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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Aprile 2018 - numero 114 Le elezioni politiche del 4 marzo ci consegnano un paese diviso a metà. Il nord ha votato il Centro- destra, premiando la Lega, mentre il sud ha scelto il Movimento 5 stelle. Le due Italie sono divise da un’esile striscia che ha privilegiato il PD. E’ palese che il voto è stata una manifesta sfiducia nei confronti dei gruppi dirigenti del Paese. Un voto di svolta che prefigura un futuro carico di incognite. La sfiducia espressa con il voto premia una nuova generazione di politici che godono del fatto che ancora non hanno dimostrato nulla, né nel bene che nel male. E’ nostra personale convinzione che nuovo non è un sinonimo di meglio. Attendiamo conferme o smentite. La questione della burocrazia, come grande iattura del nostro Paese, è passata inosservata. Due la ragioni. SEGUE A PAGINA 2 Editoriale Sommario Direzione: Stefania Brunelli “La nuova Pianura”-Via S.Martino,11 Verolanuova (Bs) Iscrizione al Tribunale di Brescia 9/2017 del 22/06/2017 Stampa: CSQ spa - Erbusco (Bs) Pubblicazione mensile E-mail: [email protected] per inserzioni pubblicitarie email: [email protected] VISITA IL NOSTRO SITO www.lapianura.it Territorio pag 2 Territorio 3 Manerbio » 4 Manerbio » 5 Manerbio - Dialetto » 6 Manerbio - Dialetto » 7 San Gervasio » 8 Offlaga » 9 Orzinuovi » 10 Territorio » 11 Pontevico » 12 Pontevico » 13 Calendario Bresciano » 14 Ricette » 15 Rubriche » 16 E SARANNO SPLENDENTI COME UN TEMPO! I L P I A C E R E D E L L O R O GIOIELLI VINTAGE GIOIELLI RINNOVATI ORO DA INVESTIMENTO OROLOGI D’ORO PONTEVICO VIA XX SETTEMBRE, 79 IL PIACERE DELL’ORO PONTEVICO BAGNOLO MELLA VIA GRAMSCI, 153/A IL PIACERE DELL’ORO BAGNOLO MELLA www.ilpiaceredelloro.it AZIENDA ISCRITTA ALLA BANCA D’ITALIA VALUTAZIONI GRATUITE IL PIACERE DI BRILLARE IN PRIMAVERA! SERENA PASQUA A TUTTI

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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Aprile 2018 - numero 114

Le elezioni politiche del 4 marzo ci consegnano un paese diviso a metà.Il nord ha votato il Centro-destra, premiando la Lega, mentre il sud ha scelto il Movimento 5 stelle.Le due Italie sono divise da un’esile striscia che ha privilegiato il PD.E’ palese che il voto è stata una manifesta sfiducia nei confronti dei gruppi dirigenti del Paese.Un voto di svolta che prefigura un futuro carico di incognite.La sfiducia espressa con il voto premia una nuova generazione di politici che godono del fatto che ancora non hanno dimostrato nulla, né nel bene che nel male.E’ nostra personale convinzione che nuovo non è un sinonimo di meglio.Attendiamo conferme o smentite.La questione della burocrazia, come grande iattura del nostro Paese, è passata inosservata.Due la ragioni.

SEGUE A PAGINA 2

Editoriale Sommario

Direzione: Stefania Brunelli“La nuova Pianura”-Via S.Martino,11

Verolanuova (Bs)Iscrizione al Tribunale di Brescia 9/2017

del 22/06/2017Stampa: CSQ spa - Erbusco (Bs)

Pubblicazione mensileE-mail: [email protected]

per inserzioni pubblicitarie email:

[email protected] IL NOSTRO SITO

www.lapianura.it

Territorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 2

Territorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

Manerbio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4

Manerbio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5

Manerbio - Dialetto . . . . . . . . . . . . . . » 6

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San Gervasio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8

Offlaga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9

Orzinuovi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 10

Territorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 11

Pontevico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 12

Pontevico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 13

Calendario Bresciano . . . . . . . . . . .» 14

Ricette . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 15

Rubriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 16

E SARANNO SPLENDENTI COME UN TEMPO!

IL PI

ACERE

D

ELL’OR

O

GIOIELLI VINTAGE • GIOIELLI RINNOVATIORO DA INVESTIMENTO • OROLOGI D’ORO

PONTEVICO VIA XX SETTEMBRE, 79IL PIACERE DELL’ORO PONTEVICO

BAGNOLO MELLA VIA GRAMSCI, 153/AIL PIACERE DELL’ORO BAGNOLO MELLA

www.ilpiaceredelloro.it

AZIENDA ISCRITTAALLA BANCA D’ITALIA

VALUTAZIONI GRATUITE

IL PIACERE DI BRILLARE IN PRIMAVERA!

SERENA PASQUA A TUTTI

Pag . 2 Aprile 2018Territorio

PROSEGUE DALLA PRIMA

La prima è che l’oppressione burocratica è causata dall’inconsistenza della politica.La seconda è che i “nuovi” non sembrano attrezzati a rimuovere questa iattura.E’ questo l’unico punto di contatto tra le vecchie e le nuove generazioni politiche.

Era il 2 gennaio quando in un terribile schianto sulla A21 persero la vita – tra le fiamme – un’intera famiglia francese e un camionista.L’incidente si verificò sotto un cavalcavia che collega i paesi di Montirone e Poncarale, sovrappasso che da quel giorno venne chiuso per i danni subiti a causa delle fiamme e delle alte temperature. Il Ministero delle Infrastrutture ha dato il suo consenso per la demolizione del

ponte. Il ponte dovrebbe essere ricostruito entro i prossimi sei mesi.Finora il transito sull’autostrada, dopo l’incidente, non ha subito intralci.E’ probabile che durante i lavori di demolizione e della ricostruzione, qualche limitazione sarà imposta per ragioni di sicurezza.

A21 presto i lavori al ponte lesionato

Conforto tra persone anziane

I giapponesi vecchi si fanno arrestare per non restare soli. Basta insistere in certi piccoli reati - qualche furtarello in un negozio, per esempio - e ci si può sistemare anche per due anni, due anni e mezzo. I giapponesi vecchi (più di 65 anni) sono circa 30 milioni. Di questi, sei milioni sono completamente soli.È gente che non ha nessuno con cui parlare, se c’è qualche parente non si fa mai vivo, i vecchi arrivano con difficoltà a fine mese. Come avviene in casa nostra dove sempre più anziani ricorrono alla Caritas parrocchiale che ha aperto il nuovo magazzino in Casa San Martino, dono generoso alla comunità dei coniugi Zani con encomiabile sensibilità sociale.In Giappone è stata preparata per gli anziani soli che si fanno arrestare un’intera ala della prigione di Onomichi, trasformata in reparto geriatrico. Il governo ha investito cento milioni di dollari per dotare Onomichi e altre tre prigioni «di corrimano nei corridoi per aiutare i prigionieri a raggiungere le docce. È stato predisposto un mobile dove i pannoloni per adulti sono impilati ordinatamente, in pieno stile razionalista nipponico.Le guardie sono preparate a fornire assistenza “non tradizionale” ai detenuti alcuni dei quali commettono reati più gravi, come l’incendio doloso, per ottenere una condanna

più lunga.In Italia ci si domanda come possono persone anziane che disponendo di una pensione da fame di cinquecento euro al mese, o anche meno, a pagare le bollette di luce, acqua e gas e quant’altro.Qualcuno che ha già ricevuto i conti a fine marzo confida gli amici. “Che Pasqua faremo?”. E’ quanto si coglie ascoltando gruppi di persone (anziane) che si ritrovano in gruppo come a confortarsi a vicenda.

Il 2018 sarà un anno importante per l’Avis intercomunale di Manerbio che aggrega gli avisini anche di Alfianello, Bassano e San Gervasio perché quest’anno è il 50esimo anniversario della fondazione. “Siamo aperti alle collaborazioni con le altre realtà locali e saremmo lieti di poter instaurare nuove sinergie” commenta la presidente Marianna Baldo che nell’ultima assemblea ha avuto parole d’elogio per i consiglieri e i volontari, oltre alla segreteria e i collaboratori, che con impegno sostengono le numerose iniziative. Nel 2017 l’Avis intercomunale di Manerbio ha incrementato il numero di donatori, grazie a diverse campagne di sensibilizzazione: le serate mediche, le attività didattiche nelle scuole manerbiesi, “Il mercatino dei ragazzi” in piazza, la partecipazione al torneo di calcio con la squadra Avis, la castagnata

sul Piazzolo, l’albero di Natale in ospedale, il raduno storico di auto e moto, la passeggiata salute Avis-Aido e la festa della mamma. Sempre nel 2017 sono state effettuate, dai 632 soci attivi, 1.082 donazioni, ai quali si sono aggiunti 49 nuovi donatori mentre un centinaio hanno dovuto abbandonare l’attività per varie cause, quali malattia, raggiunti limiti d’età, cambio di sezione, revisione archivio. Gli aspiranti soci, prevalentemente giovani, sono stati 83, ma 34 non sono stati ritenuti idonei. Ora è arrivato il momento di guardare avanti con le iniziative del 2018 in programmazione, come il 14 aprile con la “Passeggiata tra cultura e salute” in insoliti luoghi manerbiesi e la “gara ciclistica categoria giovanissimi” del prossimo 8 luglio sempre a Manerbio, molto altro in cantiere.

Sono quasi 700 i donatori di sangue

Aprile 2018 Pag . 3

“Guardate le stelle, non i vostri piedi” (Stephen Hawking)

ACQUA = Nel corso dell’inverno, sul nostro Paese, è caduto il 16 per cento di acqua in più rispetto alla media storica degli inverni del periodo 1971-2000. In gennaio e febbraio ci sono state abbondanti nevicate, lunghe e consistenti, come non si verificavano da anni, sulle Alpi e sugli Appennini. La neve è un serbatoio importante per incrementare le falde che, nei mesi passati si sono fortemente abbassate. La riserva d’acqua ci dovrebbe consentire di affrontare l’estate con più tranquillità.

ELEZIONI = Nell’Atene, maestra di civiltà, come nella Venezia dei Dogi, s’estraevano a sorte gli eletti. Il sistema era considerato garanzia di rigorosa eguaglianza. Ma scriveva Mazzini: «Date il suffragio a un popolo che non vi è preparato ed esso lo metterà in vendita o ne farà cattivo uso». Turati di rimando: «Il suffragio universale creerà nuovi contingenti elettorali corruttibili e raggirabili, al servizio dei ciarlatani». Dati i tempi e i ciarlatani, qualche rimpianto per Atene e Venezia.

SPACCIATORE = Già arrestato e rimesso in libertà continuava a spacciare eroina e cocaina nel “salotto buono” di Brescia, il centro storico. Si parla di un 39enne

tunisino, arrestato per la seconda volta, sempre per spaccio. Ma perchè lo tengono ancora qui? In Tunisia non c’è guerrra, non si soffre la fame, lo metterebbero ai ceppi gettando la chiave nel fosso.

MILITARI = Alla spesa per il comparto militare quest’anno è destinato l’1,4% del Pil italiano, ovvero 25 miliardi di euro, 68 milioni al giorno. È una percentuale superiore a quella di Germania, Spagna, Olanda dove la spesa è del 1,2 per cento. E poi parlano di risparmio...

