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Il Ponte Settimanale Cattolico dell’Irpinia anno  Xlii - n°. 2 - eur o 0.50 Sabato 28 gennaio 2017 web: www.ilpontenews.it | email: [email protected] “Et veritas liberabit vos” sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino il ponte è il primo settimanale dell’irpinia politiCa MediCina FiSCo pag. 10 pag. 4 all’interno: pagg. 8 - 9 attualità pagg. 5 - 7 Carissimi Confratelli Presbiteri, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate, Seminaristi e fedeli tutti, mentre mi accingo a dare inizio al ser- vizio di Amministratore Diocesano, a cui mi ha chiamato la fiducia del Colle- gio dei Consultori, desidero far giun- gere a tutti e ad ognuno il mio saluto fraterno e cordiale. Con vivo affetto in Cristo saluto S. E. Mons. Francesco Marino, che ora guida la Diocesi di Nola. Mons. Vincenzo De Stefano Amministratore Diocesano pag. 2 Shoah, una MeMoria da appliCare al preSente MeSSaggio dell’aMMiniStratore dioCeSano alla CoMunita’ di aVellino Vangelo pag. 12 rubriChe pag. 14 Celebrato San FranCeSCo di SaleS, il patrono dei giornaliSti Ogni tanto una voce si leva: migranti, nuovo olocausto. Voci criticate. A partire dalle stesse comunità ebraiche. Il giudizio verrà dalla storia, ma i nostri occhi sanno quello che hanno visto: uomini implorare cibo, alloggio, aiuto, vita ad altri uomini. Accolti in modo straordinario a volte. Respinti altre. E così, in barba ai ragionamenti, si mescolano le immagini delle file di ieri, di quelle di oggi. Di mani protese dai treni come dai barconi. Di corpi gettati e di corpi riemersi pag. 10 pag. 3

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Il PonteSettimanale Cattolico dell’Irpinia

anno  Xlii - n°. 2 - euro 0.50Sabato 28 gennaio 2017

web:  www.ilpontenews.it   |  email: [email protected]

“Et veritas liberabit vos”

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

il ponte è il primo settimanale dell’irpinia

politiCa

MediCina

FiSCo pag. 10

pag. 4

all’interno:

pagg. 8 - 9

attualità pagg. 5 - 7

Carissimi Confratelli Presbiteri,Diaconi, Religiosi, Religiose,

Consacrate, Seminaristi e fedeli tutti,

mentre mi accingo a dare inizio al ser-vizio di Amministratore Diocesano, acui mi ha chiamato la fiducia del Colle-gio dei Consultori, desidero far giun-gere a tutti e ad ognuno il mio salutofraterno e cordiale.Con vivo affetto in Cristo saluto S. E.Mons. Francesco Marino, che ora guidala Diocesi di Nola.

Mons. Vincenzo De StefanoAmministratore Diocesano

pag. 2

Shoah, una MeMoria daappliCare al preSente

MeSSaggio dell’aMMiniStratoredioCeSano alla CoMunita’

di aVellino

Vangelo pag. 12

rubriChe pag. 14

Celebrato San FranCeSCodi SaleS, il patrono

dei giornaliSti

Ogni tanto una voce si leva:

migranti, nuovo olocausto.

Voci criticate. A partire dalle

stesse  comunità ebraiche. 

Il giudizio verrà dalla storia,

ma i nostri occhi sanno quello

che hanno visto: 

uomini implorare cibo, 

alloggio, aiuto, vita ad altri

uomini. Accolti in modo 

straordinario a volte. 

Respinti altre. E così, in barba

ai ragionamenti, si mescolano

le immagini delle file di ieri, 

di quelle di oggi. Di mani 

protese dai treni come 

dai barconi. Di corpi gettati 

e di corpi riemersipag. 10 

pag. 3 

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2 28 gennaio 2017ilponte

diocesi

MESSAGGIO DIOCESANO ALLA DI AVELLINO

Carissimi Confratelli Presbiteri, Diaconi, Religiosi, Religiose,

Consacrate, Seminaristi e fedeli tutti,

mentre mi accingo a dare inizio al servizio di Amministratore Diocesano, a cui mi ha chiamato la fiducia del Collegio dei Consultori, desidero far giungere a tutti e ad ognuno il mio saluto fraterno e cordiale.

Con vivo affetto in Cristo saluto S. E. Mons. Francesco Marino, che ora guida la Diocesi di Nola.

Alle Autorità civili e militari, il mio deferente saluto e la mia disponibilità a collaborare per il bene comune del nostro territorio.

Santo affinché, in collegialità con i Consultori e in collaborazione con il Presbiterio, possa servire adeguatamente la nostra Chiesa particolare, secondo quanto disposto dalle norme canoniche.

In questo tempo di attesa del nuovo Pastore per la Diocesi di Avellino, siamo tutti chiamati a rafforzare i vincoli di comunione e a collaborare per la continuità delle attività ordinarie della nostra Chiesa, valorizzando le indicazioni pastorali che ci siamo date per questo anno, mettendo al centro la Famiglia, come ci suggerisce Papa Francesco n Amoris laetitia, seguendo il metodo sinodale che ci fa camminare insieme, presbiteri e fedeli laici.

Rivolgo l invito a tutti i Sacerdoti, in modo particolare ai Parroci e ai Rettori

Pastore, il dono di un nuovo Vescovo, una guida solerte e dedita al bene del popolo di Dio, celebran Eucaristia con il formulario della messa pro eligendo episcopo, secondo

questa intenzione. Questo tempo di attesa ci veda tutti impegnati a svolgere con generosità il

amministratori di una multiforme grazia di Dio. Chi parla, lo faccia come con parole di Dio; chi

per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartiene la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen! (1 Pt 4, 10-11).

Maria Vergine Assunta in cielo, i nostri Santi Patroni, Modestino, Fiorentino e Flaviano, accompagnino il nostro cammino e ci aiutino a crescere nella testimonianza credibile della misericordia di Dio.

Mons. Vincenzo De Stefano Amministratore Diocesano

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328 gennaio 2017 ilponte

attualità

La giornata della memoria in Irpinia, an-novera due figli in particolare: Giovanni Pala-tucci che salva migliaia di ebrei, e GiovanniPreziosi, di Torella dei Lombardi, ex prete cat-tolico, giornalista poi direttore del Roma, an-tisemita e teorico della razza ariana.Oltre che sapere dei campi di concentra-mento irpini, a Solofra, ad Ariano e Monte-forte, sarebbe interessante porre attenzionealla storia d’Irpinia relativamente ai nomi, co-gnomi, usi e costumi, scoprendo che la co-munità ebraica viveva qui numerosa,sopravvissuta per secoli.Esisteva in Avellino un vero e proprio ghetto,delimitato da un lato dalla chiesa di San Bar-tolomeo, perduta ma ancora viva nella to-ponomastica; il ghetto vien fatto risalire allavolontà di un vescovo, Pandulfo, che nel 1165ordinò la costruzione di un quartiere ebraicoa sue spese.Scopriremo, con stupore, che Israele c'era, econ noi viveva, essendo parte di noi. Ancoraoggi esso residua fra noi per sangue e perparticolari e non più conosciute tradizioni. Gliebrei che non divennero cattolici, capitola-

rono in Irpinia all'Inquisizione Spagnola, purnon amatissima e ben ostacolata qui nelregno di Sicilia Citra.Oltre la Shoàh: altri campi sono esistiti, altricamini fumano nella storia prima, durante edopo il periodo nazista. Il termine Shoàh ricorre nel libro di Giobbe ein Isaia come un eccesso del male e dunquenon è integrabile nell'esperienza, non è im-maginabile. Ecco: è quasi la dimensione al-lucinata ed assurda di un deicidio.Gesù stesso era ebreo, e Pietro, e Paolo, etutti gli altri. Magari ebrei erano i nostri avie/o i nostri vicini di casa nei secoli addietro. L'esistenza, se non rimossa dalla coscienza,degli orrori degli stermini, pone alla nostraanima smarrita due domande: cos'è l'uomo?Esiste Dio? Non è in nome della purezza dell'uomo, rite-nendo di avere Dio dalla propria parte, chespesso, anche oggi, si commettono questi or-rori?Dio c'è? L'uomo chi è?Nessuna delle due domande è semplice e sipuò solo rispondere con il silenzio di Elie Wie-

sel durante un’esecuzione di un bambino alcampo di concentramento: «Dietro di mesentii il solito uomo domandare: Dov’è Dio. Eio sentivo in me una voce che gli rispondeva:Dov’è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca». Noi lo dovremmo sapere sin dagli antichitempi e per bocca dei profeti: a quei chiodiera e resta inchiodato il sacrificio, colpevoledi blasfemia e cospirazione, travolto dalla as-surdità della Shoàh... Non sempre lo ricor-diamo e, così, è anche questo sacrificio disenso, di redenzione, che dobbiamo ri-cordare, noi, spesso, così immemori di san-gue e croci.

