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CONSORZIO TUTELA DEL GAVI2018
con il sostegno di
Il Vinoe la Responsabilità Sociale
Il Premio Gavi LA BUONA ITALIA 2018Gli Atti del Laboratorio Gavi
25 maggio 2018
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Sommario
PERCHÈ LA CARTA DEL ‘VINO RESPONSABILE’ A GAVI
Roberto Ghio | Presidente del Consorzio Tutela del Gavi 5
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE NEL PERCORSO DELLA REGIONE PIEMONTE
Giorgio Ferrero | Assessore all’Agricoltura – Regione Piemonte 7
IL VALORE DELLA CARTA DEL VINO RESPONSABILE
Giulio Somma | Direttore de Il Corriere Vinicolo 9
IL PREMIO GAVI LA BUONA ITALIA:
UN OSSERVATORIO INEDITO SUL ‘VINO RESPONSABILE’
Francesco Moneta | Laboratorio Gavi / The Round Table 11
LA CARTA DI GAVI DEL VINO RESPONSABILE 27
GLI INTERVENTI DEL LABORATORIO GAVI 2018
Francesco Moneta e Selvaggia Stefanelli | Laboratorio Gavi / The Round Table 29
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PERCHÈ LA CARTA DEL ‘VINO RESPONSABILE’ A GAVI
Roberto GhioPresidente del Consorzio Tutela del Gavi
Aprire il mio mandato di Presidente del Consorzio Tutela del Gavi con la presentazione della
Carta di Gavi del Vino Responsabile è motivo di orgoglio e al tempo stesso di responsabilità.
Ancora una volta Gavi si distingue per essere un ‘laboratorio’ capace di interpretare le ten-
denze del settore enogastronomico nazionale e internazionale, fornendo spunti di riflessione
e strumenti operativi, e adempiendo alla missione di valorizzare le qualità e le eccellenze del
‘Sistema del Vino e del Cibo’ italiani.
Questo è stato fatto negli anni scorsi – grazie a chi mi ha preceduto - osservando da nuovi
punti di vista le relazioni tra Vino, Cibo, Arte&Cultura, Turismo, considerati oggi elementi che
devono accompagnarsi in armonia, e costituire l’occasione per fare rete potenziando il mar-
keting dei territori del Vino.
Quest’anno abbiamo puntato un faro sul rapporto tra la filiera produttiva del Vino e la Re-
sponsabilità nei confronti della Società, nel senso più ampio del termine, andando oltre il
concetto di ‘Sostenibilità ambientale’, già fattore di cui tenere obbligatoriamente conto nelle
nostre produzioni.
Lo abbiamo fatto ancora una volta da un prospettiva nuova, che è stata salutata da un con-
senso diffuso.
Il Consorzio Tutela del Gavi già da alcuni anni si è assunto la responsabilità di giocare un
ruolo guida nello sviluppo del territorio della denominazione: oltre ai benefici economici di-
retti e indiretti derivati dalla produzione enologica, lavoriamo e lavoreremo per valorizzare le
peculiarità di una terra fortunata per la inusuale biodiversità che la contraddistingue, che al
tempo stesso necessita di essere protetta e custodita.
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La Responsabilità Sociale nel percorso della Regione Piemonte
Giorgio Ferrero Assessore all’Agricoltura – Regione Piemonte
L’iniziativa del Consorzio tutela del Gavi di dedicare il Premio Gavi “La Buona Italia 2018” al
tema della Responsabilità Sociale merita il plauso e la condivisione, così come li merita il fat-
to che in Piemonte, a Gavi, sia stata creata la prima ‘Carta del Vino Responsabile’ che in Italia
affronta in modo innovativo un tema centrale per lo sviluppo del comparto agroalimentare
italiano.
Il tema della sostenibilità ambientale nella produzione vinicola e, insieme, della responsabilità
che questo comparto deve avere nei confronti del contesto sociale, è infatti un tema centrale
per il futuro.
L’attenzione sempre più forte che i consumatori hanno per l’ambiente e la sostenibilità dei
processi produttivi non può non avere riflessi sull’attività agricola.
Sempre di più saranno premiati i prodotti che, a fianco della trasparenza dell’origine e del-
la filiera, faranno della sostenibilità ambientale e sociale un elemento costitutivo della loro
qualità.
Sempre di più i consumatori apprezzano i prodotti non solo di grande qualità, ma anche ca-
paci di rispettare l’ambiente e le condizioni sociali dei salariati che li producono.
Che l’Assessorato Regionale all’Agricoltura sia convinto di questo lo dimostra anche il fatto
che, proprio recentemente, in collaborazione con l’Università delle Scienze Gastronomiche
di Pollenzo, abbiamo promosso un’iniziativa comune per una prima mappatura delle ‘buone
pratiche’ in viticoltura presenti nel nostro territorio, verificando una crescita dell’attenzione
su queste tematiche negli stessi produttori e un apprezzamento da parte di molti osservatori.
I dieci principi contenuti nella Carta di Gavi, e i numerosi stimoli vissuti con i lavori del La-
boratorio ad essa dedicata, rappresentano la strada lungo la quale camminare nel prossimo
futuro.
È stato detto che la Carta di Gavi del Vino Responsabile deve essere una piattaforma di co-
noscenza per tutto il comparto enologico: volentieri ci mettiamo a disposizione per creare,
intorno a questo tema, nuove occasioni di confronto, propedeutiche all’azione.
La Centuriona
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Il Valore della Carta del Vino Responsabile
GIULIO SOMMADirettore de Il Corriere Vinicolo
Interrogarsi sul significato del concetto di responsabilità sociale è diventato oggi un impe-
rativo per ogni impresa che voglia stare sul mercato. Anche – direi soprattutto - per quelle
vitivinicole, dove la CSR coinvolge aspetti territoriali, culturali e sociali ben più ampi che in
altri ambiti produttivi. Elementi che, altra peculiarità del nostro settore, entrano direttamente
nel prodotto vino il cui valore, come sappiamo, va oltre la mera “spremuta d’uva fermentata”.
La CSR, quindi, potremmo dire che ha un valore doppio per un’azienda vinicola perché mi-
gliora il bilancio sociale dell’impresa, con tutte le ricadute positive collegate, e va ad incidere
anche su una serie di fattori (dal lavoro dell’uomo alla tutela dell’ambiente, alla valorizzazione
delle culture e delle comunità umane) che rientrano direttamente nelle dinamiche produttive,
elevando quel valore “immateriale” del prodotto che, oggi, ne rappresenta la dimensione più
rilevante di “valore aggiunto”. Pensare la CSR significa andare oltre il green, il sostenibile, l’e-
tico: implica la necessità di un salto culturale verso una dimensione più ampia e globale che
coinvolge il nostro essere, prima di tutto, uomini e donne, poi imprese, immersi nel mondo
contemporaneo. I nostri imprenditori hanno mostrato in questi ultimi anni una crescente sen-
sibilità, seppur variabile da caso a caso, verso i diversi ambiti di impegno ricompresi nella so-
cial responsability. Ma oggi, questa sensibilità non basta più. È necessario un rinnovato slan-
cio verso obiettivi che sono diventati elemento integrante della moderna mission di impresa.
Anche come Unione Italiana Vini abbiamo avviato all’interno del nostro mondo associativo
una riflessione seria su queste tematiche, consapevoli che la CSR debba coinvolgere pure
le organizzazioni imprenditoriali per stimolare lo sviluppo di una maggior coscienza critica
verso questo nuovo orizzonte di sfida e offrire alle aziende gli strumenti adeguati per affron-
tarla. Pertanto, guardiamo e sosteniamo con interesse l’iniziativa del Consorzio del Gavi per-
ché sta andando in una direzione che aiuta la crescita della cultura di impresa verso obiettivi
condivisibili ed importanti. Oggi, la dimensione del business va oltre il mero dato di bilancio:
o forse, sarebbe meglio dire che il vero “dato di bilancio” non si misura più soltanto in euro
ma anche nel “valore” che le imprese vitivinicole restituiscono all’ambiente dove operano.
In questo senso il nostro ruolo è di favorire che intorno a queste buone pratiche sia sensibile
e attiva l’intera filiera produttiva del vino: mi riferisco non solo a chi lo produce — le aziende e
i consorzi che le rappresentano — ma anche a chi fa parte a tutti gli effetti del ‘sistema vino’,
che è bandiera del nostro territorio piemontese, della sua storia e della sua cultura, della sua
immagine e reputazione nel mondo.
Oggi affrontare e gestire consapevolmente i principi contenuti nella Carta del Vino Respon-
sabile ha un impatto diretto anche sulla competitività del sistema del vino nello scenario
internazionale. Le buone pratiche sono apprezzate anche dai mercati, quando si parla di
prodotti di fascia alta come il nostro vino.
Sviluppare questa consapevolezza è uno dei nostri compiti per il futuro, e in questo una
iniziativa come quella del Consorzio Tutela del Gavi è insieme un aiuto e uno sprone a fare
sempre meglio.
Un momento del Laboratorio Gavi — La Buona Italia edizione 2018
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IL PREMIO GAVI LA BUONA ITALIA: UN OSSERVATORIO INEDITO SUL ‘VINO RESPONSABILE’
Francesco Moneta Laboratorio Gavi / The Round Table
Il Premio Gavi LA BUONA ITALIA nasce come evoluzione del primo Laboratorio Gavi, orga-
nizzato dal Consorzio Tutela del Gavi al Forte di Gavi nell’agosto del 2014, che coinvolse 25
Opinion Leader e Operatori del settore agroalimentare, della comunicazione e del marketing,
delle arti e della cultura: insieme ad altrettanti giornalisti furono redatte le 7 Regole della
Buona Italia, ovvero le linee guida per una efficace promozione internazionale delle qualità
enogastronomiche del nostro Paese.
Le 7 Regole hanno ispirato — oltre che la strategia degli anni a venire dello stesso Consorzio
Tutela del Gavi — le tematiche del ‘Premio Gavi LA BUONA ITALIA’: nato nel 2015 con una
prima edizione sperimentale durante l’Expo di Milano, il Premio si è presto affermato nel
settore come un inedito e stimolante osservatorio delle ‘buone pratiche’ della valorizzazione
del Vino e del Cibo, toccando ogni anno una tematica nuova: la comunicazione del Vino e del
Cibo (2015), il loro rapporto con le Arti e la Cultura (2016), l’integrazione con il Turismo per
assicurare valore sociale ed economico ai propri territori di riferimento (2017).