MIGRAZIONI = Le aziende che hanno lasciato l’Italia per l’Europa orientale sono circa settemila. Destinazioni preferite: Romania, Ungheria, Bulgaria, Polonia, cioè gli stati che hanno puntato tutto su dumping salariale, dumping sociale, dumping fiscale. Ma da noi tutto bene...

ANZIANI = I bambini della scuola materna Collodi di Marano sul Panaro, piccolo centro ai piedi dell’Appennino modenese, hanno dormito due pomeriggi per terra: il personale ausiliario s’è rifiutato di spostare le brandine («non rientra nei compiti previsti dal contratto»). I membri del vicino Circolo Anziani si sono offerti di risolvere loro il problema. Ci voleva poco...

CONSERVATORI = Gli svizzeri, con un referendum, hanno bocciato l’idea di abolire il canone con cui si finanzia il servizio pubblico radiotelevisivo. Si tratta di continuare a pagare 450 franchi svizzeri (390 euro) che garantiscono l’attività di sette canali televisivi, 17 canali radio, dieci siti web e produzioni in quattro lingue. Il No ha vinto in tutti i cantoni, con una maggioranza schiacciante.

SIGNORINE = Sessant’anni fa la legge Merlin. Tra le mille «case» quella di Luino, immortalata da Piero Chiara, la cui tenutaria era la mitica Mamma Rosa. Aveva «ul casott de Luin» una particolarità. Visto che la vicina Confederazione Elvetica non permetteva consimili attività, era frequentato da non pochi cittadini svizzeri ai quali la maîtresse faceva pagare ogni singola «prestazione» assai più del dovuto visto che, stranieri, approfittavano per la bisogna di «signorine» italiane.

TENNIS = Dal 2019 la Coppa Davis si chiamerà Coppa del Mondo e sarà una super finale che si svolgerà a novembre come adesso ma riguarderà ben 18 nazionali (le 16 del World Group accedono direttamente, le 2 delle altre “zones” dovranno qualificarsi) che si giocheranno tutto nell’arco di una sola settimana. Ogni partita sarà composta da due singoli e un doppio al meglio dei tre set. La

nuova formula avrà bisogno di tre miliardi di dollari in 25 anni.

BUSTE PAGA = Gli ex parlamentari ricevono un assegno di fine mandato, «pari all’80 per cento dell’importo mensile lordo dell’indennità, per ogni anno passato in Parlamento. Ammontando l’indennità lorda mensile a 10.500 euro, per i 5 anni di legislatura ognuno riceverà 42.000 euro. Esempi: 5 alla camera e 3 al senato, Anna Finocchiaro avrà diritto a un assegno di fine mandato di 336 mila euro, A Sandro Bondi, Denis Verdini, Angelino Alfano, Nicola Latorre i 168 mila euro a testa per le loro quattro legislature. Alla faccia delle pensioni minime...

ASTEROIDE = Venerdì 2 marzo, alle 6.54 un piccolo asteroide di dieci metri di diametro ha sfiorato la Terra. Si tratta del 2018 DV1, scoperto pochi giorni prima. È passato a una distanza di 110.000 chilometri. Scampato pericolo.

FEMMINICIDI = Nel periodo 2004-2015 ci sono stati in Italia 0,25 omicidi volontari ogni 100 mila donne residenti, contro una media di 1,23 nei 32 paesi europei e nordamericani. Il nostro paese mantiene il primato del livello più basso di femminicidi anche nel quinquennio più recente» (dati dello United Nations Office on Drugs and Crime).

METTETEVI COMODI

Territorio

Benefattore rimasto anonimo con una donazione di settantamila euro alla Casa di riposo di piazza Aldo Moro a Manerbio gestita dal consiglio di amministrazione con la prof. Mariangela Castelpietra, affiancata dal vice presidente Valentino Cominelli e dalla direttrice Giuditta Galli.Sono 84 le persone assisistite e l’amministrazione ha così potuto finanziare l’acquisto di 36 sollevatori elettrici, dotati di telecomando, che consentono all’ospite di posizionarsi a letto con un minimo sforzo e facilitare al personale sanitario operazioni di assistenza in 15 stanze, che saranno tinteggiate e sanificate insieme a tutti i locali dell’immobile, aggiungendo anche rivestimenti a

protezione delle pareti.Questo è un gesto di generosità che segue quello compiuto nel 2014 da un cittadino con la quale si è proceduto all’ammodernamento dei locali e a una loro più funzionale dislocazione, ampliando anche la palestra, intitolata a Dina Boldoni, usufruita sia dagli ospiti sia dagli esterni.Numeri ottimi anche per il servizio di fisioterapia che lo scorso anno ha registrato 338 prestazioni.Alla casa di riposo gli amministratori stanno pensando a una giornata aperta per mostrare i lavori appena conclusi.Intanto l’associazione «Amici della Casa di riposo» cerca volontari per addetti al trasporto ospiti e al

supporto all’assistenza. Chi volesse contribuire donando un po’ del

proprio tempo può contattare il numero 030-9938140.

MANERBIO, provvidenziale donazione

alla casa di riposo

Pag . 4 Aprile 2018Manerbio

Qui di seguito continuiamo ad elencare i caduti manerbiesi della Grande Guerra.

Lorenzo Brusinelli *figlio di Giovan Battistanato a Manerbio il 24/08/189514/01/1915 chiamato alle armiassegnato al 16 Reggimento artiglieria da campagnamuore a San Floriano per ferite riportate in combattimento il 19/07/1915

Michele Brusinelli ***figlio di Francesconato a Caravaggio il 20/07/1889assegnato al 37 Reggimento fanteriamuore sul medio fiume Isonzo per ferite riportate in combattimento il 20/10/1915

Michele Bulgaro **figlio di Bortolonato a Manerbio il 23/07/1880assegnato al 61 Reggimento fanteriamuore a Parma per malattia il 10/09/1918

Domenico Capelli *figlio di Giovanninato a Manerbio il 01/03/1888assegnato al 78 Reggimento fanteriamuore nell’ospedale da campo 60 per ferite riportate in combattimento il 13/10/1916

Luigi Capra *figlio di Marco Antonionato a Manerbio il 31/12/188901/06/1915 richiamato alle armicaporale del 37 Reggimento fanteria18/09/1915 trasferito al 155 Reggimento fanteriamuore sul Monte San Michele per ferite riportate in combattimento il 04/11/1915

Giuseppe Caprini **figlio di Santonato a Manerbio il 31/05/1884assegnato al 74 Reggimento fanteriamuore in prigionia per malattia il 05/12/1917

Bortolo Carlo Carbonini *figlio di Giovan Battistanato a Manerbio il 07/05/189514/01/1915 chiamato alle armiassegnato al 39 Reggimento fanteria28/02/1916 trasferito al 62 Reggimento fanteriamuore sul monte Altissimo per ferite riportate in combattimento il 02/06/1916

Domenico Carbonini *figlio di Battistanato a Manerbio il 26/04/1883

assegnato al 231 Reggimento fanteriamuore in prigionia per malattia il 30/07/1918

Giovanni Carrera *figlio di Giuseppenato a Manerbio il 20/12/1882assegnato al 95 Reggimento fanteriamuore in prigionia per malattia il 18/03/1918

Domenico Luigi Casalotti *figlio di Giovanninato a Manerbio il 16/10/189409/09/1914 chiamato alle armiassegnato alla 5 Compagnia sussistenza13/02/1919 ferito in fureriamorto nell’ospedale militare di Cremona per ferite riportate in combattimento il 01/03/1919

Giuseppe Lorenzo Cattaneo **figlio di Domeniconato a Manerbio il 25/09/189624/11/1916 chiamato alle armiassegnato al 2 Reggimento artiglieria da campagna25/05/1917 trasferito al 11 Reggimento artglieria da campagnamuore all’Ospedale di tappa di Trieste per ferite riportate in combattimento il 07/10/1919

Francesco Cavagnini *figlio di Giovanninato a Manerbio il 20/11/189029/05/1915 richiamato alle armiassegnato al Parco buoi di Piacenza08/08/1916 trasferito al 37 Reggimento fanteria25/10/1916 trasferito al 203 Reggimento fanteriamuore a Manerbio il 22/10/1918

Paolo Cavagnini *figlio di Domeniconato a Manerbio il 17/05/1892caporal maggiore del 7 Reggimento lancieri di Milanodecorato con medaglia d’argento al valor militaremuore sul Piave per ferite riportate in combattimento il 16/09/1918

Pietro Cestana ***figlio di Giovanninato a Bagnolo Mella il 01/04/1892assegnato al 276 Reggimento fanteriamuore in prigionia per malattia il 14/07/1918

Andrea Chiari *figlio di Pietronato a Manerbio il 17/10/188915/08/1916 richiamato alle armiassegnato al 73 Reggimento fanteriamuore sul Dosso Faiti (Carso) per ferite riportate in combattimento il

I caduti manerbiesi della Grande Guerra18/12/1916

Giuseppe Cigolini ***figlio di Giacomonato a Villachiara il 07/12/1884assegnato al 113 Reggimento fanteriamuore sul Carso per ferite riportate in combattimento il 01/11/1916

Egidio Colturi ***figlio di Pietronato ad Acqualunga il 10/11/1893assegnato al 31 Reggimento fanteriamuore in prigionia per malattia il 13/5/1917

Giovanni Cominelli *figlio di Giovan Battistanato a Manerbio il 16/01/1898assegnato al 3 Reggimento fanteriamuore sul Piave per ferite riportate in combattimento il 06/02/1918

Pietro Cortesi ***figlio di Vittorionato in Spagna il 02/12/189414/07/1915 richiamato alle armiassegnato alla 4 Compagnia sanità08/09/1915 trasferito alla 1 Compagnia sanità17/09/1915 trasferito al treno attrezzato numero 8210/11/1917 riformato per tubercolosimuore a Pavone Mella per tubercolosi il 23/01/1918

Giacomo Cremaschini ***figlio di Lorenzonato a Pontevico il 19/10/1887assegnato al 67 Reggimento fanteriamuore a Gera per infortunio per fatto di guerra il 18/03/1918

Santo Cremaschini ***figlio di Carlonato a Verolavecchia il 06/04/1894assegnato al 30 Reggimento fanteriadisperso in combattimento sul Monte S. Michele il 18/11/1915

Alessandro Croera ***figlio di Camillonato a San Gervasio Bresciano il 14/10/1889assegnato al 219 Reggimento fanteriamuore per malattia il 02/12/1917

Stefano Croera *figlio di Camillonato a Manerbio il 23/12/1895assegnato al 217 Reggimento fanteriamuore nell’ospedale da campo 134 per malattia il 23/11/1918

Bernardo Dagani *figlio di Angelonato a Manerbio il 06/04/1893assegnato al 6 Reggimento genio

muore nell’ospedale da campo 105 per ferite riportate in combattimento il 09/09/1917

Francesco Davo **figlio di Andreanato a Manerbio il 01/07/1895assegnato al 14 Reggimento fanteriadecorato con medaglia d’argento al valor militaremuore sul Carso per ferite riportate in combattimento il 25/07/1915

Giuseppe Decca **figlio di Paolonato a Manerbio il 03/09/1889assegnato al 128 Reggimento fanteriamuore nell’ospedale di guerra 35 per gas asfissianti il 02/07/1916

Francesco Battista Durosini ***figlio di Angelonato a San Zeno Naviglio il 30/03/1885assegnato al 60 Reggimento fanteriamuore a Belluno per malattia il 01/04/1916

Angelo Facchetti **figlio di Giulionato a Manerbio il 28/08/1896assegnato al 257 Reggimento fanteriamuore sul monte Santo per ferite riportate in combattimento il 26/05/1917

Francesco Farina *figlio di Antonionato a Manerbio il 30/09/188915/4/1916 richiamato alle armiassegnato al 73 Reggimento fanteria10/08/1916 trasferito al 160 Reggimento fanteriamuore nell’ospedale da campo 105 per ferite riportate in combattimento il 24/09/1916

Giuseppe Farina ***figlio di Luiginato a Cigole il 27/04/189409/09/1914 chiamato alle armiassegnato al 24 Reggimento cavalleggeri di Vicenzamuore tra Sacile e Conegliano in combattimento il 07/11/1917

Arch. Michelangelo Tiefenthalersegue...

