il test della figura umana...machover nel 1949. nel 1976, negli studi di di leo, il drawing a person...
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Verso i tre-quattro anni il bambino cerca di raffigurare qualcosa, in genere una persona, anzi la persona perché con un unico segno grafico rappresenta chiunque.
IL PRIMO DISEGNO
Della figura umana traccia pochi elementi schematici: un cerchio è la testa da cui si dipartono dei raggi che sono le braccia e le gambe.
LA PRIMA FIGURA UMANA
La povertà della raffigurazione non è dovuta soltanto all’immaturità motoria e tecnica, ma all’immagine che a quell’età il bambino ha del proprio corpo e di cui il disegno è la proiezione.
LA PRIMA FIGURA UMANA
E’ uno schema ridotto all’essenziale.
La testa, sede privilegiata di recettori sensori, attua il contatto con l’esterno.
Le braccia rappresentano la possibilità di toccare, di stringere.
Le gambe richiamano la capacità di spostarsi da un luogo all’altro
Il tronco è ignorato perché le sue funzioni sono considerate meno importanti.
L’omino cefalopede
Ben presto all’interno del cerchio compaiono due grandi occhi.
Il cefalopode ha occhi perché lo sguardo affascina il bambino: nulla lo attira tanto quanto il viso umano e gli occhi ne sono la parte più mobile, quella che prima di ogni altra attrae il neonato quando altri stimoli si affollano indistinti.
Gli occhi dell’omino
Successivamente compaiono nel cerchio anche la bocca e il naso. Il volto resta per lungo tempo la parte più valutata dell’omino, tant’è vero che se un bambino si rifiuta di disegnarlo, si può legittimamente pensare a un disadattamento.
La bocca e il naso
A quattro anni e mezzo il bambino disegna il primo abbozzo di tronco e spesso ci mette l’ombelico.
L’ombelico attira i bambini perchè è un dettaglio buffo proprio al centro del corpo e molti di loro pensano che da lì nascono i bambini.
L’ombelico
A cinque anni l’omino è riconoscibilissimo: oltre agli occhi, al naso e alla bocca, c’è il tronco da cui spuntano le braccia e le gambe.
Per ultime compaiono le orecchie, spesso di dimensioni eccessive per il gusto della nuova scoperta.
L’omino a cinque anni
A quest’età l’occhio acquista il suo contorno e nel centro porta il segno della pupilla;
Il tronco si allunga e si allarga;
Le braccia e le gambe sono bidimensionali;
Compaiono accenni di vestiario: cappello, bottoni. pantaloni,ecc.
L’omino a cinque anni
A sei anni lo schema mentale del proprio corpo è più completo.
Infatti l’omino si arricchisce del collo, delle mani con le cinque dita al fondo delle braccia e l’altezza totale è quattro volte superiore alla larghezza.
Appare evidente che l’omino cresce con il crescere del bambino.
L’omino a sei anni
Generalmente le bambine includono nei loro disegni di omini un maggior numero di dettagli, a volte estranei alla persona, che contribuiscono a inserirla in un contesto, come giocattoli, schettini, ecc.
Questa ambientazione è indice di maturità ed è in relazione alla effettiva precocità delle bambine di quest’età sui loro coetanei maschi.
Precocità delle femmine
Il rappresentare figure statiche o in movimento è una caratteristica rivelativa della personalità del bambino nella sua totalità: chi disegna figure in movimento è generalmente un estroverso attivo dotato di buona intelligenza.
Il movimento della figura umana
Prima dei cinque anni l’idea dell’azione è resa dalla presenza di più elementi statici raggruppati.
Verso i cinque anni il movimento è dato dalle braccia che si tendono rigidamente verso l’oggetto o la persona da raggiungere.
Successivamente si attua un contatto più morbido e il braccio non più rigido si piega all’altezza del gomito.
Il movimento della figura umana
Il modo più diffuso dopo i sei anni per rappresentare il personaggio in movimento è quello di disegnarlo di profilo.
Se l’azione interessa gli arti inferiori, dapprima sono i piedi a essere orientati nel senso del movimento.
Infatti l’orientamento laterale della figura non ha mai inizio dalla testa, bensì dalle braccia volte a sinistra mentre il resto del corpo rimane di fronte.
La testa è l’ultima a voltarsi.
Il movimento della figura umana
Il profilo è quasi sempre orientato a sinistra.
Questo fenomeno si verificava tra gli antichi Egizi ed è collegato a un effetto innato della motricità della mano che induce a tracciare le linee iniziando dall’alto e nel senso contrario a quello delle lancette dell’orologio.
Il profilo
L’idea del profilo può essere espressa dal solo naso lateralizzato a sinistra oppure dalla sbrigativa scomparsa di un occhio e dallo spostamento dell’altro in posizione centrale.
In altri casi il procedimento di esecuzione del profilo implica una strategia di sottrazione che consiste nel togliere uno spicchio a un cerchio che serve da struttura di partenza.
Il profilo
Sullo scia degli studi di Luquet nel 1926 Goodenough propose la misurazione del Q.I. attraverso il DAM (Draw a man test) basato sul presupposto che alcuni aspetti del processo del disegno sono correlati all’età cronologica del bambino e per questo costituiscono parametri valutativi della sua intelligenza.
Il test della figura umana
Intorno al 1940 il DAM acquistò importanza come test proiettivo e trovò nuova forma nel Draw a Person di Machover nel 1949.