I rapporti ‘Wine, Food & Arts in Italia’ (realizzato in collaborazione con il CeSTIT) Centro
Studi per il Turismo dell’Università di Bergamo — e ‘(Wine+Food+Arts) x Tourism = La Buona
Italia’ (realizzato in collaborazione con il Dipartimento Economia dell’Università dell’Insubria)
hanno rappresentato uno strumento contestuale di riflessione e di dibattito, costituendo stu-
di inediti — per la formula e per le ricerche elaborate — messi a disposizione del comparto
agroalimentare italiano.
Un momento del Laboratorio Gavi — La Buona Italia edizione 2018
Un momento del Laboratorio Gavi — La Buona Italia edizione 2018
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di coltivazione biodinamica, la riduzione al minimo dei trattamenti fitosanitari nel rispetto
dell’ambiente e della salute di dipendenti e consumatori, l’utilizzo di materiali riciclati e solu-
zioni di packaging ecosostenibile, l’adozione di certificazioni di processo e di prodotto.
L’impatto sociale riguarda l’attenzione alla sicurezza e al benessere dei lavoratori, e può
comportare il contributo alla cura del paesaggio, anche partecipando al restauro, alla conser-
vazione e alla valorizzazione dei suoi beni culturali. Importante è la capacità e disponibilità a
fare rete con le altre realtà pubbliche e private del territorio, creando o partecipando a pro-
getti comuni di promozione territoriale, contribuendo al rafforzamento e alla valorizzazione
della sua identità.
Il Premio Gavi LA BUONA ITALIA 2018 ha premiato quindi le realtà del settore Vinicolo –
Aziende e Consorzi - protagoniste di progetti di Responsabilità Sociale che si sono distinte
per completezza, efficacia, innovazione, comprendendo la maggior parte dei parametri ela-
borati dal Comitato Consultivo, laddove verificabili dalla Rete e da alcuni specifici approfon-
dimenti.
Hanno aderito con il proprio Patrocinio a questa Edizione del Premio: MIPAAF-Ministero
delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo; Regione Piemonte – Assessorato
all’Agricoltura; AsVIS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile; Federculture; Fonda-
zione Qualivita; Movimento Turismo del Vino; Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale;
Touring Club Italiano; Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Il Comitato di Indirizzo e i Parametri di valutazione
Considerando la complessità del tema, e l’ambizione del volerlo trattare apportando un effet-
tivo valore aggiunto al comparto enologico nazionale, la consueta formazione e attivazione
della Giuria del Premio è stata preceduta dalla costituzione di un Comitato di indirizzo, che
ha partecipato contribuendo alla elaborazione dei contenuti del Premio, alla individuazione
dei Criteri di valutazione dei Progetti, e quindi alla selezione della Short list dei 20 Progetti
da cui sono usciti i vincitori, sulla base di una mappatura di oltre 200 progetti a cura di The
Round Table per il Laboratorio Gavi, arricchita da contributi dei componenti del Comitato di
Indirizzo e della Giuria.
Ne fanno parte Lisa Casali – Responsabile del Pool Inquinamento; Francesco Moneta – Labo-
ratorio Gavi/The Round Table progetti di comunicazione; Laura La Posta – Caporedattrice Il
Sole 24 Ore; Silvio Barbero - Vice Presidente Università Scienze Gastronomiche di Pollenzo;
Catterina Seia – Direttore di Arte e Impresa de il Giornale dell’Arte; Rossella Sobrero – presi-
dente Koinètica, Gruppo promotore de Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale.
Ecco i criteri con i quali la Giuria ha valutato i Progetti e le realtà in Short list, dove la Rete è
stata il principale ambito di osservazione, assegnando pesi diversi per una valutazione pon-
derata finale:
Le tematiche che hanno connotato l’Edizione 2017 del Premio e del Rapporto si ritrovano so-
stanzialmente nella celebrazione del 2018 come Anno dedicato al Cibo italiano, proclamato
dal MIBACT e dal MIPAAF, per valorizzare e promuovere anche turisticamente l’integrazione
tra Cibo, Arte e Paesaggio, oltre che nell’annuncio dell’Anno 2019, che sarà dedicato al ‘Tu-
rismo lento’.
Vino e Responsabilità Sociale
Nel 2018 si è deciso di puntare l’attenzione su un tema la cui importanza è da considerarsi
strategica per l’intero comparto enologico e in genere agroalimentare internazionale: il rap-
porto tra Vino e Responsabilità Sociale, con una nuova connotazione del concetto di ‘Buona
Italia’. Si è verificato come questi comparti hanno ormai preso coscienza del proprio ruolo
nei confronti della ‘Sostenibilità’, impegnandosi progressivamente in attività ‘green’ anche
complesse quali ad esempio il minor impatto ambientale, il risparmio di risorse naturali, il
riciclo dei materiali di produzione, l’efficientamento energetico.
Ma il comparto Vitivinicolo italiano è solo parzialmente impegnato nelle tematiche della CSR
— Corporate Social Responsibility, la Responsabilità Sociale d’Impresa — per conciliare vo-
lontariamente e con azioni concrete i propri obiettivi economici con quelli sociali e non solo
ambientali dei territori di riferimento.
È un tema attuale in un contesto globale che vede crescere — da parte dei consumatori, delle
istituzioni e dei diversi soggetti con cui si confronta il Sistema produttivo del Vino — l’atten-
zione ai comportamenti etici e a modelli imprenditoriali moderni e sostenibili, obiettivo della
Strategia Europa 2020. Secondo la Commissione europea, infatti, la CSR contribuisce alla
modernizzazione e alla competitività del modello economico e sociale europeo, stimolando
le imprese a riorganizzare le attività core business in modo responsabile, andando oltre al
raggiungimento di obiettivi meramente di immagine e reputazione.
Le molteplici dimensioni del Vino Responsabile
L’attività imprenditiva del Vino ha un impatto di tipo economico, ambientale e sociale.
Nel primo caso genera occupazione e sviluppo nel proprio territorio di riferimento. Atten-
zione particolare viene posta all’occupazione giovanile e allo sviluppo di attività economiche
connesse al Vino, in particolare la filiera dell’Enoturismo, una delle frontiere su cui si punta
a livello globale per una maggiore redditività delle Imprese. Il Vino spesso è anche uno dei
principali driver del marketing e della comunicazione territoriali nelle aree di produzione.
Il tema ambientale è usualmente associato a quello della Sostenibilità del processo produt-
tivo, in Vigna e in Cantina. Ne fanno parte l’uso di risorse energetiche rinnovabili, l’analisi del
ciclo di vita del prodotto, il riuso degli scarti produttivi in Vigna, l’adozione di metodologie
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La Short list
Come per le precedenti edizioni del Premio Gavi LA BUONA ITALIA, le 20 realtà della Short
List consentono di compiere un breve ma significativo ‘viaggio nelle eccellenze’ all’interno
delle tematiche su cui ogni volta si focalizza l’attenzione.
In questo caso, è una inedita fotografia del rapporto tra Vino e Responsabilità Sociale, in Ita-
lia, che vede presenti realtà di diversa natura — 16 Aziende e 4 Consorzi — a rappresentare un
campione significativo delle ‘buone pratiche’ in questo settore, dal Trentino Alto Adige alla
Sardegna, dal Piemonte alla Sicilia, comprendendo realtà di diverse dimensioni e territorialità
(sono presenti 9 Regioni italiane).
AZIENDEVITIVINICOLE
ARGIOLAS
Sviluppa un progetto di conservazione dei vitigni sardi con adozione della selezione massale.
Monitora le emissioni e adotta metodi di riduzione della CO2 anche attraverso l’utilizzo di
bottiglie leggere. Applica metodi di agricoltura integrata da 20 anni. Impiega energie rinno-
vabili. Ha ricevuto le certificazioni ISO 14001 e 9001. Opera iniziative di ospitalità.
Città: Serdiana (CA)
PARAMETRO PESO
Codice Etico, Carta dei Valori, Codice di comportamento, Carbon Footprint 9
Certificazioni (Sostenibilità di processo/prodotto, Biologico, Qualità, etc) 9
Bilancio di Sostenibilità, Report ambientale/integrato 8
Produzione Bio nelle sue diverse declinazioni 9
Utilizzo di energie rinnovabili 9
Eco Packaging e allestimenti con materiali di riciclo 8
Welfare aziendale, salute sicurezza e benessere dei lavoratori 9
Sostegno all’occupazione giovanile e all’inclusione sociale 9
Attività di valorizzazione del Paesaggio 7
Progetti culturali e sociali a favore del Territorio 9
Wine System: Enoturismo e Accoglienza integrati con il Territorio 8
Valorizzazione della CSR nella comunicazione 6
I componenti della Giuria - spesso in rappresentanza di alcune delle principali realtà istituzio-
nali dell’ambito della CSR - hanno rimarcato la complessità del sistema di osservazione, fina-
lizzato ad assicurare un risultato autorevole: li ringraziamo ancora una volta per il paziente e
fondamentale lavoro svolto. L’interesse sollevato da questo inedito mix, ci ha indotto ad an-
dare oltre la dimensione del Premio, con l’obiettivo di condividere più diffusamente il lavoro
svolto e il percorso indicato per le ‘buone pratiche’ nella CSR del Vino. Da qui è nata l’idea di
sintetizzare i Parametri in 10 ‘elementi’ – da tradursi in ‘azioni’ – e renderli protagonisti della
Carta di Gavi del Vino Responsabile che viene illustrata nel prosieguo di questo Rapporto.
