il reporter-quartiere4-settembre2010

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SETTEMBRE 2010 N el numero pre- cedente ho parlato di un ani- male che viene ab- bandonato prima delle vacanze: il cane. In questo numero parlerò di un animale che troviamo al ritorno: la zanzara! È bello sapere che a casa c’è sempre qualcuno che ci aspetta. Come apriamo la porta, vediamo la zanzara seduta sul divano, con l’aria impaziente: “Quanto ci hai messo a tornare? Fatti dare un bel pizzicot- to!”. C’è chi la zanzara la trova anche al mare, magari è la stessa. Io, per esempio, da un po’ di tempo faccio sempre le ferie con la zanzara: alme- no in due si divide il conto dell’al- bergo! Mi ha succhiato così tanto sangue che l’hanno fatta socia ono- raria dell’Avis! Ci avete fatto caso? Ogni anno le zanzare sono sempre di più! Gli altri animali sono tutti in via di estinzione, la zanzara invece rima- ne indifferente all’inquinamento, ai cambiamenti climatici. Anzi, più il mondo peggiora più lei si riproduce. Cade il governo? Un milione in più di zanzare! Crisi economica? Altro milione. L’ape operaia si sta estin- guendo perché con la disoccupa- zione di oggi trovare un posto fisso è un miraggio. La zanzara invece è come noi: precaria. Lavora dai primi caldi ai primi freddi. Dopo non viene riconfermata! Perché non salviamo gli animali in via di estinzione ac- coppiandoli con la zanzara? Dopo la zanzara tigre, avremo la zanzara pan- da, l’unico insetto che ha un occhio nero e pesa più di una tonnellata. *Comico Andrea Muzzi* La zanzara, precaria come noi Ecco come fare (e quali sono le spese) per iscrivere i propri figli a una delle scuole-calcio presenti in città PALLONE CAMPIONI SI DIVENTA PAG.30 Ecco gli impegni della Fiorentina e tutto quello che c’è da sapere sul “campionato spezzatino” SPORT GUIDA ALLA STAGIONE PAG.37 La chiesa va sul web e il prete si fa blogger t empi moderni PAG.12 Il tram sette mesi dopo I fiorentini, si sa, sono proverbialmen- te diffidenti. Se c’è aria di novità, prima di accettarla, vogliono annu- sarla per bene. E cosi è andata con la tramvia. All’inizio ha suscitato ondate di polemiche e perplessità a quinta- li, adesso a quanto pare è sbocciato l’amore. Anzi, l’Amore. A giudicare, almeno, dai dati sull’utenza, che rac- contano di una media di circa 25mila viaggiatori al giorno. Ovvero un baci- no di circa diecimila persone che quo- tidianamente salgono a bordo. Non solo. Di questi viaggiatori c’è anche un identikit, una fotografia scattata dal- la Regione, che dipinge un’utenza in rosa. Sono soprattutto le donne, infatti, a utilizzarla, con una fascia d’età domi- nante che va dai 36 ai 60 anni, e con un titolo di studio medio-alto. E intanto, sempre in tema di viabilità e trasporti, si fa chiarezza anche su un altro fronte, l’Autopalio: il temuto pedaggio non verrà introdotto. PAGG.10-11 di Salusest-Biancalani PAG.2 Niente punti di ritrovo, Ponte a Greve protesta PRIMO PIANO Alla scoperta dell’altra faccia del calcio: quella femminile. Ne parla una giocatrice IL PALLONE IN “ROSA” PAG.38 Sempre più alberghi nel quartiere, sempre più i viaggiatori che li scelgono. I motivi di questo “boom” I TURISTI DORMONO QUI PAGG.4-5 Periodico d’informazione locale. Anno IV n.70 del 6 settembre 2010. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10 EDIZIONE DEL QUARTIERE 4 • 27.403 COPIE DISTRIBUITE DA Q 4 Il Giornale del tuo Quartiere 1117864 1117867

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Il reporter-Quartiere4-settembre2010

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Page 1: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

SETTEMBRE 2010

Nel numero pre-cedente ho

parlato di un ani-male che viene ab-bandonato prima delle vacanze: il cane. In questo numero parlerò di un animale che troviamo al ritorno: la zanzara! È bello sapere che a casa c’è sempre qualcuno che ci aspetta. Come apriamo la porta, vediamo la zanzara seduta sul divano, con l’aria impaziente: “Quanto ci hai messo a tornare? Fatti dare un bel pizzicot-to!”. C’è chi la zanzara la trova anche al mare, magari è la stessa. Io, per esempio, da un po’ di tempo faccio sempre le ferie con la zanzara: alme-no in due si divide il conto dell’al-bergo! Mi ha succhiato così tanto sangue che l’hanno fatta socia ono-raria dell’Avis! Ci avete fatto caso? Ogni anno le zanzare sono sempre di più! Gli altri animali sono tutti in via di estinzione, la zanzara invece rima-ne indifferente all’inquinamento, ai cambiamenti climatici. Anzi, più il mondo peggiora più lei si riproduce. Cade il governo? Un milione in più di zanzare! Crisi economica? Altro milione. L’ape operaia si sta estin-guendo perché con la disoccupa-zione di oggi trovare un posto fisso è un miraggio. La zanzara invece è come noi: precaria. Lavora dai primi caldi ai primi freddi. Dopo non viene riconfermata! Perché non salviamo gli animali in via di estinzione ac-coppiandoli con la zanzara? Dopo la zanzara tigre, avremo la zanzara pan-da, l’unico insetto che ha un occhio nero e pesa più di una tonnellata.

*Comico

Andrea Muzzi*

La zanzara, precaria come noi

Ecco come fare (e quali sono le spese)

per iscrivere i propri fi gli a una delle

scuole-calcio presenti in città

pallone

CAMPIONI SI DIVENTA

PAG.30

Ecco gli impegni della Fiorentina

e tutto quello che c’è da sapere sul

“campionato spezzatino”

sporT

GUIDA ALLA STAGIONE

PAG.37

La chiesa va sul webe il prete si fa blogger

tempi moderni

PAG.12

Il tram sette mesi dopo

I fiorentini, si sa, sono proverbialmen-te diffidenti. Se c’è aria di novità,

prima di accettarla, vogliono annu-sarla per bene. E cosi è andata con la tramvia. All’inizio ha suscitato ondate di polemiche e perplessità a quinta-li, adesso a quanto pare è sbocciato l’amore. Anzi, l’Amore. A giudicare, almeno, dai dati sull’utenza, che rac-contano di una media di circa 25mila viaggiatori al giorno. Ovvero un baci-no di circa diecimila persone che quo-

tidianamente salgono a bordo. Non solo. Di questi viaggiatori c’è anche un identikit, una fotografia scattata dal-la Regione, che dipinge un’utenza in rosa. Sono soprattutto le donne, infatti, a utilizzarla, con una fascia d’età domi-nante che va dai 36 ai 60 anni, e con un titolo di studio medio-alto. E intanto, sempre in tema di viabilità e trasporti, si fa chiarezza anche su un altro fronte, l’Autopalio: il temuto pedaggio non verrà introdotto. PAGG.10-11

di Salusest-Biancalani

PAG.2

Niente punti di ritrovo,Ponte a Greve protesta

PRIMO PIANO

Alla scoperta dell’altra faccia

del calcio: quella femminile.

Ne parla una giocatrice

IL PALLONE IN “ROSA”

PAG.38

Sempre più alberghi nel quartiere,

sempre più i viaggiatori che li scelgono.

I motivi di questo “boom”

I TURISTI DORMONO QUI

PAGG.4-5

Periodico d’informazione locale. Anno IV n.70 del 6 settembre 2010.N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

EdizionE dEl QuartiErE 4 • 27.403 copiE distribuitE da

Q4Il Giornale del tuo Quartiere

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Page 2: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Dati non raccolti presso l’interessatoSi informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs 196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), il consenso per il trattamento dei dati personali, non è richiesto in quanto i dati sono provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (art.13 del d.lg 196/2003). La informiamo che i suoi dati personali, non sensibili, sono raccolti e trattati da Web&Press s.r.l., al solo fi ne dell’invio presso la Sua residenza del periodico gratuito “il Reporter”.Il responsabile del trattamento è Web&Press s.r.l.Potrà in ogni caso richiedere l’eliminazione dei Suoi dati e in con-temporanea la sospensione dell’invio della sua copia esercitando l’art. 7 scrivendo a Web&Press via Kassel 17 50126 Firenze.

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il reporterè un periodico di 10 edizioniche mensilmenteviene distribuito da in 216.486 copie

PONTE A GREVE/1. Molti abitanti della zona lamentano l’assenza di punti di aggregazione

Ponte a Greve può essere considerato un quartiere dormitorio? Dipende. Molti abitanti della zona lamentano l’assenza di punti di aggregazione

che permettano di vivere in maniera comoda, senza la necessità di spostarsi troppo. Altri, alla domanda “come si vive nel tuo quartie-re?”, rispondono di non saperlo “perché lavo-ro fuori e qui rientro solo la sera per dormire”. Il problema ricade soprattutto su chi passa buona parte della giornata a Ponte a Greve: gli anziani e i bambini. I primi hanno meno facilità, rispetto agli altri abitanti, a spostar-si, mentre i secondi dipendono dall’auto di mamma o papà per qualsiasi appuntamento fuori casa. “I giovani dai 15 anni in su se ne vanno - spiega la signora Lucia, che abita in uno dei palazzi che si affacciano su via Bu-giardini, nei pressi del giardino dove sorge il nuovo bocciodromo ancora inutilizzato - e hanno le loro vite da un’altra parte. Se devono andare in palestra si spostano con l’auto. Chi però ha dei bambini e vuol far fare loro dello sport, o iscriverli a qualche corso, dovrebbe avere la possibilità di farlo senza grossi pro-blemi. Si potrebbe andare all’Isolotto, ma con la tramvia è quasi più comodo spostarsi verso Firenze. A Villa Vogel si fa animazione per i bambini, ma sinceramente non è un granché. Se in zona si fa altro non lo so, anche per-ché spesso non veniamo informati a dovere o per tempo rispetto alle date degli eventi”. Per quanto riguarda gli anziani, la signora Lucia ha ancora qualcosa da sottolineare, mentre alcuni residenti annuiscono alle sue parole: “Di giardini ce ne sono, ma quando piove o fa caldo gli anziani non possono trovarsi lì. Le uniche attività a cui si può partecipare sono quelle della Coop. Io non vorrei che la mia vita gravitasse intorno al centro commerciale, ma il poco che c’è è lì. Nella parte vecchia di Ponte a Greve si può andare al Circolo Arci, ma non si può pretendere che tutti facciano la tessera. Fortunatamente, la presenza della Coop garantisce almeno agli anziani di avere una farmacia vicina e di poter fare la spesa comodamente”. Per la verità, alcuni luoghi di

aggregazione a Ponte a Greve ci sarebbero. Oltre al Circolo Arci, la Stazione di Confine è un centro dove adulti e bambini potrebbero seguire corsi e partecipare a laboratori. Tutta-via, soprattutto nella parte del quartiere dove sorgono molte case popolari, vicino al super-mercato, spesso si rimane all’oscuro dell’esi-stenza di questa possibilità e ci si sposta in altre zone di Firenze. Diversa la situazione nella zona vecchia, dove i residenti general-mente non lamentano l’assenza di una vita

di quartiere, né ignorano le opportunità di socializzazione che vengono offerte. Un’altra questione che sembra stare particolarmente a cuore alla popolazione, in particolare a quella anziana, riguarda la chiesa di San Lorenzo a Greve. La parrocchia, infatti, è molto attiva e spesso si impegna ad organizzare momenti di incontro per gli abitanti. Tuttavia, i locali sono decisamente insufficienti per ospitare tutte le persone che vorrebbero o potrebbero partecipare alle attività. D’altra parte, la chie-

sa stessa è troppo piccola anche per contenere tutti coloro che si recano alle funzioni. In via Bugiardini, dal 2004, è prevista la costruzio-ne di una nuova chiesa, secondo il progetto che Calatrava ideò appositamente ormai 6 anni fa. Il nuovo luogo di culto, tuttavia, non potrà essere costruito finché alcuni dei pro-prietari del terreno su cui dovrebbe sorgere non troveranno un accordo per la cessione, permettendo così alle istituzioni di procedere con i lavori.

Non è un quartiere per vecchi (né bambini)

Ilaria Esposito

Se chi lavora fuori

ci rientra solo la sera

per dormire, il problema

ricade soprattutto

su chi passa qui buona

parte della propria

giornata: gli anziani

e i più piccoli

Uno scorcio di via Pisana

VIA CHIMENTI

Strada che vai, buca che trovi. Quello degli asfalti dissestati è un problema

diffuso nella città del giglio. Talvolta può capitare che una via sia così malridotta da essere chiusa perché giudicata non idonea al passaggio di mezzi. In altre parole, chiusa “per buche”. E’ il caso di via Chimenti, una traversa di viale Talenti. Dalla scorsa prima-vera cartelli di strada senza uscita delimita-no la via, aperta ai soli residenti. Ma le tran-senne posizionate dalla polizia municipale all’imbocco della strada sono state pronta-mente spostate, consentendo a chiunque di transitarvi. “Da qui – racconta un residente

- ci passano tutti, in barba al divieto. Il bel-lo è che ormai non si capisce neanche più quale sia il senso di marcia”. A detta degli abitanti, la situazione fino a qualche tempo fa era ancora peggiore. “Prima che rattop-passero le buche più profonde – spiega una signora – sembrava di stare sulle monta-gne russe. Ma la situazione resta critica”. A placare le preoccupazioni dei residenti giungono le rassicurazioni delle autorità. A breve, infatti, dovrebbero partire i lavori. Il tempo necessario per smaltire la “coda” di lavori stradali sparsi nella zona. “I ritardi - spiega Franco Traballesi, vicepresidente del

Quartiere 4 – sono stati dovuti anche alle difficoltà di innescare le nuove procedure. I cantieri notturni hanno richiesto partico-lari valutazioni di impatto acustico, come è successo in via Baccio da Montelupo, ral-lentando anche gli altri. Ma entro ottobre dovrebbe essere realizzato il nuovo manto stradale di via Chimenti, assieme al tratto iniziale di via Dosio”. Per buona pace dei residenti, afflitti da un certo complesso di inferiorità. “Se fosse stata un’arteria molto trafficata come via del Pollaiolo o viale Ta-lenti – sentenziano in coro – i lavori sareb-bero già stati eseguiti”.

Le transenne posizionate dalla polizia municipale sono state prontamente spostate

Strada chiusa “per buche”. Ma tutti continuano a passarci

/A.C.

Il bocciodromo di via Neri di Bicci, a Ponte a Greve, è stato inaugurato il 17 maggio scorso al termine di una lunga fase di realizzazione. Lo spazio è stato affidato in gestione alla Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti), che prevede di organizzare al suo interno partite e tornei almeno due o tre vol-te alla settimana. Tuttavia, a quattro mesi dall’inaugurazione, nessuna at-tività è mai stata svolta al suo interno. Secondo il Consiglio di quartiere, la responsabilità è della Direzione spor-tiva comunale, che ancora non ha fir-mato i documenti per la convenzione con la Uisp. Nel frattempo, la struttu-ra è stata pulita una volta. Per adesso questo sembra sufficiente a evitarne il degrado. Tuttavia, i residenti dell’area circostante i giardini di via Neri di Bicci esprimono preoccupazione: “Per ades-so fa rabbia solo lo spreco – spiega uno di loro - ma se il bocciodromo non sarà utilizzato velocemente, rischia di diventare una discarica”.

Il nuovo bocciodromo?Ancora inutilizzato

PONTE A GREVE/2

Anno IV n.70 del 6 settembre 2010

Il Reporter di Isolotto, Legnaia, Soffiano raggiunge 27403 famiglie nel Quartiere 4 di Firenze.

2 Settembre 2010 Isolotto • Legnaia • Soffiano

Page 3: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

ARGINGROSSO. Novità in arrivo per questo angolo della circoscrizione. Ma non è tutto in discesa

Cani e cavalli vicini di casa. Al Poderaccio

Sarà finalmente sanata la situazione del Caniglio, la piccola

struttura nata al posto di un allevamento abusivo. Al suo fianco

spazio ai “purosangue”: verranno ospitati fino a otto animali, ma

non sarà un vero centro ippico. Tempi più lunghi per gli orti urbani

Una nuova casa per i cani accuditi dal Caniglio, maggiore vigilanza ambientale nella zona dell’Argingrosso e nuovi orti urbani al Po-deraccio per i cittadini del quartiere: sono tre

le novità che interesseranno questo angolo del quartiere. Una parte ora inutilizzata dell’area concessa a suo tem-po all’Accademia Cinofila verrà recuperata e concessa, oltre che per gli orti, alle associazioni “Il Caniglio”e “Giacche Verdi”. Il percorso però non è tutto in discesa. “Vanno predisposte le convenzioni con le associazioni e per gli orti urbani ci sarà da attendere”, dice Leonardo Calistri, presidente della commissione ambiente del Q4. Ma “è importante che siamo riusciti a portare a com-pimento il grande lavoro di preparazione e a ottenere l’unanimità del Consiglio”, aggiunge. Equilibri politici a parte, “grazie anche alla disponibilità dell’Accademia Cinofila, il terreno verrà diviso in parti quasi uguali e l’unica spesa per il Quartiere sarà quella per la sistema-zione della via d’accesso all’area”. Tempi della burocra-zia comunale permettendo, dunque, si potrà finalmente sanare la situazione del Caniglio, il piccolo canile adia-cente agli orti sociali dell’Argingrosso, in una zona che verrà presto interessata da lavori idraulici. “Il lavoro che abbiamo fatto in questi anni viene premiato”, dice Do-menico Palombo, uno dei due responsabili dell’associa-zione. Nel 2005 Palombo e altri volontari, su richiesta di Palazzo Vecchio, hanno preso le redini di quello che si presentava come un autentico “lager”: un allevamento abusivo dove circa ottanta cani venivano tenuti in barac-che di lamiera sia d’estate sia d’inverno, al buio, nella sporcizia più indecente. “Adesso è un ambiente pulito e decoroso per gli animali - spiega Palombo – gran parte dei cani sono stati dati in adozione, ne rimangono ven-tiquattro, che si possono conoscere sul nostro sito”. “Lo abbiamo atteso tanto, ma col nuovo spazio finalmente usciremo dallo stato di emergenza in cui hanno vissuto

questi animali: potranno essere più liberi”, conclude. A fare i vicini di casa penseranno i cavalli delle “Giacche Verdi”, un’associazione ambientalista e di protezione civile con sede all’Olmatello che contribuirà al presidio territoriale e alla vigilanza, soprattutto sul versante anti-inquinamento. “Siamo attivi dal 2005 e abbiamo gruppi sparsi in tutta la regione – spiega Riccardo Fiorini, pre-sidente regionale GV – al Poderaccio porteremo subito due cavalli, ai quali se ne aggiungeranno altri due in un secondo momento”. Non sarà un centro ippico: “Potre-mo ospitare fino a un massimo di otto animali”. “Fare-mo uscite a cavallo all’Argingrosso e nelle altre zone verdi che il Quartiere ci segnalerà”, aggiunge Fiorini. Inoltre, le Giacche Verdi collaboreranno “a iniziative di sensibilizzazione ambientale destinate anche all’infan-zia: facciamo spesso attività ippiche per bambini”. La

conclusione dell’iter burocratico, con la firma delle con-venzioni che concedono i terreni a titolo gratuito e per una durata di tre anni rinnovabili, è previsto per i mesi di settembre/ottobre. Poi toccherà alle associazioni mettere su, a proprie spese, le strutture necessarie alle attività, che però dovranno avere carattere temporaneo. Tempi più lunghi invece per i nuovi orti urbani, che smaltiranno parte delle richieste giunte negli uffici del Quartiere (un centinaio): “Avremo spazio per circa quaranta-cinquanta lotti, dove porteremo anche l’acqua – dice Calistri - ma i tempi di assegnazione non saranno rapidissimi, bisogne-rà realizzare prima la progettazione esecutiva”.

Michele Fioraso

Alcuni “ospiti” del Caniglio

Il complesso di appartamenti in via Arnoldi si farà. Anzi no. Per

le case in costruzione ai piedi della collina di Bellosguardo, a Soffiano, sono arrivati due ordini nella stes-sa giornata: un’autorizzazione a procedere e una comunicazione di sospensione dei lavori. Datati en-trambi 2 settembre, il primo arriva dagli uffici comunali, mentre il se-condo dalla Soprintendenza ai beni archeologici. E, forse, metterà fine all’annosa vicenda, anche se l’ul-tima parola non è ancora detta. La storia, infatti, si trascina dal 2006, quando l’intervento venne autoriz-zato nell’ambito del programma dei 20mila alloggi in affitto a canone calmierato, sovvenzionato dalla Regione. Per questo motivo venne fatta un’eccezione per il vincolo di tutela delle colline fiorentine, spo-stato di qualche metro in modo che il complesso potesse sorgere pro-prio qui. Inutile dire che il provve-dimento sollevò subito le proteste dei cittadini, in primo luogo di co-loro che di quel panorama potevano godere ogni giorno dalle proprie finestre. A maggior ragione nel mo-mento in cui il Pit (Piano integrato del territorio) riportò il confine di intangibilità al suo posto, l’anno scorso. Nel frattempo una sentenza del Tar aveva dato ragione ai con-trari e bloccato per qualche tempo i lavori. Annullata la sentenza del Tar dal Consiglio di Stato, i cantieri sono ripartiti la scorsa primavera. Seppur con qualche dubbio, portato

più volte all’attenzione del consi-glio comunale da Tommaso Grassi, consigliere di Spini per Firenze, e Mauro Bencivenni, eletto nel Q4 con la stessa lista. Il programma dei 20mila alloggi in affitto, infat-ti, in questo lasso di tempo è stato concluso e la Regione non ha mai finanziato i 25 appartamenti a ca-none calmierato previsti in via Ar-noldi. Al tempo stesso la proprietà dell’immobile aveva già messo in vendita gli altri 25, quelli a prezzo di mercato, senza far nessuna men-zione degli altri. Inoltre gli scavi per le fondamenta avevano portato alla luce alcuni reperti archeologici. La svolta i primi di settembre, un mese dopo la scadenza dell’autorizzazio-ne a costruire della Soprintendenza.

Nel mentre il Comune firma la va-riante per il via libera alla prosecu-zione dei lavori, proprio la Soprin-tendenza invia a Palazzo Vecchio un documento di parere opposto. “Siamo pronti a chiedere l’abbatti-mento di quanto è stato costruito e il ripristino delle condizioni iniziali” tuona Grassi. Come andrà a finire, tra ricorsi e controricorsi, è ancora da vedere.

Stop ai lavori in via Arnoldi. O forse no

LA SVOLTA. La Soprintendenza blocca tutto

/F.P.

Saranno circa 40-50 lotti,ma l’iter di assegnazione non sarà rapidissimo

Il Comune aveva autorizzato la proprietà a procedere

3il giornale del tuo quartiere

Page 4: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Trisha CarrollInsegnante, 24 anni

“Da qui si può raggiungere il centro della città anche a piedi. Inoltre questo quartiere è appetibile perché nelle vicinanze c’è tutto: tanti ristoranti, il supermercato, la pi-scina, il parco. Senza contare che questa è una zona ideale per lo shopping: via Pisana pullula di bei negozi dai prezzi abbordabili”

“Nellevicinanzec’è di tutto”

Fiona QuinnInsegnante, 30 anni

“La zona di piazza Pier Vettori, dove alloggio, è tranquil-la e non troppo trafficata. Anche la notte mi sento sicura, non ho problemi ad andare in giro. La gente del posto è ospitale e simpatica. Non siamo proprio in centro ma le attrazioni della città sono facilmente raggiungibili anche in autobus”

“La genteè ospitalee simpatica”

John o’DowDInsegnante, 23 anni

“Sicuramente il maggior vantaggio di alloggiare in questa zona un po’ decentrata è il prezzo più basso. Ma in real-tà la vera anima di Firenze è qui in Oltrarno. Mangiamo sempre in zona, dove ci sono ristoranti di qualità a buon prezzo. Per spostarsi di più basta prendere un taxi, il tra-gitto è breve”

“L’animadi Firenzeè qui”

L’INCHIESTA. Da Ponte a Greve a Legnaia, le strutture ricettive (per tutte le tasche) non mancano

Se il turismo “emigra” dal centroSempre più alberghi nel quartiere

Le vacanze sono agli sgoccioli, ma a Firenze il turismo non va in ferie. Quartiere 4 com-preso. Sebbene non sia invaso dallo sciame di via Calzaiuoli, turisti armati di valigie e

mappa salgono sul tram o passeggiano per le vetrine di via Pisana, per poi coricarsi nelle strutture ricetti-ve del quartiere, da Ponte a Greve a Legnaia. Ce ne sono per tutti gusti e per tutte le tasche. Dai 15 euro per un letto in ostello a qualche centinaia per una ca-mera molto meno spartana. Facilità di parcheggio, validi collegamenti e tranquillità. Senza dimenticare la buona cucina dell’Oltrarno. Sembra essere questa la ricetta vincente del turismo nel Q4. Chi sceglie questa zona? Dagli universitari americani alle coppie italiane a Firenze per il fine settimana. Ma in preva-lenza sono europei e prenotano su internet. Il viaggio de Il Reporter nei “nidi” dei viaggiatori ha inizio da un albergo storico del quartiere, l’Hotel Alex in via Baccio da Montelupo, strada di “raccolta” dei fore-stieri in arrivo dall’autostrada. Anche oggi, l’albergo riesce a fare della sua posizione un punto di forza, con la vicinanza al tram. “La linea 1 ha ridisegnato la geografia del turismo – spiega Giampiero Villani, dal 2008 gestore dell’hotel – questa zona ora è ben

Annalisa Cecionesi

Lo Youth Firenze 2000 in viale Sanzio

collegata. Però i servizi nelle immediate vicinanze sono pochi”. L’ospitalità non manca neppure in via del Cavallaccio, dove a poca distanza ci sono l’ostel-lo del Kantiere e l’imponente torre dell’Hilton, spe-cializzato in turismo congressuale. Ma all’Isolotto, insospettabilmente, c’è persino quello che il mensile inglese “Wallpaper” nel 2008 ha eletto come il nuovo hotel più bello del mondo. E’ il Riva Lofts di via Ban-

dinelli, un hotel esclusivo che si affaccia sull’Arno, nato quattro anni fa per volontà dell’architetto Clau-dio Nardi e della figlia Alice. Una scelta che inizial-mente ha suscitato molti scetticismi. “Secondo alcuni - racconta Elena Baciaroni, receptionist - un hotel di questo tipo all’Isolotto avrebbe avuto vita breve. Inve-ce si sbagliavano”. Eppure è strano pensare a un hotel esclusivo in periferia. “Quale periferia? – continua Baciaroni – i nostri clienti si trovano davanti gli al-beri delle Cascine e hanno a due passi l’Oltrarno, che suggeriamo loro di visitare”. Ed è proprio spostandosi

All’Isolotto c’è quello che, nel 2008, “Wallpaper” ha eletto l’hotel più bello del mondo

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4 Settembre 2010 Isolotto • Legnaia • Soffiano

Page 5: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

L’Una Hotel Vittoria in via Pisana

Facilità di parcheggio, validi

collegamenti e tranquillità, senza

dimenticare la buona cucina:

queste le “carte” della zona.

Chi la sceglie? Dagli universitari

americani alle coppie, ma

soprattutto viaggiatori europei

che prenotano su internet

in questa direzione, verso San Frediano, che troviamo la maggior offerta ricettiva del quartiere. Bed and breakfast sono spuntati in via del Ponte Sospeso e via Zanella. Mentre in uno slargo di via Pi-sana sorge l’elegante Una Hotel Vittoria. “Le attrazioni – spiega Eugenio Cigno-lini, vicedirettore dell’hotel – sono nel centro storico ma, per quanto riguarda lo svago, consigliamo ai nostri clienti

di vivere l’Oltrarno, anche se è difficile far capire ai non fiorentini che è questa la zona più autentica della città”. Ma una volta sperimentato il consiglio, i turisti sembrano apprezzarlo. Ottima cucina, vino di qualità, piccole botteghe e arti-gianato, il tutto a buon prezzo. E’ questo che rende così entusiasti i viaggiatori che capitano da queste parti. Come i giovani che transitano per Firenze 2000, in viale

Sanzio, una via di mezzo tra un ostello e un albergo. “Siamo stati i primi ad aprire nella zona, poi sono arrivati gli altri B&B – racconta il titolare Roberto Scatizzi – fino a due anni fa lavoravamo molto con le università americane, poi è arrivata la crisi. La tipologia di clienti è cambiata ma si continua a lavorare bene”. Il segre-to? Stare al passo coi tempi, a cominciare da internet.

roberTo sCaTizziAlbergatore, 70 anni

“Siamo stati i primi ad aprire in zona. Il nostro bed and breakfast in viale Sanzio è nato un po’ per scherzo, ma ormai sono passati dieci anni e le camere sono sempre piene. Suggeriamo ai nostri clienti di vivere l’Oltrarno, a cominciare dai ristoranti: ormai hanno capito che è qui il cuore della città”

“Suggeriamodi viverel’Oltrarno”

Giampiero VillaniAlbergatore

“Nel nostro hotel in via Baccio da Montelupo arrivano tu-risti da tutte le parti del mondo. Scelgono una posizione semicentrale perché consente loro di risparmiare e di non avere problemi col parcheggio o la ztl. Quando arrivano, molti mi domandano dove siamo e si sorprendono di esse-re già a Firenze”

“Nessunproblemadi parcheggio”

Settembre si annuncia come un mese tranquillo, sulle strade del quartiere, per quanto riguarda i lavori e la viabilità. Salvo altri eventuali lavori urgenti e quindi non programmati, è infatti in programma un solo intervento nelle strade del quartiere, che comporterà provvedimenti per la circolazione. Ecco l’intervento previsto:VIA DEGLI ARCIPRESSISono iniziati a fine agosto i lavori per un nuovo allaccio alla rete fognaria in via degli Arcipressi. Fino al 10 settembre, nella strada sarà istituito un senso unico alternato a vista.

