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Philippe MATTMANN Il Museo del Louvre E la Bibbia Visita Veloce www.louvrebibbia.it

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Philippe MATTMANN

Il Museo del Louvre

E la Bibbia

Visita Veloce ►

www.louvrebibbia.it

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Philippe Mattmann

Il Museo del Louvre

E la Bibbia

Ovvero

Dall’antica Babilonia

Al Cristianesimo originario

Visita Veloce

ISBN 979-10-92487-08-4

© 2012 Philippe Mattmann

© www.LouvreBible.org

© www.LouvreBibbia.it

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Questo libro è un invito ad un viaggio. Un viaggio nel tempo e nello spazio, a volte vicino a volte lontano, tra l’antica Babilonia e le rive del Fiume Giordano e le anse della Senna.

Davanti ai nostri occhi, due “architetture” monumentali. In primo luogo, il Louvre, una custodia di tesori e di memorie preservate fino ai nostri tempi moderni, in uno dei più grandi Musei del mondo. L’altra, il Libro dei libri, un maestoso Libro, la Bibbia.

Tra le due “architetture” mille passerelle guidano il visitatore o il lettore ad apprezzare il tempo passato e i luoghi sepolti. Sotto questa luce, il testo biblico si colora, prende “vita” per così dire, proprio come lo scalpello di uno scultore o la penna di uno scriba o copista e danno vita a una nuova opera.

Scoprire l’uno e l’altro si presenta come un’impresa interessante, ma che presto diventa irta di ostacoli. Cosa leggere? Che cosa vedere? Quale approccio adottare? Come navigare in questo vasto labirinto di oggetti e d’idee?

Scoprire il Museo del Louvre con la Bibbia, è una proposta che aiuta il visitatore, sia principiante che esperto, fornendo un percorso costellato da 200 (duecento) passi di riflessione, dal classico al meno noto.

Questo libro offre principalmente il lavoro di ricerca culturale di un cristiano per il quale la Bibbia è un libro autorevole. Egli la vede non come “la parola di uomini, ma come veramente è, la parola ispirata di Dio”. (1 Tessalonicesi 2:13)

Gesù Cristo stesso ha detto: “La tua parola è verità”. Questo Libro è degno di fiducia. Con questa convinzione semplice ma profonda, così come il mio illustre confratello e collega, il medico Luca il quale “raccolse con accuratezza ogni cosa dall’inizio e a scriverle in ordine logico” (Luca 1:3), voi scoprirete la visita al Museo del Louvre sotto un aspetto originale.

La preoccupazione è, tuttavia, di evitare di imporre credenze o opinioni religiose, ma di presentare dei fatti che testimoniano la veridicità della Bibbia, il Libro per eccellenza.

Questo percorso è una visita guidata. Esso aiuta a superare lo spazio dei secoli e a incontrare paesi e uomini del passato. Nel corso del tempo, abbiamo ritenuto di aver trovato un tema generale, da qui il titolo: “dall’antica Babilonia al Cristianesimo originario”.

A proposito di questi popoli del passato, troviamo comunque le coincidenze più sorprendenti di riti, feste popolari, tradizioni in rapporto con i loro dèi. Queste caratteristiche comuni possono essere spiegate, biblicamente parlando, con la dispersione degli esseri umani a cominciare dall’antica Babilonia.

Sicuramente, questo percorso biblico inedito e originale, potrà aiutare ciascuno a interrogarsi a proposito della sua fede o fiducia nella Bibbia, permettendo forse di discernere come la realtà storica va al di là della leggenda e della dilagante influenza di questa antica civiltà. O semplicemente di condividere il piacere di scoprire il LOUVRE con la BIBBIA in mano.

Buona visita!

Philippe Mattmann

Parigi, dicembre 2012

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Accesso al museo

Indirizzo postale : Musée du Louvre 75 058 Paris Cedex 01 Tél : + 33 (0) 1 40 20 50 50

ilità ridotta :+ 33 (0) 1 40 20 59 90

Internet : http://www.louvre.fr

Accesso :

Métro : Palais-Royal-Musée du Louvre (1 e 7)

Bus :21, 24, 27, 48, 67, 69, 72, 81

Banco informazioni : + 33 (0) 1 01 40 20 53 17 et sotto la Pyramide et alla Porte des Lions

Orario di apertura: dalle 9 alle 18. Aperture serali il mercoledi e il venerdi fino alle 21.45. I biglietti hanno una validitàn gionaliera per le collezioni permanenti.Tarriffe /. Intero: 10 euros. Ingresso gratuito: su presentazione di un document, per I minor di 18 anni, I disoccupati, pei I cittadini residenti dello spazio economic europeo di età inferior a 26 anni.

Le Collezioni

● Antichità orientali

Questo dipartimentopresenta le civilità dell’Antica Asia Minore, che risalgono a 7000 anni a.C. Esse si sono susseguite in Mesopotamia, in Iran e nei Paesi del Levante- terriorio immenso che si estende dal mare Mediterraneo all’India.

● Antichità egizie

Creato da Jean-François Champollion, questo dipartemento illustra l’arte dell’Antico Egitto in un doppio circuito: un percorso cronologico, dalle origini a Cleopatra, e un percorso tematico che sottolinea alcuniaspetti dela civiltà egizia.

● Antichità greche, etrusche e romane

Questo dipartimento raggruppa opera che appartengono a tre antiche civiltà: la Grecia, l’Etruria e Roma. Al pianterreno, un percorso cronologico riunisce opera che vanno dal terzo millennio a.C. fino al VI secolo d.C.

All’entrata della pyramid, al banco informatiozioni e sul sito www.louvre.fr è disponible un calendario settimanale riportante i giorni di apertura e chiusura delle varie sale. Una bibliografia e delle note dettagliate sono accessibili nella parte francese o inglese del sito www.louvrebible.org

►Vedere anche: www.louvrebibbia.it

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Tavola delle materie

Lo sapevate?

Visita veloce

► Antichità orientali

Sala 1 e 2

La torre di Babele. Sigillo cilindrico del sacerdote re. Bassorilievo votivo Dudu. Vittoria stele di re Eannatum. Stele della vittoria di Narâm-Sȋn. L’arte dei sigilli dell’impero di Akkad. Statua dell’Architetto con progetto. Vaso da libagione del dio Ningishzida. Diluvio e Gilgamesh. Cilindro di Gudea e le feste dell’Anno N uovo. Statuette-targhette. Statua detta “del vaso zampillante”. Statua d’Ur-Ningirsu. Lamentazioni sulla rovina di Ur. Pesi con luna crescente.

Sala 3

Adoratore di Larsa. Adoratore d’oro. Scena di libagione al dio Shamash. Codice di Hammurabi. Ebih II. Lista della dinastia dei re di Larsa. Vaso della dea Istar. Demonio Humbaba. Fegati divinatori. Formula magica e trattamento. Calendario zodiacale. Modello delle rovine del palazzo di Mari. Dipinti dell'ufficiale sacrificio. Tavoletta detta dell’ “Esagil”. Documento del re Meli-Shipak II. Tavoletta del dio Enki. “Il giusto sofferente”. Testa di leone e Leone passante. Testa del drago cornuto.

Sala 4 alla 9

Frammento di una stele di vittoria. Iscrizione ebraica di Siloe. Sargon II e un dignitario. Trasporto di legno di cedro del Libano. Tori alati dalla faccia umana. Scriba Tarhunpiyas. Statuetta di dio ittita. Avori di Arslan Tash. Avori di Azael. Statuetta del demone assiro Pazuzu. Prisma F delle spedizioni del re Assurbanipal. Frammenti degli annali di Sennacherib. Rilievo commemorativo della restaurazione di Babilonia. Rilievi dei deportati elamiti. Vaso del Nascondiglio. Statua di Manishtushu. Statua della dèa Narundi. Croce e svastica.

Sala 10 alla 21

Tavola ornata di serpenti. “il Sit Shamshi”. Bicchiere senza piedi. Sigilli-cilindri e timbri di Susa. Palazzo di Dario 1. Il soldato di maratona. Fregiodegli arcieri. Vasellame di Serse 1. Mosaico della suonatrice di arpa. Vaso decorato. Sarcofago di Eshmunazor II. Trono d’ Astarte. Modello di nave. Urna contenente ossa carbonizzate Stele votive. Cippo. Stele di Teima. Vestale. Triade di Beelshamên. Rilievo funerario. “Sarcofago degli Sposi”. Vaso colossale.

Levante

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Stele di Mesa. Tetragramma. Sigillo iscritto in ebraico. Modello di santuario.Lettera di Biridiya. Statuta di sembianza umana. Stele del sacerdote Si Gabbor. Stele funebri. Stele di “Baal con folgore”. Treppiedi ornato di melograni. Vitello d’oro. Idolo della fertilità.

► Antichità egiziane

Piano terra

La Grande sfinge. Hâpy. Tilapia nilotica. Mastaba. La dea Mat. Re Apris. Sistri. Il dio Osiride. Zodiaco di Dendera. Inno a Osiride. Papiro funebre di Serimen. Il Libro dei Morti. Mummia. I Sarcofagi. I quattro vasi «canopi». Incensiere. Testa di ariete mummificata. Il toro Api. Iside che allatta Horus.

Prima piano

Statuetta di cane. Falsa porta di Mery. Lo «scriba accovacciato». Il convento di Santa Caterina. Manoscritti del Mar Morto. Il re Akhenaton. Hormin ricompensato da Seti I. Un fanciullo di corte raccoglie grappoli d’uva. Taharqa. Triade di Osorkon II. La regina Cleopatra VII. Coppe con scheletri. Lampada a volute. Testa Gianiforme. Specchio con manico.

► Antichità romane

Sala Cariatidi

Testa d’atleta. Ildio Pan. Dioniso. Eros. Afrodite accovacciata. Venere di Milo. Artemide. Artemide di Efeso. Cibele seduta su un trono. Ermes con il sandalo. Zeus. Il supplizio di Marsyas. Il battesimo di Cristo. La Pasqua. La Cena. Alessandro il Grande. Seleuco 1° Nicatore. Tolomeo 1° Sotere. Melpomene

Sala 22 à 30

Rilievo detto di Domizio Enobarbo. L’imperatore Augusto. L’imperatoreTiberio. Testa di san Giovanni Battista. Claudio. Nerone. Tito. Sacrificio di un porco. Iscrizione greca del tempio d’ Erode. Rilievo mitriaco. L’imperatore Costant 1. Tavoletta di scolaro.

