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Analisi della zona citata a livello ecologico e geologico, con considerazioni in merito fattore antropico. Poiché sulla zona esistono diversi documenti redatti da tecnici competenti, il presente documento unisce queste informazioni in una visione d'insieme che, omettendo alcuni dettagli prettamente tecnici e di livello specialistico, rende accessibile anche ai lettori meno competenti una ricostruzione tecnicamente precisa dell'area.

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  • STUDIO DI UN ECOSISTEMA

    Lago giallo In localit Giallo, Paline di Borno (BS)

    Corso COSTRUZIONI, AMBIENTE e TERRITORIO Classe III sez A

    Materia: Geopedologia, Economia ed Estimo

    Anno Scolastico 2012-2013 Ottobre 2012

    I.I.S. OLIVELLI PUTELLI Darfo Boario Terme (BS)

    Lavoro a cura di : Casarotti Matteo

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    1

    Immagine di copertina tratta da: panoramio.com di il bello e il brutto mondo

    INDICE

    1. Premessa2

    2. Inquadramento territoriale.2

    3. Cenni climatici4

    3.1 Temperatura e precipitazioni...4

    3.2 Fasce fitoclimatiche e premessa ad aspetti vegetazionali..6

    4. Aspetti geomorfologici....6

    4.1 Zona Queita......7

    4.2 Zona lago Giallo-Foiada......7

    4.3 Zona Tauggine..........7

    4.4 Aspetti litologici.....7

    5. Aspetti vegetazionali..9

    5.1 Piante arboree.......10

    5.2 Piante arbustive.......13

    5.3 Piante erbacee.......13

    5.4 Galleria fotografica.............15

    6. Aspetti faunistici......16

    6.1 Uccelli.......16

    6.2 Mammiferi.......17

    6.3 Anfibi e rettili......18

    6.4 Pesci.........18

    6.5 Insetti.........18

    7. Aspetti antropici......20

    7.1 Urbanizzazione e uso del suolo.....20

    7.2 Il laghetto.........25

    7.3 Specifiche idrologiche......28

    7.4 Vincoli.........29

    7.5 Segnalazioni........32

    8. Osservazioni personali.......33

    Abstract........34

    Allegato A (analisi acque)pg.1 allegati

    Allegato B (elementi di approfondimento)...pg.2 allegati

    Per una comoda navigazione allinterno del documento sono disponibili i

    segnalibri visibili nella parte sinistra della finestra di Adobe Reader o

    congeneri indicati con il seguente simbolo.

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    Fig.1 Inquadramento stradale ad ampio raggio (fonte: Google Maps)

    1. PREMESSA

    Il lavoro assegnatomi ha portato allanalisi della zona del Lago Giallo in Comune di Borno a causa della

    bellezza del luogo, della sua completezza dal punto di vista tecnico e di una curiosit personale. Riguardo

    la seconda voce intendo che la zona presa in considerazione, definita con maggior precisione nel titolo

    successivo, presenta svariate caratteristiche e zone. Comprende infatti una buona parte di terreno agricolo,

    una parte boschiva, una urbanizzata, e un reticolo idrico molto interessante. La curiosit personale invece

    scaturisce dal fatto che sul luogo preso in considerazione sono molto poche le informazioni, e soprattutto le

    ricerche svolte. Nella relazione che segue verranno trattati aspetti ecologici, climatici, geopedologici e

    antropici della zona, in modo da definirne un quadro tecnico generale. I dati sono stati recuperati oltre che

    da sopralluoghi svolti personalmente, anche da svariate fonti come: Comune di Borno, Geoportale Regione

    Lombardia, Consorzio forestale Pizzo Camino, e altri enti o privati.

    2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE

    Il Lago Giallo si trova in comune di Borno (BS), in localit Giallo, circa a 6 Km dal centro abitato bornese. Si

    pu arrivare in localit Giallo dalla SP 5 che da Malegno porta fino al confine Bergamasco, pochi chilometri

    dopo il luogo di nostro interesse. Si pu arrivare anche da un percorso alternativo, ovvero percorrendo la

    SP 59, che da Dezzo di Scalve porta ancora sulla SP 5 una volta passato il confine provinciale Come

    possibile osservare in fig.1.

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

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    Fig.2-3 Inquadramento della zona presa in considerazione, ortofoto (volo 2007) e CTR (rilievo aerofotogrammetrico 1983) Fonti: Geoportale Regione Lombardia

    Il lago si trova a 230 m dalla strada sopracitata, ai piedi del versante settentrionale del monte Tauggine

    (1506 m s.l.m.), ovvero a ridosso del confine comunale tra Borno e Piancogno. Il Kmq preso in

    considerazione (come richiesto in consegna) delimitato da 5 confini convenzionali (vedi fig.2-3):

    Ovest:

    -nella parte meridionale alla SP5 dalla strada per la localit Prave (comune di Angolo Terme)

    -nella parte settentrionale alla SP5 dalla valle Marcia fino alla quota di 1400 m s.l.m.

    Nord-Est:

    -dal sentiero che da Salven porta sopra localit Queita a quota 1350/1400 m s.l.m.

    Sud:

    -dalla strada che dal Passo di Croce di Salven (1108 m s.l.m.) porta in Val Sorda

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

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    La zona presa in considerazione si trova nella parte terminale dell Altipiano del sole, appena prima

    dellapertura sulla val di Scalve. Comprende pure una piccola parte della Riserva naturale Boschi del

    Giovetto nellarea del Fienile Queita.

    Si pu capire meglio la posizione del lago e della zona circostante nella fotografia scattata da elicottero

    proposta sotto.

    3. CENNI CLIMATICI

    Il lago giallo si trova in una posizione molto particolare poich posto nella parte terminale dellaltipiano di

    Borno-Ossimo, denominato sin dallantichit Altipiano del Sole per la sua elevata esposizione. Il lago si

    trova inoltre ai piedi del monte Tauggine, ovvero nella fascia fredda dellaltopiano dove lesposizione al sole

    leggermente minore a causa dei monti che lo separano della Valle Camonica.

    3.1 Temperatura e precipitazioni ed aspetti climatologici generali

    La zona presa in considerazione come spiegato precedentemente si estende da unaltitudine di 1040 m

    s.l.m. (nei pressi del lago) fino a circa 1400 m s.l.m. (nel confine a Nord sopra localit Queita), obbligando

    quindi a sottolineare la differenza di temperatura che si pu riscontrare analizzando il clima ai due estremi.

    Facendo una media tra le due tipologie di microclima possiamo trovare una buona somiglianza alle analisi

    fatte sullaltipiano. Il clima dellaltopiano un microclima tipicamente alpino caratterizzato da unestate mite

    con temperature diurne tra i 20 C e i 24 C e notturne di 16 C. Segue un autunno con temperature

    piuttosto fresche con rade precipitazioni nevose che annunciano larrivo del tipico inverno di questa zona.

    Da dicembre a inizio febbraio predomina un clima di freddo secco con medie intorno agli 0 C. e punte

    Fonte: Francesco Inversini

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

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    minime di -15 C nelle zone pi fredde e massime di 14 C ca. Generalmente in questo periodo il laghetto

    ghiaccia totalmente o almeno per buona parte della sua superficie nonostante si contano quasi 100

    giornate di sole da dicembre a marzo. In estate i mesi pi caldi sono quelli di luglio e agosto, mentre dopo

    la fine di agosto il clima si fa pi fresco definendo settembre il mese dellescursionista. Come gi

    accennato la presenza dei monti intorno allaltopiano fa s che l'area resti protetta da venti forti. Vi

    solamente la leggera brezza proveniente dal Passo della Presolana.

    Si riportano ora le medie mensili delle precipitazioni registrate a Dezzo di Scalve e a Mazzunno per il

    periodo 1991-2001, zone climatologicamente affini alla zona presa in considerazione.

    Si pu notare la differenza sostanziale dei grafici dei giorni perturbati e delle precipitazioni. Come si pu

    notare febbraio, marzo e dicembre sono periodi caratterizzati da poche precipitazioni, e molti giorni di cielo

    limpido. Il periodo autunnale vede molte precipitazioni particolarmente nei mesi di settembre e ottobre.

