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Il salto quantico in medicina
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Ai miei tre figli, Daniele, Alessandro, Matteo.
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Ai miei tre figli, Daniele, Alessandro, Matteo.
L ’ u o m o
v i s t o d a l p u n t o d i v i s t a b i o f i s i c o
c o n t r a p p o s t o a l b i o c h i m i c o
e i n t e g r a z i o n e d e l l e d u e v i s i o n i
p e r u n a m a g g i o r e c o m p r e n s i o n e d i
c o m e f u n z i o n i a m o
a n c h e i n r a p p o r t o a l l ’ a m b i e n t e
i n c u i v i v i a m o
e c o n c u i i n t e r r e a g i a m o
“ L a v e r i t a ’ a s s o l u t a n o n e s i s t e …
Il salto quantico in
medicina 2010
La verità assoluta non esiste….
E’ vero tutto….
Ma è vero anche il contrario di tutto…
OVVERO NON E’ VERO NULLA
Tiziano Gastaldi
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Queste righe redatte nel modo col quale ho sempre affrontato gli argomenti che mi interessavano, apparentemente casuale ma determinato da tutto ciò che poteva interessare il discorso che ho sempre avuto in testa e che volevo chiarire a tutti i costi e renderlo comprensibile agli altri, sapendo di partire per un’impresa quasi impossibile visto il mio modo di relazionarmi con i problemi, costituiscono “lo sgabuzzino” dove ho provato a fare ordine, dopo aver raccolto disordinatamente gli appunti che mi sentivo in dovere di tenere, quando mi chiedevano di andare a cercare di spiegare ai colleghi, in giro per l’Italia, ciò che stava avvenendo, con i macchinari che venivano presentati, e dando anche una spiegazione scientifica dei risultati che potevano facilmente essere verificati anche su pazienti particolarmente impegnativi, ma che avrebbero dovuto essere attesi dopo un certo periodo di applicazioni effettuate secondo criteri particolari, completamenti diversi da quelli cui è uso il medico tradizionale, e anche il non tradizionale. Nel frattempo, conoscendo la classe medica e il suo modo di relazionarsi con un certo tipo di novità, sapendo che l’impatto di quello che potevo loro raccontare avrebbe dato la stessa impressione di ciò che racconta un venditore di tappeti persiani fatti in Cina, avevo cercato, e cerco tuttora, di rintracciare tutto ciò che è stato scritto provato e verificato, da illustri scienziati che hanno dedicato la loro opera a questi argomenti, per poterlo invocare quale alleato da contrapporre all’indifferenza degli ascoltatori che avrebbero dovuto essere distolti dal loro stato di presunta sapienza, per essere trasportati in un nuovo livello dove avrebbero potuto anche sentirsi completamente “vergini”. Se si fosse scatenato anche un minimo dubbio con successivo interesse, l’argomento che si affronta è forse uno dei più interessanti e vasti. Con una nuova voglia di cercare di capire nuovi livelli dell’universo e di ciò che lo compone, e quindi anche l’uomo, si possono avere nuove risposte e molte certezze possono ritornare incerte, mentre fatti accettati per “fede” possono avere una spiegazione scientifica. La storia dell’umanità dovrebbe insegnarci che spesso l’apparenza inganna e che i nostri sensi visibili e invisibili danno a ognuno di noi un’immagine dell’esistente che è singolare e sempre diversa da quella che percepisce il nostro vicino, non fosse altro che per il diverso angolo di visuale. Ma per fortuna non è solo quello. Lo scibile umano è arrivato a livelli tali che difficilmente si ritrova oggi chi si dedica all’universale, mentre tutti di dedicano alla specializzazione pensando che questa sia la soluzione, o che sia la soluzione più facile in quanto possedere una visione globale diventa compito arduo dovendosi affrontare un numero tale di argomenti e talmente distanti apparentemente gli uni dagli altri che l’impresa di affrontarla assume l’aspetto dell’impossibile o del “troppo impegnativo”. Purtroppo all’universale vi si dedicano dei personaggi presuntuosi e irresponsabili che, trovando “terreno fertile” e soprattutto “libero”, lo fanno loro senza avere la minima cognizione scientifica e delegando i vari particolari che trovano sul loro percorso, ai vari specialisti che, correttamente, danno la loro spiegazione perfettamente adattabile a quel
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particolare e per quel livello, ma che non può essere utilizzata universalmente. Oggi il ritrovare “lungimiranza” è diventato una delle cose più rare, e ancora più raro è trovare “lungimiranza onesta” e “lungimiranza finalizzata al benessere comune”. Compito dell’uomo, se vogliamo dare un qualsiasi significato alla vita, è di cercare le strade migliori per offrire nuovi orizzonti e nuove opportunità all’umanità, per vivere una migliore qualità di vita, senza condizionare il futuro delle generazioni a venire, a partire dai nostri figli e nostri nipoti, ma anche ai loro discendenti. Oggi sarebbe, a mio microscopico giudizio, preferibile eliminare in modo definitivo il concetto di malattia, che è un’entità astratta se avulsa dal contesto del singolo essere umano dove si manifesta, e che la trasforma in qualcosa di unico, personale e diverso, rispetto alla stessa “malattia” in un altro soggetto. Codificare e schematizzare “la malattia” sono concetti da superare, come è da superare il concetto di curare le malattie, sostituendolo col concetto di curare la persona. Con questo criterio diventa più logico analizzare la condizione e le reazioni dell’essere umano inserito nell’ambiente esterno, e con “dentro di sé” un altro infinito ambiente in cui vivono miliardi e miliardi di esseri, e in questo livello, la figura dello “specialista” diventa subordinata alla figura del coordinatore necessario per “mettere insieme” tutti i dati specialistici ,dei vari particolari diversi anche come funzionamento. Durante questo percorso mi scapparono frasi storiche inizialmente ritenute offensive, ma che avevano unicamente lo scopo di provocare come ad esempio “Lo specialista è colui che sa tutto di nulla, il generalista è colui che sa nulla di tutto”, oppure “quando finalmente riesci a capire una cosa, questa è già cambiata e devi capirla di nuovo”. Tutto ció che è qui raccolto, deriva dagli appunti delle mie esperienze professionali di medico di medicina generale, attività esercitata in ambienti differenti in Italia ed in Svizzera per oltre 27 anni, di medico specialista in Reumatologia, attività esercitata per 23 anni, di Ortopedico, specialità che non ho mai conseguito perché “ai miei tempi” esisteva un tirocinio abilitante, dopo in quale potevi essere assunto come assistente, e guadagnarti poi sul campo il titolo dopo 5 anni di attività, cosa che non riuscii a ultimare in quanto entrai in conflitto col mio Primario che assunse nel medesimo reparto il proprio figlio in barba alla normativa, sacrificando me, figlio di una infermiera e di un operaio dell’italsider. Non conseguii la specialità in Ortopedia perché lo stesso mio Primario era inviso al direttore della scuola di specialità di Genova e quindi per evitare problemi, che ebbi egualmente, scelsi una branca affine e complementare. Tornando allo scopo di queste righe, devo dire che se fossi stato esclusivamente un chirurgo, giammai mi sarei posto determinate questioni, e avrei sicuramente continuato a pensare al bisturi, alle protesi, ai menischi, alle sintesi, alle osteotomie, alle artroscopie,e a tutto ciò di cui si occupa l’Ortopedico, che dedica sicuramente molto meno tempo alla terapia farmacologia e sicuramente nessun tempo ai rapporti del paziente con l’ambiente; viceversa, come specialista reumatologo, ma ancora di più come generalista, ero arrivato ad un punto della mia carriera professionale, quando la maggior parte dei colleghi è impegnato a pensare a come mettersi da parte una cospicua pensione da poter vivere serenamente la propria vecchiaia, potendo finalmente fare qualche cosa di piacevole, dopo una vita dedicata alla professione, che ebbi una ulteriore “crisi mistica”.
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Buona parte di colpa nella genesi di questo periodo di “riverifica” è da attribuirsi al mio coinvolgimento in un divorzio devastante, con due figli piccoli che ho perso come padre, anche se non ero molto distante da loro, al punto di farmi rivivere esaminare, e rimettere in discussione, tutta l’essenza della società e della politica, e soprattutto le “convenzioni” su cui tutto il “sistema vita” e organizzazione sociale si reggeva. Non a caso ho utilizzato il passato, perché quello che vediamo oggi ci sta mostrando delle oscillazioni enormi del sistema che, se non adeguatamente puntellato, rischia di cadere fragorosamente, travolgendo tutto e tutti, al pari dei terremoti che stanno distruggendo porzioni sempre più importanti del mondo, decimando alcuni popoli della terra. In questa visione “apocalittica”, più e più volte ho invocato un “novello diluvio” che spazzasse “gli irresponsabili” e i “parassiti”, non certamente gli innocenti, ma subito dopo, pentito per aver pensato quella semplice e facile “non soluzione”, mi sono dedicato a cercare di rimettere in moto il pensiero cercando di liberarlo dagli antiche retaggi e di isolarlo dalla contaminazione di pensieri già pensati come indiscutibili. L’ambito a me più congeniale per trovare il mio “cogito ergo sum” non poteva essere che la mia professione di medico, revisionando in maniera critica, scientifica e meno statistica, ciò che viene utilizzato nella pratica quotidiana, per gestire il paziente, dalle patologie più comuni, alle più complesse. Da una parte, non si può che riscontrare il fallimento della politica con l’inadeguatezza dei politici, in assenza di una classe intellettuale e mancanza totale di nuovi filosofi ispiranti nuovi modelli, con volontà e programmi politici che non rispondono per nulla ai bisogni dei popoli e dell’ambiente, di cui dovrebbe, la politica con i suoi rappresentanti, rappresentare la volontà, non facendolo per nulla, anzi, rappresentando la volontà di chi, detenendo il potere, pensa di essere l’unica realtà, l’unico particolare del sistema, degno di stabilire le regole universali, con esito finale di produzione di norme e meccanismi funzionali per quel particolare che, diventando prevalente, sta distruggendo il sistema che lo contiene e che, alla fine distruggerà anche se stesso. Dall’altra parte, come medico, come specialista e conoscitore del sistema essendone parte integrante mi rendevo sempre più conto del superamento dei metodi di ricerca e valutazione in campo sanitario, e soprattutto che, l’evoluzione dell’industria farmaceutica sta portando verso eccessi esasperati che non tengono conto di regole fondamentali a partire dal “Primum non nocere” Ippocratico memento che non fa parte del giuramento di Ippocrate, che sarebbe giusto ricordare ai non medici, ma soprattutto ai medici. Per motivi logistici non ho mai prestato quel giuramento, chiesi successivamente al mio ordine di Alessandria di poterlo pronunciare assieme ai colleghi neolaureati, ma questa mia richiesta non venne mai esaudita, e oggi penso di essere l’unico medico a non averlo trasgredito solo per il fatto di non averlo mai sottoscritto. Questo è il giuramento antico: “Io Giuro su Apollo medico e Asclepio e Igeia e Panacea e su tutti gli dei e le dee prendendoli a miei testimoni che porterò a compimento secondo il mio potere ed il mio giudizio questo giuramento e questo impegno scritto: di ritenere colui che mi ha insegnato quest'arte alla pari dei miei genitori e di avere con lui comunanza di vita e nelle sue necessità di fargli da parte del mio; e che la stirpe sua giudicherò alla pari di fratelli in linea maschile e che insegnerò loro
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quest'arte nel caso vogliano istruirvisi senza onorario e impegno scritto, e dei precetti e lezioni e di tutto il resto dell'istruzione di farne parte ai figli miei e a quelli di chi mi ha insegnato e agli studenti che si sono impegnati per scritto ed hanno giurato secondo l'uso medico, ma a nessun'altro. Farò uso delle misure dietetiche per il giovamento dei pazienti secondo il mio potere ed il mio giudizio e mi asterrò da nocumento e ingiustizia. E non darò neppure un farmaco mortale a nessuno per quanto richiesto nè proporrò un tal consiglio; ed ugualmente neppure darò ad una donna un pessario abortivo. Ma pura e pia conserverò la mia vita e la mia arte. E non procederò ad incisioni neppure su chi ha il mal di pietra (calcoli – operarli significava condannarli a morte certa), ma lascerò questo intervento agli operatori. In quante case io entri mai, vi giungerò per il giovamento dei pazienti tenendomi fuori da ogni ingiustizia volontaria e da ogni altro guasto, particolarmente da atti sessuali sulle persone si di donne che di uomini, sia liberi che schiavi. Quel che io nel corso della cura o anche a prescindere dalla cura o veda o senta della vita degli uomini, che non bisogna in ogni caso andar fuori a raccontare, lo tacerò ritenendo che in tali cose si sia tenuti al segreto. Portando dunque a compimento questo giuramento e non violandolo mi sia dato di avere il frutto della vita e dell'arte, famoso presso tutti gli uomini per sempre nel tempo, ma trasgredendolo e spergiurando, il contrario di ciò. E questo il giuramento moderno: Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, GIURO: di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento; di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale; di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente; di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona non utilizzerò mai le mie conoscenze; di prestare la mia opera con diligenza, perizia e prudenza secondo scienza e coscienza ed osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione; di affidare la mia reputazione esclusivamente alle mie capacità professionali ed alle mie doti morali; di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della categoria; di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni; di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai
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sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica; di prestare assistenza d'urgenza a qualsiasi infermo che ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'Autorità competente; di rispettare e facilitare in ogni caso il diritto del malato alla libera scelta del suo medico tenuto conto che il rapporto tra medico e paziente è fondato sulla fiducia e in ogni caso sul reciproco rispetto; di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato. Sia nel vecchio che nel nuovo giuramento, sono contenute proposizioni che sono evidentemente violate quotidianamente; ma che senso ha prestare questo giuramento in base alle condizioni di lavoro attuali e in base ai metodi di ricerca medica attuali? Per fortuna non ho prestato tale giuramento perché esercitando come medico, seguendo gli iter imposti, la trasgressione diventa automatica. Perché questo giuramento non è imposto anche a chi decide come i medici devono lavorare? O forse è implicito in questo giuramento che siano i “MEDICI” gli unici competenti in ambito medico? I politici e “gli altri” decidono quanto investire in medicina, ma dopo devono lasciare lo spazio esclusivamente ai medici e anche i giudici non possono e non devono giudicare i medici che possono essere a giusta ragione giudicati solo da medici. I giudici, dopo la condanna medica, per atti medici, possono giudicare quale sia la pena da infliggere. Non è questione di proteggere una casta che casta non è, ma di proteggere il cittadino e la medicina dagli assalti dei commercianti che speculano su tutto con un unico motto “vendere anche l’inutile a chi non ne ha bisogno per fare profitto”. Avevo da sempre avuto bisogno di risposte precise sul perché e sul per come di ogni cosa, e quando le risposte non erano logiche o giustificabili scientificamente, non ero mai soddisfatto e non riuscivo a seguire le indicazioni. Non mi sono mai accontentato del “è così perché è così!”. Nulla per fede, ritenendo la fede utile, ma non sostitutiva della scienza. Se c’è una spiegazione scientifica, questa non deve essere messa in discussione dalla fede, che deve rivedere in quel caso alcuni suoi dogmi che magari sono diventati dogmi per imporre abitudini di vita onde garantire comportamenti più salutari. Un esempio è l’aver dichiarato le mucche animali sacri in una zona dove mangiare la carne di mucca poteva esporre a contagi di malattie parassitarie. Come fai a dire ad un indiano che muore di fame di non mangiare la carne di Mucca? Rendi la mucca animale sacro e il povero e denutrito indiano muore di fame ma non mangia la mucca. Di esempi del genere ce ne sono tantissimi, e i dieci comandamenti sono esemplari. Se tutti coloro che vanno in Chiesa la domenica rispettassero quelle semplici 10 regole, tutto il mondo vivrebbe meglio, ci sarebbe più giustizia, ci sarebbe meno dolore e sofferenza, e la famiglia sarebbe ancora un valore su cui, sempre a mio microscopico giudizio, fondare una reale società civile. Io non volevo essere iscritto a medicina, ma ad ingegneria. Mia madre , strumentista del reparto di ortopedia, mentre ero ingessato sino al collo per una frattura vertebrale per un incidente motociclistico, passione che mi trascino addosso ancora tutt’oggi, andando a
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Genova con un mio carissimo amico, Luigi, morto a Cuba per rottura dell’osso del collo dopo un tuffo nell’oceano, mi iscrisse a medicina, dicendomi che ad ingegneria c’erano troppi iscritti. Quell’anno fu il boom degli iscritti a medicina, da non trovare posto durante le lezioni, che io tra l’altro iniziai a frequentare oltre sei mesi dopo, visto la mia impossibilitata presenza per causa di forza maggiore. Rimanendo ricoverato per oltre 1 mese in quel reparto, in una cameretta da privilegiato, conobbi moltissimi atleti famosi e così iniziò ad arridermi anche l’idea di fare l’ortopedico, vista la sala operatoria che era molto simile ad una officina e la sala gessi che sembrava un atelier da stuccatore. Tra mille e mille difficoltà, soprattutto con chimica e biochimica che detestavo in maniera preminente, riuscii a completare l’intero corso di laurea di 6 anni in nove anni, ma col record degli esami sostenuti l’ultimo anno. Se il mio voto di laurea fosse dipeso dagli esami dell’ultimo anno avrei tranquillamente raggiunto il classico 110 e lode, con una tesi sperimentale tra l’altro, ma i voti dei primi anni, trascinavano la mia media ampiamente al di sotto del 100. Mi rifeci con l’esame di stato prendendo il massimo e mettendo anche in difficoltà uno dei professori che mi interrogò facendomi una domanda trabocchetto in Ortopedia, argomento che andava a cercare per mettere in difficoltà i neo medici, sapendo che era un argomento ostico a tutti. Mi chiese se sapevo cosa era la sindrome di Morton, ed io candidamente gli risposi con un’altra domanda “quale intende? Tipo 1° o tipo 2°?”, a questa mia risposta tutti i professori che stavano interrogando gli altri medici si fermarono per vedere cosa sarebbe accaduto da li in avanti, ma non accadde nulla e venne così positivamente terminato il mio esame di abilitazione. Mi chiese poi, vedendo da dove arrivavo, se conoscevo il mio futuro Primario, e dicendogli che frequentavo l’ospedale della mia città da qualche anno, mi disse di salutargli il Professore e si rasserenò. Un’altra esperienza della mia vita che mi ha poi spinto verso la medicina quantica, è un passatempo che ho coltivato da sempre: la radioricetrasmissione. La mia prima radio trasmittente mi venne imprestata da un mio compagno di scuola, era un mattoncino da 1 watt due canali, e ci parlavamo da casa a casa. Successivamente mi venne regalata da mio zio Peppino, personaggio che ebbe una vita sfortunatissima, con un tragico epilogo, persona buonissima, di una bontà esagerata, di cui molti approfittarono, una radio tokai con potenza di 5 watt e 23 canali quarzati. Con quella apparecchiatura, un giorno riuscii a parlare col Brasile dal terrazzo della mia casa, con una piccola antenna dipolo che mi ero costruito. Mangiava le pile come se fossero cioccolatini. Fu da quelle esperienze che capii l’importanza del mezzo di trasmissione e delle antenne. Mi dedicai allo studio degli aeriali e dei materiali e come svago, dalla radiotrasmissione pura e semplice si passò alla costruzione delle antenne e collegamenti effettuati solo usando ciò che facevo artigianalmente. A quei tempi non c’era né computer né cellulare e poter parlare con persone dall’altra parte del mondo in tempo reale, senza alcun filo che ci collegasse, era affascinante. Chi si occupa di trasmissioni radio sa benissimo che la cosa più importante non è l’apparecchiatura trasmittente, ma l’antenna che ha il compito di riuscire a captare e a far
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captare i segnali. “La radio da un dollaro e l’antenna da cento dollari”, cosí dicevano gli americani che poi si compravano radio da diecimila dollari e altrettante smisurate antenne. Le mie antenne costavano solo molto e molto tempo di prove e di esperimenti, avendo anche a disposizione la strumentazione che è necessaria per rendere visibili e per misurare i campi elettromagnetici, la loro frequenza, le onde stazionarie delle antenne; si potevano anche vedere, col tramite degli strumenti, i vari lobi di irradiazione delle antenne. Utilizzando anche frequenze allora proibite, avendo esercitato per anni l’attività di pirata dell’aria, senza mai fare del male a nessuno, anzi utilizzando anche quelle comunicazioni per dare assistenza medica ad amici in altre parti del mondo, avevo anche esaudito un mio sogno: costruire una antenna cubica di otto elementi per la frequenza dei 27 Mhz ovvero 11 metri. Quando misi l’antenna sul tetto, del paese vicino al Monte Rosa, dove ero medico condotto e dove tutti tolleravano le mie antenne e i miei disturbi nelle loro televisioni, l’antenna sembrava un grande ombrello sotto il quale si nascondeva la minuscola casa. Non la tenni su molto perché il motore che doveva girarla era piccolo e si ruppe nel giro di poco, ed inoltre non era logico usare un tale mostro per le piccole necessità, ma l’esperimento ne valse la pena. Ognuno degli otto quadrati che la costituiva aveva un perimetro variante da 10 a 12 metri e mezzo, e la distanza di ogni quadrato dall’altro variava da 1 metro e venti a 2 metri e 80 cm. Questo per rendersi conto delle misure. Con questi antecedenti e con l’esperienza maturata nel campo dei segnali elettromagnetici, mi fu facile entrare da subito nell’ordine di idee della comunicazione cellulare, soprattutto immaginando la struttura elicoidale del DNA che assomigliava tantissimo ad una antenna denominata “trombone”. Immaginando che le cellule comunicassero tra di loro con segnali magnetici, anche la chimica adesso poteva avere un senso. In fondo la pila che genera energia, viene prodotta da composti chimici opportunamente mescolati. Ho sempre detestato la chimica, assurda, tutta da imparare e memoria, nulla da capire…. Solo da studiare…. E il troppo studio consuma il cervello…. Meglio allenarlo a capire… difatti lo risparmiai molto durante i nove anni del corso di laurea, ma tutto quello che mi entrava e mi rimaneva era stato metabolizzato e anche capito e non studiato semplicemente. Proseguendo il percorso, annoiato dalla routine, cercai di arrivare alle posizioni massime nel campo della medicina generale; seguiti tutti i corsi che c’erano, feci tutto quello che un medico di medicina generale puó fare per crescere professionalmente e sindacalmente. Venni inserito negli elenchi regionali del Piemonte, dapprima come medico animatore di formazione e tutor, poi come docente in medicina generale e poi come valutatore dei neolaureati in medicina qualora avessero voluto dedicarsi alla specialità di medicina generale. A livello sindacale venni eletto nel comitato centrale dello SNAMI e a livello scientifico assunsi alcune cariche all’interno della SNAMID del Piemonte e di Alessandria e ottenni l’accredito al ministero della salute come provider per organizzare i corsi ECM allestendone parecchi definiti anche di notevole interesse scientifico. Lavorai tutto da solo perché avevo inizialmente pochi iscritti sia al sindacato che alla societá scientifica nella mia ASL, ma poi questi crebbero e i corsi ECM che la “nostra”
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associazione scientifica organizzava erano frequentatissimi. L’ASBIMEN accademia per lo studio della Biorisonanza Magnetica Pulsante e Medicine Naturali mi chiamò per far parte della direzione scientifica e venni inviato in parecchi centri, compresa universitá e ospedali a tenere relazioni e lezioni inerenti al tema “biorisonanza” e a mostrare le applicazioni pratiche degli strumenti disponibili. Tra le altre strutture, ricordo l’IST di Milano, Istituto Scientifico Tumori, dove la metodologia venne applicata in pazienti terminali affetti da forme diverse di cancro, per poter intervenire sul dolore e ridurre l’utilizzo di morfina, ridando ancora la possibilità di vita di relazione a pazienti gravissimi. Presentai anche un lavoro documentato radiologicamente, di una paziente affetta da mesotelioma pleurico avanzato, stabilizzato radiologicamente dopo 8 mesi di terapia con la biorisonanza, ma soprattutto nettamente migliorata clinicamente. La paziente però, decedette, quando ad un successivo controllo, trovandola migliorata, i colleghi oncologi decisero di sottoporla a chemioterapia, una nuova tipologia di farmaco, specifica per tumori intestinali, ma che sarebbe stata molto adatta a lei. L’exitus avvenne per complicanze cardiache dopo la prima applicazione. Inizialmente, non le venne proposta nessuna terapia, per la gravità del quadro, con il riscontro di una cotenna pleurica di oltre 8 cm di spessore. Solo dopo il sopravvenuto miglioramento clinico questa ulteriore terapia venne proposta. La mia soddisfazione, nonostante il dolore della perdita, visto che conoscevo molto bene la paziente ed i suoi famigliari, fu anche di aver permesso ancora alcuni mesi di vita serena e con gioia di vivere ad una paziente che era stata condannata da un severo giudizio iniziale: il tumore è talmente avanzato che è inutile fare terapie di fondo, che però dopo vennero fatte. In quel periodo ero in ferie per cui non ebbi la possibilità di esprimere giudizi circa le nuove decisioni. Venni a conoscenza del fatto solo dopo l’applicazione del ciclo chemioterapico quando insorsero repentini gli effetti collaterali. Ricordo però con affetto la telefonata del di lei marito che, dopo alcuni mesi di applicazioni di biorisonanza mi disse di aver trovato la moglie alzata a lavare i pavimenti, cosa che non riusciva più a fare da mesi e che era riuscita a fare sentendosi nuovamente viva con voglia di vivere. Prima di laurearmi, con l’unico obiettivo di diventare ortopedico, criticavo molto la professione del medico di base, vedendo come si lavorava, scrivania, ricette, certificati, e mi dicevo: “piuttosto che fare il medico di base resto disoccupato!” Dopo laureato, avendo prole, per poterla mantenere, svolsi quella professione per 27 anni, e spero di averla praticata nel migliore dei modi, ma questo dovrà essere chiesto ai miei pazienti, non sicuramente ai colleghi con i quali ero spesso in conflitto, e nemmeno ai colleghi sindacalisti che io accusavo sempre di cercare contratti finalizzati allo stipendio e non alla qualità del lavoro. Sarà forse per questo mio modo di pormi che non sono diventato ricco o semplicemente agiato e ancora oggi tribolo per pagare il mutuo alla banca Svizzera degli scandali UBS al 4,2% di interesse, sentendomi spremuto da una struttura che la logica avrebbe voluto ridimensionare in seguito ad una dimostrata gestione definibile eufemisticamente opaca ed in seguito agli scandali a tutti noti, l’istituto avrebbe dovuto scusarsi con i propri clienti, soprattutto quelli che pagano gli errori dei loro dirigenti pagati tantissimo egualmente.
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Ero all’apice della carriera, non c’erano altri traguardi da raggiungere, ma c’era l’infelicità della distruzione della famiglia determinata da un divorzio scaturito dalla perdita di fiducia nella madre dei miei figli e mi mancava una compagna affidabile con cui condividere il resto della vita. La donna ha una testa e un modo di ragionare, e mi scuso con le altre donne, che non vede oltre determinate distanze; spesso discuto con le rappresentanti dell’altro sesso e a volte sono d’accordo con loro, la donna è mediamente più intelligente dell’uomo, ma nessuna donna intelligente, raggiunge i livelli di un uomo intelligente (naturalmente ci sono le eccezioni e naturalmente questa è una provocazione). Per la donna ho coniato questo motteggio: La donna vede il granello di polvere dove l’uomo non vede la duna di sabbia, ma non si accorge del deserto che l’uomo sta guardando per poterlo attraversare. Tutte queste frasi derivano da esperienze personali e generalizzare è ridicolo, ma anche queste fanno parti del mio passato e non le rinnego, a volte le riconfermo con forza sperando sempre di incontrare le eccezioni. Il discorso però può anche essere invertito e ci saranno molte donne che si sono trovate nella mia situazione nei confronti di maschi. Aggiungo per completare l’opera questa: “Mi dissocio dal genere maschile preservando il privilegio di rimanere eterosessuale”. Questo perché l’immagine dell’uomo che si è fatta la donna deriva da quella media e mediocre dei maschi che condiziona nell’immaginario collettivo femminile lo stereotipo maschile di un essere bisessuale con pisello in mezzo alle gambe e la patata in fronte, che però è contrapposta all’altra immagine della donna che è seduta sulla propria fortuna. Avendo questi gravi problemi che avevano generato una sorta di prevenzione contro le donne, trovai una compagna che era completamente diversa da qualsiasi donna avessi incontrato sino ad allora; non fu amore, ma stima rispetto e condivisione dei problemi e mutuo aiuto; è una farmacista Svizzera, molto piú giovane di me, ma anche lei con problemi di relazione che però cerco di superare giorno per giorno… anche lei ha sempre avuto problemi di relazione con i maschi e aveva alcuni luoghi comuni; lei ha sempre detto: Italiani bla bla…. e i medici poi…. Ha sposato un medico italiano e ci ha anche fatto un figlio. Non volendo Lei in nessun modo venire in Italia, la relazione a distanza non poteva avere futuro, cosí, all’apice della carriera mi trasferii in Svizzera dove lavorai per la SUVA (il corrispondente dell’INAIL Italiana) per 3 anni. Lavoro indigeribile e causa di mobbing per quello che dovevo vedere e che dovevo tollerare; scrissi una e-mail nella quale davo gli estremi ad un collega che voleva venire a lavorare qui, e ne inviai copia al mio superiore medico che sapeva del mio disagio e di quello che accadeva, ma non interveniva mai se non nel dirmi pazienza, vedrai che le cose cambieranno; lo usavo da memoria di tutti i soprusi che dovevo quotidianamente subire; in quella e-mail dicevo al collega di presentare la domanda, ma di non dire che mi conosceva visti i pregiudizi che si erano creati nei miei confronti, dissi a quanto ammontava lo stipendio, dissi che i medici mancavano e che quindi avevano bisogno, dissi di esagerare nel fornire il curriculum, ovvero di metterci tutto, dissi che il direttore era “particolare” e dissi che non sapevo cosa c’era sotto. Il caro collega superiore girò l’e-mail al direttore che ebbe finalmente l’occasione di togliersi dai piedi un medico che faceva il medico e che non si lasciva facilmente
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condizionare nei suoi giudizi da una amministrazione che aveva obiettivi completamente diversi. Adesso siamo in causa e io ho 3 anni di fotocopie di documenti che riprovano cosa è accaduto. Ma l’avvocato svizzero non ha voluto procedere…chissà perché. In Italia fatti del genere, se verificati avrebbero condotto ad uno scandalo di enorme valenza, con risvolti internazionali, in quanto esistono tra Svizzera ed Italia accordi bilaterali che andrebbe verificato se sono rispettati, in primis la libertà di cura in Italia di pazienti che lavorano in Svizzera e sono assicurati in Svizzera. Dopo aver interrotto il rapporto di lavoro con la SUVA, ritrovandomi disoccupato, con un figlio di 22 mesi da mantenere, un mutuo decennale al 4,2% di una casa in Svizzera vicino al posto di lavoro che non c’era piú, decisi di fare quello che mi appassionava, e che secondo me aveva un senso logico e non si basava sulla statistica per poterne definire l’efficacia, ma su leggi fisiche dimostrate con potenzialità da verificare e da dimostrare. Mi dedicai così alla ricerca di un nuovo posto di lavoro e anche a cercare di allargare le mie conoscenze e la mia esperienza nel campo della fisica quantistica, per completare il quadro, ora che finalmente avevo una risposta, anche se parziale, ai miei interrogativi di medico che non si accontenta di mettere in pratica le esperienze altrui. Appare ora chiaro anche come si forma il tumore e i moderni studi di epigenetica che si occupano di altri livelli, confermano quanto è derivato dalle mie osservazioni e ragionamenti. E’ solo il primo passo; davanti a me un campo vergine da fecondare, sperando di trovare altri alleati e non solo avversari che hanno paura di dover invertire la rotta avendo investito tutta una vita in quello che fanno, non avendo il coraggio di fare ogni tanto una rivalutazione critica dello stato dell’arte. Con questi precedenti e con la fedina penale pulita, ma anche con la coscienza pulita, non essendomi mai venduto a chi sponsorizza la ricerca, adesso, e nel modo in cui un meccanico prestato alla medicina è capace di fare, ho raccolto tutto quanto in questi anni avevo ammassato nel mio sgabuzzino virtuale dove chiunque poteva andare a mettere il naso, sperando che quanto scritto, osservato, provato, valutato e ora recensito, possa essere utile a chi vorrá andare avanti, magari avendo più competenze di me. Il difficile è aprire la porta e avere la volontà di farlo perché mettere in discussione tutta una vita di studi e modi di operare è devastante e nel mio caso l’ho fatto perché ho avuto la vita devastata e forse, se non ci fosse stata questa “devastazione” mai e poi mai avrei avuto quel tipo di reazione e nuovo approccio alla realtà. Venni anche richiamato a far parte della direzione scientifica e di coordinamento della ricerca da una ditta gestita da un ambiguo personaggio che difficilmente mantiene i contratti che stipula; lavorai per lui per parecchi mesi, gli fornii materiale e contatti, e avendo questo altri obiettivi, mi manteneva all’oscuro di quanto aveva in testa e di quanto faceva, lavorando col piede in non due ma 3 o 4 scarpe, e dimenticandosi di onorare gli impegni, soprattutto quelli finanziari. Spesso vedo miei scritti mai pagati, usati da Lui, ma va bene lo stesso. Adesso ho cercato nuovi alleati, vecchi amici affidabili e nuovi amici, per ricostruire un team per portare avanti la ricerca e la sperimentazione dopo che questi orizzonti sono ormai visibili da tempo e dai quali sono visibili nuovi orizzonti, per ridare ai cittadini nuova fiducia nella classe medica che dimostri di essere aperta, vigile, cosciente umana e confacente al giuramento di Ippocrate.
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Siamo ancora in piena evoluzione, ma è giunto il momento che si ponga un primo importante tassello per iscritto, sicuramente in breve tempo obsoleto, ma che serva anche per capire come si è arrivati al punto in cui saremo quando queste righe verranno lette. Questa quindi è la prima raccolta di notizie per i non fisici, con i quali ci si scusa per l’inappropriatezza del linguaggio, scritta da un non fisico, ma da un grande utilizzatore pratico delle nuove biotecnologie. Questo libro viene completamente dedicato ai tre figli, Daniele, Alessandro e Matteo con i quali mi scuso di non aver potuto dare loro una famiglia felice, serena e soprattutto tranquilla.
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Gli studi statistici:
Questo è un esempio di terminologia utilizzata in statistica:
Il metodo di presentazione dei risultati:Medici, amministratori sanitari e
pazienti sono più entusiasti nei confronti degli interventi terapeutici
presentati con misure di efficacia relativa, che hanno la capacità di
enfatizzarne l’efficacia.(Naylor CD, et al. Ann Intern Med 1992- Forrow L,
et al. Am J Med 1992- Bobbio M, et al. Lancet 1994- Bucher HC, et al.
BMJ 1994- Fahey T, et al. BMJ 1995 – Hux JE, et al. Med Decis Making
1995).
Number Needed to Treat (NNT):
Incorpora il rischio basale del pazienteE’ facile da calcolare e da
utilizzare Consente di esprimere nella stessa unità di misura (il
paziente) sia i benefi che i rischi di un intervento preventivo
Fornisce una misura oggettiva dei costi (diretti ed indiretti) di un
intervento preventivo.
Consente di confrontare diversi interventi preventivi per pianificare le
strategie di politica sanitaria(Cartabellotta A, et al. Epidemiol & Pre
1997)
Il rischio basale:• Il beneficio che il paziente individuale può ottenere da
un intervento terapeutico cresce proporzionalmente al rischio basale di
sviluppare un evento sfavorevole. • Il rischio di eventi avversi conseguenti
al trattamento è indipendente dal rischio basale del paziente.(Glasziou P et
al. BMJ 1995)
Agency for Health Care Policy and Research:
1. Randomized controlled trials that included 100 patients 2. Randomized
controlled trials that included < 100 patients 3. Cohort studies4. Case-
control studies5. Poorly controlled or uncontrolled studies6. Conflicting
evidence with the weight of evidence supporting
the recommendations7. Expert opinion
(Hadorn DC et al. – J Clin Epidemiol 1996)a) b) c) d) e)
Ho difficoltà a ritrovarci qualcosa di scientifico; in scienza i conti devono
tornare; buono, discreto, scarso, non appartengono alla scienza, ma pare che
Capitolo primo
Il salto quantico in medicina
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condizionino oggi in maniera prioritaria la scienza.
Con questa terminologia estremamente vaga e soggettiva, chi detiene il
monopolio della verifica scientifica, determinato da unzione divina o
umana, piuttosto che da attributi di conoscenza e lungimiranza, con
mantenuta capacità critica di ragionamento e di aggiornamento
pluridisciplinare, o con la modestia di richiedere l’intervento di chi, in altri
ambiti scientifici, possiede più attributi, senza peraltro poter a sua volta
essere verificato, la valutazione finale può essere solo bipolare:
A) ciò che viene presentato rientra nei canoni classici ammessi e noti
relativamente al bagaglio culturale di chi verifica e quindi chi verifica
ha gli strumenti per una sufficiente e equa valutazione
B) non rientra in questi parametri e pertanto non viene valutato
ulteriormente in quanto non appartenente all’ambito conoscitivo del
valutatore per cui viene cassato a priori, senza una verifica ulteriore,
della competenza del valutatore in un nuovo ambito che non appartiene
al suo ambito specialistico, considerando l’argomento di esclusiva
competenza di una unica branca scientifica da cui vengono escluse le
altre branche che non devono invadere gli spazi altrui.
Pertanto diventa molto difficile ammettere la possibile interdisciplinarietà
degli argomenti, specialmente in campo medico, dove la fisica è sempre
stata tenuta fuori, salvo rare eccezioni, e lo specialista competente, in
questo caso diviene incompetente, ma rimane egualmente l’entità che
decide il destino degli studi compiuti da coloro che hanno affrontato
l’argomento con altri strumenti che, validati in altri ambiti scientifici, non
vengono considerati, perché non conosciuti, in quello specifico ambito,
soprattutto perché osservando l’argomento da un altro punto di
osservazione, mettono in discussione l’unica realtà oggetto dell’argomento
che viene considerata come postulato irremovibile.
Questi aggettivi hanno più dell’affettivo, del vago, del relativo, dell’incerto,
sfruttano più sentimenti ed impressioni che dati certi sicuri ripetibili e
hanno alla base sempre e solo studi statistici che sono tutt’altro che esatti e
riproducibili.
E’ scienza o un suo surrogato derivato dalla mancanza di strumenti per
ottenere risultati migliori?
Se si adotta una metodica perché non vi è niente di meglio, quando
vengono individuati nuovi strumenti, la logica vorrebbe che la precedente
metodica venga rimessa in discussione e aggiornata.
Il salto quantico in medicina
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Una teoria non deve necessariamente essere esatta, deve essere in grado di
spiegare tutto ciò che spiegava la teoria precedente e qualcosa in più. Se
così non fosse, saremmo sempre arroccati sulle remote posizioni dell’uomo
primitivo derivate dalla grossolana osservazione dei fenomeni colta
esclusivamente coi 5 sensi e senza elaborazione intellettuale.
Alleggeriamo un attimo l’argomento, ma ragioniamo su queste apparenti
battute di spirito:
Legge di Gresham:
Le questioni futili vengono immediatamente risolte; quelle importanti mai.
Dilemma di Rocky sulla ricerca:
Se i risultati di una ricerca non sono già noti prima di iniziare, non troverai
mai un fesso disposto a finanziarla.
Classificazione pratica delle discipline scientifiche:
Se è verde o si muove , è biologia.
Se puzza, è chimica.
Se non funziona, è fisica.
Se non ha senso è economia.
Se ti fa stare peggio, è medicina (tradizionale)
Se non ti fa stare meglio, è medicina (alternativa)
Se è, è matematica
La statistica in questa divertente classificazione non c’è, ma poi riappare in
altre massime:
La statistica è la prima delle scienze inesatte. (dal 'Diario‘ di Edmond e
Jules de Goncourt)
Statistica: la sola scienza che permette a differenti esperti, usando gli
stessi dati, di arrivare a differenti conclusioni (Evan Esar)
Statistica: la scienza di produrre fatti inaffidabili a partire da dati certi
(Evan Esar)
Massima di Matz:
La conclusione è il punto del ragionamento dove ti sei stufato di pensare E
con la moderna strumentazione tecnologica:
Quinta legge dell'inattendibilità :
Errare è umano: ma per incasinare tutto sul serio ci vuole un computer .
La Statistica possiede i requisiti per far parte delle scienze? O è solamente
un mezzo per cercare di fare chiarezza nel caos scientifico, bloccando in
una immagine fissa, ancorché statistica, ciò che non può essere bloccato,
Il salto quantico in medicina
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codificato, normato in maniera univoca unicamente perché stiamo
considerando fenomeni dinamici e quindi sempre diversi ed in evoluzione,
anche se a volte le differenze sono impercettibili e dipendono da fattori
ancora non completamente noti?
In questo caso non è più possibile applicare una metodica assolutistica, ma
diventa imperativo utilizzare la relatività che ormai ha oltre un secolo di
vita.
Vediamo un pochino cosa succedeva nel 1900 e successivi:
1900: -Lorentz propose una teoria simile alla teoria futura della relatività e
predisse che la massa di una particella carica aumenta con la velocità.
Questo fenomeno venne rilevato sempre nello stesso anno da Kauffman,
cinque anni prima dell’articolo di Einstein sulla relatività e anche Larmor
per primo, e Lorentz in seguito, ricavarono le famose trasformazioni di
spazio e tempo, sempre prima di tale articolo.
1905: – Einstein pubblica tre scritti di fondamentale importanza; uno
esponeva i principi della teoria della relatività ristretta; uno sul moto
browniano, che costituiva la prima prova della reale esistenza degli atomi;
Il secondo studio, sull'interpretazione dell'effetto fotoelettrico, conteneva
un' ipotesi rivoluzionaria sulla natura della luce; egli affermò che in
determinate circostanze la radiazione elettromagnetica ha natura
corpuscolare, ipotizzando che l'energia trasportata da ogni particella che
costituiva il raggio luminoso, a cui segue un terzo studio per lungo tempo
respinto dai fisici,che rappresentava la prova della natura corpuscolare
della luce. Segue la pubblicazione della Teoria della relatività speciale che
si occupa solo dei sistemi di riferimento inerziali, mente la relatività
generale si occupa di tutti i sistemi di riferimento. In un sistema di
riferimento inerziale valgono le leggi della dinamica ed in particolare il
principio di inerzia. Mentre, solitamente si ritiene che la concezione
elettromagnetica della natura sia stata superata dagli sviluppi della fisica del
Novecento, viene dimostrato come la concezione elettromagnetica della
natura sia alla base della trasformazione relativistica della fisica, e trovi un
suo compimento nella nuova dinamica relativistica descritta da Poincaré nel
1905. Questa connessione è di grande rilevanza per comprendere anche la
prima ricezione della teoria della relatività speciale. Einstein, sempre nel
Il salto quantico in medicina
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1905 pubblicò una memoria negli Annalen der Physik, intitolata Zur
Elektrodynamik bewegter Körper, nella quale erano esposti i princìpi della
sua teoria della relatività ristretta che doveva sconvolgere le concezioni
della fisica classica gettando le basi per una nuova impostazione delle
ricerche scientifiche: la teoria si basa sul principio che le leggi fisiche
devono essere le stesse per ogni sistema di riferimento inerziale e che la
velocità della luce nel vuoto è una costante fissa, abitualmente arrotondata a
300.000 Km/s. Dopo varie vicende e utilizzando una matematica più
complicata di quella assai elementare usata nel 1905,elabora una teoria,
che stavolta egli stesso chiamò teoria della relatività generale.
L'equazioni di campo di Einstein sono il risultato finale della teoria della
relatività generale, sviluppata successivamente nel 1915. È stata al centro di
una polemica di priorità tra lo stesso Einstein ed il matematico David
Hilbert, risolta solo recentemente a favore di Einstein. Le equazioni di
campo di Einstein descrivono la curvatura dello spaziotempo, in funzione
della densità di materia, dell'energia e della pressione.
1916: - La formulazione finale della teoria della relatività generale fu
presentata in modo sistematico e dettagliato da Einstein nell'articolo I
fondamenti della teoria della relatività generale. Nella prefazione l'autore
scriveva: I mezzi matematici necessari per la teoria della relatività generale
Il salto quantico in medicina
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erano già pronti nel «calcolo differenziale assoluto», il quale si basa sulle
ricerche di Gauss, Riemann e Christoffel sulle varietà non euclidee.
1917: – Einstein descrisse il suo modello di "universo cilindrico" e pubblicò
Kosmologische Betrachtung zur allgemeinen Relativitätstheorie
(Considerazioni cosmologiche sulla teoria della relatività generale). A
riprova della sua teoria generale della relatività aveva parlato della
deflessione dei raggi luminosi che secondo lui avrebbe dovuto verificarsi in
prossimità della superficie solare.
1919: - 29 maggio: Popper portò come esempio la teoria della relatività di
Albert Einstein: durante l'eclissi solare del 29 maggio 1919 si notò una
curvatura della direzione della luce proveniente da una stella provocata dal
campo gravitazionale del sole, esattamente come previsto dalla teoria di
Einstein. Se l'osservazione avesse dato risultati diversi da quelli previsti,
invece, si sarebbe dovuto ammettere la falsità della teoria della relatività.
1928: - Dirac fa osservare che non è affatto chiaro il motivo per cui “la
Natura dovrebbe aver scelto questa particolare struttura per l'elettrone,
invece di essere soddisfatta della carica puntiforme”. La vera questione sta
invece nella necessità di superare “l'incompletezza delle precedenti teorie”
e di sviluppare un sistema matematico che soddisfi sia i requisiti della
teoria della relatività, sia quelli della teoria dei quanti.
1952: - Banesh Hoffmann ci informa che gli ambienti ufficiali comunisti
non avevano mai saputo quale linea adottare nei confronti della teoria della
relatività di Einstein. Nel 1952 questa era stata attaccata da un accademico
sovietico perché contraria al materialismo dialettico, la filosofia sulla quale
si basa il marxismo. Informato al riguardo da una lettera, Einstein rispose in
tono scherzoso, dicendo che la cosa lo rallegrava notevolmente.
1979: - L'ipotesi di curvatura di Weyl, che si presenta in cosmologia nel
contesto di applicazione della teoria della relatività generale di Albert
Einstein, è stata proposta in un articolo del 1979 dal matematico e fisico
teorico britannico Sir Roger Penrose, nel tentativo di fornire spiegazione a
due questioni fondamentali della fisica.
L’uomo ha dato delle definizioni all’ordine e al Kaos prendendo sé stesso
Il salto quantico in medicina
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come punto di riferimento, pensando che tutto sia incentrato su di lui come
baricentro dell’universo; ma se quello che l’uomo definisce Kaos fosse
unicamente un ordine dinamico non percepibile dall’uomo con gli
strumenti attuali, e non identificabile e rappresentabile se non con immagini
fisse che lo bloccano in qualcosa che può essere comunicato e trasmesso,
indipendentemente dalle sue future fluttuazioni?
Se la descrizione oggi utilizzata,che tende a classificare e a catalogare,
fondamentale per la trasmissione dei dati, fosse carente di correttori che
dovrebbero essere inseriti ragionevolmente per attualizzare quanto
continuamente muta, in che posizione si troverebbe chi la prende come dato
unico ed immutabile per determinare le regole universali della natura?
Ma come può un singolo fotogramma dare l’immagine dell’intero film
considerando che un film termina, mentre le procedure universali
continuano nella loro eterna evoluti zone?
Questi interrogativi restano aperti e sono alla base delle incongruenze che
ogni giorno ci troviamo sotto gli occhi quando pensiamo di poter applicare
la nostra conoscenza in maniera assolutistica, accontentandoci anche di
importanti percentuali di errore considerandole “normali” e
“incorreggibili”.
Quotidianamente, riceviamo segnali e quindi dati ed informazioni dal
mondo che ci circonda, a vari livelli, dati inerenti la natura, lo spazio,
l’universo, uomo compreso.
Questi dati si ripercuotono ineludibilmente sull’economia, sulla società,
sulla salute, sui rapporti uomo ambiente e così via.
L’uomo, per cercare di migliorare la sua conoscenza raccoglie questi dati
per poter successivamente agire efficacemente e nel miglior modo possibile
sull’ambiente in cui opera e vive, ma spesso è bloccato dalla normativa che
non prevede che raramente ed in tempi lunghissimi l’aggiornamento che è
sempre distaccato da ciò che avviene.
Le informazioni che l’uomo raccoglie, sono riferibili a fenomeni variabili
che si manifestano in forme complesse e interreagenti, e la loro
osservazione avviene necessariamente in condizioni di incertezza perché a
tutt’oggi l’intrinsecità dell’universo non è ancora stata colta, o quando è
colta, questa si modifica in quanto è una entità viva e dinamica che presenta
dimensioni, alcune delle quali ancora completamente ignote all’uomo.
Per ridurre al minimo la probabilità di errore e per avere uno strumento
Il salto quantico in medicina
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facile e maneggevole anche per i non dotati di particolari capacità di analisi
e di ragionamento e con un medio bagaglio culturale e per avere un ausilio
per raccogliere i dati in modo efficiente ed accurato, è stata introdotta la
STATISTICA, che a mio avviso è stata inserita ingiustamente tra le
scienze, quando è in fondo, esclusivamente uno strumento molto empirico
che però si rese necessario per aiutarci non solo ad osservare, ma anche a
sintetizzare ed interpretare i fenomeni nella loro complessità, compresa
l’interazione tra i vari fenomeni, specie nel caso di valutazioni incerte e con
la possibilità di descrizioni alternative o plurime.
Dopo che tutto ciò è avvenuto, e che la statistica è stata a pieno titolo
introdotta come strumento che era la logica conseguenza delle
classificazioni Linneiane, le conclusioni derivanti da studi statistici, oggi ci
permettono di intervenire sulla realtà, con la costruzione di modelli aventi
la pretesa di prevedere e classificare e di controllare, simulando le possibili
alternative, ma tutto in misura percentuale, sapendo già in partenza che vi
sarà sempre una quota parte di eccezioni alla norma e questo prelude al
fatto che si dia per scontato che ciò di cui si discute non sia una reale
individuazione della legge di Natura, ma solo una approssimazione che ha
colto gli aspetti più evidenti ai sensi, ma non la totale complessità del
fenomeno in analisi.
L’alternativa è che non vi sia una regola universale per individuare e
rappresentare il problema, ma, come si sta sempre più dimostrando, vi sia
una pluralità di situazioni in perenne evoluzione indescrivibili
statisticamente, per cui le correzioni vengono introdotte esclusivamente
quando la percentuale di errore supera la famosa percentuale considerata
ininfluente.
Se vogliamo continuare a mantenere la STATISTICA tra le scienze,
possiamo definirla come la scienza delle decisioni in condizioni di
incertezza, perché permette di pervenire, partendo dai dati osservati, a
modelli esplicativi ottenuti con procedure rigorose e formalmente
verificabili, con le quali diventa possibile gestire il rischio presente nelle
azioni quotidiane dei singoli e delle collettività.
Già da questa prima definizione si capisce come la statistica cerca di
omologare ciò che è diverso per sua natura, in percorsi omogenei che se
rendono tutto più facile, lo fanno solo in teoria, distaccandosi in maniera
evidente dalla realtà.
Con i numeri i conti tornano sempre, ma i numeri in natura non esistono
Il salto quantico in medicina
23
essendo pura convenzione.
La statistica funziona ottimamente per gestire i fenomeni collettivi, ma
diventa sempre più inefficace quando i problemi da collettivi diventano
sempre più del singolo, e nel singolo la statistica è completamente
inefficace.
Nasce ad un certo punto la figura dello Statistico che, nell’ambito di
istituzioni pubbliche e private, interviene in misura sempre più crescente
col passare del tempo, in tutti i processi decisionali per pianificare,
programmare, scegliere, sulla base di informazioni reali, indicando la
miglior via da seguire, ma per andare dove?
I settori nel quale il ruolo dello statistico è maggiormente consolidato e
richiesto sono:
Demografia (popolazione, natalità, mortalità, mobilità della popolazione)
Misure economiche (PIL, forze di lavoro, produzione industriale etc.)
Analisi socio- demografiche (povertà della popolazione, immigrazione,
pensioni, tendenze demografiche)
Studi e previsioni economiche e finanziarie (occupazione, inflazione,
analisi della volatilità dei mercati finanziari)
Indagini epidemiologiche (diffusione delle malattie infettive, ricerca sul
cancro, effetto dell’elettrosmog, correlazioni tra ambiente e salute, etc.)
Ricerche sulle preferenze dei consumatori
Stima dell’audience dei programmi televisivi
Monitoraggio e valutazione della qualità della vita e dei servizi
Ricerche psicometriche su comportamenti e gruppo di persone
Indagini sull’orientamento politico (previsioni elettorali, exit-polls, etc.)
Analisi dei consumi familiari (panel data)
Controllo statistico della qualità e controllo dei processi produttivi
Affidabilità dei sistemi complessi
Analisi del traffico telefonico e del sistema delle telecomunicazioni
Verifica delle evidenze in campo giudiziario (test del DNA, impronte
digitali, riconoscimento vocale etc.)
Analisi ambientali e biologiche (biodiversità, piene dei fiumi,
comportamenti degli animali. Etc.)
Gestione del rischio (assicurazioni e previdenza)
Studio dei testi (struttura della lingua, analisi simbolica, attribuzione e
paternità di un testo)
Progettazione di indagini campionarie
Il salto quantico in medicina
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Analisi delle rappresentazioni sociali e dei dati longitudinali
Altro.
A tal fine le Università italiane nell’ambito della riforma universitaria,
avviata nel 1997 hanno portato a corsi differenti:
Laurea di durata 3 anni
Laurea specialistica 2 anni successivi alla Laurea
Master di 1° livello 1 anno dopo la Laurea
Master di 2° livello 1 anno dopo la Laurea specialistica
Dottorato di ricerca 3 anni minimo successivi alla Laurea specialistica.
Gli obiettivi formativi corrispondenti a ciascun corso di studio sono:
LAUREA: fornire allo studente padronanza di metodi e contenuti
scientifici di carattere generale, accompagnata da specifiche
conoscenze professionali;
LAUREA SPECIALISTICA: fornire allo studente una formazione di
livello avanzato, che sia adeguata allo svolgimento di attività
professionali specifiche, altamente qualificate;
MASTER: fornire allo studente opportunità di perfezionamento scientifico
e di alta formazione permanente;
DOTTORATO DI RICERCA: formare lo studente per l’attività di ricerca.
MEDICINA e statistica:
Biometria e statistica medica è uno degli esami in cui ho riportato il
massimo dei voti.
Ricordo però che all’esame, il professore chiedendomi se la scelta di una
cavia presa a caso mettendo la mano in una gabbia fosse una scelta
veramente casuale, gli risposi di no scatenando la sua curiosità perché
addussi come spiegazione che potevano esservi diverse alternative, o la
cavia presa, era la più stupida e la più lenta, oppure la più coraggiosa o la
più sfortunata, o che fosse stata spinta da un gruppo solidale che l’aveva
esclusa dal gruppo stesso.
In ogni caso, oggi, l’efficacia delle terapie, viene valutata con lavori
scientifici legati in maniera esclusiva alla statistica, con limiti di tolleranza
determinati unicamente dal fatto che un dato possa essere considerato
determinante buone evidenze o discrete evidenze scientifiche.
E questo buono o discreto deriva sempre dalla possibilità di copertura di
una percentuale che giammai arriverà al 100% e che inizia ad essere
discreta quando si avvicina al 50% e buona quando la supera di una ventina
Il salto quantico in medicina
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di percentili.
In ogni caso esisterà sempre una percentuale insoddisfatta parzialmente,
che sarà vicina al 50%, ed una percentuale che sarà insoddisfatta totalmente
con valori dal 10 al 25-30%.
E questa percentuale rappresenta anche la percentuale di errore tollerato,
ma per i singoli intollerabile.
Questo dato esaminato per numeri significa che, se io adotto una terapia per
una situazione che interessa 5 milioni di persone, potrei non soddisfare
nella migliore delle ipotesi 500.000 persone, numero che se
percentualmente corrisponde al 10%, in assoluto corrisponde agli abitanti di
una grossa città capoluogo di provincia.
Raffrontato con la popolazione totale dell’Italia fatta a 60 milioni di
abitanti, non riuscirei a soddisfare le esigenze di 6 milioni di abitanti, e
qualora questi avessero più problemi, la percentuale, assommando i vari
insuccessi salirebbe in maniera esponenziale.
La statistica ha avuto una importanza fondamentale per risolvere gravi ed
importanti problemi collettivi, comprese le epidemie che determinavano
quadri particolarmente impegnativi, ma generati da cause ben evidenti ed
individuabili, tubercolosi, colera, peste bubbonica, malaria, febbre gialla, e
tutte le malattie infettive, che determinavano quadri acuti e con una urgenza
da risolvere immediatamente e, una volta distrutto l’agente esterno, se
l’organismo non veniva danneggiato in maniera o irreversibile o
progressiva, si riusciva in tempi più o meno brevi e con supporti più o
meno importanti, a raggiungere la guarigione con o senza reliquati.
Oggi, nonostante i progressi della ricerca e degli studi, con a disposizione
strumenti particolarmente potenti, e tra questi l’informatica ed internet, la
statistica sta mostrando delle lacune prima non evidenti, e sta perdendo via
via la propria efficacia, per la sempre maggiore singolarizzazione dei
problemi determinati da alterazioni che coinvolgono l’individuo,
determinati da fattori mal considerati sia intrinseci che estrinseci e
soprattutto per il coinvolgimento di fenomeni fisici che determinano anche
le alterazioni chimiche, che sono le uniche considerate da chi determina i
parametri da utilizzare negli studi statistici, ma che rispondono a criteri
diversi da quelli delle alterazioni fisiche che necessitano di altri
nomenclatori e di altri strumenti di percezione per essere inseriti nelle
statistiche. Si ribadisce il concetto che la statistica che ha valore
limitatamente ai fenomeni collettivi, diventa inutile e addirittura
Il salto quantico in medicina
26
controproducente per analizzare i fenomeni che avvengono nel singolo,
soprattutto a determinati piccoli livelli, non avendo altri singoli identici da
comparare; Più è piccolo il problema e meno viene identificato dalla
statistica che per funzionare ha bisogno di campioni omogenei di grandezze
particolarmente evidenti.
Sino ad oggi la statistica é l’unico strumento che permette di stabilire
efficacia terapeutica, nome delle malattie e loro incidenza, potenzialità
degli effetti collaterali, non previsti e non voluti, ma sempre riferiti ad un
collettivo omogeneo.
L’efficacia di particolari provvedimenti terapeutici ottenuti nel singolo, per
la statistica non ha alcun significato, difatti, quella che viene
universalmente invocata dalla classe medica a fronte di nuove proposte
terapeutiche è la “casistica”, che deve superare una soglia minima, peraltro
sem, per raggiungere il livello di considerabilità.
Se, ad esempio, una terapia ottenesse risultati nel 100% di un campione di
50 soggetti, questa avrebbe molto meno considerazione di un’altra terapia
che avesse ottenuto effetti nel 50% di 1000 pazienti.
Probabilmente , non venendo considerato significativo il campione, non
verrebbe raggiunta la soglia di considerazione, se non destando la curiosità
di singoli gruppi di medici che dovrebbero ricominciare da capo la ricerca
ottenendo i numeri necessari.
Se le patologie testate sono “rare”, difficilmente si riusciranno ad avere
lavori scientifici degni di valore di incidenza, al massimo di curiosità e
l’eventuale applicazione terapeutica potrebbe addirittura essere impedita
dalla normativa che prevede clausole particolarmente impegnative per
farmaci di alto costo o ad alto rischio, o con indicazioni terapeutiche già
ben determinate e vincolanti.
