impianti clima - numero 6 - anno 2012
DESCRIPTION
In questo nuovo numero proseguiamo con le 4 regole auree nella progettazione degli impianti a tutta aria, brevi consigli per aumentarne l’efficienza energetica. Si prosegue con una ampio approfondimento dedicato al trattamento delle emissioni nella cogenerazione. La cover story è dedicata ai dispositivi di illuminazione LED che in virtù degli enormi progressi realizzati negli ultimi anni, rappresentano il futuro prossimo dell’illuminazione, forza crescente nel mercato dei corpi illuminanti. Infine alcune considerazioni sulla Direttiva 28/2009/CE per l’incentivazione all’uso delle energie rinnovabili, più nota con l’acronimo RES, e il successivo recepimento italiano della direttiva attraverso il D.lgs. 28/2011, che nel prossimo futuro apporteranno indubbi vantaggi rispetto alla necessaria drastica riduzione dei consumi di combustibili fossili.TRANSCRIPT
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numero 06
Il media digitale per l’HVAC
Illuminazione LEDIlluminazione LED
impianti
4 Regole Auree per gliimpianti a tutta aria
Trattamento delleemissioni nella cogenerazione
Rinnovabili, efficienza energetica
e formazione
Numero 1 Numero 2 Numero 3
Numero 4
lettori 3528* lettori 7106* lettori 6833*
lettori 5219*
Impianti Clima è una rivista digitale, distribuita gratuitamente a una mailing list di operatori del
settore, installatori, società di gestione attive nel settore del condizionamento e riscaldamento.
Impianti Clima, si propone come rapida alternativa di comunicazione per il settore HVAC&R.
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IMPIANTI
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31.657 lettori
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* Dati aggiornati al 01/06/2012
Regole aureeimpianti ad
espansione diretta
Microchiller permicroimpianti
MercatoCompressori
Novità da MostraConvegno
Expocomfort
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Impianti SpecialiImpianti Speciali
������Numero 5
lettori 5403*
3Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
IL SEGNAVENTO
Ad Majoradistanza di un mese o poco più,
siamo nuovamente online con un
numero ricco di temi e sempre più
convinti a proseguire l’avventura di
Impianti Clima e perseguire così, l’obietti-
vo del fondatore Antonio Briganti.
Lo sforzo di migliorare e perfezionare è
sempre stato insito nella società industria-
le moderna. Si tratta di un atteggiamento
mentale sorto prepotente e affermato
durante la Rivoluzione Industriale. Esso
coinvolge qualsiasi tipo di prodotto, indi-
pendentemente dalla sua natura e dal con-
tenuto di tecnologia. Ma anche la stessa
informazione ne è profondamente investi-
ta: dall’uso del linguaggio ai mezzi attra-
verso i quali si esprime. I prodotti editoria-
li, e non da meno Impianti Clima, sono
soggetti in continua pressione verso la
ricerca di una crescente efficienza di infor-
mazione. Questo obiettivo cerchiamo di
raggiungerlo con ogni numero, e con gli
strumenti che la tecnologia moderna offre.
Social Network, Wordpress, Chat, sono un
mezzo valido e soprattutto immediato.
L’editoria moderna, ormai è chiaro a tutti,
deve essere polivalente, come dice la
parola stessa, utile a diversi scopi, che vale
per molti usi, quindi deve poter veicolare
informazione a 360°. Per rendere la nostra
rivista ancor più accessibile, da pochi gior-
ni esiste oltre alla versione digitale anche
la versione cartacea. E’ possibile acquista-
re le copie dei numeri attraverso il servizio
di stampa a pagamento gestito interamen-
te da Peecho, società olandese attiva nei
servizi “print on demand”. L’introduzione
di questo nuovo strumento rende Impianti
Clima ancor più innovativa rispetto alla
stampa tradizionale, soprattutto nell’ottica
del non spreco, tema quanto mai attuale.
Non da meno si dimostra alternativa pro-
ponendosi con uno spirito di forte creativi-
tà. La consapevolezza che sia un ricono-
sciuto strumento per l’aggiornamento e la
formazione dei progettisti, installatori e
costruttori ci viene continuamente evi-
denziata dal numero con cui i lettori cre-
scono, dai download della rivista e non da
meno dai visitatori al sito di www.impian-
ticlima.com, recentemente aggiornato, e
non ultimi i follower che ogni giorno ci
scoprono nella rete. Progettisti, installato-
ri, studenti, in cerca di suggerimenti e
strumenti per la progettazione. Lo intuia-
mo dalle ricerche, da cosa leggono e dalla
documentazione che scaricano. In mezzo
alla selva di portali informativi, che si rim-
balzano informazioni quasi fini a se stesse,
Impianti Clima si dimostra una perla rara.
Pura informazione tecnica e per questo,
più vicini al settore della progettazione. Il
nostro lettore cerca sostanza e noi credia-
mo di poter dare questa sostanza, attraver-
so contenuti di alto profilo sviluppati da
specialisti che partecipano attivamente al
settore HVAC e come tali in grado di
rispondere alle aspettative preminenti dei
lettori. Le opinioni forti, a volte espresse
nelle pagine della Rivista, non vogliono
essere prese di posizione, ma bensì, hanno
l’obiettivo di stimolare il confronto, l’ana-
lisi e l’aggiornamento.
La Redazione
A
4 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
4 regole auree per l’efficienza
energetica degli impianti a tutta aria
Il trattamento emissioni nella cogenerazione
www.impianticlima.com - [email protected]
N. 6 - Giugno 2012
Una casa solare efficiente, l’illuminazionedegli ambienti sfrutta la tecnologia LED .Perform[D]ance House realizzata dallaFlorida International University’s.
Quali accorgimenti tenere nel progetto degliimpianti a tutta aria per aumentarne l'efficienzaenergetica rispetto alle procedure dettate dalla
tradizione. E quando le nuove tecnologie costrutti-ve e le moderne soluzioni impiantistiche possono
contribuire a questo risultato.
1414
2020Il rialzo dei combustibili fossili innalza artificiosamente anche i costi di alcuni combustibili rinnovabili, portandoli fuori mercato. Oltre all’aumento dei costi, la diminuzione degli incentivi e il forte calo della domanda di energia elettrica, ha necessariamente portato alla sperimetnazione di nuovi combustibili meno costosi, ma decisamente problematici sul fronte delle emissioni.
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Illuminazione LEDIlluminazione LED
������4 Regole Auree per gli
impianti a tutta aria
Trattamento delleemissioni nella cogenerazione
Scenari futuri
Tecnologie del Greenbuilding
Contenuti
@impianticlima
Esposizione Green
1212L’ultima edizione di Solarexpo ha confermato la collocazione dell’evento ai primi posti tra le manifestazioni fieristiche mondiali.
5Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
Rinnovabili, efficienza e formazione:
Concetti slegati?
Luce su una nuova tecnologia.
Illuminazione LED
6. I Numeri
8. Monitor
19. From another angle
38. Prodotti & Sistemi
42. Il Bibliofilo
43. Il minimalista
2626In virtù degli enormi progressi realizzati negli ultimi anni, i Ledrappresentano il futuro prossimo dell’illuminazione, penetrandocon forza crescente nel mercato dei corpi illuminanti.