Bibliografia

Per saperne di più ? Potete accedere alle note nella versione francese o inglese del sito : http://www.louvrebible.org/

L’autore dichiara di non agire per conto di nessuna organizzazione culturale o religiosa

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Lo sapevate?

Sapevate che ….

● Il Capodanno si festeggiava in una data diversa al tempo dei Babilonesi, degli Egizi e dei Romani?

● L’aureola intorno alla testa delle icone è una traccia del culto del sole?

● Il Codice di Hammurabi probabilmente non è il precursore delle leggi bibliche?

● Il simbolismo della Vergine con Bambino si ritrova nelle religioni non cristiane?

● L’astrologia e lo zodiaco hanno avuto origine a Babilonia?

● Spesso l’archeologia conferma la Bibbia?

● Il drago era l’animale simbolo di Marduk, la più importante divinità di Babilonia?

● La croce e le sue varianti, tra cui la svastica, esistevano già prima di Gesù Cristo?

● Il nome proprio di Dio, scritto nell’antica lingua ebraica, compare su una stele del Louvre?

● La Bibbia indicava già che la terra è sferica e sospesa nel nulla?

● La medicina biblica era di gran lunga superiore a quella degli Egizi?

● Il credo nell’immortalità dell’anima e le sue varianti derivano da un’analoga concezione babilonese?

● La trasmissione del testo biblico è altamente affidabile?

● Il simbolo della trinità si ritrova tra i Babilonesi e gli Egizi?

● Il dio Pan è in parte all’origine della rappresentazione artistica del diavolo?

● La croce tradizionale potrebbe anche essere un semplice palo?

● I tre Cesari sono citati per nome nella Bibbia?

● Le feste di Pasqua e Carnevale hanno un’origine anteriore al cristianesimo?

●La festa del Natale è legata al culto di Mitra?

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Visita veloce - 1

2 ore

1 2 3

Torre di Babele Adoratore di Larsa Hammurabi

4 5 6

Istar Fegati divinatori Sargon II

7 8 9

Croce e svastica Sit Shamshi Palazzo di Dario

9

10 11 12

Stele di Mesa. Baal con folgore Scriba accovacciato

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Triade di Osorkon II Coppe con scheletri Il dio Pan

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Supplizio di Marsyas Tito Imperatore Costant

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Antichità orientali. Richelieu

Questo dipartimentopresenta le civilità dell’Antica Asia Minore, che risalgono a 7000 anni a.C. Esse si sono susseguite in Mesopotamia, in Iran e nei Paesi del Levante- terriorio immenso che si estende dal mare Mediterraneo all’India.

La torre di Babele RF 2427 Richelieu 2 stanza 13

"E l'inizio del suo regno fu Babel. " (Genesi 10:10). Sono queste parole che la Bibbia menziona per la prima volta, a Babilonia, il regno della parola. Mosè deriva da"Babel", dal Balal radice verbale di “scramble”, “confondere” e, quindi, dà significato al termine “confusione”. Questi due significati uniscono la religione di Babilonia. Il primo riferimento testuale del rinvio dei primi Babilonesi risale al periodo dinastico di Sumer, circa 2500 dC, il governatore di un luogo chiamato Bar-bar, nei vecchi accadico, descrive se stesso come il costruttore del tempio del dio Marduk.

"Nimrod fu il primo a diventare un uomo potente sulla terra. "(Genesi 10:08, 9). Questa frase breve di Nimrod è molto significativo perché è diventato un 'potente cacciatore in opposizione' con Dio (vst 9), si ribella contro la sua sovranità. Alcuni pensano che Marduk, il dio principale di Babilonia, era forse Nimrod deificato.

La Torre di Babele RF 2427 Chiamata "cuneiforme" AO 29562

Babilonia, città meravigliosa e maledetta è un cumulo di rovine. E sarebbe facile dimenticare l'eredità che ha beneficiato successive civiltà. Molti fenomeni religiosi e culturali sono emersi in Oriente antico e alcune religioni sono una scadenza originaria. Il cristianesimo radicato di ogni altra religione in questa affascinante tradizione mesopotamica. (Beatrice André-Salvini). "La chiesa ha cominciato in Caldea. " (Il Cardinale Newman J.H).

Queste caratteristiche comuni delle mitologie del mondo, sia delle credenze fondamentali nella immortalità dell'anima, il culto del sole o delle dee madri, la progettazione di un Dio trino, i fatti di o la creazione di un diluvio che distrusse i malvagi, può trovare una spiegazione biblica nella diffusione di esseri umani da Babilonia, ogni gruppo culturale ha distorto o impreziosito il suo originale patrimonio.

"Tutta la terra aveva una sola lingua e di poche parole. (Genesi 11:1). Chiamata "cuneiforme", una scrittura i cui personaggi hanno forma di cunei o chiodi. Anche se la Bibbia non fa riferimento ad una scrittura antidiluviana, dopo la confusione della lingua originale, sistemi di scrittura differenti

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sono emersi. Nella cosiddetta “Tavola delle Nazioni” (Genesi 10) sono chiamati i discendenti del figlio di Noè, e sono sistematicamente classificati in gruppi, 'secondo i loro linguaggi'. (Genesi 10:05). Lungi dall'essere un’invenzione umana, sembra che il linguaggio confuso degli uomini di Dio abbia prodotto lingue completamente nuove, che differiscono non solo nella grammatica e nelle radici, ma anche negli schemi mentali di espressione del pensiero. La ricerca linguistica conferma il racconto biblico.

Le più antiche tracce della lingua scritta risalgono al massimo a 5000 anni fa. E la storia comincia a Sumer. Per quanto riguarda la posizione da cui si diffondono le antiche lingue, Sir H. Rawlinson ha osservato che “avremmo dovuto scegliere la pianura di Sennaar, come il centro da cui i diversi percorsi linguistici si irradiarono” - Genesi 11:02

Si crede che la Bibbia ebraica è la 'lingua uno' in uso prima degli eventi di Babele a causa della sua notevole stabilità durante il millennio in cui le Scritture ebraiche sono state scritte. Mentre ci sono testi incisi nella pietra o su scaffali, prismi e cilindri di argilla, a volte molto più vecchi del più antico manoscritto esistente della Bibbia. Ma la Bibbia è unica perché presenta un messaggio profondo e 'potente' (Eb 4,12). Lei almeno merita una lettura attenta, senza idee preconcette.

► Sala 3

Adoratore di Larsa AO 15704 Richelieu Sala 3 vetrina 1

Questa statuetta in bronzo rappresenta un personaggio inginocchiato in atteggiamento di preghiera. Il viso e le mani sono rivestite con lamine d’oro. Sulla base, da un lato una figura animale, dall’altro un’iscrizione cuneiforme. Davanti, una vaschetta che doveva servire come ricettacolo per libagione.

L’adoratore è senza dubbio il re Hammurabi. Egli è presentato in ginocchio per terra di fronte alla divinità, e una mano davanti la bocca. Giobbe fa apparentemente allusione a questa pratica.

Egli parla del pericolo di lasciare un oggetto di culto, quali il sole o la luna, che possono sedurre il cuore e spingere un individuo a compiere un atto di adorazione.

“Se la mia mano baciasse la mia bocca, avrei rinnegato il dio di sopra” (Giobbe 31:27,28) Sia Osea 13:2 che 1 RE 19:18 testimoniano di persone che danno dei baci a degli idoli. Così Dio dichiara a Elia che risparmierà sette mila uomini, “tutte le ginocchia che non si sono piegate davanti a Baal, e ogni bocca che non l’ha baciato”.

Presso gli Ebrei, non c’era una particolare posizione per pregare. Tutte le posizioni adottate erano molto rispettose. In piedi o in ginocchio; a volte protendevano i palmi verso i cieli o alzavano in alto le mani. (1 RE 8.22).

Bisogna notare che “alzare la mano destra” davanti a una divinità era un modo di pregare nel mondo assiro-babilonese, questa usanza biblica è associata al giuramento. Dio parla di lui stesso come facendo simbolicamente questo gesto. – Isaia 62:8.

Salomone s’inginocchiò quando pregò per la nazione durante l’inaugurazione del tempio (1 RE 8:54). Anche Gesù Cristo “piegò le ginocchia e si mise in preghiera”. (Luca 22:41). Le Scritture Greche Cristiane non incoraggiano da nessuna parte certe espressioni del viso o di altre posizioni del corpo per indicare un’ostentata forma di devozione. Esse non prescrivono nessuna posizione,

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come unire i palmi delle mani; lo si può fare in silenzio. Gesù condannò l’ostentazione di quelli che pronunciavano lunghe preghiere. - Luca 20:47.

Adoratore di Larsa Pesi con luna crescente

Bisogna infine notare che presso i babilonesi, nel prolungamento dell’atto di adorazione, i fedeli posizionavano, spesso, sui banchi delle statuette di se stessi, sorridenti. È proprio per questo che il salmista indirizza questa esortazione ai suoi fratelli israeliti “oh! venite, adoriamo e inchiniamoci dinanzi a YHWH, il nostro fattore”. - Salmo 95:6

Vedere anche:

L’adoratore d’oro Sb 2758. Richelieu Sala 10 vetrina 8

Questa statua di Susa, raffigura una persona nell’atto di pregare, la mano destra alzata, una capra sotto il braccio sinistro. Il tenone sotto la base permetteva di farlo stare In piedi, essendo conficcato in un supporto. A Susa in Mesopotamia, l’atto di adorazione per eccellenza consiste nel portare delle offerte alle divintà, e poi per conservare in eterno il ricordo di questa azione depositando una statuetta che rappresentava se stesso.

Codice di Hammurabi Sb 8 Richelieu sala 3

Questa stele scritta su basalto nero è stata eretta dal re Hammurabi di Babilonia negli ultimi anni della sua vita nel secolo XVIII° av. C. Raccolta di sentenze che riguardano dei casi esemplari di giurisprudenza, si tratta soprattutto di un testamento politico, di un monumento alla gloria del sovrano, che mostra qui il suo modello di saggezza ed equità. Redatto in accadico e presentato secondo una ripartizione di casi, il testo comporta un prologo e un epilogo che inquadrano un corpo di 282 articoli.

In cima alla stele, la scena scolpita rappresenta il re con una mano alzata davanti alla bocca, gesto tradizionale di devozione, davanti al dio-sole Shamash identificabile dalle fiamme che fuoriescono alle sue spalle. Questo dio della giustizia porge al sovrano l’anello e il bastone, emblemi di misura e giustizia, simboli d’autorità. Un’ “antenato” della Legge mosaica?

