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Immigrati nella Tuscia in un mondo di migranti Convegno per la presentazione del XIII Dossier Statistico Immigrazione Caritas\Migrantes Istituto San Pietro dei padri Giuseppini Viterbo, 22 Aprile 2004 Caro immigrato ti chiedo…“permesso”…: un viaggio nella vita dell’immigrato per l’analisi del fabbisogno, la progettazione ed attuazione di interventi mirati al miglioramento delle condizioni di vita, alla integrazione ed alla socializzazione dello straniero. Domande dell’immigrato e risposte della Chiesa locale. Elena Bocci Caritas Diocesana di Viterbo - Servizio di Orientamento al Lavoro- Piazza Dante Alighieri n° 2/4 –01100 Viterbo Tel. 0761/341911 cell. 347/8158284 fax: 0761/325910 Email: [email protected] 1. PREMESSA. Questo contributo costituisce una immersione nella vita dei poveri, ed in particolare degli immigrati, che si rivolgono quotidianamente alla Chiesa per un “sostegno”. Raccontando brani del libro della loro vita, essi esprimono ricchezze interiori, desideri e bisogni, chiedono risposte! Partendo dalla collezione di queste ed altre informazioni, la Caritas analizza il fabbisogno, stimola le Istituzioni competenti, progetta ed attua interventi mirati utilizzando la metodologia del lavoro di équipe al suo interno e del lavoro di rete con gli Enti pubblici e privati del territorio. Importante, nella “rete”, è soprattutto la presenza della Caritas Parrocchiale per raggiungere e sensibilizzare le persone nel loro ambiente di vita e per sviluppare un costume di solidarietà. 2. L’ORGANISMO PASTORALE DELLA CHIESA “PER LA CARITA’ ” ED I SUOI “SEGNI ESEMPLARI”. La Caritas è un organismo voluto dalla Chiesa, antenna per cogliere i bisogni vicini e lontani di fratelli in difficoltà. La Caritas favorisce la nascita e la realizzazione di risposte come “Segni esemplari” in quanto l’amore verso l’uomo deve esprimersi in gesti concreti visibili e riconoscibili (cfr. “Da questo vi riconosceranno…”). La Caritas Diocesana di Viterbo attraverso i Servizi che coordina svolge una funzione pedagogica proponendosi, tra l’altro, di educare i cittadini della società contemporanea al dialogo ed alla comprensione interculturale, alla familiarizzazione con costumi e civiltà diverse, alla tolleranza ed alla reciprocità. Le strutture ed i Servizi principali attraverso i quali opera sono i seguenti: -il Centro di Ascolto diocesano; -il Servizio di Orientamento al Lavoro; -la Mensa “don Alceste Grandori”; -il Centro di distribuzione di indumenti e viveri; -il Centro di Ospitalità “la Tenda”; -la Casa di Accoglienza “Madre Teresa di Calcutta”; -il Centro d’Ascolto pre-usura per famiglie in difficoltà.

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Immigrati nella Tuscia in un mondo di migranti Convegno per la presentazione del XIII Dossier Statistico Immigrazione Caritas\Migrantes

Istituto San Pietro dei padri Giuseppini Viterbo, 22 Aprile 2004

Caro immigrato ti chiedo…“permesso”…:

un viaggio nella vita dell’immigrato per l’analisi del fabbisogno, la progettazione ed attuazione di interventi mirati al miglioramento delle condizioni di vita, alla integrazione ed alla socializzazione dello straniero.

Domande dell’immigrato e risposte della Chiesa locale.

Elena Bocci

Caritas Diocesana di Viterbo - Servizio di Orientamento al Lavoro- Piazza Dante Alighieri n° 2/4 –01100 Viterbo

Tel. 0761/341911 cell. 347/8158284 fax: 0761/325910 Email: [email protected]

1. PREMESSA. Questo contributo costituisce una immersione nella vita dei poveri, ed in particolare degli immigrati, che si rivolgono quotidianamente alla Chiesa per un “sostegno”. Raccontando brani del libro della loro vita, essi esprimono ricchezze interiori, desideri e bisogni, chiedono risposte! Partendo dalla collezione di queste ed altre informazioni, la Caritas analizza il fabbisogno, stimola le Istituzioni competenti, progetta ed attua interventi mirati utilizzando la metodologia del lavoro di équipe al suo interno e del lavoro di rete con gli Enti pubblici e privati del territorio. Importante, nella “rete”, è soprattutto la presenza della Caritas Parrocchiale per raggiungere e sensibilizzare le persone nel loro ambiente di vita e per sviluppare un costume di solidarietà. 2. L’ORGANISMO PASTORALE DELLA CHIESA “PER LA CARITA’ ”

