il tascapane 8

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il giornale che ti porti dietro N.8/ OTTOBRE 2010 il Tascapane Energy Drink il nettare degli studenti... www.tascapane.it quanti ne beviamo cosa contengono che effetti hanno sull’organismo rimedi alternativi e miti da sfatare Viaggiare Low Cost Bootcamp al C.U.S.! Quanto ti senti “flexisexual”? parti volontario con IBO Italia intervista a Vasco Brondi attivati per Amnesty!

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Ottavo numero! Si parla di Energy Drink! Ma anche di viaggi low cost, stage, volontariato all'estero, scienza, cinema e documentari sonori,Vasco Brondi, flexisexual e Bootcamp! Ma anche, come sempre, molto altro!

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Page 1: Il Tascapane 8

il giornale che ti porti dietroN.8/ OTTOBRE 2010

il TascapaneEnergy Drinkil nettare degli studenti...

www.tascapane.it

quanti ne beviamocosa contengonoche effetti hanno sull’organismorimedi alternativi e miti da sfatare

Viaggiare Low Cost

Bootcamp al C.U.S.!

Quanto ti senti “flexisexual”?

Amnesty è "la più grande pazzia dei nostri tempi", è "la repubblica della coscienza", cosìl’avvocato inglese Peter Benenson, suo fondatore, ha definito quello che oggi èconsiderato il più grande movimento mondiale in difesa dei diritti umani. AmnestyInternational nasce ufficialmente il 28 maggio del 1961 quando Benenson pubblical’articolo sul quotidiano The Observer dal titolo: “I prigionieri dimenticati".Tale articolo ebbe una vasta eco mondiale e videl'adesione entusiasta di migliaia di persone: "apriteil vostro quotidiano un qualsiasi giorno dellasettimana e troverete la notizia di qualcuno, daqualche parte del mondo, che è stato imprigionato,torturato o ucciso poiché le sue opinioni e la suareligione sono inaccettabili per il suo governo. Illettore del quotidiano percepisce un fastidiososenso d’impotenza, ma se questi sentimenti didisgusto ovunque nel mondo potessero essereuniti in un’azione comune qualcosa di efficacepotrebbe essere fatto”. Amnesty oggi è presente inoltre 150 paesi, con 2 milioni e 800.000 soci nelmondo. Ha ricevuto lo status consultivo dalleNazioni Unite nel 1964 e nel 1977 il PremioNobel per la pace per aver "contribuito arafforzare la libertà, la giustizia econseguentemente anche la pace nel mondo". Lafunzione di denuncia ha reso il nome di Amnestynoto nel mondo ed il suo lavoro imparziale in difesadei diritti umani ha reso Amnesty un’ONG moltoautorevole. Amnesty è infatti un movimentointernazionale indipendente da qualsiasi governo oparte poilitica, interesse economico o credoreligioso che accende i riflettori su tutti i governiresponsabili di violazioni dei diritti umani. Il logo del

movimento è una candela circondata dal filospinato, che è divenuto, dal 1961, simbolomondiale di speranza e di libertà. “Questa candelanon brucia per noi”, ha affermato Benenson, “maper tutte quelle persone che non siamo riusciti asalvare dalla prigione, che sono state uccise,torturate, rapite, o sono scomparse. Per loro bruciala candela di Amnesty. Amnesty International hareso possibili diverse vittorie. I suoi archivi sonopieni di lettere di prigionieri di coscienza o vittimedi torture che ringraziano l’organizzazione per averfatto la differenza. Coloro che oggi continuano aprovare un senso d’impotenza possono farequalcosa: possono sostenere AmnestyInternational. Possono aiutarla a combattere per lalibertà e la giustizia". Peter Benenson ha credutocon forza nel potere delle persone di determinarecambiamenti, creando Amnesty International hadato a ciascuno di noi l'opportunità di fare ladifferenza nella difesa dei diritti umani in tutto ilmondo. Ognuno di noi può fare la differenza,anche tu puoi fare la differenza!

Entra in un gruppo locale: Amnesty è presente aFerrara dal 29 maggio 1980. La sede del gruppoAmnesty Italia 35 è in Via Carlo Mayr n. 10; leriunioni si tengono il mercoledì alle ore 21:00.

Attivati per Amnesty!

Questo articolo è a cura delGruppo 35 di

Amnesty International

Per informazioni, potetecontattarci tramite

eMail [email protected]

tel. 347 82 74 246

Diventa Web Activist: basta un pc, una connessione ad Internet epochi minuti del tuo tempo! In questo modo puoi aderire alla ReteAzioni Urgenti, un network di persone chi inviano e­mail, fax,telegrammi, lettere alle autorità dei governi violatori dei diritti umaniin difesa di uomini e donne in stato di pericolo imminente.

Firma e fai firmare gli appelli on line sul sito www.amnesty.it

Attivati su Facebook e Twitter. La tecnica degli appelli mostra lasua efficacia nel lavoro di Amnesty. L'obiettivo è quello di mobilitarel'opinione pubblica sulle violazioni dei diritti umani, comprese quellelegate alle tematiche o ai paesi oggetto delle campagnedell'associazione. Migliaia di cartoline, telegrammi, lettere, fax,messaggi di posta elettronica creano intorno ai singoli casi unavisibilità e un interesse mondiale difficili da ignorare da parte deidestinatari.

Partecipa agli eventi pubblici, ai sit­in, alle manifestazioniorganizzate da Amnesty per essere coinvolto in prima persona nelladifesa dei diritti umani.

Sostieni economicamente Amnesty: diventa socio o sostenitore,oppure acquista gli articoli a marchio Amnesty International sul sitowww.altraq.it realizzati da altra Qualità, una cooperativa dicommercio equo e solidale.

Dai una mano ad Amnesty! Impegnati per un mondo in cui ad ognipersona siano riconosciuti tutti i diritti umani sanciti dallaDichiarazione Universale dei diritti umani.

“Solo quando l'ultimo prigioniero di coscienza sarà liberato, quandol'ultima camera di tortura verrà chiusa, quando la DichiarazioneUniversale dei diritti umani delle Nazioni Unite sarà realtà per lepersone di tutto il mondo, allora il nostro lavoro sarà finito”

(P. Benenson).

Mariangela Siconolfi

Amnesty International gruppo 35 Ferrara

Riferimenti utiliAmnesty InternationalGruppo Italia 35 FERRARASede Via Carlo Mayr n. 10 FerraraRiunioni mercoledì ore 21:00info 347 8274246e­mail [email protected]

Sito web nazionale:www.amnesty.it

Campagne:http://www.amnesty.it/campagne

Quando ho acceso la primacandela di Amnesty avevo inmente un vecchio proverbiocinese:‘Meglio accendere unacandela che maledirel'oscurità’. Questo è ancheoggi il motto per noi diAmnesty.

Peter Benenson, fondatoredi Amnesty International

N.I.P. Non Important People...per questo numero non "esce" e vi da appuntamento alla prossima occasione.

La Redazione

parti volontario con IBO Italia

intervistaa Vasco Brondi attivati per Amnesty!

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IL TASCAPANEil giornale che ti porti dietro

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EDITORIALE 3

Verso l’infinito e oltre....

DIRETTORE RESPONSABILECono Giardullo

VICEDIRETTORILuca IacovoneEdoardo Rosso

CAPO REDATTOREAlessandro Gammaldi

REDAZIONEBianca Bonati, Riccardo Gamba, Dario

Gentile, Pietro Marino, Antonio Mondin, Luca Pianese, Federica Toscano, Fiorella Shane Arveda , Silvia Trapani, Carolina Venturoli

HANNO COLLABORATOAmnesty International (gruppo Ferrara), Ass. Officina, Ass. R.U.A., Ass. Student

Office, Fabio Fabretti, Nicola Franceschini, Informagiovani Ferrara, Riccardo Rossetto,

Matteo Zennarro

PROGETTO GRAFICOLuca Iacovone, Edoardo Rosso

([email protected]; [email protected])

MARKETING & COMUNICAZIONELuca Pianese

([email protected])

Editore: Associazione NoSS - Non Solo Studio – Sede Legale: Via Montebello 111, Ferrara -

c.f. 93073220381Registrazione al tribunale di Ferrara n°11 del

10/09/08Stampa:GM2 di Morisi Antonio - via degli

Scudari, 38 bis, 40050, Funo di Argellato (Bo)

Il nostro periodico è aperto a tutti coloro che desiderino collaborare nel rispetto dell’art.21 della Costituzione che così recita: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, non costituendo, pertanto, tale collaborazione gratuita alcun rapporto di lavoro dipendente o di collaborazione autonoma”

IL TASCAPANEil giornale che ti porti dietro

NUMERO 8 / novembre 2010

Comune di Ferrara

Provincia di Ferrara

Università degli Studi di Ferrara

Rieccoci! Smarcandoci tra le difficoltà di questi tempi duri e magrissimi siamo giunti all’ottavo, attesissimo numero. Otto: un numero mistico, che coricato su un fianco rappresenta l’infinito.L’avventura del magazine che avete tra le mani è iniziata circa tre anni fa. Oggi alcuni di quelli che furono tra i fondatori iniziano a sentirsi vecchi: l’artrite rende difficile picchiare sui tasti del pc, la vista, ormai affievolita, rende impossibile impaginare, l’udito poi… non ne parliamo. E dunque largo ai giovani! Cari lettori, sappiate che ci sono fra voi alcuni redattori freschissimi che, ormai da diversi mesi, stanno devotamente apprendendo i segreti che hanno reso Il Tascapane il magazine universitario più poplare al mondo. Capitanati dall’intrepido Alessandro Gammaldi, nuovo capo redattore della testata e direttore artistico della neonata web radio universitaria (Radio FuoriSede ascoltala su www.spreaker.com), i giovani tascapanini sono pronti a rottamare la vecchia generazione (della quale chi scrive rappresenta un validissimo residuato) per lanciare il magazine più letto degli ultimi 150 anni verso l’infinito e oltre.Vorrei veramente ringraziare ciascuno di loro ma sono certo che se cominciassi a fare nomi ne dimenticherei assai colpevolmente qualcuno. Evito il rischio, ma li abbraccio uno per uno. Avranno modo di farsi conoscere loro stessi nelle prossime uscite, nei prossimi video sul canale TascapaneTube e nelle prossime puntate in radio.Inoltre anche tu – chi? io? - sì, tu che stai leggendo questa pagina puoi diventare un redattore Tp. E’ sufficiente mandare una mail a [email protected] oppure contattarci cercando il nostro profilo su Facebook. Se non rispondiamo subito non abbiate timore di insistere: siamo tanto aperti a nuove collaborazioni quanto distratti (quindi apertissimi!).In fine vi ricordo che su questo numero sbarca la tecnologia dei Qr. State all’erta!

Ogni uscita di questo free press è possibile grazie al contributo di UniFe ma anche grazie alle collaborazioni solide con Informagiovani, Amnesty Ferrara, Teatro Comunale di Ferrara, Rete Alfa, Arci Ferrara. A tutti loro va il nostro grazie e l’augurio di poter continuare insieme a far vivere questo progetto.

Edoardo Rosso

Nuovo numero e nuovi redattori in casa Tascapane

COME USARE I QR CODE

Quei misteriosi geroglifici che compaiono qua e là nel giornale sono gli ormai celebri QR-code. Codici a barre collegati a contenuti multimediali. Li puoi leggere sia con uno smartphone sia con la webcam del tuo Pc.

Leggerli con lo smartphone: - scarica e installa gratuitamente “I-Nigma” o qualunque altro programma per leggere codici Qr, se ne trovano per ogni tipo di telefono negli store on line

- una volta lanciato il programma sarà sufficiente inquadrare con il proprio telefonino il codice per visualizzare il contenuto correlato. Leggerli con il computer: - scarica e installa gratuitamente “Adobe Air” o qualunque altro programma per leggere codici Qr (basta digitare su Google “lettore qr code per pc”) - una volta lanciato il programma sarà sufficiente inquadrare con la tua webcam il codice QR per visualizzare il contenuto correlato.

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4 il racconto di Edoardo

Ammettiamolo. Non facciamo gli ipocriti.E’ bello vivere in casa con altri studenti, ok. Ci si diverte, sì. Si cresce insieme, ovvio. Però, ogni tanto, anche starsene da soli non è poi così orrendo.

Può capitare, infatti, che verso le sette di sera un vostro coinquilino vi annunci “Non ci sarò per cena,

esco con Chiara”. A quel punto, già mossi da un leggero fremito, vi dirigete verso la camera dell’altro coinquilino, bussate e vi informate, magari simulando uno sbadiglio: “Ci sei per cena?”. E quando lui risponde “No, mi spiace, temo di non fare in tempo perché sto uscendo, probabilmente ceno fuori” non venite a raccontarmi che restate delusi o contrariati o dispiaciuti. No, siate sinceri. Dentro di voi sentite quello sfarfallìo gioioso che provavate, da bambini, alle feste di compleanno altrui: quando gli invitati iniziavano ad andare a casa e restava la tavolata ancora costellata di panini al cotto e al crudo, campo di battaglia senza più rivali all’orizzonte.

Decidere cosa mangiare senza metterlo ai voti ed essere padroni assoluti del telecomando sono piccoli lussi imprevisti che possono ribaltare le sorti di una giornata.

Accadde una sera proprio quanto narrato sopra.Mi ritrovai solo nell’appartamento che condividevo con i miei due coinquilini. Tacevano le casse del pc, taceva l’asciugacapelli, tacevano radio e tv. Persino il traffico fuori le finestre sembrava essersi placato. Potevo distinguere chiaramente i passi-tacco-dodici delle ragazze al piano di sopra, gli accordi di violino del maestro di musica e il gocciolio del lavello che perdeva.Dopo quell’assurda giornata ordinaria, trascorsa tra aule sovraffollate e corse in bicicletta tra copisterie e librerie specializzate, il pensiero di dover provvedere a una cena per me solo mi regalava una piccola, intensissima, gioia.

Il frigo non offriva esattamente le alternative di un menù à la carte ma c’erano gli ingredienti sufficienti per una frittata di spinaci. Tutto qui? Obietterete. Beh, non conta il piatto ma come lo si prepara. Con quale cura, con quali attenzioni. Essendo da solo, curai ogni dettaglio con attenzione singolare e amorevole cura.

La piccola frittata venne soffice e alta due dita, ben farcita di spinaci. La divisi a metà. Ne disposi una parte nel piatto e sopra l’altra metà disposi alcune listarelle di provola che, restando nella padella coperta, si sarebbero fuse.Era come avessi primo e secondo. Doppia razione. Che lusso.

Apparecchiai con cura un angolo del tavolo.Accesi la tv e sintonizzai sul mio canale preferito. Che pace. Finii presto la prima porzione e stavo per scoperchiare la padella per servirmi il bis con la provola ormai perfettamente fusa quando…

Rumore di passi per le scale, fino al primo piano. Poi fino al secondo: il mio. Rumore di chiavi che girano nella toppa. Rumore di entrata frettolosa. Poi lo vedo. Sulla porta. Il mio coinquilino. Mi guarda trafelato. “Abbiamo finito prima e sono corso a casa perché muoio di fame – guarda in tavola, alza il coperchio, vede la mezza frittata – figata! Hai fatto la fritatta?! Posso?!”.Penso: “No che non puoi, quella è la mia seconda razione, è il mio lusso, l’ho preparata con attenzione singolare e cura amorevole!”. Ma lui è già in cucina e recuperare un piatto e una forchetta.Torna, si serve la mezza frittata. Lo fisso muto. Noto che la provola è sciolta a puntino.“Buonissima con sta provola!” dice a bocca piena.Poi mi guarda e strabuzza gli occhi. Forse per come lo sto guardando? No: si dà un piccolo schiaffo sulla fronte ed esclama “Stasera gioca l’Inter, cazzo!”. Si avventa sul telecomando e cambia canale.Mi alzo per andare in camera mia a elaborare il trauma.“Ah, già che sei in piedi, – urla il coinquilino che sta mangiando la metà più gustosa della mia frittata – portami un bicchiere che finisco la birra!”.

Edoardo Rosso

Una sera da solo...

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SOMMARIOR

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CIT

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editoriale: Verso l’infinito e oltre...il racconto di Edoardo: Una sera da soloViaggiare low costtendenze: il baratto

ENERGY DRINK

La repubblica degli stagisti

SfD: nasce Punto IusTribuna Politica: il “dopo-Gelmini”, parola alle associazioni

Le interviste del Tp: Gian Antonio Stella e Andrea Segréstoria: La valchiria di Salernol’occhio della scienzapassworld: Student jobs, con Linkedin!cinema: A cena col registaDocusound: Narratori di suoniFM world: Video killed the radio star?musica: Vasco Brondi

Ibo Italia: l’anno giusto per partire... volontario!Amnesty: Attivati per Amnesty!Informagiovani: la banca dati “SOTTOTETTO”

Senza Tabù: flexisexual!Desperate House Student: studiare dirittoCUS: Scopriamo il Bootcamp!

Il Tascapane ha bisogno di te, anche in RADIO!