    Verso dicembre le poche precipitazioni sono generalmente nevose su quasi tutto laltipiano. La tabella

    seguente mostra la frequenza di precipitazioni percentuale per mese.

    Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic anno

    24,2% 17,5% 22,3% 45,7% 55,2% 55,0% 48,4% 44,2% 43,3% 42,6% 33,0% 24,2% 38,1%

    Sotto riportata la tabella della quantit di precipitazioni (espresse in millimetri) nellintervallo 1991-2001

    nei quattro trimestri.

    Anno Mar-Apr-Mag Giu-Lug-Ago Set-Ott-Nov Dic-Gen-Feb

    1991 269,8 310,3 555,2 75,4 1992 561,4 598,1 309,4 243,6 1993 194,7 399,7 985,9 381,2 1994 277,6 282,8 597,4 241,0 1995 442,7 409,2 342,1 362,1 1996 318,0 638,8 701,6 191,4 1997 259,5 740,4 492,8 253,9 1998 448,5 380,4 609,4 96,5 1999 463,0 581,2 721,4 122,5 2000 523,9 606,4 1388,9 641,4 2001 635,0 505,5 305,9 n.d.

    media 399,5 495,7 637,3 260,9

    I dati sono stati rielaborati sulla base degli studi a cura del dr. Fausto Franzoni pubblicati sul sito www.scalve.it

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    Fig. 4 Classico paesaggio invernale del luogo. La foto stata scattata in prossimit del confine est della zona presa in considerazione. Sullo sfondo si pu vedere buona parte del gruppo della Presolana. (Fonti: Francesco Inversini)

    Fig. 5 Divisione convenzionale della zona presa in considerazione su CTR. zona Queita zona lago Giallo-Foiada zona Tauggine

    3.2 Fasce fitoclimatiche

    La zona presa in considerazione comprende due fasce fitoclimatiche: Fagetum e Picetum. Possiamo

    considerare la zona in un punto di transizione tra Fagetum freddo e Picetum caldo. Per definizione la zona

    sarebbe quasi pienamente nella fascia dominata dal faggio, ma si pu rilevare una netta presenza di abeti

    e larici, dominanti solitamente nella fascia del Picetum. Nei pressi del laghetto si possono trovare in

    modiche quantit piante tipiche del Fagetum, che scompaiono poi salendo di quota, sia nei boschi del

    Tauggine che di Queita (si pu osservare meglio nel capitolo dedicato agli aspetti vegetazionali).

    4. ASPETTI GEOMORFOLOGICI

    Per definire con pi precisione il luogo stato diviso convenzionalmente in 3 zone, come riportato in fig. 5.

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    Fig 6-7

    Carte geologiche del conoide Croce di Salven estratte del PGT comunale.

    4.1 Zona Queita

    La zona Queita corrispondente alla particella boscata n 27 in comune di Borno. Ha unaltitudine

    massima di 1400 m s.l.m. e minima di 1100 m s.m.l. con esposizione Sud. La giacitura di medio versante.

    Come descritto dal consorzio forestale un terreno molto ripido lungo la prima met del confine est della

    particella, a tratti scosceso per la presenza di balzi di roccia che conferiscono forte accidentalit.

    4.2 Zona lago Giallo-Foiada

    La zona lago Giallo-Foiada la parte terminale dellaltipiano del sole, ed dunque una zona perlopi

    pianeggiante. E una zona profondamente carsica e caratterizzata da diversi fenomeni carsici anche in

    corrispondenza del lago. In questa zona bisogna sottolineare la presenza di un conoide molto importante a

    nord di Salven. Sotto vengono riportate due carte che lo definiscono meglio a livello geologico.

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    Fig. 8

    Carta litologica della zona. (fonte: ISPRA)

    4.3 Zona Tauggine

    La zona Tauggine corrispondente alla particella boscata n 35 in comune di Piancogno. Ha unaltitudine

    massima di 1200 m s.l.m. e minima di 1065 m s.m.l. con esposizione Nord. La giacitura di basso

    versante. Come descritto dal consorzio forestale un terreno abbastanza inclinato che presenta qualche

    tratto pianeggiante e quindi con accidentalit debole.

    4.4 Aspetti litologici

    Per gli aspetti litologici non si fa distinzione tra le tre zone sopracitate, ma si considera tutta la zona. Sotto

    verr riportata la carta litologica della zona con legenda allegata.

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    Fig. 9 Fotografia scattata dalla sponda sud del laghetto. Si possono vedere molto bene la Valle Marcia (sulla sinistra) e la Valle Frassine (sulla

    destra) che descrivono larea della localit Queita. Foto scattata durante sopralluogo svolto di persona

    Osservando la carta si nota che larea presa in considerazione

    prevalentemente caratterizzata da rocce nate da depositi lacustri, di

    versante o frana, alluvionali e di debris-flow (vedi glossario a sinistra).

    Larea del laghetto dunque una zona di depositi (perlopi calcarei)

    che portano alla formazione di un suolo caratterizzato da diamicton

    stratificati, limi ed argille, causa dei forti fenomeni carsici della zona.

    Questi si presentano principalmente con formazioni dolinose situate

    sui conoidi alluvionali (o di deiezione) delle tre valli. Le doline presenti

    in questarea sono cos dette di crollo, ovvero formate a causa del

    collasso del terreno soprastante ad una cavit sotterranea formata

    dallo scioglimento del carbonato di calcio presente nelle rocce

    detritiche descritte sopra. Lo scioglimento dovuto ad un processo

    chimico chiamato di solubilizzazione del calcare, formato da diverse reazioni tra vari composti quali acqua

    (H2O), anidride carbonica (CO2), e carbonato di calcio (CaCO3). Questo processo sta alla base di tutti i

    fenomeni carsici.

    Nellarea troviamo anche la formazione di Castro-Sebino, in corrispondenza del monte Tauggine.

    5. ASPETTI VEGETAZIONALI

    Larea presa in considerazione, come gi detto nella premessa, caratterizzata dalla presenza di diversi

    tipologie di paesaggio. Il kmq presenta una parte boschiva dominata da Pinaceae, principalmente da larici

    ed abeti, ed una buona parte di prati tipici del paesaggio delle Prealpi Bresciane ed Orobiche.

    Diamicton= un deposito

    eterometrico non selezionato

    contenente frazioni di ghiaia,

    sabbia e ni (intesi come

    granulometricamente inferiori

    alla sabbia).

    Debris flow= o colate

    detritiche torrentizie sono un

    processo naturale che

    consiste nel trasporto di

    materiale solido da parte di

    un fluido in ambiente

    montano.

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    10

    Questultimi sono spesso adibiti allallevamento di bestiame, solitamente bovini e ovini, che implicano il

    mantenimento del suolo erbaceo fermando dunque lavanzamento del manto boschivo, fenomeno che

    caratterizza molti luoghi dopo labbandono della vita contadina. E una zona molto ricca dal punto di vista

    vegetazionale come si potr notare dalle analisi proposte seguentemente, e dalle immagini fino ad ora

    inserite nel documento.

    5.1 Piante Arboree

    Nella tabella seguente sono elencate le specie arboree presenti nellarea.

    Tab 1. Piante arboree

    Nella pagine successiva si descriveranno con maggiore precisione le quantit in percentuale e altri dati

    abbastanza rilevanti per la descrizione vegetazionale arborea della zona.

    FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO N in galleria

    fotografica

    Pinaceae

    Picea Picea abies (L.)H.Karst.,1881) Abete rosso 1

    Larix Larix decidua (Mill.,1768) Larice 3

    Abies Abies alba

    (Mill. 1768) Abete bianco 2

    Fagacee Fagus Fagus sylvatica (L.,1753) Faggio 4

    Piante non autoctone o presenti in minime quantit

    Juglandaceae Juglans Juglans regia (L.,1753) Noce 5

    Rosaceae

    Sorbus Sorbus aucuparia (L.,1753) Sorbo degli uccellatori 6

    Prunus Prunus avium (L.,1753) Ciliegio /

    Oleaceae Fraxinus Fraxinus excelsior (L.,1753) Frassino maggiore 7

    Aceraceae Acer Acer

    pseudoplatanus (L.,1753) Acero montano /

    Fagaceae Quercus Quercus petraea (Liebl.) Rovere /

    Salicaceae Salix

    Salix caprea (L.,1753) Salicone /

    Salix babylonica (L.,1753) Salice piangente /

    Per ottimizzare la grafica delle tabelle cliccare sul men a tendina Modifica,

    cliccare poi su Preferenze e entrare nel men Visualizzazione pagina. Nella

    sezione Rendering deselezionare la voce ottimizza linee sottili.

