il personaggiopietro scott jovane è da metà luglio amministratore delegato di microsoft italia, ma...

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pag.tredici GILDOCAMPESATO DODICI DOMANDE IL PROTAGONISTA p p 16. 29settembre12ottobre2008 «L a tecnologia è un grande motore di sviluppo. Tanto più in Italia dove ce n’è ancora poca e la competitività del paese perde colpi. È per questo che l’innovazione attraverso la tecnologia deve essere al primo punto di qualunque agenda della crescita ”. Pietro Scott Jovane è da metà luglio amministratore delegato di Microsoft Italia, ma prima di parlare della sua azienda e dei suoi progetti preferisce allargare il discorso: “Nessuna azienda – spiega – è avulsa dall’ambiente in cui opera. E noi di Microsoft ci teniamo ad essere parte dell’ecosistema in cui ci troviamo. Le tecnologie sono il nostro business; ma crediamo anche che esse siano indi- spensabili per far crescere il Paese, dare competitività alle sue industrie, migliorare i servizi della PA. Oltre a far stare meglio i cittadini. È anche questo che rende la mia sfida affasci- nante”. Oltre che di nome, il nuovo capo di Microsoft Italia è giovane anche di fatto. 40 anni compiuti il 27 settembre, luogo di nascita Cambridge negli Stati Uniti ma studi in Inghilterra e vita professionale in Italia, significa- tive esperienze in campo finanziario, prima di diventare numero uno di Microsoft Italia di cui ha guidato la divisione online. Che effetto le fa essere uno dei più giovani amministratori delegati d’Italia? Giovane? Guardi che in Microsoft l’età media è circa 38 anni, io sono più vecchio! Comunque, è un problema soprattutto di esperienza, non di età. E oggi certe esperienze si fanno molto prima che in passato. E poi Microsoft è un’azienda di giovani, anche se in Italia è stata fondata 23 anni fa. Dunque, ho la for- tuna di partire da basi solide. Il mio primo compito è prendere in consegna la legacy e dare continuità. Ovviamente, affrontando le sfide del nuovo. Si è detto esperto in conti. Che ci fa in Mi- crosoft? L’amministratore delegato. La mia esperienza finanziaria è nata lavorando fianco a fianco con i top manager, in particolare in Pilkington. Mi ha aiutato a capire i business, combinare i numeri col punto di vista di chi deve indicare le strategie o stabilire le priorità. E questo mi serve a capire, in particolare con i grandi clienti, come le loro scelte di innovazione vadano ad impattare nei loro piani di business, nelle loro strategie. La visione dell’amministratore delegato di Microsoft Italia: «L’innovazione passa attraverso le tecnologie dell’Ict. Vogliamo essere nel cuore del cambiamento» Atutto web bambini. Quello fatto con Olidata. Eravamo al mare e mi ha detto: bello, ma a cosa serve se non posso collegarmi? Si capisce perché metà delle console Xbox 360 che vengono comprate in Italia sono collegate direttamente alla rete per fare giochi online. E si capisce perché gli advertiser italiani ci abbiano chiesto di essere presenti all’interno dei giochi. Mi pare interessante: anche perché certi costi dall’utente passerebbero all’advertiser. Vuol dire che si fa ispirare da suo figlio? Voglio dire la tecnologia IT non è più un prodot- to cha nasce soprattutto in azienda per l’azienda. Quanto ad uso di tecnologie innovative, oggi i dipendenti sono spesso più avanti delle aziende dove lavorano. Penso alla predominanza del web o all’uso di dispositivi diversi per accedere alle proprie informazioni. È quel che Gartner ha definito la consumerizzazione dell’IT. È un feno- meno interessantissimo, anche perché può aiutare l’adozione delle tecnologie in azienda. L’Italia è un punto di osservazione molto significativo. Anche per noi di Microsoft. Accennavo all’advertising. È un mercato che vale 450 miliardi di dollari; fra due- tre anni la componente online varrà 150 miliardi, più del business attuale del software. È ovvio che cerchiamo di intercettare questo