ED I SUOI “SEGNI ESEMPLARI”. La Caritas è un organismo voluto dalla Chiesa, antenna per cogliere i bisogni vicini e lontani di fratelli in difficoltà. La Caritas favorisce la nascita e la realizzazione di risposte come “Segni esemplari” in quanto l’amore verso l’uomo deve esprimersi in gesti concreti visibili e riconoscibili (cfr. “Da questo vi riconosceranno…”). La Caritas Diocesana di Viterbo attraverso i Servizi che coordina svolge una funzione pedagogica proponendosi, tra l’altro, di educare i cittadini della società contemporanea al dialogo ed alla comprensione interculturale, alla familiarizzazione con costumi e civiltà diverse, alla tolleranza ed alla reciprocità. Le strutture ed i Servizi principali attraverso i quali opera sono i seguenti: -il Centro di Ascolto diocesano; -il Servizio di Orientamento al Lavoro; -la Mensa “don Alceste Grandori”; -il Centro di distribuzione di indumenti e viveri; -il Centro di Ospitalità “la Tenda”; -la Casa di Accoglienza “Madre Teresa di Calcutta”; -il Centro d’Ascolto pre-usura per famiglie in difficoltà.

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2.1 IL CENTRO DI ASCOLTO La Caritas Diocesana di Viterbo, da oltre quindici anni, accoglie, ascolta, instaura relazioni di aiuto, offre servizi ad italiani e stranieri in difficoltà temporanea e permanente. Il numero delle persone straniere che si accostano o che avvicina è progressivamente in aumento. Il volontario che per primo si trova di fronte al povero ed offre ascolto, stimolo e sostegno alle persone in difficoltà, aiuto per uscire dalla situazione di disagio, sensibilizza il territorio nei confronti delle povertà, fa parte dell’équipe del Centro di Ascolto. Il Centro di Ascolto lavora infatti con una metodologia basata sul lavoro di gruppo in cui sono riconoscibili alcune fasi fondamentali: -accoglienza -ascolto; -discernimento ed orientamento; -accompagnamento e presa in carico; -verifica. Lo strumento principale di cui si serve è il colloquio che costituisce il mezzo attraverso il quale si realizza la “relazione di aiuto”. 2.1 IL SERVIZIO DI ORIENTAMENTO AL LAVORO Il Servizio di Orientamento al Lavoro opera dal 15 Giugno 1998 ed è gestito dall’Associazione di volontariato “Emmaus”. Lo sportello risponde in maniera nuova e qualificata al problema “disoccupazione “ offrendo a persone italiane e straniere Informazioni ed Orientamento al lavoro. Da Gennaio 2003 collaborano al Servizio di Orientamento alcuni Tirocinanti pre e post lauream delle Facoltà di Psicologia 1 e 2 dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma. Le finalità del Servizio di Orientamento al Lavoro sono le seguenti: -Orientamento e ricerca del lavoro: in questo ambito il Servizio persegue due fondamentali obiettivi: svolgere una funzione di sostegno alla persona e fare incontrare domanda e offerta di lavoro sul territorio locale e nazionale. -Fare impresa: al di là del raccordo domanda/offerta, la strada che il Servizio percorre è quella di stimolare lo sviluppo di una mentalità nuova tesa ad inventarsi occupazioni possibili ed a reinvestire l’esperienza acquisita in professioni emergenti. -Partecipazione a progetti e formazione: (cfr. par. 6). 2.3 LA MENSA

Questo Servizio, promosso dalla Caritas e affidato all'Associazione di Volontariato “don Alceste Grandori”, ha iniziato il suo percorso il 23 Ottobre 1995. La struttura accoglie le persone che varcano la soglia di quella che fu la chiesa di Don Alceste (piazza San Leonardo n° 1), il luogo del Pane Eucaristico, oggi destinata a distribuire il pane a chi si trova nella necessità di chiederlo. Non è soltanto distribuzione gratuita di pasti caldi, ma soprattutto accoglienza, ascolto, amicizia. Tanti volti, tante situazioni, tanti interrogativi, tanti motivi di riflessione e di confronto con la vita di ogni giorno.

Foto1: alcuni volontari della Mensa “don Alceste Grandori”.