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

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    Le due tabelle seguenti sono state rielaborate su dati concessi dal Consorzio forestale Pizzo Camino in

    modo da definire meglio le due particelle boschive di nostro interesse: localit Queita e Tauggine.

    SPECIE LEGNOSA

    RILIEVI PRECEDENTI (1988) RILIEVO ATTUALE (2002)

    N % N %

    Abete rosso 2564 61,4% 2522 64,0%

    Larice 1082 32,4% 1002 29,0%

    Abete bianco 147 6,1% 149 6,5%

    Faggio / / 63 0,5%

    Totale 3793 100,0% 3737 100,0%

    Rilevamento 1988 2002

    Et media (anni) 90 120

    Altezza media (m) 22 22,54

    Diametro medio (cm) / 33,46

    %

    Grosse (50 e + cm) 6,9% 13,1%

    Medie (35-45cm) 57,0% 56,7%

    Piccole (20-30cm) 36,0% 30,2%

    Tab.2 Particella 35 - Tauggine

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

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    SPECIE

    LEGNOSA

    RILIEVI PRECEDENTI (1990) RILIEVO ATTUALE (2002)

    N % N %

    Abete rosso 6415 87,4% 8.113 86,3%

    Larice 142 1,1% 211 1,5%

    Abete bianco 760 11,5% 1012 11,8%

    Faggio / / 100 0,4%

    Altro / / 30 0,1%

    Totale 7317 100,0% 9466 100,0%

    Rilevamento 1990 2002

    Et media (anni) 90 115

    Altezza media (m) 26 23,10

    Diametro medio (cm) / 31,68

    %

    Grosse (50 e + cm) 21,0% 23,8%

    Medie (35-45cm) 43,5% 40,0%

    Piccole (20-30cm) 35,4% 36,1%

    Tab.3 Particella 27 - Queita

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    13

    5.2 Piante arbustive

    Nella zona si trovano poche specie arbustive, come si pu notare nella tabella sotto. C una netta

    predominanza di nocciolo in tutta larea considerata. Nella tabella sono elencate le principali piante

    arbustive della zona.

    Tab. 4 Piante arbustive

    5.3 Piante erbacee

    Per le piante erbacee stata fatta come in precedenza una tabella che elenca e cataloga le specie in base

    alla famiglia e al genere di appartenenza, sulla base di una ricerca incrociata svolta personalmente.

    A causa della grandissima quantit di specie presenti possibile il mancato inserimento di alcune.

    FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO

    Asteraceae

    Achillea Achillea millefolium (L., 1753) Achillea

    Bellis Bellis perennis (L., 1753) Pratolina

    Leontodon

    Leontodon autumnalis (L., 1753) Dente di leone ramoso

    Leontodon hispidus Dente di leone comune

    Picris Picris hieracioides (L., 1753) Aspraggine comune

    Centaurea Centaurea jacea (L., 1753) Fiordaliso stoppione

    Chrysanthemum Chrysanthemum leucanthemum (Lam., 1778)

    Margherita comune

    FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME

    ITALIANO N in galleria fotografica

    Betulaceae Corylus Corylus avellana (L., 1753) Nocciolo 1

    Caprifoliaceae

    Lonicera Lonicera sp.pl. Lonicera /

    Sambucus Sambucus nigra (L., 1753) Sambuco 3

    Ericaceae

    Rhododendron Rhododendron hirsutum (L., 1753)

    Rododendro /

    Vaccinium Vaccinium myrtillus (L., 1753) Mirtillo nero /

    Fabaceae Laburnum Laburnum anagyroides (Medik., 1787)

    Maggiociondolo 2

    Rosaceae

    Rosa Rosa canina (L., 1753) Rosa canina /

    Rubus Rubus ulmifolius (Schott, 1818) Rovo /

    Crataegus Crataegus monogyna (Jacq., 1775)

    Biancospino /

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    14

    Brassicaceae Cardamine Cardamine pratensis (L., 1753) Billeri dei prati

    Campanulaceae Campanula

    Campanula rapunculoides Campanula serpeggiante

    Campanula rotundifolia (L., 1753) Campanula soldanella

    Caryophyllaceae Silene

    Silene dioica (L.) Clairv.) Silene dioica

    Silene vulgaris Silene rigonfia

    Cistaceae Helianthemum Helianthemum nummularium (L.) Mill. 1768)

    Eliantemo maggiore

    Dipsacaceae

    Scabiosa Scabiosa columbaria (L., 1753) Vedovina selvatica

    Knautia Knautia arvensis (L.) Coulter) Ambretta

    Fabaceae Trifolium Trifolium alpestre (L., 1753) Trifolio alpestre

    Ericaceae

    Erica Erica carnea (L., 1753) Erica carnea

    Vaccinium Vaccinium myrtillus Mirtillo

    Geraniaceae Geranium Geranium robertianum (L., 1753)

    Geranio di S.Roberto

    Lamiaceae

    Clinopodium Clinopodium vulgare (L., 1753) Clinopodio dei boschi

    Salvia Salvia pratensis (L., 1753) Salvia selvatica

    Thymus Thymus pulegioides (L., 1753) Timo goniotrico

    Poaceae

    Poa

    Poa pratensis (L., 1753) Fienarola dei prati

    Poa alpina (L., 1753) Poa alpina

    Trisetum Trisetum flavescens (L., 1753) Gramigna bionda

    Bromus Bromus erectus (Schrter, 1888)

    Forasacco eretto

    Primulaceae Primula Primula veris (L., 1753) Primula

    Ranunculaceae Ranunculus Ranunculus bulbosus (L., 1753) Ranuncolo bulboso

    Rosaceae Agrimonia Agrimonia eupatoria (L., 1753) Agrimonia comune

    Urticaceae Urtica Urtica dioica (L., 1753) Ortica

    Tab. 5 Piante erbacee

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    15

    5.4 Galleria fotografica

    In seguito verranno proposte le fotografie delle specie pi rilevanti nellarea.

    5.4.1 Piante arboree

    5.4.1 Piante arbustive

    1. Abete rosso 2. Abete bianco 3. Larice nel periodo autunnale

    3. Larice nel periodo estivo

    4. Faggio (al suo massimo sviluppo)

    7. Frassino maggiore 6. Sorbo degli uccellatori 5. Noce

    1. Nocciolo 3. Sambuco 2. Maggiociondolo (nel periodo

    della fioritura)

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    16

    6. ASPETTI FAUNISTICI

    La zona presa in considerazione, come gi detto molto ricca sia di specie vegetali che animali, presenta

    quindi differenti specie tra cui un parte per non autoctone. Larea molto controllata anche a causa della

    vicinanza della riserva naturale Boschi del Giovetto: questo permette una buona conservazione delle

    specie principali della zona. Nellarea presente un allevamento di modiche dimensioni di bovini, suini,

    ovini ed animali da cortile, che appositamente non ho inserito nelle tabelle seguenti. Nel laghetto sono

    presenti tre specie di pesci elencate poi nella tabella apposita inseriti nel laghetto dai proprietari dello

    stesso. Si registrata inoltre la presenza di 4 esemplari di germano reale (Anas platyrhynchos) nei pressi

    del lago.

    Sotto vengono proposte delle tabelle dove sono state elencate le specie peculiari dellarea dividendole in 4

    gruppi (a seconda delle classi): uccelli, mammiferi, anfibi e rettili e pesci.

    6.1 Uccelli

    Gli uccelli presenti sono moltissimi e di difficile classificazione, per questo sono stati citati solo i pi

    caratteristici ed importanti dal punto di vista scientifico della zona. La tabella sotto elenca 14 specie

    presenti nellarea ordinandole alfabeticamente a seconda della famiglia.

