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Anno XC - numero 6 ottobre/novembre 2016 ilduomo Periodico della Parrocchia di San Giovanni Battista in Monza Poste Italiane Spa - Spedizioni in A.P. - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n.46) art 1 comma 2, DCB Milano Duomo diMonza

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Anno XC - nnuummeerroo 66 ottobre/novembre 2016

iilldduuoommooPeriodico della Parrocchia di San Giovanni Battista in MonzaPoste Italiane Spa - Spedizioni in A.P. - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n.46) art 1 comma 2, DCB Milano

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Sommario3411131517181921

Hanno collaborato

I frutti dell’Anno Santo [don Silvano Provasi]Cronaca di settembre - ottobreViaggio esplorativo ad Eisenach [Angelo Maria Longoni]Due cantieri... urgenti [Cinzia Parigoni e Pippo Caprotti]Il restauro della facciata: ecco il programma [Pippo Caprotti]Ricordo di Livio Stucchi [Rosella Panzeri]Livio era così [Alberto Pessina]125° anniversario delle suore Misericordine [omelia di mons. Paolo Martinelli]L’Evangelii Gaudium per ridare vigore alla nostra azione pastorale [don Carlo Crotti]

Don Silvano Provasi, Sonia Orsi, Sarah Valtolina, Marina Seregni, Federico Pirola, don Carlo Crotti, donEnrico Rossi, Giovanni Confalonieri, Carlina Mariani, Anna Maria Vismara, Laura Scirè, Fabrizio Annaro,Fabio Cavaglià, Nanda Menconi, Angelo Longoni.

Un grazie particolare a chi distribuisce “Il duomo”: Carla Baccanti, Giorgio Brenna, Gloria Bruletti, Enrica Calzoni, Andreina D’Ambrosio, Rita Fogar, Josetta Grosso, Paola Mariani, Anna Maria Montrasio,Luigi Motta, Teresina Motta, Carla Pini, Annina Putzu, Silvia Stucchi, Chicca Tagliabue, Marisa Taglia-bue, Bruna Vimercati, Mariuccia Villa.

Copertina a cura di Benedetta Caprara

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il duomo lettera dell’arciprete

I frutti dell’Anno Santo

Abbiamo concluso il cammino dell’anno giubilare e ci auguriamo che sia stato per tutti un vero cammino – pellegri-naggio, non solo attraversando una particolare “porta santa” locale o di qualche originale località in Italia e nel mondo.Ora è tempo di considerare e verificare se in noi e nella nostra comunità sono stati seminati e cominciano a fiorire i “frutti”che la grazia di questo tempo umano e sacro ha seminato in noi e nei solchi travagliati e talvolta zizzaganti e apparente-mente aridi dei nostri tempi.

Il primo frutto è certamente quello dell’accoglienza del dono della mmiisseerriiccoorrddiiaa.. La CChhiieessaa,, invitata con passione e de-terminazione da papa Francesco, in un tempo nel quale sembrano allargarsi le tentazioni di spinte egoistiche e di chiu-sura, ha richiamato, con parole e opere, spesso controcorrente, che per costruire una vita buona, personale e comunitaria,è essenziale praticare la terapia che ci permette di meglio conoscere il nostro cuore e le nostre fragilità per saper megliocomprendere anche il cuore e le fragilità degli altri. Così diventano più facilmente curabili e superabili. Chi non speri-menta la bontà di Dio su di sé, nella sua vita concreta, perché ogni giorno deve fare i conti con le proprie fragilità ed in-coerenze, diventa spesso rigido con gli altri. Il peccato crea sempre qualche danno umano al prossimo e alla società: chipaga le conseguenze del danno se uso sempre la misericordia? Gesù ci richiama che l’unica strada per riparare i dannidel peccato è il dono della vita per amore. Ogni altra terapia, che sembra inizialmente subito efficace, spesso genera ul-teriori barbarie ed indifferenze che aumentano le malattie della nostra società ed umanità. Si ha l’impressione che stiaaumentando la coscienza del peccato degli altri, mentre sembra addormentarsi più frequentemente la coscienza dei no-stri peccati.

Un altro frutto particolarmente desiderato ed invocato nella ssoocciieettàà è quello della ggiiuussttiizziiaa.. Siamo giustamente irritatiquando sentiamo notizie di persone senza scrupoli che, in un tempo di emergenza, come quella ad esempio di un ter-remoto, studiano strategie per sfruttare questa situazione drammatica, dolorosa ed emotivamente coinvolgente, quanleopportunità di esagerato guadagno individuale e privato, calpestando ogni umana regola di partecipazione al bene co-mune. Ma accanto alla giustizia distributiva, che deve garantire ad ognuno di poter ricevere quanto è giusto, e a quellapenale, che cerca di contenere e punire le devianze personali e sociali, la Bibbia ci ha insegnato a scoprire in questo ter-mine anche la sua valenza propositiva, ossia quella di aiutare una persona a ritornare “giusta”, secondo l’espressione delprofeta Isaia “il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità“ (Is 53,11). E’ il richiamo ad unagiustizia creativa, capace di ricostruire la dignità di una persona ed il suo stile di vita, come cittadino libero, responsa-bile, onesto e capace di ritrovare il gusto per il bene comune.

Il terzo frutto dovrebbe partire dal terreno più fecondo, quello della ffaammiigglliiaa, per allargarsi alla società, ed è quello dellaffeeddeellttàà.. Nella coppia, innanzitutto, si devono affrontare con generosità e rinnovata energia spirituale le tensioni e gli stilidi vita che portano spesso a non saper più trovare tempi, spazi per un sereno dialogo con Dio, fondamento della nostrafedeltà. Il dialogo con Dio ci permette di non lasciar prevalere l’emotività sulle ragioni, le stanchezze sulla fiducia, l’il-lusione sul realismo e la forza di un amore che sa fare miracoli, anche nelle situazioni più malate e compromesse. E’ cer-tamente ddiiffffiicciillee eedduuccaarree, ma diventa quasi impossibile se si educa divisi, con atteggiamento accusatorio e tesi solo ad esserecompresi, senza il coraggio di comprendere i figli ed il loro bisogno di unità forti e sempre riconciliabili. Tutti possiamonotare come anche la vita sociale, politica ed economica mostri costanti segni di sfaldamento perché viene sempre menola perseveranza nel bene. Sempre tesi a rispondere con astuzia alle urgenze che si moltiplicano, perdiamo spesso il gustodella fedeltà agli impegni assunti nel prevalere del bene comune sull’egoismo e sulla facile arroganza per la ricchezza pri-vata, sperimentando l’ansia di sentirci dalla parte di chi vince piuttosto che godere la gioia di chi sa donare nella veritàe nella gratitudine. È la perseveranza nel bene, la costanza negli impegni assunti, il senso del dovere verso Dio e nei con-fronti del prossimo che, anche nelle situazioni più difficili e complesse, ci regala maggiore fiducia e serenità per il futuro.Sia questo il dono sintetico dell’Anno Santo.

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Cronaca di settembre - ottobre

SETTEMBRE1 Giovedì – La preparazione al Gran Premio… dauna finestra di piazza Trento. Già dalla settimanaprecedente il popolo degli appassionati del Gran Pre-mio ha riempito e vivacizzato le strade della nostracittà. Quest’anno, sulla scia emotiva delle Olimpiadi,il Comune ha presentato una piazza Trento e Triestededicata allo sport. Bimbi che si cimentavano nellacorsa e nel calcetto, atleti che coinvolgevano il pub-blico giovane e non nel salto in alto, ginnastica rit-mica, fioretto, camping.., insomma ogni centimetrodella piazza era occupato e vissuto con entusiasmo

sia da parte degli atleti che dal pubblico. Ciascuno po-teva, se lo voleva, provare a praticare una qualunquedisciplina. Veramente un plauso all’organizzazionecomunale con l’augurio che si ripeta anche il prossimoanno perché lo sport è l’occupazione più sana e ap-pagante per il tempo libero dei ragazzi. Desideriamovivamente e ci auguriamo che il Gran Premio ri-manga a Monza. [Rita Fogar]

5 Lunedì – Funerali di Livio Stucchi. Venerdì 2 Set-tembre è tornato nella Casa al Padre l’indimenticabileLivio che tanto si è speso per il nostro Duomo, con lasua presenza fedele e puntigliosa. Sabato sera, unasessantina di parenti, amici e conoscenti, si sono riu-niti davanti all’altare della Madonna per recitare il S.Rosario. Oggi abbiamo dato l’estremo saluto a Livio.La messa, a cui hanno preso parte circa duecento per-sone, è stata concelebrata da padre Fabrizio, nipote diLivio, don Silvano, don Alessio, don Guido e donGiorgio. Il salmo “Il Signore è il mio pastore, nonmanco di nulla” e le letture scelte per la celebrazione,come ci ha ricordato padre Fabrizio nell’omelia, cihanno spiegato perché abbiamo affidato a Dio l’anima

di Livio. Niente ci può separare dall’amore di Cristo,ci ha richiamato S. Paolo e di questo amore dobbiamofidarci, come Livio ha sempre cercato di fidarsi ed af-fidarsi, soprattutto nei momenti non facili e un po’ ne-bulosi della vita La presenza di Livio in chiesa eraper tutti una certezza e veramente questa offerta difedele e scrupoloso volontario gli ha cambiato la vita,caratterizzando anche il suo cammino di fede. E’ statoun dono per il Duomo e il Duomo un dono per lui.Livio ci lascia un grande amore per la sua famiglia,per la vita e per l’amicizia. Nel giorno in cui lo rin-contreremo, Livio sarà davanti ad un altro portone,non più quello del Duomo, ad accoglierci dicendo:“Ciao, bella gioia!”. [Sofia Morgan]

