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Il ruolo delle attività terminalistiche nel nuovo corridoio multimodale Italia-Svizzera: scenari e prospettive Varese. 11 marzo 2017 Lanfranco Senn - Oliviero Baccelli con Francesco Barontini e Raffaele Galdi Professore Emerito - Università Commerciale L. Bocconi, Milano Direttore CERTeT - Università Commerciale L. Bocconi e Coordinatore MEMIT - Master in Economia e Management dei Trasporti, della Logistica e delle Infrastrutture Asse ferroviario del San Gottardo: scenario per la regione transfrontaliera insubrica Una visione sul lungo termine per realizzare entro il 2030/35 una linea completa nel corridoio Anversa/Rotterdam-Svizzera- Milano-Genova

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Il ruolo delle attività terminalistiche nel nuovo corridoio multimodale Italia-Svizzera:

scenari e prospettive

Varese. 11 marzo 2017

�Lanfranco Senn - Oliviero Baccelli

con Francesco Barontini e Raffaele Galdi

Professore Emerito - Università Commerciale L. Bocconi, Milano

Direttore CERTeT - Università Commerciale L. Bocconi e Coordinatore MEMIT - Master in Economia e Management

dei Trasporti, della Logistica e delle Infrastrutture

Asse ferroviario del San Gottardo: scenario per la regione transfrontaliera insubrica Una visione sul lungo termine per realizzare entro il 2030/35 una linea completa nel corridoio

Anversa/Rotterdam-Svizzera- Milano-Genova

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Obiettivi e contesto della ricerca

Obiettivi - Analizzare le dinamiche dei traffici intermodali ferroviari nazionali ed

internazionali per comprendere la coerenza fra gli scenari di domanda e offerta terminalistica nella regione logistica lungo il corridoio del core network del programma Connecting Europe Facility (CEF) Reno-Alpi nel Nord Ovest d’Italia.

Offrire una valutazione economica in termini di territorial economic footprint degli effetti del mancato adeguamento dei terminal dell’area alle esigenze della domanda stimata

La rilevanza del contesto di analisi - Le analisi e le valutazioni mirano a contribuire alla pianificazione di un’area, definibile come regione logistica milanese, compresa fra i vertici di Novara ad Ovest, Brescia ad Est, Rivalta Scrivia a Sud e Piacenza a Sud Est, considerata fra le prime tre a livello europeo per rilevanza nel settore intermodale ferroviario, insieme a Rotterdam-Venlo e Duisburg-Kohln.

Gli accordi Italia- Svizzera - I Governi di Italia e Svizzera hanno siglato un Memorandum of Understanding e specifici accordi il 17.12.2012 a Roma e il 28.01.14 a Berna in modo da condividere pienamente le strategie di sviluppo sia delle reti ferroviarie transfrontaliere sia la localizzazione dei nuovi terminal intermodali dedicati a gestire lo sviluppo dei traffici.

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Il quadro di contesto del trasporto ferroviario

Il ruolo dei traffici transalpini ferroviari - Il 63% del traffico ferroviario in Italia riguarda volumi di merce movimentata su tratte internazionali. Circa il 55% del totale dei traffici ferroviari dell’Italia con l’estero riguarda i valichi svizzeri del San Gottardo e del Sempione, attraverso i quali nel 2015 sono state movimentate quasi 27 milioni di tonnellate, segnando un + 3,3% rispetto al 2014 a cui è seguito un +7,7% nel I° sem. del 2016

Le tendenze:

• Un forte sviluppo della quota di mercato del trasporto ferroviario sul totale dei traffici transalpini via Svizzera, che è passata dal 62,6% del 2010 al 71,2% del primo semestre 2016.

• La crescita del traffico combinato non accompagnato, che al 2015 rappresenta il 53% del totale degli scambi attraverso le Alpi da e per l’Italia e il 64% di quelli tramite le Alpi svizzere.

• Una riduzione della rilevanza del trasporto ferroviario di tipo tradizionale a carri completi.

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Le dinamiche del traffico combinato non accompagnato

(TCNA) attraverso le direttrici transalpine svizzere

Il TCNA è la tipologia di trasporto ferroviario prevalente su questa direttrice passando dai 9 milioni di tonnellate nel 2000 a 17,2 milioni di tonnellate nel 2015 con una market share che passa dal 46% al 63%.

Andamento dei traffici ferroviari fra Italia e Svizzera (2000= 100, espressi in tonn)

Fonte: CERTeT su dati Alpinfo e Ufficio Federale dei Trasporti (2016)

Fra il 2000 e il 2016, il tasso di crescita medio annuo del TCNA è stato del 4,5%, grazie ad importanti politiche di incentivazione e investimenti infrastrutturali rilevanti, che andranno a completamento entro il 2020 (Gottardo, Corridoio 4 metri, tunnel del Ceneri)

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L’analisi sui 626 servizi intermodali settimanali dei 14

terminal del nord ovest offerti da 26 operatori su 110

collegamenti coinvolgendo 70 terminal

Classificazione in quadranti e per volumi dei terminal Nord Ovest in base al numero di partenze settimanali

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La Germania è il primo partner con 217 servizi settimanali, il 74% dei quali attivi verso i terminal di Busto Arsizio e quello di Novara. Seguono il Belgio, con 108 servizi settimanali ed i Paesi Bassi con 99 servizi. In pratica, non considerando i servizi domestici, si sottolinea come il 90% dei collegamenti intermodali attivi tra la regione logistica milanese e l’Europa facciano riferimento a tre Stati: Germania, Paesi Bassi e Belgio.

