il lago giallo_borno_casarotti_m
DESCRIPTION
Analisi della zona citata a livello ecologico e geologico, con considerazioni in merito fattore antropico. Poiché sulla zona esistono diversi documenti redatti da tecnici competenti, il presente documento unisce queste informazioni in una visione d'insieme che, omettendo alcuni dettagli prettamente tecnici e di livello specialistico, rende accessibile anche ai lettori meno competenti una ricostruzione tecnicamente precisa dell'area.TRANSCRIPT
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STUDIO DI UN ECOSISTEMA
Lago giallo In localit Giallo, Paline di Borno (BS)
Corso COSTRUZIONI, AMBIENTE e TERRITORIO Classe III sez A
Materia: Geopedologia, Economia ed Estimo
Anno Scolastico 2012-2013 Ottobre 2012
I.I.S. OLIVELLI PUTELLI Darfo Boario Terme (BS)
Lavoro a cura di : Casarotti Matteo
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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Immagine di copertina tratta da: panoramio.com di il bello e il brutto mondo
INDICE
1. Premessa2
2. Inquadramento territoriale.2
3. Cenni climatici4
3.1 Temperatura e precipitazioni...4
3.2 Fasce fitoclimatiche e premessa ad aspetti vegetazionali..6
4. Aspetti geomorfologici....6
4.1 Zona Queita......7
4.2 Zona lago Giallo-Foiada......7
4.3 Zona Tauggine..........7
4.4 Aspetti litologici.....7
5. Aspetti vegetazionali..9
5.1 Piante arboree.......10
5.2 Piante arbustive.......13
5.3 Piante erbacee.......13
5.4 Galleria fotografica.............15
6. Aspetti faunistici......16
6.1 Uccelli.......16
6.2 Mammiferi.......17
6.3 Anfibi e rettili......18
6.4 Pesci.........18
6.5 Insetti.........18
7. Aspetti antropici......20
7.1 Urbanizzazione e uso del suolo.....20
7.2 Il laghetto.........25
7.3 Specifiche idrologiche......28
7.4 Vincoli.........29
7.5 Segnalazioni........32
8. Osservazioni personali.......33
Abstract........34
Allegato A (analisi acque)pg.1 allegati
Allegato B (elementi di approfondimento)...pg.2 allegati
Per una comoda navigazione allinterno del documento sono disponibili i
segnalibri visibili nella parte sinistra della finestra di Adobe Reader o
congeneri indicati con il seguente simbolo.
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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Fig.1 Inquadramento stradale ad ampio raggio (fonte: Google Maps)
1. PREMESSA
Il lavoro assegnatomi ha portato allanalisi della zona del Lago Giallo in Comune di Borno a causa della
bellezza del luogo, della sua completezza dal punto di vista tecnico e di una curiosit personale. Riguardo
la seconda voce intendo che la zona presa in considerazione, definita con maggior precisione nel titolo
successivo, presenta svariate caratteristiche e zone. Comprende infatti una buona parte di terreno agricolo,
una parte boschiva, una urbanizzata, e un reticolo idrico molto interessante. La curiosit personale invece
scaturisce dal fatto che sul luogo preso in considerazione sono molto poche le informazioni, e soprattutto le
ricerche svolte. Nella relazione che segue verranno trattati aspetti ecologici, climatici, geopedologici e
antropici della zona, in modo da definirne un quadro tecnico generale. I dati sono stati recuperati oltre che
da sopralluoghi svolti personalmente, anche da svariate fonti come: Comune di Borno, Geoportale Regione
Lombardia, Consorzio forestale Pizzo Camino, e altri enti o privati.
2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE
Il Lago Giallo si trova in comune di Borno (BS), in localit Giallo, circa a 6 Km dal centro abitato bornese. Si
pu arrivare in localit Giallo dalla SP 5 che da Malegno porta fino al confine Bergamasco, pochi chilometri
dopo il luogo di nostro interesse. Si pu arrivare anche da un percorso alternativo, ovvero percorrendo la
SP 59, che da Dezzo di Scalve porta ancora sulla SP 5 una volta passato il confine provinciale Come
possibile osservare in fig.1.
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Fig.2-3 Inquadramento della zona presa in considerazione, ortofoto (volo 2007) e CTR (rilievo aerofotogrammetrico 1983) Fonti: Geoportale Regione Lombardia
Il lago si trova a 230 m dalla strada sopracitata, ai piedi del versante settentrionale del monte Tauggine
(1506 m s.l.m.), ovvero a ridosso del confine comunale tra Borno e Piancogno. Il Kmq preso in
considerazione (come richiesto in consegna) delimitato da 5 confini convenzionali (vedi fig.2-3):
Ovest:
-nella parte meridionale alla SP5 dalla strada per la localit Prave (comune di Angolo Terme)
-nella parte settentrionale alla SP5 dalla valle Marcia fino alla quota di 1400 m s.l.m.
Nord-Est:
-dal sentiero che da Salven porta sopra localit Queita a quota 1350/1400 m s.l.m.
Sud:
-dalla strada che dal Passo di Croce di Salven (1108 m s.l.m.) porta in Val Sorda
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La zona presa in considerazione si trova nella parte terminale dell Altipiano del sole, appena prima
dellapertura sulla val di Scalve. Comprende pure una piccola parte della Riserva naturale Boschi del
Giovetto nellarea del Fienile Queita.
Si pu capire meglio la posizione del lago e della zona circostante nella fotografia scattata da elicottero
proposta sotto.
3. CENNI CLIMATICI
Il lago giallo si trova in una posizione molto particolare poich posto nella parte terminale dellaltipiano di
Borno-Ossimo, denominato sin dallantichit Altipiano del Sole per la sua elevata esposizione. Il lago si
trova inoltre ai piedi del monte Tauggine, ovvero nella fascia fredda dellaltopiano dove lesposizione al sole
leggermente minore a causa dei monti che lo separano della Valle Camonica.
3.1 Temperatura e precipitazioni ed aspetti climatologici generali
La zona presa in considerazione come spiegato precedentemente si estende da unaltitudine di 1040 m
s.l.m. (nei pressi del lago) fino a circa 1400 m s.l.m. (nel confine a Nord sopra localit Queita), obbligando
quindi a sottolineare la differenza di temperatura che si pu riscontrare analizzando il clima ai due estremi.
Facendo una media tra le due tipologie di microclima possiamo trovare una buona somiglianza alle analisi
fatte sullaltipiano. Il clima dellaltopiano un microclima tipicamente alpino caratterizzato da unestate mite
con temperature diurne tra i 20 C e i 24 C e notturne di 16 C. Segue un autunno con temperature
piuttosto fresche con rade precipitazioni nevose che annunciano larrivo del tipico inverno di questa zona.
Da dicembre a inizio febbraio predomina un clima di freddo secco con medie intorno agli 0 C. e punte
Fonte: Francesco Inversini
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minime di -15 C nelle zone pi fredde e massime di 14 C ca. Generalmente in questo periodo il laghetto
ghiaccia totalmente o almeno per buona parte della sua superficie nonostante si contano quasi 100
giornate di sole da dicembre a marzo. In estate i mesi pi caldi sono quelli di luglio e agosto, mentre dopo
la fine di agosto il clima si fa pi fresco definendo settembre il mese dellescursionista. Come gi
accennato la presenza dei monti intorno allaltopiano fa s che l'area resti protetta da venti forti. Vi
solamente la leggera brezza proveniente dal Passo della Presolana.
Si riportano ora le medie mensili delle precipitazioni registrate a Dezzo di Scalve e a Mazzunno per il
periodo 1991-2001, zone climatologicamente affini alla zona presa in considerazione.
Si pu notare la differenza sostanziale dei grafici dei giorni perturbati e delle precipitazioni. Come si pu
notare febbraio, marzo e dicembre sono periodi caratterizzati da poche precipitazioni, e molti giorni di cielo
limpido. Il periodo autunnale vede molte precipitazioni particolarmente nei mesi di settembre e ottobre.