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2.4 IL CENTRO DI DISTRIBUZIONE DI INDUMENTI E VIVERI E’ un servizio umile ma fondamentale per tutti coloro che vivono in estrema povertà. Il Centro di distribuzione di indumenti e viveri, nato insieme al Centro di Ascolto, fornisce derrate alimentari ed indumenti. E’ ubicato in via Fontanella del Suffragio n°3. Il Centro è affidato all’Associazione di volontariato “Emmaus”. 2.5 IL CENTRO DI OSPITALITÀ “LA TENDA” Il diritto a riposarsi in condizioni di sicurezza, a ripararsi dall’inclemenza atmosferica, a lavarsi, a coprirsi: sono diritti che ha chiunque, a prescindere dalla sua provenienza e dalle sue vicissitudini. Il Centro di Ospitalità “la Tenda” aperto nel maggio del 2000 è nato per l’accoglienza notturna. E’ affidato all’Associazione di Volontariato “don Alceste Grandori”. E’ attiguo al complesso ove è ubicata la mensa, è aperto tutto l’anno: offre 16 posti letto, docce, spazi ed attrezzature socio-sanitarie. 2.6 LA CASA DI ACCOGLIENZA “MADRE TERESA DI CALCUTTA” La Casa di Accoglienza “Madre Teresa di Calcutta” ha iniziato la sua attività nel maggio del 2001. E’ nata come risposta all’esigenza di offrire una valida alternativa alle donne in attesa di un figlio o con un bambino piccolo, che si trovano in difficoltà. La casa è gestita dall’Associazione di Volontariato “Madre Teresa della Vita” ed è ubicata a via della Fontana, n°27. Vivono in casa con le mamme ed i bambini tre suore appartenenti alla Congregazione delle Pie Suore della Redenzione. 2.7 IL CENTRO D’ASCOLTO PRE-USURA PER FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ Ha essenzialmente un compito pedagogico: contribuire alla crescita di una cultura dell’uso corretto del denaro. Assicura un lavoro di consulenza (finanziaria, legale …). Ha aderito alla Fondazione contro l’usura “Salus Populi Romani”. Collabora con le Parrocchie nel sostenere, in varie forme le famiglie in difficoltà. 3. IDENTIKIT E PROBLEMATICHE DELLE PERSONE CHE SI

RIVOLGONO AI SERVIZI CARITAS.

Quanti sono gli immigrati presenti sul nostro territorio? Gli immigrati presenti al 31/12/2002 nella provincia di Viterbo risultano essere n° 7.019; nella Diocesi di Viterbo n° 3.143 (n° 1.228 nel Comune di Viterbo; n° 1.915 negli altri Comuni). Nell’anno 2003 sono stati rilasciati 4698 permessi rinnovati 2479 per un totale di 7177

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3.1 ALCUNI DATI RELATIVI AGLI UTENTI DELLA CARITAS DIOCESANA DI VITERBO 3.1 1. I DATI DEL CENTRO DI ASCOLTO. Nel corso dell’anno 2003 sono transitate al Centro di Ascolto n° 735 persone di cui n° 581 immigrati: n° 224 M e n° 357 F. Globalmente la frequenza femminile risulta essere prevalente e si attesta intorno al 60%. La maggior parte degli stranieri ha un’età compresa tra i 26 ed i 45 anni (58%). Il grado di istruzione degli stranieri che afferiscono al Centro di Ascolto è globalmente buono: si consideri infatti che oltre la metà (55.6%) ha come titolo di studio il diploma di scuola superiore; il 9.2% è laureato; il 20.9% ha la licenza media; solo il 5% ha la licenza elementare e lo 0.6% è analfabeta; non è stato possibile rilevare il dato nell’8.7% dei casi. La loro provenienza è soprattutto dai Paesi dell’Est: Europa dell’Est 74.2% (Romania 32.55%; Ucraina 19.28%; Bulgaria 9.30%); Europa Occidentale 0.68%; Africa 8.76% (Tunisia 2.58%; Marocco 1.72%); Asia 9.64% (Sri Lanka 7.92%); America Centro Meridionale 6.72% (Perù 1.72%; Colombia 1.21%). 3.1.2 I DATI DEL SERVIZIO DI ORIENTAMENTO AL LAVORO. Considerando che la problematica principale è legata alla mancanza del lavoro, ci soffermiamo più approfonditamente sui dati inerenti il Servizio di Orientamento. Dati relativi al periodo 1998/2003 I due grafici che seguono permettono di evidenziare l’andamento dei flussi di affluenza anno per anno dal 15 Giugno 1998 (data di apertura del Servizio) al 31/12/2003. Il grafico seguente mostra l’andamento dei flussi in base alle variabili sesso e nazionalità e fa registrare un progressivo decremento nell’affluenza da parte degli italiani sia maschi che femmine: l’affluenza dei