Partenze settimanali attive dai terminal del Nord Ovest

BE CH DE NL DK LX ES FR HU RM PL IT Tot.

1. GALLARATE 7 - 7 - - - - - - - - - 14

2. BUSTO A./GALLARATE 24 5 73 34 4 - 2 - - - - 15 157

3. NOVARA CIM 32 - 29 25 - - - 6 - - - 5 97

4. NOVARA BOSCHETTO 6 - 58 - - - - 6 - - - - 70

Totale ambito nord-ovest 69 5 167 59 4 - 2 12 - - - 20 338

5. MELZO 1 2 13 17 - - - - 2 - - 42 77

6. MILANO SEGRATE 21 - 8 5 - - - 10 - - - 25 69

7. MILANO SMIST. MESSINA - - - - - - - - - - - 2 2

8. MILANO SMISTAMENTO - - 5 - - - - - - - - 24 29

9. BRESCIA - - 13 3 - - - - - - - 16 32

Totale ambito nord-est 22 2 39 25 - - - 10 2 - - 109 209

10. CAVATIGOZZI - - 6 - - - - - - - - - 6

11. LODI - - - - - 2 - - - - - - 2

12. PIACENZA 12 - 5 3 - - - - - 2 3 19 44

Totale ambito sud-est 12 - 11 3 - 2 - - - 2 3 19 52

13. MORTARA 5 1 - 12 - - - - - - - - 18

14. RIVALTA SCRIVIA ITC - - - - - - - - - - - 9 9

Totale ambito sud-ovest 5 1 - 12 - - - - - - - 9 27

Totale 108 8 217 99 4 2 2 22 2 2 3 157 626

L’analisi sui servizi intermodali dei terminal del nord ovest

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I driver del cambiamento sui traffici intermodali ferroviari

da e per la regione logistica milanese al 2030

• Infrastrutturali Maggior competitività del trasporto ferroviario intermodale grazie al completamento dei principali interventi infrastrutturali in grado di incidere sui moduli, sagome e costi di trazioni al 2020 su tutte le direttrici transalpine, dopo la fine del 2021 sulle direttrici da e per i porti liguri, mentre sulla direttrice l’adeguamento è previso già dalla fine del 2018 e per la linea storica fra Bologna e Firenze l’adeguamento è previsto al 2022.

• Politica dei trasportiGraduale riduzione degli importanti incentivi al trasporto ferroviario attraverso la Svizzera con annullamento previsto al 2024.Sviluppo delle politiche di ferrobonus fra il 2017 e il 2019 per i traffici intermodali in territorio italiano.

• Andamenti socioeconomici degli interscambi internazionali intra UE Trend di crescita del 2,5% all’anno sulla direttrice lungo il corridoio Mediterraneo verso Ovest (scenario compliance). Trend di crescita del 2,23% all’anno sulla direttrice lungo il corridoio Reno Alpi (scenario compliance)

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Sintesi dei trend stimati nella regione logistica del Nord

Ovest: oltre 1 milione di UTI aggiuntive al 2030FONTE: ELABORAZIONI CERTET

Tipologia di traffici intermodali

N° di invii

stimato al

2016 (in.000)

N° di invii

stimato al

2020 (in.000)

N° di invii

stimato al

2025 (in.000)

N° di invii

stimato al

2030 (in.000)

Tasso di

crescita 2016-2030

Flussi combinato strada/rotaia cono/d terrestre transalpino

823 963 1.221 1.39268%

Flussi di traffico autostradaviaggiante transalpina

108 108 0 0nd

Flussi di combinato mare/rotaia con

o/d porti del Nord Europa294 344 393 448 52%

Flussi combinato strada/rotaia cono/d terrestre nazionale

214 300 357 407 90%

Flussi di combinato mare/rotaia cono/d porti del Nord Tirreno e Adriatico

138 249 348 397 188%

Totale 1.578 1.964 2.319 2.644 68%

Fra il 2016 e il 2030 si prevede di passare da un traffico di 1,578 milioni di UTI (di cui il 77,6% su direttrici internazionali) a 2,644 milioni, di cui il 69,5% di tipo internazionale, evidenziando uno sviluppo complessivo del 68,8% pari a 1,066 mila invii aggiuntivi, con un tasso di crescita medio del 3,8% annuo.