Oggi, in base ai nuovi strumenti di percezione della realtà visibile ed
invisibile, e alle nuove conoscenze che arrivano dagli altri ambiti
scientifici, è opportuno che la preparazione degli statistici che si dedicano
alla medicina, segua dei percorsi didattici e pratici completamente
autonomi da quelli degli statistici che ad esempio si occupano degli
orientamenti politici e degli studi di mercato.
Oltre a questo, è anche opportuno che i medici stessi ed i comitati
scientifici medici mostrino una apertura anche verso le altre scienze che
interreagiscono con le discipline prettamente mediche, adottando criteri di
valutazione più confacenti a queste discipline.
Il salto quantico in medicina
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Un’altra alternativa potrebbe essere costituita dallo studio di nuovi metodi o
aggiungere nuovi parametri per analizzare l’efficacia delle terapie, per
rendere meno inesatta una scienza che é proprio inesatta per definizione, e
il cui valore in campo medico sta diventando ogni giorno che passa sempre
più ostacolo per nuove ricerche e fonte di errori, che iniziano a generare gli
effetti che, anche se percentualmente trascurabili nella valutazione
statistica, per il singolo paziente sono fondamentali e causa di mancanza di
risposta, quando non causa di ulteriori problemi da intolleranza alla terapia
o per comparsa di effetti collaterali.
Se poi analizziamo l’altra componente di studio, ovvero la verifica in vitro,
che oggi è dimostrato a livello molecolare, non essere corrispondente a ciò
che avviene in vivo, siamo di fronte ad un altro importante interrogativo
che rimane sospeso, e soprattutto nessuno mostra volontà di ricerca di una
soluzione, ma esclusivamente mera rassegnazione a continuare a lavorare
nonostante questo importantissimo handicap.
La fisica, ed in particolare la fisica quantistica, poco considerata in
biologia, deve ritrovare un suo proprio posizionamento visto che i suoi
influssi si ripercuotono su tutto l’intero sistema che le studia e le valuta, e
anche la statistica ne deve prendere atto ed aggiornarsi, approntando nuovi
presidi e correttori, per inserire anche i parametri del mondo quantico, in
cui le probabilità sono le uniche certezze contrapposte all’assenza di
certezze certe, derivate da incerti studi statistici che possono dimostrare
tutto e il contrario di tutto, solamente selezionando parametri di riferimento
diversi e contemporaneamente tutti accettabili.
Il salto quantico in medicina
28
La crisi delle scienze e i conflitti del pensiero:
Si inizia a parlare in maniera ufficiale della crisi delle scienze europee e
della fenomenologia trascendentale, in una serie di conferenze tenute nell'
aprile e nel novembre del 1935 a Vienna e a Praga.
Successivamente, l' anno dopo, a Belgrado, nella rivista Philosophia,
compare un articolo sempre sullo stesso tema, e nel 1954 venne completata
e pubblicata un’opera completa sul tema a firma di EDMUND HUSSERL.
Il concetto lapalissiano di partenza per tutta l’escussione di Husserl era che
la scienza moderna aveva e continua a raggiungere i suoi straordinari
successi, ponendo come contro altare una perdita del suo significato per la
vita.
Il progresso scientifico aveva un rapporto inversamente proporzionale con
la qualità della vita. Si stava meglio quando si stava peggio.
Con la razionalità oggettiva delle scienze, oggi siamo in grado di esercitare
un enorme dominio sulla terra, ma questo senso di dominio non ha
significato e soprattutto non si analizzano le conseguenze di questo dominio
sulla vita delle persone comuni, semplici, dei cittadini del mondo.
Alla fine questo dominio scientifico ci rende addirittura schiavi, e ci
abbandona in ciò che è decisivo e fondamentale per la nostra esistenza,
come le scelte di vita, e il fine della vita stessa, nostra, dei nostri cari e dei
nostri simili e, anche con ripercussioni fondamentali sull’ambiente in cui
viviamo e che ci nutre.
Lo scopo unico di raggiungere la conoscenza, ha soppiantato l’antico ideale
di conoscenza finalizzata al benessere degli esseri umani.
Il relativismo iniziale ha portato a verità scientifiche sganciate ed isolate
che non si leggono, che non si interrogano le une delle altre, e ogni livello
relativo è diventato episodio a sé stante indipendente ed autonomo.
Nella crisi delle scienze europee vista da Husserl negli anni 30-40, il
moderno sistema delle scienze era da lui considerato come derivato da una
serie di "fondazioni originarie", tra le quali fu fondamentale quella
rappresentata dalla matematizzazione della fisica iniziata da Galilei.
Per Husserl si realizzava l' antico ideale greco di una scienza razionale dell'
essere nella sua totalità, ma fu realizzato solo in misura parziale e
unilaterale, perché la scienza moderna divenne schiava dell' oggettivismo e
Capitolo secondo
Il salto quantico in medicina
29
del naturalismo.
Con questa spada di Damocle sulla testa si giunse ad una conclusione
diametralmente opposta, producendo un conflitto irrisolvibile tra le varie
discipline, favorendo il primato di quella che scienza non è, la statistica, ma
che si può applicare, nella sua empiria, universalmente, mentre
contemporaneamente si assisteva alla degradazione della filosofia come
scienza ridotta ai minimi termini e inutilizzata, soprattutto politicamente.
Per i filosofi la reazione alla scienza e le sue conseguenze sull’uomo furono
e sono argomenti sempre attuali e basilari, ma oggi c’è una quasi assenza di
critica, o per lo meno c’è assenza di voce a queste eventuali critiche che
restano isolate e inascoltate.
Oggi la scienza moderna, ha superato il senso comune e genera una
immagine di mondo abitato da forme oggettive, contrapposto al mondo
soggettivo dell’esperienza comune. La conoscenza scientifica viene
contrapposta all’esperienza di vita, e forse questa conoscenza pensa solo di
conoscere, senza realmente conoscere nell’intimo, fenomeni che ad altri
livelli mostrano realtà opposte a quelle esaminate dalla scienza del
momento.
Il sapere è dato dalla conoscenza che dipende dalla voglia di conoscere e
dagli strumenti disponibili per vedere la realtà che si allarga a dismisura
nell’infinitamente grande e nell’infinitamente piccolo.
La conoscenza ha almeno due livelli di estrinsecazione, il livello oggettivo
ed il livello soggettivo. La conoscenza soggettiva ha, a sua volta, due
derivazioni, una storica (ex datis), ed una razionale (ex principis);
quest’ultima si manifesta per costruzione di concetti originando la
matematica, e per concetti, dando origine alla filosofia.
Dobbiamo quindi conoscere:
I meccanismi di ciò su cui intendiamo intervenire, a tutti i livelli possibili
I meccanismi diretti ed indiretti di ciò che intendiamo applicare
Le interreazioni interne ed esterne a breve e a lungo periodo
Dobbiamo considerare:
Che si interviene su meccanismi complessi formati da più livelli e non del
tutto conosciuti e soprattutto stabili e costanti
Dobbiamo conservare:
Lo spirito critico per ciò che pensiamo di sapere e per ciò che pensiamo di
avere ottenuto
Perché le cose cambiano
Il salto quantico in medicina
30
Perché cambiano gli strumenti di conoscenza
Perché possono comparire fattori prima non noti e anche fattori nuovi.
Oggi il solco tra una scienza e l’altra impedisce alle singole scienze di
percepire i risultati a cui le altre scienze sono arrivate, ed è necessario
pervenire ad una loro riunificazione, in quanto esiste una ed una sola
scienza che ha delle diverse ramificazioni ma che partono tutte da una
radice comune che è la filosofia, mentre la statistica è solamente un banale
ed imperfetto mezzo per rendere meno difficile il dover dire che non si è
ancora capito niente e per riuscire a governare la barca della nostra
incapacità di comprendere le leggi di natura, in un oceano in tempesta
senza sapere dove dirigersi per approdare in un porto sicuro ma
accontentandosi di giungere ogni tanto su qualche atollo dove rifornirsi per
proseguire il periglioso viaggio.
Il salto quantico in medicina
31
Il corpo umano
Siamo abituati a considerare il corpo umano come un insieme di organi ed
apparati, coordinati e regolati inconsciamente e consciamente, dal sistema
nervoso centrale, a cui alcuni abbinano un’anima, ma in ogni caso tutti sono
concordi nell’associare ad una persona, pensieri, sentimenti, affetti,
emozioni e valori etici, che non trovano un riscontro anatomico che possa
far loro da substrato.
Si parla di psiche, ma non si trova la sua localizzazione materiale; dalla
psiche alle malattie cosiddette psicosomatiche il passo è breve.
Il paziente vive uno stato di disagio se non di dolore, e le funzioni
fisiologiche si alterano comportando delle modifiche evidenti e verificabili,
ma apparentemente non determinate da una causa materiale.
Ció che non si vede, per gli scienziati ciechi, non esiste, o esiste in una
dimensione indefinibile e quindi neppure considerabile perché in ogni caso
Capitolo terzo
Il salto quantico in medicina
32
giudicato inesplorabile.
In questo ambito trova uno spazio di nicchia una nuova disciplina che si sta
affacciando alla ribalta dell’ufficialità.
La “PNEI” o psico-neuro-endocrino-immunologia, con recenti conferme
dell’ipotesi finalmente dimostrata, che le attività del sistema nervoso,
endocrino, immunitario e della psiche, sono influenzabili vicendevolmente
e quindi sono anche reciprocamente interreagenti.
La PNEI attribuisce questa potenzialità di reciproco dialogo, a molecole
che, contemporaneamente, possono fungere da neurotrasmettitori, da
modulatori, da ormoni e da citochine. Pertanto, i recenti studi sulle
emozioni, sulla funzione delle aree cerebrali interessate, e la loro
connessione con il sistema dello stress, e quindi con il sistema
immunocompetente e non solo, ma anche con tutti gli altri sistemi, stanno
creando il substrato scientifico per eliminare la contrapposizione tra la
mente e il corpo, attribuendo loro compiti diversi ma intimamente correlati,
nell’unico obiettivo di vita dell’essere umano intesa globalmente.
Con l’avvento della PNEI abbiamo oggi una, anche se ancora incompleta,
visione integrata, che permette di rivalutare agli occhi che vedono solo il
convenzionale, tradizioni mediche antiche, e quelle non riconosciute
ufficialmente che, inserite in un progetto di medicina con visione globale,
possono essere oggi verificate scientificamente, al fine di fornire una nuova
e maggiore sintesi medica con risultati ampliati e arrivare a spiegare fatti
prima inspiegabili trovando il modo di applicare nuovi e antichi rimedi in
un quadro di non conflittualità ma di complemento.
La miglior teoria non deve e non può essere esatta.
Deve solo spiegare tutto quello che spiegava la teoria precedente e qualcosa
in più.
Non è possibile valutare una nuova teoria con i vecchi strumenti di visione
e di rappresentazione della realtà, ma con quelli nuovi, altrimenti si
percepiscono aspetti diversi, o addirittura alcuni aspetti possono anche non
essere percepiti.
C’è chi guarda il granello di sabbia e non vede la duna del deserto che
contiene il granello, c’è chi guarda la duna e non si accorge che è formata
da granelli di sabbia, ma c’è anche chi sta guardando il deserto e quando lo
ha visto, vede che è formato da dune, le analizza, scopre i granelli e scopre
che dentro un granello di sabbia di quel deserto c’è ancora un infinito
inesplorato che descrive altri panorami completamente diversi dal deserto
Il salto quantico in medicina
33
che formano.
I FILOSOFI
DEMOCRITO DI ABDERA
Capitolo quarto
Il salto quantico in medicina
34
Democrito, filosofo greco, viene considerato il punto di arrivo di tutta la
filosofia naturalista presocratica.
Può essere considerato il “padre della fisica”.
Di lui si ricorda la rappresentazione dell’essere e del nulla nel senso di
atomi e vuoto, e della matematica di Pitagora.
La sua produzione scientifica fu importantissima e quasi mai citata.
Ebbe delle intuizioni sulla struttura atomica giá in epoca antichissima, ma
soprattutto emanó delle profondissime sentenze morali, a tal punto da
essere oggetto della tesi di dottorato di Marx.
Platone ed Aristotele sono spesso ricordati, ma Democrito, citato anche
nell’Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam, viene dimenticato.
Platone divenne un suo acerrimo nemico, a tal punto che questi cercó di dar
fuoco a tutti i suoi scritti.
Democrito si accecó per vedere; cosa significa questo? Spesso i nostri sensi
ci presentano solo una parte di realtà, dandoci l’impressione che questa sia
tutta la realtà, ma forse non è proprio cosí.
La Differenza tra le filosofie della natura di Democrito e di Epicuro
costituisce l’argomento centrale della tesi di laurea in filosofia di Karl
Marx, conseguita il 15 aprile 1841 a Jena.
Epicuro è presentato da Marx come "il più grande illuminista greco'', come
colui che portò fino in fondo la critica della religione a favore
dell'autocoscienza umana. Dall'attenta analisi delle due forme di atomismo
antico, Marx evince la superiorità di Epicuro, per l'attenzione che egli
presta al reale, liquidato da Democrito come mera apparenza fenomenica.
Possiamo attualmente contestare le osservazioni dell’epoca di Marx,
arrivando a conclusioni opposte in base alle nuove conoscenze che
dimostrano la prevalenza del non visibile sul visibile sensorialmente
percepibile, soprattutto se si ha l’arroganza di considerare l’uomo come il
padrone dell’universo e non minuscola particella che vi è immersa e che
puo’ essere distrutta da un momento all’altro.
Siamo sicuri che oggi chi vede e descrive la realtà imponendola a tutti
come unica, utilizzi tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per
percepire l’esistente, e che li utilizzi al meglio?
Con questa dovuta premessa, proviamo a guardare con occhi e con concetti
diversi il corpo umano.
Noi siamo abituati a osservare e studiare il corpo, con capo e annessi
(Occhi orecchie naso e bocca), collo, tronco, bacino, arti.
Il salto quantico in medicina
35
Scendiamo di un livello e troviamo il sistema nervoso centrale, midollo,
nervi, sistema vascolare, vene arterie canali linfatici con linfonodi e cisterna
di Pequet, cuore fegato, ghiandole, emuntorio renale, organi genitali, e cosí
a proseguire, elencando tutto ciò che costituisce un corpo.
Scendiamo ancora di un ulteriore livello e ritroviamo tessuti diversi, ossa,
muscoli, sangue, linfa, acqua, minerali e altre sostanze disciolte nel sangue.
Ad un terzo livello possiamo considerare le cellule che costituiscono il
corpo umano, e scendendo ulteriormente troviamo, gruppi molecolari,
singole molecole, e alla fine atomi. Atomi che, con i loro nuclei,
contengono protoni, neutroni e elettroni.
Per ora ci fermiamo qui avendo già fin troppo materiale da esaminare sotto
Il salto quantico in medicina
36
una luce diversa o meglio, con altri strumenti di visione e con un altro
orientamento scientifico.
MATERIA
Sostanze Composti Miscele Miscele
Elementari omogenee eterogenee
Composti e/o sostanze Composti e/o
sostanze
elementari elementari
Atomi Atomi Atomi Atomi
Tutta la materia è quindi costituita da atomi.
L’immagine che abbiamo dell’atomo, vedendo le sue varie
rappresentazioni, con gli elettroni che girano intorno ad un nucleo, come la
luna intorno alla terra, non corrisponde proporzionalmente alla realtà, a
prescindere dal fatto che non siamo in grado di vedere morfologicamente
gli atomi ma ne abbiamo esclusivamente la dimostrazione teorica che però
è universalmente accettata.
Per avere un’idea dei rapporti e delle dimensioni di ció di cui ci stiamo
occupando, se immaginiamo il nucleo di un atomo grosso come un’arancia,
iniziamo ad incontrare il primo elettrone ad una distanza di un chilometro
dal nucleo e gli altri elettroni sono ancora più distanti.
Pertanto per una grandezza di un’arancia media con diametro di 10 cm. (per
facilitare il conteggio), abbiamo 100.000 cm. di distanza non riempita,
ovvero l’apparente vuoto, e questo nell’economia delle distanze rapportate
al diametro nucleare, la parte vuota, vale 10.000 volte la componente
visibile e materiale
Il salto quantico in medicina
37
La prima immagine di Atomo, quella che siamo abituati vedere e che
pensiamo reale sia nella forma che dimensioni, non rispetta per nulla i reali
rapporti tra i vari costituenti, ovvero elettroni da una parte, e nucleo
dall’altra; inoltre, fornire una immagine materiale agli elettroni, come
vedremo in seguito non è completamente corretto.
In base a questa rappresentazione di prevalenza di non materia sulla
materia, diventa logico pensare che, oltre ad una certa dimensione, l’uomo
non riesce a cogliere con i semplici sensi, e con strumenti non troppo
precisi, la realtà nella sua interezza, mentre lo puó fare col ragionamento,
che fornisce una immagine completamente diversa di ciò che ci circonda e
che ci compone e che diventa difficile da immaginare, e che può anche
essere in conflitto con quello che vediamo e tocchiamo, tanto da farla
credere impossibile.
Pensando alla materia come massa, quella dell’atomo è determinata in
modo quasi totale dai componenti il nucleo, avendo gli elettroni rispetto al
nucleo, una massa insignificante, qualora fosse considerata come esistente.
L’essere umano, è costituto da materia, e la materia è formata unicamente
da aggregati di atomi, e tutti questi atomi variamente riuniti in strutture più
o meno grandi, stanno insieme unicamente, grazie ai legami definiti
chimici, che non sono altro che legami magnetici, elettroni condivisi e
tenuti su orbite particolari da forze magnetiche attrattive e/o repulsive.
Sino ad oggi la medicina si è limitata a verificare e a controllare tutto ciò
che accade nell’organismo, con strumenti determinanti esclusivamente una
visione biochimica che considera la materia visibile, escludendo
unicamente la funzione elettrica di cuore e cervello, funzioni che è possibile
Il salto quantico in medicina
38
misurare anche con strumenti alquanto semplici e ormai in uso da anni.
Un’ altra recente eccezione, è costituita dalla risonanza magnetica nucleare,
che considera qualcosa di diverso, i segnali magnetici, ma quando vede
questa diversità misurandola, la usa trasformandola in una immagine più
abituale per la visione del medico, ricostruita virtualmente da un potente
computer, per avvicinarla il piú possibile alle immagini anatomiche
classiche che il medico e il biologo o il biochimico sono abituati a vedere,
una immagine materiale ben definita nelle forme e nei contorni che non è
altro che una successiva elaborazione di modifiche elettromagnetiche
misurate con accorgimenti tecnici di alto livello.
Semplificando al massimo il concetto possiamo paragonare i nuclei atomici
a tanti piccoli magneti. Un po' come succede per l'ago di una bussola, in
presenza di un campo magnetico esterno queste minuscole particelle
tendono a disporsi lungo una direzione preferenziale. Se a questo punto
vengono emesse delle onde radio,i nuclei subiscono delle temporanee
variazioni di posizione. Durante questa fase transitoria gli atomi emettono
dei segnali captabili da un rilevatore elettronico, che li trasmette ad un
potente computer dove verranno analizzati ed elaborati.
Il salto quantico in medicina
39
Per questo motivo la risonanza magnetica utilizza un potente magnete ed un
generatore di onde radio di frequenza pari a 42 megahertz, che corrisponde
al numero di giri che i protoni dell'atomo di idrogeno compiono su se stessi
in un secondo.
Tale elemento è stato scelto sia per le sue proprietà fisiche, sia per la sua
abbondanza all'interno dell'organismo umano. Dato che non tutti i nuclei
atomici impiegano lo stesso tempo a ritornare nella posizione iniziale,
analizzando questo periodo è possibile ricreare una mappa tridimensionale
delle strutture anatomiche interne, evidenziandone anche lo stato di
idratazione. Pertanto l’immagine che vediamo è virtuale e deriva
unicamente dall’elaborazione dei segnali magnetici.
La risonanza quantica molecolare trova anche un’altra applicazione; ogni
volta che si fornisce energia ad un sistema , gran parte di essa viene
dissipata in calore, cioè in energia cinetica molecolare. Qualsiasi forma di
energia viene trasmessa da una sorgente ad un utilizzatore per pacchetti o
quanti di energia; il valore di energia trasportata da questi quanti dipende
dalla frequenza della sorgente che li ha prodotti. Quando questi quanti di
energia colpiscono il ricevente, nel nostro caso il tessuto umano, in esso si
produce un’azione di questo tipo:
- se il valore dell’energia del quanto è diverso dall’energia di legame della
molecola colpita, si ha solo un aumento dell’energia cinetica della molecola
senza rottura del loro legame, il che comporta un aumento della
temperatura;
- se il valore dell’energia del quanto è uguale all’energia di legame della
molecola interessata allora tutta l’energia del quanto viene utilizzata per
rompere il suddetto legame, senza aumentare l’energia cinetica e quindi
senza aumentare la temperatura.
Il bisturi a Risonanza Quantica Molecolare implementa questa teoria. Usa
campi elettrici in alta frequenza con onde combinate in modo particolare
(sistema CSS).
L’onda fondamentale a 4 MHz e le successive onde a 8, 12, 16 MHz con
ampiezza decrescente e aumento della frequenza creano quanti energetici di
valore tale da rompere i legami molecolari senza comportare l’aumento di
energia cinetica degli atomi e delle molecole colpite e quindi senza
aumentare la temperatura.
Il bisturi a risonanza molecolare effettua un taglio che non è quindi una
Il salto quantico in medicina
40
conseguenza del riscaldamento del tessuto, come avviene nei normali
elettro/radio bisturi, bensì dipende dalla rottura diretta dei legami
molecolari ed avviene quindi senza produzione del calore.
Come conseguenza di questo, la temperatura del tessuto, in modalità taglio,
non supera mai i 45-50 °C, e pertanto non viene prodotto tessuto necrotico.
Durante la Coagulazione, a differenza degli elettrobisturi/radiobisturi, che
creano un collassamento del vaso sanguigno con relativa bruciatura della
zona, nel bisturi a Risonanza Quantica Molecolare vengono generate anche
delle frequenze fuori risonanza in modo da innalzare leggermente la
temperatura a circa 63/65°C; a questa temperatura si attiva la denaturazione
proteica del fibrinogeno che si trasforma in fibrina, ottenendo quindi la
coagulazione del sangue senza danneggiamento del vaso.
Torniamo alla nostra descrizione dell’essere umano in quanto materia,
iniziando ad utilizzare una descrizione della realtà subatomica, ed iniziamo
a descrivere l’organismo come un insieme di atomi e di legami tra atomi e
di reazioni intermolecolari, e immaginiamo il nuovo panorama che
possiamo descrivere con i nuovi aggettivi.
Il salto quantico in medicina
41
Il corpo umano può essere quindi considerato in ultima analisi, come
insieme di atomi mantenuti insieme da legami magnetici a costituire le
varie strutture.
Ritorniamo ai numeri e alla matematica e facciamo due conti
grossolanamente:
in ogni organismo umano di 65 kg, sano, ogni secondo 10 milioni di
globuli rossi vengono distrutti e altrettanti sono riprodotti dal midollo rosso
delle ossa.
Ogni globulo rosso normale trasporta 290 milioni di molecole di
emoglobina.
Ogni molecola di emoglobina trasporta 4 molecole di ossigeno, legate al Fe
nei gruppi eme.
Ogni molecola di emoglobina è costituita da circa 10.000 atomi.
Nell’essere umano si trovano 46 cromosomi, per cui il progetto per
costruire
l'uomo e naturalmente anche la donna, sta tutto in 46 cromosomi, 44
autosomi regolano i caratteri somatici ( per l'esattezza 22 coppie di
omologhi, poiché abbiamo 2 genitori) con una piccola differenza :
44XX origina una femmina, 44XY un maschio, ( quindi sono gli
eterocromosomi X e Y che regolano i caratteri sessuali ).
La superficie della pelle è di circa 2metri quadrati e la superficie totale dei
G. Rossi supera i 3.000 metri quadrati. 10,5 Kg., ovvero il 16% del peso è
determinato da proteine, 8,5 Kg., il 13% è costituito da lipidi, 0,7 kg., l’1%
è dato dai glucidi, 62 kg., il 65% è acqua, 3,3 Kg., il 5% è composto da sali
minerali e vi sono quantità minime di vitamine e di altre sostanze.
Da notare che in tutto questo sono anche compresi circa 7 Kg. di batteri per
cui il 9% del peso di un organismo è determinato da ospiti graditi e sgraditi.
Ogni atomo è formato da un nucleo elettromagneticamente positivo,
ovvero, è caratterizzato dall’avere una carica positiva, come il polo + di una
calamita, e attorno a questo nucleo positivo, gravitano le forze energetiche
negative rappresentate dagli elettroni che ruotano incessantemente, come i
pianeti attorno al sole.
Pertanto per ogni atomo possiamo individuare un incessante e continuo
movimento di cariche negative, che girano attorno ad un nucleo positivo.
Anche con questa descrizione, ci rendiamo conto che ció che vediamo
come fermo ed immutabile, ad esempio la scrivania dalla quale sto
Il salto quantico in medicina
42
scrivendo, non è qualcosa di fermo e stabile, ma è l’insieme di un flusso
continuo di incalcolabili movimenti che non riusciamo a percepire con i
sensi ma ch continuamente avvengono in qualsiasi condizione ci si trovi.
Abbiamo già visto che gli atomi sono di dimensione piccolissima e non
ancora percepita materialmente, e per averne una idea, si può immaginare
una capocchia di spillo, che è costituita da circa 60 miliardi di atomi.
Abbiamo visto che ogni atomo ha questo cuore centrale, il nucleo, che a sua
volta è formato da due tipi di particelle, i protoni, che sono caricati
positivamente, ed i neutroni, apparentemente, senza alcuna carica, e da una
parte periferica, che orbita tutt’attorno al nucleo caricata negativamente e
costituita dagli elettroni.
Questi sono i numeri convenzionali attribuiti a questi costituenti
dell’atomo.
Tra gli elettroni ed il nucleo non c’è materia visibile, come abbiamo visto
prima, e per questo la componente maggiore, in dimensione dell’atomo, é
lo spazio situato tra il nucleo e gli elettroni, dove si riscontra solamente
l’energia che permette agli elettroni di essere trattenuti intorno al nucleo.
La massa (la componente materiale) di un protone e di un neutrone
assommate, determinano un valore che supera di 1800 volte quello della
massa di un singolo elettrone, sempre che venga considerato sotto forma di
materia.
Il salto quantico in medicina
43
L’atomo
Capitolo quinto
Il salto quantico in medicina
44
L’atomo è quindi, la più piccola parte di ogni elemento chimico che esiste
in natura, di cui ne conserva le caratteristiche che determinano lo stesso
elemento. Di contro abbiamo che un elemento chimico è una sostanza
pura, che è formata unicamente da un solo tipo di atomi, da cui è
caratterizzato ed è distinguibile dagli altri elementi per il numero degli
atomi che lo compongono, il numero atomico.
Dei vari elementi esistono delle varianti, ma ció è ininfluente per il
procedere della comprensione del discorso. Anche per gli atomi di uno
stesso elemento, esistono delle varianti, i cosiddetti isotopi, che si
differenziano per avere un differente numero di massa (la somma dei
protoni e neutroni del nucleo, che si chiama nucleone).
Gli elementi conosciuti sulla terra sono 96, piú altri elementi recentemente
scoperti, per alcuni dei quali è stata invocata la provenienza extraterrestre, o
la creazione sintetica da parte umana.
Questi 96 elementi sono stati catalogati e raccolti nella tavola periodica
degli elementi ideata dal chimico russo Dimitrij Mendeleev nel 1869, e
contemporaneamente dal chimico tedesco Julius Lothar Meyer (1830 –
1895).
Il salto quantico in medicina
45
Ultimamente sono stati allestiti altri elementi artificiali, circa una ventina, e
quindi abbiamo oggi un totale di 117 elementi noti, a cui sicuramente se ne
aggiungeranno altri.
Quindi con una conoscenza di “solo” 117 elementi, e le loro possibili
aggregazioni, noi possiamo conoscere ció che compone tutta la materia
conosciuta, compreso l’organismo umano, indipendentemente dalla forma
con cui si manifesta.
Con i computer attuali, riuscire a tipizzare tutta la materia, in base alle varie
percentuali degli elementi che le compongono, diventa un gioco da ragazzi,
basta volerlo fare.
Tutto ciò che è materia, è quindi un continuo ed incessante movimento di
elettroni, le cariche negative, che orbitano intorno ad un nucleo caricato
positivamente ad opera dei protoni che hanno come coinquilini i neutroni
con carica neutra (non è detto che questa carica neutra non sia invece
determinata da due cariche opposte in equilibrio e con un atteggiamento
espresso non come il classico dipolo).
Già esaminando questa struttura, ci scontriamo con una prima anomalia, in
quanto ciò che costatiamo avvenire, é in contrasto con quanto vediamo a
livello più macroscopico, dove una carica positiva attrae una carica
negativa.
In questo caso l’elettrone non viene attirato o spinto nelle braccia del
protone.
Il salto quantico in medicina
46
La regola generale, ritenuta assoluta, pretende che una carica positiva attiri
la carica negativa, legandola a sé, e questo accade sempre in natura, a tutti i
livelli, a livello atomico, invece, la carica negativa elettronica ruota intorno
alla carica positiva protonica.
Questo potrebbe essere determinato dalla forza centrifuga che
controbilancia la carica attrattiva, ma chi o cosa genera allora la rotazione?
Questo, è un lecito interrogativo che sorge dopo aver valutato ciò che
accade a livello macroscopico e a livello subatomico.
O la regola generale non è “Legge di Natura”, o, ed è l’ipotesi piu’
plausibile, c’è qualche fattore che ci sfugge e che ancora non riusciamo a
cogliere.
“Perché a livello atomico la carica positiva non attira la carica negativa
semplicemente attirandola a sé e genera invece una rotazione attorno?”
Werner Heisenberg (1901 - 1976)
“La vita non sarebbe possibile senza il MAGNETISMO”
Probabilmente il fenomeno deriva proprio dalla presenza dei neutroni che
per qualche motivo potrebbero fare in modo in modo che l’attrazione che
esiste, non sia verso un punto fisso del nucleo ma si sposti, e che l’elettrone
la insegua ruotando, e che la velocità di rotazione compensi la forza di
attrazione per cui l’elettrone è mantenuto ad una certa distanza dal nucleo
da almeno due forze diverse. La forza di attrazione, e la forza centrifuga
bilanciandosi porterebbero a quella situazione di equilibrio e tutto il
processo potrebbe quindi dipendere dalla velocità della rotazione, oppure
potrebbe esserci un meccanismo simile a quello delle forze dispersive di
London che si manifesterebbe in sottostrutture attualmente ancora non
identificabili e nemmeno per ora ipotizzate.
Il salto quantico in medicina
47
Ma se così fosse, ci sfugge ancora qualcosa della proprietà dei neutroni, che
forse sono una struttura molto più complessa di quanto siamo riusciti ad
immaginare sino ad oggi.
Rilevare delle cariche diventa semplice, ma andare a cercare proprietà
particolari, quando non si manifestano, è più complesso, come pure
l’ipotizzare che quelle cariche siano il frutto della sommatoria di altre
cariche di dimensioni minori non percepibili.
Il fatto però che risulti una carica neutra, non ci può impedire di pensare
che il neutrone invece di semplice particella, non sia semplicemente un
sistema più complesso in equilibrio di cariche con risultato finale neutro.
Gli elettroni sono stati individuati dai fisici verso la metà del 1900 e sono
stati successivamente definiti come mattoni dell’universo.
Il loro comportamento è paragonabile a quello di piccole particelle
compatte, come si vede nelle classiche descrizioni che raffigurano delle
piccole palline che ruotano attorno ad un nucleo, ma in effetti non
possiedono alcuna dimensione, anche se sarebbe stata ipotizzata, e
dipendente dal condizionamento dell’essere osservata.
Gli elettroni, da componente solida e distinta (qualora presente) possono
diventare una nube indistinta di energia che, come un’onda dell’oceano, si
diffonde all’infinito nello spazio, e ció dipenderebbe appunto
esclusivamente dall’interreazione osservatore osservato.
Considerata rapportata alle dimensioni dell’atomo, l’energia che viene
generata dagli elettroni, assume solo dei valori discreti o considerabili o
identificabili, che si riassumono nel minimo, che viene esattamente indicato
come “quanto” di energia e che rappresenta il pacchetto energetico
elementare. Quindi il quanto è l’energia minima considerabile, valore al
disotto del quale l’energia è ininfluente.
Il Quanto designa quindi, in fisica, una quantità indivisibile, ma è
presumibile che presto si scoprirà che così non é.
Nella fisica classica, ogni grandezza può assumere un insieme continuo di
valori, nella fisica quantistica, le grandezze che si considerano, possono
assumere esclusivamente un insieme discreto di valori, discreto inteso nel
senso precedente che sono multipli del valore fondamentale di base che non
può più essere scisso, “il quanto”.
In base a questa definizione, gli elettroni possono trovarsi esclusivamente
in determinati livelli energetici e non a livelli intermedi. Se poi ci
immergiamo nella teoria quantistica dei campi, questa definizione viene
Il salto quantico in medicina
48
generalizzata e le particelle stesse sono considerate come “quanti” di un
campo di forze, come i fotoni che vengono considerati secondo la QED,
dall'inglese "quantum electro-dynamics" o elettrodinamica quantistica, i
quanti del campo elettromagnetico.
Però tutto questo potrebbe derivare esclusivamente dal metodo di
osservazione.
Ogni epoca vede quello che gli strumenti dell’epoca gli lasciano vedere e
dal punto di vista che si sceglie per allestire gli strumenti per vedere o
misurare. Immaginiamo di avere due magneti posti uno a destra e uno a
sinistra, ed un ago posto davanti a loro a metà strada. Se il magnete di
destra ha massima forza magnetica e quello di sinistra non ha forza
magnetica, l’ago è diretto verso destra; piano piano aumentiamo la forza
magnetica a sinistra, diminuendola a destra sino ad invertire completamente
i rapporti di potenza. Se durante queste modifiche ben evidenti dei campi
magnetici, progressive perché siamo noi stessi a generarle, verifichiamo il
comportamento dell’ago, verificheremo che l’ago rimarrà posizionato verso
destra sino a che l’energia percepita dall’ago, a livello dell’ago, e
proveniente da sinistra, non supera quella percepita dall’ago e proveniente
da destra, e di colpo cambierà direzione, che manterrà invariata anche
quando a sinistra l’intensità diventerà massima. Pertanto se noi usiamo
strumenti di misura che considerano come punto di riferimento,
esclusivamente il comportamento dell’ago, potremo avere solo due
riferimenti, energia a destra ed energia a sinistra, ma non potremo mai avere
l’immagine determinata da posizioni intermedie dell’ago riferibili ai
rapporti energetici intermedi che sappiamo essersi sviluppati tra i due
magneti, sia prima che dopo l’inversione magnetica.
Questo per dire che, anche se noi vediamo un elettrone su un’orbita e poi
solo su quella successiva, non è per nulla detto che a parità di livello
energetico, gli elettroni abbiano la stessa carica energetica e che quindi il
salto di livello sia il giusto termine di misurazione dei livelli energetici.
Lo stesso si puo’ dire di una proteina che può trapassare in un’altra
assumendo forme intermedie diverse dalla proteina iniziale, ma non
percepibili. L’altro esempio è quello della radio che slitta di frequenza; si
sente bene, meno bene, male, molto male, ma il messaggio percepito è
sempre quello proveniente dalla medesima stazione radio, poi si sente male
la nuova stazione. Quella sulla frequenza adiacente e lo scivolamento
continua sino a completare la risintonizzazione sulla nuova frequenza con
Il salto quantico in medicina
49
ricezione di un altro tipo di messaggi. Esiste però tra i due messaggi ben
ricevibili e ritrascrivibili, tutta una sequenza di segnali alterati modificati,
con sfumatura indeterminabile per un certo periodo tra i segnali provenienti
dalle due diverse stazioni radio. Lo scivolamento avviene gradualmente, ma
il cambio di stazione trasmittente si avverte solo quando il segnale prevale
su quello inviato dalla stazione radio precedente, e solo quando il nuovo
messaggio prevarica completamente il messaggio precedente. Però la fase
sfumata esiste ed è documentabile se si verifica esattamente la frequenza
sulla quale il messaggio viaggia. Gli strumenti “chimici” vedono
esclusivamente la differenza tra una proteina e l’altra solo a trasformazione
completata, ma non colgono le varie sfumature nella stessa proteina che
funzionalmente può indurre atti biologici modificati rispetto agli originali.
Un esempio sotto gli occhi di tutti è determinato dal fenomeno
dell’invecchiamento cellulare in cui cambiano i rapporti dei componenti, ed
in particolare la cellula invecchiata contiene molta meno acqua rispetto alla
cellula normale.
Capitolo sesto
IL QUANTO
A parte queste considerazioni, ritorniamo alla convenzione attualmente in
vigore, se si passa da un livello energetico ad un altro, si deve effettuare un
salto e non scivolare gradualmente percorrendo lo spazio. Quasi come se
l’energia fosse imprigionata in contenitori che separano i livelli uno
dall’altro, generando una specie di membrana virtuale che delimita il
livello, dal livello successivo.
Come appunto detto, l’alternativa potrebbe essere rappresentata dal fatto
che il segnale percepito attualmente, ci permette solamente di ricevere dati
propri del livello, stante un possibile spostamento, sino a che lo
spostamento non determina un cambiamento brusco di valore determinato
dalla prevalenza del livello successivo, esistendo tra i due livelli uno spazio
di confine in cui non vi è sfumatura, ma prevale un livello energetico o
l’altro.
Possiamo ipotizzare, per rendere l’idea, di considerare una persona che sale
degli scalini; il piede, per arrivare a contatto col gradino successivo,
percorre in ogni caso il tragitto che però diventa ininfluente, ovvero del
Il salto quantico in medicina
50
piede che sale una scala, noi abbiamo l’immagine statica e ben
identificabile, quando il piede si trova sullo scalino e poi su quello
successivo, ma non riusciamo a quantizzare gli stadi intermedi del
passaggio del piede nel vuoto tra un gradino e l’altro perché non vi è
appoggio e quindi manca il riferimento statico per la rilevazione.
E’ peró indubbio che il passaggio deve esserci per veloce che sia, e se la
velocità assumesse ritmi incredibili, lo spazio potrebbe addirittura dare
l’impressione di essere annullato, ma in ogni caso si tratta sempre di
convenzioni umane, questo relativamente al tempo e allo spazio e alla
dimensione umana.
Le caratteristiche dei quanti energetici determinati dagli elettroni che sono
particella, onda ed energia sono particolarmente interessanti.
La più straordinaria è determinata dalla capacità di trasformarsi da materia
ad energia e viceversa, l’altra è costituita dal loro manifestarsi a noi come
particella se li guardiamo, proprio come disse Bohr, che sostenne che le
Il salto quantico in medicina
51
proprietà di particella non esistono sino a che non sono osservate.
Con questa valutazione Bohr stabiliva il principio Osservatore e osservato,
che risonando istantaneamente nel momento del contatto visivo,
determinavano in compartecipazione, il formarsi dell’effetto fisico in
divenire con una perfetta e simbiotica sincronia.
La risonanza tra onda visiva ed energetica determinavano la
rappresentazione sotto forma di materia.
A Ginevra, al CERN nel corso del 2009 e anche prima, sono avvenuti
esperimenti basati sulla collisione di particelle alle energie più alte mai
raggiunte al mondo, utilizzando il superaccelleratore Large Hadron Collider
(Lhc).
Questi esperimenti ci portano in un campo mai esplorato. Le collisioni sono
avvenute all’energia di 1.180 miliardi di elettronvolt (1,18 TeV) per fascio,
per un totale di 2,36 TeV.
Sono previste collisioni ad energie superiori per poter indagare la
composizione della materia oscura o l’esistenza della cosiddetta «particella
di Dio», ovverossia il bosone di Higgs responsabile teorico dell’esistenza
della massa. Non vi è però nessun cenno di criteri di risonanza
L’immaginare che ci potesse essere un qualcosa che viaggiava più veloce
della luce, e contemporaneamente tra osservatore e osservato, avrebbe
equivalso ad abolire la barriera spazio temporale. Questa questione portò ad
una intensa diatriba con Einstein che venne etichettata come paradosso di
Einstein, Podolski e Rosen o EPR. Già in precedenza, un esperimento
effettuato da Wheastone nel 1834, aveva dimostrato, utilizzando un
apparecchio ancora esistente, che vi erano particelle che viaggiavano ad
una velocità di 460.000 km./secondo e quindi ad una velocità superiore a
quella della luce. Successivamente, nel 1982 Alain Aspect, a Parigi,
utilizzando il laser, fece un’altra dimostrazione che convalidava la tesi di
Bohr. Aspect isolò un atomo instabile di positronio formato da un elettrone
negativo e da un elettrone positivo, il positrone; questi due elettroni, si
annientarono reciprocamente, al fine di formare 2 quanti energetici, e due
differenti fotoni che, proiettati in direzione opposta, risultarono indifferenti
ad ogni distanza, mostrando altresì una persistente correlazione, avendo
angolazioni di polarizzazione identiche, e perfetto sincronismo ed
orientamento spaziale, e ciò perché erano in comunicazione reciproca.
Queste particelle gemelle non erano né separate né indipendenti ma non
potevano altro che essere parti indivisibili del medesimo sistema.
Il salto quantico in medicina
52
Il positronio è un atomo estremamente leggero e conterrebbe la controparte
dell’antimateria dell’elettrone.
Un positrone ha la carica positiva come il protone, e la stessa massa
dell’elettrone. Non esiste in natura, e quando un positrone e un elettrone
vengono combinati artificialmente per creare un atomo di positronio, come
fu fatto per la prima volta nel 1951, questo si autodistrugge rapidamente
emettendo energia sotto forma di raggi gamma.
Gli scienziati hanno inviato un fascio di positroni, emessi nel decadimento
di una forma radioattiva di sodio, verso un bersaglio di normale silice.
Nelle collisioni, alcuni dei positroni hanno raccolto un elettrone formando
positronio.
Gli atomi di positronio si sono accumulati nella silice porosa, dove la loro
densità sarebbe diventata abbastanza elevata da consentire la formazione di
Ps2. L'esperimento è stato descritto in un articolo (di D.B. Cassidy et al.)
pubblicato sulla rivista "Physical Review Letters".
Il salto quantico in medicina
53
Successivamente alla Princeton University, un altro fisico, David Bohm,
chiarì ulteriormente il principio.
David Bohm ( Wilkes-Barre, 20.12.1917 – Londra, 27.10.1991). Fisico U.S.A. che sviluppo’
l’approccio delle onde pilota di Louis De Broglie, giungendo alla sua omonima interpretazione della
meccanica quantistica, teoria De Broglie – Bohm.
La visione che fornì Bohm, era quella di un infinito mare di particelle tutte
interconnesse, che mostravano, ognuna, di possedere la conoscenza di ciò
che ognuna delle altre particelle faceva, comportandosi di conseguenza,
come se dovessero eseguire delle manovre inserite in un progetto globale di
mantenimento di un sistema superiore.
Questa capacità si evidenzia nel principio dell’ologramma e nella teoria dei
frattali in cui anche la minima parte in cui si può smembrare l’intero,
conserva tutti i caratteri dell’intero, e da questa si può risalire all’intero
sistema. Se tutto può essere ridotto a vibrazione o onda, il cervello percepisce anche
le vibrazioni dei pensieri e le trasmette e le riceve dagli organi di senso, e
quindi possiamo considerare gli organi sensoriali, come degli analizzatori
Il salto quantico in medicina
54
di frequenza, che percepiscono le frequenze e le trasformano nelle varie
sensazioni fisiche.
Considerando quindi l’organismo umano come aggregato di atomi,
abbiamo ben evidente l’altro elemento fondamentale per l’esistenza stessa
di ciò che consideriamo materia, l’energia, che genera l’attrazione tra
nucleo ed elettroni, e poi tra atomi e atomi a formare le molecole, e tra
molecole e molecole, e così a salire.
L’organismo umano è quindi anche identificabile come una
materializzazione dell’energia ed espressione parziale dell’energia totale
che lo costituisce, essendo visibile solamente la parte fisica del corpo
energetico completo.
Come abbiamo visto gli elementi essere catalogati nella tavola periodica,
anche la materia, vista sotto forma di energia, puó essere catalogata in un
altro modo.
La materia puó quindi essere tipizzata con la frequenza dell’energia che
sottende e, ad ogni specie di materia, corrisponde una ben determinata
energia con una ben determinata frequenza; se cambia la frequenza,
cambierá indubbiamente anche la materia corrispondente.
Se abbiamo materia aggregata, avremo anche frequenze aggregate e
rintracciabili ai vari livelli, ovvero la frequenza degli atomi, delle molecole,
delle cellule, degli organi e dei tessuti e così a salire a formare ogni cosa
esistente e individuabile materialmente.
Ognuna delle frequenze si riscontra a livello sussidiario, dalla componente
più elementare al componente più complesso, e tutte le frequenze non
possono far altro che essere interconnesse, in quanto somma o sottrazione
le une delle altre.
Potremmo quindi accorgerci dei cambiamenti che avvengono nella materia,
giá verificando i cambiamenti delle varie frequenze magnetiche delle varie
molecole, o di gruppi di molecole, o di organi in cui si modificano, senza
opportuna causa, i parametri naturali di buon funzionamento.
Una volta che avremo mappato tutti i costituenti elementari e complessi
dell’organismo, sottraendoli alla contaminazione delle energie esterne che
possono mascherarle, come nel caso del “rumore di fondo” determinato dal
campo magnetico terrestre e da altre “interferenze” determinate dalle
innumerevoli fonti naturali e artificiali create dall’uomo, potremo quindi
ottimizzare gli strumenti già disponibili e anche progettarne di nuovi.
Pertanto ci si presenta ora un nuovo lavoro da svolgere, la mappatura
Il salto quantico in medicina
55
energetica dei vari costituenti dell’organismo umano, e la ricerca degli
“standards di normalità”, ovvero quali siano le frequenze fisiologiche e
quelle patologiche, o quelle caratteristiche dell’involuzione senile.
La dottoressa Valerie Hunt fisiopatologa e cinesiologa della UCLA, ha
misurato con un elettromiografo, l’attività elettrica dei vari gruppi
muscolari registrandola e verificando che un apparecchio di quel genere era
in grado di misurare la presenza elettrica del campo energetico di un corpo.
Utilizzando questo strumento, arcaico per l’opera che si accingeva a
compiere, la dottoressa, ha individuato un campo di energia che è presente
nel corpo umano o da esso emana, e che è associato alle funzioni
biologiche.
Questo campo magnetico da lei riscontrato, ha determinato valori
estremamente bassi, rispetto ai valori registrati a livello cardiaco o
cerebrale con i comuni elettrocardiografi ed encefalografi.
I valori riscontrati si aggiravano da 100 a 1600 hertz, e il campo magnetico
è stato visto irradiarsi da altri centri oltre che dai muscoli, dal cuore e dal
cervello.
Utilizzando altri strumenti, ed in particolare un oscilloscopio, è riuscita ad
avere l’immagine visiva del campo, con una immagine paragonabile a
quella generata da un esame scintigrafico.
Verificando approfonditamente le immagini che era riuscita ad ottenere, la
dottoressa Hunt si rese conto che tutti i centri energetici che aveva
individuato, erano dotati di proprietà olografica e quindi, una porzione del
corpo misurata con quel sistema, forniva l’immagine dell’intero campo
energetico.
La scoperta successiva a questi esperimenti portò alle conclusioni che
queste frequenze misurabili e verificabili, erano anche condizionate dalle
qualità caratteristiche del soggetto, comprese le qualità emozionali.
Tutte queste scoperte e ricerche ebbero poi anche il risvolto pratico
utilizzato in campo terapeutico, ma non da tutti accettate anche se senza
verifiche contraddittorie.
Per presentare una tesi bisogna corredare il progetto con prove
particolarmente impegnative e testimonianze, mentre per negarla non
vengono quasi mai chieste controdeduzioni per cui questo comportamento
non è democratico e poco scientifico in quanto anche per screditare una tesi
dovrebbe essere richiesta altrettanta documentazione o controprove, oppure
lasciare la tesi in sospeso senza negarla a prescindere.
Il salto quantico in medicina
56
Capitolo settimo
TERAPIA BIOFISICA
Il primo personaggio che distaccandosi dal convenzionale pensò di
proporre una terapia basata sull’informazione biofisica, fu un medico
americano, tal Albert Abrams, che operò già due secoli fa, ma solamente
oltre sessant’anni dopo, la medicina occidentale ha iniziato a considerare
anche questo livello di intervento, in quanto sino ad allora il riferimento
classico per la medicina era costituito dalla fisica meccanica con causalità
lineare, e il suo livello chimico successivo.
Albert Abrams nacque nel 1863 a San Francisco dove morì nel 1924,
medico americano, è considerato il padre fondatore di quella che è definita
Radionica.
Avendo ereditato una ingente fortuna dal padre, ricco mercante, ebbe
l’opportunità di scegliere su cosa lavorare, e quindi decise di dedicarsi
esclusivamente alla ricerca in campo medico.
Il salto quantico in medicina
57
Si era laureato in medicina ad Heidelberg, una delle università più famose
della Germania per quanto riguarda la presenza di studenti stranieri, e fu il
primo medico a scoprire i principi di una medicina "elettronica". Fu allievo
del medico militare Rudolf Virchow, personaggio che fondò i moderni studi
di patologia cellulare sostenendo che una cellula può essere generata
solamente da un’altra cellula. Virchow fu il primo a descrivere l’embolo.
Tutti gli studenti di medicina si ricordano la famosa "triade di Virchow",
che attribuisce lo sviluppo della trombosi venosa alla presenza di: a)
rallentamento del flusso sanguigno, b) alterazioni della parete vasale, c)
ipercoagulabilità.
Virchow non era favorevole alle nozioni di base della nascente
“batteriologia”, e osteggiava l’idea che i batteri fossero la causa diretta
delle malattie. Sosteneva che il rinvenire alcuni microrganismi in certe
condizioni di malessere, non sempre significava che il microrganismo
facesse parte della malattia, e ipotizzò la possibilità della produzione di
tossine da parte di questi piccoli organismi. Non era neppure d’accordo con
la teoria Darwiniana dell’evoluzione della specie sostenendo che non era
sufficientemente giustificata scientificamente.
Con cotanto maestro, Abrams, da buon allievo, propose questa nuova
visione dell’essere umano a cui si stava dedicando, e in cui la malattia
appariva esclusivamente come una condizione di alterata energia.
L’episodio che condizionò l’opera di questo pioniere della biofisica,
avvenne durante una classica visita medica. Stava percuotendo l’addome ad
un paziente, come sono usi fare i medici durante le classiche visite, per
rendersi conto dello stato addominale e delle strutture che esso contiene, e
evocava il solito suono che deriva da sottostanti visceri distesi dall’aria che
contengono, prodotta dalle varie fermentazioni. L’addome percosso
risuonava a vuoto.
Durante queste manovre, qualcun altro presente nell’ambulatorio,
inavvertitamente, accese l’apparecchio radiografico che era posto ad un
paio di metri di distanza. Con l’accensione dello strumento a raggi X, il
suono che stava ascoltando e da lui prodotto con la percussione cambió,
trasformandosi nel suono che si sarebbe prodotto se sotto vi fosse stata una
massa solida.
In conseguenza di questa esperienza che destò immediatamente la sua
curiosità di medico ricercatore, il Dr. Abrams fece molte altre prove
modificando la posizione del paziente, e accendendo e spegnendo
Il salto quantico in medicina
58
l’apparecchio radiologico, verificando in particolare cosa accadeva in
relazione ai punti cardinali.
Quello che constatò, fu che il fenomeno di cambiamento del suono
accadeva unicamente quando il paziente era rivolto verso est o verso ovest,
ma non verso nord e sud.
Gli accadde anche di riconsiderare successivamente questo strano
fenomeno, mentre stava visitando un paziente affetto da un epitelioma al
labbro.
Nel corso della visita si mise a percuotere l’addome con la solita tecnica col
soggetto casualmente rivolto ad ovest e con l’apparecchio radiologico
spento; il suono che derivava era quello di pieno, come quando
l’apparecchio radiologico era acceso nelle esperienze precedenti. Fece
girare il paziente verso nord e riprovó a percuotere nuovamente l’addome e
si manifestò il rumore di vuoto. Ripetè più e più volte la percussione per
avere altre riprove del fenomeno, e avendo ottenuto un esito positivo,
poteva dedurre ragionevolmente che ciò che aveva rilevato doveva essere
accettato come ripetibile e riverificabile.
Durante una sua lezione, avvertì i propri allievi che il giorno successivo
avrebbe eseguito alcune esperienze alla loro presenza, per avere questa
volta anche altre testimonianze del fenomeno che lui aveva già verificato in
diverse occasioni.
"Ora", disse Abrams, "alcuni di voi saranno molto stupiti di sentire che il
meraviglioso apparecchio con cui porterò avanti i miei esperimenti, non è
altro che il meccanismo nervo-muscolo che è parte integrante del nostro
amico Ivor qui seduto, che già in innumerevoli occasioni si è prestato come
cavia per i miei esperimenti neurologici! Fatemi ripetere: non c'è niente al
mondo così sensibile, così reattivo allo stimolo, per debole che sia, come la
fibra nervosa di un giovane uomo (o donna) sano. Ivor(il paziente che piú
volte aveva accondisceso alle esperienze) mi ha gentilmente assicurato di
non avere obiezioni ad essere il Soggetto dell'esperimento di oggi. Per lo
scopo di questa dimostrazione dobbiamo scordarci che Ivor è un uomo, e
guardarlo solo come uno strumento rilevatore di onde supersensibile."
Fece togliere al volontario la maglietta e lo fece rimanere in piedi
seminudo, con il corpo rivolto verso ovest, mentre eseguiva la percussione
dell’addome all’altezza della bolla gastrica, sopra l’ombelico.
Chiese quindi ai suoi allievi: "Volete prendere nota del suono di vuoto
emesso dall'addome ? Molto bene. E ora uno di voi può per favore farsi
Il salto quantico in medicina
59
avanti e prendere questo forcipe a cui ho attaccato uno di questi campioni
di tessuto canceroso?" "Mentre io continuo a battere su questa zona
dell'addome, Lei, dottor Robinson (L’ assistente medico), ponga quel
campione a leggero contatto con la fronte di Ivor. Lo tenga così per quattro,
cinque secondi, poi lo tolga per un pò, e poi lo riavvicini, e così via. E
voialtri, volete per favore fare molta attenzione agli eventuali cambiamenti
del suono emesso con la percussione dell'addome di Ivor quando il
campione è vicino o lontano dalla sua fronte?"
L’esperimento diede il risultato sperato e già in precedenza verificato, ma
ora tutto avveniva sotto gli occhi di numerosi testimoni.
Quando il campione di tessuto tumorale veniva avvicinato alla fronte del
soggetto, alcune fibre muscolari si contraevano determinando l’alterazione
del suono derivato dalla percussione, e la differenza poteva essere rilevata
sonoramente anche dai presenti in sala.
Quando il fenomeno venne ripetuto numerose volte, il dottor Abrams lo
eseguì utilizzando diversi tessuti cancerosi, e utilizzando anche tessuto
contaminato da tubercolosi. Utilizzando quest’ultimo campione, il suono
percussorio non si modificava percuotendo l’addome sopra l’ombelico, ma
la modifica sonora si avvertiva percuotendo l’addome sotto l’ombelico.
Partendo da queste osservazioni, stabilì un certo criterio nell’eseguire le
prove, che divennero numerossime, utilizzando centinaia di campioni di
tessuti cancerosi e tubercolari per verificare le differenze che si ottenevano
con quella metodica apparentemente empirica e casuale, ma ben ripetibile e
riproducibile.
Con una grande raccolta di dati, Abrams, riuscì a disegnare tutta una serie
di mappe dove venivano identificate le aree dell’addome dove avevano
luogo questi strani fenomeni di modifica percussoria.
Abrams chiamó queste modifiche “reazioni” addominali e indicò come
queste potessero essere rilevate con una attenta e precisa percussione: una
certa zona corrispondeva alla reazione al tessuto neoplastico, un’altra alla
reazione al tessuto tubercolotico, malaria, streptococco e numerose altre
malattie.
Nonostante l’empirismo di queste esperienze, che possono essere
tranquillamente riprodotte da qualsiasi medico con cognizione dei punti
cardinali, deve essere accettato, perché provato, che dal corpo umano e,
come dimostrò poi successivamente lo stesso Abrams, anche da ogni
singola goccia di sangue di persona malata, vengono generati dei segnali
Il salto quantico in medicina
60
che denotano la natura della sua malattia, e che questi segnali, se si
dispongono gli idonei strumenti e l’idonea preparazione e cultura, sono
rilevabili anche nel momento in cui comincia la malattia, anche se di questa
non vi è ancora evidenza clinica.
Nessuno nega, d’altra parte, che altri abbiano poi distorto i contenuti di
queste intuizioni o se ne siano appropriati senza aver alcuna cognizione del
substrato dell’argomento, o anche in mala fede, sfruttando l’attenzione che
attirarono i risultati di queste ricerche, e abbiano creato tutta una
costruzione finalizzata ad illudere i pazienti, solamente a scopo di lucro
personale, squalificando anche ciò che di buono era stato fatto, per
l’eccessivo bisogno qualunquista dell’uomo non dotato di sufficiente
intelligenza e senso di responsabilità, e soprattutto con un secondo fine, di
generalizzare senza accettare le sfumature che stanno tra il bianco ed il nero
e tra l’etico e il non etico.
In ogni caso queste esperienze restano alla storia e i sostenitori della
RADIONICA sono ancora molto attivi.
Capitolo ottavo
GLI ATTI BIOLOGICI
Analizzando la vita, che è fatta di movimenti, possiamo verificare che ogni
singola azione cosciente o incosciente, complessa o elementare, scendendo
al livello minimo e più semplice da poterlo definire unità di misura, o
mattone della vita, al pari dell’atomo per la materia, è generata da una
successione di atti biologici elementari.
Quindi possiamo prendere come unità di misura, l’atto biologico, la cui
successione secondo determinati e rigorosi parametri, determina la vita, il
benessere e la malattia, sino ad arrivare alla morte, dopo la quale gli atti
biologici proseguono diversamente, costituendo i fenomeni biologici propri
della fine della vita cosciente.
Ogni atto biologico in sé è molto semplice e ben verificabile, ma non in
vitro, dove l’atto biologico proprio del vivente non avviene per mancanza
di un qualcosa che vedremo in seguito, e che caratterizza esclusivamente
l’atto biologico determinato dalla presenza della vita.
Il salto quantico in medicina
61
Questi singoli atti, assommandosi e integrandosi con tutti gli altri atti
biologici contemporanei precedenti e successivi, costituiscono a cascata
tutti i livelli necessari per la vita e per il benessere, e se alterati, originano la
malattia.
Tutti questi numericamente incalcolabili atti biologici, sono intimamente
correlati gli uni agli altri, e a loro volta sono correlati anche con quello che
accade nell’ambiente esterno ed interno all’organismo.
Quello che cambia, sono i tempi per vederne gli effetti, ovvero ogni livello
manifesta la finalizzazione degli effetti in tempi diversi come i diversi
ingranaggi di un orologio in cui la rotazione completa della più piccola
rotellina dentata, determina un movimento finale a carico delle lancette che
può anche essere impercettibile, mentre altri ingranaggi, con spostamenti
nettamente minori, determinano subito un effetto finale evidente sulle
lancette.
Il salto quantico in medicina
62
Capitolo nono
LA VITA
LA REAZIONE CHIMICA
Vediamo come possiamo definire la “reazione chimica”: “è un processo in
cui dei composti (reagenti) si trasformano in altri composti (prodotti)
mediante una riorganizzazione degli atomi (formazione e rottura di legami
chimici).