    Tab. 6 Uccelli

    FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO

    Accipitridae Buteo Buteo sp. Poiana

    Anatidae Anas Anas platyrhynchos (L., 1758) Germano reale

    Corvidae Corvus Corvus sp. Corvo

    Nucifraga Nucifraga caryocatactes (L., 1758) Nocciolaia

    Fringillidae Loxia Loxia curvirostra (L., 1758) Crociero

    Muscicapidae Erithacus Erithacus rubecula (L., 1758) Pettirosso

    Paridae Parus Parus ater (L., 1758) Cincia mora

    Phasianidae

    Tetrao Tetrao tetrix (L., 1758) Gallo forcello

    Perdix Perdix perdix (L., 1758) Starna

    Alectoris Alectoris graeca (Meisner, 1804) Coturnice

    Picidae Dendrocopos Dendrocopos major (L., 1758) Picchio rosso

    Troglodytidae Troglodytes Troglodytes troglodytes (L., 1758) Scricciolo comune

    Turdidae Turdus Turdus iliacus (L., 1758) Tordo sassello

    Turdus philomelo (C.L.Brehm, 1831) Tordo bottaccio

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    17

    6.2 Mammiferi

    Nellarea sono presenti differenti mammiferi classici del paesaggio delle Prealpi come volpi, lepri, tassi ecc.

    ma stata segnalata in certi casi anche la presenza specie come lorso e il capriolo. Nel marzo 2012

    stata segnalata la presenza di un orso nei pressi del lago Giallo, verificata poi da impronte rimaste sulla

    neve esaminate da esperti che si sono recati sul posto. Il giornale di Brescia scrive: la prima volta che si

    sente parlare della presenza dell'animale in questa zona. C'era stata una segnalazione due anni fa

    nell'area della Presolana, nella Bergamasca, che non troppo lontano da qui, ma mai si sarebbe pensato a

    un suo trasferimento su questo versante.

    La tabella sotto elenca le specie di mammiferi principali e quelle pi rare della zona.

    FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO

    Canidae Vulpes Vulpes vulpes (L., 1758) Volpe

    Erinaceidae Erinaceus Erinaceus europaeus (L., 1758) Riccio

    Leporidae Lepus Lepus europaeus (Pallas, 1778) Lepre comune

    Mustelidae

    Martes Martes foina (Erxleben, 1777) Faina

    Mustela Mustela nivalis (L., 1758) Donnola

    Meles Meles meles (L., 1758) Tasso

    Sciuridae Sciurus Sciurus vulgaris (L., 1758) Scoiattolo

    Suidae Sus Sus scropha (L., 1758) Cinghiale

    Talpidae Talpa Talpa europaea (L., 1758) Talpa

    Vespertilionidae Nyctalus Nyctalus noctula (L., 1758) Nottola comune

    Specie rare o presenti nelle zone circostanti allarea in considerazione

    Canidae Canis Canis lupus (L., 1758) Lupo grigio

    Cervidae Capreolus Capreolus capreolus (L., 1758) Capriolo

    Felidae Lynx Lynx lynx alpina (L., 1758) Lince alpina

    Mustelidae

    Mustela Mustela erminea (L., 1758) Ermellino

    Martes Martes martes (L., 1758) Martora

    Ursidae Ursus Ursus arctos (L., 1758) Orso

    Tab. 7 Mammiferi

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    18

    6.3 Anfibi e rettili

    Si deciso di unire queste due classi semplicemente per la scarsit di specie presenti e non per alcun

    motivo scientifico o biologico. Le specie riscontrate sono riassunte nella tabella 8 inserita sotto.

    Tab. 8 Anfibi e rettili

    6.4 Pesci

    Nellarea non esistono pesci autoctoni poich sono stati inseriti nel laghetto (artificiale), come gi detto, dai

    proprietari dello stesso dopo la sua costruzione. Nonostante questo la popolazione di trote si instaurata

    abbastanza bene poich dopo circa 40 anni dal suo inserimento la popolazione persiste svolgendo

    regolarmente i cicli riproduttivi. La tabella 9 riassume le tre specie presenti.

    Tab. 9 Pesci

    6.5 Insetti

    Gli insetti essendo molto numerosi e parecchio complessi da classificare non vengono analizzati,

    soprattutto perch questa analisi andrebbe oltre gli obiettivi della relazione. Si solo registrata una

    presenza di imenotteri abbastanza rilevante nelle zone boschive e di odonati nella zona del lago. Le

    restanti aree caratterizzate dallo strato erbaceo sono dominate dalla presenza di svariate specie di

    lepidotteri e coleotteri.

    FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO

    Ranidae Rana Rana temporaria (L., 1758) Rana montana

    Bufonidae Bufo Bufo Bufo (L., 1758) Rospo comune

    Lacertidae Podarcis Podarcis siculus (Rafinesque,1810) Lucertola campestre

    Anguidae Anguis Anguis fragilis (L., 1758) Orbettino

    Colubridae Natrix Natrix natrix (L.,1758) Natrice dal collare

    FAMIGLIA GENERE SPECIE NOME ITALIANO

    Salmonidae

    Oncorhynchus Oncorhynchus mykiss (Walbaum, 1792) Trota iridea

    Salmo Salmo trutta fario (L., 1758) Trota fario

    Acipenseridae Acipenser Acipenser sturio (L., 1758) Storione comune

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    19

    6.6 Galleria fotografica

    1

    2 3

    4 5 6

    7 8

    10

    9

    11 12

    Tutte le foto presenti nelle gallerie fotografiche sono state scaricate da svariati siti internet che non mi soffermo a citare. Per eventuali reclami contattare il

    sottoscritto allindirizzo mail [email protected]. Provveder tempestivamente alleliminazione dellimmagine in questione. Grazie.

    Uccelli (1-4)

    Anfibi e rettili (5 e 6)

    Mammiferi (7-10)

    Pesci (11 e 12)

    Legenda 1 Starna

    2 Picchio rosso

    3 Gallo forcello (maschio)

    4 Pettirosso

    5 Rana temporaria

    6 Orbettino

    7 Lepre comune

    8 Scoiattolo

    9 Tasso

    10 Volpe

    11 Trota iridea

    12 Trota fario

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    20

    Fig. 10 Mappa catastale dellarea. (Fonte: Geoportale Provincia di Brescia)

    7. ASPETTI ANTROPICI

    Dopo la trattazione nei punti precedenti degli aspetti biologici e geomorfologici, in questa sezione si intende

    porre attenzione alla presenza delluomo nel territorio analizzato e di tutti gli interventi presenti e passati.

    In primo luogo bisogna sottolineare la grande quantit di opere artificiali nella zona, sia a fine urbanistico o

    turistico che di ingegneria naturalistica e idraulica. Sono numerose infatti cascine e abitazioni, ma anche

    opere ingegneristiche di vario tipo (ad esempio il laghetto stesso). La zona inoltre fornita di una rete

    elettrica non indifferente necessaria ad alimentare le abitazioni e le aziende agricole presenti. Sono di

    importanza significativa anche due strutture poste a nord della SP5 adibite ad albergo e ristorante, che

    accentuano lurbanizzazione del luogo.

    Per descrivere meglio il livello di urbanizzazione viene inserita la mappa catastale dellarea in esame.

    7.1 Urbanizzazione e uso del suolo

    Come gi accennato larea urbanizzata circoscritta in alcuni nuclei abitativi poich la maggior parte del

    suolo ancora adibito allallevamento o dominato da boschi (vedi aspetti vegetazionali, pg.9) . La zona

    comunque ricca di strutture, perlopi cascine, sorte intorno agli anni 50-60, posizionate in vari punti

    dellarea come si pu verificare nella fig.10. A livello infrastrutturale lodierna SP5 presenta un impatto

    ambientale di media importanza, poich pur non essendo una strada principale per la viabilit, porta ad

    alcune conseguenze a livello vegetazionale. Nonostante questo, la via di comunicazione in questione un

    importante fulcro per la comprensione dello sviluppo urbanistico di questarea.