La Giuria del Premio Gavi LA BUONA ITALIA 2018
Ecco i 19 Membri della Giuria di questa IV edizione del Premio:
Claudio Bocci Direttore Generale Federculture
Lisa Casali Responsabile Pool Inquinamento
Mina Clemente Responsabile Ambiente e Sviluppo Sostenibile
Camera Commercio Milano
Giorgio Ferrero Assessore all’Agricoltura Regione Piemonte
Laura La Posta Caporedattrice Il Sole 24 Ore
Francesco Moneta Laboratorio Gavi / The Round Table
Maurizio Montobbio Past President Consorzio Tutela del Gavi
Carlo Pietrasanta Presidente Movimento Turismo del Vino
Fabio Piccoli Direttore Responsabile Wine Meridian
Alessandra Piubello Decanter UK, Guida Veronelli
Federico Quaranta Autore e Conduttore radiofonico e televisivo Decanter Radio 2
Davide Rampello Autore, Regista, Direttore Artistico Padiglione Zero Expo 2015
Alessandro Regoli Direttore WineNews
Eleonora Rizzuto Coordinatrice del Gruppo di lavoro ASviS dedicato Goal 12
Simona Roveda Direttore Editoriale Lifegate
Catterina Seia Vicepresidente Fondazione Fitzcarraldo
Marco Sciarrini Coordinatore Politiche del Lavoro nel Mercato Agricolo - MIPAAF
Rossella Sobrero Presidente Koinetica
Gruppo promotore Salone della CSR e Innovazione sociale
Andrea Zanfi Editore e Scrittore – Bubble’s
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BORTOLOMIOL
Utilizza un Protocollo ambientale interno - Green Mark. Ha piantato un bosco per la compen-
sazione delle emissioni. Produce vini biologici. Riduce il consumo di acqua. Ha ristrutturato
gli spazi per aumentare l’efficienza energetica e migliorare la qualità e il luogo di lavoro dei
dipendenti. Impiega risorse rinnovabili e imballaggi sostenibili. Ha creato l’ Art and Wine Lab
all’interno di un’antica filanda recuperata. Sostiene squadre sportive del territorio e il proget-
to Dream per la cura dell’AIDS.
Città: Valdobbiadene (TV)
CANTINE LA PERGOLA
Produce vini biologici certificati CCPB. Il suo sistema aziendale è certificato da Certiquality.
Sperimenta tecniche di coltivazione e vinificazione sostenibili.
Sostiene il progetto Homerus per consentire di praticare la vela autonoma ai non vedenti.
Contribuisce allo sviluppo e alla riqualificazione delle vigne della cantina vinicola salesiana
Cremisan a Betlemme.
Città: Moniga del Garda (BS)
ARNALDO CAPRAI
Attua il protocollo The New Green Revolution, per la sostenibilità economica ed ambientale.
Utilizza metodi per il risparmio energetico. Monitora le emissioni di CO2. Adotta metodi di
coltivazione biodinamica. Si serve del primo prototipo di macchina per i trattamenti in vigne-
to a recupero di prodotto per zone collinari. Attua il progetto 3K.0 per la tracciabilità degli
operatori nella filiera vite e vino. Realizza il progetto #Caprai4love.
Città: Montefalco (PG)
BARONE PIZZINI
Produce il primo Franciacorta Biologico, la cui viticoltura è stata certificata. Aderisce al pro-
getto ITA.CA per la misurazione dei gas serra. La cantina è costruita secondo i criteri della
Bioedilizia. Ha vinto il Premio Viticoltura Sostenibile del Gambero Rosso 2015. Ha ricevuto
l’Attestato Biodiversity Friend - primo standard per la certificazione della biodiversità in agri-
coltura, patrocinato dal MIPAAF. Organizza percorsi turistici di valorizzazione della biodiver-
sità del territorio.
Città: Provaglio d’Iseo (BS)
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CANTINE RIUNITE E CIV
Utilizza un sistema di produzione integrato che garantisce la qualità e la tracciabilità del
prodotto. Attua la viticoltura biologica dal 1988. Ha adottato un codice etico per la gestione
aziendale. Utilizza energie rinnovabili, anche grazie all’ impianto fotovoltaico installato nel
2012. Produzione certificata UNI EN ISO 9002 e in attesa della certificazione UNI EN ISO
14001. Ha ottenuto la certificazione EMAS. Sostiene progetti sociali e di recupero delle tra-
dizioni del territorio.
Città: Campegine (RE)
FATTORIA LA MALIOSA
Impiega agricola biodinamica a ciclo completamente vegetale. Ha creato il Metodo Corino
per la viticoltura. Limita gli interventi meccanici, utilizza coperture vegetali prodotte in azien-
da. Ha attuato una collaborazione con il CREA-ABP, Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e
la Pedologia di Firenze. Soggetta allo studio di INDACO2 - Università di Siena – sulla carbon
footprint della Fattoria La Maliosa. Ha ricevuto le certificazioni BioUe e LVegan per i vini e gli
olii. Valorizza percorsi turistici del Territorio.
Città: Manciano (GR)
CASTELLO BANFI
Redige annualmente un bilancio di sostenibilità. È stata la prima cantina ad ottenere la cer-
tificazione di responsabilità etica, sociale ed ambientale. La produzione è a basso impatto
ambientale anche grazie ai cipressi piantati per combattere le emissioni di CO2; applica tec-
niche per la conservazione della biodiversità e il controllo dell’erosione del suolo. Nel 2008
con l’Università di Pisa ha elaborato un sistema di lavaggio delle macchine agricole che az-
zera la dispersione di rifiuti oleosi. Utilizza una bottiglia leggera, a basso impatto ambientale.
Città: Castello di Poggio delle Mura (SI)
MICHELE CHIARLO
Azienda certificata V.I.V.A, per il vino sostenibile. Attenta al rispetto della sostenibilità lungo
tutta la filiera di produzione. Valorizza il territorio dissimulando il passaggio dell’uomo, come
un Vertical Garden – giardino verticale - sui muri delle cantine. Impiega energie rinnovabili
e materiali riciclabili, utilizza bottiglie leggere. Ha implementato l’Art Park La Court – museo
a cielo aperto in vigna. Sviluppa attività e percorsi turistici sul territorio arricchiti dalla crea-
zione di un resort.
Città: Calamandrana (AT)
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LA SELVA
La sua produzione biologica è certificata Icea, Naturaland e NOP. Ha adottato un codice
etico per la tutela dei lavoratori. Redige Rapporti sulla Sostenibilità della Coltivazione e del-
la Produzione. Implementa lavori di rimboschimento. Attua Programmi di protezione del
paesaggio e della fauna. Ha ideato il progetto Arte e Vino in Cantina – residenza artistica a
tema natura. Si occupa della promozione turistica del territorio, includendo la gestione di un
agriturismo.
Città: Orbetello (GR)
LA RAIA
Pratica agricoltura biodinamica, è certificata Demeter. Cantina costruita in modo ecososte-
nibile. Attua programmi di welfare aziendale. Ha recuperato Borgo Merlassino, pronto ad
accogliere i turisti in visita. Ha attivato una scuola e un asilo steineriani. Ha creato la Fon-
dazione La Raia - Arte e cultura nel territorio. Ha fondato PortaNatura, per la consegna di
prodotti biologici a domicilio. Organizza Wine Tour sviluppando il turismo e l’accoglienza sul
territorio.
Città: Novi Ligure (AL)
FRESCOBALDI
Pratica agricoltura certificata AgriQualità. Gestisce in maniera sostenibile le foreste e le te-
nute, con certificazione PEFC.
Utilizza imballaggi sostenibili e bottiglie leggere. Impiega energia rinnovabile. Valorizza la
biodiversità del territorio.
È mecenate del progetto ‘Artisti per Frescobaldi’. Promuove un progetto di responsabilità
sociale, impiegando i detenuti dell’Isola di Gorgona nella produzione del vino.
Città: Firenze (FI)
GENAGRICOLA
Pratica agricoltura di precisione con monitoraggio costante, utilizza tecnologie avanzate per
il controllo dello stato vegetativo delle piante, delle carenze del terreno e del fabbisogno
idrico. Valorizza la biodiversità con strisce di impollinazione e oasi per le api e attraverso la
coltivazione di vitigni autoctoni.
Ha adottato un codice etico e dei programmi per la sicurezza e il welfare dei lavoratori. Or-
ganizza il concorso artistico internazionale Ca’Corniani.
Città: Loncon di Annone Veneto (VE)
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TASCA CONTI D’ALMERITA
Aderisce al progetto SOStain, di cui ha la certificazione. Possiede inoltre la certificazione
Certiquality. Redige report sulla sostenibilità delle proprie attività. Promotrice del Progetto
Io amo la mia spiaggia in sostegno alla Spiaggia di Mondello. Creatrice del progetto Cogito
incontri culturali - osservatorio sulla realtà e sui fenomeni culturali contemporanei. Vincitrice
2017 del Premio Green Company of The Year. Attua un progetto di ospitalità diffusa.
Città: Palermo (PA)
CONSORZI
CONSORZIO FRANCIACORTA
Aderisce ai progetti di sostenibilità SATA, tra cui il progetto I.T.A.CA. Invita i consorziati a pri-
vilegiare l’utilizzo di materiali ecocompatibili ed energie rinnovabili. Ha creato un regolamen-
to per l’uso sostenibile degli agro-farmaci. Ha ideato il progetto Terre di Franciacorta per la
valorizzazione del territorio. Promuove l’Enoturismo, l’Enogastronomia e la Strada del Vino.
Città: Brescia
MEZZACORONA
È stata finalista della IV Edizione del Premio Biblioteca Bilancio Sociale. Adotta pratiche per
la sostenibilità ambientale.
Attenzione nella gestione delle risorse energetiche e ambientali. Ha la certificazione ministe-
riale SQNP. Ha creato la Cittadella del Vino: un progetto di riqualificazione ambientale con
bonifica e valorizzazione di una vasta area della Piana Rotaliana, all’interno della quale sono
state inserite anche strutture per l’ospitalità.
Città: Mezzocorona (TN)
SALCHETO
Prima azienda a produrre vino con carbon footprint certificata, si può calcolare nel sito la
carbon footprint della bottiglia acquistata. Controllo dei consumi di acqua e delle emissio-
ni di carbonio. È energeticamente autonoma. Utilizza materiali legnosi provenienti da fonti
sostenibili. Sperimenta un indice di biodiversità all’interno delle sue colture. Detentrice di
numerose certificazioni. Ha costruito la Salcheto Winehouse recuperando un antico casolare
per l’ospitalità nel territorio.