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Page 6: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Non chiamateli commercianti. O al-meno non solo. Perché così facendo c’è il rischio di farli arrabbiare. Stia-mo parlando dei macellai fiorentini,

eredi di una lunga tradizione nata centinaia di anni fa. Allora si chiamavano “beccai” (per la cronaca, il “becco” è il maschio della capra) e la loro era una delle quattordici Arti minori. “Sia-mo filosofi, letterati e commercianti”, sentenzia Mauro Paoli, presidente dell’Associazione ma-cellai della provincia di Firenze, ricostituita nel lontano 1874. Una definizione un po’ troppo ambiziosa? Assolutamente no, a sentire loro. “La nostra è un’arte, fondamentalmente noi sia-mo artigiani. E questo è un mestiere culturale, per farlo servono molte conoscenze. Tagliare la carne, alla fine, è la cosa più semplice – spiega Paoli – il vero macellaio sa consigliare, perché il macellaio è il depositario della cultura della carne”. Ed è proprio sulla missione “culturale” di questo mestiere che loro, i novelli beccai, in-sistono. Tanto da aver dato vita, agli inizi degli

Se i macellai si riscoprono fi losofi MESTIERI. Ecco chi sono gli eredi dei beccai. “La nostra è un’arte, quella della carne una cultura”

Ivo Gagliardi anni Novanta, all’Accademia della Fiorentina, istituzione che ha promosso varie iniziative come incontri, seminari e giornate di studio, e da aver pubblicato, nel 2000, il libro “Maladetti Beccari” (edizioni Polistampa), che ripercorre la storia dei macellai fiorentini dal Cinquecento al Duemila. Ma se la storia della loro presenza in città è lunga e ricca di aneddoti (come la “caccia-ta” dei beccai da Ponte Vecchio), come vanno le cose oggi, nell’epoca in cui, strette tra lo strapo-tere della grande distribuzione e la crisi econo-mica, per le botteghe la vita si è fatta sempre più dura? “Questo settore avrà ancora un suo spazio – si dice certo Paoli – da un po’ di tempo a questa parte a Firenze le macellerie si sono stabilizza-te, la loro ‘emorragia’ si è arrestata”. Ottimista per il futuro, dunque? “Sì, anche perché si sta registrando un aumento della clientela: non solo anziani che fanno la spesa nei negozi sotto casa, ora c’è anche un ritorno dei giovani nelle macel-lerie. E la grande distribuzione soffre da sempre in questo reparto”. Insomma, le macellerie non sono destinate a scomparire dalle strade fioren-tine, secondo l’associazione che le rappresenta. Anche se qualche problema non manca. “C’è molta difficoltà a trasmettere questo mestiere, i giovani non vogliono più fare lavori manuali e di sacrificio – sostiene Paoli – e c’è poca attenzione da parte delle istituzioni. Ci troviamo a scontrare con l’indifferenza da parte delle autorità verso la piccola distribuzione, e questo è un grave errore, soprattutto in una città come Firenze”. Ma loro ad arrendersi non ci pensano proprio. “Un tempo si mangiava per vivere, oggi si vive anche per mangiare, e la gente riconosce la cultura della carne. Quando cercano qualcosa di speciale, le persone vengono da noi, a Natale e Pasqua fac-ciamo il boom. Ma noi – conclude Paoli – siamo aperti anche nel resto dell’anno”.

Hanno alle spalle una

lunga storia, e il futuro

non li preoccupa.

“Il settore avrà ancora

spazio. E tra i clienti

sono tornati i giovani”

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6 Settembre 2010 Isolotto • Legnaia • Soffiano

Page 7: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Quasi 20 milioni di euro per rimettere in sesto le scuole della città. Una bella rassettata per

una serie di edifici sparsi in tutti i quartieri, spesso e volentieri risa-lenti all’epoca di La Pira. Escluse le elementari Calvino e Santa Maria a Coverciano, che da sole assorbiran-no circa 10 milioni di euro, i lavori coinvolgono 36 elementari, 9 medie, 6 materne e un centro di cottura. Ad aggiudicarsi i maggiori investimenti sono stati il centro storico e il quar-tiere 4, con più di 2 milioni e mezzo ciascuno. Poco meno andrà al Q5, mentre per ristrutturare le scuole del Q2 e Q3 basterà poco più di un mi-lione a testa. Soldi certi, non derivan-ti dalle future alienazioni dell’am-ministrazione comunale, ma già messi a bilancio. “Un investimento di queste proporzioni nell’edilizia scolastica - commenta l’assessore all’istruzione Rosa Maria di Giorgi - non si vedeva da diversi anni”. Gli interventi sono stati pensati per esse-re conclusi, nella maggior parte dei casi, prima del rientro di bambini e ragazzi dalle vacanze estive. Alcuni, più corposi, proseguiranno durante l’anno, ma non andranno a interferi-re con l’attività scolastica, confinati all’esterno delle strutture o in sezio-ni separate dalla principale. Il trasfe-rimento degli alunni si renderà dun-que necessario soltanto in due casi: la materna Leoncavallo e la scuola

elementare Calvino, che sarà demo-lita e ricostruita ex novo nel giro di un paio d’anni. Per il resto si tratta di operazioni di diverso tipo, dalla messa in sicurezza secondo le nuo-ve normative alla ristrutturazione di aule e palestre, in base alle esigenze maturate in termini di spazi e nuo-ve tecnologie. Con una particolare attenzione all’ambiente: materiali e modalità di costruzione tengono conto del risparmio energetico, per far sì che le scuole risorgano in chia-ve ecologica. E sempre secondo il mantra dell’amministrazione Ren-zi: zero nuovi volumi, avanti con la razionalizzazione e il riutilizzo

degli spazi esistenti. La tranche de-stinata agli asili nido, infine, consi-ste in 343mila euro. Ma le maggiori novità su questo fronte dovrebbero arrivare nei prossimi mesi, con la realizzazione di tre nuove strutture di qualità: il primo all’interno della Santa Maria a Coverciano, già in costruzione, un altro all’ex Meyer e l’ultimo immerso nel verde del giar-dino che sorgerà al posto della Cate-rina de’ Medici, l’ex scuola di viale Guidoni prima occupata e poi abbat-tuta per l’instabilità dell’edificio. I progetti dovrebbero affacciarsi sui tavoli dell’assessorato all’istruzione già questo mese.

ISTRUZIONE. Quasi 20 milioni per rimettere in sesto gli istituti cittadini

Anno nuovo, scuole nuove. E “verdi”Francesca Puliti Ai “banchi” di partenza, ini-

zia la scuola. Con buone notizie, anche per gli alunni del quartiere 4. Dopo l’accordo Ren-zi-Gelmini, tempo pieno assicu-rato per le sei classi minacciate dai tagli all’Isolotto e dintorni. “Per due di queste erano giunte garanzie da parte di Palazzo Vec-chio – fanno sapere dal Quartie-re – mentre per le altre la buona notizia è arrivata con l’accordo tra il sindaco Renzi e il Mini-stro dell’Istruzione. La moda-lità ‘personalizzata’ adottata da Roma può suscitare perplessità, ma la notizia non può che ren-dere felice un quartiere come il nostro, una ex periferia che fa della scuola un suo cardine”. Al-trettanto caldo è il tema dell’edi-lizia scolastica. E’ stata un’estate di “ritocchi” per molte scuole del Q4. Oltre 2 milioni e mezzo dei quasi 10 milioni di euro stanziati dall’amministrazione comunale per l’edilizia scolastica sono stati destinati al quartiere. Cifra dalla quale sono escluse le risorse, ol-tre 4 milioni di euro, riservate alla scuola Calvino, da demolire per essere costruita ex novo, a causa del forte degrado del suo cemen-to armato. Più celeri altri lavori, alcuni dei quali già terminati al suono della campanella d’avvio del nuovo anno scolastico. Sono stati stanziati 960mila euro per i lavori di consolidamento struttu-rale delle scuole Locchi, Monta-gnola e Niccolini. La Sansovino

avrà invece nuovi solai, grazie a un investimento di 490mila euro. Oltre 300mila euro sono stati destinati all’adeguamento degli impianti elettrici della Don Mi-lani e al completamento dei la-vori alla zona refezione. Tempo di restyling anche per l’istituto De Filippo, interessato da opere murarie per l’adeguamento delle aule, imbiancatura e sostituzione del controsoffitto, per un totale di 275mila euro. Oltre 200mila euro sono stati inoltre indirizza-ti alla ristrutturazione dei bagni della Bechi-Piero della France-sca, dove arriveranno due nuovi volumi destinati a ospitare un auditorium e un refettorio, per un costo di 900mila euro. Edifi-ci più accoglienti anche per i più piccoli, dopo gli interventi agli asili nido Grillo Parlante e Tas-

so Barbasso. Intanto, è scattata la caccia ai libri scolastici. Per dare sollievo alle tasche delle fa-miglie torna il mercatino dei libri usati al circolo Arci di via Mac-cari dove, fino al 25 settembre, è possibile vendere e acquistare libri usati di scuole medie e su-periori.

Tempo pieno assicurato per tutte le classi

Un’estate di “ritocchi”

/A.C.

IL PUNTO NEL QUARTIERE

Scattata la cacciaai libri usati.Torna il mercatinoall’Isolotto

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7il giornale del tuo quartiere

Page 8: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

bili, le casette di San Bartolo ap-paiono alla vista solo dopo averci messo piede. Chi viene da fuori è un “forestiero” e attira subito gli sguardi incuriositi degli abitanti, come accade nei piccoli paesi di campagna. San Bartolo è un bor-go di una volta, dove tutti si cono-

scono e si salutano per strada. Se ai primi del Novecento era ancora una landa di campagna pressoché isolata, difficilmente raggiungibile se non con cavalli e somari, oggi è una zona ben collegata. Ma con un’identità molto salda. Un’oasi paesana in città, tanto da avere un proprio patrono da festeggiare. E’ San Bartolomeo, la cui ricorrenza è celebrata ogni anno a settembre. Quest’anno la festa si terrà dal 18 al 26 settembre e sarà organizzata in collaborazione tra la parrocchia di San Bartolo a Cintoia, il Circolo M.C.L. e la locale Casa del Popolo. Si aprirà con un’escursione guida-ta a Villa La Petraia a Castello per proseguire con altri appuntamenti: da mostre di fotografia e pittura a spettacoli musicali, dal vernacolo alle degustazioni, con tanto di spet-tacoli per bambini. Senza dimen-ticare lo sport, col terzo palio del tennis e la gara podistica. Dome-nica 19 è prevista la consueta pro-cessione fino al tabernacolo in via Madonna di Pagano. A chiudere la settimana di festeggiamenti sarà la lotteria. “La festa – racconta Franco

Può un antico borgo so-pravvivere braccato dalla modernità? Sì, anche se è circondato da palazzoni

anni Settanta, alla periferia di una città come Firenze. Quel borgo è San Bartolo a Cintoia, a due passi dall’Isolotto. Nascoste da alti sta-

SAN BARTOLO A CINTOIA. Alla scoperta del borgo, che conserva ancora una salda identità

Quel “paese” che sopravvive. In città

Annalisa Cecionesi

Ogni anno, a settembre, qui si festeggia il patrono locale,

San Bartolomeo: il nuovo appuntamento con le celebrazioni è

dal 18 al 26. Ma recentemente è emersa la questione-sicurezza

Traballesi, vicepresidente del Q4, tra gli organizzatori dell’evento - va avanti da oltre dieci anni e alcuni appuntamenti sono particolarmen-te sentiti dalla popolazione. Anche quest’anno il ricavato verrà devolu-to, tolte le spese organizzative, a fa-vore di un programma di adozione a distanza in Brasile e del fondo so-ciale Essere”. A offrire il loro con-tributo saranno anche i commer-cianti del “Vecchio Borgo”. A San Bartolo persistono infatti piccoli negozi di vicinato, le botteghe di una volta. Come si spiega allora la decisione di apporre due telecame-re di videosorveglianza nelle vie di

un borgo che appare così tranquil-lo? “La presenza di circoli ricreati-vi – commenta Traballesi - offre un servizio ma può attirare anche feno-meni di microcriminalità spicciola. Si sono verificati furti e episodi di spaccio, nonché qualche momento di conflittualità nelle ore nottur-ne tra gruppi di giovani e qualche persona anziana. Altrove ci saranno situazioni più critiche di questa, ma è giusto tenerla sotto controllo”. In-tanto, sebbene San Bartolo tenda a “invecchiare”, i prezzi delle abita-zioni si mantengono alti. Il che la dice lunga sulla buona vivibilità del borgo.

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8 Settembre 2010 Isolotto • Legnaia • Soffiano

Page 9: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

IMMINENTEL’USCITA

DEL BANDOPER IL

SERVIZIO CIVILEEcco le proposte

del Comune di Firenzeper i giovani

Incontrarsi, conoscersi, stare insieme. Il Ser-vizio Civile ha anche questa fi losofi a di fondo; scegliere di svolgere una attività di volonta-riato, di essere cittadini attivi, signifi ca an-dare incontro, conoscere, stare insieme. In questi giorni esce il bando nazionale di Ser-vizio Civile e al Comune di Firenze sono stati fi nanziati quattro dei sette progetti che erano stati presentati alla Regione Toscana. Com-plessivamente il Comune di Firenze metterà a disposizione dei giovani 28 posti di servizio civile.Progetto “Biblioteche senza pareti”, 15 po-sti disponibili; qui l’intervento dei volontari è rivolto al miglioramento e incremento dei servizi bibliotecari con particolare riguardo a quelli rivolti alle fasce di pubblico disagia-to; supporto alle attività di promozione del progetto “Libro Parlato”, per avvicinare gli utenti all’ascolto degli audio libri e far co-noscere le sezioni grandi lettere e in braille; organizzazione di iniziative di servizi anche individuali di letture; supporto agli utenti che necessitano di assistenza nella scelta dei te-sti o materiali multimediali; promozione del servizio di letture ad alta voce su richiesta; collaborazione nell’organizzazione del pro-getto “Un libro e un volontario per amico”, negli ospedali cittadini; collaborazione alla promozione del progetto “Parole di salute”; collaborazione alla progettazione di un nuo-vo servizi: un libro a domicilio per persone impossibilitate ad accedere alla biblioteca; valorizzare il patrimonio documentario della rete bibliotecaria, recupero e valorizzazione dei fondi storici conservati nelle biblioteche, con attività di assistenza agli utenti disabili. Progetto “Io non sono straniero”, 4 posti di-sponibili; il progetto nasce dalla necessità di favorire e migliorare l’accesso degli stranie-ri ai servizi del Comune di Firenze nonché di

permettere una fruibilità migliore degli stes-si, evitando da un lato inutili e costosi spo-stamenti in città e dall’altro raggruppando il personale dell’Amministrazione evitando sprechi e doppioni. L’obiettivo è quello di mi-gliorare i servizi e le procedure obbligatorie al fi ne di semplifi care e migliorare i servizi nonché coordinarli in maniera sinergica. Nel-la logica dell’integrazione sociale, ai cittadi-ni, siano essi italiani o stranieri, deve essere garantito un sostegno continuativo nell’ot-tenimento delle corrette informazioni, nella semplifi cazione delle procedure (ad esempio quelle Anagrafi che) nonché nel coordina-mento complessivo delle attività. L’intento è in defi nitiva quello di contribuire alla affer-mazione del principio di inclusione sociale, informazione e facilitazione delle procedure. Il progetto è pensato come un intervento di educazione alla cittadinanza attiva dei vo-lontari, basato su principi fondamentali qua-li impegno civile, conoscenza del territorio e delle sue risorse, solidarietà e collaborazio-ne, valorizzazione delle capacità personali e orientamento al miglioramento continuo. Progetto “Attavante in servizio”, 4 posti di-sponibili, si svolge principalmente presso il Centro Attivante che si occupa del sostegno alle persone in dimissione dal carcere. Il ruo-lo principale dei volontari è quello di essere un valido supporto all’apertura e al funziona-mento del centro; è previsto l’affi ancamento degli operatori e dei volontari interni agli istituti di pena, per la realizzazione e gestione di un data-base degli interventi nei confron-ti dei detenuti. Il volontario sarà impegnato anche nella partecipazione alla realizzazione di occasioni di socializzazione, in Attavante o all’esterno e nella collaborazione a iniziative di sensibilizzazione rivolte al contesto socia-le esterno.

Progetto “A proposito di cultura”, 5 posti di-sponibili, ha per obiettivi la conservazione (prevenzione, manutenzione e restauro) del patrimonio di beni culturali mobili e immobi-li del Comune, la valorizzazione del patrimo-nio di beni culturali mobili e immobili, lo svi-luppo dei servizi culturali istituzionalmente fi nalizzati al soddisfacimento di esigenze della collettività, l’incremento della produzio-ne e della diffusione delle espressioni artisti-che contemporanee, il sostegno alle attività dell’associazionismo culturale locale; lo svi-luppo e introduzione, in un’ottica metropoli-tana e interistituzionale, di elementi di inno-vazione e autonomia nel governo, nelle reti e nei sistemi gestionali dei beni e delle attività culturali pubbliche. Per i volontari si intende accrescere la loro capacità di orientarsi in un contesto organizzato, rendendoli consapevoli della struttura, dei processi lavorativi e de-cisionali, aumentando nel contempo la fami-liarità con attrezzature e strumenti di lavoro tipici (PC, periferiche, internet, posta elettro-nica, etc) della società dell’informazione. Dal punto di vista delle competenze trasversali, l’obiettivo è di stimolare la capacità di comu-nicazione, di relazione e di lavoro di gruppo, promuovere la capacità di osservazione e lo spirito critico, il senso di responsabilità e l’orientamento al miglioramento continuo, auto-analisi e sviluppo delle proprie compe-tenze.Questi, in sintesi, i progetti e le relative man-sioni dei volontari.Informazioni più dettagliate e moduli per la domanda, per i ragazzi e le ragazze dai 18 ai 28 anni, si trovano presso l’Uffi cio Servizio Civile del Comune di Firenze, via Palazzuolo 12, telefono 055/2616403-4-5. www.comune.fi .it / [email protected] .it

Page 10: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

È una storia di amore e odio, quella che lega i fiorentini e la tramvia. Una storia tormentata: una travagliata fase di cono-scenza, le rituali diffidenze iniziali, ac-

centuate dallo spirito polemico innato nei fioren-tini: chi la voleva con un tracciato più lungo, chi con uno più breve; chi la voleva più vicina a casa, per futura comodità, e chi il più lontano possibile, per sfuggire al caos dei lavori; chi la voleva così com’era stata progettata, chi non la voleva proprio, punto e basta. I lunghi anni di cantieri, con gli im-mancabili disagi per la popolazione, hanno acuito i contrasti tra fautori e detrattori del “treno sfer-ragliante” (copyright del portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti). Poi, con ritardi imbarazzanti, la tramvia ha cominciato a prendere forma: i binari, le stazioni, finanche l’erbetta hanno cominciato a divenire familiari. Sino a quando, il 14 febbraio scorso, giorno di San Valentino, il tram si è mosso. E la storia di amore è sbocciata. Le prime settima-ne di euforia – all’inizio è tutto più emozionante – con un’affluenza giornaliera sui vagoni degna di un Fiorentina–Juventus: quasi 30mila utenti ogni giorno fanno conoscenza con l’amato-odiato

tram. Poi – e del resto in ogni storia d’amore è sempre così – il rapporto si stabilizza: l’emozio-ne lascia spazio alla consuetudine, alla normalità. Diminuiscono gli utenti occasionali, si consolida un parco viaggiatori fedele e fidato. A sette mesi dalla prima mossa del tram i dati, ancora ufficiosi (quelli ufficiali sul primo semestre si avranno in-torno alla metà di ottobre), parlano di una media di circa 25mila viaggiatori al giorno, costituiti in gran parte da circa 10mila persone che gravitano – per residenza o lavoro – intorno alla linea Firenze-Scandicci. Ma chi è l’utente-tipo della tramvia? Secondo un’indagine condotta dalla Regione a luglio, si tratta di una viaggiatrice (il 53,8 per cen-to dei passeggeri intervistati sono donne), con età compresa tra i 36 e i 60 anni (con una percentuale

del 44,1 per cento, contro il 19,9 per cento degli over 60 e il 19,1 per cento degli under 24. Ostile al tram la fascia di età 25-34 anni). La viaggiatrice-tipo ha un titolo di studio medio-alto (25 per cento laurea, 40 per cento diploma superiore) e svolge un lavoro dipendente (una percentuale che si atte-sta al 48 per cento, contro un 10 per cento di lavo-ratori autonomi. 17,4 per cento gli studenti e 16,5 per cento i pensionati, mentre pochissime sono le casalinghe e i disoccupati). Infine siamo di fronte a una utilizzatrice abituale, che prende il tram preva-lentemente (41 per cento) per raggiungere il luogo di lavoro o di studio, o in alternativa (32,5 per cen-to) per motivi di svago e di relazioni personali. Es-sendo utilizzatrice abituale (lavoratrice o studen-te), ne consegue che l’utente-tipo salga sul tram due volte al giorno per cinque giorni la settimana, e preferisce i vagoni agli autobus per la velocità e i tempi certi. Questo il ritratto dei primi amanti del tram. Chissà che con il passare del tempo – e l’integrazione della rete – il treno sferragliante non trovi altre e diverse persone con cui stringere amicizia. Persone che possano poi dire, in stile Fa-cebook: Tram, mi piace questo elemento.

MOBILITÀ/1. Uno studio della Regione fotografa il viaggiatore-tipo del “treno sferragliante”

Tramvia, un successo vestito di rosa

Lorenzo Salusest

Dopo le diffi denze iniziali sembra che i fi orentini abbiano sciolto le riserve su Sirio:

dati uffi ciosi parlano di 25mila utenti al giorno. Per la maggior parte sono donne

tra i 36 e i 60 anni, con un titolo di studio medio-alto e un lavoro da dipendenti

IL DATO

Forse, ancor più dei fiorentini, a godere della tramvia è l’aria di Firenze. Secondo l’indagine della Regione Toscana, il 23 per

cento degli attuali utilizzatori della linea 1 del tram sino al febbraio scorso si muoveva con mezzi privati, auto (15,3 per cento) o scoo-ter (7,4 per cento) che fossero. Un paio di rapidi calcoli ed il conto è presto fatto: ogni giorno, grazie al nuovo mezzo pubblico, 1.900 macchine e 800 motorini sono rimasti in garage o sotto casa, con-tribuendo all’abbassamento dell’inquinamento atmosferico. 165 chilogrammi in meno di PM10 all’anno nell’aria fiorentina, con dati ancora migliori nel quartiere 4. Un parziale risarcimento ai

cittadini che più sono stati coinvolti negativamente dai disagi do-vuti ai cantieri della tramvia. Certo è che una maggiore integrazio-ne della rete tranviaria, e quindi la realizzazione delle linee 2 e 3, renderebbe più attraente l’uso del mezzo anche per quella parte di fiorentini (la stragrande maggioranza) che raramente – se non mai – viaggia sulla tratta servita dalla linea 1. Maggiore utenza, minor inquinamento: questa l’equazione. Ma c’è sempre un ma: le linee 2 (Peretola – Stazione) e 3 (Careggi – Stazione) sono ancora ben lontane dall’essere realizzate. I progetti della linea 2 – compreso la stralcio del tratto di attraversamento del Duomo – sono stati

approvati, e i lavori nell’area prossima all’aeroporto dovrebbero partire in queste settimane, mentre per quanto riguarda la linea 3 è stato approvato solo il primo lotto. Progetti che saranno soggetti con ogni probabilità a variazioni ed estensioni dei tracciati, col fine di garantire una copertura del servizio per la maggior parte della popolazione fiorentina e dell’hinterland. Con la speranza che i lavori di realizzazione non vedano i ritardi e gli aggravi di costi che hanno contraddistinto i cantieri della linea 1. Solo allora il progetto di trasporto ferrotranviario avrà un respiro completo. E i fiorentini potranno tirare un definitivo sospiro di sollievo.

Il 23 per cento di chi si è convertito ai binari, fino a febbraio scorso si muoveva abitualmente con mezzi privati

Qualche auto e motorino in meno e la città comincia a respirare meglio

trasporti

Chi la usa lo fa soprattutto per raggiungere il luogo di lavoro o studio, meno per motivi di svago

/L.S.

10 Settembre 2010

Page 11: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Autopalio atto terzo. Il Consiglio di Stato ha bocciato l’aumento dei pedaggi sulle au-tostrade e sui raccordi di gestione Anas in-trodotto dal governo il 1° luglio. La Firen-

ze-Siena era tra le superstrade su cui era stato previsto il pedaggio, da pagare come maggiorazione del ticket autostradale all’ingresso del casello Firenze-Certosa. A inizio settembre la IV sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del governo e dell’Anas che chiede-va il ripristino degli aumenti, già sospesi in precedenza dal Tar. Il pronunciamento ha riguardato i raccordi e le autostrade delle Provincie di Roma, Pescara e Rieti, e ora anche quella di Firenze attende di conoscere l’esito del proprio ricorso per la Fi-Si. E siccome si tratterà di una richiesta uguale in tutto e per tutto a quella fatta da Roma, Pescara e Rieti, sembra scontato che anche il pe-daggio sulla Firenze-Siena sarà bocciato. La lotta con-tro l’introduzione della “gabella”, come è stata subito ribattezzata, è cominciata a inizio luglio con un presidio effettuato a Certosa dai sindaci del Chianti fiorentino e senese insieme ai rappresentanti delle due Province. Poi la notizia della sospensiva al decreto decisa del Tar del Lazio, accolta con grande entusiasmo ma seguita da una doccia fredda: un nuovo decreto del governo che non

cancellava gli aumenti ma semplicemente li rinviava. E la Provincia di Firenze, insieme alla Regione Toscana, aveva subito proposto ricorso, perché “con il decreto legge del 4 agosto, quello adottato dopo l’ordinanza del Tar del Lazio, il governo non ha abrogato o modifica-to la norma sull’aumento dei pedaggi autostradali, ma soltanto rinviato la sua applicazione al 30 aprile 2011”. “Apprendiamo con rammarico – avevano commentano il presidente e la vicepresidente della Provincia di Firen-ze, Andrea Barducci e Laura Cantini – che all’ordinan-za del Tar Lazio sia seguita la decisione di mantenere ferma l’attuazione della nuova tariffazione dei pedaggi, rinviandola soltanto al prossimo anno. Una normativa che, nel nostro caso, colpisce in particolar modo i pen-dolari fiorentini, che usano l’autostrada come raccordo per brevi tratti”. Da qui l’invito all’esecutivo: “Invitiamo i rappresentanti del governo – avevano suggerito Bar-ducci e Cantini – a percorrere l’Autopalio, per rendersi conto del cattivo stato in cui versa l’arteria che semmai, come più volte richiesto, necessita di investimenti so-stanziali, quali ad esempio la realizzazione della corsia di emergenza”. Già, perché l’Autopalio resta tra l’altro una strada da riqualificare. Ma per ora ci si dovrà accon-tentare di non pagare alcun pedaggio.