9 Venerdì - Consiglio d’Oratorio. Le principali no-vità parrocchiali di quest’anno che interessano la vitadell’Oratorio sono la partenza di don Anthony, l’in-gresso di Luigi in seminario ed il ritorno di Sr Paola.L’Oratorio Estivo ha visto la partecipazione di 43 ani-matori (di cui diversi universitari) che si sono cimen-tati in giochi e animazione, permettendo di offrireun’ottima riuscita a tutte le attività ricreative e di la-boratorio. Domenica 25 settembre, dopo la messadelle ore 9.30, presieduta da padre Fabrizio, nellaquale abbiamo ricordato i suoi 25 anni di sacerdozio,abbiamo dato inizio ai festeggiamenti per l’aperturadel nuovo anno oratoriano con i giochi, l’aperitivo e ilpranzo. Da lunedì 3 ottobre riprendono gli incontri dicatechesi, le attività sportive, i corsi di chitarra ed ildoposcuola. E’ emersa inoltre la necessità di trovaregenitori e nonni disponibili a fermarsi in oratorio, du-rante il tempo di catechesi, per aiutare o anche soloper garantire quella presenza, discreta e vigilante, nel-l’ottica di creare una più evidente “Comunità Edu-cante”. [Annalisa Fumian]

14 Mercoledì – Nel Museo: “Due corone si incon-trano a Monza”. Dal 14 settembre al 2 ottobre Monzacelebra il settimo centenario della nascita di Carlo IV(14 maggio 1316) inaugurando l’itinerario culturale alui dedicato in diverse città d’Italia, con un allesti-mento particolare nella spettacolare Sala del Rosonedel Museo e Tesoro del Duomo. Il nostro Duomo cu-stodisce la Corona Ferrea, con la quale Carlo IV ebbeil privilegio di essere incoronato Re Lombardo il 6gennaio del 1355, nella basilica di Sant’Ambrogio a

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Milano, eccezionalmente e in prima assoluta,in Museo è stata offerta l’occasione di ammi-rare la copia della corona di San Venceslaocon la quale Carlo IV é statoincoronato re boemo nel 1347.La replica della corona è arri-vata a Monza direttamente daPraga dove é stata presentatadurante la ricostruzione sto-rica della incoronazione diCarlo IV nella Cattedrale diSan Vito al Castello di Pragadomenica 4 settembre 2016.La corona di San Venceslaoche é stata prodotta secondogli ordini di Carlo IV, oggi faparte proprio del tesoro dellaCattedrale di San Vito e deigioielli della Corona Boema.Hanno completato la mostra i busti di CarloIV e delle sue quattro mogli. La tappa diMonza è stata promossa dalla FondazioneGaiani e dal Centro Ceco, in collaborazionecon il Ministero della Cultura della Repub-blica Ceca, Universitas Carolina Pragensis,Ministero degli Affari Esteri della RepubblicaCeca e l’Ente per il turismo -Czech Tourism, le tappe suc-cessive sono state a Firenze,Bologna, Milano, Pisa, Man-tova.[Fondazione Gaiani]

17 Sabato – Celebrazione per ifanciulli che hanno iniziato la1^ elementare. Alle ore 16 al-cuni bambini di prima elemen-tare hanno vissuto unasignificativa liturgia in Duomo.I piccoli scolari, con i loro geni-tori ed alcuni nonni hanno pregato insiemeaffidando al Signore l’inizio di questa nuovaavventura che è la scuola elementare, chie-dendo di essere accompagnati per tutto illungo, impegnativo ma anche entusiasmantepercorso che li attende. La preghiera ha coin-volto sia i genitori, perché siano sostegno dei

propri figli nei momenti più difficili, ma sap-piano condividere con loro anche le gioiequotidiane, e anche i bambini, perché sap-

piano condividere con gioiaquesta grandiosa esperienzacon i compagni, aiutandosireciprocamente e instau-rando rapporti di amicizia ecollaborazione. Proprio periniziare a conoscersi megliogiocando insieme, subitodopo la preghiera, i bimbi sisono trasferiti in oratorio perla merenda. [Francesca Casati]

18 – Domenica – Festa delSanto Chiodo. Come ognianno, alle ore 10.15, dallachiesa di S. Pietro M. è ini-

ziata la solenne processione del Santo Chiodo.Sotto un cielo terso e un sole splendente laprocessione ha attraversato il centro cittadino,consentendo così di unire nella preghiera enelle lodi non solo i numerosi partecipantialla processione: i chierichetti e le tedofore,

ma anche i cittadini e i nego-zianti presenti lungo il tragitto.Durante la suggestiva celebra-zione della Messa, presiedutadall’Arciprete don Silvano, laCappella Zavattari è rimastaaperta e sorvegliata dal corpodegli Alabardieri in modo chela croce potesse essere contem-plata dai fedeli e dai numerosituristi che, tra curiosità e devo-zione, si interrogavano sul si-gnificati di tale celebrazione,ricca di storia e di spiritualità.

[Ilona Cieniuch]

22 Giovedì – Festa di S. Maurizio, patronodegli Alpini. Forse non tutti sanno che SanMaurizio, oltre ad essere il co-titolare dellanostra chiesa distrettuale, è anche il patronodegli Alpini. Oggi, nella cornice della piccolachiesa di piazza Santa Margherita, è stata ce-

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lebrata una Santa Messa che ha visto presenteanche una sessantina di “penne nere”, prove-nienti da tutte le sezioni della Brianza con an-nessi stendardi e gagliardetti, oltre a qualchefedele “di passaggio”.La celebrazione euca-ristica è stata presie-duta “con tanto dicappello” (nel verosenso della parola) dadon Matteo Albani(coadiutore a Cornated’Adda) e concele-brata da padre FabioComelli (frate france-scano da poco trasfe-ritosi da Monza aBusto Arsizio), en-trambi membri dell’A.N.A. ed è stata animatada un coro di una ventina di alpini con cantitradizionali, tra i quali non si può tralasciare“Signore delle cime”, che ha visibilmente toc-cato il cuore dei presenti. Nel corso dell’ome-lia fra’ Fabio si è soffermato sulla figura di SanMaurizio martire, un ufficiale della legioneTebea che venne trucidato con i suoi compa-gni, per non aver punito le genti convertitesial cristianesimo. La Santa Messa si è infineconclusa con la recita “sull’attenti” della Pre-ghiera dell’Alpino da parte del Presidentedella sezione di Monza. Questa celebrazione èstata sicuramente un’occasione che ha valo-rizzato questo piccolo “gioiello” nascostonella nostra città in continua attesa di un ur-gente intervento di restauro. [Alberto Pessina]

25 Domenica – Festa d’Apertura NuovoAnno Oratoriano e 25° di sacerdozio di P. Fa-brizio Calegari. L’eucaristia delle ore 9,30 èstata presieduta da padre Fabrizio che, nel-l’omelia, ha parlato di Oratorio come luogo dipreghiera, di gioco, di crescita e in questo noicontinuiamo a credere, nonostante le fatichee gli sforzi, per mantenere in esso quell’animaaggregativa ed educativa che lo caratterizza.Ci sforziamo di render questo ambiente unluogo dove genitori, sacerdoti e adulti si de-

vono incontrare e diventare una ComunitàEducante, cooperante e in linea con gli inse-gnamenti di Gesù, per meglio accogliere i no-stri ragazzi e giovani che desiderano

“abitarlo”. Dopo lamessa abbiamo vis-suto un momento digioia e di allegria inoratorio, un simpaticomodo di ritrovarsidopo le vacanzeestive. Abbiamo datol’avvio a tutte le atti-vità dell’oratorio, coni diversi itinerari epercorsi formativi.L’oratorio rientraquindi a pieno regime

e decide ancora una volta di essere al serviziodei più giovani. [Laura Sciré]

28 Mercoledì – Visita al Duomo degli stu-denti salesiani dell’Istituto S. Lorenzo diNovara. Puntualissimi - verso le ore 9,30 -sono giunti in Duomo 250 studenti del liceodell’Istituto Salesiano San Lorenzo di Novara,accompagnati da don Giorgio, per il loro an-nuale pellegrinaggio, nel desiderio che acco-muna studenti e professori di mettere sotto laprotezione di Dio l’anno scolastico iniziato.Vengono sempre scelte chiese, cattedrali osantuari che negli anni si sono distinti o comepunti fondamentali per le comunità cristianegrazie a una particolare reliquia o perchétappa importante per la vita di un Santo.Quest’anno la scelta è caduta su Monza, inquanto il nostro duomo ospita una delle piùsignificative reliquie cristiane la cui particola-rità è il legame strettissimo che ha avuto nelcorso dei secoli con la storia nord-italiana econ i monzesi: la Corona Ferrea. Il direttore,durante l’omelia, ha spiegato il messaggioancor oggi comunicabile di questa corona.Dopo la visita alla stupenda cappella Zavat-tari una passeggiata per le vie storiche delcentro di Monza ha concluso una mattinatacaratterizzata da sincere emozioni e un breve

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viaggio a ritroso nella storia, nella riscopertadelle radici della nostra storia per meglio af-frontare le sfide del nostro futuro, non soloscolastico ma ecclesiale e sociale.

