il partner per lo sviluppo · 2013-05-25 · per la maggior parte della mia vita ho avuto ben...

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BIMESTRALE DI SCAMBIO CULTURALE ITALIA-KAZAKHSTAN Direttore Responsabile Luisastella Bergomi [email protected] T itolare Giornale Gianluca Chiarenza [email protected] Redazione/Uffici Amministrativi Via Raffaello 7/C, 26900 Lodi-LO-Italia www.aksaicultura.net Registro S t amp a n°.362 del 02/02/06. Tribunale di Lodi Chiuso in Redazione il g. 31/01/09. Costumi Kazakh a pag. Esperienze . a pag. Charles Darwin a pag. Quante storie... a pag. 2 2 3 3 9 9 1 1 1 1 Il Partner per lo sviluppo della tua Azienda A A S S S S O O C C I I A A Z Z I I O O N N E E I I T T A A L L I I A A K K A A Z Z A A K K H H S S T T A A N N www.italkazak.it [email protected] tel.: +39.02.36 59 66 25/6 fax.: +39.02.36 59 67 Siria a pag. Paolo Gorini a pag. 6 6 1 1 2 2 La negazione di eventi storici quali un geno- cidio, una pulizia etnica od un crimine contro l'umanità, fatti ormai universalmente acquisi- ti attraverso l'esperienza diretta di molti che li hanno vissuti denunciandone poi l'abomi- nio, porta alla regressione del grado di civil- tà non solo di uno, ma di tutti i popoli della terra. Considerare le leggi che puniscono la negazione di un genocidio-olocausto come mezzo per limitare la libertà di parola, affer- mando che gli storici siano succubi del credo olocausto, appare talmente assurdo e scon- volgente da non poter passare inosservato ed impunito. Questo soprattutto se simili dichiarazioni provengono da esponenti di un cattolicesimo che nell'oppressione e nella sofferenza dovrebbe ritrovare il volto di un Dio che ha personalmente vissuto strazio ed offese. Nel 2007 le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione degli Stati Uniti che condanna senza riserve qualsiasi dinie- go dell'Olocausto e sollecita tutti i membri a respingerlo che sia parziale o totale ed a respingere iniziative in senso contrario. L'aumento incomprensibile di posizioni negazionisti che ha portato molti paesi a sanzionare penalmente queste prese di posizione. In Austria, Belgio, Francia e Germania e' reato la negazione del genoci- dio del popolo ebreo, mentre in Israele, Portogallo e Spagna viene punita la nega- zione di qualsiasi genocidio. Leggi antinega- zioniste sono state introdotte in Australia, Nuova Zelanda, Svezia, Lituania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania, con pene fino a dieci anni di reclusione. In Italia e' ancora aperto il dibattito sui Massacri delle foibe, le cavita' carsiche in cui furono gettati i prigionieri dai partigiani iugo- slavi. Per ricordare questa tragedia il gover- no italiano ha istituito il Giorno del ricordo, che si celebra il 10 Febbraio e che si affian- ca al Giorno della Memoria del 27 Gennaio. FEBBRAIO - 2009 (F.R) In una chiesa di Genova il prete allestisce il presepe. Con i parrocchiani è redu- ce da un viaggio in Terra Santa e decide di portare dei cambiamenti alla Sacra Rappresentazione, inserendo in un angolo una piccola moschea con il minareto. Molti fedeli approvano, ma alcune reazioni sono feroci e devastanti. Gli viene intimato di togliere immediatamente la contaminazione culturale, si chiede l'intervento della polizia e dell'arcivescovo, che invece non disapprova, si invocano veglie di preghiera; la criti- ca più ipocrita sottolinea che all'epoca di Gesù non esistevano ancora, bei tempi, le moschee, quindi non possono essere inserite in un presepe. Ai tempi di Gesù esisteva l'impero romano, ma i presepi non pullulano di legioni romane. Alla fine il parroco toglie la moschea ma lascia un cartiglio con i versi del Vangelo: Via, lontano da me, maledet- ti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato (Matteo 25, 41-43) Negli stessi giorni nel salotto buono di Genova, dietro una colonna del pronao del teatro Carlo Felice, a due passi da Galleria Mazzini, un barbo- ne muore solo, nel silenzio di una notte gelida, nella più completa indifferenza. Soltanto al mattino i suoi compagni di marciapiede si accorgono della tragedia, la settima del 2008; si tratta di un povero cristo appena quarantenne che dal natio Buthan, per circo- stanze che mai si conosceranno, è venuto a morire a due passi dallo shopping natalizio del civile occidente. Un commento: il Comune dovrebbe occuparsi di farli sloggiare e non dare gratis delle coperte. Moschea di San Pietroburgo

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B I M E S T R A L E D I S C A M B I O C U L T U R A L E I T A L I A - K A Z A K H S T A N

Direttore ResponsabileLuisastella Bergomi

[email protected] Giornale

Gianluca [email protected]

Redazione/Uffici AmministrativiVia Raffaello 7/C, 26900 Lodi-LO-Italia

www.aksaicultura.net

Registro Stampa n°.362 del 02/02/06.Tribunale di LodiChiuso in Redazione

il g. 31/01/09.

Costumi Kazakh a pag.

Esperienze . a pag.

Charles Darwin a pag.

Quante storie... a pag.

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Il Partner per lo sviluppodella tua Azienda

AA SS SS OO CC II AA ZZ II OO NN EE II TTAA LL II AA KK AA ZZ AA KK HH SS TTAA NN

[email protected]

tel.: +39.02.36 59 66 25/6fax.: +39.02.36 59 67

Siria a pag.Paolo Gorini a pag. 66 1122

La negazione di eventi storici quali un geno-cidio, una pulizia etnica od un crimine control'umanità, fatti ormai universalmente acquisi-ti attraverso l'esperienza diretta di molti cheli hanno vissuti denunciandone poi l'abomi-nio, porta alla regressione del grado di civil-tà non solo di uno, ma di tutti i popoli dellaterra. Considerare le leggi che puniscono lanegazione di un genocidio-olocausto comemezzo per limitare la libertà di parola, affer-mando che gli storici siano succubi del credoolocausto, appare talmente assurdo e scon-volgente da non poter passare inosservatoed impunito. Questo soprattutto se similidichiarazioni provengono da esponenti di uncattolicesimo che nell'oppressione e nellasofferenza dovrebbe ritrovare il volto di unDio che ha personalmente vissuto strazio edoffese. Nel 2007 le Nazioni Unite hannoapprovato una risoluzione degli Stati Unitiche condanna senza riserve qualsiasi dinie-go dell'Olocausto e sollecita tutti i membri arespingerlo che sia parziale o totale ed arespingere iniziative in senso contrario.L'aumento incomprensibile di posizioninegazionisti che ha portato molti paesi asanzionare penalmente queste prese diposizione. In Austria, Belgio, Francia eGermania e' reato la negazione del genoci-dio del popolo ebreo, mentre in Israele,Portogallo e Spagna viene punita la nega-zione di qualsiasi genocidio. Leggi antinega-zioniste sono state introdotte in Australia,Nuova Zelanda, Svezia, Lituania,Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania,con pene fino a dieci anni di reclusione. InItalia e' ancora aperto il dibattito suiMassacri delle foibe, le cavita' carsiche in cuifurono gettati i prigionieri dai partigiani iugo-slavi. Per ricordare questa tragedia il gover-no italiano ha istituito il Giorno del ricordo,che si celebra il 10 Febbraio e che si affian-ca al Giorno della Memoria del 27 Gennaio.

FEBBRAIO - 2009

(F.R) In una chiesa di Genova il prete allestisce il presepe. Con i parrocchiani è redu-ce da un viaggio in Terra Santa e decide di portare dei cambiamenti alla SacraRappresentazione, inserendo in un angolo una piccola moschea con il minareto. Moltifedeli approvano, ma alcune reazioni sono feroci e devastanti. Gli viene intimato ditogliere immediatamente la contaminazione culturale, si chiede l'intervento della poliziae dell'arcivescovo, che invece non disapprova, si invocano veglie di preghiera; la criti-ca più ipocrita sottolinea che all'epoca di Gesù non esistevano ancora, bei tempi, lemoschee, quindi non possono essere inserite in un presepe. Ai tempi di Gesù esisteval'impero romano, ma i presepi non pullulano di legioni romane. Alla fine il parroco togliela moschea ma lascia un cartiglio con i versi del Vangelo: Via, lontano da me, maledet-ti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e i suoi angeli. Perché ho avuto fame e nonmi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestieroe non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avetevisitato (Matteo 25, 41-43) Negli stessi giorni nel salotto buono di Genova, dietro unacolonna del pronao del teatro Carlo Felice, a due passi da Galleria Mazzini, un barbo-ne muore solo, nel silenzio di una notte gelida, nella più completa indifferenza. Soltantoal mattino i suoi compagni di marciapiede si accorgono della tragedia, la settima del2008; si tratta di un povero cristo appena quarantenne che dal natio Buthan, per circo-s tanze che mai s i conosceranno, è venuto a mor i re a due pass i da l loshopping nata l iz io de l c iv i le occ idente. Un commento: i l Comunedovrebbe occupars i d i far l i s loggiare e non dare grat is de l le coper te .