LE PROBLEMATICHE ED I BISOGNI REALI DELLE PERSONE STRANIERE CHE SI RIVOLGONO AI SERVIZI CARITAS. Durante il colloquio il volontario del Centro di Ascolto accoglie con profondo rispetto i brani di vita raccontati che sono impressi in un libro che solo la persona può aprire, leggere, raccontare. Nello stesso tempo il volontario decodifica quale sia il bisogno reale che, quasi mai, per motivi diversi ( vergogna; difficoltà comunicative; mancanza di consapevolezza dei bisogni reali) trapela dalla richiesta esplicitata. Grazie ad una lettura dei dati raccolti durante il 2003 dagli oltre tremila colloqui effettuati al Centro di Ascolto è emerso che i maggiori disagi e bisogni degli stranieri sono legati a: -problemi del lavoro (disoccupazione, sotto-occupazione: lavori precari, lavori dequalificanti o sottopagati; lavoro nero). Al problema lavorativo delle famiglie immigrate si connettono: -problemi di reddito (nessun reddito; reddito insufficiente); -problemi di istruzione (analfabetismo; scarsa conoscenza della lingua italiana); -problematiche abitative (mancanza di una casa; abitazione provvisoria; abitazione precaria; sfratto); -disagi di vita (alcool, droga, salute mentale ecc); -problemi specifici dell’immigrazione: mancanza di informazioni relative a documenti e pratiche da presentare ad Enti pubblici e privati; -problemi di integrazione, socializzazione, disadattamento: attribuzione di stereotipi, categorizzazioni, rifiuto.

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maschi italiani si riduce a meno di un terzo dal 1998 al 2003 e quella delle femmine si riduce a meno della metà nello stesso periodo. Diversa è la situazione per gli Utenti stranieri: la linea che si riferisce ai maschi stranieri subisce un picco nell’anno 1999 e poi scende leggermente per attestarsi su livelli piuttosto stabili negli anni 2000, 2001 e 2002 e decrescere ancora nell’anno 2003 posizionandosi infine in un valore intermedio tra i maschi e le femmine italiane. Molto diversa è la situazione per le femmine straniere in costante aumento dal 1998 al 2002 per poi scendere leggermente nell’anno 2003. Il boom delle presenze femminili straniere sul mercato del lavoro locale trova giustificazione nella crescente richiesta di badanti e collaboratrici domestiche a tempo determinato ed indeterminato in regola con il permesso di soggiorno. Il leggero decremento di flussi di immigrati che si sono rivolti al Servizio di Orientamento nell’anno 2003 deve leggersi in riferimento agli effetti della sanatoria proposta dalla legge n°189 del Luglio 2002.

Affluenza al Servizio di Orientamento al Lavoro (var: anno; sesso; nazionalità)

0

50

100

150

200

250

maschi italiani 91 42 45 33 17 27

femmine italiane 122 90 67 70 65 54

maschi stranieri 26 114 83 85 90 41

femmine straniere 33 101 111 209 216 155

1998 1999 2000 2001 2002 2003

Grafico 1: affluenza al Servizio di Orientamento nel periodo 1998/2003 con suddivisione dell’Utenza in base alle variabili sesso e nazionalità. Il grafico che segue mostra l’andamento dei flussi in base alla variabile nazionalità divisa per Continenti. L’elevata affluenza di persone provenienti dai Paesi dell’Est rende il Continente Europeo in assoluto quello maggiormente caratterizzante l’Utenza del Servizio si Orientamento al Lavoro, specialmente negli ultimi quattro anni. L’affluenza di Utenti provenienti dall’America latina spiega l’elevata frequenza che si registra in generale e particolarmente negli anni 1999 e 2002; mentre con andamento leggermente decrescente troviamo le presenze del Continente asiatico caratterizzato principalmente dai cingalesi ed infine con andamento piuttosto stabile troviamo il Continente africano con persone principalmente tunisine.

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Affluenza al Servizio di Orientamento(var: anno; Continente di provenienza)

0

100

200

300

europa 13 66 60 183 208 133

africa 19 25 30 20 26 18

america 8 72 48 45 46 18

asia 19 52 56 46 26 27

1998 1999 2000 2001 2002 2003

Grafico 2: affluenza al Servizio di Orientamento nel periodo 1998/2003 con suddivisione dell’Utenza al Continente di provenienza Dati relativi al solo anno 2003. Durante l’anno 2003 al Servizio di Orientamento al Lavoro sono stati effettuati n°1278 colloqui con persone distribuite secondo le variabili sesso e nazionalità come segue:

SESSO NAZIONALITA’ TOTALE ITALIANI STRANIERI

MASCHI 139 195 334 FEMMINE 246 698 944 TOTALE 385 893 1278

Tabella 1: Sesso e nazionalità degli Utenti del Servizio di Orientamento al Lavoro. Focus sulle professionalità degli stranieri. Il grafico seguente mostra la distribuzione delle professionalità degli Utenti del Servizio di Orientamento ed evidenzia la prevalenza delle professionalità inserite nel settore domestico (badanti e addetti alle pulizie ecc).

21%

16%

11%9%9%5%

1%2%3%3%

4%

4%

4%4%4%

BADANTEOPERAIOARTIGIANIRISTORAZIONEPULIZIE DOMESTICHEDOMESTICO LIBERO PROFESSIONISTAEDILIZIACAMPAGNABABY SITTERINSEGNANTE SEGRETARIAIMPIEGATOAUTISTAMAGAZZINIERE

Grafico 3: focus sulle professionalità degli Utenti stranieri.