Il Consiglio di Stato boccia la decisione del governo di far diventare

a pagamento le superstrade di gestione Anas. Il provvedimento

dell’esecutivo coinvolgeva anche la Fi-Si, che ora tornerà gratis

MOBILITÀ/2. La sentenza su Roma, Pescara e Rieti spiana la strada al ricorso di Firenze e Siena

“Via il pedaggio”. Anche sull’Autopalio

Ilaria Biancalani

LA CLASSIFICA

Cosa resterà delle aree pedonali allo scadere della Ztl notturna estiva? A quasi un anno dall’operazione Duomo senz’auto (né

autobus), Firenze mantiene saldamente il quinto posto come numero di aree a traffico limitato e il settimo per isole pedonali, nella classifi-ca nazionale stilata da Legambiente. Oltre 11 i metri quadrati di stra-de a traffico limitato per abitante, e non ce n’è da stupirsi, visto che all’epoca dell’istituzione dei primi “cancelli” al centro storico Gra-ziano Cioni si vantava di aver dato vita alla Ztl più grande d’Italia. Per quanto riguarda invece le aree completamente pedonali si scende a 0,87 metri quadrati a fiorentino. Sempre di più rispetto alla media

italiana, che si attesta su 0,34, e più di ogni altro capoluogo di pro-vincia toscano, ma ancora lontano dalla vetta della classifica (esclusa per incomparabilità di termini Venezia, Verbania ne fornisce più di 2 a ogni cittadino). La più clamorosa, chiacchierata e applaudita isola pedonale resta quella di piazza Duomo, per la pavimentazione del-la quale (compresa via Martelli) l’amministrazione ha annunciato ingenti (e ancora una volta chiacchierati) investimenti. Si parla di 2 milioni per “lucidare” il salotto fiorentino. Ma per rendersi conto che non si tratta esattamente del regno incontrastato del pedone basta far-ci una passeggiata in una qualsiasi mattina di un qualsiasi giorno la-

vorativo. Di auto, furgoncini e simili se ne vedono transitare diversi, anche se probabilmente le cose cambieranno con la generale rasset-tata messa in agenda. Anche per quanto riguarda piazza Signoria, la cui pedonalizzazione è stata decretata poco dopo quella del Duomo (galeotto fu l’incrocio del sindaco con il taxi che accompagnava il suo vice a Palazzo), le auto sembrano essere arretrate solo di qualche metro. Ma l’onda-pedonalizzante non si è esaurita dentro le “mura”. Provvedimenti simili, anche se di minor impatto, sono stati presi in piazza Nannotti e a San Salvi. Tali, probabilmente, da far salire a Firenze un gradino nella classifica dell’anno che verrà.

Cosa resterà allo scadere della Ztl estiva? Più di 11 metri quadrati a traffico limitato per ogni cittadino

Non solo piazza Duomo: Firenze settima in Italia per le isole pedonali

trasporti

/F.P.

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Page 12: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Dopo l’avvento del rosa-rio elettronico, con la sua voce multilingue che guida i fedeli nella reci-

ta della preghiera, comunicare con un parroco via email non deve più sorprendere. Accantonate – da poco – le messe in latino, ecco spuntare le chiese “internaute” che si affaccia-no nella galassia del web. Il primo passo? Aprire il proprio sito inter-net. Pian piano il numero cresce. Dall’Isolotto a Campo di Marte, pas-sando per il centro storico, di chiese 2.0 made in Florence pullula il web. Alcune hanno la loro “vetrina” spar-tana, essenziale e non sempre ag-giornata. Altre invece siti ricchi di contenuti e strumenti interattivi. La parrocchia di Santo Stefano in Pane (www.pieverifredi.it), a Rifredi, non si ferma all’orario della messa. Offre pagine aggiornate e vari contenuti. Dalle informazioni sulle celebrazio-ni e sull’attività della parrocchia alla sua storia, dallo spazio per i giovani al collegamento alle pagine degli Scout Agesci. Fino ai contatti, con le email dei sacerdoti. E’ online anche la parrocchia B.V.M. Madre della Divina Provvidenza, zona Campo di Marte (www.divinaprovvidenza.net). Calendario parrocchiale, testi di conferenze, eventi e uno spazio dedicato ai giovanissimi. All’avan-guardia in fatto di digitale è la par-rocchia B.V.M. Madre delle Grazie, all’Isolotto (www.madredellegra-zie.it). Oltre alle informazioni su

Alcune hanno semplici siti web, come

Santo Stefano in Pane a Rifredi e altre

chiese a Campo di Marte e all’Isolotto,

altre ancora hanno anche gruppi sul

popolare social network. E c’è anche

chi, come Don Floriano di via Faentina,

è diventato un vero e proprio blogger

SOCIETÀ. Anche i religiosi si sono attrezzati per rinnovare i canali di contatto con i fedeli

Quando la parrocchia apre su Facebook

Annalisa Cecionesi eventi e liturgie, i fedeli trovano in rete tanti documenti formato pdf da scaricare, foto e un servizio di newsletter. Le parrocchie 2.0 sono duttili. Possono essere strumenti di lavoro per catechisti, oltre che vie alternative per l’evangelizzazione del terzo millennio. E luoghi d’in-contro. Virtuale, s’intende. Come Iabbok (www.iabbok.it), la commu-nity dell’Arcidiocesi di Firenze (che naturalmente ha anche il proprio sito istituzionale). Un forum ricchissimo di post, un’agorà virtuale per i 400 utenti registrati che finora hanno pubblicato oltre 9mila messaggi scambiandosi idee, paure, interro-gativi sugli argomenti più disparati, dai commenti al Vangelo della do-menica fino ai dubbi sul binomio sessualità e cattolicesimo. Ce n’è davvero per tutti i gusti in rete, per-fino siti dove scaricare musica sacra o canti liturgici, file per karaoke o pastorali. E non possono certo man-care i social network. Sant’Ambro-gio, San Gervasio e Protasio, Madre delle Grazie, San Marco Vecchio sono solo alcune delle chiese fio-rentine ad avere un gruppo dedicato su Facebook. E in via Faentina c’è anche un parroco blogger, Don Flo-riano, in rete con un sito personale creato per i giovani della parrocchia (http://donfloriano.blogspot.com) e un profilo sul social network più diffuso d’Italia. Una vera e propria galassia spirituale sparpagliata per il web, che spalanca le porte a un pub-blico difficile da conquistare, quello dei giovani. In fondo, si sa, le vie del Signore sono infinite.

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Page 14: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Siamo tra le regioni con il tasso di natalità più basso d’Italia, ma in quanto ad adozioni ci sappiamo di-

fendere bene. La Toscana è infatti al terzo posto per richieste d’adozione internazionale dopo Lombardia e Veneto. A rivelarlo è il rapporto cu-rato dalla commissione per le Ado-zioni Internazionali, in collabora-

Toscana, terra di bimbi venuti da lontanoFAMIGLIA/1. La nostra regione è terza in Italia per numero di richieste di adozioni internazionali

Annalisa Cecionesi

società

Le coppie che nel 2009 hanno richiesto l’autorizzazione

per l’ingresso in Italia di minori stranieri sono state 299,

pari al 9 per cento del totale. Si tratta soprattutto di uomini

e donne intorno ai 40 anni e con un ottimo livello di istruzione

zione con l’Istituto degli Innocenti, aggiornato al 31 dicembre 2009. Le coppie toscane che nel 2009 hanno richiesto l’autorizzazione all’ingres-so in Italia di minori stranieri sono state 299, pari al 9 per cento delle richieste totali. Niente male nean-che la provincia di Firenze, dove si è concentrato il maggior numero di domande. Il capoluogo toscano viene subito dopo Milano, Roma e Napoli. E se guardiamo alle autoriz-zazioni rilasciate per l’ingresso in Italia dei minori, la nostra regione si mantiene altrettanto attiva. Nel 2009 in Toscana sono state concesse 362 autorizzazioni, il maggior numero in Italia dopo Lombardia, Vene-to e Lazio. Piccoli ma confortanti segnali in linea con l’andamento nazionale. L’Italia è infatti seconda soltanto agli Stati Uniti sul piano delle adozioni internazionali. Negli ultimi anni, però, anche in Toscana stiamo assistendo a una diminuzione nelle richieste d’adozione nazionali e internazionali, passando dalle 883 del 2006 alle 655 del 2008. A com-pensare il calo è però l’incremento del successo adottivo. Il numero di bambini adottati è infatti in lento ma costante aumento. Dopo l’ano-malo boom del 2001, le adozioni passano dalle 241 del 2002 alle 343 del 2007. In Toscana, più di venti associazioni autorizzate dalla com-missione per le Adozioni Interna-zionali possono aiutare coloro che decidono di intraprendere questo percorso. Ma qual è l’identikit del genitore adottivo? Secondo il rap-porto curato da Regione Toscana e Istituto degli Innocenti, aggiornato al 2007, sono in prevalenza impie-gati. Svolgono questa professione il 29 per cento dei mariti e il 40 per cento delle mogli. Seguono a ruota gli operai e le casalinghe. Chi decide di intraprendere il percorso adottivo ha inoltre un titolo di studio più alto rispetto al resto della popolazione toscana. Basti pensare che il 31 per cento degli aspiranti padri adottivi e il 40 per cento delle madri possiedo-no un diploma universitario. Quelli adottivi sono inoltre genitori sempre più “stagionati”. Si alza infatti l’età media delle coppie alle domande d’adozione, che è 41 anni per il ma-rito e 39 per la moglie, in linea con l’innalzamento dell’età matrimonia-le. Da dove arrivano invece i bambi-ni in cerca di famiglia? In Toscana, nove bambini adottati su dieci sono stranieri. La maggior parte, il 24 per cento del totale, viene dalla Russia, seguita da Etiopia e Ucraina. Escono invece di scena Romania e Bulgaria, anni addietro paesi “serbatoio” di bambini in cerca d’adozione.

La maggior parte viene da Russia, Etiopia e Ucraina

È possibile diventare genitori “a tempo determinato”? In

un certo senso sì, come forma di sostegno all’infanzia. E’ l’af-fidamento familiare. Talvolta confuso con l’adozione, con-siste nell’accogliere bambini o ragazzi che vivono tempo-raneamente in un contesto disagiato. Cosa lo differenzia dall’adozione? L’affido, che può essere a tempo pieno o part-time, è temporaneo, dura al massimo due anni, richiede la compresenza genitoriale tra gli affidatari e il nucleo d’ori-gine ed è finalizzato al rientro nella famiglia biologica. La paura del distacco è un falso problema. “Il tempo burocrati-co finisce, ma non quello affet-tivo – assicura Tommaso Eredi, psicologo al Centro Affidi di Firenze – solitamente le due fa-miglie mantengono i contatti”. Dai dati del Centro Affidi del Comune di Firenze, aggiornati al 31 dicembre 2009, ci sono 113 nuclei familiari disponibi-li, di cui 17 single e 96 coppie. Attualmente gli affidi a tempo pieno sono 50, quelli part-ti-me 16. Il numero di italiani e stranieri si equivale e l’età più “gettonata” va dai 6 ai 10 anni. Ma come si diventa genitori affidatari? Gli interessati, an-che conviventi o single, posso-no contattare il Centro Affidi ([email protected], 055/2616433/37). “L’iter parte con un primo colloquio infor-mativo – spiega il dottor Eredi – per proseguire con un corso di formazione e una fase di colloqui conoscitivi. Superan-do tutto il percorso si approda nella banca dati delle famiglie disponibili all’affido. “La nuo-va amministrazione comunale – spiega Mariella Giunti, assi-stente sociale al Centro Affidi di Firenze - sta intensificando la campagna di sensibilizzazio-ne, che riparte questo mese con una serie di incontri nelle realtà associative, religiose e culturali del territorio”.

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Page 15: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

società

Èun cammino lungo, tortuo-so, impegnativo. Chi deci-de di adottare un bambino e opta per l’adozione inter-

nazionale sa che deve affrontare un lungo iter prima di poter stringere tra le braccia il bambino. Diciamo che quando la cicogna si mette in volo da molto lontano ci mette di più ad arrivare, anche perchè inciampa di continuo in lungaggini burocra-tiche. I tempo variano, in base al paese di provenienza del bambino, ma capita che si debbano aspettare molti anni. Ma vediamo, passo dopo passo, come funziona. Innanzitutto, punto di riferimento per tutti i pas-saggi, e serbatoio di informazioni aggiornate in tempo reale, è il sito ministeriale www.commissionea-dozioni.it. La prima tappa è recarsi nel tribunale per i minorenni com-petente e presentare all’ufficio di cancelleria civile una “dichiarazio-ne di disponibilità” all’adozione e un’altra serie di documenti in carta semplice (l’elenco è sul sito). Fatto

questo, il giudice spedisce la do-cumentazione ai servizi degli enti locali e nel giro di 4 mesi i servizi sociali avviano una “indagine cono-scitiva” per valutare l’idoneità del-la coppia. Colloqui, insomma. La relazione stilata dai servizi sociali arriva poi in Tribunale, al vaglio del giudice che può decidere, o meno, di rilasciare il sospirato decreto di idoneità. Ottenuto questo prezio-so attestato, comincia la ricerca. Il viaggio per incontrare il bambino o la bambina destinato ad entrare in famiglia. Passaggio fondamentale, a questo punto, è rivolgersi ad uno degli enti autorizzati dalla Commis-sione per le adozioni internazionali (la lista è sul sito). Questo mediatore è imprenscindibile e la coppia deve iniziare entro un anno dal rilascio del decreto di idoneità la procedura di adozione internazionale, passan-do proprio attraverso l’ente. Compi-to di questo “intermediario” è quello di informare le coppie e prepararle nel modo migliore, e di prendersi in

carico la procedura di adozione nel paese scelto. Tocca proprio all’ente tenere i contatti con il paese stra-niero e informare i genitori appena riceve una proposta di incontro con il bambino da adottare. Ed è quello il momento in cui finalmente i fu-turi genitori fanno le valigie carichi d’emozione e partono. Una volta in-contrato il piccolo, se l’autorità del-

la nazione straniera dà il suo parere positivo, l’ente mediatore trasmette tutti gli atti alla Commissione per le adozioni internazionali. Può suc-cedere però che sia lo stesso ente a non accogliere una proposta di ado-zione avanzata dal paese straniero e in questo caso i genitori si possono appellare alla Commissione per le adozioni internazionali, che può an-

dar contro alla scelta e nominarne un altro a cui affidare la procedura. Se invece tutto fila liscio, una volta che l’ente riceve la documentazione sull’avvenuto incontro, la Commis-sione – fatte tutte le verifiche del caso - autorizza l’ingresso del pic-colo in Italia, che in questo modo si prepara ad entrare a tutti gli effetti in famiglia.

Benedetta Strappi

La pazienza non è l’unico requi-sito necessario per le coppie

che vogliono adottare un bambino. Perché ce ne sono altri, di requisiti, imprescindibili per chiunque voglia intraprendere questo cammino. Il pri-mo è quello dell’età. O, per meglio dire, della differenza di età (minima e massima) che deve esserci per leg-ge tra figli e genitori adottivi: tra il bambino e i “nuovi” papà e mamma non possono esserci meno di 18 anni di differenza e non più di 45. Tra-dotto, chi ha più di 45 anni non può adottare un neonato. Ma fino a pochi anni fa, per l’esattezza fino al 2001, quando la legge è stata modificata, questo limite era ancora più strin-gente, perchè la differenza di età non poteva superare i 40 anni. “Ci sono comunque anche delle eccezioni, dei casi in cui questa differenza può es-sere maggiore – spiega Raffaella Pre-gliasco, ricercatrice dell’Istituto degli Innocenti – per esempio quando una famiglia ha già accolto un fratello o una sorella maggiore del bimbo per cui fa richiesta, o quando in casa c’è già un minorenne, o ancora quando si vuole accogliere un bambino con particolari problemi psicofisici”. Poi c’è il vincolo matrimoniale: in Ita-lia, per poter adottare, bisogna esse-re sposati. E anche in questo caso il

tempo ha la sua importanza: si deve infatti dimostrare che il rapporto, tra i genitori adottivi, sia in vita da alme-no tre anni. Attenzione: non è più ne-cessario - come prima - essere sposati da tre anni, l’importante è dimostrare che, per almeno questo lasso di tem-po, vi sia stata una convivenza stabile (“coronata” poi dal matrimonio, ma il fatidico sì può anche essere stato pro-nunciato poco prima della richiesta di adozione). Come si può dimostra-re una convivenza? “Per esempio con un mutuo cointestato, o anche con le bollette”, suggerisce Pregliasco. Poi, in caso di adozione internazionale, ci sono i requisiti richiesti dal Paese di origine del bambino, che possono variare da nazione e nazione. Infine c’è il capitolo dei costi. “Se l’ado-zione nazionale è pressoché gratuita – spiega la ricercatrice – per quelle internazionali serve l’intervento di Enti, rigorosamente autorizzati, che portano avanti le pratiche necessarie e fanno assistenza durante il perio-do di convivenza all’estero, che può durare anche più di un mese. E tutto questo ha un costo”. Quale? “Dipen-de dal Paese d’origine e dall’Ente cui ci si rivolge – conclude Pregliasco – in media si spendono 15-20mila euro. Ma queste cifre possono varia-re molto”.

Ecco tutti i requisiti necessariCOSA SERVE. Dai limiti di età a un rapporto duraturo

FAMIGLIA/2. Spesso, purtroppo, per completare l’iter i tempi sono molto dilatati

Ma quant’è lungo il volo della cicogna

Punto di riferimento per chi vuole

intraprendere questo cammino

è il sito internet della Commissione

per le adozioni internazionali

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Page 16: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

CONSIGLI. La fine delle vacanze coincide per molte persone con un periodo di malumore e acciacchi

Quanto male fa rientrare in cittàIl disagio che in questi

giorni attanaglia

un italiano su dieci si

chiama, tecnicamente,

“post vacation blues”.

Ecco un vademecum

per uscirne a testa alta.

E il più in fretta possibile

Il copione è, più o meno, identico per chiunque. Testa pesante, umore sotto ter-ra, sbadigli che sembrano disegnati con il compasso. È la sindrome delle vacanze

finite, lo stress da rientro, l’uggia da routine che ricomincia. Chiamiamola un po’ come vogliamo, ridiamoci sopra o prendiamola sul serio, ma la conosciamo un po’ tutti. Rimet-tersi in carreggiata, dopo la parentesi in odor di Eden delle ferie, è una dura faccenda. Qual-cuno ci riesce agevolmente, qualcun altro an-naspa e resta imbrigliato nel disagio da “è ar-rivato settembre”. In medicina, gli americani, chiamano tutto questo “post vacation blues” (“blues” in questo caso vuol dire, eloquente-mente, depressione) e chi se ne intende dice che, in questi giorni, riguarda un italiano su dieci. Ma, come per ogni acciacco che chiama in ballo corpo e spirito in un colpo solo, c’è un vademecum. Regolette stilate dai medici che possono aiutare a uscire dal gorgo. Ad esem-pio curando l’alimentazione: via gli insaccati (e alzi la mano chi in vacanza non ne ha abu-sato), via i caffè di troppo, via i cibi piccanti e tutto quanto può affaticare l’intestino, tra le vittime principali del “post vacation blues”. Meglio consumare pasti piccoli, semplici, e spalmarli nell’intero arco della giornata. Me-glio mangiare verdura cotta e frutta lontano dai pasti. E, se l’intestino continua a far bizze da rientro, si può ricorrere ai fermenti lattici. Ma, sopratutto, occorre prendersi cura del-la testa. Dello spirito, della mente. Un buon

trucco per non affaticarla troppo è tornare in città qualche giorno prima del rientro al lavoro (o a scuola, o all’università). In questo modo l’organismo ha modo di attutire lo stress, di ri-ambientarsi gradualmente (anche se, in questo modo, qualche giorno di vacanza finisce per essere immolato sull’altare del buonsenso). Ancora: l’attività fisica – anche una salutare e poco pretenziosa passeggiata – come sem-pre, non guasta. Parola dei medici, che da più parti negli scorsi giorni si sono pronunciati sul tema. Altra accortezza, questa più sottilmente psicologica, è quella di circondarsi di perso-ne e situazioni che ci mettano a proprio agio, evitando le circostanze ansiogene (ma è poi

così semplice?) che possono turbare equilibri già precari. Fatte tutte queste cosine, qualche beneficio si potrebbe sentire. Ma il segreto, in fondo, è un altro. Parola di psicologa. “Biso-gnerebbe, in un certo senso, fare della vita una vacanza - spiega la dottoressa Paola Pompei - pochi giorni di vacanza non compensano lo stress di un anno. Occorre quindi ritagliarsi e coltivare nella quotidianità degli spazi pia-cevoli propri, anche se fatti di cose semplici. Se è vero che che le cose che non ci piacciono spesso non si possono cambiare nella sostan-za (come il lavoro, ad esempio), è vero anche che si può cambiare il modo di affrontarle e in senso lato il modo stesso di prendere la vita”.

Benedetta Strappi

star bene

Per chi in piena estate è rimasto a boc-cheggiare in città, la vacanza settem-

brina è una impareggiabile gratificazio-ne: le autostrade si svuotano, i voli aerei e gli alberghi costano meno e in spiaggia non bisogna fare a gomitate per stendere il telo da mare. E’ questa la ragione per cui, sempre più spesso, molti fiorentini decidono di posticipare i propri viaggi, così da trascorrere le ferie in completo relax e proprio mentre tutti gli altri tor-nano a lavoro. Quest’anno, le mete più gettonate sono quasi esclusivamente eu-ropee, molte italianissime: ad esempio, si possono percorrere pochi chilometri e optare per le coste nostrane con viaggi in Sardegna e Sicilia; o magari puntare drit-ti verso la montagna, in direzione Valle D’Aosta, meta preferita delle famiglie in cerca di quiete. Un’altra alternativa da non sottovalutare è la visita al lago di Como, con annesso il tour degli splen-didi paesini che lo circondano. Ma, ap-profittando dei pacchetti di viaggio last minute e dei prezzi più abbordabili tipici della bassa stagione, in tanti sceglieran-no destinazioni più lontane ed esotiche. In questo caso, non perdono mai il loro fascino i paradisi naturalistici tra Ocea-no Atlantico e mar Mediterraneo, dalle Canarie al Marocco, spesso scelti per la possibilità di cimentarsi con il surf, lo snorkeling o con tranquille immersioni subacquee. Infine, tralasciando le intra-montabili trasferte nelle capitali d’Eu-ropa, quest’anno sono tornate di moda anche le città dell’Est, dove ancora per poco si può approfittare di temperature miti. Tra queste, la più ambita è senza dubbio Budapest, famosa per le splendi-de terme e i percorsi benessere. Insom-ma, l’unica condizione da rispettare è il riposo, che sia al mare o in montagna, dall’altro capo del mondo o perfino a po-chi passi da casa.

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16 Settembre 2010

Page 17: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

La salute passa anche dal FestivalL‘APPUNTAMENTO. Dal 21 al 26 di questo mese torna la kermesse dedicata al mondo della sanità

Barbara Biondi

Torna puntuale anche quest’anno l’appunta-mento toscano con il Festival della Salute, sei giorni di dibattiti, convegni e aggiornamenti riguardanti il mondo della sanità, dal 21 al 26

settembre a Viareggio, Lido di Camaiore, Pietrasanta e Seravezza. 50 convegni, 300 relatori, 200 attività col-laterali, sono questi i numeri che fanno del festival, ar-rivato quest’anno alla terza edizione, l’unica kermesse italiana dedicata interamente alla salute nelle sue varie sfaccettature. L’appuntamento, che coinvolge luminari del mondo della medicina, ma anche personaggi presi in prestito dall’universo dell’educazione, delle nuove tecnologie e dello spettacolo, quest’anno è dedicato a “La salute. Un equilibrio tra mente e corpo”, titolo che preannuncia un’attenzione particolare a temi di grande interesse come le malattie rare di natura fisica e psicofisica, le evoluzioni della chirurgia nel futuro prossimo o il benessere psicofisico nell’orientamento sessuale. Molte le novità di quest’anno, in primis la delocalizzazione, ovvero lo svolgimento del festival in altre sedi come Pietrasanta e Camaiore, oltre al “corpo centrale” della manifestazione che si svolgerà come di consueto a Viareggio. Un’altra iniziativa incorporata nel programma del festival, “La voce dell’artista”, si estenderà anche a Forte dei Marmi e Torre del Lago. E ancora, nel pacchetto delle cose nuove ci sono i talk show condotti da Fabrizio Diolaiuti e Patrizio Roversi sulla follia e il suo contrario. Come di consueto si ter-ranno gli screening gratuiti, i convegni specialistici, gli incontri. Due workshop, uno sui test genetici e l’altro

sull’alimentazione. Un convegno internazionale sul di-sagio mentale al quale interverrà un noto psichiatra un-gherese che ha vissuto sulla propria pelle la coercizio-ne in un ospedale psichiatrico, Gabor Gombos. E poi ci sarà una tombola della salute condotta da Patrizio Roversi coadiuvato da due medici. Il programma dei convegni verterà su tre filoni: scientifico, istituzionale e divulgativo. Tantissimi gli appuntamenti per parlare di prevenzione, alimentazione, medicina, stili di vita e invecchiamento, del rapporto tra energia, ambiente e salute, ma anche di politica, delle emergenze del nostro sistema sanitario, di economia e federalismo e delle tematiche etiche. Il festival si rivolge in primo luogo ai cittadini che possono avere un contatto diretto con

le amministrazioni locali, con le associazioni mediche onlus e con le aziende del settore, ma è ricco anche di occasioni dedicate ai più piccoli: si va dalle “Tavole per la salute” ai laboratori, dalle “rilevazioni” scientifiche all’analisi del mondo in cui viviamo, dall’espressività declinata in tutte le sue diverse sfaccettature e modalità al gioco che si può sviluppare in uno spazio costruito appositamente dal festival.

Un momento della scorsa edizione del Festival

Arriva in Versilia la terza edizione della manifestazione:

cinquanta convegni e trecento relatori per una sei giorni

all’insegna dell’informazione e dell’innovazione

star bene

Dibattiti e confronti ma anche momenti ludici dedicati ai più piccoli e corsi per gli adulti

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Page 18: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

e assistenza al cliente. Chi invece è stufo di stare a sedere tutto il giorno davanti a una scatola illuminata, ma rifugge altrettanto di corsa le classi-che sessioni di Step, Gag e altre sigle da palestra, non ha che da guardarsi intorno. E magari cimentarsi con l’arrampicata sulla parete attrezzata della Stone Monkey, presso la scuo-la elementare “Anna Frank” in via Baldovinetti (zona Soffiano). I corsi per adulti, compresi quelli agonistici, sono appena ricominciati. In alter-nativa si può optare per le numerose scuole di ballo. Latinoamericano per i più convinti, hip hop per i più giovani, zumba e danze africane per chi non ha più paura di niente, neanche di ve-dersi nello specchio mentre zompet-ta a ritmo tribale. Ma settembre può rappresentare anche un’occasione di formazione professionale, finestra su future opportunità di lavoro. In questo caso l’impegno potrebbe es-sere più prolungato nel tempo. Come per i corsi di agopuntura, massaggi orientali o riflessologia plantare or-ganizzati dalla Scuola di Agopuntura di Firenze: per diplomarsi occorrono dai due ai quattro anni a seconda del-la specializzazione. In molto meno tempo, invece, è possibile ottenere il titolo di “maestro di frantoio”, nuova figura professionale esperta di produ-zione e vendita dell’olio. Basta una settimana di full immersion tra le col-line fiorentine, a stretto contatto con i migliori specialisti del settore. E se non si diventa maestri, si può sempre ripiegare sulla battitura delle olive.

nersi in movimento e cerca le novità in palestra, chi, desideroso di ritocca-re le foto dell’ultimo viaggio, decide finalmente di mettersi a tu per tu con il computer, e chi invece vuol tornare il prossimo anno in Spagna potendosi permettere di ordinare la cena senza scegliere a casaccio. Ma il menu dei corsi in partenza è in grado di accon-tentare voglie e capricci più vari. Il conto del banchetto, poi, si può adatta-re a tasche di taglia diversa. Le lezioni a prezzi più modici, in linea generale, sono quelle imbandite dai quartieri. E tra i cinque rioni fiorentini quello di Campo di Marte offre la scelta più vasta. Si va dalle lingue straniere (dal livello base modello “the cat is under the table” fino al business english) a teatro e regia, passando per scrittura creativa, pittura e lezioni di violon-cello. Senza far lievitare più di tanto il conto ci si può rivolgere anche al-trove. Mummuacademy, per esempio, offre corsi low cost praticamente di ogni genere e tipo. Con prezzi modici ci si può impratichire di informatica, comprese le applicazioni più avanza-te, o assimilare strategie di vendita

Settembre, è ora di tornare sui banchi. E ce n’è per tutti, grandi, piccoli e fuori quo-ta. Ma che avevate pensato?