Moschea di San Pietroburgo

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UUSSII EE CCOOSSTTUUMMII ddii TTEERRRRAA KKAAZZAAKKAA

FEBBRAIO - 2009

G l i a b i t i d e l l a t r a d i z i o n eG l i a b i t i d e l l a t r a d i z i o n e

kazah-murak

Fonte foto: www.caravan.kz

Il costume tradizionale kazako e` sem-pre stato legato alla vita nomade, adat-to a proteggere dal freddo, dal calore edal vento. Gli abiti tradizionali di uomi-ni e donne permettevano di salire age-volmente in sella ed affrontare lunghedistanze; erano larghi, lunghi, legati invita da fasce o cinture; quelli pesantierano fatti di pelli e pellicce di animaliselvatici e domestici. I kazaki usavanotessuti in lana di cammello o pecora,oppure di feltro sottile e cucivano abitiin cotone, seta e lana provenienti

venivano applicate per-line ed eseguiti ricami,come il punto catenadetto chain stitch, condisegni geometrici,immagini di piante escene di caccia. Lescarpe ed i cappellierano ornati da stupen-de applicazioni. L`abitomaschile comprendevalo shalbar, i pantalonie sulla camicia si met-teva il kamzol, unagiacca senza manichedi sukno leggero, broc-cato o feltro. Ilbeshpet, il cappottotrapuntato, era strettoin vita e si allargavaalle ginocchia; lo sha-pan, la vestaglia, eradi velluto con manichelunghe ed il collettorialzato; lo shekpen, ilmantello, era confezio-nato in seta di Bukharae sukno, con fodera dilana di cammello o

pecora. Il belbau, la fascia ed il beldik, la cintu-ra, erano di pelle e riccamente ornate con partiin argento e talvolta erano tempestate di pietrepreziose. In inverno uomini e donne indossava-no il ton, cappotto di pelle di pecora o agnello,con pelliccia di furetto, martora o lupo. Il janatton era di volpe, il kara tulki ton di pelle dicammello, il bota ton di puledro. Il jargak tonera il cappello di castoro come il kamshat boriked esisteva una grande varieta' di copricapi esti-vi. Le donne indossavano abiti con maniche egonne lunghe,, un panciotto, il kamzol di vellutoricamato, mantello e cintura. Il vestito femminile

era colorato e particola-re, con cappelli che cor-rispondevano ad eta' econdizioni sociali. Ilcopricapo matrimonialefemminile era bello ecostoso e poteva valerecento cavalli, a forma dicono alto settanta centi-metri. Donne e ragazzeportavano i capelli intreccie con ornamentid`oro e d`argento.All'inizio del ventesimosecolo i kazaki, come irussi, hanno cominciatoad indossare i vestitiurbani confezionati.

Assel Absatyrova

dall'AsiaCentrale edalla Cina,mentre dallaRussia giunge-vano chintz ecotone inglese,velluto, raso edil sukno, unaparticolarestoffa di lana.Sugli abiti

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ESPERIENZERIFLESSIONI DAL CARCERE

FEBBRAIO - 2009

DIO ESISTE?Se lo vedessi, guardandolo negli occhi, gli chiederei le ali di una farfalla.Per la maggior parte della mia vita ho avuto ben chiari gli obiettivi che volevoraggiungere e mi sono mantenuto fedele alle mie aspirazioni per il futuro comeun devoto seguace di un culto sacro. Quando nel presente non vi è nulla dieccezionale di cui parlare, è il futuro che ci attrae maggiormente e che ci dà spe-ranza. Io non ho altro che il futuro. Tutto ciò che succederà dopo dovrà esserepositivo. Pensarla così mi fa sentire meglio nei momenti in cui la tristezza si fapiù dolorosa. Vale la pena combattere qualsiasi lotta, ogni sofferenza sembra unnuovo passo sulla strada che conduce alle mie aspirazioni. Nei momenti più bui,quando diventa necessario ricordare a me stesso che tempi migliori stanno perarrivare, sogno ad occhi aperti: quanto sarebbe meraviglioso guadagnarsi unostipendio facendo una cosa che piace più di qualunque altra. E' una fortuna checrescendo io abbia acquisito la necessaria capacità di lottare per la sopravviven-za. Per me non ci sarebbe altro modo di cavarmela in questo mondo tanto peri-coloso, quanto imprevedibile. Le parole dolci e le filastrocche con cui ci si rivol-ge ai bambini non sono mai esistite nei miei anni di vita infantile. Già all'età diquindici anni, mi resi conto che ero solo al mondo e che toccava solo a me occu-parmi della mia sopravvivenza. Fu in quel periodo che cominciai a chiedermi seDio esistesse davvero. Avrei voluto poterlo guardare negli occhi. Tutto quelloche sapevo di Lui erano frammenti di frasi ascoltate tra i banchi scolastici dallesuore. Non capisco, non lo si può vedere ne toccare. Ma Lui, si dice, è semprepresente e ci osserva, ci punisce e si intromette nei nostri affari. Non posso par-lare con Lui, quello che le persone proclamano è contro imiei diritti, perfino avere un momento di silenzio in Suacompagnia. E allora mi chiedo: perché LUI è così poten-te da negare i miei diritti? La mia curiosità è prepotente.Forse i suoi occhi mi avrebbero finalmente fornito un indi-zio e mi avrebbero rivelato che esiste veramente. Potessivederli quegli occhi! Mi potrebbero rivelare se veramenteLui contiene la sofferenza del mondo, se Lui, l'essereonnipotente nella cui venerazione ci insegna a vivere,tende la mano per levare le lacrime che non sono maistate asciugate, capendone il dolore. Se vedessi Dio,penso che gli chiederei la libertà e gli direi che avevaragione una mia cara persona, quando diceva, che gliuccelli non cantano mai nelle caverne. Nemmeno le per-sone infelici cantano, perché il canto è una gioia che sca-turisce dalla libertà interiore, che permette ad una perso-na di volare. Guardando lontano gli chiederei le ali di unafarfalla. Nello

CHI E' DIO

Chi è DioDio è l'amorePerché anch'esso è un mistero

Chi e' Dio?Dio e' la speranzaPerché è la salvezza di chi crede nellavita eterna

Dov'e' Dio?E' nella pace silenziosa della forestaChe l'uomo non ha ancora contaminato

Dov'e' Dio?E' nella musica magica del ventoNel misterioso linguaggio della pioggia

Dov'e' DioE' nell'angolo più buio che illumina ilmondoChe l'uomo con il suo potere tenta dioscurare.

(Valdimar Andrade Silva)

Tempo 1

Nell'ampolla del temporaccolgo emozionie giorni sopitiritorno a cercare (L.B.)

Tempo 2

Ascoltare il respiro del tempospezzare la certezzadella solitudinetrasportare la sofferenzasulla spiaggiadell'oblio (L.B.)

Tempo 3

Rincorro emozioniTra le catene del tempo (L.B.)

Gab

riele

Pol

i - A

ngel

o an

tico

G. Poli - Territori dell'amore arancione

G.P

oli -

Sog

lia r

osso

44FFRRAANNCCOOBBOOLLLLII CCHHEE PPAASSSSIIOONNEE

FFaacccciiaammoollii ssttrraannii

FEBBRAIO - 2009

I primi francobolli apparvero nel 1840 inGran Bretagna, dieci anni dopo aprì aBruxelles il primo negozio di bolli e neidieci anni successivi apparvero il primoalbum, il primo catalogo, il primo manualee la prima rivista. Inizialmente si trattavadi etichette di carta gommata con l'effigedi qualche sovrano o stemma reale e perevitare la monotonia furono stampati suplastica, vinile, legno e via fantasticando.I più strani in assoluto possono essereconsiderati quelli emessi dalle poste delBhutan su supporto ottico, un francobolloCD-rom che, oltre ad affrancare la corri-spondenza, questo solo in teoria, si e' tra-sformato in un portale che offre la possibi-lità di conoscere meglio storia, cultura etradizioni del paese himalaiano. Pur nonraggiungendo questi limiti, anche le posteitaliane hanno sperimentato supportidiversi, dalla carta fino al merletto nellasperanza, talvolta raggiunta, di creareinusuali veicoli di promozione del made inItaly. Il primo esperimento è del 20Novembre 2001, quando venne emesso ilprimo ed unico franco-busta in seta, fran-cobollo adesivo e nello stesso tempobusta adatta alla spedizione.L'esperimento non raggiunse le aspettati-ve, il francobollo era troppo grosso ecome busta era troppo piccolo. Più inte-ressante fu la lavorazione in seta perricordare agli italiani un'eccellenza spes-so negletta e far conoscere al mondo laproduzione serica italiana. Il franco-busta,con valore nominale di £ 5000 (€ 2,58)come diritto di raccomandazione e misura40x90 mm, è composto da due tessuti diseta pura, il primo in organza doppio raso,il secondo in seta lavorata con telaioJacquard a motivi floreali. Come per gliinteri postali anche il franco-busta haun'impronta di valore in alto a destra conun disegno a fili policromi cangianti, men-tre l'illustrazione a sinistra raffigura il quadroComo dall'alto del pittore e scultoreBaldassare Longoni (1876-1956). Essendofatto a mano, è difficile trovare due franco-buste perfettamente uguali.. Il secondoesperimento in materia risale al 2004, quan-do venne emesso un francobollo con valorefacciale di € 2,80 per reclamizzare un'altraattività che caratterizza l'imprenditoria italia-na, il merletto. Su tela blu pre-accoppiata aduna carta adesiva, è stato ricamato ad agoun motivo floreale a rosa canina ispirato almerletto belga Point de Gaze, prodottonell'Ottocento ed il più ricercato dell'epoca,

il Penny Black - Gran Bretagna 1840 -primo francobollo della storia

William Hogarthis - Ospedale psichiatricoBedlam Asylum nel 1700

disegno ripreso da una stola apparte-nuta alla casa reale belga. Per realiz-zare un solo francobollo sono statinecessari circa 26 metri di filato dicotone americano di prima scelta.Anche in questo caso si può parlarepiù di lavoro artigianale che di produ-zione in serie. Tre anni dopo, il 2Luglio 2007, e' stato emesso un fran-cobollo su foglio di legno impiallaccia-to di betulla. Il 2008 e' stato l'annodelle novità con due francobolli d'oro,che non sono stati stampati su laminad'oro o dorata,ma sul supporto plasti-co adesivo l'oro e' stato spalmato pervaporizzazione. Il 10 Ottobre e' statoposto in vendita il francobollo da E.2,80 di diritto di raccomandazione,per pubblicizzare l'esposizione filateli-ca internazionale Italia 2009 che siterrà in autunno a Roma, insieme adun valore gemello da 0,85 per letteraper le Americhe e l'Asia, stampato sucarta. Entrambi i valori sono illustraticon l'effigie della Bocca della Verità.Sempre nel mese di Ottobre e' stataposto in vendita, per l'affrancaturadegli auguri natalizi, l'emissione diNatale formata da due francobolli sucarta, un valore di 0,60 raffigurante ilquadro di Lorenzo di Credi Madonnacon i l bambino f ra due angel i ,

conservato nei musei bresciani ed unvalore di 2,80 su plastica vaporizzatad'oro, raffigurante una ghirlanda natali-zia in rami d'abete, per le raccomanda-te. Dei due francobolli il secondo paremeglio riuscito, comunque di più facilelettura mentre il primo, per via dellastampa a più colori delle cornici e del-l'immagine troppo scura della Boccadella Verità, risulta di non immediatacomprensione. Apprezzabile invecel'immagine scelta, che richiama subitoalla mente un vecchio delizioso film econ esso l'immagine di Roma........................................Franco Rossi

