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il ponte Settimanale Cattolico dell’Irpinia [email protected] ANNO XXXVIII - N °. 36 - 37 - euro 0.50 27 ottobre - 3 novembre 2012 www.ilpontenews.it “Et veritas liberabit vos” Il Ponte è il primo settimanale dell’Irpinia DICHIARAzIONE IMu F ranco Iannaccone pag. 5 FISCO "SANTIFICARE LE FESTE" sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino REFLuSSO ESOFAGEO Gianpaolo Palumbo pag. 8 MEDICINA LA SCIENzA NuOvA E ’ certo che l’attuale crisi economica e politica è determinata, al di là di fattori contingenti, da un profondo decadimento dei valori. E’ davanti agli occhi di tutti l’atteggiamento schizofrenico degli schieramenti politici: si muovono come in un vortice disordinato, sostenendo il governo e allo stesso tempo criticandolo aspramente per i provvedimenti che con il loro appoggio ha varato; si scagliano con veemenza contro gli avversari politici, senza però divergere nelle scelte; si rivolgono contro gli esponenti del proprio stesso schieramento in una sorta di incom- prensibile autofagia. E tutto ciò senza offrire una credibile pro- spettiva di ripresa. Per ritrovare la bussola vi è un solo modo: la conversione degli individui e della società, o meglio, per dirla in termini informatici, la riprogrammazione con il software del Vangelo e della legge naturale. Nella “ Scienza Nuova”, Gianbattista Vico, dopo avere esaminato la storia di diversi popoli e di varie epoche, giunge alla conclusione che le società regrediscono perché si allontanano dalla fede: “ perdendosi la religione nei popoli, nulla resta loro per vivere in società, né scudo per difendersi, né mezzo per consi- gliarsi, né pianta dov’essi reggano, né forma per la quale essi sian affatto nel mondo”. E’ solo per effetto della religione che i popoli compiono opere virtuose e che gli uomini si muovono efficace- mente per realizzarle. Il Cristianesimo, infatti, fa operare la Divina Grazia per un bene infinito ed eterno. E’ quando i popoli tornano a essere “ religiosi, veraci e fidi ” che torna tra essi “ la pietà, la fede, la verità, che sono i naturali fondamenti della giustizia e sono grazia e bellezza dell’ordine eterno di Dio”. Vico individua poi uno stretto legame tra moralità degli individui e benessere della società: “ la natura del mondo civile ch’è il mondo il quale è stato fatto dagli uomini, abbia tal materia e tal forma quali essi uomini hanno”. Ma è proprio nei periodi di cor- ruzione che la Divina Provvidenza mostra la Sua via. Dio, secon- do Vico, non si lascia sconosciuto al senso comune del genere umano e “ nelle nazioni più perdute non desta più forte riflessio- ne che quando sono corrottissime. I popoli “ quando sono guasti e corrotti, allora perché mal soffrono internamente sentirne la mancanza, non parlan d’altro che d’onestà e di giustizia (come naturalmente avviene ch’uomo non d’altro parla che di ciò ch’affetta d’essere e non lo è) ”. Se è fondata la teoria dei cicli storici che si ripetono sostenuta da Vico, sembrerebbe che oggi ci troviamo proprio in questa fase. Non vi è da dubitare, dunque, che la Provvidenza Divina - la quale in maniera imperscrutabile, ma certamente saggia e buona, governa l’universo - non mostri alle menti e ai cuori degli indivi- dui quel che è utile e necessario perché la società progredisca verso il suo fine naturale. Chiudere le orecchie dell’anima signifi- ca soltanto far precipitare ulteriormente la crisi e ritardare, in modo non scusabile, la ripresa. pag. 3 Raffaele Soddu MISSIONI DAL MADAGASCAR padre Vincenzo Sparavigna pag. 6 NO AD HALLOWEEN di Mario Barbarisi Il nostro è solo un invito: ognuno ascolta le ragioni, valuta e poi deci- de in coscienza. Noi non riteniamo di poter costringere nessuno, anzi vogliamo che chi aderisce al nostro invito lo faccia con gioia, liberamen- te, con convinzione e determinazione. Non permettiamo che i nostri ragazzi si abituino, o ancor peggio, si educhino all'occulto. Informiamoci sulle verità nascoste dietro questo rito di massa. (pag. 3) La festa di Ognissanti e la commemorazione dei defunti

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il ponteSettimanale Cattolico dell’Irpinia

[email protected] XXXVIII - N °. 36 - 37 - euro 0.5027 ottobre - 3 novembre 2012

www.ilpontenews.it

“Et veritas liberabit vos”

Il Ponte è il primo settimanale dell’Irpinia

DICHIARAzIONE IMu

Franco

Iannaccone

pag. 5

FISCO

"SANTIFICARE LE FESTE"

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

REFLuSSO ESOFAGEO

Gianpaolo

Palumbo

pag. 8

MEDICINA

LA SCIENzA NuOvA

E’ certo che l’attuale crisi economica e politica èdeterminata, al di là di fattori contingenti, da

un profondo decadimento dei valori. E’ davantiagli occhi di tutti l’atteggiamento schizofrenicodegli schieramenti politici: si muovono come inun vortice disordinato, sostenendo il governo eallo stesso tempo criticandolo aspramente per i

provvedimenti che con il loro appoggio ha varato;si scagliano con veemenza contro gli avversari

politici, senza però divergere nelle scelte; si rivolgono contro gliesponenti del proprio stesso schieramento in una sorta di incom-prensibile autofagia. E tutto ciò senza offrire una credibile pro-spettiva di ripresa.Per ritrovare la bussola vi è un solo modo: la conversione degliindividui e della società, o meglio, per dirla in termini informatici,la riprogrammazione con il software del Vangelo e della leggenaturale. Nella “Scienza Nuova”, Gianbattista Vico, dopo avereesaminato la storia di diversi popoli e di varie epoche, giunge allaconclusione che le società regrediscono perché si allontananodalla fede: “perdendosi la religione nei popoli, nulla resta loro per

vivere in società, né scudo per difendersi, né mezzo per consi-

gliarsi, né pianta dov’essi reggano, né forma per la quale essi sian

affatto nel mondo”. E’ solo per effetto della religione che i popolicompiono opere virtuose e che gli uomini si muovono efficace-mente per realizzarle. Il Cristianesimo, infatti, fa operare la DivinaGrazia per un bene infinito ed eterno. E’ quando i popoli tornanoa essere “religiosi, veraci e fidi” che torna tra essi “la pietà, la

fede, la verità, che sono i naturali fondamenti della giustizia e

sono grazia e bellezza dell’ordine eterno di Dio”. Vico individua poi uno stretto legame tra moralità degli individuie benessere della società: “la natura del mondo civile ch’è il

mondo il quale è stato fatto dagli uomini, abbia tal materia e tal

forma quali essi uomini hanno”. Ma è proprio nei periodi di cor-ruzione che la Divina Provvidenza mostra la Sua via. Dio, secon-do Vico, non si lascia sconosciuto al senso comune del genereumano e “nelle nazioni più perdute non desta più forte riflessio-

ne che quando sono corrottissime”. I popoli “quando sono

guasti e corrotti, allora perché mal soffrono internamente

sentirne la mancanza, non parlan d’altro che d’onestà e di

giustizia (come naturalmente avviene ch’uomo non d’altro

parla che di ciò ch’affetta d’essere e non lo è)”.

Se è fondata la teoria dei cicli storici che si ripetono sostenuta daVico, sembrerebbe che oggi ci troviamo proprio in questa fase.Non vi è da dubitare, dunque, che la Provvidenza Divina - la qualein maniera imperscrutabile, ma certamente saggia e buona,governa l’universo - non mostri alle menti e ai cuori degli indivi-dui quel che è utile e necessario perché la società progrediscaverso il suo fine naturale. Chiudere le orecchie dell’anima signifi-ca soltanto far precipitare ulteriormente la crisi e ritardare, inmodo non scusabile, la ripresa.

pag. 3

Raffaele

Soddu

MISSIONI

DAL MADAGASCAR

padre Vincenzo

Sparavigna

pag. 6

NO AD HALLOWEEN di Mario Barbarisi

Il nostro è solo un invito: ognuno ascolta le ragioni, valuta e poi deci-de in coscienza. Noi non riteniamo di poter costringere nessuno, anzivogliamo che chi aderisce al nostro invito lo faccia con gioia, liberamen-te, con convinzione e determinazione. Non permettiamo che i nostriragazzi si abituino, o ancor peggio, si educhino all'occulto.Informiamoci sulle verità nascoste dietro questo rito di massa. (pag. 3)

La festa di Ognissanti e la commemorazione dei defunti

Il PonteIl PonteAnno della Fede2 27 ottobre - 3 novembre 2012

327 ottobre - 3 novembre 2012Il PonteIl Ponte Attualità

DON BENzI: "EvITATE HALLOWEEN" Don Oreste Benzi, presidente dell'Associazione Comunità Papa

Giovanni XXIII dopo aver affermato che lo scopo principale di

Halloween è la diffusione di una mentalità magico¬demoniaca con cui

vogliono sostituire la nostra cultura cristiana, denunciò la subdola

strategia: "Un sistema doppio ed ipocrita studiato diligentemente per

apparire a prima vista banale ed innocuo. Il servizio antisette occulte

della Comunità di Don Benzi ha "rilevato una forte percentuale di per-

sone avviate ed intrappolate dai poteri dell'occulto proprio attraverso

questa festa. Il 16% delle persone avviate all'esoterismo sono state

ingaggiate all'interno delle iniziative di Halloween che oltre alla specu-

lazione commerciale, porta il grave pericolo di adescamento e reclu-

tamento dei ragazzi e dei giovani nel mondo delle sette occulte. La

Comunità di Don Benzi chiede "a tutti i cattolici di non aderire in nes-

sun modo a tale iniziativa" (La Gazzetta del Mezzogiorno, 31 ottobre

2005, p. 10). Lo scopo di questa "festaccia" è di far familiarizzare

l'opinione pubblica e di farle prendere dimestichezza con queste men-

talità esoteriche e magiche, estranee e ostili alla cultura cristiana.

La festa di Ognissanti e la commemorazione dei defunti

La prima parola della formula, delterzo comandamento è"Ricordati"; il culto e l'ossequioreligioso a Dio, formulati in que-sto comandamento, sgorganoinfatti dal diritto di natura, essen-do proprio la natura che ci spingea consacrare qualche ora al cultodi Dio. È un comando salutare,sia per il corpo che per lo spirito,per concedere un po' di tempoallo spirito affinché si rinfranchinel pensiero di Dio. Perciò gliApostoli stabilirono che fra i settegiorni il primo fosse consacrato alculto divino e lo chiamarono gior-no del Signore.Il pieno valore del comandamen-to esige che l'uomo ponga tuttele sue energie perché nei giornifissati, lontano dagli affari e dallavoro materiale, possa attende-re al pio culto del Signore e almistico riposo, nei quali si celebrala rinascita dell’uomo nuovo avita nuova. Gli affanni della terra, quandosono eccessivi, sono un pericolo epossono creare effetti sempre piùnegativi. È imprudenza il volersiforzare a continua attività perguadagnare sempre di più; alriguardo disse Gesù ad un uomoavaro e materialista: "Stolto,questa notte stessa ti sarà richie-sta la tua vita. E quello che haipreparato di chi sarà? Così è dichi accumula tesori per sé, e nonarricchisce davanti a Dio" (Lc12,20-21). È per questo che Dioci educa alla saggezza per mezzodella Sua sapiente e amorosaParola. I Suoi comandi non limi-tano la nostra libertà, ma anzi laespandono e la conducono nelladirezione giusta, verso la fontedella vita, dell'amore, della pace,della gioia.La domenica è soprattutto il"Giorno del Signore", da santifi-

care con la preghiera, l'ascoltodella Parola, la riflessione perso-nale, la carità fraterna, il cultodella Messa, il nutrimentodell'Eucarestia. È il giorno checelebra la risurrezione di Cristo, ilgiorno solenne dell'assembleacristiana in cui Gesù spezza anco-ra il pane con noi e ci comunica ilSuo amore. È l'incontro con la Persona cheamiamo e dal quale siamo amati,poiché nell'Eucarestia Gesù cidona veramente il Suo Corpo, ilsuo Sangue, la sua Parola, il SuoSpirito, la Sua Anima, la SuaDivinità. È il giorno della fede incui comprendiamo che cosadobbiamo fare per avere la vitaeterna.La Festa, in riferimento atutte le ricorrenze, come nelcaso di Ognissanti e la com-memorazione dei defunti, èun grande dono di Dio perl’uomo. Dio stesso si è riposato ilsettimo giorno, perciò l’uomo,che rispecchia l’immagine di Dio,è chiamato a fare altrettanto edeve impegnarsi a far si cheanche i poveri possano goderedel giusto riposo dalle attività

quotidiane. La Festa è una prote-sta contro le schiavitù del lavoroed il culto del denaro.E’ necessario allora che la Festatorni ad essere non soltanto ungiorno di riposo dal lavoro ma ilgiorno nel quale si dà grandeimportanza alla gratitudine versoDio e nel quale la vita riacquistaquella bellezza che durante i gior-ni feriali viene inevitabilmentemortificata, a causa della fati-ca del lavoro, dello studio, acausa dei problemi della vitaquotidiana.Il sabato celeste poi, secondo ilcommento di San Cirillo al passoapostolico "E lasciato un altrosabato al popolo di Dio" (Eb 4,9),consiste in quella vita, nellaquale, vivendo con Cristo, godre-mo di tutti i beni, essendo estir-pata ormai ogni radice di pecca-to, secondo il detto: "Non visaranno leoni, non vi passerannobelve; ma ivi si aprirà una stradapura e santa" (Is 35, 8s). In real-tà lo spirito dei santi conseguenella visione di Dio tutti i beni.Santificare la Festa vuol dire inse-rire nella vita terrena un ritagliodell’infinita e sconfinata Festa del

Paradiso, ossia nella domenicasenza tramonto che ci impegna aseminare la Festa del Cielo neisolchi della nostra esperienzaumana.Nei giorni festivi i cristiani devonoandare in Chiesa per assisterealla Santa Messa, per avere l’in-contro gioioso con il Signore eattraverso la Parola del Vangeloritrovarsi come i discepoli diEmmaus con il cuore che ardevanel sentire parlare Gesù. Anchenoi possiamo durante la Messaincontrare il Signore Gesù: Egli cifa ascoltare la Sua Parola e,come ha fatto con i pescatori dellago, con Levi e con il giovanericco, ci invita a lasciare tutto e aseguirlo.Basta riflettere sul fatto chetale divino comandamento puòessere rispettato senza alcunsacrificio. Dio non ha impostoardue fatiche da affrontarsi inSuo onore: ha voluto semplice-mente che trascorressimo iSuoi giorni festivi liberi da cureterrene. Non è dunque indiziodi sfrontata temerarietà il rifiu-to di obbedienza?Ricordiamo i terrificanti supplizi acui Dio sottopose i violatori delcomando, che sono narrati nelLibro dei Numeri. Per non incap-pare in questa grave offesa a Dio,sarà bene ripetere mentalmentee molto spesso il monito "ricorda-ti" e tenere costantementedinanzi agli occhi gli insigni van-taggi che abbiamo detto scaturi-re dal rispetto dei giorni festivi.Tocca a noi decidere e sceglierese accettare l’invito e seguireGesù con il cuore pieno di gioiaoppure rifiutare ed andarcene tri-sti, come il giovane ricco, perchétante altre cose ci attirano più diDio.

RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE (Terzo Comandamento)

NO AD HALLOWEEN di Mario Barbarisi

Il nostro è solo un invito: ognuno ascolta le ragioni, valu-ta e poi decide in coscienza. Noi non riteniamo di potercostringere nessuno, anzi vogliamo che chi aderisce alnostro invito lo faccia con gioia, liberamente, con convin-zione e determinazione. Non permettiamo che i nostriragazzi si abituino, o ancor peggio, si educhino all'occul-to. Informiamoci sulle verità nascoste dietro questo ritodi massa. Potremmo trasmettere ai giovani - a nostra ea loro insaputa - monete false e deleterie aperture a men-talità magico-esoteriche. Alcuni genitori di scuole mater-ne ed elementari hanno protestato contro l'ostinazionecon cui alcuni insegnanti celebrano, in occasione dellafesta di Ognissanti e dei defunti, "la festa di Halloween".Diversi insegnanti continuano a insistere con il proporre inorari scolastici questo "pseudo rito" importato dagli StatiUniti. A parte la speculazione commerciale, questa festanon è assolutamente compresa nei programmi scolasticinei quali invece è stabilito di promuovere i valori della tra-dizione locale attorno ai quali la comunità si riconosce.Invece di insegnare vere tradizioni "alcuni insegnanti siarrabattano assurdamente promuovendo tale consumi-stico rito di Halloween. Invece di formare la cultura deipiccoli con notizie pedagogicamente valide, li imbambola-no con fandonie improvvisate. Festeggiamo tutti i Santi ericordiamo i nostri defunti. "Non partecipate alle opereinfruttuose delle tenebre, ma denunciatele apertamente"(Ef 5,11).

Bisogna per forza divertirsi con diavoli,fantasmi, streghe, pipistrelli, vampiri etutta quella FIERA DELL'HORROR?Halloween, è una festa pagana, a cuisono stati aggiunti elementi tratti dallacultura esoterica, magica, stregonesca, iltutto mascherato ipocritamente (e constudiata doppiezza) sotto la forma dellafesta, del divertimento, delle mangiate

godereccie. Bisogna comunque semprediscernere bene quando questa festa silimita solo ad essere un'occasione permangiare la salsiccia, ballare e cantarecome nelle sagre paesane e quando inve-ce mira ad introdurre mentalità e implica-zioni magico-esoteriche, che sono sem-pre pericolose. La magia, infatti, o biancao nera o rosa, ha sempre un implicazio-ne spiritistica ed evocatoria. Diciamo "no" ad una festa pagana conimplicazioni magico-occultistiche.

Halloween non è di per sé un rito diabo-lico, ma è una "finestra" aperta, unaporta d'ingresso per mentalità e influssiocculti nella vita delle persone; una "rete"gettata, una possibilità con cui si introdu-cono occasioni che possono prestarsi adimplicazioni di tipo esoterico. Esiste unastrategia o una tecnica - volutamenteprogrammata - che consiste nel presen-tare questa festa cercando di non desta-re sospetti, con tatticismi e accorgimentivari, per ingannare se fosse possibileanche coloro che hanno conservato unsano... buon senso. Questa tattica del"doppio gioco" viene dichiarata esplicita-mente da una loro rivista uscita per l'oc-casione: "Se non ci sono Babbani (le per-sone di buon senso che si tengono lonta-ne dalla magia) si indossano tutti i costu-mi che si vogliono e si praticano riti magi-ci. Se invece ci sono Babbani bisogna evi-tare costumi e pratiche che possono inso-spettire e limitare al massimo l'uso dellamagia" (cfr. Gazzetta dei Maghi e delleStreghe, Anno I, N. 10, 2004 - EdizioneStraordinaria - HALLOWEEN - Magie esegreti della Notte più Misteriosa, p. 3).

HALLOWEEN, COLOSSALE BuSINESS

Halloween, per altro, è diventata sopra-tutto un colossale business economico,con un giro enorme di soldi che arricchi-sce speculatori e mestieranti. "TelefonoBlu stima in 120 milioni di euro la spesaper organizzare eventi pubblici e privati eun investimento di 150 milioni di euro permaschere ed abbigliamento. La Intesa-consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons eFederconsumatori) parla di un businessdi 260 milioni di euro" (La Gazzetta delMezzogiorno, 31 ottobre 2005, p. 10).Questo colossale business ha trovatopotenti alleati nella scuola, nella televisio-ne, nelle riviste.

PERCHÉ LA NOTTE DEL 31 OTTOBRE? Halloween è la forma contratta dell'espressio-ne inglese "All Hallows Eve" che letteralmen-te significa vigilia d'Ognissanti. Le origini diHalloween risalgono agli antichi druidi celti iquali celebravano la vigilia del nuovo anno, il31 ottobre, in onore di Samhain, il principedella morte, che veniva ringraziato per i rac-colti estivi. Si trattava del capodanno celtico.È evidente l'origine pagana della festa.Samhain, (pronunciato "sow-in"), derivereb-be da "samhhuinn" e significherebbe "sum-mer's End", la fine dell'estate. (F. Gambale)

RITI DI MASSA E FINESTRE APERTE Noi pensiamo che questi riti di massa, (non solo Halloween ma anche altriin altri modi e in altri campi) sono un tentativo di introduzione nell'opinio-ne pubblica di un atteggiamento favorevole alla mentalità magico-esote-rica. Quindi fanno da apri-pista per successive manipolazioni. Halloweennon è un tentativo di "colonizzazione" isolato. Essa è solo uno degli sva-riati modi con cui si tenta di introdurre questa mentalità esoterica, estra-nea ed ostile al cristianesimo, nella nostra cultura e nei nostri costumi.Per realizzare questa strategia vengono utilizzati più mezzi, come la let-teratura, i films e persino pubblicazioni specializzate e riviste che si ven-dono, addirittura in edicola. Si mira cioè, in vari modi, a creare un'atmo-sfera di simpatia intorno alla magia, a farla apparire buona, utile, addirit-tura... divertente, per spingere ad abbassare la guardia e la prevenzionenaturale e giusta che l'opinione pubblica ha nei suoi riguardi.Contemporaneamente, nella società, pullulano "santoni" e "sensitivi".Halloween però è solo una "rete gettata": in questi riti di massa, infatti,si aprono delle "finestre", si introducono delle occasioni, si gettano "reti"che possono preparare la strada a possibili intromissioni magiche. Noipensiamo che coloro che intendono diffondere questa mentalità magico-esoterica nell'opinione pubblica, procedano per gradi e per tentativi suc-cessivi. Si comincia con lo scherzo, col romanzo-¬fumettone che fasognare, col film sul maghetto divertente e accattivante. Se si imbattonoin UN CRISTIANESIMO AUTENTICO, VIGILE, VIGOROSO, PROPOSITIVOE TESTIMONIANTE, si fermano e rimandano alla prossima occasione emodalità. Se invece trovano UN CRISTIANESIMO ANNACQUATO, SECO-LARIZZATO, MODERNISTA, CULTURALMENTE FRAGILE E COMPROMES-SO, allora diffondono apertamente e in modo molto esteso, le loro forme"alternative" al cristianesimo e ben presto passano alla più grave tappasuccessiva. Secondo il Beato Giovanni Paolo II: "Oggi diverse forme diesoterismo dilagano anche presso alcuni credenti, privi del dovuto sensocritico" (Fides et Ratio, n. 37).

Gli affanni della terra, quando sono eccessivi, sono un pericolo e possono creare effetti sempre più negativi. È imprudenza il volersi forzare a continua attività per guadagnare sempre di più; al riguardo disse Gesù ad un uomo avaro e materialista: "Stolto, questa notte stessa ti sarà

richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio" (Lc 12,20-21).

MASCHERE E STREGHE PRuDENzA CONTROGLI INGANNI GHE

4 27 ottobre - 3 novembre 2012 Il PonteIl PontePolitica

In questi giorni di crisi della politica, siparla molto di “pulizia”; soprattutto tra i

sopravvissuti dell’armata berlusconiana cheha dominato l’ultimo ventennio. Ha cominciato la, finta ingenua, governatri-ce del Lazio; un sussulto l’ha avuto, poi,l’ala dei rottamatori, nel PDL; infine, persinoil segretario Alfano ha riproposto lo slogan,

promettendo una rivoluzione all’interno del suo partito,tale da fare, appunto, pulizia di tutto ciò che di marcio edi indegno ha proliferato in questi anni.Peccato che l’esempio non venga dalla “testa” delpartito: che non si riesca a stigmatizzare il compor-tamento del padre-padrone; che non si riesca achiedere scusa alla Politica per l’immissione spro-positata di “nani e ballerine” nella classe dirigenteitaliana; che non si riesca a revocare dalla mente edal cuore degli italiani il ricordo di quel Parlamentoche votò dicendo di credere alla storiella della“nipote di Mubarak”! Uno scempio, che resterànella storia di questo ventennio e per il quale “tutti”i protagonisti meritebbero l’esilio…dalla Politica! Purtroppo, la promessa di pulizia appare non credibile seviene dalle stesse persone che hanno causato, permes-so o tollerato lo “sporco”! Per fare un esempio: se aves-simo affidato dei bambini a delle baby sitter selezionate,con il compito di averne cura e di organizzarli nel gioco enello studio, e se, all’esito del lavoro, costoro ci conse-gnassero la casa con le mura imbrattate dai colori, conalcuni mobili rotti e qualche bimbo ferito, certo, nessunosi sognerebbe di proporre loro un nuovo incarico, anzi,più di qualcuno penserebbe, seriamente, di chiedere ilrisarcimento dei danni provocati.Ecco perché lo slogan di Alfano non è credibile!Come non sono credibili quelli, tra i colonnelli delsuo partito, che ancora girano i salotti televisivipromettendo rivoluzioni e cambiamenti.In verità, costoro (ma il discorso può estendersi ai diri-genti degli altri partiti politici, nessuno escluso….) nondovrebbero poter continuare a prendere in giro gli italia-ni! Delle due l’una: o essi sono stati pienamente con-sapevoli del malaffare (chi ha votato i rimborsi spro-porzionati ai partiti? O quelli ancora più ingiustificati aicosiddetti “giornali” di partito? O le sussistenze ai “sinda-cati” di partito? E le provvigioni e prebende agli “appara-ti” di partito imposti nei consigli di amministrazione di Entie società, pubbliche o partecipate? O, infine, le esoseconsulenze per mantenere in piedi un sistema di poterecon grave sperpero di denaro pubblico?) o essi sonostati così stupidi, inavveduti ed ingenui da nonaccorgersi di niente! In entrambe le ipotesi, costoro non meritano fidu-cia e comprensione: o sono stati conniventi con iladri (di Stato, di Regione o di Comune…etc) oppu-re sono stati così incapaci di impedire il malaffareda non meritare il ruolo di guida per il quale aveva-no ottenuto il consenso popolare. Sono loro l’antipolitica; sono loro che hanno distrutto la

fiducia degli italiani nella politica: non è Grillo, né i grilli-ni; né Renzi ed i suoi rottamatori!C’è una frase, tra gli slogan di Grillo, che mi ha colpito daquando l’ho letta: i politici sono nostri dipendenti (dalletasse che paghiamo, essi riscuotono lauti stipendi e usu-fruiscono di tanti privilegi). Che perciò una volta eletti,

come minimo, dovrebbero renderci conto, periodi-

camente, del loro operato, della loro produzione. Enel caso di immoralità, pigrizia o negligenza, elementiquesti nettamente estranei con il compito affidatogli,sempre noi cittadini elettori dovremmo essere in

condizioni giuridiche di mandarli a casa!

A ben riflettere, non c’è niente di “anti-politico” nello slo-gan. L’unica censura, importante ma condivisibile, è quel-la relativa ai “lauti” stipendi ed ai “privilegi” ingiustificati.Per il resto c’è un richiamo alle regole della democrazia edella partecipazione: gli eletti dovrebbero, sempre,rispondere agli elettori per l’opera svolta. Purtroppo, que-sta regola fondamentale della democrazia difficilmente siconcretizza: spesso, le responsabilità politiche restano, inItalia, incerte, indecifrabili e difficilmente riferibili aduomini e forze politiche. Infine, nessuno potrà dire che èantipolitica l’idea di “mandare a casa” quei politici che sisono distinti per immoralità, pigrizia e negligenza. Anzi,

si potrebbe aggiungere: per ”incapacità” accertata edimostrata, ma ciò comporterebbe una valutazione dimerito, che sarebbe, quasi sempre, personale e permet-terebbe, come spesso succede, a tanti inetti di restare agalla malgrado queste “speciali” qualità! A tal proposito, qualcuno ci ha invitato a riflettere sullasituazione nella nostra provincia: su quelli che si dimet-tono per far carriera e su quelli che si ricandidano percontinuarla (la carriera).Francamente ci riesce difficile farlo: è come parlare delnulla ed è difficile trovare argomenti, motivazioni,idee per parlare di qualcosa che non c’è…(politica-mente parlando)! Basta vedere come sono messemale le nostre comunità e come, per contro, costo-ro sono “ingrassati” nella loro boria e nelle loroambizioni!Mutuando dal Poeta, potremmo tradurre: Ahi serva

Irpinia, di dolore ostello, | nave sanza nocchiere in grantempesta, | ormai non più provincia, ma bordello…”. Se, anche qui da noi, si riuscisse a fare un po’ divera pulizia….!!!

AlfonsoSantoli

Record di assenze a Strasburgoper l’onorevole Ciriaco De Mita.Le più presenti sono le donne.

