il web 2.0

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Indice

1. Introduzione Pag. 2

2. Cos’è il Web 2.0? Pag. 32.1 Le tecnologie Pag. 52.2 Gli strumenti del Web 2.0 Pag. 62.3 Il futuro: il Web 3.0 Pag. 9

3. La coda lunga Pag. 10

4. Marketing Pag. 124.1 Il marketing bancario Pag. 13

5. Il marketing non convenzionale Pag. 155.1 I problemi del marketing classico Pag. 155.2 Il marketing virale Pag. 165.3 Il viral marketing Pag. 175.4 Il guerrilla marketing Pag. 185.5 Il product placement Pag. 19

6. Il Futurismo Pag. 216.1 Aldo Palazzeschi – E lasciatemi divertire! Pag. 236.2 Analisi del testo Pag. 26

7. La privacy Pag. 277.1 La privacy nella Costituzione Pag. 27

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1 - Introduzione

Se dovessimo restare al passo con tutte le novità e gli approcci alternativi dell’uso dello strumento internet che quotidianamente ci vengono proposti sarebbe una battaglia persa in partenza. Vi sono però degli aspetti particolarmente importanti, tra cui il Web 2.0, che stanno prendendo sempre più autorità e penso che ignorarli non sarebbe un comportamento responsabile.È bene chiarire fin dall’inizio che vi è tutt’ora un dibattito aperto sul tema del Web 2.0, tra chi propone definizioni sempre più articolate e chi invece pensa sia soltanto uno slogan pubblicitario. Si parla spesso di Web 2.0 o si fa riferimento ad esso senza conoscerne il reale significato.Questa mia opera non vuole quindi pretendere di essere completa ed esaustiva ma vuole piuttosto portare un po’ di chiarezza su un argomento che non è stato ancora inquadrato completamente.Penso che il cambiamento sia innegabile. Navigando su internet per informarmi sull’argomento ho capito che è cambiato veramente qualcosa nel modo di produrre informazioni ma soprattutto nella mentalità degli utenti.Tutte le fonti che ho consultato per affrontare l’argomento sono rintracciabili su internet e, anzi, derivano da strumenti tipici del Web 2.0.Una volta chiarito il concetto di Web 2.0 andremo ad analizzare i cambiamenti che sta portando nei modelli economici con la long tail.Si passerà poi al marketing classico con due argomenti trattati quest’anno (marketing per inglese e il marketing bancario per economia aziendale) e alle nuove frontiere del marketing non convenzionale.Di letteratura ho pensato di collegare il futurismo in quanto esaltazione della macchina e delle nuove tecnologie.Infine dato che queste nuove tecnologie comportano anche dei rischi, soprattutto strumenti come i social network nei quali la gente immette tantissime informazioni personali anche troppo ingenuamente, analizzerò il concetto di privacy e gli articoli della Costituzioni che la tutelano.

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2 - Cos'è il Web 2.0?

Il Web 2.0 è certamente uno di quei fenomeni che sta sempre più entrando a far parte della nostra attività quotidiana sulla rete. Probabilmente siamo utilizzatori di alcuni aspetti e servizi che maggiormente lo caratterizzano e non ne siamo consci. Vale però la pena di soffermarsi e riflettere su che cosa significhi questo termine.

Non è facile dare una definizione di Web 2.0, lo stesso Tim O’Reilly (fondatore dell’O’Reilly Media, casa editrice specializzata in testi informatici) che ha fondato il termine nel 2004 ha dato in due anni tre definizioni diverse.

Web 2.0 non è un software specifico, né un marchio registrato dai Microsoft, ma un insieme di approcci per usare la Rete in modo nuovo e innovativo, ponendo al centro i contenuti, le informazioni, l’interazione.

Il Web 2.0 si riferisce alle tecnologie che permettono ai dati di diventare indipendenti dalla persona che li produce o dal sito in cui sono creati. L'informazione può essere suddivisa in unità che viaggiano liberamente da un sito all'altro, spesso in modi che il produttore non aveva previsto o inteso.

Questo permette agli utenti di prendere informazioni da diversi siti simultaneamente e di distribuirle sui propri siti per nuovi scopi; trasforma gli utenti da utilizzatori passivi ad autori attivi di contenuti, messi a disposizione di chiunque si affacci su Internet, indipendentemente dal dispositivo che utilizza.

Non si tratta di derubare gli altri del loro lavoro per il proprio profitto. Anzi, il Web 2.0 è un prodotto open-source, il cui codice sorgente è reso pubblico su Internet affinché possa essere messo alla prova e migliorato. Il filo conduttore è, dunque, una nuova filosofia all’insegna della collaborazione.

Da un punto di vista strettamente tecnologico, il Web 2.0 è del tutto equivalente al Web 1.0, in quanto l'infrastruttura di rete continua ad essere costituita da TCP/IP e HTTP e l'ipertesto è ancora il concetto base delle relazioni tra i contenuti. La differenza, più che altro, sta nell'approccio con il quale gli utenti si rivolgono al Web, che passa fondamentalmente dalla semplice consultazione (seppure supportata da efficienti strumenti di ricerca, selezione e aggregazione) alla possibilità di contribuire popolando e alimentando il Web con propri contenuti.

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Quali sono i numeri del Web 2.0?

20.000 sono i video caricati e condivisi ogni giorno in YouTube. 150.000.000 sono le fotografie condivise in flickR. 120.000.000 sono i blog indicizzati da Technorati. 100.000.000 gli utenti in MySpace, lo spazio virtuale di aggregazione più famoso del

mondo. 1.000.000 di utenti che "hanno vissuto una vita parallela" ...in Second Life.

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2.1 - Le tecnologie

Alla base di questo cambiamento ci sono delle nuove tecnologie come:

XML

AJAX

RSS

OPEN-API

L’XML è un linguaggio che affianca e sta sostituendo l’HTML nella creazione dei siti web: mentre Html definisce sia i dati che la loro rappresentazione (per esempio un articolo con titolo di dimensione 20 in grassetto blu, testo nero di dimensione 12 scritto in un altro carattere, ecc…) XML crea documenti che riportano il solo contenuto del testo senza nessun tipo di formattazione, ma assegnando delle etichette che descrivono le varie parti del contenuto in base alla loro funzione (per esempio per il titolo, il corpo del testo, ecc…), rendendo così possibile esportarle in altri contesti (un’altra pagina web ma anche un database, un file di Office, ecc…) che riconosceranno le varie parti del documento e potranno assegnargli qualsiasi altro tipo di formattazione desiderato.  

L’Ajax rende invece molto più veloce la navigazione in web facendo in modo che al nostro click non sia ricaricata tutta la pagina web ma solamente le parti della pagina abbiamo richiesto e non sono al momento presenti: lo sfondo, il menù e altri oggetti già presenti non saranno ricaricati mentre sarà richiesta al server solo il prossimo testo da visualizzare o la prossima immagine.   L’Rss è un protocollo che permette di ricevere i cambiamenti di un sito senza dover visitarlo ogni volta per vedere se c’è qualcosa di nuovo. Basta semplicemente iscriversi al Feed Rss del sito e non appena saranno inseriti nuovi contenuti potremo visualizzarli comodamente usando un sito comunemente detto Reader, se quel contenuto ci interessa visiteremo il sito da cui proviene.   Le Open-Api sono invece la tendenza a rendere pubbliche su internet alcune funzioni di programmazione in modo che chiunque possa utilizzarle per creare nuovi prodotti. In questo modo tutti possono prendere degli strumenti resi pubblici dai fruitori di servizi e creare delle nuove applicazioni o anche fondere diversi servizi creando i Mash-up. Ad esempio incrociando Google Maps con un’agenzia immobiliare si può creare un sito con il quale i potenziali acquirenti possono vedere le foto e la posizione della loro prossima casa.