SENSIBILI ALLE FOGLIEe l'impegno nel sociale

primo francobollocommemorativoitaliano perl'Anniversariodell'annessionedella Sicilia, conl'effigie diGaribaldi

Sensibili alle foglie e' una cooperativa diricerca nel campo della socioanalisi edell'analisi istituzionale, con progetti dinarrativa indirizzata a scuole, ospedali,aziende, centri sociali, carceri ed istitutiper anziani, con l'obiettivo di accrescerela conoscenza e la consapevolezza diciò che regge e governa le istituzioni,perni della società odierna. L'attività edi-toriale conta undici collane di saggi, sto-rie di vita e testi emblematici per com-prendere l'uomo e la sua storia. IlProgetto memorie si prefigge la ricercadocumentaria, storica, socio statistica ebibliografica sull'esperienza armata disinistra degli anni '70, con cinque volumiesplicativi e seminari informativi e diapprofondimento. La parte editoriale diSensibili alle Foglie contiene oltre 600opere tra dipinti e disegni provenienti daistituzioni manicomiali e carcerarie,manoscritti, diari, quaderni che traduco-no con immagini e parole situazioni diestrema solitudine e di disagio, dando amostre itineranti, valido strumento didat-tico, esperienza unica per chi vuole com-prendere e condividere la sofferenza el'abbandono. Dalla Palestina provengo-no invece i disegni dei bambini che fre-quentano la Scuola Elementare SanGiuseppe di Betlemme e che denuncianola condizione di reclusione e di isolamen-to vissuti ogni giorno al di là del muro

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HIROSHIGEIL MAESTRO DELLA NATURA

da considerareuno tra i principa-li paesaggistig i a p p o n e s idell'Ottocento efra i più celebrirappresentantidella tecnicadello Ukiyo-e,pur presentandouno stile radical-mente diverso.

Crisantemo efagiano -mm.370x150 -xilografia a coloriDonazioneJames A.Michener 1975

Roma. Dal 17 Marzo al 7 Giugno laFondazione Roma presenta, presso il suospazio museale, la mostra del maestroUtagawa Hiroshige (1797-1858) 200opere di uno dei più grandi incisori e pittorigiapponesi che influenzò la pittura europeae soprattutto l'impressionismo ed il post-impressionismo. Numerosi artisti del XIXsecolo si ispirarono alla sua arte, tra cuiVincent Van Gogh che, profondamentetoccato dalla sua tecnica e dalle sue tema-tiche, riprodusse in modo fedele alcunesue opere in taluni quadri famosissimi. Lamostra, prodotta in collaborazione conArthemisia e curata da Gian Carlo Calza,con il coordinamento scientifico di TheInternational Hokusai Research Centre,presenta per la prima volta in Italia i lavoridel maestro giapponese e costituisce per-ciò un'occasione unica per conoscere unartista che, per la straordinaria capacità dicontemplare ed esprimere la natura nelsuo lato più armonico, anche nel belmezzo di tempeste di neve o gorghi dimare, invia ancora oggi il messaggio diun'intensa capacità di ascolto religioso cheaccomuna i sentimenti dell'uomo al respirodel cosmo, avvicinando l'infinitamente pic-colo allo sconfinatamente grande.Provenienti dall'Honolulu Academy of Arts,le opere in mostra saranno poi esposte dal1 luglio al 10 settembre 2009 in una rasse-gna alla Dulwich Picture Gallery di Londra.Hiroshige fu allievo di Toyohiro e studiò lostile occidentale introdotto da Toyoharu.Fondò la scuola Utagawa. Con Hokusai è

Futurismo 1909-2009Velocità - Arte - Azione

Umberto Boccioni - Il bevitore 1914 - olio su telacm.86x87 - Milano-Civico Museo di Arte

Milano-Palazzo Reale. Dal 6 Febbraio al 7Giugno la città dedica una grande mostraal Futurismo per celebrarne il Centenario,promossa dal Comune di Milano e daSkira Editore, curata da Giovanni Lista eAda Masoero e prodotta da PalazzoReale in collaborazione con Skira eArthemisia e che occuperà l'intero pianoterreno della Reggia milanese, divenendol'evento centrale di un ricco programma diiniziative promosso dal Comune di Milano,con manifestazioni di teatro, cinema,danza, moda per tutto il 2009.Quattrocento le opere esposte, tra le qualidipinti, disegni, sculture, accanto a progettie disegni d'architettura, scenografie ecostumi teatrali, fotografie e libri, fino aglioggetti del quotidiano come arredi, articolidi arte decorativa e pubblicità firmatiFuturismo. Unica tra le molte manifestazio-ni espositive del Centenario, la mostra sipropone di documentare il vastissimocampo d'azione del Futurismo, non soloriferendosi ai più celebrati anni Dieci, ma atutto il trentennio in cui fu vitale, fino aglianni Trenta, seguendone il percorso finoall'ultimo decennio dell'Ottocento, docu-mentando la cultura visuale entro cui ilFuturismo si formò, puntando lo sguardo alNovecento, dove artisti come Fontana,Burri, Dorazio, Schifano gli resero omaggio. Lamostra si apre con una panoramica della culturavisiva lombarda di fine Ottocento, presentando poila figura di Filippo Tommaso Marinetti ed articolan-dosi attraverso i decenni, con il tema del dinami-smo inteso come nuovo valore assoluto dellamodernità, proseguendo lungo gli anni Venti, inun'Europa impegnata nella ricostruzione e nellariconversione industriale dopo la Grande Guerra,toccando gli Anni Venti e l'Aeropittura, conl'esperienza del Polimaterismo ed all'espe-rienza del Paroliberismo, terminandocon le opere del Dopo Futurismo.

L'ANIMA IN SCATOLAIl tempo e lo spazio di Maddalena

Rossetti

Maddalena Rossetti - Testatanew

(L.B.) Si aprirà giovedì 5 febbraio alleore 18:30 presso la GalleriaBlanchaert, in Piazza Sant'Ambrogio4 a Milano, la nuova mostra persona-le di Maddalena Rossetti dal titoloL'Anima in scatola che resterà adisposizione del pubblico fino al 14febbraio. Le capacità intuitive diMaddalena Rossetti sono emerseprepotentemente nelle opere piùrecenti, trovando ragione nelle conta-minazioni di una materia oggetto dellaquotidianità alla quale affidare attimifuggevoli, recuperando universi in cuirespirare la vita, procedendo senzacompromessi nell'interpretazione di un vis-suto provvisorio saturo di segni, tracce diumanità voraci di spazio e di tempo.

Con questa mostra l'artista realizza ilpensiero di riuscire a contenere l'es-senza dell'essere nella mente e nelcorpo, imbrigliando nel tempo memo-rie per abbracciare il significato del-l'esistenza, nell'opera-scatola chenon diviene sinonimo di compimento,ma incarna l'espansione della propriamemoria, nella bramosia della com-prensione e nella ricerca del proprioesistere. Maddalena Rossetti é nata aMilano nel 1967. Nel 1990 si è diplomata inpittura all'Accademia di Belle Arti di Brera ein illustrazione presso la Civica Scuola delCastello Sforzesco di Milano. Attualmente ilsuo impegno nella ricerca pittorica è inte-grato con l'attività di illustratrice nel settoredell'editoria e di decoratrice d'interni perspazi privati e luoghi pubblici. Parte di que-sti lavori si possono visionare sui suoi siti:www.filosofiadellaria.it e www.glifodesign.it

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PP AA OO LL OO GG OO RR II NN IIFEBBRAIO - 2009

L o s c i e n z i a t o d e l l e t e n e b r eUna nuova fiducia nelle possibi-lità della scienza, interpretatacome unica realtà in grado dioffrire all'uomo le soluzioni a tuttii suoi bisogni ed inquietudini, simanifestò nel XVIII e poi ancorpiù esplicitamente nel XIX seco-lo con il fiorire, in vari settori, diricerche in qualche caso consi-derate poco ortodosse dall'intel-lighenzia, ma che permisero difar avanzare lo stato della cono-scenza producendo ottimi risul-tati. Il Positivismo in particolare,con lo sviluppo di una praticascientifica sempre più specializ-zata e basata su di una semprepiù accurata sperimentazione,cercò di giungere a descrivere leleggi che reggono i fenomeninaturali, nel rifiuto di ogni inter-pretazione fantastica. In questoclima, che seppe nutrirsi anchedelle nuove istanze di nazionali-smo, liberalismo e democrazia,ben si colloca una singolarefigura di pensatore, scienziato epatriota: Paolo Gorini, general-mente noto per le sue ricercheapprofondite in vari ambiti scien-tifici, dalla matematica e dallafisica alla geologia ed alla vulca-nologia, ma soprattutto per irisultati ottenuti nello studio del-l'imbalsamazione, della pietrifi-cazione e della cremazione deicadaveri, tecnica questa utiliz-zata ancora oggi tramite l'usodel forno crematorio da lui pro-gettato nel 1878 a Lodi e repli-cato più tardi nel cimitero londi-nese di Woking, come aBombay nel 1880. Nato a Pavianel 1813, figlio del matematicoGiovanni Gorini, si laureò inmatematica a soli 21 anni, ini-ziando contemporaneamente adoccuparsi di geologia e vulcano-logia, studiando l'origine dei ter-remoti, la biologia e la fisiologia.Lodi lo accolse nel 1834 quan-do, vinto il Concorso per laCattedra di Scienze Naturalipresso il Liceo Comunale,egli elesse la città a sua dimora

definitiva, trovando qui rispettoed una certa liberalità verso gliesperimenti sui cadaveri chepresto lo assorbirono comple-tamente. Per i lodigiani Gorinidiventò l'uomo che facevacamminare i morti e le sue spe-rimentazioni erano rispettateed un po' temute. Insegnantepartecipe ed appassionatopose grande zelo nell'impegnoeducativo, svolto con liberalitàdemocratica e spirito indipen-dente, venato da un certo ribel-lismo. Infatti, fu sempre vivo inlui il ricordo del suo primo istitu-tore, quell'Alessandro Scanniniche, indirizzando la mente delsuo allievo verso invenzioni edesperimenti, soddisfece la suaenorme sete di sapere.Convinto e focoso patriota,Scannini venne giustiziato nel1853 durante le persecuzioniaustriache ed esercitò probabil-mente un'influenza politica sulgiovane Gorini, che condivisepienamente gli ideali di libertà ed'indipendenza del patriottismoitaliano risorgimentale. Neiprimi anni del suo soggiorno aLodi il giovane scienziato siinteressò di matematica, perpoi passare alla geologia, pro-prio allora sorgevano le primecattedre di geologia modernanelle università, quindi all'ap-profondimento degli studi sul-l'origine dei vulcani, seguendoappassionatamente il dibattitofra i più famosi scienziati deltempo sulla natura dei processiformativi delle rocce e dellasuperficie terrestre. Molteplicifurono i suoi esperimenti, tantoche nel novembre del 1868giunsero espressamente daMonza per osservare una provadi vulcanologia il Principe Umberto,la principessa Margherita e laDuchessa Litta. Durante tutta lasua vita dedicata all'indaginescientifica il Gorini tenne unatteggiamento distacco e di cri-tica nei confronti distacco