3232La Direttiva 28/2009/CE per l’incentivazione all’uso delle energierinnovabili, più nota con l’acronimo RES, e il successivo recepimentoitaliano della direttiva attraverso il D.lgs. 28/2011, nel prossimofuturo apporteranno indubbi vantaggi rispetto alla necessaria drasti-ca riduzione dei consumi di combustibili fossili.
Rubriche
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6 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
I numeri
Parco
Zelan
7Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
L’uso dell'energia prodotta dai venti trovaradici già dall’antichità, dapprima per lanavigazione, poi nel lavoro meccanico, gra-zie all’introduzione dei mulini a vento. Unfenomeno, quello dei venti, dovuto alla diffe-renza di pressione che si stabilisce tra due opiù punti dell'atmosfera, capace di muoveremasse d'aria anche ingenti e con forze talvol-ta distruttive. L'energia dei venti è oggi tra-sformata in energia elettrica, una prometten-te fonte energetica sostenibile in grado disopperire sempre più alla domanda mondia-le. L’uso di pale più lunghe ed efficienti non-ché nuovi motori a induzione magneticapermettono di abbattere il costo del kWhelettrico in modo significativo. Di conseguen-za, una maggiore potenza elettrica in termi-ni di MW permette grossi risparmi sui costi diproduzione, ma strutture più imponenti evisibili da grandi distanze, con un maggioreimpatto ambientale sul paesaggio.
9.616 MW capacitàtotale installata in Europa nel2011
8.750 MW capacitàtotale installata di impiantieolici onshore
866 MW capacitàtotale installata di impiantieolici offshore
12,6 miliardi gliEuro investiti nell’energia eoli-ca in Europa
950 MW capacità totaleinstallata in Italia
15,6% incrementoannuo dal 1995 al 2011
EOLICO
o eolico nel West Wind vicino a Wellington in Nuova
nda. Impianto realizzato da Siemens nel 2009.
8 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
MONITOR
Una presentazione che in modo con-
creto e sintetico, realizza un confron-
to tra questi due tipi di impianti e ne
mette in evidenza le principali diver-
sità e le applicazioni consigliabili.
Confronto trA sIstEmI IdronICI E Vrf
E' attivo il nuovo bando Eco-innovation della Commissioneeuropea che, per il 2012,mette a disposizione 34,8milioni di euro di cofinanzia-mento per realizzare prodotti,servizi e processi che utilizza-no meno risorse naturali emeno rifiuti, e di conseguenzapiù sostenibili. La nuova cam-pagna di Eco-innovation èpartita anche su youtube(www.youtube.com) con unsimpatico video dove unambientalista, in t-shirt e apiedi nudi, distribuisce fiori alpubblico e sfida un imprendi-tore in giacca e cravatta a unascatenata gara di ballo. La
sfida si conclude in parità: ilmerito è della magia del rici-clo, che dà nuova vita a mate-riali e produce nuovi oggetti
per il mercato “Negli ultimiquattro anni - spiega il com-missario Ue all’Ambiente,Janez Potocnik, - il bando Eco-innovation ha aiutato oltre
cento prodotti verdi innovativia raggiungere il mercato. Ilprogramma mostra come ilbusiness possa aiutare lenostre economie a crescere inmodo sostenibile dal punto divista ambientale, una voltaavuto il sostegnogiusto”.Cinque i settori inte-ressati dal bando di quest’an-no: riciclo dei materiali, con-servazione dell’acqua, prodot-ti sostenibili per l’edilizia, atti-vità commerciali verdi e indu-stria alimentare e delle bevan-de. Il cofinanziamento Ue puòarrivare fino al 50% del costodei progett. Per visualizzare ilbando clicca qui.
prodotti e servizi eco-sostenibili
E' entrato in vigore il 31 maggio 2012 l’obbligodi istallazione degli impianti di produzione dienergia da fonti rinnovabili negli edifici nuovi ein quelli sottoposti a ristrutturazioni rilevanti. Lostabilisce il Decreto Rinnovabili (Dlgs 28 del 3marzo 2011). L’obbligo non si applica agli edi-fici vincolati, qualora il progettista evidenzi cheil rispetto delle prescrizioni implica un’alterazio-ne incompatibile con i loro caratteri storici eartistici. Scarica il decreto qui.
obbligo installazione
impianti dafonti
rinnovabili
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9Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
Climaveneta e l’australiana Conserve-Ithanno siglato un accordo di collaborazio-ne per lo sviluppo congiunto di sistemi dicontrollo per refrigeratori di liquido epompe di calore dedicate unendo le rispet-tive competenze specifiche. Con questanuova sinergia, Climaveneta, metterà sulmercato a breve un nuovo controllo avan-zanto per il controllo, l’ottimizzazione e lagestione degli impianti per chiller e pompedi calore ClimaPro e Conserve-It nuovimoduli addizionali per PlantPro.