fenomeno, anche seguendo il comportamento degli utenti. Avanti col consumer, allora. Sì, ma già ci siamo solidamente. A parte i motori di ricerca dove il nostro percorso mira al medio lun- go termine, su tutte le altre piattaforme web quella di Microsoft è la prima adottata in Italia. Il nostro instant messaging ha un po’ meno di 14 milioni di utenti su 16 milioni complessivi, con tassi di crescita annui del 70%. Parlava di continuità. Ma Microsoft sta cambiando. Non sta cambiando ora. Microsoft cambia da sempre. Questo perché siamo fortemente legati al mercato. Ed il mercato è in continua evoluzione. Le nostre priorità cambiano in continuazione a seconda delle esigenze dei nostri clienti, consumatori, azien- de o pubbliche amministrazioni che siano. Non cambia il vostro peso da monopolio. Ne è sicuro? Intanto, agiamo nel mercato anche nei settori in cui la nostra quota non è forte. Ma se prendiamo l’insieme del mercato del software nel settore della Pubblica Amministrazione in Italia, Microsoft ha circa il 3%. Non mi sembra proprio un dato da monopolista e vuol dire che ci sono molte opportunità di crescita. Che target avete per l’Italia? Non forniamo dati sulle singole country. Posso però dirle che vogliamo continuare a crescere double digit. Anche in un mercato dell’Information Technology come quello italiano che il double digit se lo sogna da un bel po’. Il mercato corre. Verso dove? Me l’ha detto mio figlio. Gli ho regalato pc per Pietro Scott Jovane «Il futuro è in piattaforme uniche che consentano il massimo di interazione» «Il nostro obiettivo Italia? Crescita a doppio digit» E il pc per bambini cui accennava? Rientra nella strategia di attenzione al consu- matore, di seguirlo nelle sue varie esigenze, di personalizzare le proposte a seconda dei segmenti di mercato. Il futuro è in piattaforme uniche che consentano sì di giocare o lavorare, ma soprattutto di interagire. La nostra proposta tecnologica inte- grerà il livello più tradizionale, residente nelle ap- parecchiature possedute, e quello fornito attraverso la rete. Software più servizi, in altre parole. L’Italia ha pochi bambini ma tante piccole aziende. Non le dimentichiamo. Anzi, sono uno dei nostri target prioritari. In Italia Microsoft ha meno di 1.000 dipendenti ma muove un ecosistema di 25.000 partner, dentro il territorio a contatto con la realtà produttiva diffusa. E le Pmi italiane hanno moltissimo bisogno di tecnologia. Anche la PA ha bisogno di tecnologie. Io direi che ha soprattutto bisogno di interazione. Di aprirsi al web che significa aprirsi ai cittadini. A differenza di quel che si pensa, la PA ha già molte tecnologie: il problema è farle diventare servizi friendly per i cittadini. Pensiamo al Voip, per il quale abbiamo firmato un accordo col ministro Brunetta. Può servire a risparmiare sul traffico voce, ma può essere anche uno strumento che aiuta la messa in rete della pubblica amministrazione. Microsoft ha cambiato 3 amministratori dele- gati in pochi anni. La vedo con la valigia... Sì, perché sono appena arrivato. «Giovane io? Mica tanto! In Microsoft l’età media è più bassa. Ma è l’esperienza che conta» Nato a Cambridge (USA) nel 1968, Pietro Scott Jovane si è laureato in Economia e Commercio, presso l’Università degli Studi di Pa- via. Ha ricoperto incarichi in ambito finanziario in particolare nel team rappresentante gli azionisti (Pilkin- gton e Techint) preposto alla prima privatizzazione italiana: il Gruppo Vetrario SIV. A New York dal 1998 al 2000 è stato cfo per il Nord America del Gruppo Versace. Nel 2000 è stato cfo di Matrix, e quindi responsabile del controllo di gestione di Seat. Da 5 anni in Microsoft Italia, negli ultimi due anni è stato country manager di Online services group, portando la divisione a raddoppiare la propria dimensione. Un uomo di conti per lʼIT IL PERSONAGGIO Dalla Siv privata alla guida di Microsoft Italia Un manager che ha bruciato le tappe