L’utilizzo del termine “rottura” è molto ambiguo e scorretto e andrebbe
rivisitato per ridare comprensibilità all’intero discorso e anche per far
comprendere quanto la chimica dipenda dalla fisica. Col Termine rottura, la
chimica pretende anche di sganciarsi completamente dalla fisica per
diventare disciplina a sé stante autonoma e indipendente, ma la realtà dei
Il salto quantico in medicina
63
fatti dimostra esattamente il contrario. La chimica non può e non deve
dimenticarsi della fisica che sottende, che la condiziona e che la determina.
“Il LEGAME CHIMICO” è unicamente una forza di natura elettrostatica
che permette ai singoli atomi o a gruppi di atomi, di legarsi tra di loro.
Trattandosi di una forza, questa non può rompersi, ma può modificarsi
aumentando o diminuendo, o esaurirsi, ma non si rompe.
Questo legame magnetico si differenzia in quanto intensità, in relazione al
composto che origina, ed è fondamentale per determinare la particolare
reattività e stabilità del composto, e anche per determinarne la struttura
molecolare.
Oltre ai vari legami chimici ma in realtà magnetici, esistono anche le forze
intermolecolari che hanno intensità minore rispetto ai legami chimici, che
hanno la proprietà di attrarre atomi e molecole tra loro. Queste forze
intermolecolari sono comunemente chiamati legami chimici secondari e
sono fondamentali nel determinare lo stato fisico di una sostanza e
responsabili della struttura secondaria, terziaria e quaternaria delle proteine.
Le reazioni chimiche sono rappresentate con le equazioni chimiche che
mostrano le formule dei reagenti e dei prodotti, ed eventualmente i loro
stati fisici e le direzioni in cui procede la reazione.
Nella reazioni chimiche non si ha mai creazione o scomparsa di materia,
ma esclusivamente trasformazioni dei composti, e tutto deriva unicamente
dalle modifiche energetiche dei legami chimici per cui tutto dipende
esclusivamente dagli equilibri energetici che condizionano la formazione o
“rottura” dei legami chimici.
Ci si chiede perché la chimica si sia dimenticata completamente di ciò che è
fondamentale per la genesi delle reazioni chimiche, ovvero il calcolo delle
energie che sono implicate nella formazione e nella rottura dei legami.
Forse dipende dal fatto che quando la chimica è nata, non si avevano ancora
strumenti in grado di verificare, quantizzare, numerificare queste forze e,
quando il castello della chimica venne completamente realizzato, questo
funzionava talmente bene che non si sentì la necessità di rimettere tutto in
discussione in quanto i risultati erano talmente efficaci da ritenere il
“format” costituito, valido ed ineccepibile.
La chimica “foto selettiva” afferma che l’aumento dell’energia
vibrazionale reagente è molto efficace per determinare una reazione; qui
vediamo un valido tentativo di dare importanza ai fenomeni fisici
nell’ambito della chimica.
Il salto quantico in medicina
64
Questa specializzazione della chimica, ha come argomento centrale,
l’influenza dell’eccitazione ottica sull’acquisizione,
sull’immagazzinamento e sulla cessione dell’energia e reattività delle
molecole.
Due autori, Evans e Polanyi, già negli anni '30, fecero ampie pubblicazioni
inerenti l’importanza dell'energia di vibrazione molecolare nella dinamica
delle reazioni chimiche. Gli studi che approfondiscono la cinetica chimica,
confermano che l'aumento dell'energia dei reagenti aumenta la velocità di
reazione. In un modo molto semplice si può ottenere questo aumento di
velocità, aumentando la temperatura della reazione che si intende
sviluppare. I due scienziati riuscirono a presentare i primi modelli
qualitativi dimostrando l’efficacia della loro teoria per cui aumentando
l'energia di vibrazione si facilitava il processo di reazione chimica. Per
poter raggiungere progressi significativi in questo campo, si dovette
attendere l’introduzione del LASER, strumento che permise di dettagliare
profondamente gli effetti dell’energia di reazione interna determinati
dall'eccitazione ottica. Sono molti anni che questi effetti stanno destando
grandi interessi, e parecchie sono le applicazioni pratiche delle ricerche in
questo campo. Col progresso tecnologico, è oggi possibile verificare che
l'aumento dell'energia di vibrazione è in pratica molto più importante che
non il solo aumento di temperatura, per migliorare la reazione molecolare.
Pensiero molto diffuso è che se si riesce ad aumentare la vibrazione del
sistema oltre la soglia della cosiddetta barriera di attivazione, si ottiene un
sostanziale miglioramento della velocità di reazione.
La sperimentazione si è valsa dell’utilizzo di laser regolabili e a banda
stretta, al fine di ottenere una eccitazione di vibrazione selettiva (una
frequenza costante ed omogenea fissa). Con questi strumenti, in laboratorio,
sono state sviluppate diverse reazioni in cui la correlazione tra le reazioni
attivate col calore e quelle generate con la vibrazione indotta, hanno
mostrato un vantaggio a favore delle ultime, con effetto finale di efficacia
duplicato.
Dopo queste esperienze si è potuto concludere che le reazioni chimiche
possono essere migliorate per mezzo dell’eccitazione ottica determinata cou
un laser all’infrarosso.
Ma se andiamo ad approfondire la visione in base alle conoscenze attuali,
possiamo anche ipotizzare che l’effetto potenziante possa essere dovuto
esclusivamente alla frequenza che è stata inviata, e che quindi qualsiasi
Il salto quantico in medicina
65
altro mezzo in grado di inviare lo stesso segnale, possa ottenere lo stesso
effetto, e basterebbe provare il fenomeno, applicando quanto derivato dalla
legge del dominio di coerenza, ovvero inviare onde con la stessa frequenza
di quelle delle molecole implicate nella reazione.
Il laser quindi sarebbe solo un metodo, come il calore, per inviare un
segnale magnetico di una frequenza o di più frequenze, utili per
implementare la reazione.
Modificando la frequenza del laser e modificando oltre certi livelli la
temperatura, l’effetto positivo in effetti diventa negativo, e quindi appare
chiaro che solo a determinate temperature (e quindi frequenza, sia per
calore che per laser), si ha un effetto migliorativo.
Pertanto si potrebbe provare ad individuare e ad applicare le frequenze
ritenute idonee con mezzi più consoni, per verificare questa ipotesi che in
base ai risultati ottenuti e agli studi compiuti, è oggi molto più di una
semplice ipotesi, ma un campo che merita di essere esplorato per le
potenzialità che contiene.
Siamo quindi arrivati ad un punto cruciale; oggi la fisica fornisce ulteriori
spiegazioni circa il perché le reazioni chimiche avvengano in un certo
modo, ed in un certo altro modo vengano modificate, e anche perché esiste
questa differenza sostanziale tra reazioni chimiche in vitro ed in vivo.
In vivo intervengono i campi magnetici indotti al fine di generare quella
specifica reazione molecolare, in vitro, facendo reagire le molecole tra loro,
queste reagiscono esclusivamente in base al confronto molecolare e in
campo magnetico che si genera diventa obbligato e in questo caso
secondariamente generato e dipendente dall’incontro molecolare, mentre in
vivo è il campo magnetico che condiziona gli incontri molecolari tra le
corrette molecole per ottenere solo quella specifica reazione e non la prima
reazione possibile determinata dai criteri di vicinanza molecolare.
Si sta quindi sviluppando una nuova specialità, la biofisica, e da questo
punto di vista, appaiono meno condizionati i fisici piuttosto che i
biochimici ed i microbiologici, i quali sono più strumentalizzati
dall’ambiente in cui fanno ricerca. Forse è solo questione di strumenti,
perché il macroscopico diventa visibile molto più facilmente a chi si occupa
di ultramicroscopico, visto che gli strumenti da utilizzare per cambiare
visione con le annesse nozioni, sono più facilmente reperibili che
nell’ipotesi contraria.
Da qualche decennio l’attenzione dei ricercatori si sta spostando, e sempre
Il salto quantico in medicina
66
più vengono sottolineati i punti critici della chimica, utilizzata come unico
componente dell’universo, che non considera la consistenza energetica
nascosta in quello che per lei è invisibile, l’assenza di materia
chimicamente dimostrabile.
A determinare questo spostamento di visione prospettica della materia
vivente, dalla descrizione puramente biochimica materialista di ogni atto
biologico, a quella piú olistica che considera anche i fenomeni biofisici e
bioenergetici, sono state le ricerche svolte in diverse parti del mondo e
anche fuori dall’atmosfera terrestre: in particolare amo ricordare gli studi di
Popp, di Ludwig di Lieboff e anche gli studi effettuati al dipartimento di
Fisica dell’Università di Milano da Giuliano Preparata, Emilio del Giudice
e Getullio Talpo. Oltre a questi, importante è il contributo che venne fornito
dal Professor Umberto Grieco a Roma che, utilizzando una camera
anecoica e riuscendo a sopprimere il rumore di fondo del campo magnetico
terrestre e di altre interferenze, ha ottenuto una prima mappatura energetica
di alcuni importanti distretti dell’organismo umano a livelli diversi, che
sono serviti da substrato per altri studiasi che hanno usufruito di queste
ricerche utilizzandole per ottimizzare apparecchiature diagnostico
terapeutiche che mostravano importanti effetti benefici, ma che non
potevano essere spiegati in maniera sufficientemente comprensibile perché
vi erano nozioni e meccanismi funzionali ancora ignoti ma che oggi,
almeno parzialmente, sono stati compresi e identificati.
Capitolo decimo
GLI SCIENZIATI ITALIANI e LA BIOFISICA
Il salto quantico in medicina
67
Giuliano Preparata nacque a Padova nel 1942, e morì a Frascati il 24 aprile
del 2000.
Dopo aver frequentato il liceo classico Umberto I a Roma, si laurea a
Roma, in fisica teorica ricevendo la summa cum laude nel 1964.
Gli viene attribuita una borsa di studio e si trasferisce a Firenze come
borsista del CNR e indi riceve l’incarico di Professore di Fisica dei
NEUTRONI.
Dedicandosi all’insegnamento, dal 1967 al 1972 tiene lezioni nelle piú
prestigiose università americane, tra queste Princeton, Harvard, e la
Rockefeller New York University.
Nel 1969 raggiunge la libera docenza in Fisica Teorica, e, nel 1975, vince il
concorso per ottenere la cattedra di Fisica Teorica.
Successivamente approda al CERN di Ginevra, a cui presta la propria opera
dal 1974 al 1980, come membro dello staff nella Theory Division.
Si è dedicato in gran parte, allo studio delle alte energie, partecipando alla
costruzione del Modello Standard inerente la nuova sintesi delle interazioni
subnucleari. I suoi studi sono stati fondamentali per chiarire la natura del
campo quantistico, del campo di DIRAC (campo fermionico) e del
QUARK (fermione elementare che partecipa all’interazione forte).
In natura i quark non si trovano mai in isolamento, ma solo uniti in
particelle composte dette adroni, come ad esempio il protone ed il neutrone
Il salto quantico in medicina
68
nel nucleo degli atomi. Il complesso delle sue ricerche, ha costituito un
substrato fondamentale della unificazione elettrodebole, ed ha risolto il
problema cruciale del confinamento del colore, nell'ambito della
cromodinamica quantistica che non è altro che una teoria fisica che
descrive l’intereazione forte, e che costituisce una delle forze fondamentali.
Preparata descrive l’interazione tra QUARK e GLUONI che sono le
particelle elementari, che determinano la forza nucleare forte; tengono
insieme i quark per formare gli adroni, vale a dire tutte le particelle che
sono sottoposte all’interazione forte, come già visto, protoni e neutroni.
Praticamente spiega l’essenza di come sia possibile l’esistenza del nucleo in
cui convivono protoni e neutroni che non avrebbero nessuna ragione per
stare uniti essendo uno a carica positiva e l’altro a carica apparentemente
neutra e senza pertanto alcuna ragione magnetica per stare vicini.
Hanno carico elettrica zero e spin 1 (rotazione – sono bosoni vettori).
Questi gluoni, determinano la stabilità del nucleo degli atomi. Discorso da
mal di testa, ma basta disegnare i puntini su un foglio dandogli quei nomi e
questo discorso diventa anche immaginabile.
Dopo il 1987, Preparata di è concentrato sui problemi della materia
condensata e sulla fisica nucleare nell’ambito della teoria quantistica dei
campi elettromagnetici, scoprendo delle innovative soluzioni coerenti della
QED (elettrodinamica quantistica). Con queste nuove scoperte, Preparata
ha potuto affrontare e tentare di risolvere vecchi e nuovi problemi, quali la
teoria dell’acqua liquida e quello della fusione fredda, con a disposizione
strumenti che gli hanno permesso e ci permettono di esaminare la realtà non
visibile, da un nuovo punto di vista.
Nel suo percorso scientifico e umano, ha poi incontrato Cecilia Saccone,
professore ordinario di Biologia Molecolare all’Università di Bari, e ha
sviluppato un modello markoviano di evoluzione molecolare che ha destato
notevole interesse e che spiega molte cose che prima erano inspiegabili.
Definizione: un processo stocastico markoviano o processo di Markov è un
processo stocastico nel quale la probabilità di transizione che determina il
passaggio ad uno stato di sistema, dipende unicamente dallo stato di
sistema immediatamente precedente e non dal come si è giunti a tale stato.
Vediamo cosa scrisse all’epoca la stampa italiana e riportiamo un piccolo
necrologio reperibile da chiunque:
(7 maggio 2000) - Corriere della Sera pag.29.
CORRIERE SCIENZA.
Il salto quantico in medicina
69
LA SCOMPARSA DEL TEORICO STUDIOSO DELLA LUCE
“Giuliano Preparata fisico controcorrente.
La scomparsa del teorico studioso della luce Giuliano Preparata fisico
controcorrente Scienziato controcorrente, Giuliano Preparata (morto a
Roma il 24 aprile), faceva parte dell' aristocrazia della fisica teorica
internazionale. Padovano d' origine (era nato nel 1942), andò in cattedra a
Bari poco più che trentenne, nel 1976, per poi trasferirsi all' Università di
Milano alla metà degli anni Ottanta. Insegnava e lavorava poi a Princeton,
Harvard, all' Università Rockefeller, all' Università di New York ed al Cern.
Ad Harvard, mentre in Italia infuriava il Sessantotto, discuteva quasi alla
pari con i guru della teoria quantistica dei campi. Si definiva come uno
studioso che aveva dedicato circa quarant' anni della sua esistenza allo
studio della fisica «con qualche puntata nel mondo della biologia e della
chimica». Tra le sue ricerche vi sono dei contributi alla formulazione del
cosiddetto modello standard delle particelle elementari. In particolare ha
proposto un meccanismo per spiegare il confinamento dei quark all' interno
dei protoni e dei neutroni, e la sua è stata una proposta che ha sollevato
parecchie discussioni. Personaggio controcorrente, come dicevamo,
rendeva esplicito il suo pensiero in un articolo apparso su Il Nuovo
Saggiatore, rivista della Società Italiana di Fisica, dal titolo «Se Simplicio
avesse avuto un Cray». Il richiamo era al personaggio dei Dialoghi
galileiani, l' aristotelico Simplicio, che rappresentava il «buon senso»
dominante che non voleva accettare le follie di Copernico e di Galileo. Per
salvare la centralità della Terra nell' universo, i sostenitori del sistema
tolemaico si erano inventati complicati giochi matematici e avrebbero
potuto continuare all' infinito, se avessero avuto a disposizione la potenza di
calcolo di un supercomputer Cray, nel respingere le idee e proposte
innovative della scienza nuova di allora. Un analogo atteggiamento
Preparata scorgeva nel panorama attuale della scienza «globale», e per
contrastarlo non esitava a porsi nei panni di Galileo, risuscitandone lo
spirito polemico. La proposta teorica centrale di Preparata, che trovava
ostacoli da parte dell' ortodossia dominante, si basava sull' idea di coerenza,
cioè la stessa proprietà la quale fa sì che un raggio laser abbia una precisa
direzione, mentre la luce di una normale lampadina si diffonde da tutte le
parti. Come in un laser, anche in altri sistemi fisici e biologici, si
manifestano fenomeni di ordinamento a lungo raggio.”
Lanfranco Belloni
Il salto quantico in medicina
70
Quello che ci interessa piú da vicino è contenuto nel suo libro “QED
Coherence in Matter”, che venne edito nel 1995 da World Scientific.
In questa sua opera ,il Professor Preparata, ci lascia un messaggio
importante in cui, auspica che vengano eliminate le barriere che isolano le
ricerche dei fisici che si dedicano alla fisica quantistica, dei biologici, dei
medici, dei biochimici, affinché le discipline che percorrono strade
autonome e indipendenti, trovino ed identifichino i punti di contatto,
considerando le leggi generali della fisica coerente per giungere ad una
Il salto quantico in medicina
71
visione della vita che integri tutti i livelli, raggiungendo una visione olistica
e non di separazione come accade oggi, dove ogni branca scientifica lavora
separatamente senza raggiungere obiettivi condivisi e raggiungendo
conclusioni specialistiche e particolari che sommate alla fine non danno
l’immagine dell’intero, ma formano esclusivamente un mostro. In questo
modo le leggi di natura non potranno altro che essere travisate dalle singole
specialità, che non posseggono che strumenti in grado di esaminare
esclusivamente un livello dell’universo in cui siamo immersi, e col quale
interreagiamo, a volte incoscientemente, generando danni enormi.
Dagli scritti di Giuliano Preparata riportiamo:
“La Oneness (Unità): l’universo come campo quantistico unitario:
La Oneness emerge dalla comprensione profonda del concetto di campo
quantistico. L'Universo è un unico campo. Il campo é la Oneness
dell’Universo.
La Oneness é il trionfo dell'unità, é l'unità del mondo, è che il mondo é
UNO e le particelle e ogni fenomeno sono un aspetto di questa Oneness.
In altre parole, il mondo é uno, e tu lo parcellizzi con la tua scelta di
osservarlo in una certa maniera. L’osservatore non vede più tutto il mondo,
ma vede un pezzo, ne taglia una porzione e vede cosa succede in quel
pezzo...ma ciò non significa che tu rompi o disgreghi l’unità dell’Uno,
l’origine é l’Uno e questa é la base del Tutto.
La materia e il campo sono gli stessi in tutto l’Universo... La coerenza é la
realizzazione piena e totale della Oneness. Secondo la teoria quantistica dei
campi avanzati, a cui siamo arrivati, c’è questo campo "Uno", nello spazio-
tempo, la Oneness.
La coerenza nasce proprio dalla stessa struttura concettuale di questi campi
che poi, per miracolo, si realizza come fatto reale della natura e quindi
come generatore di fenomeni osservati. Quindi i campi quantistici che
descrivono la realtà fisica Una, lo fanno in questa forma unitaria in cui
pezzi diversi vengono correlati, in maniera ben definita e coerente, con altri
pezzi di spazio e di tempo.
La coerenza é appunto questa realizzazione della teoria quantistica dei
campi, un "Avatar", inteso come "incarnazione", matrice, epifania del
divino.
La Oneness, attraverso la coerenza, avrebbe la possibilità di tenere insieme
il mondo, quindi da questo punto di vista, la coerenza é il punto forte...
La teoria della coerenza elettrodinamica quantistica ha a che fare con
Il salto quantico in medicina
72
l’interazione fra campi di materia e campi elettromagnetici all’unisono, su
certe frequenze portanti particolari, con certe relazioni di fase.
La teoria della coerenza elettrodinamica quantistica é una particolare
realizzazione dell’aspetto coerente della teoria quantistica dei campi a cui
inizialmente avevamo dato il nome di "superradianza", termine coniato da
Robert H. Dicke, fisico di Princeton che fu il primo a concepire questo
comportamento coerente, di oscillazioni in fase, fra sistemi atomici e campi
elettromagnetici, che poi ha portato al laser e ad altre scoperte. Di fatto,
avrebbe dovuto chiamarla iporadianza, perché a differenza di quello che
succede al laser, che lavora in uno stato eccitato, il campo elettromagnetico
non viene proiettato al di fuori del sistema, come un raggio laser che esce,
ma rimane intrappolato nel sistema atomico e ne garantisce un’evoluzione
coerente.
Per cui il campo elettromagnetico coerente e interiorizzato, é il collante dei
sistemi, degli individui atomici fra loro. La vita é quindi un delicato
equilibrio tra coerenza e non coerenza”.
Giuliano Preparata, dopo essersi dedicato alla fusione fredda, dando anche
la spiegazione del funzionamento della reazione e avendola presentata ai
mass media, realizzandola in un laboratorio a Milano producendo acqua
calda con una vaschetta di deuterio ed un avvolgimento di Palladio con una
spesa globale di 500 euro (filmato disponibile anche su Youtube e
trasmesso dalla televisione nazionale), morì nello spazio di pochi mesi
affetto da una forma disseminata di cancro con metastasi sparse
dappertutto, mentre godeva di una apparente buona salute e forma fisica.
MARIE CURIE
A tal proposito vorrei uscire apparentemente di argomento, dapprima
riportando alcuni dati storici e alcuni riferimenti ad alcuni personaggi
particolari e poi citando gli effetti del Polonio, denominato così nel 1898 da
Maria Skłodowska, meglio nota come 'Marie Curie', fisica chimica
polacca naturalizzata francese che nel 1903 ricevette il premio Nobel per la
fisica assieme al marito e suo docente Pierre, e ad Antoine Henri Becquerel.
Nel 1910 pubblicò il suo “trattatto di radioattività e poi ricevette un
secondo premio Nobel, nel 1911, questa volta per la chimica, ma dopo
essere stata denunciata dalla moglie del fisico Paul Langevin per adulterio.
Nella storia della radioattività e della fisica si inserisce sempre qualche
particolare che porta ad argomenti che di scientifico hanno poco e che sono
Il salto quantico in medicina
73
più da leggenda che da scienza. In questo caso compare una giovane di
nome Blanche Wittman, medium nota al tempo col nome di “regina delle
isteriche”, una delle pazienti preferite del professor Charcot della
Salpêtrière che fu maestro di Freud e che merita un piccolo inciso perché
anche in questo caso si notano argomenti che si inseriscono nel discorso
attuale e, per ampliare nozionisticamente le nostre conoscenze, penso valga
la pena citarlo. Jean Martin Charcot, nato nel 1825 era un neurologo e
psichiatra francese che si dedicava all’ipnosi. Insegnò dapprima anatomia
patologica alla Sorbona e per tutta la vita lavorò alla Salpétriére, che era
diventato in più importante centro di psichiatria europeo pur essendo un
ospizio, appunto perché vi si praticava clinicamente l’ipnosi. Il centro dove
appunto andò Freud, era molto ambito per ottenere una specializzazione
post lauream. Alla scuola di Charcot si formarono altri nomi noti ai medici
e in particolare ai neurologi come J. Babinsky, e altri famosi psichiatri
dell’epoca. La sclerosi laterale amiotrofica è anche denominata malattia di
Charcot, perché venne individuata dal Professore Parigino, che individuo’
anche la sindrome clinica della sclerosi multipla, determinando la triade di
Charcot. Fu uno dei primi studiosi della psicologia del profondo che mise
in luce le qualità affettive di fenomeni prettamente neurologici quali certe
paralisi, anestesie e contratture. Altro suo merito fu di incentrare la
discussione psichiatrica sul concetto di lesione funzionale in cui una lesione
funzionalmente evidente, non determina, viceversa, nessuna sequela
morfologica riscontrabile autopticamente all’autopsia. Ma all’autopsia le
alterazioni frequenziali energetiche non sono visibili. Charcot considerò
l’isteria una nevrosi e ritenne di poterne “leggere” i sintomi in base alla
conoscenza del paziente e raccogliendo le sue esperienze che dal punto di
vista risultavano accentuate o derivante da episodi traumatizzanti. In questo
caso si possono anche ritrovare analogie col discorso del Dr. Ryke Geerd
Hamer e le sue 5 leggi biologiche in base alle quali, se accettate, ci
confrontiamo con un fondamentale cambiamento della comprensione dei
processi di salute e di malattia. La medicina quantica è in grado anche di
dare una spiegazione in questo ambito. Tornando al Professor Charcot,
questi considerava fondamentale l’esistenza di un legame tra
suggestionabilità ed isteria, considerando la suggestionabilità come segnale
di anomalia psichica e substrato predisponente per l’insorgenza dell’isteria.
(Fonti: Ellenberger, La scoperta dell'inconscio—AAVV, Enciclopedia di
Filosofia, Garzanti—Galimberti, Dizionario di psicologia, De Agostini ).
Il salto quantico in medicina
74
Ritornando alla isterica paziente di Charcot, questa, una volta raggiunta la
guarigione, divenne una delle assistenti di laboratorio della madama
Polacca divenuta francese e già distrutta dalle numerose amputazioni
determinate dalle importanti lesioni causate dal suo maneggio di materiali
radioattivi. Morì in seguito ad una anemia secondaria alla contaminazione
radioattiva.
POLONIO
Il polonio è un semimetallo radioattivo ed estremamente raro.
È reattivo, grigio-argenteo, si dissolve in acidi diluiti, ma è soltanto
leggermente solubile in alcali. E' abbastanza volatile: circa la metà di un
suo campione si volatilizza in 3 giorni (a meno che non sia mantenuto in un
contenitore sigillato). Una volta veniva utilizzato nei laminatoi tessili per
eliminare le cariche statiche, dai fornitori di piastre fotografiche e per
eliminare dalle spazzole utilizzate, la polvere residua che vi si era
accumulata. Attualmente è utilizzato come fonte di radiazione alfa per la
ricerca e, in lega con berillio, può fungere da sorgente portatile di neutroni,
che normalmente soltanto un reattore nucleare puo' fornire. Qualche anno
fa è stato ampliamente sottolineato il suo uso anche da parte dei servizi
segreti per eliminare personaggi scomodi, ed è anche fonte di
contaminazione rilevabile nei reticoli di Hartman che generano una sorta di
raggio laser che trapassa uno spessore di 13 cm e che è presente ogni dieci
metri quadrati, e chi ha la disgrazia di avere il letto o la scrivania in
corrispondenza di una di queste sorgenti, rischia un tumore, ed in
particolare a livello dell’apparato ematopoietico. Chi si occupa di oncologia
Il salto quantico in medicina
75
ha determinato una casistica impressionante derivante da questa
contaminazione se cronica.
Questa sostanza è molto rara in natura ed è rintracciabile nei minerali di
uranio, ma non viene estratto in questa forma. Ne vengono prodotti circa
100 grammi per anno bombardando il bismuto con dei neutroni in un
reattore nucleare e quindi non a disposizione di chiunque.
Il polonio è studiato in alcuni laboratori di ricerca nucleare dove la sua
elevata radioattività come alfa-emettitore, richiede speciali tecniche di
manipolazione e precauzioni. Il polonio-210 è l'unico componente del fumo
della sigaretta che ha prodotto cancro negli animali da laboratorio a seguito
di inalazione: i tumori si sviluppano in seguito ad un livello di dose cinque
volte più basso in un grande fumatore, rispetto ad un non fumatore.
Il cancro del polmone, nell’essere umano, ha continuato ad aumentare a
cominciare da bassi livelli. Nel 1930 vi era una percentuale di 4/100.000
all'anno, per arrivare alle percentuali attuali, passando per il 1980 al cancro
killer numero 1 72/100.000, nonostante una riduzione di quasi il 20 % dei
fumatori. Ma durante lo stesso periodo, il livello di polonio-210 nel tabacco
americano si era triplicato e questo coincise con l'aumento nell'uso di
Il salto quantico in medicina
76
fertilizzanti al fosfato utilizzato dai coltivatori di tabacco. Il minerale di
fosfato di calcio accumula lentamente uranio e libera il gas radon. Mentre il
radon decade, i suoi prodotti derivati elettricamente caricati si fissano alle
particelle di polvere, che aderiscono alla peluria appiccicosa posta di lato
sulle foglie di tabacco. Si configura alla fine, un deposito di polonio
radioattivo e di piombo sulle foglie. Quindi, l'intenso calore localizzato
sull'estremita' accesa di una sigaretta volatilizza i metalli radioattivi e,
mentre i filtri delle sigarette possono intrappolare gli agenti chimici
cancerogeni, sono inefficaci contro i vapori radioattivi. I polmoni di un
fumatore cronico finiscono per avere un rivestimento radioattivo in una
concentrazione molto superiore al radon residenziale. Queste particelle
emettono radiazioni. Fumare due pacchetti di sigarette un il giorno fornisce
una dose di radiazione da particelle alfa, di circa 1.300 millirem all'anno. A
paragone, la dose annuale di radiazioni da radon inalato per un americano
medio è 200 millirem. Tuttavia, la dose di radiazione che determina
un’azione biologica da parte del radon è di 4 pCi/L ed è
approssimativamente equivalente al consumo di 10 sigarette giornaliere.
Oltretutto il polonio-210 è solubile, e viene distribuito nel corpo ad ogni
tessuto ed alle cellule, in livelli molto superiori a quelli derivanti dal radon
residenziale. La valutazione può essere fatta verificando la sua
concentrazione ematica e urinaria nei fumatori. Il polonio -210 in circolo,
determina danni genetici e anticipa la morte generando malattie che
rievocano le malattie che afflissero i primi pionieri della radiologia, cancro
alla vescica ed al fegato, ulcera allo stomaco, leucemia, cirrosi del fegato e
malattie cardiovascolari.
Soltanto le diete povere competono con il fumo del tabacco come causa di
cancro negli Stati Uniti, causando ogni anno un numero paragonabile di
infortuni mortali. Tuttavia, l'istituto nazionale sul cancro, con un budget
annuale di 500 milioni di dollari non ha a disposizione un fondo attivo per
la ricerca sull'impatto delle radiazioni da fumo o da radon residenziale
come causa di cancro polmonare, presumibilmente, per proteggere il
pubblico dai timori di radiazioni eccessive.
Le forze ambientali e biochimiche che possono tendere a riconcentrate
questi materiali tossici, radon e polonio nelle cellule viventi, non sono ben
note. Anche se il polonio si trova in natura, è diventato molto meno incline
a diluirsi nell’acqua, a diffondersi negli alimenti e, nelle cellule viventi e
nei tessuti dopo che ci fu il boom estrattivo cominciato subito dopo la
Il salto quantico in medicina
77
seconda guerra mondiale.
EMILIO DEL GIUDICE
Nasce a Napoli l’1 gennaio 1940 e si laurea in fisica nel 1961. Ha un
fratello medico attivo a Napoli col quale ha condiviso la scrittura di libri
inerenti la medicina e l’intromissione della fisica nella medicina. Dal 1963
al 1976 è Professore Associato alla facoltà di scienze dell’università di
Napoli e indi ricercatore a Milano all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
dal 1976 sino al 1988.
Ha insegnato al Center for Theoretical Physics del Massachusetts, all’
Institute of Technology in Cambridge, Massachusetts, USA, dal 1969 al
1972 e al Niels Bohr Institute di Copenhagen dal 1974 al 1976. Le sue
ricerche si sono svolte nel campo della fisica teorica ed ha pubblicato oltre
80 articoli su nuovi modelli nel campo della coerenza elettrodinamica della
materia condensata e della materia vivente. Emilio Del Giudice ci scrive:
“ll campo quantistico universale: la base fisica dell’unità. La teoria
quantistica dei campi è la risposta più profonda finora storicamente
proposta al problema dell’"uno" e del "molteplice". L’Universo è descritto
da un insieme di campi quantistici, ognuno dei quali si estende
indefinitamente nello spazio e nel tempo. Mentre nella fisica classica il
mondo fisico è concepito come un aggregato di oggetti, ognuno localizzato
nello spazio e nel tempo, nella fisica quantistica ogni elemento
fondamentale della realtà è coesteso con l’intero universo e possiede una
Oneness intrinseca che si manifesta tipicamente nell’aspetto ondulatorio del
campo .
Il salto quantico in medicina
78
Il campo quantistico ha infatti una duplice caratterizzazione; è un insieme
di quanti, di granuli che forniscono l’"intensità" del campo, ma è anche
governato da una "fase" (che, rozzamente, definisce il modo di oscillare del
campo) che emerge spontaneamente dalla dinamica globale dell’insieme
dei quanti.
Il numero preciso dei quanti e la fase non possono essere simultaneamente
definiti (questa "indeterminazione", scoperta da Heisenberg, è la proprietà
più peculiare della teoria quantistica), per cui la enucleazione di un numero
ben definito di quanti (punto di vista atomistico-locale) distrugge la
possibilità di definire una "fase", e con essa distrugge la connessione
cosmica.
Il punto di vista locale e quello globale sono perciò aspetti complementari
nell’ambito della teoria quantistica dei campi. L’universo, profondamente
uno, può anche essere visto, in un limite, come insieme di realtà individuali
separate.
Alleghiamo con piacere un articolo del Professore Del Giudice risalente al
2005:
“Nessuno oggi al mondo è in grado di rassicurare che un campo
elettromagnetico non faccia male, quindi sparare campi elettromagnetici
nell'ambiente è da dissennati". Questo è stato l’esordio di questo illustre
personaggio dell'Istituto di Fisica Nucleare di Milano, intervenuto
all'incontro-dibattito organizzato in Provincia a Pisa da Legambiente e
Circoscrizione 4 con la collaborazione del “Comitato Conacem ".
Del Giudice ha proseguito spiegando cosa può accadere ad un organismo
esposto ai campi elettromagnetici artificiali, anche di intensità bassissima,
che si vengono ad assommare ai campi elettromagnetici terrestri con cui il
corpo è da sempre in equilibrio. Questo è un equilibrio delicatissimo basato
sul sistema di "pompe ioniche" ovvero di "porticine" che si trovano sulla
membrana delle cellule dei nostri organi che permettono il passaggio
selettivo di ioni di calcio e non di potassio, ad esempio, e che hanno le loro
frequenze di ciclotrone.
Qualche tempo fa (2004), venne osservata una piccola deviazione dalla
formula che lega la velocità delle particelle in un ciclotrone alla loro carica
e alla loro massa. Il ciclotrone è una apparecchiatura che viene utilizzata
per accelerare fasci di particelle elettricamente cariche e normalmente si
tratta di ioni leggeri, usando come mezzo per ottenere l’effetto, una corrente
alternata ad alta frequenza e ad alta tensione, associando a questa un campo
Il salto quantico in medicina
79
magnetico ad essa perpendicolare. Il tragitto delle particelle si delinea come
una traiettoria a spirale che parte dal centro e che, raggiunto il bordo
esterno della macchina, permette al fascio di particelle di uscire dalla
macchina ad una velocità vicina a quella della luce. L’invenzione del
ciclotrone risale al Gennaio del 1930 e venne ulteriormente aggiornato nel
1932 dal fisico Ernest Orlando Lawrence. Questa apparecchiatura ha un
utilizzo in campo medico per la cura dei tumori. Questa perturbazione
osservata in una delle equazioni fondamentali della natura aprì le porte ai
ricercatori per misurare le energie ultrapiccole ed in particolare i legami che
tengono insieme le molecole, la “colla molecolare”. Nel ciclotrone, le
particelle vengono mantenute in moto circolare mediante dei campi
magnetici e, la velocità alla quale le particelle si muovono è direttamente
legata alla loro carica e alla loro massa. Questa proporzione è il substrato
per i confronti sensibili tra le masse, le cui applicazioni spaziano
dall'identificazione di biomolecole per arrivare allo studio dei tassi di
reazioni chimiche. James K. Thompson e colleghi del Massachussetts
Institute of Technology uno studio pubblicato su “NATURE” fanno rilevare
di aver osservato una deviazione da questa relazione considerando delle
particelle polarizzabili. Nel corso di misure ad alta precisione sullo ione
CO+, Thompson e colleghi hanno scoperto che un dipolo magnetico indotto
nella particella mentre orbita, può variare la frequenza di ciclotrone. I
ricercatori sono riusciti a sfruttare questa variazione per misurare in modo
non distruttivo lo stato quantico dello ione. L'effetto fornisce inoltre un
metodo per misurare i momenti di dipolo di ioni molecolari per i quali
esistono pochi sistemi di misura di pari precisione. In generale, tener conto
di questo nuovo effetto influisce sui più precisi confronti di massa oggi
ottenibili, e fra le applicazioni ci sarebbero le verifiche dirette della
relazione di Einstein fra massa e energia, della simmetria inversa di carica-
parità-tempo (CPT), e probabilmente anche del peso dei legami chimici.
Tornando alla relazione di Del Giudice, il Professore prosegue segnalando
che, quando, per l'effetto di un'esposizione a campi elettromagnetici
artificiali (prodotti da elettrodotti o antenne) si introducono nel nostro
organismo frequenze di oscillazione di campi e.m. a lui estranei, i nostri
organi possono andare in tilt e non riconoscere più le frequenze degli ioni
che dovrebbero fare entrare attraverso le "pompe ioniche". "Così ad
esempio - ha continuato Del Giudice - prendiamo il nostro sistema nervoso
che produce campi elettromagnetici debolissimi. Se quando il nostro
Il salto quantico in medicina
80
cervello vuol fare entrare l'acido glutammico (che ha una frequenza di
ciclotrone bassissimo, di circa 5 Hz), nei neuroni questo viene colpito da un
c.e.m. artificiale che lo disturba, può succedere o che faccia entrare più
(oppure meno) acido glutammico nei neuroni, oppure che venga obbligato
ad aumentare la frequenza del suo campo elettromagnetico (da 5 a 6 Hz ad
esempio)". "Quindi - ha continuato il professore - può essere fuorviante
parlare di tumori che possono comparire dopo anni, invece i disturbi
immediati ci sono a cominciare dal disturbo del sonno, spossatezza,
irritabilità, perdita dell'appetito o della libido, disturbi somatici. Così per i
telefonini che emettono altissimi campi elettromagnetici, non è detto che il
tumore venga per forza alla testa, i campi elettromagnetici artificiali
possono far scattare il neurone giusto ed il tumore viene alla prostata. Per
tutelare la salute dei cittadini, quindi, bisogna applicare il principio di
precauzione ribadito dal Trattato di Amsterdam che tradotto nella pratica
significa non immettere sul mercato un prodotto, come il telefonino, senza
che ne sia stata verificata l'innocuità e posizionare elettrodotti ed antenne
per telefonia cellulare fuori città, lontane dal centro abitato. Ve lo ha
ribadito pubblicamente anche la scienziata toscana, Margherita Hack,
seguite il suo consiglio”.
GETULLIO TALPO
Leggiamo cosa dice di lui il mattino di Napoli: Se n’è andato il 16 luglio
del 2006, improvvisamente. Negli ultimi anni aveva messo a punto una
tecnologia che avrebbe regalato a molti una vita migliore.
Il salto quantico in medicina
81
Aveva la passione per la politica per la ricerca scientifica, per la lettura e
per i viaggi. Era anche stato un atleta praticando la corsa ad ostacoli.
Aveva una visione prospettica delle cose, come se riuscisse a guardare
dall’alto la realtà in cui era immerso e ciò lo portava a saper valutare le
conseguenze di ogni atto della politica, di ogni pasticcio amministrativo, ed
in questo aveva un naso quasi profetico. Possedeva anche una straordinaria
capacità di giudizio nei confronti di un mondo, quello accademico, di cui
conosceva tutte le pieghe: i centri di potere, i punti sensibili, le iniquità
congenite. Getullio aveva lavorato nel CNR dedicandosi alla fusione
fredda. A Legnaro si era dedicato all’acceleratore di particelle. Era un
tecnico e non un docente ma con una dote particolare, quella
dell’assorbimento e della rielaborazione. Era stato definito un eclettico. Per
la fisica ed in particolare per l’elettrodinamica quantistica, i suoi punti di
riferimento sono stati i Professori Preparata e Del Giudice con cui ebbe
contatti e collaborazione. Durante un incontro Talpo disse che stava
facendo quello che gli piaceva di più, “l’inventore”. Quando gli chiesero
cosa aveva inventato rispose: “Questa è una macchina che produce onde
elettromagnetiche a bassa intensità e a bassa frequenza che lavora sulle
cellule. L’ho provata su un amico in una serie di sedute. M.M. è un artista,
un grande intellettuale. Lui soffre di M. di Parkinson. Mi sembra che gli
abbia fatto bene, che stia un pó meglio. Vuoi provare anche tu?”. “Ma io
non ho il Parkinson”, “Prova lo stesso, non ti succede niente, forse un paio
d’ore, forse un paio di giorni con la febbre a quaranta.” “No grazie”. Questo
naturalmente era uno scherzo, una battuta, era tipico di Getullio.
Nel 2003 fonda la Prometee s.r.l. con lo scopo sociale di progettare e
realizzare apparecchiature elettromedicali che utilizzano la conoscenza
della elettrodinamica quantistica.
Questa società progetta e produce numerose apparecchiature studiate per
l’attivazione delle catalisi enzimatiche negli organismi animali, e si avvale
di molte collaborazioni interdisciplinari nei settori della fisica,
dell’ingegneria, elettrochimica, biologia, scienze veterinarie, e medicina.
Ad Agripolis, all’istituto di veterinaria, una equipe guidata dal professor
Il salto quantico in medicina
82
Bernardini, ha sperimentato la metodica terapeutica sugli animali con
risultati di estremo interesse, ed in particolare c’è la storia di Bingo.
Bingo è un bassotto lungo e basso e con lo sguardo affettuoso. Si era
ammalato di una patologia che colpisce la colonna vertebrale e che annulla
l’equilibrio, La malattia del bassotto era stata definita incurabile.
Getullio aveva voluto egualmente sottoporre la sfortunata bestiola alla sua
terapia e lo sottopose alle “sue” onde elettromagnetiche. Bingo guarì e
riprese una vita normale.
Getullio Talpo, fece altresì degli esperimenti con cavie particolari,
conoscendo la loro età e peso massimi.
Sottoponendo una di queste cavie giunta al fine del suo tempo, a campi
magnetici applicati con l’apparecchiatura da lui studiata progettata e
realizzata nella sua officina laboratorio Padovano, riuscì non solo a
raddoppiarne l’attesa di vita, ma anche il peso, dimostrando di poter
controllare e modificare le reazioni chimiche di quell’organismo. Questo
venne denominato effetto Talpo.
Anche Talpo morì prematuramente nel pieno della sua attività colpito da un
infarto mentre era indaffarato nelle sue ricerche affetto dal vizio del fumo e
assumendo forse qualche caffè di troppo per poter andare avanti con i suoi
studi anche a notte inoltrata. I collaboratori di Talpo, Filippo Andrea e
Claudio continuano la sua opera avvalendosi sempre della collaborazione
del superstite Del Giudice ed in particolare applicano la metodica nel
campo neurologico e sulla sclerosi multipla in particolare, con alcuni centri
specialistici a Milano.
UMBERTO GRIECO
Il salto quantico in medicina
83
Siamo sempre in Italia; è doveroso ricordare anche il già citato professor
UMBERTO GRIECO, medico, ricercatore e scrittore, che si dedicò alla
Bioelettronica e alla Biorisonanza molecolare.
Nel suo curriculum pratico ha la cura e i buoni esiti di moltissimi casi
difficili che lo fecero definire "medico dei miracoli".
Dal suo curriculum pubblico riportiamo:
Nasce a Vico Equense (Napoli) il 13.10.1930. Si laurea in Medicina e
Chirurgia all'Università di Napoli, prosegue il perfezionamento in igiene
all'Università di Firenze, si specializza in Dermatologia all'Università di
Pavia. I suoi studi proseguono con perfezionamento in Biopsicosessuologia
all'Università di Modena, si diploma in Omotossicologia (Omeopatia e
Tecniche Integrate).
Oltre varie cariche ed incarichi fu docente nel "Corso di Tecniche
Integrative" presso il Dipartimento di Scienze Chirurgiche – 1^ Scuola di
Specializzazione in Chirugia Vascolare – Direttore: Prof. Adriano Redler –
dell'Università degli Studi "La Sapienza" di Roma, docente nel Master di II
livello "I Mezzi Fisici in Coordinamento con la Farmacologia" presso
l'Università degli Studi dell'Aquila.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: "L'Uomo Bioelettromagnetico" -
GUNA Ed. - Milano 2003. "La Via della Salute" - Collana il Caduceo –
Elvetica Ed. – Lugano (CH)- 2006. "Lezioni del Prof. Umberto Grieco" –
Bioelettronica, Biorisonanza, Clinica Ontologica – "Corso di Tecniche
Integrative in pazienti vascolari critici" – Dipartimento di Scienze
Chirurgiche – 1° Scuola di Specilizzazione in Chirurgia Vascolare – Dir.:
Prof. Adriano Redler – Università degli Studi La Sapienza di Roma – Anno
Accademico 2006-2007. "Vivere di Matti" – Il Caduceo Editore – Lugano
(CH) – 2008. (Questo editore oggi ha cessato l’attività).
Uno dei sui ultimi incarichi fu presso l'Università degli Studi dell'Aquila
nel Master per Medici: "I Mezzi Fisici in cooperazione con la
Farmacologia".
Nel professor Greco si riassume la Medicina, la Fisica e Spirito.
Incontra l’ideatore della metodica Mora che da lui prende il nome
, il Morell, il Veret della Medicina Cosmogenetica, e molti altri personaggi
Il salto quantico in medicina
84
a Lui contemporanei che si dedicavano allo stesso argomento.
Nel 1979 tiene una conferenza in cui parla già allora delle incompatibilità
alimentari.
Sua convinzione è che il corpo umano è solo la manifestazione materiale,
mentre essenziali ed importanti sono i campi elettromagnetici che sottende
e tutto l’esistere va rappresentato come identità frequenziali e loro
interazioni.
Diventa quindi fondamentale lo studio della biocibernetica delle
comunicazioni radio dei vari componenti dell’organismo per identificare i
meccanismi e per riconoscerne le eventuali alterazioni per poter interferire
al fine di ripristinare l’equilibrio.
Raccoglie i suoi risultati concreti nei libri che scrive e pubblica, "L'UOMO
BIOELETTROMAGNETICO" e "LA VIA DELLA SALUTE" pubblicato
in Svizzera, e “VIVERE DI MATTI".
Lo psicologo Peter Roche de Coppens, con cui ha collaborato, scrive che
Grieco è "il medico dei miracoli". Entrambi pensano che il "miracolo", non
sia al di sopra delle leggi fisiche, ma solo al di sopra delle nostre
incomplete conoscenze.
Se non riusciamo a fare i miracoli che “sono nelle leggi naturali”, é perché
non abbiamo coscienza e consapevolezza sufficiente. Riportiamo, dal corso
di Tecniche Integrative tenuto alla Università "La Sapienza" di Roma nel
maggio 2007, la prefazione del del Prof. Alberto Santoro del
Dipartimento di Scienze Chirurgiche: “La medicina del futuro si
focalizzerà e studierà i campi elettromagnetici e le frequenze dei nostri
organi e sistemi biopsichici quando sono in stato di salute e di malattia.
La medicina quantica o biofisica potrebbe rappresentare una correlazione
interpretativa della medicina tradizionale con riferimento con quelle
asiatiche.
Nel corso delle lezioni svolte il prof. Grieco inserisce positivamente questa
corrente di pensiero che potrebbe rappresentare una ulteriore conoscenza
medica al servizio dei pazienti senza nulla togliere alla già efficace
medicina tradizionale. Si è tentato di far conoscere lo studio delle radiazioni
emesse dall'organismo e sulla rivelazione dello stato dei suoi campi
magnetici, correlati da una condizione di fisiologia o di patologia,
chiarendo il concetto che fonda la disciplina di bioelettromagnetismo,
metodica non invasiva e priva di effetti collaterali, che con l'ausilio di
apparecchiature elettroniche capaci di rilevare sul corpo fisico di una
Il salto quantico in medicina
85
persona le variazioni di potenziale e di resistività cutanea si possono
realizzare tests sulla situazione energetica degli organi, apparati, etc., del
nostro corpo fisico, appurandone le relative frequenze.
Grazie alla biorisonanza si possono rilevare la presenza di sostanze
chimiche, metalli, batteri, virus, funghi, protozoi, parassiti, etc. e quale
frequenza fisiologica risulta alterata.
Nelle lezioni sulla biorisonanza il prof. Grieco ha voluto mettere in
evidenza come questa tecnica non invasiva possa essere integrata
facoltativamente se ritenuta opportuna nella diagnostica e nella terapia
come ausilio e non sostituendosi alle valide tecniche della medicina
tradizionale”.
Il grande risultato che ha ottenuto il Professor Grieco è stato quello di
riuscire a decifrare per primo le frequenze ultrasottili con cui comunicano
le varie molecole e gruppi molecolari della materia vivente.
Tanti si sono preoccupati di riuscire a compiere questa opera, a cominciare
dagli studiosi che si rintanavano in caverne profondissime, o altri che si
recavano nello spazio per emanciparsi dal campo magnetico terrestre, ma
sempre c’era qualcosa che interferiva.
Qualcuno utilizzo’ anche dei filtri, ma anche questi non permettevano di
arrivare a risultati convincenti.
Grieco si dedico’ a queste ricerche in una particolare camera anecoica che
isolava quasi totalmente dalle interferenze esterne. Bisogna pero’
considerare che già l’effettuare la misurazione induceva modifiche nel
sistema. Con prove e controprove, alla fine venne messo a punto un metodo
che permise di poter avere dei dati frequenziali che, verificati in clinica,
davano risultati particolarmente interessanti. Quella fu la base per avere le
prime frequenze di trasmissione della particelle della materia vivente, e
impiegando quei range di frequenza i risultati ottenuti ebbero una
impennata positiva.
Il problema nella rilevazione derivava esclusivamente dal fatto che si tratta
di frequenze bassissime che partono da livelli appena superiori a frazioni d
hertz, per arrivare al massimo a poche decine di hertz, tutte inferiori alla
frequenza del campo magnetico terrestre e limitrofe alle onde di Schumann,
entrambe non raggiungono i 30 Hertz.
Il salto quantico in medicina
86
Capitolo undicesimo
LA MATERIA e GLI ATOMI
Torniamo agli atomi che compongono tutta la materia.
Direttamente non li possiamo osservare, ma indirettamente possiamo
rendere gli atomi visibili con dei microscopi particolari.
Quando vediamo gli atomi, riusciamo a scoprire che anche loro vivono e si
muovono e si riproducono, e si comportano esattamente come le loro copie
giganti che riusciamo a vedere anche direttamente.
In particolare questo comportamento è verificabile studiando i
macrocristalli.
Il salto quantico in medicina
87
I MACROCRISTALLI
Verificando ciò che accade nel loro comportamento, si riesce anche a capire
come si comportano gli atomi elementari.
I cristalli sviluppano le loro facce attorno ad un asse e, verificando la
direzione di rotazione di questo asse, analizzando la disposizione
successiva delle varie facce che danno origine al cristallo, possiamo
riscontrare una loro disposizione rotatoria oraria od antioraria, e se i
cristalli, nello sviluppo generano facce che risultano disposte su due
differenti assi con assetto a doppia spirale con direzione opposta l’una con
l’altra, abbiamo rappresentate entrambe le rotazioni nello stesso cristallo.
Questa differenza rotatoria si può utilizzare per definire il sesso del
cristallo; una disposizione delle faccette del cristallo secondo un asse con
direzione oraria corrisponderebbe al sesso femminile, antioraria al sesso
maschile, e la doppia spirale alla presenza di entrambi i caratteri sessuali.
Se l’atomo si comporta allo stesso modo, avremo atomi con asse rotatorio
orario, antiorario e con entrambe le direzioni.
Pertanto anche questa rappresentazione della realtà porta ad una visione di
Il salto quantico in medicina
88
vita e di movimento di qualsiasi forma della materia, determinata dalla
presenza disseminata dell’energia che è la costante di fondo ineludibile a
giustificare l’esistenza della materia stessa che non potrebbe esistere in sua
assenza.
Capitolo dodicesimo
LA NUOVA VISIONE
Questa visione, basata sulle onde elettromagnetiche, rivoluziona in maniera
totale il modo di studiare la strutture biologiche.
Dobbiamo pertanto inserire nel discorso biologico i dati della nuova fisica
dell’acqua, della coerenza delle molecole, e delle cellule che compongono
organi e tessuti, e anche i dati dell’intervento dei campi magnetici
ultradeboli che interagiscono con i sistemi ionici cellulari.
Tutta la realtà non può non dipendere da una strettissima interrelazione tra
ogni suo componente fisico, che salendo di livello, diventa materia visibile,
ed in particolare diventa fondamentale il rapporto tra il campo magnetico e
la particella.
La materia unitaria può essere quindi considerata la manifestazione visibile
e tangibile del rapporto esistente tra un numero infinito di campi
elettromagnetici e particelle, che rispondono al richiamo della coerenza
elettrodinamica QED.
La materia vivente, deve essere rappresentata come insieme di molecole
oscillanti in sintonia con un campo elettromagnetico confinato all’interno di
un dominio di coerenza, che ha dimensione inversamente proporzionale al
salto energetico realizzato dalle molecole oscillanti.
Minore è la frequenza dell’onda, maggiore è la lunghezza del campo che
una sola onda copre.
Questo campo elettromagnetico può essere trasmesso da domini di
coerenza della dimensione di poche centinaia di Angstrom, ed invia
messaggi elettromagnetici dalle molecole, alle molecole, consentendo una
reciproca attrazione anche a lunga distanza, se la frequenza dell’emissione
è la stessa, evitando di attirare le molecole indesiderate e non funzionali per
Il salto quantico in medicina
89
l’evento desiderato e programmato.
Il campo magnetico, generato da più molecole risonanti in coerenza, avrà
come risultato l’origine di frequenze che a loro volta risuoneranno
coerentemente con le altre molecole o con gruppi di molecole già riunite,
che daranno così origine al processo biochimico a cascata modificando ad
ogni passaggio la frequenza del campo, e del gruppo molecolare venutosi a
formare, dando progressione al processo metabolico fisico a costituire la
successione degli atti biologici vitali.
Anche piccole modifiche nella struttura molecolare, come si possono avere
nella perdita di atomi o di sostituzione di ioni, comportano di conseguenza,
anche un cambiamento dello spettro elettromagnetico emesso, quindi si
modificano anche le condizioni di risonanza e anche la funzionalità della
molecola che non risuona più sulla frequenza originale.
Il processo col tempo modifica l’effetto finale e, se da una parte questo
avvenimento si può considerare fisiologico nei processi di invecchiamento,
viceversa diventa patologico se supera determinati limiti e produce
determinate alterazioni che possono configurare uno stato di squilibrio
identificabile con la malattia se supera un certo livello soglia.
L’organismo umano, che risulta in ultima analisi composto da atomi come
qualsiasi altra struttura materiale, non può sottrarsi alle leggi della fisica
quantistica, per cui la risonanza comporta uno scambio di informazioni a
tutti i livelli, senza cessione di energia, ma con la conseguenza di
modificare i parametri del funzionamento dell’area interessata dal
fenomeno di risonanza.
Il campo elettromagnetico è determinato da grandezze che non possono
essere individuate da valori ben definiti, ma di queste grandezze possiamo
indicarne contemporaneamente il valore.
Determinando l’intensità del campo misurando il numero dei quanti
presenti, descriveremo un campo che sarà caratterizzato da oscillazioni
incoerenti ovvero la luce.
Se definiremo invece la fase del campo, non potremo contabilizzare i
quanti, ma avremo d’altra parte la visualizzazione di oscillazioni sincrone
nella stessa fase e descriveremo la materia.
Queste due facce della stessa realtà, si scambiano le informazioni con le
emissioni elettromagnetiche che avvengono in tutte le direzioni possibili,
ma solo tra elementi omogenei e quindi coerenti, sia che siano gruppi
cellulari o organi in grado di ricevere e decodificare i segnali che vengono
Il salto quantico in medicina
90
inviati a livello bassissimo.
L’ORGANISMO COME SISTEMA APERTO
L’organismo è quindi un sistema aperto, unicamente composto da
sottosistemi a loro volta aperti, che sono mantenuti stabili ed in equilibrio
da numerosissimi meccanismi di regolazione che portano all’emissione
continua di segnali elettromagnetici che informano su tutte le attività
cellulari.
Tutte queste informazioni ci potrebbero permettere, se utilizzate per
predisporre macchinari specifici in grado di registrare le variazioni dei
campi magnetici e delle frequenze fisiologiche, di poter fare diagnosi di
funzionalità molecolare, cellulare e organica, non invasiva. Questo può
avvenire utilizzando la misurazione delle modifiche indotte nell’organismo
dall’interreazione tra lo spettro elettromagnetico generato da uno standard
esterno di cui si conosce la composizione, con l’area corporea interessata.
Il meccanismo si configura nel simulare più volte consecutivamente la
presenza di una determinata molecola alterata nell’area da valutare, con
l’uso di un campione esterno la cui emissione elettromagnetica raggiunga
l’area da testare, e misurare poi il nuovo equilibrio che si è determinato,
che è costituito dai nuovi valori determinati dai meccanismi omeostatici ad
ogni livello gerarchico.
Il punto di misura deve poter variare il proprio parametro caratteristico, in
stretta correlazione con il nuovo livello di equilibrio raggiunto.
Questo parametro è determinato dalla corrente emessa da ciò che si misura.
Il fenomeno di risonanza, porterà ad un incremento del parametro misurato
se è presente una molecola estranea, mentre l’assenza della molecola
nell’area controllata porterà ad una reazione neutra.
Potremo considerare malata la zona esaminata se le “difese” locali non
saranno in grado di annullare completamente gli effetti della presenza
simulata della specifica sostanza dannosa e potremo dire che quella
molecola introdotta, non permette ai meccanismi omeostatici di ritrovare il
precedente equilibrio e quindi questo squilibrio avrà ripercussioni a cascata
su tutto il sistema in tempi variabili.
IL PUNTO QUANTICO
Il salto quantico in medicina
91
Nell’aprile del 2008, è comparsa una comunicazione che alcuni ricercatori
italiani, alla Scuola Normale Superiore di Pisa, in collaborazione con
scienziati di Modena e Reggio Emilia e con i laboratori Bell di New York,
hanno scoperto nuovi importanti elementi che aprono nuove strade nel
campo della fisica quantistica.
In particolare sono riusciti a misurare le vibrazioni di pochi elettroni,
racchiusi in uno spazio ristretto largo solo alcuni nanometri.
La ricerca è stata pubblicata su Nature Physics, che è considerata la più
prestigiosa rivista internazionale specializzata in fisica fondamentale.
Questi ricercatori hanno scavato in un cristallo purissimo di arseniuro di
Gallio, di dimensioni di è pochi miliardesimi di metro, che è stato prodotto
per quello scopo specifico nei laboratori Bell di New York, una
“nanostruttura”.
Questo cristallo è stato definito “punto quantico”.
Questa “nanostruttura” o “Cluster”, corrispondente ad un sistema costituito
da un numero di atomi o molecole variante da qualche unità a qualche
migliaia, con dimensioni dell’ordine di un manometro, è servita per mettere
in vibrazione in questa specie di camera blindata, gli elettroni intrappolati
nel punto quantico, utilizzando un raggio laser debolissimo.
In seguito a questa eccitazione gli elettroni hanno originato un movimento
sincronizzato che è stato possibile misurare, e quindi si è determinata la
loro frequenza caratteristica.
In precedenza, in base a calcoli caratteristici della leggi della fisica
quantistica, i fisici avevano ipotizzato che se questi elettroni fossero stati
fatti ruotare all’interno dei punti quantici, le frequenze di vibrazione
sarebbero rimaste inalterate a causa della ristrettezza dello spazio in cui
erano imprigionati. L’esperimento così condotto ha confermato l’ipotesi.
Gli elettroni fatti ruotare tramite il debole campo elettromagnetico generato
dal laser, hanno dimostrato che le frequenze di vibrazione non sono in
dipendenza della velocità di rotazione ma restano invariate.
Questa ricerca si lega alla scoperta che gli elettroni, messi in forte
interazione, tendono a formare delle strutture ordinate, grazie alla loro
localizzazione.
LE SCIENZE E LA VITA
La vita:
Il salto quantico in medicina
92
le scienze che studiano la vita si possono ricondurre alla biologia, alla
chimica e alla fisica.