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2.2 - Gli strumenti del Web 2.0

Come si può facilmente capire, il centro Web 2.0 è la trasformazione del vecchio client a un nuovo soggetto definito prosumer: vale a dire colui che non solo consulta i dati disponibili sulla rete ma si occupa anche di creare contenuto (magari non sempre ex novo ma ‘remixando’ qualcosa di già esistente).

Il Web 2.0 non è altro che la realizzazione di quello che i padri del web avevano in mente originariamente: un mezzo di comunicazione individuale e democratico, dove chiunque può avere accesso non solo come fruitore delle informazioni ma appunto anche come produttore di contenuti.

Gli strumenti più diffusi del Web 2.0 possono essere così riassunte:

Blog

Social Network

Wiki

Social Bookmarking

Podcasting

I blog (diminutivo di web-log) sono è un sito internet, generalmente gestito da una persona o da un ente, detto blogger, il quale pubblica più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i propri pensieri, opinioni riflessioni, considerazioni, ed altro, assieme, eventualmente, ad altre tipologie di materiale elettronico come immagini o video. I blog per le loro peculiarità sono il “fiore all’occhiello” del Web 2.0: per pubblicare un blog non serve assolutamente conoscere il linguaggio html, chiunque disponga di una connessione internet può benissimo pubblicare un testo o altro nel web senza dover conoscere il codice. Se prima le comunità web erano in stragrande maggioranza costituite da esperti informatici, oggi la situazione è completamente ribaltata. A farla da padroni sui blog sono scrittori, giornalisti, artisti o comunque "animi sensibili" con una preparazione informatica non particolarmente elevata.Non solo ma quel testo può essere anche commentato dagli altri utenti: aumentano quindi le informazioni che si possono ricavare da quel contenuto (le opinioni che ha la gente ha a riguardo); quel contenuto può infine essere copiato in altri blog o siti e integrato con altre informazioni, come ad esempio un video, che lo renderà ancora più completo

Un social network, come traduzione inglese del termine rete sociale, indica un insieme di individui che sono collegati tra loro da un qualche tipo di relazione (familiare, un rapporto di

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lavoro, etc.), che condividono interessi e che sono interessate a collaborare e condividere idee e informazioni, mentre dall’altra la sua accezione inglese viene utilizzata nell’ambito del web per indicare i siti che rendono possibile la creazione di una rete sociale virtuale, ovvero che semplificano la nascita e il mantenimento dei legami.Per entrare a far parte di un social network è semplicemente necessario creare un proprio profilo personale, inserendo informazioni di contatto, ma anche interessi personali, amicizie ed esperienze di lavoro passate. È possibile poi allargare la propria rete sociale invitando gli amici e i collaboratori a farne parte, e cercare nella rete persone con interessi affini o con le competenze necessarie per risolvere un certo problema, e condividere con queste persone qualsiasi tipo di informazione. Diventa quindi possibile costituire delle community tematiche in base alle proprie passione e aree di business, aggregando ad esse altri utenti e stringendo contatti di amicizia ed affari.   Un wiki è un sito Web (o comunque una collezione di documenti ipertestuali) che può essere modificato o aggiornato dai suoi utilizzatori e i cui contenuti sono sviluppati in collaborazione da tutti coloro che vi hanno accesso. La modifica dei contenuti è aperta, nel senso che il testo può essere modificato da tutti gli utenti (a volte soltanto se registrati, altre volte anche anonimi) procedendo non solo per aggiunte, ma anche cambiando e cancellando ciò che hanno scritto gli autori precedenti. Ogni modifica è registrata in una cronologia che permette in caso di necessità di riportare il testo alla versione precedente; lo scopo è quello di condividere, scambiare, immagazzinare e ottimizzare la conoscenza in modo collaborativo. Il termine wiki indica anche il software collaborativo utilizzato per creare il sito web. Una caratteristica distintiva della tecnologia wiki è la facilità con cui le pagine possono essere create e aggiornate. Generalmente, non esiste una verifica preventiva sulle modifiche, e la maggior parte dei wiki è aperta a tutti gli utenti o almeno a tutti quelli che hanno accesso al server wiki. In effetti, perfino la registrazione di un account utente non è sempre richiesta.

Il social bookmarking è un servizio dove vengono resi disponibili elenchi di segnalibri (bookmark) creati dagli utenti. Questi elenchi sono liberamente consultabili e condivisibili con gli altri utenti appartenenti alla stessa comunità virtuale.

I siti di social bookmarking organizzano il loro contenuto tramite l'uso di tag (etichette, categorie). La popolarità di questi siti è in costante crescita, in quanto sono uno strumento facile e intuitivo per individuare, classificare, ordinare e condividere le risorse Internet attraverso la pratica dell'etichettatura e categorizzazione (tagging). Ulteriori risultati possono essere ottenuti raggruppando insieme più tag.

Questo sistema gode di numerosi vantaggi rispetto ai tradizionali software per la localizzazione e la classificazione automatizzata di risorse Internet quali, ad esempio, i motori di ricerca. Nei sistemi di social bookmarking la classificazione di risorse si basa su etichette (tag) create da esseri umani, che "comprendono" il contenuto del sito catalogato, all'opposto

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di quanto avviene con un software che "cerca di comprendere" il significato di una risorsa per mezzo di un algoritmo. Il social bookmarking introduce il concetto di etichette (tag) classificate "semanticamente", una possibilità ancora assente negli attuali motori di ricerca.   Un podcast è perciò un file (generalmente audio o video), messo a disposizione su Internet per chiunque si abboni ad una trasmissione periodica e scaricabile automaticamente da un apposito programma, chiamato aggregatore, e si basa sui feed RSS. Un podcast funziona alla stregua di un abbonamento ad una pubblicazione periodica, utilizzando una metafora: il supporto connesso ad internet è la cassetta postale, il client è il postino, e il fornitore di podcast è la casa editrice. L'abbonato riceve regolarmente le pubblicazioni, e può ascoltarle o vederle nella modalità e nei tempi che gli sono più congeniali. 