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Page 1: IL PERSONAGGIOPietro Scott Jovane è da metà luglio amministratore delegato di Microsoft Italia, ma prima di parlare della sua azienda e dei suoi progetti preferisce allargare il

pag.tredici

GILDOCAMPESATO

DODI

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ILPROTAGONISTA

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N°16. 29settembre12ottobre2008

«La tecnologia è un grande motore di sviluppo. Tanto più in Italia dove ce n’è ancora poca e la competitività del

paese perde colpi. È per questo che l’innovazione attraverso la tecnologia deve essere al primo punto di qualunque agenda della crescita ”. Pietro Scott Jovane è da metà luglio amministratore delegato di Microsoft Italia, ma prima di parlare della sua azienda e dei suoi progetti preferisce allargare il discorso: “Nessuna azienda – spiega – è avulsa dall’ambiente in cui opera. E noi di Microsoft ci teniamo ad essere parte dell’ecosistema in cui ci troviamo. Le tecnologie sono il nostro business; ma crediamo anche che esse siano indi-spensabili per far crescere il Paese, dare competitività alle sue industrie, migliorare i servizi della PA. Oltre a far stare meglio i cittadini. È anche questo che rende la mia sfida affasci-nante”. Oltre che di nome, il nuovo capo di Microsoft Italia è giovane anche di fatto. 40 anni compiuti il 27 settembre, luogo di nascita Cambridge negli Stati Uniti ma studi in Inghilterra e vita professionale in Italia, significa-tive esperienze in campo finanziario, prima di diventare numero uno di Microsoft Italia di cui ha guidato la divisione online.

Che effetto le fa essere uno dei più giovani amministratori delegati d’Italia?

Giovane? Guardi che in Microsoft l’età media è circa 38 anni, io sono più vecchio! Comunque, è un problema soprattutto di esperienza, non di età. E oggi certe esperienze si fanno molto prima che in passato. E poi Microsoft è un’azienda di giovani, anche se in Italia è stata fondata 23 anni fa. Dunque, ho la for-tuna di partire da basi solide. Il mio primo compito è prendere in consegna la legacy e dare continuità. Ovviamente, affrontando le sfide del nuovo.

Si è detto esperto in conti. Che ci fa in Mi-crosoft?

L’amministratore delegato. La mia esperienza finanziaria è nata lavorando fianco a fianco con i top manager, in particolare in Pilkington. Mi ha aiutato a capire i business, combinare i numeri col punto di vista di chi deve indicare le strategie o stabilire le priorità. E questo mi serve a capire, in particolare con i grandi clienti, come le loro scelte di innovazione vadano ad impattare nei loro piani di business, nelle loro strategie.

La visione dell’amministratore delegato di Microsoft Italia: «L’innovazione passa attraverso le tecnologie dell’Ict. Vogliamo essere nel cuore del cambiamento»

A tutto web

bambini. Quello fatto con Olidata. Eravamo al mare e mi ha detto: bello, ma a cosa serve se non posso collegarmi? Si capisce perché metà delle console Xbox 360 che vengono comprate in Italia sono collegate direttamente alla rete per fare giochi online. E si capisce perché gli advertiser italiani ci abbiano chiesto di essere presenti all’interno dei giochi. Mi pare interessante: anche perché certi costi dall’utente passerebbero all’advertiser.

Vuol dire che si fa ispirare da suo figlio?Voglio dire la tecnologia IT non è più un prodot-

to cha nasce soprattutto in azienda per l’azienda. Quanto ad uso di tecnologie innovative, oggi i dipendenti sono spesso più avanti delle aziende dove lavorano. Penso alla predominanza del web o all’uso di dispositivi diversi per accedere alle proprie informazioni. È quel che Gartner ha definito la consumerizzazione dell’IT. È un feno-meno interessantissimo, anche perché può aiutare l’adozione delle tecnologie in azienda. L’Italia è un punto di osservazione molto significativo. Anche per noi di Microsoft. Accennavo all’advertising. È un mercato che vale 450 miliardi di dollari; fra due-tre anni la componente online varrà 150 miliardi, più del business attuale del software. È ovvio che cerchiamo di intercettare questo fenomeno, anche seguendo il comportamento degli utenti.