Vivendo, ogni organismo cerca di mantenere una condizione di benessere,
ma spesso questo obiettivo gli viene precluso da numerose condizioni
limitanti che possono essere di qualsiasi origine, compresa la natura
psicologica.
Anche i pensieri sono costituiti da onde elettromagnetiche.
In questo caso non si entra nel merito delle altre componenti pratiche
logistiche, determinate dalle regole gestionali delle varie società più o meno
civili e rispettose dell’essenza del cittadino, ed i problemi correlati ad un
non sufficiente supporto economico o così ritenuto, ma si discute
unicamente della problematica fisica biologica dell’essere umano.
Per raggiungere questo scopo, diventa fondamentale la conoscenza
Il salto quantico in medicina
93
Capitolo tredicesimo
IL SAPERE
Il sapere è dato dalla conoscenza, che dipende dalla voglia di conoscere, e
dagli strumenti disponibili per vedere la realtà, che si allarga a dismisura
nell’infinitamente grande e nell’infinitamente piccolo.
Pertanto cominciamo a descrivere e analizzare la costituzione ed il perché
del funzionamento di ciò su cui si intende intervenire: l’essere umano.
A questo scopo sono necessarie nozioni di biologia con anatomia e
fisiologia, nozioni di chimica e di fisica atomica e fisica subatomica.
IL CORPO UMANO IN NUMERI
Tornando alla contabilità e alla matematica, il corpo umano a cui si dedica
il medico, è in media e approssimativamente costituito da circa 100 mila
miliardi di cellule :100.000.000.000.000.000.
Una cellula ha le dimensioni di circa 1 millesimo di millimetro, un atomo di
circa 1 decimilionesimo di millimetro, e quindi avremo circa 10.000 atomi
per cellula e quindi un miliardo di miliardi di atomi (1 trilione) per fare
un organismo adulto.
1.000.000.000.000.000.000 di A T O M I fanno un essere umano
In una frazione di micron che corrisponde allo spettro visibile, alla densitá
normale della materia, sono contenuti milioni di molecole, e la distanza
media tra due qualsiasi molecole, che appartengono ad una cellula, è’
dell’ordine di 50 angstrong (1 angstrong = 0,0001 micron).
Le dimensioni di una cellula sono dell’ordine del millesimo di millimetro.
Gli atomi non sono visibili nemmeno con i piu’ potenti microscopi ottici e
hanno dimensioni dell’ordine di 10 –10m (1 decimo di miliardesimo di metro),
dimensione molto più’ piccola della lunghezza d’onda della luce che li
illumina, che e’ di un mezzo milionesimo di metro, ovvero 5.000 volte più
piccoli, per cui la luce non e’ in grado di restituirne l’immagine.
Se analizziamo lo scorrere della vita di un essere vivente, riducendolo ai
minimi termini, vediamo che ci troviamo di fronte ad un continuo ed
incessante succedersi di eventi biologici coordinati ed efficaci.
Il salto quantico in medicina
94
Anche quando apparentemente l’uomo non fa nulla o dorme, gli atomi che
ci compongono, sono preda di continui ed incessanti micromovimenti di
gas, di liquidi, di cellule, di molecole, di elettroni, che comportano continue
reazioni biochimiche con scambi e trasformazioni.
Andando ad indagare queste microattività a livello elementare, scopriamo
che si tratta esclusivamente di reazioni molecolari, che a cascata, generano
tutte le reazioni chimiche che stanno alla base del metabolismo, degli atti
biologici e quindi della vita.
Questo è valido per ogni corpo fisico, anche per quelli considerati non
viventi e che quindi hanno dei tourn over talmente lenti, da non essere
percepiti dall’uomo.
Dobbiamo pensare alla vita, come un continuo processo, derivante da un
incessante susseguirsi di interreazioni molecolari e quindi atomiche e
subatomiche, che si esplicano attraverso fenomeni di attrazione o
repulsione molecolare.
La vita non è altro che questo.
Il salto quantico in medicina
95
Queste interreazioni di attrazione o repulsione, sono alla base di ogni
evento biologico.
Torniamo al già citato Werner Heisemberg e alla sua frase “La vita non
sarebbe possibile senza il magnetismo”.
Heisenberg, Werner (Würzburg 1901 - Monaco 1976) fu un fisico tedesco.
Studiò all'Università di Monaco e nel 1923 divenne assistente del fisico
anglo-tedesco Max Born presso l'Università di Gottinga.
Dal 1924 al 1927 ricevette una borsa di studio dalla Rockfeller Foundation
per specializzarsi con Niels Bohr presso l'Università di Copenaghen.
Nel 1927 ottenne l'incarico di professore di fisica teorica all'Università di
Lipsia e successivamente di professore presso le università di Berlino
(1941-1945), Gottinga (1946-1958) e Monaco (1958-1976).
Nel 1941 divenne direttore dell'Istituto Kaiser Wilhelm per la fisica (che nel
1946 prese il nome di Istituto Max Planck).
Sospettato di aver collaborato con le autorità del governo nazionalsocialista
tedesco venne imprigionato in Gran Bretagna per un certo periodo di
tempo, alla fine della seconda guerra mondiale.
Fornì il suo contributo più rilevante, alla teoria della struttura atomica.
Nel 1925 elaborò una formulazione della meccanica quantistica denominata
"meccanica delle matrici", che si fonda sulle frequenze e sulle ampiezze
delle radiazioni assorbite ed emesse dall'atomo, nel corso delle transizioni
tra i livelli energetici del sistema atomico.
Il principio di indeterminazione di Heisenberg, secondo cui è impossibile
determinare con la medesima precisione la posizione e la velocità di una
particella, ebbe un ruolo importantissimo per gli sviluppi della meccanica
quantistica e per il pensiero filosofico moderno.
Fu insignito nel 1932 del premio Nobel per la fisica.
COME FUNZIONA LA CHIMICA
La chimica….. funziona grazie alla fisica……. I legami chimici, sono di
fatto legami magnetici e quindi fisici.
Tutto ciò che accade in chimica, è realizzato da unione, e combinazione di
molecole che cambiano caratteristiche a seconda delle varie associazioni, e
che determinano effetti finali che sono sempre di natura fisica a livello
subatomico.
Il salto quantico in medicina
96
Pertanto la chimica non può prescindere dai fenomeni fisici, anche se i
chimici spesso se ne dimenticano, ma i fenomeni fisici precedono sempre
l’aspetto chimico e poi lo seguono.
Pertanto la chimica non deve essere sganciata dalla fisica,come avviene in
particolare con lo studio dei farmaci in cui la sperimentazione è basata
esclusivamente su verifiche di compatibilità chimica, e utilizza come
parametro di efficacia e di funzionamento, esclusivamente criteri statistici
che non hanno nulla a che fare con la precisione.
La fisica o determina risultati ripetibili senza eccezioni a parità di
condizioni, o non vengono accettati risultati parziali con una ripetibilità
percentuale.
Se si considerassero anche i parametri fisici che caratterizzano l’essere
umano, potrebbero essere stabiliti ulteriori criteri di differenziazione per
rendere i campioni esaminati molto piú omogenei di quanto avviene ora, in
cui l’omogeneità deriva esclusivamente da parametri chimici morfologici e
non fisici andando anche a considerare la coerenza molecolare o organica
dei vari soggetti presi in esame.
Chi si occupa di trapianti sa benissimo che se avessimo ulteriori parametri
da valutare, sicuramente potremmo trovare soluzioni più compatibili
limitando ulteriormente le reazioni di rigetto e l’utilizzo di fastidiosissimi e
pericolosissimi farmaci atti ad impedire questo fenomeno reattivo
difensivo.
L’organismo ricevente considera non coerente l’organo ricevuto quando lo
rigetta, mentre se fosse coerente, non avremmo la reazione di rigetto.
La fisica e la chimica sono esattamente la stessa cosa a livelli diversi, ma
Il salto quantico in medicina
97
mentre la chimica è sempre fisica, a volte la fisica non si trasforma in
chimica, rimanendo limitata a modifiche subatomiche per cui, in
determinate situazioni, ad una modifica dello stato fisico non corrisponde
una modifica chimicamente rilevabile.
E’ come dire che di un colore posso averne differenti sfumature senza un
cambio generico di colore, ma se da un colore rosso, passo al blu,
sicuramente la sfumatura è cambiata.
MATERIA ENERGIA
Così come la materia è energia condensata, e la materia è composta da
sostanze chimiche, dobbiamo considerare queste sostanze, come energia
condensata, e considerare anche le variazioni dei parametri fisici quando
proponiamo sostanze chimiche che vanno ad insistere su sistemi aperti,
come quando, ad esempio, somministriamo farmaci, o esponiamo gli
organismi a campi magnetici.
Se l’energia si misura verificando la frequenza dell’onda caratteristica,
avremo come risultato che ogni forma di energia si potrà caratterizzare con
la sua frequenza specifica, e quindi anche la materia che corrisponde a
quell’energia, potrà essere classificata in base alla frequenza che sottende.
In base a questa considerazione potremo anche catalogare la materia in base
a formule energetiche e non solo a formule chimiche.
Il salto quantico in medicina
98
Ad una determinata frequenza, corrisponderà una ben determinata materia e
potremmo utilizzare una specie di tavola periodica per ogni forma di
materia, anche se a questo punto, questa tavola diventerebbe immensa, ma
nell’epoca del computer anche questa operazione sarebbe facilmente
fattibile e soprattutto, considerando un essere umano, le varie forme di
materia presenti sarebbero limitate, potendo così anche stabilire dei
parametri di normalità delle frequenze corrispondenti alle diverse forme di
materia del corpo umano e verificare la presenza di energia che si sposta dai
“range” di normalità in epoca precoce, prima ancora che si formino le
alterazioni chimicamente strutturate.
Si potrebbe pertanto verificare lo stato di inizio di alterazione quando dal
punto di vista chimico non è ancora possibile cogliere tali modifiche, e
prendere le contromisure a questo livello, impedendo che l’alterazione
energetica porti alle alterazioni chimiche che sicuramente seguirebbero
prima o poi l’alterazione frequenziale.
Oltretutto, una volta costruiti questi idonei strumenti diagnostici,avremmo a
disposizione diagnosi precoci e possibilità terapeutiche precoci, con un
risparmio facilmente immaginabile di salute e di mezzi, con riduzione
anche dell’inquinamento determinato dell’industria chimica che consuma
risorse non rigenerabili.
Sicuramente questi strumenti, una volta affinati, sarebbero molto meno
impegnativi dei sistemi di indagine attuali che portano alla ricostruzione
virtuale della morfologia umana e, utilizzando frequenze altissime,
potenzialmente potrebbero rivelare in un prossimo futuro, avendolo già
fatto oggi, effetti collaterali non previsti e ripetere ciò che abbiamo visto
accadere a Marie Curie che maneggiò con troppa disinvoltura le radiazioni,
pensando unicamente ai suoi aspetti positivi, senza considerare il rovescio
della medaglia.
Quindi possiamo enunciare, senza timore di essere smentiti, che, ad una
determinata frequenza, corrisponde una ben determinata materia, e non
un’altra, e che se si modifica la frequenza, avremo sicuramente una materia
diversa da quella originale.
Gli esperimenti di chimica determinano la ripetizione del risultato, quando
questi vengono effettuati in sistemi chiusi in cui tutti i parametri
coincidono, ma occorre ricordare che un sistema chiuso è solamente
teorico, non esistendo di fatto neppure in laboratorio.
Se si ricerca l’identico risultato dell’esperimento, applicandolo in un
Il salto quantico in medicina
99
sistema aperto come il corpo umano, non si potranno mai avere gli stessi
risultati, ma risultati simili, più o meno vicini, considerati sovrapponibili
esclusivamente in base ad un margine di tolleranza stabilito per
convenzione, a meno che non si considerino anche tutte le altre variabili e
le si riesca a riprodurre, e che dipendono dalla variazione del campo
magnetico influenzato dagli altri campi magnetici degli altri sistemi, o che
si introducano dei parametri di correzione.
Più si ridurranno i margini di tolleranza e più sarà efficace il risultato finale.
Questo é uno dei più grossi problemi delle applicazioni della chimica
verificata in laboratorio, e non riproducibile esattamente sul vivente, in
quanto non esiste un campione identico ad un altro, ma solamente campioni
simili con differenze più o meno evidenti che, per poter arrivare alle
conclusioni, devono essere considerate trascurabili o ininfluenti, ma che
non possono essere eliminate.
Il salto quantico in medicina
100
Sistema chiuso – sistema aperto – sistema isolato
Per la termodinamica, un sistema chiuso non scambia massa con l’ambiente
esterno, mentre può effettuare con esso scambi di energia in qualsiasi
forma.
Un sistema isolato, sempre per la termodinamica, non interagisce in alcun
modo con l’ambiente esterno e non scambia con esso né massa né energia.
Il primo principio della termodinamica stabilisce che l’energia interna di un
sistema isolato rimane costante, per il secondo principio, l’entropia non può
diminuire.
Attualmente, sperimentalmente, un sistema isolato è ottenibile solo
approssimativamente, per cui, come già accennato, è una entità teorica.
Un sistema aperto interagisce con l’ambiente esterno con scambi di materia
ed energia.
DIVERSITÁ DI CONCLUSIONI E DI OSSERVAZIONE
Guardando alcuni sistemi con determinati strumenti di visione, questi
appaiono sistemi isolati o chiusi, ma se li si osserva con altri strumenti di
visione o di misurazione, viceversa appaiono sempre tutti sistemi aperti, e
questo fatto va sempre considerato anche quando si considerano sistemi
apparentemente identici.
Infatti non è detto che i sistemi identici reagiscano poi ugualmente a
sollecitazioni, in quanto l’apertura del sistema non potrà mai essere
identica, non fosse altro per la diversa posizione spaziale.
Questa differenza di descrizione tra sistemi, dipende appunto da che tipo di
percezione abbiamo della realtà, se ad un livello overatomico o subatomico.
Col fatto stesso che sulla terra esiste la gravità, e con onde magnetiche che
viaggiano dappertutto, diventa praticamente impossibile confezionare
sistemi che siano realmente chiusi o isolati, e non a caso alcuni esperimenti
sono stati condotti nello spazio in assenza di gravità o nelle profondità della
terra con strutture impermeabilizzanti sui vari campi magnetici esistenti, e
costruendo camere anecoiche per avere a disposizione sistemi meno aperti
di altri, ma qualora si ottenesse un sistema effettivamente chiuso, la
semplice osservazione del fenomeno lo renderebbe nuovamente aperto.
Utilizzando determinati sistemi di misurazione che non si approfondiscono
Il salto quantico in medicina
101
più di quel tanto nel piccolo, possiamo peraltro considerare l’esistenza di
sistemi chiusi che sicuramente sono più facilmente gestibili dei sistemi
aperti in cui non è possibile pianificare una unica gestione standardizzata ed
immutabile.
Cosa che si può fare per sistemi quasi chiusi ed in cui il margine di errore
non comporta particolari conseguenze, almeno per periodi prolungati
duranti i quali si può introdurre un fattore di correzione che riporta l’errore
a margini ininfluenti.
Un esempio, il calendario, con ogni 4 anni l’aggiunta del 29 febbraio, per
far si che la durata di un anno si possa misurare in giorni rendendo per
convenzione più facile la contabilità e la riproducibilità dei dati.
Su questo principio di differenza di livelli di percezione, con errori
tollerabili ad un livello, e meno tollerabili ad un livello inferiore, quando le
reazioni molecolari cellulari avvengono ai livelli sottostanti, l’attività che
genericamente definiamo come metabolismo cellulare, e che descrive i
processi biochimici, non riesce a cogliere i rimanenti processi sottesi, anche
se ineluttabilmente presenti, perché chimicamente non li vede.
Ma il fatto di non vederli non significa che non esistono; sono ben presenti
ed attivi, ed è necessario che se ne tenga conto perché ignorarli può
comportare danni enormi, e a volte, anche in tempi non tanto lunghi.
Durante l’incedere degli atti biologici che costituiscono la vita, e quindi con
l’incessante successione delle reazioni, che coinvolge progressivamente sia
livelli superiori che livelli attigui, questa fervida attività continua, di
connessioni molecolari, determina l’essenza della vita dell’essere umano e,
anche se con tempi diversi, di tutto ciò che è materia.
Senza queste attrazioni molecolari e quindi senza questo continuo e perenne
movimento, non esisterebbe né materia né energia, ma il nulla, difficile
anche solo da immaginare.
Il salto quantico in medicina
102
CARATTERISTICHE DELL’ATTO BIOLOGICO
Esaminando l’essere umano, dal punto di vista chimico, questi eventi
biologici, che succedendosi danno luogo alla vita, per avvenire ed essere
efficaci, devono essere rappresentati da precise sequenze di reazioni
biochimiche, che hanno alla base un perfetto rituale che deve comprendere:
•Ordine
•Istantaneità
•Coordinamento
•Interreazione
•Molteplicità/pluralità
L’ATTO BIOLOGICO ELEMENTARE
Effettuando un’analisi descrittiva dell’atto biologico, come avviene
nell’analisi che ci propone la chimica, nei minimi termini, abbiamo di
fatto, una interreazione tra i vari componenti che determina le varie reazioni
chimiche.
Il salto quantico in medicina
103
Chimicamente, in vitro, la molecola per interreagire con le altre molecole,
deve giungervi quasi a contatto altrimenti la reazione non avviene.
Oltre a questo fattore fondamentale, ma non unico, la molecola,
funzionalmente e sempre in vitro, può reagire con le molecole più diverse,
ed in particolare con quelle che per prime entrano nel raggio di
interreazione chimica.
Per questo motivo, la molecola esaminata in laboratorio, ha una attività che
può essere considerata a largo spettro o aspecifica, e con possibilità di
interreagire con la prima molecola che entra nel proprio raggio di azione.
In vivo tutto ciò non accade, e la regolazione dei processi di interreazione
molecolare ha uno sviluppo differente non riproducibile in vitro.
A dipendenza delle molecole che si incontrano, viene originata una
reazione che produce un risultato diverso, dando origine a composti
differenti.
Durante le reazioni chimiche determinate dai vari incontri molecolari,
potremo avere appunto la formazione di sostanze, (sostantivo usato in
questo caso genericamente e non col significato chimico), che sono
strutture chimiche dotate di proprietà chimico-fisiche specifiche, e quindi
caratterizzate da una composizione chimica ben definita e riconoscibile.
Il salto quantico in medicina
104
A questo punto è necessario introdurre alcune brevi definizioni:
SISTEMA: è l’insieme materiale che si sta esaminando. OMOGENEITA’ ED ETEROGENEITA’: microscopicamente è
omogeneo un sistema microscopicamente in equilibrio, ed in cui la misurazione di una sua qualsiasi proprietà, verificata in punti diversi, fornisce lo stesso risultato. E’ eterogeneo un sistema in cui le rilevazioni forniscono risultati diversi. Il problema si complica se la visione avviene a livello microscopico o ultramicroscopico. In questo caso diventa fondamentale concordare una scala comune di osservazione: se ci si riferisce alle singole molecole, qualsiasi sistema diventa eterogeneo (ed in più, diventa in molti casi impossibile il riferimento alle proprietà). Da qui la necessità convenzionale di procedere all’individuazione di un campo minimo, che renda possibile la misurazione anche delle grandezze di tipo statistico, come ad esempio la temperatura. Pertanto anche questa considerazione ci rende conto del fatto che molte valutazioni o definizioni chimiche vadano bene solo ad un livello macroscopico, mentre ai livelli inferiori queste definizioni convenzionali sono addirittura contraddette.
FASE: Le fasi sono determinate da ciascuna delle parti omogenee in cui è suddiviso un sistema eterogeneo. Anche qui con i presupposti precedenti ritorniamo a definizioni convenzionali utilizzabili solo a livello macroscopico.
SOSTANZA PURA: possiamo definirla come materia chimicamente formata da composti chimici fissi e determinati, in cui, la presenza di ulteriori sostanze (impurezze, sempre in piccolissimi quantitativi) non determina particolari interferenze ai fini della determinazione delle proprietà; ma anche questo ha valore solamente microscopicamente. Normalmente le sostanze pure si definiscono semplicemente sostanze chimiche.
COMPONENTE: sostanze che fanno parte delle MISCELE, sia omogenee che eterogenee. Non vanno confuse con le FASI. Una fase può essere tranquillamente una miscela omogenea costituita da più componenti.
MISCELA: sistema omogeneo o eterogeneo in cui sono identificabili diverse sostanze chimiche.
SOLUZIONE: spesso è sinonimo di miscela omogenea. SOLVENTE E SOLUTO: sono i componenti di una soluzione in cui, di
norma, il solvente rappresenta la percentuale maggiore in cui sono sciolti o diluiti i soluti che sono quindi la rimanente parte. Questa definizione è
Il salto quantico in medicina
105
però ambigua in quanto nella “soluzione” aria, l’azoto dovrebbe essere, in base a questa definizione il solvente, e l’ossigeno e gli altri gas i soluti. Questa definizione pertanto è maggiormente applicabile a sostanze perfettamente miscibili e non agli altri casi.
COMPOSIZIONE: qualitativa e quantitativa: quali sono le sostanze componenti la miscela, e quantità di ogni sostanza che compone la miscela. Il secondo valore dipende dal fatto che si conosca la composizione qualitativa della miscela. Riferito ad una sostanza pura significa individuare gli elementi chimici componenti.
CONCENTRAZIONE: termine usato solitamente per soluzioni a base liquida, esprimibile con differenti unità di misura: dalla molarità (numero di moli di soluto in 1 litro di soluzione), alla molalità (numero di moli di soluto in 1000 g di solvente), alla frazione molare (rapporto fra il numero di moli del soluto e il numero totale di moli, soluto + solvente). In pratica si usa la percentuale ponderale (g di soluto in 100 g di soluzione) e la percentuale volumetrica (ml. di soluto in 100 ml. di soluzione, utilizzabile evidentemente se anche il soluto è liquido); a volte si adopera anche un "ibrido", la percentuale P/V (g di soluto in 100 ml. di soluzione).
CONCENTRATO DILUITO: La concentrazione è un dato numerico, quindi oggettivo; che una soluzione sia concentrata o diluita è invece una classificazione abbastanza soggettiva. D’altra parte i due termini diventano perfettamente significativi se usati in operazioni di confronto: la soluzione A è più concentrata o più diluita della soluzione B.
SATURAZIONE: per le soluzioni a base liquida, è satura una soluzione nella quale il soluto, in situazione di equilibrio, è presente anche in forma indisciolta. Comunemente si usa scorrettamente anche indicare come satura, una soluzione nella quale è disciolto il massimo quantitativo possibile di soluto: si possono infatti avere, in molti casi, situazioni di sovrasaturazione.
Dopo questa opportuna e noiosa classificazione possiamo riassumere che i
vari e successivi incontri molecolari, possono originare un elemento
chimico, un composto chimico, miscugli, miscele, soluzioni o talvolta
misture.
Tutto questo è quello che può accadere dagli infiniti incontri molecolari,
quando questi sono esaminati dal punto di vista chimico.
Dalla prima interreazione tra due molecole, a cascata e con effetto domino a
più livelli, proseguono altre reazioni e trasformazioni, sino a che l’atto
Il salto quantico in medicina
106
biologico determina l’effetto metabolico che può concludersi con effetti
diversi, e questo accade anche per ogni minimo movimento che noi
effettuiamo e dietro al quale non riusciamo ad immaginare che avvenga
tutto questo.
Già quando corrughiamo le sopracciglia o disegniamo una smorfia col viso,
per ottenere la contrazione dei muscoli necessari, mettiamo in moto un
numero enorme di reazioni molecolari e di conseguenti reazioni
metaboliche.
Questo avviene per qualsiasi atto biologico, da quello più complesso a
quello più semplice. Partendo dal presupposto chimico prima enunciato,
secondo il quale la nostra molecola può reagire con qualsiasi molecola, la
prima che incontra, e ricordando che in vitro, affinché la reazione possa
avvenire, le due molecole devono venire quasi a contatto, non riusciamo a
dare una logica spiegazione di cosa regoli ogni atto biologico, considerando
il circa “un triliardo di miliardi di atomi”, che costantemente si muovono e
danno vita, forma e consistenza, ad un organismo adulto del peso di una
sessantina di chilogrammi.
La spiegazione non può non esserci, ma se la chimica non riesce a vederla,
sicuramente sarà nascosta in qualche altro ambito, e quell’ambito non può
altro che essere la fisica subatomica, ovvero la parte nascosta a chi si
accontenta di osservare la materia.
Il salto quantico in medicina
107
Per avere quello specifico effetto finale, derivante da quel preciso atto
biologico e solo quello, per permettere di garantire il buon funzionamento
dell’organismo, gli incontri e le reazioni molecolari non possono essere
casuali, e dal punto di vista chimico potrebbero esserlo, se seguissero criteri
di vicinanza come accade in vitro.
Contrariamente a quello che accade nelle riproduzioni in laboratorio, nella
materia vivente, devono seguire un rituale ben determinato preciso e
sicuramente rispondente ad un progetto, inserito in altri progetti a livelli
diversi, in cui i successivi incontri molecolari devono avere requisiti ben
specifici e preordinati in una unità globale di efficacia.
Capitolo quattordicesimo
LIVELLI INTEGRATI DI FUNZIONE INTERREAZIONE E
COSCIENZA INCOSCIENZA
Tutto quanto appena enunciato, deve avvenire in tempi ultrarapidi, e deve
sottostare ad un coordinamento che regoli tutte le altre reazioni molecolari
che avvengono prima, contemporaneamente, dopo e a livelli diversi
integrati. Questo accade a livello molecolare, a livello cellulare, a livello di
gruppi cellulari, a livello dei tessuti ed organi compreso sistema nervoso e
tutto interconnesso al fine della funzione benessere dell’individuo, immerso
nell’ambiente che lo circonda e condizionato da ciò che lo nutre e che lo
avvolge.
Se cambia l’ordine di questi incontri molecolari, ne risente l’intero atto
biologico, che perde, almeno parzialmente, le sue caratteristiche che si
possono ripercuotere in tempi diversi su diverse funzioni e anche sul
funzionamento globale.
Mancando anche una sola di queste caratteristiche per rendere preciso l’atto
biologico elementare, é anche possibile che inizialmente l’alterazione che si
viene a determinare, non sia particolarmente evidente.
A volte potrebbe anche essere ininfluente, perché l’organismo è in grado di
mettere autonomamente in moto meccanismi di ripristino o di correzione, e
a volte di rigenerazione, ma può anche determinare “alterazioni” che,
sempre per effetto domino, in tempi piú o meno lunghi, determinino lesioni
irreversibili, progressive più o meno gravi e dannose e piú o meno
Il salto quantico in medicina
108
percepite.
Questo meccanismo apparentemente banale, ma fondamentale, è alla base
anche dell’invecchiamento fisiologico o della rigenerazione che comporta
la distruzione delle cellule, con meccanismi mediati dai mitocondri, che
risultano vecchie e quindi non più funzionali.
Queste vengono distrutte ed eliminate dall’organismo in quanto la loro
presenza costituirebbe un fattore antieconomico per la funzione globale.
In ogni caso, alla lunga, l’alterazione iniziale che può apparire ininfluente,
diventa sempre più interferente, e a questa alterazione di percorso se ne
assommano altre a cascata, o come in un circolo vizioso, per cui, alla fine
diventa evidente l’alterazione funzionale e/o morfologica, più o meno
marcata con ripercussioni più o meno gravi, più o meno acute sul
funzionamento della cellula, dell’organo e alla fine dell’intero organismo.
ALTERAZIONE ENERGETICA = MALATTIA (NON SEMPRE)
MALATTIA = ALTERAZIONE ENERGETICA (SEMPRE)
Questa metodica di genesi dell’alterazione, se non supera certi limiti, viene
considerato alla base del comune invecchiamento cellulare, dello stress
ossidativo, dell’accumulo di radicali liberi; se viceversa supera questi limiti
considerati impropriamente fisiologici o parafisiologici, non si parla più di
semplice degenerazione caratteristica dell’invecchiamento, ma ci troviamo
di fronte a una condizione patologica o di mal funzionamento.
Riassumendo:
in base alle leggi della biologia molecolare, abbiamo che la prima
molecola per sfruttare le forze chimiche, e per dare inizio alla
reazione con la successiva molecola, deve giungervi quasi a contatto,
in quanto queste forze, per esercitarsi, essendo molto piccole, hanno
anche un brevissimo raggio di azione e quindi devono prevedere uno
stato di quasi contatto. Nell’organismo vivente questo assunto non si
applica.
Il salto quantico in medicina
109
Oltre una certa distanza, che è in ogni caso sempre molto piccola, non
avviene nessun riconoscimento chimico e quindi nessuna reazione.
Questa distanza è approssimativamente pari a quella del diametro
molecolare che corrisponde ad alcuni amstrong (1 amstrong vale un
milionesimo di micrometro che vale un milionesimo di metro).
Nell’organismo vivente invece abbiamo questa interreazione a
distanza.
Le molecole inoltre, non hanno limitazioni per reagire specificamente
con una molecola ben determinata, ma possono produrre reazioni
anche con altre molecole, e le molecole che sono presenti in una
cellula sono tantissime per cui l’interreazione molecolare, in
particolare con le più vicine, é possibile ed in vitro avviene, ma non
avviene sul vivente.
Effettuando questa prova in laboratorio, viene confermato quanto detto
sopra.
Nella materia vivente, se il meccanismo biologico è normofunzionante, la
molecola reagisce esclusivamente con la molecola corretta e non con
un’altra pur essendo chimicamente possibile e anche statisticamente piú
probabile se non intervengono fattori distorcenti che si inseriscono nei
processi.
La biologia e la biochimica, nonostante l’incredibile sviluppo e le moderne
tecnologie che vengono utilizzate, non riescono a fornire una spiegazione in
grado di giustificare scientificamente l’ordine, la precisione, la rapidità e il
coordinamento di tutti i fenomeni chimici finalizzati alla vita che
avvengono nel corpo umano, a fronte dell’enormità del numero di molecole
che costituisce la materia che compone l’organismo.
Tutto cio’ avviene, forse perché questo interrogativo non viene più posto a
quel livello, o forse perché gli strumenti che esse adoperano, per precisi che
siano, non possono vedere l’altra realtà che compone il sistema universale e
che per loro non è prevista, accontentandosi della rappresentazione
descrittivo materialistica dell’universo visibile.
Il salto quantico in medicina
110
COMPOSIZIONE CHIMICA DEL CORPO UMANO
La composizione chimica di un corpo umano di circa 65 kg corrisponde a:
Acqua 65% = Kg. 42
Proteine 16% = Kg. 10,5
Lipidi 13% = Kg. 8,5
Glucidi 1% = Kg. 0,7
Sali minerali 5% = Kg. 3,3
Vitamine = quantità minime.
Il salto quantico in medicina
111
LA CELLULA
la cellula rappresenta l'unità organizzativa fondamentale degli organismi
viventi: è infatti la più piccola unità di un organismo vivente in grado di
funzionare in modo autonomo.
Esistono due tipi di cellule, fondamentalmente distinti per il loro diverso
grado di complessità organizzativa.
Le cellule degli organismi procarioti in cui la struttura interna è molto
semplice ed in cui il materiale genetico non è separato dal citoplasma per
mezzo di una membrana.
Le cellule degli organismi eucarioti, che sono più grosse, in cui il materiale
genetico è avvolto dall’involucro nucleare che delimita il nucleo e che non
è altro che una membrana.
Un cenno particolare va rivolto al mitocondrio, organulo che ha
caratteristiche uniche e straordinarie e che si distaccano da qualsiasi altro
costituente del corpo umano.
IL MITOCONDRIO
La cellula vivente originaria, primordiale, era una cellula anaerobica,
produceva scarsissima energia, si alimentava e si riproduceva.
L’incontro con i batteri ha fatto si che questa cellula da anaerobica,
diventasse aerobica e producesse tantissima energia.
La struttura che ha determinato questo passaggio e che è quindi all’origine
Il salto quantico in medicina
112
della vita, è stata identificata nel mitocondrio che è quindi la centrale
energetica della cellula e che ha origini batteriche.
I mitocondri producono energia che è fondamentale per molte funzioni
cellulari; contengono gli enzimi necessari per la realizzazione delle reazioni
chimiche che trasformano in energia le sostanze alimentari, e l’accumulano
nelle molecole di ATP (adenosintrifosfato) per successivi utilizzi.
Sono di diverse forme anche se la forma classica è a bastoncello, ma anche
di forma granulare o filamentosa. In ogni cellula sono variamente
rappresentati, e il numero varia da tessuto a tessuto. Nei distretti muscolare
e renale, essendovi grande necessità di energia sono presenti in grande
quantità.
Una delle particolarità di questa struttura e che lo rende molto simile al
batterio, è la membrana che è formata da due strati lipidici che sono
selettivamente permeabili.
La parte esterna è liscia e quella interna è ricca di creste e sporgenze.
Queste ultime determinano delle pieghe perpendicolari alla parete esterna e
le due membrane definiscono così due spazi: uno tra le due membrane, e
l’altro, spazio della matrice, dove è presente sostanza omogenea che
contiene enzimi, coenzimi, acqua, fosfati e altre molecole.
La membrana esterna molto più permeabile di quella interna, contiene
molte copie di una proteina, e nel suo spessore, questa membrana, forma
Il salto quantico in medicina
113
grandi canali, in cui passano in maniera non selettiva, tutte le piccole
molecole presenti nel citosol, che riempiono lo spazio tra le due membrane.
La membrana interna, è invece altamente selettiva e con una proteine di
trasporto ( o forse richiami magnetici ben specifici caratterizzati da una
precisa frequenza), fa transitare esclusivamente le molecole necessarie al
metabolismo.
La membrana interna, lungo le sue creste, contiene una serie di proteine
enzimatiche che funzionano in modo sequenziale, ovvero, il prodotto di una
reazione catalizzata da una proteina servirà da substrato per l'enzima
successivo, e questo ci riporta alle considerazioni relative ai domini di
coerenza e agli atti biologici.
Anche nei mitocondri deve esistere il controllo superiore ed il
coordinamento che non può essere sganciato da quello di tutte le altre
strutture più piccole o più grandi, che compongono un organismo.
Sono definite le proteine della catena di trasporto degli elettroni, essenziali
per la produzione di molecole "ad alta energia".
I mitocondri completano la distruzione delle molecole ingerite come fonte
di energia e nel citosol, gli zuccheri, sono demoliti usando reazioni
anaerobiche con digestione parziale e bassa resa energetica.
Sempre nei mitocondri il metabolismo glucidico e meno anche quello
lipidico, vengono completati con l’ossidazione caratteristica del ciclo di
Krebs.
Il prodotto finale di questa catena ossidativa è utilizzato dalla catena di
trasporto degli elettroni, per produrre ATP (energia), in quantità superiore
rispetto alla via anaerobica, e da ogni molecola di glucosio si producono 36
molecole di ATP contro 2 prodotte in anaerobiosi.
L’altra particolare caratteristica dei mitocondri è il suo contenuto in DNA
che non ha struttura elicoidale, ma circolare, sempre come i batteri.
Questo DNA è relativamente scarso, ed è paragonabile alla quantità
rintracciabile nei virus; queste molecole di DNA circolare, sono organizzate
in raggruppamenti distinti nella matrice del mitocondrio, adesi alla parete
interna della duplice membrana.
Questo DNA contiene il codice genetico indispensabile per la sintesi di
alcune proteine che esistono esclusivamente nel mitocondrio e che non
vengono mai rilasciate all’esterno nel citosol.
Oltre a queste proteine, ve ne sono altre che vengono sintetizzate nel citosol
e trasferite nell’organulo mediante un flusso unidirezionale di molecole che
Il salto quantico in medicina
114
dal citosol entrano nel mitocondrio.
In assenza di scambi che vanno dal mitocondrio al citoplasma, questi deve
essere organizzato per poter far funzionare ogni sistema necessario per la
sintesi delle proteine che sono codificate dal proprio DNA.
Quando avviene la duplicazione della cellula, è pertanto necessario che vi
sia una duplicazione ex novo dei mitocondri, duplicazione che avviene per
scissione; si ha una strozzatura a metà come una clessidra, e le due parti
staccandosi originano i due nuovi mitocondri.
Gli altri organuli endocellulari invece si formano ex novo. Prima di
duplicarsi, i mitocondri, aumentano di volume con una maggior produzione
di proteine e lipidi inviati al loro interno dal citoplasma della cellula che li
contiene.
Contemporaneamente, si ha una duplicazione del DNA che si suddivide
specularmente nei mitocondri che andranno nelle cellule figlie. Le cellule
così generate riceveranno mitocondri identici e il resto del materiale
ripartito a metà casualmente; metà in una cellula e metà nell'altra, secondo
quella che viene definita eredità non mendeliana o citoplasmatica.
Ma sarà casuale o invece segue indicazioni di tipo biomagnetico di
provenienza dal DNA? Ipotesi più probabile.
E’ impensabile che qualcosa avvenga casualmente, mentre è più logico
immaginare che avvenga secondo rituali ancora non precisamente
individuati, ma immaginabili secondo le teorie di fisica quantistica e
rispondenti ai codici delle leggi di natura.
ALTRI NUMERI CHE RIGUARDANO IL CORPO UMANO
Abbiamo già visto quanti sono i globuli rossi e quanti ne vengano distrutti
ogni secondo, ma oltre ai globuli rossi, nel sangue circolano moltissimi altri
corpuscoli e sostanze, e di queste gli studi non sono andati oltre una banale
identificazione descrittiva.
Il salto quantico in medicina
115
E oltre al sangue e i suoi derivati classici usati terapeuticamente e che ben
conosciamo, noti ed utilizzati dai medici come punti di riferimento e che
sono caratterizzati dall’esame emocromocitometrico, per avere una
valutazione sullo stato dei pazienti, nel nostro organismo scorre la linfa che
ha un sistema circolatorio tutto suo e che interreagisce con tutti i distretti
dell’organismo.
La linfa è sempre stata considerata come un ultra filtrato del sangue e la
medicina occidentale non gli ha mai attribuito molta importanza; a
dimostrazione il fatto che non vengano fatti studi particolari ed esami
particolari per quanto riguarda la variazione della sua composizione in
rapporto alle patologie, ma molto probabilmente ha delle sue capacitä e
funzioni specifiche che ci sfuggono ancora.
Per chi pratica lo “Shiatsu”, la cisterna del Pequet, che è sita a livello lombo
aortico, è chiamata “Gran Maestro” e avrebbe una importanza
fondamentale negli equilibri energetici dell’organismo.
Il salto quantico in medicina
116
EMOCROMO VALORI DI RIFERIMENTO UNITA’ DI MISURA
E poi nel nucleo di ogni cellula ci sono i cromosomi, corpuscoli che
conservano l’informazione genica con i caratteri ereditari.
Il salto quantico in medicina
117
Sono costituiti da una doppia elica di DNA e da proteine attorno alle quali
lo stesso filamento si avvolge.
Capitolo quindicesimo
GLI INTERROGATIVI INSOLUTI DELLA BIOLOGIA
Siamo ancora al solito punto critico; seguendo le orme della biologia siamo
ancorati al punto in cui la realtà dell’esistente viene descritta come
semplice successione di atti biologici rilevati esclusivamente dal punto di
vista chimico, con qualche cenno alle componenti energetiche che non
vengono collocate dove dovrebbero, dando loro l’importanza che hanno nel
determinismo di tutto ciò che accade e quindi col primato della BIOLOGIA
sganciata dalla fisica, non ci è ancora stata fornita la spiegazione del perché
tutto quella che accade per determinare la vita, avvenga in quel modo.
Questo interrogativo che interessa da sempre sicuramente i filosofi e anche
i fisici ed i curiosi che non si accontentano “dell’accade perché deve
Il salto quantico in medicina
118
accadere”, non ha mai suscitato più di tanto la curiosità dei biologi, e
nemmeno dei medici, che si sono concentrati unicamente sulla descrizione
dei processi, e per loro andare a ricercare questa spiegazione era
considerato inutile oppure ritenuto talmente “impresa ardua ed
inspiegabile” che, non sapendo da che parte iniziare ad indagare per
provare a trovare una risposta, era diventato qualcosa da accettare per fede,
una convenzione irremovibile ed indiscutibile, non ritrovando nella chimica
e nella descrizione, la potenzialità per poter risolvere la questione.
LA CONCLUSIONE BIOLOGICA
Tutto ciò avviene in questo modo perché deve avvenire, e non vale
nemmeno la pena di metterlo in discussione, perché non si riesce a
ipotizzare chimicamente e biologicamente, da che parte incominciare per
poter postulare una risposta soddisfacente; allora, visto che sino ad oggi
questo modo di procedere ha fornito eccellenti risultati, e armi potenti per
sconfiggere la malattia ed il dolore, e che è inutile cambiare strada, si
procede nel vecchio millenario solco e si continua come al solito senza farci
venire interrogativi da mal di testa.
E’ sufficiente dare per scontato che questo avviene, visto che è facilmente
verificabile, e ci basta analizzare la fenomenologia derivante da tutti quei
processi, per poterne poi gestire le conseguenze, che chimicamente sono
chiare, evidenti, misurabili, analizzabili e modificabili con ciò di cui già
disponiamo, e che si fonda su un substrato scientifico che dura da secoli, e
che da secoli ha dimostrato di funzionare, e quindi non vale la pena di fare
tabula rasa e trovare un nuovo “cogito ergo sum”.
Per chi invece non si accontenta e rimane scettico e pensa che non si è
ancora risolto l’enigma della vita e che sicuramente molti particolari
mancano ancora per poter completare questo incredibile e movimentato
puzzle, c’è la possibilità di lavorare su due livelli, verificando le
caratteristiche dell’altro lato della moneta, chiaramente individuato dai
fisici e che ha portato all’invenzione di nuove strumentazioni, sia di visione
che di intervento, su questa nuova faccia di questa realtà invisibile ai sensi.
Anche “le malattie” hanno avuto una evoluzione storica adattandosi a
quello che accadeva intorno, e sino a che l’epoca del tempo era
caratterizzata da mali determinati da infezioni generate da cause esogene o
endogene ben evidenti, e da gestire nell’immediato, con manifestazioni
Il salto quantico in medicina
119
definibili collettive, tutto il sistema medico difensivo era in grado di
opporsi e dare importanti risultati che hanno impedito catastrofi
epidemiche.
Oggi ci troviamo di fronte ad una realtà che ci presenta ancora fenomeni
collettivi contro i quali siamo ben allenati e ben preparati, ma le patologie
con cui il medico e i pazienti devono confrontarsi, sono rappresentate anche
da qualcosa di diverso e che risponde ad altre regole.
Queste “nuove malattie”, la cui origine e decorso appaiono ancora non ben
discriminati, non possono essere semplicemente combattute come una volta
con la somministrazione di un potente antibiotico per far fronte ad una
infezione acuta in grado di ridare la salute a gruppi di persone contagiate
dalla stessa causa e con decorsi sovrapponibili, stante la persistenza anche
nell’epoca precedente, di una quota parte di soggetti che nonostante lo
stesso intervento in grado di guarire gli altri, subiva un altro terribile
destino.
Questa percentuale, testimonianza dell’insuccesso terapeutico, oltre a
rientrare nella quota tollerabile, veniva considerata rappresentata da
pazienti sfortunati che subivano maggiormente le conseguenze delle
patologie “debilitati” o venivano definiti pazienti “non responder”, e
rappresentando una minoranza tollerabile di insuccesso rispetto ad una
maggioranza che rispondeva perfettamente alle terapie, non poteva
costituire un appiglio per mettere in discussione la terapia somministrata.
Oggi, ad esempio, le conseguenze del male del secolo (ormai dei secoli), il
cancro, sono sotto gli occhi di tutti. Il cancro rappresenta una delle
maggiori e più importanti cause di morte, nonostante si continui a sostenere
che la percentuale maggiore di decessi avviene per motivi cardiovascolari.
In alcune regioni, come nel Piemonte, è da anni la principale causa di morte
con terapie che si dimostrano ancora insufficienti e condizionanti una
qualità di vita molto spesso ritenuta terribile.
L’interrogativo che non sconvolge i biologi e tanto meno i chimici, continua
ad essere lì, incombente, sospeso e da affrontare e chi non si accontenta, lo
ha sempre ben presente.
Con una descrizione chimica che per quanto articolata ed approfondita sia,
non siamo in grado di dare una risposta alla cruciale domanda, e soprattutto
non rispondendo alla domanda, non affrontiamo e risolviamo i problemi di
fondo, quando questi si presentano, e quando “la malattia” continua
imprevedibile e irrefrenabile nonostante i nostri sforzi per contrastarla.
Il salto quantico in medicina
120
Questo aspetto ci dovrebbe indurre a rivolgere la nostra attenzione a
qualche altro livello di indagine, diverso rispetto a quelli soliti che abbiamo
rivoltato e rivoltato, e che oggi appare chiaro esiste ed è li che si
localizzano i nuovi (e vecchi ma prima non evidenti) problemi irrisolti.
Dopo aver considerato l’atto biologico generico, entriamo nell’argomento
che vi è correlato direttamente:Il metabolismo cellulare e la composizione
chimica della cellula.
Capitolo sedicesimo
REAZIONI E METABOLISMO CELLULARE
Il numero delle reazioni che determina il metabolismo cellulare è
elevatissimo, ed al momento incalcolabile da qualsiasi strumento umano,
compresi i più potenti computer, che sono in grado di controllare enormi
centrali atomiche o strutture enormemente più grosse di un essere umano.
Il salto quantico in medicina
121
Esaminando uno degli organismi biologici più semplici, come il batterio
Escherichia Coli, scopriamo che la sua struttura è formata da più di 5000
tipi molecolari differenti, e per la sintesi di ognuno di essi è necessaria
almeno 1 reazione.
Quando si considera un organismo più complesso dove i tipi cellulari che lo
compongono sono plurimi, il numero di reazioni aumenta in maniera
esponenziale.
Su queste basi, è probabile che chi si sia dedicato allo studio del
metabolismo, abbia considerato l’approfondimento alla base
dell’interrogativo “perché accade” , impresa disperata e si sia limitato
esclusivamente agli aspetti comprensibili visibili e verificabili e facilmente
descrivibili e riproducibili.
Convenzionalmente il metabolismo è stato quindi suddiviso in cicli
metabolici e vie e catene metaboliche.
Tutte queste reazioni, comportano continui movimenti e modifiche che
sono reversibili, e legate a variazioni della condizione energetica, o ne
viene prodotta o ne viene sottratta.
I sottoprocessi del metabolismo sono la fase costruttiva e la fase distruttiva.
Abbiamo quindi:
Il processo anabolico, che costruisce molecole complesse utilizzando delle
molecole più semplici e
Il processo catabolico che degrada le molecole complesse smembrandole
in molecole più semplici.
I processi anabolici sono “endoergonici” e richiedono dunque energia
sottraendola, i processi catabolici sono invece “esoergonici” e quindi
liberano energia che viene conservata nella cellula, ed eventualmente
trasferita alle reazioni anaboliche, tramite molecole carrier ad alta energia,
tra le quali la più comune è senza dubbio l' ATP.
C’è sempre come comune denominatore l’energia, che rimane sempre vaga
e al massimo espressa chimicamente sotto forma di ATP che però è solo il
contenitore dell’energia.
E’ la IUPAC ,International Union of Pure and Applied Chemistry o Unione
Internazionale di Chimica Pura ed Applicata, che è una organizzazione non
governativa internazionale, dedita al progresso della chimica, che definisce
il processo che comporta un incremento di energia libera come
endoergonico, mentre se implica diminuzione lo chiama esoergonico.
Non sarebbe più logico se ne occupasse una struttura a cui maneggiare
Il salto quantico in medicina
122
l’energia è più consono?
Ogni molecola che partecipa attivamente al metabolismo è un “metabolita”
e ogni composto che dà lo spunto affinché si dia inizio alla reazione, è un
“enzima”.
L’enzima è una proteina in grado di catalizzare una reazione chimica
accelerandone la velocità della reazione e quindi favorisce un più rapido
raggiungimento dello stato di equilibrio termodinamico.
Un enzima accelera unicamente le velocità delle reazioni chimiche, diretta
ed inversa (dal composto A al composto B e viceversa), senza intervenire
sui processi che ne regolano la spontaneità (ma questa spontaneità appare
piuttosto come un disegno ben preciso finalizzato).
Il suo ruolo consiste nel facilitare le reazioni attraverso l'interazione tra la
molecola o le molecole che partecipano alla reazione, ed il proprio sito
attivo, che è costituito dalla sua parte in cui avvengono le reazioni,
formando un complesso.
Avvenuta la reazione, il prodotto viene allontanato dall'enzima, che rimane
disponibile per iniziarne una nuova. L'enzima infatti non viene consumato
durante la reazione. L’enzima però è di per sé inattivo e ha necessità
dell’intervento del coenzima, che è un fattore chimico che partecipa alla
costituzione stessa dell’enzima per renderlo attivo.
Il coenzima può essere costituito da elementi semplici allo stato di ione,
come magnesio, cobalto, zinco, manganese, ferro, o può essere formato da
una molecola più o meno complessa.
Quando si trova in questa forma diventa cofattore; un esempio di cofattore
Il salto quantico in medicina
123
è il NAD (nicotinamide-adenin-dinucleotide) e il FAD (flavin-adenin-
dinucleotide), che sono presenti nelle reazioni della respirazione cellulare,
ed il coenzima A, che interviene nel metabolismo lipidico.
Anche molte vitamine si comportano da coenzimi per cui la loro
introduzione alimentare è indispensabile per il buon funzionamento
enzimatico.
Ciascun enzima richiede quindi la presenza di uno specifico coenzima. Il
coenzima rappresenta, nella struttura enzimatica, il centro attivo, ossia il
sito in cui i reagenti coinvolti nella reazione catalizzata da quell’enzima
vengono in contatto.
Avvenuta la reazione, il coenzima di solito, al contrario dell’enzima, risulta
chimicamente alterato, e viene perciò sostituito con nuove molecole.
Anche considerando l’intervento del coenzima che attiva l’enzima che
catalizza la reazione, non siamo ancora in grado biochimicamente, di
fornire la spiegazione della velocità, dell’ordine e della contemporaneità
degli atti biologici, ma siamo sempre a livello di semplice descrizione e
l’interrogativo rimane ancora senza risposta mentre tutto continua a
procedere egualmente.
Il codice biochimico e il codice genetico, non riescono a spiegare perché
nella materia vivente, dove vi è tutta una miriade di molecole, e un numero
incredibile di occasioni per interreagire, la molecola si rivolge di norma,
esclusivamente a quella corretta e solo a quella, non essendoci di fatto
nessuna preclusione per una reazione con le altre molecole e tutto proceda,
nonostante le innumerevoli occasioni per scegliere altre vie senza alcuna
preclusione chimica evidente, sempre in maniera coerente col risultato
finale di far vivere in equilibrio le innumerevoli strutture che compongono
l’intero organismo che è anche sottoposto a sollecitazioni esterne.
Ultimamente i ricercatori biochimici, oltre a utilizzare nuove tecniche di
ricerca, si stanno rivolgendo ad altre metodiche più consone alla genetica,
alla biologia molecolare e anche alla biofisica.
Queste discipline costituiscono un qualcosa che in realtà non è demarcabile,
ma i vari rappresentanti dell’una o dell’altra scienza, hanno portato avanti
le proprie ricerche in modo alquanto isolato, senza tenere conto di cosa
faceva e cosa otteneva, chi studiava lo stesso “oggetto” con altri strumenti e
altre conoscenze di fondo.
Inoltre, si è da subito, avuta la tendenza a considerare l’essere umano
autonomo e indipendente dall’ambiente, e non parte di esso, e non si è
Il salto quantico in medicina
124
considerato che gli atomi che costituiscono l’ambiente e l’uomo sono gli
stessi, e che quindi obbediscono alle stesse leggi fisiche anche se con
momenti diversi e su substrati diversi.
Oggi, biochimica e biologia molecolare rappresentano la stessa realtà, ma
abbiamo ancora una grossa difficoltà per rendere applicabili le novità della
biofisica in campo medico, in quanto si tratta di rimuovere elementi
fondamentali di una struttura che si è venuta a creare nel tempo, ovvero
l’industria del farmaco che è diventata talmente elefantiasica e sorretta da
una direzione marketing ed amministrativa, che prevale sulla componente
scientifica, in cui si lavora con metodiche standardizzate, senza ulteriori
verifiche dei parametri di base su cui è fondato tutto il procedere, che per
anni ha dato eccellenti risultati, e quindi non vi è nessun presupposto per
una revisione che comporterebbe sicuramente ostacolo alla normale
produzione, non dando, d’altra parte, ulteriori incentivi economici
immediati, potendo, viceversa, portare a conclusioni contrastanti con
l’attuale procedere e quindi eventualmente potrebbe essere ipotizzata, in
presenza di fondi in esubero, la nascita di una branca collaterale da
sviluppare, che necessiterebbe di particolari investimenti.
Data l’attuale situazione economica, questa via difficilmente verrà percorsa
da chi sta già seguendo la vecchia via e per cui è businnes, quindi l’unica
speranza è rivolta verso i liberi pensatori, i mecenati, qualora ce ne fossero
ancora, e lo stato, se fosse governato da politici illuminati non condizionati
dai poteri economici che permettono loro di raggiungere il potere.
Questa nuova visione che è venuta alla luce da decenni, verrà recepita
nell’ambito medico e biologico, molto lentamente e tra mille difficoltà, in
quanto potrebbe portare allo smantellamento di quei poteri economici e
delle loro strutture costosissime, che hanno impegnati fior di scienziati
dediti alla ricerca, indirizzata però sempre in un solo senso, che continuano
ad ottenere ottimi risultati, anche se basati su una visione parziale
dell’organismo, e che non ha nulla a che vedere con le nuove conoscenze,
ma che viene messa addirittura in discussione da ciò che sta emergendo
dalle ricerche dei fisici.
Ormai siamo entrati da un pezzo, nel terzo millennio; le informazioni
provenienti dalle singole branche scientifiche, ci vengono poste su un piatto
d‘argento con dati e conoscenze validati, con strumenti di altissima
precisione, ma che non sono recepiti a livello delle società medico
scientifiche, che sono quelle che stabiliscono le guideline di riferimento per
Il salto quantico in medicina
125
impostare le terapie nei confronti delle varie malattie.
Con le linee guida, si prevedono a livello percentuale, i potenziali risultati,
compresi i rischi che si fanno correre ai pazienti, e avendo a disposizione
indicazioni precise e nette in caso di complicanze o effetti collaterali, o
insuccesso, si ha in ogni caso la giustificazione del proprio comportamento,
che viene ritenuto corretto, anche se non si ottiene un risultato
apprezzabile, basta che si siano rispettati i criteri della medicina basata
sull’evidenza.
Peccato che l’evidenza in questo caso, è evidente solo ad un livello, e
diventa meno evidente se si effettua la valutazione energetica
dell’organismo, che al momento attuale non è ancora considerata, se non in
casi sporadici, e da singoli medici che si dedicano alla ricerca
dell’omeostasi energetica, su un substrato verificato con strumentazione
complessa maneggiata di solito esclusivamente da fisici o ingegneri e non
da medici o biologi e biochimici..
In fondo il farmaco è un veleno a piccole dosi, e spesso i pazienti assumono
una terapia plurifarmacologica, e non è possibile prevedere le enormi
variabili di diffusione e di efficacia e di interferenze che si possono avere,
per cui l’unica soluzione è ispirarsi a precedenti esperienze consolidate e
verificate a grandi numeri e codificate secondo schemi parametrati.
E l’energia, commisurata alla medicina omeopatica, non è qualcosa di
ancora più omeopatico e meno vago se io so esattamente che energia
somministro e conosco esattamente le frequenze cellulari e degli atti
biologici compresi gli effetti di modifica sulle varie pompe di membrana?
Il modo attuale di fare terapia è anche più che logico e corretto, come lo è
per il mondo orientale la terapia orientale, ed entrambe le forme di fare
medicina, non devono essere assolutamente blindate, e devono porsi
nell’ottica di aprirsi alle nuove conoscenze e alla conoscenza l’una
dell’altra, potendo richiedere un altro modo di ragionare, con quindi altre
tecniche di verifica e di sperimentazione che sono già utilizzate nelle altre
branche scientifiche, per avere un panorama più completo del
funzionamento intrinseco, e del razionale d’uso e di efficacia.
Chi segue gli schemi consolidati e riesce a far rientrare la sua opera nei
parametri statistici ha agito secondo la logica medica comune, è in regola,
ma su questi presupposti la medicina continua ad essere un’arte in cui la
componente scientifica diventa provvisoria e basata esclusivamente su leggi
di tipo statistico, e soprattutto diventa molto difficile approdare a nuove
Il salto quantico in medicina
126
tecnologie se queste hanno dei presupposti completamente diversi e non
usuali per chi li vede per la prima volta, come quelli della fisica quantistica
che sta soppiantando a certi livelli la fisica tradizionale e che entrano in
contrapposizione dimostrando effetti della biochimica che possono essere
ad un altro livello, tutt’altro che terapeutici.
Basti pensare a quello che è accaduto con la scoperta della radioattività e
con l’invenzione dei primi apparecchi radiologici con i quali siamo riusciti
ad ottenere le prime bioimmagini. La scoperta viene fatta risalire a un
preciso luogo e una precisa data: Wuerzburg, 1895. In quell’anno Wilhelm
Röntgen scoprì che i raggi catodici immessi in un apposito tubo, colpendo
un bersaglio metallico, l’anodo, dava origine all’ emissione di una
radiazione invisibile capace di attraversare anche corpi opachi alla luce.
Per comprovare la sua scoperta, Röntgen, riprese la mano della propria
moglie Bertha, per mezz’ora, tempo oggi considerato inammissibile per i
danni che può provocare.
Copia della prima radiografia eseguita dall’inventore sulla mano della moglie Berta
Il salto quantico in medicina
127
Da allora la medicina ebbe un mezzo diagnostico importantissimo, ma
quanti medici ebbero gravissime conseguenze, e anche i pazienti, prima di
accorgersi degli effetti lesivi di tali radiazioni sulle cellule umane?
E ricordiamo ancora una volta le conseguenze che riportò Marie Curie
maneggiando i materiali radioattivi.
A parte le lesioni radiodermiche ancora rintracciabili su pazienti sottoposti
a Roetgenterapia, molti medici radiologi sono deceduti affetti da tumori con
le più svariate localizzazioni, e moltissimi persero le mani.
Già oggi si sta parlando dei possibili effetti imprevisti e indesiderati della
RMN, e molti fisici iniziano a porsi delle domande sull’utilizzo
indiscriminato di queste metodiche diagnostiche, per possibili effetti a
distanza sulla replicazione e funzione delle cellule, dei pazienti sottoposti a
tali indagini in cui vengono somministrati importanti campi e onde
magnetiche che modificano l’assetto endocellulare. Se si ripetesse la storia
dei raggi X, avendo oggi la possibilità di fare in anticipo i necessari rilievi,
sarebbe un vero peccato.
Capitolo diciassettesimo
LE LEGGI DI NATURA E LE LEGGI UMANE
Qualcuno ricorderà l’esperienza di Isacco Newton con la mela; egli fu il
primo a dimostrare che le leggi della natura governano il movimento della
Terra e degli altri corpi celesti.
Immaginiamo di rivivere l’esperienza di Newton; se una mela si stacca dal
ramo di un albero, essa cade verso terra. Se prendiamo la stessa mela e la
lanciamo per aria, anche in questo caso, esaurita la spinta, la mela ricadrà a
terra.
Nessuno si sogna di mettere in dubbio questa regolarità di comportamento,
che si verifica per tutti i corpi che pesino più dell’aria, ovvero corpi dotati
di massa. Contemporaneamente non ci stupiamo di vedere un palloncino
gonfiato con elio, che sale verso il cielo nel momento che sfugge di mano
ad un bimbo.
Questi fatti che avvengono regolarmente, hanno sempre attratto l’attenzione
degli scienziati.