Verso dicembre le poche precipitazioni sono generalmente nevose su quasi tutto laltipiano. La tabella
seguente mostra la frequenza di precipitazioni percentuale per mese.
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic anno
24,2% 17,5% 22,3% 45,7% 55,2% 55,0% 48,4% 44,2% 43,3% 42,6% 33,0% 24,2% 38,1%
Sotto riportata la tabella della quantit di precipitazioni (espresse in millimetri) nellintervallo 1991-2001
nei quattro trimestri.
Anno Mar-Apr-Mag Giu-Lug-Ago Set-Ott-Nov Dic-Gen-Feb
1991 269,8 310,3 555,2 75,4 1992 561,4 598,1 309,4 243,6 1993 194,7 399,7 985,9 381,2 1994 277,6 282,8 597,4 241,0 1995 442,7 409,2 342,1 362,1 1996 318,0 638,8 701,6 191,4 1997 259,5 740,4 492,8 253,9 1998 448,5 380,4 609,4 96,5 1999 463,0 581,2 721,4 122,5 2000 523,9 606,4 1388,9 641,4 2001 635,0 505,5 305,9 n.d.
media 399,5 495,7 637,3 260,9
I dati sono stati rielaborati sulla base degli studi a cura del dr. Fausto Franzoni pubblicati sul sito www.scalve.it
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Fig. 4 Classico paesaggio invernale del luogo. La foto stata scattata in prossimit del confine est della zona presa in considerazione. Sullo sfondo si pu vedere buona parte del gruppo della Presolana. (Fonti: Francesco Inversini)
Fig. 5 Divisione convenzionale della zona presa in considerazione su CTR. zona Queita zona lago Giallo-Foiada zona Tauggine
3.2 Fasce fitoclimatiche
La zona presa in considerazione comprende due fasce fitoclimatiche: Fagetum e Picetum. Possiamo
considerare la zona in un punto di transizione tra Fagetum freddo e Picetum caldo. Per definizione la zona
sarebbe quasi pienamente nella fascia dominata dal faggio, ma si pu rilevare una netta presenza di abeti
e larici, dominanti solitamente nella fascia del Picetum. Nei pressi del laghetto si possono trovare in
modiche quantit piante tipiche del Fagetum, che scompaiono poi salendo di quota, sia nei boschi del
Tauggine che di Queita (si pu osservare meglio nel capitolo dedicato agli aspetti vegetazionali).
4. ASPETTI GEOMORFOLOGICI
Per definire con pi precisione il luogo stato diviso convenzionalmente in 3 zone, come riportato in fig. 5.
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Fig 6-7
Carte geologiche del conoide Croce di Salven estratte del PGT comunale.
4.1 Zona Queita
La zona Queita corrispondente alla particella boscata n 27 in comune di Borno. Ha unaltitudine
massima di 1400 m s.l.m. e minima di 1100 m s.m.l. con esposizione Sud. La giacitura di medio versante.
Come descritto dal consorzio forestale un terreno molto ripido lungo la prima met del confine est della
particella, a tratti scosceso per la presenza di balzi di roccia che conferiscono forte accidentalit.
4.2 Zona lago Giallo-Foiada
La zona lago Giallo-Foiada la parte terminale dellaltipiano del sole, ed dunque una zona perlopi
pianeggiante. E una zona profondamente carsica e caratterizzata da diversi fenomeni carsici anche in
corrispondenza del lago. In questa zona bisogna sottolineare la presenza di un conoide molto importante a
nord di Salven. Sotto vengono riportate due carte che lo definiscono meglio a livello geologico.
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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Fig. 8
Carta litologica della zona. (fonte: ISPRA)
4.3 Zona Tauggine
La zona Tauggine corrispondente alla particella boscata n 35 in comune di Piancogno. Ha unaltitudine
massima di 1200 m s.l.m. e minima di 1065 m s.m.l. con esposizione Nord. La giacitura di basso
versante. Come descritto dal consorzio forestale un terreno abbastanza inclinato che presenta qualche
tratto pianeggiante e quindi con accidentalit debole.
4.4 Aspetti litologici
Per gli aspetti litologici non si fa distinzione tra le tre zone sopracitate, ma si considera tutta la zona. Sotto
verr riportata la carta litologica della zona con legenda allegata.
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Fig. 9 Fotografia scattata dalla sponda sud del laghetto. Si possono vedere molto bene la Valle Marcia (sulla sinistra) e la Valle Frassine (sulla
destra) che descrivono larea della localit Queita. Foto scattata durante sopralluogo svolto di persona
Osservando la carta si nota che larea presa in considerazione
prevalentemente caratterizzata da rocce nate da depositi lacustri, di
versante o frana, alluvionali e di debris-flow (vedi glossario a sinistra).
Larea del laghetto dunque una zona di depositi (perlopi calcarei)
che portano alla formazione di un suolo caratterizzato da diamicton
stratificati, limi ed argille, causa dei forti fenomeni carsici della zona.
Questi si presentano principalmente con formazioni dolinose situate
sui conoidi alluvionali (o di deiezione) delle tre valli. Le doline presenti
in questarea sono cos dette di crollo, ovvero formate a causa del
collasso del terreno soprastante ad una cavit sotterranea formata
dallo scioglimento del carbonato di calcio presente nelle rocce
detritiche descritte sopra. Lo scioglimento dovuto ad un processo
chimico chiamato di solubilizzazione del calcare, formato da diverse reazioni tra vari composti quali acqua
(H2O), anidride carbonica (CO2), e carbonato di calcio (CaCO3). Questo processo sta alla base di tutti i
fenomeni carsici.
Nellarea troviamo anche la formazione di Castro-Sebino, in corrispondenza del monte Tauggine.
5. ASPETTI VEGETAZIONALI
Larea presa in considerazione, come gi detto nella premessa, caratterizzata dalla presenza di diversi
tipologie di paesaggio. Il kmq presenta una parte boschiva dominata da Pinaceae, principalmente da larici
ed abeti, ed una buona parte di prati tipici del paesaggio delle Prealpi Bresciane ed Orobiche.
Diamicton= un deposito
eterometrico non selezionato
contenente frazioni di ghiaia,
sabbia e ni (intesi come
granulometricamente inferiori
alla sabbia).
Debris flow= o colate
detritiche torrentizie sono un
processo naturale che
consiste nel trasporto di
materiale solido da parte di
un fluido in ambiente
montano.
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Questultimi sono spesso adibiti allallevamento di bestiame, solitamente bovini e ovini, che implicano il
mantenimento del suolo erbaceo fermando dunque lavanzamento del manto boschivo, fenomeno che
caratterizza molti luoghi dopo labbandono della vita contadina. E una zona molto ricca dal punto di vista
vegetazionale come si potr notare dalle analisi proposte seguentemente, e dalle immagini fino ad ora
inserite nel documento.
5.1 Piante Arboree
Nella tabella seguente sono elencate le specie arboree presenti nellarea.
Tab 1. Piante arboree
Nella pagine successiva si descriveranno con maggiore precisione le quantit in percentuale e altri dati
abbastanza rilevanti per la descrizione vegetazionale arborea della zona.
FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO N in galleria
fotografica
Pinaceae
Picea Picea abies (L.)H.Karst.,1881) Abete rosso 1
Larix Larix decidua (Mill.,1768) Larice 3
Abies Abies alba
(Mill. 1768) Abete bianco 2
Fagacee Fagus Fagus sylvatica (L.,1753) Faggio 4
Piante non autoctone o presenti in minime quantit
Juglandaceae Juglans Juglans regia (L.,1753) Noce 5
Rosaceae
Sorbus Sorbus aucuparia (L.,1753) Sorbo degli uccellatori 6
Prunus Prunus avium (L.,1753) Ciliegio /
Oleaceae Fraxinus Fraxinus excelsior (L.,1753) Frassino maggiore 7
Aceraceae Acer Acer
pseudoplatanus (L.,1753) Acero montano /
Fagaceae Quercus Quercus petraea (Liebl.) Rovere /
Salicaceae Salix
Salix caprea (L.,1753) Salicone /
Salix babylonica (L.,1753) Salice piangente /
Per ottimizzare la grafica delle tabelle cliccare sul men a tendina Modifica,
cliccare poi su Preferenze e entrare nel men Visualizzazione pagina. Nella
sezione Rendering deselezionare la voce ottimizza linee sottili.
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Le due tabelle seguenti sono state rielaborate su dati concessi dal Consorzio forestale Pizzo Camino in
modo da definire meglio le due particelle boschive di nostro interesse: localit Queita e Tauggine.
SPECIE LEGNOSA
RILIEVI PRECEDENTI (1988) RILIEVO ATTUALE (2002)
N % N %
Abete rosso 2564 61,4% 2522 64,0%
Larice 1082 32,4% 1002 29,0%
Abete bianco 147 6,1% 149 6,5%
Faggio / / 63 0,5%
Totale 3793 100,0% 3737 100,0%
Rilevamento 1988 2002
Et media (anni) 90 120
Altezza media (m) 22 22,54
Diametro medio (cm) / 33,46
%
Grosse (50 e + cm) 6,9% 13,1%
Medie (35-45cm) 57,0% 56,7%
Piccole (20-30cm) 36,0% 30,2%
Tab.2 Particella 35 - Tauggine
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SPECIE
LEGNOSA
RILIEVI PRECEDENTI (1990) RILIEVO ATTUALE (2002)
N % N %
Abete rosso 6415 87,4% 8.113 86,3%
Larice 142 1,1% 211 1,5%
Abete bianco 760 11,5% 1012 11,8%
Faggio / / 100 0,4%
Altro / / 30 0,1%
Totale 7317 100,0% 9466 100,0%
Rilevamento 1990 2002
Et media (anni) 90 115
Altezza media (m) 26 23,10
Diametro medio (cm) / 31,68
%
Grosse (50 e + cm) 21,0% 23,8%
Medie (35-45cm) 43,5% 40,0%
Piccole (20-30cm) 35,4% 36,1%
Tab.3 Particella 27 - Queita
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5.2 Piante arbustive
Nella zona si trovano poche specie arbustive, come si pu notare nella tabella sotto. C una netta
predominanza di nocciolo in tutta larea considerata. Nella tabella sono elencate le principali piante
arbustive della zona.
Tab. 4 Piante arbustive
5.3 Piante erbacee
Per le piante erbacee stata fatta come in precedenza una tabella che elenca e cataloga le specie in base
alla famiglia e al genere di appartenenza, sulla base di una ricerca incrociata svolta personalmente.
A causa della grandissima quantit di specie presenti possibile il mancato inserimento di alcune.
FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO
Asteraceae
Achillea Achillea millefolium (L., 1753) Achillea
Bellis Bellis perennis (L., 1753) Pratolina
Leontodon
Leontodon autumnalis (L., 1753) Dente di leone ramoso
Leontodon hispidus Dente di leone comune
Picris Picris hieracioides (L., 1753) Aspraggine comune
Centaurea Centaurea jacea (L., 1753) Fiordaliso stoppione
Chrysanthemum Chrysanthemum leucanthemum (Lam., 1778)
Margherita comune
FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME
ITALIANO N in galleria fotografica
Betulaceae Corylus Corylus avellana (L., 1753) Nocciolo 1
Caprifoliaceae
Lonicera Lonicera sp.pl. Lonicera /
Sambucus Sambucus nigra (L., 1753) Sambuco 3
Ericaceae
Rhododendron Rhododendron hirsutum (L., 1753)
Rododendro /
Vaccinium Vaccinium myrtillus (L., 1753) Mirtillo nero /
Fabaceae Laburnum Laburnum anagyroides (Medik., 1787)
Maggiociondolo 2
Rosaceae
Rosa Rosa canina (L., 1753) Rosa canina /
Rubus Rubus ulmifolius (Schott, 1818) Rovo /
Crataegus Crataegus monogyna (Jacq., 1775)
Biancospino /
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Brassicaceae Cardamine Cardamine pratensis (L., 1753) Billeri dei prati
Campanulaceae Campanula
Campanula rapunculoides Campanula serpeggiante
Campanula rotundifolia (L., 1753) Campanula soldanella
Caryophyllaceae Silene
Silene dioica (L.) Clairv.) Silene dioica
Silene vulgaris Silene rigonfia
Cistaceae Helianthemum Helianthemum nummularium (L.) Mill. 1768)
Eliantemo maggiore
Dipsacaceae
Scabiosa Scabiosa columbaria (L., 1753) Vedovina selvatica
Knautia Knautia arvensis (L.) Coulter) Ambretta
Fabaceae Trifolium Trifolium alpestre (L., 1753) Trifolio alpestre
Ericaceae
Erica Erica carnea (L., 1753) Erica carnea
Vaccinium Vaccinium myrtillus Mirtillo
Geraniaceae Geranium Geranium robertianum (L., 1753)
Geranio di S.Roberto
Lamiaceae
Clinopodium Clinopodium vulgare (L., 1753) Clinopodio dei boschi
Salvia Salvia pratensis (L., 1753) Salvia selvatica
Thymus Thymus pulegioides (L., 1753) Timo goniotrico
Poaceae
Poa
Poa pratensis (L., 1753) Fienarola dei prati
Poa alpina (L., 1753) Poa alpina
Trisetum Trisetum flavescens (L., 1753) Gramigna bionda
Bromus Bromus erectus (Schrter, 1888)
Forasacco eretto
Primulaceae Primula Primula veris (L., 1753) Primula
Ranunculaceae Ranunculus Ranunculus bulbosus (L., 1753) Ranuncolo bulboso
Rosaceae Agrimonia Agrimonia eupatoria (L., 1753) Agrimonia comune
Urticaceae Urtica Urtica dioica (L., 1753) Ortica
Tab. 5 Piante erbacee
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5.4 Galleria fotografica
In seguito verranno proposte le fotografie delle specie pi rilevanti nellarea.
5.4.1 Piante arboree
5.4.1 Piante arbustive
1. Abete rosso 2. Abete bianco 3. Larice nel periodo autunnale
3. Larice nel periodo estivo
4. Faggio (al suo massimo sviluppo)
7. Frassino maggiore 6. Sorbo degli uccellatori 5. Noce
1. Nocciolo 3. Sambuco 2. Maggiociondolo (nel periodo
della fioritura)
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6. ASPETTI FAUNISTICI
La zona presa in considerazione, come gi detto molto ricca sia di specie vegetali che animali, presenta
quindi differenti specie tra cui un parte per non autoctone. Larea molto controllata anche a causa della
vicinanza della riserva naturale Boschi del Giovetto: questo permette una buona conservazione delle
specie principali della zona. Nellarea presente un allevamento di modiche dimensioni di bovini, suini,
ovini ed animali da cortile, che appositamente non ho inserito nelle tabelle seguenti. Nel laghetto sono
presenti tre specie di pesci elencate poi nella tabella apposita inseriti nel laghetto dai proprietari dello
stesso. Si registrata inoltre la presenza di 4 esemplari di germano reale (Anas platyrhynchos) nei pressi
del lago.
Sotto vengono proposte delle tabelle dove sono state elencate le specie peculiari dellarea dividendole in 4
gruppi (a seconda delle classi): uccelli, mammiferi, anfibi e rettili e pesci.