LEGENDA* = Caduti manerbiesi** = Caduti nati a Manerbio ed emigrati in altra località al momento della chiamata alle armi*** = Caduti nati in altra località ed immigrati a Manerbio al momento della chiamata alle armi

Aprile 2018 Pag . 5Manerbio

Nata nella cascina Mercandone e cresciuta in campagna, a 40 anni si è trasferita in paese.Fino allo scorso anno faceva i mestieri e usciva ancora di casa.E’ Maria Salini che ha celebrato il suo 107esimo compleanno:è una delle donne più longeve d’Italia.

Maria Salini

Strade pericolose piene di buche

Strade dissestate nel territorio di Manerbio che impongono agli utenti slalom a gogo per evitare di farsi male. Crateri ad ogni piè sospinto si trovano in via Gianfranco Miglio, la strada che collega via Cremona alla ss 45 bis. Alle uscite delle rotatorie di via Cremona segnali temporanei segnalano l’obbligo di viaggiare a 30 chilometri orari.In molte altre parti del paese abbondano buche sull’asfalto che consigliano agli automobilisti di viaggiare con somma prudenza.I danni principali toccano ai mezzi pesanti delle aziende della zona artigianale che viaggiano sull’arteria provinciale e sulla statale 45 bis verso il casello autostradale di Pontevico o Manerbio, situazione che sarà risolta con la realizzazione di un nuovo percorso.

La blanda nevicata dei giorni scorsi ha giocato la sua parte.Per questo il Comune aveva attivato il piano di emergenza neve spargendo sale sulle carreggiate che si sono letteralmente sbriciolate.Intanto l’assessore Giandomenico Preti guarda avanti: «Stiamo attendendo il completamento del tratto di tangenziale ovest a servizio delle aziende ubicate nella zona artigianale” e promette in vista del rinnovo elettorale: “Se saremo rieletti una delle nostre priorità sarà riasfaltare le strade che versano in pessime condizioni”.Ma già si profilano richieste di danni al comune dagli utenti delle strade che hanno lasciato sui margini delle arterie massi neri, cerchioni di plastica saltati via dalla ruota e lamentano ammaccature ai veicoli.

Ricordando Dino Maggi

Fondazione Civiltà Bresciana ha ricordato Dino Maggi, storico massaggiatore delle Rondinelle del Brescia Calcio, con la mostra “Il Brescia di Dino Maggi. Storia e passione calcistica nell’archivio sportivo di Fondazione Civiltà Bresciana”.La mostra è rimasta allestita per tutto il mese di marzo nella galleria del convento San Giuseppe in centro a Brescia ed è il risultato della passione del manerbiese Dino che da volontario ha catalogato immagini

della storia del Brescia Calcio. Una rassegna molto interessante anche per i manerbiesi che l’hanno visitata avendo conosciuto Dino che ha iniziato la sua carriera di massaggiatore nella Marzotto Calcio Manerbio che militava nella serie C di quel tempo.Lo portò a Brescia Enrico Grazioli, il “Farfallino” che fra i biancazzurri ha giocato in formazioni che, sul campo di viale Piave, hanno onorato il nome della città capoluogo della nostra provincia.

C'era una volta la protezione civile

C’era una volta a Manerbio un nutrito gruppo per la Protezione civile.I volontari avevano in dotazione una barca, un camper, tende e brandine per emergenze le più varie, altro materiale in caso di situazioni critiche improvvise. Ci furono esercitazioni, fra le quali il taglio di vegetazione incombente sulle rive del Mella tra le arcate della ferrovia e il ponte della ex Statale con l’intervento della Protezione civile provinciale. Nel 2010 il gruppo si è dissolto.Del materiale si sono perdute le tracce. Di v’è finito non si sa.Ora la giunta municipale annuncia lo stanziamento di 10mila euro

ogni anno , (per un decennio sono 100mila euro), per la convenzione con la Protezione Civile di Pontevico alla quale è demandato il compito di formare volontari per costituire un gruppo anche a Manerbio dove non mancano gruppi di volontariato ben organizzati.Si pensi alla sottosezione del Cai, alla sezione dei carabinieri in congedo, all’Avis intercomunale, al museo storico archeologico, ai volontari delle opere parrocchiali, al gruppo alpini da poco costituito.Era proprio necessario cercare fuori casa quel in paese è già una realtà consolidata?

Finito il ciclo di conferenze sul vino nella storia

Nella foto da sinistra, Maurizio Cavaciocchi (presidente del Gruppo Archeologico di Manerbio), la sig.ra Berlucchi (una degli sponsor delle

conferenze), l'ing. Pennazzato, l'arch. Tiefenthaler e la prof.ssa Baiguera (relatori del ciclo di conferenze).

Pag . 6 Aprile 2018Manerbio - Il nostro dialetto

Le modalità operative dell’Associazione sono diversificate.Accanto ai soci fondatori, che si sono impegnati al versamento di una somma a favore dell’Associazione, vi sono altre due fattispecie di soci:- il sovventore che è chiamato all’impegno in prima persona contribuendo, in proporzione alla propria capacità reddituale, alle donazioni di somme;l’ordinario che è chiamato ad essere parte integrante del progetto con il proprio impegno.Il costo della quota associativa

all’Associazione "San Filippo Neri ONLUS” è di almeno euro 100,00 per il socio sovventore ed è libero per quello ordinario.Essendo l’Associazione iscritta nell’apposito albo, ogni somma versata a sua favore avrà la corrispettiva detraibilità fiscale secondo le vigenti norme.IBAN: IT 88 L 05696 54730 00000 2488X03Banca Popolare di Sondrio – Filiale di Manerbio (Bs)Maggiori informazioni ed i contatti si possono trovare sul sito https://sanfilipponerionlus.weebly.com

Costruiamo insieme il nostro oratorio

DONA IL TUO 5X MILLE per la costruzione del nuovo oratorio

97018100178

L’italiano nell’età della globalizzazione, in molti casi, sembra ancora vivere nei campi.La civiltà contadina sepolta resiste, sopravvive tenacemente nei modi da dire.Dal dialetto la frase idiomatica è passata all’italiano.Peccato che gli italiani, almeno la maggioranza, ignorano sia l’origine che il primo significato. Di seguito ne trascriviamo i più significativi.“Dormire della grossa”: era la terza, profonda dormita, la più lunga, dei bachi da seta di un tempo, quelli che le nostre nonne allevavano in casa;“menare per il naso”: usanza di mettere un anello di ferro alle narici di animali irrequieti, come i tori o i bufali, per tenerli a freno e condurli come bestie rese mansuete;

“pastone”: oggi è un termine giornalistico che indica un articolo che fonde informazioni provenienti da varie fonti. In origine indicava il miscuglio, la brodaglia e cose varie che si davano agli animali da cortile;“fa la civetta”: la civetta un tempo la si collocava su un palo a servire da richiamo ad altri uccelli;“menare il can per l’aia”: un tempo si trebbiava menando il bue per l’aia, che passando e ripassando sui covoni sparsi sul suolo, liberava i chicchi dalla pula. Farci passare sopra un cane era del tutto inutile;“ciurlare nel manico”: oggi significa mancare di parola o procrastinare all’infinito un impegno, ovvero chi ciurla nel manico fa come la parte metallica di un arnese, padella o zappa che sia, la quale quando ciurla,

Il contributo della civiltà contadina alla lingua italianacioè non sta ben ferma nel manico, tentenna, gira, rende vana l’opera di chi lavora;“essere scalzo come un puledro”: essere molto povero;“andare in vacca”: in questo caso le vacche erano quei bachi da seta che non arrivavano a fare il bozzolo, perché si ammalavano, si afflosciavano, marcivano;“buonanotte al secchio!”: quando il secchio cadeva nel pozzo da cui si attingeva l’acqua.Riportiamo di seguito alcuni modi dire bresciani:“fa l’öf föra dèl cavagnöl”: fare cosa insolita;“éser gna a pè gna a caàl”: non aver risolto nulla;“caàl ‘mprestàt”, “caàl ruinàt”, “stà

a caàl dèl fòs”: tenere il piede in due staffe;“ndà a dórmer co le galine”: andare a letto molto presto;“ga mancà gna ‘l lat dè galina”: non gli manca proprio nulla, neanche le cose introvabili;“saì miga ‘ndò ‘ndà a fà l’öf”: essere indeciso.Altre frasi idiomatiche sono talmente trasparenti che non hanno bisogno di chiose, quali:“cercare l’ago nel pagliaio”;“ungere le ruote”;“l’ultima ruota del carro”;“mettere il carro davanti ai buoi”;“chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati”;“darsi la zappa sui piedi”;“rompere le uova nel paniere”.

È morto il dott. Giovan Battista Bisetti.Dopo una breve malattia, il dott. Giovan Battista Bisetti ci ha lasciati.Pur sapendolo malato, non ci a s p e t t a v a m o una morte così repentina.Bisetti lascia un grande vuoto

nella comunità del nostro giornale e, soprattutto, in quella manerbiese.Uomo di vasta cultura e di molteplici interessi.Questo giornale ha goduto del privilegio della fattiva collaborazione, sin dal primo numero.Tra i suoi contributi ricordiamo la rubrica “Il nostro dialetto. Termini in via di estinzione”.È un caso che proprio in questo numero si conclude la rubrica, avendo terminato l’elencazione dei termini.Enumerare tutte le iniziative culturali

cui ha contribuito è questione assai ponderosa.Noi ci limitiamo a ricordarlo come cultore del dialetto.Gli dedichiamo due pagine proprio sul dialetto, in sua memoria.Non abbiamo potuto ringraziarlo per la sua collaborazione quando era in vita, perché mai e poi mai pensavamo ad una dipartita.Lo facciamo ora: grazie per tutto, dott. Giovan Battista Bisetti.E anche per te, sia lieve la terra.

Poesia dialettaleGioàn Caràfa

Difèt de pronuncia

Gh’è stat chi gha ulìt dìl’è on difèt dè pronuncia, ‘n conclüsiù:gh’è chèi che mangiä l’èrre,gh’è chèi che mangiä l’èsse ...e ghó anche mé ‘l mé pìcol difitì:mé, ‘nvece, bée ‘l vi.

Conferensä sö la ìt

Ghó sintìt ‘na conferènsasura i prégi dè la ìt,e fra l’alter gh’è stat dìt:“on bicér dè vi nostràèl nütrés compàgn dè on pà!”“Meno mal ... mès liter, siùra,ghó ‘na fam dè la malùra!”