Dalla prima osservazione di Newton sulla gravità, siamo giunti alla legge
Il salto quantico in medicina
128
gravitazionale inserita nella teoria della relatività generale di Einstein che
però è già in via di superamento da parte di altre teorie meno note e che
presto la sostituiranno.
Ma se di punto in bianco, le mele smettessero di cadere verso il basso e
venissero presentati esperimenti con risultati antitetici rispetto alla teoria
della gravitazione, cosa potrebbero pensare o dire gli scienziati?
Se la consistenza delle prove fosse importante, sicuramente direbbero che
quella teoria conteneva qualche errore e che, ammettendo che esista
davvero una legge sulla gravitazione, loro ne avevano individuata un’altra,
oppure ne avevano colto soltanto un aspetto e in maniera approssimativa.
Ma riferendoci alle leggi di natura, queste leggi non ammettono eccezioni
in quanto la LEGGE DI NATURA è caratterizzata da una regolarità che è
perpetua ed ha valore universale, e se le mele iniziassero a salire invece che
cadere, significa solamente che sono cambiate le condizioni geofisiche per
cui la LEGGE rimane valida, ma noi non siamo riusciti a cogliere il
cambiamento che ci fa apparire quella come una eccezione, mentre invece
non la é.
Se si scoprono delle eccezioni alla legge di natura, significa solamente che
quella che si pensava di avere scoperto non era una legge di natura.
Quindi la medicina attuale si rifà a leggi umane e non a leggi di natura in
quanto abbiamo sempre a che fare con una percentuale più o meno grande
di eccezioni.
Se un cittadino ruba, imbroglia o falsifica, viene sottoposto a
procedimento, qualora scoperto, e, se non soggiacente a particolari
privilegi, e se la giustizia è amministrata correttamente e onestamente,
viene condannato perché ha commesso un crimine e quindi ha infranto una
legge umana, concepita cioè dalla mente umana per permettere la civile
convivenza tra simili e per punire chi tenta di prevalere in modo disonesto.
La legge di natura non può essere infranta da nessuno, né umani né corpi
celesti, né quant’altro appartenga all’universo, e il ritrovare una
trasgressione, deve portarci ad una sola conclusione: quella che pensavamo
fosse legge di natura non la era, o era solamente una sua visione parziale, o
eravamo giunti a conclusioni superficiali. Per garantire il rispetto delle
leggi umane, che sono trasgredibili, contrariamente a quelle di natura,
diventa insostituibile predisporre le sanzioni per chi le trasgredisce per
garantirne il rispetto.
La stessa cosa accade per la medicina quando questa stabilisce delle linee
Il salto quantico in medicina
129
guida perché i medici potrebbero tranquillamente scegliere terapie diverse,
e non a caso si è stabilita la differenziazione tra medicina convenzionale e
non convenzionale, ma questa differenziazione la possiamo considerare
esclusivamente come legge umana e non legge di natura, tant’è vero che
anche con le medicine non convenzionali, si ottengono risultati apprezzabili
e verificabili.
Se vi fosse la legge di natura che stabilisce che la medicina convenzionale
rimedia a tutti i danni, sicuramente nessuno si sognerebbe di cercare altre
terapie perché quelle sarebbero sufficienti ed efficaci.
Pertanto una legge fisica, o legge della Natura, è l’estrinsecazione e la
generalizzazione, espressa in un linguaggio matematico, di una regolarità
riscontrata nei fenomeni naturali che esistono da sempre, e non sono stati
creati dall’uomo, ma esistono da sempre, magari ancora non
completamente compresi, oppure sono stati visti in precedenza con
strumenti che ne fornivano una visione apparente o parziale.
Se questa regolarità e quindi ripetibilità assoluta del fenomeno non si
avvera in ogni caso, significa appunto che non si è ben compresa
l’intrinsecità del fenomeno, oppure che si è compresa solo parzialmente.
L’utilizzo attuale dei farmaci, appartiene alla categoria che obbedisce alle
leggi umane, e non rispetta le leggi di natura, in quanto l’uso dei farmaci
utilizzati secondo le regole attuali e con le conoscenze mediche tradizionali,
non garantisce lo stesso effetto in tutti i pazienti, che quindi non rispondono
perfettamente a leggi di natura applicabili ad ogni soggetto.
Questo perché la legge di natura che regola l’omeostasi del nostro
organismo, con le sue variabili individuali specifiche, non è stata colta nella
sua interezza, oppure è stata fraintesa.
Infatti, una assunzione fondamentale della ricerca scientifica, è che i
fenomeni naturali, nonostante la loro eterogeneicità, sono caratterizzati da
poche leggi naturali ad essi preesistenti, che ne garantiscono la ripetibilità e
la perfetta descrizione assoluta.
Quindi nella descrizione dell’essere umano e della sua vita, manca
qualcosa, che in parte sicuramente è anche rappresentato dall’attività dei
campi elettromagnetici e dai messaggi che si scambiano le molecole
durante gli atti biologici e che deve essere considerata, per avvicinarci
sempre più alla legge naturale che governa l’ universo.
Se prima, non avendo a disposizione i dati attuali, questa non assoluta
efficacia, era giustificata, oggi va obbligatoriamente messa in discussione
Il salto quantico in medicina
130
perché, applicando le nuove conoscenze e i nuovi macchinari disponibili, i
risultati possono ulteriormente migliorare, come hanno già dimostrato in
una casistica ormai numerosissima e policentrica, riferibile alle più
disparate situazioni patologiche, dal traumatismo acuto e lieve, sino a
patologie complesse, come malati terminali affetti dalle più gravi e
disparate localizzazioni neoplastiche; in particolare sta prendendo piede una
nuova proposta terapeutica, sotto forma di medicina integrata e medicina
dell’uomo e dell’ambiente, contrapposta alla medicina della malattia.
I dati sono ormai inequivocabili e devono essere ascoltati e visionati da chi
detiene il primato delle linee guida in campo terapeutico e medico.
Queste nuove terapie sono ormai applicate da anni in centri medici
ospedalieri ed universitari, anche se la partenza deriva dalla gestione della
metodica da parte di medici che lavoravano singolarmente con i propri
pazienti, ma sono stati i pazienti stessi a richiedere un ampliamento delle
prestazioni di quel tipo, a tal punto che, anche chi gestiva gli Enti
Ospedalieri ne ha riconosciuto e verificato l’efficacia accreditandole
ulteriormente e ufficializzandole facendola rientrare nei LEA, anche senza
conoscere il substrato su cui funzionano tali apparecchiature, inglobandole
nelle metodiche di magnetoterapia, utilizzate in fisioterapia.
Le macchine funzionano, ci sono i risultati, non sono stati rilevati effetti
collaterali, e i presupposti scientifici perché non ne risultino ci sono, in
quanto si usano energie inferiori al campo magnetico terrestre che ci
avvolge tutti.
Queste costatazioni dovrebbero essere piu’ che sufficienti.
I medici stessi, quelli che gestiscono la stragrande maggioranza dei
pazienti, non hanno nessuna convenienza e incentivo per allontanarsi dalla
vecchia strada, che funziona da migliaia di anni, e che viene determinata
ormai esclusivamente dal legislatore, che ingabbia i medici in una rete di
regole e cavilli, che come indicazione, a volte celata, a volte evidente in
maniera preponderante l’obiettivo di ottimizzare la spesa e di eliminare i
ciarlatani proteggendo il paziente, ma di fatto castrando la ricerca e la
voglia di ricerca, e non di fornire il prodotto migliore.
Chi prendesse iniziative in tal nuovo senso, metterebbe a repentaglio la
propria reputazione, e anche la torre di Babele professionale già costruita
nel corso, degli anni, con lunghi e pesanti studi e tanti anni di esperienza
professionale, dovrebbe ricominciare da capo come neofita, per cui le
speranze sono rivolte ai giovani medici, o ai vecchi medici delusi ma non
Il salto quantico in medicina
131
sconfitti.
L’aggiornamento stesso del medico, come previsto attualmente, è inficiato
da criteri di fondo che nulla hanno a che fare con una libera voglia di nuove
conoscenze, ma è anche questo dipendente da strutture ministeriali
politiche, che attribuiscono punteggi ai corsi, più in base a come sono stati
organizzati, che al loro reale contenuto scientifico. I crediti ECM
(Educazione Medica Continua).
Per il professionista medico non ricercatore, si dovrebbe ricominciare,
almeno parzialmente a studiare, verificare e applicare, e questo diventa
incompatibile con la professione routinaria, che è complicata da migliaia di
impedimenti di tipo burocratico amministrativo, e anche determinati da
particolari esigenze dei pazienti che vanno dal medico con domande a cui
hanno già da soli risposto, e si comportano come se entrassero in un
supermercato dove si recano per comprare quello che desiderano, ormai
abituati a non fidarsi più di quel tanto, degli esperti professionisti che sono
obbligati a scegliere in base a determinate graduatorie e di cui oggi
dubitano fortemente avendo pochi riferimenti di cui fidarsi ciecamente e i
mass media che non fanno altro che sparare su quella che definiscono
“malasanità” dimenticandosi della “malapolitica” e degli inquinamenti da
parte dei disonesti prima “furfanti” e oggi riciclati “imprenditori”.
Eticamente però, se oggi abbiamo a disposizione tutte queste informazioni,
che debitamente incamerate e metabolizzate ci renderebbero il quadro
fisiopatologico e terapeutico più semplice, senza rinnegare il passato, a cui
si possono integrare, la giustificazione non regge.
La domanda da porsi a questo punto è: “C’è ancora posto per l’etica nella
società del terzo millennio?”
Senza etica la società civile è destinata ad essere sostituita da una società
commerciale, dove l’unica realtà sarà quella di un grande ed unico mercato,
dove ci saranno acquirenti e venditori e molti che potranno comprare solo
quello che le loro tasche gli permetteranno.
Nel momento in cui il sistema in cui viviamo, darà il giusto spazio a queste
scoperte, il professionista che si asterrà dall’applicarle, sarà eticamente
inadempiente, ma sarà sempre il sistema il punto determinante.
Stanno anche riducendosi le risorse e quindi produrre terapie che non
dipendono dal consumo continuo delle stesse, diventa un fatto da
considerare.
Un altro alibi può essere costituito dal fatto che queste nozioni
Il salto quantico in medicina
132
appartengono ad un mondo scientifico troppo lontano dal classico
panorama medico, ma qui bisogna sensibilizzare chi preordina i piani di
studio dei medici e del loro aggiornamento, che deve inserire nel percorso
formativo anche le nozioni di fisica quantistica.
In questo panorama desolante, si scorgono anche sprazzi di sereno in
quanto in varie parti del mondo ci sono medici e scienziati che nonostante
tutto non si accontentano e continuano a esplorare vagando da una scienza
all’altra, alla ricerca di risposte e di nuovi orizzonti che ogni giorno la
scienza apre.
Uno che si pose delle domande circa lo stato dell’arte delle scienze a lui
contemporanee fu Claude Bernard.
Claude Bernard nacque a Villefranche-sur-Saône il 12 luglio del 1813,
piccolo comune francese, con poco piu’ di 30.000 abitanti, sito nella
regione del Rodano -Alpi.
Morì a Parigi il 10 febbraio 1878, e ora riposa in buona compagnia nel
cimitero del Père Lachaise, il primo e più grande dei cimiteri civili di
Parigi, che accoglie illustri personaggi, ed è caratterizzato dal non avere
Il salto quantico in medicina
133
nessuna immagine sulle lapidi.
Chi non ricorda la sindrome di Bernard Horner , o sindrome oculo
papillare, da lesione simpatica a livello del tronco encefalico con assenza di
bilanciamento della funzione parasimpatica che quindi prevale?
Ma chi ha approfondito lo studio su questo importante personaggio per la
medicina?
Bernard venne definito nel 1957, dal professor I. Bernard Cohen della
Harvard University come "uno dei più grandi fra tutti gli uomini di
scienza", quando ripresentò uno dei suoi classici, che descriveva il metodo
scientifico “ Un'introduzione allo studio della medicina sperimentale”
pubblicato per la prima volta nel 1865.
Claude Bernard, fu un fisiologo e una delle sue frasi che merita di essere
tenuta a mente da chi si occupa di scienza e di ricerca è:
“E’ quel che noi pensiamo di sapere già ad impedirci di imparare”.
Questa frase si applica perfettamente alla situazione attuale.
Ritornando all’argomento dopo questa digressione, possiamo enunciare
ulteriori definizioni:
La biochimica è lo studio delle sostanze chimiche e dei processi vitali
degli organismi viventi.
Il salto quantico in medicina
134
La genetica è lo studio dell'effetto delle differenze genetiche sugli
organismi, che spesso possono essere causate dall'assenza di un
normale componente, ad esempio un gene; lo studio degli organismi
mutanti, mancanti di uno o più componenti funzionali.
La biologia molecolare è lo studio dei sostegni molecolari del processo
di replicazione, trascrizione e traduzione del materiale genetico. Il
dogma centrale della biologia molecolare per cui i codici genetici
vengono trascritti nell’RNA e poi tradotti in proteine, fornisce un
modello molto semplificato che viene ancora considerato come punto
di partenza, ma è d’altra parte anche messo in discussione alla luce
dei nuovi significati che riguardano l’RNA.
La biologia chimica che utilizzando nuovi strumenti basati su piccole
molecole che ci forniscono dettagliate informazioni sui sistemi
biologici provocando loro minime perturbazioni. Inoltre la biologia
chimica, utilizzando sistemi biologici, mira a creare ibridi artificiali
tra biomolecole ed elementi sintetici, che si possono utilizzare come
vettori per terapie geniche o per particolari medicinali.
Nessuna traccia quindi, di studi o scienze che si dedichino alla ricerca del
meccanismo intrinseco di coordinamento e regolazione di tutto ciò di cui si
occupano le branche sopra definite.
Per la complicatezza dei fenomeni che avvengono all’interno di un
organismo, per la grandezza numerica di questi fenomeni, per l’ineludibile
necessità che ogni distretto corporeo sia informato di ciò che accade in
tempo reale, dai massimi livelli, al minimo, che possiamo considerare come
la reazione intermolecolare, per le interferenze esterne ed interne che si
inseriscono come potenziali perturbatori dei fenomeni omeostatici tesi al
mantenimento di un equilibrio dinamico, compatibile con il benessere, é
indispensabile ipotizzare l’esistenza di un informatore che consegni in
tempi rapidissimi, e ad un numero incredibile di molecole, il messaggio o il
Il salto quantico in medicina
135
progetto della sequenzialità degli incontri previsti per far avvenire
quell’atto biologico, essendo contemporaneamente cosciente di tutte le
modifiche che avvengono costantemente.
COSA MANCA?
Vediamo allora che cosa è necessario e che cosa manca affinché si possano
avere ulteriori spiegazioni per rendere il solito interrogativo meno
interrogativo.
Per l’avvenimento delle reazioni chimiche inserite nel contesto globale
dell’organismo abbiamo bisogno di:
Molecole : le abbiamo
Enzimi: ci sono
Coenzimi: anche loro presenti
Codice biochimico: già considerato anche se non noto totalmente
Codice genetico: idem come sopra
Il salto quantico in medicina
136
Osservatore : non ancora individuato Informatore : ignoto
Coordinatore.: nemmeno mai considerato, se non dai dubbiosi.
Questo nuovo protagonista “WANTED” della scena biochimica, deve avere
la caratteristica di poter avere sotto controllo, contemporaneamente tutte le
molecole che avranno parte attiva nel metabolismo, per cui dovrà trovarsi
dappertutto, estesamente, e dovrà anche essere in contatto contemporaneo
con tutte le molecole.
Un’altra caratteristica che deve essere posseduta dal nuovo protagonista, è
di possedere anche la dote di poter inviare segnali ed ordini ben precisi a
tutte le molecole, riuscendo a farle incontrare rapidamente, in maniera
esclusiva e determinante, e nell’ordine preciso per la riuscita dell’atto
biologico, a cui deve seguire un altro atto biologico avvenuto con le
medesime caratteristiche e precederne a sua volta un altro, e interreagire
anche con gli esiti di altri atti biologici contemporanei.
Il salto quantico in medicina
137
Con l’ipotesi dell’esistenza del centro di regolazione e coordinamento,
quello che prima la biochimica non riusciva a spiegare, diventa spiegabile.
In natura esiste solamente una entità che possiede tutte queste
caratteristiche, che sono necessarie per assolvere ai compiti di
progettazione, coordinamento, esecuzione e controllo.
Tutte queste caratteristiche sono naturalmente possedute dal campo
elettromagnetico.
Un campo elettrico variabile nel tempo, genera, in direzione perpendicolare
a se stesso, un campo magnetico pure variabile che, a sua volta, influisce
sul campo elettrico stesso.
Questi campi concatenati, determinano nello spazio la propagazione di un
campo elettromagnetico tramite l’onda elettromagnetica.
E’ importante la distinzione tra campo vicino e campo lontano.
La differenza consiste essenzialmente nel fatto che in prossimità della
sorgente irradiante, cioè in condizioni di campo vicino, il campo elettrico
ed il campo magnetico assumono rapporti variabili con la distanza, mentre
ad una certa distanza, cioè in campo lontano, il rapporto tra campo elettrico
e campo magnetico rimane costante.
Pertanto, quando in un ambiente abbiamo cariche elettriche che influenzano
i corpi, si genera un campo elettrico che può avere carica positiva o
negativa.
Un campo elettrico attrae le cariche di segno opposto, e respinge quelle di
uguale segno. L’intensità del campo elettrico si misura in volt.
Il movimento delle cariche elettriche che costituiscono quindi la corrente
Il salto quantico in medicina
138
elettrica, all’interno di un conduttore, da origine a questi due tipi di campo:
Il campo magnetico generato dal movimento delle cariche elettriche che è
proporzionale alla grandezza e alla forza che attraversa il conduttore,
quest'ultima misurata in Tesla (T) e
il campo elettrico creato dalla presenza della carica elettrica e legato alla
differenza di potenziale in un conduttore, misurato in Volt/Metro
(V/M).
Tra il campo magnetico e il campo elettrico, esiste una strettissima
correlazione, perciò ogni cambiamento del primo, determina una modifica
dell'altro, e viceversa. Dalla combinazione dei due effetti nasce l'onda
elettromagnetica che si propaga nello spazio trasportando energia, anche
dopo che la particella originaria ha smesso di oscillare.
Tanto più durerà il movimento, tanto più lunga sarà l’onda.
I campi elettromagnetici generano delle onde di lunghezza differente.
L’onda elettromagnetica viene caratterizzata dalla frequenza di oscillazione
che viene misurata in hertz.
Il salto quantico in medicina
139
Il suo simbolo, Hz, è l'unità di misura del sistema internazionale della
frequenza e deriva dal nome del fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz che si
dedicò allo studio e alla sperimentazione dell’elettromagnetismo.
Capitolo diciottesimo
Un Hz vale una oscillazione al secondo. Questa unità si può applicare a
qualsiasi evento periodico, come, ad esempio, un orologio ha una frequenza
di un hertz se si percepisce il ticchettio dei secondi.
Alcuni esempi di frequenze:
20 Hz, frequenza acustica che corrisponde alla minima frequenza udibile
dall'uomo.
50/60 Hz, frequenza elettromagnetica che corrisponde alla frequenza
Il salto quantico in medicina
140
della normale corrente alternata presente nelle case.-261,625 Hz,
frequenza acustica che corrisponde alla frequenza della nota musicale
DO centrale.
440 Hz, frequenza acustica del LA utilizzato per accordare gli strumenti
musicali.
740 kHz, frequenza elettronica del primo microprocessore della INTEL, il
4004 del 1971.
1/8 MHz, frequenza elettronica dei pc fine anni 70, inizio anni 80.
88/108 MHz, frequenza elettromagnetica delle trasmissioni radio in
modulazione di frequenza. Dopo di queste si trovano le VHF e le UHF
usate nell’aeronautica e per le trasmissioni televisive.
2/4 GHz, frequenza elettronica dei microprocessori del 2005.
460 TeraHz, frequenza elettromagnetica, frequenza della luce rossa.
30 PetaHz, frequenza elettromagnetica dei raggi X e dell’intensità
luminosa.
Questi sono gli altri mutipli dell’Hertz:
1 dekahertz (simbolo daHz ) = 101 Hz = 10 Hz
1 hektohertz (simbolo hHz ) = 102 Hz = 100 Hz
1 kilohertz (simbolo kHz ) = 103 Hz = 1 000 Hz
1 megahertz (simbolo MHz ) = 106 Hz = 1 000 000 Hz
1 gigahertz (simbolo GHz ) = 109 Hz = 1 000 000 000 Hz
1 terahertz (simbolo THz ) = 1012 Hz = 1 000 000 000 000 Hz
1 petahertz (simbolo PHz ) = 1015 Hz = 1 000 000 000 000 000 Hz
1 exahertz (simbolo EHz ) = 1018 Hz = 1 000 000 000 000 000 000 Hz
1 zettahertz (simb. ZHz ) = 1021 Hz = 1 000 000 000 000 000 000 000 Hz
1 yottahertz (simb. YHz ) = 1024 Hz = 1000000000000000000000000
Hz.
La frequenza e lunghezza sono due grandezze inversamente proporzionali
tra loro.
A minor frequenza dell’onda corrisponde maggiore lunghezza dell’onda.
Il salto quantico in medicina
141
L’insieme delle frequenze è costituito dallo spettro elettromagnetico, e
comprende tutte le possibili onde elettromagnetiche, dalla minima carica
presente nelle batterie e nelle pile fino a quelle degli acceleratori delle
particelle, dei tubi per i raggi x e dei raggi solari.
Più è alta la frequenza delle onde, e tanto più nocive possono essere le
conseguenze di queste onde elettromagnetiche sulla materia vivente.
Le onde ad elevata frequenza producono anche pericolose radiazioni
ionizzanti, ad esempio i raggi gamma delle radiografie o le radiazioni
emesse dalle scorie nucleari.
Le onde elettromagnetiche a medio-bassa frequenza, appartengono alle
onde non ionizzanti, e per queste ultime, la pericolosità si riduce agli effetti
dell’esposizione prolungata.
Tornando al campo elettromagnetico considerato come centro di controllo
degli atti biologici, possiamo dire che esiste da sempre in natura, ed è stato
Il salto quantico in medicina
142
ampiamente studiato.
Tutte le sue caratteristiche sono state studiate e verificate da tempo, ma
sempre preso isolatamente e senza considerare i risvolti biologici degli
effetti del campo magnetico a livello di coordinamento delle strutture
molecolari costituenti la materia vivente.
Tutti i compiti che sono necessari per dare il via agli atti biologici e per
determinare la vita, possono essere assolti con le sue lunghezze d’onda che
sono in grado di coprire volumi e superfici vastissime in un tempo
ultrarapido.
In particolare le frequenze che interessano la materia vivente vanno dallo
spettro del visibile sino alle microonde.
Si parte quindi da una dimensione pari ad una frazione di micron.
In una frazione di micron che corrisponde allo spettro visibile, alla densità
normale della materia, sono contenuti milioni di molecole.
La distanza media tra due qualsiasi molecole, che appartengono ad una
Il salto quantico in medicina
143
cellula, è dell’ordine di 50 ä.
Ogni lunghezza d’onda che sia superiore a questa lunghezza, è in grado di
raggiungere le molecole che devono incontrarsi ed è in grado di informarle,
avvicinarle e permettere anche il riconoscimento chimico.
Le frequenze d’onda più basse, hanno lunghezza d’onda maggiore e
viceversa. Per questo, a maggior ragione, possono generare e controllare le
interreazioni anche a distanze maggiori.
Questo dato tornerà utile successivamente per giustificare il fatto che i
livelli superiori di controllo che devono coordinare strutture complesse e
diffuse in tutto l’organismo, utilizzano le frequenze più basse per le
strutture più vicine e meno complesse, mentre i centri di controllo dei livelli
inferiori che controllano organi, o parti di organo e a scendere i rapporti
intermolecolari, usano frequenze più alte con onde più corte. In ogni caso
siamo sempre sull’ordine di frequenze bassissime che si avvicinano al
massimo, alle frequenze del campo magnetico terrestre.
La frequenza di risonanza di Schumann, che era considerata dagli scienziati
come costante sino a qualche anno fa, non è composta da una unica
frequenza, ma da treni di onde elettromagnetiche che viaggiano nello
spazio compreso tra la superficie terrestre, ed il limite interno della
Il salto quantico in medicina
144
ionosfera.
Queste Onde viaggiano a frequenze comprese tra i 6 e i 50 cicli al secondo;
in particolare 7,8, 14, 20, 26, 33, 39 e 45 Hertz, con una variazione
giornaliera di circa +/- 0,5 Hertz.
Per rendere più comprensibile la descrizione si usò definire una frequenza
di risonanza media del campo magnetico terrestre, una specie di battito
cardiaco della terra.
Questo ritmo della Terra, storicamente venne identificato già nel 1899 ma
prese successivamente il nome da W.O. Schumann che fù il primo che ne
fece oggetto di studi approfonditi negli anni ’50 del secolo scorso.
Ritorniamo alla descrizione chimica dell’atto biologico elementare e alla
sua traduzione.
Il salto quantico in medicina
145
Ogni reazione biochimica per avvenire richiede un enzima; l’enzima ha una
struttura molecolare piuttosto grande. Un atomo ha grosso modo le
dimensioni di un ä e un enzima di circa un centinaio di ä.
L’enzima per dare origine alla reazione catalitica, ha bisogno del coenzima
che deve, come una chiave nel cruscotto della macchina, dare il contatto e
generare l’accensione dell’enzima. Il coenzima, come dimensioni, è
notevolmente più piccolo dell’enzima e grossolanamente ha le dimensioni
di una molecola elementare. Il coenzima contiene degli ioni metallici al suo
interno. I diversi coenzimi possono attivare lo stesso enzima e quindi
generare reazioni diverse che dipendono appunto da questo frammento non
proteico.
Possiamo quindi parlare di enzimi plurivalenti che hanno alla fine una
funzione resa specifica dall’intervento del coenzima che li ha resi attivi e
che è quindi depositario della specificità della reazione.
L’enzima è quindi il mezzo che fornisce il supporto materiale, nella sede in
cui il campo elettromagnetico si viene a sviluppare, e la frequenza di quel
campo elettromagnetico, è determinata dalla specificità del coenzima in cui
sono contenuti gli ioni metallici che si comportano pertanto da precise
antenne tagliate per determinare frequenze.
Da qui si comprende l’importanza degli ioni metallici e dell’importanza di
precisi equilibri tra i vari componenti e anche dello stato di quello che
possiamo chiamare dielettrico, ovvero spazio dove si diffonde il segnale
informazionale.
Ogni frequenza deve avere la propria antenna specifica per poter diffondere
un corretto segnale e anche per non danneggiare la radio da cui parte il
segnale (DNA cellulare e mitocondriale).
La differenza tra le varie “antenne”, dipende quindi dalla differente
presenza degli ioni metallici all’interno dei diversi coenzimi, e non solo da
quelli, e in questo modo avremo antenne differenti che generano campi
magnetici differenti con frequenza diversa e specifica.
Tornando alla materia vista come energia condensata, avremo che ogni tipo
di materia, come l’energia da cui deriva, deve avere per forza una
caratteristica frequenza che la determina.
Se avesse una frequenza diversa, avremmo un altro tipo di materia.
Pertanto potremmo anche classificare la materia, in base alla sua frequenza
caratteristica o all’insieme delle frequenze dei suoi vari componenti che in
ogni caso devono avere delle proporzioni fisse precise per poter
Il salto quantico in medicina
146
determinare la stessa materia e questo si desume dalla classificazione che
era stata presentata in precedenza.
Con tutti questi dati, analizzando quanto già conosciamo dal punto di vista
biochimico, l’immagine fisica che deriva dai vari passaggi è la seguente:
Sviluppo dell’atto biologico:
invio di segnale elettromagnetico, da parte dei centri superiori, che in
periferia genera il
richiamo dell’enzima e del coenzima che rispondono al richiamo della
frequenza specifica.
Incontro dello specifico coenzima con l’enzima che comporta la
formazione di un campo elettromagnetico periferico, con la frequenza
determinata dalla composizione del coenzima e con substrato fornito
dall’enzima e inizio della reazione catalitica.
L’accensione del campo magnetico richiama e procura l’incontro
unicamente delle molecole della stessa frequenza del campo
magnetico, molecole che ubbidiscono al richiamo determinato dal
principio del dominio di coerenza e che sono quelle necessarie per
quell’atto biologico e non altre se non interviene una causa
destabilizzante
L’avvenuto incontro molecolare, genera una unione che comporta anche la
modifica della frequenza del nuovo composto
Si spegne il campo elettromagnetico precedente, ma con lo stesso
meccanismo.
Si origina l’avvenimento successivo, con generazione di un nuovo campo
elettromagnetico coerente con la frequenza del nuovo composto
plurimolecolare, e così via
sino al completamento dell’atto biologico che prelude ai successivi atti
biologici che costituiscono la vita.
Il salto quantico in medicina
147
Con questa descrizione abbiamo a disposizione alcuni dati in più, ma il
quadro non è ancora completamente spiegato.
Abbiamo però sicuramente un nuovo livello dove poter intervenire, qualora
lo trovassimo alterato.
Questo livello è quello riferibile al dominio di coerenza delle frequenze con
cui le molecole, le cellule, gli organi e l’organismo fanno partire gli atti
biologici dal punto di vista fisico.
Abbiamo visto dall’esperimento citato all’inizio, ed effettuato a Pisa, che le
frequenze di vibrazione degli elettroni non sono in dipendenza della
velocità di rotazione ma restano invariate; abbiamo già individuate delle
sub strutture ulteriori, e probabilmente a quei livelli troveremo ulteriori
spiegazioni, ma pensando all’infinito, nessuno ci vieta di immaginare che
difficilmente arriveremo all’elemento primordiale, anche se alcune ipotesi
Il salto quantico in medicina
148
come quella dei neutrini pensano di averlo inquadrato, ma in ogni caso, con
nuovi strumenti di misurazione o di percezione della realtà, troveremo
sempre qualcosa di più piccolo inseguendo l’infinito oltre che nel
macrocosmo, anche nel microcosmo, e quindi avremo sempre nuovi livelli
sui quali intervenire qualora riuscissimo a individuare le alterazioni e a
costruire strumenti per correggere queste alterazioni.
Oggi la fisica delle particelle descrive due famiglie in particolare, quella dei
fermioni a cui appartengono elettroni, protoni, neutroni neutrini che
rappresentano le particelle che si combinano tra di loro per strutturare la
materia visibile, ed i bosoni a cui appartengono fotoni, mesoni, gluoni e
gravitoni, che sono le particelle che rappresentano la forza legante
l’universo.
Si parla anche di Luxoni, ovvero particelle senza massa che viaggiano alla
velocità della luce, ma se non hanno massa, come possono essere definite
particelle?
Tutte le volte che raggiungi quello che rappresenta un orizzonte e sali in
cima alla montagna, trovi davanti a te un nuovo orizzonte, ed è quello che
succede andando alla ricerca sia nel grande che nel piccolo.
Se ammettiamo l’infinito, entità più facile da immaginare che un universo
finito che non sai dove posizionare, questo deve esistere anche nel piccolo,
e anche se non esistesse, l’universo relativamente all’uomo sicuramente è
infinito perché, almeno per il momento, non è in grado di percorrerlo tutto.
Oltre questa partizione c’è anche la teoria neutrinica di Cesare Colangeli
per cui tutto l’esistente è costituito da due cariche elettrostatiche eteronime,
il positrino, caricato positivamente, e l’elettrino con carica negativa.
Il loro valore è approssimativamente oltre ad un milionesimo della carica di
un elettrone e anche il volume di spazio occupato è di circa un milionesimo
di quello occupato dall’elettrone che già da sé è considerato materialmente
inconsistente.
L’insieme di queste due cariche unificate, viene a formare il neutrino che è
una particella neutra in quanto le due cariche in equilibrio si annullano. Il
neutrino sarebbe la particella più elementare esistente.
Lo spazio considerato vuoto sarebbe il mare che contiene i neutrini in cui le
due cariche opposte hanno trovato la loro condizione di equilibrio, dando
origine ai neutrini e determinando uno spazio neutro pieno e non vuoto in
cui i neutrini in stato di soddisfazione energetica hanno trovato il loro
equilibrio determinando una condizione di campo neutro con
Il salto quantico in medicina
149
neutralizzazione delle cariche che non sono in questo caso organizzate a
dipolo.
Tornando alla reazione che ci interessa più da vicino, e che riguarda
l’attivazione determinata dal coenzima specifico che attiva come uno starter
l’enzima, inducendolo anche ad una azione ben specifica, è stata presentata
la teoria con la quale si cerca di dare una spiegazione sul come avvenga tale
attivazione che determinerebbe la frequenza del campo elettromagnetico.
L’enzima è la struttura chimica che fornisce il substrato nel luogo dove si
origina il campo elettromagnetico, e in base alla sua costituzione intrinseca
che interviene nell’ambiente dove dar origine al campo elettromagnetico,
ne determina la frequenza.
In base a questa ipotesi, viene attribuita la responsabilità nel determinismo
della frequenza del campo EMG, agli ioni che sono impegnati nella
soluzione, e che oscillano tra di loro, con una frequenza che è inversamente
proporzionale alla loro stessa concentrazione e quindi dipendente anche
dalle altre componenti che ne determinano la diluizione.
Più la soluzione è diluita, e maggiore e più esteso è il dominio di coerenza,
mentre più grande è la frequenza e più piccolo diventa il dominio.
Pertanto è la concentrazione degli ioni che determinerebbe la frequenza, e
la frequenza generata, a sua volta determina le dimensioni del campo
magnetico.
Questo è facile da comprendere, pensando che la frequenza dell’onda
elettromagnetica è inversamente proporzionale alla lunghezza dell’onda
stessa per cui un’onda con minore frequenza è più lunga e copre più spazio
di un’onda con frequenza maggiore.
Il salto quantico in medicina
150
Nella caratterizzazione della generazione del campo EMG e della
trasmissione delle onde magnetiche, oltre agli ioni metallici del coenzima,
intervengono anche gli oligoelementi.
Queste sostanze, servono all’organismo in dosi piccolissime, si parla di
microgrammi.
E’ da tempo noto, che il loro apporto alimentare è fondamentale, e per
alcuni di essi, come lo zinco, è da tempo riconosciuta una importanza
insostituibile in particolari momenti della vita, come gravidanza ed
l’allattamento.
Per altri, come il cromo, sono state statisticamente individuate delle
correlazioni con specifiche malattie, ma in dati unicamente statistici, come
ad esempio nel diabete di tipo 1.
Gli oligoelementi sono presenti anche se in minime dosi, in tutti i tessuti e
fluidi dell’organismo.
Sono fattori importanti per il mantenimento dei processi fisiologici,
rafforzano le strutture scheletriche, catalizzano molte reazioni biochimiche,
sono importanti nella produzione di ormoni e anticorpi, e contribuiscono a
mantenere il delicato equilibrio idrico.
Tutti i minerali riconosciuti necessari per il corpo umano, devono essere
presenti nella dieta, apportati come sostanze alimentari essenziali, in quanto
l’organismo non è in grado sintetizzare tutto ciò che gli serve, o a volte lo
fa solo in quantità insufficienti.
Il salto quantico in medicina
151
Nel nostro organismo sono contenuti diversi minerali, di cui, alcuni, come
il calcio, costituiscono una parte fondamentale della struttura degli organi e
dei tessuti e quindi di questi ne abbiamo una notevole quantità.
Viceversa, altri minerali come il rame lo zinco, il manganese, il selenio ed
altri, sono contenuti in minime quantità, anche se la loro importanza è
notevole.
E’ proprio da questa scarsezza che prendono il nome di “oligoelementi”.
La loro importanza è stata individuata da Gabriel Bertrand, e
successivamente il ricercatore Jacques Mènètrier, che è considerato il
fondatore della medicina funzionale e dell’oligoterapia, si è reso conto che,
somministrandoli in dosi e formulazioni opportune, si ottiene un
miglioramento delle funzioni organiche e psichiche.
Anche in questo caso si è preso atto dell’efficacia, ma non della loro
intrinseca funzione dal punto di vista fisico nel partecipare a generare la
frequenza del campo elettromagnetico e nella trasmissione delle onde
elettromagnetiche.
Probabilmente, gli oligoelementi, agiscono come se fossero dei ripetitori di
segnale o addirittura dei commutatori di frequenza di segnali ricevuti in
grado di ricevere i segnali su un canale e ritrasmetterli su un’altra frequenza
per far percepire i dati ad altri livelli evitando interferenze sulla medesima
frequenza; ognuno di essi con delle peculiarità ben specifiche e con azione
su frequenze ben determinate caratteristiche di specifici atti biologici e
probabilmente di determinate strutture tissutali, organiche o cellulari.
Dato che sono scarsamente presenti, è da immaginare che generino campi
elettromagnetici molto estesi e che il loro compito sia di smistamento e
amplificazione dei segnali periferici e centrali.
Li possiamo quindi paragonare a dei radar o a ponti radio, con il compito di
captare e di far pervenire il segnale ricevuto dal campo elettromagnetico in
tutto l’organismo e ai centri di controllo e regolazione.
Abbiamo a questo punto completato l’altra visione dell’atto biologico: col
tramite del campo elettromagnetico, le molecole trascinate dalla forze
dispersive, che generano movimenti atomici incredibili partendo da potenze
minime, come si ipotizza possa accadere nella fusione a freddo, che fa parte
delle reazioni nucleari a bassa energia, si incontrano, determinano la
reazione chimica con produzione o consumo di energia finale. Non a caso
dopo i primi clamorosi esperimenti del 1989 di Martin Fleischmann e
Stanley Pons nell’Università di Salt Lake City nello Utah, ripetuti in altri
Il salto quantico in medicina
152
atenei, si è dedicato a questo argomento, il fisico italiano già citato,
Giuliano Preparata, padre della “teoria coerente sulla fusione fredda”.
Successivamente, nel maggio 2008, in Giappone, Yoshiaki Arata e Yue
Chang Zhang, sono riusciti a far funzionare un reattore con pochi grammi
di palladio, ma non viene riconosciuto questo effetto, come attribuibile alla
fusione fredda e questo esperimento è tutt’ora in discussione.
Preparata è stato colui che ha dato il via anche a queste nuove spiegazioni
sul funzionamento coerente delle molecole, come abbiamo già visto.
Questa energia generata durante l’atto biologico, se non ci fosse la
correlazione tra tutte le molecole, stabilita dalla frequenza del campo
elettromagnetico, sarebbe assorbita dalle molecole stesse che
rallenterebbero o aumenterebbero la loro velocità.
Quindi abbiamo, in rapida successione, la formazione di un certo campo
elettromagnetico che permette l’avvenimento della prima reazione
molecolare che esaurendosi fa cessare il campo magnetico che l’ha
originata, producendo un nuovo campo magnetico con una frequenza
diversa, che fa intervenire altre molecole diverse, che successivamente a
sua volta cessa, dando origine ad un campo magnetico successivo, come
una reazione a catena che fa proseguire il processo, permettendo così un
equilibrio dinamico tra tutte le varie componenti dell’organismo e
garantendo, se tutto funziona, una condizione di benessere e l’energia
necessaria per mantenere in funzione un trilione di atomi.
Per completare questo quadro dobbiamo ancora enunciare i concetti relativi
alle forze dispersive e ai domini di coerenza, citati nel passo precedente.
Le forze dispersive o forze di London (dipolo indotto istantaneo) sono
quelle che garantiscono la potenza per poter far avvenire le reazioni
intermolecolari.
Il salto quantico in medicina
153
Capitolo diciannovesimo
LE FORZE DISPERSIVE
Appartengono alle interazioni deboli e sono Forze intermolecolari di
contatto.
Il moto degli elettroni di una molecola, influenza quello degli elettroni di
una seconda molecola che si venga a trovare vicino alla prima.
Le molecole, per accoppiarsi, si presentano come un dipolo, e i due dipoli
che reagiscono, sono sempre orientati in modo da esercitare reciproca forza
attrattiva.
In fisica esiste anche la forza di Van der Waals, che si distingue dalla forza
di dispersione di London in quanto mentre quest'ultima è la forza che si
genera tra un dipolo istantaneo e un dipolo indotto, quella di Van der Waals
è caratterizzata da un dipolo permanente e un dipolo indotto.
Per meglio capire di cosa si tratta, si deve pensare che ad un dato istante, il
moto degli elettroni, a causa della correlazione dinamica, è tale per cui la
distribuzione non è perfettamente sferica e si crea una debolissima
polarizzazione di carica, cioè un piccolissimo momento di dipolo, ovvero
da una parte polo positivo e dall’altro negativo, anche se la differenza è
Il salto quantico in medicina
154
minima.
Praticamente il tutto è determinato da una mancanza di equilibrio, che è
anche logico immaginare in quanto se vi fosse questo equilibrio non ci
sarebbe movimento, movimento che è determinato da un continuo
rincorrere questa posizione di equilibrio che non viene mai raggiunta. Se
venisse raggiunta, probabilmente avremmo il blocco del movimento.
Il dipolo è un legame che avviene tra molecole polari o apolari quando il
polo positivo+ di una molecola si lega con quello negativo - dell'altra.
Questo momento di dipolo, a sua volta, è in grado di generare un altro
dipolo opposto, e quindi attrattivo, in un atomo adiacente, e così via con
effetto a cascata.
E’ da notare che l'interazione dispersiva è sempre attrattiva e dipende solo
dall'esistenza degli elettroni; quindi è ubiquitaria, anche se molto più debole
delle altre interazioni non covalenti.
Il legame covalente (simboleggiato nelle formule strutturali con un trattino
tra i simboli degli atomi) è un legame che si stabilisce tra due atomi che
mettono in comune una o più coppie di elettroni del guscio elettronico più
esterno.
Si ha un legame covalente puro (non polare) quando gli atomi hanno
elettronegatività identica ( H2, O2, Cl2 ); è invece covalente polare, quando
i doppietti elettronici in comune tra gli atomi non sono equamente
condivisi. In questo caso gli elettroni di legame sono più vicini all’atomo
più elettronegativo, che acquista così una parziale carica negativa, mentre
Il salto quantico in medicina
155
l’altro atomo acquista una parziale carica positiva.
L'intensità dell'interazione dipende fondamentalmente dalla facilità con cui
gli elettroni possono essere distorti dalla loro situazione di "equilibrio";
questo viene quantificato dalla polarizzabilità. Più alto è il numero atomico
e maggiore è la polarizzabilità.
Esiste anche un'interazione indotta da un dipolo permanente: in tal caso è il
dipolo permanente ad indurre la polarizzazione, secondo gli stessi
fenomeni.
E’ quindi proporzionale al momento di dipolo permanente e alla
polarizzabilità.
Questa è una delle interazioni coinvolte nella scarsa solubilità di molecole
non polari in acqua.
Queste forze dispersive sono responsabili della dispersione della luce ed è
da ciò che prendono il nome.
La forza dispersiva è rappresentata da una frazione in cui al numeratore vi è
il gradiente del quadrato del campo.
Il gradiente rappresenta la direzione di massimo incremento di una funzione
di η variabili ed è quindi una grandezza vettoriale che indica come una
grandezza fisica varia in funzione dei suoi diversi parametri.
Questa definizione da fisici, sta unicamente a significare che la forza è
maggiore sui bordi del campo, dove il campo varia bruscamente la sua
intensità.
Nelle zone di campo magnetico dove il gradiente è costante, questa forza
dispersiva è minima.
Il denominatore del rapporto, determina invece la posizione, la sede dove
avviene la reazione. Il denominatore ci fornisce l’indicazione di quali
fenomeni avvengono, ed è costituito dalla differenza tra il quadrato della
frequenza della molecola che oscilla ed il quadrato della frequenza del
campo.
Una molecola che entra in un campo elettromagnetico, origina una forza
che dipende inversamente dalla differenza dei quadrati, e quindi, a seconda
della polarità, potremo avere una forza traente o repulsiva.
Quando queste due frequenze sono uguali, il denominatore si azzera e si
sviluppa una forza incredibile.
Pertanto questo dimostra che anche campi elettromagnetici deboli possono
generare forze importanti e che operano a lunga distanza.
In base a questo discorso di fisica e che diventa ostico anche solo da
Il salto quantico in medicina
156
immaginare per chi non è addentro all’argomento, ne deriva che due
molecole che si trovano nello stesso campo magnetico e che hanno la stessa
frequenza del campo magnetico stesso, sviluppano reciprocamente, una
forza attrattiva enorme, anche se si trovano a lunga distanza, per cui
possono velocemente riconoscersi, attrarsi e dare origine, solo loro, all’atto
biologico perché quella forza è selettiva, e determinata appunto unicamente
dalla frequenza di risonanza che è specifica per quelle molecole.
Se la frequenza delle molecole è diversa, il richiamo a distanza non può
ottenere il collegamento e l’attrazione.
Tra loro comunicano solo le frequenze uguali, per cui le altre molecole, con
frequenze diverse, non ricevono il segnale trasmesso che è su “un altro
canale”.
Tutto questo discorso di specificità della frequenza è ciò che costituisce la
teoria dimostrata, dei domini di coerenza.
Questi domini di coerenza hanno una dimensione di decine di micron, spazi
in cui milioni di molecole oscillano all'interno di un campo
elettromagnetico di tipo coerente, protetto da legami di idrogeno con
entropia costante all'interno.
Il risultato è la capacita' di una organizzazione coerente dei campi
elettromagnetici informati, per riunificare al fine dell’effetto chimico
metabolico, strutture materiali sempre piu' complesse, per il compimento
degli atti biologici, utilizzando i liquidi in cui molecole e cellule sono
immerse.
Pertanto anche la costituzione di questi liquidi, paragonabili ad un
dielettrico, diventa importante per una corretta trasmissione dei segnali.
La comunicazione diffusa di tutto ciò che avviene, governato dal campo
elettromagnetico, viene mediata dai liquidi extracellulari che contengono
acqua.
Questi messaggi di regolazione elettro-magnetica “viaggiano” sotto forma
di fotoni e fononi, che incontrandosi originano i solitoni, attraverso il
tessuto connettivo molle o matrice.
Non è importante la forma con la quale vengono identificati e rappresentati,
ma la frequenza che essi trasmettono, ed i segnali che essi trasportano in
tutto l’organismo.
Questo tessuto, il connettivo, supporto di qualsiasi costituente
dell’organismo, strutturalmente, è in grado di trasmettere questi segnali
grazie alla particolare struttura fisica dell’acqua e grazie ai composti
Il salto quantico in medicina
157
biochimici contenuti.
Il salto scientifico che di pari passo ha anche permesso l’avanzamento
tecnologico, per la produzione di tutta questa strumentazione, ha origine
multifattoriale, ma in particolare deve ringraziare gli sviluppi della fisica
quantistica che è ben illustrata nei fondamenti dell’Elettrodinamica
Quantistica (QED), dell’elettronica e dell’informatica.
Le ricerche aventi per argomento l’Elettrodinamica Quantistica hanno
riunito sotto l’aspetto energetico la massa con l’energia elettromagnetica e
successivamente hanno definito la coerenza nelle strutture materiali
determinata dalle interazioni interne dei campi elettromagnetici
interstrutturali.
Molto importante, per la comprensione dell’argomento, il capitolo del QED
di Preparata, in cui teoricamente si dimostra l’organizzazione dell’acqua in
cluster - “ domini di coerenza” -, che conclude definendo: “una struttura
dinamica completamente ordinata e stabile, i domini coerenti delle
molecole dell'acqua oscillanti in fase con un campo elettromagnetico
classico.
Una volta che apprezziamo la coerenza che caratterizza la nostra teoria del
liquido acqua, non è impossibile immaginare che questa struttura
meravigliosamente ordinata possa immagazzinare e rilasciare informazioni
elettromagnetiche che ha acquisito in un modo o nell’altro”.
Questa precisazione ha solo l'intento di mettere in guardia dal considerare
l'acqua solo come un grande insieme di piccole molecole più o meno
“insignificanti”.
In relazione a queste attestazioni dello stato di coerenza nell’acqua, che
sappiamo essere l’elemento essenziale per la vita biologica, è possibile
accettare il principio della coerenza nella struttura biologica, riconosciuta
da molti sperimentatori e alla base della medicina energetica.
Successivi studi hanno confermato le straordinarie capacità delle molecole
di acqua.
Per comprendere come si possa mettere a punto un sistema terapeutico che
sfrutti queste conoscenze, dobbiamo nuovamente tornare a parlare
dell’unità elementare del nostro organismo, la cellula.
La cellula ha 3 funzioni che si esplicano tramite gli atti biologici mediati
dalle molecole che le formano:
Nutrimento: assorbe alimenti sciolti o cattura sostanze solide.
Riproduzione: duplicandosi in due metà che danno vita a due nuove
Il salto quantico in medicina
158
cellule.
Comunicazione: muovendosi da un luogo all’altro, con pseudopodi,
flagelli o ciglia. Questa attività determinata con la mobilizzazione
interessa unicamente le cellule libere e non quelle che formano i
tessuti, che comunicano utilizzando onde elettromagnetiche che
viaggiano nei liquidi extracellulari
In ogni cellula è possibile connotare tre parti ben distinte tra di loro:
La MEMBRANA CELLULARE, che costituisce il perimetro del corpo
cellulare. Attraverso di essa entrano le sostanze alimentari e vengono
espulse quelle di rifiuto.
Il CITOPLASMA, costituito da un insieme di sostanze proteiche e
gelatinose che riempie l'interno della membrana, e che contiene i vari
corpuscoli.
Il NUCLEO, che è un minuscolo corpuscolo che è separato dal citoplasma
in cui è immerso, da una membrana nucleare. Il nucleo contiene i
cromosomi che custodiscono i geni responsabili dell’eredità biologica.
Il salto quantico in medicina
159
Capitolo ventesimo
IL DNA
Il DNA è composto da due sottilissime spirali filamentose, avvolte tra di
loro a formare una doppia elica.
Su ognuno dei due elementi filamentosi, sono presenti in numero
considerevole, variabile da specie a specie, sequenze di basi azotate o
nucleotidi, A: adenina; C: citidina; G: guanina; T: timida.
Ogni nucleotide ha, ai lati, una molecola di zuccheri ed una di fosfati.
La successione ordinata dei nucleotidi è caratteristica e specifica per ogni
individuo.
E’ proprio la formula determinata da questa interminabile successione che
individua ogni nostra specificità.
I due filamenti si affrontano in modo tale che, contrapposta all’adenina, sul
filamento opposto si trova obbligatoriamente la timida, e dove si trova la
citidina, al lato opposto vi è d’obbligo la guanina (A=T e C=G).
Queste sequenze portano a immagini enormemente complesse perché
nell’uomo il DNA è composto dal susseguirsi di circa 3 miliardi di
nucleotidi, che a loro volta danno origine a circa cento mila geni che sono
tutti contenuti nel DNA dei nuclei cellulari e in piccolissima parte, anche
nei mitocondri immersi nel citoplasma, sotto forma di un filamento, della
lunghezza di due metri, se svolto, e largo da 2,2 a 2,4 nanometri.
Il DNA Mitocondriale, differentemente dal DNA cellulare, contiene il
progetto iniziale dell’uomo; è la memoria storica di come siamo stati
progettati inizialmente, e non si è mai modificato nel corso dei millenni.
Nel maggio dell’anno 2000, la società biotecnologica americana Celera
Genetic, ha concluso la mappatura della intera sequenza delle basi
nucleotidiche del genoma umano, per poter poi successivamente decifrare
tutti i geni umani che sono stati valutati da studi molto recenti essere
compresi tra i 30/40.000.
Una delle funzioni del DNA é quella di presiedere alla formazione delle
singole proteine che compongono gli organismi viventi.
Dal DNA nucleare parte l'informazione genetica che raggiunge i ribosomi,
che sono organuli citoplasmatici in cui avviene la sintesi delle proteine. Il
veicolo dell’informazione é l'mRNA messaggero, su cui viene trascritta
Il salto quantico in medicina
160
l’informazione proveniente dal DNA nucleare, e il substrato per la sintesi
proteica, è costituito dai singoli aminoacidi, che vengono trasportati dal
citoplasma ai ribosomi dove si fabbrica la proteina, mediante il tRNA
trasportatore, che traduce l’informazione genetica.
Ultimamente i ricercatori hanno anche dimostrato che parti del genoma
considerate sequenze gemelle e non funzionanti, hanno viceversa un ruolo
importantissimo di regolazione dell’attività dei geni. Alcune di queste
sequenze vengono trascritte in momenti particolari della vita cellulare e
altre sono in grado di inserirsi in vicinanza dei geni condizionandone
l’attività e agendo da regolatrici. A volte questo effetto può assumere
caratteristiche patologiche sino a trasformare una cellula sana in cellula
tumorale.
La ricerca ha avuto il pregio di dimostrare per la prima volta che tali
sequenze gemelle, hanno un comportamento caratteristico ed in grado di
influenzare la vita ed il metabolismo cellulare.
Questa scoperta comporta ulteriori contributi all’analisi di tutti quelle
funzioni che agiscono ad un livello sopragenico e detto epigenetico, e che
potrebbero influenzare anche le diverse evoluzioni delle malattie negli
individui e caratterizzare la risposta individuale ai farmaci.
Hanno collaborato a questo studio, il gruppo di lavoro del Laboratorio di
Epigenetica del Dulbecco Telethon Institute, ospitato dall’IRCCS,
Fondazione Santa Lucia e dall’EBRI di Roma; il team OMICS Centre del
Riken di Yokohama in Giappone; l’Università del Queensland in Australia.
L’articolo completo è: The regulated retrotransposon transcriptome of
mammalian cells Nature Genetics 41, 563 - 571 (2009) - Published online:
19 April 2009 - doi:10.1038/ng.368.
Immaginiamo che il programma genetico sia un progetto di costruzione
molto complesso; in assenza dei manovali, le cellule, e di fattori
epigenetici, con solo il materiale per costruire, non potrebbe essere
costruito nulla.
Le ultime ricerche scientifiche stanno dandoci la possibilità di capire chi
siano coloro che costruiranno quanto previsto nel progetto genetico.
Sembra che l’attuazione del progetto possa cambiare da una generazione
all’altra senza che avvenga alcun cambiamento nel DNA.
Queste modifiche epigenetiche, ovvero senza alterazioni del DNA,
regolano l’interpretazione dell’informazione genetica.
Il salto quantico in medicina
161
Sarebbero praticamente dei silenziatori o degli enfatizzatori di funzioni che
sono previste ma non tutte egualmente utilizzate.
Per la loro potenzialità nel determinare alterazioni dei pattern genici, queste
modifiche assumono grandissima importanza nel determinismo dello
sviluppo dell’organismo, nell’invecchiamento e per l’origine e la risposta
delle malattie.
Tra i fattori epigenetici individuati, abbiamo le modifiche
dell’arrangiamento spaziale della doppia elica del DNA e in particolare
l’avvolgimento intorno agli istoni nel formare la cromatina, i cambiamenti
biochimici come la metilazione e l’acetilazione.
Nel corso dell’esecuzione del progetto genomico, determinato dai circa
30.000 geni che compongono l’intero corredo, vi sono dei momenti di
pausa e lo sviluppo di ogni singola cellula è governato dal silenziamento
selettivo dei geni che deriva da fattori epigenetici.
Anche la metilazione gioca un ruolo di notevole importanza, difatti
l’aggiunta di gruppi metile ad un gene attivo, lo inattiva.
I diversi pattern di metilazione regolano quindi l’attivazione e
l’inattivazione genica. In base a questa visione diventa comprensibile come
un errore nella metilazione del DNA comporta anche un cambiamento
nell’organizzazione spaziale della cromatina che, di riflesso, determina
pericolose modifiche costruttive.
In caso di ipo- o iper- metilazione si può giungere rispettivamente
all’attivazione di geni potenzialmente dannosi o all’ inattivazione di geni
con funzione oncosoppressiva, o anche geni col compito di riparare le
alterazioni intervenute nel DNA.
Questo tipo di epimutazioni sono state riscontrate in molti tipi di tumore.
Per queste verifiche, sono stati studiati gemelli omozigoti separati alla
nascita e cresciuti in condizioni differenti.
Le normali reazioni indicano che ogni gene si esprime in funzione
dell’ambiente, quindi avremo che i cambiamenti di origine epigenetica,
saranno differenti se ottenuti in condizioni diverse, nonostante il medesimo
corredo genetico. Questo dimostra che il comportamento genico di due
gemelli omozigoti, sottoposti a condizioni ambientali differenti, potrebbe
non essere lo stesso. E’ stata osservata una risposta diversa in gemelli
geneticamente predisposti a sviluppare un diabete di tipo II ad insorgenza
tardiva. In alcuni studi, sono stati osservati casi in cui un gemello sviluppa
la malattia e l’altro no. Questa differenza non può essere stata determinata
Il salto quantico in medicina
162
che da fattori epigenetici. Nessuno vieta di ipotizzare che questi fattori
epigenetici siano appunto mediati dalle onde emg. e dai relativi campi emg.
che possono essere disturbati, modificati e quindi dare il via alla patologia
che altrimenti potrebbe rimanere latente e non svilupparsi.
Per giustificare ulteriormente l’importanza dei campi elettromagnetici,
possiamo fare un cenno a quella che viene denominata chimica fotoselettiva
e che ha alla base, l’ affermazione che l’aumento dell’energia vibrazionale
reagente, è molto efficace per determinare una reazione chimica.
Nel caso di questa disciplina, vediamo un valido tentativo di dare
importanza ai fenomeni fisici nelle reazioni chimiche.In questo caso
riscontriamo come argomento centrale, l’influenza dell’eccitazione ottica
sull’acquisizione, sull’immagazzinamento e sulla cessione dell’energia e
reattività delle molecole.
Due autori, Evans e Polanyi, già negli anni '30, fecero ampie pubblicazioni
inerenti l’importanza dell'energia di vibrazione molecolare nella dinamica
delle reazioni chimiche. Gli studi che approfondiscono la cinetica chimica,
confermano che l'aumento dell'energia dei reagenti aumenta la velocità di
reazione. In un modo molto semplice si può ottenere questo aumento di
velocità, aumentando la temperatura della reazione che si intende
sviluppare. I due scienziati riuscirono a presentare im primi modelli
qualitativi dimostrando l’efficacia della loro teoria per cui aumentando
l'energia di vibrazione si facilitava il processo di reazione chimica. Per
poter raggiungere progressi significativi in questo campo, si dovette
attendere l’introduzione del LASER, strumento che permise di dettagliare
profondamente gli effetti dell’energia di reazione interna determinati
dall'eccitazione ottica. Sono molti anni che questi effetti stanno destando
grandi interessi e parecchie sono le applicazioni pratiche delle ricerche in
questo campo. Col progresso tecnologico, è oggi possibile verificare che
l'aumento dell'energia di vibrazione è in pratica molto più importante che
non il solo aumento di temperatura per migliorare la reazione molecolare.
Pensiero molto diffuso è che se si riesce ad aumentare la vibrazione del
sistema oltre la soglia della cosiddetta barriera di attivazione si ottiene un
sostanziale miglioramento della velocità di reazione."
L'aumento della velocità, può anche essere considerato come
ottimizzazione dei processi metabolici che avvengono sia a livello della
cellula, sia a livello ribosomiale.
Il salto quantico in medicina
163
Anche queste ricerche proseguono, indipendentemente dalla premessa
iniziale del dualismo materia ed energia, con criteri esclusivamente
osservazionali che tengono conto solo della parte chimica.
Su questo presupposto vengono verificati importantissimi fattori, come i
catalizzatori intermedi del ciclo di Krebs, i chinoni, la fosforilazione
ossidativa e le sue fasi, la produzione dell’ATP e tutto ciò che
chimicamente viene utilizzato terapeuticamente nella clinica, ma sempre a
livello di materia. Con le moderne tecnologie che permettono calcoli
incredibili con valutazioni inimmaginabili, si possono oggi rilevare le
interrelazioni imprescindibili tra reazioni molecolari, cellulari e così via ai
livelli superiori, con i campi elettromagnetici che ad ombrello coprono ogni
reazione chimica e anche le modifiche fisiche senza reazione chimica,
evenienza che esiste e che non viene mai considerata dai chimici perché
non vista.