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Sintesi della capacità di movimentazioni al 2016 e 2021 nei

diversi quadranti della regione logistica del Nord Ovest

La stima della capacità dei 14 terminal ha richiesto un’attenzione su numerosi fattori, che si intrecciano fra di loro. In particolare le caratteristiche di tipo ferroviario (modulo lungo le direttrici di traffico dei servizi attuali e previsti, numerosità e lunghezza dei binari a disposizione per la composizione dei treni, aree di manovra ferroviaria, possibilità di condivisione dei locomotori di manovra con altri impianti), di tipo terminalistico(numerosità e tipologia di gru – se semovente o a ponte), di tipo stradale (accessibilità rispetto alla rete), oltreché di natura regolatoria, ad esempio dettata da obblighi rispetto

agli orari di apertura che impediscono l’operatività 24 ore su 24 e 7 giorni su sette.

Contesto geografico

Capacità di movimentazione

terminalistica al 2016

Capacità di movimentazione

terminalistica al 2021

Incremento capacità terminalistica stimato fra

il 2016 e il 2021

Totale Quadrante Nord Est 643 752 17,0%

Totale Quadrante Sud Est 194 240 23,6%

Totale Quadrante Sud Ovest 236 318 35,1%

Totale Quadrante Nord Ovest 960 1.194 24,4%

Totale 2.032 2.504 23,2%

Fonte: Elaborazioni CERTeT

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La differenza fra domanda e offerta di movimentazione

terminalistica fra il 2016 e il 2030 nei diversi quadranti

Contesto geografico2016 2020 2025 2030

Totale QuadranteNord Est 138 61 -98 -217

Totale QuadranteSud Est 58 3 -24 -51

Totale QuadranteSud Ovest 165 224 201 185

Totale QuadranteNord Ovest 201 185 37 -124

Totale 562 473 117 -208

Dal quadro di sintesi emerge la necessità di nuova offerta terminalistica per far fronte allo sviluppo previsto già al 2020 in tre quadranti su quattro tenendo conto che per offrire un servizio efficiente è necessario avere richiede margini operativi di circa il 20% per rispondere ai picchi di traffico Agli orizzonti temporali successivi il gap fra domanda e offerta aumenta, con il conseguente rischio di shift modale sulla gomma di un numero rilevante di spedizioni potenzialmente gestibili attraverso il sistema del trasporto intermodale.

Fonte: Elaborazioni CERTeT, dati in migliaia di UTI

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Un focus sul quadrante più problematico:

Il gap fra domanda e offerta terminalistica

nel quadrante nord est

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Gli effetti sul territorial economic footprint della diversione

modale da intermodale ferroviario a tutto strada al 2016

Tipologia di trasporto

Stima fatturato

complessivo attività di

trasporto (inMln di Euro)

Percentuale di territorialeconomicfootprint

(on-shore)

Stima territorialeconomicfootprint

(on-shore, in mln di

Euro)

Valore del off-shoreeconomic footprintin mln di Euro)

Valore off-shore

economic foootprintper UTI (in

Euro)

Caso autotrasporto con 50%aziende dell’Europa centroOrientale

1.538 74,6% 1.149 388 246

Caso servizi intermodali ferroviari1.538 97,6% 1.501 37 23,5

Differenziale 351 222,8

L'approccio qui proposto mira ad evidenziare come, nell'attuale contesto in cui il ruolo delle imprese di autotrasporto dell'Europa Centro orientale è dominante nei traffici di media e lunga distanza terrestri intra UE, le politiche per il trasporto intermodale ferroviario siano paragonabili a politiche di attrazione alla localizzazione di impresa tipiche di policy industriali (logiche on-shoring e di back sourcing per favorire l’occupazione locale)..

Fonte: Elaborazioni CERTeT, dati riferiti alla regione logistica in analisi

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Gli effetti sul territorial economic footprint

della diversione modale da intermodale ferroviario

a tutto strada fra il 2020 e il 2030

Il valore dell’off-shore economicfootprint conseguente ad una politica di mancato adeguamento alle esigenze della domanda fra il 2020 e il 2030 è pari a 470 milioni di Euro.Le policy per lo sviluppo dei terminal non esauriscono i loro effetti sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale del sistema dei trasporti per l’intera Europa, ma permettono di evitare che una quota del valore economico dei servizi di trasporto sia sostanzialmente delocalizzato off-shore (nei paesi produttori di petrolio e nell’Europa Centro Orientale dove sono localizzate il 50% delle imprese che potenzialmente potrebbero sostituire i servizi di trasporto intermodale) rispetto ai territori attraversati (Italia e nazioni coinvolte nel corridoio Reno-Alpi).

Anno

N° di UTI stimati

deviati da

intermodale

ferroviario a via gomma

Valore dell’

off-shore

economic

footprint

(=222,8 Euro per UTI)

2020 122.986 27.401.269

2021 126.032 28.079.956

2022 129.078 28.758.644

2023 132.124 29.437.331

2024 135.171 30.116.018

2025 138.217 30.794.706

2026 180.411 40.195.573

2027 222.605 49.596.441

2028 264.799 58.997.308

2029 306.994 68.398.176

2030 349.188 77.799.043

Totale 2.107.605 469.574.465Fonte: Elaborazioni CERTeT, dati riferiti alla regione logistica in analisi