delle Aree Verdi e del Paesaggio, si è tenuta la III edizione di “In-contri con il paesaggio”.

Convegni

il geometra n. 1/12 45

Il 3 febbraio 2012 si è svolto a To-rino, presso il Museo Regionale di Scienze Naturali, un convegno dal titolo “I Contratti di Fiume: un per-corso per lo sviluppo sostenibile del territorio”.

Il convegno è stato organizzato dalla Regione Piemonte, Direzione Programmazione Strategica, Politi-che Territoriali ed Edilizia e Direzio-ne Ambiente, ed è stato l’occasione per condividere le principali espe-rienze sui Contratti di Fiume fin qui realizzate o in corso di realizzazione in Italia.

E’ inoltre stato presentato il rap-porto di ricerca sui Contratti di Fiu-me curato da IRES Piemonte e nato dalla collaborazione tra la Regione Piemonte e il Ministero per lo Svi-luppo Economico.

La giornata di lavoro ha rappresen-tato un’occasione di confronto tra i sempre più numerosi soggetti inte-ressati a questi strumenti di program-mazione negoziata. E’ infatti emerso chiaramente che, accanto alle conso-lidate esperienze di Lombardia e Pie-monte, i Contratti di Fiume si vanno ormai diffondendo in molte altre aree del Paese, coinvolgendo Toscana, Basilicata, Campania e Umbria. Si tratta ovviamente di processi a di-versi stadi di sviluppo e attuazione, ma tutti accomunati dal perseguire l’integrazione delle politiche per una gestione corretta e sostenibile delle risorse idriche.

La validità delle molteplici espe-rienze dei Contratti di Fiume in atto è stata discussa e analizzata a fondo, in particolare dalla Regione Piemonte,

che ha di recente steso un documento di “Linee Guida per l’attuazione dei Contratti di Fiume e di Lago”.

Il fenomeno dei Contratti di Fiume è ora così diffuso da raccogliere l’at-tenzione dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, quale esempio di strategia di successo per l’attuazione delle Direttive Europee

in tema di acque, tanto che il pros-simo obiettivo, dichiarato all’interno di questa giornata di dibattiti, è por-tare la Carta Nazionale dei Contratti di Fiume, in cui sono sinteticamente declinati principi, obiettivi e metodo dei Contratti, ad un riconoscimento nella normativa nazionale. Il testo, lo ricordiamo, è già stato presentato

I Contratti di Fiume: un percorso per lo sviluppo

sostenibile del territorio

Torino, 3 febbraio 2012

All’articolo 10 delle Norme del PTA - Piano di Tutela delle Ac-que - si afferma che il Piano è attuato attraverso l’azione coordi-nata di tutte le istituzioni competenti in materia mediante il ricorso agli strumenti delle procedure negoziate e agli accordi ambientali; sono pertanto promosse modalità di gestione integrata a livello di bacino e sottobacino idrografico, che perseguano la tutela e la va-lorizzazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi, unita-mente alla salvaguardia dal rischio idraulico.

Questi strumenti sono denominati Contratto di fiume o Contratto di lago.

Convegni

Il geometra

Il geometra

46 il geometra n. 1/12

alla Conferenza Stato-Regioni. A Torino è stata posta l’attenzione

anche sull’interesse che la Commis-sione Europea ripone sui Contratti di Fiume, considerando come essi ri-spondano con successo alle esigenze di protezione delle risorse idriche e a quelle più ampie di governance del territorio, temi che saranno nuova-mente centrali nelle politiche di svi-luppo Europa 2020.

La finalità primaria del Contratto di fiume e di lago si delinea nel ri-conoscere il ruolo centrale del siste-ma acqua nelle politiche e nelle pro-grammazioni inerenti il governo del territorio.

E’ ormai evidente che il degrado delle risorse idriche e dell’ecosiste-ma ad esse connesso è imputabile a problematiche afferenti a tutti i set-tori coinvolti nella gestione del terri-torio e dell’ambiente e pertanto deve essere affrontato concertando le di-verse politiche regionali, provinciali e comunali. Per migliorare lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici è, infatti, necessario intervenire coin-volgendo una molteplicità di strate-gie, in coerenza con i rispettivi piani di settore, tra cui quelle afferenti ai comparti agro-zootecnico, energe-tico, di difesa idraulica, pesca, aree protette, escavazioni in alveo, cave, gestione invasi, senza dimenticare gli atti di pianificazione locale quali i piani regolatori comunali. Analoga importanza riveste inoltre il confron-

to con le realtà produttive, associati-ve e della società civile, senza il cui

coinvolgimento non è possibile at-tuare una reale gestione delle acque.