Città: Montepulciano (SI)
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CONSORZIO TUTELA VINI MONTEFALCO
Ideatore del modello di sostenibilità Grape Assistance esteso dal 2017 a tutta l’Umbria, oltre-
ché del protocollo di produzione sostenibile New Green Revolution. Promuove il territorio nei
principali paesi di esportazione dei Vini di Montefalco. Collabora per progetti culturali con il
Comune di Montefalco e il Complesso Museale di San Francesco.
Città: Perugia
2018
CONSORZIO PER LA TUTELA DEI VINI VALPOLICELLA
Ideatore del Protocollo RRR (riduci, risparmia, ricicla) per certificare la salvaguardia degli
equilibri ambientali, che ha instaurato un processo di educazione al sostenibile finora adotta-
to da 114 aziende. Il Consorzio è tra i fondatori dell’International Winegrowing Summit, la cui
prima edizione si è tenuta a Verona, il 2 febbraio 2018. Contribuisce a valorizzare i Percorsi
turistici della Valpolicella.
Città: Verona
CONSORZI DI TUTELA E PROMOZIONE DEL LAMBRUSCO DOP
Aderisce ai parametri della certificazione Equalitas, con la cui collaborazione organizza il
corso per Sustainability Managers. Organizza il master di Valorizzazione delle tipicità agro-
alimentari ed enogastronomiche presso l’università di Modena. Creatore di una biblioteca
fruibile on-line con la raccolta dei volumi realizzati dal Consorzio nei suoi oltre 40 anni di
attività, e di documenti storici forniti dalle aziende consorziate e dagli operatori del settore
vitivinicolo.
Città: Modena
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La Carta di Gavi del Vino Responsabile 1. SPOSARE E PROMUOVERE I VALORI GIUSTI 2. TUTELARE LA TERRA 3. SALVAGUARDARE L’ACQUA 4. CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI 5. IMPEGNARSI PER LA SOSTENIBILITÀ 6. PROTEGGERE E VALORIZZARE LA BIODIVERSITÀ 7. CREDERE NELLE PERSONE 8. RISPARMIARE LE RISORSE NATURALI 9. PROMUOVERE LA CULTURA E LE ARTI 10. CREARE VALORE SOCIALE ED ECONOMICO PER IL TERRITORIO
Sottoscritta il 25 maggio 2018 a Gavi da:
Ermi Bagni Direttore - Consorzio Marchio Storico Lambruschi Modenesi Silvano Brescianini Vicepresidente - Consorzio per la Tutela del FranciacortaAlberto Brunelli Responsabile - Area Tecnica Consorzio Tutela del ValpolicellaMario Calderini Direttore - Tiresia, Centro di Ricerca Social Innovation Politecnico di MilanoLaura Cantoni Presidente Astarea già Consigliere di PLEF Planet Life Economy FoundationMarco Caprai Amministratore - Arnaldo CapraiLisa Casali Responsabile - Pool InquinamentoMichele Chiarlo Fondatore - Michele ChiarloMina Clemente Resp. Ambiente e Sviluppo sostenibile – CCIAA Milano MB Lodi Lorenzo Corino Agronomo, Ricercatore e Vignaiolo, AutorePaolo Cumino Resp. Valorizzazione Sistema Agroalimentare Ass.to Agricoltura Regione PiemonteDavide Ferrarese Agronomo - Consorzio Tutela del GaviRoberto Ghio Presidente Consorzio Tutela del Gavi Antonella Manuli Fondatrice - Fattoria La MaliosaFrancesco Moneta Laboratorio Gavi / Fondatore The Round TableMaurizio Montobbio Past President - Consorzio Tutela del GaviCarlo Giovanni Pietrasanta Past President - Movimento Turismo del VinoFabio Piccoli Direttore - Wine MeridianAlessandra Piubello Giornalista - Decanter UK, Guida VeronelliAlessandro Regoli Direttore WineNewsEleonora Rizzuto Rappresentante - ASviS Alleanza Italiana Sviluppo SostenibilePiero Rossi Cairo CEO - Tenuta La RaiaSimona Roveda Direttore Editoriale - LifegateMarco Sciarrini Coordinatore delle Politiche del Lavoro nel Mercato Agricolo MIPAAFRossella Sobrero Presidente - Koinetica Fondatrice del Salone CSR e Innovazione socialeEnrico Viglierchio Amministratore Delegato - Castello BanfiAndrea Zanfi Editore - Bubble’s
I PREMIATI
Ogni anno si assegna un unico Premio Gavi LA BUONA ITALIA: questa edizione ha visto
protagonista l’Azienda Arnaldo Caprai di Montefalco (PG), mentre le due Menzioni speciali
sono andate al Consorzio per La Tutela del Franciacorta (Erbusco - BS) e a Castello Banfi
(Montalcino - SI).
I Premi sono stati consegnati rispettivamente a Marco Caprai (titolare), Silvano Brescianini
(Vicepresidente) ed Enrico Viglierchio (Direttore Generale) in apertura del Laboratorio Gavi
organizzato il 25 maggio 2018 alla Tenuta Centuriona di Gavi, alla presenza di oltre 100 tra
Produttori ed esponenti del panorama del vino nazionale, della comunicazione e della Re-
sponsabilità sociale di Impresa, riuniti anche per redigere, dibattere e sottoscrivere La Carta
di Gavi del Vino Responsabile (vedi capitolo successivo).
I Vincitori del Premio Gavi LA BUONA ITALIA 2018. Da sinistra: Maurizio Montobbio - Past President Consorzio Tutela del Gavi; Enrico Viglierchio - Castello Banfi;
Roberto Ghio - Presidente Consorzio Tutela del Gavi; Marco Caprai - Arnaldo Caprai;Silvano Brescianini – Consorzio Tutela del Franciacorta; Francesco Moneta – Laboratorio Gavi
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Gli interventi del LABORATORIO GAVI 2018
Francesco Moneta e Selvaggia Stefanelli Laboratorio Gavi / The Round Table
Il 25 maggio 2018 la Tenuta La Centuriona, a Gavi, ha ospitato i lavori del secondo Laborato-
rio Gavi per la Buona Italia, appuntamento periodico del Consorzio Tutela del Gavi di cui si fa
cenno nel capitolo precedente.
Il Laboratorio - preceduto dall’assegnazione del Premio Gavi LA BUONA ITALIA - è stato un
denso compendio di opinioni, pareri, visioni a commento della Carta di Gavi del Vino Respon-
sabile presentata e sottoscritta in questa occasione.
La Carta di Gavi, sviluppata in 10 punti, nasce da alcuni mesi di confronto tra il Laboratorio
Gavi, il Comitato di Indirizzo del Premio Gavi LA BUONA ITALIA e diversi operatori e addetti
ai lavori.
Si è voluto aggiornare lo stato dell’arte in merito al rapporto tra Vino e Responsabilità So-
ciale - tematica ancora poco affrontata in modo sistematico da questo comparto economico
– evolvendo la consueta trattazione della produzione Bio e del tema della Sostenibilità intesa
prevalentemente nelle sue connotazioni di salvaguardia dell’ambiente, in molteplici forme.
La novità della Carta di Gavi, a detta degli addetti ai lavori e degli opinion leader del com-
parto vinicolo, sta nel portare una nuova prospettiva, adattata a questo settore produttivo,
in sintonia con quanto praticato in altri settori produttivi.
Si integrano tematiche ambientali con altri elementi di valore del concetto di Responsabilità
Sociale che nel Vino riguardano, ad esempio, il welfare aziendale e la promozione di attività
culturali, la creazione di valore sociale ed economico per il territorio grazie all’enoturismo, e
in genere l’accogliere principi etici, codici di comportamento, certificazioni. La Carta di Gavi del Vino Responsabile
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1. PAOLO CUMINO
Responsabile Valorizzazione Sistema Agroalimentare e Tutela Qualità
Assessorato Agricoltura Regione Piemonte
Perché una Carta del Vino Responsabile.
Una Carta del Vino Responsabile risponde alla sempre più diffusa consapevolezza tra i con-
sumatori che la preferenza di un prodotto, rispetto ad un altro, possa incidere sul territorio
anche dal punto di vista sociale. A differenza del passato, il Consumatore Consapevole non si
chiede più solo che impatto ha un prodotto rispetto ad un altro sulla propria salute, ma qual
è il contributo di quel prodotto e di quella azienda alla vita delle persone.
La Regione Piemonte in collaborazione con l’Università di Pollenzo ha realizzato recente-
mente una Ricerca tra i Produttori di Vino Piemontesi sulle Buone Pratiche nella Sostenibi-
lità, intese come nuovo elemento di connotazione della qualità della produzione enologica.
Attraverso un questionario, si è indagato il rapporto tra impresa, vite, vino, energia, turismo
e territorio. Dalle 80 risposte ottenute è emerso un percorso virtuoso: la responsabilità per
esempio, da parte dei produttori di vino, nella conservazione del paesaggio attraverso le
generazioni. Questo dato è un elemento caratterizzante il comparto piemontese, costituito
principalmente da aziende a carattere familiare. L’impegno della Regione è quello di riflette-
re in prospettiva su cosa possa significare responsabilità sociale per aziende medio piccole
e di come valorizzarne l’operato.
2. ELEONORA RIZZUTO
ASVIS Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
SPOSARE I VALORI GIUSTI: Credere nella qualità, nell’Etica, nella tutela dell’ambiente
e dei lavoratori.
Adottare un Codice Etico, una Carta dei Valori, un Codice di comportamento.
Lo sviluppo sostenibile si basa su tre asset principali: la qualità, la tutela dell’ambiente e la
cura per il sociale. La qualità nel settore vitivinicolo in particolare rappresenta un lavoro che
si svolge su base quotidiana, che ha bisogno di competenze, di cura costante e di perseguire,
sempre, l’eccellenza. Alla forte valenza che ha il “fare” si legano aspetti ambientali e sociali.
L’impatto ambientale è la salvaguardia del patrimonio delle risorse del nostro pianeta mentre
produciamo. Assicurarsi che tutto ciò avvenga nel rispetto delle norme Internazionali del La-
voro (ILO), e in situazioni che incoraggino le persone ad affacciarsi ai vari settori produttivi,
costituisce invece l’aspetto sociale.
Dotarsi di alcune regole permette di capire e valutare in quale ambiente si lavora. Il Codice
Etico o di Condotta ha questo obiettivo: fare una fotografia di quello che è la realtà produtti-
va e invitare ad attenersi a un Codice di comportamento etico, affinché gli scambi commer-
ciali e gli scambi tra persone all’interno di un’organizzazione avvengano secondo trasparen-
za, correttezza e principi di legalità.