Difetto di pronuncia

C’è stato chi ha voluto direè un difetto di pronuncia, in conclusione:c’è chi mangia la erre,c’è chi mangia la esse ...e ho anch’io il mio piccolo difettino:io, invece, bevo il vino.

Conferenza sulla vite

Ho sentito una conferenzacirca i pregi della vite,e tra l’altro è stato detto:“un bicchiere di vino nostranonutre come un pane!”“Meno male ... mezzo litro, signora,ho una fame della malora!”

In memoria del dott. Giovan Battista Bisetti

Aprile 2018 Pag . 7Manerbio - Il nostro dialetto

Un gustoso episodioUn sincero amico di questo giornale ci ha raccontato un gustoso episodio che merita di essere portato a conoscenza dei lettori.L’amico è nonno di un nipotino, di nome Andrea, che frequenta con grande profitto la seconda elementare.

La sua pagella è costellata di soli 10.Una mattina, con malcelato orgoglio ed in presenza della maestra, Andrea se ne esce con un’affermazione che sorprende tutti: io conosco, oltre la lingua italiana, anche la lingua madre.Stupita l’insegnante chiede cos’è, per

questo scolaro, la lingua madre.La risposta di Andrea è stata tanto naturale quanto semplice: il nostro dialetto.Il bambino è stato educato dalla famiglia e dal nonno nel grande solco della tradizione popolare, imperniata su valori che sono stati tramandati da

secoli, da generazione in generazione.Tradizioni, che, ahinoi, stanno scemando, tanto che Andrea non riesce a dialogare in dialetto con i propri compagni di scuola, perché nessuno di loro comprende la lingua madre.

Una doverosa spiegazioneL’episodio riportato merita alcuni chiarimenti.Per prima è venuta la lingua.Così scriveva Isidoro di Siviglia verso il 610 dopo Cristo: Ex linguis gentes, non ex gentibus linguare exortae sunt.Ovvero: sono le lingue che fanno i popoli, non i popoli che fanno le lingue.Per molti secoli il termine “patria” ha indicato soltanto la città di provenienza.E l’Italia, fino a poco tempo fa, è stata una federazione di patrie, di campanili e, di conseguenza, di lingue.Ogni campanile ha la propria lingua madre.Il dialetto bresciano è diverso da tutti gli altri e, per di più, al proprio interno ha svariate declinazioni.Infatti, i dialetti sono costituiti da “fasci di varietà” rilevabili all’interno della stessa città o paese.A titolo di esempio ricordiamo che la parlata di Lumezzane è ostica per tutti, nessuno escluso.E’ motivo di orgoglio per i manerbiesi ricordare che il primo documento scritto in dialetto bresciano riguarda, nel lontano 1393, l’erezione di una cappella dedicata alla Madonna Annunziata, da cui la Disciplina (fotografia sottostante) della Santissima Annunziata in Breda.Nell’anno 1393 una cativa malatia faceva morì in poch di jomen de

Manerbe, ne i Medech giovava. Meser Gioan Trinca travaiàt perchè più de tutt i moriva quei de Breda et S. Faustì, pensé de recorì a la B. V. Maria e parlé de quest con ùndes òter de ste strade; donca li doi de Mars jà stabilit de fa a spese de tug ona santèla a honùr de Maria Vergine Nunziàda perchè questa che l’era stada princèpe de la Redentiò la fusse el princepe de la salute del corp. Me go donat en contrada de Breda una casetta co la so era longa sinquantanov pas et larga dodes, tutti joter i ga mes dei opere, dei legn et del’altra roba, gom desfat la caseta et ai sedes de mars gom finit la Capela larga ot pas, longa sedes, col so altar; le vignit el pitur a fa la Nunziada sul mur sora l’altar, gom dat disdòt lire planet. Ai 25 de Mars gom scomès a diga el Rosare, el mal el sè trigàt afàt: serem dodes, mi Zoàn (Trinca), Giacom Castèl, Hiòrem palàs, Zoàn pelùs, Peder Bertùl, Zoàn Beccagnòc, Tone pagat, Christofol Cod, Amedè fred, Peder Pansera, Bastià Aliani, Lorenz Cagnùt; me po so andàt dal Vescof a pregal a scrivel al Papa per avì la Bola de confermà la Compagnia. Lè vignida li 10 de Fevrèr, som andag a ricevìla da Vescof, el me la fada leser cole nostre obligatiò, de dì l’offèse le feste, de dà bo esempe, de honora la Nunziada el so de più che podòm, de dì sig pater tug i de a le sig piaghe del Signur, 7 a le legresse dela Nunziada, tre a la SS.ma Trinità; el dè de pasqua gom fat jòrden: Me Zoàn fransèsch Trinca prior, Hiorèm Palàs sot prior, Castel, Pagat e Cagnùt regent, de tignì cura de le limosne, e casant Peder Pelùs, infermer Bertul. L’an dopo gom dimandat l’habit, i me la dat bianc col capùs per la èiosa, col curdù bianc, co la crus rossa de lana, co la disciplina tacada al bras.La stessa lingua italiana altro non è che il dialetto di Firenze.Il fiorentino, grazie ai giganti della letteratura quali Dante, Petrarca e Boccaccio, per citare solo i maggiori, durante l’Umanesimo ed il Rinascimento conquista la penisola senza alcuna arma, se non la parola.

I vari dialetti italiani, per secoli, sono stati un fattore divisivo.Due esempi su tutti.- Giuseppe Cesare Abba nel suo resoconto della spedizione dei Mille racconta che, a causa della babele dei dialetti dei partecipanti, per la comunicazione orale ci si affidava ai gesti ed alle occhiate- Sulla stessa lunghezza d’onda si esprime Federico De Roberto in un suo racconto (“La paura”) quando parla di una trincea della Grande Guerra dove ogni soldato si esprimeva solo nel proprio dialetto.Ciò nonostante, la vitalità dei dialetti, in rapporto con l’italiano, così come i molti elementi di discordia civile, di estraneità da un municipio e l’altro, non ha cancellato la coscienza di un’appartenenza comune, coscienza che precede di molto l’unità politica.Ora i dialetti si stanno italianizzando in ragione di fenomeni complessi quali le migrazioni interne, l’inurbamento, lo sviluppo dei mezzi di comunicazione e di informazione.La “lingua di natura” è stata per secoli il dialetto e l’italiano, una lingua usata solo per la scrittura, una “lingua di cultura”.L’italiano è stato una “lingua in gabbia” che si apprendeva con fatica e che si incominciava a scrivere a scuola tra i “binari” (le righe dei quaderni).Chi come noi ama i dialetti, reputa che la loro scomparsa sia un male, una perdita secca, quando l’abbandono non significa altro che un abbandono della propria cultura per adottarne una generica e sbiadita.Chi come noi è per la fedeltà alle origini, alle radici, pensa che le tradizioni vadano difese come un patrimonio insostituibile, soprattutto oggi di fronte alla ricorrente caduta di valori o ideologie portanti, di fronte ai tanti trionfi della insignificanza.Per concludere, due questioni.- Oggi non esiste più un dialetto puro, perché giorno dopo giorno si è trasfigurato mescolandosi con

l’italiano.È questa la ragione per la quale non ha alcun significato chiedere che venga insegnato a scuola.E di grazia, quale sarebbe il dialetto da insegnare?Quello delle valli o quello della città o quello della bassa?L’unica strada percorribile è l’esempio, la difesa delle proprie radici, il mantenere in vita l’amore per il proprio luogo o patria, l’appartenenza a questi valori, a queste sensazioni, memorie, tradizioni, che ci ricordano i profumi, i colori, gli orizzonti familiari, i racconti, i cibi casalinghi.In determinati momenti ci si cala nel proprio dialetto per conservare l’espressività e l’affettività di un idioma materno.Il dialetto non va considerato alla stregua di una lingua bassa, bensì profonda, perché è stata la lingua delle prime fasi della nostra vita.- La seconda questione è la più rilevante.I dialetti, non solo il nostro, sono la vera espressione della civiltà contadina.Tutti i termini erano mutuati da una profonda osservazione della natura, dei cicli agricoli.Il tramonto di questa civiltà ha determinato il declino dei dialetti.La perdita del primato dell’agricoltura a vantaggio dell’industria e dei servizi è stata la causa determinante del tramonto dei dialetti.È di questi giorni un esempio macroscopico.A fronte di una ondata di freddo siberiano, i mezzi di comunicazione hanno fatto ricorso ad un neologismo: “il gelicidio”.Era corretto, invece, dire galaverna, da non confondere con la brina, fenomeno simile, ma non uguale.Il gelicidio è come un UFO, totalmente alieno rispetto a noi.

In memoria del dott. Giovan Battista Bisetti

Pag . 8 Aprile 2018San Gervasio

E’ da tempo che nel Comune di San Gervasio non si realizzano opere pubbliche: l’ultima è stata il nuovo polo scolastico che ospita le scuole primaria e Secondaria di 1°grado.Quest’opera ha consentito un risparmio notevole in termini di costi di trasporto e di disagi, in quanto il Comune non ha dovuto trasportare i ragazzi della secondaria nelle scuole limitrofe.Inoltre il nuovo polo scolastico ha evitato la sospensione del servizio della Scuola dell’Infanzia.Il motivo della mancata realizzazione di nuove opere pubbliche, dichiarato dagli amministratori, è l’assenza di risorse determinata dalla situazione catastrofica in cui hanno ridotto il bilancio comunale.Come è noto a tutti il Comune di San Gervasio da qualche anno naviga in cattive acque per molti motivi, soprattutto per questioni economiche.Ebbene, nel mese di Gennaio, il Ministero dell’Interno-Direzione Centrale della Finanza Locale ha aperto un bando per la realizzazione di opere pubbliche ed interventi infrastrutturali di messa in sicurezza di edifici di proprietà pubblica e del

territorio.Ciascun comune poteva fare richiesta di contributo a fondo perduto per una o più opere pubbliche per un importo non superiore a 5.225.000,00 euro complessivi.Gli interventi finanziabili riguardavano tutti gli immobili di proprietà comunale, gli edifici scolastici, le strade, i ponti, la tombinatura di fossati, le piste ciclabili, le sponde dei corsi d’acqua, sottopassi anche autostradali…

Il Comune non ha presentato alcun progetto togliendo alla comunità di San Gervasio l’opportunità di vedere realizzate importanti ed utili opere pubbliche a costo zero.

Ci sono Uomini che, nel bene come nel male, si assumono le proprie responsabilità!Altri no.