Seduta Consiglio Pastorale Decanale. Alleore 21, presso la Casa del Decanato, è iniziatala prima seduta del nuovo anno pastorale delCPDec con a tema la preparazione alla VisitaPastorale del Vescovo Scola, fissata nella se-rata del 29 novembre. Don Silvano ha in-trodotto l’incontro soffermandosi su treimmagini che ci offre il testo di Mt 13,51-52:la figura del discepolo che è sempre in cam-mino, conosce gli uomini e si stupisce nelvedere le novità del messaggio di Gesù.Anche noi dobbiamo avere questo atteggia-mento nel leggere la situazione del nostro de-canato e della nostra città. La successivaimmagine del padrone di casa ci invita aprendere coscienza che anche noi dobbiamosentirci membra attive della Chiesa e pensareal futuro delle nostre comunità, avendo acuore il bene di tutti. E l’immagine del“tesoro”: è compito del cristiano cogliere sem-pre il meglio da ogni uomo e da ogni si-tu-azione di vita. La discussione si è svolta apartire dalla bozza della relazione da pre-sentare al Vescovo e i consiglieri hanno pro-posto suggerimenti e integrazioni; inparticolare si è evidenziata la necessità diporre maggior rilievo ad alcuni aspetti dellanostra vita decanale: la pastorale ordinaria equella familiare, la carità e il mondo delvolontariato (presenti sotto varie forme nellanostra città), la formazione dei laici, la pre-senza delle comunità pastorali e le novità cheesse hanno portato. Nella prossima sedutaverranno individuati gli ambiti entro i qualipreparare le domande da presentare alVescovo.[Fausto Borgonovo]

OTTOBRE2 Domenica – Celebrazione in Duomo deiCavalieri di Malta. Oggi un folto gruppo di

appartenenti all’Ordine di Malta ha colorato eanimato con la sua presenza il Duomo, nelcorso di una mattinata piena di sole, di mu-sica e di preghiera. Il Sovrano Militare Ordinedi Malta – questa la sua denominazione piùprecisa – ha deciso di vivere una mezza gior-nata di grazia a Monza nell’anno del giubileodella misericordia. La parte dell’Ordine coin-volta è quella dell’Italia Nordorientale, deno-minata ufficialmente Gran Priorato diLombardia e Venezia. Cavalieri, dame, mem-bri del corpo militare, cappellani e volontari sisono radunati alle ore 11.30 per procedere so-lennemente in processione dalla canonica at-traverso la piazza ed entrare così dal portoneprincipale del Duomo. A guidarli, il Procura-tore del Gran Priorato Clemente Riva di SanSeverino e il Delegato per la Lombardia Gu-glielmo Guidobono Cavalchini. Alla presenzadel Gran Maestro fra Matthew Festing, il Cap-pellano Capo mons. Marco Maria Navoni hapresieduto alle ore 12.00 la S. Messa, accom-pagnata dal coro e dall’orchestra del CISOM(Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine diMalta), che hanno eseguito la Messa in Solmaggiore D 167 di Franz Schubert. Nel corsodella celebrazione è stata sottolineata la voca-zione ospedaliera e caritativa dell’Ordine, ilcui motto recita «tuitio fidei et obsequium pau-perum», ossia difesa della fede e servizio deipoveri. Alla celebrazione era annessa l’indul-genza plenaria del giubileo, straordinaria-mente concessa per l’occasione al Duomo –che è chiesa penitenziale ma non giubilare –dalla Penitenzieria Apostolica.[don Federico Gallo]

Festa del beato Luigi Talamoni. Nell’annodella Misericordia le Suore Misericordine ri-cordano i loro primi 125 anni di vita e i 90anni del ritorno alla casa del padre del loroFondatore, il Beato Luigi Talamoni. Oggi, nelnostro Duomo, alla vigilia della Festa liturgicadel Beato Luigi Talamoni, S.E. Mons. PaoloMartinelli e S.E. Mons. Luigi Stucchi hannopresieduto la celebrazione eucaristica delleore 18 alla presenza di tanti sacerdoti, di tan-

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tissimi fedeli, delle autorità comunali e pro-vinciali, civili e militari. Mons. Martinelli, nel-l’omelia, ha tratteggiato con sapienza lagrande figura del Beato Talamoni, uomo diinfinita carità e misericordia ma anche digrande cultura: una cultura che il nostroBeato ha saputo non solo insegnare e tra-smettere con capacità e passione ma anchecalare nella realtà di ogni giorno leggendo allasua luce persino le beatitudini proclamate nelVangelo. Un sacerdote capace di ascolto e diazione, uomo di misericordia che ha volutofar nascere una Congregazione Religiosa chedella misericordia ha fatto il suo carisma, unpresbitero di fede ed umanità eccezionali chesembrava attirare tutti nel suo confessionale,un amministratore pubblico stimato da tutti,un educatore ed un professore straordinario;un consolatore saggio e capace di condivi-sione. Mons. Martinelli ha davvero sottoli-neato molti aspetti della figura di Talamonianche riprendendo la bella definizione che diLui ha dato il suo alunno, il Card. GiovanniColombo: “Apostolo per vocazione, professore distoria per obbedienza, cultore di lingue e lettereclassiche per congenialità, amava la scuola ma cer-cava la vita. Nato per essere pastore d’anime”. Altermine in processione tutti hanno reso omaggioal Beato Talamoni all’altare che conserva il suocorpo ed invocato la intercessione e la protezionedel Beato Luigi sulla città di Monza che tanto haamato. Mons. Martinelli, nella prima delle tre in-vocazioni che hanno contraddistinto la solenne be-nedizione finale, ha sbagliato ed ha detto “SanLuigi Talamoni”: un mormorio di approva-zione e di “speriamo…” ha accolto questo pic-colo sbaglio. Che sia stata l’ispirazione delloSpirito Santo più che la stanchezza? In Para-diso il Beato Talamoni certamente ha sorriso,i presenti hanno riacceso la speranza perchéhanno imparato ad amarlo e ad affidarsi allasua intercessione. Dai, Beato Luigi, c’è ancoratanto bisogno di darsi da fare.[Rosella Panzeri]

6 Giovedì – Seduta Consiglio Pastorale. Ilconsiglio pastorale parrocchiale si è riunito il

giorno 6 ottobre avendo all’ordine del giornodue punti. Innanzitutto l’imminente visita pa-storale dell’Arcivescovo, che avrà il suo mo-mento iniziale martedì 29 Novembre al teatroManzoni. Sarà questo un incontro semplice evolutamente “feriale” con la città. Seguirà aFebbraio, nella nostra parrocchia, una visitadel vicario episcopale che si svilupperà in piùgiornate. Il CP si è impegnato a collaborareper la stesura della relazione sull’attività dellaparrocchia che sarà presentata entro i primidi novembre all’Arcivescovo. Si è poi discussala necessità di istituire turni di genitori, nonni,giovani che siano presenti in oratorio durantela settimana, facendosi anche carico della se-greteria e della sorveglianza. Luigi Scarlino,responsabile del nostro oratorio ormai da di-versi anni, ha iniziato il percorso in Seminarioa Venegono e pertanto la sua presenza sarà li-mitata esclusivamente al martedì e al sabatopomeriggio. A lui facciamo i nostri miglioriauguri e lo accompagniamo con la preghiera.L’oratorio verrà seguito particolarmente dasuor Paola Vailati che è tornata a Monza,dopo una parentesi di tre anni in Calabria. Sidecide infine di spostare la data dell’Assem-blea Parrocchiale, inizialmente prevista il 30ottobre, al 6 Novembre, in modo da evitare ilponte dei Santi e Defunti, e consentire unapiù numerosa partecipazione. [Luisa Lorenzi]

12 Mercoledì – Viaggio esplorativo ad Eise-nach (Germania). Monza ed Eisenach, centrotedesco della Turingia, commemoreranno in-sieme, nel 2017, i 500 anni della Riforma diMartin Lutero. Due città unite dai campanili,quello del nostro duomo e quello della chiesadella parrocchia evangelico luterana di SanGiorgio. Tutto nasce da una visita a Eisenachdi un gruppo di fedeli monzesi accompagnatidall’arciprete Silvano Provasi e da mons.Franco Buzzi, prefetto della Biblioteca Am-brosiana di Milano. La sorpresa dei brianzoliè grande quando si accorgono che la torrecampanaria di Eisenach è del tutto simile aquella del duomo di Monza. Ma, stando a re-

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centi studi, pare proprio che siano stati i te-deschi a “copiarci”. Il nostro campanile è statocostruito tra il 1593 e gli anni Venti del dicias-settesimo secolo, la torre della città della Tu-ringia tra il 1845 e il 1913. È bastato per farnascere tra le due parrocchie un’amicizia cheporterà nel 2017 i parrocchiani del duomo adEisenach dal 4 al 7 maggio in memoria del-l’arrivo di Martin Lutero al castello di War-tbuerg. Eisenach sarà una delle stazioni delcammino europeo di questo giubileo. Nellacittà tedesca, il pastore di San Giorgio e il par-roco della comunità cattolica di Santa Elisa-betta aspetteranno la nostra delegazione peruna sorta di gemellaggio che potrebbe averealtri sviluppi. Due chiese che si cercano. “Èsempre più consolante e generatore di fiduciaciò che unisce rispetto al disagio, ai pregiudizie ai sensi di colpa per ciò che divide”: così donSilvano ha scritto l’agosto scorso a StephanKohler, parroco luterano di Eisenach. [Angelo Longoni]

15 Sabato – Giubileo diocesano dei chieri-chetti. Quattro chierichetti delle scuole medieaccompagnati da due accoliti, si sono recati inrappresentanza della nostra parrocchia, nelDuomo di Milano per partecipare alla cele-brazione eucaristica presieduta dall’Arcive-scovo in occasione del Meeting DiocesanoChierichetti in questo Anno Santo. Dopo averindossato in piazza le nostre vesti liturgicheed essere entrati in Duomo attraverso la PortaSanta, abbiamo partecipato ad un breve mo-mento di preghiera per l’acquisto dell’indul-genza giubilare. Abbiamo poi ascoltato alcunetestimonianze di sacerdoti e seminaristi, chehanno evidenziato l’importanza del servizioall’altare, quale espressione di crescita umanae spirituale e segno fondamentale della pro-pria vocazione. Su questo tema si è anche sof-fermato il Card. Scola, nell’omelia della SantaMessa, esprimendo la sua gratitudine per lanumerosa partecipazione (erano infatti pre-senti circa tremila ministranti accompagnatida un’ottantina di sacerdoti) e ribadendo ilparticolare privilegio che il chierichetto ha

nell’accompagnare il sacerdote nella celebra-zione del sacrificio eucaristico. Al terminedella celebrazione, abbiamo potuto salutareanche mons. Claudio Fontana, cerimonieremaggiore della Cattedrale, originario dellanostra parrocchia, il quale, in giovane etàcome noi, ha svolto il servizio di chierichettoall’interno del nostro Duomo. [Alberto Pessina]