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Molti pensano che Mosè, quando redisse le leggi d’Israele un secolo e mezzo più tardi, non fece che copiare dal Codice. Certe prescrizioni, come quella del taglione (‘occhio per occhio’), sono in effetti comparabili ai principi enunciati da Mosè. Ma bisogna stupirsi che la coscienza di un notevole sovrano, come il senso innato del bene e del male (Romani 2:14), l’abbia condotto a formulare un trattato sull’esercizio della giustizia per “impegnare il paese alla verità e all’ordine equo”? Esiste però nella Legge una dimensione spirituale e una prospettiva di culto superiore.

I dieci Comandamenti mettono in evidenza il culto del dio d’Israele, mentre il Codice si riferisce soprattutto a delle questioni profane e si accontenta di glorificare il re e di servire i suoi interessi politici. Essendo ‘santa, giusta e buona’ (Romani 7:12), la Legge ha esercitato una potente influenza sulla vita dei giudei. Essa regolamentava il loro culto e prevedeva dei periodi di riposo settimanale e annuali, sabati e Giubilei, che favorivano la stabilità economica della nazione e proteggevano i diritti dell’individuo.

“Il terzo comandamento: ‘ricordati del giorno di sabato per consacrarlo….(Esodo 20:8-10)’, rappresenta un apporto nuovo e unico nella storia dell’umanità, un’innovazione rivoluzionaria: il riposo settimanale per uomini, donne e animali. Non vi è in queste Dieci Parole un primo abbozzo strutturato dei Diritti dell’Uomo e della Donna? “ Anche là dove i due codici differiscono un po’ in quanto alla lettera, essi differiscono molto in quanto allo spirito. Il furto e la ricettazione di oggetti rubati sono passibili di morte (leggi 6,22), mentre in Israele, il castigo consiste a risarcire la vittima (Esodo 22:1, Levitico 6:1-5). Chiunque ospitava un fuggitivo era condannato a morte (leggi 15,16,19) mentre la legge mosaica vietava di ricondurre presso il suo padrone uno schiavo che era fuggito. – Deuteronomio 23:15-16.

Vi è a volte una grande differenza nel modo di trattare i problemi. Ciascuno degli articoli comincia per una formulazione casistica, al condizionale: “Se un uomo fa questo o quello….”. La Legge dice: “Se accade un incidente mortale, allora tu dovrai dare anima per anima.” (Esodo 21:13). Una analisi letterale di questo testo mostra che la parola tradotta per ‘danno’ in certe versioni significa ‘incidente mortale’, e che riguarda sia la madre che il bimbo che dovrà nascere. Mentre la legislazione francese non riconosceva ancora al feto lo stato di persona, la vita umana è preziosa agli occhi di Dio, anche durante i primi stadi del suo sviluppo. – Salmo 139:16

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Siccome il Codice riguarda solo casi precisi e limitati, esso sembra essere una guida giuridica destinata ad aiutare i giudici a regolare gli affari fornendo dei precedenti o modificandone le decisioni precedenti. Esso non cerca dunque di stabilire dei principi o delle leggi. Differenza essenziale in rapporto ai Comandamenti, qualificati come apodittici, perché essi sono categorici e assoluti; divieti o imperativi molto brevi, completi in essi stessi e che non è necessario spiegare. Notiamo infine l’ultima delle dieci Parole: “Non dovrai desiderare.” Questo comandamento è unico nella storia del diritto. Esso tocca la causa profonda del crimine, ma la sua osservanza dipende soprattutto dalla persona stessa.

Del resto, mentre il Codice riflette volentieri uno spirito di vendetta, la Legge dice: “Tu non dovrai avere nel tuo cuore dell’odio per tuo fratello [….] Tu dovrai amare il tuo prossimo come te stesso:” (Levitico 19:17,18). Questa legge divina condizionerà per sempre il pensiero cristiano. E per il cristiano, “Tutta la Scrittura-(compreso la Legge data a Mosè), è ispirata da Dio, (letteralmente Théopneustos, soffiata da Dio), è utile per insegnare, per riprendere, per rimettere le cose a posto (Letteralmente: rimettere in ordine), per disciplinare nella giustizia.” – 2 Timoteo 3:16.

Vaso della dea Istar AO 17000 Richelieu sala 3 vetrina 5 b (4)

Questo grande vaso cultuale è ornato con l’immagine d’Istar. Ella è rappresentata circondata da uccelli, pesci, un toro e una tartaruga, tutti legati al simbolo della fertilità. Con il capo coperto dalla tiara a corna, simbolo del divino, ella porta un paio di ali, segno della sua dimensione astrale, che la fa identificare con il pianeta Venere. Con le braccia allargate, ella si scopre in tutta la sua nudità. Istar, o Inanna per i Sumeri, è a sua volta la déa della guerra, e l’incarnazione divina dell’amore, signora della sessualità e della fertilità.

‘Ella è venerata come tale in Mesopotamia per lo meno dopo l’apparizione delle prime città nel IV° millennio, e bisogna senza dubbio vedere in essa l’antenata delle dée-madri’. Ella sarà Iside in Egitto, Afrodite in Grecia, Venere a Roma, Astarte in Fenicia, Astoret nella Bibbia (1 RE 11:5,33). Rappresentata sotto la forma di una stella, è una dei componenti la triade che essa forma con Sîn, il dio-luna, e Shamash, il dio-sole.

“ Da Babilonia il culto della Madre con il Figlio si diffuse fin capo al mondo. In Egitto, la Madre e il Bimbo erano adorati sotto i nomi d’Iside e Osiride. In India, sotto il nome d’Isi e Iswara. In Asia, è Cibele e Deius. In Grecia, Cerere la grande Madre con un lattante al seno, o Irene la déa della pace, con il figlio Plutone nelle sue braccia. In Tibet, in Giappone, in Cina, i missionari gesuiti si sono

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sorpresi di trovare la controparte della Madonna, Shing-Moo, rappresentata con un figlio nelle braccia.” (A. Hislop)

Iside Venere di Milo Astarte Vergine il bimbo

Questo prototipo babilonese e la fonte del culto successivo delle dée-madri. Essenziale e onnipresente nella storia dell’uomo, esso costituisce uno dei temi più importanti che è all’origine delle religioni e delle civiltà. Per un esame obiettivo dei fatti, vedere lo studio molto completo di E.O. James, ‘Il culto della déa-madre nella storia delle religioni’, Edizione Le Mail, Paris, 1989.

Fegati divinatori AO 19829 Richelieu sala 3 vetrina 8

Questi modelli fanno parte di un lotto di 32 fegati in argilla ritrovati nel palazzo di Mari. Considerato come la sede principale della vitalità e delle emozioni, il fegato era esaminato per trarne dei presagi. In Babilonia l’astrologia aveva un posto nel culto ufficiale come uno dei mezzi principali utilizzati dai sacerdoti per conoscere la volontà degli dèi, l’altro mezzo consisteva nell’esaminare il fegato di un animale offerto in sacrificio.

Numerosi modelli di fegato sono stati scoperti, i più antichi a Babilonia. Essi portavano dei presagi e dei testi cuneiformi utilizzati dai ‘sacerdoti-maghi’ della corte babilonese al tempo di Daniele(Daniele 1:20;2:2). Rappresentazione del cielo in miniatura, un fegato divinatorio era così diviso in zone rappresentanti il “giorno” e la “notte”, e il suo bordo in 16 sezioni che raggiungevano le divinità del cielo. I sacerdoti assiri erano chiamati barou, che significa ‘ispettore’ o ‘colui che vede’.

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È solamente dopo aver ricorso alla divinazione che Nabucodonosor decise di attaccare Gerusalemme. “Egli ha scosso le frecce. Egli ha esaminato il fegato. Nella sua destra si è trovata la divinazione per Gerusalemme.” (Ezechiele 21:21,22). Questa pratica caldea ha certamente influenzato la scienza dei presagi etruschi. Certi modelli di fegato originari della Mesopotamia somigliano a una specie di fegato in bronzo scoperto in Italia. Esso è diviso in sezioni ciascuno descritto, in etrusco, sotto il nome di un dio-patrono. L’usanza di predire per mezzo dell’interpretazione del fegato di pecore o del volo degli uccelli è puramente caldeo.

La parola greca utilizzata per spiritismo, pharmakia, significava in origine il ricorso alle droghe e formule magiche che accompagnavano l’invocazione di forze occulte. Tutte le forme di spiritismo sono condannate (Deuteronomio 18:9-12) e da nessuna parte la Bibbia ne parla in termini favorevoli. La parola greca utilizzata per spiritismo, pharmakia, significava in origine il ricorso alle droghe e formule magiche che accompagnavano l’invocazione di forze occulte. Non si tratta dunque di una ‘pratica spirituale’ ma piuttosto di una ‘opera della carne’ la cui pratica è in contraddizione con il culto cristiano. (Galati 5:19-21).

L’ultimo libro della Bibbia ricorda che Babilonia la Grande ha sviato tutte le nazioni per mezzo delle sue ‘pratiche spiritiche’ . – Rivelazione 18:23;21:8, nota. Vedere anche :

Formula magica e trattamento AO 7682 Sala 3 vetrina 15 (19)

Le due tradizioni si mescolano in questa tavoletta, un rimedio contro i morsi di scorpioni contenente una formula magica in sumero, seguita da un trattamento in accadico. George Roux, medico ed erudito francese, fa questa osservazione a proposito dei medici mesopotamici : “Le loro diagnosi e i pronostici sono una sottile mescolanza di superstizione e di una buona osservazione clinica.[…]. Essi hanno fondato la loro arte su dei concetti metafisici, chiudendo così la porta alla ricerca di spiegazioni razionali.”

“La credenza voleva che il dio al quale era offerto un animale s’identificasse in lui: di conseguenza, la lettura dei segni osservati su questi organi permetteva di accedere nello spirito delle divinità suscettibili di dare una risposta a una domanda su degli avvenimenti futuri. Nel mondo mesopotamico e medio-orientale, questa risposta è ottenuta per mezzo dell’esame del fegato di pecora.” (Jacqueline Gachet, Il paese di Ugarit attorno al 1200 av. C)

► Sala 4, Khorsabad

Sargon II e un dignitario AO 19873 Richelieu sala 4

La scoperta delle rovine del palazzo di Korsabad ha fatto uscire questo re citato in Isaia 20:1 dalle tenebre della storia secolare per innalzarlo alla notorietà storica. “L’anno in cui il generale in capo Inviato da Sargon, re di Assur, Venne ad Asdod per attaccarla e imposessarsene” Per lungo tempo considerato come immaginario da eminenti biblisti, Sargon II è oggi uno dei re d’Assiria meglio conosciuti. Egli è qui presentato che tiene il bastone di un alto dignitario posto alla sua destra, senza dubbio il principe ereditario Sennacherib.