Mancato contributo per il comune

L’Accademia dell’Arte e della Musica Lino Fassoli propone

la MOSTRA DEL TIZIANO e VISITA ALLA PINACOTECA TOSIO MARTINENGO

a Brescia SABATO 9 GIUGNO 2018

un pomeriggio dedicato alla riscoperta delle grandi opere della pittura di Tiziano e del Cinquecento tra Venezia e Brescia

Associati 2018 - € 30,00Partecipanti non ancora associati € 35,00

(di cui € 5,00 per l’emissione della tessera associativa 2018)

iscrizioni entro e non oltre il 30 aprile 2018al numero 327-7715438 o scrivendo a [email protected]

partenze da Verolanuova, San Gervasio e Manerbio

La quota di partecipazione comprende: Trasferimento A/R in Pullman GT, visita guidata con guida turistica autorizzata, ingressi al museo Santa Giulia

(con radioguide) e alla Pinacoteca Tosio Martinengo. E’ possibile aderire alle iniziative dell’Accademia Lino Fassoli solo come associati

Quota di partecipazione (bus + biglietto): € (+ 5 € tessera associativa)

Accademia dell’Arte e della Musica “Lino Fassoli” San Gervasio Bresciano (Bs)

La crescita dell’albero è un’adeguata metafora che si riferisce alla crescita formativa e culturale di ciascun alunno e non solo fisica. Una manifestazione altamente simbolica che richiama altresì il concetto di vita, di sviluppo e di crescita oltre che di appartenenza ad un ecosistema che deve essere salvaguardato da tutti, perché è indispensabile vivere in armonia con l’ambiente che ci circonda e l’albero in sé è da sempre il simbolo della vita.È con questo messaggio che, anche quest’anno, l’intero plesso di San Gervasio dalla scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria ha organizzato la tradizionale Festa dell’albero. La manifestazione ha visto la piantumazione di cinque piante offerte dall’amministrazione comunale, presente con il sindaco e l’assessore alla pubblica Istruzione e il delegato all’ambiente.Tutti gli alunni hanno lavorato con i propri insegnanti su diversi aspetti della salvaguardia ambientale con ricerche, recitazione di poesie, con un canto, simbolo della salvaguardia della natura “Eppure soffia” del cantautore Pierangelo Bertoli. La mattinata è poi proseguita con la

vestizione di alcuni alberi della scuola, prendendo in prestito e riadattandola la tecnica dello Urban Knitting, cioè bombardamento di colori: si tratta di una forma di street art che non contempla l’uso di materiali tossici, che diventa anche modo divertente per donare colore, vivacizzare le città e combattere il grigio e la monotonia.Gli alunni hanno voluto colorare il loro giardino anche dipingendo la recinzione.Tutto perché il colore è gioia, è serenità e la natura in primavera è la rinascita e l’esplosione della vita e dei colori.Una scuola insomma che vuol presentarsi ed essere gioiosa ma anche impegnata ad affrontare l’importante tema dell’ambiente, partendo dal proprio vissuto per poi allargare l’orizzonte sul mondo e sulla consapevolezza che esso è di ciascuno di noi e dobbiamo in ogni modo proteggerlo e curarlo.Domenica 8 aprile 2018 saranno in mostra i disegni degli alunni dalle 15,30 in sala consiliare.

Scuole: festa dell'albero

Aprile 2018 Pag . 9Offlaga

La terra bresciana è grande anche perché splendido scrigno di preziosi gioielli architettonici ed artistici. Dalla città alla campagna, dalle valli ai laghi la nostra provincia offre infatti al visitatore ville, palazzi, castelli, cascine e chiese di grande pregio artistico e di grande fascino.Edifici che, inevitabilmente, intrecciano alla loro storia quella della vita delle comunità e della gente dei luoghi in cui sorgono… spesso essi stessi silenziosi custodi di piccoli e grandi tesori d’arte e che proprio per il loro valore storico, artistico ed ancor di più per quello che rappresentano nei contesti nei quali si collocano, meritano di essere tutelati, preservati e, se possibile… amati.La nostra bella Bassa non fa certo eccezione ed accanto a maestosi palazzi, ad antiche cascine annovera anche numerosissimi edifici di culto: santelle, santuari, chiese e basiliche. Opere sopravvissute all’incedere inesorabile del tempo e che, nonostante tutto, continuano a raccontare… a farsi, con le loro pietre, testimoni silenziosi del passato, quello dei luoghi e delle genti che, nei secoli, lì hanno vissuto.E’ così che spesso questi edifici diventano parte della storia, della vita

stessa di una comunità.Così è per il “Santuario della Beata Vergine della Formica” piccolo gioiello architettonico che, incastonato tra i campi e l’ingresso del paese, appoggiato al cimitero, quasi a delicata protezione delle anime che lì riposano, annunciato dal lungo viale alberato, accoglie con la sua semplice bellezza fedeli e pellegrini.Un santuario amato dagli offlaghesi e dai tanti devoti dei territori vicini che lo raggiungono per elevare al cielo le loro preghiere alla “Vergine della Formica” e che sin dal secolo scorso ospita in occasione del 1° maggio “la Festa dell’ammalato”, alla Madonna a cui è intitolato il santuario è invece dedicata la tradizionale festa che si tiene la domenica successiva alla Pasqua.Quest’anno però il bel santuario avrà festeggiamenti davvero speciali dal momento che accanto alle celebrazioni religiose previste dal 6 all’8 aprile prossimi ed ai numerosi eventi proposti dalla parrocchia, giovedì 5 aprile alle 20, sarà il santuario stesso ad ospitare la presentazione del volume “Antichissima chiesetta della Formica” scritto a quattro mani dai professori Gianni Fiora e Andrea Corrini. Una pubblicazione voluta dal parroco, Don Felice Frattini,

conscio della bellezza e del valore devozionale di questo antico luogo di culto che, avvolto nel silenzio della campagna che lo circonda, si trasforma in delicato ed elegante invito alla meditazione. Il libro cerca di svelare, accanto alla storia del santuario, ricostruita dai dati raccolti grazie all’accurata ricerca ed analisi compiuta sui documenti d’archivio, la vera anima di questo luogo di culto, avvalendosi anche delle testimonianze di coloro che rappresentano la memoria storica del paese, oltre che di immagini d’epoca e di vecchi articoli di giornale.“Lo scopo del libro, però, non si ferma alla rievocazione nostalgica del passato, ma vuole essere un invito ad entrare in questo luogo sacro con uno sguardo più attento ed uno spirito più consapevole”- spiega, dalle pagine del notiziario parrocchiale, Teresina Cremaschini,

che ha collaborato con gli autori al reperimento del materiale.Un doveroso omaggio dunque ad un “luogo del cuore” per molti, offlaghesi e non; un libro che non intende celebrare”i muri” di questo edificio sacro ma piuttosto la sua anima, quella che solo nel silenzio del raccoglimento è possibile cogliere…“Un santuario, il nostro” – scrive il parroco nell’ultimo numero del notiziario – “ fondato non su apparizioni mariane, ma sull’amore granitico di intere generazioni di Offlaga, Manerbio e di tanti altri paesi vicini”.Non resta dunque che tuffarsi tra le pagine di questo libro…Il volume dedicato al santuario oltre che nella serata di presentazione sarà poi disponibile per tutta la durata della tre giorni di festa.

Stefania Brunelli

Santuario della Formica, un libro che racconta

l'anima dell'antica chiesetta offlaghese

Pag . 10 Aprile 2018Orzinuovi

Le porte della fortezza degli ORZINUOVI

La Porta Meridionale o di S. Giorgio, nel suo aspetto attuale dovrebbe essere contemporanea di quella Settentrionale detta di S. Andrea, potendosene datare la costruzione al 1544. Prendeva il nome dal patrono principale della Fortezza, S. Giorgio, ed era stata rivestita di marmo bianco. Provvista di un ingresso principale carrabile e di due minori pedonali, presentava sulla facciata un Leone di S. Marco di ottima fattura, tuttora conservato, dalle dimensioni di m. 1,50x2,00.Sulla medesima facciata sono ancora presenti due nicchie ora vuote ma che in origine contenevano le statue dei due compatroni, S. Giorgo e S. Bartolomeo. Come già abbiamo avuto occasione di raccontare, la presenza delle due statue si ricollega alla tradizione che vorrebbe che in aiuto degli Orceani assediati nel 1440 dai Viscontei milanesi siano venuti nientemeno che gli stessi protettori del paese, S. Giorgio e S. Bartolomeo per l’appunto. Successivamente le statue vennero tolte dalla sede

originaria e poste nel 1812 a decoro della appena restaurata facciata della chiesa parrocchiale dove si trovano tuttora. Abbattute le mura della Fortezza fra il 1827 e il 1835, questa Porta venne risparmiata, ma la sua storia sarebbe completamente cambiata nel giro di pochissimo tempo con l’arrivo del colera in Orzinuovi. Una grave epidemia di colera imperversò infatti in paese nell’estate del 1836 tanto che, nell’intero Comune, provocò la morte di 92 abitanti dei quali 59 nel Capoluogo, 19 a Coniolo, 8 a Pudiano, 6 ad Ovanengo. Di questi deceduti, 54 erano maschi e 37 femmine. In piena epidemia, il racconto di una supposta apparizione della Madonna Addolorata nei pressi di una fonte - che si trovava nelle adiacenze della Porta di cui stiamo parlando - e recante il messaggio che se gli Orceani avessero eretto un tempio su quella stessa fonte il colera sarebbe cessato, portò da parte del popolo alla volontà di adempiere a

tale presunta richiesta. Grazie ai ricchi donativi ben presto raccolti, fu approntato un progetto commissionato al noto architetto Vantini che prevedeva la costruzione di una chiesa imponente e di un tempietto per la fonte. Ma ben presto il denaro raccolto non bastò più per coprire la spesa preventivata e la Fabbriceria parrocchiale avanzò la domanda al Comune per la donazione della vicina Porta di S. Giorgio da trasformarsi nel richiesto Santuario. L’istanza venne accettata dalla Amministrazione comunale

anche perché, nel frattempo, il tetto della medesima Porta era crollato e la citata donazione le avrebbe certamente risparmiato la spesa per il suo rifacimento. I lavori iniziarono già nel 1837 con l’abbassamento del suolo della Porta per permettere l’inserimento del nuovo edificio che, altrimenti, sarebbe risultato troppo basso ed angusto, e questo spiega il perché il pavimento della chiesa si trovi ad un livello nettamente inferiore rispetto al suolo circostante.

Dario Ghirardi

ACQUALUNGA, un piccolo mondo antico“Ecco il paese, il piccolo mondo di un mondo piccolo, piantato in qualche parte dell’Italia del Nord. Là in quella fetta di terra grassa e piatta che sta nei pressi del grande fiume. Nebbia densa e gelata l’opprime d’inverno, d’estate un sole spietato picchia martellate furibonde sui cervelli della gente, e qui tutto si esaspera, qui le passioni esplodono violente e la lotta è dura, ma gli uomini rimangono sempre uomini e qui accadono cose che non possono accadere da nessun altra parte.”Così cominciava uno dei gustosissimi e popolarissimi libri di Giovanni Guareschi. Ma anche nella vicina Acqualunga succedono cose che nessuno si aspetterebbe.Acqualunga sino a qualche decennio fa aveva ancora 1000 abitanti; aveva negozi, bar, ristoranti, le proprie Scuole Elementari, l’Asilo ed un proprio parroco.Nel giro di pochi decenni gli abitanti sono scesi a 400 di cui 100 extracomunitari. Sono stati chiusi tutti i negozi ed i bar. Le Scuole Elementari sono state soppresse negli anni ’80 e portate in Borgo S. Giacomo. Il parroco è stato trasferito e la parrocchia dipende ora da quella del capoluogo.L’Asilo, uno dei migliori del

territorio, è stato chiuso per volontà della attuale amministrazione comunale.Per cercare di risollevare la vita sociale della comunità, da quasi due anni, grazie all’intervento di un ‘Gruppo di Volontari’ che affiancava il Consiglio di Frazione, era stata attivata la gestione dell’imponente ‘Museo Ornitologico’, costituito grazie al lascito delle famiglie Fiammenghi e Dalé, e sino ad allora abbandonato a se stesso. Erano stati censiti e catalogati gli esemplari esposti, inserendo nuovi espositori e procurando strumenti audiovisivi per valorizzare quanto i visitatori, che già affluivano numerosi, vi potevano ammirare.Era stata poi aperta all’interno del medesimo palazzo Della Volta di proprietà comunale dal 1935, una bella ‘Biblioteca Civica’ con un migliaio di libri, con annessa una piccola ‘Pinacoteca’ ed un ‘Museo di Antichità

Patrie’ con documenti e reperti collegati con la storia non solo di Acqualunga ma anche del capoluogo Borgo S. Giacomo. Tutto questo nel breve volgere di pochi giorni, nello scorso mese di febbraio, ha avuto invece il suo repentino declino.Il sindaco di Borgo, con una decisione certo improvvisa ed inaspettata ha infatti deciso di considerare conclusa

l’opera del ‘Gruppo Culturale di Volontari’, imponendo la cessazione della loro attività nel breve volgere di dieci giorni, decisione che ha comportato la inopinata chiusura della neonata Biblioteca e di quanto ad essa era annesso.Ma così vanno le cose in questo sperduto angolo di pianura.