Secondo il rapporto 2012 di “Antenna Europarlamentare” presentatodall’Osservatorio istituzionale dell’Università di Siena gli eurodeputati italia-

ni hanno un tasso di presenze dell’87%, risultato che piazza il nostro Paese alquintultimo posto.Esaminando i risultati, riscontriamo che sono 4 gli eurodeputati italiani a nonaver mai disertato nessuna seduta plenaria del Parlamento europeo:Oreste Rossi e Francesco Speroni della Lega Nord, Giovanni La Via (Pdl)e AndreaZanoni (Idv – subentrato a Luigi De Magistris, Sindaco di Napoli).I più attivi, invece, sono: Oreste Rossi (Lega Nord), Barbara Matera, RobertaAngelilli, Mario Mauro e Giovanni La Via, tutti del Pdl.Tra i meno attivi spicca il nome dell’ultraottantenne Ciriaco De Mita (Udc), ilpiù anziano tra gli italiani, seguito da Potito Salatto (Fli), Magdi Cristiano Allame Alfredo Antoniozzi (Pdl).Per il numero di presenze al primo posto troviamo il gruppo leghista conil 92%, seguito dall’Idv con il 90%, il Pd con l’89%, il Pdl con l’87%, dalFli con l’81% e dall’Udc con il 76%.Secondo il suddetto rapporto dell’Università di Siena i deputati più giovani, conun’età inferiore ai 40 anni risultano essere i più attivi (partecipazione a seduteplenarie, nelle Commissioni, con le interrogazioni, la formulazione di emendamen-ti, ecc).La componente “rosa” è più operosa di quella degli uomini.Nel suddetto “rapporto” si legge che “con l’aumentare dell’età il tasso di pro-duttività legislativa tende a calare sensibilmente. Ciò mostra il peso negati-vo sull’attività parlamentare dei così detti euro pensionati… ”Si tratta di parla-mentari che hanno una lunga carriera politica di tutto rispetto che “scel-gono la prestigiosa sede di Strasburgo senza dimostrarsi particolarmenteattivi”.

SPRECOPOLI

Un nuovo prota-gonismo dei

cattolici che nonteme le res novae,passa inevitabil-mente attraverso ladisponibilità a met-tere in discussioneabitudini di pensie-

ro e stereotipi cultu-rali che agiscono

nella nostra mente come se fosserodogmi. Certi approcci ideologici o tecni-cistici non hanno più presa sulla realtà,come dimostra la fatica di uscire dallacrisi dell’euro ad ulteriore dimostrazio-ne che non tutto può essere ridotto ainteresse e utilità perché su questebasi non si genera né coesione sociale,né solidarietà. In sintonia con i vescovieuropei sosteniamo sia la proposta diuna tassa sulle transazioni finan-ziarie, sia il suggerimento di criteri perla limitazione dei compensi per itop manager, sia ancora l’appello amantenere la promessa di destinareagli aiuti ai Paesi in via di sviluppo lo0,7% del Prodotto Interno Lordo.L’economia sociale di mercato è unconcetto che l’Ue ha assunto a propriofondamento e su cui ha imperniato la“Strategia Europa 2020”, una strategiache ruota attorno a tre priorità: «cre-scita intelligente: sviluppare un’eco-

nomia basata sulla conoscenza e sul-l’innovazione; crescita sostenibile:promuovere un’economia più efficientesotto il profilo delle risorse, più verde epiù competitiva; crescita inclusiva:promuovere un’economia con un altotasso di occupazione che favorisca lacoesione sociale e territoriale»(Commissione Europea, Europa2050,5).L’impegno socio-politico del cattolicesi-mo sociale e democratico si snodaall’interno di questi percorsi progettualile cui dimensioni varcano i confininazionali e, per molti aspetti, persinoquelli europei. I principi e i valori difondo sono diventati progetti che nellaloro autentica e concreta realizzazionehanno bisogno di «sentinelle» che ren-dono sicuro e percorribile il cammino:questo è il grande, urgente e necessa-rio compito di tanti laici cristiani che,per capacità, esperienza e onestà,hanno tutti i titoli e i meriti necessariper scendere nell’agone politico a tutti ilivelli. Chi teme che i tempi sono stret-ti non si rende pienamente conto delledimensioni e della gravità del «disastroantropologico» che stiamo vivendo: ilpadre gesuita Paolo Dall’Oglio – che èstato espulso dalla Siria (dopo circa 30anni per il suo impegno sui dirittiumani) – ha esortato a non fare del-l’attendismo una virtù. La sfida

davanti a noi è quella di riportare ilnostro Paese a svolgere un ruolochiave nel rilancio del progetto di uni-ficazione politica dell’Europa, mostran-do al resto del mondo che esiste lavolontà di governare democraticamen-te e a livello sopranazionale l’uscitadalla crisi. Dobbiamo superare la delu-sione e lo scoraggiamento in vista diuna nuova cittadinanza, capace dirifondare il patto di convivenza civi-le affinché ogni cittadino sia e si sentaparte e protagonista della vita delPaese. Siamo convinti che la politica siaun lavoro serio e impegnativo, un ser-vizio reso alla comunità e per la comu-nità, che da frutti magari non immedia-ti, non “elettorali”, ma mira al benecomune. Pensiamo ad una politica alta,nobile, che si occupa delle trasforma-

zioni sociali, culturali, demografiche cheinterrogano oggi la nostra democraziae la nostra convivenza, valorizzandolibertà e responsabilità, promuoven-do partecipazione e reciprocitàpositiva, incrementando nel Paese unclima di fiducia essenziale control’erosione del tessuto sociale. Nonvogliamo una politica autoreferenziale,ma capace di pensare ed agire inun’etica progettuale, di aprire i propriorizzonti temporali, di costruire auten-tiche relazioni, di fare sintesi, di elabo-rare una grande risposta collettiva;insomma una politica che non(in)segua – come hanno scritto direcente in un bel libro Cesareo eVaccarini – il narcisismo presente nellasocietà.Per questo concordiamo ancora col

Presidente della Repubblica nel nonvoler demonizzare i partiti – e ognigiorno il bollettino vergognoso degliscandali ci indigna sempre di più – chesono sempre e comunque strumentoindispensabile della democrazia. Noicrediamo, come De Gasperi, «che unpartito non è fine a sé stesso; un parti-to è l’organizzazione di una buonavolontà che ha un certo programmacon un certo spirito, che viene da con-cetti superiori a quelli che possonomuovere la vita quotidiana ed è al ser-vizio di una causa». In questo sensoaccogliamo con favore e vogliamorilanciare l’appello che il cardinaleBagnasco a fine agosto ha rivolto aifedeli della comunità di Genova, ma inrealtà all’Italia intera. Riferendosi alloscenario fosco disegnato dalla crisi, ilpresidente della CEI ha tenuto a sotto-lineare che «uscire dalla strettoia[…] è possibile solo insieme». I cat-tolici democratici e sociali di Avellino inascolto costante e coerente del magi-stero sociale della Chiesa – pur nellanecessaria autonomia organizzativa epolitica – hanno dato vita alla fasecostituente del Comitato per il beneComune – convinti che «insieme» esenza velleità personale si può usciredal limbo dell’irrilevanza per unnuovo protagonismo che non temele res novae.

La nascita dei Comitati provinciali per il “Bene Comune”

DALLA CRISI ALLA RINASCITA

Gerardo Salvatore

PuLIzIA

MicheleCriscuoli

Card. Angelo Bagnasco

Noi cittadini elettori dovremmo essere in condizioni giuridiche di mandarli a casa!

La rottamaziona “senza incentivi” dei politici

527 ottobre - 3 novembre 2012Il PonteIl Ponte Fisco

E’ PER IL 30 NOVEMBRE IL NUOVO APPUNTAMENTO

““AA TTUU PPEERR TTUU CCOONN IILL FFIISSCCOO”” a cura di Franco Iannaccone

SLITTA IL TERMINE PER LA PRESENTAZIONE

DELLA PRIMA DICHIARAZIONE IMU

La nuova dichiarazione IMU doveva esse-

re presentata entro il 30 settembre da

parte di coloro per i quali l’obbligo era sorto

dal 1° gennaio 2012. Questo obbligo sorgegenericamente quando nel possesso o utilizzodell’immobile si verificano variazione che posso-no modificare l’imposta. Il via libero era attesocon il decreto ministeriale di approvazione delnuovo modello, assieme alla dettagliata elenca-zione delle ipotesi in cui la dichiarazione si rendenecessaria. A tal proposito il Dipartimento delleFinanze ha chiesto aiuto a tutti coloro interessa-ti all’imposta municipale: cittadini, operatorieconomici, associazioni di categoria e ordini pro-fessionali, i quali entro il 19 ottobre potevanomandare valutazioni e commenti utili alla predi-sposizione definitiva del modello di dichiarazioneattualmente in bozza e disponibile sul sito dellostesso Dipartimento. L’iniziativa, nuova nellamateria, è stata finalizzata ad acquisire osserva-zioni e commenti da parte dei contribuenti, ren-dendoli, così, partecipi al dibattito pubblico. Laconsultazione pubblica non costituisce alcun vin-colo per l’amministrazione finanziaria ma soltan-to un suggerimento; al termine, sullo stessosito, sarà disponibile una sintesi degli esiti.Come conseguenza di tutto ciò è stato lo

spostamento del termine di presentazione

della prima dichiarazione IMU che, con il

DL. 174/2012 pubblicato sulla Gazzetta

Ufficiale del 10 ottobre scorso, è slittato al

30 novembre 2012.

A regime, invece, la dichiarazione andrà

presentata entro 90 giorni da quando ha

avuto inizio il possesso degli immobili o

sono intervenute variazioni rilevanti ai fini

della determinazione dell’imposta. Ladichiarazione IMU, così come lo era quella ICI,una volta presentata, ha effetto anche per glianni successivi, sempre che non si verifichinovariazioni nei dati e negli elementi dichiarati daiquali scaturisce un diverso ammontare dell’im-posta dovuta. Inoltre, è opportuno ricordare checontinuano a rimanere valide, in quanto compa-tibili con la nuova disciplina dell’IMU, le dichiara-zioni ICI presentate a suo tempo. Pertanto, chiha prodotto all’epoca la dichiarazione per la vec-chia imposta comunale sugli immobili, in assen-za di variazioni “significative” non è tenuto areplicare l’adempimento con il modello in via diapprovazione. Vediamo, sulla base di quanto indicato nellabozza delle istruzioni, chi è obbligato e chi no apresentare la dichiarazione IMU.Fondamentalmente, i principi sono gli stessi pre-visti per l’ICI. Il modello non deve essere presentato

quando:

• gli elementi rilevanti ai fini dell’imposta dipen-dono da atti per i quali si applicano proceduretelematiche. In pratica, chi compra casa non ètenuto alla presentazione della dichiarazioneIMU perché le informazioni sono trasmesse,telematicamente, dal notaio al Catasto. Dribbla

l’adempimento anche chi eredita l’appartamen-to, in quanto l’Agenzia delle Entrate trasmette aiComuni le denunce di successione;• il contribuente ha seguito già specifiche e par-ticolari modalità per ottenere il riconoscimento diagevolazioni stabilite dal Comune nel proprioregolamento.In linea generale, l’abitazione principale

non comporta obbligo di dichiarazione, in

quanto le informazioni sono già presenti

nell’anagrafe comunale, anche nel caso che

si usufruisca della maggiorazione di detra-

zione per i figli conviventi di età non supe-

riore a 26 anni.

Fa eccezione l’ipotesi dei coniugi con residenze inimmobili diversi, situazione per la quale la disci-plina IMU prevede il riconoscimento del tratta-mento di favore per l’abitazione principale in rife-rimento ad un solo immobile; in tal caso, ilconiuge che beneficia del regime agevolato saràtenuto a presentare la dichiarazione. Allo stessomodo, l’obbligo della dichiarazione dovrebbescattare, in capo al coniuge assegnatario, ancheper l’ex casa coniugale assegnata in sede diseparazione.Come regola generale, la dichiarazione

IMU dovrà essere presentata quando le

modifiche soggettive ed oggettive che

comportano una diversa quantificazione

del tributo riguardano riduzioni d’imposta

oppure non sono conosciute da parte dei

Comuni attraverso la consultazione della

banca dati del Catasto.

L’adempimento scatterà, pertanto, per

quegli immobili:

• che godono di riduzioni d’imposta.

Rientrano nella casistica: i fabbricati dichiara-

ti inagibili o inabitabili e di fatto non utiliz-

zati (è prevista per essi la riduzione della baseimponibile del 50%); i fabbricati di interesse

storico o artistico (anche per loro la baseimponibile è ridotta del 50%); gli immobili per

i quali il Comune può ridurre l’aliquota fino

allo 0,40% (ad esempio quelli relativi a impre-se commerciali o che costituiscono beni stru-mentali per l’esercizio di arti e professioni, quelliposseduti da soggetti passivi IRES e gli immobi-li locati o affittati); i fabbricati costruiti e desti-

nati dall’impresa costruttrice alla vendita, i

cosiddetti “beni merce” (i Comuni possonoridurre l’aliquota di base fino allo 0,38% fino aquando permane tale destinazione e non sonolocati e, comunque, per un periodo non superio-re a tre anni dall’ultimazione dei lavori); i terre-

ni agricoli e quelli non coltivati, posseduti e

condotti da coltivatori diretti o da imprendi-

tori agricoli professionali iscritti nella previ-

denza agricola.

La dichiarazione deve essere presentata

anche quando gli immobili sono stati oggetto diatti:• per i quali non è previsto l’utilizzo della

trasmissione telematica dei dati (tra questi,

in particolare, gli immobili siti nei comuni

delle province autonome di Trento e

Bolzano);

• per i quali il Comune non ha le informa-

zioni necessarie per verificare l’ammontare

dell’imposta dovuta. Vi rientrano: gli immobi-li oggetto di locazione finanziaria o di atti di con-cessione amministrativa su aree demaniali; learee fabbricabili sulle quali è stato costituito,modificato o trasferito un diritto; i terreni agrico-li divenuti aree fabbricabili; l’area divenuta edifi-cabile in seguito alla demolizione di un fabbrica-to; l’immobile assegnato al socio della coopera-tiva edilizia a proprietà indivisa; l’immobile con-cesso in locazione dagli IACP (Istituti AutonomiCase Popolari) e dagli enti di edilizia residenziale

pubblica; gli immobili sui quali è intervenuta unariunione di usufrutto oppure un’estinzione deldiritto di abitazione, uso, enfiteusi o di superficienon dichiarate in Catasto.Ebbene come detto sopra, rinviato il primoappuntamento con la nuova “dichiarazione”IMU, onorata, altresì, il 17 settembre la secondarata dell’acconto (da parte di chi aveva scelto disuddividere in tre quote il pagamento dell’impo-sta 2012 dovuta per l’abitazione principale e lerelative pertinenze), bisogna, altresì, evidenzia-re che è in pieno fermento l’attività delleAmministrazioni Comunali chiamate a delibera-re, entro i limiti loro concessi dalla norma nazio-nale, le aliquote definitive da applicare agliimmobili situati nei rispettivi territori per l’assol-vimento dell’IMU.In realtà, gran parte dei Comuni capoluogo diprovincia ha già provveduto, anche perché, ini-zialmente, il tempo a loro disposizione perapprovare o modificare il regolamento dell’impo-sta municipale sugli immobili e deliberare in rela-zione alle aliquote e alla detrazione del tributovalide per il 2012 sarebbe dovuto spirare il 30settembre. La scadenza, però, è stata spostatadi un mese, al 31 ottobre e potrebbe subireun’ulteriore proroga, per armonizzarla con quel-la stabilita per l’approvazione dei bilanci preven-tivi degli enti locali relativi all’anno in corso.A tal proposito va ricordato che, in base a

quanto previsto dalla normativa, per sape-

re in maniera certa e definitiva di “che

morte dobbiamo morire”, in teoria dovrem-

mo aspettare fino al 10 dicembre (in prati-

ca, quando, mancherà una sola settimana

all’appuntamento con il saldo che è previ-

sto per il 17 dicembre), termine ultimo che

il Governo si è concesso per poter eventual-

mente intervenire con un decreto e rimet-

tere ancora mano, per quest’anno, ad ali-

quote e detrazioni IMU per armonizzare il

gettito con l’obiettivo finanziario program-

mato.