Paolo Matarazzo

Fabio Grassi

Storia e Shoah: oltre un teMpo

Shoah, una MeMoria da appliCare al preSente

È qualcosa di nuovo oggi nell’aria, anzi d’an-tico. Il poeta lo avrebbe forse descritto cosìquesto pensiero che ritorna e avvicina duerealtà in sé molto lontane. E non solo neltempo.Il fatto è che di fronte alle immagini chevengono dai tg, rispunta un senso di inade-guatezza estrema, di imbarazzo, di pietà eincredulità insieme. La stessa vergogna checi colpisce di fronte alle immagini che, set-tanta anni fa, mostravano uomini e donnein fila sotto la neve. Sono tornati. Non por-tano il pigiama a righe, stanno avvolti in co-perte, unica difesa ai meno venti cheincombono, ma non bloccano, la rotta bal-canica.Muri alzati, filo spinato, parole dure: calanocome lame di ghiaccio su donne, bambini eragazzi intirizziti, chini a fare fuochi dentrobidoni, alimentandoli con pezzi di carta estoppie. Fuochi a cui tendono mani e piedigelati. L’inverno balcanico non si muove a

pietà di fronte alle loro infradito. Non èl’unico.Anche dall’altro fronte degli arrivi, quello delmare, il flusso non si ferma. Lo scorso finesettimana non sono mancati i barconi af-fondati. E i morti. Sono stati 362 mila i mi-granti sbarcati in Europa nel 2016.Settemila gli annegati nel biennio 2014-2015. Dimenticati da noi, cullati dal Medi-terraneo. “Mare nostro – scrive Erri De Luca– ti abbiamo seminato di annegati, più diqualunque età delle tempeste”.Certo, non si fanno paragoni. La storia dioggi non è quella di settanta anni fa. Oggici sono persone che partono volontaria-mente verso mete di speranza e sogni divita nuova. Ieri erano deportate con laforza, verso la destinazione finale. Oggi ab-bandonano il loro paese spinte da guerre ecarestie. Ieri erano catturate da unaun’ideologia di annientamento mirato.Il pensiero distingue. Ma la mente, quasi adispetto, associa immagini. Nel cuore si ri-sveglia un orrore che si credeva chiuso neilibri di storia. I barconi stipati non sono delresto meno mortiferi di certi treni del pas-sato.Sarà che si avvicina il 27 gennaio. Sugge-stione da calendario? Ogni tanto una vocesi leva: migranti, nuovo olocausto. Voci cri-ticate. A partire dalle stesse comunità ebrai-che. Il giudizio verrà dalla storia, ma i nostri

occhi sanno quello che hanno visto: uominiimplorare cibo, alloggio, aiuto, vita ad altriuomini. Accolti in modo straordinario avolte. Respinti altre.E così, in barba ai ragionamenti, si mesco-lano le immagini delle file di ieri, di quelle dioggi. Di mani protese dai treni come daibarconi. Di corpi gettati e di corpi riemersi.Ci inchioda una frase: “Caino, dov’è tuo fra-tello?”. La domanda di papa Francesco aLampedusa.Il 27 gennaio ritorna, con le sue celebra-

zioni. Serva a ricordare le atrocità di iericome a non distrarsi dalle crudeltà di oggi.Non sia puro esercizio di memoria, ma mo-nito. Sia un altro “mai più”. Sei milioni diebrei morti, perché teorizzati inferiori, sonosembrati un obbrobrio tanto orrendoquanto irripetibile. Ma un documento pre-sentato alle Nazioni Unite stima in oltre 45mila i morti nel Mediterraneo dal 2000 adoggi. Vi si aggiungono le sofferenze di chirisale a piedi l’Europa, di chi aspetta a Ca-lais, di chi ha conosciuto i campi a Lesbo.Una situazione che il papa ha definito: “Lacatastrofe umanitaria più grande dopo laSeconda guerra mondiale”.Storie diverse. Ma non c’è uomo che, iericome oggi, abbia il diritto di umiliarne a talpunto un altro. E di credersi nel giusto

Simonetta Venturin(Agensir)

Ogni tanto una voce si leva: migranti, nuovo olocausto. Voci criticate. A partire dalle stesse

comunità ebraiche. Il giudizio verrà dalla storia, ma i nostri occhi sanno quello che hanno visto:

uomini implorare cibo, alloggio, aiuto, vita ad altri uomini. Accolti in modo straordinario a volte.

Respinti altre. E così, in barba ai ragionamenti, si mescolano le immagini delle file di ieri, di

quelle di oggi. Di mani protese dai treni come dai barconi. Di corpi gettati e di corpi riemersi

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4 28 gennaio 2017ilponte

politica

la deStra Che ForSe Verrà!

l’uoMo Forte al goVerno

Tempo fa, un lettore si la-mentò perché mi occupavo,prevalentemente, del PD e dei5Stelle, trascurando quasi deltutto la Destra, viva e presentenel nostro Paese. Oggi scrivo della Destra per-chè credo sia giusto trattareuna questione che potrebbe di-

ventare attuale per le nostre comunità.Autorevoli commentatori, di recente,sichiedono:  perchè  la  Destra  sembra“vincente”  ovunque,  nel  mondo(Trump) e soprattutto in Europa?Nel nostro Paese la destra ha almeno duefacce: quella moderata, conservatrice, libe-rista ed affarista e quella rivoluzionaria, mo-vimentista, nazionalista ed, in qualche caso,persino razzista e xenofoba. Queste duedestre sembrano così distanti tra loro da la-sciar supporre che non riusciranno mai agovernare insieme. Eppure, non è cosìscontato. La storia recente ci ha dimo-strato il contrario (chi non ricorda i go-verni  Berlusconi-Bossi-Fini  cheriuscirono a mettere insieme il “dia-volo e l’acqua santa”: i nazionalisti diAN con i separatisti della Lega?) sicchéil  futuro prossimo potrebbe presen-tarci inedite forme di collaborazione.Ora, rispetto ad una probabile vittoria dellaDestra, appare corretto interrogarci sulla“qualità e quantità” del successo: vi sarà losfondamento elettorale dell’alleanza Lega-Fratelli d’Italia-Casa Pound ed il ridimensio-namento di Forza Italia o Berlusconi riusciràa mantenere il suo partito (e le briciole delcentrismo) su una percentuale tale da im-pedire l’inglobamento nel nuovo populismolepenista? O addirittura si potrà lavorare adun’intesa tra i 5Stelle e la destra di Salvinie Meloni?In parte dipenderà dal sistema elettoralecon il quale andremo al voto (quest’anno onella primavera del 2018). E molto sarà ilfrutto delle scelte degli altri partiti. Certo,non è facile valutare gli effetti del vento rea-zionario e fascista che potrebbe soffiaresull’Europa ( e sull’Italia), un vento raffor-zato dall’”uragano Trump”!.In ultimo, le parole di Grillo, che elogia(certamente, apprezza …) le soluzionipersonalistiche  “forti”  (Trump  ePutin),  non  tranquillizzano  affatto!Perché di una cosa il nostro Paese nonha,  certamente,  bisogno:  dell’uomoforte che, raccontando favole all’elet-torato o promettendo sogni irrealizza-bili, possa raccogliere il consenso ditutti quelli (e sono tanti) che vivono idisagi di una crisi economica e sociale

che non sembra voler finire! Per esem-plificare: sono fermamente convinto che ilproblema dei migranti non si debba risol-vere con scelte egoistiche, solo apparente-mente utili a difendere la nostra autonomia.I muri, le barriere, le espul-sioni indiscriminate ser-viranno solo adisolarci: come per-sone, come popolo ecome nazione. E l’iso-lamento (simile allanota “autarchia” fa-scista) produrràmolta più povertà esofferenza di quellecausate dalla crisiplanetaria, mal ge-stita dall’Europa. Per costruire una ri-sposta giusta ci puòaiutare il pensiero diPapa Francesco, conla sua Evangelii Gau-dium: ”E’ tempocome al solito di pro-gettare, in una cul-tura che privilegi ildialogo come formadi incontro, la ricerca diconsenso e di accordi, senzaperò separarla dalla preoccupazione diuna società giusta, capace di memoriae senza esclusioni”. Ed il Santo Padrenon si limita a dare indicazioni precise sucome “gestire” la vita sociale delle nostrecomunità (dialogo, incontro, memoriasenza esclusioni) ma ci dice chi dovrà as-sumersi la responsabilità di un “accordo pervivere insieme, un patto sociale e cultu-rale” che regoli la vita della nostra comu-nità: “il soggetto storico di questo processoè la gente e la sua cultura, non unaclasse , una frazione, un gruppo, un’elite.Non abbiamo bisogno di un progettoindirizzato a pochi o di una minoranzailluminata o testimoniale che si appro-pri di un sentimento collettivo” (cfr E.G.n.238).Parole sante! Verità ineludibili! Indicazioni e

sollecitazioni di straordinaria attualità per icattolici!Ecco, quando si discute del ruolo dei catto-lici nella nostra comunità dovremmo porciuna domanda: se i cattolici (i gruppi, le as-sociazioni …) non approfondiscono, non di-scutono e non fanno proprie questesollecitazioni, quali speranze possono nu-trire rispetto ad una funzione di servizionella comunità sociale e politica nella qualevivono? Se essi non concretizzano l’amoreper il prossimo in fatti, proposte ed iniziativeper la propria comunità di quale cattolice-simo parliamo?C’è un peccato “sociale” del quale, nonsempre, ci rendiamo conto: il peccato di

omissione rispetto all’im-pegno  sociale  e  poli-tico!  Un  peccatograve  che  ci  con-danna, come catto-lici, all’irrilevanza edalla “minorità”, cau-sate anche dalle mi-sere  ambizioni  dialcuni  finalizzate  amodesti quanto  in-fruttuosi  successipersonali. Un peccatoche ha già causato seridanni: permettendoagli arrivisti, ai carrieri-sti, ai corrotti ed ai cor-ruttori di prevalere inPolitica!Oggi, come “gente ecultura cattolica” unita-riamente intese (noncome “elite”), ab-

biamo il dovere di una ri-sposta chiara e precisa

rispetto ad alcuni interrogativi: “la destrache verrà” ha un’idea di comunità che cor-risponde ai nostri princìpi ed ai nostri valori?Essi sono veramente in grado di proporci unprogetto di società conforme alle indicazionidella Dottrina Sociale ed alle sollecitazionidel Santo Padre? La risposta onesta e sincera dovrà guidarele nostre scelte! Sicché, se fossimo convintidel contrario, dovremmo assumere, inconcreto,  la responsabilità e  l’impe-gno, personale e collettivo, a difesadella nostra cultura, nemica della di-sperazione  e  della  paura  ed  apertaall’amore. Perché, se, dovessimo conti-nuare a distrarci o a pensare ad altro po-trebbe essere veramente troppo tardi!