Avanti col consumer, allora.Sì, ma già ci siamo solidamente. A parte i motori

di ricerca dove il nostro percorso mira al medio lun-go termine, su tutte le altre piattaforme web quella di Microsoft è la prima adottata in Italia. Il nostro instant messaging ha un po’ meno di 14 milioni di utenti su 16 milioni complessivi, con tassi di crescita annui del 70%.

Parlava di continuità. Ma Microsoft sta cambiando.

Non sta cambiando ora. Microsoft cambia da sempre. Questo perché siamo fortemente legati al mercato. Ed il mercato è in continua evoluzione. Le nostre priorità cambiano in continuazione a seconda delle esigenze dei nostri clienti, consumatori, azien-de o pubbliche amministrazioni che siano.

Non cambia il vostro peso da monopolio. Ne è sicuro? Intanto, agiamo nel mercato anche

nei settori in cui la nostra quota non è forte. Ma se prendiamo l’insieme del mercato del software nel settore della Pubblica Amministrazione in Italia, Microsoft ha circa il 3%. Non mi sembra proprio un dato da monopolista e vuol dire che ci sono molte opportunità di crescita.

Che target avete per l’Italia?Non forniamo dati sulle singole country. Posso

però dirle che vogliamo continuare a crescere double digit. Anche in un mercato dell’Information Technology come quello italiano che il double digit se lo sogna da un bel po’.

Il mercato corre. Verso dove?Me l’ha detto mio figlio. Gli ho regalato pc per

Pietro Scott Jovane«Il futuro è in piattaforme uniche che consentano il massimo di interazione»

«Il nostro obiettivo Italia? Crescita a doppio digit»

E il pc per bambini cui accennava?Rientra nella strategia di attenzione al consu-

matore, di seguirlo nelle sue varie esigenze, di personalizzare le proposte a seconda dei segmenti di mercato. Il futuro è in piattaforme uniche che consentano sì di giocare o lavorare, ma soprattutto di interagire. La nostra proposta tecnologica inte-grerà il livello più tradizionale, residente nelle ap-parecchiature possedute, e quello fornito attraverso la rete. Software più servizi, in altre parole.

L’Italia ha pochi bambini ma tante piccole aziende.

Non le dimentichiamo. Anzi, sono uno dei nostri target prioritari. In Italia Microsoft ha meno di 1.000 dipendenti ma muove un ecosistema di 25.000 partner, dentro il territorio a contatto con la realtà produttiva diffusa. E le Pmi italiane hanno moltissimo bisogno di tecnologia.

Anche la PA ha bisogno di tecnologie.Io direi che ha soprattutto bisogno di interazione.

Di aprirsi al web che significa aprirsi ai cittadini. A differenza di quel che si pensa, la PA ha già molte tecnologie: il problema è farle diventare servizi friendly per i cittadini. Pensiamo al Voip, per il quale abbiamo firmato un accordo col ministro Brunetta. Può servire a risparmiare sul traffico voce, ma può essere anche uno strumento che aiuta la messa in rete della pubblica amministrazione.

Microsoft ha cambiato 3 amministratori dele-gati in pochi anni. La vedo con la valigia...

Sì, perché sono appena arrivato.

«Giovane io? Mica tanto! In Microsoft l’età media è più bassa. Ma è l’esperienza che conta»

Nato a Cambridge (USA) nel 1968, Pietro Scott Jovane si è laureato in Economia e Commercio, presso l’Università degli Studi di Pa-via. Ha ricoperto incarichi in ambito finanziario in particolare nel team rappresentante gli azionisti (Pilkin-gton e Techint) preposto alla prima privatizzazione italiana: il Gruppo Vetrario SIV. A New York dal 1998 al 2000 è stato cfo per il Nord America del Gruppo Versace. Nel 2000 è stato cfo di Matrix, e quindi responsabile del controllo di gestione di Seat. Da 5 anni in Microsoft Italia, negli ultimi due anni è stato country manager di Online services group, portando la divisione a raddoppiare la propria dimensione.

Un uomo di conti per lʼITIL PERSONAGGIO

Dalla Siv privata alla guida diMicrosoft ItaliaUn managerche ha bruciato le tappe