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ENERGY DRINKbreve viaggio nel favoloso mondo degli

Chi non ha mai ceduto alla tentazione di una lattina di RedBull alzi la mano! Sì, qualche mano levata ci sarà di sicuro ma, tolti i consumatori di pappa reale, ginseng o eleuterococco, restano in pochi a non aver mai sperato almeno una volta di poter “mettere le ali”… Sia che siate studenti disperati o lavoratori affaticati vi saranno capitati quei periodi in cui avreste voluto essere un i-pod per poter collegare il cavo dell’alimentazione alla corrente e risvegliarvi dopo un’ora freschi e concentrati. Ma è inutile che ispezioniate ogni angolo del vostro corpo, no, non c’è alcun ingresso USB per ricaricare le vostre batterie.Esistono però decine di lattine diverse, coloratissime, dai nomi accattivanti che promettono un miglioramento delle prestazioni in ogni tipo di attività quotidiana. Sono le bibite energizzanti che promettono di migliorare le capacità psico-fisiche, comunemente dette Energy drink. Rappresentano un mercato in costante crescita con il Regno Unito in vetta alla classifica dei consumatori europei (oltre un miliardo di euro) seguito da Germania, Spagna e Austria. In Italia ne beviamo

ancora “pochi” rispetto alla media, con un consumo più massiccio nel centro nord e meno diffuso al sud (dati Mass Market Italy Report Food 2010).DAI TORI ALLA Fi.Gà. - Il consumatore medio è il maschio nella fascia d’età 15-25 anni. Ed è per intercettare i gusti di questa categoria di consumatori che si moltiplicano a vista d’occhio marchi, loghi e nomi. Si va dalla celebre RedBull (vera e propria capostipite del settore) alla promettente Monster passando per la più “naturale” Fi.Gà, bibita a base di fiori di guaranà e succo di frutta. La

promessa è sempre la stessa: aumentare le proprie capacità nello sport, nel lavoro, nello studio e nell’amore.MERCATO NERO - Oltre a ciò che potete trovare nei supermercati esiste un vasto “mercato nero”. Alcune di queste

bibite, particolarmente estreme nella quantità di eccitanti, sono infatti vietate in Italia. Le più pericolose

sono la Cocaine Energy Drink, un nome che parla da sé: 250 milligrammi di

caffeina e 750 di taurina. Quattro volte più potente della RedBull. Gli effetti sono percepibili dopo pochi minuti dall’assunzione e persistono per oltre 5 ore.

Il premio della bibita shock lo vince la Wired 505. La quantità di caffeina e taurina in questo assurdo drink sono da infarto: rispettivamente 505 mg e 4400 mg in meno di un litro.NON SOLO BILE DI TORO - Elemento principale di questi drink insieme alla taurina è un carboidrato, il glucuronolattone, naturalmente presente nel nostro organismo. E’ prodotto dal metabolismo del glucosio nel fegato. La taurina invece, che non ha nulla a che spartire con i protagonisti di corride o tauromachie, è una sostanza chimica acida abbondante in molti tessuti di diversi animali. E’ stata scoperta per la prima volta nella bile di toro nel 1827 ma quella contenuta nelle bibite è, ovviamente, frutto di sintesi chimica.Non ha particolari proprietà energizzanti ma sono state dimostrate proprietà antiossidanti. In particolare, ha l’effetto di contrastare le sostanze ossidanti rilasciate dal corpo in seguito all’esercizio fisico.In definitiva la scelta è ampia ed è sempre consigliato, che voi siate disperati consumatori o moderni asceti, un uso moderato e consapevole. Fermo restando che, ogni tanto, forse, potremmo persino concederci il lusso di non essere al top ad ogni costo e vivere con la dovuta lentezza!

Edoardo Rosso

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Dieci anni letteralmente a spasso tra le facoltà della Universität Wien prima d e l l ’ a g o g n a t a laurea in economia e amministrazione d’impresa; altri dieci in giro per

il mondo come direttore internazionale marketing per imprese del settore profumi e detergenti, poi la Thailandia. Che, mai come in questo caso, fa rima con America.È proprio nella magica atmosfera del sud-est asiatico, infatti, che parte la scalata al successo di mister Dietrich “Didi” Mateschitz, la vecchia volpe classe 1944 che sta dietro al brand Red Bull. Dietrich, che ama parlare di sé come del “creatore di un nuovo mercato” più che di un semplice marchio, pare prenda spunto per la sua fortunata iniziativa industriale dall’usanza di operai e camionisti orientali di consumare bevande energetiche per non cader vittime della fatica e del sonno. Per una fortunata circostanza, riesce ad agganciare Chaleo Yoovindhya, ideatore di uno di questi prodotti farmaceutici, la Kraeting Daeng (tradotto, “Bufalo d’acqua rosso”). Corre l’anno 1984: Dietrich molla tutto, entra in

società con Yoovindhya e comincia una lunga fase di progettazione per il lancio europeo del prodotto. La prima cosa da fare è ottenere i permessi da parte di un governo europeo e “Didi” sceglie di giocare in casa la partita più importante del nuovo corso di mercato: sarà, infatti, l’Austria a vendere in Europa la prima lattina di Red Bull. Secondo problema: ideare un logo accattivante. Dietrich lo commissiona ad un vecchio compagno di studi, del quale boccerà una cinquantina di progetti prima di decidersi per i due tori rossi stilizzati, impegnati in un tête-a-tête. Terzo passo: lo stile. Dietrich rivisita il concetto di lattina, ideando la sleek can - più pratica e slanciata –, riducendone anche il formato, da 33 a 25 cl di capienza. Quarto stadio: adattare il gusto originario, troppo dolce, al palato esigente degli occidentali. Per questo, aggiunge alla ricetta, una buona dose di anidride carbonica. Dopo che pure l’ultimo colpo di genio – quello dello slogan “Red Bull ti mette le aaali!” – è andato a segno, il prodotto è bello che pronto per il lancio. Dietrich batte a tappeto l’Austria con uno

staff di sei collaboratori. Bar dopo bar, contatta in prima persona tutti i rivenditori al dettaglio, ottenendo un coinvolgimento a dir poco totalizzante. Tuttavia, l’impatto sul mercato è disastroso: il deficit tra entrate e uscite è troppo alto, il gusto e il logo non piacciono alla gente, ma Dietrich ci crede. E, infatti, giovani discotecari e professionisti degli sport estremi si accorgono delle potenzialità energizzanti di Red Bull e ne diventano, in breve, assidui consumatori,

tanto da propiziarne un rilancio su grande scala (vedi il caso della Germania, dove al primo giorno di vendita autorizzata, vengono smerciati già 1.000.000 di pezzi).Il resto è attualità: le grandi campagne pubblicitarie

degli anni ‘90 e ‘00, i testimonial del mondo dello sport e della musica, l’approdo in Formula 1 e nel calcio (con tanto di cambio dei colori sociali delle squadre acquisite) sono sentori di un’incredibile forza commerciale che, ad oggi, permette a Dietrich di detenere ancora il 47% del mercato statunitense, in barba alla spietata concorrenza che, da almeno dieci anni, rosicchia percentuali di gradimento alla sua pregiata e coccolatissima bibita arancione.

Alessandro Gammaldi

“Non volevo vendere un’ennesima aranciata dissetante. Volevo offrire il primo vero drink energizzante”. Lo ha fatto: Dietrich Mateschitz.

RedBull cerca Student Brand Manager

La vera storia di Mister RedBull...

assunzioni a Ferrara

Se tutto quello che avete letto tra queste pagine non è stato sufficiente a convincervi della bontà dei vecchi trucchi della nonna per recuperare energie, e continuate a pensare che in fondo una buona Red Bull è pur sempre una buona Red Bull, allora la selezione che sotto vi riportiamo potrebbe fare al caso vostro. Red Bull cerca studenti che sanno quel che vogliono: festeggiare, studiare, divertirsi, imparare, guadagnando nello stesso tempo qualche euro. E’ ciò che fanno gli Student Brand Manager Red Bull: partecipando a feste ed eventi, entrano anche nel

marketing di un’impresa di successo, attiva in tutto il mondo. I loro compiti? Individuare le nuove mode e i nuovi modi di pensare, organizzare eventi, analizzare le tendenze di mercato, andare fra la gente. Lavorando, certo, ma muovendosi molto e facendo nuove amicizie. Ecco le caratteristiche che devono possedere gli studenti per candidarsi:- frequentano il secondo o il terzo anno di università- sanno sempre quel che succede, dove e quando- sono interessati alle PR e alla

costruzione di una marca- sono comunicativi, desiderosi di contatto e simpatici Le selezioni, oltre che a Ferrara, sono aperte anche a Milano - Pavia - Torino - Trieste- Napoli – Palermo – Parma –Udine –Trento - Roma- Pescara- Ancona- Pesaro/Urbino – Cagliari - Palermo- Catania- Salerno- Bari- Brindisi- Lecce

Per candidarsi visitare il sito www.redbulljobs.it

Luca Iacovone

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Scorrendo la lista degli ingredienti, si nota come gli energy drink contengano zuccheri e vitamine in eccesso, addirittura del 100% nel caso della vitamina B12, rispetto della RDA (razione giornaliera raccomandata, nda).

Onestamente, a monte, c’è altro di cui preoccuparsi che del sovradosaggio delle vitamine del gruppo B: l’eccesso di caffeina, taurina e anche glucosio può portare a stati di alterazione psicologica, il che non fa per forza rima con miglioramento dell’attività fisica: non ci stiamo, infatti, riferendo ad una bevanda “energizzante”, ricca di creatina o arginina, che – in dosi razionali – può effettivamente sortire degli effetti benèfici.

A proposito di alterazioni psico-fisiche, conferma o smentisce l’indicazione del sito della Red Bull che fa riferimento ai benefìci della bevanda sulle prestazioni cardiache?Smentisco assolutamente. Non mi risulta che né taurina, né caffeina abbiano effetti benefici sull’attività cardiaca: sono eccitanti! Quindi, sicuramente possono provocare un aumento del ritmo cardiaco, sicuramente possono provocare insonnia... anzi, ci sono numerosi casi di bambini e pre-adolescenti iperattivi che ne soffrono per colpa della coca-cola.

Allora Vodka&Red Bull, Mojito Bull, Jager Bomb - tutti cocktail alcolici a base del famoso energy drink - che effetto hanno sull’organismo?Gli effetti vasocostrittivi della caffeina e vasodilatanti dell’alcool provocano un risultato contrastante, con interferenze sulle normali attività cerebrali e disturbi d’attenzione: diventa pericoloso non solo mettersi alla guida, ma addirittura - che so? - godersi un momento di svago, in quanto, da un lato, non si è lucidi, dall’altro, si è portati a voler “superare i limiti”; un discorso sicuramente molto accattivante è poi quello della cocaina rinvenuta in una di queste bevande. Alla base c’è uno studio portato avanti nello stato tedesco del Westfalia, del quale trovate notizia in rete, e che ha rinvenuto delle piccole tracce di cocaina (4 mg per ogni lattina di Red Bull Cola, quindi sotto la soglia della dipendenza, nda)... anche per questo, secondo me, sostanze del genere non sono prodotti da banco di supermercato.

Il consiglio finale quindi qual è? Continuiamo a consumarne, magari con prudenza, o le eliminamo dalla dieta?Io consiglierei di eliminarle del tutto e, al più, di preferire il classico caffé espresso.

Professoressa Roberta Piva, è vero che la taurina non ha nulla a che vedere coi “tori” ed è prodotta anche dal nostro organismo?Sì, la taurina è semplicemente un amminoacido prodotto dal nostro stesso corpo. E’ quindi del tutto naturale (benché quello che si trova nelle lattine sia frutto si sintesi chimica). A dosi normali non fa niente. Occorre però sensibilizzare le persone sul fatto che il contenuto di una lattina è estremamente concentrato.Da ciò possono derivare i disturbi tipici…

Infatti è dimostrato che talvolta l’assunzione di queste bibite può provocare palpitazioni, mal di testa, tachicardia, se non disturbi peggiori…Gli effetti sono tutti veri ma non dipendono direttamente dall’assunzione della sostanza, bensì dal suo abuso.

Ma è vero che migliora la concentrazione nello studio?Certamente sì. Il fatto che la taurina provochi un’alterazione del metabolismo in senso positivo è vero. In presenza di taurina entra più glucosio nelle cellule, gli acidi grassi sono consumati di più e i tessuti sono meglio ossigenati. Favorisce quindi anche la concentrazione perché tra i tessuti meglio irrorati ci sono anche quelli del cervello.

Se la combiniamo con l’alcol?Non annulla l’effetto dell’alcol come talvolta si sente dire. Alcol e taurina seguono vie metaboliche diverse quindi non è corretto dire che bere un enengy drink aiuti a smaltire l’alcol. Si verificano anzi prestazioni discontinue.

In conclusione…Direi che il problema è un problema sociale. Abbiamo ritmi di vita talvolta troppo serrati. Non ci si può fermare. Secondo questa logica, fare le cose con calma è da sfigati. Bisogna eccellere in tutto, magari anche nello sport. Proviamo a prenderci la vita con la giusta calma e non avremo più bisogno di alcun energy drink. Io non bevo nemmeno il caffè!

il parere medicoa cura di Alessandro Gammaldi

il parere chimicoa cura di Carolina Venturoli

Professoressa Roberta Piva (Dip. Biochimica - Unife)

Dottor Gennaro Bottiglieri (endocrinologo)

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Professoressa Roberta Piva (Dip. Biochimica - Unife)

Se avete bisogno di una carica energizzante ma non vi va di arricchire alcuna multinazionale,

fabbricatevi il vostro energy drink direttamente a casa!Questo centrifugato equivale ad una scarica d’adrenalina capace di resuscitare un morto. Se non siete familiari con lo zenzero fresco forse varrebbe la pena iniziare con un pezzo piu’ piccolo.

ingredienti (per 2 persone):4-5 carote sbucciate2-3 arance rosse1 pezzetto di zenzero fresco (un cubetto di 4 cm di lato)

procedimento:Centrifugate le carote e lo zenzero, spremete le arance, mescolate tutto insieme e… cin cin!

(e.r.)

La ricetta naturalmente... strong!

Dopo aver diffusamente parlato delle bevande più cool, gli energy drink, ormai divenuti un must nella dieta e nelle abitudini di moltissime persone, e dopo aver persino esaminato le situazioni in cui una bevanda energizzante sembra essere l’unica chance di sopravvivenza allo stress metropolitano e all’esaurimento psico-fisico, sorge un interrogativo: è possibile produrre un salvifico energy drink homemade anche nel segreto di un appartamento per studenti squattrinati, fra le pareti di una singola (uso doppia) ormai complice di ogni nefandezza universitaria?Diversi memorabilia risalgono a galla, fra i miasmi delle nefandezze di cui sopra, e tra questi il ricordo di una leggendaria pozione, conosciuta sin dai tempi più oscuri dell’Italica Universitas: è il “caffè di caffè”, elisir di eterno studio favoleggiato dai veterani di ogni facoltà, capace di riunire, in un ecumenico palpito di speranza e di resistenza, gli oppressi dall’esame di Anatomia Generale come le reiterate vittime di Filologia Romanza. Tutti sanno cos’è,

pochi ammettono di averne fatto uso, ma non c’è nessuno che si sia sottratto alla tentazione di ricorrervi almeno una volta, per poi magari desistere di fronte al terrore degli “effetti collaterali”: tachicardia e, soprattutto, insonnia prolungata anche ai giorni successivi all’esame, tradizionalmente vocati al salutare e irrinunciabile otium. Bene, scartato per sopraggiunti limiti d’età lo storico beverone caffeinico, vediamo qualche alternativa naturale: una possibilità è offerta dal mondo vegetale, da cui proviene, oltre all’ormai apprezzatissimo Ginseng, anche l’esotico Guaranà, pianta ritenuta sacra da diverse tribù amazzoniche, conosciuta in Brasile con il seducente nome di “fruto da juventude”. Ricca di caffeina, la pasta di guaranà si può impiegare nella produzione di bevande rinfrescanti dall’effetto tonico, stimolante e persino afrodisiaco. Qualcuno, però, afflitto da lugubri e atavici sensi di colpa di materna memoria, potrebbe temere l’uso del Guaranà dopo averne constatato l’appartenenza all’ambito delle “droghe”. Ebbene, l’ultimo

ritrovato della scienza in campo di energy drink è “Notte prima degli esami”, una

bevanda distillata dagli allievi (e dai loro docenti, ovviamente)

della scuola alberghiera Ial di Aviano, vicino a Pordenone. Quale sarà la formula segreta, carpita dal Tascapane ai giovani liceali? Armati di frullatore, basta mixare con ghiaccio

banana a pezzettini, 2 cucchiaini di zucchero di

canna, latte freddo (o yogurt), 2 cucchiai di cacao solubile o

sciroppo di cioccolato e si ottiene quanto di meglio Madre

Natura possa offrire. Dopo avere frullato, versare il drink energetico in un bicchiere, decorato con mezza banana, fragola, una stecca di vaniglia e una spolverata di cacao in polvere. Insomma, dopo aver rispolverato antichi incunaboli custodi dei misteri del caffè al cubo e aver affrontato i pericoli della foresta amazzonica, siamo finiti, inevitabilmemnte, alla ricetta della nonna.

Luca Iacovone

Alternative naturali e homemadeEnergy drink per studiare e lavorare?