CLIMAVENETA ECONSERVE-ITINSIEME
Da una recenteindagine Samsungcondatta insiemea Human Highwaysu un campionerappresenta tivodella popolazioneitaliana di 1,000casi, è emerso lapresenza del cli-matizzatore in unacasa su due. Per
guidare i consumatori nella scelta del sistema di condizionamen-to, l'azienda ha sviluppato un tutorial online che mostra quale equanti dispositivi prevedere a seconda della città e della casa incui si risiede. Con tre semplici step il tutorial guida i consumatoriin maniera intuitiva. Basta semplicemente indicare la tipologia diabitazione, edificio e tipo di stanza, aggiungere le proprietà tecni-che degli ambienti da climatizzare e in poco si è in grado di averechiaro e esempio applicativo. Il tutorial è consultabile al link:www.samsung.com/it/consumer/air-con/ac-match/index.html
GUIDA ONLINE ALLA SCELTA DEL CONDIZIONATORE
Con la delibera n. 3522 del 23 maggio scorso, la Regione Lombardia ha posticipatoal 1 agosto 2014 l’obbligo di dotare di sistemi di termoregolazione e contabilizza-zione del calore alcune tipologie di impianti termici centralizzati o collegati al tele-riscaldamento. La nuova delibera integra e modifica la precedente, stabilendo chepossono usufruire della posticipazione dell'obbligo al 1 agosto 2014: gli impiantitermici per i quali il cambio di combustibile sia avvenuto dopo l'1 agosto 1997; gliimpianti termici che sono stati collegati a reti di teleriscaldamento dopo l'1 agosto1997; gli impianti per i quali viene approvato un progetto di ristrutturazione com-plessiva che consenta un miglioramento dell'efficienza energetica non inferiore al40% rispetto al rendimento dell'impianto originario. www.regione.lombardia.it
Regione Lombardia, posticipo termoregolazione e contabilizzazione
rapporto 2012certificazioneenergeticaE’ scaricabile gratuitamente il"Rapporto 2012: Attuazionedella certificazione energeticadegli edifici in Italia". Il volu-me, elaborato dal CTI costi-tuisce un aggiornamentodella versione 2011, apliatoe approfondito alla luce dellerecenti norme. ww.cti2000.it
EC 2-2012 UNI EN ISO 10077-1:2007 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure oscuranti - Calcolo della trasmittan-za termica - Parte 1: Generalità UNI 11444:2012 Acustica in edilizia - Classificazione acustica delle unità immobiliari - Linee guida perla selezione delle unità immobiliari in edifici con caratteristiche non seriali UNI EN ISO 13792:2012 Prestazione termica degli edifici - Calcolo della temperatura interna estiva di unlocale in assenza di impianti di climatizzazione - Metodi semplificati
AGGIORNAMENTO NORME
10 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
mitsubishi Electric Corporationha annunciato il lancio del suosettimo Piano Ambientale, unpiano di azione triennale alli-neato alla EnvironmentalVision 2021. Il piano si propo-ne di contribuire alla riduzionedelle emissioni di biossido dicarbonio, in tal senso,mitsubishi Electric aumenteràl’efficienza energetica dei pro-pri prodotti con l’obiettivo diridurre del 27% in media leemissioni prodotte nell’uso di84 prodotti rispetto ai livelli diemissioni dell’anno fiscale2001. Entro i prossimi treanni, inoltre, l’azienda
aumenterà la propria capacitàdi generazione di energiafotovoltaica di 6.400 kW perraggiungere una capacitàcomplessiva di 14.100 kW, neiquali rientra anche il rendi-mento dei sistemi fotovoltaicigià esistenti. I sistemi per ilcontrollo dei consumi sarannointegrati per limitare i picchi di
consumo di elettricità in tuttele 68 principali sedi aziendalinazionali impegnate in con-tratti di acquisto di almeno500 kW di energia elettrica. siimpegnerà, inoltre, nellasostituzione dei condizionatorid’aria con prodotti più altaefficienti. Per quanto riguarda,invece, le iniziative per il rici-clo, mitsubishi Electric ridurràil rapporto finale di smalti-mento dei rifiuti vagliando esmistando tutti i rifiuti prodottinelle varie sedi aziendali.Promuoverà le 3r (riduzione,riutilizzo e riciclo) nei prodotti.
SETTIMO PIANO AMBIENTALE PER MITSUBISHI ELECTRIC
Il documento riporta la disponibilità nell’anno dell’energia dalsole, la consistenza del parco fotovoltaico, la produzione, le ore diutilizzazione, gli incentivi e i servizi erogati dal GSE a favore degliimpianti fotovoltaici. Alla fine del 2011 in Italia sono in eserciziocirca 330.200 impianti per 12.780 MW installati ed 11 TWh pro-dotti. Nello stesso anno l’Italia si colloca al secondo posto a livel-lo mondiale - dopo la Germania - per capacità fotovoltaica tota-le in esercizio ed al primo posto per nuova capacità produttivaentrata in esercizio nel 2011. Scaricabile cliccando qui.
RapportoStatisticosul solare
fotovoltaicodel 2011
Google ha messo online un nuovo breve video animato dal titolo “The Story of Send” , in cui viene ripercorso il tragit-to che le mail compiono dal loro invio. Nella rappresentazione si vede l’email abbandonare il computer e l'Isp(Internet service provider) per approdare a un router di dorsale, qui Google smista la mail al data center più vicino perpoi raggiungere la destinazione finale. Il video è nato per documentare l'attenzione di Google per la minimizzazionedell'impatto ambientale dei propri servizi. Inserita all'interno del progetto Google Green, la campagna illustra in par-ticolare le modalità progettuali relative ai propri data center. Per la gestione e la manutenzione delle macchine, lasocietà di Palo Alto ha introdotto un sistema ormai collaudato eco-sostenibili per il raffreddamento dei server, sonoimpiegati sistemi “free”, che non richiedono ulteriori consumi, quali il riutilizzo dell'acqua e la ventilazione esterna. E’possibile vedere il video cliccando di seguito il link http://youtu.be/5Be2YnlRIg8
the story of send - google green
11Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
L’ENEA ha depositato un bre-
vetto per la messa a punto di un
metodo e relativo impianto per il
trattamento di biomassa lignocel-
lulosica. E’ noto che nel procedi-
mento tradizionale, si ottengono
alcune sostanze derivanti da pro-
cessi di degradazione termica che
inibiscono il processo di fermen-
tazione. Generalmente il processo
di detossificazione avviene per
lavaggio acquoso del materiale
che elimina gli inibitori della fer-
mentazione, con conseguente
perdita di idrocarburi utili solubili
in fase acquosa. Il trattamento
brevettato da Enea prevede l'im-
piego di un sistema che consente
di allontanare gli inibitori median-
te lo strippaggio con una corrente
di aria e/o vapore ottenendo un
materiale detossificato, ovvero
fermentabile, senza perdita di
materiale utile e senza aggiunta di
chemicals. La principale caratteri-
stica innovativa dell’invenzione
consiste pertanto nell'impiego di
un sistema a basso impatto
ambientale, chemical free, che
usa solo aria e vapore e consente
di allontanare gli inibitori senza
rimuovere gli oligomeri solubili.
Gli inibitori rimossi possono esse-
re recuperati in fase acquosa, e
valorizzati come coprodotti nel-
l'industria chimico-farmaceutica.
Il brevetto, che è disponibile per
il licensing, è inserito nella Banca
dati Brevetti, curata dall'Unità
Trasferimento Tecnologico che
assicura la protezione e la valoriz-
zazione delle conoscenze innova-
tive tecnico-scientifiche.
trattamento di biomassa lignocellulosica
In occasione del V° Forumdell'EHPA (European Heat PumpAssociation), il Presidente del-l’associazione Co.Aer, BrunoBellò, ha presentato i dati relati-vi al settore delle pompe di calo-re relativi all'anno 2011. Dai dati
si evidenzia la sostanziale tenuta del mercato dellepompe di calore rispetto al 2010, nonostante la situa-zione economica negativa, con una flessione solo nellevendite di pompe di calore aria-aria di piccola potenza.