Su queste basi é stato anche ipotizzato che nella genesi e nella terapia, il
mitocondrio rivesta l’importanza del mattone su cui viene costruito tutto.
Però, la maggior parte del DNA degli organismi eucarioti come siamo noi,
non risiede nel DNA dei mitocondri, ma nel nucleo cellulare. Anche
l'assioma che il 100% del DNA mitocondriale sia ereditato dalla madre, non
é per nulla consolidato, anzi é molto discusso, ed inoltre non può essere
applicato a tutti gli organismi viventi. Il DNA mitocondriale, come il DNA
di qualsivoglia cellula, che risulta formato da 16568 paia di basi e di 37
geni, ha attività nella produzione delle proteine che sono necessarie per la
respirazione cellulare, e senza le quali non si può nemmeno ipotizzare che
la cellula possa vivere in quanto essendo oggi aerobiotica ha necessità
assoluta di ossigeno e non solo di ossigeno. Il passaggio simbiotico cellula
vivente anaerobitica – mitocondrio e produzione successiva di cellula
vivente aerobiotica, é stata una ottima accoppiata che ha generato la vita
quale oggi la conosciamo. Anche la vecchia cellula primordiale ci ha messo
del suo, e in particolare, molte delle proteine presenti nel mitocondrio sono
codificate e fatte sintetizzare dal DNA nucleare della cellula: ci troviamo di
fronte al solito irrisolvibile dilemma: é nato prima l'uovo o la gallina?
Senza Uovo non c'è Gallina e senza Gallina non c'è Uovo e quindi il
primato di nascita diventa un particolare ininfluente alla luce dei fatti, per
cui la duplicità di questa simbiosi rende fondamentale la presenza di
entrambe le componenti materiali che sottendono entrambe l’altra
componente del dualismo della realtà, il rapporto materia ed energia. A
Il salto quantico in medicina
164
questo livello si inserisce il concetto ipotetico sull'origine
dell’invecchiamento, della malattia, ed in particolare del cancro, quello
"epigenetico" che ci ricollega a quanto appena scritto e che colpisce il 90%
delle persone affette da cancro che avrebbero i meccanismi sani, ma indotti
a malfunzionamento e a successive modifiche strutturali dapprima
reversibili e poi irreversibili, in assenza di danni ereditari. Questi pazienti
sono sani e si “rompono” durante la loro vita, non sono dei predestinati, e,
se le condizioni di vita lo permettessero, potrebbero vivere tutta la loro vita
da sani.
Ultimamente anche alcuni ricercatori biochimici, oltre a utilizzare nuove
tecniche di ricerca, si stanno rivolgendo ad altre metodiche più consone alla
genetica, alla biologia molecolare e per fortuna anche alla
biofisica. Tornando alla comunicazione intermolecolare e alle altre
comunicazioni tramite segnali magnetici, i biofotoni, questi viaggiano nella
matrice cellulare e nel liquido interstiziale.... come onde... Immaginatevi di
buttare un sasso nel fango o in liquidi da più spessi a meno spessi... Il sasso
genera l'onda... e pensate a dove arriva l'onda in base allo spessore del
liquido... andrà lontana o si fermerà dopo aver generato un paio di
cerchi...in relazione alla consistenza che incontra. Se per rendere più
percorribile questo “vettore” sono necessarie integrazioni esogene dei vari
costituenti questi devono essere introdotti secondo criteri fisici, misurando
altri valori del “dielettrico” e correggendo dopo opportune misurazioni.
Oggi in base alle ricerche microbiologiche, si é capito a che livello delle
cascate metaboliche queste sostanze agiscono, ma il criterio di
somministrazione é: diamoli in “microdosi"... ma, nonostante ll’efficacia e
la minore incidenza di effetti “collaterali” é tutto sempre empirico e non
spiega più di tanto come avvenga il miglioramento.
In base all’escursus precedente che presenta un nuovo modo di vedere le
reazioni chimiche e gli atti biologici, forse possiamo anche considerare
nuove formulazioni di dosi determinate da valutazione delle modifiche dei
campi magnetici e da considerazioni di compatibilità fisico magnetica,
come se si dovesse procedere ad una valutazione di istocompatibilità per
procedere ad un trapianto di organo da donatore.
Torniamo all’epigenetica e citiamo un articolo recentissimo per giustificare
con un’altra ipotesi l’origine del cancro: (Istituto di Genetica Umana,
CNRS, Montpellier): L’epigenoma rappresenta quella struttura del genoma
che controlla le parti del GENOMA che devono essere attivate. La struttura
Il salto quantico in medicina
165
del nostro genoma é rappresentabile come un gomitolo arrotolato intorno ad
un gruppo di proteine basiche (ritornano sempre le proteine). Queste
strutture denominate ISTONI che vengono modificati da strutture
enzimatiche, per la modifica subita possono trasferire molecole come acetili
o metili. Le destrutturazioni derivate da queste modifiche, o anche il loro
compattamente strutturale, comportano quale parte del genoma, e quindi
con i caratteri a questa parte collegati, debbano essere attivi ed esplicare la
funzione loro propria.
Quando il corredo genico cellulare é normalmente ordinato, le cellule
seguono un rituale di proliferazione altrettanto ordinato, mentre se vi sono
state modifiche a livello genico, o sono stati messi in condizione di non
inviare segnali, ovvero sono stati inattivati, a livello della riproduzione
cellulare si possono avere comportamenti anarchici e quindi riproduzione in
controllata condizionante lo stato di malattia che si esprime con formazione
di tessuti neoplastici.
Sono già stati osservate modifiche nell’azione di due enzimi determinanti
alterazioni epigenetiche, le transferasi di acetili sugli istoni (HAT) e le
deacetilasi (HDAC), e a queste modifiche indotte sembrano associarsi
numerosi casi di cancro che parrebbe determinata dall’attivazione
inappropriata di alcuni geni, o dalla inattivazione di altri geni avente
compito protettivo finalizzato alla distruzione di cellule anomale o
sintetizzanti proteine anomale. L’intervento per riequilibrare HAT e HDAC
ha mostrato un’efficacia antineoplastica interessante che ha comportato lo
studio e lo sviluppo di nuovi gruppi terapeutici sotto forma di medicinali
inibitori l’HDAC.
Questi inibitori degli HDAC aggrediscono forme di leucemia, linfomi e
altri tumori solidi renali, del colon e della prostata. A questa famiglia
farmacologica appartiene il SAHA che ha già superato le prime 3 fasi
sperimentali delle 4 previste, per cui é già stato testato sull’uomo ed é
necessario che superi altri test con aumento della casistica prima di poter
entrare a pieno titolo nei farmaci di comune utilizzo nelle neoplasie.
Sia le cellule normali che quelle patologiche usano gli HDAC, ma solo le
cellule alterate a risentire maggiormente dell’uso terapeutico di questi
inibitori. Istologicamente alcuni tumori hanno dimostrato maggiore
risposta, per cui l’uso di questi farmaci é riservato a forme tumorali ben
specifiche.
Il salto quantico in medicina
166
Le cellule neoplastiche hanno la capacità di mascherare la loro atipicità e
seppur considerate indesiderate dal nostro corpo, nonostante il loro
disordine, passano inosservate e non vengono distrutte, e questo grazie al
loro profilo genico.
Pertanto comprendere l’assetto epigenomico potrà condurre
all’individuazione di nuove metodiche diagnostiche e anche ad allestire
sistemi di stimolo per il nostro sistema immunitario affinché distrugga
queste cellule patologiche.
Determinati studi HDACI hanno concluso che si possono attivare i geni del
sistema immunitario (chiamati MHC) che aiutano l’organismo a
individuare le noxae patogene e le cellule atipiche non compatibili con la
normale funzione. L’uso di HDACI in combinazione con altri farmaci
potrebbe migliorare il loro spettro d’azione.
Ma anche in questo caso ci si dimentica di osservare gli stessi fenomeni dal
punto di vista di variazione di frequenze vibratorie molecolari che in ogni
caso devono essere presenti e magari potrebbero anche essere preesistenti
alla modifica. I dati scientifici in altri terreni portano a pensare che
l’alterazione energetica preceda sempre ogni alterazione materiale.
Altri dati inerenti l’argomento si possono ricavare da altri studi in corso:
Gentile Dottore (lettera personale anche questa recentissima), rinnovandole
il benvenuto al Progetto Kopernico, il portale dedicato ad accrescere la
consapevolezza dell’importanza del test di KRAS nella diagnosi del tumore
del colon retto metastatico, siamo lieti di segnalarle gli ultimi
aggiornamenti del portale: Il potenziale oncogenico delle alterazioni a
carico del micro-RNA nel carcinoma metastatico del colon.
Il microRNA (miRNA), la cui espressione è alterata a differenti stadi di
malattia nel CRC, potrebbe essere assunto quale target da parte di terapie
anti-cancro e come potenziale biomarker per la diagnosi e l'analisi
prognostica. ETC….ETC…..
Altra comunicazione: Italiano negli Usa scopre proteine chiave cancro
cervello. Roma, 23 dic. (Adnkronos Salute) - Due proteine chiave che
cooperano nella formazione e nella progressione di un particolare tipo di
tumore del cervello, il più grave, sono state scoperte dal team di scienziati
guidato dall'italiano Antonio Iavarone alla Columbia University di New
York. Lo riporta online la rivista 'Nature', sottolineando che questi risultati
potrebbero presto portare a nuove strategie terapeutiche contro il
Il salto quantico in medicina
167
glioblastoma. Alcuni tipi di glioblastoma umano esprimono geni che sono
caratteristici di un fenotipo mesenchimale.
Una 'firma', questa, associata a una prognosi infausta. Utilizzando un
approccio bioinformatico, Iavarone e colleghi hanno identificato due
proteine, la Stat3 e la C7Ebpbeta, responsabili dell'accensione' dei geni
mesenchimali della malattia. L'eliminazione di questi due fattori -
assicurano - porta a un collasso nell'espressione di questi geni e riduce
l'aggressività del tumore.
Sempre studi osservazionali chimico biochimici e nulla relativamente alle
modifiche frequenziali molecolari o cellulari, o tissutali.
Sempre in relazione a chi considera fondamentale il funzionamento
mitocondriale nella genesi del tumore, che non si nega, ma non può essere
considerato mattone fondamentale per la cancerogenesi in senso assoluto,
possiamo ancora ricordare che é consolidato che il DNA mitocondriale non
subisce modifiche, mentre il DNA nucleare varia moltissimo col trapasso
generazionale. E’ stato ancora recentemente ribadito alla presentazione di
un interessantissimo libro che si occupa della Medicina Mitocondriale e
scritto dal Professor Ivo Bianchi; questa immutabilità che conserva
integralmente le caratteristiche ancestrali, non modificandosi, non può
quindi nemmeno essere la causa dell'alterazione delle proteine e quindi
questa alterazione delle proteine la si può avocare esclusivamente al DNA
nucleare delle cellule, mentre ci si può rivolgere al DNA mitocondriale per
avere i riferimenti di come eravamo inizialmente, ma non ci si può neppure
rifare all'essere umano attuale, in quanto con l'evoluzione e le modifiche
indotte dal tempo, l'essere attuale ha caratteristiche non scritte in quel dna
primordiale che sono diventate fondamentali.
Per costruire qualcosa ci vuole l'idea, a cui segue il progetto, il materiale, il
costruttore, chi ripulisce e il coordinatore che deve sapere tutto di tutti in
ogni momento ed impedire che l’opera di qualcuno entri in conflitto o
prevarichi l’opera degli altri. Se manca un solo elemento, manca la
costruzione. L’integrazione e il riavvicinamento delle scienze in una unica
scienza dell’uomo e dell’ambiente, potrà permetterci di scavalcare ostacoli
che ad oggi sembrano insuperabili.
Parlando di cancro, è indispensabile fare l’ennesimo salto indietro e
ricordare la storia della medicina e citare un altro premio Nobel, Otto
Heinrich Warburg.
Il salto quantico in medicina
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Questo personaggio nacque a Friburgo, città tedesca sita nel sud del Baden-
Württemberg a 15 km. dal confine francese e a 50 dal confine svizzero, l’8
ottobre 1883, e morì a Berlino il 1° agosto del 1970. Fu medico e fisiologo
e diresse dal 1931 al 1953 il Kaiser Wilheim Institute, ora Istituto Max
Planck. Si dedicò in modo particolare al metabolismo cellulare ed in
particolare delle cellule neoplastiche, verificando la loro “respirazione”. I
suoi studi lo portarono a vedersi attribuito nel 1931 il premio Nobel per la
medicina. E’ importante ricordare due suoi testi in particolare, “Il
metabolismo dei tumori” e “Nuovi metodi di fisiologia cellulare”. Durante
un congresso a cui parteciparono molti “Premi Nobel”, il 30 giugno 1966, a
Lindau in Germania, sul lago di Costanza, presentò una sua relazione
intitolata “La prima causa e la prevenzione del cancro”. Con questa
relazione presentò innumerevoli prove che tendevano a dimostrare che la
causa della trasformazione neoplastica delle cellule, dipendeva da una
carenza di ossigeno.
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Tra i suoi allievi vi fu Hans Adolf Krebs che diede il nome al famoso ed
attuale ciclo metabolico, degli acidi tricarbossilici o dell’acido, che ha
importanza fondamentale per tutte le cellule che usano l’ossigeno nei loro
processi respiratori in aerobiosi. Grazie a questo ciclo individuato da Krebs,
si svolgono le reazioni cataboliche dei carboidrati, dei grassi e delle
proteine, che vengono degradate ad anidrite carbonica ed acqua,
producendo energia chimica ( probabilmente non aveva come molti suoi
colleghi medici, sufficienti nozioni di fisica per esplorare anche questo
livello). Il ciclo partecipa anche ai processi anabolici e fornisce molti
precursori per la produzione di alcuni amminoacidi tra cui l’α-
chetoglutarato e l0ssalacetato e molte altre molecole di importanza
fondamentale per la vita ed il metabolismo delle cellule viventi.
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A Krebs il Nobel venne attribuito nel 1953. Il Professor Warburg verificò
come vi fosse una particolare differenza tra le cellule sane e quelle in
trasformazione neoplastica, costituita dalla differente velocità di flusso
della glicolisi. Le cellule tumorali presentano una attività gli colitica che
arriva ad essere anche 200 volte maggiore rispetto a quella dei tessuti sani,
in presenza di notevole carenza di ossigeno. Warburg annotò questo elevato
consumo di ossigeno in caso di cellule tumorali, che comporta una sua
carenza nelle cellule tumorali e questo determina di conseguenza un
innalzamento dei livelli di glicolisi. Più recentemente questo effetto che ha
preso il nome da Warburg, è stato anche associato ad un aumento di una
particolare forma di esochinasi, enzima transferasico che catalizza la
reazione ATP+D-esoso=ADP+D-esoso 6-fosfato. Anche questo è un
enzima fondamentale per la glicolisi, responsabile del trasferimento di un
gruppo fosfato da una molecola ad alta energia come l’ATP, ad un substrato
come diversi glucidi a sei atomi di carbonio tra cui il glucosio. Queste
esochinasi che sono legate ai mitocondri, generano un aumento dell’attività
glicolitica ma non è obbligatorio un consumo di ossigeno. Anche questo
dato deve fare riflettere e deve farci pensare ad un coinvolgimento dei
campi magnetici che non possono non essere coinvolti in queste alterazioni
metaboliche. Se vi è un aumento dell’attività glicolitica nelle cellule
tumorali, l’aumento della frequenza degli atti biologici che vi stanno alla
base, non può prescindere dalle modifiche dei campi magnetici che li
sottendono e da cui sono imprescindibili. In ogni caso l’aumento glicolitico
assume un valore diagnostico e prognostico in caso di terapia antitumorale.
Verificando dove vi è questo aumento, potremo anche localizzare la massa
tumorale con le tecniche di imaging, ma potremo anche ipotizzare altri tipi
di apparecchiature diagnostiche basate sul riscontro delle modifiche dei
CEM implicati in quel tipo di metabolismo.
Le sue ricerche ed i suoi studi, che gli valsero un Nobel e lo proposero per
altri due, sono passati nel dimenticatoio, mentre restano delle
reinterpretazioni delle sue teorie che arrivano a conclusioni finalizzate a
scopi forse commerciali?
Dato di fondo è la descrizione del modo in cui la fermentazione dello
zucchero prende il posto della respirazione in aerobosi della cellula
normale, e sostituisce l’ossigeno, passando ad uno stato di anaerobiosi. Per
la medicina attuale la mancanza di ossigeno non è la causa ma l’effetto del
cancro.
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Torniamo alla nostra cellula, il nostro nucleo col DNA, la parete cellulare e
gli organuli immersi nel citoplasma cellulare costituito in stragrande
maggioranza di acqua. Il DNA invia il segnale che si trasmette e giunge ai
ribosomi che utilizzando il materiale presente costruiscono le proteine.
Contemporaneamente il DNA invia i segnali per l’approvvigionamento
delle sostanze nutritive per la cellula e anche per l’espulsione dei rifiuti.
Proviamo a pensare al nutrimento cellulare: il meccanismo principale con il
quale la cellula si nutre, è basato sull’assorbimento di particelle liquide.
La struttura cellulare fondamentale di questo processo è la membrana
cellulare, che si comporta come una membrana semipermeabile, o come un
filtro selettivo, che permette il passaggio di determinate sostanze,
escludendo le altre, ma questa selettività non è determinata dalle
dimensioni delle sostanze come siamo abituati a vedere nei normali filtri
meccanici, ma dalla specificità funzionale, ovvero, indipendentemente dalle
dimensioni, vengono lasciate passare le sostanze che servono ed escluse
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quelle che non servono.
Pertanto, a seconda delle necessità, pur potendo, dal punto di vista dei
meccanismi chimici, assorbire altre sostanze, queste sostanze non
attraverseranno la parete cellulare, ma verranno assorbite solo quelle
necessarie, e questo presuppone che alla base di questa selettività, ci siano
altri meccanismi non legati alla forma chimica e alla composizione
chimica, ma che ci siano altri parametri che entrano in gioco e questi
parametri non possono essere altro che di tipo fisico e condizionati dal
campo magnetico e dalle proprietà fisiche delle sostanze.
La spiegazione che non si riesce a rintracciare dal punto di vista
morfologico chimico, può quindi essere unicamente legata ai meccanismi
fisici collegati con la frequenza del campo elettromagnetico della sostanza e
la teoria dei domini di coerenza.
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Entra una sostanza piuttosto che un’altra, perché è stata richiamata quella
specifica sostanza, utilizzando la frequenza coerente.
La membrana cellulare ha una struttura tipo, che è caratterizzata da un
doppio strato di fosfolipidi, che è contenuto tra due strati di proteine che
sono posti a livello delle superfici che separano la componente interna della
cellula, dall’ambiente esterno.
Lo strato lipidico è costituito da un doppio strato di molecole che assumono
in quella struttura, una posizione in cui i gruppi polari guardano verso lo
strato proteico, mentre i gruppi apolari hanno funzione di semplice
isolamento.
Lo spessore della membrana cellulare è mediamente di 90 A. ed è visibile
unicamente col microscopio elettronico, col quale appare visibile come una
doppia linea continua per cui non sono visibili passaggi.
La sua struttura è ancora, costituita, non solo da fosfolipidi, ma anche in
parte da molecole di colesterolo.
Queste molecole contenute nei due strati che costituiscono la membrana,
hanno una tale disposizione per cui le loro parti terminali idrofobe,
sarebbero rivolte verso l’ambiente interno della cellula.
A completare la formazione di questa parete delimitante, ci sono delle
catene di polipeptidi,che non sono altro che gruppi di amminoacidi,
disposte perpendicolarmente ai due strati di molecole lipidiche, col compito
di mantenere l’unione delle diverse parti della membrana plasmatica. Anche
questa unione, trova il collante nell’energia elettromagnetica che lega
energeticamente le molecole.
La membrana cellulare, oltre a separare l’ambiente intracellulare da quello
extracellulare, separa anche il nucleo della cellula dal citoplasma, e delimita
anche gli organuli intracellulari.
Il citoplasma è costituito da una matrice acquosa colloidale, per cui il suo è
uno stato finemente disperso, che ha caratteristiche intermedie tra quelle di
una soluzione omogenea e la dispersione eterogenea.
Nel citoplasma sono contenuti gli organuli e le membrane.
Lo spazio che occupa, corrisponde a circa la metà del volume cellulare, e
contiene disperse, tutte le sostanze chimiche necessarie per la vita della
cellula.
Contiene pertanto sali, zuccheri, ioni enzimi, proteine, sali minerali,
sostanze organiche e l’RNA.
Il componente più rappresentativo però è l’acqua che raggiunge l’80% del
Il salto quantico in medicina
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volume citoplasmatico.
Le principali attività della cellula si svolgono dunque proprio nel
citoplasma, le attività metaboliche, la respirazione, i movimenti e la
fagocitosi.
Il citoplasma della cellula muscolare è il sarcoplasma che, per la funzione
particolare del muscolo, ha qualche funzione differente o maggiormente
sviluppata.
La membrana cellulare ha dunque il compito di permettere il passaggio di
acqua ed altri piccoli soluti all’interno ed all’esterno della cellula, e degli
organelli della cellula.
Com’è possibile immaginare che si aprano delle porte e si chiudano, per
permettere l’ingresso di precise sostanze escludendone altre, o che ci siano
dei trasportatori come trenini in attesa sui binari per convogliare all’interno
o all’esterno determinate sostanze e non altre?
Soprattutto quando dal punto di vista di struttura chimico morfologica
questa funzione non può venire spiegata e morfologicamente non si
riscontra un substrato che convalidi queste ipotesi.
Abbiamo già citato la legge del dominio di coerenza, e la possibilità di
fenomeni attrattivi repulsivi magnetici, fenomeni che sono già ampiamente
accettati e alla base dei legami chimici, questi meccanismi ci possono
spiegare perché entrano o escono determinate sostanze, quando
potenzialmente non vi è nessuna preclusione per gli stessi movimenti ma
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con altre sostanze presenti e disponibili e magari più prossime.
Abbiamo il nostro ben preciso segnale magnetico con la sua specifica
frequenza, che è percepito unicamente dalla sostanza che è correttamente
sintonizzata sulla frequenza coerente; abbiamo tutti sotto gli occhi
l’esempio della bolla di sapone in cui la cannuccia entra ed esce senza
distruggere la parete della bolla stessa, e abbiamo anche l’esempio della
calamita che attira le sostanze ferrose, ma non le altre, o anche l’elettricità
statica che attira anche sostanze non ferrose. Pertanto l’attrazione e
repulsione può avvenire anche selettivamente, e difatti avviene anche
selettivamente, come appena indicato nell’esempio della calamita.
E l’esempio che più di ogni altro lo rende immaginabile è quello del
telefono cellulare per cui quando compongo un numero, in mezzo alla folla,
l’unico a cui suona il telefono è colui di cui ho fatto il numero e non gli
altri.
Pertanto, sommando esempi che già in natura, ad un livello più
macroscopico sono evidenti, possiamo traslare queste evidenze a livello
Il salto quantico in medicina
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cellulare e pensare ad un fenomeno analogo per cui la sostanza necessaria e
solo quella, viene richiamata attratta e assorbita riuscendo ad attraversare la
parete cellulare, che permette il passaggio dall’ambiente esterno a quello
interno e viceversa in maniera specifica e predeterminata.
Con l’esempio del magnete e della bolla di sapone ciò che é difficile da
immaginare pensando ai recettori specifici e ai trasportatori di membrana,
che sono strutture a cui convenzionalmente e solo su base ipotetica si è
affibbiato questo compito, può essere facilmente compreso e accettato
come plausibile, in assenza di controprove che possano negare questa
spiegazione dell’evento.
Tutti questi fenomeni, difficilmente spiegabili, se non inspiegabili come
semplici reazioni biochimiche, considerando il magnetismo, i campi
elettromagnetici con le relative onde elettromagnetiche e il dominio di
coerenza, trovano una spiegazione logica e immaginabile confortati da
esempi in natura innegabili e sotto gli occhi di tutti.
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Torniamo ora al solito segnale magnetico prodotto dal DNA che raggiunge
in un modo o nell’altro l’officina del ribosoma che produce la proteina.
Paragoniamo il DNA ad una stazione radio ricevente e trasmittente, che
invia segnali come musica o notizie.
Ogni stazione radio emette i suoi segnali su una specifica frequenza, sulla
quale, entro una certa distanza, può trasmettere una sola radio, altrimenti si
verrebbero a creare importanti fenomeni di interferenza, che impedirebbero
la normale ricezione delle trasmissioni, in quanto i segnali sulla stessa
lunghezza d’onda entrerebbero in conflitto mescolandosi o
sovrapponendosi, in caso di potenza simile o maggiore e generando
“interferenze” tali da rendere incomprensibile o fraintendibile il segnale
ricevuto.
Superata una certa distanza che supera il raggio d’azione dell’emittente,
può esserci un’altra emittente con la stessa lunghezza d’onda e con segnali
che nella zona di competenza dell’altra radio, giungono talmente con bassa
intensità da essere completamente ignorati, e che quindi non generano
interferenza, se non nelle zone periferiche che sono più o meno equidistanti
dalle due emittenti, ma anche in questo caso entrano in gioco fattori
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ambientali e la direzione delle antenne, nel caso delle antenne direzionali.
Nelle trasmissioni radio, per coprire anche le zone di confine, le emittenti
inviano segnali su due o più frequenze diverse, così chi si trovasse in zone
ibride, dove i segnali si confondono per sovrapposizione, si sintonizza il
segnale voluto sull’altra frequenza, oppure si impiantano dei ripetitori di
onda che spostano il segnale su un’altra frequenza per immetterlo in altre
zone dove la frequenza è libera, mentre quella originaria è già usata da
un’altra emittente.
A chi si occupa di radiotrasmissioni, questi fenomeni sono noti da sempre,
ed il problema delle interferenze è molto importante.
Se la radio ricevente, per svariati motivi, scivola di frequenza o verso l’alto
o verso il basso, chi ascolta riuscirà a percepire ancora per un certo periodo
e per un certo scivolamento, un segnale comprensibile, riuscendo a
percepire sia la musica che le voci, anche se sempre più distorte, sino al
momento in cui lo scivolamento supererà una certa soglia, oltre la quale si
inizia a captare il segnale proveniente dalla radio che trasmette sulla
frequenza successiva, e a questo punto non si udrà più la trasmissione
iniziale, ma quella della seconda radio, che trasmette dei programmi diversi
da quelli della radio iniziale. Anche modifiche ambientali possono far
pervenire segnali amplificati lontanissimi che possono oscurare il segnale
trasmesso.
Lo scivolamento di frequenza, può anche dipendere dalla radio trasmittente,
ed in questo caso si avrà lo stesso fenomeno, sino al punto in cui la
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trasmissione scivolerà su una frequenza che non viene più percepita dalla
radio ricevente e, se più lontano vi è un’altra radio che trasmette sulla
medesima lunghezza d’onda, con potenza inferiore alla precedente che ne
copriva le emissioni, anche in questo caso si ascolterà un programma
diverso, anche se di intensità molto più bassa.
Come detto, anche il mezzo in cui si propaga l’onda, può deformarla,
alterandone le caratteristiche, per interferenze determinate dalle più
svariate cause, ed in particolare dai generatori di onde elettromagnetiche ad
alta ed altissima frequenza, con interferenza che comporta anche un
cambiamento fisico del dielettrico in cui l’onda si irradia, per cui cambiano
le condizioni e si modifica anche la trasmissione che si distorce.
In tutti questi casi, quando viene generato dalla stazione trasmittente,
quando il segnale viaggia nell’etere avvolto da infiniti altri segnali e onde
magnetiche, e quando viene ricevuto e decodificato dalla stazione
ricevente, il segnale può subire interferenze o essere alterato, o prevaricato
da altri segnali. Se pero’, nonostante le mille difficoltà, il segnale con le
informazioni metaboliche giunge ai ribosomi ed è ancora decodificabile,
viene sintetizzata una proteina simile a quella richiesta dal progetto iniziale
con più o meno conservate le funzioni specifiche della proteina originale,
ma che se ne distanzia sempre di più, a seconda del grado di distorsione del
segnale ricevuto, sino ad un valore soglia in cui la distorsione, superato
quel limite, comporta la sintesi di una proteina che pur strutturalmente
simile, differisce dalla precedente anche per qualche cambiamento chimico
che la trasforma in una nuova proteina che può avere funzioni
completamente diverse da quella originale.
Qualora la proteina fosse molto simile, potrebbero essere alterate solo le
sue proprietà che a cascata indurrebbero altre modifiche, e quindi possiamo
anche chimicamente parlare di sintesi di una proteina diversa che modifica
funzionalmente e anche strutturalmente la cellula in cui è stata sintetizzata.
Se questa modifica non è particolarmente evidente, il meccanismo puo’
ancora essere compatibile con il fisiologico invecchiamento cellulare, ma se
le alterazioni vanno oltre, si vanno a delineare funzioni alterate, con stato di
malattia piu’ o meno evidente, sino a raggiungere, in caso di alterazioni
ancora piu’ marcate, anche lo stato di degenerazione neoplastica o
addirittura uno stato incompatibile con la sopravvivenza cellulare.
Se tali cellule possono essere in breve tempo rigenerate, o altre ne possono
icariamente svolgere la funzione, la vita è ancora possibile, nel caso
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opposto si ha una progressione verso la cessazione della vita.
In una fase successiva, avvenuta la prima alterazione proteinica, visto che
tutto il sistema gode di meccanismi di retroazione e anche la singola cellula
ne risponde, per questi meccanismi di bio feed back tra proteine sintetizzate
e il DNA che invia i segnali per la sintesi e a sua volta li riceve dopo la
sintesi, si possono indurre a loro volta, delle modifiche di risposta a livello
del DNA durante la duplicazione, quando le due catene si allontanano una
dall’altra per replicarsi. Qualora cio’ avvenisse, si passa alla fase successiva
caratterizzata da una alterazione morfologica, che in base alla definizione,
può anche essere apparire epigenetica, se non si tiene conto di tutto il
percorso prima descritto, ma è più ragionevole e logico definirla
morfologico/strutturale stabile secondaria all’alterazione informazionale.
Da qui in avanti la modifica recepita e attuata, viene ritrascritta a livello del
dna replicato, e quindi anche a livello cromosomico, diventando possibile
anche la sua trasmissibilità.
Abbiamo quindi anche possibile il quadro di alterazione che può essere
trasmessa ereditariamente, se concomitano le condizioni (s)favorevoli, e se
non si mettono in moto i meccanismi di riparazione e di compenso del dna
che abbiamo visto esistere.
L’alterazione del DNA generata per la presenza dei meccanismi di
retroazione, avverrebbe durante la successiva replica, quando avviene lo
sdoppiamento delle due catene elicoidali per dare origine alle due nuove
spirali nei vari passaggi mediati dal RNA, e in queste nuove spirali, la
sequenza dei nucleotidi neoformata, risulta diversa, oppure viene deformata
spazialmente la struttura della doppia elica, per cui anche solamente la
modifica torsionale dell’avvolgimento puo’ indurre alterazioni di segnali.
Pertanto la consequenzialità prevederebbe una lesione iniziale
elettromagnetica, che puo’anche essere indotta da modifiche chimiche.
Da questo primo livello, l’escalation prosegue, e come conseguenza si
procede verso la sintesi errata o semplicemente alterata di proteine, o di
nutrimento alterato della cellula, o di accumulo endocellulare di rifiuti, o di
modifica del DNA nucleare e con tutto ciò che questo comporta, comprese
le modifiche funzionali e di duplicazione, sino alla trasformazione
neoplastica.
Con questo modo di descrivere il fenomeno, la trasformazione cancerosa
troverebbe una spiegazione piu’ facilmente comprensibile, sulla quale si
potrebbe anche tentare di intervenire con nuovi strumenti e con nuovi
Il salto quantico in medicina
181
approcci terapeutici, considerando che non è solo l’uomo da curare, ma
anche l’ambiente in cui vive e di cui si nutre.
Con questi concetti si potrebbe pensare di poter arrivare ad un livello di
intervento precoce e anche programmare tattiche di prevenzione molto
efficaci, probabilmente utilizzando strumenti molto più semplici e meno
costosi di quelli che si stanno utilizzando oggi nel campo della
bioingegneria genetica e dell’oncologia.
Con i fotomoltiplicatori che riescono a documentare e ad individuare
esattamente il singolo fotone, con le sue caratteristiche specifiche, diventa
anche facile individuare le cellule che si sono discostate dalla normale
produzione energetica e che quindi inviano segnali “aberranti” o
semplicemente “distorti” ancora prima che possa essere rilevata una
alterazione morfologica.
Potendo verificare il singolo fotone, diventa anche possibile ipotizzare che
si riescano a discriminare le variazioni di emissione di fotoni di frequenza
differente rispetto alla frequenza dei fotoni emessi delle cellule
normofunzionanti.
Queste differenti emissioni fotoniche rilevate con questi ultramoderni
macchinari, possono quindi dimostrare l’esistenza di queste cellule
funzionalmente alterate prima che si manifesti l’alterazione morfologica
chimico/strutturale.
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Una conferma di quanto sovraesposto, si ha esaminando quanto scoperto
relativamente al carcinoma del colon retto, patologia neoplastica maligna,
tra le più diffuse al mondo.
Si ritorna per un attimo al progetto Kopernico.
Una delle terapie tra le più efficaci in questa forma è la terapia
antitumorale a bersaglio molecolare, che blocca la proliferazione delle
cellule tumorali.
Appartiene a questo tipo di terapie, quella basata sugli anticorpi
monoclonali anti-EGFR che bloccano la via metabolica attivata da EGF e
mediata da KRAS.
Le cellule ricevono continuamente segnali provenienti dall’ambiente
circostante che sono trasmessi all’interno della cellula da recettori costituiti
da molecole poste sulla loro superficie, attraverso l’attivazione di
importanti vie metaboliche.
Il salto quantico in medicina
183
L’EGFR o recettore del fattore di crescita dell'epidermide fa parte di questa
famiglia di recettori.
Quando si lega con svariate molecole che ritrova nell’ambiente, come il
transforming growth factor-a (TGFα) e l’Epidermal growth factor (EGF), fa
partire una cascata di complesse reazioni di trasduzione del segnale
all’interno della cellula.
La proteina denominata KRAS, è una delle molecole che rimane coinvolta
in questa cascata di reazioni che servono per trasmettere al nucleo cellulare
e al DNA, il segnale di attivazione.
Questo segnale comporta l’attivazione di altre proteine e determina la
sopravvivenza e la proliferazione cellulare.
Quando ritroviamo una cellula tumorale, questo meccanismo rimane
sempre attivo, e questo comporta sviluppo e crescita incontrollata delle
cellule del tumore.
In molte forme di carcinoma umano, abbiamo un EGFR che viene espresso
esageratamente e spesso si associa ad evoluzione sfavorevole.
Gli sviluppi metabolici dipendenti dall’EGFR e mediati dalla proteina
KRAS giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo del tumore.
Nei tumori il gene KRAS codifica o una proteina KRAS non-mutata,
“normale” (KRAS wild-type), oppure una proteina mutata, “anormale”
(KRAS mutata).
Lo stato di KRAS (wild-type vs mutato) è predittivo di risposta agli
anticorpi monoclonali anti-EGFR.
Nei tumori con KRAS normale, la proteina è solo temporaneamente attivata
in risposta ad alcuni stimoli, come il segnale indotto dall’EGFR.
Questo garantisce il controllo degli effetti a cascata.
Quando siamo di fronte a tumori con KRAS mutato, la proteina KRAS è
attivata costituzionalmente e questo determina un’amplificazione non
controllata degli effetti a cascata, con induzione di proliferazione cellulare e
disseminazione a distanza della malattia.
Il Kras fa parte, come altri recettori specifici, dei biomarkers oncologici,
che viene oggi utilizzato per la diagnosi del carcinoma del colon retto
metastatico.
Le mutazioni del gene Kras, si riscontrano precocemente nel 35% circa dei
casi di questo tipo di tumore.
Le mutazioni sono già evidenti quando il tumore è ancora allo stadio di
adenoma.
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184
Le mutazioni del gene KRAS inducono un’attivazione permanente della
proteina KRAS che supera l’effetto inibitorio degli anti-EGFR,
compromettendone l’efficacia terapeutica.
Il test di KRAS è il primo test genetico che individua un biomarcatore
oncologico, la proteina KRAS, e che può predire la risposta del tumore del
colon retto alle terapie personalizzate.
Il test è semplice e permette di analizzare il DNA estratto dalle cellule
tumorali per individuare lo stato del gene KRAS, se normale o mutato.
Questa descrizione accettata ormai comunemente dai gastroenterologi e
dagli oncologi, non contraddice il meccanismo sovraesposto determinato
dai campi magnetici e dalle modifiche proteiche da alterazione dei segnali
magnetici percepiti, anzi si ritrova perfettamente in quel tipo di spiegazione
che rende una ipotesi plausibile di come si generi l’alterazione proteinica e
di conseguenza anche l’alterazione genetica correlata.
Da anni ormai vengono prodotti macchinari che inseriti nel campo della
magnetoterapia si inseriscono a questi livelli.
Alcuni hanno come substrato studi approfonditi e verifiche laboratoristiche
di particolare impegno, altri sono stati progettati sulla base di conoscenze
molto più rudimentali e sfruttano esclusivamente gli effetti della
magnetoterapia, fornendo anche altri effetti ma incidentali e non previsti ne
studiati.
Spesso chi parla di biorisonanza o ionorisonanza ne parla senza avere
compreso a fondo l’intrinsecità dei meccanismi, ma siamo ad un livello tale
di necessità di conoscenze, che anche l’organo di verifica non ha la
sufficiente competenza per effettuare tali verifiche ed allora accade che
determinate strumentazioni, avendo dei requisiti di minima stabiliti per
legge per non “avere effetti collaterali”, convenzionalmente, vengano
denominati con nomi che suggeriscono determinati effetti, avendone poi
altri o non avendone del tutto.
In ogni caso parecchie industrie si stanno dedicando alla progettazione
sviluppo e immissione sul mercato di macchine che sfruttano queste nuove
conoscenze scientifiche, e alcune di queste sono già utilizzate in centri
ospedalieri, in centri universitari, in centri neurologici, ortopedici,
oncologici e ambulatori di medici singoli e in cliniche private.
Non solo chi si dedica alla cosidetta medicina “non convenzionale” si è
avvicinato a questa metodica, ma anche la medicina ufficiale se n’è accorta
e sta verificando a più livelli le potenzialità della metodica cercando di
Il salto quantico in medicina
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verificare sino a che punto ci si puo’ spingere e quali benefici se ne possano
ricavare.
In particolare il primo ambulatorio ufficiale di “biorisonanza” è stato aperto
inserito nella divisione di ortopedia e traumatologia dell’Ospedale Civile di
Novi Ligure, da circa 7 anni.
La metodica è gestita da una infermiera e i pazienti vengono inviati sia dal
reparto stesso, ma anche dai medici di medicina generale dell’asl, dove la
metodica venne presentata associata ad alcuni corsi ecm organizzati
localmente dalla società scientifica SNAMID, che accolse la metodica,
dandole spazio in diversi suoi congressi nazionali, dove vennero presentati i
primi lavori con le prime casistiche che permisero di togliere alla medicina
quantica l’alone di “magia” che sino ad allora l’avvolgeva, considerando
che la magia non è accettata dai medici.
Capitolo ventunesimo
APPLICAZIONI PRATICHE E FUNZIONAMENTO DELLA
MEDICINA QUANTICA
Esistono almeno due livelli di applicazione di queste scoperte con
macchinari che pur avendo la stessa base, sono stati utilizzati dai medici
considerando da una parte le modifiche biochimiche indotte, dall’altra
esclusivamente le modifiche fisiche delle onde elettromagnetiche sfruttando
l’effetto diapason.
Siamo sempre nell’ambito della “magnetoterapia”, termine che a questo
punto diventa meno specifico e diventa un contenitore per sottogruppi che
stanno prendendo sempre più individualità. Sino ad oggi della
magnetoterapia si è sfruttato l’effetto antiinfiammatorio ed entiedemigeno e
la capacità rigenerante per le lesioni tissutali, ma sempre in modo alquanto
aspecifico.
Il primo sviluppo della medicina quantica si inserisce nelle complesse
catene di reazioni chimiche oggi identificate dai biologi, e che sono il
substrato fondamentale da cui derivano gli effetti biologici. Applicando
campi magnetici di debolissima ma ben specifica frequenza, si possono
attrarre le specie ioniche che sono giudicate carenti e farne aumentare la
presenza nel luogo esatto dove sta avvenendo la reazione deficitaria. Questa
è la ionorisonanza ciclotronica.
Il salto quantico in medicina
186
Anche in questo caso al campo elettromagnetico è attribuita la capacità di
indurre ordine alle reazioni, di ottimizzarle, riflettendo i suoi effetti sul
trasporto delle informazioni a livelli dei componenti coinvolti negli atti
biologici della materia vivente. L’intervento della ionorisonanza riporta
ordine nel caos molecolare determinato dalla semplice agitazione termica e
le molecole riprendono il logico percorso sequenziale contenuto nel
messaggio informazionale del campo eletrromagnetico e delle modifiche
che genera con le sue forze ultradeboli.
Questi meccanismi che si mettono in moto, sono altamente selettivi e la
loro azione si esplica direttamente sui singoli ioni che, come antenne,
captano i segnali a loro esclusivamente e singolarmente diretti, e a questi
rispondono.
L’effetto di questi segnali si riflette sui meccanismi alla base della
permeabilità delle membrane cellulari con attivazione delle catene
enzimatiche da stimolo degli ioni metallici specifici dei vari metallo
enzimi.
La particolare selettività dei segnali inviati, permette l’utilizzo di
bassissime intensità, avendo avuto prova della diminuzione dell’efficacia,
sino alla scomparsa, se si usassero campi di intensità superiore. Si ottiene
quindi l’attivazione di metallo enzimi con la modifica della loro “isteresi”.
Gli effetti delle applicazioni sono stati verificati osservando miglioramento
delle difese immunitarie, aumento della riserva energetica con regolazione
dei canali ionici. In particolare si è osservata un’azione benefica a livello
della patologia neurologica.
Queste attrezzature sono composte da un emettitore di onde, da un
elaboratore elettronico (PC), dall’antenna che può avere diverse forme e
che eroga le onde, da una unità di controllo in grado di verificare
l’efficienza e gli effetti della terapia su alcuni parametri in tempo reale, e da
un geomamgnetometro che verifica il campo magnetico terrestre. Questi
sono macchinari molto sofisticati e relativamente costosi, e la loro
produzione in questo momento è ancora condizionata dall’altro costo (che è
sempre relativamente alto tenuto conto del costo dei farmaci e degli altri
macchinari come ecografi tac e risonanze).
L’altro livello si ispira all’effetto diapason e ci riferiamo alla cosidetta
biorisonanza magnetica pulsante.
Vediamo come possiamo intervenire se questi sono i meccanismi che si
vengono a determinare dal punto di vista fisico. Come accennato, si sfrutta
Il salto quantico in medicina
187
esclusivamente l’effetto diapason.
Se prendiamo un diapason e lo poniamo a contatto con un pianoforte
aperto, potremo vedere che, in relazione alla vibrazione prodotta dal
diapason, solamente la corda del pianoforte con relative armoniche, che ha
la stessa frequenza del diapason risuonerà e inizierà a vibrare, e questo non
in relazione diretta con la distanza col diapason e con l’intensità della
vibrazione.
Avremo quindi anche con questo esempio facilmente riproducibile da
chiunque abbia un pianoforte o un dipason o anche un altro strumento a
corda, la dimostrazione della riproducibilità come legge di natura, del
principio del dominio di coerenza di vibrazione tra corda del pianoforte e
diapason.
Pertanto se riusciremo ad avere la mappatura delle frequenze di risonanza
delle varie cellule, tessuti, ed organi che compongono il corpo umano,
potremo da una parte, verificare le alterazioni, e dall’altra intervenire
terapeuticamente anche in fase precocissima, somministrando alle molecole
che non risuonano più nella frequenza precisa, alterate nella loro
comunicazione funzione, l’onda corretta secondo particolari metodiche che
vedremo dopo, facendo ricordare alle molecole la loro frequenza originale e
riportandole alla risonanza, come succede col diapason e come fa
l’accordatore quando procede all’accordatura del piano utilizzando
strumenti molto semplici e soprattutto il proprio udito.
Il diapason, la cui invenzione viene attribuita al musicista John Shore nel
1711, ha una struttura formata da una forcella a forma di Ỵ, con alla base
della U, al centro della curvatura, una struttura portante singola che
funziona da manico e che serve per tenere lo strumento senza ostacolare
l’oscillazione delle due braccia della forcella.
Il manico serve anche a trasmettere le vibrazioni originate dal diapason ad
un altro corpo messo a contatto con esso se si vuole utilizzare una cassa di
risonanza per amplificare la vibrazione.
La frequenza alla quale il diapason risuona, è caratteristica del materiale
con cui è costruito e anche dalla distanza tra i due elementi che
costituiscono la forcella vibrante.
Il classico diapason che fornisce la nota La, vibra ad una frequenza di 440
Hz. Il diapason è già noto ai medici da tempo, in particolare i neurologi ed
otorinolaringoiatri, per verificare come si trasmettono le vibrazioni per via
ossea e quindi come strumento diagnostico.
Il salto quantico in medicina
188
Con questo strumento questi specialisti eseguono parecchi esami
semeiologici come la prova di Weber in cui si pone il diapason sul vertice
del cranio e si chiede al paziente se il suono viene localizzato da entrambe
le orecchie, o al centro della testa.
A seconda di come viene percepito il suono potremo pensare a forme
diverse di ipoacusia o ad un esame normale. Altro esame che si esegue è la
prova di Rinne che valuta la differenza tra la durata della percezione del
suono trasmesso dal diapason dapprima per via aerea e poi per via ossea,
posizionando il diapason sulla mastoide. Nel soggetto normale la durata di
percezione del suono sarà maggiore per via aerea, mentre nel caso di una
ipoacusia trasmissiva, la durata della percezione del suono sarà maggiore
per via ossea.
L’effetto diapason si ottiene mettendo due diapason anche ad una certa
distanza l’uno dall’altro.
Se i due diapason risuonano sulla stessa frequenza, sarà sufficiente far
oscillare uno dei due diapason, per generare la vibrazione dell’altro
diapason. Se eseguiamo l’esperimento con due diapason di frequenza
diversa, non si genera nessuna vibrazione riflessa.
Il diapason, è stato già utilizzato in terapia ed in particolare esistono delle
scuole di suonoterapia che hanno utilizzato precedenti esperienze alquanto
empiriche, ma che in ogni caso avevano determinato risultati clinicamente
evidenti, anche se non spiegabili, sino alla scoperta della comunicazione
intermolecolare e dei domini di coerenza.
Si ha notizia dell’uso del suono come terapia da migliaia di anni; tracce di
questa attività terapeutica le ritroviamo anche nella Bibbia dove si racconta
della guarigione di Re Saul dalla depressione da parte di Davide e dei suoni
della sua arpa.
Nella storia greca si narra del ritrovamento dell’equilibrio mentale da parte
di Alessandro il grande, utilizzando le note provenienti da una lira.
Uno dei primi studiosi che si dedicarono allo studio delle frequenze
musicali che potevano avere effetti positivi sia sui problemi del corpo che
sui problemi della mente, fu Pitagora.
In tempi più vicini a noi ma sempre oltre mezzo secolo fa, il professor
Alfred Tomatis, che svolgeva in Francia l’attività di otorinolaringoiatra,
scoprì qualcosa di sorprendente per quell’epoca e quelle scoperte
culminarono con lo sviluppo del metodo Tomatis.
Questa metodica ha lo scopo di rieducare il nostro ascolto, e con questo
Il salto quantico in medicina
189
migliorano anche la capacità di apprendimento e di comunicazione.
Il metodo agisce alla fine sul comportamento, inducendolo a graduali
modifiche, e favorendo quindi anche un migliore adattamento alle
condizioni sociali.
Questo metodo è stato utilizzato in decine di migliaia di adulti e bambini
che avevano problemi di dislessia, di attenzione, di apprendimento, di
iperattività, di autismo e anche con difficoltà psicomotorie.
Successivamente questa metodica è stata ulteriormente studiata
scientificamente, ed è stata riconfermata l’efficacia del metodo.
Anche i risultati clinici ottenuti dai professionisti che utilizzano il metodo,
confermano questa evidenza clinica.
Per Tomatis l’orecchio è il più importante fra tutti gli organi di senso perché
ha nell’organismo, il controllo del senso dell'equilibrio, del ritmo e del
movimento, e viene paragonato ad un direttore d’orchestra che gestisce
l’intero sistema nervoso.
Anatomicamente il nervo acustico è in contatto col midollo e tramite questo
anche con tutta la muscolatura dell’intero organismo.
Gli altri contatti possibili dell’orecchio interno e mediati dal nervo vago,
avvengono con la laringe, il cuore, i polmoni, lo stomaco, il fegato, la
vescica, i reni, l'intestino tenue e l'intestino crasso.
Il suono percepito, anche se in maniera non troppo evidente, può stabilire
altre connessioni. In base alle conoscenze attuali possiamo con certezza
definire il suono a livello elementare, costituito da fononi che sono i
corrispondenti dei fotoni per trasmettere il segnale magnetico e la frequenza
di questo segnale, da una parte con la luce, dall’altra parte col suono.
In musica il diapason rappresenta lo strumento più puro e preciso per
l’intonazione.
La nota è sempre la stessa, non muta assolutamente di frequenza perché
sono le sue caratteristiche intrinseche a mantenere la frequenza fissa ed
invariabile. Questa è la caratteristica peculiare che ha fatto utilizzare questi
strumenti in ambito terapeutico, dove si va ad intervenire su equilibri
importanti e delicati.
La produzione dei diapason terapeutici deriva da studi perdurati per anni,
effettuati dall'Institute of Cyberkinetics in Inghilterra, e diretti dal Dr. Alan
Sales.
In base alle sue ricerche, il Dr. Sales ha permesso lo sviluppo di oltre 25 set
differenti di diapason che sono utilizzabili su numerose condizioni che
Il salto quantico in medicina
190
determinano malessere nel singolo individuo.
La fabbrica che li produce ha una esperienza che nasce dai tempi della
scoperta dello strumento stesso. Molti di questi diapason risuonano a
frequenze non udibili dall’orecchio umano.
Pertanto anche in questo caso, chi studiava l’argomento, ha riconosciuto il
problema principale nell’individuare le frequenze e collegare tali frequenze
ai disordini lamentati dai pazienti.
Trovata la frequenza da condizionare, diventava facile rintracciare il
diapason corrispondente, oppure fornire dati per costruire il diapason della
frequenza necessaria alla scopo.
Anche in questo caso abbiamo una terapia che si basa sulle esperienze e
sulle valutazioni derivate dall’osservazione di fenomeni che si ripetevano
con una certa frequenza, ma senza ritrovarne una spiegazione scientifica
che potesse giustificare con i metodi scientifici la terapia.
Lo stesso però accade con i farmaci, che usano sempre questo tipo di
valutazione per verificarne l’efficacia.
Se ridimensioniamo il discorso e lo riportiamo ad un livello fisico, anche in
questo caso si tratta di una terapia basata sulla somministrazione di precise
onde che sono alla fine fononi che non sono altro che l’alter ego dei fotoni.
Il salto quantico in medicina
191
Analizzando l’origine dell’onda prodotta dal diapason, ci si rende conto che
stiamo sempre parlando di onde elettromagnetiche.
La produzione del “fonone” deriva dall’accoppiamento tra l’energia elastica
posseduta dalle braccia del diapason e l’energia di eccitazione degli
elettroni degli atomi che lo costituiscono.
Nella figura 3 possiamo vedere la curva dell’energia elastica più l’energia
fornita direttamente dagli elettroni di un atomo del materiale col quale è
costruito il diapason nello stato fondamentale (colore blu) e nello stato
eccitato (colore rosso).
Nel punto a ritroviamo la posizione di equilibrio dell’atomo nello stato
fondamentale.
Nel punto b abbiamo la posizione di equilibrio dello stesso atomo in stato
di eccitazione.
Quando l’atomo assorbe radiazione, passa allo stato di eccitazione
(transizione da a ad a1).
Successivamente si rilassa e passa alla posizione b, emettendo parte
dell’energia assorbita come fonone di oscillazione.
In una fase ancora successiva, l’eccitazione dell’atomo cessa e ritorna al
Il salto quantico in medicina
192
suo stato fondamentale (transizione da b ad b1).
Questa però non è ancora la posizione di equilibrio a, che viene raggiunta
trasferendo l’energia residua alle braccia del diapason (b1 a), sotto la forma
di un nuovo fonone di oscillazione.
Dal diapason alla musicoterapica che viene praticata attualmente, ma
sempre su un substrato di osservazione pratica di benefici verificati
statisticamente, ma non su studi fisici approfonditi, il passo è breve.
Anche in questo caso si possono applicare i concetti precedenti,
considerando però che nel caso della musicoterapica le frequenze che
l’organismo percepisce sono plurime e variamente associate, senza un
particolare criterio, e le indicazioni si rivolgono in particolare a determinati
stati emotivi e a patologie particolari.
Passando dal campo del suono a quello della luce, introduciamo qualche
notizia inerente le tecniche della cromoterapia.
Anche questa pratica ha origine antichissima, egizi, greci e romani,
praticavano l’elioterapia per trattare diversi disturbi; la medicina ayurvedica
in India, ha sempre considerato l’importanza dei colori sull’equilibrio di
quelli che chiamano chakra, che considerano come centri di energia sottile
e che sono considerati correlati a diverse strutture del corpo, ghiandole in
particolare.
CINA E CROMOTERAPIA
Anche per i Cinesi i colori hanno determinati effetti benefici, in particolare
il giallo influiva positivamente sull’intestino, il violetto per gli attacchi
epilettici e i colori venivano anche utilizzati per tingere le pareti della
camera del paziente in base alla patologia di cui era considerato affetto.
Lo stesso colore veniva fatto indossare con gli indumenti.
Il salto quantico in medicina
193
Attualmente la cromoterapia si considera come terapia integrata ad altri
trattamenti per potenziarne i risultati, specialmente per riequilibrare corpo e
psiche.
I colori vengono assorbiti dal corpo umano tramite irradiazioni luminose
somministrate con speciali apparecchiature e filtri, tramite gli alimenti,
ovvero assumendo cibi con il loro colore naturale, tramite la luce solare che
racchiude nel suo spettro tutti i colori, con l’acqua irradiata da una sorgente
luminosa di un preciso colore che la carica dell’energia specifica del colore
desiderato, con gli abiti, con bagni in acque colorate con luci speciali o
essenze naturali, e anche con la meditazione adottando tecniche ben
precise, con la visualizzazione e la respirazione, e anche col massaggio
utilizzando speciali prodotti e pigmenti colorati.
Una delle metodiche più usuali è la cromoterapia ad irradiazione luminosa.
Anche in questo caso utilizzando onde elettromagnetiche luminose di
frequenza specifica, si cercano di ricreare condizioni affinché
Il salto quantico in medicina
194
l’interreazione con le cellule ripristini l’equilibrio energetico e chimico
dell’omeostasi cellulare con ottimizzazione delle funzioni biologiche.
Anche in questo caso non si tratta di una proposta terapeutica volta
unicamente alla risoluzione del sintomo, ma vi è l’intenzione di intervenire
all’origine dello squilibrio, senza lasciare residui dannosi e generare effetti
non previsti o collaterali negativi.
Esistono diverse metodiche per somministrare la cromoterapia:
Cromoterapia classica con irradiazione mediante uno specifico colore e
un tempo predeterminato delle zone direttamente interessate dal disturbo
e anche sulle zone riflesse.
Cromopuntura con cui si concentra l’irradiazione del colore sui punti
energetici del corpo ossia quelli più ricettivi che corrisponderebbero ai
meridiani e ai chakra.
“bagno di luce” con irradiazione mediante uno specifico colore e per un
tempo predeterminato di tutto il corpo.
Bagno cromatico di acqua che comporta un vero e proprio bagno con
acqua che è irradiata con un ben determinato colore, per cui l’acqua
viene caricata con l’energia di quel colore, energia che corrisponde alla
frequenza del campo elettromagnetico generato da quel colore.
Acqua polarizzata, che non è altro che irradiare dell’acqua naturale
contenuta in un contenitore di vetro bianco con uno specifico colore per
un determinato tempo, che poi viene bevuta dal paziente.
Alimenti o anche abiti energizzati, ovvero loro irradiamento con uno
specifico colore per un certo tempo e successivamente loro utilizzo.
In ogni caso, se si somministrano fotoni o fononi o luxon o solitoni della
giusta frequenza, ovvero coerenti con le molecole, con le cellule e le
strutture sulle quali si intende agire, le cellule, se non danneggiate
irreparabilmente, ritornano a risuonare in frequenza corretta, e ritrovano la
possibilità, se il danno locale e globale non ha superato certi livelli, di
riequilibrarsi con i propri meccanismi omeostatici intrinseci naturali, che
trovano un alleato, e nuova forza per riprendere la padronanza del sistema a
cui appartengono.
Questi meccanismi possono essere in certi tipi di squilibrio, rapidi, in
particolare in ambito vascolare; in altri molto più lenti e lunghi, come nelle
malattie degenerative, o nelle patologie in cui c’è già stata una importante
modifica organica con alterazioni del DNA e del patrimonio genico, o dove
vi è stata abbondante distruzione e accumulo di materiale non funzionale al
Il salto quantico in medicina
195
sistema.
Anche in quel caso, parte ugualmente uno stimolo molecolare cellulare e
organico, per la ricerca di migliori equilibri e con massima ottimizzazione
di ciò che è rimasto di funzionante, nei casi di lesioni avanzate.
Nel caso di lesioni irreversibili, la somministrazione di onde della giusta
frequenza incide egualmente sulla funzionalità di ciò che ha ancora un
metabolismo, e si ottiene il miglioramento almeno di alcuni parametri.
La corretta frequenza di comunicazione fotonica, é essenzialmente decisiva
per far sì che una cellula e/o un insieme di cellule/organismo, possa
adempiere ai propri compiti in maniera idonea per mantenere
l’OMEOSTASI.
Diventa così importante inviare alle cellule questi “messaggi di salute”,
“ricordando” alle cellule la giusta frequenza per l’interscambio di
comunicazione, e per permettere l’applicazione del principio del dominio di
coerenza tra molecole coerenti in campi elettromagnetici coerenti che
possono essere sottoposti a numerosissime forme di interferenza da
altrettanto numerosissimi fattori.
Questo per poter riattivare il metabolismo e le emissioni normalmente
prodotte in uno stato di salute e di equilibrio.
Il salto quantico in medicina
196
Si possono perciò inviare all’organismo queste “informazioni guida”,
sottoforma di quanti di energia luce-fotoni e anche sotto altre forme, di
modo che esso possa avere la possibilità di ritrovare di nuovo un suo
equilibrio compatibile col benessere, e in quel modo a tutte le cellule viene
restituita la possibilità di “lavorare” biologicamente e biochimicamente in
maniera idonea per eliminare i residui, e nutrirsi dopo aver sopportato
l’aggressione e anche di risintetizzare le idonee proteine e di organizzare le
giuste riserve di ossigeno.
E’ importante distinguere a livello terapeutico, l’urgenza, e la fase
successiva.
Per l’urgenza è fondamentale riuscire a superarla nel modo migliore
affinché successivamente l’organismo debba lavorare col minimo dei danni
residui possibile, e quindi in urgenza si utilizza tutto ciò che è utile per
superare la fase acuta e urgente al fine di limitare al massimo la distruzione
cellulare e delle strutture coinvolte..