6.1 Uccelli
Gli uccelli presenti sono moltissimi e di difficile classificazione, per questo sono stati citati solo i pi
caratteristici ed importanti dal punto di vista scientifico della zona. La tabella sotto elenca 14 specie
presenti nellarea ordinandole alfabeticamente a seconda della famiglia.
Tab. 6 Uccelli
FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO
Accipitridae Buteo Buteo sp. Poiana
Anatidae Anas Anas platyrhynchos (L., 1758) Germano reale
Corvidae Corvus Corvus sp. Corvo
Nucifraga Nucifraga caryocatactes (L., 1758) Nocciolaia
Fringillidae Loxia Loxia curvirostra (L., 1758) Crociero
Muscicapidae Erithacus Erithacus rubecula (L., 1758) Pettirosso
Paridae Parus Parus ater (L., 1758) Cincia mora
Phasianidae
Tetrao Tetrao tetrix (L., 1758) Gallo forcello
Perdix Perdix perdix (L., 1758) Starna
Alectoris Alectoris graeca (Meisner, 1804) Coturnice
Picidae Dendrocopos Dendrocopos major (L., 1758) Picchio rosso
Troglodytidae Troglodytes Troglodytes troglodytes (L., 1758) Scricciolo comune
Turdidae Turdus Turdus iliacus (L., 1758) Tordo sassello
Turdus philomelo (C.L.Brehm, 1831) Tordo bottaccio
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6.2 Mammiferi
Nellarea sono presenti differenti mammiferi classici del paesaggio delle Prealpi come volpi, lepri, tassi ecc.
ma stata segnalata in certi casi anche la presenza specie come lorso e il capriolo. Nel marzo 2012
stata segnalata la presenza di un orso nei pressi del lago Giallo, verificata poi da impronte rimaste sulla
neve esaminate da esperti che si sono recati sul posto. Il giornale di Brescia scrive: la prima volta che si
sente parlare della presenza dell'animale in questa zona. C'era stata una segnalazione due anni fa
nell'area della Presolana, nella Bergamasca, che non troppo lontano da qui, ma mai si sarebbe pensato a
un suo trasferimento su questo versante.
La tabella sotto elenca le specie di mammiferi principali e quelle pi rare della zona.
FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO
Canidae Vulpes Vulpes vulpes (L., 1758) Volpe
Erinaceidae Erinaceus Erinaceus europaeus (L., 1758) Riccio
Leporidae Lepus Lepus europaeus (Pallas, 1778) Lepre comune
Mustelidae
Martes Martes foina (Erxleben, 1777) Faina
Mustela Mustela nivalis (L., 1758) Donnola
Meles Meles meles (L., 1758) Tasso
Sciuridae Sciurus Sciurus vulgaris (L., 1758) Scoiattolo
Suidae Sus Sus scropha (L., 1758) Cinghiale
Talpidae Talpa Talpa europaea (L., 1758) Talpa
Vespertilionidae Nyctalus Nyctalus noctula (L., 1758) Nottola comune
Specie rare o presenti nelle zone circostanti allarea in considerazione
Canidae Canis Canis lupus (L., 1758) Lupo grigio
Cervidae Capreolus Capreolus capreolus (L., 1758) Capriolo
Felidae Lynx Lynx lynx alpina (L., 1758) Lince alpina
Mustelidae
Mustela Mustela erminea (L., 1758) Ermellino
Martes Martes martes (L., 1758) Martora
Ursidae Ursus Ursus arctos (L., 1758) Orso
Tab. 7 Mammiferi
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6.3 Anfibi e rettili
Si deciso di unire queste due classi semplicemente per la scarsit di specie presenti e non per alcun
motivo scientifico o biologico. Le specie riscontrate sono riassunte nella tabella 8 inserita sotto.
Tab. 8 Anfibi e rettili
6.4 Pesci
Nellarea non esistono pesci autoctoni poich sono stati inseriti nel laghetto (artificiale), come gi detto, dai
proprietari dello stesso dopo la sua costruzione. Nonostante questo la popolazione di trote si instaurata
abbastanza bene poich dopo circa 40 anni dal suo inserimento la popolazione persiste svolgendo
regolarmente i cicli riproduttivi. La tabella 9 riassume le tre specie presenti.
Tab. 9 Pesci
6.5 Insetti
Gli insetti essendo molto numerosi e parecchio complessi da classificare non vengono analizzati,
soprattutto perch questa analisi andrebbe oltre gli obiettivi della relazione. Si solo registrata una
presenza di imenotteri abbastanza rilevante nelle zone boschive e di odonati nella zona del lago. Le
restanti aree caratterizzate dallo strato erbaceo sono dominate dalla presenza di svariate specie di
lepidotteri e coleotteri.
FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO
Ranidae Rana Rana temporaria (L., 1758) Rana montana
Bufonidae Bufo Bufo Bufo (L., 1758) Rospo comune
Lacertidae Podarcis Podarcis siculus (Rafinesque,1810) Lucertola campestre
Anguidae Anguis Anguis fragilis (L., 1758) Orbettino
Colubridae Natrix Natrix natrix (L.,1758) Natrice dal collare
FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO
Salmonidae
Oncorhynchus Oncorhynchus mykiss (Walbaum, 1792) Trota iridea
Salmo Salmo trutta fario (L., 1758) Trota fario
Acipenseridae Acipenser Acipenser sturio (L., 1758) Storione comune
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
19
6.6 Galleria fotografica
1
2 3
4 5 6
7 8
10
9
11 12
Tutte le foto presenti nelle gallerie fotografiche sono state scaricate da svariati siti internet che non mi soffermo a citare. Per eventuali reclami contattare il
sottoscritto allindirizzo mail [email protected]. Provveder tempestivamente alleliminazione dellimmagine in questione. Grazie.
Uccelli (1-4)
Anfibi e rettili (5 e 6)
Mammiferi (7-10)
Pesci (11 e 12)
Legenda 1 Starna
2 Picchio rosso
3 Gallo forcello (maschio)
4 Pettirosso
5 Rana temporaria
6 Orbettino
7 Lepre comune
8 Scoiattolo
9 Tasso
10 Volpe
11 Trota iridea
12 Trota fario
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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Fig. 10 Mappa catastale dellarea. (Fonte: Geoportale Provincia di Brescia)
7. ASPETTI ANTROPICI
Dopo la trattazione nei punti precedenti degli aspetti biologici e geomorfologici, in questa sezione si intende
porre attenzione alla presenza delluomo nel territorio analizzato e di tutti gli interventi presenti e passati.
In primo luogo bisogna sottolineare la grande quantit di opere artificiali nella zona, sia a fine urbanistico o
turistico che di ingegneria naturalistica e idraulica. Sono numerose infatti cascine e abitazioni, ma anche
opere ingegneristiche di vario tipo (ad esempio il laghetto stesso). La zona inoltre fornita di una rete
elettrica non indifferente necessaria ad alimentare le abitazioni e le aziende agricole presenti. Sono di
importanza significativa anche due strutture poste a nord della SP5 adibite ad albergo e ristorante, che
accentuano lurbanizzazione del luogo.
Per descrivere meglio il livello di urbanizzazione viene inserita la mappa catastale dellarea in esame.
7.1 Urbanizzazione e uso del suolo
Come gi accennato larea urbanizzata circoscritta in alcuni nuclei abitativi poich la maggior parte del
suolo ancora adibito allallevamento o dominato da boschi (vedi aspetti vegetazionali, pg.9) . La zona
comunque ricca di strutture, perlopi cascine, sorte intorno agli anni 50-60, posizionate in vari punti
dellarea come si pu verificare nella fig.10. A livello infrastrutturale lodierna SP5 presenta un impatto
ambientale di media importanza, poich pur non essendo una strada principale per la viabilit, porta ad
alcune conseguenze a livello vegetazionale. Nonostante questo, la via di comunicazione in questione un
importante fulcro per la comprensione dello sviluppo urbanistico di questarea.
