il microscopio è uno strumento utilizzato per produrre immagini visive ingrandite di enti la cui...
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Il microscopio è uno strumento utilizzato per produrre immagini visive
ingrandite di enti la cui percezione visiva risulta impossibile a occhio
nudo.
La grandezza che misura la capacità di un microscopio di distinguere due
punti dell’ente ingrandito è il potere risolutivo, definito come la distanza
minima per cui due punti risultano distinti.
Vi sono generalmente cinque tipi di microscopio che si differenziano in
base al principio di funzionamento ingrandente.
Il secondo tipo di microscopio utilizza gli ultrasuoni a frequenze
maggiori o uguali a 3 GHz ed è perciò detto acustico.
Il suo principio di funzionamento è identico all’ecografo e la sua
invenzione risale al 1959 per merito del fisico e chimico Dunn Fry.
il terzo tipo fa uso di raggi X sincrotonici ( ovvero con una
sincronizzazione tra il campo magnetico e quello elettrico
variabile);
poiché i raggi X tendono a non riflettersi con la medesima
facilità
questo microscopio presenta un notevole vantaggio sugli
organismi.
l’ultimo tipo di microscopio è quello più comune, chiamato ottico.
Esso infatti utilizza lenti per ingrandire di n volte un campione
(con 0<n<1500).
Esso è composto da un obiettivo ingrandente che va posto all’estremità
superiore ; al fondo del tubo oculare vi è il vetrino fermacampione, sotto
il quale uno specchio riflette la luce presente; in alcuni modelli ( come
quelli da laboratorio) lo specchio è sostituito da una luce led a forte
illuminazione.
Considerando le aberrazioni nulle è possibile calcolare il potere risolutivo del microscopio con la relazione:
dove λ rappresenta la lunghezza d’onda della luce
utilizzata e AN rappresenta il massimo angolo utile al
sistema oculare di visione per ricevere od emettere luce.
Questo valore si aggira attorno agli 0,2 µm.
Poiché il microscopio ottico utilizza
lenti e non specchi, il microscopio
ottico è soggetto a cinque aberrazioni:
aberrazione sferica, provocata dall’utilizzo di lenti
sferiche, le quali non sono adatte all’utilizzo poiché
i raggi non vengono riflessi sul Fuoco del sistema,
distorcendo l’immagine
aberrazione cromatica, prodotta dai diversi
valori di rifrazione delle diverse lunghezze
d’onda che passano per la lente, causando così
falsi colori e bordi iridescenti
La coma, che si verifica quando un
fascio di raggi passanti per la lente
ad una certa distanza dal centro, è
focalizzato in una forma ad anello
sul piano focale. La
sovrapposizione di questi diversi
anelli origina una forma a V, simile
alla coda di una cometa.
L’astigmatismo dei fasci obliqui,
il quale causa una visione curva e
duplice sovrapposta di un ente.