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4. ALCUNE RISPOSTE DELLA CHIESA LOCALE.

Al sostenimento di alcune spese primarie (spese di affitto, mediche ecc..) i Servizi della Caritas Diocesana rispondono con contributi economici, pacchi viveri, buoni per il pasto, buoni per indumenti ecc..; -al problema della conoscenza della lingua italiana si risponde con corsi di lingua pomeridiani (cfr. par. 5) -il problema dell’integrazione viene affrontato mediante l’organizzazione di iniziative varie (cfr. par. 5 e 6). Il numero di pasti caldi erogati dalla Mensa nell’anno 2003 è di 21.750 con una media di 59 pasti giornalieri (37.4% italiani; 62.6% stranieri). Il centro di Ospitalità “la Tenda” nel corso del 2003 ha accolto n° 209 persone (23 italiani; 186 stranieri) per un totale di 2.032 pernottamenti (125 italiani, 1907 stranieri). Presso il Servizio di Orientamento al Lavoro, dall’apertura al 31/12/2003 sono stati 286 i casi in cui è andato a buon fine il raccordo tre la domanda e l’offerta di lavoro: 53 nel solo anno 2003 e, di questi, in ben 42 casi si è trattato di lavoratori stranieri. Dall’apertura al 31/12/2003 la Casa di Accoglienza “Madre Teresa di Calcutta” ha ospitato 31 mamme di cui 8 italiane e 23 straniere (15 provenienti dall’Europa dell’Est). I figli nati nella casa sono stati 11 (4 M; 7F). Nel solo anno 2003 sono state accolte 11 mamme (8 straniere e 3 italiane) e 12 bambini.

IL CASO DELLA FAMIGLIA ALGERINA

La famiglia è composta da cinque persone. A gennaio 2000 si presenta in Caritas accompagnata da una connazionale: sono scappati dall’Algeria perché la moglie impiegata è stata minacciata di morte: Fermati dai Carabinieri devono presentarsi in Questura: hanno l’espulsione in corso. Contattato un avvocato abbiamo fatto ricorso al Tar contro l’espulsione per poter poi chiedere l’asilo politico. Il ricorso non è stato accettato perché la famiglia ha il visto per la Grecia e, secondo il Trattato di Dublino, la loro richiesta di asilo politico per motivi umanitari deve essere discussa in Grecia. Nel frattempo i volontari provvedono alle necessità primarie per la famiglia aiutandola con pacchi viveri, legna, indumenti per i bambini ecc. La situazione è critica perché la famiglia non vuole lasciare l’Italia, l’unica soluzione è ritornare in Algeria e ottenere il permesso tramite una richiesta di lavoro nominativa. Grazie all’intervento del Ministero dell’Interno sono rimpatriati senza l’espulsione. Tramite il Servizio di Orientamento abbiamo trovato un’azienda agricola che potesse effettuare una richiesta nominativa. Il capofamiglia tornato in Italia ha lavorato prima con un contatto stagionale e poi con contratto a tempo determinato che gli ha permesso di ricongiungersi con i suoi cari. Attualmente lui lavora come operaio in una fabbrica e vive in Umbria insieme alla sua famiglia.

IL CASO DELLA FAMIGLIA PROVENIENTE

DALL’AMERICA LATINA

La famiglia è composta da sette persone: lui artista: pittore, cantautore, attivo nel teatro; lei manicure, pedicure, madre di cinque figli. La famiglia trasferitasi da Roma a Viterbo iscrive i figli a scuola nell’ Ottobre del 2001. Da verifiche effettuate dalla scuola con la Questura emerge che la famiglia non è in regola con il permesso di soggiorno, si trova in condizione di clandestinità. E’ a questo punto che i genitori si rivolgono disperati al Centro di Ascolto della Caritas Diocesana di Viterbo chiedendo vitto e cure mediche per i loro figli, un aiuto per l’alloggio, vestiario e collaborazione per richiedere l’asilo politico. Dopo gli interventi più urgenti realizzati tramite la Mensa ed il centro distribuzione viveri ed indumenti, i volontari si attivano per trasferire la famiglia da Viterbo ad un altro centro. Viene trovato un alloggio in provincia grazie alla collaborazione delle Suore. Contemporaneamente vengono accompagnati più volte a Roma al CIR per fare ricorso al decreto di espulsione ed iniziare le pratiche per la richiesta di asilo politico. Purtroppo la richiesta non viene accolta, ma viene accordato un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Nel frattempo i coniugi si attivano autonomamente nella ricerca di piccoli lavori: lui nel settore artistico; lei in quello domestico. Attualmente i bambini frequentano regolarmente la scuola dell’obbligo e la famiglia si è ben integrata grazie al contributo dei volontari del Centro di Ascolto ed al loro lavoro di rete.