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2.3 - Il futuro: il Web 3.0

Il termine Web 3.0 racchiude in sé una serie di significati diversi volti a descrivere l'evoluzione dell'utilizzo del Web e l'interazione fra gli innumerevoli percorsi evolutivi possibili tra cui il Web semantico e il Web 3D.   Oggi, ad eccezione dei link, che stabiliscono una connessione diretta tra documenti, il modo migliore per esplorare il Web è rappresentato dall’utilizzo dei motori di ricerca tramite l’inserimento di parole chiave. Tuttavia, esistono diversi limiti associati al loro impiego, tra cui un alto numero di risultati restituiti, una forte dipendenza di questi dalle parole usate nella ricerca, e la restituzione di singole pagine Web o singoli documenti.Insomma, i collegamenti che siamo finora in grado di stabilire sono solo sintattici e non collegamenti che comprendano il significato di quanto si sta cercando. Il calcolatore non è in grado di interpretare il senso del documento e quindi restituire informazioni realmente utili per l’utente.Il Web semantico permetterebbe l’organizzazione delle informazioni in spazi concettuali strettamente collegati al loro significato, la sostituzione delle parole chiave con un sistema di domande e risposte formulate in modo naturale, lo sviluppo di tools automatici che si occupano della manutenzione della conoscenza, effettuando controlli sulla presenza di possibili inconsistenze ed estraendo nuove informazioni, e di effettuare un controllo incrociato su più documenti.

La visione della futura ragnatela ha, però, anche altre interpretazioni, come quella del Web 3D. Infatti, se la rivoluzione del Web 2.0 è stata caratterizzata dalla possibilità per l'utente di una partecipazione attiva nella produzione dei contenuti e, di conseguenza, la possibilità di una interazione bidirezionale con i mass media, Il passo successivo potrebbe essere quello di un coinvolgimento totale dell'utente in un mondo virtuale. E’ per questo motivo che sempre più spesso sentiamo parlare di realtà come Second Life: si potrebbero aprire nuovi modi di connettersi e di collaborare utilizzando spazi 3D condivisi. Si aprirebbe la possibilità di una rete navigabile come fosse una città percorsa da strade, con la capacità di esplorare negozi o fare un giro in una capitale europea senza allontanarsi dal proprio computer.

Come si evince da queste visioni, il Web 3.0 al momento non è niente di più di un incontro/scontro di idee che hanno comunque un loro studio alle spalle. Molte compagnie, come HP, Yahoo o Radar Network, stanno adottando ufficialmente gli standard del web semantico. Google e Microsoft stanno facendo importanti investimenti nel web 3D. Naturalmente nessuno conosce come sarà la tecnologia 3.0, ma viene spontaneo, trovandoci partecipi dei rischi e dei benefici portati dal Web 2.0, domandarci quali siano i suoi sviluppi futuri e i risvolti nel contesto in cui viviamo.    

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3 - La Coda Lunga

L'espressione coda lunga, in inglese The Long Tail, è stata coniata da Chris Anderson in un articolo dell'ottobre 2004 apparso su «Wired Magazine» per descrivere alcuni modelli economici e commerciali come ad esempio Amazon.com, che si occupa della vendita al dettaglio. Essa non è altro che la curva statistica della distribuzione della ricchezza di Pareto in cui l’economista italiano aveva descritto l’ineguale ripartizione della ricchezza secondo la regola dell’80/20 (il 20% dei prodotti genera l’80% delle vendite, e di solito il 100% dei profitti). Questa curva rappresenta la curva di domanda standard che può essere applicata a qualsiasi tipo di industria. La parte rossa della curva, popolazione ad alta frequenza o ampiezza, rappresenta i mercati di massa, mentre la parte gialla del grafico si riferisce alla coda lunga, popolazione a bassa ampiezza, che rappresenta il mercato delle nuove nicchie.

Anderson sostiene che i prodotti a bassa richiesta o con ridotti volumi di vendita possono collettivamente occupare una quota di mercato equivalente o superiore a quella dei pochi bestseller o blockbuster, se il punto vendita o il canale di distribuzione sono abbastanza grandi. La regola dell’80/20, quindi, potrebbe sparire.La tradizionale economia di vendita al dettaglio impone che i negozi abbiano solo i prodotti di massa, poiché lo spazio di esposizione è limitato. Ma i venditori online, (da Amazon ad iTunes) possono virtualmente immagazzinare tutto, e il numero dei prodotti di nicchia reperibili supera quello dei prodotti di massa di parecchi ordini di grandezza. In sostanza, anche se continuiamo ad essere ossessionati dalle hit, questi non rappresentano più la forza economica di un tempo, ma competono con un numero infinito di mercati di nicchia, di ogni dimensione e i consumatori sono sempre più favorevoli a quello con la maggiore scelta. L’unica grande area di crescita è il web, ma è un grande mare con milioni di destinazioni, ognuna delle quali si sottrae alla logica convenzionale dei media e del marketing.Pensiamo ad esempio ad iTunes Store, che vende musica e podcast: la società ha la possibilità di contenere e vendere un numero molto elevato di brani musicali in quanto non costituiscono altro che bit all’interno di un database pressoché senza costi di magazzino e consegna. E’ possibile che più questa aggiunga nuovi titoli alle proprie raccolte, surclassando gli inventari della maggior parte dei negozi di dischi e addentrandosi nel mondo delle nicchie e delle sottoculture, più riesca a vendere. Naturalmente le canzoni non vendono in grandi quantità,

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ma quasi tutte vendono almeno qualche copia e, grazie ai costi ridotti, tutte quelle “monovendite” e “bivendite” danno ugualmente i loro frutti.Infatti, quando ai consumatori vengono offerte infinite scelte, si rivela la vera domanda ed essa risulta meno di massa di quel che si pensa. Naturalmente, questa massa di nicchie è sempre esistita; adesso, però, che i costi per raggiungerla stanno precipitando, è diventata una forza culturale ed economica con cui dobbiamo fare i conti. La gente sceglie le nicchie perché soddisfano meglio gli interessi specifici. Tutti, in un aspetto o in un altro della nostra vita, coltiviamo interessi ristretti. Il punto chiave nella nuova economia basata sulla Long Tail è che, in teoria, ciascuno può avere un pubblico. La Long Tail, infatti, non diventa mai zero. Per quanto noi possiamo allontanarci dai prodotti più venduti spostandoci verso quelli meno popolari, esisterà sempre qualcuno disposto ad acquistarne uno. La coda lunga permette un’espansione di generi e stili differenti e un’analoga esplosione di nicchie di pubblico che ruotano attorno ad essi. Liberi dai limiti derivanti dallo spazio fisico, beni e servizi di nicchia possono essere economicamente attraenti allo stesso modo di quelli di massa. In altre parole, piccoli mercati, che presi individualmente non vendono abbastanza bene attraverso la vendita tradizionale al dettaglio e la distribuzione delle emittenti, possono finalmente rivaleggiare con il grande mercato.Molte delle aziende internet devono il loro successo allo sfruttamento del principio della coda lunga nel loro modello economico. Tra le grandi compagnie spiccano eBay (aste), Yahoo! E Google (motori di ricerca), Amazon (vendita al dettaglio) e iTunes Store (musica e podcast).

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4 - Marketing

Marketing is the process of identifying costumers’ needs and satisfying those needs at a profit. Successful marketing means:

Having the right product On sale in the right place At the right price In the right package Using the right promotion

In the past businesses were product-oriented. Manufacturers designed a product and then tried to sell it at a profit. Today businesses have become more market-oriented, which means they study the market to find out what costumers want and then they design their products to satisfy consumers’ preferences.