Non stiamo parlando di scuola, o al-meno non di tradizionali elementari e medie, ma di tutti i corsi possibili e immaginabili pronti si blocchi per la stagione 2010/2011. C’è chi torna dalle vacanze con la voglia di mante-

Arrampicata e balli caraibici per mantenere in allenamento il corpo, musica

e teatro per la mente. Ma settembre è anche il momento giusto per investire

sulla formazione professionale. E c’è chi organizza full immersion tra gli ulivi

CORSI E RICORSI. Dalle lingue straniere all’informatica, tutte le novità per chi vuol tornare sui “banchi”

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Francesca Puliti

È al rientro delle ferie che le palestre registrano uno dei

picchi di iscrizioni (l’altro, manco a dirlo, è dopo le abbuffate natali-zie). Ma c’è chi ha un’altra conce-zione dello sport, come esercizio puramente mentale, e non ha vo-glia di alzare un dito. O al massi-mo, ecco, giusto quello. Il luogo prediletto, allora, può diventare il circolo Sms di Peretola, dove si allenano per tutto l’anno gli scac-chisti fiorentini. I corsi, per bam-bini, ragazzi e adulti, cominciano a ottobre, ma le iscrizioni sono già aperte. “I tesserati sono in tut-to una quarantina – spiega Luca Barni dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Scacchi Firenze – per la maggioranza adulti, anche se abbiamo una dozzina di ragaz-zi tra gli 8 e i 18 anni”. E per la maggioranza uomini. Le uniche due coraggiose giocatrici sono due bambine di 11 e 12 anni, pronte a sfidare le menti allenate dei più esperti in tornei di pochi giorni, ma anche in quello che viene chiamato torneo permanen-te, gara allargata che va avanti per l’intero anno. Sempre in tema di sport a basso livello di dispendio calorico, ma alto tasso di competi-tività, c’è l’ASD Subbuteo Firen-ze. La storia del club affonda nei gloriosi anni ’70, epoca in cui i subbuteisti fiorentini “hanno vinto tutto quel che c’era da vincere”, racconta Luca Pini, vicepresidente dell’associazione. Da allora molto è cambiato, fino alla costituzione di una federazione internazionale, europea e italiana del “calcio da tavolo”. Ma i nostalgici quaran-tenni, quelli che hanno cominciato a giocare a 12-13 anni e non han-no più smesso, tengono ancora alta la bandiera. E qualche figlio di giocatore partecipa ai campio-nati under 15, 13 e 12. I “viola da tavolo” quest’anno disputeranno il campionato di Serie C, “dopo un’amara retrocessione”. Altre glorie, invece, quelle del Calcio-balilla Toscana, campioni d’Italia 2008/2009. Ma, gli amanti del biliardino lo sanno, qui è richiesto ben altro tipo di impegno fisico.

Scacchi ma non solo

Quando lo sport è servito in tavola

FOCUS

chiuso domenica e lunedi - orario 10.00/ 13.00 - 15.30/19.30

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18 Settembre 2010

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A poco più di un anno dall’insediamento di Renzi, la mappa del Salone dei Duecento potrebbe già aver bisogno

di qualche correzione. Mentre si inseguono le voci sull’ingresso di Spini a fi anco del gruppo Pd, sul fronte

opposizione Galli minaccia di mettersi in proprio. E Sarra, tutto solo, vorrebbe seguire le orme di Gianfranco Fini

politica

Renzi bastona i vertici del Pd, Galli minaccia di riprendersi gli eletti nella propria lista e staccarsi dal Pdl, Sarra rivendica le origini fi-

niane e Spini apre alla maggioranza. Chi si era immaginato un’estate tranquilla, con i politici in vacanza a debita distanza da Pa-lazzo, si è dovuto ricredere. E al rientro dalle ferie potrebbe essere necessario apportare diverse correzioni sulla mappa del consiglio comunale. A partire dai banchi del Pd, tra cui potrebbe accomodarsi nientemeno che un candidato sindaco finora all’opposizio-ne. Ma andiamo per ordine. In principio fu la “campagna acquisti” dipietrista in campo democratico. All’inizio di agosto Giovan-ni Fittante lascia il gruppo Pd per passare all’Idv, scatenando una ridda di polemiche all’interno della maggioranza. “Nessun tor-naconto personale – dichiarò il consigliere al momento del cambio di casacca – ma la necessità di acquisire una maggiore libertà di movimento per portare avanti le mie bat-taglie politiche”. Ma i ringraziamenti a sin-daco e capogruppo non vengono comunque accolti a braccia aperte. E mentre si rincor-rono i nomi dei consiglieri che potrebbero seguire la strada aperta da Fittante, il Pd co-mincia a corteggiare Valdo Spini. “O vie-ne anche Tommaso Grassi o non se ne fa di niente – replica il politico di lungo corso, ri-ferendosi all’altro eletto nella sua lista - sono disponibile a incontrare il capogruppo Fran-cesco Bonifazi, così come altri esponenti politici e istituzionali del Pd, e di farlo con spirito costruttivo – aggiunge – ma non esi-ste per contro una ‘richiesta’ del mio gruppo, né tantomeno mia personale, ad ‘entrare in maggioranza’, richiesta verso la quale taluno si dovrebbe incaricare di porre delle condi-zioni”. Le chiarisce Grassi, queste condi-zioni. “Nel caso ci venisse formulata una

proposta, che, ribadisco, ancora non c’è sta-ta – sottolinea il consigliere – chiederemmo una svolta programmatica, dall’urbanistica, al bilancio, alla cultura”. E non si può fare a meno di ricordare lo scontro avvenuto nel Salone dei Duecento sulla richiesta di una nuova Valutazione di Impatto Ambientale per la Stazione Foster. Una svolta anche sul-la Tav? “Il problema sarebbe prima di tutto capire quale sia la posizione della maggio-ranza di Renzi sull’Alta velocità”. Ma non si tratta certo dell’unico problema. Le ultime dichiarazioni del primo cittadino a proposito del Nuovo Ulivo (“uno sbadiglio ci seppelli-rà”) non hanno certo appianato le divergenze nel dialogo sul possibile allargamento a si-nistra. Non va meglio a destra, dove le scis-sioni minacciate sono addirittura un paio. Irritato dalle continue divergenze (una per tutte, ancora una volta, quella sul sotto attra-versamento Tav) e dai mancati chiarimenti con i vertici, Giovanni Galli starebbe pen-sando di ricostruire il proprio gruppo, quello della Lista Galli per intendersi, separato dal Pdl. Ipotesi contro la quale si sono subito schierati i big del partito, fino all’ultimatum di Gabriele Toccafondi. “Chi si mette in pro-prio è automaticamente fuori dal partito”. Poco male, visto che Galli in quel partito non c’è mai veramente stato e la tessera non l’ha ancora intascata. E che i due vivano ormai da separati in casa è evidente anche dal fatto che l’ex portierone viola non è stato neanche invitato all’ultimo convegno pidiellino tenu-tosi a Cecina alla corte di Matteoli. In attesa di ufficializzare il divorzio anche Riccardo Sarra, da qualche mese subentrato al posto di Donzelli. Se Giani non avesse fatto valere fermamente il regolamento, che impone al-meno due membri per la costituzione di un nuovo gruppo, Sarra si sarebbe già defilato dal Pdl per seguire le orme di Fini. Ma prima di ricomporre i pezzi del puzzle fiorentino bisognerà attendere i prossimi sviluppi a li-vello nazionale.

Francesca Puliti

PALAZZO VECCHIO. Dalla maggioranza all’opposizione, tra scissioni annunciate e cambi di casacca

Comune, si riparte. Ed è toto-consiglio

20 Settembre 2010

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politica

Kebabbari, internet point, minimarket: entro la fine di settembre l’apertura di esercizi commerciali di origine straniera sarà regolamentata da una precisa nor-

mativa. Era settembre dell’anno scorso quando per la prima volta il vicesindaco Dario Nardella annun-ciò un simile provvedimento, cominciando con il farsi inviare da Lucca una discussa ordinanza. Par-liamo dell’intervento con il quale il Comune cacciò fuori dalle mura gli esercizi commerciali etnici, o meglio, mise fuori gioco le nuove aperture di si-mili attività nel centro storico della città. Il prov-vedimento fiorentino però ha in realtà ben poco a che spartire con l’ordinanza lucchese. Almeno così pare, visto che ancora, a circa un anno dall’annun-cio, non è ancora stato posto in essere. “Le norme del commercio in questo caso non bastano – spie-ga il vicesindaco, nonché assessore allo Sviluppo economico – per questo ci sono voluti alcuni mesi in più di lavoro”. Ma adesso dovrebbe trattarsi di giorni, al massimo settimane. “L’obiettivo è quello di inserire questo capitolo all’interno delle norme urbanistiche entro la fine del mese”. Norme volte a garantire uno sviluppo economico equilibrato nel centro storico, senza ledere il principio di libera concorrenza, “ma neanche il patrimonio storico fio-rentino”. Sì perché “gli esercizi commerciali storici hanno un valore culturale e di quel patrimonio fan-no parte”. Si tratta dunque di assicurarne la soprav-vivenza di fronte ai nuovi venuti. Non solo di kebab

si parla, ma anche di internet point, minimarket, ne-gozi etnici che negli ultimi anni si sono moltiplicati per le vie del centro, contribuendo a determinare quella che Nardella non teme di chiamare “una mutazione e un impoverimento sociale”. Secondo un recente censimento della Cna, solo i kebabba-ri sarebbero una cinquantina (la metà compresi tra Santa Maria Novella e San Lorenzo) ma la cata-logazione è problematica, anche perché si tratta, spesso e volentieri, di attività di breve durata, che

nascono e muoiono nel giro di pochi mesi. E ven-gono rimpiazzati da altri negozi simili. Nell’ultimo periodo, infatti, la vita media di questo genere di attività si è accorciata molto, passando da tre anni a 18-22 mesi. Ad aprire le porte a questi tipi di attivi-tà fu la legge Bersani sulle liberalizzazioni. Grazie a una specifica normativa rimasta un po’ ambigua, i kebabbari, ma anche le pizzerie a taglio e coloro che vendono cibo per strada, possono aprire senza rispondere ad una serie di obblighi a cui invece de-vono sottoporsi bar e ristoranti. Con il regolamento in arrivo, in ogni caso, Palazzo Vecchio non ha in-tenzione di sbarrare l’accesso al centro alle attività gestite da stranieri, ma di porre loro dei limiti. “Ne-gli ultimi anni – sottolinea Nardella - questo tipo di negozi sono aumentati in maniera del tutto spropor-zionata rispetto agli altri. Si tratta perciò di stabili-re delle soglie di equilibrio, in modo da assicurare uno sviluppo coerente”. Altre limitazioni, invece, potrebbero andare a colpire i minimarket aperti 24 ore su 24, sui quali il vicesindaco si è già più volte espresso. Nel frattempo, anche per loro, sono stati imposti specifici divieti di vendita di alcolici dopo le 2 di notte. Una decisione che strizza l’occhio a un’altra battaglia, quella contro l’abuso di bevande alcoliche tra i giovani.

Dario Nardella

I kebbabari del centro storico? “Io li chiuderei tutti”. Non va per il sottile

Marco Cordone, consigliere provincia-le della Lega Nord, che si infiamma all’idea di un’identità fiorentina trascu-rata dai fiorentini stessi e chiama in cau-sa anche Oriana Fallaci per sostenere il diritto a difendere quella identità da ciò che chiama senza mezzi termini “colo-nizzazione straniera”. Entrato a Palazzo Medici Riccardi l’anno scorso grazie a uno exploit della Lega da oltre 17mila voti, Cordone ha fatto la storia del Car-roccio in quel di Firenze, legando il proprio nome a mille e una battaglia. Ultima della serie, la raccolta di firme contro la realizzazione di una moschea a Greve in Chianti. Parla di limitare le nuove aperture o proprio di chiudere i kebabbari?Lo dico senza problemi, quelli in centro io li chiuderei tutti. Non si tratta di fare muro contro muro, non ne faccio una

questione di etnia, ma di salvaguardia dei nostri centri storici. Il proliferare dei kebab avvenuto negli ultimi anni sta attentando alla nostra identità. Le faccio solo un esempio: in via Cavour, a pochi metri dalla sede della Provincia, è sorto un kebabbaro proprio laddove un tempo si trovava il Caffè Michelangelo, quel-lo dove è nata la corrente pittorica dei Macchiaioli, per intendersi. Non si tratta di lanciare slogan, ci vorrebbe più atten-zione per questi aspetti.E come si potrebbe fare per chiuder-li?Grazie ai decreti Maroni i sindaci han-no molto potere in questo campo. Ci vorrebbero più controlli sulle licenze, sul rispetto delle norme igieniche, sul-le autorizzazioni. Non è possibile, per

esempio, che una bottega a conduzione familiare resti aperta 24 ore su 24. Da tempo ho avanzato a Renzi la proposta di emanare un’ordinanza per impedire l’apertura di nuove attività del genere all’interno del centro storico, sul mo-dello di quelle emesse dai sindaci di Lucca e Prato, ma esistono anche altri strumenti, al di là delle ordinanze.Per esempio?Basterebbe una programmazione più attenta dello sviluppo cittadino. C’è un Piano regolatore, un regolamento urba-nistico, strumenti che potrebbero essere utilizzati per prevenire l’insorgenza di queste situazioni. E non mi riferisco solo ai kebab.Si riferisce ad altri negozi etnici?E non solo. Ci vorrebbe più cura an-che per quanto riguarda gli esercizi commerciali italiani, in particolare i supermercati sorti nel centro storico o le tante brutte pizzerie a taglio. Una volta esisteva una commissione estetica, che fine ha fatto?A Prato si è parlato anche di un esa-me di lingua italiana propedeutico all’apertura di un’attività commer-ciale. Che ne pensa?Sono d’accordo, è una strada da per-correre. Ripeto, non ne faccio una que-stione di razzismo: un conto è l’acco-glienza, un conto è l’occupazione e la colonizzazione.

Marco Cordone

Paola Ferri

Negozi etnici, cambiano le regoleFissate le soglie per il centro storico

KEBAB/1. Norme urbanistiche per limitare internet point & Co.

“Chiuderli tutti, per salvare la fi orentinità”

/F.P.

KEBAB/2. Marco Cordone, Lega Nord

Sono una cinquantina i kebabbari aperti in città negli ultimi anni, la metà tra la stazione e S. Lorenzo

Ne è sorto uno proprio laddove un tempo si trovava il Caffè Michelangelo

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Sostiene l’Istat che in Italia, fatti salvi i delitti a sfondo criminale, la più alta percentuale di

omicidi sia dovuta a liti fami-liari e di vicinato. Senza biso-gno di arrivare alla tentazione di far fuori il rivale, a Firenze, dallo scorso giugno, una solu-zione per contese e dissidi c’è. Anzi, cinque soluzioni. Una per quartiere. Sono gli sportelli di mediazione sociale, uffici che si occupano della risoluzione dei microconflitti sociali che possono nascere in città, dispute che, senza avere una rilevanza penale, abbassino comunque la qualità della vita delle persone coinvolte. Tradotto: litigi e dis-sapori condominiali, familiari, di lavoro o interculturali. Spor-telli che non sono del tutto una novità a Firenze. Nati nel 2007 nei quartieri 1 e 3, dallo scorso 1° giugno sono diventati cinque (grazie a una convenzione tra il Comune, l’ufficio Città sicura e l’associazione L’altro diritto), appunto uno per quartiere: nel Q1 la sede è in via delle Carra 4, al centro anziani San Jacopi-no (apertura il giovedì dalle 9 alle 12,30), nel Q2 in via della Luna (venerdì 14,30-17,30), nel Q3 al centro polivalente Il Porto in piazza Elia Dalla Costa 3 (venerdì 9,30-13), nel Q4 a Villa Vogel (martedì 9-12,30) e nel Q5 in via Lambruschini 33 (lunedì 14-17,30), anche se in quest’ultimo caso si tratta di una sede provvisoria. Ma come fun-zionano questi sportelli, e chi ci si può rivolgere? È presto detto. “Chiunque si trovi ad affronta-re una situazione che non abbia rilevanza penale, ovvero quan-do ancora non c’è stata querela – spiega Giuseppe Maglione,

mediatore dell’associazione L’altro diritto e responsabile dello sportello del quartiere 3 – e voglia risolverla prima che de-generi. La persona viene da noi a esporre il suo problema, poi convochiamo la controparte. Se anche questa decide di venire, si cerca di trovare una soluzione consensuale. Spesso, la cosa più importante è stabilire una via di comunicazione tra le parti”. Un servizio che, inoltre, è del tutto gratuito e confidenziale. E che sembra funzionare e attirare sempre più persone. “Negli anni abbiamo registrato una doman-da crescente, avuto un buon ri-scontro: insomma, del servizio sembra esserci bisogno – assi-cura Maglione – circa 6-7 volte su dieci la controparte accetta di venire a parlare da noi, e quando i due contendenti siedono l’uno di fronte all’altro la percentuale di risoluzione positiva dei casi è molto alta, superiore al 90%”. Ma quali sono i casi per cui i cittadini si rivolgono più spes-so agli sportelli di mediazione sociale? “Le più frequenti sono le liti condominiali e di vicina-to – risponde Maglione – pic-coli conflitti che, se non presi per tempo, tendono a degene-rare velocemente. Poi ci sono i dissidi familiari, come quelli tra genitori e figli, o tra fratelli quando in ballo c’è la cura dei genitori anziani. Ma non man-cano nemmeno le dispute tra ex coniugi o quelle tra italiani e stranieri, dovute alle diverse abitudini di vita”. Tutti diverbi che, se affrontati alla radice, possono risolversi con un pizzi-co di buona volontà e una stretta di mano. E, soprattutto, senza rischiare di infoltire le già trop-po folte statistiche dell’Istat.

zoom

IL SERVIZIO. Da giugno, in ogni quartiere, è aperto uno sportello di mediazione sociale

L’uffi cio che fa fare la pace ai cittadiniIvo Gagliardi

Liti familiari, contese condominiali,

problemi sul lavoro? Niente paura,

prima che la situazione degeneri

e la palla passi nelle mani degli avvocati

una soluzione c’è. Si tratta di strutture

che cercano (gratuitamente) di far

sedere i contendenti l’uno di fronte

all’altro. Perché, parlando, trovare un

accordo è più facile di quanto sembri

Riscoprire il piacere di muoversi a piedi o in bicicletta, lungo itinerari tra cultura

e natura a Firenze. È quanto sarà possibi-le fare grazie a “Firenze si gira”, iniziativa promossa dalle Sezioni Soci Coop di Fi-renze in collaborazione con l’Associazione Città Ciclabile Onlus e con il patrocinio del Comune e dell’Azienda Sanitaria 10 di Firenze. Gli itinerari sono curati e realizza-ti da una guida professionista (e ciclista): dopo una pedalata tenutasi alle Cascine il 5 settembre scorso e la prima passeggiata culturale il 12, il programma prosegue il 19 settembre con la passeggiata intitolata “Firenze dall’alto”, con ritrovo in piazza Demidoff alle 9.30, e si concluderà il 26 set-tembre con una pedalata all’Albereta, con ritrovo in lungarno Colombo angolo Ponte da Verrazzano. Attività fisica protagonista, dunque: al di là di della valenza cultura-le e della riscoperta di alcuni angoli della bellissima Firenze, l’iniziativa rappresenta infatti anche un invito a usare maggiormen-te le proprie gambe per la mobilità di ogni giorno in città, con tutti i benefici che questo può comportare per la salute e l’ambiente. E proprio sul tema “Mobilità e salute” sarà in-centrata anche la partecipazione dell’Asso-ciazione Città Ciclabile alla “Bussola della Salute”, in programma dal 25 settembre al 2 ottobre al Centro Commerciale di Gavi-nana, quando saranno richiesti ai cittadini suggerimenti per rendere più sicuro questo tipo di mobilità “quotidiana”, da segnalare poi all’amministrazione comunale. Sempre nell’ambito della “Bussola della Salute” sa-ranno proposte numerose attività nella gal-leria del centro commerciale: dai semplici punti informativi, con la presenza di Asl, Misericordia di Badia a Ripoli e Medici per l’Ambiente, a test e misurazioni varie (dalla pressione alla massa grassa), che possano essere uno stimolo in più a dedicare mag-giore attenzione a temi fondamentali per la propria salute e qualità della vita.

Prosegue “Firenze si gira”

Se salute e culturavanno a braccetto

/I.G.

L’INIZIATIVA

22 Settembre 2010

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Mercato Ortofrutticolo di Novoli. La storia di questo mercato, costruito con difficoltà e aperto tra mille pole-miche, appartiene alla vita di Firenze e del quartiere. Le origini del Merca-to Ortofrutticolo di Novoli risalgono agli anni Venti, quando l’ammini-strazione comunale si rende conto

della carenza degli spazi del vecchio mercato di Sant’Ambrogio. Solo nel 1937, però, si decide di costruire la nuova struttura nell’area periferi-ca di Novoli, annessa al comune di Firenze solo pochi anni prima e ben servita sia dalla ferrovia che dall’al-lora nuovissima autostrada Firenze-Mare. I lavori iniziano nella prima-vera del 1939, ma sono rallentati dall’ingresso dell’Italia nella secon-da guerra mondiale e definitivamen-te sospesi nel 1944. Durante la guer-ra e nel periodo post-bellico i pochi edifici realizzati vengono occupati dagli sfollati, ma passata l’emergen-za il Comune riprende la costruzio-ne della struttura, nel 1956, con un nuovo progetto più ampio del prece-dente. Il Mercato Ortofrutticolo di Novoli viene così inaugurato il 18 settembre 1960 dall’allora ministro dell’interno Amintore Fanfani, dopo una serie di polemiche e rallenta-menti. L’inaugurazione, infatti, slitta più volte, perché il complesso, che sorge in un’area all’epoca sostan-zialmente deserta, è privo di molte infrastrutture – strade di accesso, allacciamenti elettrici, raccordi fer-

Ricorre questo mese il cin-quantenario di un’inau-gurazione di cui i fioren-tini sanno probabilmente

poco: il 18 settembre di cinquant’an-ni fa apriva i battenti il nuovo merca-to all’ingrosso dell’ortofrutta fioren-tino, oggi meglio conosciuto come

L’ANNIVERSARIO. Il 18 settembre 1960 veniva inaugurata la struttura di Novoli

I cinquant’anni del Mercato Ortofrutticolo

Fannì Beconcini

Una foto d’epoca del mercato

La storia della sua nascita è stata lunga e costellata

da difficoltà e polemiche. La sua apertura fu un segno dei tempi

che cambiavano. E oggi appartiene alla vita della città

roviari – e soprattutto dei magazzini, 22 dei 115 previsti. Tuttavia, nono-stante le lamentele dei commercianti che chiedono un rinvio dell’apertu-ra, le autorità decidono di procedere all’inaugurazione dell’edificio. Le finalità propagandistiche dell’aper-tura oggi sono abbastanza chiare: pochi mesi dopo ci sarebbero state le elezioni amministrative dopo tre anni di commissariamento del Co-mune, e l’apertura di Novoli diventa anche una vetrina elettorale. Tutta-via, scopi strategici a parte, il tra-sferimento del mercato all’ingrosso dell’ortofrutta fiorentino è un segno dei tempi: si tratta di un mercato di

solide e antiche origini ma con esi-genze quanto mai moderne, dalla necessità di infrastrutture efficienti a quella di una ristrutturazione delle modalità di lavoro. Non a caso, allo sviluppo del mercato si intrecciano le prime lotte sindacali dei facchi-ni e le nuove dinamiche produttive del settore. Oggi l’antico mercato è un “centro alimentare polivalente”, realtà strutturata che si occupa del-la vendita all’ingrosso di prodotti alimentari di vario genere nonché di trasporto, lavorazione e distribu-zione. Ma volgere un pensiero alle origini fa sempre bene e, soprattutto, è utile al futuro.

L’ingresso della struttura

ieri & oggi24 Settembre 2010

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ieri & oggiSANT’ORSOLA. Presentato il progetto per il recupero del vecchio convento. San Lorenzo attende

Il risveglio del “gigante addormentato”

Molte le novità previste dal piano, a cominciare dalla costruzione

di una piscina pubblica, una palestra e un grande auditorium.

I cantieri dovrebbero partire a ottobre, mentre per il ripristino

completo della struttura la data di riferimento è il 2015

C’è chi ancora non ci crede, nel recupero di Sant’Orsola. Il popolo di San Lorenzo, scottato da decenni di promesse andate a vuoto, prima di gioire per la rinascita

dell’ex convento aspetta con le dita incrociate. Il pro-getto presentato dal presidente della Provincia Andrea Barducci, ad ogni modo, è tra gli argomenti che più ap-passionano gli abitanti della zona. Sono molte le novità del piano, prime tra tutte la costruzione di una piscina pubblica, di una palestra (nel seminterrato) e persino di un grande auditorium da 150 posti. Una manna che molti, nel quartiere, giudicano come una sorta di risarcimento morale, la restituzione un po’ tardiva di un pezzo di vita della San Lorenzo che fu. In attesa del bando di gara per l’assegnazione dei lavori, già si conoscono a grandi li-nee le scadenze del progetto: i primi cantieri dovrebbero partire a ottobre, mentre per il ripristino completo della struttura la data di riferimento è il 2015. La svolta, a meno di imprevisti, sembra dunque vicina. Ma riuscirà il vec-chio gigante addormentato a risvegliarsi in tempo? Sarà capace di ospitare un’autentica vita di quartiere? “Sono tutti scappati in questi anni - si lamenta un anziano abi-tante mentre sorseggia un caffè in un bar all’angolo tra via Guelfa e via Panicale – forse una Sant’Orsola messa a nuovo cambierebbe le cose, in zona non ci sono spazi per gli anziani e soprattutto per le famiglie con bambini”. Lo stesso presidente del quartiere 1, Stefano Marmugi, durante la presentazione del progetto non ha nascosto l’ambizione di rilanciare il tessuto popolare del rione. “L’idea è quella di mettere a disposizione della collettivi-tà un contenitore multiforme - ha spiegato - un centro che possa andare incontro alle necessità dei residenti grazie a un’ampia offerta di servizi. Finalmente siamo vicini al traguardo - ha concluso - dai laboratori imprenditoriali alle iniziative per le fasce più deboli, la nuova Sant’Or-sola avrà mille facce e mille opportunità”. Sono molte, in

effetti, le sorprese che saltano fuori dal piano di recupero dell’ex convento. Prima tra tutte, il ricorso ai cantieri mo-bili, alla scelta, cioè, di concentrare i lavori su un obiettivo alla volta. In questo modo i tecnici pensano di poter aprire alcuni locali ben prima della scadenza ultima fissata nel progetto, nel 2015. Altra curiosità è senz’altro la piazzetta che dovrebbe sorgere al piano terreno. Mille e duecento metri quadrati con tanto di caffetteria, raggiungibili sia da via Panicale che da via Guelfa. Nei piani sotterranei è invece previsto un parcheggio, mentre in quelli superiori troveranno spazio gli uffici della Provincia e il liceo arti-stico. Quanto al capitolo costi, sono 25 i milioni di euro stanziati per il completo ripristino. Il destino di quella che un tempo era stata anche la manifattura tabacchi di Firen-ze sembra dunque ad una svolta. Il rione, però, continua comunque a vivere un periodo travagliato. Quasi all’im-

provviso, decine di attività commerciali sono passate di mano. Imprenditori cinesi si aggirano per le strade offren-do il doppio, e in contanti, per rilevare negozi o comprare appartamenti. La stessa fondazione Caponnetto ha segna-lato nell’ultimo rapporto alcuni passaggi di proprietà che farebbero pensare al riciclaggio di denaro. Il rischio è che la speculazione svuoti il rione, disseminandolo di attività commerciali di facciata. Una realtà lontana da quella tipi-camente sanlorenzina, dove criminali, principi, lavoratori e borghesi hanno sempre convissuto in uno strano equi-librio, come seduti sull’identica livella. Magari davanti a un panino al lampredotto.

Luca Serranò

Il rendering del progetto

“Ci stiamo facendo coloniz-zare. Mi auguro che la po-

litica se ne accorga e intervenga al più presto”. Lo storico priore di San Lorenzo, l’ultranovantenne don An-gelo Livi, si mostra molto preoccu-pato per le sorti del rione, e rilancia l’appello alle istituzioni per arginare “l’invasione straniera” degli ultimi anni. “Mi preoccupano soprattutto i cinesi - rincara la dose - come ho già detto anche in passato, una cosa è l’accoglienza e un’altra l’occupa-zione. Ormai gli orientali si stanno comprando mezzo quartiere e delle vecchie tradizioni rimane poco o nulla”. Sono più di trent’anni che don Livi dice messa e confessa le anime più o meno devote di San Lo-renzo. Un periodo in cui la zona ha cambiato pelle, con le conseguenze che ogni trasformazione sociale si porta dietro, nel bene e nel male. L’ultimo balzo in avanti, da più par-ti dipinto come un salto nel buio, riguarda proprio l’insediamento sempre più vistoso della comunità cinese tra le strade intorno al mer-cato centrale. “Non vorrei ci com-portassimo con loro come gli arabi fecero con gli ebrei - dice ancora a bruciapelo - dobbiamo evitare, cioè, di vendere la nostra terra in cambio di denaro”. Anche ai fiorentini, dun-que, il priore rivolge un invito a re-stare aggrappati al proprio mondo, a quel pezzo di storia che fece grande la città. “Penso a Sant’Orsola – pro-segue - una macchia indelebile sulla gestione della cosa pubblica negli

ultimi trent’anni. Speriamo almeno che diventi un punto di riferimento per gli abitanti della zona”. Sull’ar-gomento, don Livi tiene anche a ri-cordare un particolare sconosciuto ai più: “Ho le carte, la Gioconda di Le-onardo da Vinci ha vissuto gli ultimi anni di vita proprio nell’ex convento, dove poi venne sotterrata. Il suo vero nome – precisa - era Francesca del Giocondo”. Un’altra ospite illustre, dunque, arricchirebbe il già popo-lato pantheon dei san lorenzini. “E’ un luogo come ce ne sono pochi al mondo - conclude il religioso no-vantenne - e solo un’autentica vita di quartiere può fare da anticorpo al degrado e all’abbandono”. Circa tre mesi fa, d’altra parte, un esperimento in questa direzione era stato provato

da molti commercianti e residenti della zona. Le varie anime del rione s’erano infatti ritrovate a cena davan-ti alla basilica, con tanto di premia-zione per i cittadini che più si erano distinti nel recente passato. Vincitore della prima edizione, manco a dirlo, proprio don Angelo Livi, che aveva ricevuto dalle mani del sindaco Ren-zi una riproduzione della graticola conservata nella chiesa.