Page 10: Il Tascapane 8

Viaggiare low cost10

Dorme e sembra così in pace. Una linea per il naso, due per gli occhi umidi. La bocca sottile chiusa su un sospiro, il viso un ovale e a lui dispiace svegliarla. Così passa avanti. Biglietto, prego. E’ il mio turno e lui è un controllore di quelli che parlano senza alzare la voce. Mostro il titolo di viaggio, nome ingombrante di cosa comune, piegata ed introvabile quando serve, cosa che provoca non pochi imbarazzi e profusione di scuse e si, ma ce l’ho, un attimo eh, è qui, sicuro... Ecco! Il biglietto viene trovato e il signor “io-sono-pronto-da-2-ore” accanto può riprendere a leggere, deglutendo con stizza parole di biasimo travestite da consigli di vita. Ma questa volta non accade. La carta sussurra Ferrara Trieste via Mestre in una sinfonia di sfrush di giacche e flap di portafogli e grazie e arrivederci, mentre il regionale arranca sferragliante oltre Portogruaro. In greco “threnos” significa pianto, lamento ad alta voce, termine perfetto per quest’ammasso di ferro, storie e finestrini, enorme bestia col sangue nero che ogni tanto sbuffa, mugugna e stride verso Monfalcone. Ecco l’ingresso del golfo tra l’imbronciato faro fascista e il sospiroso castello di Miramare, base più adatta a brucianti schermaglie amorose che alle gelide manovre della guerra fredda. Lame incrociate di luce rendono le onde del mare squame di pesce e valli incantate scaldate da piccoli soli, mentre Trieste si stiracchia, sonnacchiosa ed elegante alle porte della primavera. Sono in anticipo. L’appuntamento è tra qualche ora al Molo Audace. Ho tutto il tempo per fare un giro e non avere una mappa aiuta moltissimo. A perdersi. Così mi ritrovo tra edifici eleganti in via Carducci dove il tram per Opicina aspetta composto muli e veci e poi in una via, che di nome fa Giulia, che sembra in salita sia all’andata che al ritorno. Lì il cielo è vicino e denso e una nuvola fa il riporto ad un palazzaccio calvo anni ‘70; si sfiocca e sta così per un pò, ostentando sofficezza. Non c’è Bora e si sente che manca qualcosa. Ecco, Trieste, è così. Camminarci attraverso è come ricordare la nonna alla macchina da cucire, immersa nella luce polverosa della lampada per vederci meglio quando hai 8 anni, ma dici quasi nove e poi svegliarsi a ventuno a mille miglia da casa. Sa di ricordi e dolce mancanza e di olio per ingranaggi a ruote dentate.Faccio zig zag per stradine piene di negozi che sanno di villaggio per la sensazione di intimità che si ha entrandoci e starei ore a guardarne le vetrine, ma ho un appuntamento. Saluto con un cenno le statue di Svevo e Joyce, perdo per strada quella di Saba. Bevo di fretta pure il mio “capo in B tanta special” alla Bomboniera, pasticceria tra le più antiche, oggi gestita da un siciliano che da dipendente ne diventò

proprietario per salvarla dalla chiusura. Salvò i suoi mobili e le mattonelle. Salvò la rigojanci, rivale della sacher di Demel, ma salvò soprattutto un modo gentile di fare i pacchetti. E’ tardi.Entro di corsa in piazza Unità dove le facciate degli edifici celano con grazia la forza e l’orgoglio di essere italiani. Fiuto il confine poco lontano. Ancora qualche passo e poi il mare. Lei è lì. Mi aspetta sul molo, la gamba leggermente piegata, una mano sul fianco, l’altra persa in volute di capelli nerofumo. Guarda Ursus protesa tra cielo e mare e mi chiedo a cosa stia pensando.

Pietro Marino

Ferrara Trieste via Mestre

PREZZI E CONSIGLI

- costo biglietto: regionale seconda classe 14,35 € con fermata a mestre oppure ic diretto euro 23- colonna sonora: tumbalalaika- dove mangiare: Osteria Da Marino, via del Ponte, 5 (prosciutto in crosta , formaggi e vino); osmize aperte in giro per trieste in primavera”

Page 11: Il Tascapane 8

Dopo i videoblog di Bruxelles e Parigi, eccomi questa volta a Roma. Eh sì, la vita dello studente-erasmus-laureando-stagista in cerca di “esperienze formative per il suo futuro”, è quella del vagabondo, che a questa età non dispiace neanche tanto.Roma, la città eterna, dove si affollano la maggior parte degli stagisti italiani tra amministrazioni pubbliche, associazioni del terzo settore, Ong, istituti bancari e quant’altro possa “impiegare” le più giovani forze della Patria. Il mio tirocinio si svolge presso la sezione italiana di Amnesty International, dove lavoro a fianco della coordinatrice campagne e ricerca diritti umani in Italia. Un vero colpo di fortuna, per chi come me, crede di aver trovato la propria strada nel campo della tutela e della promozione dei diritti umani.Non per tutti però la situazione è altrettanto rosea. Qualche mese fa mi sono lasciato incuriosire da un articolo di David Randall, giornalista britannico dell’Indipendent on Sunday. Randall, su Internazionale, sollevava il problema degli stagisti bistrattati, adducendo come esempio proprio quello della sua testata. Gli stagisti, fenomeno nato all’incirca quindici anni fa, quando i quotidiani cominciarono a ridurre i praticantati, sono una risorsa inestimabile per le stesse redazioni che non riuscirebbero altrimenti a tirare avanti. Il sistema funziona bene: fa comodo agli stagisti, che hanno bisogno di accumulare esperienze sul proprio curriculum; fa comodo agli editori, che non sono costretti a pagare un altro stipendio. Randall propone

una soluzione, non credo praticabile, ossia creare un piccolo fondo “pro-stagisti” che possa supportarli quantomeno nel pagare le spese di alloggio.Ben più interessante mi pare l’esperienza della

Repubblica degli Stagisti, blog nato nel 2007, e dal 2009 sito di grande successo. Fondato da una laureata in Scienze della Comunicazione, Eleonora Voltolina, ne è oggi il direttore responsabile. Il sito si propone di difendere i diritti degli stagisti. Le iniziative sono semplici. La Repubblica degli Stagisti firma degli accordi-quadro con le aziende che si impegnano a non sfruttare i propri tirocinanti, offrendo uno stage retribuito 250 euro per i diplomati e 500 euro per i laureati. Le stesse si impegnano anche ad assumere 3 stagisti su 10 per un contratto di durata annuale. Solo queste aziende meriteranno il bollino OK STAGE che certifica il loro comportamento corretto nei confronti degli stagisti. Sul sito www.repubblicadeglistagisti.it sono tante le rubriche che possono interessare lo studente: storie di successo accanto a storie di vero sfruttamento, un archivio di stage disponibili, oppure la recente interrogazione parlamentare, sollecitata dal sito internet, il quale è riuscito a denunciare attraverso l’azione di un deputato di Fli (Futuro e libertà, ndr) la situazione di 700 giovani laureati

in giurisprudenza che stanno svolgendo presso l’INPS un praticantato forense senza compenso alcuno.Se al termine di questa lettura, cari giovani degli anni ‘Zero’, vi sentite ancora spacciati, ho io la soluzione ideale, seguite l’ esempio della più famosa stagista di tutti i tempi: Monica Lewinsky, che nel 1995 riuscì quasi a portare il suo datore di lavoro, il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, all’impeachment (il processo speciale contro il Presidente USA giudicato direttamente dal Parlamento, ndr). Così sì che farete ‘er botto!

Cono Giardullo

CENTRO TURISTICOSTUDENTESCO E GIOVANILE

Ti portiamo finoalla fine del mondo...

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Art. 1: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata…

sugli stagisti!Lo stage in ItaliaIl decreto ministeriale 142/98 è il riferimento normativo per la disciplina dello stage in Italia. La normativa è regolabile anche a livello regionale e le regioni del Nord Italia sono all’avanguardia nel settore, lo stage è ad esempio ben disciplinato soprattutto in Emilia-Romagna attraverso la legge 4/2005. I periodi massimi di tirocinio sono stabiliti in 4

mesi per gli studenti delle scuole superiori, 12 mesi per gli studenti universitari o neo-laureati e 24 mesi per i portatori di handicap. A differenza di altri paesi europei, come Francia e Belgio, lo stage in Italia non deve essere necessariamente retribuito, spetta al datore di lavoro decidere se e quanto corrispondere al tirocinante.

«Il primo stage è il contrario del primo bacio: di solito è il migliore. Per varie ragioni: ha nel suo dna giovinezza, entusiasmo, innocenza. Al primo stage non ci sono aspettative né rancori né disillusioni: è il primo contatto di una persona con il mondo del lavoro, e nella maggior parte dei casi è emozionante».Dal libro “La repubblica degli stagisti”, di Eleonora Voltolina, Laterza, 2010.

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La nuova frontiera del commercio on line ha origini medievali. Non ha nulla a che vedere con offerte, sconti o tariffe low cost ma si presenta come una soluzione ideale per ogni studente squattrinato. Si tratta del baratto. Nulla di più semplice. Ciascuno di noi ha qualcosa di cui non ha più bisogno e ha tutto l’interesse a scambiarlo con qualcosa di cui invece ha bisogno. Questa formula, nata in un periodo antecedente la diffusione della moneta, torna di moda oggi, in un periodo in cui forse la moneta tende nuovamente a smaterializzarsi, tra conti PayPal e commercio on line. Luogo ideale per la diffusione del baratto del terzo millennio è chiaramente la rete.In Italia la prima community di “baratto riuso e prestito gratuito” è nata verso la fine del 2006. All’indirizzo www.zerorelativo.it potrete registrarvi gratuitamente e diventare dei “barter”.

COME FUNZIONA - In seguito all’iscrizione e all’inserzione di annunci è possibile iniziare la ricerca. Poniamo che io stia cercando una bicicletta. Tra tutti gli annunci trovo

la mia preferita. A quel punto “offro” uno dei miei oggetti, poniamo un libro, dei cd o un aiuto a preparare un esame. A quel punto sta alla controparte accettare. Non ha alcuna rilevanza l’equivalenza. Ogni oggetto ha un proprio valore. Diverso dal valore di mercato.

NON SOLO OGGETTI - Non pensate che si tratti solo di scambiare un paio di occhiali da sole con uno di scarpe. C’è chi scambia ripetizioni di matematica con lavori domestici, chi offre la preparazione di “cene romantiche o aperitivi festosi” in cambio di una fotocamera e persino chi scambia le case per le vacanze.ZeroRelativo mette al centro oggetti che non avevano più vita e gliela rifornisce, quasi come andare a cogliere il talento di ognuno e metterlo in circolazione.

IL CASO FERRARESE - Una comunità di baratto on line esiste anche a Ferrara. Si tratta di un progetto curato dall’Assessorato alle Politiche per i Giovani del Comune di Ferrara. Attraverso il portale www.occhiaperti.net si accede allo spazio “Baratto: comunità di scambio etico”. In pochi click potrete iscrivervi, inserire i vostri oggetti e iniziare a barattare con altri “barter” locali!

Edoardo Rosso

ALCUNI ANNUNCI

Per capire che tipo di scambi sia possibile fare ecco alcuni annunci attualmente presenti all’indirizzo baratto.occhiaperti.net:

Offro bicicletta tipo Graziella, il mezzo più pratico e ecologico per muoversi in città! Usata, ma in buono stato. Valuto offerte: avrei bisogno di una macchina fotografica digitale o di un navigatore.(user: lisaviola, inserzione 22#)

A studenti liceali e universitari che hanno problemi di comprensione (del tutto leciti!) con la

filosofia, ma non solo: offro un’”infarinatura” generale,

dai presocratici a Nietzsche, a chi non ha mai studiato filosofia

e può esserne interessato.In cambio chiedo lezioni di francese (mi basta il livello di base:lettura e grammatica!).(user: saragrad, inserzione 75#)

Ho trovato un’ audiocassetta con inni fascisti versione dance... meglio darla via :)... però con qualcosa di particolare(user: demostene, inserzione 134#)

Vecchio portatile Asus A1000 del 2001, non funzionante. Buono per ricambi o comunque se ti vuoi divertire a smontarlo (user: Antonio, inserzione 9#)Commento: io avrei un salvadanaio nuovo che mi hanno regalato, preso da C’art, a forma di porcellino color argento. Ti può interessare???

Impossibile non lasciarsi sfuggire una risata all’idea del porcellino argentato ma il bello è proprio questo, la comunità di scambio è soprattutto una comunità di utenti. Non solo affari quindi, barattare è un ottimo modo per fare nuove (e talvolta bizzarre!) amicizie.

(e.r.)

Barattiamo? sarà la prima rivista a carattere scientifico in Italia interamente curata da studenti universitari, uno spazio nuovo di condivisione e creazione scientifica che si svilupperà completamente online, in un nome solo: “.ius” o, nella versione estesa, “puntoius”. Le ultime formalità del caso sono ancora da completare, ma il progetto, dopo mesi di incubazione, sta finalmente per vedere la luce. Obiettivo degli studenti ideatori del progetto, subito condiviso dai tutor della Scuola e dal Consiglio di Facoltà, è quello di far tornare la ricerca al centro della formazione universitaria: lo studio non può essere solo mero apprendimento, ma anche ricerca e creazione di sapere. Un dato, più di ogni altro, dà la misura di quanto questo nuovo progetto intenda restituire dignità ed importanza ad un’attività, quella del ricercatore appunto, troppo spesso messa ai margini della proposta didattica delle Università italiane: tutti i contributi redazionali con valenza scientifica, pubblicati nella rivista, riceveranno un codice ISBN, potranno quindi essere annoverati nei curricula dei loro autori, a tutti gli effetti, come pubblicazioni scientifiche. A riconoscere il valore e l’interesse scientifico degli elaborati sarà delegato dal Consiglio di Facoltà un comitato scientifico, cui spetterà, quindi, l’arduo compito di selezionare e vagliare le opere che perverranno alla redazione.L’idea di “puntoius” nasce da un gruppo di studenti della Scuola ferrarese di Diritto, percorso universitario di eccellenza che da anni, in direzione del conseguimento della laurea magistrale in Giurisprudenza, propone ad un numero ristretto di studenti un piano formativo complementare a quello canonco. La Scuola nasce con l’intento di sperimentare nuove metodologie didattiche e di verifica della

preparazione, attraverso, tral’altro, la integrazione del corso ordinario degli studi con attività didattiche e culturali trasversali e alla parziale sostituzione dei corsi frontali e dei relativi esami di profitto con attività di ricerca personali. Puntoius quindi, oltre che inserirsi a pieno titolo in questo speciale percorso, ne completa idealmente il pensiero: la rivista intende proprio raccogliere e riconoscere valore aggiunto al frutto, ormai generoso e meritevole di attenzione, prodotto dagli studenti nei percorsi di ricerca intrapresi all’interno della Scuola. Ciò che occorre sottolineare, in un tempo in cui all’Università italiana viene imputata l’incapacità di valorizzare il contributo intellettuale e l’autonomia degli studenti meritevoli, è il ruolo attivo e propositivo di questi nella promozione del proprio lavoro di ricerca: lo studente infatti, d’accordo con il docente referente del suo progetto di lavoro, potrà definire in modo personale e creativo gli ambiti del proprio approfondimento.

Osservando la composizione del team che si occuperà di “puntoius”, si nota proprio questa vocazione “studentesca” del progetto: la “gerenza” della rivista, per utilizzare un termine tecnico dell’ambito giornalistico, è affidata infatti ad un Comitato redazionale composto da due studenti della SfD per ogni anno di corso, per un totale di dieci studenti. Il

funzionamento del Comitato redazionale è regolato da uno statuto discusso e approvato da tutti gli studenti della Scuola: vengono valorizzati quindi anche quegli studenti che da secoli di sentono definire “matricole”, chiamati invece alla partecipazione attiva e ad un impegno in prima linea.A valutare, selezionare e infine approvare la pubblicazione dei lavori di ricerca sarà, però, il Comitato scientifico, composto da 3 docenti e 3 alumni, ex-studenti già laureatisi all’interno del percorso di eccellenza della SfD: anche in questo caso, quindi, il ruolo intellettuale dei giovani, accanto al necessario supporto dei professori, sarà determinante nella strutturazione della rivista e addirittura nella selezione degli “autori” di volta in volta pubblicati. Dopo questa severa cernita, quindi, l’utenza del web – variegata, eterogenea, in costante ed imprevedibile crescita - leggerà a cadenza annuale, in questa prima fase sperimentale, il meglio

di quanto prodotto dai futuri giuristi dell’Ateneo di Ferrara. L’ambizione è, però di raggiungere presto una periodicità semestrale. Per restare aggiornati sugli sviluppi della “quasi” neonata rivista vi consigliamo di seguire il sito degli studenti della Scuola ferrarese di Diritto: www.scuolaferraresedidiritto.eu.

Fiocco rosa a Giurisprudenza: nasce

13

‘.ius’di Luca Iacovone

con il patrocinio diTendenze12

Page 13: Il Tascapane 8

sarà la prima rivista a carattere scientifico in Italia interamente curata da studenti universitari, uno spazio nuovo di condivisione e creazione scientifica che si svilupperà completamente online, in un nome solo: “.ius” o, nella versione estesa, “puntoius”. Le ultime formalità del caso sono ancora da completare, ma il progetto, dopo mesi di incubazione, sta finalmente per vedere la luce. Obiettivo degli studenti ideatori del progetto, subito condiviso dai tutor della Scuola e dal Consiglio di Facoltà, è quello di far tornare la ricerca al centro della formazione universitaria: lo studio non può essere solo mero apprendimento, ma anche ricerca e creazione di sapere. Un dato, più di ogni altro, dà la misura di quanto questo nuovo progetto intenda restituire dignità ed importanza ad un’attività, quella del ricercatore appunto, troppo spesso messa ai margini della proposta didattica delle Università italiane: tutti i contributi redazionali con valenza scientifica, pubblicati nella rivista, riceveranno un codice ISBN, potranno quindi essere annoverati nei curricula dei loro autori, a tutti gli effetti, come pubblicazioni scientifiche. A riconoscere il valore e l’interesse scientifico degli elaborati sarà delegato dal Consiglio di Facoltà un comitato scientifico, cui spetterà, quindi, l’arduo compito di selezionare e vagliare le opere che perverranno alla redazione.L’idea di “puntoius” nasce da un gruppo di studenti della Scuola ferrarese di Diritto, percorso universitario di eccellenza che da anni, in direzione del conseguimento della laurea magistrale in Giurisprudenza, propone ad un numero ristretto di studenti un piano formativo complementare a quello canonco. La Scuola nasce con l’intento di sperimentare nuove metodologie didattiche e di verifica della

preparazione, attraverso, tral’altro, la integrazione del corso ordinario degli studi con attività didattiche e culturali trasversali e alla parziale sostituzione dei corsi frontali e dei relativi esami di profitto con attività di ricerca personali. Puntoius quindi, oltre che inserirsi a pieno titolo in questo speciale percorso, ne completa idealmente il pensiero: la rivista intende proprio raccogliere e riconoscere valore aggiunto al frutto, ormai generoso e meritevole di attenzione, prodotto dagli studenti nei percorsi di ricerca intrapresi all’interno della Scuola. Ciò che occorre sottolineare, in un tempo in cui all’Università italiana viene imputata l’incapacità di valorizzare il contributo intellettuale e l’autonomia degli studenti meritevoli, è il ruolo attivo e propositivo di questi nella promozione del proprio lavoro di ricerca: lo studente infatti, d’accordo con il docente referente del suo progetto di lavoro, potrà definire in modo personale e creativo gli ambiti del proprio approfondimento.