La crescita del numero di pompe di calore, soprattuttonelle piccole-medie potenze, dimostra che le aziende delsettore della climatizzazione hanno iniziato ad investirenell’enorme settore del riscaldamento, ma diversamen-te da quanto accaduto in altri Paesi europei, comeGermania, Francia, Norvegia e Svezia, dove gli incre-menti sono stati notevoli, anche grazie a programmi diincentivazione nazionale, in Italia il mercato dei sistemia pompa di calore non è ancora definitivamente decol-lato in termini di capacità installata. La sintesi dell’in-tervento è scaricabile qui.
dati statistici pompe di calore
Il nuovo edificio della NASA erettpo a Moffett Field, inCalifornia ha ottenuto la certificazione LEED Platinum. Ilcomplesso genera più energia di quanto ne consumi uti-lizzando diverse tecnologie sinergiche fra loro. Primo fratutti un impianto fotovoltaico in grado di produttre 85kW nelle ore di punta, una cella a combustibile dellaBloom Box, e un super efficiente sistema di riciclo delleacque grigie per ridurre l'uso dell'acqua del 90 % rispet-to ad un edificio tradizionale. Si dispone anche di una
vasta rete di sensori wireless che permettono di reagireautomaticamente ai cambiamenti di temperatura, sole,vento, meteo e occupazione per fornire un ambienteconfortevole degli interni. L'interno dell'edificio è statorealizzato esclusivamente con materiali riciclati, atossicie riciclabili. Il pavimento in rovere sbiancato al pianoterra è stato recuperato da una galleria del vento risalen-te al 1953. L'abbondanza di lucernari permettendo cosìtanta luce da utilizzare l'illuminazione artificiale solo percirca 40 giorni l'anno. Le finestre gestite da un sistema diregolazione si aprono e chiudono a seconda del climainterno dell'edificio. www.nasa.gov/externalflash/sustai-nability-base
edificio leed platinumautosufficiente
on un bilancio di 52.500 visitatori professionali eoltre 1.230 espositori, l’11 Maggio scorso si è chiu-sa la 13° edizione di Solarexpo, la manifestazione
italiana leader nel solare e nelle energie alternative cheogni anno vanta sempre più riconoscimenti. Una dimen-sione dell’evento di tutto rispetto ed in continua cresci-ta, tant’è che la prossima edizione si svolgerà negli ampispazi della Fiera Milano – Rho. L’intento del trasferi-mento è di compiere un salto di qualità maggiormenteorientato all’internazionalizzazione dell’esposizione, edoperare in modo più incisivo in mercati ormai ampiamen-te globalizzati. La rassegna, sempre fortemente sbilan-ciata sul settore fotovoltaico, pur non presentando novitàparticolarmente significative, ha comunque offerto aglioperatori del settore l’occasione per acquisire un aggior-namento di buon livello su norme tecniche più recenti esulle implementazioni delle tecnologie energetiche.Cresce il miglioramento sul rendimento delle celle foto-
12 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
Esposizione green
L’ultima edizione di Solarexpo ha confermato la collocazione dell’evento ai primi posti tra le manifestazioni fieristiche mondiali.
Giacomino Redondi
C voltaiche (nell’ordine del 3%), sia con i moduli dotati dicelle nere, una alternativa di design ai tradizionali modu-li blu, sia nei moduli fotovoltaici dotati di vetro antirifles-so. I coppi fotovoltaici e le strutture modulari di sostegnodei pannelli fotovoltaici sempre più diversificati perrispondere alle più svariate applicazioni sia per superficipiane che per tetti a falde, rappresentano un significativosupporto per ricavare energia mantenendo inalteratal’estetica delle coperture. Buono l’interesse suscitato dailaminati flessibili, una linea di prodotti innovativi conefficienza fino al 19%. A fronte della minore attenzionerivolta anche in questa edizione alle altre tecnologieenergetiche, si rafforza tra gli operatori la consapevolezzadi fare in modo che tutte le filiere delle rinnovabili, dal-l’eolico al biogas, abbiano a disposizione opportune risor-se per arricchire il Paese. È crescente quindi l’esigenza diriequilibrare il sistema di sovvenzioni statali, oggi troppoorientato a favorire il settore del fotovoltaico. W
1. i pannelli fotovoltaici con celle nere migliorano il proprio
rendimento di circa il 3% (conergy).2. laminati flessibili la cui efficienza raggiunge valori prossimi
al 19% (uni-solar).
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14 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
e unità di trattamento dell’aria sono le apparec-
chiature principali che costituiscono gli impianti
di climatizzazione a tutta aria, sia per i sistemi a
portata costante, sia per quelli a portata variabile. A
completamento dell’impianto si aggiungono le canaliz-
zazioni per la ripresa e la distribuzione dell’aria nei vari
ambienti, compresi i diffusori terminali. La realizzazio-
ne dell’intero contesto impiantistico richiede una certa
perizia progettuale, affinché si possano soddisfare, ma,
soprattutto, mantenere nel tempo i requisiti ottimali di
purezza, temperatura e umidità dell’aria distribuita
negli ambienti da climatizzare, senza trascurare il
necessario contenimento dei consumi di energia termi-
ca ed elettrica. Le apparecchiature di trattamento del-
l’aria sono, spesso, molto complesse, costituite da
numerose componenti poste in successione, a partire
dalle serrande di taratura sulla ripresa dell’aria dagli
ambienti, i ventilatori di ripresa e di espulsione del-
l’aria viziata, le serrande di espulsione e quelle di presa
dell’aria esterna. In successione troviamo ancora il
sistema di filtrazione costituito da una o più serie di
celle filtranti con una progressiva maggiore capacità di
captazione. Seguono le batterie di riscaldamento e di
raffreddamento, i dispositivi di umidificazione i venti-
latori di mandata dell’aria e, in alcuni casi, questi ulti-
mi seguiti anche da ulteriori serie di filtri per l’aria e
dispositivi silenzianti. Nella maggior parte dei casi,
l’aria ripresa dagli ambienti e quella esterna convergo-
no in apparecchiature di recupero del calore sensibile e
di quello latente, proprio allo scopo di non disperdere
energia termica ancora contenuta nell’aria viziata prima
della sua espulsione. In base ai requisiti di ricambio
4REGOLE AUREE
AUMENTARE L’EFFICIEN IMPIANTI A TUTTA
Quali accorgimenti tenere nel progetto degli impianti
a tutta aria per aumentarne l’efficienza energetica rispetto
alle procedure dettate dalla tradizione. E quando le nuove
tecnologie costruttive e le moderne soluzioni impiantistiche
possono contribuire a questo risultato.
L
15Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
PER NZA DEGLI
A ARIAMassimo Vizzotto
d’aria e di temperatura da mantenere negli ambienti, è
possibile determinare sia le portate d’aria dei ventilato-
ri, sia la potenza di riscaldamento o di raffreddamento
delle batterie; ma, come sempre avviene negli impian-
ti di climatizzazione, i dati di funzionamento di proget-
to, che equivalgono nella maggior parte dei casi a quel-
li massimi richiesti, non si verificano per tutto il tempo
di funzionamento dell’impianto, ma esclusivamente
nei periodi di picco estivo o invernale. Per tale ragione,
le unità di trattamento dell’aria sono oggi realizzate in
modo da poter soddisfare i requisiti di carico e di por-
tata intermedi, possibilmente conservando la maggior
efficienza energetica possibile.
La portata d’aria variabileUno dei requisiti principali dei sistemi di ven-
tilazione e climatizzazione è di poter governa-
re la portata dell’aria, da quella massima pro-
gettuale, a quella richiesta per il minimo
ricambio prescritto. La variazione della porta-
ta può essere fatta mediante serrande regolabili poste
sulla mandata del ventilatore o, come nel caso di ven-
tilatori centrifughi con pale rovesce, sugli stessi bocca-
gli di aspirazione. Questi sistemi, tuttavia, stanno per
essere totalmente abbandonati a favore di dispositivi in
grado di governare direttamente la velocità di rotazio-
ne dei ventilatori mediante inverter.