Si ricorda, infine, che la disciplina IMU fissa

tre aliquote di base, attribuendo ai Comuni lafacoltà di poterle modificare, sia in diminuzioneche in aumento, entro precisi limiti percentuali.Sono previste:• un’aliquota ordinaria dello 0,76%, conmargini di manovra per gli Enti Locali fino a 0,3punti percentuali;• un’aliquota ridotta allo 0,40% per l’abita-zione principale e alle relative pertinenze che iComuni possono variare fino a 0,2 punti percen-tuali, in aumento o in diminuzione;• un’aliquota ridotta allo 0,2%, riservata aifabbricati rurali strumentali, modificabile daiComuni in diminuzione fino allo 0,1%.

il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

Proprietà Diocesi di Avellino

fondazione “Opus solidarietatis pax onlus”

Editrice “Coop. Il Ponte a.r.l.”

Direttore responsabile

Mario Barbarisi

Redazione:

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Stampa: Poligrafica Ruggiero - Avellino

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6 27 ottobre - 3 novembre 2012 Il PonteIl PonteMissioni

Aconclusione del mese missionario la Chiesa celebra la Giornata delRingraziamento e della gratitudine verso Dio per il dono della missione. Siamo

grati al Signore per la preziosa testimonianza di coloro che vivono la missione interre lontane, possano continuare a proclamare con coraggio il messaggio d’amoredi Cristo, forti della vicinanza del Signore anche attraverso le nostre preghiere e lanostra solidarietà. Domenica scorsa abbiamo celebrato la Giornata dedicata allaMissione Universale; i fedeli di tutti i continenti sono stati chiamati ad aprire il pro-prio cuore alle esigenze delle giovani chiese. La giornata è stata celebrata in molteparrocchie della nostra Diocesi e le offerte tramite l’Ufficio Missionario Diocesanosaranno inviate alle Pontificie Opere Missionarie e serviranno per finanziare i proget-ti, consolidando le giovani chiese in difficoltà attraverso l’aiuto ai catechisti, ai semi-

nari per la formazione del clero locale e all’assistenza socio-sanitaria dell’infanzia. Il Mese Missionario,con questa domenica, termina, non per questo finisce il nostro compito di evangelizzare sulle stradeche percorreremo per essere dei testimoni di speranza. La Chiesa ci invita a riconoscere sempre il latopositivo delle cose, dei nostri rapporti con gli altri, indossando abiti nuovi, guardando con occhi rinno-vati guidati dal soffio dello Spirito della Nuova Evangelizzazione e ringraziare per tutto quanto il Signoree tutti coloro che incontreremo. Così possiamo scoprire, come S. Francesco, la fratellanza universaleper sentirci partecipi veramente della universalità missionaria della Chiesa. Ringraziamo il Signore, per-

ché Dio Padre nella Sua infinita misericordia amatutti indistintamente, è un amore che ci deve tro-vare sempre con un volto nuovo, splendente, gio-ioso; da questo incontro con Dio Padre scaturi-sce il nostro essere missionari. “Ho creduto per-ciò ho parlato”, è stata la frase ricorrente in que-sto mese; una frase che l’apostolo Paolo ha rivol-to ai suoi amici di Corinto duemila anni fa e cheviene rivolta oggi ad ognuno di noi. L’episodiodella donna emorroissa descritto nel Vangelo diMarco al Capitolo Quinto ci dona la possibilità diriflettere sulla potenza della fede e sulla libertà diazione che questa dona. La donna, vittima didelusioni e di cattive cure mediche, si fida diGesù, un uomo mai conosciuto, del quale ha solosentito parlare ma che ha qualcosa di speciale. Ilsuo gesto di toccare il mantello non è un tentati-vo, ma una certezza di successo che le viene dallafede. Gesù però non si accontenta di “fare” mira-coli, Lui vuole entrare in relazione con la gente,vuole conoscerli e conoscere le loro storie. Edecco che la fede della donna non la lascia muta,ma le fa dire tutta la verità. L’insegnamento del

brano del Vangelo sopra descritto è per noi il modo migliore per essere grati al Signore; è lasciare cheattraverso di noi il dono della fede venga condiviso, si faccia grande, mostrando tutta la sua bellezza.Il mondo ha bisogno di questa luce, per ritornare a cantare nella gioia.

SOLIDARIETà SENzA CONFINI

“Ottobre missionario – domenica del ringraziamento”

PasqualeDe Feo

Carissimi,siamo prossimi a vivere uno dei momenti importan-ti della nostra vita ecclesiale; l’Avvento è un momen-to forte per l’animazione delle nostre comunità, pertutti i cristiani ad impegnarsi, con la testimonianzadiretta, nella vita a favore delle povertà locali.Il tema di questo anno è “Fiorirà la giustizia e abbon-derà la pace (Salmo 72,7).“Prepariamoci all’Avvento insieme, nell’Anno dellaFede. Il Motu proprio "Porta fidei", testo con cui ilPapa ha annunciato per il 2012-2013 un ANNODELLA FEDE, tempo prezioso per andare alle radicidell’essere seguaci di Gesù Cristo nella ChiesaCattolica, così inizia: «La “porta della fede” (cfr. At14,27), che introduce alla vita di comunione con Dio

e permette l’ingresso nella sua Chiesa, è sempre aperta per noi. È possibile oltrepas-sare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasma-re dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta comporta immettersi in uncammino che dura tutta la vita». Ricorda ancora il Papa che «L’Anno della Fede saràanche un’occasione propizia per intensificare la testimonianza della carità… La fedesenza la carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento in baliacostante del dubbio. Fede e carità si esigono a vicenda, così che l’una permette all’al-tra di attuare il suo cammino. Non pochi cristiani, infatti, dedicano la loro vita conamore a chi è solo, emarginato o escluso come a colui che è il primo verso cui anda-re e il più importante da sostenere, perché proprio in lui si riflette il volto stesso diCristo. Grazie alla fede possiamo riconoscere in quanti chiedono il nostro amore il voltodel Signore risorto. “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piùpiccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40): queste sue parole sono un monito da nondimenticare ed un invito perenne a ridonare quell’amore con cui Egli si prende cura dinoi”». Per questo, Caritas Italiana propone nei consueti sussidi che accompagnano iTempi Forti (Avvento e Quaresima), una frase della lettera di Giacomo che suona quasicome una sfida: «Con le mie opere ti mostrerò la mia fede» (Gc 2,18). All’interno diquesta sfida, una promessa accompagna il cammino del tempo di Avvento: «Fiorirà lagiustizia e abbonderà la pace» (Sal 72,7). La crisi internazionale, i conflitti, la crescen-te povertà, le migrazioni, la distruzione dell’ambiente… non prevarranno. Natale ciannuncia che Dio cammina con noi, e ci invita ad avere fede e costruire con Lui il suoRegno di Giustizia e Pace. Come suggerisce il Papa sempre nel “Motu proprio”, «affi-diamo alla Madre di Dio, proclamata “beata” perché “ha creduto” (Lc 1,45), questotempo di grazia».

Buon cammino, con Maria, verso il Natale!

Il Direttore p. t.

Carlo Mele

Il 17 Ottobre 2012 u.s. si écelebrato il 45 anniversario

dell’arrivo dei Redentoristi aMadagascar (17 Ottobre1967). Due anni prima il PapaPaolo VI, verso la fine del ConcilioVaticano II, il 17 Ottobre 1965,dichiaro’ il P.Jacques BerthieuBeato, Martire della Fede e della

castità. Il 21 Ottobre 2012 u.s. il PapaBenedetto XVI lo ha elevato agli onori deglialtari facendo coincidire la canonizzazionecon la Giornata Mondiale delle Missioni econ l’inizio dell’Anno della Fede ed ilSinodo dei Vescovi sulla NuovaEvangelizzazione. Sin dall’inizio della mia atti-vita’ missionaria nel Nord della grande Isolacominciai a conoscere la storia del P.JacquesBerthieu gesuita. Quando poi, fui inviato nellamissione di Vohemar, mi applicai a saperne di più,visto che il santo missionario, in qualità di cappel-lano militare, era passato nella zona e avevaanche battezzato bambini ed adulti. E, appenaebbi la fortuna di trovare qualche scritto (quelli diA.Boudou: Le P.J.Berthieu; e di B.Blot: Il les aimaitjusqu’au bout) me li divorai in pochi giorni.Qualche anno dopo, con l’ approvazione della suafesta liturgica, fissata per l’8 Giugno di ogni anno,cominciai a celebrare la Messa in suo onore.

I - Chi é dunque questo grande e santoMissionario? Di dove é originario? II-Come e’ arri-vato a Madagascar? Cosa ha fatto durante la suavita III- e sopratutto cosa ha fatto a Madagascar?

I- Jacques Berthieu e’ nato il 27 Novembre1838 nella tenuta di Montlogis,a Polminhac,nell’Alvernia, nel centro della Francia, ove i genito-ri erano coloni. Divenuto prete nel 1864, fu asse-gnato come viceparroco a Roannes-Saint-Marydove resterà 9 anni. Desiderando pero’ partiremissionario in terre lontane chiede di diven-tare religioso nella Compagnia di Gesù.Terminato il Noviziato, nel 1875 salpa da Marsigliaalla volta del LA REUNION in un primo tempo epoi,subito dopo, si porta nell’isola di SainteMarie (Nosy Boraha) difronte alla cittadina diMananara-Nord, per studiare la lingua malga-

scia. Qui, con altri due Gesuiti e poche Suoredi S.Giuseppe di Cluny, forma un’ equipemissionaria.II- Nel 1881, stando ai decreti che interdicono aimembri delle Congregazioni religiose non autoriz-zate di soggiornare in territorio francese, i Gesuitisono obbligati a lasciare Santa Maria che e’unita alla Francia dal 1750 e si spostanosulla Grande «Isola Rossa» delMadagascar. Qui, viene inviato adAmbohimandroso. Ma, dopo appena dueanni, a causa della guerra franco-hova , e’ obbli-gato a rifare «la sobika» o «la mappatella» (ibagagli) e ripartire sulla costa aspettando tempimigliori. Ma per evitare di annoiarsi, s’inga-gia volontariamente come ‘cappellano’ eriprende «la vera vita missionaria» aVohemar (Iharana), nel nord-est del Madagascar.III-….. Si tratta di andare a fondare o provare unafondazione in una zona tutta nuova ancora…..Ma, all’inizio del 1886 é assegnato alla missione diAmbositra con 6 ‘posti’ a disservire. E, «dopo 5anni e mezzo di soggiorno, di opere e di sofferen-

ze e con una stretta al cuore deve staccarsi ancheda questa cittadina in territorio Betsileo, ove avevacreato ancora altri 10 posti (fatto nascere altre 10comunita’ cristiane).Il suo nuovo campo d’apostolato é Andrainarivo,al nord di Tananarive ‘a 8 ore a cavallo, di buonandatura, senza trastullarsi lungo la via’. edaggiunge: «ho iniziato la vita di un veroMissionario, solo, senza compagni, in unvasto distretto. Ho 18 posti o chiese di cam-pagna a disservire, ed a volte molto distantile une dalle altre».Nel 1894 pero’, una seconda guerra franco-mal-gascia, l’obbliga ad un nuovo esilio nel l’isola de LaReunion fino al dicembre del 1895. All’inizio del1896, ritornato nella Grande isola, lo troviamo adAmbatomainty. Qui, poco dopo, e’ confrontato aduna insurrezione politico-religiosa del MovimentoMENALAMBA (opposizione al potere francese ed alCristianesimo). I cristiani sono spesso minacciati eperseguitati. Il padre Jacques cerca di metterlisotto la protezione delle truppe francesi. Queste,con a capo un loro colonnello, rimproverati dura-

mente per la loro condotta immorale riguardo alledonne al seguito del santo missionario, l’abbando-nano lasciandolo in balia degli insorti. E, l’8 giu-gno 1896, i Menalamba, fanno irruzione nel vil-laggio dove s’era accampato il P. Berthieu ed i suoiparrocchiani, e con atroce sadismo lo marto-riarono, perche’ aveva distolto la gente dal«culto ancestrale» Gli tolgono la sottana, glistrappano il crocifisso dal petto e, insultandolo glidicono: «é questo il tuo amuleto, é cosi’ che fuor-vii la gente? e hai il coraggio di pregare ancora alungo?» «Bisogna che preghi fino alla morte,risponde». Uno dei boia gli da’ un colpo di‘machette’ sulla fronte che lo fa cadere a terra inginocchio mentre il sangue cola abondantemente.Poi i crudeli persecutori lo obbligano a marciareper chilometri e chilometri nonostante la debolez-za e la stanchezza. Cade la notte. Bivaccano ad AMBIATIBE e qui,decidono di sbarazzarsi del povero sacerdote,divenuto uno maschera di fango e di sangue edinanzi al quale si divertono, come fecero gli aguz-zini nella passione di Gesù, gridando sadicamen-te: «Ecco il RE dei ‘Vazaha’(=stranieri)». Mentre ilplotone di esecuzione comicia a sparare, mancan-do il bersaglio, il capo della banda, gli si avvicinae gl’intima dicendo: «Rinunzia alla tua odiosareligione, non distogliere piu’ il popolo, e noiti eleggeremo come nostro Capo e nostroconsigliere e ti lasceremo salva la vita».«Io non posso accettare, preferisco morire»Due manigoldi sparano di nuovo, ma non lo col-piscono. Un quinto colpo fa centro ma non l’ucci-de. L’ultimo colpo a bruciapelo atterra e finisce ilP. Jacques Berthieu.‘Che lo Spirito Santo ci doni di mettere in opera leopzioni di Jacques Berthieu: Esigenza dellaMissione che lo porta in una terra straniera, conun’altra lingua e un’altra cultura; l’attaccamentopersonale al Signore espresso nella preghieracontinua; lo zelo pastorale; il dono della suavita che lo assomiglia definitivamente al Cristo,come dice un canto liturgico: «Aimer s’est don-ner, aimer s’est donner soi-meme».

p. Vincenzo Sparavigna cssr

missionario redentorista

Il 17 Ottobre 2012 si e’ celebrato il 45 anniversario dell’arrivo dei Redentoristi a Madagascar (17 Ottobre 1967).