Market researchThe process of collecting and analysing information about costumers’ preferences it’s called market research.There are three categories of market research:

Desk research: uses data which has already been collected (for example government statistics);

Field research: involves collecting new data through questionnaires, interviews etc.; Electronic research: uses technology to provide instant field research

Market research helps company in its decision-making process but has some limitation: markets change very quickly and people do not always tell the truth or may change their minds.

Market segmentationA market contains all the costumers or businesses that might be interested in a product. Most companies subdivide the market into groups or segments that have similar characteristics.Each of these market segments can be target by offering products that are priced, distributed and promoted differently.The target market is the market segmentation chosen by the company to focus on.

Marketing mix

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The marketing mix are all the activities associated with marketing.They are usually summarised as the 4P’s:

Product: researching, designing and developing the product. Teams of engineers and designers produce a product witch can be new or a development of a product that already exist. Company uses packaging and branding to differentiating their product from those of their competitors;

Price: choosing the right price to sell profitably. There are various method in which a business can work out what price to charge like market-led pricing and cost-plus pri-cing. There are also a number of strategies that a business can follow to win;

Promotion: is about bringing products to the attention of costumers and persuading people to buy them. Firms uses promotion to launch the new product, increase sales of existing products, compete with other firms and improve company image.

Place: getting the goods and services from the producers to the consumers. Companies uses intermediaries (wholesalers, agents and retailer) to get the right amount of product to the right market, in the right time.

4.1 Il marketing bancario

Il marketing bancario può essere definito come la complessa attività rivolta a soddisfare i bisogni e le esigenze dei clienti attraverso la progettazione, la realizzazione e la distribuzione di prodotti e di servizi bancari, individuati mediante un attento studio della domanda, ma anche stimolati con adeguate azioni di promozione e di pubblicità.L’attività di marketing può essere:

orientata alla vendita, se la banca fonda la sua azione sulla vendita dei prodotti/servizi che già produce e offre;

orientata al mercato se la banca analizza le esigenze della clientela (divisibile principalmente in famiglie e imprese) e predispone prodotti/servizi che possano soddisfarle.

Le strategie di marketing bancario sono rivolte a soddisfare i bisogni e le necessità della clientela adeguando ad essi – qualitativamente e quantitativamente – l’offerta di prodotti/servizi bancari e al tempo stesso operare opportune azioni atte a motivare la potenziale clientela.E qui entra in gioco il marketing mix, cioè l'insieme delle azioni di marketing che la banca deve intraprendere con riferimento a ciascuna categoria di clienti per fare in modo che diventino clienti della banca o che si “affezionino” ancora di più alla banca. Queste azioni vengono chiamate leve di marketing e sono: 

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la gamma dei prodotti/servizi: cioè per ogni categoria di soggetti si va ad individuare quali potrebbero essere i servizi che verrebbero accolti con maggior favore o quali sono i servizi che vengono maggiormente usati e che quindi devono essere potenziati, ad esempio ci saranno categorie di clienti che considerano più importanti i servizi di investimento, altri considerano invece più utili quelli di finanziamento, altri ancora quelli di incasso e pagamento e così via, quindi a seconda del soggetto a cui ci vogliamo rivolgere dobbiamo potenziare più gli uni o gli altri uniformandoci alle sue esigenze; 

il prezzo praticato, cioè il livello dei tassi e le altre condizioni: bisogna prima di tutto cercare di offrire condizioni migliori di quelle della concorrenza a livello complessivo ma bisogna anche fare attenzione a come bilanciare gli interessi e le commissioni;

la distribuzione sul territorio: in generale cioè si tratta di capire quali sono i mezzi più idonei per permettere ai vari soggetti di entrare in contatto con la banca. Sappiamo ad esempio che ci sono modi tradizionali (sportelli) e i vari modi automatici (internet banking, telephone banking) e la scelta ad esempio tra il potenziamento degli sportelli e il potenziamento dei mezzi informatici e automatici non è casuale, dipende dai soggetti a cui ci vogliamo rivolgere (se ad esempio vogliamo “conquistare” le persone anziane di certo sarà più importante mettergli lo sportello sotto casa che potenziare il servizio con Internet, mente invece se ci rivolgiamo ai giovani o agli uomini d'affari con poco tempo è probabile che sia maggiormente apprezzato il potenziamento dei mezzi telematici); 

la comunicazione, in particolare il personale addetto al pubblico, che deve sapersi regolare in base alle persone che ha di fronte (cioè ad esempio deve saper essere disponibile e semplice se ha a che fare con della gente che non se ne intende, mentre deve essere qualificato e preciso se si rivolge a degli addetti ai lavori), ma nella leva della comunicazione rientrano e hanno un'enorme importanza anche le campagne pubblicitarie, cioè a seconda dei soggetti a cui ci vogliamo rivolgere dobbiamo capire qual è lo strumento più idoneo (giornali, volantini, TV, radio, Internet, etc) e dobbiamo anche trovare il modo più adatto per passare il messaggio, cioè utilizzare gli strumenti di comunicazione di massa in modo che il nostro messaggio colpisca chi lo riceve.

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5 - Il Marketing non convenzionale

5.1 - I problemi del marketing classico

Per tutta la vita l’uomo medio è circondato da prodotti e servizi: alcuni sono essenziali per la sua sopravvivenza (es. cibo, acqua, casa), altri possono essere considerati superflui fisicamente, ma sono forse necessari sotto il profilo psicologico ed emotivo (es. intrattenimento). La pubblicità è quel settore del marketing che ha il delicato compito di mettere in relazione i produttori ed i consumatori, in modo che sostengano a vicenda i propri bisogni (fisici, emotivi o economici). In un primo periodo dello sviluppo aziendale, la domanda e l’offerta commerciale si equilibravano: le “aziende” erano poche e non avevano alcun problema a mantenere un certo controllo sui rispettivi clienti. Dall’espansione economica del XIX secolo, grazie soprattutto alle innovazioni tecnologiche in campo agricolo ed industriale, le aziende hanno potuto realizzare una sempre maggiore quantità di prodotti, creati in serie e disponibili su larga scala. Il moltiplicarsi della produzione, delle imprese e la successiva competizione che ne è derivata, hanno tuttavia richiesto nuove ed aggressive strategie di mercato. La promozione è diventata l’arte di attirare l’attenzione del pubblico, per indurlo ad un maggiore consumo, convincerlo della qualità di un determinato prodotto ed ottenere vendite maggiori rispetto agli avversari. Grazie alla nascita dei mass media i Brand hanno potuto contare su un potente canale comunicativo, con cui raggiungere facilmente una larga quantità di popolazione ed aumentare il proprio successo.Il marketing convenzionale dell’ultimo secolo si è sviluppato seguendo la continua ripetizione del messaggio su larga scala, un sistema in cui il brand awareness è in stretta relazione alla quantità di pubblicità trasmessa: per riuscire a suggestionare i consumatori è necessaria una diffusione insistente ed estesa del prodotto, in modo da renderlo riconoscibile. Col passare del tempo gli annunci commerciali sono diventati sempre più imponenti ed invasivi, rimanendo tuttavia relativamente invariati nella forma. Per quanto ci sia stata una certa evoluzione nello stile promozionale, il modello comunicativo aziendale è rimasto costante da oltre 50 anni, rivolgendo i principali finanziamenti su spot radiotelevisivi, annunci editoriali e cartellonistica urbana. L’uso ripetuto dei soliti metodi pubblicitari ne ha affermato la forte identità, rendendoli una realtà consueta di cui i consumatori sono ormai pienamente consci. La classica propaganda aziendale è diventata parte integrante della moderna società consumistica, spezzandone l’intrattenimento e sostenendo economicamente i principali mezzi di comunicazione di massa. Con lo sviluppo di internet, le tecniche cartellonistiche sono state adattate ai piccoli banner pubblicitari nel world wide web, mentre il direct marketing ha sfruttato il sistema di trasmissione per e-mail. Assuefatto da questi fenomeni, il consumatore medio è oggi pienamente consapevole dell’esistenza e dei fini promozionali (a volte ingannevoli) della pubblicità convenzionale. Durante il tempo libero dedicato al divertimento o alla ricerca di notizie, il pubblico è interrotto continuamente dai comunicati commerciali. La pubblicità s’insinua attraverso i mass media, rovinando il momento più emozionante del film, troncando la canzone preferita, occupando i muri dei