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5. ALCUNE INIZIATIVE. 5.1 CORSI DI LINGUA ITALIANA PER GLI STRANIERI

Ormai da diversi anni si svolgono da Novembre a Giugno dei corsi di lingua italiana. I corsi sono divisi in due livelli : corso a) per coloro che hanno una prima conoscenza di base. Il corso serve per migliorare la comunicazione sia orale che scritta; corso b) per coloro che ancora non conoscono per niente la lingua italiana. Nel novembre 2003 sono iniziati i corsi che termineranno nel Giugno del 2004: si sono iscritti 54 stranieri. 5.2 POMERIGGIO DI FRATERNITA’ CON GLI IMMIGRATI I temi discussi nelle diverse annate sono i seguenti: anno 1999 “l’integrazione sociale”; anno 2000 “i valori della famiglia”; anno 2001 “i valori e le risorse delle diversità”; anno 2002 “autopromozione e gestione economica familiare”; anno 2003 “dai colori della terra: giustizia e pace”; anno 2004 “i valori della famiglia nel mondo”.

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5.3 NATALE CON I BAMBINI DEL MONDO Sono dieci anni che si svolge, durante il periodo natalizio, questa giornata di festa. E’ rivolta ai ragazzi stranieri ed italiani: un pomeriggio ricreativo con canti, giochi e doni, come momento di gioia e condivisione.

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6. NUOVE FORME DI PROGETTUALITA’/INTERVENTO. E’ in questo contesto che si inseriscono alcune iniziative accomunate dagli obiettivi di integrazione e socializzazione degli immigrati che sono nate presso il Servizio di Orientamento al Lavoro della Caritas Diocesana nel corso dell’anno 2003, sono state svolte durante il 2003, sono tuttora in progress e si prevede possano essere sviluppate nel prossimo futuro. 6.1 RICERCA\INTERVENTO SU: “LA SITUAZIONE DEGLI IMMIGRATI: STUDIO DELLE PROBLEMATICHE DELL’IMMIGRATO DETENUTO ED EX DETENUTO FINALIZZATO ALLA PROMOZIONE DEI SUOI DIRITTI, AL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI VITA, ALLA SOCIALIZZAZIONE ED AL SUO RECUPERO” La ricerca\intervento è nata con l’intento di studiare la situazione degli stranieri con particolare riferimento agli immigrati detenuti ed ex detenuti nella casa circondariale di Mammagialla (Viterbo). L’obiettivo finale della ricerca Il fine ultimo della ricerca\intervento è la proposta di progetti studiati in base ai risultati della ricerca stessa per la socializzazione ed il recupero degli stranieri detenuti ed ex detenuti. La popolazione a cui è rivolto il progetto. Totalità dei detenuti stranieri residenti presso la Casa Circondariale di Mammagialla (VT) ed ex detenuti. I tempi e le modalità della ricerca Dopo una prima fase di analisi della letteratura esistente sul tema ed un monitoraggio sui dati inerenti la popolazione carceraria e gli ex detenuti (caratteristiche socio –demografiche; problematiche e soluzioni finora adottate) la ricerca procedere contemporaneamente su un doppio binario: da un lato si intervistano i “testimoni privilegiati”: risulta fondamentale infatti ascoltare la voce sia di coloro che occupano un ruolo rilevante nel territorio dal punto di vista civico, sociale e religioso, sia di coloro che operano ‘con’ e ‘per’ i detenuti\ex detenuti; dall’altro lato si utilizza uno strumento strutturato (questionario) per dare spazio a coloro che vivono\hanno vissuto personalmente la realtà carceraria. I dati raccolti, sia di natura qualitativa che quantitativa, sono elaborati mediante i softwares comunemente utilizzati nelle scienze sociali (Spss; Spad, DiscAn ecc) La ricerca dovrebbe concludersi entro l’anno 2005. Seguirà la pubblicazione del lavoro complessivo e la diffusione dei risultati ottenuti su tutto il territorio nazionale. L’importanza dell’indagine L’importanza di questa indagine può essere riassunta come segue:

- può contribuire al miglioramento della situazione carceraria; - può fornire proposte per tutelare i diritti degli immigrati; - può suggerire possibili strategie di intervento per il dopo carcere.

La ricerca viene svolta in collaborazione con Enti pubblici e privati del territorio.