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Sargon II Geni benedicenti.

Gli Assiri fanno menzione delle loro relazioni con gli Israeliti nei loro differenti testi. Ma l’oggetto principale delle iscrizioni sui monumenti non è quella di fornire il seguito della storia del regno ; Esse seguono raramente un ordine cronologico. La vanità del re l’ha spesso obbligato a prendersi delle libertà con l’accuratezza storica.

Gli annali reaòi giostravano anche con i fatti e le cifre a suo piacimento. Questo è il caso dei documenti sargonici. Come si vede,la ‘disinformazione’ non è una nuova tecnica. Anche la storia sincronica assiria, celebre tavoletta contenente un racconto conciso delle relazioni fra Assiria e Babilonia, non è considerata assolutamente accurata. “Noi possiamo considerare questo documento non come una storia nel vero senso del termine, ma semplicemente come un’iscrizione innalzata alla gloria di Assur.”

Al contrario l’onestà dei cronisti della Bibbia e la loro sincera preoccupazione di riportare la verità accresce la nostra fiducia nella ‘parola di Dio’ (1 Tessalonicesi 2:13). Le più sicure indicazioni sul sincronismo fra Assiria e Israele-Giuda restano quelle del racconto biblico.

Coppa con decorazione geometrica e animalista Sb 3153 Richelieu sala 7 vetrina 2 (14). Suse

La croce e le sue varianti appaiono molto presto in numerose culture. Notate qui la presenza della svastica, o croce dalle braccia a gomito. Il significato di questo simbolo è religioso piuttosto che politico. Per l’archeologo Childe, ‘la croce gammata e le croci classiche che appaiono su numerosi sigilli e placche sono dei segni magici e religiosi in Babilonia e in Elam in epoca molto remota’. La svastica destrogira rappresentava in origine la corsa del sole prima di diventare, secondo il suo significato sanscrito, un simbolo ‘di buon augurio’.

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Coupa 4200-3800 a J.C Oenochoé Pendenti

Notate qui la presenza della svastica, o croce dalle braccia a gomito :

Fibule (retto) Br 1882 Sully 1° sala 32 vetrina M 2 Coppa a piede e coperchio CA 1822Sully 1° sala 40 ve18 Pendenti o ciondoli Bj 2404 Prima metà del VII° secolo a. C. Oenochoé AM 778 Sully sala 40 vetrina 8 700 a-C Crete

La croce (cerchiata) simbolizzava il dio-sole a Babilonia. Si ritrova anche lo stesso emblema senza cerchio che la circonda e con quattro bracci uguali, recisi ad angolo retto. La si venerava come la ‘ruota solare’. Il dio Tammuz era rappresentato avendo sulla testa una fascia coperta di croci.

L’utilizzo della croce in quanto simbolo religioso dai tempi anteriori al cristianesimo può essere considerato quasi universale. La si trova praticamente dappertutto, in Cina, in Africa, in America. Questo simbolo lo si ritrova in Scandinavia su delle incisioni rupestri dell’era del bronzo. L’utilizzo della croce in quanto simbolo religioso dai tempi anteriori al cristianesimo può essere considerato quasi universale.

L’influenza religiosa dell’antica Babilonia si è dunque estesa a numerosi popoli e nazioni, molto più lontano e con più forza e più persistenza della sua potenza politica. Simbolo cristiano della crocefissione, essa era adorata in Messico molto tempo prima che i cattolici romani vi fossero penetrati.

“Essa era impiegata come simbolo del dio Tammuz (essendo a forma di Tau mistica, iniziale del suo nome). Verso la metà del III° secolo,[…] le Chiese accolgono fra loro i pagani, permettendo loro di conservare i loro segni e simboli. Da lì la Tau o T, nella sua forma più impiegata, con la barra trasversale abbassata, che fu adottata per rappresentare la croce di Cristo.” (Vine’s Dictionary); “I popoli semitici associavano la croce con Astarte, e presso i Greci, questa era un attributo di Afrodite e di Artemide di Efeso […] I simboli fallici della Grecia, di Roma e del Giappone rivestono a volte la forma di una Tau rovesciata:” (Funk & Wagnalis)

Nell’antico Israele, i Giudei infedeli hanno pianto la morte del dio Tammuz, condotta qualificata come ‘cosa detestabile’. (Ezechiele 8:13,14). La croce era il simbolo di questo dio, che lo si è identificato anche a Nimrod, il fondatore di Babele.

La forma della ‘croce’ a due travi ad angolo retto a forma di Tau mistica, ha la sua origine nell’antica Caldea. L’influenza religiosa dell’antica Babilonia si è dunque estesa a numerosi popoli e nazioni, molto più lontano e con più forza e persistenza della sua potenza politica.

Nel corso dei secoli sono apparse circa 400 tipi di croci.

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Alcune sono presentate qui. La croce ansata era il simbolo della vita presso gli Egiziani. La croce ankh evocava l’eternità. Le croci greche hanno dei bracci di uguale lunghezza tagliati a metà della loro lunghezza. La croce patriarcale ha due barre (vedere Saint Bruno inv 8036), la croce papale ne ha tre. Il crisma (XP) è identificato con il monogramma di Cristo. La forma della ‘croce’, a due travi ad angolo retto a forma di Tau mistica, ha la sua origine nell’antica Caldea.

La rappresentazione della morte redentrice di Cristo non appare nell’arte simbolica dei primi secoli. Influenzati dal divieto contenuto nell’ Antico Testamento, i primi cristiani si rifiutavano di rappresentare lo strumento della Passione del Signore.

La maggior parte degli eruditi sono d’accordo nel dire che la croce non serviva da referenza grafica prima dell’epoca di Costantino. Così nulla ci permette d’affermare che i termini originali designano la croce tradizionale, tanto più che questo simbolo religioso era utilizzato dai non cristiani molto prima di Cristo.

► Sala 10

Cerimonia detta “il Sit Shamshi” Sb 2743 Sully sala 10 vetrina 13

Questo vassoio di bronzo rappresenta un altro luogo comparabile a quelli che utilizzavano i Cananei. Il termine Sit Shamshi, ‘sol levante’,evoca un culto reso al dio-sole Shamash. A lato dei sacerdoti accovacciati sono erette delle stele, delle bacinelle e un boschetto sacro. Degli elementi del culto semitico circondano qui le ziqqurat mesopotamiche. Due personaggi sono accovacciati uno di fronte all’altro. Uno tende le sue mani aperte verso il suo compagno che versa l’acqua delle abluzioni. Dietro il personaggio in fondo, notate la grande giara per la riserva dell’acqua e gli alberi sfoltiti che fanno pensare ad asherìm, palo sacro.

Durante il periodo dei giudici, gli israeliti apostati “si misero a servire i Baal e i pali sacri [gli Asherìm]” (Giudici 3:7, nota). Ashérah era la dea cananea della fertilità(2 Re 13:6, nota). Israele e Giuda non tennero conto del divieto divino formale d’innalzare delle colonne sacre (Deuteronomio 16:21). Essi ne eressero sopra “ogni collina elevata e sotto ogni albero lussureggiante” secondo un’espressione frequente. Questi oggetti di culto erano associati a delle orge sessuali di una grande immoralità, cosa indicata dalla menzione di ‘prostituti sacri’. – 1 Re 14:23

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Capitello di una colonna AOD 1 Sully sala 12 a

Questo capitello proviene da una delle colonne della sala delle udienze (Apadana) Del Palazzo di Dario 1°. La colonna terminava a 20 metri di altezza.

Notate qui il fusto scanalato, le decorazioni floreali, l’estremità superiore o ‘blocco d’imposta’ e i busti di tori sui quali poggiava il soffitto in legno di cedro. ‘Susa, capitale dell’ Elam antica e centro amministrativo dell’impero persiano era situata tra Babilonia e Persepoli. Essa fu il teatro di una delle visioni del profeta Daniele, quella del montone con due corna che “rappresenta i re di Media e Persia “. – Daniela 8:2-3,20.

È là che ebbero luogo gli avvenimenti riportati nel libro di Ester. Certuni hanno sollevato dei dubbi sull’autenticità del racconto, facendo notare che ‘la decorazione del quadro è corretto e di un notevole colore locale’. Hanno detto che “nell’Antico Testamento, nessun avvenimento ha un quadro che si possa, a partire dagli scavi, restaurare in modo così vivace e esatto come ‘il Palazzo di Susa’”. Le scoperte fatte dagli archeologi francesi hanno confermato l’esattezza dei dettagli del redattore riguardante l’amministrazione del regno persiano e la costruzione del palazzo. La Bibbia attesta la grandezza dell’impero; essa chiama Serse 1°, il successore di Dario,’questo Assuero che regnava dall’India fino all’Etiopia, su centoventisette distretti’ amministrativi. – Ester 1:1

‘Susa il castello’ è ugualmente il luogo dove Neemia assolse il suo servizio di coppiere sotto il regno di Artaserse Longimano. Nel 455 av. n.è. questo re lo autorizzò a ricostruire le mura di Gerusalemme. Dei biblisti hanno ipotizzato che ‘questa emanazione della parola’ ha dato inizio al conto alla rovescia delle settanta settimane profetiche che sarebbero arrivate fino alla comparsa del Messia. – Neemia 2:3-8, Daniele 9:25

► Ritornate sui vostri passi fino alla sala 10 poi entrate nella sala D sulla sinistra.

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Stele di Mesa AO 5066 Sully Levante sala D 800 a.-C

Questa stele della vittoria del re Mesa su Israele ci consegna una delle più importanti testimonianze dirette sul mondo della Bibbia. La menzione scritta d’Israele è la più antica circostanza conosciuta. Sono ugualmente menzionati numerosi luoghi biblici confermando così la loro autenticità. Citiamo Atarot e Nebo (Numeri 32:34), Dibon (Giosué 13:9), Bet-Diblataim (Geremia 48:22,24). I Moabiti, discendenti di Lot, nipote di Abraamo, erano imparentati con gli Israeliti, cosa che spiega qui la somiglianza della lingua di due popoli.

Nel 1868 un missionario alsaziano, F. Klein scopre un’antica iscrizione a Dinan, antica Dibon, capitale del regno di Moab. Uno stampaggio dei caratteri viene realizzato grazie alla sagacia di Clermont-Ganneau, prima che la pietra venga spezzata dai Beduini. Con le sue trentaquattro righe, è “la scoperta più importante che sia mai stata fatta nel campo dell’ epigrafia orientale”, secondo Ernest Renan.