Osservando la composizione del team che si occuperà di “puntoius”, si nota proprio questa vocazione “studentesca” del progetto: la “gerenza” della rivista, per utilizzare un termine tecnico dell’ambito giornalistico, è affidata infatti ad un Comitato redazionale composto da due studenti della SfD per ogni anno di corso, per un totale di dieci studenti. Il

funzionamento del Comitato redazionale è regolato da uno statuto discusso e approvato da tutti gli studenti della Scuola: vengono valorizzati quindi anche quegli studenti che da secoli di sentono definire “matricole”, chiamati invece alla partecipazione attiva e ad un impegno in prima linea.A valutare, selezionare e infine approvare la pubblicazione dei lavori di ricerca sarà, però, il Comitato scientifico, composto da 3 docenti e 3 alumni, ex-studenti già laureatisi all’interno del percorso di eccellenza della SfD: anche in questo caso, quindi, il ruolo intellettuale dei giovani, accanto al necessario supporto dei professori, sarà determinante nella strutturazione della rivista e addirittura nella selezione degli “autori” di volta in volta pubblicati. Dopo questa severa cernita, quindi, l’utenza del web – variegata, eterogenea, in costante ed imprevedibile crescita - leggerà a cadenza annuale, in questa prima fase sperimentale, il meglio

di quanto prodotto dai futuri giuristi dell’Ateneo di Ferrara. L’ambizione è, però di raggiungere presto una periodicità semestrale. Per restare aggiornati sugli sviluppi della “quasi” neonata rivista vi consigliamo di seguire il sito degli studenti della Scuola ferrarese di Diritto: www.scuolaferraresedidiritto.eu.

Fiocco rosa a Giurisprudenza: nasce

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‘.ius’di Luca Iacovone

con il patrocinio di

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In questo periodo l’intera comunità accademica è chiamata a confrontarsi con la riforma dell’università, ormai diventata legge, anche e soprattutto perché viene imposto che tutte le università adottino un nuovo Statuto conforme ad essa. Noi, con il nostro rappresentante nella Commissione incaricata di redigere lo Statuto, ci stiamo impegnando per riuscire a mantenere una rappresentanza studentesca forte all’interno degli organi di governo dell’Ateneo. Perché riteniamo che gli studenti non debbano accettare regole imposte dall’alto, ma abbiano il diritto a partecipare attivamente nel prendere le decisioni che andranno a toccare soprattutto loro, essendo i primi utenti dell’università. Per lo stesso motivo abbiamo anche chiesto che venga adottata, insieme al nuovo Statuto, una Carta dei Diritti degli Studenti. Perché essere studenti non significa soltanto pagare le tasse, ma significa anche avere dei diritti, e noi riteniamo fondamentale che tali diritti vengano garantiti da un atto vincolante per tutti. Contemporaneamente, all’interno del Consiglio degli Studenti i nostri rappresentanti

stanno lavorando su diversi temi: abbiamo innanzitutto proposto di suddividere le tasse universitarie in quattro rate, invece delle attuali due. Questo perché riteniamo che, specialmente in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, in cui molte famiglie hanno fatica

anche solo ad arrivare a fine mese, la possibilità di pagare le tasse in un periodo di tempo più ampio, e con importi delle rate inferiori possa essere un aiuto per gli studenti e per le loro famiglie. Inoltre è allo studio una nostra proposta di rivedere la suddivisione delle fasce di reddito, in base alla quale viene calcolato l’ammontare delle tasse da pagare. Infatti il nostro obiettivo è quello di ottenere una tassazione più equa, per cui le tasse pagate rispecchino davvero il reddito. Attualmente capita spesso che chi guadagna di più paga, in percentuale al suo reddito, meno di chi ha un reddito inferiore. Ciò ci sembra palesemente iniquo. Inoltre abbiamo avanzato la richiesta che i risultati delle valutazioni dei docenti vengano resi pubblici. Infatti, ad oggi, sono i professori stessi a poter decidere se rendere visibili a tutti i dati ricavati dai test di valutazione della didattica (quelli che tutti noi dobbiamo compilare a fine corso). Con il risultato illogico che solo una minima parte dei risultati può essere consultata dallo studente.

Rete Universitaria AttivaOfficina

OPPOSIZIONE, Officina e R.u.a.

CONTATTIOfficina: [email protected]://officina-unife.blogspot.comRUA:[email protected] www.ruaferrara.it

la parola alle associazioni dei rappresentantiMAGGIORANZA, Student Office

CONTATTIStudent Office:

[email protected]

L’inizio di quest’Anno Accademico è stato notoriamente segnato dalle proteste avanzate in special modo dai ricercatori, in tutta Italia e di conseguenza anche nel nostro Ateneo. E’ stato fin da subito evidente che questa questione poneva due diritti in conflitto: quello dei ricercatori di manifestare un loro disagio e quello degli studenti di vedere iniziare le lezioni. L’equilibrio tra questi contrastanti diritti è assai difficile da trovare.Per parte nostra abbiamo appoggiato la posizione di grande equilibrio espressa dal Senato Accademico il quale ha stabilito lo slittamento di una settimana dell’inizio delle lezioni: infatti questa posizione, da un lato non pregiudicava eccessivamente gli studenti, dall’altro era un segnale forte di unità del mondo universitario rispetto alle questioni poste soprattutto dai ricercatori. Noi abbiamo chiesto al Senato Accademico garanzie per gli studenti i quali hanno il diritto di andare a lezione. Il nostro pensiero era ed è rivolto agli studenti di quei corsi la cui frequenza è indispensabile ai fini del superamento del relativo esame e agli studenti fuori sede (ed in particolare agli studenti internazionali) le cui famiglie sostengono costi già elevati specie in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo.Proprio per questo ci siamo opposti, ci opponiamo e continueremo ad opporci a tutte quelle iniziative, da chiunque proposte, che tendono ad

ostacolare o a rendere gravoso lo svolgimento dell’attività didattica.Crediamo che se si debba manifestare un disagio ci siano mezzi più intelligenti per poterlo fare. Un blocco della didattica (derivante da occupazioni di luoghi ove la didattica si svolge piuttosto che da una sospensione a tempo indefinito dell’attività didattica) nuoce soltanto alla componente più debole del mondo universitario e cioè a noi studenti con l’assurda conseguenza che per affermare il diritto allo studio si finisce per negarlo.In questa situazione difficile noi abbiamo proposto un cambiamento di metodo all’interno del Consiglio degli Studenti e per la prima volta abbiamo votato all’unanimità un Presidente espressione dello Student Office ed un Vicepresidente espressione di RUA, proprio perché crediamo che occorra affrontare questa nuova e gravosa situazione con uno spirito nuovo, collaborativo ed unitario nell’interesse esclusivo degli studenti che sono la ragione per cui questa Università esiste da 619 anni.Student Office è presente con suoi rappresentanti negli organi accademici dell’Ateneo e di tutte le Facoltà ed è a disposizione degli studenti per qualsiasi proposta o segnalazione riguardante i temi, i problemi e le opportunità che il mondo accademico pone.

Student Office

TRIBUNA POLITICA14

Page 15: Il Tascapane 8

STAGE 15

Italia, Europa, Africa, India, Centro o Sud America... dove vorresti andare quest’estate? Non è la pubblicità di un’agenzia di viaggi o di un tour operator da villaggi “tutto compreso”, ma sono le possibili destinazioni per partire volontario per un campo di lavoro e solidarietà di IBO Italia. Ma come, lavorare, gratis e per di più d’estate?Sembrerebbe proprio un controsenso, quando tutti pensano al sole ed al relax. Niente di più sbagliato: lavorare e impegnarsi in progetti sociali con altri volontari internazionali e con la popolazione locale permette di vivere pienamente tutte le differenze culturali.Proprio nell’Anno Europeo del Volontariato è il momento giusto per partire e decidere di dedicare due o più settimane ad un’esperienza di solidarietà e di crescita. Se vuoi restare vicino a casa ti aspettano case famiglia, monasteri, ostelli, per mostrarti un volto dell’Italia nascosto, ma sorprendente. Se invece hai voglia di vedere coi tuoi occhi posti lontani, di migliorare con le lingue straniere, di fare un’esperienza diversa dalla solita, metterti in gioco e donare il tuo tempo

e la tua energia agli altri, a tua disposizione decine e decine di realtà da sostenere in altri continenti o dentro i confini dell’Europa.

Sfida stereotipi, pregiudizi e timori, scegli se preferisci dedicarti alla costruzione, all’ambiente o all’educazione e parti per un campo di solidarietà e tornerai con un nuovo modo di osservare le cose. Senza la pretesa di cambiare il mondo, un campo cambierà sicuramente la tua vita!

a cura di Ibo Italia

L’anno giustoper partire... volontario!

“Il campo mi ha lasciato un qualcosa al quale non so dare un nome... e una serenità nella vita di tutti i giorni che non avevo prima di partire e che ho sempre invidiato nelle persone”Davide, volontario IBO Italia in Croazia

“Ripenso alla magia del camminare ed essere in quel momento parte del tutto, parlare una lingua diversa e non sentirsi italiani dell’Italia, ma viaggiatori del mondo”Martina, volontaria IBO Italia in Guatemala.

Requisiti e costi per partecipare ai campi

Età: 18 anni per i campi in Italia ed Europa, 21 per fuori EuropaQuota di iscrizione: 150 € per i campi in Italia ed in Europa, 200 € per i campi fuori Europa I titolari di Carta Giovani hanno diritto ad uno sconto del 20%!Viaggio: a carico del volontario. Vitto e alloggio: solitamente offerto dalla comunità che ospita il campo. In alcuni luoghi, soprattutto nei Sud del Mondo, è richiesta un piccolo contributo giornaliero o comunque caldeggiamo un’offerta libera.Assicurazione: compresa nella quota di iscrizione

Per informazioni: puoi passare da lunedì al venerdì dalla sede di IBO Italia in via Montebello 46/a, visitare il sito www.iboitalia.org, o

scrivere a [email protected]

speciale IBO Italia 15

Page 16: Il Tascapane 8

Le interviste del Tp16

Nel corso del Festival di Internazionale a Ferrara abbiamo avuto modo di intervistare diversi ospiti. Vi proponiamo un estratto della conversazione con l’editorialista del Corriere della Sera GianAntonio Stella. Tutte le altre interviste sono visibili su www.youtube.it/tascapanetube

Intercettato nei corridoi del Teatro Comunale Gian Antonio Stella si concede ai nostri microfoni...

Lei sostiene che i giornali che oggi sono, più o meno esplicitamente, “allineati” risultino noiosi, dunque ce n’è qualcuno che l’annoia particolarmente?

Ci sono giorni in cui i giornali in edicola sono tutti uguali, dunque talvolta annoiano un po’ tutti. Non sempre è una questione di età di chi scrive: esistono dei giovani tromboni che scrivono cose agghiaccianti e vecchi che scrivono cose freschissime. Resta vero che i giornali oggi devono cambiare linguaggio, noi coi giovani non sempre riusciamo a parlare.

A proposito di giovani, l’accesso a questo mestiere è molto difficile…

Il giornalismo italiano ha un’età medio-alta e l’Ordine dei Giornalisti, come capita con tutti gli ordini, è spesso usato come barriera verso i giovani. Così facendo si rischia di perdere per strada gente più brava di noi.

Uno che è molto bravo potrebbe anche stufarsi ad un certo punto e decidere di fare un altro mestiere...

Blogger e giornalismo - Credo che si possa fare giornalismo anche attraverso i blog ma non basta per vivere. Non ti fai un mutuo, scrivendo solo su un blog. Serve chiaramente che qualcuno ti assuma. Ma la situazione attuale è che chi è stato assunto 30 anni fa è illicenziabile anche se scrive “un uomo” con l’apostrofo, mentre tirar dentro un giovane è quasi impossibile se non attraverso una serie di contratti a termine e pagandoli un euro al pezzo. All’inizio tutti vengono sfruttati, io stesso lo sono stato a suo tempo. Però c’è un limite, non è accettabile tenere una persona dopo 10, 15 anni e darle 2 euro al pezzo.

Scuola di giornalismo - Il problema è che quelli bravi non hanno tempo di andare a insegnare. Spesso le scuole di giornalismo hanno docenti che ci si chiede cosa abbiano mai da insegnare. Ma, detto ciò, piuttosto che l’esperienza in una redazione dove

hanno sempre più fretta, trattano i ragazzi come invadenti rompiscatole che disturbano la quiete della redazione – e spesso più le testate sono piccole più i direttori sono vanitosi – ben vengano le scuole di giornalismo.Fare un ragazzo professionista comporta che chi lo assume non può più licenziarlo, il che è un bene perché li garantisce una certa libertà d’azione, d’altra parte però è che, per la stessa ragione (difficoltà di licenziamento) nessuno voglia assumere giovani.

Dalla chiacchierata con Stella emerge una cosa chiara: chi voglia fare questo mestiere non incontrerà che difficoltà ma poiché è una storia vecchia che ci sentiamo raccontare ormai a proposito di ogni professione, chi crede di avere delle energie da spendere smetta di chiedersi come, cosa e chissà e inizi a fare. Questa nostra generazione non può permettersi il lusso di non crederci.

Edoardo Rosso

Argomento che ci è parso di notevole interessè è quello del Last Minute Market, trattato dal Professor Andrea Segré (Ordinario di Politica Agraria Internazionale e Comparata).Nato come progetto di ricerca, LMM si è sempre occupato di analizzare tutti i passaggi delle filiere agroalimentari e individuare dove e perché si originano gli sprechi. LMM non gestisce direttamente i prodotti invenduti, non ha magazzini né mezzi propri per il ritiro ma permette l’incontro diretto tra “domanda” e “offerta.”

Un cosiglio per sprecare meno.Non seguite le offerte ma acquistate poco, con una lista ben fatta. Se mi servon dieci cose, dieci ne acquisto. Vuotate il frigorifero e riempitelo spesso.Magari andando direttamente dai produttori laddove possibile…Eco Design.Le confezioni vanno ri-progettate in modo da poterle riciclare meglio. Si pensi ad una bottiglia d’olio: recipiente di vetro, tappo d’alluminio, etichetta di carta e salva goccia di plastica… Come si fa a differenziare?Dei 600kg di immondizia prodotti da ogni italiano, la metà sono imballaggi. Bisogna che le imprese si diano una mossa e le città

promuovano la raccolta differenziata, ma che sia fattibile.La lunga vita dello yogurt.Ci sono prodotti che vengono buttati anche se ancora buoni solo perché scaduti. Pensate allo yogurt. Dopo una settimana dalla scadenza è ancora buono e non si corrono rischi. Ma nei supermarket intere confezioni di yogurt (vicini alla scadenza ma non scaduti) vengono “descaffalate” e gettate via anche se integre e commestibili. Questo è spreco al 100%. Sappiate che uno yogurt non dà problemi anche se mangiato fino a 10 giorni dopo la sua scadenza, l’ho provato sulla mia pelle! (e.r.)

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Nel 1081 un’armata normanna guidata da re Roberto il Guiscardo sbarca in Albania, il suo obiettivo finale è la conquista del trono stesso di Costantinopoli. A bloccargli la via per la capitale si erge la città fortificata di Durazzo, dove incontra una strenua resistenza da parte della guarnigione, al cui soccorso sta giungendo lo stesso imperatore Alessio I Comneno. Egli ha al suo seguito un reparto scelto della guardia imperiale, i Variaghi: nordici guerrieri armati di possenti asce bilama, da un secolo al servizio degli imperatori di Bisanzio, i soldati più temibili dell’impero. Con tali forze al suo comando, Alessio raggiunge Durazzo, e tre giorni dopo lancia l’offensiva. Da un lato, Roberto il Guiscardo conduce personalmente i suoi Normanni, fronteggiando le truppe bizantine a testa delle quali cavalca lo stesso Alessio. Le forze normanne mirano al centro dell’armata imperiale, dove sono siti i Variaghi, che supportati da un reparto di arcieri resistono alle cariche della cavalleria nemica. Il reggimento imperiale è formato in gran parte da Anglosassoni che in seguito alla conquista della Britannia da parte del normanno Guglielmo il Conquistatore hanno abbandonato la loro terra per passare al servizio di Costantinopoli. Bramosi di vendetta, assetati di sangue normanno, i Variaghi roteano le loro pesanti asce da guerra intorno al capo e le calano con ferocia su uomini e animali. I cavalli s’imbizzarriscono e l’ala destra normanna si dà alla fuga. E’ a questo punto che compare sul campo di battaglia Sichelgaita, principessa longobarda moglie del Guiscardo. Simile ad una valchiria wagneriana, è al fianco del marito anche nella battaglia. Anna Comnena la chiama “Seconda Atena”, la principessa longobarda richiama i fuggitivi, salta in groppa, e li insegue a cavallo per ricondurli nello schieramento. Vedendola,

i soldati si riprendono d’animo e tornano a combattere. Sichelgaita riesce a tenere sotto scacco i Variaghi, che presi dalla foga della battaglia hanno abbandonato lo schieramento restando isolati. Stretti tra Sichelgaita e le truppe mandate in rinforzo dal Guiscardo, essi sono costretti a tenere la posizione sotto una pioggia di dardi. I sopravissuti si asserragliano in una cappella che viene data alle fiamme. Perse le truppe scelte, le cose per i Bizantini si mettono male. Alessio continua a combattere strenuamente, ma con la diserzione di un intero reggimento di ausiliari turchi, capisce di essere sconfitto. Messi in rotta gli imperiali, Durazzo cade poco dopo e i Normanni possono riprendere la loro avanzata verso Costantinopoli. Donna affascinante e dotta, con Sichelgaita

Salerno raggiunse l’apogeo. Si è guadagnata il suo posto nella memoria per la sua attività di statista nel gestire la corte e le relazioni con lo Stato della Chiesa. Tanto fu amata in vita, che alla sua morte Longobardi e Normanni ne condivisero il ricordo consegnandola alla Storia. (v. Norwich: Bisanzio, Mondadori, Trento, 2001; I Normanni nel Sud: 1016/1130, Mursia, Milano, 1971. V. anche Anna Comnena: Alessiade).