[email protected]

MicheleCriscuoli

”E’ tempo

come al solito di

progettare, in unacultura che

privilegi il dialogocome forma di

incontro, la ricerca di

consenso e di accordi, senzaperò separarla dalla

preoccupazione di unasocietà giusta, capace di

memoria e senza esclusioni”. (Papa Francesco - Evangelii Gaudium)

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528 gennaio 2017 ilponte

attualità

Giovedì  15  dicembre  ilpresidente del ConsiglioPaolo Gentiloni e il Ministrodegli EsteriAngelino Alfanosono partiti da Roma alle7,30  per  Bruxelles  allastessa ora, ma con aerei“Blu”  diversi. Risulta che

l’Airbus 319 su cui è partito Gentiloni hauna quarantina di posti, mentre Alfano hadovuto prendere un Falcon 50 da 9 posti.Qualche maligno ha ironizzato che i due“non si sono messi d’accordo” perchéforse tutti e due volevano il primo postoA1 o evitare di litigare per la tempera-tura… ”Da evidenziare che il premier ètornato a Ciampino alle 23,55, mentre ilministro Alfano è atterrato molto tempoprima (alle 15,20). Secondo i calcoli degliesperti il volo dell’Airbus 319 del pre-sidente Gentiloni è costato 50milaeuro (pari a circa 100 milioni delle vec-

chie lire), quello del Falcon 50 del mi-nistro  Alfano  altri  20mila  euro,  iltutto per una spesa giornaliera di70mila euro (pari a circa 140 milionidelle vecchie lire). I nostri bravi gover-nanti hanno speso in un giorno ciòche quattro dipendenti prendono inun anno. Se a questa somma si ag-giungono i costi del celebre aereoblu di Renzi, l’A340, 40mila euro algiorno per star fermo, possiamo affer-

mare, per il momento, che il quadro dellospreco è perfetto. Andando avanti di que-sto passo ci viene spontaneo chiederci:se dovesse spostarsi un giorno l’interogoverno, ognuno con il suo staff e venisseutilizzato un aereo per ogni ministro, laspesa arriverebbe alle… stelle, assi-stendo, al tempo stesso, però, al decollodella squadriglia delle Frecce Tricolori…

[email protected]

AlfonsoSantoli

due Voli di Stato per bruXelleS alla SteSSa ora: uno per il Ministro alfano e l’altro per il presidente gentiloni

Secondo una recente decisione dei giu-dici della Suprema Corte di Cassazionedare al tempo d’oggi dell’omosessualenon è più un’offesa, in quanto “è cam-biato il contesto storico” e l’appellativo“non è  lesivo della  reputazione dinessuno, nemmeno se rivolto a uneterosessuale”. “Nel presente conte-sto storico”, sostengono infatti gli er-mellini, è da escludere che “il termine‘omosessuale’” abbia conservato “unsignificato  intrinsecamente  offen-sivo come, forse, poteva ritenersi inun passato nemmeno tanto remoto”.Lo ha sottolineato la Suprema Corte conuna sua sentenza del 2016, la n. 50659,sostenendo che tale parola - diversa-mente da altri “appellativi” che invecemantengono un carattere “denigrato-rio” - è entrata nell’uso corrente e attienealle “preferenze sessuali dell’indivi-duo”, assumendo di per sé “un carat-tere neutro” e per questo non è lesivadella reputazione di nessuno, anche nelcaso in cui sia rivolta a una persona ete-rosessuale, cancellando una volta pertutte ogni pregiudizio dal significato dellaparola “omosessuale”. E’ stata così an-nullata, senza rinvio, la condanna per dif-famazione inflitta in primo grado il 20marzo del 2015 da un Giudice di Pace diTrieste nei confronti di un uomo cheaveva usato questo termine in un atto diquerela rivolgendosi a un “avversario”

eterosessuale, con il quale era finito ingiudizio per motivi legati alla moglie nel-l’ambito di una causa non meglio specifi-cata. Contro la condanna penalecorrispondente ad una pena pecuniaria,l’imputato faceva ricorso direttamente inCassazione, saltando l’appello e soste-nendo che la parola “omosessuale”aveva ormai perso “qualsiasi caratterelesivo” nell’evoluzione “del linguaggiocomune”. “La tipicità della condottadi diffamazione”, ha sostenuto la Su-prema Corte nel caso di specie, “consi-ste  nell’offesa  alla  reputazione:  èdunque necessario che i termini di-spiegati o il concetto veicolato, nelcaso  di  comunicazione  scritta  oorale, siano oggettivamente idoneia ledere la reputazione del soggetto

al quale sono rivolti”. I giudici su-premi, inoltre, hanno escluso che “lamera attribuzione della “qualità” di‘omosessuale’, attinente alle prefe-renze sessuali dell’individuo, abbiadi per sé carattere lesivo della repu-tazione del soggetto passivo e ciòtenendo conto dell’evoluzione dellapercezione  della  circostanza  daparte  della  collettività”. Con parolechiare, la sentenza ha concluso dicendoche “il termine utilizzato non può ri-tenersi  effettivamente  offensivo”nemmeno se pronunciato o scritto con“intento  denigratorio”. All’imputato,dunque, veniva annullata la pena inflitta-gli in primo grado dall’adito Giudice diPace di Trieste senza rinvio “in quanto ilfatto non sussiste”.

oSSerVatorio giuridiCo a cura di ernesto pastena

Foto - Avellino Palazzo di Giustizia

“è CaMbiato il ConteSto StoriCo”

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6 28 gennaio 2017ilponte

rubrica

Tre giorni di sport,enogastronomia e tra-dizioni nel segno deldivertimento e dellavalorizzazione del ter-ritorio. In collabora-zione con UISPCampania, la Condotta

Slow Food Avellino, gui-data dal Fiduciario

Carlo Iacoviello, partecipa alla quintaedizione di “Innamorati della Neve”, inprogramma sull’Altopiano del Laceno dal3 al 5 febbraio prossimi, con il patrociniodella Provincia di Avellino, del Comune diBagnoli Irpino e dell’Ente Provinciale peril Turismo.Gare, escursioni, esibizioni, degustazioni,incontri tematici; questo il ricco pro-gramma che vedrà coinvolti anche Unpli,Coni, Ufficio Scolastico Provinciale, Pianodi Zona Alta Irpinia, Unione Ciechi dellaprovincia di Avellino, Consorzio Laceno,Lago Laceno Operatori Associati, Sci Clubaderenti alla Uisp ed i suoi Settori Neve,Montagna e Giochi Tradizionali. “Il Laceno può offrire tanto al di là dellaneve”. Ne è convinto come tutti noi IvoCapone, Presidente della Uisp Cam-pania, che insieme al Comitato Territo-riale di Avellino presieduto da VincenzoViolano organizza la manifestazione. “Ab-biamo deciso d’investire sull’Altopiano diBagnoli con un preciso obiettivo: puntarealla destagionalizzazione della struttura efar sì che il Laceno diventasse riferimentoper quanti amano la montagna, sia in in-verno che in estate”. Un’idea promossa esostenuta anche dalla Presidente delConsiglio Regionale della Campania,Rosa D’Amelio, che anche quest’annonon ha fatto mancare il suo appoggioall’iniziativa.

La manifestazione ha raggiunto risultatirilevanti per quella che è l’unica stazionesciistica della regione. L’aver coinvoltoaltri soggetti, come Slow Food ed ilmondo della scuola, risponde ad una lo-gica d’inclusione che fa bene all’interoterritorio. “Il mio sogno? Riuscire ad atti-vare la tratta ferroviaria Avellino-Roc-chetta anche nel periodo invernale”. Nonsi può che essere d’accordo con la Presi-dente e collaborare!Un plauso a “Innamorati della Neve” ègiunto anche dall’assessore alla Cultura delComune di Avellino, Bruno Gambardella,

che l’ha definito “un importante appun-tamento per riannodare i rapporti con lacittà capoluogo”.La Condotta Avellino di Slow Food hasposato con entusiasmo il progetto, “Inlinea con i nostri valori – ha sottolineatoil Consigliere Nazionale di Slow Food,Lucio Napodano -. La nostra Associa-zione crede molto nell’Irpinia, come di-mostra la guida di Slow Food Editore

interamente dedicata nel 2016 alla pro-vincia di Avellino, andata letteralmente aruba, che ci fa acquisire consapevolezzasulle capacità della nostra terra di attrarreturismo”.Un impegno, quello della Uisp in provinciadi Avellino che, come sottolinea il respon-sabile nazionale del Settore Neve, BrunoChiavacci, “non è casuale. L’Irpinia, cometutto il Mezzogiorno, ha bisogno di mag-giore attenzione da parte delle istituzioni.Attraverso il dialogo, in questa provinciafecondo, è possibile ottenere risultati im-portanti per lo sviluppo del territorio”. Moralmente la manifestazione è dedicata

alla memoria di Gior-gio Carullo, tra i primia promuovere laneve d’Irpinia, cui èintitolato il neonatoSci Club Avellino,presieduto dalla mo-glie Antonella Guer-riero. Questo ilprogramma della tregiorni:Venerdì 3 febbraio 2017- Campionati studenteschi sci- Arrampicata sportiva- Tiro con l’arco dinamico- Passeggiate a cavallo e in mountain bikeCiaspolataSabato 4 febbraioItinerari enogastronomici per la pro-mozione del territorio- Esibizione gruppi folk irpini- Degustazioni guidate di prodotti tipici acura di Slow Food Avellino- Giochi tradizionali- Arrampicata sportiva- Tiro con l’arco dinamico- Passeggiate a cavallo e in mountain bike- Ciaspolata- Tavola rotonda: Sport, Tradizioni, Eno-gastronomia: le leve dello sviluppo dellearee interne.Domenica 5 febbraioEscursioni in montagna- Escursioni alla scoperta del Rajamagra- Passeggiate in mountain bike al Bikepark.