I sottoscrittori rappresentano realtà di riferimento per il mondo della Responsabilità Sociale
nel nostro Paese, a complemento dei Produttori e dei Consorzi del Vino premiati o presenti
nella Short list del Premio Gavi LA BUONA ITALIA.
Di seguito la sintesi dei loro interventi, presentati seguendo l’ordine temporale di parteci-
pazione: nell’insieme, rappresentano anche un invito e uno stimolo alla condivisione e alla
divulgazione dei contenuti della Carta di Gavi del Vino Responsabile, perché possa costituire
un punto di riferimento per l’intero comparto vinicolo italiano.
La visualizzazione dei lavori del Laboratorio Gavi 2018
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5. SIMONA ROVEDA
Direttore editoriale di Lifegate
SPOSARE I VALORI GIUSTI: la crescente attenzione dell’opinione pubblica
e dei consumatori rispetto a scelte valoriali.
Lifegate è un network e un advisor per lo sviluppo sostenibile: raggiunge quasi 7 milioni di
persone che hanno già allineato il loro stile di vita alla sostenibilità. Quattro anni fa ha attivato
un Osservatorio che effettua annualmente ricerche di scenario sul sentiment dei Consumato-
ri, analizzando come gli italiani percepiscono i valori della sostenibilità e della responsabilità.
Dai dati più recenti del 2018, risulta che il 90% degli intervistati è preoccupato dall’inquina-
mento dell’aria, dall’uso dei pesticidi in agricoltura (90%) e che l’85% sostiene l’importanza
dell’agricoltura biologica, manifestando interesse per i prodotti a chilometro zero (64%) e
per quelli provenienti da agricoltura biologica (56%).
L’86% degli italiani si dice preoccupato della tutela del pianeta, prediligendo acquisti di pro-
dotti di aziende che manifestano un comportamento etico nei confronti dell’ambiente e del
sociale, anche se costano di più. Il 96% è disposto a scegliere l’efficienza energetica e l’ener-
gia rinnovabile.In generale il 74% degli italiani è interessato alla sostenibilità. Si parla di 38
milioni di persone, il 15% in più rispetto al 2017 e il 34% in più rispetto al 2015.
Si tratta di una vera e propria “green society”, non di una moda passeggera, e quindi di una
grande opportunità che può essere colta dagli imprenditori capaci di interpretare il deside-
rato dei nuovi consumatori.
Ma chi si occupa di sostenibilità e CSR non può fare solo una scelta di mercato: questo tipo
di percorso è dettato, prima di tutto, dalla passione.
6. LORENZO CORINO
Ricercatore, agronomo, autore
TUTELARE LA TERRA: Ecological Footprint e interventi
per ridurre il consumo di suolo associato alla propria attività.
La terra è un organismo fertile e l’uomo vi lascia una traccia evidente del suo passaggio. Il
terreno è forse il patrimonio nazionale più importante e l’uomo dovrebbe essere orgoglioso
e parsimonioso nel suo utilizzo. Per millenni, la viticoltura è stata di tipo artigianale, molto
contadina, rispettosa del terreno, dei tempi agricoli, riguardosa della complessità straordina-
ria della biodiversità italiana.
A partire dagli anni ’50 è stata introdotta la meccanizzazione pesante che ha cambiato, acce-
lerandoli, i tempi dell’agricoltura. Negli anni ’60, ’70, ’80 sono stati introdotti gli agro-farmaci
e sono aumentate enormemente le produzioni. Si tratta di una fase storica importante, che
ha portato ricchezza e benefici alle imprese.Oggi però il terreno, in parte anche per la perdita
di suolo a causa dell’erosione, richiede interventi diversi, mirati, per continuare ad essere il
capitale e la ricchezza che ha sostenuto l’agricoltura per secoli: la preparazione del terreno,
la sua gestione, la qualità biologica sono parametri importanti, misurabili, che permettono
scelte gestionali specifiche e che devono servire per interventi privati e pubblici più sistemici.
3. ROSSELLA SOBRERO
Presidente di Koinetica e Fondatrice del Salone del CSR
SPOSARE I VALORI GIUSTI: Sviluppare la CSR e comunicarla al meglio.
Essere socialmente responsabili significa coniugare il profitto di impresa con il sociale e
l’ambiente. Saper comunicare i comportamenti socialmente responsabili vuol dire attivare
uno spirito di emulazione positiva che permette di aprirsi al cambiamento e di condividere
alcuni concetti fondamentali. La CSR infatti si basa sulla trasparenza e sulla coerenza, sulla
passione, sull’ispirazione delle imprese. Trasparenza perché le aziende sono delle “case di
vetro”. Il “consum-autore” è una persona che commenta, che condivide, che visita i siti: se
per costruire la reputazione di un’azienda ci vogliono anni, basta un minuto e un commento
su un comportamento non coerente di un’impresa per distruggerla.
Ecco perché la coerenza è un prerequisito nei comportamenti dell’impresa impegnata nella
sostenibilità e nella responsabilità sociale. Passione e ispirazione, invece, sono essenziali per
cogliere suggestioni nuove e diverse, per investire in innovazione in maniera aperta e intel-
ligente, coinvolgendo tutti gli stakeholder. Essere sostenibili conviene non solo perché fa
risparmiare, non solo perché fa crescere le aziende, ma perché permette all’organizzazione
di durare nel tempo. I francesi, infatti, usano la parola durabilité per far capire che la respon-
sabilità per un’impresa è far durare la propria organizzazione nel tempo.
Quindi passione, coerenza, apertura, innovazione sono i messaggi che Koinetica vuole con-
segnare alla Carta del Vino Responsabile.
4. ERMI BAGNI
Direttore del Consorzio Marchio Storico Lambruschi Modenesi
SPOSARE I VALORI GIUSTI: le Certificazioni.
Il Consorzio Marchio Storico Lambruschi Modenesi ha realizzato uno studio di pre-fattibilità
per la certificazione di sostenibilità della filiera vitivinicola dei Lambruschi DOC, secondo gli
standard Equalitas. Si è voluto verificare e capire se questo territorio possa essere certificato
sostenibile, dove per sostenibilità non si intende solo l’accezione ambientale, ma anche quel-
la economica e sociale. Il territorio del Lambrusco è un patrimonio culturale e la Certificazio-
ne vuole essere un atto dovuto di lealtà e di trasparenza verso il consumatore e l’opinionista.
Quando si parla di patrimonio culturale e di tradizione ci si riferisce ad una rivoluzione in atto
in modo permanente, giorno dopo giorno, dove per questo comparto rendere attuale la Tra-
dizione significa recepire e praticare l’Innovazione, come appunto è quello della Sostenibilità.
L’attenzione verso questo tema è per le imprese un percorso di sviluppo propedeutico alla
crescita di tutto il territorio.
La Certificazione del settore primario porta benefici anche a tutte le altre attività di filiera
legate all’agroindustria. Esistono inoltre diverse attività di tipo artigianale, manifatturiero e
industriale, non direttamente legate all’agro-alimentare, che godrebbero anch’esse dei van-
taggi di un territorio riconosciuto come ‘sostenibile’, che rispetta l’ambiente, attento all’equi-
librio tra aspetti economici e sociali.
La natura e l’uomo sono legati da una profonda relazione di amore che dura da tempo e che
non può e non deve interrompersi: la sostenibilità è l’azione quotidiana che permette a que-
sta relazione di continuare e non esaurirsi.
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9. ANTONELLA MANULI
Fondatrice della Fattoria La Maliosa
CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI: Carbon Footprint
e interventi per la riduzione dell’emissione dei gas serra.
La Fattoria La Maliosa è la prima e tutt’ora unica azienda agricola a conduzione biodinamica
in Italia ad aver misurato la propria impronta ecologica, in collaborazione con l’Università di
Siena.
È impegnata nel miglioramento del proprio impatto nell’atmosfera, grazie a semplici iniziati-
ve che nascono dalla considerazione di alcuni dati.
Un ettaro di terra nuda emette 37 tonnellate di anidride carbonica all’anno nell’atmosfera.
Quando invece il terreno è inerbito, non solo non emette anidride carbonica, ma ne assorbe
3,31 tonnellate all’anno. Non è una peculiarità solo del vigneto naturalmente, ma anche di
altre coltivazioni: un uliveto assorbe fino a 6,45 tonnellate di anidride carbonica, mentre il
bosco addirittura 7,82. La differenza tra una coltivazione (l’uliveto) e il bosco (che non è una
coltivazione) è bassa proprio per il terreno inerbito.
Il calcolo della Footprint fornisce un indice: sulla base di questo dato l’azienda può collabo-
rare per limitare il proprio impatto sull’ambiente. Può essere calcolato su tutto il ciclo di vita
del prodotto, dalla vigna allo scaffale, o può limitarsi ad un unico aspetto, come per esem-
pio quello più semplice della bottiglia. Una bottiglia di vetro più leggera può abbassare la
propria Carbon Footprint del 40%. L’inerbimento in vigneto oppure la scelta di una bottiglia
rispetto ad un’altra sono gesti semplici, ma hanno un valore reale e danno una risposta im-
mediata per contrastare, in prima persona, i cambiamenti climatici in atto.
10. MINA CLEMENTE
Responsabile delle Politiche Ambiente e Sviluppo sostenibile Camera di Commercio di Milano
IMPEGNARSI PER LA SOSTENIBILITÀ: Bilancio di sostenibilità.
Report ambientale integrato.
Per cominciare a parlare concretamente di sostenibilità per le imprese, è opportuno avere in
mente tre termini specifici: Investimento, Misura e Strategia. “Investimento” perché la soste-
nibilità ha un costo che i produttori devono sostenere per conformare le proprie produzioni,
non sempre con ritorni a breve. Se ci sono investimenti, è inevitabile parlare di “misura” e di
bilanci sociali e di sostenibilità, in cui è evidente l’opportunità di misurare gli interventi rispet-
to a logiche finanziarie.