Dario Ghirardi

Aprile 2018 Pag . 11Territorio

La prevenzione per vincere i tumoriQual è la migliore prevenzione dei tumori? Uno stile di vita sano, come consigliato dai medici, i test di screening come raccomanda il Sistema Sanitario Nazionale. Ora è possibile fare un passo in più con un esame diagnostico che si chiama DWB (Diffusion Whole Body) che permette di scrutare l’intero corpo, senza utilizzare raggi o mezzi di contrasto, quindi in piena sicurezza, e scoprire precocemente la maggior parte dei tumori solidi non indagati con gli screening tradizionali. Per la prevenzione oncologica è stato realizzato il nuovo centro della Asc Italia (Advanced Screening Centers) aperto - a Castelli Calepio,

nella Bergamasca confinante con il Bresciano. La società è nata grazie alla sinergia tra un pool di imprenditori, da anni schierati in prima linea nella lotta contro il tumore, e medici specialisti di primo livello dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO). ASC si propone di introdurre la prevenzione oncologica avanzata nel normale stile di vita delle persone sane. Gli esami sono gestiti da specialisti con la consulenza degli stessi medici che hanno sviluppato la nuova tecnologia (alcuni anche bresciani) la più recente evoluzione della risonanza magnetica (RM) “total body”, grazie alla quale è possibile effettuare scansioni dell’intero corpo e identificare lesioni fino a 3-4 millimetri di diametro in

immagini tridimensionali e assiali ad alta risoluzione.Della Asc è presidente la signora Piera Esposito, che informa come il progetto è nato da un articolo di giornale, in cui si parlava dello Ieo, l’Istituto Europeo di Oncologia, e della necessità di maggiori risorse per la ricerca sul cancro. “Così la nostra famiglia ha contattato lo Ieo e abbiamo concordato di finanziare alcune borse di studio per giovani ricercatori – informa la presidente della Difffusion Whole Body. Sono stati coinvolti due ricercatori vincitori di borse di studio formati

a studiare i risultati della nuova tecnologia che Veronesi ha definito una “scatola magica” poiché serviva a scoprire i tumori quando erano ancora molto piccoli, in modo che potessero essere curati con più probabilità di successo utilizzata soprattutto per scoprire le metastasi o l’evoluzione della malattia in pazienti già in cura. In definitiva si  tratta di una iniziativa di elevata valenza sociale che ha l’obbiettivo di promuovere la prevenzione oncologica ed è il risulatato declinato con spirito imprenditoriale.Info: www.asc-italia.it

In canoa lungo il MellaIl campione nazionale e olimpico di canoa specializzato nella categoria Slalom K1, ha compiuto un’impresa record per tutta la provincia di Brescia. Partendo da Bovegno è arrivato in canoa fino alle porte di Brescia.Il campione olimpionico bresciano di canoa Giovanni De Gennaro ha dato vita all’iniziativa «I love Mella». Ha

disceso il fiume in canoa dall’Alta Valtrompia fino a Brescia. Obiettivo: valorizzare natura e territorio. Peccato non abbia pensato al tratto di pianura: avrebbe scoperto come il Mella ha i suoi aspetti affascinanti. Noi ci accontentiamo di osservare il percorso dalle rive, quando sono accessibili e praticabili.

Iniziativa del Rotary per Raffaello

Visita alla mostra di Raffaello Sanzio del Rotary club Manerbio.Nelle sale dell’accademia Carrara di Bergamo, una rassegna che anticipa di due anni le celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte dell’artista urbinate (Urbino 1483-Roma 1520).Interessante e culturalmente stimolante la rassegna che si sviluppa

sul percorso nel quale è inserito il magnifico dipinto di Raffaello databile intorno al 1503.

Un’esperienza di cultura alla quale gli associati al Rotary si sono preparati con relazioni di critici e storici dell’arte invitati nella loro sede dal presidente Valter Davini.

A lezione di fotografiaIl fotoclub Manerbio, in collaborazione con il Comune di Manerbio, organizza un corso base di fotografia, con 8 lezioni teoriche e pratiche, con inizio il 3 Maggio.

Le iscrizioni si ricevono presso la sede del Fotoclub in via Palestro,49 il mercoledì dalle ore 21 alle 23. Il costo è fissato in € 40.

Destinazione aeroportoL’Associazione Arma Aeronautica ha in programma tre gite nei prossimi mesi. La prima è in programma martedì 1 maggio e si svolgerà a Rivolto del Friuli in occasione dell’apertura della stagione acrobatica 2018 delle Frecce Tricolori. Gli altri appuntamenti sono in calendario giovedì 7 e 21 giugno: il primo

all’aeroporto di Cameri (provincia di Novara), presso lo stabilimento Faco, per la costruzione del nuovo aereo F35, il secondo all’aeroporto militare di Aviano (provincia di Pordenone), base dell’Usa force, con due gruppi di velivoli F16 americani. Info: Luciano Lucini al 334.3517567 o 338.2103800.

Pag . 12 Aprile 2018Pontevico

“La nostra intenzione è duplice. Da una parte vogliamo avvicinare la cultura a tutti e dall’altra valorizzare l’utilità che può rivestire nella vita di tutti i giorni”.Con queste parole il consigliere comunale incaricato della cultura, Mario Ferrari, ha sintetizzato l’intento che ha guidato le due serate che a marzo sono state ospitate dalla Biblioteca Comunale di Pontevico. Due incontri che hanno cercato di approfondire tematiche di indubbio rilievo e dall’interesse sempre crescente come i disturbi della lettura e dell’apprendimento.Gli appuntamenti si sono svolti mercoledì 14 e venerdì 16 marzo ed hanno richiamato un nutrito pubblico, composto innanzitutto da insegnanti e genitori, che hanno potuto ricevere indicazioni e suggerimenti preziosi da esperti del settore.Ai giorni nostri, in effetti,

l’apprendimento è sempre più costretto a fare i conti con problemi e difficoltà che possono essere affrontate e controllate utilizzando non solo il giusto atteggiamento, ma anche il corretto modo di approcciarsi a chi si deve misurare con questi disturbi.Non è il caso di creare inutili allarmismi o di ampliare il problema, ma, d’altra parte, non è nemmeno il caso di sottovalutarlo o di avanzare pretese che poi si scontrano in modo duro con la realtà.Un comportamento mirato e preciso, in grado di seguire i consigli degli esperti può rivelarsi lo strumento più efficace e prezioso per cercare di risolvere la questione ed essere davvero vicini a chi la deve affrontare giorno per giorno.

I segreti per combattere i disturbi della lettura e

dell'apprendimentoAnche quest’anno l’Amministrazione Comunale di Pontevico ha deciso di offrire un riconoscimento agli studenti meritevoli della comunità portando avanti la bella tradizione delle borse di studio. Sarà possibile presentare all’ufficio servizi alla persona del Comune le domande per partecipare all’assegnazione fino alle ore 12 di lunedì 16 aprile.Il concorso riguarda l’anno scolastico 2016/2017 e si rivolge agli studenti che lo scorso anno hanno terminato la Scuola Secondaria di Primo Grado, hanno frequentato la Scuola Secondaria di Secondo Grado oppure si sono diplomati.Le borse messe a disposizione saranno dodici per un totale di 3.600 euro. In particolare sono previste quattro borse di studio per gli studenti che sono stati licenziati dalle Medie con una votazione pari o superiore a 9.0, quattro per gli studenti che hanno frequentato la Scuole Superiori con una media di voti pari o superiore a 8.0, due per gli studenti delle scuole di formazione professionale con un

punteggio pari o superiore a 85/100 e, infine, due per gli studenti che hanno superato l’esame di Stato con un punteggio pari a 91/100.In base alle domande pervenute verrà stilata una graduatoria che nel caso di punteggio uguale privilegerà la votazione media più alta e, qualora anche questa risultasse identica, favorirà l’ISEE famigliare (da presentare insieme alla domanda di partecipazione) più basso.“E’ un modo – è la sintesi del sindaco Roberto Bozzoni e del vice e assessore alla pubblica istruzione Luciano Migliorati – forse semplice, ma concreto e diretto, per premiare l’impegno e la voglia di imparare dei giovani della nostra comunità che cercano di preparare nel migliore dei modi il loro futuro e quello della nostra comunità. Con la speranza che questo riconoscimento possa servire da stimolo per tanti altri studenti a dare il meglio delle loro qualità e a impegnarsi per una formazione davvero completa e di qualità”.

3.600 euro per gli studenti meritevoli

Aprile 2018 Pag . 13Pontevico

Un modo apprezzato per rendere omaggio alle

donneQuest’anno a Pontevico è stato riservato un tributo particolarmente apprezzato alle donne.La sera di venerdì 9 marzo, infatti, la Biblioteca Comunale ha ospitato una serata dedicata espressamente all’universo femminile. Un incontro che, prendendo spunto da quanto scritto sulle donne nella letteratura, ha voluto offrire al nutrito pubblico presente (compresi parecchi uomini) un’occasione per sorridere e riflettere al tempo stesso, cercando da una parte di entrare nei “segreti” di quel vero e proprio “mondo” che è la donna e di approfondire dall’altra le problematiche più scottanti collegate, da un fenomeno che non può più essere accettato come la violenza sulle donne per finire con le pari opportunità e le questioni collegate al lavoro. L’intensa serata ha visto un

gruppo di lettrici (Graziella Girelli, Paola Corbellini e Marta Manfredi) susseguirsi nella presentazione di alcuni brani dedicati alla donna.Il “materiale” che ha dato il là ad una partecipata riflessione che ha unito tutti i presenti nella convinzione che il tempo delle parole deve lasciare spazio immediatamente a quello delle azioni e dell’esempio affinché tragedie che troppo spesso “feriscono” l’intera nostra società non si debbano mai più ripetere.Tra gli elementi che hanno contribuito al successo della serata dello scorso venerdì 9 marzo merita anche una doverosa segnalazione l’esposizione delle opere del disegnatore Matteo Farina che hanno conquistato il gradimento di tutti gli osservatori.