21 Venerdì – Il Duomo racconta. Questa serasi è tenuto il primo incontro della settima edi-zione del percorso artistico-culturale “IlDuomo racconta”. E’ stato illustrato il lavorodi “pulitura” (in attesa di un successivo veroe proprio restauro) dell’evangelicatorio diMatteo da Campione (adattato a cantoria nelXVII secolo). Dopo il saluto dell’Arciprete,don Carlo ha svolto una breve introduzionesul particolare significato allegorico di alcunefigure dei bassorilievi che caratterizzano lastruttura dell’evangelicatorio. Cinzia Parni-goni, la valida restauratrice che si è occupatadella recente pulitura, ha poi ripercorso lastoria di quest’opera che, nella sua composi-zione originale, comprendeva, con tutta pro-babilità, anche la lastra dell’incoronazionedell’imperatore Venceslao, per mano dell’Ar-ciprete di Monza, bassorilievo che oggi ve-diamo a lato della porta della sacrestia. Ci hapoi invitati a scoprire il valore artistico di al-cuni curiosi particolari che si sono resi mani-festi al seguito del suo intervento, come ilritrovamento di tracce di pittura e doraturache portano a pensare ad una colorazione ori-ginaria di tutto l’evangelicatorio. Al terminedegli interventi, i partecipanti hanno potutoosservare più da vicino l’opera, oggi tornataben visibile, e che forse prima passava inos-servata a causa della “polvere del tempo” chevi si era depositata. [Alberto Pessina]

23 Domenica - Mons. Georg Gänswein visitae celebra in Duomo. E’ una visita stretta-mente privata, promossa dalla FondazioneGaiani, quella di Mons. Georg, Prefetto della

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Casa Pontificia e già Segretario particolare delSommo Pontefice emerito Benedetto XVI. Alleore 9 inizia la sua visita alla Cappella di Teo-dolinda e alla Corona Ferrea guidata daFranco e Titti Gaiani e accompagnata dall’ar-ciprete, per approfondire la sua conoscenzadi Teodolinda e della città da lei fondata.Segue poi la visita al Museo e Tesoro. Alle ore

10 concede al direttore de Il Cittadino, Mar-tino Cervo, una breve intervista esclusiva sulsignificato di questa sua visita e sulla situa-zione attuale di Benedetto XVI. Successiva-mente si è tenuto in museo, nella Sala delRosone, un incontro informale con i giornali-sti su temi concordati quali: Teodolinda testi-mone di una cultura di pace, l’importanza dicustodire e tutelare un’opera d’arte, l’artecome contemplazione, l’arte come apertura elinguaggio comune tra popoli. Alle ore 12mons. George ha presieduto la S. Messa conl’arciprete, alla presenza dei familiari deiCombattenti e Dispersi delle grandi guerre,nel loro annuale raduno regionale, quest’annocelebrato nel nostro Duomo. [Fondazione Gaiani]

26 Mercoledì – Seduta Consiglio PastoraleDecanale. E’ proseguita la preparazione del-l’incontro con il nostro Vescovo, del prossimo29 novembre. Don Silvano ha introdotto la se-rata commentando un brano del Vangelo diLuca (21, 1-4): Gesù ha uno sguardo checoglie nell’animo di chi è disponibile a donarese stesso (in questo caso, la vedova). Chiedi-

amo anche per noi la capacità di vedere afondo, per poter scegliere ciò che è bene e ca-pace di far fruttificare i doni che riceveremodalla visita del nostro Vescovo. È stata ap-provata, con qualche piccola modifica e ag-giunta, la relazione che andrà inviata e sonostati individuati sei ambiti entro i qualipreparare le domande da sottoporre alVescovo: la pastorale sanitaria; la scuola e l’e-ducazione; le comunità pastorali e il loro im-patto sulla vita nelle parrocchie; il fenomenomigratorio nel nostro decanato; i giovani e levocazioni; il rapporto tra chiesa e comunitàcivile. La serata verrà introdotta da un video,realizzato con la collaborazione di alcuni stu-denti dell’istituto Mapelli. Verrà data anche lapossibilità a ciascuno, nelle settimane prece-denti l’incontro, di inviare personalmente unadomanda al Vescovo, tramite un indirizzomail che verrà predisposto.[Fausto Borgonovo]

29 Sabato – Le campane di Santa Mariadegli Angeli “ricoverate per cure”. Di buonmattino la ditta AEI di Perego, con i suoi po-tenti mezzi di traslocco, ha calato dall’altodella loro antica dimora, le campane di S.Maria degli Angeli. Saranno momentanea-mente custodite presso il laboratorio dellastessa ditta, in attesa di essere riposizionate,non appena possibile, dopo un attento e scru-poloso intervento di restauro che rientra neilavori di messa in sicurezza della chiesa, perla quale si è già provveduto a collocare il pon-teggio a protezione della facciata, in seguitoai distacchi di alcuni frammenti nello scorsomese di settembre. Questa chiesa, ormai an-ch’essa più che centenaria, richiederebbeanche un intervento massiccio che coinvolgeil rifacimento del tetto ed il restauro del sof-fitto e pareti interne. Chissà se, dopo la ri-strutturazione in atto della clinica Zucchi sipotrà por mano anche al restauro comples-sivo di questa chiesa, la più “giovane” dellenostre chiese sussidiarie, ma anche lei sog-getta al logorio del tempo che passa. [Lele Calegari]

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La nostra parrocchia e quella evangelico lu-terana di San Giorgio di Eisenach, in Ger-mania, unite dai campanili delle due chieseche si somigliano. Due comunità che sisono incontrate per caso e hanno iniziato a

dialogare. E che, nel 2017, in gemellaggioecumenuico commemoreranno i 500 annidella Riforma di Martin Lutero che ad Eise-nach, dal 1497 al 1501, soggiornò e fre-quentò la “schola latina”. Così la nostra comunità, ma ci auguriamoanche la nostra città, vuole contribuire alcammino di maggior dialogo tra cattolici eluterani, cominciato al tempo del ConcilioVaticano II e che prosegue da cinquant’anni.Un cammino che ha avuto un primo mo-mento importante con la firma, nel 1999,della «Dichiarazione congiunta sulla Dot-trina della Giustificazione», che superò se-coli di dispute su uno dei punti teologici piùcontroversi.Il 31 ottobre scorso, poi, il gesto epocale dipapa Francesco che a Lund, in Svezia, a

mezzo millennio dallo scisma di Lutero, hapartecipato alla cerimonia congiunta fra laChiesa Cattolica e la Federazione luteranamondiale, una commemorazione ecume-nica. Bergoglio, la sera dell’elezione nella Si-stina, si presentò al mondo anzitutto comevescovo della Chiesa di Roma «che presiedenella carità tutte le Chiese», una citazione diSant’Ignazio di Antiochia, un Padre dellaChiesa indivisa dell’inizio del II secolo: unsegnale ecumenico rivolto a tutti i cristiani. «In questo Anno giubilare straordinariodella Misericordia, teniamo ben presenteche non può esserci autentica ricerca del-l’unità dei cristiani senza un pieno affidarsialla misericordia del Padre- ha detto il Pon-tefice a gennaio, a conclusione della Setti-mana di preghiera per l’unità dei cristiani-Chiediamo anzitutto perdono per il peccatodelle nostre divisioni, che sono una feritaaperta nel Corpo di Cristo. Come Vescovodi Roma e Pastore della Chiesa Cattolica,voglio invocare misericordia e perdono peri comportamenti non evangelici tenuti daparte di cattolici nei confronti di cristiani dialtre Chiese. Allo stesso tempo, invito tuttii fratelli e le sorelle cattolici a perdonare se,oggi o in passato, hanno subito offese daaltri cristiani». E ha concluso: «Non pos-siamo cancellare ciò che è stato, ma non vo-gliamo permettere che il peso delle colpepassate continui ad inquinare i nostri rap-porti. La misericordia di Dio rinnoverà lenostre relazioni».Non si cancella ciò che è stato, ma, comedisse il papa S. Giovanni XXIII, «ciò che ciunisce è molto più di ciò che ci divide». Il le-game tra il capoluogo brianzolo e la cittàdella Turingia, nasce, per caso, nel 2010, du-rante la visita del gruppo ecumenico dellazona pastorale V di Monza-Brianza, accom-pagnati dall’arciprete Silvano Provasi e damonsignor Franco Buzzi, prefetto della Bi-blioteca Ambrosiana di Milano che notauna grande somiglianza tra la torre campa-

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Viaggio esplorativo ad Eisenach