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
21
Cenni storici
Gi dai primi secoli d.C., la zona presentava insediamenti romani, a causa probabilmente di stanziamenti
sullaltipiano del sole (questultimo infatti ha ospitato anche popolazioni della met del III millennio a.C. a
causa delle sue caratteristiche geomorfologiche). A confermare questo stanziamento sono stati ritrovati
fortuitamente reperti romani durante i lavori stradali per lattuale SP5 nel secolo scorso. Sono stati rinvenuti
un pavimento in cotto, numerosi laterizi e frammenti di tegole che riconducono alla presenza di fornaci
romane, presenti probabilmente per il caratteristico terreno argilloso della zona (questi dati sono stati ripresi
dalla carta archeologica lombarda del 1991). Inoltre la zona sempre stata la via di comunicazione pi
comoda per raggiungere la Val di Scalve altrimenti impossibile a causa della insidiosa forra scavata dalle
acque del fiume Dezzo. Nella met del XIX sec. si inizia a pensare alla costruzione della odierna via Mala
che risalir la forra evitando il passaggio dal passo di Croce di Salven. Come gi detto negli anni 50-60
vengono costruite numerose tra le strutture oggi presenti nellarea, tra cui il laghetto.
Urbanizzazione
Limmagine sopra riportata presenta due fotografie scattate a circa 40 anni luna dallaltra. Entrambe
mostrano il laghetto da unangolazione simile, e il paesaggio sullo sfondo, ovvero Corna Mozza (1428
s.l.m.) e parte del gruppo della Presolana. Limmagine a sinistra fa parte dellarchivio fotografico Magnolini
(http://www.magnolinifotografo.altervista.org) e si presume sia stata scattata nel periodo appena seguente
alla costruzione del laghetto (1969 ca.). Anche se non si sonvegetao trovati riferimenti alla colorazione si
presume che sia stata applicata la tecnica di pittura classica dellepoca, ovvero la colorazione manuale
della fotografia.
Si pu notare subito la grande differenza del livello del lago e della vegetazione sullo sfondo rispetto alla
condizione attuale. Negli anni 60 i pascoli occupavano ancora gran parte delle zone come queste in tutta
la Valle Camonica a causa, come gi accennato, della continuit delle pratiche contadine; negli anni subito
successivi, ambienti come questi assistono ad un forte avanzamento del manto boschivo, che si pu notare
facendo un raffronto tra la condizione attuale e quella del periodo descritto sopra.
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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Fig. 11 Mappa dell uso del suolo attuale dellarea. (Fonte: Geoportale Provincia di Brescia, database comunale di Borno)
Nelle immagini proposte nella pagina precedente si pu notare inoltre laumento degli edifici, sia per scopi
abitativi che turistici, che verranno analizzati successivamente. Lurbanizzazione ha portato inoltre il
mantenimento di tutte le strade cos denominate della regione agro-silvo-pastorale, ovvero tutte quelle
infrastrutture nate a scopi agricoli e quindi non adibite al traffico regolare.
Uso del suolo
Con una serie di immagini potremo verificare laumento netto delle aree urbanizzate ed una diminuzione
meno visibile delle aree dominate da vegetazione erbacea. Le carte mostrano la situazione (semplificata) di
uso del suolo: la prima (fig.11) mostra la situazione attuale, la seconda (fig.12) la situazione nel 1954.
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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Fig. 12 Mappa dell uso del suolo dellarea nel 1954. La carta tematica stata sovrapposta alla CTR (rilievo aerofotogrammetrico 1983) (Fonte: Geoportale Regione Lombardia)
Confrontando le due carte si pu notare subito laumento dellarea urbanizzata (ristretta a 3 piccoli nuclei
nel 54), e la netta diminuzione di prati, coltivati e non. Sulle carte provinciali molti dei suoli erbosi risultano
ancora come campi coltivati, che invece sono ristretti a modeste aree sparse per la zona considerata.
Testimoni di un parziale abbandono del suolo erbaceo gi in corso nel 54 sono ad esempio i cespuglieti
sulla sponda Est della Valle Marcia, che indicano una certa trascuratezza di quellarea dal punto di vista del
mantenimento del manto erboso attuato generalmente con il taglio periodico dello stesso. Si pu notare
che il bosco presente anche sul laghetto, questo ovviamente poich anche se larea presentava gi
fenomeni simili a piccoli pantani alimentati dal torrente Frassine, il laghetto ancora non esisteva. Lunica
eccezione allavanzamento boschivo la particella a sud dellarea, ovvero il bosco Tauggine,
probabilmente tagliato e controllato a causa della costruzione del laghetto e delle abitazioni visibili a sud-
ovest del passo di croce di Salven. In seguito verranno inserite tre fotografie aeree rispettivamente del
1959, del 1970 e del 1986. Era disponibile anche unimmagine del 1954, che tata scartata a causa della
minima risoluzione.
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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Fig. 13-14-15
Queste mappe sono state scaricate dal sito http://www.igmi.org/voli/ (Istituto Geografico Militare) dopo una scelta delle fotografie migliori per illustrare lo sviluppo dellurbanizzazione. La fotografia nella fig. 13 stata scattata nel 1959, ed una parte di unimmagine pi ampia in scala 1:25000. Ovviamente in questa fotografia non possiamo vedere n il lago (costruito 9 anni dopo ca.) n le abitazioni circostanti (costruite, le pi vecchie, nel medesimo periodo del laghetto). Si vede molto bene anche il torrente Frassine, evidenziato, come si pu notare da una probabile frana di medie dimensioni. (vedi pagine successive).
La fotografia nella fig. 14 stata scattata nel 1970, ed anche questa una parte di unimmagine pi ampia in scala 1:27000. In questa seconda fotografia possiamo vedere con chiarezza il laghetto, e le prime costruzioni presenti oggi nellarea. Si possono notare inoltre in piccole dimensioni i primi fenomeni di avanzamento del manto boschivo.
La fotografia nella fig. 15 stata scattata nel 1986, ed anche questa una parte di unimmagine pi ampia in scala 1:26000. In questultima fotografia possiamo notare laumento sostanziale degli edifici, sia in localit Giallo che in localit Salven.
Per chi fosse interessato ad avere le immagini con qualit maggiore sono disponibili a pagamento sul sito http://www.igmi.org/voli/ .
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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Nellarea sono presenti anche aziende agricole con allevamenti di media grandezza. Diversi dei prati
circostanti al lago giallo sono utilizzati appunto per queste attivit. Sotto viene proposta la carta che indica
la distribuzione sul territorio comunale delle aziende e il numero di capi di bestiame per azienda. Larea
presa in considerazione indicata con un cerchio rosso. La carta stata estratta dal PGT comunale.
7.2 Il laghetto
Il laghetto stato costruito alla fine degli anni 60 (come gi abbiamo potuto capire dalle carte precedenti),
per scopi puramente turistici. I lavori sono iniziati nellautunno del 67 ed stato completato nella primavera
del 68, poco dopo la costruzione della trattoria adiacente. Negli anni ha contribuito fortemente allo sviluppo
della zona, diventando, anche al giorno doggi, una meta turistica molto frequentata.