Antonio Mondin

illustrazione di Francesco Simioni

La valchiria di Salerno

Storia 17

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PassWorld Le chiavi di accesso per il nuovo mondo

il social network dei professionisti lancia Linkedin Today e Studentjob, per curare la propria rete di intanto rompe la soglia dei 100milioni di utentiQuanto può essere alta una pila di 100 milioni di curricula? È quello che si è chiesto Linkedin per celebrare il nuovo record di iscrizioni. Oltre 30mila metri: tanto sarebbe alta la colonna di scartoffie se la società di Reid Hoffman decidesse di stampare i curricula di tutti gli utenti del suo social network, alias www.linkedin.com. Gli italiani iscritti a Linkedin sono 1 milione e 700 mila e intanto il social network continua a crescere nel mondo a una velocità di 100.000 iscritti a settimana. Pensate che solo a maggio dello scorso anno curava un proprio profilo su Linkedin poco più della metà degli iscritti italiani attuali. In quello stesso periodo sul Tascapane vi raccontavamo il “fenomeno Linkedin”: come iscriversi, raccogliere raccomandazioni e strutturare la propria rete professionale. Era ancora la novità del momento e ci si muoveva con la cautela e gli entusiasmi dei neofiti.

Gli ambiti in cui il social network si propone oggi sono ormai vastissimi: LinkedIn copre circa 150 diversi comparti economici e oltre 400 “regioni economiche”. Ci sono settori che attraggono una maggiore utenza: l’hi-tech (17%), la finanza (14%) e la manifattura (10%) registrano oggi il maggior numero di iscritti, mentre le funzioni maggiormente presenti sono quelle legati alla vendita (12%), all’insegnamento (10%) e all’amministrazione (10%). Allargare il bacino di utenza non è stata, ovviamente, l’unica preoccupazione dei gestori.

In questo numero vi segnaliamo, infatti, i due nuovi servizi offerti su linkedin.com, che rappresentano la naturale evoluzione del social network e si rivolgono ai due profili più presenti nella rete linkedin: gli studenti e i cosiddetti profili esperti, quelli cioè che hanno già maturato una lunga

esperienza professionale nel settore di riferimento.

Il primo dei due è “LinkedIn Today”, un nuovo servizio che mette in risalto i titoli e le storie più condivise dagli utenti della propria rete professionale. L’idea è quella di offrire un modo personalizzato e su misura di fruire delle notizie sul mondo del lavoro: dalle news di settore alle nuove opportunità di lavoro. Gli utenti avranno così la possibilità di seguire costantemente gli aggiornamenti e le news che riguardano uno o più settori specifici di interesse e che i propri contatti hanno ritenuto interessanti. Inoltre il servizio rilancerà anche i contenuti segnalati su StumbleUpon, il noto sito di social bookmarking. Il nuovo servizioè da poco fruibile anche su iPhone, è stato infatti di recente rilasciato l’ultimo aggiornamento per l’applicazione LinkeIn sull’AppStore.

Ai giovanissimi, studenti e neolaureati che vogliono affacciarsi per la prima volta nel mondo del lavoro e la cui rete professionale è ovviamente ancora stretta, si rivolge invece Student Job, l’altra novità di LindeIn: la nuova sezione aiuterà i più giovani a trovare un impiego adatto alle propri studi e alle proprie aspettative. Student Job permette infatti di visualizzare, attravesro un semplice motore di ricerca, le offerte di lavoro inserite dalle aziende. Per consultare le proposte basta sfogliare il menu posto a sinistra della pagina dedicata al servizio e scegliere se cercare annunci per azienda, per città oppure per settore specifico.

Nonostante però i numerosi sforzi profusi dell’azienda nel segno di una maggiore immediatezza e migliore fruibilità dei contenuti sul social network, LinkedIn in Italia resta un utile strumento per pochi eletti: sono tantissimi i profili abbandonati subito dopo la registrazione e molti i delusi che non riescono a districarvisi dopo averlo creduto un “facebook per trovare lavoro”.

di Luca Iacovone

Student jobs, con Linkedin

l’occhio della scienza a cura di Carolina Venturoli18

Dedicherò questo piccolo spazio a delle invenzioni che possono cambiare o hanno cambiato il futuro del mondo.

Cominciamo con una recente invenzione che rientra nella categoria delle Nanotecnologie. Si tratta di una carta assorbente per ripulire i mari dagli idrocarburi, capace di “asciugare” una quantità di liquido pari a venti volte il suo peso. Lo speciale foglio di carta è costituito da un tappeto di nanofibre di ossido di potassio manganese intrecciate tra loro, è impermeabile all’acqua, e assorbe solo

il petrolio. La carta può essere utilizzata più volte, basta strizzarla ed esce petrolio riutilizzabile. Una caratteristica importante è proprio che è resistente alle alte temperature, e ciò permette di recuperare il petrolio assorbito. Basta farlo evaporare, esponendo il foglio a forti fonti di calore e il foglio rotorna pulito, pronto per essere riutilizzato.Vi direte chissà quanto costa? Pochissimo. La carta è, infatti, molto economica da produrre.Il lavoro è stato pubblicato il 30 Maggio 2008 sulla rivista Nature Nanotechnology.

Chi è l’inventore?Francesco Stellacci, giovane scienziato italiano che ha lavorato presso uno dei più prestigiosi istituti di ricerca Usa, il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, dove era professore nel dipartimento di ingegneria e scienza dei Materiali. Attualmente svolge il ruolo di direttore del Centro europeo di nanomedicina di Milano ma allo stesso tempo è docente universitario in Svizzera.

Cari lettori del Tascapane, anno nuovo, vita nuova e perché no RUBRICA NUOVA. Una rubrica dedicata al mondo della RICERCA, un campo che affascina molti di Voi studenti che state leggendo questa pagina.Come forse noterete dalle aule super affollate di Biologia o CTF e la soppressione del Corso di Biotecnolgie, Ferrara non se la passa tanto bene. Ma non fatevi abbattere dalla noia dei professori o dall’ambiente poco stimolante, ma cercate di tenere viva l’ anima da ricercatori che sentite in voi.Non abbandono la rubrica della Letteratura, al contrario, credo che la Scienza sia pura poesia. Una poesia con le sue regole e con il suo fascino. In questa nuova rubrica cercherò di unire questi due mondi, che sembrano cosi diversi, ma che hanno un fattore in comune: LA SCOPERTA. Scoprire, ricercare, sperimentare e infine condividere la poesia, come la Scienza.E cosi voglio condividere con voi la poeticità delle scoperte scientifiche e mese dopo mese capirete chi è il ricercatore, cosa fa e cosa vuole. Sul sito aggiornerò una volta al mese un’intervista di un team di ricerca, direttamente da Trieste, dove la Scienza non si ferma di fronte a nulla, nemmeno di fronte alla Bora! Cosa sono le nano particelle, dove vengono impiegate, cosa sono le cellule staminali, a cosa servono, a che punto è la ricerca per combattere il cancro, cos’è l’ingegneria tissutale, cosa sono i biomateriali, cos’è la luce di sincrotrone, le neuroscienze e altri argomenti di grande interesse scientifico. Presto troverete sul sito la prima video-intervista… (TO BE CONTINUED)

Specchio delle mie brame, chi è il batterio più forte del reame?Si chiama Deinococcus radiodurans, ed è conosciuto anche con il nome di “Conan il batterio”. Appartiene alla famiglia degli estremofili ed è uno degli organismi più radioresistenti conosciuti al mondo. Riesce a sopravvivere a una dose di radiazioni pari a 5000 Gy senza perdere vitalità ed in meno di 24 ore è in grado di ricostruire il suo genoma. Se pensate che una dose di 10 Gy di radiazioni ionizzanti è sufficiente a uccidere un uomo, potete comprendere la straordinaria unicità di questa specie che gli è valsa l’inserimento nel Guinnes dei Primati nel 2008, come il “batterio più resistente al mondo”. Oggi trova applicazione nel campo dell’ingegneria genetica a scopi ambientali per l’eliminazione, tramite digestione batterica, di solventi e metalli pesanti, come ad esempio mercurio e teluene nei depositi di scorie radioattive miste.

P66: interruttore molecolare per spegnere il diabete

Un gruppo di giovani ricercatori italiani della Cattolica di Roma ha scoperto come inibendo il gene p66 si possa prevenire il diabete. L’interruttore p66shcA è una molecola già resa famosa da un altro gruppo di ricerca italiano, quello del professor Piergiuseppe Pelicci dell’IEO di Milano, che qualche anno fa ha dimostrato come tale proteina limitasse la durata della vita e favorisse l’invecchiamento degli animali attraverso la produzione di un eccesso di radicali dell’ossigeno.Ed è partendo da questa osservazione che lo studio è proseguito dimostrando come p66shc agisca da ‘sensore’ dei nutrienti, favorendo non solo l’accumulo di grasso nelle cavie, ma anche e soprattutto l’insorgenza di iperglicemia e diabete. P66schA informa le cellule, soprattutto quelle adipose, della presenza di cibo da assimilare. La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences USA (PNAS), afferma che bloccando p66 si possono “ingannare le cellule” facendo loro percepire meno cibo di quello che si è realmente mangiato. Se state pensando che da oggi potete ingozzarvi e rinunciare alla dieta del lunedi o del primo del mese, non illudetevi, poiché il blocco di p66 non previene l’accumulo di grasso, ma solo le sue conseguenze negative sulla salute e la longevità.

L’invenzione e l’inventore

“A CENTO ANNI HO PERSO UN PO’ LA VISTA, MOLTO L’UDITO. ALLE CONFERENZE NON VEDO

LE PROIEZIONI E NON SENTO BENE. MA PENSO PIÙ ADESSO DI QUANDO AVEVO VENT’ANNI. IL CORPO FACCIA QUELLO CHE VUOLE.IO NON SONO IL CORPO: IO SONO LA MENTE.” (RITA LEVI MONTALCINI)

Page 19: Il Tascapane 8

19teatroPassWorld Le chiavi di accesso per il nuovo mondo

il social network dei professionisti lancia Linkedin Today e Studentjob, per curare la propria rete di intanto rompe la soglia dei 100milioni di utentiQuanto può essere alta una pila di 100 milioni di curricula? È quello che si è chiesto Linkedin per celebrare il nuovo record di iscrizioni. Oltre 30mila metri: tanto sarebbe alta la colonna di scartoffie se la società di Reid Hoffman decidesse di stampare i curricula di tutti gli utenti del suo social network, alias www.linkedin.com. Gli italiani iscritti a Linkedin sono 1 milione e 700 mila e intanto il social network continua a crescere nel mondo a una velocità di 100.000 iscritti a settimana. Pensate che solo a maggio dello scorso anno curava un proprio profilo su Linkedin poco più della metà degli iscritti italiani attuali. In quello stesso periodo sul Tascapane vi raccontavamo il “fenomeno Linkedin”: come iscriversi, raccogliere raccomandazioni e strutturare la propria rete professionale. Era ancora la novità del momento e ci si muoveva con la cautela e gli entusiasmi dei neofiti.

Gli ambiti in cui il social network si propone oggi sono ormai vastissimi: LinkedIn copre circa 150 diversi comparti economici e oltre 400 “regioni economiche”. Ci sono settori che attraggono una maggiore utenza: l’hi-tech (17%), la finanza (14%) e la manifattura (10%) registrano oggi il maggior numero di iscritti, mentre le funzioni maggiormente presenti sono quelle legati alla vendita (12%), all’insegnamento (10%) e all’amministrazione (10%). Allargare il bacino di utenza non è stata, ovviamente, l’unica preoccupazione dei gestori.

In questo numero vi segnaliamo, infatti, i due nuovi servizi offerti su linkedin.com, che rappresentano la naturale evoluzione del social network e si rivolgono ai due profili più presenti nella rete linkedin: gli studenti e i cosiddetti profili esperti, quelli cioè che hanno già maturato una lunga

esperienza professionale nel settore di riferimento.

Il primo dei due è “LinkedIn Today”, un nuovo servizio che mette in risalto i titoli e le storie più condivise dagli utenti della propria rete professionale. L’idea è quella di offrire un modo personalizzato e su misura di fruire delle notizie sul mondo del lavoro: dalle news di settore alle nuove opportunità di lavoro. Gli utenti avranno così la possibilità di seguire costantemente gli aggiornamenti e le news che riguardano uno o più settori specifici di interesse e che i propri contatti hanno ritenuto interessanti. Inoltre il servizio rilancerà anche i contenuti segnalati su StumbleUpon, il noto sito di social bookmarking. Il nuovo servizioè da poco fruibile anche su iPhone, è stato infatti di recente rilasciato l’ultimo aggiornamento per l’applicazione LinkeIn sull’AppStore.

Ai giovanissimi, studenti e neolaureati che vogliono affacciarsi per la prima volta nel mondo del lavoro e la cui rete professionale è ovviamente ancora stretta, si rivolge invece Student Job, l’altra novità di LindeIn: la nuova sezione aiuterà i più giovani a trovare un impiego adatto alle propri studi e alle proprie aspettative. Student Job permette infatti di visualizzare, attravesro un semplice motore di ricerca, le offerte di lavoro inserite dalle aziende. Per consultare le proposte basta sfogliare il menu posto a sinistra della pagina dedicata al servizio e scegliere se cercare annunci per azienda, per città oppure per settore specifico.

Nonostante però i numerosi sforzi profusi dell’azienda nel segno di una maggiore immediatezza e migliore fruibilità dei contenuti sul social network, LinkedIn in Italia resta un utile strumento per pochi eletti: sono tantissimi i profili abbandonati subito dopo la registrazione e molti i delusi che non riescono a districarvisi dopo averlo creduto un “facebook per trovare lavoro”.

di Luca Iacovone

Student jobs, con Linkedin

Page 20: Il Tascapane 8

Dall’inizio della storia del cinema ad oggi numerosi registi hanno affrontato, anche solo secondariamente, il tema del cibo; trattare questo tema approfonditamente richiederebbe troppo spazio, ecco però alcuni film esemplificativi dove il cibo è protagonista oppure fa da sfondo e motore alla vicenda.

Quando si pensa al binomio cibo-cinema non si può non menzionare il film “La grande abbuffata” del 1973 di Marco Ferreri; storia curiosa di quattro uomini che, stanchi della vita noiosa e inappagante che conducono, decidono di suicidarsi, chiudendosi in una casa nei dintorni di Parigi e mangiando fino alla morte; cibo come pretesto per criticare la società consumista, nella quale ogni bisogno e necessità sono raggiunti e soddisfatti con estrema facilità, spingendo l’uomo a volerne sempre di più fino a non poterne contenere

più e scoppiare. Altro film, di tutt’altro genere, nel quale il cibo è protagonista è Super size me del 2004 di Morgan Spurlock, documentario che segue il regista per un mese durante il quale dovrà seguire alcune regole: deve mangiare tre pasti McDonald’s al giorno; deve assaggiare almeno una volta ogni opzione dei menu

McDonald’s; non deve acquistare nulla che non sia sul menu; deve accettare di avere il menu super size solo se invitato a farlo, interropendo contemporaneamente ogni attività fisica; ma, oltre a documentare gli effetti negativi che questa dieta

particolare ha sulla salute, il regista analizza l’industria del fast-food, il potere che essa ha sul popolo americano e dei motivi per cui gli Stati Uniti hanno il tasso di obesità più alto del mondo, puntando il dito contro la pubblicità che pare quasi imporre questo tipo di alimentazione sin dall’infanzia e contro la mancanza di cibo sano in molte scuole, senza dimenticare di menzionare il fatto che questo cibo crea dipendenza.

Infine, ultimo film preso in considerazione in questa breve analisi, Chocolat del 2000 di Lasse Hallstrom; ambientato in Francia nel 1959 nel paesino di Lansquenet, dove, l’arrivo di Vianne e della figlia Anouk sconvolge le abitudini degli abitanti della tranquilla cittadina, aprendo una cioccolatiera durante il periodo del digiuno quaresimale; in questa vicenda il cibo, rappresentato dalla cioccolata, è visto come mezzo per esprimere se stessi e liberarsi dalla proprie inibizioni.Questo excursus conferma quanto sia importante nel cinema il cibo, in quanto elemento centrale nella vita dell’uomo e quindi analizzato e rappresentato in tutti i suoi possibili aspetti.

Bianca Bonati

20 cinema

A cena col regista...