Angelo Maria Longoni

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naria di Eisenach e quella del nostroDuomo. E, stando a recenti studi, pare pro-prio che siano stati i tedeschi a “copiarci”.Il nostro campanile è stato costruito tra il1593 e gli anni Venti del diciassettesimo se-

colo, la torre della città della Turingia tra il1845 e il 1913. Una somiglianza definita daStephan Kohler, parroco luterano di SanGiorgio, “davvero molto sorprendente”.“Tenuto conto dell’epoca della costruzionedel nostro campanile, scrive il sacerdote te-desco a mons. Provasi, appare veramentepossibile che il campanile di Monza possaessere servito da modello”. Tanto è bastato per avviare un dialogo tra ledue parrocchie sotto la “regia” di mons.Buzzi. Dialogo che culminerà nel 2017, dal4 al 7 maggio, con la nostra comunità a Ei-senach, ricordando l’arrivo di Martin Luteroal castello di Wartburg, dove si rifugiò dopola scomunica. La città della Turingia, chediede i natali a Johann Sebastian Bach, bat-tezzato proprio nella chiesa di San Giorgio,sarà una delle stazioni del cammino euro-peo delle commemorazioni dei 500 anni.“Lutero – spiega il teologo don Angelo Maf-feis – era un monaco che ha dedicato la suavita allo studio della Scrittura e attraversoquesto studio ha maturato la convinzioneche in quel tempo l’annuncio centrale delVangelo era stato oscurato. Oggi la ricercaattuale mette in luce che Lutero non inten-

deva iniziare un progetto di riforma perfondare una nuova Chiesa ma per sottoli-neare la necessità di rinnovare la Chiesaesistente”. Quello che forse non è avvenutoè il passaggio successivo e le ricerche degli

specialisti non sono riuscite atradursi in termini di coscienzacondivisa. “La mia impressione –sottolinea Maffeis – è che soprat-tutto nella vulgata comune persi-stano ancora molti pregiudizi percui l’auspicio è che questo quintocentenario della Riforma possaservire a compiere questo passo”. Il 12, 13 e 14 ottobre scorsi l’arci-prete mons. Provasi, accompa-gnato da mons. Buzzi e da padrePompiliu Nacu, parroco rumeno

ortodosso della chiesa di Tutti i Santi, aMonza in via Guarenti, hanno incontratonella città tedesca (42mila abitanti, il 4% cat-tolici, il 36% evangelici luterani) il Comitatoper il gemellaggio con Eisenach per metterea punto il programma del 2017. “Vogliamopartire prima con un gemellaggio ecclesiale,spiega mons. Provasi, per poi coinvolgereistituzioni e forze economiche. In attesa

della commemorazione del 2017 inizieremouna sinergia coi rispettivi notiziari parroc-chiali che ospiteranno eventi ecclesiali delledue comunità”.

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Negli ultimi giorni del mese di settembre sonostate posizionate strutture di sicurezza nellechiese sussidiarie di Santa Maria in Strada e diSanta Maria degli Angeli. Strutture necessarieanche per avviare lavori di consolidamento diparte delle componenti murarie e decorative chepresentano ammaloramenti più o meno diffusi.Per Santa Maria degli Angeli si è dato corso allaformazione di un ponteggio a coprire l’interafacciata per mettere in sicurezza e per evitare cheframmenti decorativi, cadendo al suolo, possanorecare danno ai passanti.

La chiesa di Santa Maria degli Angeli risalealla fine del XIX sec. ma si tratta di una ri-costruzione dell’originaria chiesa barocca.La ricostruzione fu affidata all’architetto

Spirito Maria Chiappetta che la disegnò conuna facciata neobarocca composta di mat-toni a vista, elementi decorativi a tuttotondo e a rilievo in cemento.Sopra a ogni portale prendono posto tre cu-spidi in pietra forse derivanti da altro edifi-cio antico. Recentemente, a seguito dei

temporali agostani caratterizzati da abbon-danti precipitazioni vento e grandine, sisono staccati frammenti di cemento che,precipitando al suolo si sono frantumati.Sebbene fortunosamente non sia successonulla a persone e cose, si è ritenuto dove-roso eseguire un’ispezione estesa a tutta lasuperficie e provvedere alla messa in sicu-rezza di altri pezzi pericolanti ed evitarecosì l’incorrere in pesanti responsabilità incaso di futuri incidenti di maggiore gravità.L’ispezione è avvenuta utilizzando un ce-stello mobile periscopico con il quale è statopossibile arrivare a visionare la facciata finoalla sommità della guglia centrale, la piùalta.L’osservazione attenta ha messo in evi-denza la ragione principale delle cattivecondizioni della facciata derivanti sostan-zialmente dal pro-cesso degenerativodelle parti decora-tive in cemento.Queste, infatti, sipresentano attra-versate da infinitecrepe, a volte fitte esottili, a volte nettee profonde, gene-rate dall’aumentodi volume delle ar-mature di ferro presenti al loro interno.L’aumento di volume del ferro avvienequando a contatto con l’acqua, il ferro si os-sida. La presenza dei pericoli derivanti dal-l’ossidazione del ferro doveva essere giànota e affrontata cerchiando con fasce di ac-ciaio colonnine e altri elementi architetto-nici. Migliori sono le condizioni diconservazione delle tre cuspidi di pietrasebbene anch’esse mostrano problemi ana-loghi agli elementi in cemento.I ferri in questo caso però sono presenti solocome elementi di unione tra più conci ocome sostegno di elementi metallici. La vi-

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Due cantieri... urgenti

Cinzia Parigoni e Pippo Caprotti

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sione ravvicinata ha messo in risalto anchealtre sofferenze come: il locale attacco bio-logico di muschi e licheni, la formazione lo-cale di croste nere generate dal deposito dipolvere e inquinanti che compattandosi haformato film duri e coerenti e ilpessimo stato di conservazione del-l’intonaco di rivestimento della fa-scia ad archetti.Alla luce di quanto osservato ecome già accennato sopra, però ilmaggior responsabile delle cadutedi materiali a terra è da ricondurreall’ossidazione del ferro che armagli elementi in cemento, per tantoconsigliamo di mettere in attoquanto prima alcune operazionimirate a fermare tale fenomeno.L’intervento tempestivo di dueoperai ha già assicurato le partipiù fragili con la messa in opera direti di contenimento e, nei casi più gravi,gli stessi hanno manualmente distaccatoframmenti in procinto di cadere, ma peruna maggiore tranquillità è stato opportunotransennare tutta la zona del sagrato affin-ché sia impedito a chiunque di passare al disotto della facciata e successivamente, dopola messa in opera di un ponteggio, si do-vranno eseguire una serie di operazioni conil preciso scopo di proteggere le parti diferro già scoperte e chiudere tutte le vie diaccesso dell’acqua che, penetrando nel ce-mento, innesca il processo di ossidazione.

Per quanto riguarda Santa Maria in Strada,la cui costruzione ha avuto inizio dal 1348 eha subito trasformazioni sostanziali nel1610 è stata poi restaurata, a partire dal1870, dall’architetto Carlo Maciachini cheintervenne principalmente sulla facciata in-tegrandone alcune parti. A lui si deve ancheil completamento della cella campanaria,accordandola stilisticamente alle altre partidell’edificio.

Nel mese di settembre si è dato corso aduna speciale struttura di sicurezza e cioè adun ponteggio a ponte che interessa l’interanavata così da facilitare i lavori di consoli-damento degli intonaci della volta, che già

negli anni passati avevano creato problemidi distacco e di caduta, tanto che si era ri-corsi ad una protezione “provvisoria” conuna rete metallica. L’intervento urgente di consolidamentodegli intonaci della volta, come descritto dauna attenta valutazione della restauratriceAnna Lucchini, si rende necessario per evi-tare ulteriori danni agli affreschi e riguardale sole porzioni delle decorazioni che sonoin parte slegate dalla struttura muraria. Completata questa operazione, il complessodella chiesa sarà oggetto di un programmadi “manutenzione” di più ampio respiroche riguarda, in una progressione tempo-rale della durata di tutto il 2017 e di partedel 2018, il rifacimento della coperturadella navata e il restauro dei dipinti dellavolta e delle pareti. Va da sé che questi in-terventi, di cui esiste già il progetto defini-tivo, potranno essere avviati una voltaacquisiti i pareri degli Enti preposti, vale adire dell’Organo diocesano e della Soprin-tendenza regionale.

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Il restauro della facciata:ecco il programmaPippo Caprotti

Il cantiere pilota. Nel corso dell’anno 2015,come anticipato nel Notiziario del giugnodell’anno scorso, si è dato avvio alla messain campo di un cantiere pilota propedeuticoal progetto di restauro della facciata delDuomo. Il cantiere pilota ha interessato,come si può vedere dal parziale ponteggio,il secondo campo da destra della facciata,ritenuto rappresentativo delle diverse si-tuazioni dei materiali lapidei, del modellatoe dei degradi, e si è posto come obiettivospecifico quello di eseguire le più oppor-tune e approfondite indagini conoscitive

nonchè prove e campionature dei materialie degli stati di degrado, al fine della mi-gliore definizione del progetto e degli in-terventi di conservazione e di restaurosull’intera facciata. Preliminare alla diagno-stica, è stato eseguito un rilievo geometricodell’intera facciata, con approfondimentisui dettagli delle parti decorative e sculto-ree di particolare complessità, come sup-porto per la rappresentazione dei diversitipi lapidei e dei differenti stati e gradi diconservazione.

La diagnostica. L’attività diagnostica ha se-guito diverse fasi, a partire da una prelimi-nare indagine visiva di dettaglio, con ilrisultato di formare una mappatura dello

stato di conservazione. Si è poi proceduto alcampionamento e alla raccolta, per cam-pioni, del materiale lapideo, da sottoporread analisi di laboratorio per una più appro-fondita conoscenza anche dei precedenti in-terventi di restauro.L’analisi è stata condotta nelle strutture dellaboratorio dei materiali del Politecnico diMilano, utilizzando strumenti e tecnologiedi microscopia ottica, di scansione con mi-crosonda, di raggi X e infrarossi, in grado diportare ad approfondita conoscenza lastruttura minerale e quella fisico-chimica.Nella terza fase della diagnostica, sulla basedei risultati acquisiti, sono state sperimen-tate e selezionate le più idonee ed efficacimetodologie conservative per le diverseoperazioni di pulitura, di consolidamento,di stuccatura e di protezione dei materialilapidei.L’insieme dei dati di diagnostica è stato ela-borato e commentato, dando luogo ad unarelazione finale accompagnata da rappre-sentazioni grafiche e da schede analiticheutili per la fase di progettazione esecutivadell’intervento di conservazione e di re-stauro della facciata.La diagnostica ha evidenziato la comples-sità della struttura materica e figurativadella facciata ma soprattutto la complessitàe la intensità delle diverse forme di degradoche intaccano le componenti lapidee.L’esito di questo percorso ha dato luogo allaelaborazione di una serie di tavole, a scaladiversa, dalle quali emerge in tutta evi-denza la complessità degli interventi di con-servazione e di restauro da proporre nellaprogettazione e da intraprendere nella faseesecutiva.Particolare attenzione nella fase della dia-gnostica è stata attribuita alla scelta di tec-niche e di materiali il più possibilecompatibili con quelli della costruzione ori-ginaria, per evitare di modificare l’equili-brio del manufatto, per non incrementare i

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fenomeni di degrado ed essere il più possi-bile reversibili.Va sottolineato che l’intero percorso delladiagnostica è stato accompagnato da so-pralluoghi e incontri con la Soprintendenza,la quale ha mostrato non solo interesse perle modalità con cui è stata condotta la ri-cerca ma soprattutto per gli esiti di tipo co-noscitivo e operativo che ha prodotto.