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della scienza uffi-ciale, soprattuttodi quegli accade-mici che spessolo rinnegarono ederisero, prote-standosi isolato e"diverso". Nelsuo laboratoriolodigiano eglilavorò sempre insolitudine condignità e rigore,solitario cultoredi scienza chenelle copiose esvariate letturetrovò spunti diricerca, inseren-dosi nel quadrodelle problemati-che del suotempo e traendo-ne i temi più consoni alla sua grande capacità di ricercatore.Gorini si dedicò agli studi sulla conservazione dellesostanze organiche per quasi quarant'anni e fu pro-prio questo genere di interesse scientifico che avvol-se la sua figura in un'aura di ambiguità e leggenda.La sua abissale curiosità si sviluppò molto presto,all'età di dodici anni, quando iniziò a sperimentare lealterazioni delle sostanze, della scienza ufficiale,soprattutto di quegli accademici che spesso lo rinne-garono e derisero, protestandosi isolato e "diverso".Nel suo laboratorio lodigiano egli lavorò sempre insolitudine con dignità e rigore, solitario cultore discienza che nelle copiose e svariate letture trovòspunti di ricerca, inserendosi nel quadro delle pro-blematiche del suo tempo e traendone i temi piùconsoni alla sua grande capacità di ricercatore.Gorini si dedicò agli studi sulla conservazione dellesostanze organiche per quasi quarant'anni e fu pro-prio questo genere di interesse scientifico che avvol-se la sua figura in un'aura di ambiguità e leggenda.La sua abissale curiosità si sviluppò molto presto,all'età di dodici anni, quando iniziò a sperimentare lealterazioni delle sostanze, conservando un panino algiorno ed annotandone le trasformazioni. Nel 1842diede inizio all'attività sperimentale sulla conserva-zione delle sostanze animali con l'obiettivo di elabo-rare una tecnica in grado di frenarne putrefazione edissoluzione. Gorini, infatti, vedeva nella decompo-sizione del corpo umano un inutile scempio e se lenuove scoperte scientifiche avessero potuto evitarequesto processo naturale si doveva procedere

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foto gentilmente offerte da ASL dellaProvincia di Lodi - dr. A. Carli.

sulla via del progresso e della cono-scenza. Di conseguenza si prefisse laconservazione per un tempo abbastan-za lungo di salme per studi anatomici,la conservazione definitiva dei corpi edi parti del corpo umano normali opatologiche da destinare a musei ana-tomici, partendo dal presupposto cheper bloccare il degrado post-mortaledei tessuti si doveva ricorrere all'intro-duzione di liquidi oppure al congela-mento. Per raggiungere ogni parte delcorpo egli optò per la tecnica dell'intro-duzione di liquidi attraverso il sistemavascolare, raggiungendo tutti i tessutigradualmente, usando una tecnicasimile a quella detta dell'ipodermoclisi.Praticata nelle salme un'incisione cuta-nea preferibilmente a livello inguinale,egli introduceva l'estremità di un tubodi vetro fornito di uno svasamento ter-minale dove venivano fissati i lembidella cute incisa legati con un filo dicanapa o di seta. L'altra estremità deltubo, che veniva tenuto in posizioneverticale, era collegata con il recipientecontenente il liquido da immettere.Questo inizialmente penetrava moltorapidamente, poi man mano piùlentamente, ma sempre in manieracontinuativa per circa sette-otto giorni.Per gli studenti delle facoltà di medici-na era a quel tempo ancora alquantodifficoltoso reperire salme su cui effet-tuare studi accurati e l'idea dello scien-ziato fu di trattare i cadaveri in modoche per qualche mese potessero dive-nire facile mezzo di studio. Per questatemporanea conservazione il liquidousato era l'acido solforico molto diluito,mentre per eseguire una vera e propriaimbalsamazione si doveva ricorrere aduna mescolanza di soluzioni alcolichesature d i b ic loruro d i mercur io(sublimato corrosivo) e di cloruro di cal-cio. In otto giorni il Gorini ne introduce-va dai venti ai trenta litri e le salmerisultavano notevolmente inturgidite;allora le esponeva all'aria o al solemoderato per far riacquistare le dimen-sioni primitive e, poste in una teca digesso, le introduceva in una stufa pergiungere all'essiccazione.............Successivamente, con il solito sistemadella cannula di vetro, introduceva delgrasso speciale, lo spermaceti, per farriacquistare alla pelle morbidezza eforma alle parti molli. Gorini in quasivent'anni portò a termine ben 1700 pre-parazioni, non rivelando mai le tecni-che usate, probabilmente perché

uno dei più noti imbalsamatori parigini,che riconobbe la superiorità dei prepa-rati goriniani, non temendone mai laconcorrenza, accorgendosi ben prestodi quanto fosse sprovveduto nel rico-noscere i mezzi per imporre il proprionome alla società parigina. Infatti,quando il chimico pariginoBuenaventura Orfila, direttore dellafacoltà di medicina, gli chiese di rivela-re i segreti del suo procedimento aduna commissione dell'Accademia diMedicina, Gorini non ne volle sapere,attirandosi così, anche a Parigi, delleinimicizie, tanto che il prefetto di poliziagli tolse l'autorizzazione di operare suicadaveri. A proteggere Gorini rimaserosolo la Trivulzio ed un membrodell'Accademia, R.Dubois. Così nel1847 il nostro scienziato tornò amareg-giato alla sua Lodi. Nel 1872 Gorini,all'età di 59 anni, dopo quarant'anni distudi sulla conservazione delle sostan-ze organiche, rivolse la sua attenzionealla sperimentazione di un metodo persottrarre all'ignominioso processo diputrefazione i cadaveri nella sepoltu-ra.Nasce così l'ennesima avventurascientifica che lo porterà alla costruzio-ne di un forno crematorio, che laSocietà Milanese per la Cremazionedecise di adottare dopo che una com-missione ne aveva valutato attenta-mente le caratteristiche appurandonela semplicità della costruzione, la facili-tà delle riparazioni, l'economia ditempo e combustibile, nonché la possi-bilità di osservare la combustione delcadavere attraverso alcuni fori laterali.Dell'apparecchio di Gorini esiste un'ap-profondita descrizione in un manuale diarchitettura datato 1952: ..si accendeun piccolo focolare ausiliario posto nelcamino di aspirazione, indi si introducela salma sul carrello e si accende ilcombustibile, fascine di legno dolce,nel focolare. La fiamma entra nellacamera di cremazione, si ripiega sulcadavere, lo investe e lo riduce incenere, utilizzando per la distruzionedella parte inferiore i gas emanati dallaparte superiore.La fiamma corre rapi-da, attiva e si cambia di continuo a con-tatto con la salma, mentre la tempera-tura giunge a 700°.I prodotti della com-bustione, seguendo la corrente prodot-ta dal camino di aspirazione, esconodalla camera di cremazione dalle aper-ture laterali e si portano nel caminodove, per l'azione del focolare ausilia-rio o Coke, subiscono un'ossidazione

venivano da lui continuamente cam-biate, sperimentandone di nuove piùefficaci e, soprattutto, perché soloall'estero, precisamente in Francia, glivennero fatte offerte per la cessionedel suo segreto. Nel 1846, infatti, loscienziato decise di recarsi in Franciadove aveva saputo che i suoi studianatomici avevano destato interesse,stimolato soprattutto dall'appoggiodella principessa Cristina BelgioiosoTrivulzio, che in seguito lo introdussepresso personaggi illustri quali l'astro-nomo e fisico Jean FrancoisDominique Arago. A Par ig i Gor in iebbe modo d i c o n f r o n t a r s ic o n J e a n N i c o l a s G a n n a l ,

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che li rende puri ed inodori. Il camino èmunito inoltre di una valvola che permettedi ridurne la sezione e quindi regolare laforza di aspirazione e la velocità dellefiamme. Con tutte le caratteristiche dell'in-tellettuale scientifico, Gorini fu lettoreattento, abile nella sintesi e nell'apprendi-mento dei temi scientifici del suo tempo etenace divulgatore. I suoi reperti anatomi-ci costituiscono una testimonianza palesedelle istanze scientifiche dell'Ottocento,quella volontà di rendere popolare lascienza, di farla penetrare nella cultura,nelle conversazioni e nelle decisioni del-l'uomo, ricalcando il pensiero di CarloCattaneo, che ebbe nel Gorini il seguacee l'allievo più attento. E non essendoscienziato togato ebbe vita oscura, illumi-nata soltanto da un'attività politica che,indirettamente, servì alla sua fama di stu-dioso, ma non troviamo il suo nome tra isoci delle varie Accademie. La scienza, ilrifiuto della superstizione, la vittoria sul-l'ignoranza costituirono per Gorini l'incen-tivo a continuare sempre il proprio lavorocon serietà e puntiglio.....