a Cura della Condotta SloW Food aVellino

Lucio Napodano

al laCeno dal 3 al 5 Febbraio 2017

“innaMorati della neVe”

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728 gennaio 2017 ilponte

attualità

I Vigili del Fuoco di Avellino, nella se-rata del 21 gennaio, sono intervenutisull'altopiano del Laceno per la ricercadi due sciatori dispersi. Sul postohanno operato le squadre dei distac-camenti di Montella, Lioni e una pro-veniente dalla sede centrale delComando di Avellino con il Gatto DelleNevi. Le operazioni di soccorso sonostate seguite personalmente dal Co-mandante, Arch. Rosa D'Eliseo, dalFunzionario di guardia e dal CapoTurno Provinciale. Dopo una lunganotte di ricerche, alle ore 8.30 dioggi 22 gennaio, il personale dei Vi-gili del fuoco, del Soccorso Alpino e

delle Forze dell'Ordine, è riuscito a lo-calizzare gli sciatori, in fondo a un di-rupo, e alle ore 11.45 i due uomini,che si erano perduti durante un fuo-ripista, sono stati tratti in salvo . I malcapitati sono stati recuperati dalpersonale SAF (Speleo Alpino Flu-viale) dei Vigili del fuoco congiunta-mente a personale del SoccorsoAlpino e trasportati, a bordo del GattoDelle Nevi dei Vigili del Fuoco, a valle,per essere affidati al personale sani-tario per le cure del caso. Sempre in mattinata, una squadradella sede di via Zigarelli, è dovuta in-tervenire a Montevergine, dove pocoprima di Campo Maggiore, due auto-vetture con quattro giovani a bordo,sono rimasti bloccati a causa dellaneve. I due veicoli sono stati recupe-rati e fatti scendere presso il Santua-rio. I quattro malcapitati, eranoinfreddoliti ma in buono stato di sa-lute.

i Vigili del FuoCo di aVellino iMpegnati in interVenti di SalVataggio

Celebrato San FranCeSCo di SaleS, patrono dei giornaliSti

Il 24 gennaio scorso i giornalistiirpini hanno festeggiato il loro pa-trono, San Francesco di Sales, dot-tore della Chiesa e comunicatore.Nel pomeriggio di Martedì scorso si

è svolta, presso la curia vescovile, la

celebrazione  eucaristica, a curadell’Amministratore  diocesano,don Enzo De Stefano, che ha ac-colto i giornalisti nella cappella pri-vata del vescovo. Don Enzo nell'omelia, richiamandosial messaggio di Papa Francesco perla 51esima  giornata  mondialedelle  Comunicazioni  Sociali, hasottolineato l'importanza della Comu-nicazione e del ruolo del giornalista.C'è bisogno della buona notizia,ha detto l'Amministratore dioce-sano, che ha tenuto a precisare chela cronaca nei Media è importante manon può essere l'unica notizia, c'è bi-sogno di guardare in positivo ciò cheaccade e raccontare le tante storieche nella quotidianità costituiscono ilbuon esempio. Il giornalista ha ilcompito di alimentare la speranza inun futuro migliore, senza creare illu-sioni, ma sapendo interpretare itempi e i segni che li carat-terizzano. L'informazione,ha concluso l'ex vicario,deve dare aiuto e sostegnoagli ultimi, a quanti posti aimargini della società nonhanno voce, agli esclusi,agli emarginati, a tutti co-loro che giustamente ri-vendicano attenzione edun posto nella società e nelmondo del lavoro. Per l'occasione si è regi-strata una buona parteci-

pazione  dei  rappresentanti  dellastampa  locale  all'evento per  cele-brare il santo patrono, a cui è stataassegnata la protezione dei giornali-sti e degli scrittori essendosi distintoper le brillanti doti di comunicatore,San Francesco di Sales, Vescovo diGinevra, curava personalmente ladiffusione delle notizie attraverso lascrittura di piccoli manifesti che veni-vano affissi alle mura delle città.

IL M5 Stelle ha presentato  un dossier al Procuratore della Repubblica di  Avellino, 

Cantelmo, su Alto Calore Servizi. La replica del presidente De Stefano:

pronti a difendere l'Azienda.

È quasi certamenteopera di un corvo, solouna persona che co-nosce ed ha accessolibero alla documenta-zione contabile del-l’Alto Calore potevasapere fatti così circo-stanziati come quellipronunciati pubblica-mente lunedì scorsodavanti al Tribunale diAvellino dal parlamen-tare pentastellatoCarlo Sibilia, accom-pagnato, per l'occasione dalla deputata alla Camera,onorevole Maio. Sibilia, non nuovo ad interessarsialle vicende della storica Azienda, con sede legale aCorso Europa, ha intrattenuto i giornalisti irpini, ri-velando alcuni particolari del copioso dossier che te-neva sottobraccio, prima di salire le scale deltribunale per giungere nella stanza del Procuratoredella Repubblica, Rosario Cantelmo, al quale sareb-bero stati consegnati i documenti. Secondo Sibilia cisarebbero, tra le varie cose, anche 15mila euro spesida ACS per l'acquisto di vino Fiano, oggetto di pre-sunte regalie. Anche se le accuse sembravano es-sere dirette alle precedenti gestioni di ACS, non si èfatta attendere la replica del presidente Raffaello DeStefano, il quale si è detto pronto ad adire le vie le-gali per tutelare l'immagine e gli interessi del-l'Azienda che rappresenta.

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8 28 gennaio 2017ilponte

Gabriele D’Annunziousavaspesso nelle sue poesie,ma anche nelle novelle, ilriferimento al tempo chescorre inesorabile ed hautilizzato    le  immagini

della clessidra e della me-ridiana (“il tacito qua-

drante”), che come tutti gli strumenti chemisurano il tempo danno ansia. La stessasuggestione della brevità del tempo ci fapensare alla brevità della vita. I romaniaffermavano che il tempo scorrese velocesolo per chi fosse in grado di lavorare(velox operantibus hora=veloce perchi lavora) mentre fosse lento solo perchi era povero (“tardior egenti” = iltempo scorre più lento per i poveri)o era pigro (“tarda fugit pigros”).Anche ai giorni nostri il tempo conti-nua a …volare, anzi vola ancora piùveloce quando stiamo bene con noistessi e con gli altri. Se ci annoiamo iltempo non passa mai, se invece ci piaceun film, una commedia, una situazioneallora tutto finisce in poco... tempo. Oggisiamo in grado di dare una spiegazionescientifica in risposta a questa percezionesoggettiva. Due sono gli studi pubblicatisull’argomento: il primo su “Science”nello scorso dicembre è opera dei ri-cercatori dell’Università di Lisbona,il secondo sulla stessa pubblicazionedi pochi giorni or sono ad opera distudiosi francesi di Marsiglia. I porto-ghesi affermano che i neuroni che rila-sciano dopamina hanno un ruolo nelmodo in cui l’uomo percepisce il tempo.La dopamina è un neurotrasmettitoreprodotto da un aminoacido (fenilananina)ed appartiene alla famiglia delle cateco-lamine, precursore dell’adrenalina e dellanoradrenalina. La dopamina è il tuttofaredel nostro cervello perché regola le atti-vità del sistema nervoso centrale e diquello periferico ed è associata ai centri

del piacere e della “ricompensa”. I neu-roni che la rilasciano si trovano in unastruttura profonda del cervello (sustantianigra) che se viene dan-neggiata ci fa perderela percezione deltempo, come la si ri-trova nei malati di Par-kinson. Il  ProfessorJoe Paton, respon-sabile  della  ricercaha  spiegato  comesono riusciti ad ap-profondire in questocaso  il  ruolo  delladopamina.  I neuro-scienziati hanno “in-segnato” ai topi dilaboratorio a calcolarese la durata dell’inter-vallo tra due suonifosse più o meno lungadi un secondo e mezzo ed attraverso lafluorescenza hanno misurato, mentre itopi svolgevano il compito loro asse-gnato, i segnali provenienti dai neuroni

della sostanza negra. Quando udivano ilsuono si registrava l’aumento dell’attivitàdei neuroni. Per capire se è l’attività deineuroni a stimolare la percezione deltempo gli scienziati hanno utilizzato im-pulsi optogenetici per stimolare o inibire ineuroni e viceversa. In pratica, accadevache stimolando i neurioni i topi tendevanoa sottostimare la durata dell’azione e vi-ceversa, a dimostrazione di come si sot-tostimi o sovrastimoli l’impulso, che da