Il testo non segue un ordine logico. Glorificazione del re e delle azioni del suo regno, egli presenta la versione del re di Mesa a proposito della sua rivolta contro Israele (2 Re 1:1; 3:4-5). Si legge fra l’altro : “ Io sono Mesa, re di Moab, il Dibonita: Io ho costruito questo alto luogo per Chemos, […] perché mi ha fatto trionfare su tutti i miei avversari. Omri era re d’Israele ed egli oppresse Moab durante numerosi giorni[…], Di là io presi i vasi(?) di Yahvé e li portai davanti a Chemos”.

Il nome divino appare qui in caratteri arcaici, sotto forma di quattro lettere o Tetragramma, all’estrema destra del 18° rigo. Questo nome personale di Dio, , י ה ו ה , trascritto con le lettere YHWH o JHVH, si incontra per la prima volta in Genesi 2:4. Questo verbo all’imperfetto della forma causativa significa “Egli fa divenire”. Questo nome sacro appariva circa 7.000 volte nel testo ebraico. Esso designa il Dio che, per una azione in corso, diventa Colui che realizza delle promesse, Colui che adempie sempre i suoi propositi. “Supponiamo[…] che essi dicano: ‘Qual’è il suo nome?’ Cosa dirò loro ? Allora Dio disse a Mosé : “ Io sarò quel che sarò.” - Esodo 3:14

Qui, ‘Ehyèh è all’imperfetto ebraico, prima persona singolare, e significa dunque “ Io diverrò”; o “Io sarò”. Non è qui messo in questione se Dio stesso esiste, ma di ciò che Egli si propone di divenire per gli altri. Non si tratta dunque “ di un nome misterioso, che suggerisce solamente la sua esistenza o la sua presenza”, come scrive Jean Bottero.

La maggior parte delle versioni sostituiscono con dei titoli come “Signore” o “Eterno” al Tetragramma. Una ragione spesso avanzata proviene da una antica tradizione giudaica; e dallo scrupolo, cioè dal timore superstizioso di pronunciare il “Nome ineffabile” sotto la sua vera forma

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per paura di violare il terzo comandamento (Esodo 20:7). Oltre al fatto che si tratta di una errata comprensione della Legge, il rischio è d’impoverire la lettura della Bibbia non vedendo dietro una parola fittizia il nome proprio di Dio. La pronuncia originale del nome di Dio è ugualmente sconosciuta; come quella di ‘Gesù’ dato che l’antico ebraico si scriveva senza vocali. I Masoreti inventarono un sistema di punti-vocalici alfine d’indicare la pronuncia corretta delle parole .

Nella copia completa delle Scritture ebraiche , la più vecchia del mondo, il Codice di Leningrado, datato 1008, il Tetragramma è vocalizzato in Yehwah, Yèhwih e Yehowah. Degli esegeti hanno proposto, senza certezza, l’ortografia ‘Yahweh’ (Liénart) o ‘Yahvé’ (Jérusalem 2000, Osty). Molti ebraizzanti stimano che questa pronuncia sia la più verosimile. ‘Geova’ è la traduzione italiana la più conosciuta è la più diffusa. Di quale importanza è l’impiego del nome personale di Dio per il credente ? La preghiera che Gesù Cristo ha dato come modello comincia in questo modo : “ Padre Nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.” – Matteo 6:9

Stele di “Baal con folgore” AO 15775 Sully Levante sala B

Questo rilievo è uno delle più notevoli illustrazioni di Baal-Hadad, ‘Cavalcatore delle nubi’ e ‘Signore della terra’. Il dio del temporale brandisce con la destra la massa che spezza le nuvole; il lampo accompagna i rovesci temporaleschi che fertilizzano la campagna.

La divinità suprema di questo panteon di più di 200 dèi e dèe era El, rappresentato sotto la forma d’un vecchio saggio con la barba bianca, e volontariamente separato dagli esseri umani al contrario di Baal. Per i Cananei, solo Baal poteva proteggerli dalla siccità e dalla morte, incarnato dal dio Môt. Sembra che la religione ugaritica presentava numerose similitudini con quella dei vicini Cananei.

I testi di Ras Shamra confermano gli effetti degradanti del culto di queste divinità, dando enfasi alla guerra, alla prostituzione sacra e al sesso, con la conseguente depravazione che ci si può immaginare. Da qui, le leggi date all’antico Israele, che condannava apertamente la magia e l’astrologia, la bestialità (Levitico 18:23) o la flagellazione rituale (1 Re 18:26; Levitico 19:28), essendo come una difesa contro la bassezza del culto di Baal.

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Stele di “Baal con folgore” Baal che brandisce una folgore

A numerose riprese il testo biblico menziona “i Baal e le immagini di Astoret”, che gli Israeliti servirono dopo aver abbandonato YHWH (1 Samuele 12:10). Questa denominazione generale si applica alle divinità del panteon cananeo, la cui iconografia e onomastica sono attualmente meglio conosciute. Il testo di Giudici 10:6 conferma l’esattezza dei dati geografici : “essi si misero a servire […] gli dèi della Siria, di Sidone [Fenicia], di Moab, dei figli di Ammon [Giordania] e dei Filistei”. L’espressione habBealim (i Baal) è riferito alle diverse divinità locali considerate come dei ‘proprietari’ o dei ‘signori’. Gli Ebrei appresero il culto di Baal dagli agricoltori cananei. (Giudici 2:11). All’inizio della stagione delle piogge, il ritorno alla vita di Baal per ritrovare il trono e per unirsi alla sua paredra (dèa di sesso femminile) era celebrato con dei riti immorali della fertilità, caratterizzati da orge sessuali senza limiti.

La parola appare una sola volta nelle Scritture greche dove essa è preceduta dall’articolo femminile (Romani 11:4). Commentando questo impiego, John Newton dice che “nel licenzioso culto di questo dio androgino, gli uomini indossavano dei vestiti femminili, mentre le donne erano abbigliate da uomini che brandivano delle armi”.

La Bibbia stabilisce a più riprese un rapporto tra i corpi celesti e il culto di Baal. – 2 Re 17:16.

Questa lotta spirituale avente per posta il cuore degli Israeliti durò dei secoli, dopo l’arrivo nelle pianure di Moab fino alla deportazione a Babilonia. Da un lato il timore superstizioso e i riti sessuali, dall’altro lato la fede e la fedeltà verso il vero Dio. Un conflitto che serve d’esempio e d’avvertimento per il cristiano. (1 Corinti 10:11). Si son potute notare delle similitudini entro i testi di Ras Shamra e la Bibbia. Ma questo accostamento è puramente letterario e non spirituale. A Ugarit, si era lontani dalla morale, e dall’ etica, raggiunti nella Bibbia.

La visita del dipartimento delle antichità orientali termina qui.

►Uscite dalla sala A e scendete le scale. Si puo’ raggiungere il dipartimento delle antichità egiziane attraversando le sale del Louvre medievale o andare in direzione delle antichità romane attraverso la sala 17 sulla sinistra.

► Salite le scale / Antichità egiziane / Prima piano

Il Louvre con la Bibbia in mano: Antichità egizie

Creato da Jean-François Champollion, questo dipartemento illustra l’arte dell’Antico Egitto in un doppio circuito: un percorso cronologico, dalle origini a Cleopatra, e un percorso tematico che sottolinea alcuniaspetti dela civiltà egizia.

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La Grande sfinge A 23 Sully sala 1

Questa grande sfinge, creatura mostruosa dal corpo di leone e testa di re, è stata trovata a Tanis, la greca Soan, citata nel Libro dei Numeri 13:32. Sulla spalla destra compare il nome del faraone Sheshonq 1 (Shishaq). Questo re d’Egitto viene citato in sette passaggi della Bibbia. E’ presso di lui che Jeroboam si rifugia per fuggire alla collera di re Salomone. (1 Re 11:44). Un rilievo sul muro di un tempio egiziano a Karnak elenca le numerose città giudee conquistate da Shishaq. Solo la Bibbia menzionava questa invasione (1 Re 14:25-28). Il documento fa anche riferimento al «campo di Abramo». E’ il più antico riferimento al patriarca contenuto nei testi egiziani

E’ difficile pensare che gli Egiziani fossero favorevoli alla Bibbia o che avessero inventato un popolo così singolare unicamente per loro glorificazione personale. La Bibbia cita oltre 700 volte l’Egitto e il suo popolo. Viene generalmente indicato con il nome Misraim (Genesi 50:11), in quanto pare che i discendenti di questo figlio di Cam prevalessero in questa regione, chiamata in alcuni salmi la “terra di Cam”. Quanto all’appellativo Faraone, è stata la Bibbia la prima a farcelo conoscere. (2 Re 23:29; Geremia 40:30).

Hâpy E 4874 Sully sala 3 vetrina 4

Rappresentato con un seno voluminoso e un addome gonfio, questo genio della piena del Nilo e con un copricapo ornato con 3 papiri mentre emerge dall’acqua. Il Giorno dell’Anno, che ogni egiziano osservava, era quello dei templi e delle campagne quando Hâpy, l’inondazione, cominciava a spargersi sulle terre. Esso coincideva con i momenti più caldi dell’anno. Sovrani e sacerdoti trasportavano la statua del culto sulla terrazza del tempio al fine di celebrare il rinnovo del ciclo annuale. Parenti e amici si scambiavano dei doni, in particolare dei piccoli vasi d’acqua santa del Nilo. Questa celebrazione dell’Anno Nuovo si ritrova in Babilonia (Cilindro di Gudea) e poi a Roma (Testa Gianiforme). (► Vedere: www.louvrebibbia.it/feste dell’Anno

La dea Mat con la croce ansata E 185 Sala 7 vetrina 9

I monumenti e le tombe sono spesso decorati con la croce ansata. I sacerdoti egiziani reggevano la croce a forma di «Crux Ansata» che rappresentava la loro qualifica di sacerdoti del dio Sole. Quello che si ritiene sia il simbolo della vita, assomiglia alla lettera «T» sormontata da un’ansa ovale ed evoca l’unione degli organi di riproduzione maschile e femminile. Molto prima dell’avvento del cristianesimo, la croce egizia veniva considerata come sacra.

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Hâpy Piede di mobile in nome del re Apris La dea Mat

La croce ansata è uno dei rari simboli del Cristianesimo copto ispirati dall’arte faraonica. L’esame delle pietre tombali cristiano-copte dal V al IX secolo induce a pensare che gli Egiziani abbiano trasmesso la croce ai cristiani. La croce e le sue varianti appaiono molto presto in numerose culture. Nel corso dei secoli sono apparse circa 400 tipi di croci. La croce ansata era il simbolo della vita presso gli Egiziani. La croce ankh evocava l’eternità.