(a proposito di Grande abbuffata...)Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni e Philippe Noiret erano molto amici, e nonostante avessero letto la sceneggiatura de La grande abbuffata di Ferreri, sul set praticamente non la consultarono più: i tre grandi attori improvvisavano continuamente ed il regista li lasciava liberi di creare. La scena dell’imitazione di Marlon Brando, per esempio fu proposta da Tognazzi, e non era presente nella sceneggiatura.

CUR

IOSI

Se non mangi, non puoi morire ”“

Page 21: Il Tascapane 8

E’ vero, questa è l’epoca dell’immagine, del visivo e del televisivo. Dovremmo star qui a parlare di micro web tv, come nascono, quante sono. Ma sarà per la prossima, questa volta ragioniamo per sottrazione.Qui parliamo infatti di un progetto che nel suo manifesto dichiara testualmente: in un’epoca iper-visiva, che vuole vedere tutto, torniamo al suono per recuperare la sostanza.Si tratta di Docusound. Come sottotitolo, nell’intestazione del sito internet (www.docusound.it), si legge Audio racconto della realtà. Ecco le prime informazioni: la realtà come oggetto e l’audio come mezzo (l’unico) per raccontarla. Documentari sonori, potremmo dire.Protagonisti di questo esperimento sono tre giovani professionisti del settore

cinematografico Matteo Bellizzi (regista), Fabrizia Galvagno (produttore) e Andrea Vaccari (direttore della fotografia).Persone quindi abituate a lavorare con le immagini che sono però convinte che qualsiasi storia possa essere raccontata “dal punto di vista del suono”.

Ed è vero. Basta provare. Scegliete un file tra le sezioni Doc, Ritratti, Cartoline o Lab e ascoltate. Il tono di voce del protagonista e la sua inflessione regionale, i rumori di

fondo, la musica. Tutto contribuisce a ricreare una precisa atmosfera. Dopo i primi minuti di ascolto ti accorgi che non ti servono le

immagini, puoi farne a meno. E poco dopo ti accorgi, invece, che le immagini ci sono. Si stanno proiettando nella tua mente. Infatti Docusound non nega l’immagine – si legge ancora nel manifesto - l’ascolto aiuta a ritornare

al visivo con maggiore consapevolezza e sensibilità percettiva.Questo approccio permette di raccontare storie che difficilmente emergerebbero con la stessa sincerità e purezza davanti a una telecamera. Il microfono “riprende al buio” in un certo senso. E’ più discreto e rispettoso della privacy. Queste caratteristiche operano una selezione naturale, una sorta di scrematura, cosicché tra tutte le storie documentabili vengono a galla quelle più adatte al particolare strumento. Storie fruibili attraverso l’atto dell’ascolto. Ascoltare diviene così un modo di partecipare al racconto. E’ chi ascolta che proietta le immagini attraverso le quali prende forma la storia narrata.

Edoardo Rosso

I ragazzi di Docusound vi invitano a partecipare a quella che definiscono la più grande caccia dei suoni d’Italia. Potete infatti spedire le vostre “cartoline sonore”, le cartoline da ascoltare “Vogliamo sentire il suono dei turisti al Colosseo o alla Torre di Pisa, - spiegano -ma anche di un mercato rionale, di un bar sulla spiaggia, la Fontana di Trevi o i grilli che friniscono su un trullo al tramonto, le ‘zdore che fanno la pasta fresca, il chiacchiericcio degli operai che escono da una fabbrica, la grande cena per la fine del Ramadan... Insomma, vogliamo sentire il suono della VOSTRA Italia!”E’ molto semplice inviare il vostro contributo. Basta realizzare un file mp3 di 30 secondi (categoria istantanea) o di 3 minuti (categoria panoramica), per ogni informazione: [email protected]’ possibile anche proporre storie da raccontare complilando sul sito l’apposito form.

(e.r.)

Spedisci la tua cartolina sonora!

“E Dio disse sia la luce, quindi il suono è antecedente...”

Narratori di suoni

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22

Il digitale terrestre ha notevolmente incrementato l’offerta televisiva proposta da gruppi nazionali e locali: canali tematici, all-news, film, cartoni animati, ed anche tanta musica. Se una volta, il dominio era appannaggio di due reti nazionali (attualmente MTV e Deejay Tv, in passato Videomusic, TMC2, Viva e All Music), oggi i contenuti si sono moltiplicati e sono stati diversificati, lanciando un “trend” che per molti editori radio-televisivi è diventato quasi un passo obbligato: il consolidamento della radio tramite il piccolo schermo. Apripista del settore è stata RTL 102.5 che, tramite il satellite, prima col progetto Hit Channel, poi con il network vero e proprio ha portato i contenuti della “frequenza nazionale” in tv. Tuttavia, grazie a Sky, anche Deejay e Radio Italia sono presenti da anni con prodotti non strettamente legati alla radio, ma omogenei per tipologia e orientati non solo a fidelizzare il proprio pubblico, bensì a catturarne sempre di nuovo, anche e soprattutto da network concorrenti. Finora si era quasi sempre trattato solo di progetti satellitari, mentre oggi via etere la visibilità in chiaro incrementa le potenzialità d’ascolto. Se L’Espresso aveva già fatto il proprio ingresso con Deejay Tv in epoca analogica, RTL e Radio Italia hanno approfittato delle opportunità offerte dal digitale terrestre, espandendo il loro prodotto tv in chiaro, rispettivamente grazie ad accordi con Telecom (la prima) e con lo stesso gruppo de L’Espresso (la seconda). Non è rimasto a guardare, poi, un altro importante gruppo milanese concorrente. In concomitanza dello switch-off del nord-Italia di novembre-dicembre 2010, infatti, hanno esordito i programmi di Virgin Radio, primo progetto video – dopo le diverse web-tv tuttora presenti sui loro portali – del gruppo di Radio 105. Se Deejay, Virgin, RTL e Radio Italia godono di marchi già consolidati, oltre a quello storico di MTV e delle sue varie seconde reti (vedi la recente MTV Music), le opportunità di entrare in un mercato ancora da definire, ma che offre numerosi spazi, hanno spinto molte altre realtà ad orientarsi verso la musica. A livello nazionale, sono dunque arrivate Canale Italia Musica – legata all’omonimo gruppo che, sul territorio veneto, dispone anche di un’emittente in FM -, Radio Capri TelevisiOn (tramite il mux di Rete Capri), nonché Play.me, la quale tuttavia si

presenta svincolata da legami con emittenti radiofoniche. Anche gli editori locali, conseguentemente, hanno subito colto i vantaggi che una radio-tv può portare ad entrambi i media. Facendo un giro dell’Italia, nelle zone già digitalizzate, non sono mancate sorprese, molte delle quali ancora in stand by. Soffermandoci sul nostro territorio, tuttavia, l’Emilia Romagna ha all’attivo già quattro televisioni radiofoniche. A Bologna, è nata Bo 210 Tv, emittente che ha ereditato parte dello staff di Punto Radio e che propone un prodotto talk in diretta, in onda anche in modulazione di frequenza sugli 89.8 di Bo 898 Fm. E proprio Punto Radio, che già in epoca pre-switch off aveva diffuso sul digitale terrestre parte della propria programmazione, è recentemente partita con l’omonima Punto Radio Tv. Solo musica, al momento, su Radio Bruno Tv, che tuttavia presenta un’appetibile selezione di grandi successi, mentre è già operativa Alfa Channel, emittente che riprende il logo della storica Rete Alfa di Ferrara, pur essendone un progetto indipendente, e che punta soprattutto al lancio di eventi ed artisti emergenti del territorio regionale. A distanza di trent’anni, sta per tornare in voga lo slogan dei Buggles “Video killed the radio star?”.

Nicola Franceschini

Video killed the radio star?

Quando la radio va in tv...

Nuovo appuntamento conNicola Franceschini, speaker di ReteAlfa.

FM world22

fm 91.2

(durante le registrazioni di Music Corner su Alfa Channel canale 298)

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Musica 23

Ho sempre voluto chiederti: da ferrarese quale sei, per il nome Le Luci della Centrale Elettrica, ti sarai probabilmente ispirato alle luci della Montedison… Ma non è una centrale elettrica!

In realtà sono prepotentemente entrate anche quelle del Polo Chimico che sì, non è una centrale elettrica. In realtà non volevo neanche ricondurla appieno solo al contesto di Ferrara, immaginavo questa centrale elettrica che c’è in giro, immaginavo quella fuori da Ravenna, questa qua di Ferrara… È più idea, che…

E’ più ipotetica che reale?

Esatto. Più che la centrale elettrica in sé sono queste luci. Forse mi piaceva come immagine, quello che era. Mi piace questo fatto della Montedison che se chiedi anche alla maggior parte dei nostri concittadini nessuno sa bene cosa facciano lì dentro, a meno che proprio non ci lavorino. Quindi è questa entità Montedison che mi piaceva evocare, e soprattutto le luci della Montedison in quel fumo che esce, questa attrazione serale che spesso è l’unica che c’è in città.

E quindi andiamo a vedere le luci della città elettrica… Ti aspettavi

questa ascesa dallo scrivere canzoni in camera tua a vincere la targa Tenco, fare due album ed essere una figura di spicco nel tuo genere?

Mh… ma no, devo dire di no. Devo dire che è anche una cosa a cui non ho mai pensato. Posso sinceramente dire che saranno ormai dieci anni che suono, e non ho mai avuto la particolare ambizione. Penso che questa cosa mi abbia aiutato, nel senso che ho sempre fatto le cose soprattutto perché le volevo fare, perché mi veniva da farle, senza tanti pensieri sulle prospettive o sul da farsi. Ero abbastanza concentrato su quello che mi andava di fare, quindi non mi ero neanche aspettato niente in particolare. Stavo semplicemente facendo al meglio quello che volevo fare, forse le uniche cose che sapevo fare. Quindi devo dire che non me l’aspettavo perché non mi aspettavo niente in particolare. Non facevo le canzoni per aspettarmi qualcosa. Penso che fare le canzoni sia una di quelle cose che non sia facile amministrare, sia una di quelle cose che non va amministrata. Quindi può succedere qualsiasi cosa che è importante relativamente.

Qual è stata in questi anni l’esperienza più gratificante per te?

Forse le collaborazioni. Mi è capitato di fare cose che mi hanno portato in una dimensione dell’irrealtà con gruppi che ho sempre ascoltato crescendo. Per esempio ho fatto questo tour teatrale con gli Afterhours in cui sono stato ospite di quattro o cinque date, in questi teatri bellissimi con gli Afterhours di cui sono sempre stato un grande fan. Quello è stato un momento bellissimo. Oppure anche una specie di spettacolo, un radio-dramma, che avevo creato con Wu Ming e con Marco Filo, scrittori che amo molto. Questa cosa di aver potuto incontrare le persone che stimavo di più e che magari non era neanche detto che potessi mai intercettarle. Questa forse è stata una delle cose più belle che mi sia capitata.

(...)Fabio Fabretti

l’intervista prosegue su www.tascapane.it

Chiacchierando con Vasco Brondi(prima parte)

Per ora noi la chiameremo felicità è un disco freddo che vuole incendiare. È un disco di protesta. È la colonna sonora di una fuga rabbiosa. Da cosa? Dai dogmi malati della nostra civiltà. Vasco attraverso le sue canzoni parla con la sua voglia di cambiare, come se quest’ultima fosse un corpo estraneo che abbiamo allontanato da noi stessi, rassegnati a sopravvivere. L’album cerca di portarci a vivere, perché è anche un disco d’amore, non nel senso comune, amore generico verso qualcosa migliore di noi. Perché forse i difetti che vediamo intorno a noi sono radicati anche dentro di noi. La società rispecchia la nostra rabbia. (f.f.)

Page 24: Il Tascapane 8

Amnesty è "la più grande pazzia dei nostri tempi", è "la repubblica della coscienza", cosìl’avvocato inglese Peter Benenson, suo fondatore, ha definito quello che oggi èconsiderato il più grande movimento mondiale in difesa dei diritti umani. AmnestyInternational nasce ufficialmente il 28 maggio del 1961 quando Benenson pubblical’articolo sul quotidiano The Observer dal titolo: “I prigionieri dimenticati".Tale articolo ebbe una vasta eco mondiale e videl'adesione entusiasta di migliaia di persone: "apriteil vostro quotidiano un qualsiasi giorno dellasettimana e troverete la notizia di qualcuno, daqualche parte del mondo, che è stato imprigionato,torturato o ucciso poiché le sue opinioni e la suareligione sono inaccettabili per il suo governo. Illettore del quotidiano percepisce un fastidiososenso d’impotenza, ma se questi sentimenti didisgusto ovunque nel mondo potessero essereuniti in un’azione comune qualcosa di efficacepotrebbe essere fatto”. Amnesty oggi è presente inoltre 150 paesi, con 2 milioni e 800.000 soci nelmondo. Ha ricevuto lo status consultivo dalleNazioni Unite nel 1964 e nel 1977 il PremioNobel per la pace per aver "contribuito arafforzare la libertà, la giustizia econseguentemente anche la pace nel mondo". Lafunzione di denuncia ha reso il nome di Amnestynoto nel mondo ed il suo lavoro imparziale in difesadei diritti umani ha reso Amnesty un’ONG moltoautorevole. Amnesty è infatti un movimentointernazionale indipendente da qualsiasi governo oparte poilitica, interesse economico o credo

religioso che accende i riflettori su tutti i governiresponsabili di violazioni dei diritti umani. Il logo delmovimento è una candela circondata dal filospinato, che è divenuto, dal 1961, simbolomondiale di speranza e di libertà. “Questa candelanon brucia per noi”, ha affermato Benenson, “maper tutte quelle persone che non siamo riusciti asalvare dalla prigione, che sono state uccise,torturate, rapite, o sono scomparse. Per loro bruciala candela di Amnesty. Amnesty International hareso possibili diverse vittorie. I suoi archivi sonopieni di lettere di prigionieri di coscienza o vittimedi torture che ringraziano l’organizzazione per averfatto la differenza. Coloro che oggi continuano aprovare un senso d’impotenza possono farequalcosa: possono sostenere AmnestyInternational. Possono aiutarla a combattere per lalibertà e la giustizia". Peter Benenson ha credutocon forza nel potere delle persone di determinarecambiamenti, creando Amnesty International hadato a ciascuno di noi l'opportunità di fare ladifferenza nella difesa dei diritti umani in tutto ilmondo. Ognuno di noi può fare la differenza,anche tu puoi fare la differenza!

Attivati per Amnesty!

Questo articolo è a cura delGruppo 35 di

Amnesty International

Per informazioni, potetecontattarci tramite

eMail [email protected]

tel. 347 82 74 246

www.amnestyferrara.org

Entra in un gruppo locale: Amnesty è presente a Ferrara dal 29maggio 1980. La sede del gruppo Amnesty Italia 35 è in Via CarloMayr n. 10; le riunioni si tengono il mercoledì alle ore 21:00.

Diventa Web Activist: basta un pc, una connessione ad Internet epochi minuti del tuo tempo! In questo modo puoi aderire alla ReteAzioni Urgenti, un network di persone chi inviano e­mail, fax,

telegrammi, lettere alle autorità dei governi violatori dei diritti umaniin difesa di uomini e donne in stato di pericolo imminente.

Firma e fai firmare gli appelli on line sul sito www.amnesty.it

Attivati su Facebook e Twitter. La tecnica degli appelli mostra lasua efficacia nel lavoro di Amnesty. L'obiettivo è quello di mobilitarel'opinione pubblica sulle violazioni dei diritti umani, comprese quellelegate alle tematiche o ai paesi oggetto delle campagnedell'associazione. Migliaia di cartoline, telegrammi, lettere, fax,messaggi di posta elettronica creano intorno ai singoli casi unavisibilità e un interesse mondiale difficili da ignorare da parte deidestinatari.

Partecipa agli eventi pubblici, ai sit­in, alle manifestazioniorganizzate da Amnesty per essere coinvolto in prima persona nelladifesa dei diritti umani.

Sostieni economicamente Amnesty: diventa socio o sostenitore,oppure acquista gli articoli a marchio Amnesty International sul sitowww.altraq.it realizzati da altra Qualità, una cooperativa dicommercio equo e solidale.

Dai una mano ad Amnesty! Impegnati per un mondo in cui ad ognipersona siano riconosciuti tutti i diritti umani sanciti dallaDichiarazione Universale dei diritti umani.

“Solo quando l'ultimo prigioniero di coscienza sarà liberato, quandol'ultima camera di tortura verrà chiusa, quando la DichiarazioneUniversale dei diritti umani delle Nazioni Unite sarà realtà per lepersone di tutto il mondo, allora il nostro lavoro sarà finito”

(P. Benenson).

Mariangela Siconolfi

Amnesty International gruppo 35 Ferrara

Riferimenti utiliAmnesty InternationalGruppo Italia 35 FERRARASede Via Carlo Mayr n. 10 FerraraRiunioni mercoledì ore 21:00info 347 8274246e­mail [email protected]

Sito web nazionale:www.amnesty.it

Campagne:http://www.amnesty.it/campagne

Quando ho acceso la primacandela di Amnesty avevo inmente un vecchio proverbiocinese:‘Meglio accendere unacandela che maledirel'oscurità’. Questo è ancheoggi il motto per noi diAmnesty.

Peter Benenson, fondatoredi Amnesty International

N.I.P. Non Important People...per questo numero non "esce" e vi da appuntamento alla prossima occasione.