Luisastella Bergomi

UUnn''AAmmeerriiccaannaa ddii PPhhiillaaddeellpphhiiaa rriiccoorrddaa

Il sapore di Budapest

Nella tua cucina lontana dalla miacasa ho mangiato il gulash per laprima volta. Io, che sono nata in unposto lontano tra due città sul fiume. Imiei ricordi nella nebbia sarannosempre un luminoso bianco nel gior-no, mentre di sera quel blu, quasinero si diffondeva sopra la cittàlasciando le luci gialle a illuminare laterra. Queste sono solo le pocheimmagini che mi ricordo fuori di casamia. Dentro sembrava sempre buiodal legno scuro dei mobili. Mi nascon-devo spesso sotto la tavola della salacentrale. I rumori che crescevano inquegli anni mi spaventavano e aspet-tavo lì ore.Nell'ombra vedevo solo unpo' di luce che entrava e con il mioorsacchiotto che stringevo aspettavol'odore delle spezie dalla cucina. Nonsentivo l'orario che passava da unsuono della campana. Il tempo pas-sava solo con gli odori. Anchequando è venuto i l momento

della cena non volevo uscire dallamia tana. Qualche volta prendevosolo un po' di pane, altre mi alzavoper stare accanto alla mamma che midava da mangiare dal suo piatto. Intanti anni i sapori sono diversi.Passavo da un posto all'altro a ritro-vare una casa. C'erano i momentidella salata e l'insipido. Ho provato adabituarmi alle altre spezie piccanti eagrodolci. Non sono riuscita a capireesattamente che cos'era o quandol'avevo assaggiato la prima volta. Eral'odore che mi ricordavo, il sapore erasempre un po' lontano da quello cheprovavo in questi anni. Volevo tornarelì alla casa dove ero cresciuta e parla-re la mia lingua, anche se dovevostare sotto la tavola e sentire gli urli ei fuochi. Volevo almeno assaggiareuna volta quello che non aveva unnome per me e che veniva dal piattodi mia madre. Non potrò mai più man-giare dal piatto di mia madre. Quandolei se ne è andata, io sono stata man-data via, lontana dalla mia casa e tuttii sapori sono spariti con lei. Tutto que-sto mi torna qui adesso mentre tu mispieghi le spezie mescolandole con lacarne e attendo seduta alla tavola ilsapore di Budapest.......................

Roanna Weiss

Voglia di Gulash

Ingredienti: gr. di muscolo di manzo, 120gr. di cipolla, uno spicchio d'aglio, un pizzi-co di semi di cumino, un cucchiaio papricadolce, un pomodoro medio maturo, unpeperone verde, due patate medie, sale,olio, un bicchiere di vino rosso.Preparazione: tagliate la carne a pezzi.Rosolare a fuoco medio nell'olio la cipollacon la carne mescolando spesso, per circa10 minuti. Aggiungere lo spicchio d'aglio, isemi di cumino, la paprica. Salare e bagna-re con 2 bicchieri d'acqua e portare a bollo-re sempre con fuoco moderato. Coprire,ridurre la fiamma e continuare la cottura percirca 1 ora. Aggiungere il pomodoro a pez-zetti, il peperone tagliato ad anelli, versareun bicchiere di vino rosso ed unire le pata-te. Salare e continuare la cottura coprendocon il coperchio, sempre a fuoco moderato,per altri 30 minuti. Controllare più volte cheil sugo non asciughi t r o p p o e s en e c e s s a r i o a g g i u n g e r e a c q u a .

Proseguono nel mese di febbraio le iniziative culturali dello Spazio Tadini di ViaJomelli 24 a Milano. Ne ricordiamo alcu-ne: Martedi' 3 Febbraio ore 21,00:Interferenze sonore, una tappa della ricer-ca artistica di Mario De Leo tra musica epittura. Con il musicista RiccardoSinigaglia, docente di musica elettronicapresso il Conservatorio di Milano, De Leoproporrà una performance musicale in cuile sonorità della musica elettronica si fon-

dono con la tradizione vocale mediterranea. Durante la serata verrà inaugura-ta anche la mostra dell'artista, connubio efficace e suggestivo tra musica e pit-tura, a disposizione del pubblico fino al giorno 8 Febbraio. Giovedì 5 Febbraioore 18,30: inaugurazione della mostra personale di Teresa Maresca dal titoloChiedi all'acqua. Alcune opere della pittrice, che vive e lavora a Milano, si tro-vano presso la Fondazione Micheletti di Brescia, il Museo Marino Marino diPistoia ed il Museo ex-Falck di Sesto S.Giovanni. La mostra resterà aperta finoal prossimo 2 Marzo. Martedì 18 Febbraio ore 21,00: Puntoacapo Editrice ilvolume Situazione temporanea di Marco Saya. Saranno presenti, oltre all'au-tore, Mauro Ferrari e Luigi Metropali. Letture di Cristina Lauro e Marco Saya.

Spazio Tadini presenta

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OOMMAAGGGGIIOO AA CCHHAARRLLEESS DDAARRWWIINNnel Bicentenario della nascita

Charles Robert Darwin nacquea Shrewbury (Shropshire) il 12Febbraio 1809, quinto figlio esecondo maschio del dott.Robert Waring Darwin e diSusannah Wedgwood. A due-cento anni dalla sua nascita intutto il mondo verrà celebratasia la sua figura di persona e discienziato che la sua teoria sul-l'evoluzione biologica; questecelebrazioni, in cui verrannoversati i rituali e consueti fiumi diinchiostro, andranno dalla piùpiatta e zuccherosa agiografiafino alla demonizzazione.Abbiamo già parlato di Darwinin queste pagine in una serie diarticoli che ne illustravano sia lavita che le opere; per celebrarneil bicentenario vogliamo lasciareparlare lui attraverso i suoi libri:

sia del fratello dell'economistaJohn Meynard Keynes, cheaveva sposato la nipote delnaturalista, ha scritto un libroaffascinante che per la primavolta coniuga tra loro scritti deltrisnonno tratti dal diario di viag-gio sulla M.H.S. Beagle, dai tac-cuini di appunti che Darwinteneva durante il tragitto divi-dendoli per argomenti, dalle let-tere che copiose scrivevaall'amata sorella Caroline, alpadre ed agli altri famigliari, aisuoi professori universitari, iltutto integrato da brani prove-nienti dal diario di bordo tenutodal Cap. Robert Fitzroy, dal suodiario personale e dalle sue let-tere. Il risultato è un resocontoaffascinante di uno dei viaggipiù importanti per la scienza,raccontato quasi in prima per-sona dai suoi protagonisti e pre-sentato dall'autore con unaprosa semplice ma coinvolgen-te. Ottima anche la traduzionedi Giovanni Maria SeccoSuardo. Impreziosisce il volumela riproduzione in bianco e neroed a colori di alcuni disegni edacquerelli di Conrad Martens,disegnatore presente sullanave, quasi un fotografo ante-litteram delle avventure dellaBeagle. Un'ultima curiosità sulvolume di Richard Keynes: par-lando del suo celebre avo

un itinerario affascinante ma nonprivo di ostacoli, come vedremo.Entrando in una libreria ben forni-ta e chiedendo un testo di Darwinci viene proposta un'offerta abba-stanza vasta, ma osservandomeglio si nota che si tratta di edi-zioni diverse di poche sue opere,la più importante delle qualie'senza dubbio L'origine dellespecie; seguono L'origine dell'uo-mo e la selezione sessuale, ilViaggio di un naturalista intornoal mondo; l 'Autobiografia. Giàqueste sono sufficienti per avereun quadro più che esaurientedelle sue idee, ma se un naturali-sta, uno studente di biologia o unlettore curioso volesse approfon-dire la sua personale conoscenzacon il grande naturalista inglese,cercando gli altri suoi scritti, dicui ha letto nelle biografie chesono stati pubblicati in questi ulti-mi anni, si troverebbe davanti adun ostacolo quasi insormontabile:non esistono edizioni italianerecenti. La maggior parte delleopere darwiniane furono pubbli-cate in Italia tra il 1872 ed il 1890dalla casa editrice torinese UTETin ottime edizioni e con splendidetraduzioni e mai più ristampate;

oggi sono rintracciabili solo sul mercato libra-rio antiquario a prezzi proibitivi od in libreriepubbliche, ma di difficile consultazione aven-do superato il secolo di stampa. Ancora ine-dita in Italia è una parte importante della suaproduzione, due volumi su tre delleGeological Obsevations, quello sulle isolevulcaniche e quello sulla geologia del SudAmerica, i due volumi della monografia suicirripedi e tutti gli articoli che lui aveva pre-sentato sui rendiconti di varie istituzioniscientifiche prima di ritirasi a Down House. Sispera che con il bicentenario della sua nasci-ta questa lacuna venga colmata e che siadisponibile per tutti l'opera omnia darwiniana.

Charles Darwin

Fossile di Florissantia quilchenensis 49 milioni di anni

In attesa delle operedi Darwin possiamocitarne alcune su dilui, due un particola-re meritano unamenzione specialetrattandosi di libriscritti dai suoidiscendenti. Il primoè di Richard Keynes"Fossili, fringuelli efungini. Le avventu-re e le scoperte diCharles Darwin," Ed.Bollari Boringhieri.L'autore, discen-dente sia diCharles Darwin,

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l'autore lo cita sempre e solo con il nome di battesimo, togliendo al libro unacerta pedanteria e dandogli un'aria molto inglese di racconto di famigliaattorno al caminetto. Il secondo libro è scritto da Randal Keynes, figlio del-l'autore precedente, "Casa Darwin. Il male, il bene e l'evoluzione dell'uo-mo" Ed. Einaudi. Frugando un giorno in uno scatolone pieno di cianfrusa-glie di famiglia l'autore trovava l'astuccio di scrittura di Anne, l'amatissimafiglia di Charles ed Emma Darwin morta all'età di dieci anni, conuno scritto autografo in cui Darwin aveva preso nota degli ultimimesi d i v i ta de l la f ig l ia . OOPPEERREE DDII DDAARRWWIINN PPUUBBBBLLIICCAATTEE

DDAALLLLAA CCAASSAA EEDDIITTRRIICCEE UUTTEETT DDII TTOORRIINNOO1872 Viaggio di un naturalista intorno al mondo.

1875 L'origine delle specie per selezionenaturale1876 Variazioni degli animali e delle pianteallo stato domestico *1878 Gli effetti della fecondazione incrociatae propria nel regno vegetale*1878 I movimenti e le abitudini delle pianterampicanti*

1878 Le piante insettivore*1882 L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto al sesso1882 La formazione della terra vegetale per azione dei lombrichicon osservazioni…**1883 I diversi apparecchi per mezzo dei quali le orchidee vengonofecondate dagli insetti*1884 Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie*1884 Il potere di movimento delle piante*1885 Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delleisole madreporiche*1890 Dell'espressione dei sentimenti nell'uomo e negli animali.*) Libri di cui non sono state fatte edizioni successive.**) Di questo libro esiste una ristampa anastatica del 1982, oramaiquasi introvabile.