La regolazione della portata dell’aria sulla velocità di
rotazione dei ventilatori consente di ottenere consi-
stenti riduzioni di consumo elettrico: una diminuzione
della portata fino al 65% di quella nominale consente
di ridurre la potenza assorbita dal motore elettrico del
ventilatore fino al 27%. Un altro vantaggio ottenibile
attraverso la regolazione della velocità di rotazione dei
ventilatori è quello della riduzione del livello di rumo-
rosità fino a 9 dB rispetto al sistema a portata nomina-
le e, se riferito ai ventilatori che adottano le serrande
radiali sulle aspirazioni dell’aria, tale riduzione di
rumorosità raggiunge anche 14 dB.
I ventilatori centrifughi a pale rovesce a doppia aspira-
zione sono sempre più frequentemente sostituiti dai
ventilatori plug-fan. Questi ventilatori hanno preroga-
tive di rendimento simili o di poco inferiori a quelle dei
ventilatori centrifughi, ma sono azionati normalmente
da dispositivi ad inverter che consentono di modificare
la portata dell’aria negli impianti VAV, oppure di man-
tenerla costante negli impianti a portata fissa pur con-
trastando le progressive resistenze offerte dallo sporca-
mento dei filtri e degli altri organi interni o esterni alle
centrali. Anche i ventilatori assiali con le pale orienta-
bili in moto possono soddisfare i requisiti di portata
variabile con eccellenti efficienze energetiche e mino-
re livello di rumorosità. Tuttavia, un loro limite è insi-
to nella minore prevalenza messa a disposizione per
1
parte dei casi, di applicare sulle batterie di trattamento
semplici valvole modulanti a due vie. In questo modo
è possibile ottenere un controllo termico equivalente a
quello delle valvole a tre vie, mantenendo sempre
costante il salto termico dell’acqua e limitando, non
solo il dispendio energetico di pompaggio, ma anche
quello di produzione: minore portata d’acqua da tratta-
re equivale a minore energia consumata, di solito pro-
porzionale, salvo in presenza di alcune apparecchiature
frigorifere in grado di migliorare ulteriormente la loro
efficienza. Il sistema di distribuzione dell’acqua alle
batterie equipaggiate da valvole a due vie a chiusura
modulante permette di risparmiare sui costi impianti-
stici, realizzando solo un circuito idronico primario con
una sola serie di pompe, riduce i consumi energetici
medi annui del 30% / 40%, elimina i possibili difetti
tipici dei sistemi di pompaggio primario e secondario:
miscelazione scorretta o involontaria dei fluidi caldi e
freddi, contrasto tra le pompe poste in serie.
Recuperi termiciL’applicazione di dispositivi che consento-
no di trasferire il calore contenuto nell’aria
ambiente, prima della sua espulsione, a
quella esterna, è ormai obbligatoria. Non è
questa la sede per confrontare i numerosi
sistemi che la tecnologia è in grado di offrirci, dai recu-
peratori a flussi incrociati, a quelli rotativi, dai sistemi
a doppie batterie a quelli a tubi di calore, ecc. Ciò su
cui vale la pena di soffermarci è di verificare che tali
dispositivi consentano effettivamente di ottenere un
vantaggio energetico reale complessivo. Infatti, molto
spesso avviene che, per ottenere un modesto incre-
mento della temperatura dell’aria esterna, sia necessa-
16 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
superare le perdite di carico offerte dai numerosi
dispositivi di filtrazione normale e assoluta richiesta in
alcuni impianti particolarmente articolati, negli ospe-
dali o nei sistemi di ventilazione industriale.
Portata d’acqua variabileFino a alcuni anni fa le batterie di riscalda-
mento e di raffreddamento delle unità di
trattamento dell’aria erano alimentate con
acqua calda o fredda a portata costante. La
temperatura dell’aria dopo il suo trattamen-
to termico era controllata bypassando una certa quanti-
tà di acqua dal circuito della batteria mediante una val-
vola deviatrice a tre vie. Tale soluzione poteva soddi-
sfare egregiamente il controllo delle temperature e il
relativo confort termico negli ambienti.
Tuttavia, richiedeva un consumo di energia elettrica
per la circolazione dell’acqua, sempre equivalente alla
massima portata di progetto, anche quando i carichi
termici sono ridotti. Oggi, i generatori termici e i refri-
geratori d’acqua consentono di variare la portata del-
l’acqua nel circuito idronico fino a valori percentuali
anche molto bassi e tali da permettere, nella maggior 3
2. i regolatori volumetrici elettroNici coNtrollaNo e regolaNo la
quaNtità d’aria variabile o costaNte iN uN determiNato tratto di caNale
(schako).
2
1. Nello schema la
velocità del veNtilatore
di maNdata e ripresa è
coNtrollata da iNver-ter.
Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
tà dell’aria è inferiore, in genere quelle perimetrali,
poi, sempre più rapidamente, anche nel resto della
superficie di passaggio dell’aria, sulle alette delle bat-
terie, sui pacchi separatori, sulle pale dei ventilatori,
ecc. La maggiore presenza di polvere e di calcare, oltre
a determinare situazioni igieniche a rischio, provoca un
progressivo decadimento dell’efficienza energetica
della macchina e dell’intero sistema di ventilazione:
aumento delle resistenze al passaggio dell’aria con con-
seguente riduzione di portata, minore capacità di scam-
bio termico della superficie delle batterie di trattamen-
to e dei pacchi di recupero del calore, ecc.
La pulizia dei condotti per l’aria è, in alcuni casi, abba-
stanza agevole, soprattutto se si sono previste porte di
ispezione nei punti critici. La pulizia degli organi inter-
ni alle centrali di trattamento è, invece, più complessa
e può essere eseguita periodicamente con ridotti oneri
solo nel caso in cui le apparecchiature installate preve-
dano la possibilità di una facile e completa estrazione
delle singole componenti interne: serrande, filtri, bat-
terie, umidificatori, separatori, motoventilatori, recu-
peratori di calore, ecc.. Lo svuotamento totale dell’in-
volucro permetterà di igienizzarne correttamente tutte
le pareti e gli interstizi presenti in prossimità dei telai
di supporto degli organi di trattamento, filtrazione e
ventilazione. W
rio utilizzare sistemi di recupero che offrono una resi-
stenza al passaggio dei flussi d’aria tale da vanificare le
attese di reale risparmio energetico. Un sistema di
recupero del calore dovrà essere equipaggiato sempre
da dispositivi che permettano di bypassarne i flussi
d’aria. In questo modo, sarà possibile alleggerire il cari-
co di potenza dei gruppi motoventilatori quando i dif-
ferenziali tra la temperatura dell'aria esterna e quella
di espulsione sono così esigui da non giustificare l'uti-
lizzo dei sistemi di recupero.