MADAGASCAR E IL SuO PRIMO E NuOvO SANTOJACQUES BERTHIEU (1838-1896), Martire della Fede e della castità.

727 ottobre - 3 novembre 2012Il PonteIl Ponte

Avellino - Cattedrale gremita per celebrare la Corale Duomo

Dopo un anno di concerti, rassegne corali e riconoscimenti, si conclude la celebrazione del Trentennale dellaCorale Duomo di Avellino. In occasione dell’evento conclusivo si è tenuto un solenne concerto, non a caso

nel Duomo della nostra città che, come sempre, in contrasto con le sue dimensioni, offre un’atmosfera di caldaaccoglienza, ideale in questi eventi musicali. Per l’occasione la Corale Duomo ha schierato il neonato repartodelle voci bianche e ha avuto il supporto dell’OrchestraGiovanile e dei solisti del Conservatorio “DomenicoCimarosa” di Avellino, con la direzione del Maestro CarmineSantaniello. A presentare la serata è stato Mario Barbarisi,direttore de “Il Ponte”. La sera del concerto, molte personesono giunte ad assistere alla performance, fino a riempire ilDuomo, oltre al Vescovo Marino che ha partecipato con vivoentusiasmo. Le emozioni non potevano mancare, conside-rata la portata dei brani scelti. Il primo brano eseguito dallaCorale, è stato il “Magnificat” di F.Durante, che ha destatol’interesse del pubblico, commosso anche dallo splendido ecelebre “Jesus Bleibet Meine Freude” (coro finale dalla can-tata 147) di Johan Sebastian Bach. E per concludere, il “TeDeum” di N.Jommelli che ha strappato un lungo e merita-to applauso all’uditorio.

Flavio Uccello

Foto Servizio F. Gambale

Sabato 20 ottobre 2012 - I festeggiamenti per il Trentennale della Corale

8 27 ottobre - 3 novembre 2012 Il PonteIl PonteMedicina

MEDICINA E SALuTE a cura di Gianpaolo Palumbo

12 MILIONI DI ITALIANI SOFFRONODI REFLuSSO ESOFAGEO

L’esofago è tra i “pezzi” più corti del nostroapparato digerente. Misura al massimo

trenta centimetri e collega la bocca con lo sto-maco ed ha la funzione, grazie alla forza di gra-vità ed una serie di movimenti ritmici, di farprogredire il cibo deglutito verso il basso.Possiede una valvola che permette di regolarel’ingresso del cibo nello stomaco, ma che siapre per le eruttazioni e per il vomito. Una voltachiuso questo sfintere, i succhi gastrici ed ilbolo alimentare non risalgono.L’anatomia del nostro corpo non sempre è cosìperfetta come ve l’abbiamo descritta. Succedespesso che lo sfintere esofageo inferiore si rila-sci nei momenti meno opportuni, facendo inmodo che il succo gastrico, fortemente acido,vada ad irritare la mucosa esofagea scatenan-do una sindrome che colpisce solo in Italiadodici milioni di persone. Che ci possa essereogni tanto un reflusso degli acidi ci può stareed ogni tanto può accadere per “inappropria-tezza” qualitativa e quantitativa dei cibi ingeriti

o per altre cause. La seconda causa più impor-tante è il rallentato svuotamento dello stoma-co. Tanto più il cibo si ferma nel viscere gastri-co e tanto maggiori sono le possibilità che risal-ga nell’esofago. Altre problematiche possonoscaturire da una cattiva motilità dell’esofagostesso e da scarsa salivazione. La gravidanza el’obesità aumentando la pressione sullo stoma-co possono dare reflusso. Si è stabilito di recen-te che anche il fumo può incidere con l’altera-zione della composizione salivare, della contra-zione sfinterica esofagea e con l’aumento del-l’acidità dello stomaco. Dopo il fumo si citasempre l’ansia e lo stress che da soli non cre-diamo facciano molto, però possono acuire lasintomatologia, la quale è molto spesso asso-ciata all’ernia iatale, causata dal passaggio diuna porzione dello stomaco dall’addome altorace.Quando poi il reflusso si instaura a frequenzaalta e con sintomi severi, allora ci troviamo difronte alla vera e propria malattia da reflusso

gastro-esofageo (MRGE), che colpisce tremilioni di italiani, anche se il reflusso con tipo-logie minori arriva ad interessare, come abbia-mo già detto, dodici milioni di individui. Lamalattia di per sé è benigna, ma i suoi disturbicronici col tempo vanno ad intaccare la qualitàdella vita di chi ne soffre. Di recente è apparso su riviste scientifiche unlavoro del Prof. Savarino , noto gastroenterolo-go dell’Università di Genova, in cui sono stateindividuate cinque tipologie di risposte ai distur-bi esofagei. L’indagine è stata messa in esseresu larga scala e sono state individuate e defini-te le categorie di “sofferenti”.Si parte dai “frustrati del reflusso” (27%), costi-tuiti da giovani e da donne, per passare agli“interventisti” (25%), pronti a sottoporsi atutto pur di non avvertire i sintomi, fino alle“grandi vittime” (16%), praticamente “annien-tati” dal reflusso.E’ vero che il “bruciore” allo stomaco è unabrutta sensazione che accompagna male lavita, ma oltre un terzo dei soggetti intervistatinon assume farmaci. Una quota di essi (stoi-ci=10%) aspetta che il bruciore passi da soloed una quota (diffidenti=21%) si affida a rime-di casalinghi, non credendo ai farmaci.La maggior parte dei soggetti con i disturbi tipi-ci si sente frustrata perché rinuncia ad andareal ristorante, non può praticare lo sport a mediaed alta intensità (la corsa ad esempio) e nonriesce a concentrarsi sul lavoro.Nell’indagine conoscitiva del Prof. Savarino, i“frustrati del reflusso” sono soprattutto donne

(60%), con età dai 18 ai 34 anni e che vivononel Nord –Ovest del nostro paese. Esse sonostanche di dover rinunciare allo sport, alle lautelibagioni con gli amici e soprattutto agli abitistretti alla moda. Oltre ai “frustrati”, anche gli“interventisti” e le “grandi vittime” sono cate-gorie in cui le donne sono in stragrande mag-gioranza, a voler sottolineare come il sessodebole avverta maggiormente lo stress. Allora, che cosa bisogna fare? Bisogna combat-tere la diffidenza nei riguardi dei farmaci chesono in grado di ridurre o annullare la sintoma-tologia. Essi appartengono a categorie ben pre-cise: i pro cinetici che accelerano lo svuota-mento dello stomaco, i protettori “diretti” dellamucosa gastrica ed esofagea e tutti quei far-maci che riducono l’acidità delle secrezionigastriche (sia i cosiddetti inibitori della pompaprotonica che gli antagonisti dei recettori H2).Una volta fallita la terapia medica si può passa-re a quella chirurgica, che non è pur tuttaviasempre risolutiva. E’ vero che oggi ci si sotto-pone ad intervento in laparoscopia con tecni-che mini invasive, ma ricorrere alla “sala ope-ratoria” lo si deve fare con cautela. La cautelariguarda la gravità dei sintomi, la loro persi-stenza e la non efficacia assoluta dei farmaci ecomunque dopo essere stati sottoposti ad unaesofago-gastro-duodeno-scopia, alla phmetriae manometria esofagea.Il nostro suggerimento, infine, è sempre quel-lo che costa di meno e la cui efficacia è dimo-strata: migliorare lo stile di vita.

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I 190 GIORNALI DELLA FISC - L'opinione del territorio -

Bambini strappati. "Una ferita alla fiducia deibambini". È il commento che accomuna moltieditoriali dedicati alla vicenda del bambino diCittadella, nel padovano, prelevato dallaPolizia, nei giorni scorsi, davanti alla scuola, inesecuzione a un'ordinanza della sezione Minoridella Corte d'appello di Venezia, che ha dispo-sto l'affidamento in via esclusiva al padre, concollocamento in una comunità. Per la Guida(Cuneo), il bambino "sta già pagando il prez-zo della crisi che attraversa e stravolge i rap-porti e le relazioni. Alla sua fiducia è stata infer-ta una ferita profonda, di cui si conoscerannomeglio gli esiti quando sarà adulto. Una feritaalla fiducia è stata inferta indirettamente ancheai bambini che hanno seguito la scena nellascuola". Guglielmo Frezza, direttore dellaDifesa del Popolo (Padova), ripropone "ilmessaggio che il nostro vescovo ha intesoinviare nei giorni scorsi", nel quale viene indi-cato "un orizzonte d'impegno e di senso in cuitutti dovremmo sentirci coinvolti: nella valoriz-zazione dei legami comunitari, nella riscopertadel valore del matrimonio, nella tutela dei dirit-ti dell'infanzia. Perché è a valle e non a monte,insieme e non da soli, che si costruiscono lecondizioni minime necessarie a far sì che i figlinon restino vittime di una separazione, cari-candoli di un doppio fardello di dolore".Giampiero Moret, direttore dell'Azione(Vittorio Veneto), invita ad "aprire bene gliocchi e il cuore ai drammi dei figli che stannodietro a ogni separazione. Ci sono gli strattona-menti psicologici non meno dolorosi di quellifisici. Non si gridi allo scandalo di Cittadella,mentre si continuano a esaltare i diritti allalibertà dei coniugi a scapito dei figli e si fa ditutto per diminuire il valore della famiglia".Dello stesso avviso è Giulio Donati, vicedi-rettore del Piccolo (Faenza-Modigliana), ilquale critica il comportamento di "tv e grandigiornali che si accaniscono per mandare inonda il filmato e pubblicare foto invocando ildiritto di cronaca". Ma "è diritto di cronaca -riflette Donati - dimenticarsi del diritto di unbambino a non finire sotto i riflettori per forza,in base a una tragedia che non ha voluto, mache gli è piovuta addosso come doccia freddaper colpa di due genitori poco attenti a lui?".Frontiera (Rieti) ritiene "opportuno rimanereall'immediata evidenza: nessun adulto si è fer-mato di fronte al dolore di questo bambino.Nessuno dei presenti è stato in grado di con-trollarsi. Nessuno ha fatto un passo indietro persalvaguardarlo. (…) Il conflitto tra gli adulti èstato vissuto e agito sul bambino. Dovrebbebastare. Non c'è da aggiungere nulla".

50° del Concilio e Anno della fede. I giorna-li Fisc ritornano sul 50° del Concilio ecumenicoVaticano II e sull'Anno della fede, aperto daBenedetto XVI l'11 ottobre, giorno dell'anniver-sario dell'apertura dell'assise conciliare. SulPortico (Cagliari) l'arcivescovo della dio-cesi sarda, mons. Arrigo Miglio, osserva:"Mi pare che la decisione di Benedetto XVI d'in-dire l'Anno della fede sia una decisione chevuole proiettarci oltre le discussioni e oltre lepolemiche suscitate inevitabilmente dall'even-to conciliare. Guardare avanti per vivere nellaprospettiva della speranza. Guardare allanostra missione di evangelizzazione".Secondo Giordano Frosini, direttore dellaVita (Pistoia), "che l'Anno della fede abbiaavuto il suo inizio nel giorno stesso in cui, cin-quant'anni fa, cominciò il Concilio è un fattosignificativo e, insieme, un'indicazione di lavo-ro". Per Filippo Curatola, direttoredell'Avvenire di Calabria (Reggio Calabria-Bova e Locri-Gerace), "non possiamo pensa-re di 'celebrare' i 50 anni dall'inizio del Concilio- nel contesto dell'Anno della fede - senzaavvertire l'urgenza - nella Chiesa - di un perso-nale e comunitario, globale, cammino di con-versione". Corrado Avagnina, direttoredell'Unione Monregalese (Mondovì) edella Fedeltà (Fossano), ricorda che "l'Annodella fede vive anche e soprattutto là dove sicondividono 'le gioie e le speranze, le tristezzee le angosce' (per dirla con la 'Gaudium etSpes') che ci attraversano oggi e che si situa-

no dentro il percorso da credenti, giorno dopogiorno, trasformando in passi che valgono eche magari non fan rumore". Luce e Vita(Molfetta) pubblica la testimonianza dipadre Felice Volpicella, missionario Pimedella diocesi, appena partito per il Mato Grosso(Brasile). "L'Anno della fede - scrive il missiona-rio - è un'occasione per ricentrare la mia fede.Così ritorno in Brasile innanzitutto cercando dimantenere e riscaldare la mia relazione consa-crata a Cristo". Sempre in tema di missioni,Davide Maloberti, direttore del NuovoGiornale (Piacenza-Bobbio), dedica l'edito-riale alla Giornata missionaria mondiale (21ottobre)."L'evangelizzazione - sottolinea il direttore delsettimanale piacentino - parte sempre da sestessi, procede per contagio e il suo motore èl'amore, quella forza che sostiene in tante partidel mondo i cristiani perseguitati per la lorofede". Bruno Cappato, direttore dellaSettimana (Adria-Rovigo), evidenzia che"dalla fede possono venire cristiani liberi e gio-iosi e, cioè, persone in grado di dare alle per-sone quello che manca più di tutto". La VoceAlessandrina (Alessandria) pubblica ilmessaggio del card. Giuseppe Versaldi,amministratore apostolico della diocesi pie-montese, in occasione dell'apertura, sabato 20ottobre, dell'Anno della fede. "Sull'onda dellaMissione cittadina che abbiamo da poco con-cluso - scrive il cardinale - ogni comunità sisenta interpellata dalla grazia a riflettere sullapropria adesione a Cristo per sentire forte l'im-pulso alla nuova evangelizzazione". Il Momento (Forlì-Bertinoro) richiama leparole pronunciate dal Papa nell'aperturadell'Anno della fede quando, "ricordando il 50°del Concilio, ha invitato i cristiani a intrapren-dere un 'pellegrinaggio nei deserti del mondo,portando con sé solo l'essenziale'". Emmaus(Macerata) spiega "che cosa è il Concilio pernoi": "È una lezione di stile; lo stile che carat-terizza chi ha conosciuto la fedeltà di Dio e per-ciò può guardare ai marosi che scuotono lanave senza paura". Secondo EmilioPastormerlo, direttore dell'AraldoLomellino (Vigevano), "la gente, oggi, anco-ra oggi, è interessata alle proposte e alle novi-tà indicate cinquant'anni fa dal Concilio. (…) Lagente chiede risposte vere e capaci di 'interes-sare'. Molte le ritroviamo, oggi, non solo neidocumenti, ma soprattutto nello spirito delConcilio". Per Mario Barbarisi, direttore delPonte (Avellino), "il Concilio chiama ancoraoggi tutti a essere 'testimoni del Vangelo in unmondo che cambia'". Da qui l'auspicio di mons.Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, chefirma l'editoriale del settimanale diocesa-no il Ticino, a "celebrare i cinquant'anni dal-l'apertura del Concilio stringendo tra noi dinuovo il patto contenuto nel nostro battesimo,rinnovato a ogni Eucaristia: edifichiamo insie-me la comunità cristiana, viviamo da testimo-ni del Vangelo e della vita buona che promet-te". Marco Piras, direttore dell'Arborense(Oristano), parla del recente convegno eccle-

siale "Da cristiani credenti a cristiani credibili",durante il quale sono state approfondite lequattro costituzioni fondamentali del Concilioed è stato verificato "come la nostra comunitàdiocesana ha vissuto il rinnovamento concilia-re". Dopo questo convegno, dice Piras, "resta ildesiderio di continuare la lettura dei documen-ti conciliari, nella certezza che essi abbianomolto da dire al presente". VincenzoFinocchio, direttore dell'AppenninoCamerte (Camerino-San SeverinoMarche), si sofferma sul Sinodo dei vescovi,che si sta svolgendo in questi giorni inVaticano. "Questo Sinodo - afferma il direttoredel giornale marchigiano - si caratterizza per ilsuo legame con il Concilio nel 50° della suaapertura. Il 12 ottobre, nell'incontro con i pochivescovi tuttora viventi che hanno partecipato dipersona al Concilio, il Papa ha ripetuto la paro-la 'aggiornamento' usata già da Giovanni XXIIInell'aprire il Concilio nel 1962. Il cristianesimoè contrassegnato dalla presenza eterna di Dio.Quindi il cristianesimo semina nella storiaumana i connotati dell'eternità".