"Dai sentimenti che provò per Annie(Darwin) apprese la forza costantedegli affetti, il paradosso del dolore, ilvalore dei ricorsi e i limiti della cono-scenza umana (p.5)". Il risultato è unlibro avvincente, la descrizione dellavita del grande naturalista ingleseraccontata dall'interno. Anche luicome il padre nomina Darwin a lamoglie sempre con il nome di battesi-mo. Si parlava prima di alcune biogra-fie pubblicate recentemente, ne citia-mo due: la prima e' di Niles Eldredge"Darwin" Ed. Codice. L'autore, pale-ontologo, biologo, evoluzionista, èstato insieme a S. J. Gould l'ideatoredella teoria degli equilibri punteggiati.Dotato di una genuina verve polemicai suoi libri sono sempre stati fonte diappassionate discussioni, ma sempredi alto livello. In questo libro offre unritratto sfaccettatodi Darwin; straordi-nario l'impianto iconografico. Il secon-do volume e' di David Quamman"L'evoluzionista ri luttante" Ed.Codice. L'autore, collaboratoredella rivista National Geographic,presenta con questo libro unabiografia onesta e dettagliata, difacile lettura, centrata più sul latodomestico della vita di Darwinche su quello pubblico.

Franco Rossi

Conrad Martens - acquerello dipinto durante l'esplorazione della terra delfuoco con i nativi Fuegini che incontrano il Beagle

Partendo da questo scritto RandalKeynes ha cercato le tracce di questasua piccola antenata nei documenti difamiglia ricostruendone la breve vita el'impatto che ebbe sui genitori la suamalat t ia e la mor te prematura.

Annie Darwin

1111FEBBRAIO - 2009

QQuuaannttee ssttoorr iiee……ppeerr uunnaa ffaavvoollaaUn Natale di coraggio cercando il senso della vita che rimane

Considero un privilegio aver vissuto dabambina in un cascinale sulle colline delveneto, sfollata da Milano con i nonni pater-ni a causa della Seconda GuerraMondiale. I miei genitori, per vari motivi,dovettero rimanere in città. La giornata delS. Natale era, lo è e sempre lo sarà la gior-nata dei tutti buoni, dei doni, dei contattiumani, delle riverenze, dei sorrisi, degliabbracci e delle parole augurali di buona elunga vita. Tutti sinceri? Per un giorno. Peravere e contraccambiare regali? Per farebella figura? Per dimostrare il proprio affet-to? Per sdebitarci? Sarà questo il verosenso di vita di questo santo giorno? Io,quel giorno, nel cascinale in collina, ho rice-vuto una bambola tutta per me, fatta distracci dalla nonna, con le fattezze del voltodisegnate dal nonno con la carbonella econ i capelli di paglia sottile fatti da unaragazza del gruppo contadino che ci ospi-tava. Ma di questo, all'epoca, io non sape-vo nulla. Per me era un dono di GesùBambino perché ero stata buona tutto l'an-no. Non era molto bella la mia bambola,ma era mia. Aveva l'aria triste di chi ha biso-gno di cure. Imparai da mia nonna a farlenuovi vestitini con straccetti colorati, atenerla pulita e con i capelli in ordine, masoprattutto a volerle bene tenendola sem-pre con me. Questo per lei era il mio rega-lo, non per un giorno, per sempre. Quandoun giorno un bambino cattivo me la strap-pò distruggendola, piansi a lungo.A voltemi sembra di vederla in qualche piccolabambina rom, che nella mia città di Milanosovente si incontra. Avrei voluto, nel miopiccolo cuore, che quel giorno dei tuttibuoni fosse così per tutto l'anno, pensan-do che la guerra potesse finire per sempre.Poi, un bel giorno, terminò veramente e la

mia famiglia si ricompose a Milano. S.NATALE2008. Alla terza età scrivo la lettera a GesùBambino: per essere stata buona voglio trebambole alle quali voler bene, in ricordo dellamia del tempo di guerra e voglio aver cura diloro. Tre storie di Natale: A- M - R. In comune,nelle loro storie, l'assenza della madre. A. e'romena. Una storia da giovane che emigra,reggendosi sulle proprie forze, dando esempiodi come vivere la propria esistenza onesta-mente. Insegnandomi nella sua lingua le paro-le necessarie per fare gli auguri alla madre,con il moderno cellulare riesce a mettermi incontatto con lei, regalandomi un'emozione eduna commozione da favola. M. e'di Mortara.Ha perso la madre da bambina. In parte la suastoria la conoscevo già, ma quel giorno è statal'occasione per completarla, trovando lei soli-darietà ed amicizia, con le altre mie due bam-bole. Favoloso. R. e'della Valtellina. Rimasta incittà, dove lavora, per accudire la propria gattada terza età malandata in salute, riceve la tele-fonata natalizia dalla madre lontana, sullemontagne innevate della Valtellina. Al telefonocon il viva voce tutte ascoltiamo la descrizionedel paesaggio invernale che si vede dalla fine-stra della sua casa, con il camino scoppiettan-te di legna profumata. Noi ci immaginiamo là.Come in una favola dalla tenebrosa Milano. Ionon sono una persona sola, perché ho sem-pre avuto la mia bambola, ma per quel giornoho voluto rendermi tale da tutto il solito paren-tado natalizio. Questo e' stato il mio coraggioper rivivere il felice momento del dono dellabambola, per dimenticarne la distruzione econquistarne tre. Tre storie…una favola del2008. Zina Smerzy

David Zelenka - Madonna con bambino

EErraa ii ll tteemmppoo…………Il 27 gennaio scorso e' scomparso, dopoun lungo periodo di malattia minoReitano, uno dei piu' grandi ed amaticantautori e compositori italiani, unsignore della musica ed delle parole cheha dato moltissimo alla canzone italiana,ricevendo in cambio l'affetto sincero diun pubblico affezionato. Autore anchedelle musiche di quasi tutte le sue can-zoni, Reitano ha scritto numerosissimibrani per altri artisti, tra cui il notissimoUna ragione di piu' per Ornella Vanoni.Mino non ha mai avuto vita facile, suamadre mori a soli 27 anni dandolo allaluce, nel paesino di Fiumara. Studiato 8anni al Conservatorio di Reggio Calabriail violino, il pianoforte e la tromba e sipuò dire che la sua carriera iniziò con il

R o c k a n d R o l l n e l g r u p p of o r m a t o d a i f r a t e l l i , c o n iq u a l i p a r t e c i p o ' a l F e s t i v a ld i C a s s a n o J o n i c o e d a l l ar a s s e g n a d e l l a m u s i c a c a l a -b r e s e , i n c i d e n d o i l s u op r i m o 4 5 g i r i n e l 1 9 6 1 .

La band dei f ratel l i Rei tano

Alla fine di quell'anno emigrò inGermania, dove si esibi anche in un clubdove suonavano i Beatles. Egli racconta-va' spesso questo episodio, menzionandoil legame instaurato con John Lennon.Rientrato in Italia nel 1963 iniziò a scrive-re canzoni, ottenendo contratti da variecase musicali ed il successo fu assicura-to. Ma questo ricordo del grande Minonon sarà lo sterile resoconto dei suoi tantisuccessi e delle numerosissime parteci-pazioni a festival e trasmissioni canore,ma vuole fermarsi a ricordare un momen-to particolare vissuto in età adolescenzia-le, un concerto del cantante in una piazza,talmente coinvolgente da restare impres-so nella memoria, un fotogramma dellavita di un uomo che per la musica ed il suopubblico non si risparmiava, donandoamore e gioia a pine mani. Un grazie aMino Reitano per quel ricordo indelebile.

Milano. E' in scena fino al prossimo 8Febbraio al Teatro Franco Parenti la com-media di Yasmina Reza Il Dio della carne-ficina, con Anna Bonaiuto, Alessio Boni,Michele Cescon e Silvio Orlando, regia diRoberto Andò, scenografia, luci e costumidi Gianni Carluccio, traduzione diAlessandra Serra. Reduce da un grandio-so successo in Francia, questo spettacoloe' uno dei più attesi della stagione teatra-le milanese. Tutto si svolge tra due coppiedi genitori che si incontrano per cercare diappianare un litigio intercorso tra i figli, maquesto incontro si rivelerà una bomba adorologeria che scoppiando por terà a l lar iba l ta v io lenze represse e f ru-s t raz ion i ca ra t t e r i s t i che de l -l 'od ierna soc ie tà . Dopo Mi lano lospe t taco lo toccherà mo l te c i t tài t a l i a n e f i n o a l l a f i n e d i A p r i l e .

Il Dio della carneficinaIl Dio della carneficinaApproda al Teatro Parenti ungrande successo

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SS II RR II AAemoz i on i su l l a v i a d i Damasco

quarta parte

FEBBRAIO - 2009

Palmira - la via colonnata

Palmira - l'Agora'

Palmira - il tetrapilo

L'antica Tadmuz o citta' dei datteri, oasi citata negliarchivi dei mercanti assiri, nelle tavolette di Mari enei testi di Emar, divenne Palmyra nel IV secolo a.C.Sosta carovaniera tra Mesopotamia, India e Cina,famosa per una sorgente d'acqua sulfurea chiama-ta Elqa citata anche dagli egizi nel 1400 a.C. per lesue proprietà salutari, Palmyra aveva una sua lin-gua ed una sua scrittura, il Palmirino e fu annessaall'impero romano da Tiberio. Una stele di marmocon un tariffario doganale, il primo nella storia, sitrova all'Ermitage di S.Pietroburgo. Con Adriano,Palmyra Hadriana divento' una città libera.Caracalla la elevo'a colonia, ma fiori' con il reOdenato, alleato di Roma, assassinato con il suoprimogenito. Continuo' a reggere il potere per ilfiglio minore la regina Zenobia, dalla leggendariabellezza. Donna ambiziosa, con il proprio esercitosottomise tutta la Siria, l'Anatolia ed il basso Egitto.