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6.2 LABORATORIO INFORMATICO “PALMIRA LINATI”: 1° ANNO DI ATTIVITA’

Figura 1: immagine recante lo slogan ideato dai ragazzi “noi siamo i colori del mondo!” La comunicazione corre, oggi, sempre più veloce sui fili invisibili delle nuove tecnologie, di Internet, dei telefonini di terza generazione, degli strumenti multimediali in genere. Il Laboratorio “Palmira Linati” nasce dall’idea di utilizzare questi “fili invisibili” per intessere delle reti tra realtà differenti: diverse culture; diverse generazioni… In altre parole affronta le problematiche di integrazione e socializzazione da una prospettiva innovativa servendosi di uno strumento, “il computer”, fondamentale nella società contemporanea. 6.2.1 IL LABORATORIO CROSS CULTURALE Da Aprile 2003 il Laboratorio “Palmira Linati” accoglie un gruppo di dieci ragazzi di diverse nazionalità: cinque extracomunitari (provenienti da Brasile, Costa d’Avorio e Sri Lanka) di età compresa tra gli 8 ed i 16 anni e cinque italiani coetanei provenienti da Viterbo e Provincia. I ragazzi sono seguiti da personale qualificato: Tutor Orientori; tirocinanti della Facoltà di Psicologia 2 dell’Università di Roma ‘La Sapienza’; tecnici informatici.

Figura 2: collezione di immagini dei ragazzi in laboratorio.

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Dopo una prima fase di alfabetizzazione informatica finalizzata alla conoscenza dei principali elementi hardware ( memoria, video, tastiera, stampante…) e software, il progetto prevede l’approfondimento di alcuni programmi compresi nel pacchetto Office. Di seguito sono riportati alcuni racconti, storie comiche e barzellette realizzati dai ragazzi nel corso dell’anno 2003 con i programmi “Microsoft Word, Excel e PowerPoint”.

Figura 3: alcune diapositive realizzate durante le attività di laboratorio.

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L’attività di laboratorio informatico è intervallata da alcuni momenti di lavoro di gruppo durante i quali nel corso dell’anno 2003 sono stati realizzati: -Il puzzle: si tratta di un quadro contenente le foto di ciascuno. Rappresenta il gruppo che si è formato; ogni tassellino ha una forma irregolare, ma insieme si integrano e si completano. Più ampi orizzonti: alle esercitazioni al computer si prevede di alternare momenti di conversazione di gruppo su varie tematiche inerenti gli usi, i costumi, le tradizioni e gli elementi a carattere storico, naturalistico che caratterizzano i diversi luoghi di provenienza. Partendo dall’interazione tra ragazzi si matureranno conoscenze relative alle diverse realtà che favoriranno la presa di coscienza del bagaglio culturale di ciascuno. 6.1.2 IL LABORATORIO CROSS CULTURALE INTER GENERAZIONALE Dal 3 al 10 Settembre 2003 il Laboratorio ha accolto la ricerca/esperienza dal titolo: ‘Nonni Nipoti in un Contesto di Vacanza Termale’ che è inserita in un circuito di ricerche/esperienze che dal 1998 si svolgono sotto il coordinamento del Laboratorio Incontri Generazionali -del Dipartimento di Studi Sociali e Politici (Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Milano) coordinatore scientifico Prof.ssa Antonietta Albanese. Il programma, organizzato nella città di Viterbo e nelle immediate vicinanze, ha previsto visite guidate ed itinerari a carattere storico e naturalistico. Durante le escursioni i giovani italiani e stranieri sono stati protagonisti nell’insegnamento dell’uso delle macchine fotografiche digitali, mentre i “nonni” hanno avuto occasione di trasmettere le loro conoscenze legate ad una ‘memoria storica’; si sono innescati così alcuni meccanismi di curiosità su argomenti di ‘competenza’ delle diverse culture\generazioni. Il bagno in piscina termale, oltre a costituire un momento di piacere personale e di aggregazione, ha riportato gli individui ad uno stato di regressione , nel quale tutti si sono ritrovati a farsi cullare dai movimenti dell’acqua ed avvolgere dal suo tepore, come accade stando nel liquido amniotico, nello stato prenatale. Nell’acqua termale, nonni e nipoti, annullano differenze di età, di cultura, ‘affogando’ stereotipi e categorizzazioni, uniti nell’ascolto delle proprie sensazioni, nella ricreazione e nel ritrovato benessere psico-fisico.

Foto 3 :Lunedì 8 settembre 2003: Soggiorno presso la piscina delle Terme dei Papi.

-La ruota: sintetizza appieno l’idea di integrazione. Ogni spicchio caratterizza un ragazzo (foto, data di nascita, nazionalità ecc). Girando la ruota i nomi si mescolano, le nazionalità si uniscono in un arcobaleno di razze, culture, in una (con)divisione di sentimenti, emozioni e valori perché … lo slogan è: ‘Noi siamo i colori del mondo!’

Foto 2: la ruota.