Tecniche costruttive e problemi di mantenimento
La zona dove oggi giace il laghetto, sempre stata una zona molto umida dove il torrente Frassine, prima
dellinizio dei lavori, formava naturalmente dei piccoli pantani a causa delle depressioni tipiche dei
fenomeni carsici della zona (vedi aspetti geomorfologici, pg.6), ben note agli abitanti del posto. Larea era
inoltre soggetta a piccoli fenomeni alluvionali, a causa di smottamenti e fuoriuscite dei torrenti delle valli
Frassine, Marcia e Cala, che allagavano la parte pianeggiante tra il passo di Croce di Salven e il confine
est dellarea presa in considerazione dove le acque defluivano nella Valle Lala (Val Vallata). Per la
costruzione del laghetto stata fatta una canalizzazione del torrente Frassine nella parte finale in modo da
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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poterlo controllare con una serie di chiuse e piccoli bacini di deposito. E stato fatto una scavo di circa 5m,
circoscritto poi da piccoli argini in calcestruzzo armato, senza fine puramente strutturale ma piuttosto a
causa dei prerequisiti per poter abilitare il lago alla pesca sportiva. In seguito allo scavo il lago stato
annesso al canale descritto precedentemente in modo avere unalimentazione idrica costante al
sostentamento del livello lago stesso e delle forme di vita presenti in esso; sono state predisposte quindi
una serie di chiuse per il controllo del flusso in entrata ed in uscita. Prima che il torrente Frassine entra nel
canale, si inserisce un altro piccolo torrente che nasce da una sorgente posta a circa 300 metri a nord della
SP5, con una portata un poco minore del torrente sopracitato, che contribuisce al mantenimento costante
del livello del lago. Purtroppo non si riusciti ad avere delle notizie tecniche su documentazioni dellepoca,
quali progetti, dichiarazioni o altro, che avrebbero descritto con pi precisione gli interventi e le messe in
opera eseguite.
Limmagine seguente mostra in pianta quanto descritto sopra. Limmagine (fig.16) stata creata
personalmente sulla base della CTR.
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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Le problematiche sorgono per nei primi anni del 2000, quando dopo ormai 30 anni circa dalla costruzione
del laghetto, i fenomeni carsici si fanno pi critici assorbendo buona parte dellacqua e facendola ritornare
in superficie circa 300 metri pi a est lungo il muro a monte della strada che porta alla localit Prave.
Questo dovuto ad una piccola grotta sotterranea (vedi fenomeni carsici a pg.6) in cui ricade lacqua del
laghetto che permea dal fondale, e che compiendo un dislivello di circa 8/10 m viene trasportata fino alla
strada sopracitata per poi ributtarsi nella Val Vallata fino al fiume Dezzo. Nel 2002 viene presa la decisione
di intervenire con una modifica di dimensioni non trascurabili, ovvero si decide di dividere il laghetto in due
parti tramite il deposito di materiale, creando cos un argine che separa due zone del laghetto. Inizialmente,
non sapendo ancora della grotta, viene convogliata tutta lacqua nella parte sud del laghetto, in modo tale
da riuscire a limitare lassorbimento ad una sola met della superficie del terreno. Questo per porta alla
scoperta della grotta sopracitata un anno dopo (2003), che obbliga dunque la decisione definitiva di usare
come bacino principale la parte settentrionale del laghetto.
Il livello del lago molto variabile poich a causa della alta permeabilit del fondale lacqua esce dallo
stesso passando per il sottosuolo e non per lapposita canalizzazione predisposta durante la costruzione,
che avrebbe permesso il controllo del flusso duscita. Questo porta ad uno stretto legame tra il livello del
lago e le precipitazioni (vedi aspetti climatici, pg.4), che descrive due principali situazioni. La prima si
verifica quando si presentano fenomeni atmosferici abbastanza violenti: il fondale non in grado di
assorbire tutto il flusso di entrata portando il livello del lago ad una crescita sostanziale e al conseguente
allagamento della parte meridionale (solitamente secca). Quando invece le precipitazioni sono pi scarse si
notano le ridotte quantit di acqua in entrata, assistendo ad una minima superficie dello specchio dacqua.
Nel 2007 ad esempio la scarsa quantit di precipitazioni ha fatto ritirare il lago molto evidentemente,
raggiungendo uno tra i limiti storici di estensione del laghetto.
Nella seguenti figure (fig.17) si pu notare con pi facilit lestensione dello specchio dacqua nel corso
degli anni.
1970
Situazione appena dopo la
costruzione del lago
1985
Situazione sulla base dalla
CTR
2007
Situazione minima storica
sulla base delle immagini
satellitari
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
28
Fig.17
Le immagini sono state disegnate personalmente con lausilio della CTR sulla base degli studi condotti per
la stesura della presente relazione.
7.3 Specifiche idrologiche
Come gi detto larea caratterizzata da 3 conoidi principali creati dai tre torrenti di maggior interesse
dellarea. Il lago Giallo alimentato dalle acque del bacino idrografico del torrente Frassine e di un piccolo
torrente adiacente che raccoglie le acque della parte sinistra del conoide di Salver. Nella fig.18 viene
evidenziato il bacino idrografico citato precedentemente, e dei collettori principali dei bacini dellarea.
Situazione attuale in
giornate prive di
precipitazioni, scioglimento
nevi e scoli di precipitazioni
nei giorni precedenti in tutto
il bacino idrografico del
torrente Frassine.
Situazione attuale in
giornate con precipitazioni
ordinarie, scioglimento nevi
e scoli di precipitazioni nei
giorni precedenti in tutto il
bacino idrografico del
torrente Frassine.
Situazione attuale in
giornate con precipitazioni
straordinarie di forte
intensit.
Fig.18
Nella figura evidenziato in giallo il
bacino idrografico del torrente Frassine
e in rosso il bacino idrografico che
alimenta il laghetto.
Il collettore principale lungo circa 1,76
Km (dalla fonte al laghetto) mentre il
bacino idrografico si estende per
unarea di poco pi di 75 ettari.
La fonte al di sotto della mulattiera per
malga Paiano (quota1710 m s.l.m.).
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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Nellallegato A verr inserita lanalisi chimica di tre campioni dacqua rispettivamente del torrente Frassine,
del laghetto e della fontana alimentata dallacqua permeata dal fondale del laghetto.
7.4 Vincoli
Il regime di vincoli non pu essere considerato per tutta larea poich a causa della sua estensione
presenta vincoli diversi in alcuni aspetti. Per questo per ogni vincolo verr definito lareale di validit.
- Qualit dellaria (D.Lgs. 155/10)
- Zona C1 (prealpi ex zone di risanamento), presente su tutta larea
(click qui per ulteriori informazioni in rete)
- Ambienti naturali
- ZPS/SIC Boschi del Giovetto di Paline (IT2060006) - zona della particella boschiva Queita
(click qui per ulteriori informazioni in rete)
- Zona di elevata naturalit (art. 17 PTPR) - tutta larea
- Distanza di 300 m da ZPS/SIC - tutta larea tranne la zona gi catalogata come ZPS/SIC
- Risorse idriche
- Distanza di 150 m da corsi dacqua - non considerata sui torrenti delle valli Frassine e Marcia
ma solamente sulla parte iniziale della Val Vallata
- Fascia di rispetto delle sorgenti pubbliche - raggio di 200 m dalle sorgenti dellarea
- Dissesti
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- Vincolo idrogeologico
- Rete Ecologica Regionale
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- Zonizzazione acustica
La definizione delle classi previste per la zonizzazione comunale, e relativi limiti, risale al D.P.C.M. 1.3.1991, poi riconfermata nel successivo D.P.C.M 14.11.1997. i limiti imposti variano a seconda della diversa destinazione duso dellarea. CLASSE I AREE PARTICOLARMENTE PROTETTE Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta lelemento base per la loro utilizzazione, quali aree ospedaliere, scolastiche, religiose residenziali rurali, di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. CLASSE II AREE DESTINATE AD USO PREVALENTEMENTE RESIDENZIALE Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente dal traffico veicolare locale, con bassa densit di popolazione, con limitata presenza di attivit commerciali ed assenza di attivit industriali ed artigianali. CLASSE III AREE DI TIPO MISTO Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densit di popolazione, con presenza di attivit commerciali, uffici, con limitata presenza di attivit artigianali e con assenza di attivit industriali; aree rurali interessate da attivit che impiegano macchine operatrici.
Le tabelle e le legende sono state
create generalizzando sullintero
territorio comunale in base alle
norme vigenti, quindi non tutti i dati
in esse contenuti sono
necessariamente riferiti alla mappa
proposta.