La frammentazione delle compe-tenze e delle risorse da un lato e in-teressi a volte difficilmente concilia-bili dall’altro, la non sempre efficace cooperazione infra e interistituziona-le, la scarsa diffusione di una cultura della partecipazione pubblica, rap-presentano gli elementi di un quadro che ha spinto la Regione Piemonte ad individuare, anche investendo ri-sorse economiche ed umane, nuovi strumenti di approccio alla politica di gestione delle risorse idriche pie-montesi.

Il Piano di Tutela delle Acque – PTA – redatto in conformità ai det-tami della direttiva europea quadro sulle acque (2000/60/CE) e del d.lgs. 152/2006, ha introdotto in Piemonte il principio di acqua come “un dirit-to e un patrimonio comune apparte-nente all’umanità e a tutte le specie viventi, bene pubblico essenziale per l’ambiente e per il progresso econo-mico e sociale, da proteggere, con-dividere e utilizzare in quanto tale.” Per raggiungere tali obiettivi “tutte le istituzioni competenti in materia improntano il loro operato ai principi di reciproca leale collaborazione e di partecipazione effettiva dei cittadini sin dalla fase di elaborazione delle azioni attuative del Piano …”

All’articolo 10 delle Norme del PTA si afferma che il Piano è attuato attraverso l’azione coordinata di tut-te le istituzioni competenti in materia mediante il ricorso agli strumenti del-le procedure negoziate e agli accordi ambientali; sono pertanto promosse modalità di gestione integrata a livel-lo di bacino e sottobacino idrografico, che perseguano la tutela e la valoriz-zazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico.

Questi strumenti sono denomina-ti Contratto di fiume o Contratto di lago.

La Regione ha rafforzato, inoltre, la valenza istituzionale dei Contratti richiamandoli espressamente nelle Norme tecniche attuative del Piano Territoriale Regionale (PTR) ove si riconosce il loro ruolo nello sviluppo di sinergie con gli strumenti di piani-ficazione territoriale provinciale e lo-cale al fine di favorire l’integrazione delle diverse politiche regionali.

In questo ulteriore passo, trova conferma il fatto che il Contratto, pur continuando a rappresentare uno strumento per l’applicazione di una disciplina settoriale diventa, in un bacino fluviale, la sede privilegiata di concertazione per l’applicazione armonica a scala locale delle molte-plici politiche del territorio.

Il concetto di “Contratto di fiume”, quale strumento per il raggiungimen-to di obiettivi di qualità anche attra-verso forme di partecipazione pub-blica e privata, anziché unicamente mediante l’adozione di provvedi-menti centralistici, ricorre in nume-rose iniziative adottate negli ultimi decenni da alcuni Stati europei. In particolare in Francia fin dagli anni ‘80, ma anche in Inghilterra, Ger-mania e Belgio, si è fatto ricorso a questo strumento per affrontare gravi criticità idrologiche e ambientali in alcuni bacini idrografici.

Le esperienze internazionali, così come i primi Contratti avviati in Italia (Regione Lombardia oltre che Piemonte) hanno evidenziato come tale strumento, pur condividendo alcuni caratteri distintivi generali, è applicato ed interpretato in modo di-verso a seconda del territorio in cui ci si trova ad agire. Questo, princi-palmente perché ogni iniziativa è partita in modo indipendente senza un riferimento metodologico stan-dardizzato e perché realtà territoriali di riferimento molto diverse tra loro hanno richiesto un approccio locale specifico.

In Piemonte il Contratto rappre-senta una metodologia di lavoro che coinvolge le politiche e le attività di

Direzione Ambiente

per l’attuazione dei

CONTRATTI di FIUME e di LAGO

DGR n° 16 -2610 del 19 settembre 2011

LINEE GUIDA REGIONALI

Convegni

il geometra n. 1/12 47

soggetti pubblici e privati, per la con-divisione di decisioni sul territorio, nel rispetto delle reciproche compe-tenze istituzionali.

Ha natura volontaria ed è un pro-cesso “democratico” che si affianca all’approccio del “command and control”; quest’ultimo, pur se già ben rappresentato nel nostro ordinamen-to, ha dimostrato la propria fragilità, ad esempio nell’aspetto dei controlli sul territorio. Al contrario, il Contrat-to di Fiume e di Lago, attraverso la presa in carico di un impegno condi-viso, mira ad ottenere un reale com-portamento virtuoso di tutti coloro che vivono intorno al fiume (dalle istituzioni ai singoli cittadini): ciò può e deve rappresentare il punto di forza di questo strumento. Va sottoli-neato inoltre che l’adesione al Con-tratto, seppur volontaria, impegna i sottoscrittori a tener conto di quanto condiviso in tutta l’ordinaria attività istituzionale.

Sebbene la prospettiva per il futuro sia l’estensione di questa metodolo-gia di azione a tutte le 34 aree idro-grafiche in cui il PTA ha suddiviso il territorio regionale, con l’obiettivo di renderla una prassi di lavoro or-dinaria e uscire dall’attuale livello sperimentale, l’attivazione di nuovi Contratti sarà promossa dando valore alle spinte locali proprio perché non si può prescindere dalla volontà del territorio di cooperare per la propria tutela e il proprio sviluppo.