Segnale positivo che non potrà non incidereche favorevolmente sull’iter delle autoriz-zazioni nel senso sia di una loro velocizza-zione sia nella emissione di parerefavorevole al restauro complessivo dellafacciata.

Il programmaAllo stato (fine settembre/primi di ottobre2016) restano da completare alcune attivitàdiagnostiche per la valutazione dei tratta-menti conservativi di consolidamento e diprotezione delle superfici lapidee e per lacaratterizzazione dello stato di conserva-zione delle formelle della porzione centraledella facciata.Operazione che sarà ultimata entro la finedel mese di novembre.Nel frattempo si sta componendo il mate-riale per dar corpo al progetto definitivo dasottoporre agli Enti, Curia e Soprinten-denza, per le debite e rispettive autorizza-zioni.Elemento centrale della composizione pro-gettuale, oltre alle già citate tavole materi-

che, sarà costituito dal sistema delle schedetecniche e cioè dalla descrizione particola-reggiata e differenziata degli interventi direstauro nella fase di pulitura, di consolida-mento e di protezione.I diversi tipi di intervento saranno accom-pagnati anche dalla indicazione del temponecessario per la loro conclusione oltre chedal computo metrico estimativo, con la in-dicazione del costo unitario riferito allaparte oggetto del restauro e dei costi com-plessivi del restauro dell’intera facciata.La struttura del progetto sarà infine accom-pagnata dalla stesura del capitolato d’ap-palto, per dar corso, una volta acquisiti ipareri degli Enti, alla gara per l’esecuzionedei lavori.Un calendario programmatico è già statoelaborato e si prevede che il progetto siacompletato entro la fine dell’anno e che con-testualmente avvenga la consegna alla So-printendenza.Nei primi mesi dell’anno prossimo si pro-cederà alla gara d’appalto e nello stessotempo all’allestimento del cantiere e delponteggio, per poi affidare i lavori all’im-presa selezionata così da poter iniziare i la-vori di restauro nella primavera del 2017.La durata dei lavori è prevista in due anni e

quindi si prevede che alla fine del 2018 lafacciata restaurata possa essere riportata al-l’originario splendore nella sua integraledimensione.

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Ci sono persone che, nella semplicità di undono quotidiano vissuto con fedeltà edamore, sono destinate davvero a lasciare unsegno nel cuore di molti, nella storia – quellavera anche se non destinata a finire sui libri –di una comunità. Livio Stucchi è stato sicura-mente una di queste persone: innamoratodella sua Monza e del suo Duomo, pronto alavorare e ad impegnarsi per la sua bellezzae “dignità”, capace di rimanere ore accantoall’altare della Madonna dell’Aiuto a control-lare se solo temeva qualche presenza nontroppo corretta, sempre intento a sistemarequalche fiore o qualche lumino, a raccoglierepezzi di carta, a cancellare qualche macchia, arimettere a posto le sedie con una simmetriaquasi perfetta. Sorridente, sereno anche se avolte apparentemente burbero ma sempreimplacabile con il suo “Signori si chiude” se-guito dal tintinnio del mazzo di chiavi, esibito- credo - con la stessa fierezza di San Pietro,al termine delle celebrazioni in Duomo.E proprio con “Signori si chiude” padre Fa-brizio ha iniziato, la voce rotta dalla commo-zione, l’omelia al funerale dello zio Livio,persona semplice dal cuore grande e buonosottolineando come la simbiosi tra Livio ed ilDuomo abbia prodotto grandi frutti, abbiaaiutato Livio nel suo cammino di fede e dipreghiera, nel suo abbandonarsi senzapaura, nella sua testimonianza quotidiana.“In Duomo davvero, nelle lunghe ore di pre-senza e di impegno, lo zio ha riscoperto laforza e la bellezza della preghiera – ha dettopadre Fabrizio – preghiera che l’ha accompa-gnato fino all’ultimo istante “. C’era tanta gente per l’ultimo saluto a Livio,Mons. Arciprete e tanti sacerdoti legati alDuomo che da lui hanno ricevuto sorriso esostegno, tante persone della comunità edella città che si sono sentite salutare con ilsuo immancabile “ciao, bella gioia” mentrecon la fedele bicicletta – prima in sella poi,spesso, accompagnandola a mano – percor-reva le vie del centro andando o tornando dalsuo Duomo. E tanti di noi l’hanno sentito “la-mentarsi” perché gli anni e le condizioni di

salute gli rendevano sempre più faticoso quelservizio gratuito e generoso in Duomo chedava un senso più pieno alla sua vita: il pro-blema non era tanto il fatto di stare poco benema la paura che, per questo, il servizio inDuomo gli fosse precluso.“Io vado a prepararvi un posto”: questo ilVangelo proclamato al funerale di Livio ed iosono convinta che il posto preparato per luideve essere davvero bello, bello almenoquanto il Duomo in cui Livio ha speso tanteenergie considerando quasi un privilegio ilpoter essere lì, il poter impegnarsi perchétutto fosse il più possibile perfetto, perchéognuno nel Duomo potesse incontrare certocapolavori d’arte ma soprattutto il raccogli-mento, lo spazio necessario per incontrare ilSignore della bellezza. Come sarebbe una comunità se tante persone,come Livio ha saputo fare, decidessero - almomento della pensione - di mettersi al ser-vizio gratuito, intelligente e generoso deglialtri in mille modi diversi ma ugualmente im-portanti? Sarebbe una comunità felice, unacomunità capace di trovare risposte allemolte, troppe richieste che invece rimangonoinevase, una comunità capace di rapporti veri.Per questo la percezione che la città di oggi siaun po’ più povera è nel mio cuore e nel cuoredi molti venuti a dire addio a Livio perchédavvero la civiltà dell’amore, quella di cuitutti abbiamo un desiderio tanto più pro-fondo quanto a volte inespresso, cammina suigesti semplici di servizio, di fedeltà, di donogratuito di quello che sei. Di quello che puoi.Ed allora grazie, Livio: quando avrai termi-nato di verificare con San Pietro chi ha ilmazzo di chiavi più grande vedi di impe-gnarti per ciascuno di noi, per la tua famigliaprima ma poi per tutti coloro che hanno avutola fortuna di sentirti dire “Signori, si chiude”perché, quando il Signore della vita ci chia-merà, possiamo avere la gioia di sentire ri-suonare anche la tua voce, magari nell’angolodi paradiso riservato ai monzesi: questa voltaperò l’invito sarà “dai, avanti, signori, èaperto “.

Ricordo di Livio Stucchi

Rosella Panzeri

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“Ciao Livio!” “Ciao Alberto, ciao bella gioia!”.Questo era il saluto quasi quotidiano, pienodi entusiasmo, quello che ci rivolgevamo re-ciprocamente e che spesso e volentieri dava ilvia ad una serie di battute dialettali, quandoio entravo in Duomo e lui era seduto, nasco-sto, sulla sua sedia di fianco al Battistero. Op-pure alla sera, dopo la santa Messavespertina, nel cortile della canonica prima ditornare a casa, o ancora, quando lo incrociavodi ritorno dall’Unes in bicicletta, nei vicoli at-tigui al cortile di via Santa Maddalena, doveabitava.Livio infatti era ormai una “istituzione” per imonzesi del centro ed il suo ventennale “mi-nistero”, svolto prima al Museo Serpero e poiall’interno della nostra Basilica. “Figlio del-l’uomo, ti ho posto per sentinella alla casad’Israele”. Questa espressione del profeta Eze-chiele che l’Ufficio delle letture ci ha propo-

sto proprio il giorno seguente la scomparsa diLivio, potrebbe ottimamente identificare eriassumere la presenza fedele e scrupolosa diLivio nel nostro Duomo. Livio era propriouna sentinella, una presenza nascosta, ma co-stante, una presenza silenziosa, ma vigile, in-

somma egli era una certezza per i fedeli e pergli assidui frequentatori del Duomo: d’in-verno e d’estate, in prima mattinata e neltardo pomeriggio lui era lì, “poiché mi divoralo zelo per la tua casa” (dal salmo 68). Penso dunque che sarà molto difficile, comeha ricordato il nipote padre Fabrizio nel-l’omelia funebre, “immaginare un Duomosenza Livio, e Livio senza Duomo”. A questoproposito mi torna alla mente un episodioparticolare dal quale emerge la profondità diquesto legame. Una sera, Ademar ed io, ave-vamo ritrovato Livio per terra in fondo alDuomo, al seguito di una caduta. Egli però cipregò subito di non avvisare i suoi familiari,perché altrimenti avrebbe dovuto ritornare acasa. Livio, insomma, voleva restare inDuomo, in quella che ormai era la sua se-conda casa e proprio per questo non mancavail suo consueto borbottare, quando la mogliee la cognata lo invitavano giustamente a rien-trare presto a casa, dal momento che le forzefisiche iniziavano a venir meno.Livio ha chiuso per l’ultima volta i suoi occhilo scorso 2 settembre poco dopo le 18.30, pro-prio l’orario in cui era solito chiudere il pe-sante portone del Duomo, che avrebberiaperto all’alba del giorno successivo; oraperò è successo qualcosa di stupendo e distraordinario: questi occhi si sono riaperti al-l’alba di un giorno intramontabile, alla visionebeata del volto di Dio, che Livio ha atteso pertutta la vita. In questi giorni, mentre entro in Duomo, con-tinuo quasi istintivamente a rivolgere losguardo a quella sedia nascosta di fianco alBattistero, e mi immagino ancora di trovar-melo lì, pronto a scherzare e ironeggiare conentusiasmo, ma “il” Livio non c’è. Allo stessotempo, però, immagino Livio come unafiamma inestinguibile che oggi rifulge da-vanti a Dio, così come ardono continuamentedavanti alla Madonna dell’Aiuto, i ceri votivisui quali per tanti anni ha vigilato con occhioaccorto ed attento. Grazie Livio per tuttoquello che hai fatto per questa chiesa: ci man-cherai!