solo è capace di alterare la percezione deltempo. Sulla stessa rivista “Science” èstato pubblicato un altro lavoro dove si

dimostra che è l’attivitàcerebrale è influenzatadal livello di attenzioneche si presta ad un ar-gomento. Concentrarsisul passare del tempo,come avviene quandoci si annoia, fa scattareil meccanismo cere-brale, per cui sembradavvero che le lancettedell’orologio vadanopiù adagio. I ricer-catori  di  Marsigliahanno  studiato  ilproblema  con  unarisonanza  magne-tica su dodici volon-tari sani impegnati in

varie attività. In un caso si richiedeva diconcentrarsi solo sulla durata di proie-zione di una immagine, successivamentesolo ai colori e poi ad entrambe le cose.E’ venuto fuori che esiste un sistemachiamato cortico-striatale che  si at-tiva quando  i  volontari  si  concen-trano  solo  sul  passare del  tempo.Ovviamente dovendo il cervello impe-gnarsi in più attività non fa caso all’orolo-gio. Così avviene che quando ci si divertenon si guarda neppure il cronometro, masi ha la sensazione netta che il tempopassi molto più velocemente. Contraria-mente a quanto avviene quando si ozia.Il non fare nulla di particolare fa concen-trare il nostro cervello solo sul monitorag-gio del tempo che passa. In questo modosi ha una valutazione molto precisa. Eccoperchè quando si dice che anche un soloattimo è un’eternità non è sbagliato, tuttosommato è trascorso veramente tanto,tanto… tempo.

[email protected]

Gianpaolo

Palumbo

Se ci annoiamo il tempo non passa mai, se invececi piace un film, una commedia, una situazione

allora tutto finisce in poco... tempo

il teMpo Vola...Quando StiaMo bene

Medicina

Oggi siamo in gradodi dare una spiegazione

scientifica in risposta a questapercezione soggettiva.

Due sono gli studi pubblicatisull’argomento: il primo

su “Science” nello scorsodicembre è opera dei

ricercatori dell’Universitàdi Lisbona, il secondo sulla

stessa pubblicazione di pochigiorni or sono ad opera di

studiosi francesi di Marsiglia

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928 gennaio 2017 ilponte

Medicina

Nonostante il continuo au-mento del costo dei far-maci (un antidolorifico chepagavamo 10 mila lire,oggi se va bene, costa 10euro), e senza preoccu-parsi dell’aumento dei tic-ket, il Ministero della Saluteha vietato, a medici e far-macisti, l’impiego di alcune

piante nelle preparazioni galeniche cheda sempre costituiscono un’alternativaai farmaci preconfezionati in commercio. Qualche giorno prima dell’Epifania,sulla Gazzetta Ufficiale n° 1 del 2 digennaio 2017, è apparso un DecretoMinisteriale che proibisce di prescri-vere molte sostanze naturali a scopodimagrante bloccando, di fatto, lapossibilità di adoperare prescrizionimagistrali. Stupisce soprattutto il fatto che tra lepiante “pericolose” sia elencato ancheil finocchio. I medici attualmente nonpossono più prescrivere preparazionipersonalizzate da far allestire in farma-cia che associno tra loro sostanze qualiil Tè verde, la camomilla, o il Rabar-baro, da secoli impiegati per curare lacattiva digestione, se non richiedendo

uno specifico consenso informato. Molte delle sostanze naturali riportatenon hanno alcuna attività dimagrantee, inoltre, quelle presenti nel decretosono già contenute in integratori e pro-dotti erboristici, allestite dalla grandeindustria, che possono essere libera-mente acquistati senza alcuna neces-sità di prescrizione medica, in farmaciae nei supermercati. Questi integratorisono prodotti dalle grandi multinazio-nali del farmaco e, evidentemente,devono essere protette persino dallaconcorrenza delle piccole farmacie edei medici erboristi.Piante che aiuterebbero nelle diete ipo-

caloriche e nei programmi dimagrantinon possono essere più inserite in pre-parazioni magistrali (a basso costo),ma medici e nutrizionisti dovranno pre-scrivere solo quelle in commercio. Le sostanze naturali riportate nel DM,strano a leggersi, sono indicate inmodo alquanto anomalo e per nullascientifico. Sono infatti inverosimil-mente descritte con il nome italiano, alposto di quello botanico, l’unico che po-trebbe definirne specie e genere. Sono prive di indicazione della partebotanica di riferimento. Alcuni principiattivi si trovano nella foglia e non nellostelo, altri nelle radici e non nei fiori. La fitoterapia è una disciplina medicabasata sulla tradizione, che trae la suaforza scientifica dalla ricerca. La culturapopolare, nel corso dei secoli, ha con-sentito d’individuare parti di particolaripiante che, in decotti o infusi, riescono

ad alleviare i sintomi delle malattie o acondurre a completa guarigione. Lachimica farmaceutica è poi riuscita asintetizzare in laboratorio i principi at-tivi presenti nelle piante così da po-terne disporre in grandi quantità. Maquando i costi dell’industria superano ledisponibilità economiche della gente èlecito tornare a utilizzare i prodotti na-turali accessibili a tutti. La professiona-lità del medico e del farmacista risiedeproprio dalla possibilità, con le prepa-razioni galeniche magistrali, di rispon-dere ai bisogni dei malati che oggi sonoanche di carattere economico. Il pro-gresso della ricerca risiede anche nellapossibilità di impiegare fito-composti

nuovi o di diversa formulazione. Unapeculiarità questa che esalta ovvia-mente la professionalità del farmacista,ma che dà pure dignità alla Fitoterapiastessa, altrimenti relegata al mero uti-lizzo di integratori o di specialità dellemultinazionali del farmaco.

In base a questo decreto Otzi, la mum-mia dell’uomo vissuto nel neolitico tro-vata sulle Alpi, non potrebbe portarepiù alla cintura un sacchetto con il fi-nocchio e gli altri vegetali che utilizzavaper digerire meglio e per curarsi le ferite.Con tanti problemi della sanità è bello ve-dere come al Ministero trovino anche, conpriorità e all’inizio dell’anno, il tempo peroccuparsi dei “decotti d’ortica”.

Per saperne di più:Ministero della Salute, decreto 22dicembre 2016.  Divieto di prescri-zione  di  preparazioni  magistralicontenenti  il principio attivo ser-tralina ed altri.  (GU Serie Generalen.1 del 2-1-2017)

[email protected]

un deCreto Contro le preparazioni galeniChe e oFFiCinali

la cultura popolare, nel corso dei secoli,ha consentito d’individuare parti di particolari pianteche, in decotti o infusi, riescono ad alleviare i sintomi

delle malattie o a condurre a completa guarigione

Il progresso dellaricerca risiede anche

nella possibilità diimpiegare fito-composti

nuovi o di diversaformulazione.

Una peculiarità questache esalta ovviamentela professionalità del

farmacista, ma che dàpure dignità alla

Fitoterapia stessa,altrimenti relegata al mero

utilizzo di integratorio di specialità delle

multinazionalidel farmaco

RaffaeleIandoli

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10 28 gennaio 2017ilponte

Fisco

La  legge  di  bilancio  2017,L.232/2016, all’art. 1, comma2, ha prorogato la detrazionedel 65% per gli interventi diriqualificazione  energetica,

apportando delle modifiche che, in al-cuni casi, estendono e potenziano ilbonus fiscale. Infatti i tempi della prorogae le percentuali di detrazione variano a se-conda che l’intervento di risparmio energe-tico agevolato riguardi la singola unitàimmobiliare oppure le parti comuni degliedifici condominiali (o tutte le unità del sin-golo condominio). Nel primo caso, la mi-sura del 65% viene prorogata fino al31  dicembre  2017,  mentre  nel  se-condo caso, la proroga arriva fino al31 dicembre 2021.L’ecobonus del 65% continua  a va-lere per determinate categorie di la-vori,  con  massimali  di  scontodifferenti: riqualificazione globale diedifici (100mila euro); interventi supareti, tetti, solai (60mila euro); sosti-tuzione o modifica di serramenti edinfissi (60mila euro);  istallazione dipannelli solari termici (60mila euro),sostituzione di  impianti  di  riscalda-mento con caldaie a condensazione,pompe di calore o impianti geotermici(30mila  euro),  sostituzione di  scal-dacqua con quelli a pompa di calore(30mila euro), installazione di scher-mature solari (60mila euro); sostitu-zione di impianti di riscaldamento (onuova istallazione) con generatori abiomassa (30mila euro).Per la riqualificazione di parti comuni con-dominiali si può beneficiare di percentualidi detrazione più elevate nelle seguenti mi-sure:- 70%, se gli interventi interessanol’involucro  dell’edificio  per  più  del25% della superficie disperdente;- 75%, se gli interventi sono finalizzatia migliorare la prestazione energeticainvernale ed estiva, conseguendo glispecifici standard fissati dal decreto26 giugno 2015 del Ministero delloSviluppo Economico (come, ad esempio,il raggiungimento in entrambe le stagioni,di una temperatura media di 18 gradi negliappartamenti, così da diminuire l’utilizzo difonti di calore o climatizzatori).In ambedue le  ipotesi,  lo sconto fi-scale va calcolato su di un ammontarecomplessivo di spesa non superiore a40.000  euro moltiplicato  per  il  nu-