La Regione Piemonte vede nei Contratti lo strumento in grado di dare un indirizzo strategico alle po-litiche ordinarie di ciascuno degli attori interessati. In tale accezione rappresenta anche il mezzo attraver-so cui integrare e orientare le risorse e le programmazioni economiche.

In Piemonte già da tempo alcune istituzioni locali hanno individuato forme di collaborazione superando l’approccio individuale delle proprie attività e sviluppando veri e propri processi partecipati attraverso cui ge-stire in modo comune e condiviso le

azioni utili e necessarie per lo svilup-po del proprio territorio mettendo al centro del proprio operato il bacino fluviale. Le prime esperienze di Con-tratto, attivate in Piemonte (Sangone, Belbo, Orba e Agogna), sono parti-te proprio in quei territori dove un approccio innovativo alla gestione delle problematiche ambientali loca-li stava già portando allo sviluppo di un metodo di lavoro fattibile ed ope-rativo per armonizzare le politiche di un intero territorio ed agire in modo partecipato e condiviso.

Da “progetto” a “processo”, da “government” a “governance”: in questo si sintetizza il percorso evo-lutivo che ha caratterizzato il lavoro delle istituzioni piemontesi nello svi-luppare lo strumento del Contratto di Fiume e di lago.

Tratto da “Linee Guida per l’attua-zione dei Contratti di Fiume e di Lago” disponibili sul sito:http://www.regione.piemonte.it/ac-qua/dwd/contratti/LINEE_GUIDA_Contratti_Fiume.pdf

I contratti di fiume costituiscono un esempio concreto di co-pia-nificazione, di implementazione di approcci partecipati, di gestio-ne del conflitto tra interessi concorrenti e di governo di situazioni ad elevata complessità

Il Contratto di Fiume è uno strumento per il miglioramento della pianificazione e gestione strategica e sostenibile delle acque e del territorio fluviale.

Per migliorare lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici è necessario intervenire coinvolgendo una molteplicità di strategie, in coerenza con i rispettivi piani di settore, tra cui quelle afferenti ai comparti agro-zootecnico, energetico, di difesa idraulica, pesca, aree protette, escavazioni in alveo, cave, gestione invasi, senza di-menticare gli atti di pianificazione locale quali i piani regolatori comunali.

Convegni

Il geometra

Il geometra

48 il geometra n. 1/12

PUBBLICITA’ DELL’ATTIVITA’ PROFESSIONALE

Come è noto, la normativa recente ha abolito il divieto di effettuare pubblicità del-l’attività professionale allargando così la possibilità anche per i professionisti di proporsi sul mercato con messaggi che reclamizzino la propria attività.Inoltre, essendo di fatto abolite le tariffe, le prestazioni possono essere offerte a prezzo libero.

Resta tuttavia il fatto che la pubblicità professionale consentita è, al momento, solo quella informativa, come si evince anche dalla lettura dei Codici Deonto-logici dei professionisti che prevedono che le forme di pubblicità che gli studi professionali possono fare per incrementare la clientela siano solo informati-ve, e “improntate sulle caratteristiche, sui risultati e sul compenso della pre-stazione professionale, nonché sulle specializzazioni conseguite dal professio-nista.”.

Il Collegio ha preso visione (e riceve vive proteste da parte di molti iscritti in pro-posito) degli annunci che appaiono su un noto sito Internet che propone quotidia-namente occasioni da cogliere al volo via web, tra cui un certificato energetico a meno di 50 euro.La dinamica dei messaggi citati sui siti Internet è difficilmente tale da poter-si definire informativa, quanto piuttosto persuasiva in relazione, soprattutto, alla previsione di un breve termine di scadenza per l’offerta di prestazioni a prezzi straordinariamente bassi. Attraverso detti siti si incita, si persuade il potenziale acquirente del coupon a non farsi sfuggire l’occasione; pare diffici-le sostenere di essere di fronte ad una mera pubblicità a carattere informativo dell’attività professionale offerta!Nel biasimare chi si presta a tale svendita del nostro lavoro, il Collegio, confor-memente agli altri Collegi ed Ordini professionali, ritiene che questo possa essere occasione per rilanciare la discussione sul tema dei compensi professionali non solo per i casi in questione ma soprattutto per le opere progettuali. L’ipotesi deve essere quella di definire e dimostrare quali siano i parametri di sostenibilità economica di una prestazione professionale, affinché siano riconoscibili per chiunque e chiunque possa, di fronte ad una offerta esageratamente bassa, dubitare che quella prestazione sia stata adeguatamente valutata, o che sarà resa in modo completo ed adeguato.

Convegni