Livio era così

Alberto Pessina

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Ci troviamo nell’anno giubilare straordinario dellamisericordia, voluto fermamente da papa France-sco. Alla luce dell’anno della misericordia il vostrocarisma di vita consacrata risplende come un faronella comunità ecclesiale e nella società civile,come un punto di riferimento importante per poterapprodare alla misericordia di Dio, farne espe-rienza e diventare a propria volta operatori di mi-sericordia. Alla radice della vostra storia c’è ungrande prete ambrosiano, il beato Luigi Talamoni,di cui quest’anno ricorre in 90° anniversario dellafine della sua missione terrena. Queste erano ledoti del sacerdote, ricercato e amato da tutti: “l’af-fabilità, la dimestichezza, la capacità e la generosità diessere alla portata di tutti, di sentirsi bene con tutti, ditrattare tutti con l’identica cordialità, di immedesimarsiin ogni questione, di avere un opportuno e adeguatoconsiglio per ogni contingenza. Sì che riusciva, senzadebolezze ad essere dolce, senza asprezze ad essere forte,senza imposizione ad essere autorevole, senza puerilitàad essere chiaro, senza involuzione ad essere profondo”(Luigi Fossati). Una persona tanto grande quantoumile, che incarnò nella vita una spiritualità tantoattuale anche oggi, fatta di unione con Dio,innan-zitutto attraverso l’eucaristia, la meditazione co-stante della parola di Dio, la devozione a Maria, lozelo per il confessionale, ossia lo zelo per essereministro della misericordia e della riconciliazione,la passione per la cultura e per la comunicazione diun sapere autentico, una grande passione educa-tiva, una passione per il bene comune della suacittà che lo spinse ad entrare esplicitamente anchein politica, in tempi assai complessi; ma soprat-tutto è stato un uomo di Dio, mosso a compassioneper il prossimo bisognoso. Infatti egli ha sentito il bisogno del prossimo comequalcosa di costitutivo del suo stesso rapporto conDio. La realtà era per lui come la voce di Dio che lochiamava a rispondere con la generosità della suadedizione. Da qui l’intuizione carismatica, condi-visa con Maria Biffi Levati, di dare origine ad unacongregazione totalmente dedita alle opere di mi-sericordia, in particolare alla cura degli ammalatiindigenti.Tra le tantissime cosa che si possono dire su que-sto grande beato della terra ambrosiana riman-gono indelebili quelle del più illustre dei suoialunni al Seminario Liceale di Monza, AchilleRatti, poi Papa Pio XI, che ebbe a definirlo “per

santità di vita, luce di scienza, grandezza di cuore, pe-rizia di magistero, ardore di apostolato, per civiche be-nemerenze onore di Monza, gemma del cleroambrosiano, guida e padre di anime senza numero“.In occasione del50 anniversario della morte, così loricordò il Cardinale Giovanni Colombo, che fu an-ch’egli suo allievo: “Rivedo nitidamente nella fanta-sia la sua immagine…Non saliva in cattedra, nonapriva il libro che pur teneva fra le mani, conversava conla scolaresca. Apostolo per vocazione, professore di sto-ria per obbedienza, cultore di lingue e lettere classicheper congenialità, amava la scuola, ma cercava la vita. Siconcedeva allo studio, ma quanto bastasse per trovareidee vere e forti da innervare l’azione. Le memorie delpassato venivano a paragone con i fatti del presente, e at-traverso il presente prospettavano il futuro, che già in-cominciava e verso il quale lanciava il cuore impazientedegli alunni. (...) Ai nostri occhi giovanili la sua perso-nalità appariva di una completezza e di una coerenzache raramente capita d’incontrare. … Conoscere Gesù,amarlo, farlo conoscere e farlo amare era per lui la vitavera, la vita piena, la vita eterna come può essere vis-suta sulla terra. Tra i modi di presenza di Gesù in mezzoa noi, egli ne preferì tre - l’Eucaristia, i sacerdoti, i sof-ferenti e i poveri - e li pose a perno d’ogni suo pensiero,d’ogni suo amore, d’ogni sua fatica, fino all’ultimo re-spiro”La statura umana e culturale del beato Luigi Tala-moni ci permette di sottolineare un elemento distraordinaria attualità del vostro carisma. Uomo dicultura e di carità, uomo di studio e di misericor-dia. In lui la passione per le opere di misericordiaera un modo profondo di vivere la dimensione cul-turale della fede. Come ha sottolineato in questianni il nostro Arcivescovo Angelo, le opere dellacarità devono veicolare infatti una cultura diversa,un nuovo modo di guardare e di sentire la realtà. Talamoni non ha diviso la mente dal cuore, l’intel-letto dall’azione. Egli ha saputo educare al pen-siero di Cristo e ad avere i suoi sentimenti proprioattraverso una carità operosa, intelligente, gene-rosa. Con queste parole le Costituzioni delle suore Mi-sericordine ricordano il carisma di Luigi Talamoni:Il contatto con Dio, con Gesù Eucaristico sviluppò inlui lo spiccato senso di umanità innato che gli fece in-tuire le miserie e i bisogni dei fratelli fino ad essere chia-mato il facchino delle anime. La sua carità fu senzaconfini, anche per le situazioni familiari e i bisogni so-

125° Anniversario delle suore Misericordine 90° Anniversario della morte del beato Luigi Talamoni

Dalla omelia di mons. Paolo Martinelli

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ciali della sua città a cui egli si diede con animo vera-mente sacerdotale. Manifestare l’amore misericordiosodi Cristo (cfr. S.N. pag. 11), che ebbe compassione diogni umano dolore e passò la sua vita tra i sofferenti, ipoveri e gli ammalati, è il carisma di don Luigi Tala-moni.

Il suo fu certamente un tempo difficile; lo era so-cialmente, politicamente, culturalmente. Un mo-mento di enormi cambiamenti. Ma egli ha saputonon essere passivo, non ha passato il tempo a la-mentarsi perché le cose stavano cambiando; non èstato mai rinunciatario. Comprendiamo così anche il nostro tempo: untempo di cambiamento di epoca più che un epocadi cambiamenti ci può portare ad essere inermi esmarriti. Quante cose sono cambiate in questi ul-timi decenni, dentro e fuori dalla Chiesa! E quantecose nuove stanno all’orizzonte, pensando ai pro-cessi migratori, alle grandi rivoluzioni culturali etecno-scientifiche. Possiamo forse rimanere semplicemente inermi epassivi? Il beato Luigi Talamoni ci fa vedere cheabbiamo bisogno di guardare questi cambiamenticon occhi di fede; che la fede diventi in noi unnuovo sentimento della vita. Quando la fede di-venta cultura, cioè modo di guardare la vita, im-medesimandoci con il cuore, la mente e isentimenti di Cristo, allora torniamo a essere unsoggetto vivo nella società, come ha saputo fare ilbeato Luigi con la sua attività ed in particolare conla realtà delle suore misericordine.Proprio il tema della misericordia, dell’amore in-condizionato di Dio verso l’uomo e la donna nelbisogno, diviene il tema cruciale per vivere inmodo nuovo il nostro essere cristiani in questomondo e nella società plurale. La misericordia in-fatti è al centro del pensiero e dei sentimenti di Cri-sto. Ciò che sta al cuore della missione di Cristo ècomunicarci la misericordia del Padre. Questoamore gratuito ed incondizionato sono ciò di cuiabbiamo tutti bisogno oggi. Crescere dunque nelsentimento supremo della vita, quello per il qualeesistere è esser voluti, amati fino al perdono deipeccati che ci rigenera alla vita.In questa prospettiva il carisma delle misericordinediviene particolarmente eloquente, poiché sietechiamate con la vostra opera a diffondere in tuttiun nuovo sentimento della vita.La chiamata ad essere misericordiosi non è in tita-nismo, frutto di un proprio sforzo organizzativo: èrisposta all’amore, perché sempre l’amore rendechi ama a sua volta soggetto di amore: un amorevero non rende chi ama solo passivo. L’amore èsempre rigenerante, ed essere amati vuol dire sem-pre anche essere riabilitati all’amore. Colpisce infine, nelle costituzioni anche il legame

tra misericordia ed ecclesialità. Così si legge al n. 5:“partecipiamo alla missione della Chiesa, annunciandocon le opere di misericordia la presenza del Regno di Dionel mondo. Attente ai segni dei tempi, fiduciose e aperteagli inviti dello Spirito, disponibili alla collaborazionenei diversi campi della pastorale, realizziamo, in comu-nione filiale con i pastori (M.R. 15), la diaconia della ca-rità”.In tal modo si vede il profondo nesso tra unaesperienza potente di consacrazione e l’imma-nenza concreta nella Chiesa, nel popolo santo diDio. Riassumendo in una frase lo spirito delle Miseri-cordine, mons. Talamoni raccomandava loro:«Siate umili, dolci; bruciate di amore».