Piede di mobile incrostazioni d’oro in nome del re Apris E 17107 bis Sala 7 vetrina 12

Il Faraone Hopra veniva chiamato Apris da Erodoto. Dopo la fuga degli Ebrei in Egitto nel 607 A.C., il profeta Geremia li avvertì dell’arrivo imminente di una sventura “Ecco, do Faraone Hofra, re d’Egitto, in mano ai suoi nemici” (Geremia 44:30).

► Sala 12 b

Zodiaco di Dendera D 38 sala 12 bis

Nella mitologia egiziana Nut è la dea che personifica la volta celeste. Viene tradizionalmente rappresentata con le sembianze di una donna dal corpo allungato e proteso verso la terra. Talvolta, assume le sembianze di una mucca gigantesca. Il suo ventre è ricoperto di stelle. Notate qui le donne che sostengono la volta celeste Questa concezione immaginaria contrasta nettamente con la semplice ma esatta dichiarazione espressa nella Bibbia. “Egli distende il nord sullo spazio vuoto, Sospende la terra sul nulla” - Giobbe 26:7, 1500 aC.

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I quattro vasi «canopi» E 18876 Sully sala 15 vetrina 1

Originariamente, questi vasi contenevano le viscere dei defunti avvolte in lenzuola e preservate con resine. La mummificazione (dal termine mumiyah, pece) e l’imbalsamazione sono stati importanti vettori del sapere medico, anche se le nozioni anatomiche e fisiologiche restavano limitate.

Secondo il papiro Ebers, una raccolta del sapere curativo egiziano, contemporaneo ai primi libri della Bibbia (1550 A.C), le conoscenze mediche erano meramente empiriche e fortemente impregnate di magia e superstizione.

Non si trova alcuna traccia di queste pratiche terapeutiche inefficaci e perfino pericolose negli scritti di Mosé, nonostante questi fosse «istruito in tutta la sapienza degli egiziani» (Atti 7:22). E le misure di igiene imposte agli Israeliti dopo l’Esodo contrastavano sorprendentemente con molte delle pratiche descritte nei testi egiziani

► Salite le scale

Lo «scriba accovacciato» E 3023 sala 22

Questa celebre scultura policroma è il simbolo di una società in cui la scrittura e la lettura sono considerate le fondamenta della saggezza e dell’arte di governare. Lo scriba scrive sotto dettatura su un rotolo di papiro, con il viso concentrato e illuminato dagli occhi di cristallo incastonati in una cornice di rame. Una cura particolare è stata posta nella realizzazione dell’ossatura del viso e dell’adiposità del ventre. Quest’ultima era indice dell’alto rango del personaggio.

La storia dell’Egitto veniva redatta dagli scribi, istruiti da sacerdoti che non esitavano ad eliminare dalle loro cronache tutto ciò che poteva infastidire i loro faraoni e i loro dei. Questo spiega sicuramente perché gli avvenimenti menzionati nell’Esodo, capitoli 12-14, non compaiono negli annali egizi. Non sarà la prima volta nella storia dell’umanità che la verità sarà deformata in questo modo dalla propaganda. Invece, la sincerità e l’onestà dei redattori biblici, tra cui Mosè, sono una prova dell’autenticità del testo sacro. Per Gesù Cristo, “Santificali per mezzo della verità; la tua parola è verità. ” - Giovanni 17:17.

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Lo «scriba accovacciato» Convento di Santa Caterina Scriba A 42

Vedere anche,

Il convento di Santa Caterina inv 3689 Adrien DAUZATS Sully 2a sala 71

Questo quadro è un ricordo di viaggio realizzato dall’artista nel 1830. Il monastero non ha porte: vi si accede attraverso un cesto issato da un alto lucernario. E’ in questo monastero, sorto ai piedi del Gebel Musa e meglio noto come Monte Sinai, che nel IV secolo venne scoperto un manoscritto biblico oggi conosciuto con il nome di Codex Sinaiticus.

La professione di scriba non esisteva solo in Mesopotamia. Uno scriba babilonese della metà del secondo millennio si sarebbe sentito a suo agio in un qualsiasi centro scrittorio, dalla Siria a Canaan allo stesso Egitto. Giosuè menziona una città di Canaan, Qiriath-Sepher, il cui nome significa “Città dello Scriba” (15:15,16). I più antichi codici cristiani ad oggi conosciuti, preservati dal clima secco dell’Egitto, sono papiri.

La parola ebrea per indicare il libro, séphèr, deriva da sophér che significa scriba o copista. Il termine Bibbia deriva dal greco biblia o ‘piccoli libri’. Esso deriva da biblos, che descrive la parte interna dello stelo del papiro. Nessuno degli scritti originali è giunto fino a noi. Ma lo studio comparativo condotto su circa 6000 manoscritti delle Scritture ebraiche dimostra che il testo è stato trascritto fedelmente. Per favorire la diffusione delle Scritture e facilitare la loro consultazione, i primi cristiani si sono fatti pionieri nell’utilizzo e nella pubblicazione del codice, sostituendo i rotoli di pergamena con libri di carta.

L’ammirevole cura dedicata alla conservazione del testo santo e alla sua trascrizione conferma queste parole: “L’erba verde si è seccata, il fiore è appassito; ma in quanto alla parola del nostro Dio, durerà a tempo indefinito”. - Isaia40:8; 1 Pietro 1:24

► Galleria Campana

Sacrificio di un porco G 112 Sully 1° piano Galleria Campana sala 39 vetrina 8

Questo vassoio di ceramica di un pittore di Epidromo, dell’inizio del 5° secolo a. C., rappresenta il sacrificio di un porco. Nel 167 av. n.è. il re di Siria Antioco IV Epifane fece un sacrificio simile su

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di un altare pagano eretto sopra il grande altare del tempio a Gerusalemme e dedicò questo tempio a Zeus. Questa profanazione provocò una sommossa dei Giudei sotto la guida dei Maccabei.

La tradizione giudaica applica la profezia di Daniele (9:27) riguardante “ la cosa impura e di colui che causa desolazione” a questa profanazione del tempio da parte di Antioco IV. Gesù Cristo mostrò l’inesattezza di questa interpretazione quando diede questo avvertimento : “Quando voi scorgerete la cosa impura che causa desolazione, di cui parla Daniele il profeta, stabilta nel luogo santo (il lettore usi discernimento), quelli che sono nella Giudea fuggano ai monti”. - Matteo 24:15,16

Oenochoé AM 778 Sully sala 40 vetrina 8 700 a-C Crete

La croce e le sue varianti appaiono molto presto in numerose culture. Notate qui la presenza della svastica, o croce dalle braccia a gomito. Il significato di questo simbolo è religioso piuttosto che politico.

► Sala 29

Triade di Osorkon II E 6204 Sala 29

Questo ciondolo è uno dei rari lavori di oreficeria ad oggi conservati. Il dio è affiancato da due personaggi: a sinistra, sua sorella e sposa Iside, simbolo divino della Dea Madre, e a destra, loro figlio Horus. I rapporti tra Osiride e Iside e le rispettive caratteristiche corrispondono in maniera impressionante a quelli delle divinità babilonesi Tammuz e Ishtar. Il Panteon egiziano porta in maniera evidente l’impronta dell’eredità babilonese. E’ interessante notare che il termine «Trinità» non figura nel Nuovo Testamento.

Triade di Osorkon II Sacrificio di un porco

Questa dottrina ha preso forma progressivamente, nell’arco di molti secoli e passando attraverso innumerevoli controversie. In fondo, la stessa Trinità di Platone non fu che una sorta di rielaborazione, di nuova disposizione, delle più antiche trinità venerate dai popoli che l’avevano preceduto. Questa concezione della divina Trinità attribuita al filosofo greco [Platone, IV secolo A.C.] è presente in tutte le religioni antiche. Tuttavia, l’idea di Trinità che più si avvicina a quella cristiana è senza dubbio quella cinese. L’antico testamento non ci dice nulla, né implicitamente né

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esplicitamente, di un dio trino. Non esistono prove che gli autori sacri abbiano anche solo sospettato l’esistenza di una Trinità. La concezione della trinità divina ebbe origine in Egitto.

► Sala 74 (JF de Troy dipinti sulla vita di Ester) e, destra, sala 33

Coppe con scheletri Bj 1923 sala 33 ve 4. I secolo A.C. – Argento

Gli archeologi hanno scoperto oltre cento oggetti in argento tra le rovine di una villa romana di Boscoreale sulle pendici del Vesuvio. Questo tesoro, sepolto durante l’eruzione del vulcano nel 79 D.C., comprende un servizio da tavola con decorazioni mitologiche e floreali fuse in altorilievo. Come queste coppe di una fattura straordinaria e di una plasticità sorprendente, in cui il fasto si unisce al macabro, i pezzi che compongono questo insieme illustrano in modo eccezionale la cultura romana all’epoca di Augusto.

Le iscrizioni fanno riferimento a celebri autori e filosofi greci, rappresentati da scheletri.

Brevi frasi invitano ad approfittare della vita. Una di esse recita: Goditi la vita finché sei ancora in vita, il domani è incerto». Questa concezione epicurea della vita da cui la fede era esclusa ricorda la citazione fatta dall’apostolo Paolo : “Se i morti non sono destati, ‘mangiamo e beviamo, poiché domani moriremo.’ “ - 1 Corinti 15:32.

Epicuro insegnava che gli dei non si interessano agli umani e che il piacere è il primo e unico bene della vita. La Bibbia pone l'accento su un avvenire eterno e non su un presente effimero. Le motivazioni di base dell'epicureismo e quelle del cristianesimo sono completamente diverse.

La parola greca hupostasis, “attesa fiduciosa”, figura spesso negli antichi documenti commerciali su papiro. Designa ciò che sottende le condizioni visibili e garantisce il possesso futuro (Ebrei 11:1). Alcuni studiosi della Bibbia propongono di tradurre questo testo con “la fede è il titolo di proprietà delle cose che si desiderano”.

► Per la continuazione delle antichità romane dipartimento, lasciare la sala 32, giù per le scale. Prendere a sinistra sala 17, detta delle Cariatidi.

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Il Louvre con la Bibbia in mano: Antichità greche, etrusche e romane

Questo dipartimento raggruppa opera che appartengono a tre antiche civiltà: la Grecia, l’Etruria e Roma. Al pianterreno, un percorso cronologico riunisce opera che vanno dal terzo millennio a.C. fino al VI secolo d.C.