Attualità politica. Sui giornali Fisc spazioanche all'attualità politica internazionale, nazio-nale e locale, con particolare riferimento allenotizie di corruzione e malaffare. Per la Vocedel Popolo (Brescia), "gli scandali chiudononel peggiore dei modi una stagione politica cheha portato al fallimento il progetto federalista.(…) C'è bisogno di unità per parlare con auto-revolezza di bene comune e di politica, perriconquistare giovani e non all'impegno. Nonbasta indignarsi". Vincenzo Rini, direttoredella Vita Cattolica (Cremona), si rivolge ai"politici del malaffare" e a loro assicura che "lepersone rette non cederanno alla stoltezza del-l'antipolitica". Vincenzo Tosello, direttore diNuova Scintilla (Chioggia), commenta ildisegno di legge "anticorruzione" approvato neigiorni scorsi dal Senato: "Non c'è dubbio -annota - sul valore di questo primo passo legi-slativo contro il malcostume dilagante dellacorruzione che (…) altera l'economia minandoalle radici il principio di uguaglianza e sovver-tendo il diritto alle pari opportunità di tutti i cit-tadini, ponendo al tempo stesso - come bensappiamo e avvertiamo - gravi ipoteche dicarattere etico allo sviluppo armonico dellasocietà". Il Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) si occupa, invece, del disegno dilegge di stabilità, recentemente emanato dalGoverno, rilevando che "sembra sollevare benpoco famiglie e imprese". Al riguardo vienericordato che "cinque anni fa furono raccoltepiù di un milione di firme dal Forum delle asso-ciazioni familiari con questo slogan: 'Un fiscoingiusto significa famiglie povere, famiglie chenon ce la fanno, figli che non nascono. UnPaese che non si rinnova'. Quest'appello rima-sto del tutto inascoltato è da portare in cimaall'agenda di governo. Prima che sia troppotardi". Stefano Fontana, direttore di VitaNuova (Trieste), nota come "ancora unavolta" nelle misure varate "il cosiddetto Terzo

settore viene trascurato, mentre in situazioni dicrisi svolge un compito molto importante diammortizzazione sociale".

Dal nazionale al locale… Il CorriereEusebiano (Vercelli) informa che "martedì laRegione decide sulle Province" e che "i vercel-lesi sono pronti a mobilitarsi per sfilare davan-ti a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio". AncheRoberto Pensa, direttore della VitaCattolica (Udine), interviene nel dibattitosulla riforma delle Province: a fine mese, infat-ti, scade il termine ultimo dato dal Governo aogni Regione per presentare proposte per ilriordino. "La regione Friuli Venezia Giulia - fasapere Pensa - ha presentato ricorso alla Cortecostituzionale. Ancora una volta la specialitàverrà utilizzata come giustificazione per nonfare nulla, mentre poteva essere un'ottimaoccasione per dimostrare (…) che la specialitàè uno strumento che ci mette in grado di faremeglio di tutti gli altri". Cammino (Siracusa)guarda, invece, alle elezioni regionali in Sicilia(28 ottobre): "Per il rinnovo dell'Assemblearegionale, i vescovi dell'Isola - con il documen-to 'Amate la giustizia voi che governate' -hanno saggiamente invitato i siciliani ad anda-re a votare e a operare scelte responsabili tracandidati e programmi. I siciliani, in disagiocrescente, constatano che queste scelte di par-tecipazione non sono facili, in un contesto didiffuso e grave degrado". Anche Condividere(Mazara del Vallo), in una nota del vesco-vo, mons. Domenico Mogavero, parla deldocumento dei vescovi siciliani, in cui c'è "l'ap-pello alla responsabilità di ciascuno 'affinché lapartecipazione al voto sia ampia, piena, consa-pevole, libera da occulti e fuorvianti condiziona-menti, soprattutto di natura criminale, e affran-cata da logiche clientelari o di mera tutela direndite parassitarie o privilegi prevaricanti'. È lanecessaria premessa per un vero cambiamen-to delle istituzioni regionali". Insieme(Ragusa) rileva che "forse, da cattolici, abbia-mo una responsabilità in più. La ricerca e lacostruzione del bene comune ci chiedonoimpegno e coerenza. (…) Anche a cominciaredall'espressione di un voto libero, sincero,senza compromessi, che guardi solo al futurodella Sicilia".

Nobel per la pace all'Ue. Non mancano, sulletestate diocesane, riflessioni sull'assegnazionedel Premio Nobel per la pace all'Unione euro-pea. Per il Corriere Apuano (MassaCarrara-Pontremoli) si tratta di "un messag-gio straordinario contro il ritorno della paura diun passato di guerre e di totalitarismi. Il Premioparla ai giovani per caricarsi dell'ideale europeoche ha appassionato i non più giovani e perritrovare tutti interesse alla politica". Il Nobel,osserva Adolfo Putignano, direttoredell'Ora del Salento (Lecce), "è giunto consorpresa degli stessi cittadini. Dopo la guerramondiale, a sei decenni dal Trattato di Romastipulato dai primi Paesi nel 1957, si rilanciacosì con maggiore vigore, nonostante l'attualecrisi economica, l'obiettivo di realizzare l'Unionein modo sempre più coeso. Già la caduta delmuro di Berlino, il Trattato di Maastricht nel1992, la nascita dell'euro nel 1999, con l'emis-sione delle prime banconote tre anni dopo,hanno dato un notevole impulso all'Unità. Èevidente che ora occorre proseguire nel fare inmodo che tutti gli abitanti dei Paesi membri sisentano europei con maggiore convinzione esoddisfazione. E tendere a una reale solidarie-tà tra i Paesi". Secondo Toscana Oggi (set-timanale regionale), il Nobel "simbolicamen-te se lo meritano tutti gli europei che in centoanni, seppure a prezzo di cinquanta milioni dimorti, hanno cambiato professione. Hannosmesso progressivamente di combattere per laguerra e hanno cominciato a combattere per lapace". Questo Premio, si legge infine sullaCittadella (Mantova), "è un riconoscimentodoveroso (e forse tardivo) per un'istituzioneche oggi è bersaglio di tante critiche ma che haaccumulato tanti e decisivi meriti nel corsodegli ultimi decenni".

Gli editoriali delle testate cattolicheLa vicenda del bambino di Cittadella (Padova), il 50° del Concilio e l'Anno della fede, l'attualitàpolitica e il Nobel per la pace all'Unione europea… Sono alcuni degli argomenti di cui parlano

gli editoriali dei settimanali diocesani aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) in uscita in questi giorni. Ne proponiamo una rassegna tra quelli giunti in redazione.

12 27 ottobre - 3 novembre 2012 Il PonteIl PonteDiocesi

Anno della Fede - Iniziative del Centro diocesano per le Vocazioni

L’anno della fede chiede a tuttidi noi di ripensare profonda-

mente il nostro rapporto con ilSignore, perché l’adesione alSignore della vita sia sempre piùpersonale e motivata.Le attività del Centro DiocesanoVocazioni non possono non tenerconto di questo imprescindibilepunto di riferimento. È già curadi tutti gli organismi diocesaniproporre percorsi che possanofavorire l’interiorizzazione delmessaggio cristiano e la suatestimonianza.Essendo l’ambito vocazionalecentrale, ma al tempo stessonon ancora sufficientementetematizzato, si è avvertita l’esi-genza di proporre un percorsoche, mentre dava spazioall’ascolto dei giovani in discerni-mento, potesse offrire a tuttidegli strumenti per il propriopercorso di crescita.Come aveva già avuto modo diricordare il Cardinale Martini:“l’educazione alla preghiera con-siste sia nel cercare di favorirequelle condizioni che mettono lapersona in stato di autenticità,sia nel cercare dentro di noi lavoce dello Spirito che prega perdargli spazio, per dargli voce”(C. M. Martini, Itinerario di pre-ghiera, p. 15).Mi sembra che queste indicazio-ni concernenti l’educazione allapreghiera possano essere assun-te anche come capisaldi di unautentico itinerario vocazionale.Accanto al favorire quanto aiutail giovane a crescere in autenti-cità, si tratterà di porre in esse-re le condizioni di porsi in ascol-to dello Spirito, per dargli spa-

zio e per dargli voce.

Come leit-motiv dell’anno abbia-mo scelto: “Bussiamo alla porta

di chi ha incontrato Dio”. Ci rifac-

ciamo in un certo modo all’im-magine di Lidia che il MotuProprio, Porta Fidei, ci conse-gna. Il Papa al n. 10 del docu-mento dice testualmente:«L’esempio di Lidia è quanto maieloquente in proposito. RaccontaSan Luca che Paolo, mentre sitrovava a Filippi, andò di sabatoper annunciare il Vangelo adalcune donne; tra esse vi eraLidia e il “Signore le aprì il cuoreper aderire alle parole di Paolo”(At 16,14). Il senso racchiusonell’espressione è importante.San Luca insegna che la cono-scenza dei contenuti da crederenon è sufficiente se poi il cuore,autentico sacrario della persona,non è aperto dalla grazia checonsente di avere occhi perguardare in profondità e com-prendere che quanto è statoannunciato è la Parola di Dio».L’esperienza di Lidia (cf At,16,13-15), cui il Signore avevaaperto il cuore, mostra proprio le

caratteristiche di chi ha saputoascoltare e dare spazio alla vocedello Spirito. Lei poi, con lecaratteristiche proprie della suafemminilità e del suo tempera-mento, si mette in stato di servi-zio. Il testo non sembra lusin-ghiero in quel suo “ ci costrinsead accettare”, ma mette senz’al-tro in luce la disponibilità di chiha iniziato a fare un’esperienzaautentica di Dio.Mi sembra che questo sia un primotraguardo, non solo dell’esperienzacredente in generale, ma possa esse-re anche ritenuto un elemento con-fortante e attendibile di un itinerariogenuino.Ci siamo chiesti come aprire ilcuore? Cosa favorisce questoincontro personale? Si sono cosìtracciate le linee per il camminodell’Anno.Come prima coordinata ci si èdato la preghiera. Il CentroVocazionale cercherà anzitutto,attraverso veglie, adorazioni, e

momenti di preghiera specifici,di aiutare i giovani ad educarsiall’incontro con Dio, stando allaSua presenza. Resta semprevero che ogni vocazione nascedall’invocazione (cfr. NVNE,35d), ma anche cercherà di met-tersi in contatto con chi haincontrato il Signore nella suavita. Seguirà poi la formazione,mediante incontri e giornate dispiritualità, valorizzando il mate-riale che, con intelligenza e com-petenza, è stato preparato dalCentro Nazionale Vocazione, conl’ausilio di alcuni direttori dioce-sani e delle loro equipe.L’incontro. Infine cercheremo difavorire gli incontri personali,per dare spazio all’ascolto, alcammino di discernimento efavorire l’incontro con alcunitestimoni.Modificando l’immagine dellaporta, usata dal Santo Padre,come già accennato, busseremo

noi alla porta di chi ha incontra-to Dio, perché la fede non solonon è un fatto individuale, machiede sempre più di essere cor-roborata nell’incontro e dallatestimonianza dei testimoni qua-lificati in seno alla comunità. Chihanno incontrato, perché, dopoquell’evento, la loro vita non èstata più la stessa? In questotempo di appartenenze fragili,questo incontro ha generatoanche fedeltà, talora fino al mar-tirio. Questo davvero non hanulla da dire al giovane che aspi-ra alla felicità piena? Ci avvarremo anche di alcunifilm, penso ad esempio ad“Uomini di Dio”, che ha suscitatovasta eco anche nel mondolaico, ma non ha avuto la diffu-sione che meritava, ma ancheattraverso l’incontro con alcunitestimoni.Cercheremo di mettere in con-tatto i giovani con quanti hannoincontrato il Signore e questo hadato gioia profonda e una nuovadirezione di senso alla loro vita.Su quest’ultimo nucleo, in parti-colare, lavoreremo d’intesa conla Pastorale Giovanile, al fine diattivare quelle proficue sinergieche possano aiutare i giovani neiloro percorsi di crescita, umana,spirituale e vocazionale.Siamo convinti che solo l’incon-tro con testimoni gioiosi, credibi-li, ai quali l’incontro con Dio hacambiato la vita possa far desi-derare quella “misura alta” dellavita cristiana (NMI, 31), e il donototale di se stessi al Signore ealla Sua Chiesa, come già negliultimi anni, generosamentealcuni giovani hanno ripreso afare.