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    21

    Cenni storici

    Gi dai primi secoli d.C., la zona presentava insediamenti romani, a causa probabilmente di stanziamenti

    sullaltipiano del sole (questultimo infatti ha ospitato anche popolazioni della met del III millennio a.C. a

    causa delle sue caratteristiche geomorfologiche). A confermare questo stanziamento sono stati ritrovati

    fortuitamente reperti romani durante i lavori stradali per lattuale SP5 nel secolo scorso. Sono stati rinvenuti

    un pavimento in cotto, numerosi laterizi e frammenti di tegole che riconducono alla presenza di fornaci

    romane, presenti probabilmente per il caratteristico terreno argilloso della zona (questi dati sono stati ripresi

    dalla carta archeologica lombarda del 1991). Inoltre la zona sempre stata la via di comunicazione pi

    comoda per raggiungere la Val di Scalve altrimenti impossibile a causa della insidiosa forra scavata dalle

    acque del fiume Dezzo. Nella met del XIX sec. si inizia a pensare alla costruzione della odierna via Mala

    che risalir la forra evitando il passaggio dal passo di Croce di Salven. Come gi detto negli anni 50-60

    vengono costruite numerose tra le strutture oggi presenti nellarea, tra cui il laghetto.

    Urbanizzazione

    Limmagine sopra riportata presenta due fotografie scattate a circa 40 anni luna dallaltra. Entrambe

    mostrano il laghetto da unangolazione simile, e il paesaggio sullo sfondo, ovvero Corna Mozza (1428

    s.l.m.) e parte del gruppo della Presolana. Limmagine a sinistra fa parte dellarchivio fotografico Magnolini

    (http://www.magnolinifotografo.altervista.org) e si presume sia stata scattata nel periodo appena seguente

    alla costruzione del laghetto (1969 ca.). Anche se non si sonvegetao trovati riferimenti alla colorazione si

    presume che sia stata applicata la tecnica di pittura classica dellepoca, ovvero la colorazione manuale

    della fotografia.

    Si pu notare subito la grande differenza del livello del lago e della vegetazione sullo sfondo rispetto alla

    condizione attuale. Negli anni 60 i pascoli occupavano ancora gran parte delle zone come queste in tutta

    la Valle Camonica a causa, come gi accennato, della continuit delle pratiche contadine; negli anni subito

    successivi, ambienti come questi assistono ad un forte avanzamento del manto boschivo, che si pu notare

    facendo un raffronto tra la condizione attuale e quella del periodo descritto sopra.

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    22

    Fig. 11 Mappa dell uso del suolo attuale dellarea. (Fonte: Geoportale Provincia di Brescia, database comunale di Borno)

    Nelle immagini proposte nella pagina precedente si pu notare inoltre laumento degli edifici, sia per scopi

    abitativi che turistici, che verranno analizzati successivamente. Lurbanizzazione ha portato inoltre il

    mantenimento di tutte le strade cos denominate della regione agro-silvo-pastorale, ovvero tutte quelle

    infrastrutture nate a scopi agricoli e quindi non adibite al traffico regolare.

    Uso del suolo

    Con una serie di immagini potremo verificare laumento netto delle aree urbanizzate ed una diminuzione

    meno visibile delle aree dominate da vegetazione erbacea. Le carte mostrano la situazione (semplificata) di

    uso del suolo: la prima (fig.11) mostra la situazione attuale, la seconda (fig.12) la situazione nel 1954.

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    23

    Fig. 12 Mappa dell uso del suolo dellarea nel 1954. La carta tematica stata sovrapposta alla CTR (rilievo aerofotogrammetrico 1983) (Fonte: Geoportale Regione Lombardia)

    Confrontando le due carte si pu notare subito laumento dellarea urbanizzata (ristretta a 3 piccoli nuclei

    nel 54), e la netta diminuzione di prati, coltivati e non. Sulle carte provinciali molti dei suoli erbosi risultano

    ancora come campi coltivati, che invece sono ristretti a modeste aree sparse per la zona considerata.

    Testimoni di un parziale abbandono del suolo erbaceo gi in corso nel 54 sono ad esempio i cespuglieti

    sulla sponda Est della Valle Marcia, che indicano una certa trascuratezza di quellarea dal punto di vista del

    mantenimento del manto erboso attuato generalmente con il taglio periodico dello stesso. Si pu notare

    che il bosco presente anche sul laghetto, questo ovviamente poich anche se larea presentava gi

    fenomeni simili a piccoli pantani alimentati dal torrente Frassine, il laghetto ancora non esisteva. Lunica

    eccezione allavanzamento boschivo la particella a sud dellarea, ovvero il bosco Tauggine,

    probabilmente tagliato e controllato a causa della costruzione del laghetto e delle abitazioni visibili a sud-

    ovest del passo di croce di Salven. In seguito verranno inserite tre fotografie aeree rispettivamente del

    1959, del 1970 e del 1986. Era disponibile anche unimmagine del 1954, che tata scartata a causa della

    minima risoluzione.

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    24

    Fig. 13-14-15

    Queste mappe sono state scaricate dal sito http://www.igmi.org/voli/ (Istituto Geografico Militare) dopo una scelta delle fotografie migliori per illustrare lo sviluppo dellurbanizzazione. La fotografia nella fig. 13 stata scattata nel 1959, ed una parte di unimmagine pi ampia in scala 1:25000. Ovviamente in questa fotografia non possiamo vedere n il lago (costruito 9 anni dopo ca.) n le abitazioni circostanti (costruite, le pi vecchie, nel medesimo periodo del laghetto). Si vede molto bene anche il torrente Frassine, evidenziato, come si pu notare da una probabile frana di medie dimensioni. (vedi pagine successive).

    La fotografia nella fig. 14 stata scattata nel 1970, ed anche questa una parte di unimmagine pi ampia in scala 1:27000. In questa seconda fotografia possiamo vedere con chiarezza il laghetto, e le prime costruzioni presenti oggi nellarea. Si possono notare inoltre in piccole dimensioni i primi fenomeni di avanzamento del manto boschivo.

    La fotografia nella fig. 15 stata scattata nel 1986, ed anche questa una parte di unimmagine pi ampia in scala 1:26000. In questultima fotografia possiamo notare laumento sostanziale degli edifici, sia in localit Giallo che in localit Salven.

    Per chi fosse interessato ad avere le immagini con qualit maggiore sono disponibili a pagamento sul sito http://www.igmi.org/voli/ .

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    25

    Nellarea sono presenti anche aziende agricole con allevamenti di media grandezza. Diversi dei prati

    circostanti al lago giallo sono utilizzati appunto per queste attivit. Sotto viene proposta la carta che indica

    la distribuzione sul territorio comunale delle aziende e il numero di capi di bestiame per azienda. Larea

    presa in considerazione indicata con un cerchio rosso. La carta stata estratta dal PGT comunale.

    7.2 Il laghetto

    Il laghetto stato costruito alla fine degli anni 60 (come gi abbiamo potuto capire dalle carte precedenti),

    per scopi puramente turistici. I lavori sono iniziati nellautunno del 67 ed stato completato nella primavera

    del 68, poco dopo la costruzione della trattoria adiacente. Negli anni ha contribuito fortemente allo sviluppo

    della zona, diventando, anche al giorno doggi, una meta turistica molto frequentata.