mero delle unità immobiliari che com-pongono l’edificio. Ai condomini, inoltre,viene offerta l’opportunità di superare loscoglio dei proprietari con bassi redditi (in-capienti), in quanto viene prevista l’ipotesiche per le opere agevolate al 70 e al 75%,i beneficiari possano cedere il credito d’im-posta ai fornitori che hanno eseguito i lavorio anche ad altri privati “con la facoltà disuccessiva cessione del credito” ( a tal ri-guardo si aspettano istruzioni da emanarsiin un provvedimento del Direttore del-l’agenzia delle Entrate).Anche il “bonus ristrutturazioni”, nellamisura  potenziata  del  50%,  vieneprolungato di un altro anno, al 31 di-cembre  2017,  fino  ad  un  importomassimo agevolabile di 96mila europer unità immobiliare con fruizione in10 quote annuali di pari importo.Riscritta, altresì, la disciplina agevola-tiva  per  gli  interventi  finalizzati  al-

l’adozione di misure antisismiche, connuove  procedure  attivate  dopo  il  4agosto  2103. Nel  2016,  per  questotipo di onere, in deroga alla previsioneordinaria del 36% su di un limite dispesa fissato a 48.000 euro per im-mobile, spettava una detrazione mag-giorata al 65%, da calcolare su di unimporto di 96.000 euro e da fruire indieci quote annuali. Le opere dovevanoriguardare edifici ricadenti nelle zone 1 e 2,quelle a maggior rischio sismico, come in-dividuate dall’ordinanza del Presidente delConsiglio dei Ministri del 20 marzo 2003, n.3274, ed essere riferite a costruzioni adi-bite ad abitazione principale o a destina-zione produttiva (botteghe, capannoni,studi, negozi, eccetera).Adesso,  invece,  il  bonus  “di  base”scende al 50%, ma tale minore mi-sura  viene  assicurata  per  un  quin-quennio, fino al 31 dicembre 2021, edestesa nche agli edifici  situati nella

zona simica 3, quella in cui possonoverificarsi forti terremoti, ma rari.Incentivi ancor più significativi sonoprevisti al raggiungimento di determi-nati obiettivi: quando a seguito degliinterventi si riduce il rischio sismico inmisura tale da determinare il passag-gio ad una classe di rischio inferiore,la detrazione spetta al 70%; se poi ilpassaggio  è  di  due  classi,  il  bonuspassa all’80%.Dette misure, sono incrementate di altricinque punti percentuali, se i lavori antisi-smici sono realizzati sulle parti comuni diedifici condominiali: pertanto, 75% se c’èpassaggio ad una classe di rischio inferioree 85% se c’è passaggio di due classi. Per ilavori condominiali, le detrazioni vanno cal-colate su un ammontare di spesa non su-periore a 96.000 euro moltiplicato per ilnumero delle unità immobiliari di ciascunedificio.Confermato, infine, per il 2017 ancheil “bonus mobili” ossia la detrazioneper l’acquisto di mobili e grandi elet-trodomestici di classe energetica ele-vata  (A+ ovvero, per i soli forni, A)finalizzati all’arredo della singola unità im-mobiliare o delle parti comuni di edifici re-sidenziali oggetto di interventi di recupero.Il limite agevolabile è rimasto fissato in10.000 euro, la percentuale di detraibilitàè stata confermata nella misura del 50% ela detrazione deve essere utilizzata in 10quote annuali.Si ricorda, a conclusione, che tutti  ipagamenti effettuati per usufruire deivari bonus devono essere fatti tramitebonifici (bancari o postali), carte dicredito o di debito, ad eccezione delbonus  per risparmio energetico il cuipagamento deve eseguito obbligato-riamente con bonifico “parlante”(ri-portante,  cioè,  l’indicazione  dellacausale  del  versamento,    codice  fi-scale di chi fruisce dell’agevolazione,numero di partita IVA o codice fiscaledella ditta o professionista che ha ese-guito la prestazione).

[email protected]

rubriCa “a tu per tu Con il FiSCo” a cura di Franco iannaccone

legge di bilanCio 2017 : la Mappa dei bonuS FiSCali

RICONFERMATI  ED, IN  ALCUNI  CASI,  AMPLIATI  

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1128 gennaio 2017 ilponte

Missioni

E’ dal 1972 che la diocesidi Avellino si interessa deimalati di lebbra e dei lorobambini che nascono sani eche purtroppo, senza il nostrointervento, subbirebbero lastessa sorte dei loro genitori.Domenica 29 gennaio ce-lebreremo la 64esima edi-

zione  di  questa  Giornata  Mondiale,fondata  dal  giornali-sta  francese  RaoulFollereau nel 1954 permobilitare le coscienze egli aiuti per sconfiggere lalebbra nel mondo. L’ideanacque quando nel1936 fu inviato in Africaper conto del suo gior-nale e per la prima voltaincontrò i malati di leb-bra; così scoprì il mondodella povertà e del pre-giudizio sociale nei con-fronti delle personeammalate di questa ma-lattia che li condanna allasolitudine e all’emargina-zione. Da questo momento de-cise di dedicarsi alla lotta contro la lebbra econtro tutte le “lebbre”. Riusci a compiere32 volte il giro del mondo, lavorando permigliorare la qualità della vita di questepersone. Raoul Follereau ci ha insegnatoche “amare è vivere; amare non è donare

ma condividere; amare è agire: alimentala forza e la passione del nostro amore po-litico non violento, della nostra lotta, anchepersonale, contro le lebbre dell’indifferenzae dell’egoismo” (frasi tratte dai suoi libri).Ritornando alla giornata dobbiamo dire cheancora oggi ogni due minuti una persona ècolpita dalla lebbra. E’ fondamentale agirecon urgenza per evitare che la malattiaprogredisca e provochi danni irreparabili

che portano alla disa-bilità e alla morte; i piùa rischio sono i bam-bini. Per questo nel1972 la nostra dio-cesi per onorare lamemoria  del  mis-sionario  avellineseBeato  Padre  PaoloManna in occasionedel centenario dellasua nascita decise dicostruire una casa peri figli dei lebbrosi adEluru nello stato del-l’Andhra Pradesh inIndia e di curare il so-stentamento e l’edu-cazione dei piccoliospiti. Ancora oggi,

dopo oltre 40 anni di attività (è stata inau-gurata nel novembre del 1976) lo scopodella casa è quello di accogliere i figli deilebbrosi di ogni età, per evitare che il con-tagio della malattia li condanni ad una vitadi sofferenza e di poterli così inserire nella

vita sociale con tutti i diritti di ogni essereumano. Ci scrive suor Bertilla Capra dall’Indiaraccontando la sua esperienza con questinostri bambini: “E’ nata una stella quando40 anni fa ha avuto inizio la casa intitolataal beato Padre Manna bambini figli dei ge-nitori ammalati di lebbra. Io ho avuto lagioia di essere presente al sorgere del-l’apertura e al progresso di questa attività,ne condivido volentieri le mie esperienze.Innanzitutto devo dire che noi suore Mis-sionarie dell’Immacolata per molti anni ab-biamo lavorato aiutando l’attività delmissionario del Pime con i lebbrosi. Senzala generosità degli amici di Avellino non

avrebbero mai frequentato una scuola enon si sarebbero mai inseriti nella società.Nel corso di questi 40 anni tantissimi ra-gazzi e ragazze hanno terminato i lorostudi e trovato una buona occupazione.Hanno studiato medicina, hanno fatto icorsi per infermiere, per informatico, e c’èchi ha imparato un mestiere come mecca-nico, falegname, saldatore e sarto, e inoltretantissimi di loro hanno formato una fami-glia. Tutto questo nel nome del nostro fon-datore e grande missionario della vostracittà il Beato Padre Paolo Manna”. Per eventuali offerte rivolgersi al proprioparroco o al centro missionario al PalazzoVescovile.

[email protected]

“La GIOrnata MOnDIaLE DEI MaLatI DI LEbbra”

PasqualeDe Feo

Fondata dal giornalistafrancese raoul Follereau nel

1954 per mobilitare le coscienzee gli aiuti per sconfiggere

la lebbra nel mondo.l’idea nacque quando nel 1936fu inviato in africa per conto

del suo giornale e per la primavolta incontrò i malati di

lebbra; così scoprì il mondodella povertà e del pregiudizio

sociale nei confronti dellepersone ammalate di questamalattia che li condanna allasolitudine e all’emarginazione

e’ dal 1972 che la diocesi diavellino si interessa dei malati

di lebbra e dei loro bambini chenascono sani e che purtroppo,

senza il nostro intervento,subbirebbero la stessa sorte

dei loro genitori

doMeniCa 29 gennaio

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12 28 gennaio 2017ilponte

Vangelo

il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

Proprietà Diocesi di Avellino

Fondazione “Opus solidarietatis pax onlus”

Editrice “Coop. Il Ponte”

Direttore responsabile Mario Barbarisi

Redazione: Via Pianodardine - 83100 Avellino

fax 0825 610569

Stampa: International Printing - Avellino

Registrazione presso il Tribunale di Avellino

del 22 dicembre 1975

Iscrizione al RNS n. 6.444

Iscrizione ROC n. 16599

Nel deserto, in una notte di luna,

ho smarrito il mio vecchio cammello.

Sono appiedato ora sotto le stelle,

e cerco riparo tra le dune di sabbia

mentre il vento canta arrabbiato

una canzone di nomadi antichi.

Ho percorso vie sassose di giorno,

ho bevuto alle fonti di piccoli borghi,

ed il pane della larga bisaccia

mi ha tenuto in forza la vita.

Ora sono nel deserto di notte,

solo paura e voli di uccelli assetati,

e cerco la stella della notte di Betlem.

E come i Re Magi, pur senza cammello,

percorro la strada che porta alla grotta.