Il Report Integrato Ambientale, per esempio è lo strumento che coniuga il bilancio tradizio-
nale con la reportistica di sostenibilità, al fine di aumentare la capacità delle imprese di “pen-
sare in maniera integrata”, accrescere il grado di trasparenza, nei confronti di stakeholder,
clienti, fornitori.
“Strategia” quindi, perché la sostenibilità è un elemento imprescindibile che ha un importan-
te valore di sviluppo per l’impresa. In Italia, a partire dal 2017, le imprese che hanno avuto
in media più di 500 dipendenti, il totale dell’attivo dello Stato patrimoniale superiore a 20
milioni di euro, e il totale dei ricavi netti superiore a 40 milioni di euro, sono obbligate – per
legge - a inserire nel proprio bilancio “la dichiarazione volontaria di carattere non finanzia-
rio”, una relazione valutata dal Collegio dei Revisori dei Conti che contiene informazioni
7. SILVANO BRESCIANINI
Vicepresidente Consorzio Tutela della Franciacorta
TUTELARE LA TERRA: Agricoltura che tutela la naturale fertilità della terra.
Biologico e biodinamico.
La Tutela della Terra è per gli agricoltori un prerequisito dal quale non si può prescindere per
nessuna ragione. In Franciacorta sono oltre 2000 gli ettari gestiti in agricoltura biologica.
Una gestione che si può fare ovunque in Italia e in presenza di qualsiasi condizione geologica.
La Tutela della Terra, della biodiversità, del suolo, intesa come prerequisito, considera la cer-
tificazione biologica e di sostenibilità ambientale un punto di partenza, non l’obiettivo finale.
Il Regolamento Bio europeo del 2012, frutto di un compromesso con la Germania e quindi
perfettibile, è una legge comune in Europa che non ha eguali in altri continenti, perché pre-
vede il rispetto di regole condivise e un soggetto terzo che certifica il lavoro svolto.
Pur essendo un punto di partenza è il prerequisito per offrire al consumatore una viticoltura
e un vino di qualità. Tutelare la Terra significa evidentemente tutelare anche “quello che ci sta
sopra”. Nel progetto “Terre della Franciacorta” – 18 comuni che hanno come obiettivo di di-
fendere il territorio e valorizzarne le peculiarità per offrire agli abitanti e ai turisti una migliore
qualità di vita – sono stati infatti coinvolti in prima persona i Sindaci perché proteggano il
Paesaggio, al fianco degli agricoltori, evitando brutture, capannoni, cemento. Un grande vino
è sempre prodotto in un bel posto: colline, vigneti, architettura sono un patrimonio comune
dei viticoltori italiani che occorre preservare e valorizzare.
8. ALBERTO BRUNELLI
Responsabile area tecnica Consorzio della Tutela della Valpolicella
SALVARE L’ACQUA: Water footprint e interventi per ridurre il consumo di acqua
diretta e indiretta, sia in vigna sia nelle fasi di imbottigliamento e trasporto.
Le 3R “Riduci, risparmia, rispetta” rientrano in un progetto ambizioso, un protocollo di viti-
coltura sostenibile studiato per la Valpolicella, diventato una vera e propria certificazione che
coinvolge al momento circa 1000 ettari di vigneti.
La salvaguardia dell’acqua si basa sulla parola “rieducazione” ed è un percorso di formazione
dedicato alle aziende del Consorzio della Valpolicella, alle quali si illustra come risparmiare
acqua in vigna e in cantina. Dal primo monitoraggio dello spreco, fase fondamentale per
capire come limitare i consumi, si procede analizzando come intervenire. In Valpolicella nei
vigneti è prevista l’irrigazione, ma è vietato — per le aziende che aderiscono al protocollo —
l’utilizzo di impianti a scorrimento, sostituiti da sistemi ad alta efficienza, a bassa pressione,
di micro-irrigazione o a goccia, in modo di evitare il dispendio idrico.
Allo stesso modo in cantina il Consorzio esorta a “investire in efficienza”, a minimizzare lo
spreco d’acqua, facendo attenzione ad alcuni gesti automatici ed elementari ad esempio nel
lavaggio di attrezzature e vasi vinari.
Con minimi accorgimenti come il controllo remoto del tubo dell’acqua o meccanismi di chiu-
sura e di lavaggio automatici è possibile passare da 20 lt di acqua consumati per litro di vino
al dato molto più sostenibile di 1 o 2 litri per litro di vino. Per non parlare delle acque reflue,
proprio per le aziende più virtuose, che permette di risparmiare anche l’80%.
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ridurre sostanzialmente l’impatto degli insetticidi sugli insetti pronubi e sull’entomofauna
utile: attraverso il monitoraggio del territorio, la regolazione funzionale degli atomizzatori,
la scelta delle macchine agricole da utilizzare. Ma il Consorzio Tutela del Gavi lavora soprat-
tutto attraverso la formazione degli agricoltori, dei viticoltori e degli operai agricoli perché
sappiano riconoscere la patologia, quando trattare e come trattare, in modo da ridurre al
minimo gli errori tecnici. Il Consorzio Tutela del Gavi attiverà da quest’anno una stazione di
biomonitoraggio che permetterà attraverso gli apiari, il polline e il miele, di conoscere cosa le
api raccolgono sul territorio del Gavi e quando, per essere ancora più mirati e attenti nell’uti-
lizzo di insetticidi. In questo modo si vuole riconoscere e tutelare la biodiversità agricola - la
convivenza in uno stesso sistema di diverse specie, animali e vegetali, che creano equilibrio
grazie alla loro reciproca relazione, e rendere consapevoli tutti gli operatori della necessità –
urgente - di una viticoltura agronomica durevole.
13. MARCO SCIARRINI
Coordinatore delle Politiche del Lavoro nel Mercato Agricolo del MIPAAF
CREDERE NELLE PERSONE: Welfare aziendale, salute,
sicurezza e benessere per dei lavoratori.
Se in agricoltura è percepita diffusamente l’importanza della qualità del prodotto finale, al
consumatore si dovrebbero raccontare anche la qualità delle ore di lavoro; la formazione
necessaria perché una determinata attività in vigna e in cantina sia svolta in modo corretto;
l’impegno del produttore per i lavoratori, quanta sicurezza è loro garantita. Tutto questo non
è colto da chi acquista una bottiglia, o da chi degusta il vino, ma è parte integrante del lavoro
in agricoltura.
La società odierna è pronta a riconoscere il valore del lavoro inteso nell’accezione di atten-
zione e sostenibilità per il lavoratore, apprezzando quanto fa la differenza per la qualità del
prodotto adottare n tipo di manodopera rispetto ad un altro.
Un aspetto che è protagonista delle cronache nazionali è il rapporto con i lavoratori sta-
gionali e gli immigrati in agricoltura, in termini di welfare sociale. Il Ministero delle Politiche
Agricole si sta impegnando proprio in questi mesi per divulgare e condividere il valore di un
welfare sociale partecipato, perché si diffondano buone prassi che vedono lavorare insieme
enti pubblici, aziende, lavoratori e i cittadini.
L’obiettivo è coinvolgere l’Unione Europea ad includere le politiche sociali per i lavoratori
all’interno dei Piani di Sviluppo Rurali, diventando uno strumento di crescita e promozione
dei territori al pari di altri più tradizionali.
14. ALESSANDRA PIUBELLO
Giornalista Decanter UK, Guida Veronelli
CREDERE NELLE PERSONE: Sostegno all’occupazione giovanile
e all’inclusione sociale.
Finché l’economia verrà regolamentata da parametri legati esclusivamente al profitto e non
alla sostenibilità sociale non ci sarà un’evoluzione. La parola chiave in questo senso è: “re-
silienza”, intesa come adattamento ai cambiamenti, flessibilità, utilizzo di piani alternativi,
apertura alle innovazioni.
ambientali, sociali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani e alla lotta contro la
corruzione attiva e passiva.
Questo obbligo di accountability, per ora solo per i grandi gruppi, chiarisce il percorso lungo
il quale si è avviata l’Italia: un percorso condiviso da diverse aziende entrate nella short list
del Premio Gavi la Buona Italia, che senza alcun obbligo hanno compilato il proprio Bilan-
cio di Sostenibilità considerandolo un’opportunità per essere trasparenti, per comunicare il
valore aggiunto della propria Impresa. La Camera di Commercio di Milano può diventare il
portavoce della Carta del Vino responsabile e diffondere la cultura del rapporto con i temi
ambientali e sociali e la produzione di impresa.
11. LISA CASALI
Responsabile Pool Inquinamento
IMPEGNARSI PER LA SOSTENIBILITÀ: Gestire al meglio i propri rischi ambientali
e sottoscrivere una polizza assicurativa per i danni all’ambiente.
Il tema della corretta gestione dei rischi ambientali riguarda ogni produttore che deve salva-
guardare il lavoro realizzato all’interno della propria impresa per essere sostenibile e limitare
il proprio impatto ambientale.
La possibilità di inquinare il terreno, l’acqua e anche l’aria a seguito di un evento impreve-
dibile rischia infatti di vanificare in un attimo anni di buone pratiche. Il primo impegno per
essere sostenibili, quindi, è la valutazione all’interno dell’azienda di tutte le possibili sorgenti
di rischio, per anticipare eventuali esposizioni e mettere in pratica misure di mitigazione.
Il Pool Inquinamento rappresenta 22 compagnie di assicurazione e riassicurazione italiane.
Nato nel 1979 su proposta di ANIA — Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici — e di
Confindustria, crea prodotti ad hoc per le imprese italiane per coprire i rischi ambientali. In
Italia non è ancora diffusa la cultura della prevenzione del rischio e la sensibilità verso questi
temi, tanto che solo 5000 aziende su tutto il territorio nazionale hanno una copertura dedi-
cata ai rischi ambientali. La gestione dei rischi, parametrati alla tipologia di attività, resta in
ogni caso la prima valutazione obbligatoria per un percorso sostenibile coerente e corretto.
12. DAVIDE FERRARESE
Tecnico agronomo del Consorzio Tutela del Gavi
PROTEGGERE E VALORIZZARE LE BIODIVERSITÀ: Praticare un’agricoltura che tuteli
gli ecosistemi e attuare interventi a protezione degli insetti utili.