La Redazione

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Amnesty è "la più grande pazzia dei nostri tempi", è "la repubblica della coscienza", cosìl’avvocato inglese Peter Benenson, suo fondatore, ha definito quello che oggi èconsiderato il più grande movimento mondiale in difesa dei diritti umani. AmnestyInternational nasce ufficialmente il 28 maggio del 1961 quando Benenson pubblical’articolo sul quotidiano The Observer dal titolo: “I prigionieri dimenticati".Tale articolo ebbe una vasta eco mondiale e videl'adesione entusiasta di migliaia di persone: "apriteil vostro quotidiano un qualsiasi giorno dellasettimana e troverete la notizia di qualcuno, daqualche parte del mondo, che è stato imprigionato,torturato o ucciso poiché le sue opinioni e la suareligione sono inaccettabili per il suo governo. Illettore del quotidiano percepisce un fastidiososenso d’impotenza, ma se questi sentimenti didisgusto ovunque nel mondo potessero essereuniti in un’azione comune qualcosa di efficacepotrebbe essere fatto”. Amnesty oggi è presente inoltre 150 paesi, con 2 milioni e 800.000 soci nelmondo. Ha ricevuto lo status consultivo dalleNazioni Unite nel 1964 e nel 1977 il PremioNobel per la pace per aver "contribuito arafforzare la libertà, la giustizia econseguentemente anche la pace nel mondo". Lafunzione di denuncia ha reso il nome di Amnestynoto nel mondo ed il suo lavoro imparziale in difesadei diritti umani ha reso Amnesty un’ONG moltoautorevole. Amnesty è infatti un movimentointernazionale indipendente da qualsiasi governo oparte poilitica, interesse economico o credo

religioso che accende i riflettori su tutti i governiresponsabili di violazioni dei diritti umani. Il logo delmovimento è una candela circondata dal filospinato, che è divenuto, dal 1961, simbolomondiale di speranza e di libertà. “Questa candelanon brucia per noi”, ha affermato Benenson, “maper tutte quelle persone che non siamo riusciti asalvare dalla prigione, che sono state uccise,torturate, rapite, o sono scomparse. Per loro bruciala candela di Amnesty. Amnesty International hareso possibili diverse vittorie. I suoi archivi sonopieni di lettere di prigionieri di coscienza o vittimedi torture che ringraziano l’organizzazione per averfatto la differenza. Coloro che oggi continuano aprovare un senso d’impotenza possono farequalcosa: possono sostenere AmnestyInternational. Possono aiutarla a combattere per lalibertà e la giustizia". Peter Benenson ha credutocon forza nel potere delle persone di determinarecambiamenti, creando Amnesty International hadato a ciascuno di noi l'opportunità di fare ladifferenza nella difesa dei diritti umani in tutto ilmondo. Ognuno di noi può fare la differenza,anche tu puoi fare la differenza!

Attivati per Amnesty!

Questo articolo è a cura delGruppo 35 di

Amnesty International

Per informazioni, potetecontattarci tramite

eMail [email protected]

tel. 347 82 74 246

www.amnestyferrara.org

Entra in un gruppo locale: Amnesty è presente a Ferrara dal 29maggio 1980. La sede del gruppo Amnesty Italia 35 è in Via CarloMayr n. 10; le riunioni si tengono il mercoledì alle ore 21:00.

Diventa Web Activist: basta un pc, una connessione ad Internet epochi minuti del tuo tempo! In questo modo puoi aderire alla ReteAzioni Urgenti, un network di persone chi inviano e­mail, fax,

telegrammi, lettere alle autorità dei governi violatori dei diritti umaniin difesa di uomini e donne in stato di pericolo imminente.

Firma e fai firmare gli appelli on line sul sito www.amnesty.it

Attivati su Facebook e Twitter. La tecnica degli appelli mostra lasua efficacia nel lavoro di Amnesty. L'obiettivo è quello di mobilitarel'opinione pubblica sulle violazioni dei diritti umani, comprese quellelegate alle tematiche o ai paesi oggetto delle campagnedell'associazione. Migliaia di cartoline, telegrammi, lettere, fax,messaggi di posta elettronica creano intorno ai singoli casi unavisibilità e un interesse mondiale difficili da ignorare da parte deidestinatari.

Partecipa agli eventi pubblici, ai sit­in, alle manifestazioniorganizzate da Amnesty per essere coinvolto in prima persona nelladifesa dei diritti umani.

Sostieni economicamente Amnesty: diventa socio o sostenitore,oppure acquista gli articoli a marchio Amnesty International sul sitowww.altraq.it realizzati da altra Qualità, una cooperativa dicommercio equo e solidale.

Dai una mano ad Amnesty! Impegnati per un mondo in cui ad ognipersona siano riconosciuti tutti i diritti umani sanciti dallaDichiarazione Universale dei diritti umani.

“Solo quando l'ultimo prigioniero di coscienza sarà liberato, quandol'ultima camera di tortura verrà chiusa, quando la DichiarazioneUniversale dei diritti umani delle Nazioni Unite sarà realtà per lepersone di tutto il mondo, allora il nostro lavoro sarà finito”

(P. Benenson).

Mariangela Siconolfi

Amnesty International gruppo 35 Ferrara

Riferimenti utiliAmnesty InternationalGruppo Italia 35 FERRARASede Via Carlo Mayr n. 10 FerraraRiunioni mercoledì ore 21:00info 347 8274246e­mail [email protected]

Sito web nazionale:www.amnesty.it

Campagne:http://www.amnesty.it/campagne

Quando ho acceso la primacandela di Amnesty avevo inmente un vecchio proverbiocinese:‘Meglio accendere unacandela che maledirel'oscurità’. Questo è ancheoggi il motto per noi diAmnesty.

Peter Benenson, fondatoredi Amnesty International

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AGENZIA INFORMAGIOVANIComune di Ferrara - Assessorato Cultura, Turismo, Giovani Piazza Municipale, 23 - 44121 Ferrara - tel. 0532.419590 www.informagiovani.fe.it - [email protected] trovate:al mattino, 11.00 - 13.00 (tutti i giorni a parte il mercoledì)al pomeriggio, 17.00 - 19.00 (tutti i giorni a parte mercoledì e sabato)

IL SITO INFORMAGIOVANI SI E’ RINNOVATO!

Abbiamo dato una “rinfrescata” al lay-out del nostro sito, e aggiornato tutte le sue sezioni.

In particolare evidenza in questo periodo: la Guida online “JOB2011” - per chi carca lavoro per la pros-sima estate.Oltre a turismo ed agricoltura, la guida offre informazioni anche per altri lavori, come ad esempio animazione nei centri ricreativi estivi, colonie e soggiorni estivi, fiere, con-gressi e promozioni.Se vuoi essere aggiornato sulle proposte di lavoro stagio-nale, iscriviti alla nostra newsletter “LAVORO”! Oltre alle offerte in ambito locale, ci troverai anche altre proposte interessanti: www.informagiovani.fe.it/index.php?id=25

E’ nata “SOTTOTETTO”, la banca dati pensata dall’Informagiovani di Fer-rara per agevolare la ricerca di quanti cercano una sistemazione nella nostra città e per ottimizzare l’offerta di privati ed agenzie.Rivolta in particolare agli studenti universitari che si iscrivono al nostro Ateneo e che da casa potranno cercare opportunità abitative, “Sottotetto” è anche un servizio online per chi cerca o offre un posto letto in occasione di eventi culturali come “Internazionale a Ferrara”, il “Balloons festival”, il “Busker Festival” o le grandi mostre: una utile alternativa quando le strut-ture ricettive sono al completo.ch i può ut i l izzare sot to tet to?Chi cerca: praticamente tutti: gli studenti che cercano casa o posto letto,lavoratori, turisti, ecc...Chi offre: agenzie che a vario titolo hanno case o posti letto da affittare. Proprietari di abitazioni, o persone che mettono a disposizione posti letto/stanze durante le manifestazioni culturali o comunque per brevi periodi.L’utilizzo del servizio è totalmente gratuito sia per chi cerca che per chi offre.Collegandovi al sito http://sottotetto.informagiovani.fe.it e richiedendo i codici di accesso (operazione che vi prenderà giusto un paio di minuti), potrete accedere immediatamente alla banca dati, inserire la vostra richie-sta/offerta e consultare quelle che sono già presenti.

N E W S !FERRARA SOTTO LE STELLE Edizione 2011 - Calendario in via di definizioneSufjan Stevens, martedì 24 maggio - Teatro ComunaleTHE NATIONAL + very special guest BEIRUTunica data italiana, martedì 5 luglio - Piazza CastelloPJ HARVEY, unica data italiana, mercoledì 6 luglio - Piazza CastelloSKUNK ANANSIE, domenica 10 luglio - Piazza Castello calendario completo: www.ferrarasottolestelle.it

MARATONA FOTOGRAFICAa Ferrara, il 16 aprile 2011dodici ore - dodici scatti, una sfida tra i vicoli del centro storico a colpi di macchina fotografica!www.feedbackvideo.it

FESTA DEL LIBRO EBRAICO a Ferrara, 7-9 maggio 2011www.festalibroebraico.it

ROCKaFE 2011 18a edizionedal 27 maggio al 5 giugno 2011 a Malborghetto di Boara (Fe) www.rockafe.it

VULANDRA 201123-24-25 aprile al Parco urbano di Ferrara

RADUNO NAZIONALE FEDERAZIONE ITALIANA TURISMO EQUESTREDal 2 al 5 giugno 2011 - Ippodromo Comunalewww.fitetrec-ante.itAppuntamento da non perdere quest’anno con la quarantesima edizione dell’Equiraduno chel’organizzazione Fitetrec-Ante ha scelto di organizzare a Ferrara e nel suo comprensorio.

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ci trovi anche su facebook - www.facebook.com/InformagiovaniFerrara

MERCOLEDI’ 20 APRILE 2011, alle ore 10.30:LAVORO ALL’ESTERO * la banca dati Eures e altri riferimenti utili * lavorare per l’Unione Europea * il curriculum europeo * lavorare per l’Unione Europea * le nostre guide alla mobilità internazionaleL’incontro è rivolto a giovani fino a 35 anni di età; la partecipazio-ne è gratuita e aperta ad un massimo di 20 persone. Iscrizioni: mail a: [email protected] - oggetto: “incon-tro 20 APRILE - LAVORO ALL’ESTERO”.

MERCOLEDI’ 18 MAGGIO 2011, alle ore 10.30:IL CURRICULUM VITAE (+ EMAIL) * Cos’è il cv, alcuni esempi di curriculum semplice; * la lettera di presentazione; * il curriculum vitae europeo; * Come si apre e si gestisce un account di posta elettronica; * come si scrive una mail; * l’”attachment”.L’incontro è rivolto a giovani fino a 35 anni di età; la partecipazio-ne è gratuita e aperta, ad un massimo di 10 persone. Iscrizioni: mail a: [email protected] - oggetto: “incontro 18 MAGGIO - IL CURRICULUM VITAE”.

benvenuti a ferrara!Una serie di guide per dare il benvenuto nella nostra città agli studenti - italiani e stranieri. Informazioni, idee e consigli su: - vita universitaria (fiere, associazioni studentesche, iscrizioni all’ateneo, facoltà); - cercare casa;- tempo libero (corsi, palestre, associazioni; turismo); - risparmiare (convenzioni per studenti, mercati e mercatini e altre opportunità per fare i vostri acquisti, possibilmente anche in maniera “sostenibile”);- eventi a Ferrara (Vulandra, Buskerfestival, Balloons festival, Internazionale); - trasporti (autobus, dove trovare una bicicletta);- informazioni pratiche: indirizzi, riferimenti, contatti.

Le guide, disponibili nelle versioni: italiano spagnolo inglese francese tedescosono scaricabili direttamente dal nostro sito:www.informagiovani.fe.it (area “download”)o si possono richiedere via mail al nostro Informagiovani: [email protected]

I G x t e !domande e risposte: “INFORMAGIOVANI X TE” è una nuova iniziativa dell’Informagiovani per appro-fondire i temi che ti interessano. Gli incontri - che si svolgono tutti presso la sede dell’Informagiovani, in piazza Municipale, 23 a Ferrara, sono rivolti a tutti i giovani, e la partecipazione è gratuita.Da settembre 2010, questi gli incontri già svolti: “Formazione professionale”, “Il Servizio Volontario Euro-peo”; “Creaimpresa, CNA per i giovani imprenditori”; “In-tercultura: un’anno scolastico all’estero”; “Il Progetto Star-tUp di Legacoop”; “Working holidays in Australia”; “Lavoro stagionale 2011: risorse in rete”.

Nel nostro sito (www.informagiovani.fe.it/index.php?id=2086) potete scaricare materiali ed informa-zioni relativi ai singoli incontri, e trovare il calendario sempre aggiornato degli incontri in programma.

Prossimi appuntamenti :

AGENZIA INFORMAGIOVANIComune di Ferrara - Assessorato Cultura, Turismo, Giovani Piazza Municipale, 23 - 44121 Ferrara - tel. 0532.419590 www.informagiovani.fe.it - [email protected] trovate:al mattino, 11.00 - 13.00 (tutti i giorni a parte il mercoledì)al pomeriggio, 17.00 - 19.00 (tutti i giorni a parte mercoledì e sabato)

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FESTA DEL LIBRO EBRAICO a Ferrara, 7-9 maggio 2011www.festalibroebraico.it

ROCKaFE 2011 18a edizionedal 27 maggio al 5 giugno 2011 a Malborghetto di Boara (Fe) www.rockafe.it

VULANDRA 201123-24-25 aprile al Parco urbano di Ferrara

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SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’

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SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’ SENZA TABU’

E voi, quanto vi sentite FlexiSexual?di Luca Pianese

Avete mai notato una vostra amica baciare un’altra amica?credo che a molti di noi sia capitato. Bene,come definireste quella ragazza se la vedeste baciare più di una volta la stessa o altre? Lesbica? non esattamente. Bisex? Troppo facile. Certo, direte voi, non è neanche completamente etero e avete ragione.

La nuova frontiera della trasgressività sono le donne “FlexiSexual”, nuova definizione per quelle donne che amano baciare altre ragazze il più delle volte sexy e provocanti, ma continuano a provare un desiderio sessuale maggiore (e quasi esclusivo) per gli uomini. Per dare un nome a questa nuova categoria si sono scomodati ricercatori della Northwestern University che hanno coniato, dopo debite ricerche, questo nuovo termine.

La moderna flexisexual spiega la ricerca, è una donna che provoca, gioca con l’ambiguità e

ama baciare persone del suo stesso sesso ma non si spinge oltre, o almeno, per farlo sceglie ancora gli uomini. Alcuni esempi famosi? Madonna, Angelina Jolie e perfino una canzone che oramai è diventata un inno: “I kissed a girl” di Katy Perry (che recita: “Ho baciato una ragazza e mi è piaciuto, ho baciato una ragazza solo per provare”).Dal punto di vista psicologico sembra che la molla sia rappresentata dal piacere che agli uomini viene trasmesso da un bacio saffico: in altre parole, provocando le flexisexual non fanno altro che eccitare le “vere prede”, i maschi. Se volete c’è anche un sito internet: www.flexisexual.net, che si propone di essere “il luogo da dove possono partire le donne che si sentono curiose di passioni bisessuali e di romanticismo”.

28

I BENEFICI DEL SESSO

Vi siete mai chiesti perché il sesso fa bene? beh un po’ di tempo fa una nota rivista statunitense pubblicò un divertente studio sul rapporto sesso-calorie bruciate.Eccovi in dettaglio le calorie consumate durante un amplesso: - Slacciarle il reggiseno:12 kcal- Slacciarlo con una mano sola: 47 kcal- Spogliare completamente la partner passiva: 80 kcal- Spogliare completamente il partner passivo: 95 kcal- 20 minuti di preliminari (per lui) : 107 kcal- 20 minuti di preliminari (per lei): 87 cal.

- 10 minuti di rapporto sessuale (missionaria): 250 kcal- 10 minuti di rapporto sessuale (lei sopra): lei 300 kcal, lui 130 kcal- 10 minuti di rapporto sessuale (da dietro): lei 200, lui 350 più benefici agli addominali- 10 minuti di rapporto sessuale in piedi: 600 kcal e probabile colpo della strega per lui- Sigaretta sul letto dopo il rapporto: 12 kcal- Rivestimento in fretta e furia e discesa dalla tromba delle scale per arrivo del legittimo/a consorte: 110 kcal.Ovviamente il consumo di calorie bruciate è direttamente proporzionale alla passione che mettete nel rapporto!

LA HOT NOTIZIA

IGNORANTIA LEGIS NON EXCUSATInfine una notizia di poco tempo fa. Robert Smith,

un 32enne di Marlborough (New Hampshire), aveva deciso di concedersi una movimentata domenica sera, pagando due prostitute per fare sesso con

lui. Nulla di “anormale” direte voi, se non fosse che dopo aver pagato alle due 150 dollari, una

ha rifiutato di fare sesso con lui. Robert, alquanto risentito, ha tentato in tutti i modi di far valere le sue

ragioni, al punto di arrivare a chiamare la polizia perché convincesse la ragazza a “dargli quello

che gli spettava”. L’unico problema è che nel New Hampshire la prostituzione è reato, anche da parte di chi la “sollecita” e la polizia è sì intervenuta, ma solo per arrestare sia Robert che la ragazza. Una serata

“movimentata”, non c’è che dire.

Disperazione, senso di inadeguatezza, frustrazione, calo del desiderio: se quando vedete un manuale di diritto sentite scatenarsi nel vostro intimo questi e simili sentimenti, questa guida non potrà esservi d’aiuto. Possiamo però tranquillizzarvi in altro modo: il servizio di supporto psicologico offerto dall’Università di Ferrara non è ancora stato tagliato. Affrettatevi.Per tutti gli altri pubblichiamo di seguito una piccola guida, senza alcuna pretese, che nasce da un’esperienza di tutorato nell’ufficio di supporto metodologico, anch’esso finora salvo.