Una competizione sportiva di alto livello ed un messaggio speciale rivolto a tutta la comunità sono alla base della “Verola Paracycling” e del suo successo. La competizione paraciclistica a carattere nazionale si svolgerà a Verolanuova nel fine settimana tra sabato 21 e domenica 22 aprile e chiamerà in gara ancora una volta alcuni dei nomi più illustri di questa disciplina. Un’attività che non è solo sport e agonismo, ma rappresenta anche una splendida testimonianza di quello che la passione, la determinazione e la voglia di vivere permette di fare ad atleti che definire diversamente abili è a dir poco riduttivo. Campioni

nella vita e nello sport che riescono ogni volta a regalare emozioni e spettacolo in corse che si risolvono puntualmente solo nelle battute finali. Quest’anno la manifestazione organizzata dall’Avis Pedale Verolese vivrà la sua sesta edizione e rivolgerà le sue attenzioni a ciclismo paralimpico e handbike, coinvolgendo numerose categorie. Il percorso disegnato attraverserà un ampio tratto della Bassa bresciana, proponendo la novità del passaggio nei confini di Pontevico. Il tutto per una due-giorni che gli organizzatori hanno preparato con la massima cura affinché possa offrire un nuovo successo ad una iniziativa che rappresenta a buon

diritto non solo un appuntamento ormai irrinunciabile nel calendario annuale della Federazione Ciclistica Italiana, ma anche un bel biglietto da visita per l’intera comunità di

Verola e per tutti coloro che di anno in anno offrono il loro apporto per il buon esito di questa manifestazione davvero speciale.

"Verola paracycling", le virtù di una manifestazione speciale

Dopo un’attesa durata quasi trent’anni Pontevico potrebbe assistere (finalmente) al sospirato recupero di una vasta area come quella dell’ex Vivi. Una zona di circa 22.000 metri quadrati, che da quando la storica azienda pontevichese ha chiuso i battenti è rimasta inutilizzata ed abbandonata a se stessa. Un’ampia “fetta” del territorio di Pontevico che potrebbe presto riprendere nuova vita grazie al progetto di riqualificazione che è stato presentato al Consiglio Comunale e che ha intrapreso l’iter previsto dalla legge. E’ l’assessore ai lavori pubblici e all’edilizia privata Alessandra Azzini a illustrare in estrema sintesi il progetto che è stato presentato dai due architetti che rappresentano il privato proprietario dell’area: “Il comparto è dismesso ormai da tanti

anni e riuscire a recuperarlo sarebbe sicuramente un risultato molto importante per tutta Pontevico. Nell’ultime seduta del Consiglio Comunale è stato presentato e adottato il progetto di riqualificazione elaborato dal privato che è proprietario dell’area. Adesso stanno decorrendo i termini (sessanta giorni – ndr) per la definitiva approvazione. L’intenzione contenuta nel progetto è quello di suddividere il comparto in un’area dedicata all’attività commerciale e al terziario, che sarà rivolta sostanzialmente verso via Brescia, e un’altra a fianco, protesa verso via Gramsci, nella quale verranno ricavati alcuni lotti ad uso residenziale. Un disegno che prevede anche la realizzazione di una nuova rotonda in via Brescia, da dove partirà una strada che collegherà via

Grandi. Tutto questo per raccontare in estrema sintesi un intervento di riqualificazione veramente significativo, che potrebbe offrire un contributo davvero importante

per la comunità di Pontevico, la quale potrebbe così raggiungere un obiettivo che rimaneva ormai da troppi anni semplicemente nel cassetto dei desideri”.

Area Ex-Vivi, al via il progetto

Tra gli appuntamenti dedicati alla cultura a Pontevico nel mese di aprile ne troviamo uno che richiama l’attenzione in modo particolare. La locale Biblioteca Comunale, in effetti, è pronta a presentare una serata tutta da scoprire dedicata alle opere di William Shakespeare. L’appuntamento è fissato per la sera di venerdì 20 aprile, quando alcune delle principali (ed immortali) opere di uno degli autori più celebri della letteratura internazionale di tutti i tempi saranno illustrate ai pontevichesi. Una lettura che sarà al tempo stesso il modo più efficace per conoscere da vicino i celebri capolavori shakespeariani e per

lasciarsi guidare nelle appassionanti vicende di amore, tradimento e odio che Shakespeare ha saputo raccontare in maniera mirabile. Un programma da non perdere non solo per gli amanti del genere e per le persone più attente alla cultura, ma anche tutti coloro che solitamente non amano simili proposte venerdì 20 aprile non devono lasciarsi sfuggire l’occasione di fare una “visita” alla Biblioteca Comunale di Pontevico. Certamente avranno una piacevole sorpresa e si accorgeranno di avere “investito” bene il loro tempo.

A Pontevico si legge Shakespeare

Pag . 14 Aprile 2018

1 DOMENICA - PASQUAS. UGOAvrìl el ga ‘na góssä pèr fil.Aprile ha una goccia per ogni filo (d’erba).

2 LUNEDÌ - DELL’ANGELOS. FRANCESCO DI PAOLABrìnä d’aprìl l’empienés èl barìl.La brina di aprile riempie il barile.

3 MARTEDÌS. RICCARDOSe d’avrìl el piöf dè spès, crès el lì a pèr déspèt.Se in aprile piove spesso, cresce il lino anche per dispetto.

4 MERCOLEDÌS. ISIDOROAvrìl avrilèt töcc i dé on gossèt.Aprile apriletto tutti i giorni un goccetto (di pioggia).

5 GIOVEDÌS. VINCENZO FERRER

Se ai prim dè avrìl bötä la ìgna, restä sötä la cantinä.Se ai primi di aprile germoglia la vite, la cantina resterà asciutta.

6 VENERDÌS. WILMAAvrìl èl fa i fiùr e magio el ga i unùr.Aprile fa i fiori e maggio raccoglie gli onori.

7 SABATOS. ERMANNOPrimaére piùuse tant lì pèr lé spùsé.Primavere piovose tanto lino per le spose.

8 DOMENICAS. GUALTIEROLe balossàdé fàde dè zùegn sé lé patés dè ècc.Lo sciocchezze compiute da giovani si patiscono da vecchi.

9 LUNEDÌ

S. MARIA DI CLEOFAL’è mèi bùnä làpä chè ‘na bùnä sàpä.E’ meglio una buona lingua che una buona zappa (rendono di più le chiacchiere che il lavoro).

10 MARTEDÌS. TERENZIOChi fa la caretà l’è siòr e no ‘la sà.Chi fa la carità è ricco e non lo sa.

11 MERCOLEDÌS. GEMMA GALGANIL’öcc del padrù l’engrassä ‘l caàl.L’occhio del padrone ingrassa il cavallo.

12 GIOVEDÌS. GIULIOQuand tè ghé piö i dèncc, tè rìä ‘l pà.Quando non hai più i denti, ti arriva il pane.

13 VENERDÌS. ERMENEGILDOLa ròbä ‘mprestadä, mèzä l’è pèrsä, l’alträ ruinàdä.La roba prestata, metà è perduta e l’altra rovinata.

14 SABATOS. LAMBERTOMìgä sul a scölä s’empàrä a vivere.Non solo a scuola s’impara a vivere.

15 DOMENICAS. ANNIBALEChi nàs dè sòc ‘l sènt dè lègn.Chi nasce dal ceppo sa di legno.

16 LUNEDÌS. BERNADETTA SOUBIROUSLé fómné lé gha quatèr armamènc: lènguä, önge, lagrime e svenimèncc.Le donne hanno quattro armi: lingua, unghie, lacrime e svenimenti.

17 MARTEDÌS. ANICETOLa cosciensä l’é come ‘l gatìgol, chi la sènt e chi no.La coscienza è come il solletico, chi la sente e chi no.

18 MERCOLEDÌS. GALDINOLa minesträ l’è la biàa dè l’òm.La minestra è la biada dell’uomo.

19 GIOVEDÌS. LEONE IXDesempìcä l’èmpicàt che l’èmpicàt èl tè ‘mpicherà té.Salva l’impiccato che poi l’impiccato impiccherà te (la riconoscenza non è di questo mondo).

20 VENERDÌTUTTI I SANTI DELLA CHIESA BRESCIANAÈl ghà ‘na bunä cérä, ma ‘n catìf stupì.

CALENDARIO BRESCIANO: APRILE

Rubriche

Ha una buona cera, ma ha un cattivo stoppino (sembra sano, ma è malato).

21 SABATOS. ANSELMOAl rispurchì ghè par tenerä la pèl dèi sò fiöi.Al riccio sembra morbida la pelle dei suoi figli.

22 DOMENICAS. LEONIDAChe cólpä gàlä la gàtä sé la moér l’è màtä.Che colpa ne ha la gatta se la moglie è matta.

23 LUNEDÌS. GIORGIO

L’envernèl dè San Zórs o prima o dopo ‘l fa ‘l sò córs.L’invernello di San Giorgio prima o dopo fa il suo corso.

24 MARTEDÌS. FEDELEA San Fèdél töcc i àsegn i cambiä pél.A San Fedele tutti gli asini cambiano il pelo.

25 MERCOLEDÌS. MARCO EVANGELISTA

L’è bèl bèlènt édèr on móstàss contènt.E’ bellissimo vedere una faccia contenta.

26 GIOVEDÌS. GIOVANNI BATTISTA PIAMARTAAqua che cór l’è nètä come l’ór.Acqua che scorre è pulita come l’oro.27 VENERDÌS. ZITALa fómnä èciä l’è bùnä dè fa i proèrbé.La donna vecchia è buona per i proverbi.28 SABATOS. PIETRO CHANELChi ghà dèl talènt l’è a pòst ogni móment.Chi ha del talento è a posto ogni momento.29 DOMENICAS. CATERINA DA SIENALa mèssä l’è lóngä sé la diussiù l’è cürtä.La messa è lunga se la devozione è corta.30 LUNEDÌS. PIO VA le gàte ècie ghè piàs i sorèch noèi.Alle gatte vecchie piacciono i topi giovani.

Aprile 2018 Pag . 15Rubriche

STRANGOZZI ALLA SPOLETINA

(Umbria)

Gli strangozzi sono un tipo di pasta lunga molto popolare in Umbria, specie nella zona tra Foligno e Spoleto. Preparati con farina di grano duro, hanno l’aspetto di tagliolini e vengono conditi in vario modo: dal semplice soffitto d’aglio ed olio, che non conosce stagioni, alla salsa di tartufo vero, di attualità tra autunno ed inverno, quando si raccoglie il prezioso tubero. La ricetta offre lo spunto per una nota di lessico riguardante i piatti che, per qualche ragione, evocano chi viene preso dalla gola, nella buona e nella cattiva sorte. Nel caso degli strangozzi, o stringozzi che dir si voglia, parole assonanti sono “strangolo” e “stringa”, che ricordano i lacci con cui i briganti finivano le loro vittime. A cadere in questo modo erano molti preti, vuoi perché sempre ben forniti, vuoi perché rappresentavano il potere papalino. Così il discorso approda a strangolapreti e strozzapreti, piatti tanto popolari nelle terre dell’antico Stato della Chiesa, ma anche nel resto d’Italia, da Trento a Napoli.Nella maggior parte dei casi si tratta di succulenti gnocchi di pane o patate e l’interpretazione è doppia: o sottolinea l’ingordigia di certi religiosi, presenza immancabile di ogni banchetto, o si riferisce ironicamente a piatti troppo grossolani per il loro palato.