Poteva Roma accettare? Aureliano distrussecompletamente Palmyra e Diocleziano ne feceun campo militare, avamposto orientale dell'im-pero. Al mattino inizio la visita dal luogo che larese famosa, la sorgente Elqa e proseguo per lanecropoli, con le sue torri di quattro, cinquepiani che sorgono dalla sabbia, sono tombe. Lapiù interessante è la torre di Elahbel, l'interno hadecorazioni raffinate e colonne scolpite con ilvolto del defunto. Salgo all'ultimo piano e gododi un magnifico panorama sulla vallata. In cimaad una montagna domina il castello arabo diQalah ibn Maan. Non vi è un ordine per questetorri-tombe, ma testimoniano la ricchezza e laraffinatezza della città. Il modo di seppellire idefunti cambia con i romani, le tombe sono adipogeo. Scavate nel sottosuolo, sono le meglioconservate. Bellissima la tomba dei tre fratelli,con all'interno tre grandi sarcofagi scolpiti che

raffigurano la famiglia, con moglie e figli, gliuomini hanno tratti somatici simili. Ancora super-bamente affrescata grazie al deserto, curiosa-mente contiene circa 200 piccoli loculi su piùlivelli, in stanze laterali, che venivano venduti equesta fonte di guadagno mi fa pensare che i pal-mirini furono formidabili commercianti, antichiimpresari di pompe funebri. Arrivo alla città edinizio la visita dal tempio del dio Baal, prima divi-nità in Mesopotamia e Palmyra. Il tempio, dedica-to alle tre divinità palmirine di origine babilonese,Baal, Yarhibol, Aglibol, è recintato e la sua cella èintatta. Le colonne con capitelli corinzi che porta-no all'ingresso monumentale sono state restaura-te. In origine l'edificio era coperto e su un lato del-l'entrata ammiro due lastre del rivestimento origi-nale, tra colonne scolpite. Una piccola parte èdedicata al dio del la fert i l i tà Malakbel .

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tramonto

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Palmira - l'area archeologica dall'alto

Damasco - la grande moschea - il cortile

Bosra - la piazza delle terme

Sono poi rappresentati sette pianeti ed i dodicisegni dello zodiaco. Percorro la lunga via colon-nata, con portici laterali su cui anticamente siaffacciavano negozi ed edifici. Le colonne pre-sentano tutte una mensola in quanto reggevanole statue delle personalità del tempo. Perduta laparte di via che anticamente univa la città al tem-pio di Baal, rimane lo stupendo arco trionfale atre fornici, costruito in modo da mostrare entram-be le facciate. Un magnifico tetrapilo chiude lavia colonnata. Non mancano le terme, con lavasca personale della regina Zenobia, che facevail bagno nel latte di cammella. Il teatro e' ben con-servato, con le gradinate, l'ordine della scena, illastrico dell'orchestra e la parte del coro.Accanto, un cortile a peristilio a forma di ferro dicavallo , sede del senato della città. L'Agorà èmolto vasto, qui si svolgeva la vita di Palmyra.

Concepito come un edificio, e' circondatoda mura porticate dove si aprivano undiciporte, con la sala dei banchetti per i pastidurante le cerimonie religiose. Segue ilsantuario del dio Nebo. Quello di Baal-Shamin è chiuso, vedo dall'esterno lacella con le colonne corinzie del pronao.Proseguo verso un piccolo tetrapilo cheporta al tempio della dea alata della guer-ra Allat. Nell'area dove sorgeva il palazzodella regina Zenobia, Diocleziano edificòil suo centro militare dall'imponente scali-nata che portava al cuore del comandoromano, con una struttura essenziale,dove è difficile distinguere i vari ambien-ti. Vi sono molte colonne ed i resti di unaporta a tre fornici chiamata porta pretoria.A terra, una lastra staccata reca inciso inlatino: ricostruttori del mondo e padronidel genere umano, i nostri signoriDiocleziano e Massimiliano, imperatoriinvincibili e Costanzo e M a s s i m i l i a n oG a l e r i o , n o b i l i s s i m i c e s a r i ,

hanno fondato questo campo sotto auspici favo-revoli per opera di Sassiano Hierocle perfettissi-mo governatore della provincia, devoto al lorogenio ed alla loro maestà. Interessante la visita almuseo di Palmyra, dove tutte le iscrizioni antichesono in palmirino. Le statue presentano, a mioparere, più raffinatezza greca che tratto romano.Ripercorro ancora una volta la bella via colonna-ta e vedo persone al lavoro che parlano italiano,sono archeologi della Statale di Milano con il per-messo di scavo dove potrebbero trovarsi i restidelle abitazioni dell'antica città. Auguro lorobuon lavoro e termino la giornata con la salita alcastello arabo dove attendo il tramonto. Il soleche muore rende la sabbia dorata e dona unacolorazione particolare a palme, ulivi ed all'anticaPalmyra, un vero miraggio. Domani torno aDamasco, percorrendo ancora 250 chilometri dideserto, con beduini, capre, dromedari ed un tèinaspettato. Infatti, nel tragitto incontriamo unapiccola costruzione in legno, arredata con

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Damasco la grande moschea la cupola del tesoro

Bosra - l'anfiteatro romano

tappeti dai colori vivaci dei beduini e selle di dromedario, ilBagdad Cafè come il film girato in parte in questa zona. Ilgiovane beduino che ha aiutano il regista, su suggerimen-to di quest'ultimo ha continuato a servire tè con successo.Fuori e' montata la tenda dove vive. Dopo il silenzio, il traf-fico di Damasco è caotico. Ci rechiamo al caratteristico sukcoperto, affollatissimo. Due piani, negozio e sopra magaz-zino, tetto a volta ed agli incroci una cupola per far entrarela luce. Vi sono caravanserragli ed hamman, uno e' anti-chissimo. Entro in questo luogo bello e rilassante, uominiseduti sui divani fumano il narghilè e la mia presenza nonturba nessuno, anche se portano solo un asciugamano suifianchi. Esco in una piazza ampia con un colonnato roma-no importante, l'epoca è quella di Settimio Severo e qui sor-geva un tempio dedicato a Giove. Divenne la chiesa di S.Giovanni Battista con un monumentale ingresso ed attual-mente è la grande moschea degli omayyadi, dal vasto cor-tile con al centro la fontana delle abluzioni ed ai lati i can-delabri di Bayram. Ammiro i padiglioni ottagonali sorrettida colonne, la cupola dell'orologio ed all'altro lato Bayt al-Mal o cupola del tesoro, rivestita da mosaici dorati dai raf-finati disegni di palme, che in passato conservava il tesorodella comunità. Il portico occidentale presenta una decora-zione a mosaico unica, raffigurante l'antica Damasco concase, palazzi immersi nella lussureggiante vegetazione,con il fiume Barada che l'attraversa, un luogo incantato.Entro nella grandissima moschea a tre navate con al centroun bel mihrab. Qui si trova il cenotafio di Giovanni Battistadove è conservata la sua testa. Sono stupita dalla venera-zione dei fedeli, che pregano con una mano sulla griglia delsarcofago ed offrono denaro e candele. Giovanni Battista,

Yahia, è per i mussulmani il profeta che precedette la venuta di Maometto. Ai lati del corpo centrale si trovanoquattro sale dedicate al culto di persone santificate ed una, affollatissima, e' quella che contiene la testa diHussein, figlio di Ali, genero del profeta, santo per gli sciiti. La guida dice che circa duemila persone al mesegiungono dall'Iran per pregare sul grande cenotafio d'argento. All'uscita trovo la madrasa Aziziyah con latomba di Saladino. Due sono le tombe del sovrano, la prima del XII secolo in legno scolpito ed accanto una inmarmo, dono dell'imperatore tedesco Guglielmo II. Riprendo il suk ed esco da un arco romano che apriva ilcolonnato della via Recta, dove avvenne la conversione di S. Paolo. La percorro tutta, pensando che quattrometri sotto vi è l'antica Damasco romana, l'arco infatti è stato sollevato. Una deviazione mi porta alla cappelladi S. Anania affidata ai frati francescani di Assisi. Una scalinata conduce alle due stanze scavate nella roccia,ora chiesa. Qui visse il discepolo di Gesù che battezzò S. Paolo. Alla fine della via Recta visito la cappella diS. Paolo che sorge nel luogo dove il santo fuggì da Damasco per salvarsi, calandosi dalle mura in una cesta. Nella seconda lettera ai Corinzi si narra che la cestasarebbe stata sorretta dall'arcangelo Gabriele. E'ovvio che la visita al museo di Damasco, che con-tiene tesori inestimabili, e' imperdibile. Domani lamia meta è Bosra e devo percorrere parecchi chilo-metri. Qui la terra è fertile, vedo contadini raccoglie-re pomodori. All'orizzonte si staglia il monteAramon di 3000 metri ed il Golan. Arrivo a Bosra,la città che Traiano fece capitale della provinciaromana d'Arabia, citata negli elenchi delle cittàdel faraone Thutmosis III e negli archivi delfaraone Amenophis IV a Tell al-Amarna. Punto didiffusione cristiana, fu anche importante tappaper le carovane che si recavano alla Mecca.Maometto vi soggiornò due volte, quando giova-ne mercante seguiva lo zio.. Il monaco cristianoBahira, sorpreso dal la sua vivace intel l i -g e n z a , g l i p r e d i s s e l a v i t a p r o f e t i c a .