E ritrovo al fine la casa sognata,

verso la luce che illumina il giorno.

CErCO Una GrOtta!...di Pierluigi Mirra

liturgia della parola: iV doMeniCa del teMpo ordinario

Gesù vede le folle e ammaestra i di-scepoli. È come se, vedendo le folle, lenominasse discepole del regno. Meglio,però, capire che i suoi discepoli sono lefolle che gli si avvicinano e si siedono aisuoi piedi per impararne l’insegnamento.Se Gesù, quando vede le folle, percepi-sce la spiga matura nata da lui, divinoseme sepolto nella terra per portare millevolte il frutto, è perché sa che il popolonuovo sarà il suo corpo dilatato neltempo, la sua Sposa feconda, il nuovotempio del suo Spirito. Un  discorsonuovo, senza precedenti. Gesù inau-gura una parola impensabile, che rove-scia i luoghi comuni. Nove beatitudini,tutte parole nuove aggrappate alla de-cima che le contiene e le giustifica: la re-surrezione di Gesù, la pasqua di vittoriasulla sconfitta della morte. Le beatitudini,in senso proprio, parlano di Gesù. AncheGiacomo, nella sua lettera, le attribuiscealla Sapienza, che è Gesù. Due beati-tudini ci collegano a Dio (“I puri dicuore lo vedranno”, e “gli operatori dipace saranno chiamati suoi figli”); ep-pure nessuna beatitudine gli è slegataperché tutto viene dal Padre: è lui checonsola, che ha misericordia, che dà laterra… Come la povertà è fatta beatadalla comunione che risana il bisogno,così tutte le beatitudini si svelano nella

vita dei Santi che le hanno realizzate. E,innanzitutto, in Maria. Se la prima beati-tudine che troviamo nella Bibbia riguardala maternità (Lia, dopo che la suaschiava ebbe partorito a Giacobbe un se-condo figlio, dichiara: “Sono felice, per-ché le donne mi diranno beata!”), ilVangelo mostra esplicitamente Mariacome beneficiaria di tre beatitudini. Laprima, indicata da Elisabetta, riguarda lafede (“Beata colei che ha creduto nel-l’adempimento delle parole del Si-gnore”); la seconda è annunciata dallelabbra stesse di Maria (“D’ora in poi tuttele generazioni mi chiameranno beata”);la terza è detta da una donna anonimache alza la voce in mezzo alla folla(“Beato il ventre che ti ha portato e ilseno da cui hai preso il latte”) alla qualeGesù risponde coinvolgendo e correg-gendo (“Beati piuttosto coloro che ascol-tano la parola di Dio e la osservano”). Lafelicità è l’altro nome della beatitu-dine.Molto più che un semplicistico “te-nersi per mano e andare lontano…”.

Angelo Sceppacerca

Vangelo secondo Matteo 5,1-12

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si posea sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare

e insegnava loro dicendo:«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.Beati i perseguitati per la giustizia,perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi

ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

beati i poveri in spirito

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1328 gennaio 2017 ilponte

Cultura e Spettacoli

Nell’Avellino medievale nel  XII secolosi sviluppò un borgo lungo la via SA-LERNITANA. Al centro di questo l’ABBA-ZIA della SS.  TRINITA’  di  CAVA deiTIRRENI, dopo il monastero dell’OR-DINE di SAN BENEDETTO e quello di S.PAOLO APOSTOLO istituì il monasterobenedettino di S. LEONARDO che diede ilnome anche alla strada. Il priorato di S. LEONARDO faceva gli in-teressi dell’ABBAZIA a cui apparteneva,ma non ebbe un grande ascendente sugliavellinesi. Infatti, quel borgo venne abitatosolo da 14 fuochi (famiglie) che divennero54 nel 1754 quando il priorato benedettinonel XVII secolo decise di vendere ai privati.Questi ultimi al posto del monastero co-struirono delle abitazioni. Con la soppres-sione del priorato, scomparve anche lachiesa di S. LEONARDO. Il canonico DO-MENICO BERNABO che apparteneva aduna famiglia avellinese benestante si reseconto che quelle famiglie erano rimasteprive del conforto religioso e pensò di ac-quistare dalla Badia di Cava un pezzetto diterra poco distante dall’antico priorato percostruire una chiesa da dedicare a SanLeonardo. Così, nel 1736 la chiesa fu ter-minata e venne apposta la seguente lapide(scritta in latino e così tradotta): “Questotempio dalle fondamenta in onore di S.Leonardo da DOMENICO BERNABO persua devozione e fornito in perpetuo di tuttoil necessario anche mediante gli oneri dimessa ivi celebrati. Anno del Signore1736.” La chiesa non era molto grande in-fatti, lo si può rilevare attualmente, da ciò

che ne è rimasto. Essa aveva una piccolasacrestia sul lato destro dell’ingresso e unacampanella sul tetto. Nel 1757 sull’altarefu collocata la tela dell’artista avellineseDomenico TESTA dal titolo ”MADONNAdella POTENZA”, questa MADONNA eramolto considerata dagli abitanti perché ri-tenuta la loro protettrice. Infatti quei borghia causa delle vicinanze del fiume “FENE-STRELLE” erano soggetti a inondazioni.Molte fanciulle portavano il nome della MA-DONNA per ringraziarla. E quando dopo leinondazioni le persone si salvavano, per loscampato pericolo, seguivano messe efeste popolari. E’ da ricordare la notte del12 ottobre 1878 quando a causa di abbon-danti piogge, il giorno seguente il fiumestraripò e morirono 15 persone. Dopo ilterremoto dell’80 sono scomparsi sia il

quadro della MADONNA della POTENZAsia quello della “MADONNA delle GRA-ZIE” insieme agli arredi sacri. Sono rima-ste solo le mura della chiesetta delsettecento, privata anche della sua cam-panella. In quei vecchi borghi resistono an-cora oggi la chiesetta di S. LEONARDOche nessuno ha mai pensato di restaurare,quella di S. GENNARO e l’antica FON-TANA di GRIMOALDO.

Antonietta Urciuoli

la ChieSa di S. leonardo

Venerdì 20 gennaio, presso il Teatro CarloGesualdo di Avellino, il Balletto del Sud,compagnia diretta da Fredy Franzutti, haportato in scena Shéhérazade e le millee una notte, balletto sulle esotiche melodiedel compositore russo Nicolaj Rimskij – Kor-sakov. Il balletto ha visto la partecipazionestraordinaria di Carla Fracci nel ruolo diThalassa degli abissi.Lo spettacolo, con le coreografie di FredyFranzutti e le scene di Francesco Palma, èispirato ai racconti d’Oriente di Antoine Gal-land. E’ articolato in un atto e cinque quadridanzati, legati tra loro da testi recitati dal-

l’attore Andrea Sirianni ed ambientati in unaPersia favolosa, ricca di ori e della magiadelle Mille e una notte.Nota è la storia. Il Sultano uccide le suemogli dopo la prima notte di nozze, per evi-tare di essere tradito. La bella Shéhérazaderimanda la sua esecuzione grazie alle suedoti di narratrice, e incanta il Sultano conracconti fantasiosi e avvincenti, intreccian-doli fascinosamente. Il primo quadro si ri-ferisce ai viaggi di Sindbad il Marinaio, ilsecondo è ispirato alle avventure dell’arciereMansur e alla caccia di Altar: l’uccello dallepiume d’oro. Il terzo quadro narra le vi-cende del Principe Kalandar, che corrispon-dono alla storia di Aladino e della sualampada magica. Il quarto quadro, Il gio-vane Corsaro e la giovane principessa, èuna scena d’amore. E il quinto, Festa a Ba-ghdad, si conclude con una grande esplo-sione di colori e di danze e con un naufragio.Nel finale Shéhérazade chiude il ciclo di

fiabe, ignara e incolpevole, di essere fontedi tanto kitsch orientale.Nei ruoli principali si sono esibiti il danzatorecubano Carlos Mon-talvan  (Sindbad, ilmarinaio), i primi bal-lerini Nuria  SaladoFustè  (Zobeide) eAlessandro De Ce-glia  (il principeAssan) e i solisti dellacompagnia: Alexan-der Yakovlev, Mar-tina  Minniti,  CiroIorio,  DanielAgudo Gallardo, Francesca Raule, AliceLeoncini, Stefano Sacco, Lucio Mau-tone,  Beatrice  Bartolomei,  FedericaResta, Francesca Bruno, Luca Rimolo.

Vittorio Della Sala

laurea CiCCone

Venerdì 20 gennaio,presso l’Università “Fe-derico II” di Napoli, gra-zie al grande impegnoprofuso nello studio, si èbrillantemente laureatain Architettura, con lavotazione di 110 e lode,con una tesi riguardante il restauro ar-chitettonico dell’abbazia Santa Mariadella Ferrara a Vairano Patenora (CE),un tempo florida badia cistercense, lasignorina Teresa Ciccone, di anni 25.Alla neo dottoressa, ai genitori Sabatinoe Nadia Tagliaferri e ai nonni paterniPellegrino Ciccone e Teresa Clementegiungano i più sinceri auguri per la metaraggiunta, nonché per una pronta elunga affermazione professionale, daparte della Direzione e Redazione delsettimanale “Il Ponte”.