Pan Ma 266, MR 193 Cariatidi s sala 17

Il dio Pan è rappresentato qui seduto su una roccia con ai suoi piedi un bastone ricurvo che gli permette d’acchiappare le lepri. Questa statua di marmo appartiene a una serie di repliche antiche che rappresentano Pan che insegna il flauto al pastore Dafni. In origine dio dei pastori, Pan è anche una divinità musicista di cui uno degli attributi è la “siringa”, un flauto di canna. Dio della fertilità, questo figlio di Ermete e di una ninfa è soprattutto celebre per il suo appetito sessuale bestiale e insaziabile. La sua leggendaria bruttezza gli costa di essere spesso ripudiato. La paura che egli ispira è all’origine della parola panico. Egli è rappresentato come un uomo dalle zampe e dalle corna di capro.

Secondo Erodoto (II,46), il culto di Pan è nato in Egitto dove era comune adorare il capro. L’espressione ‘demoni a forma di capro’ utilizzato nella Bibbia è forse un’allusione a questa forma di culto pagano. (Levitico 17:7; 2 Cronache 11:15).

Secondo certuni, la forma di semi-uomo e di semi-capro di questo dio, è opera del poeta italiano Dante Alighieri, l’Inferno, hanno influenzato l’immaginazione degli artisti del Medio Evo; e la concezione di un diavolo con le corna e una coda appuntita.

Una simile rappresentazione rischia piuttosto di far dubitare l’esistenza di questo spirito, che la Bibbia presenta più e più volte come una persona molto reale. Le Scritture non forniscono alcuna descrizione del Diavolo, anche se quest’ultimo è qualificato come un ‘serpente’ o rappresentato sotto i tratti di un ‘dragone’ vorace. – Rivelazione 12:9

Pan Ma 266 Pan e Syrinx RF 1949-21

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Un'altra scultura mostra Pan mentre fa delle avances ad Afrodite, dèa dell’amore. Eros volteggia sopra di essi battendo le ali- esattamente come i cupidi rappresentati oggi sulle cartoline di San Valentino. I costumi legati alla festa che porta il nome di questo martire cristiano provengono da una antica festa orgiastica romana. Questa era legata al culto di Fauno, dio rappresentato sotto i tratti di un personaggio semi-uomo e semi-capro.

Essa era celebrata ogni anno il 15 febbraio in onore di Giunone, dèa romana delle donne e Pan, dio della natura. Alfine di dare un senso ‘cristiano’ a questa festa pagana, il papa Gelasio cambiò nel 496 la festa dei lupercali del 15 febbraio in San Valentino, il giorno 14. Ma il significato sentimentale del’antica festa è rimasto.

Vedere anche,

Pan e Syrinx RF. 1949, RF 1979, CA 808 Sully 2° sala 25

Il soggetto é tratto dalle Metamorfosi d’Ovidio. Il dio Pan insegue la ninfa Syrinx di cui è innamorato. Per sfuggirgli, ella si rifugia presso suo padre che la trasforma in canna. Pan si farà in seguito un flauto da questi rami.

Il supplizio di Marsyas MR 267 ( Ma 542)

Il semi-dio Marsyas osa sfidare il dio Apollo in un concorso musicale. Vinto, egli fu condannato ad essere scorticato vivo. Egli attende appeso ad un pino il terribile castigo. Questa statua illustra la possibile traduzione e forse la più corretta dei termini impiegati a proposito dell’esecuzione di Gesù. “Se tu sei un figlio di Dio, scendi dal palo di tortura”. (Matteo 27:40. o “croce”, Lienart, Segond). In latino si chiamava crux simplex, un semplice palo sul quale si appendevano i criminali. Negli scritti di Tito-Livio. Storico romano del 1° secolo, crux descrive un palo dritto.

L’erudito cattolico Juste Lipse (1547-1606) rappresenta così questo strumento di supplizio nel suo libro De Cruce Libri Tres. La parola greca stauros che si traduce con croce significa innanzitutto palo(elemento di palizzata), pal (già utilizzato dagli Assiri,Persiani), o ancora palo al quale era sospesa la vittima.

Gli apostoli Pietro e Paolo impiegano anche la parola Xilon per descrivere il pezzo di legno sul quale Gesù fu inchiodato. “Cristo ci ha liberati […] divenendo una maledizione al nostro posto, perché è scritto : ‘ Maledetto è ogni uomo appeso al palo’” (Galati 3:13). In questa citazione del libro di Deuteronomio 21:23, la parola impiegata éts significava in origine un albero o un legno. Gli Ebrei non avevano una parola per parlare della croce tradizionale. Si ritrova la parola xilon(in aramaico) nella Settanta in Esdra 6:11 dove si parla di un solo pezzo di legno sul quale doveva essere appeso il trasgressore.

“Stauros descrive fondamentalmente’un piolo o un palo verticale’. Il nome come il verbo staroô sono da distinguere , in quanto all’origine, della ‘croce’ ecclesiastica composta da due pezzi di legno.” (Vine’s Dictionary). Numerose traduzioni del Nuovo Testamento hanno reso le parole di Pietro (Atti 5:30) come segue : “ il Dio dei nostri antenati ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso, appendendolo a un palo”. Questa parola è tradotta per ‘al legno’ in altre versioni (Chouarqui, Darby, Synodale, TOB).

Fatto strano ma incontestabile, nei secoli che hanno preceduto la nascita di Cristo, e dopo d’allora nei paesi che non sono stati toccati dall’insegnamento della Chiesa, la croce è stata utilizzata come simbolo sacro. La rappresentazione della morte redentrice di Cristo non appare nell’arte simbolica

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dei primi secoli. La croce non divenne il principale emblema e simbolo della cristianità non prima del IV° secolo. (Sir Wallis Budge).

Il supplizio di Marsyas La Pasqua N 1150 Retable di San Dionisio

Niente permette d’affermare che i termini originali descrivano la croce tradizionale, tanto più che questo simbolo religioso era utilizzato dai non cristiani molto prima di Cristo. Detto questo, la morte di Gesù come ‘riscatto per moltissimi’ è un insegnamento fondamentale delle Scritture. – Giovanni 3:16; Matteo 20:28.

Vedere anche,

Le Retable (pala d’altare) di San Dionisio MI 674 Richelieu 2° sala 3

Influenzati dal divieto contenuto nell’ Antico Testamento, i primi cristiani si rifiutavano di rappresentare lo strumento della Passione del Signore. La maggioranza degli eruditi sono d’accordo nel dire che la croce non serviva come riferimento grafico prima dell’epoca di Costantino. Il più antico crocefisso che sia menzionato come oggetto di culto pubblico era quello venerato

La Pasqua N 1150 Circa 1160-1170 Richelieu 1° Suger sala 2 vetrina 3

Questa placca in smalto a incavo del 12° secolo rappresenta un israelita che segna la sua porta con il sangue di un agnello. L’opera ricorda la liberazione del popolo al tempo di Mosè, e il “sacrificio di Pèssah per YHWH, che saltò le case dei Benéi Israël, […] colpendo Mizraim”. (Esodo 12:27). Durante la decima piaga, gli Ebrei dovevano sgozzare un agnello e aspergere il suo sangue sugli stipiti e l’architrave della loro casa. L’apostolo Paolo chiamò Gesù “Cristo la nostra Pasqua (che) è stato sacrificato”. – 1 Corinti 5:7

“Non si trova alcuna traccia sull’osservanza di Pasque in quanto festa cristiana nel NT o negli scritti dei Padri apostolici. La santità di giorni speciali è una nozione del tutto estranea ai primi cristiani.“ (Enciclopedia Britannica). Pasque : un culto della fecondità appena dissimulato sotto le apparenze di una celebrazione della resurrezione di Cristo? Il nome francese di questa festa lascia intendere che si tratta di una versione cristianizzata della Pasqua giudaica. Ma non è così “ Ogni volta che in effetti voi mangiate questo pane e che voi

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bevete questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli arrivi.” (1 Corinti 11:26).

Non c’è nessuna traccia sull’osservanza della Pasqua in quanto celebrazione della resurrezione di Cristo nel Nuovo Testamento. Pasque è una sintesi di numerose tradizioni dell’era precristiana

► Sala 22, Denon

L’imperatore Augusto Cp 6363

Primo imperatore di Roma, suo vero nome Caio Giulio Cesare Ottaviano, è uno dei tre Cesari menzionati nominativamente nella Bibbia. Nel 2 av. n.è. “un decreto pubblicato da parte di Cesare Augusto per tutta la terra abitata di farsi registrare […]. Naturalmente, Giuseppe salì così dalla Galilea […] alfine di farsi registrare con Maria” (Luca 2:1-5). È così che Gesù nacque a Betlem, conformemente alle profezie bibliche. (Daniele 11:20; Michea 5:2). Molti pensano che Gesù è nato un 25 dicembre. Ma l’imperatore di Roma non avrebbe mai domandato a un popolo sempre pronto alla rivolta di spostarsi nel cuore del pieno inverno per un censimento. Tutto porta a credere che Gesù è nato verso l’inizio dell’autunno.

Auguste Tibère Tito

L’imperatore Tiberio Ma 1255

Secondo imperatore di Roma, Tiberio è il figlio maggiore di Livia, la terza moglie di Augusto. È sotto il suo regno che Gesù cominciò il suo ministero e fu messo a morte. “ Nel quindicesimo anno di Tiberio Cesare, […] la dichiarazione di Dio venne a Giovanni, figlio di Zaccaria nel deserto. Egli venne allora predicando un battesimo di pentimento […]. Ora, quando tutto il popolo fu battezzato, anche Gesù venne immerso.” – Luca 3:1-3, 21

Tito MND 2224

Questo ritratto rielaborato su un’effigie dell’imperatore Nerone (54-63 d. C.) dopo la damnatio memoriae (condanna del ricordo) di cui questo fu l’oggetto è di stile naturalista e sensibile. Esso

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testimonia le influenze ellenistiche che appaiono nella scultura flavia. Il nome di questo imperatore romano (79-81), figlio maggiore di Vespasiano, è strettamente legato alla distruzione della città di Gerusalemme e del secondo tempio nel 70 della n.è.

Per commemorare questa vittoria, suo fratello Domiziano fece innalzare a Roma l’Arco di Tito, testimone silenzioso dell’adempimento di una delle più notevoli profezie di Gesù Cristo, annunciata quaranta anni prima.

“Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti accampati, allora sappiate che la sua desolazione è vicina. Allora quelli che sono nella Giudea fuggano […] perché ci sarà una grande tribolazione […] ed essi cadranno sotto il taglio della spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni.” (Luca 21:20-24). Essi seguono la Giudea prigioniera incarnata da una prigioniera condotta da dei cavalli e preceduta dal candelabro a sette bracci proveniente dal tempio di Gerusalemme.

La seguente predizione è un esempio dell’accuratezza della profezia : “ I tuoi nemici costruiranno una fortificazione intorno a te, con pali appuntiti e ti circonderanno.” (Luca 19:43). Lo storico Giuseppe Flavio ci insegna che “molti non speravano di prendere la città Con questi strumenti di guerra.”. Il giovane generale Tito decise che “bisognava,se volevano aggiungere rapidità e sicurezza, circondare tutta la città di un bastione”. Il tutto fu costruito in tre giorni, una rapidità incredibile per un’opera che avrebbe richiesto dei mesi. Esattamente ‘la fortificazione di pali appuntiti’ che Gesù aveva predetto !

Una delle dichiarazioni più notevoli di Gesù riguarda il secondo tempio, capolavoro d’architettura e fierezza dell’ Impero romano: “ Essi non lasceranno in te pietra sopra pietra:” (Luca 19:44; 21:6). Contrariamente alle prime intenzioni di Tito, la città intera e il suo tempio furono rasi ad eccezione di tre torri e di una parte del muro occidentale. Nel 66 la popolazione giudaica si ribellò contro l’Impero romano. Quattro anni più tardi, nel 70, le legioni romane condotte da Tito riconquistarono e distrussero Gerusalemme, compreso il Secondo Tempio.

Cestio Gallo assediò Gerusalemme nel 66 ma egli tolse l’assedio quando la presa della città sembrava imminente. Lo strano cambiamento degli avvenimenti permise ai cristiani che erano stati attenti alle parole di Gesù pronunciate trent’anni prima di abbandonare la città condannata. Vera lezione storica di sopravvivenza ! Le notevoli prove delle predizioni della Bibbia non sono basate su interpretazioni umane di circostanze o di tendenze che esistevano nel momento in cui esse furono emesse e che è ‘bene di prestarvi attenzione’. – 2 Pietro 1:19

► Sala 25

Rilievo mitriaco a doppia faccia MND 1911

Dio persiano della luce, Mitra é rappresentato su un lato del rilievo nell’atto di sgozzare un toro divino per fecondare l’universo. Sull’altro lato egli banchetta con il sole, al quale viene associato. Il culto di Mitra ‘tradisce l’influenza indiscutibile di concetti babilonesi; e se si ricorda l’importanza che i misteri legati a questo culto ebbero presso i Romani, si aggiunge ancora un legame tra le ramificazioni della cultura antica e la civiltà della valle dell’Eufrate’.

Questo culto è strettamente associato all’origine della festa di Natale.

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La festa di Mitra, Natalis invicti, Sole trionfante, e della ‘nascita’ di Dio-Salvatore, colui che ridà la vita alla natura, fu dunque progressivamente rimpiazzato con quella della nascita di Cristo ‘Luce delle nazioni’, secondo l’espressione impiegata dall’anziano Simeone. (Luca 2:32)

La festa di Natale è nata dunque in un’epoca dove il culto del sole era particolarmente fiorente a Roma.

Queste affermazioni confermano che questa festa non trae origine né dalle Scritture né dalle tradizioni di tutti i primi cristiani.

L’imperatore Costant 1° ? Cp 6399. Denon sala 29.

Primo imperatore romano a governare in nome di Cristo, Costantino il Grande (306-337) tracciò con l’ abilità di un politico astuto la via che portò alla vittoria definitiva della cristianità alla fine del IV secolo. Costant è uno dei suoi figli. Egli regnò dal 337 al 350. Nel 312, alla vigilia di un combattimento contro Massenzio, suo rivale italiano, Costantino pretese di aver ricevuto in sogno l’incarico di dipingere le due prime lettere del nome Cristo (XP in greco) sugli scudi delle sue truppe. Questo segno si ritrova su numerosi pezzi di moneta che questo adoratore del sole fece coniare. Potrebbe essere il simbolo del culto solare ma altri lo identificano con il crisma, il monogramma di Cristo. Si ammette che la croce è diventata il principale simbolo della cristianità solo dopo l’epoca di Costantino.

Egli si limitò a riconoscere il cristianesimo come religio licia, religione autorizzata. La divisione dottrinale della Chiesa lo preoccupava perché vedeva in questo una minaccia per l’unità dell’impero. Nella sua qualità di Pontefice Massimo, sommo sacerdote della religione pagana, Egli presiedette il primo concilio ecumenico convocato a Nicea nel 325. Fu lui a proporre la formula fondamentale, “della stessa sostanza del Padre”, esprimendo la relazione di Cristo con Dio nel Credo del concilio.

Le base del dogma della trinità, un termine che non appare da nessuna parte nella Bibbia, erano così poste. Costantino si è convertito senza dubbio più per delle ragioni politiche che religiose. Dopo Costantino, la cristianità diventerà certamente una forza di coesione in un mondo in dissoluzione ma soprattutto una forma falsificata del cristianesimo primitivo. Gesù e i suoi apostoli avevano annunciato una simile deriva. – Matteo 13:36; 2 Tessalonicesi 2:3

Vedere anche :

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L’ assoluzione di Teodosio INV. 8005 Sully 2° sala 43

Questo quadro evoca il perdono accordato al vescovo di Milano, Ambrogio, all’imperatore Teodosio (379-395) che si pente d’aver fatto massacrare 700 cittadini insorti di Tessalonica. Alla morte di quest’ultimo sovrano dell’ Impero romano unificato, la rivalità religiosa tra Roma e Costantinopoli si accentuerà con lo scisma d’Oriente.

Constant Ier Monogramma MND 576 Assoluzione di Teodosio

Sotto Costantino, il cristianesimo e l’Impero romano erano alleati. Sotto Teodosio essi furono uniti. La fede cattolica era divenuta la sola religione autorizzata dai Romani. Questa religione di Stato era agli antipodi del culto praticato dai primi discepoli di Gesù, che aveva detto loro: “Voi non fate parte del mondo”. – Giovanni 15:19

Tavoletta di scolaro MND 552 Denon sala 30 vetrina 2

Gli scolari si esercitavano su delle tavolette di legno svuotate e ricoperte di cera. Un alveolo scavato nel telaio permetteva di riporre lo stiletto utilizzato per scrivere. Essi dovevano seguire il modello di lettere e di sforzarsi di farne una copia esatta.

L’apostolo Pietro ha utilizzato questa illustrazione per incitare i cristiani a seguire da vicino l’esempio di Cristo : “ È a questa condotta che siete stati chiamati, perché Cristo ha sofferto anche per voi, lasciandovi un modello affinché voi seguiate fedelmente le sue tracce” (1 Pietro 2:21).

Il termine greco reso per modello, o esempio, è hypogrammòn. Esso non appare che una sola volta nelle Scritture. Esso significa scrivere sotto o “copia di scrittura, comprendendo tutte le lettere dell’ alfabeto, e dato ai bambini per aiutarli nell’apprendimento della scrittura”.

Le tavolette per scrivere dovevano essere correntemente utilizzate all’epoca.

Parlando di Zaccaria, il padre di Giovanni il Battezzatore, l’evangelista riferisce che egli “chiese una tavoletta e scrisse : ‘Giovanni sarà il suo nome’” (Luca 1:63). Si tratta senza dubbio di una tavoletta di legno ricoperta di cera, come quella esposta qui. Nel libro degli Atti, si legge : ‘Pentitevi […] e che i vostri peccati siano cancellati.’ (Atti 3:19). Quest’ ultimo termine viene da un verbo

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greco che significa ‘ togliere sfregando’. Esso ricorda l’idea di una tavoletta per la scrittura, ricoperta di cera, che veniva lisciata prima del suo utilizzo.

Tavoletta di scolaro MND 552 Codex MNE 914

L’apostolo mostra con questo esempio che il vero cristiano è colui che segue come un allievo l’esempio perfetto del suo Maestro Gesù Cristo.

A una condizione. “Se voi rimanete nella mia parola, voi siete veramente miei discepoli, e voi conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi” – Giovanni 8:31,32.

‘Il cristianesimo alla fine non può possedere o acquisire un senso a meno che metta sia in teoria che in pratica, il ricordo di Gesù.’ (Hans Kϋng).

Con il tempo, la congregazione cristiana originale si è trasformata in una organizzazione religiosa che ‘non avrebbe mancato di stupire Gesù e anche san Paolo. Agli insegnamenti di Cristo si sono in effetti sostituiti numerose feste e credenze religiose molto spesso prese a prestito dall’antica Babilonia.

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Questo tratto dominante è anche quello di ‘Babilonia la Grande’. L’ultimo libro della Bibbia parla di questo nome come di un ‘mistero’ – Rivelazione 17:5.

Identificare questo ‘segreto religioso’ è della massima importanza perché l’ordine dato al popolo di Dio è: “ Uscite d’essa, per non partecipare con essa ai suoi peccati […] perché per mezzo delle sue pratiche spiritiche tutte le nazioni sono state sviate” – Rivelazione 18:4,23

Un’entità religiosa mondiale ? L’angelo proclama dunque l’urgenza di abbandonare questa ‘città’ simbolica a motivo della sua distruzione definitiva (Rivelazione 18:4,21). Secondo la descrizione che viene fatta,’questa grande città ha un regno sui re della terra (17:18), ed essa aiuta i’ mercanti’ ad accumulare ricchezze. Non può dunque trattarsi di un sistema politico o commerciale.

Questo nome misterioso non sarebbe alla fine quello che corrisponderebbe meglio a un’entità religiosa mondiale, a tutte quelle religioni i cui insegnamenti e le pratiche non sono conformi al modello lasciato dal cristianesimo originale ?

‘Quando si studia il passato, è impossibile non gettare uno sguardo sul futuro’. (Arnold Toynbee)

“Le pietre grideranno”, diceva un giorno Gesù. Esiste forse un linguaggio delle pietre, ma è anche opportuno udire quello dei testimoni che abbiamo citato.

Essi furono i contemporanei di avvenimenti che credenti e agnostici non possono ignorare, tanto che hanno segnato per sempre la Storia dell’umanità.

Vedere anche :

● ll Museo del Louvre e la Bibbia, Antichità orientali

● Il Museo del Louvre e la Bibbia, Antichità egiziane

● Il Museo del Louvre e la Bibbia, Antichità romane

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Una bibliografia e delle note dettagliate sono accessibili

Nella parte francese o inglese del sito :

www.louvrebible.org