“Delle vecchie tradizioniora resta poco o nulla”

L’OPINIONE. La preoccupazione di don Angelo Livi

/L.S.

Ma la zona continua a vivere un periodo travagliato. Moltele attività passate di mano

Lo storicopriore del rionerilancia un appelloalle istituzioni

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Succede, e succede spesso, che alzarsi per andare a lavorare diventi un’in-combenza pesante. È il “mal d’azien-da”, malumore che vive di conflitti con

i colleghi, frustrazioni e non detti. Per qualcu-no diventa una vera e propria malattia, e anche quando non arriva a tanto è capace di lasciare grandi ferite. Per qualcuno invece la voglia di migliorarsi sul piano personale e professionale spinge alla ricerca di spazi in cui riflettere su di sé e sul proprio modo di vivere e svolgere il proprio ruolo. Per questo, negli anni, sono nate organizzazioni che hanno come missione proprio quella di occuparsi di queste tematiche. Una, a Firenze, è “Human Relations - Istituto per il Benessere Relazionale nelle Organiz-zazioni”. Si tratta di un polo di consulenza, formazione e informazione che lavora proprio per la divulgazione culturale dell’efficacia la-vorativa unita al benessere organizzativo e delle persone. Professionisti provenienti dal mondo aziendale, della ricerca universitaria, delle scienze sociali che, con strumenti diversi, affiancano le organizzazioni lavorative per pro-muovere riflessioni “sul benessere relazionale”. Lo spiega meglio la dottoressa Ilaria Buccioni, presidente di “Human Relations”, che insieme alle colleghe Anna Maria Palma e Isabella Venturi dirige l’Istituto.Investire nelle relazioni, che cosa significa precisamente?Tutte le organizzazioni vivono di sistemi di re-lazioni. Sul lavoro spesso le persone stanno a contatto diretto per anni, e non sempre si ca-piscono. Spesso si generano malesseri che sfo-ciano in atteggiamenti di insofferenza. Questo accumulo di incomprensioni, genera, natural-

societàFOCUS. Intervista alla dottoressa Ilaria Buccioni, presidente dell’istituto Human Relations

Quel mal d’azienda che rovina i rapportiBenedetta Strappi

Capita spesso che sul posto di lavoro si creino malumori e tensioni che, a lungo andare,

possono lasciare molte ferite e rovinare la qualità della vita. Per questo può servire l’aiuto

di professionisti esterni, specializzati proprio nella cultura del “benessere relazionale”

mente, stress, talvolta disaffezione professionale, sicuramente sofferen-za. In alcuni casi perfino malattie anche gravi sono causate da disagi sul lavoro. Il nostro invito è quello di “coltivare”, a tutti i livelli organiz-zativi, i rapporti, di interrogarci sul “come” stiamo e cosa potremmo fare per stare meglio creando così nuova pensabilità; premessa per alimentare un percorso verso il “ben vivere”, e di conseguenza porre le basi per il “buon lavorare”. E da dove si comincia per farlo? Occorre partire reimmaginando il sistema. Anche cambiamenti minimi rappresentano, in questo senso, un buon punto di partenza: talvolta ba-stano semplici accortezze. La filoso-fia alla base di questo pensiero è che in qualsiasi organizzazione e sistema occorre rinnovarsi per vivere al me-glio. È questo quello che intendiamo per “nuova pensabilità” ed equivale, a conti fatti, a prendersi cura di sé per stare e far star bene. E quali sono, concretamente, gli strumenti per arrivare a questo?Grazie anche ad una stretta sinergia con l’Università di Siena – Master in counseling e formazione relazionale, diretto dal Prof. Enrico Cheli – il no-stro istituto propone percorsi presso

la propria sede, ma anche interventi specifici costruiti insieme ad enti ed aziende presso le loro sedi, oltre a consulenze individuali personalizza-te.Che cosa differenzia le vostre pro-poste?Organizziamo giornate di studio, convegni, prodotti editoriali e semi-nari esperienziali dove competenza-pensiero-progetto, insieme a cuore-entusiasmo-passione sono i “nostri” ingredienti per rendere funzionale l’apprendimento. Accompagniamo i nostri clienti attraverso riflessioni che tengono sempre presenti tre livelli: quello individuale, quello relaziona-le, quello organizzativo. Nelle nostre proposte si intrecciano così continua-mente temi come autostima, stile pro-fessionale, stress ed emozioni, potere, relazioni e conflitto, ma anche orga-nizzazione del lavoro e dei processi comunicativi, avendo sempre come priorità la salute dell’organizzazione, il benessere individuale e l’efficacia lavorativa. Il nostro stile si avvale di un insieme integrato di approcci che coinvolgono aspetti cognitivi, emoti-vi, corporei, relazionali ed organizza-tivi, che potranno essere sperimentati nella sede dell’Istituto a Le Bagnese (Fi), giovedì 30 settembre alle ore 18.

La dottoressa Ilaria Buccioni

Generazione Italia vuole essere un aggregato intergeneraziona-le rivolto a tutti coloro che hanno voglia di impegnarsi per l’Ita-lia, con un’attenzione particolare ai giovani che non vogliono limitarsi a subire il futuro del loro Paese ma hanno il coraggio e la passione per immaginarlo, invitandoli ad essere protagonisti dell’Italia del 2020, l’Italia che verrà.La classe dirigente che abbiamo l’ambizione di costruire è cresciuta in un contesto storico eccezionale. La caduta del Muro di Berlino, Tangentopoli, la costruzione di una destra europea da parte di Gianfranco Fini, sono eventi che hanno segnato la “vita politica” di chi dovrà avere la responsabilità di governare il Paese per i prossimi dieci anni. Questa classe dirigente che fa-ticosamente si sta a� acciando, ha un dovere che è anche generazionale, ha il dovere di guidare l’Italia. Questa dovrà essere la Generazione Italia che avrà la missione di costruire l’Italia del 2020. Ovviamente questa missione richiede uno strumento. E noi scommettiamo su un grande partito degli Italiani che dobbiamo continuare a costruire con quotidiano entusiasmo. Per costruire l’Italia del 2020, bisogna ripartire da un rinnovato senso dello Stato. Un nuovo orgoglio nazionale che dovremo trasmettere nella scuola, nel mondo della giustizia e dell’economia. Solo così potremo salvare il nostro Paese dal declino e dalla sensazione di decadenza tanto di� usa tra gli Italiani.Generazione Italia vuole essere un laboratorio di idee e un “ge-neratore di passione politica”: contro l’individualismo assoluto, contro il ri� uto del confronto, contro il rampantismo � ne a se stesso.

Generazione Italia, la Associazione che fa riferimento al Presiden-te della Camera On. Gianfranco Fini si è organizzata in circoli ter-ritoriali, ambientali e sul web, su tutto il territorio nazionale. Anche a Firenze si è costituita u� cialmente con la conferenza stampa d� presentazione del Coordinatore Nazionale On. Italo Bocchino il 14 giugno u.s. in Palazzo Vecchio. In quella occasione è stato nominato coordinatore provinciale per Firenze il consigliere comunale del Pdl Riccardo Sarra.

In poco più di unmese la struttura del movimento è già pienamente operativa e le adesioni sono in costante crescita: “la nostra ambizione, ha dichiarato Sar-ra, è quella di radicare Generazione Italia in tutta la provincia di Firenze. Ci guida la consapevolezza, per chi crede come noi nella Politica, di avere la re-sponsabilità di lasciare alle nuove gene-razione un patrimonio di valori irrinun-ciabili quali la Moralità, la Trasparenza dei comportamenti pubblici, la Dedi-zione all’interesse generale, il Coraggio delle scelte. Sentiamo forte il dovere di contribuire alla costruzione di una Città moderna solidale che non si debba più

abbandonare e dove non ci si senta abbandonati, che o� ra condivisione e opportunità a tutti i suoi cittadini.”

ISCRIVITI ANCHE TU A GENERAZIONE ITALIA! COSTITUISCI UN CIRCOLO E PARTECIPA ALLA VITA ASSOCIATIVA PER ESSERE PROTAGONISTA DEL RILANCIO DELLA TUA CITTÀ.

PER ISCRIVERTI e/o COSTITUIRE UN CIRCOLO SEGUI LA PROCEDURA GUIDATA SUL SITO: www.generazioneitalia� renze.it

COORDINAMENTO PROVINCIALE FIRENZESede provvisoria: Via Timoteo Bertelli, 2

www.generazioneitalia� renze.it

info@generazioneitalia� renze.it

COORDINATORE: Riccardo SarraConsigliere Comunale PdL

info@generazioneitalia� renze.it

ORGANIZZAZIONE: Claudio Cassioliinfo@generazioneitalia� renze.it

CIRCOLI TERRITORIALIFIRENZE: Resp. Riccardo Sarra

info@generazioneitalia� renze.it

FIRENZE FUTURA: Resp. Matteo Conti

[email protected]

www.� futura.blogspot.com

FIRENZE 2: Resp. Marco Marchiani

[email protected]

CAMPI BISENZIO: Resp. Giovanni Brandino

Consigliere Comunale PdL

[email protected]

CASTELFIORENTINO: Resp. Maurizio Panero

[email protected] PUBBLICITARIA

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Page 28: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

tempo libero

Da uno a tre euro per una partita a bingo, ancora meno per la tombola. Ma c’è molto di più.

Bastano una trentina di euro per iscriversi ai più disparati corsi, mentre pagando una cifra

più consistente ci si assicura un museo diverso a settimana. E ballare è quasi sempre gratis

IL COSTO DEL DIVERTIMENTO/1. Per chi ha più primavere sulle spalle lo svago è low cost

Cultura, risate e valzerper un pugno di centesimi

Una partita a carte al circolo, un ballo il sabato o la domenica pomeriggio, una partita a bocce. Per tutto il resto c’è da spendere. Ma non molto. Sì perché

se i giovani sborsano come minimo una ventina di euro per andare a ballare (a patto di rimanere parchi con le bevute) e almeno una dozzina per una sola partita a bowling, superata una certa so-glia di età il prezzo del divertimento cala. Fatti i conti con la pensione, il tempo libero lo si può ingannare in compagnia a costo quasi zero. Anzi, i più fortunati possono anche trovare il modo di farlo fruttare. Ovvio che qui il gioco d’azzardo o il pokerino online c’entrano poco o nulla. Al massimo si parla di Bingo, quello sì, anche se gli habitué fiorentini sono rimasti a digiuno per tutto l’anno scorso. L’unica sala sopravvissuta, quella del Circolo Vie Nuove di viale Giannot-

ti, ha infatti chiuso i battenti a settembre 2009, causa fallimento della società che l’aveva pre-sa in gestione. Il mese prossimo, però, i giochi dovrebbero riaprirsi. Una cartella si compra con uno, due o tre euro al massimo. Facendo appello alla buona sorte il piccolo investimento può por-tare dai 30 ai 300 euro. Ma non è tanto la posta in palio a far gola, quanto la possibilità di passare un pomeriggio in compagnia. “Nel weekend ar-rivano oltre un centinaio di persone”, raccontano gli aficionados di Vie Nuove. Ancora più econo-mica la buona vecchia tombolata. All’Andrea del Sarto, in via Manara, una cartella costa 15 o 20 centesimi e il premio è in buoni spesa. Sulla stes-sa linea il “prezzo” di un pomeriggio passato a giocare a carte, come testimonia Rossano Righi, presidente del Centro culturale dell’età libera su Lungarno Ferrucci. Che preannuncia tornei di Burraco per questo inverno. “L’ingresso al Cen-tro è aperto a tutti – afferma – ma la partecipazio-ne al torneo sarà riservata agli associati”. Il che

non dovrebbe rappresentare un grosso proble-ma, visto che la quota associativa equivale a 80 centesimi al mese. E permette poi di accedere a una serie di iniziative distribuite durante l’intero anno: gite fuoriporta a costo zero, visite guidate ai musei e perfino pasti in compagnia a prezzi popolari. Passando dal tavolo al tappeto verde, la spesa sale un po’: dai cinque agli otto euro per una partita a biliardo. Per le serie non si finisce mai d’imparare, invece, gli over 65 che volesse-ro investire il proprio tempo in crescita cultura-le non hanno che da scegliere. I corsi per l’età libera, spesso e volentieri liberi anche dai costi, sono moltissimi. E poi ci sono quelli organizzati dai Quartieri, a partire da 30 euro per una decina di lezioni. Chi si può permettere un investimento più elevato può rivolgersi inoltre agli Amici dei Musei: con una settantina di euro ci si assicura una visita diversa a settimana. E nel weekend, gratis o quasi, si scende in pista in circoli e dan-cing sparsi per la città.

Paola Ferri

iTalinaPensionata, 86 anni

“Un tempo andavo spesso a ballare, ma adesso il mio ginoc-chio malconcio non me lo permette più. Però con il gruppo della Misericordia andiamo spesso a fare delle gite o dei brevi viaggi. Tragitto in pullman, mete non troppo lonta-ne, come Austria, Lourdes, Montecarlo e spesa contenuta, a portata di pensione”

“Viaggiarein comitivacosta poco”

nanÌPensionato, 71 anni

“Non amo frequentare circoli o bar, né tantomeno giocare a carte. Nel tempo libero mi dedico alla lettura, compro due o tre giornali al giorno, il che significa spendere 2 o 3 euro al dì. Una o due volte a settimana io e mia moglie andiamo a cena fuori e spesso portiamo anche i nostri figli. Spendiamo circa 30 euro a persona”

“Due o treeuro al dìin giornali”

alessanDroImprenditore, 60 anni

“Non viaggio molto, ma tra weekend al mare e gite e fuori-porta con la famiglia spendo un centinaio di euro al mese. D’estate, poi, andiamo spesso a cena fuori, il che vuol dire mettere in conto altri 300 euro mensili. E durante tutto l’an-no c’è la spesa per i giornali, come minimo 2 euro al giorno, e per i libri, altri 10 euro circa al mese”

“Le cenefanno salireil conto”

28 Settembre 2010

Page 29: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

tempo libero

Quanto costa stare dentro il tunnel del di-vertimento? Per fare i “conti in tasca” alla movida fiorentina occorre valutare le tan-te alternative di prezzi e locali che offre

Firenze by night. Ci sono occasioni per chi ha soldi da spendere, ma anche per coloro che hanno budget sera-le limitato. Per chi desidera divertirsi in modo “easy” e magari all’aperto, tappa irrinunciabile sono i locali in piazza: da Santo Spirito a Sant’Ambrogio, dove i cocktail “low cost” sono d’obbligo: con 4 euro – a Las Palmas di Piazza Ghiberti – si prende una bevuta e si mangia a buffet. Facendo attenzione però all’orario: dopo le 21.30 i prezzi aumentano. Quindi non è insoli-to vedere – prima che faccia buio – tavolini traboccanti di bicchieri di mojito e vodka lemon, perché dopo le 21.30 i cocktail costano 7 euro. Ci sono anche locali che offrono la possibilità “dell’apericena”: con 8 euro – al Kitsch The Pub – prendi una bevuta e riempi lo stomaco, grazie al buffet molto ampio che viene offer-to dalle 18.30 alle 21.30. Per chi ama seguire la moda sono diventati irrinunciabili gli aperitivi in terrazza: un nuovo modo per godersi la città dall’alto, grazie alla visuale insolita su Firenze. Ci sono alberghi dove è possibile cenare in terrazza (come l’Hotel Baglio-ni), hotel dove si può bere un aperitivo con panorama

mozzafiato come sulla Terrazza Bardini (con aperitivo a 10 euro), all’Hotel Minerva (ingresso con incluso il primo drink e buffet, 17 euro), a Villa La Vedetta, e sulla Terrazza Stendhal (circa 15 euro). Ma c’è anche chi è alla ricerca di bevute “free”, in questo caso l’ap-puntamento è ogni lunedì alle Murate (il nuovo spazio dell’ex carcere, in piazza Madonna della Neve) con aperitivi gratuiti, performances, video proiezioni e concerti jazz. E poi c’è tutto il corollario di locali in via dei Renai: zona ormai storica per consumare un aperitivo (aspettando la cena). Chi invece con dieci euro vuole anche cenare, può approfittare degli ab-bondanti buffet messi a disposizione da locali, sempre affollatissimi, come il Rifrullo in San Niccolò o l’Oibò in Santa Croce. Insomma, sono tanti gli spaccati del mondo del divertimento fiorentino. C’è chi preferisce gli ambienti già conosciuti, chi posti diversi per diffe-renziare le scelte e cercare di costruire nuovi rapporti. L’elemento che – indistintamente – balza agli occhi, tra le vie della movida, è il flusso dei gruppi che emi-grano – di locale in locale – a seconda degli stati emo-zionali (e confusionali) che vivono. E quando il tempo e lo spazio vengono riempiti con il proprio desiderio di evasione e di avventura, poco importa quanti soldi si hanno da spendere. L’unica prerogativa è divertir-si. Dentro o fuori dal tunnel. E la serata diventa così crocevia di partenze, transiti e approdi. Che la mattina dopo, spesso, rimangono solo un ricordo.

Giuditta Boeti

raFFaeleStudente, 21 anni

“In generale spendo una settantina di euro al mese, tra usci-te serali e passatempi vari. D’estate, uscendo praticamente tutte le sere la cifra sale un po’, ma dipende dai posti in cui si va. Ad esempio ci sono discoteche con consumazione obbligatoria, altre che ti fanno pagare solo l’ingresso. Co-munque in media per andare a ballare sono circa 20 euro”

“Minimo20 europer ballare”

simoneStudente, 21 anni

“Spendo come minimo 5 euro a sera, il prezzo di una birra. In un weekend posso arrivare a spenderne 25, fino a 40 se vado a cena fuori con gli amici. Ma per rispar-miare si può anche organizzare una cenetta old style a casa, utilizzando quel che c’è nel frigo, praticamente a costo zero”

“5 euroa sera peruna birra”

CamillaStudentessa, 13 anni

“Per divertirsi si spende parecchio, qualsiasi cosa uno fac-cia. Tra cinema, shopping e qualche pizza fuori in un mese posso arrivare a una cinquantina di euro. La sera non esco spesso, ma anche passare il pomeriggio fuori, prendendo qualcosa da bere con un’amica, significa “perdere” come minimo 5 euro al giorno”

“Si finiscesempre perspendere”

IL COSTO DEL DIVERTIMENTO/2. Più “salato” uscire la sera per i giovani amanti della movida

Portafoglio aperto dal tramonto all’alba

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Page 30: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Una piazza come campo, linee immaginarie, giubbotti o zaini come pali delle porte, nes-sun numero sulle maglie, nessun arbitro. E un pallone, simbolo del divertimento e del

potere di chi lo portava: bastava un torto subito, vero o presunto, e la partita terminava immediatamente con il più classico dei “il pallone è mio”. Ricordi di un tempo lontano, quando le scuole calcio per gli aspiranti cam-pioncini erano i piazzali e i giardini. Almeno sino ai dieci anni, età minima per iscriversi ai Nagc. Poi la rivo-luzione del calcio moderno ha investito anche il settore giovanile. Una rivoluzione che ha strutturato il percorso di avviamento all’attività calcistica. Oggi la prima divisa si può indossare già a cinque anni compiuti, età minima per diventare “piccoli amici”. Dopo tre anni il salto nella categoria “pulcini”. Altri due anni e i pulcini diventano “esordienti”, ponte verso il calcio a 11 (sino ad allora le partite sono, progressivamente, tra squadre di cinque, sette o nove giocatori). Un percorso di crescita che nella provincia di Firenze si realizza nelle 92 strutture (di cui 25 in città) in possesso del “bollino” rilasciato dal Set-tore giovanile e scolastico della Federcalcio: 51 scuo-le di calcio riconosciute (16 nel capoluogo) e 41 centri calcistici di base (nove a Firenze). Una differenziazione – più qualificate le prime, meno le seconde – operata sulla base dei requisiti in possesso delle società sportive, dal rapporto tra il numero dei bambini e degli istruttori alla qualifica di questi ultimi. Una differenziazione che ovviamente si riflette anche sul costo sostenuto dalle fa-miglie per mandare i propri figli – o figlie, perché l’atti-

vità è aperta sia ai maschi che alle femmine – a scuola di calcio. Un costo che tende a spaziare tra i 200 ed i 300 euro a stagione, cui vanno ad aggiungersi, limitatamen-te alla prima iscrizione, le spese per l’equipaggiamento (borsa, tuta, divise da allenamento e da gara, k-way), solitamente intorno ai 100 euro. Ultimo esborso, i pa-rastinchi e, soprattutto, le scarpette da calcio: momento magico per i bambini, un po’ meno per i genitori alle prese con prezzi spesso esorbitanti. Ma con un po’ di pazienza e tanta perseveranza è possibile portare a casa entrambi i sospirati articoli ad una cifra inferiore ai 50 euro. A conti fatti mandare il proprio figlio a scuola cal-

cio può avere un costo per il primo anno che va dai 350 ai 450 euro, meno di cinquanta euro al mese. Una cena al ristorante in meno in cambio dell’opportunità di far crescere, maturare, e divertire il proprio figlio. Un sacri-ficio più che accettabile. Purché lo si faccia con lo spirito giusto, senza caricare il bambino delle proprie illusioni. E se son rose fioriranno. Comunque ed ovunque. Del resto nel passato le rose più belle del calcio hanno co-minciato a sbocciare sull’asfalto e sulla terra dei vicoli e delle piazze.

Quanto costa diventare campioniCALCIO. Per una stagione di allenamenti, il primo anno, ci vogliono circa cinquanta euro al mese

Lorenzo Salusest

La prima divisa si può indossare già a cinque anni, poi il salto nella

categoria “pulcini”, seguita dagli “esordienti”. La spesa maggiore

è all’inizio, quando va comprato l’equipaggiamento necessario

Non è mai troppo presto per iniziare a giocare a cal-

cio. O quasi. Se il primo calcio al pallone solitamente avviene quando ancora l’equilibrio del bambino è precario, per il primo corso bisogna attendere i cinque anni compiuti. L’avventura può iniziare in qualsiasi momento dell’anno, da settembre a giugno, dopo aver adempiuto ad alcuni semplici impegni. Primo passo: la scelta della scuola calcio, da individuare in base alla como-dità (vicinanza da casa o dal la-voro) e/o alla qualità. Secondo passo: munirsi di due fototessere del bambino, il certificato conte-stuale firmato dai genitori, il cer-tificato medico per l’attività non agonistica (sufficiente quello del pediatra sino ai 12 anni. Dopo il compimento del dodicesimo anno, anche se a stagione cal-cistica in corso, è necessario il certificato rilasciato dagli istituti di medicina dello sport). Quindi il pagamento della quota d’iscri-zione ed il gioco è fatto, anzi sta per iniziare. Un’esperienza edu-cativa e formativa resa possibile da molte società calcistiche sotto la supervisione del settore giova-

nile e scolastico della Federcal-cio, guidato in Toscana da Paolo Mangini: “Il nostro obiettivo pri-mario è far sì che i bambini si di-vertano ed imparino a giocare, il risultato è secondario. Del resto i tanto decantati modelli stranieri di formazione dei giovani cal-ciatori sono analoghi a quanto da anni la Federcalcio suggerisce di fare: grande attenzione alla di-dattica, numero dei giocatori per squadra e dimensioni del campo in funzione dell’età dei giovani calciatori”. Al centro della scuo-la calcio, in sintesi, c’è il bam-bino, il suo divertimento, la sua crescita. Per il risultato agonisti-co c’è tempo.

Ci si può iscrivere in qualsiasi momento dell’anno

Ecco la lista dell’occorrente

/L.S.

ISTRUZIONI PER L’USO

giovani

Tra città e provincia ci sono 92 strutture in possesso del “bollino” giovanile della Federcalcio

Dopo il polverone, un’appa-rente calma piatta. Fa ancora

parlare di sé lo scandalo dei baby calciatori scoppiato in Toscana tre mesi fa. Sulla vicenda, che ha scosso dalle fondamenta il calcio dilettantistico nostrano, pendono infatti ancora tanti interrogativi e domande senza risposta. Non bastano le condanne sportive per le 11 società coinvolte e per sette loro tesserati: nelle stanze della questura di Firenze si continua a indagare per far luce sulle molte zone d’ombra ancora da chiarire. L’inchiesta era partita dalla pro-cura federale della Federcalcio, che da tempo aveva cominciato a lavorare sul caso in seguito a numerose testimonianze di gio-vani. Al centro dello scandalo il sistema messo in piedi da alcuni faccendieri del pallone per far arrivare in Toscana calciatori in erba provenienti da società del sud Italia. Secondo l’accusa, era Antonio Improta, talent scout, a ingannare le famiglie dei ragaz-zi. L’uomo le convinceva pro-mettendo un trattamento di tutto rispetto per i loro figli, assicuran-do scuola, vitto e alloggio gratis.

Oltre, ovviamente, a un futuro sui migliori campi di calcio del-la Toscana. La realtà ricostruita dalla procura federale era però un’altra, con i giovani costretti a mangiare poco e male in luo-ghi fatiscenti. Gli investigatori si erano anche imbattuti in alcu-ni casi di abbandono scolastico. Tutti gli adolescenti militavano in squadre dilettantistiche: San Donato Tavarnelle, Audace Gal-luzzo, Lastrigiana, Dopolavo-

ro ferroviario Firenze, Vicchio, Sansovino, Virtus Poggibonsi, Certaldo, Montelupo e Malise-ti. Le società sono state ritenute colpevoli dalla giustizia sportiva per irregolarità nei tesseramenti e per “avere omesso ogni cau-tela, controllo e vigilanza” sulla reale sistemazione dei calciatori minorenni.

Sullo scandalo “baby-calciatori” ancora domande senza risposte

IL FATTO. In Questura si continua a indagare

/Lu.Ser.

Condanne sportive per 11 società e per sette loro tesserati

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30 Settembre 2010

Page 31: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

LE ORIGINI

Si allenano minimo due volte a settima-na. Due ore e mezzo di attività fisica ogni volta: 10-15 minuti di corsa lenta, altri 15 per sciogliere le articolazioni,

un bel po’ di riscaldamento e potenziamento dei muscoli, esercizi di equilibrio. E poi si inizia. A giocare a calcio? A fare danza? No, questo non è uno sport. Si chiama parkour e a chi lo pratica piace definirlo “l’arte dello spostamen-to”: vivere la città superando gli ostacoli che si incontrano – un muretto, una sbarra, per non parlare delle barriere architettoniche. Loro lo dicono così: è la disciplina di spostarsi da un punto ad un altro nel modo più fluido, veloce e sicuro possibile. Ma è proprio sulla sicurezza che sono nate le polemiche che hanno portato il parkour all’attenzione di giornali e tv. Ci sono stati incidenti, uno in Italia, in cui sono morti dei ragazzi. Saltando da un tetto a un altro, op-pure salendo sopra a uno pericolante. “Questo succede perché un ragazzino pensa che sia un gioco e dice ‘mi butto’. Ma non è così, il par-kour richiede tanto allenamento e piena consa-pevolezza dei propri limiti”, spiegano Giulio,

Alessio, Leonardo e Paolo di Parkour Firenze, un’associazione dilettantesca nata nel settembre 2009. “Quello che si vede nei filmati su internet a volte è fuorviante: chi fa salti difficili arriva a farli dopo 10 anni di allenamento e non lascia nulla al caso”. Loro hanno iniziato qualche anno fa e poi hanno deciso di costituirsi in associa-zione, cosa insolita nel mondo del parkour, pro-prio perché “più il gruppo cresceva e più c’era la necessità di organizzarci e di scoraggiare chi pensa di avvicinarsi a questa disciplina come se fosse una cosa semplice e leggera”. Hanno tra i 17 e 35 anni, nella vita di tutti i giorni studiano o lavorano e raccontano che, da quando fanno parkour, vedono “in modo diverso, migliore, Fi-renze: perché la viviamo di più e non ci passia-mo solo per andare in un pub la sera”. Si allena-no in piazza Leopoldo e fanno percorsi anche in piazza Alberti. Qui, una volta, hanno chiamato i carabinieri: “Abbiamo visto dei ragazzini che facevano danni e abbiamo telefonato al 112. Il vandalismo e il degrado non piacciono a nessu-no”. E infatti si mettono anche a raccogliere i cocci delle bottiglie rotte che trovano per terra.