CarLa FraCCI InCanta IL pUbbLICO DEL tEatrO GESUaLDO

“ShéhérazaDE E LE MILLE E Una nOttE”

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14 28 gennaio 2017ilponte

rubriche

la SidigaS inizia Male il girone di ritorno: battuta a torino

B A S K E T

Domenica scorsa, nel posticipo se-rale, la SIDIGAS Avellino non ha sa-puto ripetere la bella prestazione diChampions League del martedì pre-cedente contro Tenerife ed è uscita,pertanto, sconfitta dal PalaRuffili diTorino per 84 a 79 ad opera dellasquadra  locale  della  FIAT  guidatadall’ex Vitucci. E’ stata una gara all’insegna dell’equilibrioe, quindi, sempre in bilico tra le due con-tendenti in campo. Alla fine l’ha spuntatala squadra torinese che s’è aggiudicato ilmatch essendo stata più lucida fino allafine e, grazie, anche, alla  verve  diWRIGHT che ha disputato una gran par-tita diventando il top scorer della seratacon 26 punti di buona fattura realizzati.Gli atleti biancoverdi sono stati quasi tuttisulla mediocrità, fatti salvi CUSIN che sista dimostrando, in questo periodo, il mi-gliore dei suoi per lucidità e costanza direndimento. A seguire, l’altro centroFESENKO, che è stato molto utile sia infase difensiva che in quella offensiva conbelle schiacciate e THOMAS  (nellafoto) che è stato il punto di riferimentooffensivo degli avellinesi e che ha avuto ilmigliore periodo soprattutto nel primoquarto, quando è sembrato inarrestabile.Preoccupante, infine, è il periodo negativoche sta attraversando, da più di un mese,

RANDOLPH, che è frutto, più che di mo-tivazioni fisiche, soprattutto di mancanzadi serenità.Coach Pino Sacripanti ha così  com-mentato  la  prestazione  dei  suoi:“Per prima cosa complimenti a To-rino che ha disputato una bella par-tita di grande aggressività. Sonostati bravi soprattutto in attacco asfruttare l’uno contro uno, con dellepercentuali molto alte dalla lunga di-stanza. Credo che in questa partitala differenza l’abbiano fatta i tiri li-beri, abbiamo speso troppi falli man-dandoli spesso in lunetta, hannotirato 15 liberi in più rispetto a noi equesto ha favorito il gap tra le dueformazioni. Avremmo dovuto - hacontinuato - essere un pochino più

attenti in difesa nell’uno contro unoe mettere più energia in quello chefacevamo. Nel complesso è statauna gara molto equilibrata, abbiamopareggiato un quarto mentre gli altrili abbiamo persi di un solo punto adeccezione dell’ultimo. Non siamoriusciti a cambiare l’inerzia delmatch e non è mancato l’impegnonel provare a ribaltarla. La cosa dicui non sono molto contento - haconcluso - è che avevamo delle con-segne più precise nel togliere lamano destra a Wright e la sinistra aHarvey, non tutti sono riusciti inquesta missione. E’ stata comunqueuna partita di livello in cui abbiamolottato fino alla fine”.Dopo questa parentesi negativa di cam-pionato, la SIDIGAS si prepara fidu-ciosa ad affrontare  i prossimi dueimpegni casalinghi quello infrasetti-manale di Champions League controla Juventus UTENA  la cui vittoria as-sicurerebbe il passaggio diretto allaseconda fase del torneo e quello dilunedì  30 gennaio contro la coraz-zata Milano, il cui risultato servirà avalutare  le  chance  di  primato  nelcampionato. 

Franco Iannaccone

Onedrive  (www.one-drive.com) è un sistema diarchiviazione  dati  gra-tuito, basato sul Cloud sto-rage, una sorta di portale

online che permette di archiviare, salvaree caricare file di ogni tipo (fotografie,video, brani musicali, documenti etc.) inuno spazio  gratuito  di  ben  5  GB,estendibile ed utilizzabile sia dai dispo-sitivi fissi che mobili, inoltre i suddetti file

possono essere anche condivisi con altriutenti, i quali, in alcuni casi (con docu-menti elettronici come .doc o .xls), pos-sono cooperare simultaneamente per larealizzazione degli stessi.Una volta che i file risultano caricati e sal-vati su Onedrive questi divengono acces-sibili in qualsiasi posto vi ci si trovi e daqualsiasi dispositivo fisso o mobile cheabbia una connessione ad internet. Inquesto modo, i file risulteranno comple-tamente al sicuro, senza il rischio chepossano andare perduti, anche nel casoin cui il dispositivo sul quale si è effettuatoil salvataggio andasse rotto o smarrito.Inoltre, Onedrive può essere impostato

in modo tale che effettui il salvataggiodei dati in modo automatico, senza do-versi quindi preoccupare di eseguire unbackup.Per poter usare Onedrive bisogna esserein possesso di un account Microsoft,pertanto è disponibile immediatamentenel caso se ne sia già usato uno per lostore  di Windows  8  o  WindowsPhone, Hotmail, Xbox Live o recente-mente ci si sia iscritti a Skype con unanuova utenza, quei dati di login andrannobenissimo; nel caso in cui, invece, non siavesse nulla di ciò, basterà semplice-mente iscriversi gratuitamente alla pa-gina dedicata.

pianeta Web trepuntozero a cura di Mirko bianco

Metti i tuoi dati alSiCuro Con onedriVe

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1528 gennaio 2017 ilponte

Comunicato n.2 | 19 gennaio 2017

TERREMOTO CENTRO ITALIA: NEVE E NUOVE SCOSSE METTONO A DURA PROVA LE COMUNITÀ LOCALI

Da Caritas aiuti, ascolto e accompagnamento La terra ha ripreso a tremare ci sono state purtroppo nuove vittime. A quasi cinque mesi dalla prima scossa, il pensiero va a quanti sono nelle zone dell’Italia centrale, dove la Caritas moltiplica l’impegno accanto alle popolazioni duramente provate anche dalla neve che rende difficoltosi gli spostamenti e non consente di raggiungere alcune frazioni. Terremoto e neve, un mix micidiale che ha provocato altre vittime. Oltre all’allevatore morto nel teramano in seguito al crollo della sua stalla, altre vittime ci sono state a Farindola, nel pescarese, dove un albergo è stato travolto da una slavina. La nuova emergenza è arrivata mentre sono già attivi i gemellaggi di tutte le Caritas, da Nord a Sud, con la diocesi di Rieti, le sei diocesi delle Marche colpite dal sisma - Ascoli Piceno, Camerino-San Severino Marche, Fabriano-Matelica, Fermo, Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto - la diocesi di Spoleto-Norcia, le diocesi di L’Aquila e Teramo-Atri, che dopo le ultime scosse e le nevicate hanno visto un’ulteriore aggravamento della situazione. Pur tra queste difficoltà, in tutte le zone colpite le Chiese locali stanno completando il monitoraggio dei bisogni a carattere sociale ed economico e avviando interventi mirati per la ripresa delle attività produttive, soprattutto nelle aree rurali: attrezzature per allevatori o agricoltori, tunnel agricoli destinati al bestiame, mangimi e foraggi, interventi strutturali per la ripresa della produzione, trasformazione e vendita dei prodotti tipici. Dal punto di vista strutturale, per riannodare fin da subito relazioni e rapporti comunitari, si è dato prontamente avvio ad un programma di realizzazione di strutture polifunzionali (“Centri di comunità”), il primo dei quali è stato inaugurato ad Amatrice il 24 novembre 2016, a meno di cento giorni dal sisma ed è stato subito utilizzato dopo le nuove scosse come punto di primo soccorso. Sempre nella diocesi di Rieti prima di Natale sono stati aperte altre piccole strutture socio-pastorali a Scai, Sant’Angelo (frazioni di Amatrice) e Grisciano (Frazione di Accumoli) e – in base ai bisogni pastorali evidenziati dal Vescovo – si stanno valutando ulteriori interventi. Nella diocesi di Spoleto-Norcia si stanno attuando le prassi amministrative per poter avviare quanto prima la realizzazione di strutture a Norcia, Cascia e ad Avendita (frazione di Cascia), mentre nella diocesi di Ascoli Piceno a breve dovrebbe iniziare la realizzazione di un centro comunitario ad Arquata del Tronto. Si sono già svolti incontri con le altre diocesi marchigiane per verificare la opportunità/necessità di realizzare analoghi interventi strutturali: ad oggi sono in istruttoria interventi nelle diocesi di Camerino (Camerino, Visso, La Maddalena), Fermo (S. Angelo in Pontano, Amandola, Francavilla), Macerata (Tolentino e Macerata), San Benedetto del Tronto (Cossignano e Force). Relativamente alle risorse, grazie alla colletta nazionale del 18 settembre e alla generosa risposta solidale, sono finora pervenuti a Caritas Italiana circa 21,6 milioni di euro, incluso il milione messo a disposizione dalla CEI. Oltre a proseguire con aiuti concreti, la priorità ora è di restare in ascolto delle comunità locali e portare all’attenzione delle istituzioni questo ascolto di tanti che soffrono, sono isolati, disillusi dalle troppe promesse fatte e non mantenute. Un carico di interrogativi che esige doverose risposte, da quelle più immediate alle scelte di ricostruzione, da cui dipende il futuro di queste persone.

• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113

00165 ROMA – via Aurelia, 796 – conto corrente postale n. 347013 tel. 06 661771 – fax 06 66177602 Ufficio Comunicazione: tel. 06 66177226 / 502 – mob. 348 5804275 [email protected] – www.caritas.it – @CaritasItaliana

www.facebook.com/CaritasIt/

Ricordiamo che è possibile contribuire alla raccolta fondi utilizzando 

il  c/c 14434831 intestato a Caritas diocesana di Avellino 

- causale pro terremotati centro Italia 

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16 28 gennaio 2017ilponte

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