Don Rocco Picardo

Direttore Centro Diocesano

Vocazioni

Il teatro, da sempreaccolto dalla Chiesa

come strumento disocializzazione e evan-gelizzazione, caratte-rizza la vocazione edu-cativa della comunitàparrocchiale di SanSilvestro Papa diCesinali. Il Teatrod'Europa, questo ilnome della sala teatra-le di proprietà dellaparrocchia, nasce uffi-cialmente nel 2000,

grazie al parroco don Ferdinando Renzulli che riuscì ad intercettare un finan-ziamento pubblico, trasformando una struttura attrezzata per le attivitàpastorali, in un vero e proprio teatro, con camerini palco e 300 posti a sede-re. Negli anni successivi il Teatro d'Europa si è attivato su più fronti:Accademia, Corsi di Teatro, laboratori per le scuole e i soggetti svantaggiati,produzione di spettacoli inediti. Dal 2012, la gestione della sala è stata affi-data, dall’attuale parroco, don Vittorio Ferrara, a “Passione Educativa”. Sitratta di una cooperativa nata nello spirito del progetto Policoro, per acco-gliere la sfida educativa lanciata dalla Chiesa italiana. Tra le finalità di questonuovo connubio, oltre al rilancio delle tradizionali attività già presentate inquesti anni, l'idea è quella di proporsi sul territorio irpino come polo educa-tivo e centro culturale orientato in senso cristiano. Per la stagione teatrale2012/2013, il Teatro d'Europa propone un cartellone con 8 spettacoli. A que-sti si aggiungeranno le diverse iniziative che “Passione Educativa”, in comu-nione con la parrocchia di Cesinali e la Diocesi di Avellino, organizzerà per ilterritorio irpino e non solo, non ultime le rappresentazioni per le scuole e larassegna di musica sacra prevista per il periodo di Natale. Per ulteriori informazioni è possibile collegarsi al sito:www.passioneducativa.com/teatro

Il Teatro d’Europa

Il caldo va diminuendo e con esso stanno andando via i coloribellissimi dell’estate. Il cielo acquista ogni giorno di più un’espres-

sione di dolce mestizia come una lenta ma inesorabile e nebulosacoltre piuttosto malinconica. Insomma, intorno a noi si sta prepa-rando la triste atmosfera della festa dei defunti. I cimiteri già datempo brulicano di visitatori preoccupati di ordinare, pulire, abbel-lire le tombe dei propri cari.Addirittura mi ha colpito la gara che dovrebbe premiare il cimiterotenuto con maggior cura.In Inghilterra c’è una vera e propria competizione annuale per ungrande Rinascimento dell’arte funeraria. Si fanno concorsi conpremi per la migliore progettazione dei “Giardini della memoria” oGiardini della pace”. Da noi, varcando la soglia di un qualunquecimitero si rimane incantati dalla policromia floreale che sboccia in ogni angolo.Oppure colpiscono dei pezzetti tombali completamente abbandonati, dove l’assenza di cura, l’assenza di un fiore aumentala tristezza che pur si respira. La nostra mente viene affastellata dai ricordi del caro assente.E’ vero che, secondo Cicerone, la vita dei morti sta nella memoria dei vivi.E’ uno dei rari e intensi momenti dell’anno in cui siamo totalmente assorbiti dalla presenza dell’estinto. E quasi perun apotropaico momento rilassante, tra i ricordi e le preghiere ci si abbandona ad affermazioni come: “Anche noi tiraggiungeremo.”Ecco,questo è un aspetto molto marginale della commemorazione dei defunti, a mio modesto parere. A pochi è dato sen-tire intimamente la realtà vera della morte che tutti colpisce e nessuno salva.Nessuno può sfuggire alla nascita o alla morte, può solo approfittare dell’intervallo, affermava Shopenauer.E l’intervallo può essere valido solo quando riusciamo a mettere radice nell’altro, sosteneva Leone Tolstoi. Ecco, la vicinan-za ai nostri cari assenti dovrebbe proprio sollecitare in noi sentimenti di amore, di rispetto, di tolleranza per l’altro. Quei pre-ziosi e sacri momenti di silenzioso raccoglimento sulle tombe dei nostri cari dovrebbero tanto sollecitare in noi sentimentidi tolleranza, di sopportazione, di paziente rispetto per chi ci è vicino ed è lontano dal nostro sentire.La cultura del diverso rimane sempre un’utopia da realizzare col nostro prossimo, solo perché pensa e si muove in mododifferente da come pensa e si muove il nostro cervello e la nostra anima.Il diverso, spesso, è nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nei nostri condomini. La mia modesta riflessione non è tantoperegrina, se appena all’uscita del cimitero, non è raro ascoltare litigi per un posto occupato o per una precedenza nonrispettata.Non è raro che proprio davanti al luogo più sacro si liberano energie rabbiose, rancori repressi, malumori incontrollati, soloper banali e futili motivi. L’atmosfera dell’ultima dimora,mai così vicina, riesce molto di rado a controllare un’esplosione diira, un conflitto di idee,un moto d’impazienza.La vicinanza al caro assente, sia pure così viva, difficilmente ci infonde sentimenti di pietà autentica, di tolleranza cristia-na, di rispetto del diverso, di pacifismo comportamentale, di riserbo educativo o di umiltà comprensiva. Ecco, qualche volta,ci vorrebbe una sollecitazione maggiore alle nostre coscienze perché la festa dei defunti si trasformi in una riflessionecostante sulle nostre azioni, sui nostri pensieri, soprattutto di fronte ad una realtà tristemente vissuta dai nostri cari a cuidedichiamo fiori, preghiere, dimenticando fortemente che ci hanno solo preceduto.

Diana De Angelis

LA FESTA DEI RICORDI

“Bussiamo alla porta”

La commemorazione dei defunti

La gestione della sala è stata affidata, dall’attuale parroco,don Vittorio Ferrara, a “Passione Educativa”. Si tratta di unacooperativa nata nello spirito del progetto Policoro, peraccogliere la sfida educativa lanciata dalla Chiesa italiana.

1327 ottobre - 3 novembre2012Il PonteIl Ponte Cultura“BIBLIOPRIDE 2012”, APERTURA STRAORDINARIA PER MOSTRARE I TESORI DELLA CULTURA

Anche ad Avellino, il 12 ottobre scorso,è stata celebrata la Giornata Nazionale

delle Biblioteche 2012, nota come“Bibliopride”. La manifestazione, che si èsvolta sotto un alto profilo culturale, havisto l’apertura straordinaria dellaBiblioteca Provinciale di Avellino “Scipionee Giulio Capone” al Corso Europa, fino atarda sera.Lo scopo di questa manifestazione è di far

conoscere al pubblico quello che unabiblioteca può custodire al suo interno.Infatti, la Giornata Nazionale delleBiblioteche ha consentito di esporre il“meglio” del materiale composto da libri,giornali ed altri oggetti facenti parte dellostesso settore.La biblioteca di Avellino vanta una raccoltadi materiale, costituito anche da donazio-ni, di inestimabile valore. Per tale circo-

stanza, la dirigenza dell’ente in questioneha esposto soltanto una minima parte diquello che custodisce da diversi decenni.La manifestazione si è svolta con visiteguidate, per consentire ai visitatori la sco-perta delle sale e del patrimonio documen-tale dell’intero complesso. Non sono man-cate letture di brani recitate da CarmineIannone con l’accompagnamento musica-le del maestro Verdiana Leone. Una “fetta”della manifestazione è stata riservata aibambini.Ad illustrare ai visitatori il materiale espo-sto sono state impiegate molte collabora-trici della biblioteca. Riteniamo opportunocitare parte del materiale esposto. SezionePeriodici: Lo Corpo de Napoli e lo Sebbeto(Napoli 3 gennaio 1867); L’Arlecchino:giornale comico politico di tutti i colori(Napoli 18 marzo 1848); Nuova serie diCapitan Fracasso, bollettino del buonumore (Napoli 21.11.1875); Il ciabattino:giornale umoristico (Napoli 12.12.1862);Corriere della Sera, Milano gennaio 1901 –aprile 1911); Gazzetta Piemontese (Torino1.1.1848). Responsabile: Anna Festa.

Raccolta Del Balzo: G. Verga, manoscrittocartaceo e carte sciolte (1880); Pro Patria;La rivista “Nuova Scienza”; Napoli e iNapoletani; I deciati (raccolta Del Balzo):Donazione Capone: I giardini - giornale diorticoltura (1854 – 1876); De SanctisGabriello: atlante corografico del Regnodelle due Sicilie (1843); Stella Benedetto:la lavorazione del tabacco. Responsabile:Raffaella Sessa. Sala Pironti: alcuni incu-naboli delle fine del ‘400; alcuni manoscrit-ti tra cui le Laude di Jacopone da Todi; libridel ‘500 e del ‘600, tra cui quelli diBellabona; vari testi del 1600 (SantaFilomena); autori contemporanei suimonumenti irpini.La manifestazione ha riscosso un enormesuccesso per la perfetta organizzazione.Per la piena riuscita dell’intera giornata vadato atto a Raffaella Testa; a LuigiPannicelli, documentario della biblioteca; aRoberto Pastena, direttore del settore cul-tura; alla responsabile della biblioteca,Marisa Anzalone ed alla società Mediateciche ha curato l’intera organizzazione.

Alfonso d’Andrea

Il 20 ottobre scorso, presso laCasa Comunale di Monteforte

Irpino, si è svolta una giornata diriflessione dal titolo" Il bello del-l'antica gioventù", organizzatadall'Assessorato alle PoliticheSociali e dai Volontari delServizio Civile di Monteforte. Il Sindaco De Stefano, il vicesin-daco Giordano, il direttore delDipartimento di Scienze Umane,Filosofiche e della Formazionedell'Università di Salerno, profes-sor Natale Ammaturo, il

Dirigente Scolastico dell'Istituto Comprensivo “S.Aurigemma” di Monteforte, Tullio Faia, ilSindaco di Mercogliano Carullo e l'Assessore alle Politiche Sociali, Istruzione e PariOpportunità, Dello Russo, hanno discusso sulla condizione sociale dell'anziano nell'attualesocietà complessa. L’incontro è stato moderato da Stefania Corrado (Servizio Civile Nazionale).Nel corso del dibattito si è posto l’accento, in modo particolare, sui tagli alla spesa pubblicamessi in atto dall’attuale Governo, che vanno a colpire il welfare, soprattutto le fasce debo-li, tra cui gli anziani.Le esigenze necessarie per sopravvivere in questi tempi vanno a gravare sulle famiglie, vistele ristrettezze che gli amministratori comunali stanno imponendo ai servizi rivolti al settoredel sociale. Durante l’incontro è emerso quanto, nel confronto sulle nuove povertà, ci sidebba ancora prendere cura delle persone e dei loro bisogni. Principio, questo, che va oltrela semplice concessione dei contributi, come definito dalla legge quadro nazionale. I servizi domiciliari, che già sono stati ridotti, coprono una già esigua parte delle crescentinecessità. Il carico e la responsabilità vanno a pesare soprattutto sulle famiglie composte soltanto daanziani o su quelle la cui rete parentale è ristretta. Qui sembra si possa ripetere con donMilani che non si possono fare parti uguali tra disuguali. Non basta distribuire le risorse inproporzione al reddito dell'assistito, ma bisogna tenere presente anche le relazioni che esi-stono attorno a chi unisce alla povertà la solitudine e l'abbandono, due mali che colpisconotutti quelli che, per motivi diversi dall'età, vivono isolati e non visti.Senza dimenticare che il “modello di sviluppo” a cui tenderebbe l’attuale Governo, rischie-rebbe di peggiorare la situazione, visto che non sarebbe più “socialmente sostenibile”.È stata allestista inoltre una mostra dal titolo: "Il Novecento attraverso usi e costumi", foto-grafie, abiti, giochi e accessori. Sono stati esposti dei lavori delle Scuole Primarie eSecondarie dal tema "Viaggiando con i nonni". Non è mancato anche l’intrattenimentomusicale eseguito dalla “Corale Monteforte” diretta da Anna Teresa Tamponi, dai ragazzidella Scuola Secondaria guidati dai docenti di educazione musicale Maurizio Severino,Giuliana Galasso, Cristiano Della Corte e Pasquale De Jesu e dalla band “Bruno e i suoiamici” con Bruno Marano (fisarmonica), Antonio Canonico (chitarra), Carmine di Somma(basso) e Michele Santulli (batteria).

Vittorio Della Sala

A MONTEFORTE IL BELLODELL’ANTICA GIOvENTu’

REDAzIONE CuLTuRA, SPORT E SPETTACOLI

COORDINATRICE Eleonora Davide

[email protected]

LA GIORNATA NAzIONALE DELLE BIBLIOTECHE AD AvELLINO

RICERCA SPIRITuALE NELLE OPEREDELL’ARTISTA GIuLIA APICE

Nella pittura di Giulia Apice siriscontra una forza spirituale, raf-

finata e densa di poesia. Spazia consvariate tematiche, passando condisinvoltura dai colori contrastanti efortemente densi ai toni “gentili”. Inperfetta sintonia con la sua sensibili-tà femminile, la Apice sceglie sempreattentamente le proprie rappresenta-zioni pittoriche, realizzate con moltaeleganza sia nella figura che nel pae-saggio. I temi che particolarmente lacoinvolgono sono ispirati alle marine,ai paesaggi e alle nature morte, nontralasciando quelli religiosi, come

l’opera dedicata a Giovanni Paolo II. La pittrice Apice sembra colloquiare con la natu-ra, trasmette i suoi sentimenti su tele dove i colori spaziano catturando l’attenzionedel fruitore, come nelle opere dedicate a Capri e a Ischia. Ritroviamo nei suoi dipintil’equilibrio e la compostezza della forma, l’armonia cromatica, la capacità di creareserene atmosfere quotidiane nei ridenti paesaggi marini e nella vivace policromia dellenature morte. La nostra artista ha chiaro dentro di sé il concetto dell’arte come valo-re universale fruibile da tutti ecco perché la sua pittura è come un libro aperto pertutti: ne leggi il luogo, le stagioni, il tempo che passa e che è passato, quel passatoche non riesce mai ad essere rimosso completamente e che ritorna come il motivostruggente di una vecchia canzone, colorando immagini sbiadite, illuminando spazinascosti nel profondo dell’anima. Anche la sua produzione poetica è davvero ricca diemozioni.. Le liriche attingono principalmente al mondo degli affetti familiari e anchea tematiche sociali. Sentimenti, delusioni, speranze si condensano nel ciclo della vitafamiliare, a cui l’autrice sembra quasi aggrapparsi per evitare il senso di disorienta-mento in una società che progredisce in tutto tranne che nei rapporti affettivi. Il suomondo poetico esprime grande capacità nel raccontare realtà e tematiche che coin-volgono amore e sentimenti dettati dall’anima. Con sfumature sottili, ci rivela la suavita di esperienze vissute e sognate con la sofferenza di una femminilità estremamen-te sensibile ad aprire il suo animo, qualche volta non compreso e sincero. Giulia Apiceha raccontato in versi la sua esperienza di donna, con sensibilità si è guardata intor-no mettendo in risalto l’aspetto sociale e morale della condizione umana, riferita spe-cialmente a coloro che soffrono e rappresentano la parte debole della società.