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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- Altri vincoli
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
33
7.5 Segnalazioni
Larea conservata abbastanza bene e non sono presenti situazioni problematiche di rilievo. Si pu
segnalare la presenza di un piccolo campo da tennis abbandonato che crea un impatto visivo pessimo, e
porta alla nascita di una vegetazione rurale da non trascurare. La seconda problematica che volevo
segnalare la presenza di una buona quantit di rifiuti (bottiglie di vetro, lattine, contenitori di plastica ecc.)
che ho potuto constatare in un sopralluogo verso la fine del periodo estivo nel bosco adiacente allarea pic-
nic (allentrata del parco dei Boschi del Giovetto) a nord della SP5. Si presume che i rifiuti siano stati
depositati durante le gite allaperto nel periodo estivo, e che non siano stati pi ripuliti. Nellultimo periodo
(25-30 novembre 2012) non ho potuto controllare la situazione, ma anche se sono stati ripuliti da enti o
volontari, si potrebbero prendere provvedimenti per lanno venturo, in modo da evitare linquinamento,
visivo ed ecologico, di questa bellissima zona. La carta seguente illustra pi chiaramente la collocazione
delle aree sopra citate.
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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8. Osservazioni personali
Riprendendo la premessa credo che la zona presa in esame sia stata unottima scelta poich suscitandomi
molto interesse mi ha spinto a studiarla a fondo nei limiti possibili e di perseguire tutti gli obiettivi che mi ero
fissato. Ho toccato tutti i punti dopo una serie di studi basati su dati recuperati presso diversi enti e privati, i
quali mi hanno dato un aiuto sostanziale per portare avanti la ricerca su tutti i fronti. Purtroppo per scarsit
di tempo, ho dovuto abbandonare lapprofondimento di alcune interessanti tematiche, non prescritte nella
consegna, ma che mi sarebbe piaciuto comunque trattare ed inserire nel presente documento. Come gi
detto nella premessa, ho redatto il presente studio anche perch non esiste un documento che racchiude le
peculiarit a livello geomorfologico e biologico dellarea presa in considerazione, ma solo alcuni isolati
documenti che trattano, seppur con maggiore precisione tecnico-scientifica, solo singoli argomenti. Questo
studio infatti, oltre che ad una trattazione tecnica degli aspetti dellarea, ha anche un fine di divulgazione
accessibile a tutti.
Vorrei inoltre richiamare lattenzione e fare delle osservazioni sulle problematiche della zona. Proporrei uno
studio pi approfondito dal punto di vista geologico dellintera area a causa dei considerevoli fenomeni
carsici della zona. Cosciente che sono stati gi condotti studi da parte di geologi vorrei sottolineare
limportanza del controllo della zona, che con ben 3 conoidi semi-attivi e fenomeni di carattere dolinoso
cos accentuati minaccia non poco le strutture locali. Il laghetto dopo 30 anni di vita ha mostrato il suo
contributo al peggioramento dei fenomeni dolinosi nellarea da lui occupata, sviluppando una grotta
sotterranea di dimensioni non trascurabili. Questo non escluderebbe un crollo (fase classica di questo tipo
di doline) del fondale che potrebbe arrecare danni alle strutture circostanti alla zona di flusso sotterraneo.
Col passare del tempo si potrebbe assistere a dei problemi di mantenimento della strada per Prave a
causa delle ingenti quantit dacqua che si riversano su di essa, o a degli smottamenti sui conoidi analizzati
in precedenza che possono portare a danni alle abitazioni costruite su di questi. Ovviamente si tratta solo
di osservazioni ed ipotesi facilmente contestabili a causa della scarsit di dati da cui ho potuto trarle.
Sottolineo che non sono certamente in possesso di tutte le facolt necessarie per poter valutare un
contesto di questo genere e soprattutto spetta agli Enti preposti la decisione per il finanziamento di un
simile studio e di un eventuale intervento conseguente.
Per concludere vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato e permesso di arrivare alla conclusione
di questo studio. In primo luogo vorrei ringraziare il prof. Gregorini per aver attuato questo progetto molto
interessante e per averci guidato nella stesura e nel recupero dei dati. Voglio ringraziare in modo
particolare la signora Mariella Botticchio, che mi ha aiutato nel recupero delle informazioni e dei dati propri
del laghetto. Ringrazio inoltre il prof. Gheza Fabrizio che ha reso possibile lanalisi dei campioni di acqua, e
il prof. Inversini Francesco che mi ha guidato nella parte iniziale del raggruppamento dei dati. Infine
ringrazio tutti gli Enti che mi hanno consentito di entrare in possesso della documentazione, tra cui lufficio
tecnico del Comune di Borno e il Consorzio Forestale Pizzo Camino.
Coloro che non ho eventualmente citato nella relazione, pur avendo utilizzato fotografie, tabelle e
quantaltro di loro propriet, possono contattarmi allindirizzo e-mail [email protected].
Subito provveder a risolvere il problema. Grazie.
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
35
Abstract
The zone examined in this essay is located near Giallo, a hamlet within the boundaries of the municipality
of Borno, in the province of Brescia, Italy.
The place is characterized by a complex hydrological system, a small lake (called lago Giallo), a large
area of meadows, a lot of woods and some small urban areas. This area is near a ZPS (Special Protection
Zone) called Boschi del Giovetto di Paline and for this reason the zone is home to many species of
tyipical animals of this environment.
The main rocks in the zone are:
- limestone
- debris rocks
- clays
- stratified diamicton
The area is also characterized by karst formations like collapse sinkholes (or dolines). This depression is
common where the rock below the land surface is limestone or other carbonate rocks, or rocks that can
naturally be dissolved by circulating ground water.
Considering the vegetation, there are few cultivated areas, but the main area is natural woods or meadows
used for breeding.
The main species is the following:
- silver fir
- spruce
- beech
- common walnut
- durmast
- common ash
- larch
- common dandelion
- hop trefoil
- hazel
The main wildlife species is the following:
- tree squirrels
- fox
- hare
- badger
- grass snake
- common frog
- black grouse
- European robin
- great spotted woodpecker
- wolf
In the past man left in this place several signs of his presence, that are clear, but now humans have been
able to exploit the area leveraging these elements of the past to stimulate tourism and the local activities.
One of these signs is the lake Giallo, built in 1968 and still active for tourism.
For more information view the following points of the essay:
Geomorphology. 4 pg.6
Vegetation... 5 pg.9
Wildlife. 6 pg.16
Humans activities.. 7 pg.20
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
1
Allegato A
Analisi campioni acque
Per la certificazione della potabilit dellacqua necessario verificare una grande quantit di parametri sia
dal punto di vista chimico che microbiologico. Sui due campioni raccolti sono state condotte delle analisi dal
punto di vista chimico, verificando la quantit in mg/l dei principali elementi, ioni ed anioni presenti.
Vediamo ora dei brevi cenni necessari alla comprensione dellanalisi.
Il riferimento normativo italiano che disciplina il campo delle acque potabili e definisce anche i criteri e i
parametri analitici ai quali un'acqua deve sottostare per potere essere definita potabile il D.Lgs 31/2001
(in seguito alla Direttiva Europea 98/83/CE).