Manutenzione e puliziaLa movimentazione e i trattamenti del-
l’aria incrementano la presenza di polveri e
di umidità all’interno delle apparecchiatu-
re e dei condotti di distribuzione. E’ pur
vero che il problema delle polveri si risol-
ve principalmente all’origine, con un’efficace filtrazio-
ne; ma è anche vero che, i sistemi di captazione riduco-
no progressivamente la loro efficacia con il progressivo
accumulo di polvere sulla loro superficie. Il passaggio
di quantità, seppur minime, di polveri all’interno del
sistema ventilato unite all’umidità presente sotto
forma di condensa sulla superficie delle batterie di raf-
freddamento o ancora più nelle camere di umidifica-
zione, genera una sorta di impasto che facilmente si
insinua e si stabilisce, prima nelle zone dove la veloci-
4
3. recuperatore di calore a piastre iN grado di trasferi-re il calore tra due flussi d'aria sotto l'azioNe di uNa diffe-reNza di temperatura. l'utilizzo di tali sistemi coNseNte
risparmi sui costi di esercizio Negli impiaNti di coNdizioNameN-to.
4. la movimeNtazioNe e i
trattameNti dell’aria iNcre-meNtaNo la preseNza di pol-veri e di umidità; la maNcaNza
di uNa buoNa maNuteNzioNe
provoca uN progressivo
decadimeNto.
17
19Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
FROM ANOTHER ANGLE
Unità di
misUra si – La
rivoLUzione
siLenziosa
di ALAN FIELD
impatto sulla comunità dei
progettisti causato dal-
l’adozione del Sistema
Internazionale (SI) delle
unità di misura, negli anni
seguenti la sua introduzione, risalente
alla metà degli anni ’60, è attualmente in
gran parte dimenticato ma, a suo tempo,
fu di straordinaria entità. L’intero patri-
monio esistente di dati conosciuti dovet-
te essere riscritto utilizzando le nuove
unità, un processo che richiese anni per
essere completato. Tutti i riferimenti
tecnici abituali, come il diagramma psi-
crometrico, le tabelle di portata/perdite
di carico e gli elenchi di proprietà fisi-
che, furono ricompilati da capo. Le
tabelle prestazionali delle apparecchia-
ture HVAC divennero improvvisamente
obsolete e si dovettero completamente
revisionare. La logica di utilizzare un
sistema in base 10, con un insieme coe-
rente di unità di massa, lunghezza e
tempo, difficilmente poteva essere
messa in discussione; tuttavia, l’effetto
fu disorientante per i progettisti abituati
a verificare intuitivamente i loro dimen-
sionamenti. Per i Paesi di lingua inglese,
fu piuttosto complicato abbandonare le
misure di lunghezza in piedi e di massa
in libbre, a differenza dal resto
dell’Europa, dove il metro e il chilo-
grammo rappresentavano delle unità di
uso comune. Per poter realizzare piena-
mente la transizione, servirebbe una
nuova generazione di progettisti in
grado di esprimersi in MJ/m3 e in Pa/m
e che, allo stesso tempo, siano capaci
di visualizzare intuitivamente queste
grandezze in modo corretto in relazio-
ne alle prestazioni dell’impianto. Oggi,
la maggior parte dei Paesi ha ormai
adottato le unità di misura SI, facilitan-
do la comparazione dei dati di base e
delle prestazioni delle varie apparec-
chiature; in Europa, in particolare, ciò
ha consentito di facilitare la stesura di
norme tecniche armonizzate.
Naturalmente, gli Stati Uniti, realtà
economica principale del Pianeta,
hanno deciso di fare eccezione, rifiu-
tandosi categoricamente di procedere
alla transizione. L’ASHRAE
Handbook, considerata la “bibbia” del
settore è attualmente pubblicato in edi-
zione SI in affiancamento alla tradizio-
nale versione in unità piedi, libbre,
Btuh e RT. Inoltre, la stampa tecnica
statunitense continua ad usare preva-
lentemente le vecchie unità di misura.
Nei cataloghi della maggior parte dei
costruttori USA continuano a classifi-
care i prodotti in termini di TR (Ton of
Refrigeration) e di cfm (Cubic Feet
per Minute), sebbene le multinazionali
internazionali uti-
lizzano il Sistema
I n t e r n a z i o n a l e
nelle loro relazio-
ni con l’estero. W
L’
L’uso delle unità di misuraSI hanno facilitato la com-parazione dei dati di basee delle prestazioni delleapparecchiature; inEuropa, in particolare, ciòha consentito di facilitarela stesura di norme tecni-che armonizzate.
20 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
Il trattamento emissioni nella cogenerazione
Cristiano Vergani
ra le varie tecnologie utilizzate nelle piccole cen-
trali di cogenerazione, la più diffusa e convenien-
te, almeno fino a potenzialità intorno a qualche
decina di MWe, è rappresentata dall’utilizzo di motori a
combustione interna (MCI), a ciclo Otto o Diesel, abbi-
nati a sistemi di recupero di energia termica a bassa tem-
peratura (50 - 95 °C) per acqua sanitaria o riscaldamento
ambientale (scambiatori installati su intercooler, circuito
di lubrificazione e raffreddamento) ed a temperatura più
elevata (400° - 500°°C) per la generazione di vapore a
media pressione per usi industriali. In molti casi, il calo-
re recuperato si utilizza per generare ulteriore energia
elettrica per mezzo di turbine a ciclo Rankine alimenta-
te da fluidi organici (ORC). La tecnologia utilizzata in
questi impianti è relativamente matura ed affidabile,
mentre i valori di disponibilità di energia elettrica e ter-
mica a bassa e media temperatura sono ideali per l’uti-
lizzo in una moltitudine di casi.
Per questi motivi, solo pochi anni fa si prefigurava un
futuro radioso per questa tipologia di centrali, soprattut-
to confidando nella disponibilità abbondante di combu-
stibili rinnovabili di buona qualità e prezzo contenuto
(oli vegetali, in particolare di palma) e nel riconoscimen-
to di incentivi sufficienti a garantire una buona remune-
razione dell’energia prodotta: oggi, il quadro generale è
molto diverso. Al momento, il mercato elettrico è
depresso per scarsità di domanda e, come se non bastas-
21Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
Il rialzo dei combustibili fossili innalza artificiosamente
anche i costi di alcuni combustibili rinnovabili,
portandoli fuori mercato. Oltre all’aumento dei costi,
la diminuzione degli incentivi e il forte calo della
domanda di energia elettrica, hanno necessariamente
portato alla sperimentazione di nuovi combustibili
meno costosi, ma decisamente problematici sul
fronte delle emissioni.
T se, il costo dei combustibili rinnovabili normalmente
utilizzati è più che raddoppiato, mentre l’entità degli
incentivi, è ormai deciso, subirà un taglio progressivo
molto più accentuato di quanto inizialmente previsto.