La vite ospita numerosi organismi, alcuni responsabili di malattie, altri al contrario utili alla
difesa della pianta. Anche in vinificazione esiste un aiuto intrinseco da parte di microrganismi
fondamentali per il prodotto finale. Si tratta di una ricchezza microbica che si crea, sviluppa
e si amplia all’interno del vigneto e che deriva dal modo in cui si gestisce il terroir: il terreno,
il suolo, l’aria, l’acqua, la vegetazione a 360°.
Tutelare la biodiversità significa tenere in considerazione ogni aspetto di questo ecosistema
ed evidentemente anche gli insetti che vivono nel vigneto.
In Piemonte, dagli anni ‘90, è in atto la gestione obbligatoria dei pesticidi per l’insetto vettore
della Flavescenza Dorata che impegna i produttori in vigneto attraverso l’uso di fitofarmaci.
Il Consorzio Tutela del Gavi gestisce la lotta a questa insidia con un protocollo che cerca di
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16. ENRICO VIGLIERCHIO
Amministratore Delegato Castello Banfi
RISPARMIARE RISORSE NATURALI: Recupero e riciclo di sottoprodotti,
Ecopackaging e allestimenti con materiale di riciclo.
Il vino è un prodotto che si vende sullo scaffale, quindi ha bisogno di una veste accattivante,
esteticamente bella, aspetto questo che in alcuni momenti della vita del mondo del vino, è
andato in forte contrasto con la tutela ambientale.
Negli anni Novanta, Castello Banfi è arrivata a vendere sul mercato delle bottiglie che pesa-
vano 800-900 grammi, ai fini della sola presentazione del prodotto.
In tempi più recenti l’Azienda agricola invece ha studiato un progetto di sostenibilità di filiera
con un piano strategico ben definito: equità sociale, sicurezza per l’ambiente e realizzabilità
economica, per cercare di coniugare la produzione con la tutela ambientale.
Partiamo da semplici osservazioni: 150 grammi di vetro, se si considera la totalità della filiera
- produzione, trasporto, stoccaggio, movimentazione - producono circa 400 grammi di CO2
in atmosfera, che moltiplicati per le decine di milioni o centinaia di milioni di bottiglie prodot-
te in Italia danno un impatto esorbitante.
Seguendo questo ragionamento si passa al packaging del vino di cui il vetro è sicuramente
l’aspetto più importante, ma che include anche i materiali cartacei, i materiali plastici, la chiu-
sura delle bottiglie, per cui si accende il dibattito tra tappi totalmente riciclabili e riciclo del
sughero per non devastare tutte le foreste in Europa. Così vale per l’acqua, risorsa indispen-
sabile per il vino, la cui corretta gestione permette un recupero del 70%, rendendola potabile
dal punto di vista tecnico.
É possibile quindi arrivare ad una situazione in cui processo e prodotto sono perfettamente
integrati, il sistema è ottimizzato e si può consegnare al Consumatore un prodotto qualitati-
vamente eccellente sotto ogni forma.
17. MICHELE CHIARLO
Fondatore Michele Chiarlo
PROMUOVERE LA CULTURA E LE ARTI: Promuovere e condividere
Progetti Culturali e Sociali a favore del Territorio.
In Michele Chiarlo abbiamo cominciato a pensare all’abbinamento tra Vino e Arte trent’anni
fa, quando le nostre etichette erano semplici e tradizionali, sia per i vini classici sia per i pochi
cru che si producevano allora. I cru però rappresentavano un vigneto singolo, importante:
volevamo raccontare l’anima di quel vigneto e fu immaginato l’intervento di un artista.
Interpellammo Giancarlo Ferraris, pittore noto per la tecnica ed espressività. Accettò la sfida,
pur non avendo mai disegnato etichette.
Il suo lavoro appassionato ha creato l’immagine che la Michele Chiarlo sta utilizzando da ol-
tre trent’anni, riconosciuta e apprezzata dai clienti nazionali e all’estero.
La nostra Cantina si trova inoltre al confine tra Langhe e Monferrato, abbiamo assistito con
molto interesse alla crescita del turismo nel primo di questi territori, e con disappunto abbia-
mo constatato che quello stesso turismo non raggiungeva il secondo.
Abbiamo quindi pensato di attrarre visitatori di qualità trasformando il Podere La Court, due
splendide colline nel Monferrato con vigneti di Barbera, in un parco artistico disegnato e
Chi ha maggiori capacità in questo senso? I giovani e le donne.
Lo stesso Veronelli racconta di quando entrò in contatto con quelli che chiamava “i giovani
estremi”. Il rapporto con loro diede a Gino nuovi stimoli che gli consentirono di operare una
sintesi efficace tra le sue idee socio-politiche e l’attenzione per la terra. Ne colse la freschez-
za. Così li descrive: “prediligono il nuovo e il diverso, si sono resi conto che la tradizione e la
cultura non sono un piedistallo bensì un trampolino di lancio, coraggiosi, propositivi, dialetti-
ci, attenti ed esigenti”. Con loro infatti darà vita a Terra e Libertà / Critical Wine, in corrispon-
denza del Vinitaly, nel 2003.
Parlando di donne: il tasso di occupazione femminile in Italia è tra i più bassi, rispetto all’Eu-
ropa vivono il precariato, guadagnano di meno, hanno pensioni più basse.
Eppure ci sono storie di donne forti che sono un esempio per tutto il mondo vinicolo, come
Clarissa Cruz che ha agito su 500 viticoltori della Sonoma, per far diventare questo territorio
la prima contea totalmente sostenibile negli USA (riuscendoci per ora all’85%).
Le aziende dovrebbero diventare aperte ed inclusive perché la battaglia per la sostenibili-
tà e la responsabilità nel mondo del vino è ancora tutta da vincere. Il “vino responsabile” è
una frontiera da valorizzare e difendere, una strada obbligata se si vuole scegliere una delle
opportunità più strategiche che si prefigurano all’orizzonte, e questa Carta potrebbe essere
uno stimolo per dare la forza e gli strumenti culturali e progettuali necessari per diventare
soggetti attivi del cambiamento.
15. MARCO CAPRAI
Amministratore Delegato Arnaldo Caprai
PROMUOVERE LA CULTURA E LE ARTI: Promuovere e condividere
Progetti Culturali e Sociali a favore del Territorio.
Investire in arte è un aspetto della responsabilità sociale che coinvolge tutto il territorio.
Ci sono moltissimi casi di imprese enologiche, in Italia e nel mondo, che si dedicano a questo
ambito: già i territori del vino sono stupendi, se alla loro bellezza si aggiunge il fascino della
testimonianza artistica, diventa ancor più interessante visitarli.
La Arnaldo Caprai si è assunta la responsabilità di valorizzare i beni del proprio territorio. Ci
sono diversi modi per investire: con le contaminazioni dell’arte moderna, costruendo cantine
d’arte…
Noi abbiamo scelto di occuparci del principale bene culturale del territorio di Montefalco,
il Museo di San Francesco: un piccolo museo che oggi è il secondo più visitato dell’Umbria
subito dopo la Galleria Nazionale di Perugia, una delle più belle raccolte del mondo dell’arte
tra Quattrocento e Cinquecento.
La Arnaldo Caprai è riuscita nel compito di associare un bene culturale alla produzione agri-
cola, valorizzandoli entrambi. Ogni anno aggiungiamo un pezzo in più, coinvolgendo il Con-
sorzio e i Produttori, lavorando insieme alle Istituzioni. Rientra in queste iniziative il restauro
della Pala di Benozzo Gozzoli, presentata ai Musei Vaticani e la conseguente mostra di que-
sta opera d’arte, una volta completata, al Museo San Francesco che ha consolidato la relazio-
ne tra Montefalco e la più importante istituzione culturale del mondo.
Oltre a questo abbiamo lanciato il progetto di responsabilità sociale ‘Caprai 4 Love’, ancora
una volta con obiettivi che riguardano il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico
e artistico di Montefalco.
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sono disposti a pagare di più per un prodotto ‘biologico’, ‘sostenibile’, ‘responsabile’ oppure,
seppur comprendendo il valore di quel prodotto, per una questione di prezzo sono costretti
a scegliere? Dobbiamo confrontarci con il mondo reale, ma la sostenibilità e la responsabilità
sociale interpretate credibilmente sono fondamentali, sono la base per costruire il nostro
futuro. Collocare opere d’arte nei vigneti è un’azione di valorizzazione, oltre che essere uno
strumento di marketing: attenzione al sociale e business possono convivere, se si opera cre-
dibilmente.
20. LAURA CANTONI
Presidente Astarea
COME VALORIZZARE LA CARTA DEL VINO RESPONSABILE:
Comunicazione e Condivisione.
Perché questi temi siano all’ordine del giorno e percepiti come importanti tra le imprese
italiane, il lavoro da fare è ancora lungo. Da una ricerca Astarea in merito alla conoscenza
degli obiettivi di sviluppo sostenibile redatti dall’Agenda ONU per il 2030 è emerso che sul
campione considerato di 100 piccole medie imprese solo il 4% avevano letto i 17 goal.
Come prima cosa occorre quindi attivare un percorso di ascolto per capire quale sia la posi-
zione delle imprese italiane rispetto ai temi della sostenibilità, e per verificare come le azien-
de reagiscono a questi argomenti, avendo così il polso realistico della situazione italiana e
dare il via ai conseguenti percorsi di comunicazione. Michelangelo Pistoletto dalla sua Città
dell’Arte afferma che la sostenibilità è una questione collettiva: in questo senso è importan-
te coinvolgere tutti gli attori del sistema. Pur avendo dati meno ottimisti rispetto ad altri, è
chiaro anche per Astarea che siamo in presenza di un trend orientato alla sostenibilità, ed è
altrettanto vero che la strada è ancora lunga prima che il consumatore medio sia disponibile
a premiare le imprese virtuose. Occorre davvero un marketing della mobilitazione, per coin-
volgere anche istituzioni locali e associazioni di categoria che facciano sinergia nell’accoglie-
re questi valori per trasformali in azioni capaci di influenzare le imprese.
21. CARLO PIETRASANTA
Past President Movimento Turistico del Vino
CREARE VALORE SOCIALE ED ECONOMICO PER IL TERRITORIO:
Wine System: enoturismo e accoglienza integrati con il territorio.
Venticinque anni fa nasceva Cantine Aperte, che ha cambiato il mondo dell’enoturismo.