    Tecniche costruttive e problemi di mantenimento

    La zona dove oggi giace il laghetto, sempre stata una zona molto umida dove il torrente Frassine, prima

    dellinizio dei lavori, formava naturalmente dei piccoli pantani a causa delle depressioni tipiche dei

    fenomeni carsici della zona (vedi aspetti geomorfologici, pg.6), ben note agli abitanti del posto. Larea era

    inoltre soggetta a piccoli fenomeni alluvionali, a causa di smottamenti e fuoriuscite dei torrenti delle valli

    Frassine, Marcia e Cala, che allagavano la parte pianeggiante tra il passo di Croce di Salven e il confine

    est dellarea presa in considerazione dove le acque defluivano nella Valle Lala (Val Vallata). Per la

    costruzione del laghetto stata fatta una canalizzazione del torrente Frassine nella parte finale in modo da

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    26

    poterlo controllare con una serie di chiuse e piccoli bacini di deposito. E stato fatto una scavo di circa 5m,

    circoscritto poi da piccoli argini in calcestruzzo armato, senza fine puramente strutturale ma piuttosto a

    causa dei prerequisiti per poter abilitare il lago alla pesca sportiva. In seguito allo scavo il lago stato

    annesso al canale descritto precedentemente in modo avere unalimentazione idrica costante al

    sostentamento del livello lago stesso e delle forme di vita presenti in esso; sono state predisposte quindi

    una serie di chiuse per il controllo del flusso in entrata ed in uscita. Prima che il torrente Frassine entra nel

    canale, si inserisce un altro piccolo torrente che nasce da una sorgente posta a circa 300 metri a nord della

    SP5, con una portata un poco minore del torrente sopracitato, che contribuisce al mantenimento costante

    del livello del lago. Purtroppo non si riusciti ad avere delle notizie tecniche su documentazioni dellepoca,

    quali progetti, dichiarazioni o altro, che avrebbero descritto con pi precisione gli interventi e le messe in

    opera eseguite.

    Limmagine seguente mostra in pianta quanto descritto sopra. Limmagine (fig.16) stata creata

    personalmente sulla base della CTR.

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    27

    Le problematiche sorgono per nei primi anni del 2000, quando dopo ormai 30 anni circa dalla costruzione

    del laghetto, i fenomeni carsici si fanno pi critici assorbendo buona parte dellacqua e facendola ritornare

    in superficie circa 300 metri pi a est lungo il muro a monte della strada che porta alla localit Prave.

    Questo dovuto ad una piccola grotta sotterranea (vedi fenomeni carsici a pg.6) in cui ricade lacqua del

    laghetto che permea dal fondale, e che compiendo un dislivello di circa 8/10 m viene trasportata fino alla

    strada sopracitata per poi ributtarsi nella Val Vallata fino al fiume Dezzo. Nel 2002 viene presa la decisione

    di intervenire con una modifica di dimensioni non trascurabili, ovvero si decide di dividere il laghetto in due

    parti tramite il deposito di materiale, creando cos un argine che separa due zone del laghetto. Inizialmente,

    non sapendo ancora della grotta, viene convogliata tutta lacqua nella parte sud del laghetto, in modo tale

    da riuscire a limitare lassorbimento ad una sola met della superficie del terreno. Questo per porta alla

    scoperta della grotta sopracitata un anno dopo (2003), che obbliga dunque la decisione definitiva di usare

    come bacino principale la parte settentrionale del laghetto.

    Il livello del lago molto variabile poich a causa della alta permeabilit del fondale lacqua esce dallo

    stesso passando per il sottosuolo e non per lapposita canalizzazione predisposta durante la costruzione,

    che avrebbe permesso il controllo del flusso duscita. Questo porta ad uno stretto legame tra il livello del

    lago e le precipitazioni (vedi aspetti climatici, pg.4), che descrive due principali situazioni. La prima si

    verifica quando si presentano fenomeni atmosferici abbastanza violenti: il fondale non in grado di

    assorbire tutto il flusso di entrata portando il livello del lago ad una crescita sostanziale e al conseguente

    allagamento della parte meridionale (solitamente secca). Quando invece le precipitazioni sono pi scarse si

    notano le ridotte quantit di acqua in entrata, assistendo ad una minima superficie dello specchio dacqua.

    Nel 2007 ad esempio la scarsa quantit di precipitazioni ha fatto ritirare il lago molto evidentemente,

    raggiungendo uno tra i limiti storici di estensione del laghetto.

    Nella seguenti figure (fig.17) si pu notare con pi facilit lestensione dello specchio dacqua nel corso

    degli anni.

    1970

    Situazione appena dopo la

    costruzione del lago

    1985

    Situazione sulla base dalla

    CTR

    2007

    Situazione minima storica

    sulla base delle immagini

    satellitari

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    28

    Fig.17

    Le immagini sono state disegnate personalmente con lausilio della CTR sulla base degli studi condotti per

    la stesura della presente relazione.

    7.3 Specifiche idrologiche

    Come gi detto larea caratterizzata da 3 conoidi principali creati dai tre torrenti di maggior interesse

    dellarea. Il lago Giallo alimentato dalle acque del bacino idrografico del torrente Frassine e di un piccolo

    torrente adiacente che raccoglie le acque della parte sinistra del conoide di Salver. Nella fig.18 viene

    evidenziato il bacino idrografico citato precedentemente, e dei collettori principali dei bacini dellarea.

    Situazione attuale in

    giornate prive di

    precipitazioni, scioglimento

    nevi e scoli di precipitazioni

    nei giorni precedenti in tutto

    il bacino idrografico del

    torrente Frassine.

    Situazione attuale in

    giornate con precipitazioni

    ordinarie, scioglimento nevi

    e scoli di precipitazioni nei

    giorni precedenti in tutto il

    bacino idrografico del

    torrente Frassine.

    Situazione attuale in

    giornate con precipitazioni

    straordinarie di forte

    intensit.

    Fig.18

    Nella figura evidenziato in giallo il

    bacino idrografico del torrente Frassine

    e in rosso il bacino idrografico che

    alimenta il laghetto.

    Il collettore principale lungo circa 1,76

    Km (dalla fonte al laghetto) mentre il

    bacino idrografico si estende per

    unarea di poco pi di 75 ettari.

    La fonte al di sotto della mulattiera per

    malga Paiano (quota1710 m s.l.m.).

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    29

    Nellallegato A verr inserita lanalisi chimica di tre campioni dacqua rispettivamente del torrente Frassine,

    del laghetto e della fontana alimentata dallacqua permeata dal fondale del laghetto.

    7.4 Vincoli

    Il regime di vincoli non pu essere considerato per tutta larea poich a causa della sua estensione

    presenta vincoli diversi in alcuni aspetti. Per questo per ogni vincolo verr definito lareale di validit.

    - Qualit dellaria (D.Lgs. 155/10)

    - Zona C1 (prealpi ex zone di risanamento), presente su tutta larea

    (click qui per ulteriori informazioni in rete)

    - Ambienti naturali

    - ZPS/SIC Boschi del Giovetto di Paline (IT2060006) - zona della particella boschiva Queita

    (click qui per ulteriori informazioni in rete)

    - Zona di elevata naturalit (art. 17 PTPR) - tutta larea

    - Distanza di 300 m da ZPS/SIC - tutta larea tranne la zona gi catalogata come ZPS/SIC

    - Risorse idriche

    - Distanza di 150 m da corsi dacqua - non considerata sui torrenti delle valli Frassine e Marcia

    ma solamente sulla parte iniziale della Val Vallata

    - Fascia di rispetto delle sorgenti pubbliche - raggio di 200 m dalle sorgenti dellarea

    - Dissesti

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    30

    - Vincolo idrogeologico

    - Rete Ecologica Regionale

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    31

    - Zonizzazione acustica

    La definizione delle classi previste per la zonizzazione comunale, e relativi limiti, risale al D.P.C.M. 1.3.1991, poi riconfermata nel successivo D.P.C.M 14.11.1997. i limiti imposti variano a seconda della diversa destinazione duso dellarea. CLASSE I AREE PARTICOLARMENTE PROTETTE Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta lelemento base per la loro utilizzazione, quali aree ospedaliere, scolastiche, religiose residenziali rurali, di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. CLASSE II AREE DESTINATE AD USO PREVALENTEMENTE RESIDENZIALE Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente dal traffico veicolare locale, con bassa densit di popolazione, con limitata presenza di attivit commerciali ed assenza di attivit industriali ed artigianali. CLASSE III AREE DI TIPO MISTO Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densit di popolazione, con presenza di attivit commerciali, uffici, con limitata presenza di attivit artigianali e con assenza di attivit industriali; aree rurali interessate da attivit che impiegano macchine operatrici.

    Le tabelle e le legende sono state

    create generalizzando sullintero

    territorio comunale in base alle

    norme vigenti, quindi non tutti i dati

    in esse contenuti sono

    necessariamente riferiti alla mappa

    proposta.