Di conseguenza, la gestione in attivo degli impianti è
diventata un complicato esercizio di equilibrismo che,
per ora, sembra funzionare solo per le centrali di taglia
medio-grande e per i forti auto-consumatori di energia, a
patto di utilizzare combustibili rinnovabili meno costosi
(oli vegetali grezzi, di recupero o miscele di varia com-
posizione comprendenti anche grassi di origine anima-
le), mentre risultano fortemente penalizzati gli impianti
di piccola taglia (intorno al MWe) che funzionano preva-
lentemente con oli raffinati (persino quelli alimentati
con oli tracciati di filiera nazionale, che pur godono di
un’incentivazione maggiorata), eserciti solo in funzione
della vendita di energia sul mercato e non per l’autocon-
sumo. Quindi, i combustibili rinnovabili che oggi trova-
no impiego nei motori a combustione interna destinati
alla cogenerazione sono qualitativamente molto meno
pregiati dei loro predecessori ma, soprattutto, sono carat-
terizzati da un contenuto di contaminanti molto più ele-
vato, un aspetto che si riflette negativamente sulla qua-
lità della combustione, sul tasso di emissione degli
inquinanti e sulla resa degli impianti di abbattimento
necessari a contenere le emissioni entro i limiti di legge.
1. AndAmento del prezzo dell’olio di pAlmA,molto utilizzAto nelle piccole centrAli di
cogenerAzione: in soli tre Anni è più che
rAddoppiAto seguendo le quotAzioni del
petrolio greggio (clAl.it).
Gli inquinanti coinvoltiLe emissioni inquinanti prodotte comprendono princi-
palmente l’anidride carbonica (CO2), il monossido di
carbonio (CO), l’anidride solforosa o biossido di zolfo
(SO2), gli ossidi di azoto (NOx), gli idrocarburi incombu-
sti (HC) ed il particolato (PM). La quantità prodotta di
ciascuno di questi inquinanti, dipende ampiamente
dalla composizione del carburante utilizzato e dalla
combustione caratteristica del motore installato.
L’emissione di CO2 e SO2 è direttamente proporzionale
alla quantità del carburante bruciato. L’emissione di SO2
non può essere comunque ridotta tramite misure di pro-
gettazione del motore, ma può essere rimossa dai gas
esausti attraverso l’applicazione di una unità di desolfo-
razione. Al contrario, la formazione di NOX, CO, idro-
carburi incombusti e particolato, è direttamente collega-
ta alle condizioni di combustione; è influenzata dalla
temperatura, dal rapporto aria/carburante e dal tempo di
permanenza dei gas nelle varie fasi di processo. Le emis-
sioni di questi inquinanti possono essere ridotte attra-
verso un’accurata progettazione ed un controllo delle
condizioni di combustione. Allo stesso tempo, il control-
lo delle emissioni tramite aggiustamenti delle condizio-
ni di combustione può compromettere l’efficienza del-
l’impianto, perciò una delle maggiori sfide dei produtto-
ri è quella di progettare sistemi in grado di minimizzare
la formazione di NOx, CO e particolato in modo da
rispondere alla legislazione ambientale, senza per que-
sto compromettere l’efficienza e i costi di gestione. Al di
fuori degli interventi sul motore, le tecniche di riduzio-
ne impiegate consistono essenzialmente in interventi di
“condizionamento” del carburante (ad esempio l’emul-
sionamento con acqua ed altri additivi) e nell’utilizzo di
particolari convertitori o reattori catalitici, divenuti pres-
soché indispensabili visti i limiti di emissione sempre
più restrittivi imposti in sede di autorizzazione.
22 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
I combustibili in uso e in sperimentazioneIn Italia, il parco installato delle piccole e medie centra-
li di cogenerazione è basato prevalentemente su motori
a combustione interna alimentati a biogas se a ciclo Otto
e ad olio vegetale se di tipo Diesel: mentre i motori a
biogas sono indissolubilmente legati alla fonte locale di
alimentazione, discarica o digestore anaerobico che sia, i
motori Diesel possono essere alimentati con combusti-
bili diversi reperibili sul mercato, purché compatibili
con la tipologia di motore e di costo sostenibile dal conto
economico di gestione. Il gasolio si utilizza solo in fase
di avviamento e di spegnimento del motore, mentre
durante il normale funzionamento l’alimentazione passa
ad olio vegetale. Di norma, questo olio vegetale dovreb-
be essere ad un buon livello di raffinazione, come racco-
mandato dai costruttori dei motori per salvaguardare la
salute di iniettori, fasce di tenuta dei pistoni ecc. ed
ottenere una combustione più completa possibile: in
pratica, oggi nessuno utilizza oli raffinati, di costo inav-
vicinabile, ma solo oli grezzi, che al massimo hanno
subito una grossolana filtrazione. I più delle volte, si è
costretti ad immettere nel motore quello che si trova al
minor prezzo possibile, con tutti i rischi del caso. Che sia
olio grezzo di colza, di palma, di soia o di girasole non è
importante (i Diesel moderni, almeno inizialmente, fun-
zionano bene con una vasta gamma di oli combustibili).
Quello che conta è disporre di un buon impianto di pre-
trattamento dell’olio: non basta più un semplice preri-
scaldamento, ma occorre procedere ad una accurata puli-
zia per centrifugazione e filtrazione, pena il rapido bloc-
caggio di pompe ed iniettori. Purtroppo, anche il miglio-
re pretrattamento a bordo motore, nulla può al fine di
diminuire la concentrazione di alcuni contaminanti
molto dannosi per l’integrità dei motori e dei catalizza-
tori usati per il controllo delle emissioni. Questi conta-
minanti (soprattutto fosforo, calcio, zolfo) sono tipica-
mente presenti negli oli vegetali e possono essere
23Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
opportunamente ridotti solo con diversi procedimenti di
raffinazione, oggi divenuti di costo inaccessibile.
In questa situazione, date le difficoltà di acquisizione
degli oli vegetali sul mercato, anche per i motori Diesel
si va delineando la necessità di una “produzione” locale
del combustibile, nel senso che, limitatamente alle cen-
trali di potenza maggiore, potrebbe convenire disporre
di una piccola raffineria sul posto.
Esistono già alcuni esempi di “bioraffineria” con abbi-
nata centrale di cogenerazione, un modello che era stato
preconizzato da alcuni anni in diversi studi, ma che si è
potuto concretizzare solo ora in seguito alla crisi che ha
spinto fuori mercato gran parte degli oli commerciali. Ad
ogni modo, la possibilità di raffinare in proprio non serve
tanto a ridurre sufficientemente i contaminanti, la cui
eliminazione è considerata comunque troppo costosa,
quanto a rigenerare gli oli di recupero (es. oli di frittura
esausti), utilizzando nella rigenerazione anche materiali
di risulta da altre filiere industriali (miscele di acidi gras-
si, grassi animali da rendering ecc.), in modo da ridurre
al minimo possibile il costo finale del combustibile otte-
nuto. Attualmente, i gestori delle centrali che dispongo-
no di una raffineria stanno mettendo alla prova alcune
formulazioni costituite in ogni caso da basi rinnovabili,
mentre gli altri tentano di procurarsi gli oli grezzi più
economici del mercato oppure, i più previdenti e dotati
di mezzi, usufruiscono di scorte ingenti accaparrate
quando i prezzi erano più ragionevoli.
Tutti quanti, però, stanno utilizzando combustibili a
livello medio alto o alto di contaminanti (non è raro tro-
vare combustibili che contengono più di 150 ppm di
fosforo, contro i 15 ppm raccomandati): in queste condi-
zioni, gli impianti di trattamento delle emissioni vengo-
no sottoposti ad uno stress molto elevato, rendendo
molto impegnativo il rispetto dei limiti degli inquinanti
al camino.