Naturalmente più il danno è importante diffuso, e più difficile e gravoso
sarà il compito da svolgere per ritrovare l’equilibrio omeostatico, che a
volte non ha più risorse sufficienti per risolvere l’intero problema.
Se manca il substrato necessario, il compito diventa impossibile se
contemporaneamente non si rigenera anche il substrato e le strutture
operative ai vari livelli.
Grazie allo studio che inizialmente ha riguardato i biofotoni, si sono potute
verificare anche le antiche tecniche di guarigione che davano risultati, ma
senza una base scientifica che le facesse accreditare.
Partendo dall’iniziale teoria dei biofotoni siamo giunti oggi, a proporre una
soluzione al famoso interrogativo di cui si è tanto parlato, e a cui la
Biochimica medica non risponde se non in modo convenzionale ed
assiomatico, ed apre la strada alla prospettiva di utilizzare altre metodiche
terapeutiche che si possono tranquillamente integrare in tutta sicurezza con
le classiche terapie tradizionali e anche con quelle non convenzionali.
L’integrazione di tutto il disponibile scientificamente, finalizzato a fornire
le armi migliori per vivere nel maggior benessere ottenibile, sia psichico
che fisico.
Siamo arrivati oggi a questo livello di conoscenze, perché oggi abbiamo
altri occhi per vedere cose che prima non riuscivamo a vedere, anche se
qualcuno le immaginava.
Abbiamo già visto dell’esistenza dei fotomoltiplicatori che registrano i
Il salto quantico in medicina
197
biofotoni
Come abbiamo visto l'emissione dei biofotoni cellulari è correlata a tutte le
funzioni fisiologiche.
I biofotoni non sono altro che delle particelle di luce, portatrici
d'informazioni, con le stesse caratteristiche di quelle della luce laser.
Questo tipo di luce è un’onda elettromagnetica; se la sua lunghezza d’onda
è compresa tra i 400 e i 750 nanometri, è visibile all’occhio umano,
altrimenti, è invisibile.
La luce Laser è caratterizzata da 3 componenti: la monocromaticità, la
monodirezionalità e la coerenza.
La monocromaticità è determinata dalla presenza di una sola frequenza di
luce diversamente dalla luce di una qualsiasi torcia che, pur apparendo
bianca o di altri colori, è composta da più frequenze che sono visibili
all’occhio umano.
Unidirezionalità significa che il fascio di luce generato procede in una
Il salto quantico in medicina
198
unica direzione e appare come puntiforme, mentre le lampadine,
generano una luce che illumina tutto intorno senza avere un punto
particolare. Anche se con certi proiettori la luce può apparire
concentrata in una unica direzione come nei fari navali, non è generata
unidirezionalmente, ma solo concentrata.
Coerenza significa anche che oltre ad essere monocromatica e
unidirezionale, ogni onda elettromagnetica deve anche essere in
concordanza di fase con tutte le altre.
I laser più diffusi sono a semiconduttori e si usano particolarmente per
applicazioni ottiche.
Rispetto agli altri laser hanno un costo decisamente ridotto ed hanno un
rendimento che raggiunge quasi il 100% e quindi con assenza di perdite.
Questo raggio luminoso, praticamente raggiunge distanze infinite
mantenendo per tutto il percorso le identiche caratteristiche.
Con l'introduzione nella fisica nucleare di questo nuovo strumento di
visione che è molto sensibile alla luce, un fisico, il Professor Ugo Facchini
professore emerito di fisica generale presso l’Istituto di Scienze Fisiche
dell’Università di Milano, riuscì ad avere la conferma rigorosa sperimentale
e inoppugnabile, per cui rispondente ai criteri dell’evidenza, che ogni
organismo, anche il più semplice, compresi i batteri, emettono biofotoni, e
anche che vi è una stretta relazione tra la duplicazione cellulare e
l’emissione di biofotoni.
Anche il premio Nobel Montagnier si sta occupando della risonanza
generata dai batteri, ma sembra che il suo interesse sia esclusivamente
determinato dal fatto che identificando queste frequenze batteriche,
potremo identificare le infezioni sul nascere, ma per il resto non si accenna
al possibilità che il danno batterico possa derivare direttamente
dall’interferenza di queste frequenze con le frequenze molecolari cellulari o
che si possa sfruttare il fenomeno di questa riconosciuta risonanza batterica,
anche a livello terapeutico utilizzando contro biorisonanze.
Leggendo gli articoli relativi a queste scoperte del Professor Montagnier,
nasce un dubbio che è inerente questa mancanza di collegamento tra fatti
noti e pubblici da parte dell’illustre scienziato e ipotesi di sfruttamento
terapeutico del fenomeno della risonanza.
Anche i batteri essendo materia, non possono esimersi dal fenomeno di
risonanza che fa parte delle leggi di natura, e questa scoperta assume il
valore, a questo punto, della scoperta dell’acqua calda, e soprattutto se
Il salto quantico in medicina
199
utilizzata esclusivamente a scopo diagnostico e non si hanno ripercussioni
sulla terapia, significa che una volta identificati i batteri e quindi anche i
virus, anche loro materia, questi verranno ancora una volta combattuti con
le sostanze chimiche, senza badare alla ripercussione di queste sostanze
sulla risonanza molecolare cellulare che potrà ulteriormente risentirne con
ulteriori modifiche energetiche che, superata una certa soglia temporale, si
rifletterà sia sulla sintesi delle proteine e sia sulla duplicazione del DNA o
anche solo a livello epigenetico.
Capitolo ventiduesimo
I Prioni
A questo punto diventa anche obbligatorio ricordare la malattia di
Creutzfeldt Jacob che fu descritta inizialmente verso il 1920, malattia rara,
che colpisce il sistema nervoso, che comporta una forma di demenza
precoce con una rapida ed improvvisa neurodegenerazione.
In questa forma, si genera una progressiva perdita di neuroni che è generata
dall’alterazione di una proteina di membrana presente in particolare nelle
cellule del sistema nervoso e del sistema reticolo endoteliale che è
composto da un gruppo particolare di cellule mesenchimali nei tessuti
connettivi vascolari che possiedono la capacità di fagocitare
microorganismi e sostanze estranee alle strutture organiche. E’ detto anche
sistema dei fagociti mononucleati. Lo compongono i macrofagi fissi e liberi
del corpo e le plasmacellule che producono anticorpi contro le sostanze
chimiche estranee. Rappresenta un unico sistema funzionale e si trova in
molti organi e sistemi diversi. Il sistema reticolo-endoteliale costituisce la
base della difesa immunitaria dell'organismo. Una sua variante divenne
nota nel centennio passato con l’accendersi dell’encefalopatia spongiforme
bovina o malattia della mucca pazza. La straordinarietà di questa malattia, è
la sua trasmissibilità, ma apparentemente non infettiva, visto che la sua
trasmissione non è stata accertata in natura, ma è stata accertata la sua
riproducibilità in animali da laboratorio mediante somministrazione di
tessuto proveniente da bestie malate, direttamente nel tessuto nervoso di
animali sani.
Il salto quantico in medicina
200
Per lo sviluppo della malattia è necessario che l'agente etiologico raggiunga
il cervello che è la sede dove la proteina definita prionica si sviluppa.
Da numerosi esperimenti condotti in vivo ed in vitro, risulta che la proteina
definita prionica, che rappresenta un normale costituente delle membrane
cellulari, può assumere la conformazione responsabile della patologia
soprattutto a livello del tessuto nervoso, se viene messa a contatto con
forme patologiche, che hanno minime differenze dalla proteina normale.
L’agente responsabile, il PRIONE, è fondamentalmente una proteina, ed è
privo di acidi nucleici e per questo non può riprodursi secondo le classiche
modalità proprie ad un organismo vivente. La proteina prionica si presenta
sotto forma di due conformazioni stabili. La prima, allo stato nativo,
presente nelle cellule sane, è solubile in acqua, e non se ne conosce la
funzione biologica; l’altra, è insolubile e ha la tendenza a formare aggregati
proteici patogeni. Questi aggregati proteici entrano nelle cellule, si
accumulano e disgregano la membrana facendo morire la cellula.
Teoricamente è sufficiente una sola di queste proteine patologiche, per
scatenare una reazione a catena a carico dei neuroni che si deteriorano così
irreversibilmente. Il processo, per instaurarsi, necessita di molto tempo, ma
la successiva fase clinica è rapida, col decesso del paziente in poche
settimane o mesi. Non si è vista una sopravvivenza oltre i due anni. Il
quadro morfologico è caratterizzato da vacuolizzazione della corteccia
cerebrale e dei nuclei encefalici, con depositi intra ed extra-cellulari di
proteina prionica patologica.
Un altro nome, BSE, deriva da Bovine Spongiform Encephalopathy, non è
più utilizzato in quanto si è scoperto che la patologia è trasmissibile da
madre in figlio, e per questo motivo la sigla utilizzata correntemente è TSE
(encefalopatia spongiforme trasmissibile).
Il primo caso di Bse si verifica nel Regno Unito nel 1986. La causa della
malattia viene imputata all'uso delle farine animali nell'alimentazione dei
bovini e otto anni dopo la comunità europea mette al bando definitivamente
questa pratica evitando, in questo modo, il riciclaggio dell'agente infettante
attraverso l'utilizzo di carcasse di bovini malati nella produzione di farine di
carne ed ossa destinate all'alimentazione animale. In Italia, il Ministero
della Sanità, interviene - con l'ordinanza di marzo 2001 con cui si vieta la
vendita delle parti del bovino che interessano la colonna vertebrale e i
gangli, il cervello e le "frattaglie" - con la legge 9 che dispone per la
distruzione del materiale specifico a rischio per encefalopatie spongiformi
Il salto quantico in medicina
201
bovine e delle proteine animali ad alto rischio, - e con l'etichettatura delle
carni bovine che consente la rintracciabilità e la trasparenza delle
informazioni ai consumatori. In base a questa descrizione che non consente
particolari considerazioni eziopatologiche, al di là di quelle descrittive
chimiche, se si immagina che la proteina anomala per meccanismi a bio
feed back possa agire sul dna cellulare e quindi spingere il dna sregolato da
questo meccanismo omeostatico a modificare i segnali per generare poi lui
la proteina alterata che richiamata nelle cellule da segnali magnetici
coerenti con la “frequenza” della proteina prionica, quando questa entra
nella parete cellulare, la rompa perché le sue caratteristiche “magnetiche”
non sono compatibili con la permanenza dell’integrità della parete cellulare,
ricordando l’esperienza della cannuccia che entra nella bolla di sapone,
l’inspiegabile diventa facilmente spiegabile e anche con una logica coerente
con le leggi fisiche di natura.
Sarebbe sempre implicato un meccanismo di tipo magnetico-
informazionale mediato dai biofotoni e oggi si conosce, visto che è stato
dimostrato, il ruolo chiave del DNA nella generazione di questa emissione
di biofotoni.
I FOTOMOLTIPLICATORI
Un tubo fotomoltiplicatore è uno strumento che ha una altissima sensibilità,
tale da permettergli di rivelare la presenza di luce nello spettro
dell’ultravioletto, in quello della luce visibile e anche nell’infrarosso. La
sensibilità di questo strumento arriva al punto da riuscire a rilevare la
presenza anche di un singolo fotone.
Il salto quantico in medicina
202
Per funzionare correttamente, i fotomoltiplicatori, devono essere schermati
magneticamente perché un campo magnetico esterno, e quindi anche il
campo magnetico terrestre, può deviare il percorso degli elettroni che
utilizza nel suo interno.
Il grado di amplificazione raggiunge 108 e con questo grado di
amplificazione si riesce appunto a percepire l’emissione elettromagnetica
generata anche da un solo fotone.
Questo dispositivo viene ampiamente utilizzato nello studio della fisica
delle particelle, associato a scintillatori in astronomia, e in medicina nella
diagnosi per immagini, anche se questa metodica è ancora poco nota ai
medici.
In particolare questa tecnica viene utilizzata nell’identificazione di tumori
dove, in questo momento la ricerca medica si sta aprendo a studi
interdisciplinari, in cui si concentrano enormi sforzi ed investimenti, a
fronte di grandi aspettative da parte della popolazione in tutto il mondo, e in
particolare sono coinvolti i fisici e le strumentazioni a loro usuali.
E’ ormai da molti anni che molti ricercatori sono impegnati nell’utilizzo, in
questo settore medico, di tecniche di indagine sviluppate nell’ambito della
ricerca sperimentale della fisica nucleare e subnucleare.
La distanza e l’isolamento delle varie scienze e dei vari professionisti
operanti nel campo medico, compresa l’organizzazione logistica aziendale
degli ospedali e la limitazione dei fondi universitari, non permettono al
momento, la necessaria diffusione dei dati che derivano quasi
quotidianamente da questi studi.
A questo si associa l’omologazione verso il basso, determinata dalla
mancanza di veridicità di molti dilettanti, che utilizzano tecnologie senza
conoscerle, e quindi senza ottenere i risultati che si potrebbero ottenere,
senza una sufficiente conoscenza di ciò che si usa e dell’organismo su cui si
usa.
Inoltre si associ anche il discredito che può derivare dall’influsso negativo
che deriva dall’ascoltare chi utilizza determinate terminologie vendendo
esclusivamente fumo e senza substrato scientifico.
L’esagerazione di trasmissione di dati non verificati e non filtrati o tradotti
in un linguaggio comprensibile, fa si che dati credibili e scientifici, vengano
affogati da dati non credibili o diventino incomprensibili per chi dovrebbe
utilizzarli, e i sopravvissuti risultano generati e trasmessi unicamente per
scopo commerciale. Alla fine dobbiamo anche considerare che c’è troppo
Il salto quantico in medicina
203
distacco tra le varie figure che si occupano di medicina e che gestiscono il
paziente.
Nell’ambito delle ricerche interdisciplinari che vengono promosse e
sostenute dall’INFN, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare trovano spazio
diversi gruppi di ricerca che perfezionano tecniche di eccellenza che
trovano applicazioni limitate alla ricerca di laboratorio, per poter
raggiungere quegli standard di affidabilità ed accuratezza che possano
permettere il loro utilizzo routinario nell’ambito clinico.
Per poter raggiungere tecniche ed apparati raffinati e verificati, l’industria
ha stretti rapporti di collaborazione con chi effettua ricerca, cercando di
trovare il giusto connubio tra le vecchie regole che condizionano la ricerca
e che ne permettono l’accreditamento.
In medicina, per la sperimentazione dei farmaci, esistono particolari regole
legate in particolare alla dichiarazione di Helsinki, sottoscritta dalla
comunità scientifico medica internazionale e periodicamente rivista. Alla
base di queste regole, al di la dei contenuti etici, la valutazione dei risultati
è sempre in ogni caso condizionata dalla statistica.
Utilizzando la fisica, ed in particolare la fisica dei quanti, non si puo’ più
usare usare la statistica come in medicina per determinare i risultati
ottenuti, ma è sufficiente verificare se ciò che si sperimenta funziona o non
funziona e se questa funzionalità è ripetibile e soprattutto costante.
Pertanto sarà opportuno che qualcuno o qualche struttura si prenda
l’impegno di rivedere i criteri di omologazione della ricerca, e anche della
negazione di determinate teorie, alla luce dell’inserimento a pieno titolo
della fisica quantistica in medicina.
L’obiettivo ultimo di queste ricerche proposte dall’ INFN con la
collaborazione dell’industria, è di fornire inizialmente dei prototipi di nuovi
sistemi per l’imaging non solo morfologico, ma anche funzionale per lo
screening, la diagnosi e per il controllo del decorso della patologia tumorale
del seno, che è stata scelta come punto di partenza per verificare la validità
della metodica.
In queste ricerche vengono appunto utilizzati i tubofotomoltiplicatori, che
generano immagini a cui si associano altre immagini ottenute con altre
metodiche altrettanto sofisticate.
Si ottengono così immagini funzionali e morfologiche, che con questa
tecnica possono essere sovrapposte, e si riesce a completare con questa
doppia visione, la diagnosi anche di lesioni molto piccole e indefinite.
Il salto quantico in medicina
204
Il risultato è stato di ottenere delle caratteristiche di imaging
complessivamente migliorate, la riduzione di peso e di ingombro dei
macchinari, con la futura possibilità di eseguire direttamente indagini in
ambienti clinici come le sale operatorie e i reparti di emergenza, risolvendo
situazioni critiche in tempi brevi. L’utilizzo di questi sistemi di
fotorivelazione, sviluppati nell’ambito dei progetti di Imaging Integrati, è
diventato molto più vasto delle applicazioni inizialmente previste
mostrando potenzialità incredibili.
In particolare il sistema di rivelazione, adoperato per l’imaging
morfologico, è stato utilizzato come sistema per allestire quella che è stata
denominata beta autoradiografia digitale.
L’autoradiografia viene utilizzata nella ricerca di biomedica biochimica e
biofisica, ed è sempre una particolare tecnica di imaging.
La tecnica ha una applicazione molto eterogenea, difatti si spazia dal
riconoscimento di strutture biologiche, al sequenziamento del DNA, e si
raggiunge la sensibilità per poter ricostruire i percorsi metabolici
molecolari.
Per l’ottenimento di autoradiografie si fanno assorbire ai campioni da
analizzare, composti radioattivi che emettono radiazioni beta o raggi
gamma e successivamente con l’utilizzo dei fotomoltiplicatori si rivelano
queste radiazioni. Il sistema denominato BETAview, produce immagini
autoradiografiche con buona risoluzione spaziale, permette l’esecuzione di
analisi quantitative e, riesce anche ad osservazione e a registrare
immediatamente processi metabolici evolutivi come l’assorbimento di
amminoacidi.
Il salto quantico in medicina
205
A questi studi, dal 2002, partecipano alcune industrie internazionali, il
CERN, l’INFN e diverse Università e Istituti di ricerca europei e quindi la
realtà fotonica è oramai accreditata a livello internazionale e il medico non
può non essere informato di questa nuova realtà e soprattutto non deve
essere circoscritta al solo campo diagnostico quando ha mostrato efficacia
terapeutica senza particolari rischi sia di effetti indesiderati che collaterali.
L’ analisi dei biofotoni è un procedimento riconosciuto scientificamente e
brevettato in tutta Europa.
Le funzioni attribuite ai biofotoni sono relative a informazioni essenziali
per la vita.
Riguardano la regolazione della reattività fisico/biochimica dei potenziali di
membrana, fatto che condiziona il trasporto attivo delle sostanze
dall’ambiente extracellulare a quello intracellulare, sia per il nutrimento che
per lo smaltimento dei “rifiuti cellulari”, la trasmissione neurogena a tutti i
livelli, il sistema immunologico, la regolazione dell’accrescimento, i ritmi
biologici.
Altri possibili impieghi delle misurazioni dei biofotoni, riguardano la
verifica della qualità dei generi alimentari, il controllo del potere
germinativo di semi, per arrivare anche ad analisi farmacologiche e
tossicologiche, e anche per la diagnosi precoce di stati patologici e adesso
anche l’utilizzo terapeutico.
Tra gli argomenti indagati, di particolare interesse, e su cui, come abbiamo
visto, si sono concentrate le ricerche più importanti, la proprietà dei tumori
(in quanto sede di una aumentata riproduzione cellulare) di emettere un
gran numero di biofotoni, e quindi la possibilità di diagnosticare un tumore
con grande anticipo rispetto ai sistemi tradizionali, con un sistema che è,
oltretutto, assolutamente non invasivo.
Ad un altro livello, a seguito delle pubblicazioni di Popp sulle teorie dei
biofotoni, su questo argomento sono iniziate anche ricerche da parte del
CNR ( Consiglio Nazionale delle Ricerche).
Successivamente a Roma, presso l’Università la Sapienza, nel dicembre del
1999, si è tenuto il primo congresso italiano sul ruolo della fisica
quantistica in medicina, dove sono state presentate le relazioni dei più
importanti studiosi italiani che hanno presentato in un vasto campo le basi
teoriche e le applicazioni pratiche.
Da qui lo sviluppo delle terapie in biorisonanza hanno avuto una spinta
molto importante, sino a diventare una metodica di semplice applicazione
Il salto quantico in medicina
206
per ogni paziente, con una importante casistica positiva in numerose
patologie di facile e difficile gestione, aprendo la strada ogni giorno a
nuove applicazioni.
Capitolo ventitreesimo
LA MEDICINA QUANTICA
Utilizzando questi strumenti per focalizzare la realtà subatomica di cui è
composto l’organismo vivente, che è l’oggetto della ricerca, si è verificato
che è soggetto alle leggi della fisica quantistica.
Applicando queste leggi in campo diagnostico terapeutico abbiamo la
medicina quantica.
La principale applicazione della medicina quantica in campo terapeutico si
individua attualmente nella biorisonanza magnetica pulsante e nella
ionorisonanza ciclotronica..
Con queste metodiche trovano applicazione quelle nozioni fondamentali
della fisica dei quanti, e diventa medicina cibernetica perché trovano il loro
meccanismo di azione, nell’informazione che le apparecchiature inviano
all’organismo sotto forma di quanto energetico a determinare una frequenza
modulabile e controllabile del campo elettromagnetico.
Entriamo ora nel dettaglio pratico, potendo considerare le nozioni
precedenti sufficienti per il medico per proporre questa terapia e per gestirla
in modo opportuno ed efficace.
La strumentazione che è prodotta, in particolare la biorisonanza, si basa su
generatori di onde elettromagnetiche con determinate caratteristiche ben
specifiche, che vengono trasformate in un campo magnetico limitato,
trasmesso da antenne solenoidi e anche di altro tipo, che ne caratterizzano
la forma e l’irradiazione.
Gli ultimi apparecchi sono strumenti molto eclettici, con potenzialità
difficilmente completamente sfruttabili in quanto è possibile con un
computer portatile, generare qualsiasi forma di onda con qualsiasi
frequenza e modellarla come meglio ritenuto dall’operatore che quindi
decide come pilotare l’onda a tutti i livelli e sino ai valori massimi
terapeutici consentiti oltre i quali è impossibile andare per cui essendo
campi magnetici inferiori al campo magnetico terrestre, risultano privi di
Il salto quantico in medicina
207
effetti collaterali o negativi.
E’ possibile anche stabilire molti altri parametri che nei precedenti
macchinari erano fissi e non modificabili al bisogno.
Nel momento in cui venissero individuate altre forme d‘onda o frequenze
nuove con altre potenzialità terapeutiche, queste, sarebbero facilmente
riproducibili con i medesimi apparecchi, senza dover intervenire sui
componenti che li costituiscono, ma, ma solamente inserendo altri dati nel
computer che può pilotare lo strumento anche via cellulare o via internet.
Una volta individuati i tessuti gli organi e le cellule su cui intervenire e che
non lavorano secondo i criteri di coerenza e di normofunzionalità
metabolica, ovvero non risuonano correttamente, si programma
l’apparecchio,e l’organismo, o parte dell’organismo che viene fatto giacere
sul diffusore del campo magnetico viene avvolto da questo campo
magnetico che senza cedere energia, lo attraversa con i suoi innocui segnali.
Questo campo magnetico non cede energia, ma informa solamente come un
maestro d’orchestra con una bacchetta che guida i vari strumenti che
stanno suonando, su quale sia la frequenza e il ritmo delle note per ogni
singolo gruppo. L’opera vitale viene quindi eseguita in armonia ed
equilibrio da tutti i vari strumenti necessari per mantenere in omeostasi
tutte le funzioni vitali.
La casistica ritenuta inizialmente fondamentale per l’accredito scientifico, e
tutte le volte invocata dai medici presenti ai congressi o alle tavole rotonde,
ormai ha superato da tempo la soglia necessaria per la EBV, e i dati sono
già stati presentati a più livelli, verificati e accreditati, anche se poco
conosciuti dagli specialisti che seguono di norma, esclusivamente i
congressi dedicati alla loro specialità e gestiti grazie all’intervento degli
sponsor.
I macchinari sono stati riconosciuti come apparecchi medicali e inseriti tra
le apparecchiature di magnetoterapia, tecnologia innovativa, funzionanti
però su principi diversissimi dalla comune magnetoterapia che in ogni caso
non va disdegnata anche se funzionante su principi diversi.
Tornando al fenomeno di biorisonanza, l’effetto terapeutico si ottiene, come
abbiamo visto, utilizzando l’emissione controllata di onde magnetiche a
bassissima intensità e frequenza, da parte di un campo artificialmente
generato, onde che inducono risonanza riflessa a livello delle molecole e
dalle cellule del corpo umano, e a salire a livello di organi strutture e anche
sistema nervoso. Le cellule non risonanti reagiscono ritornando a risuonare
Il salto quantico in medicina
208
se non danneggiate irrimediabilmente, mentre, quelle che già risuonano
correttamente, non vengono interessate dal fenomeno.
Quelle che lavorano ad altre frequenze e quindi non coerenti con il segnale
inviato, non sono disturbate.
Pertanto le cellule o organi diversi da quelli interessati dalla risonanza e
perciò di altra frequenza, non vengono coinvolti se non si applica la loro
frequenza specifica.
In pratica siamo confrontati con un banale segnale radio con una frequenza
ben determinata, che la cellula riesce a decodificare perché questo segnale è
coerente con i suoi segnali e quindi riceve i dati per i corretti incontri
molecolari.
Come possiamo definire in termini semplici e comprensibili la risonanza?
Possiamo riassumere questo meccanismo, rappresentandolo col fenomeno
con il quale, un sistema oscillante, è in grado di assorbire energia da una
sorgente esterna, in modo particolarmente efficiente, solo ad una frequenze
ben precise di spinta.
L’esempio classico per cercare di far comprendere il meccanismo che si
cerca di spiegare è quello del pendolo o dell’altalena.
Se diamo una piccola spinta ad una altalena o ad un pendolo, questa piccola
spinta genera una oscillazione che ha una frequenza ben precisa, e che
corrisponde a quella che viene detta frequenza propria.
Questa frequenza dipende dalla lunghezza del pendolo, ma non dai dettagli
della forza somministrata durante la spinta.
Se anziché applicare la spinta una sola volta, ripetiamo le spinte
intervallandole nel tempo periodicamente, possiamo studiare come il
pendolo reagisce al variare della frequenza delle spinte, che di volta in volta
applichiamo.
Il salto quantico in medicina
209
Il risultato di questa osservazione è che, se la forza applicata dall'esterno,
mediante la spinta, ha una frequenza prossima alla frequenza propria del
pendolo, quest'ultimo tende ad oscillare in modo sempre più ampio.
Se invece, somministriamo una spinta con frequenza molto maggiore o
molto minore della frequenza propria, l’effetto della spinta invece di far
aumentare la frequenza dell’oscillazione, la ostacola.
La conclusione di questo banale semplice esempio, verificabile da
chiunque, è che la frequenza naturale di oscillazione, o frequenza propria di
un corpo che può oscillare, corrisponde anche alla frequenza con cui una
forza esterna trasferisce dell’energia al sistema oscillante, nel modo più
efficace.
Ogni sistema fisico, caratterizzato da frequenze proprie di oscillazione, può
risuonare con una sorgente esterna, e quindi anche le cellule e le molecole
che risuonano con una frequenza ben specifica e individuale rispondono a
questo fenomeno.
Come abbiamo già visto per i laser, la coerenza è la proprietà di un’onda
elettromagnetica di mantenere una certa relazione di fase con sé stessa
durante la sua propagazione.
Le varie strumentazioni disponibili che sono state testate e verificate, sono
costituite da macchinari molto precisi e affidabili. Per la messa a punto
della metodica d’uso e durante le varie sperimentazioni iniziali, sono stati
utilizzati anche strumenti capaci anche di registrare e di trasmettere i
“segnali” delle sostanze biochimiche, ed altri, in grado di utilizzare i
segnali propri delle sostanze, per indurre variazioni bioelettriche e
quantistiche, misurabili, da utilizzare per la conferma delle varie diagnosi
incontrate, e per giungere ad una personalizzazione della terapia
individuale, in attesa che dalla farmacogenomica si arrivi, anche per quella
via, alla terapia specifica per ogni singolo soggetto, terapia che consideri
sia nella produzione dei farmaci, che nella loro somministrazione, anche le
induzioni elettromagnetiche sui campi interessati e ciò che da questo né
consegue, verificando se vi sia ostacolo o meno al ripristino omeostatico
endogeno, che è l’unica forma di guarigione ammissibile, dovendo
considerare il resto come palliativo o sintomatico.
Introducendo sostanze chimiche, inequivocabilmente, si vanno a muovere
tutti i meccanismi legati alle interferenze elettromagnetiche proprie delle
frequenze specifiche di ogni sostanza chimica introdotta, che dovrebbe
essere compatibile con le frequenze locali e non contrastarle slivellandole
Il salto quantico in medicina
210
ulteriormente.
Se non si considera questo fattore, potremo incidere a livello chimico su
certi parametri alterati, magari dovendo continuare cronicamente con le
terapie per mantenere il nuovo equilibrio, ma dall’altra parte impediremo
all’organismo di ritrovare il proprio equilibrio originale in quanto lo stato
biochimico modificato, non permette ai meccanismi omeostatici di poter
effettuare i corretti rilevamenti per l’adeguamento finalizzato al
ritrovamento dell’equilibrio, che a questo punto viene legato
indissolubilmente alla somministrazione del farmaco, creando uno stato di
dipendenza e alla lunga anche di assuefazione, con alterazione progressiva
dei meccanismi omeostatici che potrebbero degenerare a tal punto da
diventare inefficaci e controproducenti.
Capitolo ventiquattresimo
ESPERIENZE DIRETTE
Dopo anni di studi, di ricerche e di prove, dapprima in altri ambiti
scientifici e poi anche nel campo biologico, arrivando all’uomo, non
essendo presenti controindicazioni di alcun tipo, sottoponendo i pazienti a
queste onde che viaggiano sotto il “rumore di fondo” generato dagli altri
campi magnetici che pervadono l’ambiente intorno a noi, si è arrivati a
concepire delle linee guida indicative ma non vincolanti, che utilizzano
determinati treni di onde con caratteristiche particolari, che hanno mostrato
risultati molto efficaci in numerosi ambiti patologici.
Dopo i primi studi effettuati in Unione Sovietica, anche in ambiente
aerospaziale, con produzione dei primi arcaici macchinari, e la successiva
ricerca effettuata in Germania, che è culminata con la produzione di altri
macchinari che sono diventati di uso comune, con un utilizzo forse troppo
omologato al pari di una banale magnetoterapia o stimolatore muscolare, la
ricerca è approdata in Italia.
In Germania la metodica è molto conosciuta e le apparecchiature sono
vendute direttamente dalle farmacie con indicazioni limitate, ma proprio
questo permette ai pazienti di utilizzarle come un comune elettrodomestico
Il salto quantico in medicina
211
di semplice uso.
E’ stato molto difficile inizialmente, riuscire a coagulare in uno studio
preciso e affidabile e comprensibile per i non addetti ai lavori, tutto quello
che era stato fatto in precedenza, perché la comunità scientifica medica, per
accettare le relazioni presentate ai congressi, richiede in particolare una
casistica raccolta con criteri che difficilmente possono essere raccolti da
singoli medici senza l’appoggio logistico di particolari strutture che
gestiscano un determinato numero di pazienti.
Anche se l’utilizzo della metodica era ed è permesso, ed è anche
accreditato, ed esistono da tempo numerosi centri che isolatamente trattano
i loro pazienti per le più disparate patologie con queste apparecchiature da
quasi una decina di anni, nessuno aveva ancora effettuato un lavoro
specifico, con lo scopo di far comparare i risultati raggiunti, confrontandoli
con le altre terapie facendo capire che ci troviamo di fronte alle solite
macchine usate in fisioterapia, ma siamo confrontati anche con un nuovo
modo di fare medicina.
Se viene compreso questo concetto, le potenzialità della metodica si
ampliano, e si presentano nuovi criteri per affrontare qualsiasi condizione
patologica integrando le altre terapie fornendo quindi una nuova arma
terapeutica.
A quel punto è iniziato un lavoro certosino con ricerca iniziale di alleati e
strutture per poter inserire in maniera discreta le attrezzature già verificate
da singoli clinici, che convinti dei risultati, potevano mostrarli ai colleghi
cercando di ampliare il ventaglio dei fruitori della terapia, sia dal punto di
vista medici, che dal punto di vista pazienti e patologie correlate.
Si è quindi trattato di compiere un’opera completamente diversa da quella
classica, finalizzata a suscitare l’attenzione nei confronti di questa nuova
metodica, cercando anche di spiegare in che cosa consisteva, scomodando
le ricerche dei fisici che ormai sapevano chiaramente di cosa si trattava,
cercando di tradurre tutti quei discorsi superspecialistici, con parole
comprensibili ai medici e adattabili alla metodica di ricerca biomedicale e
inserendola in ambiti terapeutici dove già era possibile sfruttando
esclusivamente la condizione di magnetoterapia che ne permetteva l’uso. Si
è aggiunta la postilla “metodologia innovativa” per poter compiere
successive verifiche. Pertanto non si è trattato di presentare qualche cosa di
nuovo, ma di far capire che qualcosa che già si utilizzava, variando alcuni
parametri quali intensità e frequenza, appositamente studiate, stavano
Il salto quantico in medicina
212
mostrando nuovi risvolti fisiologici prima non noti.
Implementando questi dati e affinando ulteriormente la metodica i risultati
già ottenuti classicamente, subivano un balzo di efficacia, mostrando effetti
collaterali in questo caso positivi.
Prima di partire direttamente con l’applicazione in patologie ben specifiche
e determinate, si è verificato l’influsso della risonanza magnetica pulsante,
in campo sportivo, comparando i risultati delle prestazioni degli atleti prima
e dopo l’utilizzo dei macchinari.
In questo caso lo strumento di valutazione diventava il cronometro e la
prestazione fornita dai vari atleti con le loro sensazioni soggettive.
Ma oltre a questa banale valutazione si è cercato anche di avere dei dati
laboratoristici, e uno dei primi parametri che è stato considerato, è stato
l’effetto sui radicali liberi, ma sono stati valutati successivamente anche
altri parametri ematochimici ed in particolare l’effetto sullo stress
ossidativo.
Su questi presupposti ed in queste condizioni, sono stati sottoposti a
trattamento personaggi di calibro internazionale, e tra questi alcuni atleti
che vennero trattati nel periodo preolimpico e con la successiva conquista
di medaglie olimpiche a Sidney nel 2000, alcuni campioni del mondo di
motocross, alcuni ciclisti tra cui un vincitore del giro d’Italia. Da questi
primi atleti, si è poi passati a squadre intere, sia di calcio che di pallavolo,
che hanno inserito i macchinari in quelli che routinariamente vengono
utilizzati dalle equipe mediche che li seguono.
Oggi moltissime squadre di calcio e di pallavolo di serie A italiane e
straniere, usufruiscono per la preparazione e il trattamento dei loro atleti di
macchinari di questo tipo, ed è diventata per loro pratica routinaria. Alcuni
atleti ne hanno in dotazione una personale. Anche giovani atleti che si
dedicano al nuoto, utilizzando la metodica hanno riscontrato un
miglioramento delle performances e un abbassamento dei loro records
personali su varie distanze ed in particolare sulle lunghe distanze
riconoscendo un miglioramento della resistenza allo sforzo e una ripresa
migliore e più rapida dopo la prestazione.
In particolare vorrei riferire di una delle mie esperienze, in quanto ho avuto
il piacere di essere uno dei primi ad interessarmi della metodica e anche di
utilizzarla ad alti livelli con risultati particolarmente interessanti.
Durante la mia professione, ho avuto numerosi occasioni per rendermi
conto della potenzialità della metodica, inserendola come terapia in casi in
Il salto quantico in medicina
213
cui non riuscivo ad ottenere risultati soddisfacenti, ed in pazienti
particolarmente impegnativi come alcuni casi affetti da artrite reumatoide,
fratture, ma anche patologie terminali.
Il punto cruciale, è stato inizialmente di convincere me stesso, che da
ortopedico, ho sempre giudicato la medicina in un modo particolare,
preferendo tutto ciò che potevo verificare direttamente e che aveva un
substrato materiale ben evidente.
Non a caso ho sempre avuto la convinzione che i farmaci non potevano
dimostrare di essere responsabili delle guarigioni, mentre un osso rotto
poteva sicuramente essere ben aggiustato da un buon ortopedico che ne
avrebbe garantito la guarigione, mentre un intervento poco professionale
avrebbe potuto anche rovinare una persona.
Quando ti trovi di fronte ad una frattura, il quadro clinico è chiaro, e in quel
caso l’opera del professionista diventa fondamentale; un gesso ben fatto, o
una riduzione di frattura ben ottenuta fa la differenza tra il bravo medico ed
il mediocre; ma anche in questo caso, a volte si assisteva a ritardi di
consolidazione, o a complicanze tardive della frattura non prevedibili e che
dipendevano esclusivamente dalle reazioni dell’organismo..
Il mio incontro come medico con la biorisonanza, risale al 1993.
Leggendo un articolo qualche anno prima, su una rivista specializzata, la
mia attenzione viene attirata da un articolino che segnala l’efficacia della
“bassa frequenza” sull’ edema e sui problemi vascolari e secondariamente
anche sulla cellulite e sulle rughe.
Leggo l’articolo e in particolare mi soffermo sulla descrizione delle
proprietà della bassa frequenza sui vasi linfatici sui linfonodi e sulla nascita
di tali apparecchiature.
Durante i viaggi spaziali la NASA, ma anche la cosmonautica sovietica si
occuparono di studiare l’attività fisiologica vivente in assenza degli influssi
del campo magnetico terrestre e della gravità in particolare. Nota a tutti, ad
esempio, è la famosa osteoporosi degli astronauti.
Da quegli studi che sono patrimonio di pochi eletti e di cui non si conosce
neppure l’esatta entità e argomentazione, venne progettata una macchina
efficace nel risolvere il linfedema agli arti superiori delle pazienti
mastectomizzate e con svuotamento del cavo ascellare dai linfonodi
contaminati e quindi con distruzione importante della rete linfatica che
appunto determina quell’importante linfedema difficilmente risolvibile e
gravemente invalidante.
Il salto quantico in medicina
214
La descrizione dell’articolo è alquanto sommaria, ma citando dei
meccanismi fisici collegati al magnetismo, l’idea che quei meccanismi
potevano avere un razionale interessante mi stuzzicò l’immaginazione e
finalmente trovavo qualcosa di interessante per capire meccanismi che
spiegati esclusivamente chimicamente mi lasciavano interdetto.
Un altro tassello del mosaico è determinato dal mio interesse verso la
fibromialgia, sindrome che è sempre stata un mio pallino, e che avevo
verificato esistere già ai tempi dell’Istituto Bruzzone a Genova, sede della
scuola di specialità di Reumatologia, e a quei tempi sede anche dell’Organo
ufficiale della società italiana di Reumatologia, il Reumatismo, di cui il mio
Direttore Professor Vittorio Bianchi, era Presidente.
Erano gli anni 80; riscontravo spessissimo i tender points che ancora non
conoscevo per nome, in numerose pazienti affette da varie patologie
reumatiche, e spesso mi soffermavo a trattare questi punti particolarmente
dolenti e fastidiosi nei modi più disparati..
Per quel motivo avevo preso una particolare confidenza con la
localizzazione del tender point che andavo a ricercare quasi routinariamente
in ogni paziente che si rivolgeva a me con problemi di collo e spalle, ma
non solo a quei livelli.
Spesso rimandavo il loro trattamento ai fisioterapisti, ma non ero
soddisfatto dell’utilizzo delle terapie disponibili per questi “nodi muscolari”
come ero solito definirli per far capire ai pazienti di che parlavo; gli stessi
pazienti avevano preso confidenza con questi nodi e iniziavano anche loro a
conoscerli.
Se si verifica il funzionamento della fibra muscolare elementare, si vede
che lo scorrimento avviene perché la fibra a livello elementare, ha una
struttura paragonabile a due pettini, con i reciproci denti rivolti gli uni verso
gli altri, che scorrono gli uni sugli altri perché alternativamente attirati da
cariche positive e negative.
Il movimento avviene per l’alternarsi delle cariche da un dente all’altro,
fatto che determina l’attrazione progressiva o la repulsione progressiva che
determina lo scorrimento dei denti gli uni sugli altri.
Se le variazioni di segno di carica perdono la loro sincronia, lo scorrimento
si altera e si blocca.
E’ alquanto pittoresco immaginare il punto tender costituito da alcuni denti
che non scorrendo come in condizioni fisiologiche, si affastellano,
generando l’indurimento e il dolore, ostacolando il movimento dei denti
Il salto quantico in medicina
215
precedenti e, provocando, al posto di uno scorrimento lineare, un groviglio
di fibre arrotolate su loro stesse, e dando origine al gomitolo in cui le
miofibrille potevano legarsi, spezzarsi, incollarsi per colpa di
microemorragie.
L’idea di applicare onde magnetiche a quel livello mi era sempre girata per
la mente, anche se non avendo altro a disposizione, a volte trattavo i tender
direttamente con anestetico locale e successivo lievissimo massaggio, per
vedere se riuscivo a sciogliere i fastidiosissimi e dolorosissimi nodi.
Spesso infatti, usavo anche come terapia di fondo, farmaci miorilassanti
centrali o periferici a basse dosi, ma per lunghi periodi facendo spesso
associare applicazioni di caldo, o consigliando terapia termale e indicando
ai pazienti di aumentare l’introito di liquidi e di sali minerali.
Successivamente incontrai il titolare di un importante centro fisioterapico di
Monza che distribuiva oltre le macchine per l’ozono e creme all’ozono, la
macchina di cui avevo letto e che veniva utilizzata in particolare in campo
estetico per risolvere la cellulite..
Le informazioni che erano allora fornite con l’apparecchiatura, parlavano di
Il salto quantico in medicina
216
uno strumento che generava onde elettromagnetiche a bassissima
frequenza e intensità.
La macchina veniva fornita di due coppie di manipoli, e permetteva la
somministrazione di queste onde che generava in 3 tipologie differenti,
tramite massaggi locali seguendo un ben determinato rituale e utilizzando
come substrato una crema all’ozono che ne permetteva una migliore
distribuzione.
L’ ozono che già allora veniva prodotto con macchinari particolari, venne
da me utilizzato in quelle occasioni per pazienti affetti da discopatie e
lombo sciatalgie con o senza ernia discale, ottenendo evidenti ed importanti
risultati e con soddisfazione da parte dei pazienti, che si vedevano
risparmiare interventi chirurgici il cui risultato non era sempre compatibile
con le aspettative dei pazienti che vi si sottoponevano.
Il principio di funzionamento veniva allora definito rivoluzionario, e
consistente nello sfruttare due poli elettromagnetici alternativamente
positivi (le onde elettromagnetiche di quella macchina, che detengo come
una reliquia, hanno una frequenza di che parte da livelli inferiore all’hertz e
vanno da 1,5-20 hertz con intensità magnetica inferiore a 0,01 gauss), in
modo da agire direttamente sulle cellule, andando a migliorare il loro
potenziale di membrana e riportandolo a livello pressoché ottimale.
Questo era tutto quello che mi venne detto, ma era sufficiente, in quanto era
molto di più, come spiegazione, di tante spiegazioni biochimiche che non
riuscivo a capire e a immaginare, riferibili a moltissimi farmaci che si
utilizzano in campo flebologico e linfatico.
In queste condizioni, trattando i pazienti, nelle intenzioni del produttore, la
cellula si ‘rigenerava’ riacquistando una più equilibrata funzione osmotica e
di scambio ionico, garantendo un risultato terapeutico anche nella
prevenzione della formazione di edemi e di processi infiammatori.
Avendo letto quell’articolo in precedenza e avendo anche visto che risultati
si riuscivano ad ottenere, considerando questo macchinario altamente
innovativo, e con un razionale d’uso che mi convinceva, acquistai la
macchina ed iniziai a provarla secondo quanto mì ispirava il suo
meccanismo d’azione.
Facendo anche le verifiche che erano già state fatte da altri e celebrate come
miracolose, ebbi la conferma di quanto dichiarato dai produttori.
Con una sola applicazione, che però durava anche oltre un’ora, durante la
quale chi l’applicava (di solito due addetti, uno per parte del corpo),
Il salto quantico in medicina
217
continuava a massaggiare con i manipoli il paziente, facendo un particolare
sforzo fisico, si riuscivano ad ottenere diminuzione di circonferenza
misurate alla coscia a 10 e a 15 cm. dall’apice rotuleo, anche di 4
centimetri. Questi risultati non erano occasionali, ma quasi costanti, salvo
rare eccezioni.
Questa diminuzione si poteva rilevare anche in soggetti che non avevano un
particolare pannicolo adiposo; non sempre si avevano riduzioni così
evidenti, ma molto spesso si avevano risultati definibili eclatanti,
soprattutto dalle pazienti, che dopo l’applicazione riferivano anche di un
particolare senso di benessere a tutto il corpo ed in particolare alle gambe.
Per modifiche legislative, divenni il direttore sanitario di quel centro e ebbi
anche la possibilità di fare altre esperienze terapeutiche con l’ozono,
metodica che sviluppai ulteriormente associandola spesso con la terapia
quantica.
Con quella esperienza, i pazienti che riuscii a trattare divennero un numero
consistente; inoltre iniziai anche a trattare i miei pazienti fibromialgici
metodologicamente con quell’apparecchio che era destinato più che altro al
versante estetico.
Iniziai così ad avere discreti risultati anche nei pazienti affetti da quella
diffusissima sindrome, ma altrettanto sconosciuta e spesso ingestibile, in
particolare se associata alla componente depressiva o a malattie più
complesse a cui può essere secondaria.
A quei tempi essendo quasi completamente preso dal lavoro dovendo
rispondere a problemi di tipo materialistico puro, con una famiglia e due
figli sulle spalle, non mi interessava la ricerca finalizzata a pubblicare,
come non mi interessa ora, ma successivamente scoprii che in medicina chi
pubblica va avanti e trova accredito facilmente, mentre chi non pubblica
deve accontentarsi delle nicchie libere e spesso le pubblicazioni in concorsi,
assumono maggior rilevanza dell’esperienza guadagnata sul campo e delle
reali capacità del medico a gestire le strutture e i pazienti che vi affluiscono.
Pensando che ero stato anche nella redazione del Reumatismo a Genova, e
che feci pubblicare anche articoli ai miei colleghi ortopedici, non posso che
rimpiangere di non essermi mai dedicato a fondo a mettere nero su bianco
ciò che facevo, e soprattutto con i risultati che ottenevo.
Forse un limite derivava dal fatto che non conosco che superficialmente
l’inglese e che quindi diventava per me molto difficile redigere degli
abstract in quella lingua.
Il salto quantico in medicina
218
La stessa cosa per presentare lavori ai congressi specialistici, che utilizzano
come lingua di riferimento l’inglese o per i quali devi redigere i lavori
scientifici secondo determinati protocolli che per me sono incomprensibili e
ingiustificabili ma che diventano il “sine qua non” per vedere accettato il
lavoro.
Quella era la prima macchina con funzionamento basato sulle bassissime
frequenze che incontrai.. Aveva solo 3 frequenze disponibili, con intensità
variabile e l’unico modo di somministrarla, era con manipoli di varia
forma, ma sempre con un massaggio da effettuare secondo determinate
direzioni.
A quel tempo non avevo ancora le idee molto chiare e nessuno parlava di
medicina quantica o di biorisonanza e quindi non sapevo ancora di che cosa
si trattava, anche se ormai avevo preso confidenza col macchinario, in
particolare con problemi muscolari e vascolari.
A livello estetico dava e da ottimi risultati anche sulle rughe, ma in quel
campo non l’ho mai particolarmente sperimentata, a differenza di altri
medici estetici che ne fecero il cavallo di battaglia, magari avendo un
tornaconto molto più importante del mio.
Oggi però il centro che mi ospita a Lugano, utilizza tale strumento a tempo
pieno avendo una lista di attesa notevole per chi vuole fare quel tipo di
trattamento.
L’esperienza che però diede la svolta definitiva al mio interesse per la
medicina quantica deriva da un’altra mia attività e hobbye.
Già da neolaureato divenni medico responsabile del campo permanente di
motocross di Cassano Spinola, là erano tutti amici e vista la difficoltà di
trovare un medico disposto a sacrificare la domenica per assistere ad una
gara, specialmente in estate, avevo dato la mia disponibilità; oltretutto era
importante che quel medico avesse una certa esperienza nel campo
ortopedico traumatologico e quindi per gli organizzatori diventava difficile
ricoprire quel posto con una certa tranquillità. Oltretutto il motocross era
stata una mia passione giovanile.
Durante quella attività che perdurava da oltre vent’anni, avevo incontrato
tantissimi piloti, alcuni dei quali divennero famosi ed importanti; per
fortuna non ebbi mai durante le gare per cui prestai quel servizio, infortuni
particolarmente gravi, anche se durante una mia assenza, il mio sostituto
dovette confrontarsi con la morte di un pilota.
Quella passione che avevo coltivato da appena ebbi l’età per salire su una
Il salto quantico in medicina
219
moto, dovetti sospenderla a 17 anni, per ultimare gli studi in medicina e poi
anche per il lavoro e anche perché ebbi, il 26 agosto 1972, un incidente di
moto, con cui mi procurai una triplice frattura vertebrale.
Dal 1995, con la scusa di dover stare vicino a mio figlio maggiore, dopo il
divorzio, avevo ripreso nuovamente una moto da competizione e anche
l’attività agonistica, gareggiando a volte, anche al fianco di da mio figlio,
che oggi si dedica ad una forma particolarmente impegnativa e pericolosa
di motocross, il free style.
Spesso ad allenarsi con noi veniva un grandissimo pilota, per me fantastico,
il più grande, il mio idolo da sempre.
Era l’anno 2002, e verso la fine della stagione Alex Puzar era in lizza per il
terzo titolo mondiale, a cavallo di una Husqwarna di 450 centimetri cubici
di cilindrata, moto potentissima, ma poco docile e difficile da domare, ma
in mano al pilota giusto.
L’impresa però non era particolarmente difficile per un grande campione
come Alex.
Prima dell’ultima gara del campionato mondiale 2002, durante un
allenamento a Mirabello (Al), iniziarono a comparirgli importanti problemi
al collo e alle spalle che lo limitavano tantissimo, soprattutto perché si
inserì anche a complicare la situazione, una importante caduta.
Approfitto di queste pagine anche per fare un augurio, ad Alex che, avendo
subito recentemente un incidente apparentemente banale, ma che gli ha
comportato una lesione alla milza e al polmone tanto da dover essere
ricoverato in rianimazione.
Aveva ripreso l’attività sportiva quando è rimasto coinvolto in un incidente,
e adesso è in e adesso è in convalescenza e sta utilizzando in questa fase
Il salto quantico in medicina
220
difficile, l’apparecchiatura che gli venne affidata nel 2002.
Nella sua carriera aveva accumulato parecchi traumatismi e nel suo dossier
vi era anche una caduta con un elicottero che guida personalmente.
La sua colonna cervicale aveva risentito in modo particolare di tutti gli
incidenti che aveva subito.
Tramite Giuliano Gelso, un altro amico del gruppo degli svitati motociclisti
e grande conoscitore del mondo del motocross, avvenne il contatto
professionale con Puzar. Dovevamo cercare con ogni mezzo possibile, di
rimettere il sesto il campione per gli ultimi appuntamenti sportivi della
stagione, dopo i quali aveva deciso di appendere il casco al chiodo e di
smettere l’attività agonistica; c’era in ballo la finale del campionato del
mondo, e poi subito dopo, il trofeo delle Nazioni di Bel Puig in Spagna,
appuntamento imperdibile e vetta massima ambita da ogni pilota.
Da li a poco si sarebbe svolta l’ultima gara del campionato del mondo, e la
sua posizione in classifica era tale da potergli permettere, con una buona
ultima prova, anche la vincita del terzo campionato mondiale e nella terza
classe di cilindrata visto che aveva già vinto 125 cc e 250 cc. Gli mancava
solo la classe maggiore.
Iniziammo da subito le terapie che si protrassero anche la mattinata stessa
della gara con massaggi, infiltrazioni, manipolazioni, trazioni, farmaci,
chiroterapia.
Non avevo la macchina della bassa frequenza e inoltre questa non era molto
portatile e quindi non mi venne neppure in mente di trattarlo in quel modo.
Nulla da fare, il dolore era particolarmente importante e ingestibile; il
campione non riusciva a completare una intera manche di corsa per la
comparsa di importanti dolori che gli rendevano impossibile la guida in
modo ottimale, soprattutto la torsione del collo, ma anche lo stazionamento
eretto sulla moto.
“Alex parte per la prima manche; la termina e mi chiama nel suo caravan.
Mi avvisa che la situazione è insopportabile e che a quel punto mette anche
in dubbio la sua partecipazione al Trofeo delle Nazioni di Bel Puig in
Spagna che si sarebbe svolto da li a poco, e mi chiede di parlare con i
giornalisti di settore, spiegando a grandi linee in condizioni era e che questa
situazione poteva mettere in discussione anche la sua partecipazione al ben
più importante trofeo.
Era molto demoralizzato e difatti pensava di terminare la carriera con
quella gara, ma terminarla con un ritiro senza completare la prestazione,
Il salto quantico in medicina
221
non era per lui il modo giusto di porre fine ad una carriera costellata di
successi.
Diede forfait nella seconda manche, ed io diedi ai giornalisti le spiegazioni
del caso, rimanendo sul vago e lasciando però ancora una possibilità
segnalando che avremmo utilizzato una nuova metodica terapeutica che da
poco era approdata in Italia e che ci saremmo affidati ai risultati di quella.”
Finita la competizione ci ritrovammo Io Alex e Gelso, e discutemmo per
vedere di trovare una alternativa prima di lasciar annunciare il forfait al
campione, rinunciando all’ultima e più importante gara della stagione che
lo coinvolgeva come rappresentante ufficiale della nazionale italiana, anche
perché, essendo una gara il cui risultato dipendeva dalla somma dei risultati
dei 3 piloti, non era ammessa la sostituzione una volta annunciata la
formazione.
Non partecipare, significava compromettere la prestazione dell’intera
equipe che comprendeva altri due iridati, Chicco Chiodi 3 volte campione
del mondo e Andrea Bartolini, altro campione del mondo in carica nella
categoria 500 cc.
Capitolo venticinquesimo
L’INCONTRO CON LA BIORISONANZA
Qualche mese prima avevo partecipato ad una serata di aggiornamento
scientifico effettuata ad Alessandria, presso un amico e collega, che si
occupava oltre che i medicina generale, anche di omeopatia. Nel corso dell’
incontro, venivano appunto presentate delle novità circa un nuovo
integratore proveniente dall’America e utilizzato negli sportivi e questi
nuovi macchinari di cui non sapevo praticamente nulla. La mia attenzione
in quell’occasione, venne attirata dall’integratore, il cellfood, che ha come
anima centrale il deuterio, l’isotopo non radioattivo dell’idrogeno.
Quel prodotto nasceva molti decenni fa, da una formula messa a punto da
un particolare personaggio allievo di Einstein, Everett Storey.
Quella serata era organizzata dalla “EURODREAM” di La Spezia,
capitanata in modo eccellente da Giorgio Terziani, con cui oggi ho un
rapporto di amicizia e reciproca stima che sembra innato; Giorgio oggi
sponsorizza parecchi sportivi di rilevanza mondiale e soprattutto organizza
simposi scientifici di altissimo livello con relatori che portano sempre
Il salto quantico in medicina
222
contributi affascinanti in particolare sulla nutrizione cellulare, sullo stress
ossidativo sul deficit cellulare di ossigeno in particolari condizioni, e si
dedicano alla componente di ricerca che a me manca, ma che si integra
perfettamente con quello che verifico ormai quasi quotidianamente.
Rimasi molto affascinato da quanto sentii quella sera la relazione ampia,
chiara, intensa e scientificamente logica con contatti molto diretti con la
fisica dell’atomo. Anche la storia della nascita del prodotto aveva il suo
carisma, infatti derivava dalle ricerche di chi aveva permesso l’inventato la
bomba atomica e che sembrava quasi volesse riappacificarsi col genere
umano con quella sua nuova scoperta e invenzione socialmente molto utile
e con risvolti ancora tutti da scoprire.
Ricordo che quella sera ascoltai le varie relazioni sulla biofisica, che erano
ancora vaghe, e senza avere un substrato che mi permettesse di
comprendere per bene l’argomento. Discutendo però con i relatori, mi
accorsi che l’argomento della serata riferibile alle nuove apparecchiature di
derivazione tedesca, era direttamente correlato col macchinario che io stavo
utilizzando già da circa dieci anni.
Feci qualche domanda, presi alcune informazioni e anche un paio di
biglietti da visita, ma più che altro presi alcuni campioni del cellfood che
iniziai ad assumere personalmente e anche a somministrare ai miei pazienti
ed in particolare a quelli affetti da quella che allora definivo sindrome
astenica post infettiva e nei fibromialgici, ottenendo nel giro di pochi giorni
il ridimensionamento della componente “fatica” e anche a livello dolore e
sullo stato generale dei pazienti, con implemento degli effetti ottenuti con le
basse frequenze e le terapie tradizionali.
Durante la serata, la macchina che veniva presentata, era proposta in
medicina dello sport per la preparazione atletica e anche per il
defatigamento prima e post gara.
Alcuni medici avevano già effettuato alcuni lavori in cui veniva mostrata
l’efficacia nel diminuire i radicali liberi e nel miglioramento degli esiti
dello stress ossidativo, con miglioraramento delle performances atletiche, e
con un recupero più rapido e duraturo delle condizioni dopo la
competizione.
Tale macchinario era già stato portato alle olimpiadi di Sidney con dei
testimonial di tutto valore, compresi alcuni atleti vincitori di medaglie
(anche ori) olimpiche nel canottaggio.
Durante la presentazione era anche stato presentato capitolo inerente il
Il salto quantico in medicina
223
recupero dei danni da traumatismi, che risultavano guarire in tempi
dimezzati e con una restituzio maggiore.
Mi ricordai di quella serata e improvvisamente mi venne l’idea di provare
l’attrezzatura avendo il beneplacito del campione ormai disposto a tutto per
di riuscire a rimediare all’incresciosa situazione. Cercai il biglietto da visita
di colui che aveva organizzato la serata e gli chiesi se potevamo trovare un
accordo per utilizzare la biorisonanza.
Io avrei sottoposto a trattamento a partire da subito il pilota, se mi avessero
affidato la macchina in comodato gratuito, e in cambio avrei scattato alcune
foto durante la competizione che avrebbero potuto utilizzare a scopo
pubblicitario e avrei raccolto alcuni dati inerenti le modalità di
applicazione, verificando le performances visto che il trofeo si svolgeva su
due manches per due giornate consecutive e che lo sforzo richiesto ai piloti
sarebbe stato importante e quindi la resistenza avrebbe giocato un ruolo
molto importante..
L’accordo fu istantaneo anche perché “Fabrizio”, il mio interlocutore
commerciale, era un fans di Puzar.
Andai a recuperare il macchinario ad un casello dell’autostrada, dalle parti
di Cremona, e contemporaneamente avevo fatto richiesta all’Eurodream per
poter fare la stessa cosa col cellfood, ma in questo caso, per un disguido di
chi doveva consegnare la merce, non riuscì ad averla in tempo per portarla
in Spagna.
Partimmo per Bel Puig io Gelso e la Biorisonanza; per poter seguire da
vicino la procedura, finii in camera con Alex per cui mi fu possibile
sottoporlo a terapie anche durante la notte oltre che di giorno.
Quando gli altri due piloti, Chicco Chiodi, e Andrea Bartolini, e non solo
loro, ci videro armeggiare con quella strana cosa, vollero sottoporsi alla
terapia defatigante e preparatoria; oltre loro poi, vista l’efficacia e le
sensazioni piacevoli che i 3 piloti riferivano comparire già da subito, anche
altri tecnici e un altro medico accompagnatore, Moreno, provarono la
metodica, riferendomi delle loro sensazioni durante e dopo essersi
sottoposti alle applicazioni.
Una sensazione comune riferita da tutti fu uno stato di benessere indefinito
e non ben quantizzabile e una sensazione di leggerezza ai movimenti.