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Numerosi momenti di Laboratorio Informatico sono stati dedicati alla scelta delle foto, alla rielaborazione grafica, alla impaginazione ed alla stampa. Sono stati questi i momenti determinanti nella costituzione e nel consolidamento dei rapporti cross culturali ed inter generazionali. E’ dall’analisi della comunicazione verbale e non verbale che è avvenuta in laboratorio che è stato possibile registrare una evoluzione della relazione In laboratorio si istaura dapprima una relazione prevalentemente di tipo cognitivo, orientata cioè al compito, nella quale si assiste ad una rigidità di ruoli pre-definiti che lasciano poco spazio allo scambio creativo ed empatico; gradualmente avviene l’avvicinamento nella coppia, favorito dalla nuova immagine di sé nel processo di apprendimento autonomo che porta a percepire l’altro non più come espressione dell’outgroup, ma come partner attivo dell’interazione, con il quale intraprendere una comunicazione più dinamica e profonda sia dal punto di vista cognitivo (sinergia), sia dal punto di vista empatico; infine grazie ad un livello di conoscenza paritario dello strumento multimediale, la coppia interagisce sinergicamente instaurando una relazione di tipo empatico, nella quale abbattuti i ruoli predefiniti e le immagini stereotipate, si ristruttura il campo psicologico di relazione, riconoscendosi non più nell’ “io” e nel “tu” ma nel “noi”; non solo, entrambe le parti esprimono una disponibilità affettiva che investe il proprio sé e quello dell’altro, in un gioco in cui “l’uno si mette nei panni dell’altro”, assume la sua prospettiva, anche se diversa dalla propria. L’incontro consente la reciproca conoscenza, favorendo il superamento di immagini stereotipate, di errati processi attribuzionali nell’ambito delle dinamiche di relazione in-group e out-group, nonché una modifica o una riconferma dell’immagine del proprio sé attraverso l’esperienza del confronto. Il Laboratorio Informatico “Palmira Linati” è stato inaugurato all’interno del progetto “Nonni e Nipoti alle Terme” perché entrambe le attività vedono i bambini di diverse nazionalità protagonisti, sia nel rapporto tra di loro che nella relazione con gli adulti, la storia, la tradizione, la natura.

Foto 4: Attività di laboratorio No nni Nipoti.

Foto 5: Itinerari a carattere storico e naturalistico.

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Foto 6: 07 Settembre 2003: Inaugurazione del laboratorio “Palmira Linati”.

Prospettive per il futuro: si prevede di poter proseguire ed ampliare i progetti relativi alle attività cross culturali ed inter generazionali sia allestendo nuovi laboratori1 sia estendendo l’invito a ragazzi di diverse nazionalità che a nonni provenienti da altri Paesi. L’obiettivo e l’auspicio dei Coordinatori è che il Laboratorio diventi la Sede stabile di entrambi i progetti e di altre attività pedagogiche, perché il perseguimento degli obiettivi necessita di tempo e non possono essere sufficienti iniziative a carattere occasionale.

1 La sensibilità degli Enti locali per tale tematica ha permesso la presentazione di una proposta per la realizzazione di un laboratorio multi mediale cross culturale ed inter generazionale all’interno del Contratto di Quartiere II del Comune di Viterbo, per il quale sono stati stanziati finanziamenti Ministeriali e Regionali.

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7. ALCUNE CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Quella che emerge è soprattutto l’immagine di una Chiesa dinamica che ha contatto con una grande varietà di persone che vivono nel bisogno, consapevole come è che i poveri non sono una categoria, ma sono persone di tutti i ceti sociali che le vicende della vita collocano in situazioni di bisogno temporaneo o permanente. La Caritas Diocesana di Viterbo negli ultimi dieci anni circa ha favorito la nascita e la realizzazione di risposte come “Segni esemplari”: riscoprendo una “pedagogia dei fatti”, l’esemplarità che “contagia”. Il Centro di Ascolto è il nucleo nevralgico del monitoraggio, della progettazione; dell’intervento e della verifica: permette di studiare ed intervenire su tante forme di disagio di soggetti svantaggiati. Per rispondere ai bisogni di sempre ed ai bisogni emergenti vengono messi a punto interventi mirati mediante strumenti innovativi e risorse umane sempre più qualificate. Ma tutto ciò non è sufficiente; è per questo che l’azione della Chiesa deve essere piuttosto di stimolo e promozione creando, grazie al un lavoro di rete “formale” ed “informale”, un circolo virtuoso intorno alle situazioni di bisogno che tenga lontani i fattori di pericolo. In questo contesto si auspica una sempre maggiore collaborazione con il mondo produttivo perché consideri sempre di più l’apertura al volontariato (cfr. il volontariato d’impresa) come un obiettivo da perseguire che apporta importanti benefici per tutte le parti coinvolte: impresa; dipendenti, comunità, enti di volontariato, in uno spirito di reciprocità, determinando una rara situazione di crescita sotto tutte le prospettive.