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palazzi, inserendosi fra gli articoli dei giornali o rallentando la consultazione delle pagine web. Tutto lo sforzo per creare costose campagne di marketing si riduce il più delle volte ad un semplice fastidio o indifferenza da parte dei destinatari.La consapevolezza di essere il target di molteplici attacchi promozionali, ha costretto le persone a sviluppare forme di difesa, razionali ed inconsce, contro l’invadenza della pubblicità. I tentativi di colpire il bersaglio, sfruttando un maggior raggio d’azione e scariche a ripetizione, si rivelano oggi deboli e prevedibili: le pagine promozionali sono oltrepassate, si cambia canale durante la reclame, si utilizzano programmi per bloccare banner e pop-up e i cartelloni sfumano nel consueto addobbo cittadino.Da questa breve analisi la pubblicità convenzionale sembra essere entrata in un periodo sfavorevole, mostrando più incertezze che risultati concreti. Non sembra tuttavia che il costoso broadcasting marketing stia diminuendo: televisione, stampa, cartelloni e radio restano i mezzi più sfruttati dalle classiche campagne pubblicitarie. Le aziende continuano a rischiare migliaia di euro in strategie commerciali dalla dubbia efficacia e la situazione comunicativa rimane confusa: come può il marketing adeguarsi al nuovo mercato post-moderno?

5.2 - Il marketing virale

Riportando la definizione scientifica, un virus è un’entità biologica parassita, differente dagli altri tipi di micro-organismi, in quanto inserisce il proprio genoma all’interno di una cellula ospitante, in modo che venga replicato spontaneamente dall’attività del soggetto contagiato. Un organismo virale non ha bisogno di ulteriori mezzi di propagazione, se non dello stesso destinatario. Questo meccanismo biologico fa intravedere una soluzione agli attuali problemi di comunicazione aziendale: se la pubblicità è diventata banale, i canali saturi ed i gruppi di consumatori sono influenzabili maggiormente dall’interno, un sistema originale alternativo e mirato al nucleo potrebbe ottenere risultati migliori. Il messaggio inaspettato emerge dal consueto, si fa notare e colpisce là dove le difese non sono state ancora alzate. Contagiando un elemento importante del gruppo di consumatori, sarà lui stesso a diffondere la notizia agli amici, comunicando direttamente dall’interno. I brand devono quindi riuscire ad interessare l’utente, sorprenderlo e fare in modo che il messaggio promozionale diventi un virus inarrestabile.L’elemento cardine per la diffusione di un messaggio virale è il pubblico stesso: le persone, abilmente stimolate, diventano il mezzo per contagiare altri utenti potenzialmente interessati al brand. In questo modo viene eliminata la mediazione dei tradizionali mezzi di comunicazione di massa, per parlare ai consumatori attraverso una fonte per loro più affidabile: i loro stessi simili.Una volta che il virus è inserito efficacemente all’interno del gruppo, tutti i suoi membri ne sono infettati, attraverso il condizionamento sociale del conformismo. La diffusione dei prodotti attraverso il passaparola rimanda a quella forma naturale di promozione, sorta spontaneamente prima della nascita del mercato pubblicitario di massa. Le persone

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scambiavano fra loro consigli ed avvertimenti, per ottimizzare i propri acquisti.È importante inserire il virus al punto d’intersezione tra il prodotto, la vita, le esigenze e la comunicazione degli stessi consumatori. L’evoluzione pubblicitaria è semplicemente questa: essere all’interno, non più ai margini. Entrando sempre più in profondità, il messaggio aziendale si trasforma in oggetto di attenzione. Il vantaggio è quello di non infastidire il consumatore: se la promozione diventa intrattenimento, non può essere considerata un’interruzione.Suddividendo queste nuove frontiere del marketing secondo alla tipologia di contagio si hanno tre categorie di marketing non convenzionale: il Viral, il Guerrilla e il Product Placement.

5.3 - Il viral marketing

Fra le diverse tipologie di marketing non convenzionale, la strategia che sfrutta maggiormente il naturale Passaparola dei consumatori e gli strumenti del Web 2.0, è definita “Virale”. Come abbiamo visto precedentemente la scelta del nome deriva dalle affinità con le epidemie influenzali: la comunicazione fra individui può essere contagiosa, proprio come un virus. Per iniziare un’analisi più approfondita sull’argomento, è necessario mettere subito in chiaro un concetto fondamentale: non è possibile creare una “diffusione virale”. Solamente i destinatari hanno il potere di trasformare il messaggio aziendale in virus, contagiando nuove persone. Possiamo definire il “viral marketing” come un’induzione al passaparola. Le strategie virali funzionano in un solo caso: quando gli utenti lo permettono. Il pubblico si allontana dal suo stato passivo di spettatore, per trovare un nuovo ruolo come vero e proprio mezzo di comunicazione. Fare marketing virale significa quindi analizzare la psicologia comunicativa delle persone e creare un messaggio promozionale che stimoli la condivisione.È difficile riuscire a comprendere tutte le motivazioni che spingono un individuo allo scambio d’informazioni, ma possiamo semplificare queste ragioni in alcuni punti essenziali:

guadagno personale (reputazione, ricompensa, fama)

condivisione dei contenuti (affinità ideologica, credenze)

esperienza ludica (divertimento, soddisfazione)

utilità o importanza (evitare pericoli, aiutare)

qualità estetiche / emotive (bellezza, disprezzo)

curiosità / interesse (richiedere / offrire informazioni)

Queste caratteristiche principali permettono di definire uno schema generale da cui partire per sviluppare la strategia non convenzionale.