Nel frattempo i dolori al collo di Puzar si erano già ridimensionati di molto,
sino a sparire nel giro di qualche giorno, per cui il poter sostenere le 4
manches diventava sempre più impresa fattibile.
Il salto quantico in medicina
224
Capitolo ventiseiesimo
IL TROFEO DELLE NAZIONI
Il trofeo delle Nazioni è la competizione più importante al mondo, in
ambito motocrossistico.
Ogni Nazione partecipante, presenta una lista di tre piloti che partecipano
utilizzando la moto più confacente per cui non c’è nessuna imposizione per
la cilindrata che si intende utilizzare.
Dopo due giornate di corse costituite da due manches per giornata, si
effettua la somma dei punti ottenuti dai singoli piloti e la vittoria viene
attribuita al gruppo che in totale raggiunge il maggior numero di punti.
Con il gruppo completo sicuramente c’erano più probabilità di poter
competere per la vittoria.
C’era già una nazione che aveva perso un pilota per la strada e quindi
doveva partecipare solo con due rappresentanti. Non sono ammesse riserve.
Arriviamo al giorno della gara e i tre piloti italiani dopo la prima manche si
classificano ai primi posti tra lo stupore di tutti, non essendo tra i favoriti.
Tra la prima e la seconda manche, Puzar si distorce una caviglia, lo
soccorro, lo fascio e riscontrando l’insorgenza di una immediata
tumefazione, lo sottopongo a due sedute di biorisonanza consecutive, e con
mio stupore vedo la caviglia sgonfiarsi in tempi brevissimi e sotto ai miei
occhi.
Il salto quantico in medicina
225
Risottopongo il pilota ad esame clinico e anche il dolore è quasi
completamente scomparso.
Purtroppo non ho potuto recuperare tutte le fotografie riferibili alla
manifestazione perché le consegnai ad un giornalista presente che si
interessò all’argomento medico, ed a “Fabrizio”.
Quelle che sono riuscito a recuperare sono quelle che vennero pubblicate
anche sul web. Erano oltre 600 fotografie digitali.
Rimasi favorevolmente stupito del fatto che non vi era più nessun segno
particolare del gonfiore che poco prima avevo potuto osservare e che avevo
anche documentato fotograficamente, e essendo specialista in quel campo,
mi fu possibile verificare clinicamente lo stato dell’articolazione.
In questo modo il pilota ha potuto rimettersi lo stivale senza fasciatura e
ultimare la manche successiva riuscendo appunto a raggiungere lo
straordinario risultato della prima manche anche nella seconda, nonostante
l’incidente che per fortuna non aveva lasciato apparentemente nessun
reliquato.
Alla fine della gara del giorno chiesi al pilota di rifarmi vedere la caviglia, e
mi trovai di fronte ad una caviglia ben funzionante, senza apparenti segni di
recente distorsione e nessun segno dell’edema riscontrato un paio di ore
prima e risoltosi in una quindicina di minuti.
Il pomeriggio e la sera continuammo con la somministrazione delle
frequenze definite defatiganti e di preparazione. Alla sera con quelle
favorenti il riposo e la mattina con quelle favorenti il risveglio.
Il giorno successivo, quello della seconda e determinante giornata di gare,
gli azzurri ripetono le prestazioni del giorno precedente anche se, avendo
garanzia di vittoria, negli ultimi giri mollarono leggermente il ritmo, in
particolare Alex, il meno giovane dei tre, e perdendo una posizione, impedì
alla Spagna, padrona di casa, di salire sul terzo gradino del podio che gli
venne soffiato dalla nazione del pilota che superò Puzar negli ultimi giri.
I colleghi ed amici Spagnoli non furono molto contenti di questo fatto, ma
nonostante tutto furono molto comprensivi sapendo che non vi era nessuna
tattica dietro a quello scivolamento di posizione.
L’Italia conquista così sul terreno spagnolo, il trofeo delle nazioni di
motocross del 2002, per la seconda volta in sessant’anni, tra la
soddisfazione di tutti i componenti del team azzurro.
Dopo le dichiarazione antecedenti la gara circa le condizioni di Puzar, e
circa le nuove terapie, alcuni giornalisti sportivi vennero a vedere di cosa si
Il salto quantico in medicina
226
trattava e riferirono nei loro articoli della cosa.
Anche questo servì anche come sprone successivo per aprire le porte delle
strutture ufficiali alla nuova metodica.
La macchina venne donata ad Alessandro Puzar che continua ad utilizzarla
tuttora, sempre la stessa macchina che continua a funzionare perfettamente,
e la metodica, dopo la registrazione dei vari risultati sportivi, con
incidentalmente anche dimostrata efficacia in ambito traumatologico acuto,
inizia a solleticare la curiosità di parecchi atleti, dei loro preparatori,
compresi medici e fisioterapisti e la voce si allarga a tal punto che alcuni
medici sportivi di importanti società iniziano ad interessarsi e si dotano
dell’apparecchio, forse più che altro per curiosità o per moda, più che per
fede nello strumento.
Capitolo ventisettesimo
LA PRIMA IMPORTANTE RACCOLTA DATI.
I medici utilizzatori dei macchinari vengono successivamente censiti e
Il salto quantico in medicina
227
viene chiesto loro di fornire dei dati numerici circa il numero di pazienti
trattati, le patologie coinvolte, ed i risultati.
Allo scopo vengono predisposte delle cartelle per poter catalogare i risultati
secondo criteri scientifici, prevedendo anche dei criteri comuni per rendere
la casistica coerente con le regole della casistica ammesse.
Il numero dei medici cresce, e la casistica inizia a diventare corposa, e
anche se non è stato fatto da subito uno studio randomizzato specifico,
perdendo quindi dalla casistica buona parte di campionatura, questo venne
fatto successivamente. Io stesso, dopo quell’esperienza ho iniziato a
raccogliere dati sistematicamente nei pazienti che conoscevo da anni e che
erano miei assistiti e dei quali disponevo di una cartella medica
informatizzata con tutta l’anamnesi e la cronologia terapeutica,
compendiata dagli accertamenti che erano loro stati fatti eseguire.
Dal campo reumatologico e ortopedico, al campo della medicina generale,
compresi alcuni casi di pazienti affetti da cancro; nella casistica random
iniziale c’era tutto ciò che era stato trattato, successivamente le patologie
sono state raggruppate e studiate per gruppi omogenei.
Per quanto riguarda la modalità di somministrazione, la biorisonanza è stata
inserita inizialmente a latere, integrandola alle terapie classiche, per gestire
alcuni sintomi quali il dolore e l’infiammazione e la componente vascolare,
che in certi casi diventavano causa di sovraccarico farmacologico, o
difficilmente gestibili in pazienti che già assumevano farmaci in quantità
cospicua o che avevano mostrato facilità all’insorgenza di effetti collaterali,
in particolare con l’assunzione dei FANS.
La metodica dava risultati evidenziabili già clinicamente e soggettivamente
e sia medico che pazienti erano soddisfatti, per cui non ci si ponevano
particolari problemi di dover cercare altre prove dell’efficacia, non
riscontrando mai in nessun caso, l’insorgenza di effetti secondari o non
previsti ed essendo la terapia gradita ad entrambi i lati, medico/paziente.
Successivamente, visto l’importante numero di pazienti che erano stati
trattati e l’esperienza maturata e i risultati ottenuti, mi venne chiesto di far
parte del comitato scientifico dell’Asbimen per meglio coordinare ed
ottimizzare la metodica ed anche per implementarla ed espanderla.
Da da quel momento iniziò la raccolta i dati secondo criteri scientifici.
Lo stesso venne richiesto agli altri medici e, quando le schede dei pazienti
superarono le 5000 unità, venne proposto all’ASL 22 di Novi Ligure di
considerare l’idea di aprire un ambulatorio di biorisonanza.
Il salto quantico in medicina
228
Il direttore sanitario esaminò tutta la documentazione presentata, compresa
l’autorizzazione ministeriale e mentre da una parte l’ortopedia si dotava di
una apparecchiatura d’onde d’urto, molto costosa in relazione al costo delle
apparecchiature per la biorisonanza, dall’altra veniva aperto il primo
ambulatorio di biorisonanza gestito dall’Ortopedia per un numero seppur
cospicuo di patologie ben individuate, tutte di interesse ortopedico
reumatologico vascolare.
Al polo universitario di Acqui Terme, sempre facente capo alla stessa ASL,
venne aperto il primo centro di medicina integrata, dove venivano utilizzate
tutte le forme terapeutiche che avessero dimostrato una efficacia
verificabile scientificamente. Successivamente venne accreditato al
ministero della salute il primo congresso di medicina quantica con annesso
corso ECM che vide attribuiti 8 crediti per medici.
Il congresso ebbe un particolare successo e vide la partecipazione di
docenti dell’università di Genova e Milano, ma anche di altri professori e
anche di un fisico del politecnico sempre di Milano, il Professor Sergio
Serrano che mi permise di venire a conoscenza dei primi dati direttamente
da un fisico.
Capitolo ventottesimo
LA CASISTICA STORICA
(antecedente al 2004)
Dr. G.B.Ceresa : specialista in cardiologia, specialista in igiene, medico
aggregato della Federazione Medico Sportiva del C.O.N.I. Medico
convenzionato col S.S.N. a Livigno. -14 pazienti trattati per Periartrite
Scapolo Omerale di origine primitiva e post traumatica, di recente
insorgenza e subcroniche datanti sino a due anni: 1 o 2 applicazioni al
giorno con applicatore locale frequenze utilizzate : 2,5-18 Hz e 2,8-25,9
Hz. In genere per i primi 5-8 giorni 2 applicazioni al giorno e
successivamente 1, ma in ogni caso a distanza di almeno 8 ore tra una
applicazione e l’altra. Non è stato utilizzato nessun altro tipo di terapia, né
farmacologica né fisica. Ai pazienti che assumevano farmaci per tale
patologia, sono stati sospesi. Periartrite di recente insorgenza (entro 6 mesi)
9 casi, e di vecchia data (dopo 6 mesi ma entro 3 anni) 5 casi. 9 pazienti
Il salto quantico in medicina
229
maschi, 5 femmine, età compresa tra i 25 e gli 85 anni.
La presenza di recidiva è stata valutata a 6 mesi di distanza dal termine
delle applicazioni. Il risultato +++ corrisponde ad una scomparsa della
sintomatologia con una ripresa funzionale articolare soddisfacente,
compatibile con lo stato generale del paziente ed il quadro di omartrosi
presente. Il risultato di ++ corrisponde ad una scomparsa della
sintomatologia e ad una funzionalità articolare.
limitata per i movimenti di retropulsione, in ogni caso compatibili con una
vita normale.
Ulteriore lavoro presentato dal Dottor Ceresa riguarda una casistica
inerente le patologie trattate con 230 pazienti.
Il salto quantico in medicina
230
Classificazione in base alle singole patologie
Tabella 3: Periartrite Scapolo Omerale:
Il salto quantico in medicina
231
Tabella 5: Eicondiliti—Epitrocleiti:
Il salto quantico in medicina
232
Il salto quantico in medicina
233
Tabella 20:Ematomi post-traumatici
Il salto quantico in medicina
234
Dottor Giuseppe Grasso, Dr, Fereidoun G. Fazli, Dr. Luciano Buttalo,
Dr. Bruno Vanghetti, Dr. “Leonardo Di Lauro Clinica Neuorchirugica
dell’Università di Brescia (relazione Dr.Grasso): “Studio prospettico di
valutazione di un nuovo sistema Terapeutico di Biorisonanza
Magnetica Pulsante nel controllo del dolore vertebrale acuto e
cronico”.
Durata dello studio Luglio 1998—Gennaio 1999.
14 pazienti ospedalizzati—95 pazienti ambulatoriali = 73 pazienti totali
Patologie eterogenee ma con dolore intenso.
Risultati definiti dal gruppo di lavoro:
Elevata efficacia nel controllo del sintomo dolore nel 100% dei casi
Sia nel dolore post-operatorio
Sia nel dolore di tipo cronico
Risultati variabili da discreti ↔ a ottimi
Riscontro di 2 casi con recupero neurologico in pazienti con danno
nervoso periferico di tipo radicolare.
30 pazienti affetti da patologia degenerativa osteoarticolare, trattati
ambulatorialmente esclusivamente con biorisonanza hanno dato
risposta positiva alla terapia nella percentuale dell’ 83%.
18 pazienti con esiti traumatici chirurgici vertebrali, hanno dato
risposta positiva nel 100% dei casi.
I pazienti sono stati reclutati tra quelli degenti in neurochirurgia negli
Ospedali Civili di Brescia.
Nella casistica sono inclusi 14 pazienti di cui 9 maschi e 5 femmine con età
tra 22 e 67 anni, età media 49 anni.
Gruppo A: composto dal 78% pazienti che sono stati sottoposti ad
intervento chirurgico alla colonna vertebrale (11 a livello cervicale – 1 a
livello dorsale – 6 a livello lombare – 1 a livello cervicale e lombare )
Gruppo B: composto dal restante 22%, non trattati chirurgicamente ( 1
frattura cervicale – 1 discopatia cervicale – 1 esito di stabilizzazione
lombosacrale e quindi intervento precedente).
Fanno parte della casistica anche: patologie degenerative, 8 casi tra cui 3
spondilolistesi lombosacrali, 2 instabilità lombari, 1 discopatia lombare, 1
discopatia cervicale, 1 esito di stabilizzazione lombare. Sono considerati
anche casi con traumatismi della colonna (5 casi di frattura vertebrale).
Nello studio è stata inserita una paziente con patologia tumorale (Mieloma
Multiplo localizzato alla colonna).
Il salto quantico in medicina
235
Risultati:
A)
1 applicazione al giorno per 5 giorni consecutivi riduce il dolore post-
operatorio in modo significativo.
Beneficio del 100% su 9 pazienti con percentuale di dolore ridotta dal
30 all’80%
Nel 78% dei casi riduzione del dolore oltre il 50% (valutazione con
idonee scale soggettive).
Nel 22% dei casi riduzione del dolore oltre il 70%.
Nessun effetto collaterale riscontrato.
B): controllo del sintomo “dolore generico”
Beneficio del 100% su 16 trattamenti effettuati.
Nel 68,75% dei casi, percentuale di dolore ridotto oltre il 50%
Nel 25% dei casi, percentuale di dolore ridotto oltre il 70%
Pazienti ambulatoriali:
Primo gruppo con patologia degenerativa:
Lombosciatalgia non chirurgica
Cervicobrachialgia non chirurgica
Periartrite scapolo omerale
Artrosi polidistrettuale
Osteoporosi
Patologia del rachide varia (19 pazienti = 63%)
Beneficio nell’83% dei casi
Risultato discreto: miglioramento del 35-50% del sintomo nel 27%
dei casi
Risultato buono: miglioramento oltre al 50% del sintomo nel 10%
dei casi Risultati ottimi: miglioramento oltre il 70%del sintomi nel 46% dei casi
Secondo gruppo:
Esiti traumatici 11 pazienti
Colpo di frusta cervicale 8 pazienti
Frattura vertebre dorsali trattate conservativamente 1 paziente
Traumatismo alla spalla con lesione tendinea a carico della cuffia dei
rotatori 1 paziente
Il salto quantico in medicina
236
Distorsione tibio-tarsica 1 paziente
Patologia della colonna 82%
Risposta positiva nel 100% dei casi:
Risultato discreto: 9%dei casi
Risultato buon: 18%dei casi
Risultato ottimo: 73%dei casi
Terzo gruppo costituito da esiti di interventi chirurgici alla colonna:
7 pazienti trattati chirurgicamente per discopatie o instabilità
lombari, scoliosi o traumi vertebrali, senza aver conseguito
beneficio dall’intervento chirurgico o con un beneficio parziale o
comunque con residui.
RISULTATI:
Note:
Risposta alla biorisonanza nel 100% dei casi anche se in modo più graduale
con necessità di allungamento del periodo di trattamento.
Patologie altamente impegnative e con scarsa risposta terapeutica alle altre
terapie.
Risultato discreto: 76%dei casi
Risultato buon: 14%dei casi
Risultato ottimo: 14%dei casi
Dottor Alberto Scagliati:
10 casi di artrosi polidistrettuale.
Caratteristiche:
Aggravamento del dolore con clima umido
Presenza di deficit articolare e limitazione funzionale
Dolorabilità spontanea specie all’inizio del movimento con rigidità
mattutina
Dolorabilità alla palpazione e alla flessione forzata
Presenza di numerosi trigger points.
PROTOCOLLO UNICO:
16 sedute con apparecchio domiciliare per 8 giorni applicazioni mattino e
sera.
8 minuti per ogni applicazione con frequenze 2,5-18 Hz intensità massima,
una volta con applicatore total body e 1 con applicatore locale.
L’intensità del dolore è stata così valutata:
0 = assenza di dolore e assenza di limitazione funzionale
Il salto quantico in medicina
237
1 = dolore lieve e assenza di limitazione funzionale
2 = dolore medio con modica limitazione funzionale
3 = dolore forte limitazione funzionale netta
4 = dolore spontaneo provocato e importante limitazione funzionale
Risultati:
Buoni: 80% dei casi
Discreti; 10% dei casi
Non risposta: 10% dei casi
Nei casi con risultato buono, la sintomatologia dolorosa e la limitazione
funzionale si sono ridotte in 8 giorni a livello 1.
Dottoressa D. Soppesa: casa di riposo di Borgo Val Sugana Trento.
Studio su pazienti con frattura del collo del femore e successiva
applicazione di protesi d’anca cementata.
Protocollo unico di trattamento
o 2 cicli con 2 sedute di 8 minuti l’una mattino e sera per totale di 16
minuti per seduta. Quindi 2 sedute die totale 32 minuti di applicazione die.
Sono state utilizzate le frequenze dei 9 programmi base:
Primo mese dopo l’intervento chirurgico:
Intensità 1 programma 9 per 7 giorni e a intensità 8 per le 3
settimane successive.
Secondo mese dopo l’intervento chirurgico:
Programma 5 intensità 4 per 1 settimana—programma 9 intensità 8
per le successive 3 settimane.
Terzo mese dopo l’intervento chirurgico:
Programma 9 intensità 8 per tutte e 4 le settimane.
RISULTATI:
Un gruppo di pazienti ha rispettato lo schema da subito, un secondo gruppo
di controllo ha effettuato per le due prime settimane terapia placebo, senza
invio di onde, per cui ha cominciato la terapia vera e propria con due
Il salto quantico in medicina
238
settimane di ritardo rispetto all’altro gruppo manifestando:
Algia spontanea con limitazione funzionale
Importante edema dell’arto protesizzato e per alcuni pazienti edema anche
contro laterale
Adinamia global con rallentamento dei movimenti deambulatori.
Stato depressivo reattivo al trauma subito.
Primo mese:
Tutti i pazienti del gruppo in “terapia” da subito, deambulavano caricando
al 100% sull’arto sottoposto a intervento di protesi.
Nessuno dei pazienti in terapia “placebo” era in grado di caricare sull’arto
operato.
Secondo Mese:
Primo gruppo di pazienti:
3 pazienti hanno cominciato la deambulazione con i bastoni canadesi
abbandonando il girello
2 pazienti hanno continuato ad usare il girello iniziando il programma la
terza settimana del secondo mese
Secondo gruppo di pazienti (placebo):
I pazienti del gruppo di controllo iniziano il programma dei pazienti del
primo gruppo solamente alla fine del secondo mese
Terzo mese:
Tutti i pazienti escluso 1, per motivi di vista costretto ad usare il girello,
usavano esclusivamente il tripode per deambulare.
Il gruppo di controllo (placebo) ha concluso il programma riabilitativo con
2 mesi di ritardo rispetto al primo gruppo, manifestando una notevole
componente depressiva.
Nessun paziente trattato da subito con biorisonanza ha manifestato
tendenza alla depressione.
Dr. Diego Pintarelli:
“Utilizzo della biorisonanza magnetica in casa di riposo fondazione
Montel”
Inizio dell’utilizzo della biorisonanza dall’ agosto 1998.
Da allora sono stati trattati 230 ospiti portatori delle seguenti patologie
Il salto quantico in medicina
239
cronico degenerative e esiti di patologie acute:
Artrosi
Osteoporosi
Esiti di fratture
Fase post ictus
Vasculopatie periferiche
Morbo di Parkinson
Adinamie geriatriche
Sindrome ansioso depressiva
Insonnia
Diabete
Fase post infartuale
I pazienti sono stati tutti rivaluti con esame clinico ed esami strumentali e
laboratoristici dopo 30 giorni di trattamento:
Si è avuta una risposta positiva con le seguenti percentuali nelle varie
patologie:
Il salto quantico in medicina
240
Professor Mario Zanlungo chirurgo Ortopedico specialista in chirurgia
della mano Pavia:
Trattamento dell’algodistrofia (Complex regional pain sindrome dell’arto
superiore).
CRPS – CRPS 1° - Causalgi CRPS 2° -
In uno studio condotto su 5 pazienti si é utilizzata la biorisonanza
utilizzando i 9 programmi base con le rispettive frequenze.
In particolare il programma 6 con effetto antiedemigeno, il programma 8
con effetto sul dolore, l’1 con effetto ansiolitico, il 4 come regolatore del
sistema neurovegetativo.
Risultati:
Con la nuova metodica si è interrotto il circolo vizioso che sottende a
queste sindromi, e la risposta dei pazienti è definibile buona con un
ripristino funzionale e azione sul dolore con tempi nettamente inferiori
rispetto agli standards abitudinari.
Dottor Paolo Ferrari primario di Ortopedia e Traumatologia Ospedale di
Acqui terme:“Patologie ortopediche degenerative, infiammatorie, post –
traumatiche, post chirurgiche”.
Dati riferiti unicamente al mese di Aprile del 2004:
Si è valutato il tempo critico intercorrente per stabilizzare i pazienti dalla
data del ricovero al momento dell’intervento chirurgico
Patologie trattate:
Precedenti terapie fallite
Neuropatie periferiche
Lombo sciatalgia
Cervicobrachialgia
Sindrome del tunnel carpale
Sindrome da stenosi lombare
Nevralgie intercostali
Tendiniti o tendinosi
Periartrite scapolo omerale
Entesite d’anca
Artropatia degenerativa artrosica
Lombalgia
Spondilartrosi
Gonartrosi
Artosi del piede
Il salto quantico in medicina
241
TOTALE DI CASI TRATTATI n. 180 pazienti—58 casi controllati nel
corso dell’anno 2004 a distanza di 4 mesi. Sono stati seguiti 252 pazienti
anziani affetti da frattura prossimale del femore ricoverati e operati nel
2001 e successivamente controllati a 6 mesi dall’evento. Vengono
presentati i casi più significativi.
Il salto quantico in medicina
242
Conclusioni:
Il lavoro è stato effettuato con linee guida applicando a tutte le patologie
lo stesso programma e senza nessuna preparazione da parte di chi ha
applicato la terapia e pertanto è sicuramente migliorabile il risultato
con una opportuna preparazione e personalizzazione della terapia,
individuando le frequenze più idonee.
Questo tipo di terapia è ben accetta dai pazienti e dagli operatori.
Non si è potuta verificare la stabilità nel tempo per la brevità della raccolta
dati.
Non si è potuta verificare l’efficacia nei disordini di ordine meccanico non
essendo presente questo come obiettivo di questa presentazione.
Dottor Aldo Foti: ambulatorio di medicina generale Torino:
Casistica personale ambulatoriale: 35 casi
Donne di oltre 55 anni di età
Artrosi polidistrettuale
Documentazione radiografica
Omogeneità della sintomatologia
Aggravamento dei dolori col tempo umido
Limitazione funzionale e deficit articolare
Dolorabilità spontanea e rigidità mattutina
Protocollo terapeutico:
Gruppo ambulatoriale: 2 cicli distanziati di 1 mese di 12 sedute di durata
24 minuti a cadenza trisettimanale. Sospensione dei trattamenti
farmacologici specifici.
Gruppo domiciliare: terapia giornaliera con 2 applicazioni al giorno
mattino e pomeriggio con applicatore total body e frequenza applicata
da 2,2 a 17,7 Hz. E da 2,5 a 18 Hz e successivamente con applicatore
locale.
RISULTATI:
In entrambi i gruppi si è avuta una importante diminuzione del dolore dal
50 al 90% con una quasi completa ripresa funzionale articolare escludendo
scrosci e rigidità ai livelli estremi dell’escursione delle articolazioni testate,
ma con massima soddisfazione da parte delle pazienti,
Dr. Mario Opezzo : “Diminuzione dell’uso di farmaci antiflogistici
Il salto quantico in medicina
243
tradizionali, omeopatici e fitoterapici, associando la biorisonanza”.
Pazienti trattati n. 8 : 3 maschi e 5 femmine. Terapia farmacologica
perdurante stabilizzata da mesi.
Trattamento con biorisonanza effettuato per massimo 4 settimane.
Risultati:
La terapia con biorisonanza è stata in grado di diminuire notevolmente i
farmaci utilizzati dai pazienti e in 3 casi è stato possibile sostituirli
completamente con stato di benessere ottenuto esclusivamente con la
terapia con biorisonanza.
Dr. Alberto L’affranchi: specialista in radiodiagnostica e radioterapia
docente del centro di bioclimatologia e medicine naturali dell’università di
Milano IST Istituto Scientifico Tumori Milano.
“Utilizzo della biorisonanza nei danni da radioterapia”.
Tra il 1996 e il 1998 sono stati arruolati 21 pazienti
18 pretrattati con radioterapia
3 dopo resezione surgelamento e reinnesto della mandibola
età media 63 anni
Trattamento di 2 sedute al giorno di 30 minuti a distanza di 5-6 ore già dal
primo giorno dopo l’intervento e per tutto il periodo del ricovero
RISULTATI:
Due pazienti sono usciti dallo studio
Nei 19 pazienti residui si è notata una rapida risoluzione
dell’edema post chirurgico, 3-4 giorni contro 5-6 giorni del
gruppo storico.
In nessuno dei pazienti si sono verificate complicanze flogistiche a
livello ORL:
CASISTICA dal 1992 al 2003:
· 78 pazienti con lesioni subacute o croniche da pregresso trattamento
radioterapico
· 29 osteoradionecrosi (ORN)
· 44 lesioni cutanee
· 46 femmine
· 32 maschi
· età tra i 22 e gli 83 anni con media di 51 anni
CASI SPECIFICI singoli:
Il salto quantico in medicina
244
In campo tumorale e metastatico con localizzazioni ossee e ai tessuti molli
cutanei e sottocutanei.
Casistica riferita a lesioni cutanee:
· 31 pazienti con lesione della parete toracica da radioterapia per
neoplasia mammaria
· 12 pazienti con lesioni agli arti
· 1 paziente con lesioni al mento
La guarigione è avvenuta in tempi compresi tra le 2 e le 24 settimane con
una mediana di 12 settimane. 2 pazienti sono state operate.
Dr. Gastaldi Tiziano: Novi Ligure (Al) -”Ambiti applicativi personali
della biorisonanza”
In campo sportivo:
preparazione alla prestazione sportiva
Defatigamento post gara
Rilassamento
Aumento della resistena
Diminuzione danni da microtraumi
Patologia traumatica acuta (stiramenti distorsioni tendiniti fratture
contusioni)
Patologie in campo medico generale e specialistico:
Patologia della spalla acuta e degenerativa con e senza lesioni (cuffia
rotatori—calcificazioni—artrosi– esiti di lussazione– esiti traumatici)
Artrosi nelle localizzazioni classiche
Artrite Reumatoide iniziale e avanzata, fase quiescente e fase florida
Lupus Eritematoso sistemico
Connettivite mista
Lombalgie lombo sciatalgie con e senza ernie discali, artrosi del rachide
con e senza sindrome del canale ristretto—altre sindromi lombo
vertebrali
S. Tunnel carpale, De Quervain, dita a scatto, tendiniti e borsiti varie
Gotta
Addominalgie
Cisti ovariche
Ca polmonare
Mesotelioma pleurico
Osteomielite con sequestro osseo e riassorbimento osseo
Il salto quantico in medicina
245
Fratture—ritardi di consolidazione—osteoporosi
Sindromi fibromialgiche
Cataratta in artrite—IPB in artite
Epatopatie ipertransaminasemiche con valutazione dei parametri
ematochimici
dismetabolismi vari (diabete)
Esiti chirurgici e protesici
Cellulalgia
Dolore di NDD.
DISTRIBUZIONE PATOLOGIE NEI PRIMI 3000 CASI TRATTATI
NELL’AMBULATORIO DI BIORISONANZA ASL 22 NOVI
LIGURE:
Capitolo ventinovesimo
L’ambulatorio di biorisonanza che fornisce ancora attualmente le
prestazioni di biorisonanza in regime di LEA, iniziò a diventare noto, al
punto di avere una notevole lista di attesa per far accedere i pazienti alle
terapie. Recentemente, per la lunga coda, hanno sospeso le prenotazioni per
smaltire le richieste.
Nessuno di coloro che lo gestiscono, ad esclusione dell’infermiera
responsabile che ha partecipato al primo congresso svoltosi ad Acqui Terme
nel 2004 e che si è giovata inizialmente dell’appoggio dei consulenti
Il salto quantico in medicina
246
ASBiMeN ha avuto una preparazione mirata, come anche segnalato dal
Dottor Paolo Ferrari di Acqui, e nonostante quello, la metodica ha dato
egualmente risultati apprezzabili. Col tempo l’esperienza dell’applicazione
pratica ha fatto il resto e l’ambulatorio continua a funzionare ai massimi
regimi.
Dopo pochi mesi dall’apertura di tale ambulatorio, ad una riunione dei
medici generalisti dell’ASL il Direttore Sanitario, scettico da sempre,
presentò ufficialmente la biorisonanza e nel preambolo disse: “non so cosa
sia, non so cosa succeda, e cosa vi fanno, ma so che funziona e che i
pazienti fanno la coda per poter accedere alle terapie e costa poco. Va bene
così.”.
Questo eliminava anche il sovraccarico di pazienti che si rivolgevano alla
fisioterapia in cui erano impegnati numerosi addetti, contrapposti all’unica
persona che gestiva l’ambulatorio di biorisonanza.
I protocolli terapeutici efficaci iniziali, quelli che avevo allestiti dal
comitato scientifico dell’ASBiMeN a cui apparteneva anche la dottoressa
Marina Covelli, grande esperta di medicine naturali e biorisonanza, di
Como.
Successivamente venivano presentate due relazioni inerenti l’utilizzo della
bisorisonanza da parte dei medici di medicina generale a due diversi
congressi nazionali SNAMID (società nazionale di aggiornamento medico
per il medico di medicina generale).
All’IST di Milano (Istituto Scientifico Tumori) partiva un lavoro dove
veniva applicato un protocollo in pazienti terminali sotto terapia morfinica
a scopo analgesico, per verificare la diminuzione dell’uso dell’oppiaceo e
quindi verificando l’effetto sul dolore, con monitoraggia 24 ore su 24 con
gruppo di controllo omologo. Lavoro che venne interrotto per la comparsa
precoce degli effetti già verificati per cui veniva confermato l’effetto
analgesico anche in caso di cancro avanzato anche se su pochi pazienti.
Col passare del tempo, in Piemonte ed in particolare in provincia di
Alessandria i centri che si dotarono delle apparecchiature crebbero in
maniera esponenziale sino a quando per vari problemi l’ASBiMeN si
sciolse.
La direzione commerciale cambiò ed anche i metodi. Si perse il back
ground accumulato in Piemonte e nell’alessandrino in particolare, ma
crebbe nel Bresciano, utilizzata in particolare associata alle terapie con
ozono come antidoto alla produzione dei radicali liberi, effetto collaterale
Il salto quantico in medicina
247
dell’altra terapia. Arrivò in Sud Italia e in Sardegna.
C’erano altri gruppi che lavoravano sull’argomento, e oggi siamo arrivati
alla riunione di questi gruppi nella speranza di trovare una piattaforma
comune per produrre macchinari sempre più perfezionati e rispondenti alle
necessità cliniche, molto maneggevoli resistenti e di facile uso, con linee
guida sempre più performanti.
Con l’interessamento di centri di alta specialità vennero anche impostati
lavori su malattie complesse, in particolare in campo neurologico. I dati per
queste patologie sono ancora con piccoli numeri, ma nonostante questo
molto interessanti soprattutto per la soddisfazione dei pazienti.
Alcuni di questi macchinari, i più sofisticati, non sono trasportabili e
prodotti quasi artigianalmente per cui diventa difficile per i pazienti che non
siano nelle zone dove sono localizzati, accedervi.
Un altro gruppo Romano ha avuto notevoli risultati e ha implementato in
maniera particolare gli studi sull’argomento, ricordandosi di aver potuto
contare sulle sperienze del già citato Professor Umberto Grieco.
Nel Gennaio 2009, a Bologna, alla tavola rotonda sullo stress ossidativo e
sulla fibromi algia organizzato dall’Eurodream, ebbi modo di assistere alla
presentazione di Nicola Limardo, che mi ha dato la possibilità di conoscere
altri particolari, in questo caso “esogeni” che intervengono sull’organismo
potendo provocare svariate patologie.
Questi dati forniscono una ulteriore prova dell’importanza delle onde
magnetiche nel determinismo delle condizioni degli esserei viventi.
Limardo è un personaggio particolarissimo e carismatico; qualche dato
biografico è utile per capire il suo percorso.
Dopo essersi appassionato alla progettazione in Bioarchitettura, muove i
primi passi nel settore partecipando a vari seminari, congressi, corsi di
Il salto quantico in medicina
248
specializzazione in qualità di allievo, ed inizia ad approfondire un aspetto
importante della Bioarchitettura: le influenze elettromagnetiche ionizzanti e
non ionizzanti negli ambienti.
Si dedica alla fisica e alla chimica dei materiali e anche alle relazioni tra tra
fisica, specie quella quantistica, e l’ habitat.
Si iscrive all’Università di Milano alla facoltà di fisica, seguendo alcuni
esperti in fisica quantistica quali il Prof. Emilio del Giudice e Pierluigi
Ighina (già collaboratore di Guglielmo Marconi e considerato personaggio
stravagante per le sue invenzioni e dichiarazioni: scoprì l’atomo magnetico
e aveva costruito la macchina della pioggia con cui si dice faceva piovere
nell’autodromo di Imola quando c’erano i gran premi).
Non raggiunge la seconda laurea, per sopravvenuti problemi professionali,
ma si appassiona comunque moltissimo a tutto ciò che è invisibile
all’occhio umano, e le conoscenze che raggiunge saranno sufficienti per
poter in seguito inventare e brevettare nuove strumentazioni di misura nel
settore nucleare.
Verso la fine degli anni 90, approfondisce gli studi sui campi
elettromagnetici e le interazioni con la salute umana, si occupa di
geobiologia.
Ritenendo importante potersi dotare di strumenti nuovi, si impratichisce
nell’utilizzo di strumenti biofisici (antenna Lecher, biosensore, ecc.) e non
essendo ancora presente sul mercato una strumentazione scientifica di
misurazione come gli necessita, se lo realizza e lo brevetta nel 2002,
ottenendo la convalida del Ministero dell’Industria. Questo straordinario
Il salto quantico in medicina
249
strumento è il “Geopotenziometro”.
Prosegue la sua attività anche come formatore per insegnare come rilevare i
campi elettromagnetici artificiali, presso il centro PMM-Centro Misure
Radioelettriche (Referenti del CEI-Comitato Elettrotecnico Italiano),
divenendone successivamente anche referente di fiducia nell’area del
Piemonte.
Successivamente sviluppa lo studio del gas radon e acquista i primi
scintillografi per i rilevamenti del gas radon e Contatori Geiger di tipo
civile e militare per detectare la presenza delle radiazioni ionizzanti nei
materiali da costruzione e di arredo.
Verso la fine del 2000, la sua attività e le sue ricerche sono molto
apprezzate e col nuovo millennio inizia ad effettuare numerosi interventi di
monitoraggio ambientale, ottenendo l’incarico anche da numerosi comuni
italiani e svizzeri.
Diviene perito di fiducia del Tribunale di Novara in campo ambientale e
Coordinatore Scientifico dell’Unione Tutela Consumatori di Novara e
fonda l’Azienda Edil Natura, per offrire un servizio di indagini ambientali a
livello nazionale. Riesce, con le sue strumentazioni, a rilevare
scientificamente la “potenza” dei nodi di Hartmann, molto discussi dai
fisici, con la conferma ministeriale ulteriore di validità, della
strumentazione che utilizza. Il suo Geopotenziometro verrà utilizzata negli
anni successivi per effettuare le indagini delle radiazioni naturali
provenienti dal sottosuolo per opere pubbliche (residenze sanitarie, aree
sanitarie in genere, ospedali, farmacie comunali e non, scuole, ecc. alcune
delle quali con il contributo finanziario della Comunità Europea).
E’ progettista ambientale della prima opera pubblica in Italia (Residenza
Sanitaria Assistita) dove viene eseguito il controllo dei campi
elettromagnetici artificiali e delle radiazioni naturali indicando anche la
“potenza” delle radiazioni. Costruisce e brevetta a livello internazionale lo
schermo antiradiazioni denominato “Geoprotex” (marchio brevettato),
unico prodotto presente sul mercato, a tutt’oggi, in grado di proteggere non
solo dai campi elettromagnetici artificiali ma anche quelli naturali emessi
dal sottosuolo (radon e radiazioni ionizzanti gamma).
Viene nominato di Docente in Medicina dell’Habitat presso l’Université
Europenne “Jean Monnet” di Bruxelles (Belgio) in associazione con l’ISN
di Milano. Ha incarico di docente nei corsi di specializzazione in Medicina
dello Sport presso la facoltà di Medicina dell’Università di Siena. Pubblica
Il salto quantico in medicina
250
il libro “Campi Elettromagnetici – La verifica e la protezione in ogni
ambiente” Ed. Priuli &Verlucca che rappresenta il primo testo italiano nel
quale sono indicate tutte le leggi inerenti i campi elettromagnetici, anche
quelle che si riferiscono agli ambienti di lavoro e rappresenta un
vademecum sia per i tecnici che per gli avvocati. Inizia a partecipare, in
qualità di relatore, a conferenze su “Ambiente e Salute” in varie città
italiane, anche all’interno di Enti Pubblici (Comuni) con l’ausilio di medici
e biologi di fama quali la Dott.ssa Anna Villarini dell’Istituto Nazionale dei
Tumori di Milano. Diventa Amministratore Unico della società Edil Natura
srl, azienda che produce e distribuisce in Italia lo schermo antiradiazioni
“Geoprotex” e i “Convertitori d’Onda Geoprotex” ora definiti con il
marchio “skudo” registrato a livello internazionale.
Nel 2007-2008 pubblica il libro “Salute dell’Habitat” edito da Anima: libro
che rappresenta il primo testo prettamente scientifico sulla problematica
della “radiazione naturale del sottosuolo” e dove vengono inserite tutte le
sue esperienze e scoperte scientifiche in merito a tale problematica.
Sviluppa ulteriormente le proprie ricerche e organizza la propria struttura
aziendale in modo da poter industrializzare i prodotti brevettati; inoltre, dà
incarico ad enti universitari a certificare ulteriormente i propri prodotti: tra
questi il Politecnico della Facoltà di Ingegneria Nucleare (certificazione
inerente i tessuti speciali Geoprotex) e il Dipartimento di Sanità Pubblica
dell’Università di Perugia (certificazione inerente il convertitore d’onda
Geoprotex “skudo” ). Riceve l’onorificenza di “cittadino illustre”, nel
proprio paese d’origine, da parte dell’amministrazione comunale, in
presenze di varie autorità. I suoi prodotti “Geoprotex” e “Skudo” diventano
Dispositivi Medici e l’Azienda Edil Natura srl diviene Azienda Certificata
da Organismo Europeo (UE 0068).
All’Università di Siena viene effettuata una Tesi di Laurea presso la Facoltà
di Medicina (sostenuta il 26/03/2009 dalla Dott.ssa Galli Elisabetta)
dedicata interamente alle problematiche ambientali, le scoperte, i brevetti
delle strumentazioni di indagine, i sistemi di soluzione di Nicola Limardo.
Tra gli altri impegni che ha, diviene socio ed esperto referente
dell’Associaciazione Nazionale SIPNEI (Società Italiana Psico Neuro
Endocrino Immunologia). In tutta questa grande carriera, però, la cosa che
più mi ha scosso e che Nicola Limardo non ha recensito nella sua biografia,
è che si è comprato e ha un acceleratore di Particelle che utilizza come se
fosse un comune utensile della casa e che è fondamentale per la sua
Il salto quantico in medicina
251
produzione. Attualmente si è aggiunto al gruppo di ricerca e i suoi prodotti
verranno inseriti nelle nuove apparecchiature per isolarle dagli influssi
esterni, verificando altresì le abitazioni dei pazienti per verifiche ambientali
e per eventuale correzione delle possibili radiazioni presenti.
Capitolo trentesimo
LE RADIAZIONI COSMOTELLURICHE
Anche se l’esistenza di queste radiazioni è nell’aria già da molti anni e gli
scienziati hanno assunto posizioni contrastanti, solo recentemente sono
state confermate, come pure sono stati evidenziati i loro effetti sulla materia
vivente e anche le potenzialità patogene.
Una prima segnalazione dell’esistenza del fenomeno geofisico arriva nel
1937 al congresso internazionale della stampa scientifica da parte del
radioestesista francese Peyré di Bagnoles de l’Orne. Questo personaggio
indicò la possibile esistenza di reti di “raggi” che si presentano in fasce
verticali, parallele e perpendicolari al meridiano magnetico terrestre, che
danno origine ad una scacchiera con 8 metri di lato. Dieci anni dopo
pubblicò un libro denominando i raggi da lui individuati con suo nome, e
delineando un rapporto tra queste radiazioni e malattie umane e animali e
anche vegetali. In particolare si riferì ad una possibile genesi di particolari
fome di cancro.
Ne riparla successivamente colui che diede il nome a questi reticoli, Ernst
Hartmann, medico tedesco che, col fratello Robert, si dedica dal 1948, alla
geobiologia alla radiestesia e all’architettura. Come medico si era anche
dedicato all’omeopatia.
Il medico tedesco aveva osservato già da studente, che la mortalità in alcuni
particolari letti di ospedale era più elevata che in altri; questo fatto gli diede
lo spunto verificando numerose altre analogie, per ipotizzare che questi
decessi potessero avere una correlazione con il luogo in cui si trovava il
letto. Oltre a questa osservazione, ne fece un’altra che riguardava la non
responsività terapeutica sempre correlata al luogo dove stazionava il
paziente per lunghi periodi, definito zona “geopatogena”. Queste
osservazioni gli fecero ipotizzare che la causa di queste patologie e non
responsività terapeutica, fosse correlata a influenze determinate da qualcosa
che proveniva dalla terra. Da queste ipotesi, Hartmann pensò anche di
Il salto quantico in medicina
252
adattare a questa intuizione le terapie.
Nacque dai suoi studi il progetto del Global Grid denominato rete di
Hartmann e composto da fasce orientate verso “nord-sud ed est-ovest”. Nel
1952, assieme al farmacista Derschum formula il Polyxan, prodotto
utilizzato dai naturopati.
Verso gli anni 70. all’università di Heidelberg esegue ulteriori lavori di
ricerca ch confermano l’esistenza di questi reticoli che, sovrapponendosi, e
combinandosi con le onde cosmiche, generano interferenze reciproche che
danno origine a radiazioni molto nocive che si sviluppano in punti
caratteristici.in particolari luoghi. Queste onde, in determinate condizioni
possono influenzare sia positivamente che negativamente la vita dell'uomo.
Per Hartmann, in presenza di geo-radiazioni, hanno origine effetti geopatici
che influenzano l'organismo già qualche mese dopo che la persona, più o
meno predisposta, ne viene in contatto per tempi prolungati durante la
giornata. L’influenza negativa di questi nodi si estenderebbe per circa 2 m2 ,
e sono state messe a punto delle regolette che i nostri nonni applicavano
senza saperlo, per limitare i danni qualora si soggiornasse
inconsapevolmente nelle immediate vicinanze dei nodi:
Il letto deve essere orientato con la testa a Nord e i piedi a Sud.
Se ci sono zone della casa in cui la persona si sente a disagio, o vi sono
zone evitate dagli animali, è meglio seguire il loro esempio evitando
tali zone a nostra volta. I gatti sentono la presenza dei nodi.
Il salto quantico in medicina
253
Per il soggiorno l’ideale è orientare la scrivania verso ovest e le poltrone e
i divani da cui si guarda la televisione verso est.
La rete di Hartmann forma un vasto insieme di “muri invisibili” simili ad
una quadrettatura di dimensioni apparentemente fisse che avvolge tutta la
superficie del globo terrestre e attraversa la biosfera. Le fasce verticali
costituenti questa rete hanno una larghezza di 20 cm circa e seguono le
direzioni geomagnetiche del globo. In Italia le distanze tra due fasce di
raggi tellurici sono comprese tra 1,80 e m 2,30 nel senso Nord-Sud e tra m
2,50 e m 3,20 nel senso Est-Ovest.
Qualora la zona fosse patogena, la rete subisce una deformazione e variano
i rapporti delle varie distanze con l’effetto di aumentare notevolmente il
campo elettromagnetico. L’origine di queste anomali viene fatta ricondurre
a linee elettriche ad alta tensione la cui sfera d’azione può arrivare sino a 1
km, trasmettitori televisivi, telefonia cellulare, linee ferroviarie e tranviarie,
o derivare da anomalie del sottosuolo ed in particolare da corsi d’acqua
sotterranei, faglie, caverne, falde freatiche,giacimenti di minerali, sacche di
gas, fogne.
In condizioni normali, si puo’ rinvenire una zona neutra all’interno di ogni
quadrilatero del reticolo. Il campo magnetico è elevato a livello degli
incroci, sui raggi invece è più debole. Un’altra caratteristica è la sua
variabilità durante le ore del giorno ed è condizionato dalla pressione
atmosferica con aumento in caso di depressione.
Oltre a quella di Hartmann, esiste anche quella scoperta dal Dr. Curry, che è
composta da maglie più grandi con il lato di circa 4 metri e mezzo e
spessore del muro di circa 50 cm. I nodi che questa rete forma è di 50x50
cm e pare non abbia influssi negativi sul vivente.
Se in determinati luoghi, si fondono più elementi di quelli elencati,
compresa la presenza di elettrodomestici ed apparecchiature elettriche,
cordless in particolare, con un impianto elettrico non schermato all’interno
dell’abitazione, e condizioni ambientali umide, con presenza di importanti
masse metalliche o superfici riflettenti, il soggetto che dovesse stazionare in
modo prolungato su di un nodo di Hartmann, o anche su un “muro
invisibile", come potrebbe essere il caso del letto o della scrivania alla
quale si lavora per tempi prolungati, si produce un’alterazione dei sistemi di
regolazione dell’organismo che nel lungo e medio termine può generare
gravi conseguenze sulla salute verificate con studi epidemiologici. In
questo caso è stato indicato che nel 60-70% dei casi , l’esposizione cronica
Il salto quantico in medicina
254
ad un campo elettromagnetico superiore a 0,2 microTesla concorre alla
comparsa di gravi malattie degenerative.
Le modifiche della griglia permettono al radon e non solo (si ricordano
prodotti dal Radon, il Polonio, il piombo, il bismuto, tutti prodotti tossici
che rimanendo in sospensione, possono essere inalati) di affiorare dal suolo
generando raggi gamma.
Questi raggi indicati con la lettera greca minuscola gamma, γ sono una
forma di radiazione elettromagnetica prodotta dalla radioattività o da altri
processi nucleari o subatomici.
Sono più penetranti della radiazione particellare prodotta sia dal
decadimento alfa, sia dal decadimento beta, a causa della minor tendenza
ad interagire con la materia essendo essi fotoni, ma sono meno ionizzanti.
I raggi gamma si distinguono dai raggi X per la loro origine: i gamma sono
prodotti da transizioni nucleari o comunque subatomiche, mentre gli X
sono prodotti da transizioni energetiche dovute ad elettroni in rapido
movimento.
Poiché è possibile per alcune transizioni elettroniche superare le energie di
alcune transizioni nucleari, i raggi X più energetici si sovrappongono ai
raggi gamma più deboli.
Uno schermo per raggi γ richiede una massa notevole.
Per ridurre del 50% l'intensità di un raggio gamma occorrono 1 cm di
piombo, 6 cm di cemento o 9 cm di materiale pressato.
Nonostante i raggi gamma siano meno ionizzanti degli alfa e beta,
occorrono schermi più spessi per la protezione degli esseri umani.
I raggi gamma producono effetti simili a quelli dei raggi X come ustioni,
forme di cancro e mutazioni genetiche.
Da queste radiazioni possono derivare diversi tipi di problemi:
Lievi: agitazione, sensazione di caduta nell’addormentarsi, piedi gelati,
crampi, palpitazioni, calo energetico, nervosismo, incubi, starnuti
ripetuti, risvegli prematuri
Complessi: insonnia tenace, asma, stati anginosi, dolori in regione dorsale
e alle logge renali, astenia mattutina, cefalee, insonnia tenace, asma,
stati anginosi, dolori persistenti, nevralgie, dolori articolari
Gravi: sclerosi a placche, patologie cardiovascolari, forme cancerose.
La normativa attuale è inadeguata per tutelare da questi problemi, perché i
dati inerenti non sono ancora stati sufficientemente recepiti, e infatti per gli
elettrodotti é indicato come limiti massimo di esposizione il valore di 100
Il salto quantico in medicina
255
microTesla con distanze da rispettare per i campi elettromagnetici a bassa
frequenza di 28, 18 e 10 metri dal filo rispettivamente per elettrodotti da
380, 220 e 132 KV.
Per prevenire il rischio di tumori infantili, in base alle rilevazioni
epidemiologiche relative ai fattori di rischio, l’ISS nel documento Istisan
98/31 e nel documento dell’Istituto per la Prevenzione e la Sicurezza del
Lavoro “ Documento Congiunto Ispels-Iss”del 3.3.98, viene indicato il
limite di 0,1 – 0,5 microTesla come massimo tollerabile.
Capitolo trentunesimo
Il concetto di "scientificità" va nettamente distinto da quello di
"misurabilità": il primo paradigma d’osservazione è un fenomeno, il
secondo è uno strumento di confronto fra fenomeni; saper ricercare e
promuovere, nell’ottica di un servizio reso al cittadino e alla persona, le più
ampie integrazioni tra i vari 'attori' e settori della sanità e
dell’assistenza,con le relative strutture ed enti pubblici e privati, anche in
funzione dei piani socio sanitari è un’opera oggi, altamente necessaria e
ineludibile perché troppi pensano al guadagno e si dimenticano o non fanno
caso ai danni che possono provocare alla collettività.
Per i Laureati in Medicina oggi un obiettivo aggiuntivo é di conoscere
nell'ambito delle cosiddette Medicine Non Convenzionali, i metodi
dell’epidemiologia clinica, nonché le indicazioni per l'esercizio della
professione medica nel contesto della legislazione italiana (medicina
legale); conoscere e saper informare sui criteri generali delle Medicine Non
Convenzionali che la FNOMCeO ha riconosciuto nel maggio 2002 come di
esclusiva competenza e responsabilità della professione medica, anche alla
luce del nuovo Codice Deontologico medico emanato il 16 dicembre 2006;
saper riconoscere la complessità clinica dei pazienti che possono essersi
rivolti in Italia o altrove a diversi saperi di salute e aver utilizzato
metodiche terapeutiche non convenzionali.
Queste pagine pertanto non pretendono di insegnare nulla, ma cercano di
dare dati ulteriori per accrescere la conoscenza che è alla base del sapere e
alla base di tutto deve esserci ancora oggi la voglia di conoscere piuttosto
che lo stare seduti sugli allori sperando che siano gli altri a conoscere e a
rischiare di essere impalati come eretici.
Pertanto si giunge alla fine della narrazione dopo aver, a brevi linee,
Il salto quantico in medicina
256
illustrato il percorso compiuto per allargare la conoscenza della terapia con
biorisonanza, della medicina quantica, e i rapporti della materia vivente con
l’ambiente che lo avvolge e che partecipa a costituire, senza avere alle
spalle strutture particolarmente importanti, e se si pensa a tutto ciò che oggi
viene proposto nel campo terapeutico, spesso anche le proposte con
importante contenuto scientifico vengono annegate nella marea di proposte,
ed omologate a tutto il resto senza suscitare particolare interesse.
La medicina quantica, viceversa, ha, a parte la scetticità iniziale dimostrata
durante le prime presentazioni, sempre trovato dappertutto sostenitori e
medici disposti ad accrescere il proprio bagaglio culturale, se presentata
con criteri scientifici da professionisti seri e non da meri commercianti, sino
al punto da manifestare la necessità di informazioni redatte in forma
comprensibile che riassumessero il razionale dell’argomento, comprese le
indicazioni e le modalità di utilizzo.
Allo scopo sono stati raccolti i dati più significativi tra tutto ciò che si
trova questi anni, cercando di non entrare troppo nello specifico, che a volte
è necessario riportare, scremando tutto ciò che scientificamente non era
giustificabile, per dare un quadro globale utilizzabile anche per il neofita,
che magari dovrà andarsi a ricercare per conto suo qualche spiegazione di
Il salto quantico in medicina
257
qualche termine non sufficientemente chiarito nel suo significato e che era
impossibile non riportare, ma che, anche se non compreso, puo’ essere
saltato a pié pari potendo proseguire nella lettura.
Fondamentale diventa la comprensione, che chi osserva il paziente e lo
verifica, non deve arrivare alla classica diagnosi descrittiva che diagnostica
una malattia, ma deve essere fatta una diagnosi di ciò che non funziona o
che non concorre all’omeostasi e se ne distacca generando incongruenze
che si ripercuotono sul benessere della persona. Su questa base si deve
arrivare a ipotizzare quali possano essere gli organi, i tessuti e le cellule che
mal comunicano tra di loro, per poter poi progettare il percorso terapeutico
in medicina quantica, per ridare ordine ai fenomeni metabolici e
geomagnetici.
A questa valutazione va associata anche quella del dielettrico del vivente
che è rappresentato dalle componenti dell’organismo in cui le onde
viaggiano per portare a destinazione le informazioni veicolate dalle onde.
Si considera la struttura che le genera, la struttura che le riceve; la struttura
in cui viaggiano e l’ambiente in cui tutti i fenomeni avvengono; tutto deve
essere considerato e messo in condizione di dare le migliori condizioni
possibili.
Nonostante questo tutto invecchiamo e tutti avremo sempre dei problemi.
La vita eterna non è nostra ispirazione.
Cosa significa questo?
Ambiente sano, alimentazione sana e che abbia determinati requisiti,
integrazione precisa con sostanze ben identificate e misurate e per uno
scopo ben preciso, attività fisica e mentale ordinata e equilibrata, e se
qualcosa induce “malessere”, una verifica di tutti i punti deboli e correzione
da tutti i lati possibili integrando le varie terapie secondo criteri verificati
per ogni singolo paziente curando il paziente e le sue condizioni
dinamicamente e non la malattia.
Possiamo dire che abbiamo, finalmente, messo il piede scientificamente, in
un nuovo terreno che si trova in una posizione over lap, ovvero è un campo
della biofisica che riconosce un substrato che ha un triplice aspetto in
biologia; da una parte abbiamo la biofisica fisiologica, che studia i processi
fisiologici quale espressione di precise leggi fisiche che governano
l’organizzazione funzionale delle strutture biologiche, dall’altra abbiamo le
tecnologie biofisiche e l’ambiente dell’universo.
Dobbiamo trovare il migliore compromesso per far convivere la tecnologia
Il salto quantico in medicina
258
col nostro benessere e con quello dell’ambiente in cui viviamo.
A questo obiettivo dobbiamo collaborare tutti nessuno escluso e non
dobbiamo dimenticare che le medicina a tutt’oggi è ancora un’arte che
adopera mezzi scientifici, ma è ancora ben lontana dall’aver trovato la
panacea per tutti i mali.
Fine
Il salto quantico in medicina
259
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T. Gastaldi – XVII congresso nazionale SNAMID 20-22 febbraio 2004 Hotel Marriot Milano “La malattia
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T. Gastaldi – XVIII congresso nazionale SNAMID 19-20 febbraio 2005 Hotel Marriot Milano “La medicina quantica:
l’uso della biorisonanza magnetica pulsante nell’ambulatorio del MMG”
T. Gastaldi – 31 Gennaio 2009: Corso di biorisonanza per i corsi universitari di Alta Formazione e di Formazione
Permanente, Integrazione tra saperi convenzionali e non convenzionali in medicina. Università di Bologna.
Il salto quantico in medicina
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SOMMARIO:
PREFAZIONE:pagina 4
CAPITOLO primo: pag.16 – Gli studi statistici – Giuramento di Ippocrate
CAPITOLO secondo: pag.29 – La crisi delle scienze
CAPITOLO terzo: pag.32 – Il corpo Umano
CAPITOLO quarto:pag.34 – I Filosofi – Democrito di Abdera
CAPITOLO quinto:pag.44 – L’atomo e le sue particelle – gli elementi
CAPITOLO sesto:pag.50 – Il Quanto
CAPITOLO settimo:pag.57 – La terapia biofisica – La radionica
CAPITOLO ottavo:pag.61 – L’atto biologico
CAPITOLO nono:pag.63 – La vita – La rezione chimica
CAPITOLO decimo:pag.67 – Giuliano Preparata – Emilio Del Giudice – Getullio Talpo - Umberto Grieco
Marie Curie – Il Polonio – Il cancro al polmone
CAPITOLO undicesimo:pag.87 – La materia e gli atomi – I macrocristalli
CAPITOLO dodicesimo:pag.89 – La nuova visione – Oragnismo sistema aperto – Il punto quantico – le scienze e la vita
CAPITOLO tredicesimo:pag.94 – Il sapere – il corpo umano in numeri – come funziona la chimica
CAPITOLO quattordicesimo:pag.108 – Livelli integrati di funzione – la chimica umana – la cellula – emocromo
CAPITOLO quindicesimo:pag.118 – Gli interrogativi della biologia – le conclusioni della biologia
CAPITOLO sedicesimo:pag.121 – Reazioni e metabolismo cellulare – I raggi X
CAPITOLO diciassettesimo:pag.128 – Leggi di natura e leggi umane – Claude Bernard
CAPITOLO diciottesimo:pag.140 – Lo spettro elettromagnetico – L’ertz – Sviluppo dell’atto biologico
CAPITOLO diciannovesimo: pag.154 – Le forze dispersive – Il dipolo – Q.E.D.
CAPITOLO ventesimo:pag.160 –Il DNA- Otto Heinrich Warburg.-Ciclo di Krebs – L’onda radio – Fotomoltiplicatori –
tumori – Proteina KRAS –Progetto Kopernico
CAPITOLO ventunesimo:pqg.186 – Applicazioni pratiche della medicina quantica – Effetto Diapason – De Tomatis –
Cina e cromoterapia -
CAPITOLO ventiduesimo:pag.200 – I prioni “la mucca pazza” – Fotomoltiplicatori - Betaview
CAPITOLO ventitreesimo:pag.207 – La medicina quantica – Il pendolo ed il principio del dominio di coerenza
CAPITOLO ventiquattresimo:pag.211 – Esperienze dirette – fibromialgia - cellution
CAPITOLO venticinquesimo:pag.222 – L’incontro con la biorisonanza
CAPITOLO ventiseiesimo:pag.225 – Il trofeo delle Nazioni
CAPITOLO ventisettesimo:pag.227 – La prima raccolta dati
CAPITOLO ventottesimo:pag.229 – La casistica storica (ante 2004)
CAPITOLO ventinovesimo:pag.246 – Gli incontri - Limardo ed il geoambiente
CAPITOLO trentesimo:pag.252 – Le radiazioni cosmotelluriche
CAPITOLO trentunesimo:pag.256 – scientificità misurabilità conclusioni
Bibliografia pag. 260
Note pag. 264
Tiziano Gastaldi
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263
Note:
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