Ottimizzare i tempi e lo studio di un manuale di diritto vuol dire soprattutto fare attenzione a due variabili: l’uso del codice - o del testo normativo in genere - e la sottolineatura. Della prima avrete imparato a conoscere l’utilità dalle veementi raccomandazioni dei professori: “studiate con il codice!”- un mantra che vi perseguiterà dai tempi di Stico e del cavallo Bucefalo. Ma come ottimizzarne l’impiego?Prima della lettura di ogni paragrafo provate a leggere l’articolo cui il paragrafo si riferisce: a meno che non si tratti di una riforma del Governo Berlusconi&Co., le poche parole usate dal legislatore sono in genere più chiare delle lunghissime parafrasi usate nei manuali per spiegare gli stessi concetti. Il manuale vi serve a capire meglio il significato del testo normativo, partire dal codice significa affrontare da subito la materia in modo problematico o, come direbbe un filosofo del diritto a caso, ermeneutico: leggo la disposizione normativa - mi chiedo cosa significhino alcune locuzioni - cerco la soluzione nel manuale - il manuale mi offer nuovi spunti – torno a leggere la disposizione per verificare gli spunti che il manuale mi offre.

Studiare Diritto?

Altro aspetto fondamentale è la sottolineatura: avrete ben impiegato l’inchiostro del vostro evidenziatore se il giorno prima dell’esame, i segni policromi lasciati sulle pagine vi consentiranno di sfogliare velocemente il manuale, ognuno facendo riaffiorare alla vostra memoria il contenuto collegato. Per molti studenti, soprattutto alle prime armi, lo scopo della sottolineatura è quello di isolare (non evidenziandole) le parti non importanti: quelle cioè che alle letture successive faranno a meno di leggere. Un approccio che produrrà l’effetto opposto a quello desiderato: alla prima lettura quasi mai siete in grato di capire cosa è realmente trascurabile, nel timore di tralasciare cose importanti sottolineerete praticamente tutto. Quando passerete alla ripetere quel testo, quasi completamente evidenziato, la vostra attenzione immancabilmente cadrà sulle poche parti non evidenziate, rendendo così vano il lavoro iniziale. Quasi sempre la bontà di una sottolineatura è inversamente proporzionale all’inchiostro consumato. Evidenziate solo le parti davvero importanti, le parole chiave, le definizioni. A pochi giorni dall’esame vi basterà sfogliare velocemente il manuale e verificare la capacità rievocativa delle parti evidenziate: le parole cerchiate, evidenziate o annotate a margine, diventeranno la mappa lungo la quale muovere i passi della ripetizione. Per la ripetizione utilizzate l’indice del manuale, è lo schema logico lungo il quale si sviluppa la materia e se pure avete chiaro il

volete stupire? La LASAGNA fa sempre scena

Ormai è più di un mese che mangiate frittate, e non potevo abbandonarvi ai vostri ormai altissimi valori di colesterolo...

manuale semiserio di geografia universitaria

La ricetta

ecco quindi come fare un figurone davanti a amici, fidanzati, e perchè no, fidanzate (l’uomo che cucina ha sempre un certo fascino!), ma non fate leggere questa ricetta alla nonna, perchè potrebbe inorridire dato che questa versione “per studenti” è molto semplificata rispetto alla tradizione...vi assicuro che c’è comunque da leccarsi i baffi! Prendete 500g di carne macinata e cuocetela in un bel soffritto, poi aggiungeteci la passata di pomodoro, fate cucinare il ragù lentamente fino a che non vi sembrerà bello denso e poi aggiungete sale, pepe e un pizzico di zucchero (se il pomodoro vi sembra un po’ acido). Aprite la confezione di besciamella già pronta (ovviamente voi la spacceforno, e in quella mezz’ora necessaria per la cottura avrete tutto il tempo per prepararvi per la serata... così passerete non solo per ottimi, ma anche per bellissimi cuochi! Agli altri fate portare qualche bottiglia di Lambrusco... ci sta benissimo!

di Federica Toscano

svuota – frigocontenuto dei singoli paragrafi, ma non vi è chiara la connessione logica e consequenziale degli argomenti rischiate di andare in panne alla prima domanda. Stampate e tenete sempre davanti agli occhi il programma dell’esame pubblicato sul sito del docente. Se il professore ha dato maggiore rilievo nella compilazione del programma ad argomenti che nel libro sono trattati di striscio, non è perché il professore non conosce il manuale, può invece voler porre l’accento su un tema più diffusamente illustrato a lezione e che magari vi conviene approfondire. Il contrario purtroppo non sempre è altrettanto vero: spesso accanto agli ultimi capitoli trovate tra parentesi la parola “cenni”, non fidatevi, indica solo che il professore si è stancato di ricopiare i nomi dei singoli paragrafi nel programma. Sul più bello in seduta d’esame vi ricorderà: “ma le pagine erano segnate”.

Luca Iacovone

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Disperazione, senso di inadeguatezza, frustrazione, calo del desiderio: se quando vedete un manuale di diritto sentite scatenarsi nel vostro intimo questi e simili sentimenti, questa guida non potrà esservi d’aiuto. Possiamo però tranquillizzarvi in altro modo: il servizio di supporto psicologico offerto dall’Università di Ferrara non è ancora stato tagliato. Affrettatevi.Per tutti gli altri pubblichiamo di seguito una piccola guida, senza alcuna pretese, che nasce da un’esperienza di tutorato nell’ufficio di supporto metodologico, anch’esso finora salvo.

Ottimizzare i tempi e lo studio di un manuale di diritto vuol dire soprattutto fare attenzione a due variabili: l’uso del codice - o del testo normativo in genere - e la sottolineatura. Della prima avrete imparato a conoscere l’utilità dalle veementi raccomandazioni dei professori: “studiate con il codice!”- un mantra che vi perseguiterà dai tempi di Stico e del cavallo Bucefalo. Ma come ottimizzarne l’impiego?Prima della lettura di ogni paragrafo provate a leggere l’articolo cui il paragrafo si riferisce: a meno che non si tratti di una riforma del Governo Berlusconi&Co., le poche parole usate dal legislatore sono in genere più chiare delle lunghissime parafrasi usate nei manuali per spiegare gli stessi concetti. Il manuale vi serve a capire meglio il significato del testo normativo, partire dal codice significa affrontare da subito la materia in modo problematico o, come direbbe un filosofo del diritto a caso, ermeneutico: leggo la disposizione normativa - mi chiedo cosa significhino alcune locuzioni - cerco la soluzione nel manuale - il manuale mi offer nuovi spunti – torno a leggere la disposizione per verificare gli spunti che il manuale mi offre.

Studiare Diritto?

Altro aspetto fondamentale è la sottolineatura: avrete ben impiegato l’inchiostro del vostro evidenziatore se il giorno prima dell’esame, i segni policromi lasciati sulle pagine vi consentiranno di sfogliare velocemente il manuale, ognuno facendo riaffiorare alla vostra memoria il contenuto collegato. Per molti studenti, soprattutto alle prime armi, lo scopo della sottolineatura è quello di isolare (non evidenziandole) le parti non importanti: quelle cioè che alle letture successive faranno a meno di leggere. Un approccio che produrrà l’effetto opposto a quello desiderato: alla prima lettura quasi mai siete in grato di capire cosa è realmente trascurabile, nel timore di tralasciare cose importanti sottolineerete praticamente tutto. Quando passerete alla ripetere quel testo, quasi completamente evidenziato, la vostra attenzione immancabilmente cadrà sulle poche parti non evidenziate, rendendo così vano il lavoro iniziale. Quasi sempre la bontà di una sottolineatura è inversamente proporzionale all’inchiostro consumato. Evidenziate solo le parti davvero importanti, le parole chiave, le definizioni. A pochi giorni dall’esame vi basterà sfogliare velocemente il manuale e verificare la capacità rievocativa delle parti evidenziate: le parole cerchiate, evidenziate o annotate a margine, diventeranno la mappa lungo la quale muovere i passi della ripetizione. Per la ripetizione utilizzate l’indice del manuale, è lo schema logico lungo il quale si sviluppa la materia e se pure avete chiaro il

volete stupire? La LASAGNA fa sempre scena

Ormai è più di un mese che mangiate frittate, e non potevo abbandonarvi ai vostri ormai altissimi valori di colesterolo...

manuale semiserio di geografia universitaria

La ricetta

ecco quindi come fare un figurone davanti a amici, fidanzati, e perchè no, fidanzate (l’uomo che cucina ha sempre un certo fascino!), ma non fate leggere questa ricetta alla nonna, perchè potrebbe inorridire dato che questa versione “per studenti” è molto semplificata rispetto alla tradizione...vi assicuro che c’è comunque da leccarsi i baffi! Prendete 500g di carne macinata e cuocetela in un bel soffritto, poi aggiungeteci la passata di pomodoro, fate cucinare il ragù lentamente fino a che non vi sembrerà bello denso e poi aggiungete sale, pepe e un pizzico di zucchero (se il pomodoro vi sembra un po’ acido). Aprite la confezione di besciamella già pronta (ovviamente voi la spacceforno, e in quella mezz’ora necessaria per la cottura avrete tutto il tempo per prepararvi per la serata... così passerete non solo per ottimi, ma anche per bellissimi cuochi! Agli altri fate portare qualche bottiglia di Lambrusco... ci sta benissimo!

di Federica Toscano

svuota – frigocontenuto dei singoli paragrafi, ma non vi è chiara la connessione logica e consequenziale degli argomenti rischiate di andare in panne alla prima domanda. Stampate e tenete sempre davanti agli occhi il programma dell’esame pubblicato sul sito del docente. Se il professore ha dato maggiore rilievo nella compilazione del programma ad argomenti che nel libro sono trattati di striscio, non è perché il professore non conosce il manuale, può invece voler porre l’accento su un tema più diffusamente illustrato a lezione e che magari vi conviene approfondire. Il contrario purtroppo non sempre è altrettanto vero: spesso accanto agli ultimi capitoli trovate tra parentesi la parola “cenni”, non fidatevi, indica solo che il professore si è stancato di ricopiare i nomi dei singoli paragrafi nel programma. Sul più bello in seduta d’esame vi ricorderà: “ma le pagine erano segnate”.

Luca Iacovone

desperates house students

di Freddy

Carissimi affamati del TP, ormai dopo tutti questi mesi di esperienza con le ricette che vi ho insegnato sarete diventati sicuramente dei cuochi provetti... credo che sia arrivato quindi il momento di allargare i nostri orizzonti! Visto che mi trovo in Belgio, vi propongo una ricetta tra le più tipiche delle Fiandre...il Waterzooi! Innanzitutto non fatevi scoraggiare dal nome. Poi lessate 350 g. di patate novelle. Mentre si raffreddano, riducete a fiammiferi mezzo sedano, una carota e un porro. Fate bollire 600 ml di acqua con il succo di mezzo limone e mezzo dado di pollo. Poi metteteci 300 g. di petto di pollo a tocchetti e 200 ml di panna... e fate cuocere tutto per 5 minuti a fuoco lento. Aggiungete patate e verdure e fate cuocere per altri 3 minuti... e servite il tutto in piatti fondi!Si lo so, il risultato non è male... ma cos’altro possiamo dire, se non che nonostante i Belgi si impegnino, la cucina italiana resta sempre la migliore? Infatti... ammetto che mi manca moltissimo! Io torno a metà giugno... chi mi invita a cena?

Federica Toscano

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info : Arci Ferrara 0532 241419Contrada della Rosa, 14 / 44121 [email protected] www.ferrarasottolestelle.it

ferrara sotto le stelle2011 anticipazioni

30 La contropinione

Li vediamo spesso a lezione, agli esami, per i corridoi, ma probabilmente non abbiamo ancora capito chi siano, “gli assistenti”. Ed è così, che mi prendo l’incarico di scoprirlo.

Partendo dal mondo dei giuristi in erba, alle nostre domande si sono curate di dare risposta: Chiara Agostini e Silvia Schiavo, collaboratrici di cattedre a Giurisprudenza. Ci hanno chiarito subito che non esiste più la figura dell’ “assistente”, bensì un ruolo che comprende ricerca e attività didattica integrativa. Questa figura comprende nelle proprie mansioni: ricevimento studenti, seminari di approfondimento e partecipazione alla commissione d’esame. Al quesito se rientri nei loro compiti anche la gestione delle prove

scritte, e quanto tempo rubi alla loro principale attività di ricerca, rispondono univocamente, affermando di occuparsene impiegando il tempo necessario, ma

di ricavarne soprattutto un arricchimento professionale.E al mammuth? Lì dove, ogni giorno, centinaia di studenti affollano lezioni da duecento posti e oltre,

Elena Tamburini, giovane ricercatrice di chimica organica, ha dedicato tempo a qualche domanda sulle proprie modalità didattiche. I quesiti sono analoghi a quelli sottoposti alle dottoresse di legge, ma ciò che ne risulta, è alternativo ai procedimenti lavorativi delle colleghe. La ricercatrice tiene un proprio corso autonomo, non ha collaboratori, e delle prove scritte se ne occupa esclusivamente in prima persona, dal principio alla fine. Si serve dell’aiuto di colleghi, ma solo per la gestione dell’aula in sede di esame, non delegando mai le fasi di correzione ed elaborazione ad altri.Ne ricaviamo ricercatori con un campo di azione più o meno ampio, ma con l’obiettivo comune di tenere fermo e centrale il diritto, di noi studenti, ad avere una gestione didattica seria ed imparziale.E a loro, una vera valorizzazione per tutto questo, all’interno delle università, viene data?

Fiorella Shane Arveda

Ma gli assistenti... chi sono?

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ferrara sotto le stelle2011 anticipazioni

Sport-Cusco

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“Forza soldati!dovete stare uniti!dovete muovervi come un corpo solo!”. Per quanti abbiano svolto servizio militare, o anche solo visto qualche film stile Full Metal Jacket, questa frase richiama momenti di fatica e sudore, con un sergente rasato cattivissimo e un gruppo di gente spompata costretta a rotolarsi nel fango, passare sotto fili spinati arrugginiti e il tutto sotto le urla e gli insulti (ricordate “Palla di lardo”?) sempre di quello stramaledetto sergente. Bene, il Bootcamp è proprio questo. Beh, se togliete il sergente cattivo, il filo spinato e gli insulti. Quello che rimane è un’atmosfera allegra con un istruttore un po’ meno cattivo e un gruppo di ragazzi divertito dagli “strani” esercizi.Dopo i primi minuti di riscaldamento, grazie al lavoro di squadra, si viene a creare un ambiente familiare che motiva i singoli partecipanti a sfidare se stessi e gli altri, tutto sotto l’occhio vigile di un esperto trainer che, al contrario del sergente Hartman, controlla e vigila che i movimenti siano fatti correttamente per non avere spiacevoli conseguenze. Il risultato? provando il Bootcamp mi sono divertito. Al contrario di molti altri sport infatti, qui il lavoro di gruppo non è solo un gioco di squadra ma è utilissimo anche al singolo che potenzia le proprie capacità grazie al gruppo. Un esempio? Provate a fare addominali guardando negli occhi il vostro compagno gridandogli contro che ne state facendo più di lui, magari con un peso di qualche chilo sul petto, questo vi spingerà a superare i vostri limiti e a farne davvero una in più. Insomma, non importa quale sia il vostro punto di partenza o la vostra forma, alla fine del corso il risultato è sorprendente e non potrete che dire: “Missione compiuta!”.

Luca Pianese

Scopriamo il Bootcamp!

31

Al termine di un allenamento abbiamo incontrato Stefano Chinaglia, istruttore Bootcamp presso C.U.S. Ferrara.

Stefano, raccontaci un po’, cos’è il Bootcamp?E’ un’attività innovativa che nasce in America. L’allenamento si svolge all’interno nei mesi invernali, e all’esterno d’estate. Si rifà all’addestramento dei Marines e si basa principalmente sul nostro corpo e sui nostri stessi compagni come attrezzi principali.

I compagni come attrezzi?Sì hai capito bene, a volte il corpo di un nostro compagno può servire come zavorra da sollevare e trasportare. In questo esercizio ad ogni fischio si cambia: il trasportato-zavorra diventa trasportatore e viceversa.

Quali muscoli sono interessati dagli esercizi?Si tende a muovere tutta la muscolatura possibile. Si corre, si striscia, si fanno esercizi con la palla, con i pesetti. E’ un lavoro muscolare piuttosto completo.

Si fatica quindi, ma è una fatica condivisa, vero?La fatica è appagata da un lavoro di squadra che alleggerisce la mente. Il mio ruolo è quello di spronare le persone a superare il loro blocco fisico. Immaginate una persona che riesce a fare dieci flessioni. La stessa persona, spronata dall’addestratore e supportata dai compagni riesce a farne altre due, arrivando così a dodici.

Questo rappresenta già un incremento del 20% che è un risultato ottimale.

Vedo che gli esercizi sono sempre a tempo…Si lavora sempre con il cronometro. Ogni esercizio ha una durata precisa, intervallata da momenti di recupero e stretching.

Sembrerebbero “cose da uomini” invece abbiamo visto molte ragazze prima...Assolutamente sì, il corso è misto e non c’è un’età. Possono iniziare tutti, persone sedentarie o molto allenate, ragazzi o ragazze, indifferentemente.

Indoor e outdoor ci dicevi…Sì, quando fa freddo siamo al chiuso ma con la bella stagione gli allenamenti si svolgono all’aperto, dove anche la terra, l’erba e il fango diventano elementi integranti della sessione di allenamento.

Quindi buon Bootcamp a tutti…Esatto! Chi vuole cominciare ci trova al C.U.S. il lunedì e il venerdì dalle 19 alle 20, vi aspetto!

Edoardo Rosso

l’intervista

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