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Una campagna di viral marketing ha come obiettivo l’inserimento del prodotto all’interno di situazioni stimolanti. Una pubblicità realmente speciale si diffonde senza nessun ulteriore sforzo da parte dell’azienda, lasciando la trasmissione nelle mani del suo pubblico. Oltre alla creazione di un’idea innovativa, è quindi importante individuare i giusti individui da cui iniziare il contagio.Per comprendere le potenzialità di questo metodo promozionale, è necessario valutare lo sviluppo dei mezzi di comunicazione fra utenti. I limiti spazio temporali vengono assorbiti dalle nuove tecnologie: è possibile essere in contatto in ogni momento grazie ai telefoni cellulari ed il mondo perde le sue dimensioni all’interno del world wide web. Le capacità di condivisione sono cresciute immensamente, sia in velocità che in ampiezza. Una notizia può essere inviata da un cellulare ad un server internet ed essere letta in tutto il mondo nel giro di pochi minuti. Le informazioni lasciano inoltre maggiori tracce sulla rete, dove possono essere archiviate e facilmente recuperate in qualsiasi momento. I siti di social network sono vere e proprie comunità sociali online, dove gli utenti scambiano milioni di messaggi ogni minuto, con profondi intrecci di partecipazione. L’aumento della velocità di banda permette lo scambio di files in modo semplice e rapido.Questo potenziale comunicativo è del tutto libero e nelle mani di un sempre maggior numero di persone.Non è difficile comprendere che la capacità del passaparola sia cresciuta con l’aumentare dei suoi sistemi di diffusione, dando origine a trasmissioni collettive mai viste fin ora. Il pubblico possiede oggi dei mezzi di comunicazione più forti dei tradizionali mass media ed il marketing non convenzionale è in grado di sfruttarne tutto il potenziale.Per indurre l’infezione si possono utilizzare diversi strumenti. In particolare si parla di viral video, se l’infezione si realizza tramite la diffusione online di un file video (ad esempio su YouTube), di viral website, se si realizza tramite la creazione di un sito web talmente interessante da stimolarne il passaparola e di viral social network se l’infezione si diffonde tramite i siti di social networking.

5.4 Guerrilla Marketing

Il termine “guerrilla” deriva dal mondo militare ed indica una strategia di guerra non convenzionale, che punta a sorprendere il nemico con una serie di piccoli attacchi inaspettati. Durante un’azione di guerrilla, i soldati combattono il nemico in maniera imprevedibile, colpendo nei luoghi e nei momenti meno opportuni. In questo modo l’obiettivo è colto alla sprovvista, senza possibilità di una difesa preventiva. Superando le norme della guerra tradizionale, la tattica risulta particolarmente efficace di fronte al nemico, che rimane disorientato dagli attacchi insoliti nel proprio territorio.Nel 1984 il concetto di Guerrilla è stato recuperato da Jay Conrad Levinson, adattandolo per indicare delle strategie alternative di marketing aziendale. Nel libro Guerrilla Marketing, Conrad indica una serie di tattiche promozionali in grado di conquistare il pubblico, senza la necessità di elevati sostegni economici: il marketing non convenzionale combatte solo con la

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forza della peculiarità, sfruttando idee originali che sorprendono il target di riferimento. In origine la teoria di Levinson era riferita alle piccole imprese, che non possedevano i budget necessari per accedere ai costosi mezzi di comunicazione di massa, ma negli ultimi vent’anni anche le grandi aziende hanno cominciato a interessarsi di questo tipo di marketing, soluzione che permette di incuriosire i consumatori con minime spese.Elemento fondamentale alla base del Guerrilla Marketing è la Peculiarità, l’idea straordinaria che permette di attirare l’attenzione dei consumatori, emergendo dal banale sistema promozionale. Il messaggio innovativo non è trasmesso da un mezzo di comunicazione, ma si concretizza nel mondo reale: per le strade e nei locali pubblici. Possiamo affermare che il Guerrilla è un’evoluzione non convenzionale dei tradizionali cartelloni pubblicitari.La presenza concreta del messaggio promozionale permette di mostrare facilmente le caratteristiche pratiche della merce. Lo stesso prodotto può essere utilizzato come vettore informativo ed è in grado di fornire nuove modalità di propaganda commerciale. Inserendo l’oggetto all’interno di un contesto adeguato è possibile affermare chiaramente la sua qualità, in maniera peculiare. Il guerrilla marketing dedica molta attenzione al luogo specifico in cui è svolta la campagna, seguendo un’analisi accurata del territorio e della popolazione da colpire.Il pubblico, abituato ad una pubblicità esterna più tradizionale, non è ancora pronto a difendersi dalle tecniche di guerrilla, che attaccano a sorpresa direttamente sul territorio. Il contatto diretto con la realtà sociale del mercato è bilanciato dalla minore diffusione potenziale del Guerrilla Marketing, rispetto ad una strategia virale. Il viral marketing può sfruttare l’enorme capacità comunicativa di Internet, mentre il guerrilla è limitato dal mondo fisico in cui appare. Non sempre il contagio online è la soluzione ideale: la promozione virale diffonde il messaggio ad un pubblico molto vasto, ma senza assicurarne i rapporti di vicinanza con il punto vendita. Il passaparola online è in grado di raggiungere milioni di persone nel mondo, ma se l’azienda pubblicizzata è circoscritta nel territorio (nazione, regione o città), tutti quei contatti non hanno nessun valore pratico. È necessario ricordare anche quella parte di popolazione che non ha un libero accesso ad internet, per motivi economici o culturali. Una strategia di Guerrilla Marketing è invece l’ideale per comunicare in modo specifico con tutti i consumatori presenti materialmente nella stessa zona in cui è possibile acquistare il brand. Il passaparola può riportare un’azione di Guerrilla Marketing anche sul web, con foto, video e commenti degli utenti, ma la sua efficacia è essenzialmente empirica, nel momento preciso ed in quel luogo concreto.

5.5 - Product Placement

Il Product Placement è una strategia pubblicitaria che invece di interrompere l’attenzione delle persone, si presenta direttamente all’interno del loro punto d’interesse, sia esso una rete sociale, una forma d’intrattenimento o uno strumento d’informazione. Il prodotto può essere inserito nella scena di un film, menzionato in un servizio al telegiornale, descritto nella storia di un libro, elogiato nel testo di una canzone, digitalizzato in un videogioco o mostrato nella realtà ad un gruppo di amici. In tutti questi casi il consumatore entra a contatto con il brand

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attraverso una situazione che sta seguendo spontaneamente: è così possibile sfruttare il coinvolgimento emotivo del pubblico, per mostrare il bene di consumo in un contesto gradito. Per la sua mimetizzazione all’interno di un messaggio più ampio, i fini promozionali del PP non sono spesso riconosciuti e questo permette di raggiungere i destinatari evitando le difese attive contro la pubblicità tradizionale. Purtroppo questo metodo di marketing non è ancora del tutto regolarizzato dalle leggi della comunicazione e ciò può portare ad un suo abuso da parte delle aziende, influenzando le persone senza che queste se ne accorgano. La questione morale andrebbe senz’altro approfondita, ma è impossibile negare le grandi capacità persuasive del Product Placement: la sua relativa libertà d’azione e l’abilità nell’utilizzare affascinanti modelli di vita, lo rendono un veicolo di contagio davvero potente.Il brand pubblicizzato può apparire in modi diversi all’interno del punto d’interesse:Come un semplice logo o figura, con una materializzazione completa del prodotto oppure attraverso un’indicazione verbale. Il valore del posizionamento è misurato anche in base al tempo di esposizione, alla visibilità (che lo rende più o meno riconoscibile) ed al suo ruolo (attivo o passivo), mentre la sua efficacia è in rapporto con il fascino sprigionato dalla situazione e dai suoi protagonisti.