“A chi vuole provare il parkour diciamo: rivol-getevi a chi lo fa già. Se non volete provare con noi, almeno contattateci per avere qualche con-siglio”. Un messaggio che va anche ai genitori e ai nonni: “Conosciamoci. E magari provate voi

stessi: il parkour si può fare anche a 60 anni, non è una disciplina estrema né competitiva”. Il sito internet, dove si trovano anche i contatti te-lefonici, è www.parkour-firenze.blogspot.com, l’email [email protected].

Corrono, saltano, superano muretti e ringhiere:

è la nuova disciplina di strada che si sta diffondendo

in Europa. A Firenze è nata un’associazione

Il parkour (foto Luca Hosseini)

Il parkour nasce alla fine degli anni ‘80 nelle periferie di Pa-rigi. La parola deriva dal francese “parcours” e più precisa-

mente dall’espressione “parcours du combattant”, il percorso del combattente utilizzato nell’addestramento militare. L’idea del nome venne a quello che è considerato il fondatore del par-kour, l’atleta e stuntman David Belle, e al suo amico attore Hu-bert Koundé (“L’odio” di Mathieu Kassowitz e “The Costant Gardener” sono i suoi film più famosi). I due sostituirono la “c” con la “k” per rendere più forte la parola e, si dice, tolsero la “s” – che non si pronuncia – perché incoerente con l’idea di utilità

ed efficienza che il parkour deve dare. Belle, 37 anni, è cresciuto in una famiglia abituata per lavoro al movimento fisico e alle situazioni pericolose: il nonno è stato un vigile del fuoco, così come il padre, che si è addestrato seguendo il metodo elabora-to da George Hébert. E proprio quest’ultimo può essere consi-derato il “nonno” del parkour: nato nel 1875, fu ufficiale della Marina durante la I Guerra Mondiale, ma prima ancora fu man-dato nella colonia francese della Martinica. Qui, nel 1902, si verificò una terribile eruzione vulcanica e Hébert partecipò alle operazioni di salvataggio della popolazione. Questa esperienza,

unita alla conoscenza dei popoli africani e della loro prestanza atletica che fece durante altri suoi viaggi, lo portò a riflettere sul modo di sviluppare e usare le capacità fisico-atletiche. Tornato in Francia, diventò insegnante di educazione fisica e sistematiz-zò un suo metodo di allenamento: il Metodo Naturale che, come l’ha descritto lui stesso, “consiste di esercizi all’aperto – un per-corso, lungo da qualche centinaio di metri a qualche chilometro, durante il quale si cammina, si corre, si salta, si avanza a quattro zampe, ci si arrampica, si cammina in equilibrio instabile, si porta, si lancia, si combatte e si nuota”.

Il fondatore di questa “arte”, sbocciata nelle periferie parigine, è considerato l’atleta e stuntman David Belle

Una parola francese (storpiata) e due principi: effi cienza e utilità

Parkour, lo “sport” di vivere la città

Paolo Ceccarelli

TENDENZE. Nei mesi scorsi polemiche sugli incidenti, anche mortali, accaduti ad alcuni ragazzi

/P.C.

giovani 31

Page 32: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Demolizioni, sfratti e pulizia. Ma il giardino sul lungarno della Zecca Vecchia, che fino a pochi mesi fa era occupato dal contestatissimo

mercatino multietnico, aveva ripreso a vivere in sordina, spopolato e cristallizzato nella sua nuova veste fino a quando, in agosto, è com-parso il Chiosco della Zecca, bar con tavolini all’aperto che offre, a chi ha voglia di frescheg-giare un po’, un luogo sicuro, tranquillo (e non costoso) dove passare del tempo all’aperto. “La caratteristica principale del nostro chio-sco - spiega Pierdomenico, che gestisce il bar insieme a Marcello, Federica, Lucia e con la collaborazione di Federico e Ivan - è che questo è il primo chiosco in città a servire solo anal-colici. Per esempio abbiamo la birra e il mojito analcolici e il messaggio che vogliamo trasmet-tere è chiaro: non ci si deve per forza ‘sballare’ con l’alcol, basta fare quattro chiacchiere con gli amici per divertirsi insieme”. Il bar, che è aperto 7 giorni su 7, dalle 9 del mattino alle 9 di sera, è una sfida per i gestori e un’occa-sione di rinascita per un luogo che fino a poco tempo fa era sinonimo di degrado e spaccio di droga. “Da quando ci siamo noi non ho mai visto nessun comportamento sospetto - spiega Pierdomenico - e poi c’è una pattuglia dei cara-binieri che spesso viene a controllare che tutto sia a posto”. Il primo passo è stato fatto, sia nei confronti della cittadinanza, che ha un nuovo luogo dove ritrovarsi, sia nei confronti dei tanti turisti che ogni giorno si ritrovano sul lungarno (dove sostano i pullman in arrivo dalle località più disparate) e che fino a qualche tempo fa non avevano neanche una toilette a portata di mano. “Oltre ai bagni che c’erano già - continua il ge-store del chiosco - abbiamo fatto installare due toilette chimiche che vengono pulite costante-mente. Spesso dai pullman scendono persone anziane e abbiamo pensato che un servizio del genere fosse indispensabile. Il costo per uti-lizzarla è di 50 centesimi”. I prossimi obietti-

Come svagarsi in città a settembre? Fino al 19 di questo mese possiamo scegliere tra:

Lazzaretto, dove si svolge la 23esima Sagra della pizza, per poter gustare golosissime pizze, piatti della cucina tradizionale accompagnati da musica e balli; il Girone, frazione di Fiesole, te-atro della 26ma Sagra del tartufo, con menù tut-to a base di tartufi e spettacoli musicali. La fina-lità dell’evento è il finanziamento delle attività di volontariato della locale sezione della Croce Azzurra. Ancora, c’è la fiera “Pomarium”, pres-so il Parco Vivai Belfiore, a Lastra a Signa, tra le più rilevanti a livello nazionale e che promuove la cultura del biologico, dedicata alla diffusione della conoscenza delle piante da frutto antiche. La manifestazione riunisce, nella bella cornice del Parco Vivaio, numerosi espositori che pre-sentano prodotti dei più vari, tutti collegati alle piante da frutto, quali libri e stampe antiche e moderne sulla frutta, riviste specializzate, con-cimi naturali e vari preparati per la difesa bio-logica della frutta, moltissimi prodotti derivati

dalla frutta, cesti artigianali, ceramiche e frut-tiere da tavola, vasi per la coltivazione in terraz-zo delle piante da frutto, frutta fresca scomparsa dai banchi di mercato. Sabato18 e domenica 19 settembre sarà la volta della fiera Fortezza Anti-quaria (che torna nella sede originaria, i giardini della Fortezza del Basso a Firenze) e raccoglie 120 operatori, tra collezionisti e antiquari, pro-venienti da tutta Italia. A Certaldo, domenica 19 settembre, si terrà il mercatino di antiquariato e artigianato, in piazza Boccaccio, dove saranno presenti numerosi espositori di mobili e ogget-tistica di antiquariato e banchetti di artigiani locali. Domenica 26 settembre sarà la volta dell’84esima Festa dell’Uva a Impruneta. Saba-to 2 e domenica 3 ottobre, infine, a Firenze, ci sarà la Fiera internazionale della ceramica, arri-vata alla XI edizione, in piazza Santissima An-nunziata. Saranno esposte le opere di circa 60 ceramisti italiani ed europei, che offriranno un quadro significativo della creazione ceramica contemporanea.

L’estate si chiude nel segno delle sagreMANGIA&BEVI. Fino alla fine del mese eventi per tutti i gusti a Firenze e dintorni

Il Chiosco della Zecca all’interno del giardino

Ludovica V. Zarrilli

Il degrado si combatte a suon di analcoliciIL CASO. Dopo lo sgombero del mercatino multietnico, l’area prova ora a rinascere

/V.G.

vi sono dei giochi per bambini “perchè questo giardino potrebbe diventare luogo di ritrovo per le mamme” e un punto informazioni che i ragazzi vorrebbero allestire proprio accanto al chiosco, per fare in modo che, insieme a un pa-nino, una bibita e un po’ di fresco, i turisti di passaggio possano avvalersi anche dei consigli di chi Firenze la conosce bene ed è pronto a dar loro il benvenuto. La chiusura è prevista per il 30 novembre, ma “se tutto ve bene, il contratto col Comune dovrebbe essere rinnovato”.

focus

Sul lungarno della Zecca Vecchia si servono succo

di pomodoro, birra e mojito rigorosamente alcol free.

Per offrire a Firenze un nuovo luogo da vivere

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32 Settembre 2010

Page 33: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

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Page 34: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Rivoluzione al Teatro del Maggio Mu-sicale Fiorentino: dal 2011 la stagione non comincerà, come di consueto, in autunno ma per assistere ad opere, bal-

letti e concerti si dovrà aspettare l’inizio dell’an-no solare. Dal prossimo anno la programmazione inizierà a gennaio, coprirà tutto l’anno solare e avrà al suo interno il fiore all’occhiello del Fe-stival del Maggio. Una scelta per far coincidere programmazioni artistiche e bilanci, come già avviene per molti altri Teatri in Italia, da Roma a Venezia, da Bologna a Palemo, e un’occasione per lanciare con grande anticipo il Festival fioren-tino nel panorama internazionale. Nessun timore, questo non significa che da settembre a dicembre il sipario del Comunale rimarrà abbassato, al con-trario, è già pronto il programma per i prossimi 3 mesi, che inizierà il 21 di settembre per concluder-si a fine anno. E’ una Stagione-ponte che prelude a quella nuova, lunga dodici mesi. Nessuna ridu-zione di produttività, invariata rispetto al 2009, e di offerta artistica, ma piuttosto una necessaria rivisitazione dei modelli di programmazione e produzione, alla luce dei nuovi scenari finanziari e normativi. Gli operisti nazionali spopolano in tutto il cartellone autunnale, spaziando da Verdi a Puccini, da Mozart all’italiano d’adozione Hans Werner Henze, fino a una serata dedicata a Ros-sini. Dopo Salome, arriva Pollicino, titolo amatis-simo di Hans Werner Henze. E ancora, è entrato stabilmente nel repertorio del teatro fiorentino il fortunato allestimento de Le nozze di Figaro (dal 2 novembre) firmato dal regista inglese Jonathan Miller, le cui messe in scena brillanti, ironiche e accurate sono sempre state accolte con molto favore dal pubblico. Novembre e dicembre sono consacrati a Zubin Mehta: il direttore del Mag-gio sigla ben due titoli consecutivi, La forza del destino (dal 23 novembre) e Tosca (dal 7 dicem-bre). Ma Mehta dirige anche tre diversi concerti: uno tutto mozartiano (27 novembre), con il Re-quiem che manca al Comunale dal 1988; quindi un programma russo con Shéhérazade di Rimskij-Korsakov e Sacre du Printemps di Stravinskij (11 dicembre), ed uno con il Concerto per orchestra

di Bartok e il famoso “Rach 3” interpretato dal formidabile pianista russo Denis Matsuev (15 di-cembre), per la prima volta al Comunale. Un ulte-riore concerto nel 2011 vedrà sul podio il maestro indiano per il centenario della morte di Gustav Mahler con la sua Quinta Sinfonia. MaggioDanza sarà impegnata durante l’autunno con due produ-zioni assai diverse fra loro: Trois histoires, trittico monografico che apre la Stagione del balletto (dal 13 ottobre al Teatro Goldoni) firmato da Fabrizio

Monteverde, Era Eterna, Poltronadamore, dal racconto di Alberto Savinio, e Bolero. Per Natale torna invece Coppelia (dal 22 dicembre al Comu-nale), per rinnovare la tradizione di assistere al balletto con la famiglia durante le feste, con la co-reografia di Evgheni Polyakov e il coloratissimo allestimento surreale firmato dal pittore spagnolo Sigfrido Martin-Begué, che si ispira fin dal primo impatto ai mille “occhi di smalto” della fanciulla del racconto “L’uomo della sabbia” di Hoffmann.

Una scena di Salome

Barbara Biondi

A TEATRO/1. Dal 21 settembre si rialza il sipario del Comunale. Tra classici eterni e tante sorprese

Maggio: una stagione lunga 12 mesiLa fi ne del 2010 segna una svolta: il 21 settembre prende il via un calendario-ponte

che terminerà a dicembre, appena prima dell’inizio della stagione uffi ciale,

che comincerà a gennaio (dal 2011 sarà sempre così), andrà avanti per tutto

l’anno solare e avrà come fi ore all’occhiello il Festival del mese delle rose Nonostante i problemi e nonostante l’abolizione dell’Ente Teatrale Italia-no (sostituito nelle responsabilità dal ministero per i beni culturali), a partire dal 21 novembre il teatro della Pergola, rinnova la sua promessa agli spettato-ri, proponendo 21 spettacoli nel nuovo cartellone, un viaggio nell’universo dei classici arricchito da spunti curiosi, tal-volta divertenti talvolta innovativi. È un anno nel segno di Molière e Shakespe-are, che saranno trattati da importanti nomi della scena. Sarà Il malato imma-ginario di Gabriele Lavia ad aprire la stagione, mentre Luigi De Filippo offri-rà una versione partenopea dell’Avaro. Shakespeare sarà il cavallo di battaglia della coppia Gravina-Siravo, con la loro Bisbetica domata trasposta da Pugliese nell’Italia anni Sessanta, e di Umberto Orsini con la Tempesta. La rubrica dei grandi autori prosegue con due Goldo-ni, La bottega del caffè del Carcano e La locandiera riletta da Elena Bucci e Marco Sgrosso. Non poteva mancare Luigi Pirandello, in accezione però di-versa dalle solite proposte. Tato Russo rilegge le pagine de Il Fu Mattia Pa-scal; Giancarlo Cauteruccio aggiunge una tappa importante al proprio lavoro di ricerca informando delle sue visioni Uno nessuno e centomila, interpretato dal fratello Fulvio. Grandi prove d’at-tore sono quelle di Franco Branciaroli impegnato nei panni di Don Chisciotte e di Luca Zingaretti con la sua Sirena. C’è Maurizio Scaparro, che nell’ambito della sua riflessione sui centocinquan-ta anni dell’Unità d’Italia propone Lo sbarco dei Mille, cronaca garibaldina estratta dai diari di un osservatore diret-to e famosissimo, lo scrittore Alexan-dre Dumas; c’è Giorgio Albertazzi, e il nuovo duetto Caprioglio-Tedeschi; e poi Le signorine di Wilko diretto dal regista lettone Alvis Hermanis e Un ispettore in casa Birling, recitato da Paolo Ferrari e Andrea Giordana. Quattro particolari sottolineature chiudono il cerchio della stagione. Il principe della gioventù, I pugni in tasca (dal celebre esordio cine-matografico di Marco Bellocchio), Per non morire di mafia e infine Processo a Gesù, che debuttò nel 1955 al Piccolo con la regia di Orazio Costa, altro nome che lega strettamente questo testo al Te-atro della Pergola.

A TEATRO/2

Alla Pergola insieme a Shakespeare e Molière

Il teatro della Pergola

È l’ex miss Italia Martina Colombari la nuova testimonial di Corri la Vita, la gara benefica che domenica 26 torna ad animare le strade fiorentine e che ha

raccolto nel tempo un seguito sempre maggiore, sia di partecipanti che di sponsor e testimoni illustri del mondo dello spettacolo, del cinema e della musica quali Luca Argentero, Aldo, Giovanni e Giacomo, Cristian De Sica, Hugh Grant, Chri-stine Scott Thomas, Jovanotti, Laura Pausini, Zubin Mehta, Vittoria Puccini, Eros Ramazzotti, Valentino Rossi, Simona Ventura. L’iscrizione costa 10 euro e tutti i partecipanti riceveranno la maglietta ufficiale realizzata dalla maison fiorenti-na Salvatore Ferragamo e il pettorale personalizzato da La Perla. I partecipanti potranno scegliere se iscriversi alla maratona competitiva di 12 km oppure alla passeggiata di 5,7 km che si snoda tra il centro storico e l’Oltrarno, con soste per visitare giardini, chiese, palazzi e musei aperti per questa speciale occasione. Alla passeggiata sono abbinate anche delle mete culturali eccezionalmente aperte per questa occasione. Si potranno visitare, tra le altre, la Chiesa e la cripta di Santo Stefano al Ponte, la Tribuna di Galileo del Museo della Specola, il Museo di Storia Naturale “Palazzo non Finito”, attraversare il Giardino di Boboli. Le iscrizioni

alla corsa competitiva e alla passeggiata si possono fare alla nuova sede LILT di Viale Giannotti 23 - tel. 055 576939; alla Firenze Marathon Viale Fanti, 2, tel. 055 5522957; a L’Isolotto dello Sport di Via dell’Argingrosso, 69 A/B e Universo Sport di Piazza Duomo. Mentre solo per la passeggiata a Universo Sport di via Sandro Pertini, 36/Viale Guidoni oppure, novità di quest’anno, online sul sito www.boxol.it e nei punti vendita accreditati del circuito box Office che si trovano sul loro sito. I fondi raccolti nel 2010 saranno devoluti a quattro importanti progetti, preven-tivamente analizzati da un comitato scientifico: sostenere l’attività del Ce.Ri.On, Centro di riabilitazione Oncologica per le donne operate di tumore al seno presso Villa delle Rose, una dei centri italiani più all’avanguardia per le cure psico-fisiche; contribuire all’acquisto di un mammografo digitale per l’Ospedale di Careggi pre-disposto con uno speciale software per la tomosintesi digitale del seno, collabora-re al progetto FILE “Oltre il Ponte”, per una continuità di cura fra Day Hospital Oncologico e Cure Palliative/Leniterapia, ed infine sostenere “The Vito Distante Project in Breast Cancer Clinical Research”, un progetto dedicato alla formazione di giovani medici per favorire un maggior impegno in senologia.

La Colombari testimonial di Corri la Vita L’INIZIATIVA. Il 26 appuntamento con la gara podistica che raccoglie fondi per la ricerca

/B.B.

/B.B.

Page 35: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Quale luogo migliore per organizzare un festival dedicato interamente ai beni culturali e ambientali? La cul-la del Rinascimento, patria di ogni

forma d’arte e madre di tanti artisti, quest’anno accoglierà la prima edizione di Florens, manife-stazione che dal 12 al 20 novembre accoglierà a Firenze il best of del settore. L’iniziativa è pro-mossa da un comitato costituito da Confindustria Firenze, CNA-Firenze, Intesa Sanpaolo e Cassa di risparmio di Firenze. E’ stata realizzata una part-nership con la National Geographic Society che, in occasione dell’evento, presenterà alcuni filmati e mostre in anteprima mondiale. Partendo da Fi-renze, città simbolo della rinascita umanistica, la manifestazione ambisce a promuovere il ruolo del patrimonio artistico e culturale quale volano di sviluppo economico e sociale di portata interna-zionale. Firenze, la Toscana e l’Italia sono, infatti, la sede ideale di un laboratorio esportabile a livel-lo internazionale capace di sintetizzare pensieri e azioni volti a valorizzare, in chiave innovativa, i beni culturali, paesaggistici e ambientali. “Flo-rens 2010 è un’iniziativa di politica industriale che unisce economia e cultura – afferma Giovan-ni Gentile, presidente del Comitato organizzatore e di Confindustria Firenze -. La crisi ha imposto il profondo ripensamento dei modelli imprendito-

riali e di consumo, e un riposizionamento di tutti i sistemi produttivi. È ormai acquisito il ruolo della green economy nel cambiamento dei sistemi pro-duttivi verso un minore consumo di risorse am-bientali. Firenze lancia al mondo un’idea ambi-ziosa: l’economia dei beni culturali può essere un nuovo paradigma produttivo vincente e un nuovo motore dello sviluppo industriale. Il Forum Inter-nazionale dei Beni Culturali e Ambientali, desti-

nato ai principali decision maker e operatori inter-nazionali del settore, sarà l’evento principale della settimana e si terrà a Palazzo Vecchio da giovedì 18 a sabato 20 novembre 2010. Sarà un’occasione di confronto tra attori e professionisti del settore per trovare soluzioni innovative. Per Firenze sarà inoltre un momento di grande prestigio per pro-muovere e valorizzare il patrimonio locale e per riconfermarsi nell’ambito delle arti e della cultura quale modello di riferimento su scala globale. In

occasione del forum saranno presentati i risulta-ti di uno studio strategico - avviato a dicembre 2009, curato e realizzato da The European House-Ambrosetti - sul tema “La ridefinizione dell’eco-nomia dei beni culturali e ambientali”. Tale studio

affronta temi relativi al futuro dei beni culturali in Italia e nel mondo, alle principali esperienze mon-diali di successo, all’evoluzione economica delle città d’arte, al mix di arte, patrimonio e nuove tec-nologie per costruire innovazione.

Beni culturali, il festival è a “Florens”Caterina Gentileschi

LA NOVITÀ. È fissata per novembre la prima edizione della kermesse dedicata all’universo della cultura

Un libro in cui riconoscersi, ripensare sé stessi e la città in cui si vive. L’eterna lotta tra l’amor proprio e l’amo-re che si vorrebbe trovare, donare, vivere. O, se prefe-rite, un libro per scoprire un mondo diverso, fatto di

una quotidianità che appartiene a tanti, nell’epoca delle chat e dei social network. Un libro (anche) su Firenze. Non quella stereoti-pata dei bus turistici, ma quella dei fiorentini. Pippo Russo ci sor-prende ancora, proponendoci una storia diversa. “La memoria dei pesci” (Edizioni Cult Firenze, pag. 320, euro 12), terzo romanzo del professore di sociologia e giornalista agrigentino (oramai pie-namente fiorentino), è un viaggio breve ma profondo nelle sfere della vita – reale e virtuale - che si intrecciano, si disperdono, si sovrappongono per poi, alla fine, ristabilire il primato della realtà e della responsabilità dell’individuo verso se stessi e gli altri. I fatti

si svolgono a Firenze nel 2011 di Brando Ferraris, giovane talen-tuoso che, con due amici ha fondato la Self, società che fornisce servizi biografici multimediali. Ma il successo dell’impresa, poco a poco, finisce per interferire con la stabilità di Brando che, quasi all’improvviso, si ritrova a dover districare complicate matasse: dal rapporto con i soci a quello senza sbocchi con la sua don-na, con l’aggravante della contemporanea separazione dei suoi genitori. Proprio in questo quadro, dal recente passato, attraverso “l’altra vita” del suo avatar in rete, riemergono presenze femminili semi-dimenticate o del tutto rimosse dalla memoria. Così, come il viandante che ha perso qualcosa, Brando è costretto a tornare sui propri passi, anche per ritrovare il futuro. “E’ un romanzo sociale, un tentativo di fotografare la contemporaneità - dice Russo - Le vicende di Brando sono un pretesto per riflettere sul modo in cui

è cambiato il nostro modo di costruire le relazioni sociali, di collo-carle dentro una prospettiva di medio periodo, di dare importanza agli affetti”. “Brando è un personaggio che ha perso l’amore – continua lo scrittore - nel senso più ampio del termine: l’amore per le persone che lo amano, per le cose a lui immediate, per il suo lavoro, forse pure per se stesso. Vive schiacciato nell’istantaneo, manipolando le vite degli altri per mestiere ma ormai incapace di fare una corretta manutenzione della propria”. “In fondo - ag-giunge Russo - somiglia a ciascuno di noi molto più di quanto siamo disposti ad ammettere. Come pure il tema degli amori che nascono in rete: un’esperienza, anch’essa, più diffusa di quanto si sia disposti a confessare. Secondo me, sono il frutto di un bisogno di socialità che prima della diffusione dei nuovi mezzi di comuni-cazione istantanea rimaneva inespresso”.

La città di Russo, vista con gli occhi della reteLA RECENSIONE. È nelle librerie “La memoria dei pesci”, il terzo romanzo del giornalista siciliano ma “gigliato” d’adozione

/Ciro Becchimanzi

cultura

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Page 36: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Sinisa, il duro che vuol cambiare i violaIL PERSONAGGIO. Tosto in panchina come lo era in campo, le critiche non lo turbano: ecco chi è Mihajlovic

Sinisa Mihajlovic

La Fiorentina ricomincia da Sinisa Mihajlovic. Ricomin-cia da un allenatore giudicato (criticato o amato) già pri-ma dell’inizio della stagione. Quasi un record. Lui che da piccolo stava fino a tredici ore a calciare da 30 metri le

punizioni per colpire un cerchio grande quanto un pallone, e che non si è scomposto davanti alle critiche a priori. Per gli uomini di calcio parla il campo. È andato avanti per la sua strada, cambiando modulo alla Fiorentina, chiedendo ai suoi giocatori più cattiveria. Si è dimostrato anche un fine psicologo con Babacar: bastone a inizio stagione per spronarlo (“Non ho ancora avuto modo di con-frontarmi con lui perché non si è allenato in gruppo per qualche problema fisico. Non so se andrà via in prestito, dipende da lui, se continua a lavorare come ha fatto fino ad oggi è inutile che resti qua, se capisce lo spirito con cui deve lavorare e impegnarsi allora

può farci comodo. La società la pensa come me, poi non so se vorrà cercare sul mercato un vice-Gilardino, io comunque spero che Babacar, se sta bene a questo alluce, possa far vedere buone cose”, aveva detto prima dell’amichevole col Valencia), seguito poi dalla carota (ovvero gli elogi): “Sta lavorando bene, la qualità non gli manca...”. Sul giovane talento i risultati si sono visti, per quanto riguarda tutta la squadra è presto per dare giudizi. Se il serbo sarà più bravo del “Mago di Orz” si vedrà solo a fine campionato, ma intanto la Fiorentina sembra cambiata nel carattere. Nelle prime uscite di Sinisa Mihajlovic, la squadra ha tirato fuori gli attribu-ti nei momenti di difficoltà. Serbo docet. Determinazione, cuore, grinta e cattiveria: questa è la miscela giusta. Altra differenza ri-spetto al passato, l’ex allenatore del Catania non ha pianto troppo nemmeno quando si è infortunata la stellina Jo-Jo: “Abbiamo per-so un punto di forza - dichiarò il mister - Stevan è un bravissimo ragazzo, tornerà presto, adesso però non serve piangersi addosso, dobbiamo pensare comunque positivo. In rosa abbiamo calciatori

di qualità che sapranno sostituirlo. Per adesso sono molto soddi-sfatto di Ljajic. Sicuramente Adem è il candidato numero uno, poi vedremo. Sono simili ma diversi al tempo stesso: Adem come mezza punta si muove meglio di tutti, Stevan è più fisico”. Dopo queste dichiarazioni è arrivato Cerci, una “corvinata” che ha dato subito buoni frutti. Mihajlovic, che in campo era un duro, sta tra-smettendo il suo carattere alla Fiorentina. Da non dimenticare, poi, che a questa squadra manca ancora Adrian Mutu, un Fenomeno in campo. Senza il rumeno, come è successo l’anno scorso, molti piazzamenti in Champions si sarebbero dissolti in campionati ano-nimi. Basti ricordare il pareggio contro il Genoa, con una tripletta del numero dieci negli ultimi minuti. Non è facile passare da 0-3 a 3-3 giocando bene: ci vuole un fuoriclasse per arrivare in alto. Qualcuno sostiene che con Sinisa potrebbe avere dei problemi, ma normalmente le “prime donne” prima si odiano e poi si amano. La speranza dei tifosi è che, da metà ottobre, la Fiorentina si ritroverà con due fenomeni. Uno dentro e uno fuori dal campo.

Lorenzo Mossani

Determinazione, cuore, grinta e cattiveria: questi gli ingredienti con cui l’ex tecnico del Catania, che da piccolo

trascorreva ore ad allenarsi sulle punizioni, intende riportare in alto la Fiorentina. Diventando anche “psicologo”

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Page 37: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Mai come quest’anno sarà campionato-spez-zatino. Nella scorsa stagione (vi ricordate,

tanto per fare un esempio, Fiorentina-Atalanta giocata alle 13?), infatti,

lo spezzettare la singola giornata di campionato era stato solo un anti-pasto di quello che succederà nella stagione 2010/11, da poco partita. Quest’anno lo spezzatino sarà pane quotidiano per i calciofili. Soprattut-to per il tifoso da poltrona. Il singolo turno di campionato verrà diviso in quattro giorni. Dal venerdì (per le

squadre che chiederanno di anticipa-re le proprie partite causa impegni eu-ropei) al lunedì (saranno almeno 6-7 i posticipi nel corso del campionato). Detto questo, vediamo quali sono gli impegni che aspettano i viola. Per la Fiorentina, dopo la prima partita gio-cata in casa con il Napoli (l’esordio non era certo dei più facili, soprattut-to per una squadra che si presentava ai blocchi di partenza con un nuovo allenatore), il primo vero ostacolo sarà fuori casa, contro la Sampdoria di Pazzini e Cassano, il prossimo 17 ottobre. Gara che si giocherà dopo la sosta per la Nazionale. Poi tre partite sulla carta abbordabili (contro Bari e Chievo in casa e Catania - quest’ul-tima si giocherà di sabato alle 20.30 - in trasferta) prima del big match del 10 novembre contro la Roma all’Olimpico (l’ultima vittoria dei viola in casa giallorossa risale alla stagione ‘91-’92). Quella contro il Catania potrebbe essere la prima di Adrian Mutu, visto che la squalifica per subutramina lo terrà fermo fino al 29 ottobre. Novembre riserverà altre due trasferte a prova di fuoco per la Fiorentina. In sette giorni, infatti, i viola se la vedranno con Milan e Ju-ventus. L’ultima prima della sosta na-talizia sarà al Franchi contro l’Inter. Si riprenderà ad anno nuovo, giovedì 6 gennaio con il Bologna al Dall’Ara; poi, il 9, in casa contro il Brescia, si chiuderà il girone di andata. Quindi subito trasferta a Napoli, dove i viola cercheranno di dimenticare il torto ar-bitrare subito in occasione della parti-

Cristina Guerri

A novembre doppia trasferta con Milan

e Juventus. Mutu può tornare a Catania.