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    32

    - Altri vincoli

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    33

    7.5 Segnalazioni

    Larea conservata abbastanza bene e non sono presenti situazioni problematiche di rilievo. Si pu

    segnalare la presenza di un piccolo campo da tennis abbandonato che crea un impatto visivo pessimo, e

    porta alla nascita di una vegetazione rurale da non trascurare. La seconda problematica che volevo

    segnalare la presenza di una buona quantit di rifiuti (bottiglie di vetro, lattine, contenitori di plastica ecc.)

    che ho potuto constatare in un sopralluogo verso la fine del periodo estivo nel bosco adiacente allarea pic-

    nic (allentrata del parco dei Boschi del Giovetto) a nord della SP5. Si presume che i rifiuti siano stati

    depositati durante le gite allaperto nel periodo estivo, e che non siano stati pi ripuliti. Nellultimo periodo

    (25-30 novembre 2012) non ho potuto controllare la situazione, ma anche se sono stati ripuliti da enti o

    volontari, si potrebbero prendere provvedimenti per lanno venturo, in modo da evitare linquinamento,

    visivo ed ecologico, di questa bellissima zona. La carta seguente illustra pi chiaramente la collocazione

    delle aree sopra citate.

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    34

    8. Osservazioni personali

    Riprendendo la premessa credo che la zona presa in esame sia stata unottima scelta poich suscitandomi

    molto interesse mi ha spinto a studiarla a fondo nei limiti possibili e di perseguire tutti gli obiettivi che mi ero

    fissato. Ho toccato tutti i punti dopo una serie di studi basati su dati recuperati presso diversi enti e privati, i

    quali mi hanno dato un aiuto sostanziale per portare avanti la ricerca su tutti i fronti. Purtroppo per scarsit

    di tempo, ho dovuto abbandonare lapprofondimento di alcune interessanti tematiche, non prescritte nella

    consegna, ma che mi sarebbe piaciuto comunque trattare ed inserire nel presente documento. Come gi

    detto nella premessa, ho redatto il presente studio anche perch non esiste un documento che racchiude le

    peculiarit a livello geomorfologico e biologico dellarea presa in considerazione, ma solo alcuni isolati

    documenti che trattano, seppur con maggiore precisione tecnico-scientifica, solo singoli argomenti. Questo

    studio infatti, oltre che ad una trattazione tecnica degli aspetti dellarea, ha anche un fine di divulgazione

    accessibile a tutti.

    Vorrei inoltre richiamare lattenzione e fare delle osservazioni sulle problematiche della zona. Proporrei uno

    studio pi approfondito dal punto di vista geologico dellintera area a causa dei considerevoli fenomeni

    carsici della zona. Cosciente che sono stati gi condotti studi da parte di geologi vorrei sottolineare

    limportanza del controllo della zona, che con ben 3 conoidi semi-attivi e fenomeni di carattere dolinoso

    cos accentuati minaccia non poco le strutture locali. Il laghetto dopo 30 anni di vita ha mostrato il suo

    contributo al peggioramento dei fenomeni dolinosi nellarea da lui occupata, sviluppando una grotta

    sotterranea di dimensioni non trascurabili. Questo non escluderebbe un crollo (fase classica di questo tipo

    di doline) del fondale che potrebbe arrecare danni alle strutture circostanti alla zona di flusso sotterraneo.

    Col passare del tempo si potrebbe assistere a dei problemi di mantenimento della strada per Prave a

    causa delle ingenti quantit dacqua che si riversano su di essa, o a degli smottamenti sui conoidi analizzati

    in precedenza che possono portare a danni alle abitazioni costruite su di questi. Ovviamente si tratta solo

    di osservazioni ed ipotesi facilmente contestabili a causa della scarsit di dati da cui ho potuto trarle.

    Sottolineo che non sono certamente in possesso di tutte le facolt necessarie per poter valutare un

    contesto di questo genere e soprattutto spetta agli Enti preposti la decisione per il finanziamento di un

    simile studio e di un eventuale intervento conseguente.

    Per concludere vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato e permesso di arrivare alla conclusione

    di questo studio. In primo luogo vorrei ringraziare il prof. Gregorini per aver attuato questo progetto molto

    interessante e per averci guidato nella stesura e nel recupero dei dati. Voglio ringraziare in modo

    particolare la signora Mariella Botticchio, che mi ha aiutato nel recupero delle informazioni e dei dati propri

    del laghetto. Ringrazio inoltre il prof. Gheza Fabrizio che ha reso possibile lanalisi dei campioni di acqua, e

    il prof. Inversini Francesco che mi ha guidato nella parte iniziale del raggruppamento dei dati. Infine

    ringrazio tutti gli Enti che mi hanno consentito di entrare in possesso della documentazione, tra cui lufficio

    tecnico del Comune di Borno e il Consorzio Forestale Pizzo Camino.

    Coloro che non ho eventualmente citato nella relazione, pur avendo utilizzato fotografie, tabelle e

    quantaltro di loro propriet, possono contattarmi allindirizzo e-mail [email protected].

    Subito provveder a risolvere il problema. Grazie.

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    35

    Abstract

    The zone examined in this essay is located near Giallo, a hamlet within the boundaries of the municipality

    of Borno, in the province of Brescia, Italy.

    The place is characterized by a complex hydrological system, a small lake (called lago Giallo), a large

    area of meadows, a lot of woods and some small urban areas. This area is near a ZPS (Special Protection

    Zone) called Boschi del Giovetto di Paline and for this reason the zone is home to many species of

    tyipical animals of this environment.

    The main rocks in the zone are:

    - limestone

    - debris rocks

    - clays

    - stratified diamicton

    The area is also characterized by karst formations like collapse sinkholes (or dolines). This depression is

    common where the rock below the land surface is limestone or other carbonate rocks, or rocks that can

    naturally be dissolved by circulating ground water.

    Considering the vegetation, there are few cultivated areas, but the main area is natural woods or meadows

    used for breeding.

    The main species is the following:

    - silver fir

    - spruce

    - beech

    - common walnut

    - durmast

    - common ash

    - larch

    - common dandelion

    - hop trefoil

    - hazel

    The main wildlife species is the following:

    - tree squirrels

    - fox

    - hare

    - badger

    - grass snake

    - common frog

    - black grouse

    - European robin

    - great spotted woodpecker

    - wolf

    In the past man left in this place several signs of his presence, that are clear, but now humans have been

    able to exploit the area leveraging these elements of the past to stimulate tourism and the local activities.

    One of these signs is the lake Giallo, built in 1968 and still active for tourism.

    For more information view the following points of the essay:

    Geomorphology. 4 pg.6

    Vegetation... 5 pg.9

    Wildlife. 6 pg.16

    Humans activities.. 7 pg.20

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    1

    Allegato A

    Analisi campioni acque

    Per la certificazione della potabilit dellacqua necessario verificare una grande quantit di parametri sia

    dal punto di vista chimico che microbiologico. Sui due campioni raccolti sono state condotte delle analisi dal

    punto di vista chimico, verificando la quantit in mg/l dei principali elementi, ioni ed anioni presenti.

    Vediamo ora dei brevi cenni necessari alla comprensione dellanalisi.

    Il riferimento normativo italiano che disciplina il campo delle acque potabili e definisce anche i criteri e i

    parametri analitici ai quali un'acqua deve sottostare per potere essere definita potabile il D.Lgs 31/2001

    (in seguito alla Direttiva Europea 98/83/CE).

    La normativa definisce le acque destinate al consumo umano nei seguenti modi:

    Campione 2 (torrente)

    Campione 1 (lago)

    Elemento/ione/anione Valori (mg/l)

    Stagno Sn2+ 0

    Nichel Ni2+ 0

    Solfito So32- 10

    Rame Cu+/2+ 0

    Nitrato NO3- 25

    Nitrito NO2- 0

    Cloruro Cl- 50

    Cromato CrO43- 9

    Fosfato Po43- 0

    Ammonio Nh4+ 5

    Potassio K+ 200

    Ferro Fe2+ 0

    Cianuro Cn- 0

    Acido solfidrico

    H2S Non rilevabile

    allodore

    Durezza

    2,9-3,2 mol/m3(mmol/l)

    29-32 F

    286-327 mg/l di CaCO3

    pH=8,15

    Elemento/ione/anione Valori (mg/l)

    Stagno Sn2+ 0

    Nichel Ni2+ 0

    Solfito So32- 8

    Rame Cu+/2+ 0

    Nitrato NO3- 25

    Nitrito NO2- 0,5

    Cloruro Cl- 0

    Acido solfidrico

    H2S Non rilevabile

    allodore

    Durezza

    2,8-3 mol/m3(mmol/l)

    28-30 F

    276-296 mg/l di CaCO3

    pH=7,8

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    2

    Le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per

    altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione,

    mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori.