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6 - Il Futurismo

Il movimento futurista nasce con la pubblicazione del Manifesto del Futurismo, avvenuta il 20 febbraio 1909 sul prestigioso giornale “Le Figaro” di Parigi, da parte di Filippo Tommaso Marinetti. Il Futurismo rientra, assieme ad altre esperienze culturali come il Dadaismo e il Surrealismo, nel grande gruppo delle “Avanguardie storiche”, termine usato per distinguere queste sperimentazioni d’inizio Novecento dalle avanguardie d’epoca successiva.

Il contesto culturaleCon le “Avanguardie storiche” si proclama una netta e violenta rottura degli intellettuali con il passato remoto ( il mondo antico) e recente ( la cultura della fine dell’Ottocento). Tale pesante rifiuto si manifesta per varie ragioni. In questi anni raggiungono il loro punto estremo certe condizioni oggettive che si erano già delineate nel secondo Ottocento, e che avevano comportato l’instaurarsi del mercato culturale, ovvero la trasformazione del prodotto letterario e artistico in merce che si vende, si compra e si scambia. Fino ad allora il pubblico era sempre stato costituito da una ristretta élite, colta, raffinata e ricca, e l’artista si sentiva libero di creare e sperimentare prodotti nuovi e diversificati: ora invece il pubblico è sempre più vasto, anonimo, di mediocre livello culturale, suggestionato dalle mode o dallo scandalo più che dalla qualità autentica. Ciò che l’industria culturale concepisce per i suoi utenti è qualcosa di convenzionale, prodotto in serie e con le stesse tematiche e linguaggi di ciò che ha ottenuto precedentemente successo. “Le Avanguardie storiche” si oppongono a questa mercificazione e riduzione dell’arte a dettami fissi e stereotipati: non vogliono creare prodotti seriali svuotati della loro vitalità e respingono l’asservimento ad una industria culturale che degrada, livella e appiattisce. I poeti e artisti non accettano di essere operai, ma si ergono a veri e propri intellettuali dotati di unicità. Il loro rifiuto estremo e violento per i codici culturali correnti li spinge a sperimentare linguaggi mai usati, abitudini per tutti incomprensibili e stravaganze, spesso in forme scandalose, feroci e sconcertanti. Il tutto con un atteggiamento di disprezzo e odio per le masse.

La visione del mondo futuristaI futuristi prendono il più possibile le distanze dai valori morali, politici e culturali della mentalità del passato: bollano come vecchia e imbalsamata la cultura dei musei, delle biblioteche e delle accademie e la rifuggono come se fosse la morte, andando invece in cerca della vita, del movimento e dell’azione. La loro arte e la stessa esistenza coincidono con l’azione, energica, frenetica, audace, quasi spavalda: dice infatti il punto 3 del Manifesto che “ la letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo da corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno”. Non soltanto si invoca a gran voce la bellezza del pericolo e dell’energia: si passa addirittura

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dal piano concettuale dello slancio a quello più specificamente ginnico - sportivo, fino a sfociare nell’esaltazione dell’aggressività e della violenza. Il Futurismo celebra infatti la lotta e la guerra, considerate ricettacolo di tutte quelle qualità ( il coraggio, l’audacia, la ribellione) che gli uomini devono cercare nell’arte così come nella vita. Dichiara infatti il punto 7 del Manifesto che “ Non v’è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro.”Nuovo valore del futurista diviene la velocità: all’ammirazione e studio delle opere antiche è sostituita l’innovativa valorizzazione della rapidità, che stravolge gli stili di vita degli uomini moderni, concede una nuova strutturazione e controllo del tempo, e si concretizza in un oggetto specifico simbolo dell’ottica futurista, l’automobile. Tale veicolo è non solo la rappresentazione concreta della velocità, ma è pure un oggetto sensibile, pesante, metallico, dotato di movimento, energia, rumore e pericolo: racchiude nelle sue quattro ruote tutti i capisaldi della filosofia del gruppo.

La poetica e lo stileL’energia e la volontà dell’uomo futurista si manifestano anche a livello espressivo. Lo stile appare infatti perentorio e nettamente scandito, come se fosse un proclama politico o di guerra, e l’energia che alimenta lo scrittore traspare dall’abbondante uso di futuri e imperativi.La sintassi appare completamente rivoluzionata: nel Manifesto tecnico della letteratura futurista si chiede di disporre i sostantivi a caso, come nascono, così da creare relazioni arbitrarie e immaginarie, e di abolire l’aggettivo per affidare al nome il suo significato essenziale. Si impone di usare il verbo all’infinito, per dare il senso della continuità della vita e far adattare il verbo non allo scrittore che immagina, ma al sostantivo cui si riferisce: l’infinito comunica il senso della durata e elimina l’individualità e specificità dell’azione, accentuandone l’atemporalità. Si sprona ad abbandonare l’avverbio, perché questo mantiene unita la frase e le dà una monotonia considerata fastidiosa, e si insegna ad accostare ogni sostantivo con il suo doppio, ovvero con un altro nome cui è legato per analogia. Ancora, viene cancellata la punteggiatura e si propone di sostituirla con segni matematici insistenti sul fattore fisico-quantitativo, capace di simulare il movimento, la velocità e la simultaneità. Si inserisce una gradazione sempre più vasta di analogie, si dispongono le immagini secondo un maximum di disordine e caos e si ambisce a distruggere nella letteratura l’“io”, vale a dire tutta la psicologia. Questo perché, dicono i futuristi, l’uomo della biblioteca e del museo, sottoposto ad una logica e una saggezza spaventose, non offre interesse alcuno e va sostituito con la pura, concreta materia.Il risultato è un testo senza ordine né coerenza, quasi assurdo, dove alla parola e ai suoi rapporti si sostituiscono termini che non significano nulla o che si propongono solo di ricreare dei rumori, suoni e vaghe sensazioni.

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6.1 - Aldo Palazzeschi - E lasciatemi divertire!

Tri tri tri,fru fru fru,uhi uhi uhi,ihu ihu ihu.

Il poeta si diverte,pazzamente,smisuratamente!Non lo state a insolentire,lasciatelo divertirepoveretto,queste piccole corbelleriesono il suo diletto.

Cucù rurù,rurù cucù,cuccuccurucù!

Cosa sono queste indecenze?Queste strofe bisbetiche?licenze, licenze,licenze poetiche!Sono la mia passione.

Farafarafarafa,Tarataratarata,Paraparaparapa,Laralaralarala!

Sapete cosa sono?Sono robe avanzate,non sono grullerie,sono la... spazzaturadelle altre poesie.

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BubububufufufufuFriù!Friù!

Se d'un qualunque nessoson prive,perché le scrivequel fesso?

Bilobilobilobilobiloblum!Filofilofilofilofiloflum!Bilolù. Filolù.U.

Non è vero che non vogliono dire,vogliono dire qualcosa.Voglion dire...come quando uno si mette a cantaresenza saper le parole.Una cosa molto volgare.Ebbene, così mi piace di fare.