Il 26 ottobre esordio in Coppa Italia

Quest’anno il campionato si fa spezzatinoGUIDA ALLA STAGIONE. Ecco gli impegni che attendono la squadra gigliata fino al prossimo maggiosport

ta di andata. Di trasferte off limits, nel girone di ritorno, ce ne saranno molte meno. Anche se quelle con Lazio (30 gennaio) e Palermo (13 febbraio) non dovranno essere prese sottogamba. Per non parlare della penultima del-la stagione (8 maggio) contro l’Inter.

Il campionato si chiuderà poi il 22, giorno di Brescia-Fiorentina. Senza impegni europei, oltre al campionato, la Fiorentina sarà impegnata solo in Coppa Italia (Tim Cup). Il primo im-pegno è fissato il 26 ottobre al Fran-chi contro l’Empoli.

Quest’anno la Fiorentina avrà qualcosa in comune

con il Barcellona, uno dei club più forti e titolati del mondo. Il motivo è lo sponsor sulla ma-glia. Anzi, il messaggio solida-le che la Fiorentina ha scelto di “sposare” e portare in giro per l’Italia. Se gli spagnoli portano avanti la campagna dell’Unicef, la Fiorentina ha deciso di aiuta-re i bambini, mettendo sulla pro-pria maglia il logo di “Save The Children”, la nota associazione umanitaria che fa capo alla “In-ternational Save the Children Alliance”. Sul legame con “Save The Children” Andrea Della Valle si è così espresso: “Sono molto orgoglioso di intrapren-dere questa nuova iniziativa. Privarsi di una sponsorizzazio-ne che porti ingenti somme pur di portare messaggi importanti è una cosa che ci inorgoglisce.

Prima ancora che scadesse l’ac-cordo con Toyota pensavo pro-prio a una collaborazione come quella di ‘Save The Children’. A suo tempo – continua ADV - ne parlai anche con presidente del Barcellona, Laporta. Per noi è una svolta molto importante. Il nostro obiettivo, adesso, è quello di raggiungere l’Europa insieme a loro”. “La nostra è la più grande organizzazione che segue i diritti dei bambini - spie-ga Tesauro, il presidente di Save The Children Italia - siamo nati 90 anni fa, e quel che ci piace ricordare è che il nostro simbo-lo (che sarà anche sulla maglia viola, ndr) è ispirato a un bambi-no ricoverato a Firenze. Questo è un momento importante per noi, perché il nostro è un lavoro difficile. Sapere che c’è chi ci sostiene, come la Fiorentina, per noi è fondamentale”.

Sulle maglie il logo di “Save The Children”

Verso l’Europa. Con i bambini

/C.G.

L’INIZIATIVA

Benessere sul lavoro e qualità delle relazioni

5 > 6 Novembre 2010 “Migliorare le relazioni con gli altri e con se stessi: comunicare, comprendersi, incontrarsi.”

3 > 4 Dicembre 2010 “Trasformare la conflittualità interpersonale.”

11 > 12 Febbraio 2011 “Prevenire lo stress e gestire le emozioni negative.”

15 > 16 Aprile 2011 “Incrementare l’autostima, riconoscere e sviluppare le potenzialità.”

10 > 11 Giugno 2011 “Conciliare strategie organizzative e benessere relazionale per migliorare i risultati.”

istituto per il benessere relazionalenelle organizzazioni

• Migliorare l’osservazione di se stessi nel contesto lavorativo • Promuovere la consapevolezza del proprio modello comunicativo-relazionale • Favorire response-ability • Riconoscere ed elaborare vissuti emotivi • Acquisire strumenti per la gestione delle dinamiche comunicative, emotive e relazionali relative al proprio ruolo

CoMe lAvoRiAMo • Le attività in aula sono tenute in forma di seminario-workshop • Ogni sessione è supportata da un incontro individuale di consulenza al ruolo al fine di rendere più funzionali gli apprendimenti • I docenti sono a disposizione per supervisioni on line

I moduli possono essere frequentati singolarmente. Percorso Finanziabile con Voucher Formativi. Sede del percorso Le Bagnese - Scandicci (FI) INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: Tel. +39 055 0120142 | www.human-relations.eu | [email protected]

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Page 38: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

Spesso si pensa che il mondo del calcio sia esclusivamente ad appannaggio degli uomini, ma non è più così, soprattutto da quando il calcetto ha iniziato a diffonder-

si. Infatti, trattandosi di uno sport estremamente tecnico, sta riscuotendo grande successo anche fra le donne. Ne sa qualcosa Valentina Rosini (23 anni) che da sempre coltiva una grande passione: il pallone. Fin da piccola si è cimentata nel calcio, raggiungendo anche alti livelli (ha militato per una stagione in serie A): poi, un po’ per caso, ha incon-trato “l’amore della sua vita”: il calcetto.Com’è nata la passione per il calcio?Sinceramente non lo so, è qualcosa che ho avuto dentro da sempre. Basti pensare che a tre anni ave-vo già la palla fra i piedi.Una passione un po’ insolita per una ragazza: è stato facile seguirla?Beh, ovviamente i miei genitori hanno cercato di dissuadermi in tutti i modi... Mi hanno fatto prova-re tutti gli sport possibili e immaginabili, ma non c’è stato nulla da fare. Alla fine si sono dovuti ras-segnare (sorride Valentina, ndr).Quando è diventato il tuo sport?Da piccolissima, a 10 anni giocavo in quella che, allora, era l’allora unica squadra femminile: l’Acf Firenze. Eravamo poche ragazze e quindi giocava-mo contro i maschi. E la scintilla per il calcetto com’è nata?Per caso, a 13 anni, mi sono iscritta a un torneo estivo a Rosignano e ho visto che era uno sport molto più tecnico, più veloce e basato sulla pre-cisione rispetto al calcio. E’ stato amore a prima vista!Oggi?Oggi gioco nell’Isolotto calcio a 5 e partecipiamo

Quando il pallone si tinge di rosaIL PERSONAGGIO. A tu per tu con Valentina Rosini, 23 anni, giocatrice dell’Isolotto calcio a 5

Carlo Marrone

al Campionato Interregionale Figc con Toscana, Emilia e Umbria. Sono felice di giocare in questa squadra, perché siamo davvero un bel gruppo.In che ruolo gioca?Gioco come laterale, ma le posizioni non hanno molta importanza, perché continuiamo a girare.C’è agonismo?Sì, anche fra donne c’è davvero molto agonismo. Non so come spiegarlo, è diverso rispetto agli uo-mini, ma diciamo che le partite sono molto sentite. Solitamente si pensa che calcio e calcetto siano sport da uomini: si è mai trovata di fronte a pregiudizi?Sì, spesso le persone rimangono sorprese quando gli dico che gioco a calcetto, perché c’è un po’ di pregiudizio. Ma la cosa più divertente è quando partecipiamo a dei tornei misti e vinciamo contro gli uomini. Come si arrabbiano… (ride di gusto Valentina, ndr).Come si potrebbe superare questa diffidenza?Facendolo conoscere e investendo sui settori fem-minili. Ad esempio, quella che è la patria del cal-cetto femminile, la Spagna, investe tantissimo sui vivai e sulle scuole calcio femminili e, non a caso, hanno le giocatrici più forti d’Europa.Perché consiglierebbe di iniziare a giocare?Penso che per iniziare ci voglia, innanzitutto, la passione. Ad ogni modo, consiglierei di iniziare perché è uno sport che ti dà la possibilità di far gruppo e divertirti con altre ragazze. Certo è che, per raggiungere un buon livello, sarebbe bene co-minciare da piccole.

Chi l’ha detto che correre con una sfera tra i piedi sia roba da soli uomini?

Ecco un’intervista che svela l’altra faccia di questo sport. “La cosa più divertente

è partecipare a tornei misti e vincere contro gli uomini. Come si arrabbiano…”

L’Isolotto calcio a 5

sport nel quartiere38 Settembre 2010

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“Questa è la volta buona”. Con aria sicura il vicesinda-co nonché asses-

sore allo sport del Comune di Firenze Dario Nardella ha annunciato ufficial-mente che il prossimo 20 novembre, allo stadio Artemio Franchi, si gioche-rà Italia-Australia di rugby, secondo dei tre Cariparma test match autunnali che la nazionale di Nick Mallett gio-cherà in vista del Sei Nazioni e della Coppa del Mondo 2011 in Nuova Ze-landa. Gli altri impegni sono in pro-gramma il 13 novembre al Bentegodi di Verona contro l’Argentina e, dopo il match fiorentino, il 27 novembre al Braglia di Modena contro le Isole Fiji. “Siamo davvero contenti – ha spiegato il vicesindaco Nardella – di poter entra-re dalla porta principale nel mondo del rugby, con l’incontro più intrigante dei tre in programma. Si tratta di un altro dei grandi eventi sportivi che la nostra città ospita nel corso del 2010. Il rugby è uno sport che sta crescendo e sta rac-cogliendo grandi consensi, perché in-terpreta valori etici e umani”. L’evento sarà promosso direttamente anche in Australia. “Il 28 settembre – ha svelato ancora l’assessore allo sport – volerò, col sindaco Renzi, a Melbourne, in oc-casione dell’assegnazione della sede dei campionati mondiali di ciclismo del 2013 ai quali Firenze, assieme ad altre città toscane, è candidata. E pro-muoveremo anche Italia-Australia di rugby”. La macchina organizzativa è

partita. C’è tanta voglia di dimenticare la questione di Italia-Sudafrica dello scorso anno: partita annunciata e poi spostata a Udine. Soddisfazione anche da parte del vicepresidente federale Nino Saccà: “Volevamo portare a Fi-renze la nazionale nonostante quello che è successo l’anno scorso. Abbia-mo avuto 82mila spettatori a San Siro, proprio un anno fa – ha ricordato Sac-cà – e siamo convinti che anche a Fi-renze ci sarà una grande festa. Inoltre, giochiamo nella città dove ha lavorato per tanto tempo Mario Lodigiani, tec-nico federale di grande valore. Sono convinto che se Mario fosse ancora

tra noi sarebbe contento di questo in-contro al Franchi”. In vista del match si lavora anche per una visita della na-zionale all’ospedale pediatrico Meyer. Ma sono in programma numerose altre iniziative, alcune legate alla promozio-ne del rugby nelle scuole. Finalmen-te, dunque, la palla ovale “sbarca” al Franchi con una partita di grande va-lore e che attirerà numerosi sportivi. E’ già in corso la prevendita dei biglietti nei punti vendita Lis o tramite call cen-ter Lottomatica, al numero 892.982. Si va dagli 80 euro per la tribuna ai 40 per la maratona. Curva Fiesole e Ferrovia a 30 euro. Parterre a 20, 16 e 10 euro.

AZZURRI. A novembre Italia-Australia, dopo il “pasticcio” col Sudafrica

Il grande rugby debutta al FranchiSimone Spadaro

La Nazionale italiana di rugby

La Rari Nantes fa sul serio. Dopo l’addio dell’eterno capitano

Gianni Bruschini, ecco che arriva il primo acquisto: Andrea Razzi, 21 anni, professione centroboa. Un go-leador che aveva già militato nelle fila biancorosse dopo due anni tra-scorsi nella President Bologna in A2. Popovic in primis è contento, e lo stesso giocatore si è detto soddisfatto di ritrovare un ambiente stimolante, giovane e accogliente. Per niente spa-ventato dal salto di categoria, Razzi va a rinforzare una compagine che ha ritrovato in acqua lo splendore di un tempo con un progetto solido e vin-cente. Il suo palmares è di 113 reti in due stagioni, e l’età fa ben sperare per il futuro. La Rari 2010/11 sarà un cocktail di esperienza e tante “apples green”. Sono rimasti, infatti, giocato-

ri d’esperienza come Minetti, il man-cino Sottani e il fuoriclasse Radu. E poi i giovani: Razzi, il nazionale Mugelli, Bini e Pagani, che rappre-sentano già delle basi concrete, quasi come fossero veterani. Sicuramente sarà fondamentale una partenza po-sitiva, perché i fiorentini perderanno, oltre a Bruschini, anche Lapenna. La certezza più grande è la riconferma di

Popovic in panchina: carisma, tecni-ca e qualità di un campione al servi-zio della squadra. Nel gruppo c’è la convinzione che la scelta della linea verde sia la migliore: solo il Recco può permettersi di comprare chi vuo-le e, forse, anche per loro la “musica” potrebbe cambiare. La Rari, però, non dovrà fermarsi e cercare un’al-tra pedina importante se vuole essere competitiva su tre fronti: la Coppa Italia, dove l’obiettivo si chiama final four, il campionato, in cui può essere una sorpresa e agganciare quel quarto posto mancato per un soffio la scorsa stagione, e l’Europa, conquistata con quel quinto posto contro la Lazio. Manca poco per diventare la Rari del decimo scudetto, quello della stella: ma, secondo molti, si può fare, anche perché dalla società la “ciliegina” sta per arrivare, e la Rari vista nella pas-sata stagione stava diventando ogni partita più forte...

PALLANUOTO. Verso la stagione 2010/11

Tra conferme e giovani promesseLa Rari Nantes vuol fare sul serio

/L.M.

Un’azione di gioco

Dopo l’addiodi Bruschiniil primo colpoè stato Razzi

sport

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40 Settembre 2010

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Dopo aver brillato in campo internazio-nale ora c’è una certezza: c’è una stella nel nuoto fiorentino. Chiara Masini Luccetti, infatti, ha messo la freccia,

ed è pronta a sfidare le prime donne del nuoto ita-liano. La piccola campionessa made in Florence, cresciuta nell’Esseci Nuoto, società di Calenzano, non è infatti più una promessa, ma è già una cer-tezza nel panorama del nuoto mondiale. Gli Euro-pei di Budapest che si sono svolti in agosto, con la semifinale conquistata nella velocità, è più di una conferma. Federica Pellegrini e Alessia Filippi sono avvertite: ora c’è una rivale in più (con molti anni in meno). A soli 17 anni, Chiara sta iniziando a volare in acqua. La fiorentina è quasi stordita nel parlare del suo straordinario successo, e sembra ancora sbigottita nel vedere tanti campioni che fino a qualche mese fa sembravano inarrivabili: “Stare con quelle personalità è strano, bello e sti-molante, l’ambiente della Nazionale è fantastico”.Cosa si prova a vestire la maglia azzurra?È un sogno, solo un sogno.Quando ha realmente capito che poteva diven-tare Campione Italiana nei 100 stile libero?Ci ho sperato quando ho saputo che Federica Pel-legrini avrebbe fatto solo i 200, ma sapevo che sa-rebbe stata dura lo stesso.Quando si è resa conto di aver vinto?Ho spinto inizialmente più che potevo, quando ho capito di avere vantaggio non mi sembrava vero, ero medaglia d’oro.Com’è andata nei 200 stile, dove c’era anche la Pellegrini?Ho conquistato la medaglia di bronzo. Ancora è presto per il gradino più alto del podio, ma ci vo-glio provare.

Una nuova stella nel nuoto fi orentinoLorenzo Mossani

L’INTERVISTA. La diciassettenne Chiara Masini Luccetti è già una certezza nel panorama mondiale

Si sta per aprire un altro sipario di “serie A” per il basket fiorentino. Il Fotoama-

tore giocherà infatti, con merito, in A2 an-che nella prossima stagione. La compagine gigliata, che aveva chiuso il campionato per-dendo lo spareggio play-out a fil di sirena, ha acquisito il diritto a rimanere in Serie A grazie alla rinuncia di Porto San Giorgio. Il “roster” della Florence, dopo la partenza di Roberta Racca, dovrebbe rimanere invaria-to, con acquisti solo per migliorare un rosa già competitiva. Confermate, infatti, la bul-gara Liliana Ilieva (nella foto), con la capi-tana Ilaria Stefanini e l’azzurra Clelia Corsi.

Capitolo a parte per il coach, che non sarà più Maurizio Sarti. Squadra in mano ad An-tonio Musolino. Dopo aver interrotto con-sensualmente la propria avventura forlivese, infatti, sarà il tecnico siciliano a guidare la squadra. Oltre al ruolo di allenatore della prima squadra, Musolino sarà responsabile tecnico del settore giovanile, dove segui-rà personalmente l’Under 17 e l’Under 19, costituita da atlete che ruoteranno nel giro della prima squadra. Come ripetuto più vol-te dal presidente Ricci, l’obiettivo rimane la salvezza. Ma, con il ritorno di Francesca D’Erasmo, sognare si può...

Il Fotoamatore resta in A2. E prova a sognareBASKET. Dopo la rinuncia di Porto San Giorgio. Antonio Musolino nuovo coach

/L.M.

Uno sport divertente, che ap-passiona e incuriosisce: si

tratta della canoa polo. La regina di questa disciplina è, naturalmen-te, la Canottieri Comunali Firenze, che quest’estate ha raggiunto uno storico risultato. I biancorossi han-no fatto il massimo e hanno chiuso al terzo posto assoluto nel campio-nato italiano, dopo aver raggiunto i play-off che si sono disputati sul lungomare di Salerno. Le partite si sono giocate tutte in notturna, in una cornice di pubblico davvero importante. Per la società diretta dal presidente Francesco Conforti si tratta di un risultato storico, il migliore degli ultimi dieci anni, tutti vissuti in serie A. Per i “po-chi” che non lo sapessero, la canoa polo altro non è che un gioco con la palla (tipo calcetto, n.d.r.) ma che si disputa in acqua con la ca-noa, mentre la palla si colpisce con la pagaia. La formazione fiorentina ha conquistato il terzo posto contro Palermo, grazie al pareggio per 3-3 nella prima sfida e alla vittoria per 3-1 nella seconda, ed è stata estasi per i tanti tifosi arrivati da Firenze. “Siamo tutti molto contenti di que-sto risultato – conferma il tecnico e giocatore Sizzi – non soltanto per il piazzamento finale, ma anche per

il gioco espresso e l’affiatamento che si era creato in squadra. Anche col Chiavari ce la siamo giocata punto a punto, è stata una partita davvero tirata, sul filo. Siamo un grande gruppo. E ora giocoforza vorremmo ripeterci l’anno prossi-mo. Visti i risultati di quest’anno – aggiunge - ora vogliamo provare a dare continuità a questo gruppo, sperando che magari arrivi a darci una mano qualche valido giova-ne del vivaio o anche un innesto esterno. E’ chiaro che per l’anno prossimo ci piacerebbe puntare ad arrivare in finale. Quest’anno – conclude Sizzi - siamo stati ad un passo”.

LA DISCIPLINA. Storico risultato per la Canottieri Comunali

Alla scoperta della canoa polo

/L.M.

La canoa polo

Da piccola era così brava?Mai stata la numero uno. Mi piaceva questa disciplina, ma soprattutto stare con gli altri. I miei allenatori, che ringrazio, non hanno mai cercato la vittoria nelle catego-rie inferiori, ma di farmi crescere come atleta: e questi sono i risultati.Quindi non ritiene il nuoto uno sport individuale?No, la forza sta nel gruppo: avere i compagni “giusti” in piscina è fondamentale.Anche ai Regionali c’era chi andava più forte di lei?Sì! Ho collezionato tanti piazzamenti e poche vittorie. Quelle sono arrivate col tem-po…Ne arriveranno ancora?Non lo so, è l’acqua a decidere!Il nuoto le “ruba” molto tempo nella vita quotidiana?L’agonismo va curato, devo dedicargli tempo, ma nessun sacrificio: amo questo sport, quindi definirei il nuoto come la passione più grande che ho, tutto qui.Difficile allenarsi e contemporaneamente andare a scuola?All’inizio lo era, ora riesco a fare entrambe le cose, credo che il segreto stia nell’or-ganizzazione. Poi quando arrivano le vittorie tutto diventa più facile...

sport

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“niente di anomalo”, Reporter vorrebbe assicurare i cittadini almeno sulle condi-zioni richieste dall’art. 186, ma tace anche qui sul fatto che manca un progetto pre-ventivamente definito e approvato dalla amministrazione comunale per l’im-piego delle terre di risulta in funzione di un piazzale/deposito ferroviario. Che manca la compatibilità con gli strumenti urbanistici, denunciata anche dall’ARPAT, avendo gli scarichi coperto 5.000 mq. di area vincolata a verde pubblico e 7.000 mq. di “area ferroviaria a raso” senza va-rianti al PRG. Che manca la conformità analitica delle terre di scavo in rapporto alla destinazione di via Piemonte e alle matrici dei terreni censiti ad uso agrico-lo. Il responso dell’ARPAT è che tutte le terre scaricate si caratterizzano in Col. B, incompatibili quindi con la parte a verde pubblico e utilizzabili solo in siti di na-tura commerciale/industriale, ma l’area ferroviaria, come la stessa ARPAT ebbe a rilevare, non è destinata nel PRG “ad “im-pianti” ferroviari. Perché allora affermare che tutto va bene, quando la Cassazione penale ha stabilito che “… in mancanza, anche di una sola delle condizioni pre-viste dalla norma, va senz’altro applicata la disciplina sui rifiuti”?. Manca perfino la relazione finale ex art. 186 sulla gestione delle terre di scavo da parte di RFI spa, a più di dieci mesi dalla conclusione del terrapieno, e ben oltre il termine di un anno fissato per il loro utilizzo, scaduto il quale le terre di scavo sono per legge da considerare rifiuti. E tuttavia nessuna ordinanza di sgombero è stata presa dal Comune... Potremmo fermarci qui, sopra una discarica di rifiuti infatti non si può costruire né progettare alcunchè. Ma le ultime vicende hanno aggravato lo sconcerto e la rabbia degli abitanti, più di 400 famiglie che vivono nei sei gran-di caseggiati che si affacciano intorno. A dicembre fu avanzata al Comune la proposta di invitare RFI spa a presentare un piano dettagliato di sondaggi e pre-lievi esteso all’intera area di via Piemonte, condiviso naturalmente dall’ARPAT. Ma il Comune preferì commissionare una analisi delle terre (esclusi quindi i fanghi e i materiali da demolizioni edili e stra-dali ai quali non è applicabile l’art. 186) allo stesso laboratorio di fiducia di chi ha gestito l’operazione di via Piemonte, disattendendo un elementare principio di imparzialità e terzietà nell’esercizio di una funzione di controllo. Con alcu-ni prelievi da un fazzoletto di terra pari al 4% di tutta la superficie del terrapie-no, tale laboratorio ha annunciato che nell’area a verde le terre di scavo sono in Col. A. Un risultato, come si è detto, completamente opposto a quello con-segnato un anno fa al Comune dall’AR-PAT, l’Agenzia deputata per eccellenza alla protezione ambientale, per la quale tutte le terre scaricate in via Piemonte rientrano invece in Col. B. Come la met-tiamo? Dopo mesi di silenzio, il 21 aprile, i cittadini hanno mostrato in audizione alle Commissioni ambiente e qualità ur-bana del Comune la realtà di via Piemon-te: le immagini di come era, cosa è stato scaricato, come è oggi. La Commissione ambiente approvò un odg di sospensi-va del cantiere, senonchè una settimana prima la Giunta comunale aveva già dato il via ai lavori con una sostanziale “sana-toria”, senza attestare cioè la conformità dei materiali scaricati e del cantiere alle disposizioni di legge. Una specie di con-

dono “fatto in casa”. Su questo vuoto, di garanzie e adempimenti, peraltro non sanabili, viene deliberato (a posteriori) il completamento dell’operazione come variante al Progetto di “Adeguamento idraulico del torrente Mugnone”, coin-volgendo Regione e Provincia, che quel Progetto sottoscrissero, nella costruzio-ne di un deposito ferroviario che nulla ha da vedere con la messa in sicurezza del Mugnone, che le direttive europee proibiscono di costruire in presenza di abitati, causa le ben note vicende, e che comunque appartiene ad autonome scelte infrastrutturali di RFI spa. Il “piano gestione terre”, contenente una ipote-si del genere, fu infatti approvato solo da RFI spa, non si è mai tradotto in un progetto approvato a livello locale. Di più. Con il benestare del Comune, l’area destinata a piazzale/deposito ferroviario viene in questi giorni delimitata dall’area a verde con un imponente muro di ce-mento (quasi 10 metri di altezza con il terrapieno), che attraverserà tutto il fronte stradale della discarica (oltre 250 metri), utilizzando pari pari le barriere di viale Redi (graffiti compresi), senza nep-pure i trattamenti di decontaminazione prescritti ai fini del reimpiego. Un im-patto paesaggistico devastante e inso-stenibile, perfino offensivo, che chiude alla vista ogni orizzonte e altera sfaccia-tamente, in modo irreversibile, la natura ma anche la vita di un’area di pregio e di un quartiere, porta di accesso di Peretola alle Cascine. A questa deriva ambienta-le, allo scempio di ogni decoro (ma in che mani siamo?), si aggiunga che non si tiene conto neanche del conseguente aggravamento dei rischi idrogeologici già evidenziati e denunciati, causa il di-slivello e la mancanza di ogni opera di regimazione delle acque piovane. Sono bastati gli ultimi temporali per vedere il terrapieno smottare verso le strade e i caseggiati, con fanghi e detriti conta-minati e inquinanti. Oltre al persistente acquitrino. Un disastro annunciato, sen-za alcuna tutela per la salute pubblica. Anche se la calura ferragostana non si presta a fastidiosi interrogativi, ci sia con-sentita un’ultima domanda. Ma le 35mila tonnellate di rifiuti speciali che hanno seppellito l’area a verde pubblico ai fini del costruendo piazzale/deposito fer-roviario, e che adesso non servono più, perché il Comune le lascia lì, magari con la promessa di qualche alberino dintor-no (se attecchisce), quando la legge im-pone che le terre di scavo non utilizzate devono essere rapidamente trasferite in discariche controllate?Con molti saluti.

Il Comitato dei cittadini di via Piemonte

L’articolo pubblicato su Il Reporter di agosto non aveva certo l’obiettivo di “convincere o confortare” nessuno, ma soltanto quello di informare i lettori sulle novità in arrivo nell’area. Precisato que-sto, come sempre siamo pronti a dare spazio a chiunque voglia dire la sua sugli argomenti che trattiamo, a dare voce a tutte le parti in causa. E la pubblicazione di questa lunga lettera ne è un’ulteriore conferma.

M.F.

TABERNACOLI E LOGGE,IL “TESORO” DI CASTELLOVi ringrazio molto per la vostra pregevo-

le iniziativa che mi permette di segnalare il grande patrimonio che è presente nel-la zona di Castello e del Sodo delle Par-rocchie di San Michele a Castello e Santa Maria a Quarto. Cinque anni fa i signori Rinaldi che abitano appunto al Sodo mi fecero un grande regalo. Era soltanto un anno che ero stata eletta consigliere comunale e durante le loro abituali pas-seggiate il signor Rinaldi e sua moglie avevano fotografato e documentato con molta cura tutti i tabernacoli e le logge esistenti nella zona (circa 35). Mi donarono la cartella completa perché ne facessi buon uso e mi affrettai ad inoltrarla all’allora assessore alla cultura che recepì questo bel lavoro e lo trasmi-se immediatamente al responsabile dei beni culturali. Ovviamente mi fu risposto che non c’erano i finanziamenti necessa-ri per il restauro delle strutture più dan-neggiate, ma non mi sono ancora data per vinta e confido, anche perché alcune presenze sono in ottime condizioni, di realizzare prima o poi una piccola gui-da che abbia come titolo per esempio: Riflessioni nelle vie di Castello e dintorni alla scoperta di Tabernacoli. Tutta Firenze è costellata di queste presenze, non solo Castello, ma qui fra Madonne con il Bam-bino, Natività, Annunciazioni si trovano, in mezzo alle ville Medicee, tabernacoli e affreschi notevoli che non ci sono in re-altà più. Pontormo dipinse l’affresco per il tabernacolo di via del Boldrone, le cui sinopie di Cristo in Croce con i dolenti e Santo sulla sinistra sono ancora visibi-li, ma adesso l’affresco si può ammirare soltanto agli Uffizi ma il pittore lo dipinse in quel tabernacolo “Vicino al moonaste-rio di Boldrone, in sulla strada che va di lì a Castello, ed in sul canto d’un’altra che saglie al poggio che va a Cercina”, cioè via dell’Osservatorio. Nella chiesa parroc-chiale di San Pio X al Sodo si possono in-vece apprezzare gli affreschi e le sinopie dell’Annunciazione con Angeli e Santi di Paolo Schiavo tolti dalla loggia ubicata in via Reginaldo Giuliani nei pressi del Viottolone, ora fatiscente. Da segnala-re che non sono stati adeguatamente rimpiazzati, come d’obbligo, con copie adeguate.Grazie per l’attenzione.