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Entro dalla porta occidentale ad arco unico a fornice e percor-ro la via colonnata. La città è costruita solo con pietre di basal-to scuro, come la lastricatura delle strade. La pietra dura vul-canica ha conservato un tesoro inestimabile. Un'anomalia diBosra è che al suo interno è abitata. Tra colonne e resti diterme romane la popolazione ha costruito piccole case sfrut-tando il materiale archeologico ed il governo sta cercando diconvincerla ad andarsene offrendo loro denaro, per poterrestaurare la città romana. Una donna alla finestra mi guardamentre ammiro il capitello di una colonna che sorregge ildavanzale. Splendido l'arco a tre fornici che immette nel decu-mano, strada dell'antica città riservata al presidio militare.Originale del tempo il lastricato e le colonne laterali. Enormi leterme, di fronte un ninfeo con un colonnato alto 15 metri. Untetrapilo segna l'arteria principale ed arrivo al criptoporticoromano, un enorme magazzino per le merci con i negozi con-trassegnati ed una particolarità, un'alta colonna d'angolo chia-mata il letto della figlia del re. La leggenda narra che il re diBosra per proteggere la sua bellissima figlia fece costruire unastanza in cima alla colonna. Un giorno la fanciulla chiese unvassoio di frutta fresca, ma in un grappolo d'uva era nascostoun piccolo scorpione che la punse ed ella morì. Arrivo al foroed ai resti del grande Agorà. L'importante Bosra contava circacentomila abitanti. Vicino alla porta orientale si trova il belpalazzo reale di Traiano. Oltre al nucleo romano antico vi sonodue chiese, la cattedrale dei santi Sergio, Bacco e Leonzio e labasilica di Bahira. Originariamente la cattedrale a pianta qua-drata sorreggeva con otto pilastri collegati da archi un'enormecupola che crollò. Questa costruzione bizantina ricorda quelladi S.Vitale a Ravenna. Dalle mura perimetrali si ricostruì unabasilica più piccola addossata al coro, che conserva tracce dipitture sacre. A pianta rettangolare, alla basilica di Bahiramanca solo il tetto. Poi la parte mussulmana della città, lamoschea al-Umari risalente al 1060 con decorazioni a stucco.Nel lato opposto l'hamman Manjak, un bellissimo bagno pub-blico medioevale ricoperto da minute piastrelle, scoperto tra lecase e restaurato da una missione tedesca. Visito altre duemoschee antiche risalenti al 1100, quella di al-Khidr con antedi porte e finestre originali in basalto e quella di al-Mibrak odelle ginocchia, che sorge nel luogo dove Maometto pregò. Alsuo interno si trova una lastra con una serie di cavità, la leg-genda vuole che siano le impronte della cammella del profeta.Adiacente una madrasa del 1136, la più antica della Siria. Lacittà era dotata di due enormi cisterne d'acqua a cielo aperto,quasi due laghi, una è ancora in funzione. Era importantesostare qui prima di affrontare il deserto giordano. L'attrazionedi Bosra e' la cittadella. Fuori l'immagine è di un possentecastello arabo, con un fossato profondo a difesa e con acces-so da un ponte a sei arcate. Imponenti le dodici torri quadratecostruite con i resti della città romana. Percorro il ponte e girotra saloni con volte ogivali, corridoi poco illuminati e cammi-namenti di ronda con feritoie. All'interno uno stupefacente tea-tro romano da 15.000 posti. Mi colpisce la scena elegante eprofonda, articolata in tre zone, con tre ordini di colonne corin-zie. Al centro della scena solo i resti delle colonne. La cavea,di oltre 100 metri di diametro, è suddivisa in tre ordini di gradi-nate, con un sistema di aperture efficiente per un rapidodeflusso. Attualmente si organizzano spettacoli nel teatro diTraiano. Torno a Damasco, domani lascio questo paese che miha sorpreso con i suoi tesori e la sua modernità, accrescendola mia conoscenza. Ornella Marangoni

MMiillaannoo ssoottttoo llaa nneevveeLe numerose macchine soffocate dalla neve sembranogodere di questo letargo forzato, sotto uno strato mor-bido e compatto. Il biancore di tanto in tanto e' statoprofanato da mani giocose che non hanno resistito allatentazione di sondarne la consistenza. La neve rende imilanesi meno seriosi, sui volti attempati balugina unosguardo malizioso, divertito, gli occhi brillano all'idea diuna palla di neve ben fatta, di uno scivolone, di unaffondo nella coltre ancora intatta. Una coppia anzianalibera un'auto dalla neve con scopa e spazzolone, arri-va una conoscente e si ferma a chiacchierare - E' lamacchina di nostra figlia, le serve nel pomeriggio, lestiamo dando una ripulita - dice lui - Però e' una mera-viglia la città così - dice lei - e come si respira! Io cheho sempre problemi ho il naso e la gola liberi! L'altrasignora, che aveva esordito con toni catastrofici elen-cando gli incidenti dei tram causati dalla neve, sterzasulla bellezza del paesaggio e sull'insolito silenzio cheregna intorno. Alla fine i tre ridono a crepapelle ricor-dando fanciullezze in provincia. Ancora una volta laneve ha instillato un pizzicore, un palpito di eccentricitàin signori di norma posati, vissuti all'ombra rassicuran-te del buonsenso. Ora però e' il momento delle critiche,un gruppetto di persone si chiede perché non abbianoancora pulito le strade, si diffonde la voce che sia finitoil sale. - E ia volut l'Expo - commenta un tizio di mezzaetà dal fare ironico. Su Viale Monza il silenzio e' irrea-

le, il traffico e' praticamente inesistente, passa un'autoogni tanto a velocità ridottissima, la strada e' ingombradi neve. E' evidente che gli spazzaneve sono restatinelle rimesse. Vuoi vedere che la Moratti ha adottato lapolitica delle località sciistiche, lasciando tutto comenatura ha fatto per dare l'idea di un luogo incontamina-to? Che i nostri amministratori abbiano deciso di punta-re su un'inedita immagine di Milano? La gente si lamen-ta, alle fermate dei tram la calca cresce. All'orizzontecompaiono tram fantasma con destinazioni improbabili.Dietro Porta Venezia passa un tram completamentevuoto con la scritta Leoncavallo, la cosa destabilizzaper un attimo, poi ci si guarda intorno ed il paesaggio e'talmente insolito che nulla sembra stupire davvero. Ipasseggeri sorridono e si accalcano su un mezzo cheva in Piazza Fontana, quel tram non e' mai passato diqui ma che importa, le regole vengono sovvertite quan-do c'e' la neve. I molti negozi chiusi, il traffico ridotto equel silenzio così insistito acuiscono la sensazione diirrealtà, rendono la città irriconoscibile. Vent'anni fa glispalatori venivano reclutati tra gli studenti in cerca diqualche soldo da raggranellare, oggi sotto la tuta verded'ordinanza s'intravedono pelli scure e sorrisi bianchis-simi. Molti di loro non hanno confidenza con la neve, losi intuisce da un certo ritegno, una rigidità un po' buffa,ma a poco a poco la sostanza bianca agisce anche sudi loro come un leggero euforizzante. Probabilmenteanche gli spalatori coltivano come tutti noi la segretasperanza, inconfessabile, che la neve continui ad accu-mularsi senza sosta. Roby inviata delle strade milanesi

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LLAA SSCCOOMMMMEESSSSAA BBIIRRMMAANNAA

Shwedagon - il Buddha

Shwedagon, la grande Pagoda esantuario Buddista domina lacittà di Rangoon dalla collina.Simbolo della religiosità delpopolo birmano, secondo la leg-genda contiene le reliquie delBuddha. Qui monaci e gentecomune pregano inginocchiatidavanti ai grandi Stupa in oro esperano che qualcosa cambi.Strano destino quello del popolobirmano, dove il ciclone N a r g i sa d i s p e t t o d e l s u o n o m e

allontanamento dei giornalisti,hanno fatto calare l'attenzione sulpaese. Il sinistro potere militarecon cui la popolazione si confronta,i soprusi, gli abusi di potere, laburocrazia spietata, non fanno chepeggiorare una situazione che sitrascina da decenni. Solo tramiteweb giungono notizie sulla vita inquesto paese, un angolo d'Asiapoco conosciuto, s e n o n p e r g l is t r a o r d i n a r i t e m p l i p r e s e n t in e l l ' a r e a a r c h e o l o g i c a

con meno di un dollaro al gior-no e soffre per la mancanzadei dir i t t i di Pagan e risalential l 'anno mil le, fondamentali,cercando di sopravvivere aduna situazione economica disa-strosa. Unica speranza è AungSan Suu Kyi, Leader del Partitodi Opposizione, premio Nobelper la Pace e simbolo del paci-f ismo e della non violenza, cheda anni si trova agli arresti

Narciso ha spazzato conviolenza il Delta del fiumeIrawaddy, raggiungendo lacapitale e devastandola. Lapopolazione si trova ora agestire l'emergenza deisoccorsi, dopo il passaggiodi Nargis, che soffiando aduecento chilometri orari hasradicato alberi, abbattutoponti e distrutto abitazioninei quartieri più poveri. Lestime approssimative parla-no di 134.000 morti e diuna situazione sanitaria arischio epidemie. Il ritardocon cui le autorità birmanehanno aperto le frontiereagli aiuti internazionali hapeggiorato la situazione.Grandi organizzazioni inter-nazionali non governativesono al lavoro con l'Onuper portare aiuti. LaBirmania o Myanmar comehanno voluto chiamarla iGenerali,

domiciliari nella sua casa-prigione a Rangoon, dopoessere stata vincitricemorale delle elezioni delgodere della fiducia incon-dizionata del suo popolo.La scommessa sul futurodella Birmania si giocasulle possibilità di media-zione della leader dell'op-posizione, ma la strada dafare per raggiungere unavia democratica alternativaal Regime è ancora lunga.La capacità dei grandiMedia Occidentali di teneredesta l'attenzione sul paeseper garantire dei risultaticoncreti è indispensabile. IlGoverno Birmano, sostenu-to da vicini economicamen-te potenti, comprende pur-troppo di non correre realipericoli di destabilizzazio-ne, nemmeno di fronte alleaccuse di strage.

Alfredo Fellettila dittatura militare che daglianni 60' governa la nazione conpugno di ferro, è al centro del-l'attenzione dei Media internazio-nali da mesi. Rangoon, teatro inpassato di violente manifestazio-ni, ha visto i monaci esasperati,tra i primi a sostenere la prote-sta, scendere in piazza a fiancodella gente, per chiedere mag-giore libertà e democrazia. Laprotesta, sedata dalla ferocerepressione de l l 'eserc i to cheha soffocato la r ivo l ta ne ls a n g u e e d i l p r o g r e s s i v o

dove arte e spiritualità si confon-dono. Nei tanti monasteri, constatue del Buddha in oro, i mona-ci attendono ogni giorno di rice-vere l'offerta di cibo dalle comuni-tà dei villaggi. Recentemente ilgoverno del Myanmar ha strettoaccordi commerciali con India,Cina e Thailandia per lo sfrutta-mento delle risorse energetiche,impianti di telefonia, anche satel-litare, ammodernamento dellarete informatica, mentre la popo-lazione civile, t r a l e p i ùp o v e r e a l m o n d o , v i v e