Aaaaa!Eeeee!Iiiii!Ooooo!Uuuuu!A! E! I! O! U!

Ma giovinotto,diteci un poco una cosa,non è la vostra una posa,

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di voler con così pocotenere alimentatoun sì gran foco?

Huisc... Huiusc...Huisciu... sciu sciu,Sciukoku... Koku koku,Sciukoku.

Come si deve fare a capire?Avete delle belle pretese,sembra ormai che scriviate in giapponese,

Abì, alì, alarì.Riririri!Ri.

Lasciate pure che si sbizzarisca,anzi, è bene che non la finisca,il divertimento gli costerà caro:gli daranno del somaro.

Labalafalalafalala...eppoi lala...e lalala lalalala lalala.

Certo è un azzardo un po' fortescrivere delle cose così,che ci son professori, oggidì,a tutte le porte.

Ahahahahahahah!

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Ahahahahahahah!Ahahahahahahah!

Infine,io ho pienamente ragione,i tempi sono molto cambiati,gli uomini non domandano più nulladai poeti:e lasciatemi divertire!

6.5 - Analisi del testo

Titolo: E lasciatemi divertire, in molte edizioni semplicemente Lasciatemi divertire Anno: 1910 Raccolta originale: L'incendiario Metro: Verso libero. Indicata dall'autore come canzonetta. Ricca di rime disposte a piacere.

La poesia descrive la figura dell’io poetico alle prese con un pubblico scettico e scandalizzato che rappresenta il letterato medio dell’epoca.Il poeta propone un tipo di poesia come puro divertimento, fatta di suoni, onomatopee e accostamenti verbali privi di significato. Palazzeschi si fa carico di costruire un componimento con la spazzatura di altre poesie.Contro di lui si erge la figura del contraddittore che dapprima perplesso di fronte a simili esperimenti letterali finisce per spazientirsi ed esprimere apertamente il proprio dissenso con il poeta.Palazzeschi sfida deliberatamente le regole della buona scrittura, generando così un effetto umoristico. È in fondo proprio la distruzione degli schemi poetici tradizionali, vista nel suo contesto storico, a giustificare le scelte di Palazzeschi: il componimento reagiva in maniera radicale alle poetiche dannunziane e carducciane ancora in auge all'epoca.Essendo priva di significati comprensibili la poesia non si propone di comunicare nulla, facendo cadere la poesia nell’inutilità.

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7 - La Privacy

La privacy è il diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata.La privacy si traduce spesso (nella sua originaria accezione difensiva) nella capacità di una persona (o di un gruppo di persone), di impedire che le informazioni che la riguardano diventino note ad altri, inclusi organizzazioni ed enti, qualora il soggetto non abbia volontariamente scelto di fornirle.Il termine privacy, concetto inizialmente riferito alla sfera della vita privata, negli ultimi decenni ha subito un'evoluzione estensiva, arrivando a indicare il diritto al controllo sui propri dati personali.La recente diffusione delle nuove tecnologie ha contribuito ad un assottigliamento della barriera della privacy, ad esempio la tracciabilità dei cellulari o la relativa facilità a reperire gli indirizzi di posta elettronica delle persone.

7.1 - La privacy nella costituzione

Art. 2. - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Quest’articolo si limita a garantire il riconoscimento dei diritti dell’uomo senza però indicare quali vengono effettivamente riconosciuti dalla repubblica, compito svolto nella prima parte della Costituzione dall’art. 14 in poi.L’uso dei termini “riconosce e garantisce” indica che tali diritti non derivano dallo Stato ma fanno parte della natura umana, il compito dello stato è solo quello di garantirne il rispetto.I diritti dell’uomo vengono definiti “inviolabili”: ciò non significa che non possono mai essere limitati ma che per la loro natura non possono essere aboliti neanche mediante una modifica della Costituzione.Questi diritti sono riconosciuti anche nelle “formazioni sociali”. Questo ha due significati: prima di tutto che le formazioni sociali come gli individui hanno dei propri diritti; secondo che i diritti degli individui sono tutelati anche all’interno delle formazioni sociali, l’obbiettivo è di tutelare le persone contro gli abusi che le associazioni potrebbero commettere contro di loro.

Art. 14. - Il domicilio è inviolabile.Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale.Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini economici e fiscali sono regolati da leggi speciali.

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Per commentare questo articolo bisogna richiamare i concetti di riserva di legge e riserva di giurisdizione. La Costituzione stabilisce in questo articolo una riserva di legge: ciò significa che questo diritto può essere limitato solo nei casi e nei modi stabiliti da una legge approvata dal parlamento.Questo è una garanzia in due sensi: innanzitutto i cittadini possono contare sull’esistenza di norme generali e hanno la possibilità di informarsi e regolarsi in proposito. In secondo luogo il compito di emanare le leggi è affidato al parlamento (unico organo eletto dal popolo) e quindi si evita che norme limitative della libertà siano emanate dal governo.La Costituzione stabilisce anche una riserva di giurisdizione: i provvedimenti che limitano concretamente le libertà degli individui possono essere decisi soltanto da un giudice che, essendo indipendente dal potere politico, prenderà la sua decisione soltanto in base alla legge.

Art. 15. - La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.

Anche per questo articolo la Costituzione stabilisce una riserva di legge e di giurisdizione.

Questi sono gli articoli della Costituzione che tutelano la riservatezza dei cittadini. La legge in merito non è molto chiara e sottoposta a continue critiche (basti pensare alle polemiche sulle intercettazioni).Solo recentemente la Corte di Cassazione italiana ha stabilito una serie di requisiti affinché una manifestazione del pensiero possa essere considerata rientrante nel diritto di critica e di cronaca: veridicità (non è possibile accusare una persona sulla base di notizie false), continenza e interesse pubblico. Se si tratta di fatti personali, anche se veri e continenti, non dovrebbero essere pubblicati. Al riguardo operano i limiti previsti dai reati di diffamazione e ingiuria. In generale costituiscono un evidente limite al diritto di cronaca anche l'onorabilità e la dignità della persona.

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8 - Bibliografia e siti consultati

EBook: “Web 2.0: Internet è cambiato” – Giuliano Prati

EBook :“Marketing non convenzionale” – Luca Taborelli

http://it.wikipedia.org/

http://www.web-20.it/

www.wired.com

http://www.youtube.com/

http://www.microsoft.com/italy/pmi/marketing/internetmarketing/web20.mspx

http://www.intesys.it/web2.0/marketing-web2.0/?ti=487

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/07/23/la-new-economy-riparte-sotto-il-segno.html

http://appunti.studentville.it/approfondimenti/letteratura-9/il_futurismo-376.htm

http://www.ilnarratore.com/lett_it/pdf/palazzeschi/Palazzeschi-E_lasciatemi_divertire.pdf

http://www.studenti.it/economia/imprese/marketing_bancario.php

http://www.thelongtail.com/

http://www.masternewmedia.org/it/Web_2.0/scopri_tutti_gli_usi_e_le_occasioni_di_business_del_Web_2.0_20050710.htmhttp://www.dynamick.it/web-20-una-definizione-in-10-punti-534.html

http://www.awaredesign.eu/articles/14-Cos-Web-2-0

http://websomethingelse.blogspot.com/

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