    Le acque utilizzate in un'impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o

    l'immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano, escluse quelle, individuate

    ai sensi dell'articolo 11, comma 1, lettera e), la cui qualit non pu avere conseguenze sulla salubrit del

    prodotto alimentare finale.

    Occorre precisare che la normativa fa riferimento solo ad acque destinate al consumo umano,

    distinguendole dalle acque minerali naturali che sono sottoposte a un differente disciplinare legislativo. La

    normativa include invece parametri e limiti definiti per le acque potabili (non minerali) vendute in contenitori

    e bottiglie.

    (Fonte dei cenni: Wikipedia)

    Nitriti e Nitrati

    La norma attualmente vigente che regola la potabilit delle acque (particolarmente le acque destinata al

    consumo umano) stabilisce per lo ione nitrito una CMA (Concentrazione Massima Ammissibile) di 0,5 mg/l.

    Nel lago non stata trovata traccia di Nitriti, che sono per presenti nel torrente in piccole quantit. La

    presenza dello ione nitrito in un'acqua indice di inquinamento recente, in quanto costituisce

    una fase intermedia della degradazione dell'azoto organico e si ritrova nelle acque in

    conseguenza della decomposizione biologica di sostanze di natura proteica. I nitriti sono

    sostanze pericolose per la salute umana poich possono, a causa dell'ambiente acido

    favorevole nello stomaco, formare sostanze cancerogene, dette nitrosamine. Ovviamente non

    bisogna allarmarsi per la presenza di nitrati nel torrente poich una quantit cos piccola

    normale, e rientra nei limiti consentiti, ben lontani dalle concentrazione che pu recare

    danno al corpo umano.

    La CMA per i per lo ione nitrato invece di 50 mg/l, concentrazione decisamente pi alta

    rispetto a quella nelle acque analizzate. La presenza in un'acqua del solo ione nitrato sta ad

    indicare l'avvenuta mineralizzazione e depurazione microbiologica dell'acqua, come nel caso

    del laghetto, ma ci deve trovare conferma dall'esame batteriologico.

    Ammoniaca

    Per lo ione ammonio prevista una CMA di 0,5 mg/l, concentrazione molto inferiore alla

    concentrazione rilevata nel laghetto. La presenza dello ione ammonio in un'acqua viene

    generalmente assunta come indice chimico d'inquinamento di origine biologica in atto . Nel

    caso in cui lo ione ammonio non sia accompagnato dalla presenza di contaminazione

    batterica non indice chimico di inquinamento, ma deve essere considerato come un

    normale costituente dell'acqua, di origine minerale; in tal caso il valore limite indicato pu

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    3

    essere ragionevolmente superato. In ogni caso valori elevati di azoto ammoniacale possono

    favorire la crescita di f lora saprofita e fenomeni di corrosione nelle tubazioni. (descrizione da

    parte dell ITI S. Canizzaro di Catania, Dipartimento di chimica)

    Cloruri

    Per i cloruri prevista una CMA di 200 mg/l. I cloruri presenti nelle acque in esame

    potrebbero derivare da contaminazione da liquami, soprattutto urine . In entrambi i casi presi

    da noi in esame le concentrazioni sono dagli 0 ai 50 mg/l, valori che rientrano pienamente

    nei valori guida di potabilit.

    Durezza

    La normativa attualmente vigente non stabilisce limiti per la durezza una CMA, ma

    suggerisce valori compresi tra i 15 e i 50F: l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanit)

    consiglia di utilizzare a scopo potabile acque che abbiano una durezza non superiore a

    31,5F. Lacqua del laghetto e del torrente hanno un valore medio di 29F, ovvero un valore

    entro lintervallo consigliato. 1F (grado francese) corrisponde a circa 10 mg/l di CaC03. Le

    acque "dure" presentano molteplici inconvenienti: provocano fenomeni di incrostazione, non

    sono idonee al lavaggio con i saponi tradizionali, ecc. L'assunzione di acqua "dura" pu

    provocare l'insorgenza di calcolosi e di altre calcif icazioni patologiche. (descrizione da parte

    dell ITI S. Canizzaro di Catania, Dipartimento di chimica)

    pH

    La normativa attualmente vigente stabilisce un valore guida di pH compreso nell'intervallo

    6,5 < pH < 8,5 e una concentrazione massima ammissibile compresa nell'intervallo 6 -9,5. Il

    pH in diretta relazione con la concentrazione dello ione idrogeno (H+) presente nell'acqua

    o nella soluzione considerata. Un pH 7 (alcalina), l'acqua presenter caratteristiche

    incrostanti. Il pH delle acque del torrente e del laghetto rientrano entrambi nei valori guida.

    Fonte: ITI S. Canizzaro di Catania, Dipartimento di chimica

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    4

    Allegato B

    Elementi di approfondimento degli argomenti trattati

    Foto illustrative del laghetto e delle opere umane circostanti

    1

    5

    4

    6

    3

    2

  • Analisi di un ecosistema-Lago giallo Casarotti M.

    5

    Didascalie delle immagini della pagine precedente

    1. Vista del lago dalla strada silvo-pastorale soprastante alla SP5 (1120 m s.l.m.)

    2. Vista dellargine di divisione del lago: si nota la parte sinistra (settentrionale) colma e la parte destra

    (meridionale) secca come gi spiegato nello studio.

    3. Vista simile alla immagine due ma scattata in periodo invernale. Si notano inoltre tutte due le parti

    del laghetto colme.

    4. Vista del torrente Frassine dalla SP5. Si nota chiaramente una delle briglie in serie poste in questo

    tratto.

    5. Chiusa doppia posta nel tratto finale della canalizzazione del torrente Frassine che consente il

    controllo del flusso in entrata nel lago (a sinistra) e della quantit di deflusso nella canalizzazione

    che porta lacqua in eccesso nel torrente in uscita del lago.

    6. Chiusa posta sulla sponda ovest del lago necessaria al controllo del flusso in uscita dal lago.

    Collegamenti Web di siti di approfondimento o di siti da cui sono tratte alcune tra le

    informazioni necessarie allo studio della zona

    - Viewer Geografico Regione Lombardia

    - IGMI (Istituto Geografico Militare)

    - Geoportale Regione Lombardia

    - Geoportale Provincia di Brescia

    - Servizio Cartografico e Gis Provincia di Brescia

    - ARPA Lombardia

    - Studio climatico Valle Camonica e Valle di Scalve

    - Tracce dorso al lago Giallo

    - ERSAF formulario standard per ZPS

    - ERSAF, IT2060006 Boschi del Giovetto di Paline

    - Riserva del Giovetto

    - Fasce fitoclimatiche (Ricerca forestale.it)

    - ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)

    - Foglio geologico sez. Breno (ISPRA)

    - Comune di Borno

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    CopertinaIndice1. Premessa2. Inquadramento territoriale3. Cenni climaticiAspetti climatologici generaliFasce fitoclimatiche

    4. Aspetti geomorfologiciZona QueitaZona lago Giallo-FoiadaZona TauggineAspetti litologici

    5. Aspetti vegetazionaliPiante arboreePiante arbustivePiante erbaceeGalleria fotografica

    6. Aspetti faunisticiUccelliMammiferiAnfibi e rettiliPesciInsettiGalleria fotografica

    7. Aspetti antropiciUrbanizzazione e uso del suoloIl laghettoSpecifiche idrologicheVincoliSegnalazioni

    8. Osservazioni personaliAbstractAllegato A - Analisi campioni acqueAllegato B - Elementi di approfondimento