Anna Soldaniex capogruppo Sinistra Democratica

Consiglio Comunale di Firenze

AUTOBUS, POSTE,RIFIUTI E FORTE BELVEDERE:“LE MIE QUATTRO LAMENTELE”Spettabile redazione:Comincio con le vivissime congratulazio-ni al vostro giornale, che sta diventando una lettura più interessante dei quotidia-ni abituali. La due cose che mi interessa-no di più sono:- le lettere di protesta dei cittadini a “Dico la mia”, cui date voce e spazio molto più che altri giornali. Se un auspicio posso fare, è che gli vengano dedicate anco-ra più pagine e attenzione, magari ap-profondendo alcuni temi con inchieste, sempre nei limiti delle vostre possibilità.- Le preziose notizie su iniziative sponta-nee di singoli cittadini o gruppi di citta-dini nei vari campi (per esempio quella di rivitalizzare le fioriere pubbliche ab-bandonate).Entrambe questi generi di notizie apro-no il cuore perché mostrano che esiste ancora fra i fiorentini una riserva di spirito civico ancora non vanificato dalla verti-

Inviaci le tue lettere [email protected] e segnalazioni:tutto su www.ilreporter.itLettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni

lettere

VIA PIEMONTE,IL COMITATO DICE LA SUASpettabile Redazione, l’ultimo numero di Reporter sulla disca-rica di via Piemonte sembra rivolto più a convincere o confortare se stessi che altri. Affermare però che quanto sta ac-cadendo non è un’opera d’arte, ma nep-pure niente di pericoloso, che senso ha? Una discarica di rifiuti non è un’opinione, nasce a fronte di un sistema normati-vo certo. L’utilizzo delle terre di scavo è possibile solo in “regime di deroga” alla generale disciplina sui rifiuti, subordina-to alle prescrizioni del D.lgs. 152/2006 e D.lgs. 4/2008, pena l’esclusione dalla deroga stessa. Condizione imprescindi-bile è che non siano frammiste a rifiuti speciali, come i fanghi e i materiali da demolizioni edili e stradali, non ammes-si a deroga e da smaltire direttamente in discariche controllate. Ebbene, dal febbraio al settembre 2009 sono state scaricate in via Piemonte più di 80 mila tonnellate di terre del Mugnone miste a cumuli di fanghi e materiali edili e stra-dali (blocchi di cemento, pezzi di asfalto, ceramiche e mattoni, materiali ferrosi, ecc.), documentati giorno dopo giorno da immagini e filmati acquisiti dalla au-torità giudiziaria, che hanno sommerso un’area di oltre 12.000 mq., alzando di tre metri e mezzo il livello dei terreni. La stessa ARPAT, campionando dei cumuli scaricati di circa 300 tonnellate, denun-ciò alle autorità competenti la presenza di materiali edili, cui fece seguito lo smal-timento (certificato da appositi formu-lari) di 78,5 tonnellate di rifiuti speciali, pari nientemeno al 26%. Un dato certo indicativo, ma dà la misura e la natura della “roba” che ha determinato l’esclu-sione dal “regime di deroga”, trasforman-do in discarica abusiva un’intera area in riva d’Arno. Non competono a questo Comitato giudizi conclusivi, ma le sen-tenze confermano un indirizzo costante: l’esclusione delle terre di scavo dal “re-gime di deroga” comporta automatica-mente l’inapplicabilità dell’art. 186 del D.lgs. 152/2006 per il loro utilizzo. Que-sto hanno denunciato i cittadini al Co-mune fin dal luglio 2009, rimasto senza risposta, e oggetto di inchiesta da parte della Procura fiorentina. All’insegna del

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ginosa decadenza etica e culturale del paese. Da quando ho scoperto la rubrica “Dico la mia” mi rimprovero per non riu-scire a trovare il tempo di dare un con-tributo personale. Finalmente oggi l’ho trovato, e vorrei sottoporre 4 lamentele, che riguardano questa o quella delle isti-tuzioni pubbliche o semipubbliche della città.1) Trascorro due ore al giorno in autobus perché abito fra lo stadio e Coverciano e insegno al polo universitario di Novo-li. Vorrei profittare di questi tempi morti per correggere tesi o almeno per legge-re testi che mi aggiornano nelle mie di-scipline. Ma l’ATAF da decenni risparmia (e devolve ad altri fini che non indago per carità di patria) la manutenzione delle sospensioni. Pertanto scrivere qual-cosa su un foglio è impensabile, perché

verrebbe fuori una sequenza di sgorbi che il laureando interpreterebbe come scoppi d’ira. Ma è difficile anche leggere, perché il testo ti sobbalza sotto gli occhi, l’occhio perde il segno e ogni volta devi ricominciare da capo. Due osservazioni e un suggerimento:a) la mancanza cronica di manutenzione delle sospensioni non è una semplice congettura: mi è stata più volte confer-mata, magari a mezza bocca, da autisti in vena di sincerità. Alcuni hanno spon-taneamente aggiunto che non si fa nes-sun genere di manutenzione. Per questo sempre più spesso gli autobus si ferma-no per rotture e ti lasciano in mezzo alla strada. Spero che ora l’ATAF non sotto-porrà a torture i suoi autisti per scoprire le gole profonde e licenziarle in tronco, come simpatica abitudine nazionale.

invia la tua segnalazionealla nostra redazione

[email protected]

Caro signor Giulio,cantieri e lavori stradali stanno diventando un tema sempre più al centro del di-battito nella nostra città. E lo stanno diventando perché, soprattutto da un po’ di tempo a questa parte, ci si è accorti di quanto sia importante riuscire a trovare una soluzione in grado di conciliare nel migliore dei modi gli interventi sulle strade, in molti casi urgenti e necessari, e la delicata viabilità cittadina. Ad esempio, negli ulti-mi mesi hanno esordito anche a Firenze i lavori notturni, effettuati quando in città il traffico è minore e la circolazione riesce a risentirne meno. E questo, a mio avviso, è già un buon punto di partenza, per evitare che i cantieri (e in particolar modo quelli aperti lungo i viali e le strade più strategiche per la viabilità fiorentina) diventino la causa di perenni ingorghi. Questo, però, da solo non basta. Come anche da lei richiesto, servono controlli seri e rigorosi. Controlli sulla qualità dei lavori effettua-ti, ma anche controlli sull’effettivo rispetto dei tempi. I primi per evitare che, poco tempo dopo la conclusione dell’intervento, sia necessario “ritoccare” il lavoro fatto (con doppie spese e disagi per i cittadini), i secondi perché – anche in questo caso per evitare un prolungamento di costi e difficoltà – la conclusione dei cantieri nei tempi previsti diventi la regola, e non più l’eccezione. Anche su queste questioni (a cominciare dal rispetto dei tempi) sembra essersi accesa un’attenzione crescente, e questo non può che essere positivo per la città. Perché non venga più ripetuta l’esperienza fatta con la prima linea della tramvia, quando l’allungamento dei tem-pi dei cantieri ha creato non pochi disagi. Oltre a questo, deve essere anche evitato, come troppo spesso accaduto e come anche dai lei segnalato, che i cantieri lascino indesiderate (e inaccettabili) tracce del loro passaggio. E molto, su questo punto, può essere fatto grazie agli occhi dei cittadini. Continuate a segnalarci episodi di questo genere, noi continueremo a darvi spazio. Per cercare di mettere la parola fine a questi piccoli-grandi esempi di incuria urbana.

Matteo Francini

VIA NARDI E LE “TRACCE” DEI CANTIERI Cara redazione,sono un residente del Q2, e desidero segnalare (ci vorrebbe un lavoro a tempo pie-no) in che modo viene curata l’immagine della nostra povera città, e soprattutto il fatto che vi si possa lavorare impunemente con scarsa (?) serietà e spendendo buoni soldi del contribuente. Veniamo allo specifico: in via Jacopo Nardi, tratto via Masaccio-via Mannelli, si sono sovrapposti ultimamente vari cantieri di lavoro sia per interesse pubblico che privato, con circolazione congestionata (più del solito), semafori posticci, difficoltà di parcheggio prolungatesi inutilmente perché i lavori non venivano eseguiti alle date dichiarate, ecc. Ma c’è di più: per sacrosanti motivi di sicurezza, a causa di uno di questi cantieri ingombrante il marciapiede, sono state poste delle orribili strisce pedonali gialle in... diagonale! Sono rimaste lì un bel po’, ma ci rincuoravamo perché avevano assicurato che erano provvisorie: sarebbe-ro state tolte alla fine dei lavori, e così è stato... solo che adesso sull’asfalto si vedono al loro posto delle ancor più orribili strisce nere (come quando dopo il fascismo si scalpellavano le vecchie scritte per farle sparire...) e questa volta non si prevede che vengano tolte. Così rimarranno decenni ad abbellire la nostra strada già massacrata da toppe e avvallamenti dovuti ad eccessivo carico di mezzi pesanti che scorraz-zano indisturbati sull’asfalto. Per chiudere, dico solo una cosa: ma c’è un’autorità comunale che controlla che i lavori appaltati siano svolti “a regola d’arte” prima di pagarli? E se c’è, chi la controlla?Grazie per l’attenzione,

Giulio

lettere

b) Ho 69 anni e, dato che viaggio molto e non amo guidare, sono ricco di esperien-ze con gli autobus di decine di città ita-liane. Non ho mai trovato autobus che ballano come quelli fiorentini. Persino le rare volte che mi è capitato di prendere autobus in città del terzo mondo non ho trovato nulla di paragonabile ai sobbalzi fiorentini. Abbiamo un record mondiale.c) Immagino che i dirigenti dell’ATAF viaggino in auto blu con autista paga-to dal contribuente, o magari in cocchi trainati da cigni. Non sarebbe male che qualche volta prendessero i loro auto-bus. La storia è piena di imperatori, so-vrani e persino papi che di notte si tra-vestivano e giravano per le strade per constatare lo stato dell’ordine pubblico e del degrado nei vari quartieri delle loro capitali. Almeno il nostro sindaco deci-sionista potrebbe prendere ispirazione da questi sommi. Immagino che all’ATAF la sua voce sarebbe più ascoltata di quel-la di un tapino qualunque come me.2) Ho letto in uno degli ultimi numeri di un anziano che si lamentava perché nel suo quartiere nella parte occidentale della città l’ufficio postale addetto al re-capito pacchi e raccomandate era stato trasferito in capo al mondo, mettendo in grave difficoltà tutti gli utenti non auto-muniti. La stessa identica cosa è successa nel quartiere 2. Anni fa l’ufficio addetto al recapito pacchi e raccomandate era vicino al Ponte di Pino. Quasi tutti i re-sidenti nel quartiere passavano di lì per andare in centro, alla stazione e in molti altri quartieri. Bastava prendere il 10, l’11, il 17 o il 20, scendere, fare 10 passi, poi la coda, poi altri 10 passi e riprendere l’autobus. Abito nel quartiere da 38 anni: finché l’ufficio è stato lì non ho mai per-so più di mezz’ora in tutto. Ora è stato trasferito in Via del Mezzetta: chi non ha macchina ci si può avvicinare con 20, ma farà spesso un bel tratto a piedi per arrivare al 20. La stessa cosa al ritorno. Il tempo che spreco in media per ritirare un pacco o una raccomandata è passa-to da 20 minuti a circa 2 ore, con punte di 3 ore. Nei primi anni dopo lo sposta-mento mi dicevo: nello spazio liberato vorranno costruire un grande parcheg-gio sopraelevato o un supermercato, o altra struttura di utilità pubblica. Invece da tempo immemorabile chi passa con-templa il vecchio e caro edificio in preda all’abbandono. Altro che parcheggio so-praelevato… Per questo glorioso risulta-to i dirigenti delle poste, o chi per loro ha preso la decisione, hanno quadruplicato il tempo medio che la grande maggio-ranza dei cittadini del Q2 deve sprecare per ritirare una raccomandata. Grazie a Lorsignori.3) Sono un antemarcia della raccolta del-la carta, e un fanatico della raccolta diffe-renziata in genere. Ho notato che in tut-to il centro i cassonetti gialli per la carta e quelli marroni per l’umido brillano per totale assenza, e quelli blu per l’indiffe-renziato sono piuttosto rari. Come mi spiego il fenomeno? Semplice: i camion che raccolgono i rifiuti trovano difficile manovrare nelle strette vie del centro. E io trovo difficile darmi un’altra spiega-zione. Tanto più che ho l’eccezione che conferma la regola. Sui bordi della via di scorrimento veloce che attraversa Piazza Indipendenza fa bella mostra di sé una fila di almeno dieci cassonetti blu. Reste-ranno sempre semivuoti, perché sono tantissimi e perché relativamente pochi

pedoni hanno occasione di traversare Piazza Indipendenza a piedi. In com-penso gli autisti del Quadrifoglio stanno molto comodi quando scaricano i cas-sonetti nei loro camion. E possono fare anche meno corse perché i cassonetti ci mettono mesi a riempirsi. E’ un caso classico di eterogenesi dei fini: è il fine precipuo della raccolta (avere una gran massa di rifiuti differenziati) resta lettera morta perché si rende difficile l’atto del conferimento dei cittadini mettendo i cassonetti quanto più lontano possibile a dove abitano e lavorano; lo strumento (agevolare le corse dei camion che vuo-tano i cassonetti) diventa l’unico vero fine, che ingoia il fine dichiarato.4) L’altro giorno ho accompagnati dei colleghi scandinavi a vedere il Forte Bel-vedere - la cosa più bella della città. Fatta tutta la Costa San Giorgio con le lingue di fuori abbiamo scoperto che era tutto chiuso per quella ragazza che nel buio è cascata di sotto e si è ammazzata. A parte il commento sull’episodio in sé (avevo notato anch’io la pericolosità di quell’assenza di parapetto: non ci vole-va Cassandra per prevedere disgrazie) faccio notare che la struttura è chiusa da almeno un anno, e - a quanto si capisce - sine die. Se dipende dalla sorte della causa, per un paio di secoli. E così Firen-ze sacrifica all’irresponsabilità e all’inerzia dei burokrati la sua cosa più bella.Non mi illudo che queste mie proteste servano a qualcosa. Ma è già una soddi-sfazione passare dal mugugno passivo alla protesta aperta e argomentata.Cordiali saluti.

Alberto Marradi

“IL MIO SOGNO (IMPOSSIBILE)DI DIVENTARE ARTIGIANO”Gentile redazione de Il Reporter,lavoro in una cooperativa sociale e paral-lelamente faccio l’artigiano e sto tentan-do invano di regolarizzarmi come tale, cercando un fondo da adibire a labora-torio, per poi aprire regolare partita Iva. A parole è molto semplice, mentre nei fatti è praticamente impossibile. Da mesi sto cercando un piccolo fondo, di una venti-na di metri quadrati, accatastato C1 (ne-gozio) o C3 (laboratorio), ad un prezzo “decoroso”. I prezzi lievitano e per trovare qualcosa di apprezzabile bisogna uscire dalla città. Mi chiedo: come può un gio-vane anche solo pensare di mettersi in proprio, con uno stipendio da mille euro, un affitto da pagare per avere un tetto sulla testa e pensare di crescere? La scel-ta sembra chiara: o casa o laboratorio. Scelgo casa, ma che frustrazione.

PIAZZA S. JACOPINO,QUALI I TEMPI DEI LAVORI?Gentile redazione,vi scrivo per avere notizie riguardo i lavori che devono iniziare in piazza S. Jacopino. Il giorno 20 marzo ore 21 nella sala della Parrocchia con la presenza del presiden-te del Quartiere 1 e di tante persone, fu detto che i lavori sarebbero iniziati entro breve tempo, i soldi per tale opera pron-ti. Ancora una volta sono stati utilizzati per altre piazze come è già avvenuto? Vi prego di dare notizia nella prossima edi-zione, se possibile, e tante grazie per lo spazio che ci date.Distintamente,

Mario

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Errata Corrige

Domeniche del fi orentinoDal 12 settembreMusei civici

Al contrario di quanto era stato scritto lo scorso mese, l’apertura gratuita ai musei civici riservata ai residenti a Firenze e provincia (possibile se si è in possesso della tes-sera “Un bacione a Firenze”, da ritirare presso gli Urp) non è il sabato ma la domenica e, dopo una pausa estiva, ripren-derà il 12 settembre e andrà avanti con cadenza mensile.

Festival

Ultra - Festival di letteraturaDal 16 al 25 settembreLuoghi vari

Dieci giorni di workshop, incontri, dibattiti e lectures con scrittori toscani e non. Un festival che vuole riaccendere l’attenzione sull’universo della scrittura mettendo a diretto contatto chi i libri li produce e chi li legge, aprendo un dibattito sulle nuove fron-tiere della letteratura. Ad un anno dalla nascita, il festival si ripromette di crescere, cambiando forma, allargan-dosi, e proponendo un tema saliente: la comunità ospitale. Questa idea di comunità è da intendersi come luogo di scambio, di attività e di accoglienza e baratto di idee, ma anche di rigenerazione in-terna di una visione della città distorta, quella che ci parla di una Firenze inospitale e restia all’incontro. La formula scelta, per scongiurare questa visione e incarnare questa modalità ospitale, è inedita in Italia: un festival di residenze, con scrittori e artisti della

parola, ospitati in varie zone della città e in dialogo con tutor locali omologhi.

Concerti

Gigi d’AlessioQuesto sono io Tour25 settembreNelson Mandela Forum

Torna a Firenze Gigi d’Alessio, che l’8 giugno ha cominciato a distribuire il nuovo album “Semplicemente sei”, ad un anno di distanza dal prece-dente “6 come sei”. Il disco è stato anticipato dal singolo “Vita”.

Eventi

NextechDal16 al 18 settembreStazione Leopolda

Torna come ogni anno l’appuntamento con la musica elettronica alla Stazione Leopolda. Nextech è il festival che per tre giorni riunisce nella città del giglio i dj più famosi della scena elettronica internazionale. La nuova edizione di Nextech Festival conferma la formula di successo delle edizioni pre-cedenti, che prevede attività dall’ora dell’aperitivo a notte inoltrata, con una importan-te novità: un’installazione affi data al team di Architettura Sonora della B&C Speackers, azienda leader mondiale nella produzione di componenti

audio professionali, e partner di Nextech Festival dal 2008. Architettura Sonora nasce dall’incontro multidisciplinare fra sound designer, architetti, progettisti elettroacustici e sistemisti audio per offrire all’architettura una Rivoluzio-naria Esperienza Sonora.

Noisia al Mix’d up1 ottobreViper Theatre - Firenze

Dopo le numerose anteprime di luglio al Parco di San Salvi arriva fi nalmente la tanto atte-sa seconda edizione di MIX’D UP. L’evento, fi rmato Switch – creative social network & Gold – brand streetwear, vie-ne proposto in occasione del 7° compleanno del marchio d’abbigliamento e avrà l’onore di ospitare quest’anno il dj set dei NOISIA, una delle crew più attive nel panorama drum ‘n’ bass internazionale. L’identità della manifestazione, che fi n dall’inizio si misurava con il trip hop e l’elettronica, subi-sce un alterazione e accoglie in se elementi breackbeat e breackcore.La schiera di artisti che infl uenzano la musica dei NOISIA è abbastanza consi-derevole, si va dai Prodigy a James Brown, da Miles Davis a Konfl ict, le loro produzioni tuttavia risentono com’è abbastanza ovvio di una marcata impronta dancefl oor facilmente intuibile fi n dal primo ascolto. Nel corso degli ultimi anni sono molti i riconoscimenti che sono stati tributati al trio olandese composto da Nik

Roos, Thijs de Vlieger and Martijn van Sonderen;

Luoghi

Tè con le farfalleFino al 25 settembreSerra del giardino dell’Orticoltura - Firenze

Va avanti fi no alla fi ne del mese l’apertura ecceziona-le della serra del giardino dell’Orticoltura - fi no a poco tempo fa chiusa e inutilizzata - all’interno della quale conti-nua a fare bella mostra di sè l’esposizione di farfalle prove-nienti da tutto il mondo. Colori sgargianti e la possibilità di sorseggiare un drink tra un battito d’ali e l’altro rendono il luogo ancora più magico.

Le mostre

I grandi bronzi del battistero. Rustici e Leonardo Dal 10 settembre al 10 gennaio 2011Museo nazionale del Bargello

Punto focale della mostra è il capolavoro del Rustici, la Predica del Battista, gruppo scultoreo di tre grandiose fi gure in bronzo alla cui progettazione e realizzazione partecipò Leonardo da Vinci e che fu innalzato sopra la Porta Nord del Battistero fi orentino nel 1511. L’opera è stata sottoposta ad un impegnativo restauro (portato a compi-mento nel 2008), che ne ha restituito lo splendore di ma-teria e concezione: impresa questa sostenuta dall’Opera del Duomo di Firenze e dal generoso contributo dei “Friends of Florence”.La presenza in mostra del monumentale gruppo sculto-reo offre una duplice, imman-

cabile opportunità: da un lato, di dimostrare il contributo di Leonardo alla sua creazione attraverso il confronto con autografi leonardeschi e dall’altro, di ricostruire per la prima volta la personalità artistica del Rustici, messa in luce dagli ultimi studi.

Vinum nostrum, arte scienza e miti del vino nella civiltà del Mediterraneo anticoFino al 15 maggio 2011 Museo degli Argenti di Palazzo Pitti

Seguendo un andamento cro-nologico, la mostra illusterà l’origine della vinicoltura nel Vicino Oriente, la sua piena affermazione con relativi signifi cati religiosi e cultirali nel mondo ellenico, fi no alla produzione e diffusione del vino su ampia scala operata dai Romani. In virtù della felice situazione archeologica delle città vesuviane sarà il-lustrato il caso particolare dei vigneti di Pompei, mentre un altro spazio della mostra sarà dedicato allo straordinario contributo da Fenici e struschi i quali giocarono un ruolo essenziale nella diffusione della coltivazione della vitis vionifera nel Mediterraneo.

Caravaggio e i caravaggeschi a FirenzeFino al 17 ottobreGalleria degli Uffi zi - Galleria Palatina - Villa BardiniFino al 17 ottobre 2010 nelle sale degli Uffi zi, della Galleria Palatina di Palazzo Pitti e di Villa Bardini, rimarrà aperta la mostra dedicata a Caravaggio e alla sua scuola in occa-sione del quarto centenario della morte del grande artista seicentesco. L’esposizione, curata da Giovanni Papi, riprende il titolo e l’ispirazione

dalla pionieristica di Eveli-na Borea e propone, dopo anni di studi e di ricerche scientifi che, una rassegna di opere molto più ampia e quasi completamente rinnovata, un viaggio alla scoperta del caravaggismo internazionale. Centro della mostra sono i sei capolavori della Palatina e degli Uffi zi: il Bacco, L’amorino dormiente, la Medusa, i Cava-denti, il sacrifi cio di Isacco e il cavaliere di Malta.

Firenze e gli antichi Paesi Bassi. Dialoghi artistici, 1430-1530Fino al 26 ottobreGalleria Palatina

La mostra si propone di offrire una panoramica delle opere olandesi presenti a Firenze nel periodo 1430-1530, attrave-sro una scelta mirata di capo-lavori dei grandi maestri, da Jan van Eyck a Luca di Leida, commissionati e acquistati dai banchieri e mercanti fi orentini impegnati per i loro affari a Bruges. Quelle opere spesso di piccolo formato, soggetti sacri o ritratti legati a formare dittici e trittici dipinti anche sul verso divennero modelli di tecnica pittorica e di soluzioni iconografi che per la produ-zione dei maestri fi orentini e delle loro botteghe.

Sagre

Sagra della Val d’ArbiaDal 18 al 26 settembreBuonconvento - Siena

L’appuntamento, che nasce sulle ceneri dell’antica fi era del bestiame è una serie di giornate all’insegna della degustazione di prodotti tipici accompagnata da spettacoli e incontri sportivi che mettono allegria e salutano così la bella stagione che se ne va.

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Page 47: Il reporter-Quartiere4-settembre2010

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FIRENZE

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BAGNO A RIPOLI, collinare, splendida villa sudue livelli ottima esposizione circondata daparco; composta da grande salone con ca-mino, sala pranzo, cucina abitabile, 3 camere,2 bagni. Grande taverna con cucina, sala ca-mino, 4a camera e 3ºbagno.

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CALDINE collinare, in posizione molto panora-mica, porzione terratetto di villa del 1.300,composta da cucina, dispensa, salone con ca-mino, 2 camere, 2 bagni oltre cantina,lavanderiae posti auto ☎335 7678437 - 331 8532086

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FIESOLE/S.DOMENICO meravigliosa villa ’800,libera su 4 lati attualmente divisa in 3 unità perun totale di 450 mq. Completano la proprietàpiscina, depandance, garage e 2.300 mq digiardino. Oggetto di grande pregio. Trattativariservata ☎335 7678437 - 331 8532086

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IMPRUNETA pressi,in zona residenziale ottimaesposizione, villetta terratetto di recente costru-zione, composta da salone, cucina abitabile, 3camere, 3 bagni, taverna con camino, grandeterrazza panoramica, garage, lavanderia, can-tina, posto auto e orto con alberi da frutto.Ottime rifiniture, super accessoriata€ 690.000,00 trattabili

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MONTELORO splendida porzione di villa, li-bera su tre lati, in posizione dominante e pa-noramica. P.t: sala di rappresentanza, altra sala,cucina abitabile, vari accessori.p.1.: 2 camerematrimoniali accessoriate, camera singola,stu-dio, terrazza loggiata 50 mq. Giardino e piscinacondominiali,tre posti auto.

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PIAN DEL MUGNONE (fiesole) porzione di vil-letta bifamiliare con ingresso indipendente 115mq. Composta da 5 vani oltre bagno ripostiglioterrazze cantina garage e giardino di 800 mq.€ 700.000 ☎055 676246

S.DONATO immersa nel verde, bellissima po-sizione (no autostrada), splendida villa di circa400 mq circondata da 3000 mq di parco e 150mq di balconi e logge. Possibilità di fraziona-mento € 1.300.000,00 trattabili

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VILLAMAGNA in villetta a schiera bifamiliareappartamento di 170 mq disposto su 2 livellicon 2 ingressi volendo divisibile per 2 nucleifamiliari oltre giardino e terreno con ulivi epiante da frutto per 1.330 mq. € 450.000,00

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MUGELLO

BARBERINO DI MUGELLO In contesto residen-ziale villetta centrale con giardino di 300 mqcirca,composta da: ingresso soggiorno, cucinae servizio al piano terra. Al piano primo cameramatrimoniale, cameretta,bagno e 2 terrazza alpiano interrato garage, taverna con camino elavanderia.rv/9 € 285.000

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GALLIANO In zona residenziale villetta capo-schiera con giardino composta da al piano terraingresso,ampio salone con balcone,cucina conaccesso sul giardino e servizio. Al piano primo2 camere matrimoniali,1 cameretta e bagno ol-tre garage taverna e lavanderia al piano semin-terrato.rif.rgv1 € 330.000 ☎055 8416555

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RUFINA piacevolissima villetta indipendente inperfette condizioni: taverna con grande cucinain muratura e caminetto, 2 camere, doppi ser-vizi, guardaroba, dispensa, studio oltre a bal-coni e splendido giardino attrezzato. RIF.R2/22€ 500.000 ☎055 8386386

SIECI Meravigliosa villa indipendente libera su4 lati circondata da giardino composta da cu-cina abitabile con sala pranzo, salone, 3 ca-mere, 3 bagni, oltre studio e 4a camera in man-sarda. Completano la proprietà cantina,lavanderia, garage/taverna e bellissima terrazzaa tasca. Oggetto di grande fascino perfette con-dizioni.possibilità di divisione € 790.000,00

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OLMO, di Fiesole, spettacolare villa in pietra,circa 350 mq libera su 4 lati con ampi saloni,camini originali già divisa in 2 unità, oltre an-nesso di 80 mq.circondata da terreno di circa15.000 mq, possibilità di frazionarla in più unitào adatta per agriturismo . € 1.400.000,00

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PONTASSIEVE PRESSI in posizione dominantee panoramica, splendida colonica in pietra confienile indipendente di mq.400 circa di cuimq.170 finemente ristrutturati. Completa la pro-prietà un terreno agricolo di circa un ettaro inparte olivato. Sorgente d’acqua di proprietà.€ 950.000,00 Ag. Imm. Bianchi e Grappolini

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VALDISIEVE

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