Dopo un quarto di secolo l’enoturismo è stato finalmente inserito nella Legge di Bilancio,
esiste e viene riconosciuto in quattro commi.
Non dimentichiamo che questo percorso di sensibilizzazione è solo all’inizio, il pubblico che
va in Cantina oggi è ancora costituito da gente che fa confusione tra biologico e biodinami-
co, tra basso e alto impatto ambientale.
L’ obiettivo al quale mirare è la divulgazione: spiegare con semplicità la sostenibilità, il packa-
ging, il minor consumo d’acqua. Bisognerebbe chiedersi come raccontare a dei bambini
quanto trattato qui al Laboratorio Gavi, iniziare da loro per diffondere questi temi, anche al
progettato da Emanuele Luzzati, ispirato ai 4 elementi della Natura, che sotto la direzione di
Giancarlo Ferraris e l’aiuto fondamentale di artisti e artigiani è stato realizzato in meno di un
anno. Con il riconoscimento del Monferrato come Patrimonio Unesco, il Parco — grazie alle
crescenti richieste — è stato reso visitabile ogni giorno ed è diventato modello di un turismo
di qualità che la Michele Chiarlo si augura diventi il cuore di un circuito virtuoso, per una cre-
scita esponenziale di visite di conoscenza ed esperienza di questo territorio.
18. PIERO ROSSI CAIRO
Ceo Tenuta La Raia
PROMUOVERE LA CULTURA E LE ARTI: Promuovere e condividere Progetti Culturali e
Sociali a favore del Territorio.
La Fondazione La Raia è stata costituita nel 2013 da parte della Famiglia Rossi Cairo, che
aveva acquistato l’Azienda La Raia nel 2002. Un’azienda ‘agricola’ con oltre 45 ettari vitati
certificati Demeter, in biodinamica dal 2007, che produce cereali, miele e ospita un alleva-
mento di Fassona Piemontese, tutto biologico.
L’aggettivo ‘agricolo’ permette di ricollegarsi al concetto di terra e di fertilità del suolo e al
ruolo sociale dell’agricoltore all’interno della comunità, come “custode della terra” che ha
il dovere, cioè, di tenere fede ad un patto di solidarietà intergenerazionale, possibilmente
mantenendo e, anzi, potenzialmente impreziosendo la fertilità del suolo, bene sempre più
scarso negli anni a venire. La creazione della Fondazione è stato uno degli ultimi tasselli di
valorizzazione del territorio, attraverso l’installazione nel corso degli anni di alcune opere di
arte contemporanea di artisti quali Remo Salvadori, Ko, e più recentemente Adrien Missika
che ha firmato il ‘Palazzo delle Api’.
La Fondazione ha un doppio merito: valorizza il territorio e, attraverso la promozione di
conferenze e l’apertura al pubblico, diventa uno strumento di divulgazione e di conoscenza,
strumento per fare cultura. Cultura che tra l’altro all’interno dell’azienda si manifesta anche
grazie ad un asilo e una scuola elementare basati sulla pedagogia Waldorf, e che attraverso
l’arte invita le persone a prendere coscienza di altri temi fondamentali, come quello della
terra, dell’agricoltura in generale e della solidarietà intergenerazionale.
19. ANDREA ZANFI
Editore di Bubble’s
CREARE VALORE SOCIALE ED ECONOMICO PER IL TERRITORIO:
Attività di valorizzazione del Paesaggio.
Il paesaggio è bellezza. La Rivista Bubble’s cerca di raccontare quanto si può associare al
concetto di bellezza legata al territorio. Ci auguriamo che nelle prossime edizioni il Premio
Gavi LA BUONA ITALIA possa essere assegnato anche a un Ente pubblico, come un Comune,
per aver interpretato i valori di sostenibilità e bellezza in modo costruttivo per il territorio che
governa e rappresenta.
Attenzione, parlando di bellezza e sostenibilità, di agricoltura biologica, di investimenti, mi-
sura e bilanci, si deve comunque essere realisti: gli italiani che sono sulla soglia della povertà
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Il profitto è strettamente collegato alla sostenibilità perché, se l’impresa non genera utili, non
è sostenibile per sé stessa. Per comunicare il tema della sostenibilità alle imprese si può par-
tire da un ragionamento che analizza singolarmente gli attori che le ruotano intorno: dipen-
denti, strutture fisiche, know-how, fornitori e clienti; ma anche le risorse naturali utilizzate e il
paesaggio nel quale l’impresa opera, gli scarti che da questi prodotti derivano. Se l’impresa
ragiona singolarmente su ciascuno di questi aspetti e procede per scelte progressive, può
introdurre il cambiamento in modo graduale e crescente, innescando un percorso strategico,
durevole e irreversibile.
Recentemente ho partecipato a un convegno dove il responsabile dei buyer di una multi-
nazionale della grande distribuzione si è scagliato contro sé stesso e la sua stessa azienda
motivando con la mancanza di coraggio da parte degli operatori nello spingere prodotti che
siano legati alla salute e al benessere, e con l’insufficiente comunicazione verso il consu-
matore, che non è supportato nel conoscere i vantaggi di questi prodotti. Dobbiamo porre
attenzione a questi temi ed educare il pubblico, se si considera che il 17% delle risorse di una
famiglia media italiana è utilizzato per la tecnologia - smartphone, computer, WiFi - e meno
della metà per mangiare e bere bene…
24. ALESSANDRO REGOLI
Direttore Wine News
COME VALORIZZARE LA CARTA DEL VINO RESPONSABILE:
Comunicazione e condivisione.
WineNews esiste dal 2000 ed è stata pioniera della comunicazione nel mondo del vino: dare
oggi una lettura di quanto emerso però non è immediato perché implicherebbe conosce-
re approfonditamente ogni singolo aspetto emerso dalla complessa analisi del Laboratorio
Gavi.
Come già precedentemente detto, la Carta del Vino Responsabile deve essere non una lista,
un elenco, ma una piattaforma aperta di contenuti, dalla quale partire per chi fa comunica-
zione, per raccontare e diffondere i casi di eccellenza nel mondo della sostenibilità e della
responsabilità sociale.
L’iniziativa del Laboratorio Gavi è una delle più intelligenti in uno schizofrenico mondo del
vino dove ormai le iniziative sono troppe e dove i produttori dovrebbero riflettere sul farne
molto meno, perché costano e spesso non servono.
Gavi deve in qualche modo lavorare per essere ricordato come il luogo da cui è partita
questa iniziativa, il luogo dove la Carta del Vino Responsabile è stata siglata, come è Chate-
au-Cambrésis per la pace tra Francia e Spagna, oppure Trento per il Concilio.
Perché se un territorio realizza un’idea del genere e da vita ad un’iniziativa di questo tipo ha
la responsabilità di essere di esempio per gli altri territori che magari stanno lavorando nella
stessa direzione e di essere coerente verso i temi che ha lanciato, della sostenibilità ambien-
tale sempre più etica e sociale.
fine di far scegliere in modo consapevole. Alle Istituzioni, al Ministero, alle Camere di Com-
mercio chiediamo di agevolare il lavoro degli operatori agricoli permettendo, per esempio,
la formazione in remoto, sfruttando l’opportunità di strumenti informatici e lezioni on line
soprattutto per temi fondamentali quale quello della sicurezza.
22. MARIO CALDERINI
Direttore di Tiresia, Centro di Ricerca per la social Innovation del Politecnico di Milano
COME IMPLEMENTARE LA CARTA DEL VINO RESPONSABILE: Strategia, azioni.
Questa Carta si pone sullo sfondo di uno scenario che sta cambiando profondamente, quello
della responsabilità sociale di impresa e, in particolare, il modo delle imprese di interpretare
la responsabilità sociale. La responsabilità sociale di impresa che si celebra con questa Carta
non è più un’attività addizionale, ma in molte imprese è indistinguibile dalla strategia dell’im-
presa stessa. Oggi questi due elementi convergono. Convergono in maniera genuina o stru-
mentale? Non è questo il punto. Ma questo fenomeno accade. Per avere la contezza di come
sta cambiando la responsabilità sociale di impresa basta guardare a specchio ai mercati
finanziari. C’è un signore che si chiama Larry Fink che sta seduto sul più grande fondo inve-
stimenti del mondo, BlackRock, che qualche settimana fa ha sentito il bisogno di scrivere agli
amministratori delegati delle grandi imprese americane: “Se volete i nostri soldi da domani
dovete dimostrarci un impatto sociale in maniera misurabile”. L’ha fatto perché ci crede?
L’ha fatto perché ha sentito nell’aria il sentore che andasse fatta questa cosa? Non importa.
Questa cosa sta succedendo. Due grandi banche italiane negli ultimi sei mesi: UniCredit ha
lanciato la Social Impact Bank, mentre l’amministratore delegato di Intesa San Paolo ha det-
to: “Diventeremo la più grande banca a impatto sociale del mondo”.
Si tratta di segnali di un cambiamento profondissimo nel fare responsabilità sociale. Come
si traduce tutto questo nella Carta? Analizzando la responsabilità sociale del passato que-
sta Carta potrebbe o dovrebbe trasformarsi in una sorta di menù alla carta che permette
di scegliere alcune soluzioni piuttosto che altre; oggi il miglior modo di usare questa Carta,
invece, è farla diventare una piattaforma di conoscenza per il settore, un luogo in cui viene
dimostrato che si può intervenire, viene spiegato il modo in cui farlo e viene espressa la ne-
cessità di intervento.
Questa Carta va valorizzata in tutta la sua ricchezza perché contiene un’articolazione di con-
tenuti che è lo specchio di come ogni impresa interpreta l’impatto sociale a proprio modo,
secondo la propria storia, i propri valori, il settore in cui opera: non si può quindi fornire un
menù predefinito, bisogna creare conoscenza di questo tema e far sì che le imprese lo inter-
pretino in funzione della propria declinazione dell’impatto sociale.
23. FABIO TAVAZZANI
Direttore Wine Meridian
COME VALORIZZARE LA CARTA DEL VINO RESPONSABILE:
Comunicazione e Condivisione.
Wine Meridian è una rivista che lavora in modo innovativo nel web ed ha un posizionamento
di tipo economico: interpreta l’impresa come un soggetto che crea profitto, perché l’utile
permette all’impresa di durare nel tempo.