La normativa definisce le acque destinate al consumo umano nei seguenti modi:
Campione 2 (torrente)
Campione 1 (lago)
Elemento/ione/anione Valori (mg/l)
Stagno Sn2+ 0
Nichel Ni2+ 0
Solfito So32- 10
Rame Cu+/2+ 0
Nitrato NO3- 25
Nitrito NO2- 0
Cloruro Cl- 50
Cromato CrO43- 9
Fosfato Po43- 0
Ammonio Nh4+ 5
Potassio K+ 200
Ferro Fe2+ 0
Cianuro Cn- 0
Acido solfidrico
H2S Non rilevabile
allodore
Durezza
2,9-3,2 mol/m3(mmol/l)
29-32 F
286-327 mg/l di CaCO3
pH=8,15
Elemento/ione/anione Valori (mg/l)
Stagno Sn2+ 0
Nichel Ni2+ 0
Solfito So32- 8
Rame Cu+/2+ 0
Nitrato NO3- 25
Nitrito NO2- 0,5
Cloruro Cl- 0
Acido solfidrico
H2S Non rilevabile
allodore
Durezza
2,8-3 mol/m3(mmol/l)
28-30 F
276-296 mg/l di CaCO3
pH=7,8
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
2
Le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per
altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione,
mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori.
Le acque utilizzate in un'impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o
l'immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano, escluse quelle, individuate
ai sensi dell'articolo 11, comma 1, lettera e), la cui qualit non pu avere conseguenze sulla salubrit del
prodotto alimentare finale.
Occorre precisare che la normativa fa riferimento solo ad acque destinate al consumo umano,
distinguendole dalle acque minerali naturali che sono sottoposte a un differente disciplinare legislativo. La
normativa include invece parametri e limiti definiti per le acque potabili (non minerali) vendute in contenitori
e bottiglie.
(Fonte dei cenni: Wikipedia)
Nitriti e Nitrati
La norma attualmente vigente che regola la potabilit delle acque (particolarmente le acque destinata al
consumo umano) stabilisce per lo ione nitrito una CMA (Concentrazione Massima Ammissibile) di 0,5 mg/l.
Nel lago non stata trovata traccia di Nitriti, che sono per presenti nel torrente in piccole quantit. La
presenza dello ione nitrito in un'acqua indice di inquinamento recente, in quanto costituisce
una fase intermedia della degradazione dell'azoto organico e si ritrova nelle acque in
conseguenza della decomposizione biologica di sostanze di natura proteica. I nitriti sono
sostanze pericolose per la salute umana poich possono, a causa dell'ambiente acido
favorevole nello stomaco, formare sostanze cancerogene, dette nitrosamine. Ovviamente non
bisogna allarmarsi per la presenza di nitrati nel torrente poich una quantit cos piccola
normale, e rientra nei limiti consentiti, ben lontani dalle concentrazione che pu recare
danno al corpo umano.
La CMA per i per lo ione nitrato invece di 50 mg/l, concentrazione decisamente pi alta
rispetto a quella nelle acque analizzate. La presenza in un'acqua del solo ione nitrato sta ad
indicare l'avvenuta mineralizzazione e depurazione microbiologica dell'acqua, come nel caso
del laghetto, ma ci deve trovare conferma dall'esame batteriologico.
Ammoniaca
Per lo ione ammonio prevista una CMA di 0,5 mg/l, concentrazione molto inferiore alla
concentrazione rilevata nel laghetto. La presenza dello ione ammonio in un'acqua viene
generalmente assunta come indice chimico d'inquinamento di origine biologica in atto . Nel
caso in cui lo ione ammonio non sia accompagnato dalla presenza di contaminazione
batterica non indice chimico di inquinamento, ma deve essere considerato come un
normale costituente dell'acqua, di origine minerale; in tal caso il valore limite indicato pu
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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essere ragionevolmente superato. In ogni caso valori elevati di azoto ammoniacale possono
favorire la crescita di f lora saprofita e fenomeni di corrosione nelle tubazioni. (descrizione da
parte dell ITI S. Canizzaro di Catania, Dipartimento di chimica)
Cloruri
Per i cloruri prevista una CMA di 200 mg/l. I cloruri presenti nelle acque in esame
potrebbero derivare da contaminazione da liquami, soprattutto urine . In entrambi i casi presi
da noi in esame le concentrazioni sono dagli 0 ai 50 mg/l, valori che rientrano pienamente
nei valori guida di potabilit.
Durezza
La normativa attualmente vigente non stabilisce limiti per la durezza una CMA, ma
suggerisce valori compresi tra i 15 e i 50F: l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanit)
consiglia di utilizzare a scopo potabile acque che abbiano una durezza non superiore a
31,5F. Lacqua del laghetto e del torrente hanno un valore medio di 29F, ovvero un valore
entro lintervallo consigliato. 1F (grado francese) corrisponde a circa 10 mg/l di CaC03. Le
acque "dure" presentano molteplici inconvenienti: provocano fenomeni di incrostazione, non
sono idonee al lavaggio con i saponi tradizionali, ecc. L'assunzione di acqua "dura" pu
provocare l'insorgenza di calcolosi e di altre calcif icazioni patologiche. (descrizione da parte
dell ITI S. Canizzaro di Catania, Dipartimento di chimica)
pH
La normativa attualmente vigente stabilisce un valore guida di pH compreso nell'intervallo
6,5 < pH < 8,5 e una concentrazione massima ammissibile compresa nell'intervallo 6 -9,5. Il
pH in diretta relazione con la concentrazione dello ione idrogeno (H+) presente nell'acqua
o nella soluzione considerata. Un pH 7 (alcalina), l'acqua presenter caratteristiche
incrostanti. Il pH delle acque del torrente e del laghetto rientrano entrambi nei valori guida.
Fonte: ITI S. Canizzaro di Catania, Dipartimento di chimica
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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Allegato B
Elementi di approfondimento degli argomenti trattati
Foto illustrative del laghetto e delle opere umane circostanti
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Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.
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Didascalie delle immagini della pagine precedente
1. Vista del lago dalla strada silvo-pastorale soprastante alla SP5 (1120 m s.l.m.)
2. Vista dellargine di divisione del lago: si nota la parte sinistra (settentrionale) colma e la parte destra
(meridionale) secca come gi spiegato nello studio.
3. Vista simile alla immagine due ma scattata in periodo invernale. Si notano inoltre tutte due le parti
del laghetto colme.
4. Vista del torrente Frassine dalla SP5. Si nota chiaramente una delle briglie in serie poste in questo
tratto.
5. Chiusa doppia posta nel tratto finale della canalizzazione del torrente Frassine che consente il
controllo del flusso in entrata nel lago (a sinistra) e della quantit di deflusso nella canalizzazione
che porta lacqua in eccesso nel torrente in uscita del lago.
6. Chiusa posta sulla sponda ovest del lago necessaria al controllo del flusso in uscita dal lago.
Collegamenti Web di siti di approfondimento o di siti da cui sono tratte alcune tra le
informazioni necessarie allo studio della zona
- Viewer Geografico Regione Lombardia
- IGMI (Istituto Geografico Militare)
- Geoportale Regione Lombardia
- Geoportale Provincia di Brescia
- Servizio Cartografico e Gis Provincia di Brescia
- ARPA Lombardia
- Studio climatico Valle Camonica e Valle di Scalve
- Tracce dorso al lago Giallo
- ERSAF formulario standard per ZPS
- ERSAF, IT2060006 Boschi del Giovetto di Paline
- Riserva del Giovetto
- Fasce fitoclimatiche (Ricerca forestale.it)
- ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
- Foglio geologico sez. Breno (ISPRA)
- Comune di Borno
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CopertinaIndice1. Premessa2. Inquadramento territoriale3. Cenni climaticiAspetti climatologici generaliFasce fitoclimatiche
4. Aspetti geomorfologiciZona QueitaZona lago Giallo-FoiadaZona TauggineAspetti litologici
5. Aspetti vegetazionaliPiante arboreePiante arbustivePiante erbaceeGalleria fotografica
6. Aspetti faunisticiUccelliMammiferiAnfibi e rettiliPesciInsettiGalleria fotografica
7. Aspetti antropiciUrbanizzazione e uso del suoloIl laghettoSpecifiche idrologicheVincoliSegnalazioni
8. Osservazioni personaliAbstractAllegato A - Analisi campioni acqueAllegato B - Elementi di approfondimento