Grazia De Girolamo

La dottoressa Stefania Corrado

Il professorNatale Ammaturo

14 27 ottobre - 3 novembre 2012 Il PonteIl Ponte

Passa... Tempo

Soluzione della settimana precedente

PIAzzA DEL POPOLO - uN TuFFO NEL PASSATO - di Antonietta Urciuoli

ACCADDE IN PIAZZA DEL POPOLOIl sisma del 23 novembre 1980 cancellò del tutto Piazza del Popolo. Con questa nuovarubrica, intendiamo rievocare il ricordo di questa piazza con “Un tuffo nel passato”, nellasperanza che tanti avellinesi, nel rivedere i luoghi della propria infanzia, possano rivivereil proprio ieri, per ritrovare gli intramontabili valori del loro vissuto e della loro terra.

In Piazza del Popolo ne accadevano di cotte e di crude: nell’estate del 1941 due donne litigarono e igiornali dell’epoca parlarono di un dramma di gelosia.Riportarono tale notizia: “Isabella ha vibrato tremendi colpi di rasoio alla gola di Rosa perché, secon-do lei, se la intendeva da tempo col marito…. Ricoverata d’urgenza all’ospedale civile (in via SetteDolori), è stata prontamente soccorsa dal sanitario di guardia, camerata Salvatore Ianuario, che haproceduto alla difficile sutura della tremenda ferita”.Spettatore del dramma fu il dottore Vincenzo Paolo Iandoli, a quei tempi studente del secondo annodi Medicina che, mentre stava in Piazza del Popolo, precisamente sul portone di casa sua, curiosan-do sul mercato, vide le donne litigare.Una delle due colpì l’altra con colpi di rasoio, provocandole una ferita alla regione latero- cervicale sini-stra. La gente che si era avvicinata per separarle, si ritrovò a dover soccorrere la donna colpita che

perdeva sangue e spaventata gridava per la paura e per il dolore.Chiudete per un attimo gli occhi e pensate al mercato di Piazza del Popolo e alla scena descritta minu-ziosamente dal testimone. La donna ferita che grida, i soccorritori che le mettono un fazzoletto al colloper tamponare la fuoriuscita del sangue e un codazzo di uomini, donne e ragazzi che attraversano ilVicolo della Neve e corrono tutti insieme fino all’ Ospedale. Non vi sembra la scena di un film o diuna sceneggiata napoletana? Al mercato, durante gli anni, ci sono tanti vari incidenti di percorso; nel-l’anno 1967 - mi racconta il dipendente comunale della nostra città, Raffaele De Pascale - un matti-no si andò alla ricerca di un pezzo di orecchio. Tutti si attivarono nella ricerca e, dopo alcune ore, furitrovato per terra e fu portato da un volontario ai medici del Moscati. Vi chiederete che cosa fosseaccaduto? L’ultraottantenne Raffaele ricorda il litigio che c’era stato tra un giovane che doveva sca-ricare la merce e una commerciante. Quest’ultima gli aveva detto di togliere il furgone che le impe-diva di vendere la merce che aveva esposto; il giovane, incurante della richiesta, cominciò a scarica-re. La furia della donna fu tale che alle parole si passò alle mani, poi con un morso, un pezzo di orec-chio fu staccato e il giovane fu immediatamente soccorso. Come sempre, anche quel giorno, com-mercianti e clienti giocarono al lotto e tutti aspettarono le estrazioni sperando in una vincita.

Rubriche

L'Ente Provinciale per il Turismo di Avellino presen-ta: “Rocche, Fortezze e Castelli in Irpinia” immagi-

ni come appunti di viaggio. Percorso fotografico trastoria, natura e fedeIn un momento in cui è sempre più acceso il dibatti-to tra cultura e sviluppo economico, l’Ente Provincialeper il Turismo di Avellino si fa promotore della mostrafotografica dedicata ai castelli irpini: una terra tutta dascoprire, ricca di storia, cultura, tradizioni e bellezzenaturali.Dal 6 al 13 novembre 2012, per iniziativa dell’EPT diAvellino, sarà esposta a Bari, presso la Sala Angioinadel Castello Svevo, la mostra fotografica “Rocche,Fortezze e Castelli in Irpinia” immagini come appuntidi viaggio. Percorso fotografico tra storia, natura efede. Le pregevoli foto sono state realizzate daGiuseppe Ottaiano. In Irpinia i siti di incastellamentocostituiscono un patrimonio inestimabile con oltre 70tra manieri, torri e borghi fortificati, dislocati su unasuperficie di appena 2.791 Kmq. La Mostra fotografi-ca – che rientra nell’ambito di un progetto di promo-zione extra regionale delle Terre d’Irpinia – presentaal pubblico una selezione delle oltre 120 immagini checompongono un ampio reportage fotografico, il cuiobiettivo è quello di proporre i manieri irpini in qualitàdi forti attrattori turistici, tramite privilegiato tra il ter-ritorio e il visitatore. Attraverso le vicende che lungo isecoli hanno interessato i Castelli, si svelano infattianche tutte le altre preziose risorse dell’Irpinia, qualiarte, cultura e tradizioni, senza dimenticare le tipicitàeno-gastronomiche locali, che potranno essere degu-state durante la cerimonia di inaugurazione che si

terrà martedì 6 novembre alle ore 12,00 presso laSala Angioina del Castello Svevo di Bari.Con questa iniziativa l’EPT di Avellino intende consoli-dare un’azione di valorizzazione extra regionale delterritorio irpino, ricco di bellezze naturali, di luoghidella storia e numerosi monumenti di epoca medioe-vale, nonché di santuari, abbazie e basiliche che testi-moniano la profonda religiosità di queste terre.

www.eptavellino.it Vittorio Della Sala

L’IRPINIA IN MOSTRA A BARI

L’INTERNAuTA - Guida al web

1527 ottobre - 3 novembre 2012Il PonteIl Ponte Rubriche

Numeri utiliEmergenza Sanitaria 118Vigili del fuoco 115Carabinieri 112Polizia 113Guardia di Finanza 117Guardia medica Avellino 0825292013/0825292015Ariano Irpino 0825871583Segnalazione GuastiEnel 8003500Alto Calore Servizi 3486928956Sidigas Avellino 082539019Ariano Irpino 0825445544Napoletana Gas 80055300

Farmacie di Turno

città di Avellino

servizio notturno

Farmacia TulimieroVia Circumvallazione

servizio continuativo

Farmacia FioreVia Perrottelli

sabato pomeriggio e festivi

Farmacia CardilloVia Due Principati

Il primo Sabato di ogni mese adorazione Eucaristica

notturna presso la Chiesa delle Oblate di Avellino

inizio ore 21,00 santa messa ore 24,00

ORARIO SANTE MESSE PARROCCHIE DI AvELLINO

a cura di Fabrizio Gambale

CHIESA ORARIO

Cuore Immacolato della B.V.Maria Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

Maria SS.ma di Montevergine Festive: 09.00, 11.00Feriali:17.00 (18.00)

S. Alfonso Maria dei Liguori Festive: 08.00, 11.00Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

S. Ciro Festive: 08.00, 10.00, 11.00, 12.30, 18.00 (19.00)Feriali: 08.30(est.), 9.00 (inv.), 18.00 (19.00)

Chiesa S. Maria del Roseto Festive: 09.00, 11.00Feriali: 18.00

S. Francesco d'Assisi Festive: 08.30, 11.00Feriali:18.00 (19.00)

S. Maria Assunta C/o Cattedrale Festive: 08.00, 10.00, 12.30, 18.00 (18.30)Feriali:18.00 (18.30)

Chiesa dell'Adorazione perpetua

(Oblate)

Festive: 09.00, 11.30 Feriali: 09.00, 19.30 (19.00)

San Francesco Saverio (S.Rita) Festive: 11.00 Feriali: 09.00

Santa Maria del Rifugio (Sant'Anna) Venerdì ore 10.00

S. Maria delle Grazie Festive: 08.30, 10.00, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 07.30, 18.00 (19.00)

S. Maria di Costantinopoli Festive: 12.00Feriali: 17.30 (18.30)

SS.ma Trinità dei Poveri Festive: 09.00, 11.00, Feriali:18.00 (19.00)

SS.mo Rosario Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 19.00Feriali: 08.00, 10.30, 19.00

Chiesa Santo Spirito Festive: 09.00

Chiesa S. Antonio Feriali: 07.30Festive: 11.30

Fraz. ValleS. Maria Assunta in Cielo

Festive: 10.00 (centro caritas), 11.30(Feriali:18.00 (19.00)

Rione Parco Festive: 10.30

Chiesa Immacolata Festive: 12.00

Contrada Bagnoli Festive: 11.00

Ospedale San Giuseppe MoscatiCittà Ospedaliera

Festive: 10.00 Feriali: 17.00

Clinica Malzoni Festive: 08.00Feriali: 07.30

Villa Ester Festive: 09.00Feriali: 07.00

Casa Riposo Rubilli (V. Italia) Festive: 09.30Feriali: 09.00

Casa Riposo Rubilli (ctr S. Tommaso) Festive: 10.00Feriali: 08.00

Cimitero Festive: 10.00, 16.00 (17.00)

B A S K E T(A CURA DELLA REDAZIONE SPORTIVA)

Cancellata con una sonora sconfitta la buonaprova offerta contro l’Armani Milano nellagara precedente, la SIDIGAS Avellino, infatti,è uscita battuta, domenica scorsa, con il pun-teggio di 94 a 83 dal parquet di Cremona daparte della squadra locale della VANOLI.Alla squadra irpina è mancata quella difesa soli-da messa in campo sette giorni prima che è statal’arma vincente per battere, appunto,

l’Armani, e che ha concesso 94 punti alla Vanoli che ha uno dei peggiori attacchi di tutto il cam-pionato.Se la gara di domenica doveva essere il banco di prova per decidere se l’effettiva forza della SIDIGASera quella espressa con il Montegranaro, dove si è vista una squadra opaca oppure quella espressacontro Milano, dove, viceversa, si è vista una squadra brillante, ebbene la prova fa pendere la bilan-cia più verso la prestazione negativa delle tre settimane precedenti.Nella SIDIGAS le individualità ci sono, bene Dragovic, Richardson ed Ebi, ma manca ancora unoschema di gioco che pecca soprattutto in cabina di regia che esalti le potenzialità dei cestisti irpini chenon mancano. Coach Valli, nel dopopartita, ha detto che la prova della SIDIGAS è stata comunque discreta, ma chesono mancate quelle energie finali, anche per le scarse rotazioni, che ha visto soffrire la squadra negliultimi due quarti e, quindi, soccombere. Mancavano all’appello ancora due valide pedine nello scac-chiere biancoverde, Hardy, la cui situazione di cartellino si è complicata, e Johnson, reduce dal luttofamiliare che l’ha colpito.Ora bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare intensamente per affrontare i prossimi impegni: quel-lo imminente di domani che vede impegnata la SIDIGAS contro la SAIE3 Bologna, roster divalore. Si è fiduciosi che la squadra possa ritrovare l’orgoglio di sempre e sfoderare un’altra presta-zione brillante per aggiudicarsi il match e guardare con più ottimismo al prosieguo del campionato,che non si è ancora delineato bene nei suoi valori.

ECOFLASH NEWS di Davide Martone

CELLE FOTOvOLTAICHE ORGANICHE E E-READER

un'idea britannica per l'alimentazionee la ricarica dei dispositivi portatili

Abbiamo recentemente accennato al problema della ricarica e l'alimenta-zione dei dispositivi elettronici utilizzati in ambiente domestico con l'ausi-

lio di celle fotovoltaiche. Un problema legato sostanzialmente ai costi dellamanodopera necessaria alla realizzazione di celle di piccole dimensioni e abasso voltaggio. Un'idea interessante arriva questa volta dall'Università diWarwick, Gran Bretagna, che, in collaborazione con il gruppo Molecular Solar,ha realizzato una cella fotovoltaica organica che sarebbe in grado di genera-re una tensione sufficiente a ricaricare delle batterie a ioni di litio, ovvero quel-

le che alimentano dispositivi portatili come gli e-reader (fonte: greenstyle.it del 12 ottobre). Questi ultimi sarebbero, in particolare, gli oggetti principali su cui le celle andranno ad agire,essendosi rivelate molto efficienti anche in condizioni di scarsa luminosità. Basti pensare agliambienti come il soggiorno di casa oppure una zona studio, dove di solito si lavora o legge aluce soffusa o comunque con un'illuminazione non altissima.A questa novità va ad aggiungersi il vantaggio che in prospettiva potrebbero avere questi tipidi cella. Quello di essere molto economiche, leggere e compatibili con substrati flessibili. Il chele renderebbe competitive sul mercato, in quanto potrebbero essere applicate su molte super-fici di dispositivi portatili. “Un piccolo e leggero caricabatterie solare – ci spiega Tim Jones, ricercatore che ha preso parteal progetto – non più grande di una carta di credito può essere montato sulla batteria di uneBook reader, ad esempio, e ricaricare costantemente il dispositivo mentre si sta leggendo. Inalternativa, questo tipo di cella solare può essere ideale per gli usi all’esterno, in quanto è leg-gera e portatile.”Il problema principale riscontrato nella realizzazione delle celle era stato sino ad ora la bassapotenza in uscita. Cosa che avrebbe potuto limitarne le potenzialità, ma che è stata brillante-mente risolta con la realizzazione di celle con la potenza di 7 volt, che eccede i 4,2 volt solita-mente necessari alla ricarica di batterie al litio. Sembra, quindi, che il prototipo aspetti soltan-to di essere spinto verso il test finale, ovvero quello della messa sul mercato, in modo da capi-re se le sue potenzialità potranno essere davvero fruttifere o resteranno soltanto un esperi-mento di laboratorio ben riuscito.

LAUREA SANDULLOIl 22 ottobre ha conseguito, con il massimo dei voti e la lode, la laurea in architet-tura presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”,

SALVATORE SANDULLOLa tesi sperimentale discussa è stata “Sviluppo storico ed urbanistico del Comunedi Avellino”. Relatore il Prof. Arch. Maria Perone.Al neo dottore giungano gli auguri più cari e un “ad maiora” dalla moglie AvvocatoElisabetta Iannaccone, dai figlioletti Chiara e Giuseppe, dalla madre Giuseppa Corrado,dal fratello Michele, dai suoceri Franco Iannaccone e Maria Carbone, dalla cognataGiuliana con il fidanzato Luigi.Auguri e felicitazioni anche da parte della Direzione e Redazione de “IL PONTE”.

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LAUREA BORGHIIl 19 ottobre si è laureata presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturalidell’Università degli Studi del Sannio di Benevento, la signorina Giovanna Borghicon la tesi di Laurea in Fisiologia Generale dal titolo: “Proteine morfogeneti-che dell’osso”, relatore Professore Goglia Fernando. Alla neo dottoressa e aifamiliari, in particolare al padre Diacono Raffaele, giungano gli auguri della Direzionee Redazione de “IL PONTE”.

LLIIEETTEE NNOOTTIIZZIIEE

16 27 ottobre - 3 novembre 2012 Il PonteIl Ponte