Ingredienti per la pasta: 500 g di farina, acqua e sale.Ingredienti per il condimento: olio di oliva, 100 g di tartufo nero di Norcia, 1 acciuga salata, 1 spicchio d’aglio e pepe.

Procedimento: impastare la farina con l’acqua ed un pizzico di sale, tirare la sfoglia e ricavarne dei tagliolini di un paio di millimetri di larghezza. Nel frattempo scaldare l’olio, far prendere colore all’aglio e toglierlo; stemperare l’acciuga dopo averla diliscata e dissalata; aggiungere il tartufo nero tritato o grattugiato. Tuffare gli strangozzi in acqua bollente e salata, scolarli, aggiungerli al soffritto e spadellarli con una spolverata finale di pepe.

CONIGLIO AI PEPERONI(Piemonte)

Si dice Piemonte e si pensa ai grandi vini e al tartufo bianco, al bollito misto in quel di Carrù e ai formaggi come l’erborinato Castelmagno. Come spesso capita, tuttavia, la fortuna dei primattori richiede l’appoggio di una compagna di valore e in particolare di una spalla versatile. Non un protagonista, ma un comprimario disponibile alle situzioni più disparate, questo è il ruolo del peperone che in Piemonte ha trovato una delle sue terre d’adozione più felici. Non il frutto di un’amore precoce, visto che la coltura ha preso piede nella regione solo ai primi del Novecento, ma con risultati d’assoluta eccellenza e anche di notevole riscontro gastronomico. Coltivato nella fascia di transizione tra pianura e collina, il peperone piemontese ha la sua realtà più caratteristica a Carmagnola, con la varietà detta “Corno di bue” per la forma allungata, simile alla specie primitiva delle Americhe; il frutto ha buccia gialla o rossa screziata di

Cucina da tutta Italiaverde, e polpa spessa, che si mantiene soda anche dopo la cottura; crudo, lo si intinge nella “bagna cauda”; si prepara ripieno come portata all’agrodolce; viene conservato sott’olio e sott’aceto, e sperimentato in abbinamenti innovativi, dai crostacei al cioccolato.

Ingredienti: 1 coniglio, 4 peperoni gialli o rossi (preferibili i “Corno di bue” di Carmagnola), 2 acciughe salate, 1 spicchio d’aglio, rosmarino, alloro, aceto di vino bianco, olio d’oliva e burro.

Procedimento: ridurre il coniglio a pezzi e rosolarlo in olio e burro con il rosmarino tritato, la foglia d’alloro e l’aglio schiacciato; avviare la cottura aggiungendo brodo secondo necessità. Tagliare i peperoni a piccole falde e spadellarli perchè prendano colore con le acciughe diliscate e stemperate nell’olio, quindi bagnarli con l’aceto e aggiungerli alla carne quando sarà a metà cottura.

BIBARASSE IN CASSOPIPA

(Veneto)

Bibarasse in cassopipa (Veneto)Non è ostrogoto, ma dialetto veneto nella particolare inflessione di Chioggia. La traduzione, “vongole nel coccio”, richiede tuttavia di essere commentata. Sotto il nome “vongola” rientrano infatti vari molluschi bivalvi dei generi “Venus” e “Tapes”, molto simili fra loro ad occhi profani: tutti hanno la conchiglia grosso modo tonda, lunga mediamente 35-40 mm, anche se di colorazione diversa; tutti abitano le acque dei bassi fondali;

tutti sono apprezzati in cucina, dal semplice sautè agli svariati guazzetti. La vongola comune (“Venus gallina”) è localmente detta “bibarassa” ovvero poveraccia, per la modestissima considerazione gastronomica che se ne aveva un tempo. Cibo alla portata di tutti, bastava rastrellare il fondale a bassa marea, veniva preparato in una casseruola di coccio, lasciando sobbollire le conchiglie a fuoco lento, “pipar” in dialetto, donde il termine “cassopipa”. Da qualche decennio la vongola verace (“Tapes decussatus”) detta anche “caparossolo”, è oggetto di un allevamento che presuppone la “semina” di novellame in acque lagunari, con una realtà a livello di primato continentale proprio a Scardovari, nel delta del Po, al confine tra Veneto ed Emilia Romagna. Sul fronte gastronomico restano d’attualità le “bibarasse in cassopipa” retrocesse però ad antipasto per lo sbarco in laguna degli spaghetti alle vongole.

Ingredienti: 2 kg di vongole, 2 cipolle bianche, aglio, prezzemolo, vino bianco, olio d’oliva e pepe.

Procedimento: in una capace casseruola di coccio si prepari un soffritto d’aglio e cipolla; aggiungere le vongole in guscio, mettere il coperchio e abbassare la fiamma al minimo; quando il calore avrà aperto le conchiglie, si aggiungano il vino bianco e il prezzemolo tritato. Le norme di sicurezza alimentare richiedono che la cottura di questi molluschi si prolunghi per almeno una decina di minuti. Servire con crostoni di pane o polenta bianca abbrustolita.

"La dieta secondo le intolleranze alimentari" della dottoressa Subacchi

Nutrizionista Biologo Albo Sez. A n° 061604 Diete personalizzate per: INTOLLERANZE & ALLERGIE ALIMENTARI; CELIACHIA – LATTOSIO – NICKEL-SPORTIVI, BAMBINI, GRAVIDANZA Master in

NUTRIZIONE&SPORT, DIETA VEGETARIANA, IMMUNOLOGIALa Dottoressa Subacchi riceve a: CREMONA: POLIAMBULATORIO MEDICENTER, VIA GIUSEPPINA N° 21 CELL. 3664759134 CREMA: VIA CASTELLO N° 12 – CELL.

3664759134 MANERBIO: POLIAMBULATORIO MINERVIUM, VIA VERDI N° 64 TEL. 030/9937552

Sono allergico al Nickel, l’uovo pasquale è tabù, alternative per noi nikelini?Sandro

G e n t i l e Sandro, purtrop-po il n i c h e l è il me ta l l o p i ù presente n e g l i

alimenti di utilizzo umano.Lo si può trovare in diversi frutti, come pera, pesca, prugna, susina, e in diverse verdure come pomodoro, spinaci, cavoli e broccoli.Il cacao ne contiene tantissimo o forse è considerato l’alimento con più altro contenuto di nichel in assoluto.Però, in ambulatorio, mi è capitato di seguire persone allergiche fortemente al nichel, intossicate da questo minerale, e dopo il protocollo disintossicante Nutri-my-diet, che

permette di disintossicare il corpo dai metalli pesanti, sono riuscite ad introdurre piccole quantità di cacao nella loro dieta. Cacao naturalmente biologico, fondente e privo di coloranti e conservanti.Il protocollo consiste in 4 fasi:prima fase , total detox per depurare l’organismoseconda fase , light detox, dove si cominciano ad inserire alimenti tolti nella prima faseterza fase: quella stilata in base alle proprie allergie, intolleranze o

predisposizioni genetiche.Quarta fase, mantenimento e reintegro quasi totale (ovviamente eliminando a l i m e n t i a cui si è allergici).

Pag . 16 Aprile 2018

Un dolce facile e buonissimo, perfetto per “ricaricare” i bambini all’ora della merenda.Ingredienti per la pasta (per 6-8 persone):250 g di farina + il necessario per la spianatoia, 125 g di burro ammorbidito + il necessario per la tortiera, 30 g di zucchero, 2 cucchiai di acqua, 1 pizzico di sale e 1 tuorlo.Ingredienti per la crema:3 uova, 100 g di zucchero, 50 g di farina, 1 bustina di zucchero vanigliato, 1/2 l di latte e 30 g di zucchero a velo.Preparazione:Con il frullino elettrico o con il robot da cucina amalgamate la farina, il burro a pezzetti, lo zucchero, l’acqua, il sale e il tuorlo. Non lavorate a lungo l’impasto: appena sarà omogeneo, riunitelo a palla e mettetelo a riposare in frigorifero per un’ora.Nel frattempo preparate la crema: in un ciotola mescolate le uova e lo zucchero e lavorate con la frusta finché

il composto sarà ben spumoso. Unite la farina e lo zucchero vanigliato, poi, sempre lavorando con la frusta, incorporate il latte.Imburrate una tortiera di porcellana o una pirofila da 24 cm di diametro. Sulla spianatoia infarinata, aiutandovi con il mattarello, stendete la pasta a uno spessore di 5 mm e usatela per foderare la tortiera, rialzando bene i bordi ed eliminando l’eccedente. Bucherellate la pasta sul fondo con una forchetta e ponete la tortiera a riposare in frigorifero per circa mezz’ora.Accendete il forno. Togliete la tortiera dal frigorifero e distribuite la crema sulla pasta.Infornate la crostata a 210° C e fatela cuocere per 25 minuti, quindi cospargetela in superficie con lo zucchero a velo e passate la tortiera sotto il grill per 5 minuti. Prima di servirla, lasciate raffreddare bene la crostata.

Il nostro dialettoTermini in via d’estinzione

TTabalóre: babbeo, persona sprovveduta, ingenua, inconcludente.Tabàr: tabarro, cappotto pesante e disadorno, (antic.) ampio mantello.Tacadés: attaccaticcio.Tacaröla: uncino in filo di ferro che si fissa alla cintura dietro il dorso per appendervi il potatoio o il portacote.Tachina: attaccabrighe, persona litigiosa.Tacógn: taccone, rappezzatura, toppa che si applica a scarpe e vestiti, rammendo malfatto.Taelòt: baccellone, semplicione, persona semplice e sprovveduta.Taiacantù: spaccone, bravaccio.Tamàcol: gonzo, babbeo.Tàmbor: brontolone.Tampèla: tentenna, di persona sempre indecisa, che si ricrede continuamente, che muta spesso opinione.Taöl: companatico, pietanza.Tapatù: piccolo bambino ai suoi primi passi.Tatù: scioccone.Tirapicio: zucchero filato.Tomašèla: salsiccia di fegato di maiale, pancetta e formaggio, uova, uva passa e spezie.Tòni: tuta da lavoro di stoffa blu, pagliaccetto.Tòsola: cocciola, enfiatura irritante prodotta sulla superficie della pelle da puntura d’insetto, da contatto con

l’ortica, da allergie.Traacabröt: chi parla senza riflettere.Trambaschì: faccendone, che si dà da fare senza concludere nulla.Treachì: adolescente di cui non si può fare affidamento.Trepèta: orlo ornamentale arricciato cucito attorno al collo o allo sparato della camicia.Tridaòs: persona molesta, importuna.Tudùr (tüdùr): tutore.

UUla: olla, grosso vaso di terracotta usato per lo più per la conservazione di commestibili.Ùlem: olmo, albero delle Ulnacee.Urdit: ordito, insieme di fili tesi longitudinalmante sul telaio, destinati a incrociarsi con la trama per formare il tessuto.Uréra: tremenda.

VVandidùr: vagliatore, addetto alle operazioni di vagliatura.Vegiàbol: dispregiativo di vècio.Verticàl: organetto di Barberia, il piano meccanico a manovella montato su un carretto a due ruote, dei suonatori ambulanti.Vinà: avinare (la botte), lavare con vino una botte nuova affinchè perda l’odore del legno.Visola: visciola, qualità di amarena acidula, la più indicata da mettere sotto spirito.

Rubriche

CROSTATA DI CREMA VANIGLIATA