Pensando alle suore misericordine e al Beato LuigiTalamoni, sovvengono le parole di Papa Francescoal termine dell’anno della vita consarata, lo scorso2 febbraio: sono frasi molto forti e che fanno benea tutti:“come cristiani e come persone consacrate,siamo custodi dello stupore. Uno stupore che chiededi essere sempre rinnovato; guai all’abitudine nellavita spirituale; guai a cristallizzare i nostri carismiin una dottrina astratta: i carismi dei fondatori –come ho detto altre volte – non sono da sigillare inbottiglia, non sono pezzi da museo. I nostri fonda-tori sono stati mossi dallo Spirito e non hannoavuto paura di sporcarsi le mani con la vita quoti-diana, con i problemi della gente, percorrendo concoraggio le periferie geografiche ed esistenziali.Non si sono fermati davanti agli ostacoli e alle in-comprensioni degli altri, perché hanno mantenutonel cuore lo stupore per l’incontro con Cristo. Nonhanno addomesticato la grazia del Vangelo; hannoavuto sempre nel cuore una sana inquietudine peril Signore, un desiderio struggente di portarlo aglialtri”. Ecco la nostra eredità. Ecco il nostro compitoda realizzare ogni giorno con l’aiuto di Dio!

Fratelli e sorelle, è propriamente il 25 marzo ilgiorno in cui si ricorda l’anniversario della vostraCongregazione. Questo giorno è quello in cui laChiesa celebra l’Annunciazione del Signore allaVergine Maria. E’ il giorno in cui celebriamo il sìdella creatura al Creatore; è l’inizio del mistero del-l’incarnazione, in cui l’iniziativa amorosa di Diobussa alla porte della libertà di una giovane ra-gazza di Nazareth per entrare e prendere dimoranel tempo e nello spazio. Maria, proprio in questoè Madre della Misericordia, perché Madre di coluiche è il Volto della Misericordia del Padre. Lei haavuto tra le braccia la misericordia di Dio. Voi chesiete nate nel giorno in cui ricordiamo l’incarna-zione di Dio possiate essere creativamente fedeli alvostro carisma sulla scia del vostro fondatore, perla gioia del popolo cristiano, per la vita buona ditutti e per la gloria di Dio.

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Nel recente Convegno ecclesiale della Chiesa ita-liana, che si è svolto a Firenze la scorsa primavera,il Papa nel suo discorso ha invitato i Vescovi e tuttii delegati delle diocesi italiane a riprendere in manol’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, perfarne oggetto di riflessione e di revisione del-l’azione pastorale di tutte le comunità cristiane.

Anche noi, nel nostro piccolo, vorremmo prenderesul serio l’invito del Papa.

Ma che cos’è la Evangelii Gaudium? Forse qual-cuno ricorderà che, alcuni mesi orsono,quando il documento pontificio è stato resopubblico (24 novembre 2013), il nostro infor-matore parrocchiale ne aveva presentato unalettura sintetica, necessariamente sommaria ri-spetto alla ricchezza del suo contenuto. In-somma, quasi solo un indice. Quest’annovorremmo entrare un po’ più nel dettaglio ap-profondendo alcuni snodi centrali della Evan-gelii Gaudium, accogliendo l’invito del Papaalla Chiesa italiana e come modesto contributoalla vita della nostra comunità parrocchiale delDuomo.

Nell’ottobre del 2012, indetta da Papa Bene-detto XVI, si è celebrata una assemblea delSinodo dei Vescovi, sul tema dell’evangelizza-zione per la trasmissione della fede. La di-

scussione dei Vescovi nel Sinodo si concludesempre con la votazione di alcune proposi-zioni, che vengono presentate al Papa perchéle elabori e le sintetizzi in un documento daproporre autorevolmente a tutta la Chiesa. Ildocumento papale conclusivo del Sinodoprende il nome di Esortazione Apostolica.

Questa è la natura propria dellaEvangelii Gaudium, il cui tema èla gioia di annunciare il Van-gelo. Ma la Evangelii Gaudium èanche il primo documento inte-gralmente riferibile alla respon-sabilità di Papa Francesco,all’inizio del suo pontificato. E’lui stesso che lo dice: “Ho accettatocon piacere l’invito dei Padri sino-dali di redigere questa Esortazione.Nel farlo, raccolgo la ricchezza deilavori del Sinodo. Ho consultatodiverse persone, e intendo inoltreesprimere le preoccupazioni che mi

muovono in questo momento concreto dell’operaevangelizzatrice della Chiesa. L’ho fatto solo permostrare l’importante incidenza pratica di questiargomenti nel compito attuale della Chiesa” (nn.16.18). In altri termini, la Evangelii Gaudium èsì la conclusione del Sinodo dei Vescovi, ma èanche la presentazione del programma pasto-rale di Papa Francesco all’inizio del suo mini-stero pontificio. E ciò ne aumental’autorevolezza e l’importanza, anche per lanostra comunità.

Il tema quindi della Esortazione Apostolica diPapa Francesco è l’annuncio del Vangelo, comecompito imprescindibile della Chiesa, comesua ragion d’essere. E’ Gesù stesso che, dopo laPasqua, dà questo ordine ai suoi discepoli:“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli… in-segnando loro a osservare tutto ciò che vi ho co-mandato” (Mt. 28, 19-20). E l’apostolo Paolo,quasi a voler motivare il suo infaticabile per-correre le strade del mondo, dirà di se stesso:

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L’ Evangelii Gaudium per ridare vigore alla nostra azione pastoraleDon Carlo Crotti

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“Guai a me se non annuncio ilVangelo” (1Cor. 9,16). Po-tremmo raccogliere questopensiero nella sintesi iconica,particolarmente efficace, usatada Paolo VI: “La Chiesa o èmissionaria o non è”. E ciò chevale per la Chiesa in quantotale, vale per ciascun cristiano,vale per ciascuno di noi.

Focalizziamo ora l’attenzionesu un passaggio originale dellaEvangelii Gaudium, che il Papaintroduce con le seguenti pa-role: “Abbiamo parlato moltodella gioia e dell’amore, ma la Pa-rola di Dio menziona anche ilfrutto della pace” (n. 217) e ri-manda a un passo della lettera di s. Paolo aiGalati (5,22). L’annuncio del Vangelo, efficaceper sé e sostenuto dalla testimonianza credi-bile dei cristiani, è forza checostruisce rapporti di dia-logo e di pace nella societàcivile e nel consesso dellenazioni.

E’ una riflessione che il Papasviluppa ampiamente neinumeri dal 217 al 237 dellaEvangelii Gaudium, indi-cando quattro principi dipensiero e di azione, illumi-nati dal Vangelo: il tempo èsuperiore allo spazio –l’unità prevale sul conflitto – la realtà è più im-portante dell’idea – il tutto è superiore allaparte.

A prima vista e ad una letturasuperficiale, sembrano slogancapaci di riempire la bocca diuna facile retorica. Oppurepossono apparire frutto delbuon senso che nasce dal-l’esperienza empirica e fram-mentata. Nella migliore delleipotesi si può pensare che que-sti quattro principi siano debi-tori alle acquisizioni dellemoderne scienze umane. In realtà il Papa chiarisce: “Peravanzare nella costruzione di unpopolo in pace, giustizia e frater-nità, vi sono quattro principi re-lazionati a tensioni bipolariproprie di ogni realtà sociale. De-rivano dai grandi postulati della

Dottrina sociale della Chiesa, i quali costituisconoil primo e fondamentale parametro di riferimentoper l’interpretazione e la valutazione dei fenomeni

sociali” (n. 221). Se così stanno le cose, varrà lapena di entrare nel merito con maggiore pro-fondità.

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Se qualche lettore volesse porre domande o avanzare osservazioni in merito al contenuto di questa rubrica o più in generale su questioni attinenti la vita di fede,

può scrivere al seguente indirizzo:Il Duomo – Via Canonica 8 – 20900 Monza oppure a [email protected] Sarà nostra premura inoltrare a don Carlo Crotti tali richieste. La redazione

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L’albero della vitaRRIITTOORRNNAATTIIRRIITTOORRNNAATTIIAALLLLAA CCAASSAA DDEELL PPAADDRREEAALLLLAA CCAASSAA DDEELL PPAADDRREECCoommppaaggnnoonnee NNiiccoollaaCCoommppaaggnnoonnee NNiiccoollaaSSiiggoolloottttoo EElleennaa OOllggaaSSiiggoolloottttoo EElleennaa OOllggaaCCrriippppaa EEuuggeenniiooCCrriippppaa EEuuggeenniiooPPaaggnnoonnii SSaavviinnaaPPaaggnnoonnii SSaavviinnaa

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SSOOSSTTIIEENNII ““IIll dduuoommoo””EE’’ tteemmppoo ddii rriinnnnoovvaarree ggllii aabbbboonnaammeennttii..

“Il duomo” domanda soprattutto di essere accolto e sostenuto. Per il tuo sostegno puoi usare l’unito modulo di c/c postale

oppure consegnare l’importo direttamente in sacrestia o in segreteria parrocchiale. Il duomo desidera essere letto in tutte le famiglie della parrocchia: è un filo tenue, ma importante di comunicazione e di dialogo. Sarebbe opportuno avere gli indirizzi di tutte le famiglie

e la comunicazione di cambio di indirizzo, da farsi in segreteria parrocchiale.

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Page 24: ilduomo novembreV(c):Layout 2 09/11/2016 22:20 Pagina 1 ... · Poste Italiane Spa - Spedizioni in A.P. - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n.46) art 1 comma 2, DCB Milano ... comprendere

AAuuttoorriizzzzaazziioonnee ddeell TTrriibbuunnaallee ddii MMoonnzzaa33 sseetttteemmbbrree 11994488 -- NN.. 11554477 ddeell RReegg..

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