Nel 1976, negli studi di Di Leo, il Drawing a Person viene presentato per la valutazione quantitativa della maturità cronologico- intellettuale ed assume come base di riferimento uno schema teorico ben preciso.
Il test della figura umana
Vanno messi a disposizione del bambino:
UNA MATITA
UNA GOMMA
UN TEMPERAMATITE
OTTO COLORI: blu, verde, rosso, rosa, giallo, viola, marrone e nero
FOGLI DI CARTA NON RIGATI
Non c’è limite di tempo
Il test della figura umana
La disposizione sul foglio segue una legge interpretativa, definita simbolismo spaziale, che assegna a ogni zona del foglio stesso un significato specifico.
Si può immaginare di suddividere il foglio in nove parti corrispondenti a diversi modi di essere.
Disposizione sul foglio
Tre zone in senso orizzontale
ZONA SUPERIORE PENSIERO
ZONA CENTRALE REALTA’
ZONA INFERIORE MATERIALITA’
9 quadranti sul foglio
ricordo fantasia sogno
origini egocentr. speranza
paura insicurezza desiderio
L’omino piccolo sta a significare un basso livello di autopercezione.il bambino si considera poca cosa, tende a svalutarsi, a non credere nelle proprie forze. E’quindi un segnale di timidezza.
Dimensione piccola
Si intende una figura umana che occupa più di metà altezza di un foglio normale. Esprime sicurezza e fiducia in sé, estroversione ed esuberanza, giungendo nei gradi estremi all’invadenza.
Dimensione grande
E’ quella che indicativamente è compresa tra gli 8 e i 18 cm.
Esistono differenze tra maschi e femmine.
Nei primi 4 anni i maschi tendono a disegnare figure piuttosto grandi per dimostrare inconsciamente la loro superiorità fisica.
La stessa cosa avviene per le femmine in età puberale per il bisogno inconscio di piacere.
Dimensione corretta
Segnala un forte bisogno di scambio sia in senso nutritivo (grande volto=grande bocca),sia relativo alla comunicazione. Spesso i bambini che disegnano figure umane con la testa molto grande presentano atteggiamenti un po’ esibizionistici.
Testa grande
Può essere il segnale di esperienze difficili vissute nei periodi della prima nutrizione e dello svezzamento: ricoveri in ospedale,intolleranze alimentari, diete forzate dovute a disturbi gastrointestinali,ma anche uno scarso appetito.
Testa piccola
Esprime la necessità di esplorare, di rendersi conto di persona di quanto succede intorno per poter poi con la propria fantasia crearsi un mondo di sogni e di gratificazioni.
Collo lungo
Esprimono la necessità di comunicare, incontrare, abbracciare tutto e tutti. Sono anche espressione di un’affettività esuberante e di un carattere conciliante.
Braccia lunghe
Il bambino esprime in questo modo la paura di incontrare l’altro, un’insicurezza o una naturale timidezza, caratteristiche che possono frenare il naturale slancio verso il mondo.
Braccia corte
Le mani servono per accarezzare, toccare, maneggiare, ma anche picchiare. Di qui il loro significato ambivalente, pur segnalando in ogni caso il bisogno di scambi intensi e frequenti.
Mani grandi
Le gambe disegnate lunghe rappresentano un bisogno di fermezza e di sicurezza. Se troppo lunghe possono anche esprimere la voglia del bambino di crescere in fretta, per raggiungere una figura adulta che per lui rappresenta un modello.
Gambe lunghe
Indicano robustezza, sicurezza, tenuta fisica e resistenza. In questo caso il bambino dimostra di avere “i piedi per terra”.
Gambe corte
Gli occhi sono simbolicamente la finestra dell’anima e se vengono disegnati grandi evidenziano la voglia del bambino di dominare le cose.
Occhi grandi
I particolari del viso raccolgono quasi tutti gli organi della comunicazione e dello scambio con il mondo esterno.
Le parti del corpo: il viso
La bocca è la via della nutrizione reale ed affettiva.
Se la bocca è omessa significa che nel bambino sono presenti carenze affettive.
Se intensamente colorata di rosso denota aggressività.
Le parti del corpo: la bocca
I denti sono simbolo di rabbia, della necessità di rosicchiare, di mordere qualcosa o qualcuno.
Le parti del corpo: i denti
Il naso è un simbolo fallico: non a caso è più facile vederlo disegnato bene dai maschi E’ indice della futura entrata nell’età della pubertà.
Le parti del corpo: il naso
Le orecchie possono manifestare la curiosità o il bisogno di ascoltare per apprendere. Se le orecchie sono troppo grandi o a sventola indicano una svalutazione di sé.
Le parti del corpo: le orecchie
Barba e baffi segnalano forza,esuberanza, creatività o forte bisogno di affascinare; possono quindi essere un segnale di adulazione.
Le parti del corpo: barba/baffi
I capelli, soprattutto se lunghi, esprimono vitalità e forza. Nelle bambine indicano la spinta precoce a piacere, a crearsi un gruppo di amichette o a identificarsi con un personaggio famoso.
Le parti del corpo: i capelli
Il tronco rappresenta l’istinto e la materialità. Se è esile sta a significare che il bambino si sente inadeguato.
Quando una linea divide il tronco in due vuol dire che affettività e sessualità non riescono a integrarsi e a coesistere armonicamente.
Le parti del corpo: il tronco
Attraverso la rappresentazione della figura umana, il disegno diventa ancora una volta la dichiarazione personale dei pensieri inesprimibili.
Considerazioni finali