Strategie di intervento per ridurre le emissioniIn genere i piccoli impianti di cogenerazione sono equi-
paggiati all'origine con catalizzatori di tipo ossidativo, in
grado di assicurare l'abbattimento del CO (tali catalizza-
tori sono particolarmente efficienti nei Diesel poiché la
combustione avviene in eccesso di ossigeno): per ridur-
re invece gli NOx si impiegano per lo più soluzioni di
tipo SCR (addizione di ammoniaca o di suoi precursori,
come l'urea, nei gas di scarico, a monte di un convertito-
re catalitico). Per quanto riguarda il particolato, si ricorre
innanzi tutto ad una accurata messa a punto dei motori;
può essere conveniente anche riconsiderare il tipo di
combustibile impiegato orientandosi verso soluzioni più
"pulite" (come abbiamo visto, attualmente questa non è
più un’opzione disponibile). Nel caso in cui tali rimedi
non siano praticabili, o sufficienti, per ridurre il partico-
6. i reAttori scr-denox per l’impiego
su combustione di
oli VegetAli grezzi
deVono essere dotA-ti di Ampi portelli
d’Accesso per fAcili-tAre le operAzioni di
mAnutenzione Al
cAtAlizzAtore.
7. skid per il dosAg-gio dellA soluzione
AmmoniAcAle A serVi-zio di un reAttore
scr-denox.
2. Visione esternA di unA moder-nA centrAle di cogenerAzione
bAsAtA su motori diesel Alimen-tAti Ad olio VegetAle. A destrA
sono Visibili le estremità dei
reAttori scr-denox, seguiti
dAlle cAldAie per il recupero
termico, dAi silenziAtori e dAi
cAmini di espulsione in Atmosfe-rA.
3. serbAtoi di stoccAggio del-l’olio VegetAle necessAri Ad Ali-mentAre unA centrAle di potenzA
eleVAtA (5 motogenerAtori dA 17mWe).).
24 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
lato si dovrà ricorrere all'impiego di particolari tecniche
basate sulla combustione delle particelle, le quali, una
volta trattenute su un substrato ceramico o metallico, in
forma spugnosa oppure strutturata in cellette, potranno
essere ossidate termicamente in modi diversi (riscalda-
mento periodico con resistenze elettriche, o con l'addi-
zione di alcool ecc.). L’utilizzo di questi rimedi non è
privo di inconvenienti, e non consente, ad ogni modo, di
risolvere totalmente il problema del particolato.
Un metodo che permette di ridurre fortemente il CO e,
in una certa misura, anche gli NOx ed il particolato, pre-
vede l’utilizzo di due convertitori catalitici ossidanti in
serie tra loro, intervallati da una breve distanza. Per otte-
nere contemporaneamente anche un notevole abbatti-
mento degli NOx, tra i due deve essere inserito un reat-
tore di tipo SCR. Il primo convertitore serve ad ossidare
le molecole di NO a NO2, una specie chimica caratteriz-
zata da una notevole reattività. Contemporaneamente si
ottiene l’ossidazione del CO. Nel secondo convertitore,
grazie all’azione del biossido di azoto, si ottiene una ossi-
dazione parziale del particolato (in pratica, sfruttando la
temperatura caratteristica dei gas di scarico, è possibile
“bruciare” le particelle ad una temperatura notevolmen-
te inferiore a quella necessaria in assenza di NO2).
Per mantenere i convertitori catalitici in buona efficien-
za per lunghi periodi di tempo, è essenziale impiegare
dei carburanti privi di contaminanti come i composti
dello zolfo e del fosforo, che possono inibire permanen-
temente la funzionalità dei catalizzatori (avvelenamen-
to). Nelle condizioni attuali, come abbiamo visto, è
necessario convivere con quantità relativamente elevate
di questi contaminanti; ciò significa dovere ovviare
all’inconveniente con varie misure, a partire dal dimen-
sionamento iniziale del catalizzatore, che deve essere
molto più “abbondante”, per finire con un protocollo di
manutenzione con intervalli molto più ravvicinati di
pulizia delle superfici catalitiche dalle polveri, che gio-
cano un ruolo molto importante nel favorire il processo
di avvelenamento. Il processo di riduzione catalitica
selettiva (SCR) è sicuramente il più efficace per la rimo-
zione degli ossidi di azoto.
I reattori SCR prevedono l'impiego di un catalizzatore a
base di pentossido di vanadio e la diffusione di ammo-
niaca come reagente nel flusso da trattare. Questo pro-
cesso rappresenta la soluzione ottimale ai problemi di
emissioni contenenti NOx, determinando inoltre il
4. superficie frontAle del cAtAliz-zAtore scr ricoperto dA polVeri di
combustione. questi depositi com-promettono le prestAzioni del
reAttore e deVono essere periodi-cAmente rimosse per gArAntire un
AbbAttimento efficAce degli nox.
5. i cAtAlizzAtori ossidAnti per l’Ab-bAttimento del co sono spesso
cArAtterizzAti dA pAssAggi per i gAs
di piccolA sezione, che tendono Ad
ostruirsi in presenzA di eleVAte
quAntità di polVeri.
25Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
minore impatto ambientale tra le tecnologie attualmen-
te disponibili. La riduzione catalitica selettiva infatti, a
differenza di altri processi, non dà luogo a nessun tipo di
effluente liquido e non immette in atmosfera sostanze
diverse da quelle normalmente presenti.
Il processo SCRIl processo di riduzione catalitica selettiva degli ossidi di
azoto, meglio conosciuto come SCR o SCR-DeNOx,
consente di eliminare in modo quantitativo NO ed NO2
dalle emissioni gassose trasformandoli in composti iner-
ti nei confronti dell'ambiente, quali azoto e vapore
acqueo. Trattandosi di un processo che opera a tempera-
ture superiori ai 200 °C è particolarmente indicato per
l'eliminazione degli NOx termici.
Il processo SCR si basa su una serie di reazioni chimiche
che porta all'eliminazione degli ossidi di azoto per rea-
zione con l'ammoniaca (aggiunta al processo) e l'ossige-
no contenuto nella corrente di gas da depurare.
L'ammoniaca può essere dosata direttamente in soluzio-
ne acquosa o sotto forma una soluzione di urea, che libe-
ra ammoniaca per scissione termica e per idrolisi catali-
tica. Le reazioni implicate sono tutte fortemente esoter-
miche; si valuta che mediamente una corrente gassosa
contenente 1000 ppm di NOx incrementi la sua tempe-
ratura di circa 10 ÷- 11 °C durante il processo di riduzio-
ne. Il campo di temperatura ottimale per il processo
SCR è compreso tra i 180 - 200° ed i 380°°C.
A temperature inferiori ai 180 °C la conversione non è
completa e quindi non è possibile garantire le rese di
abbattimento generalmente richieste mentre a tempera-
ture superiori ai 350 °C iniziano a verificarsi reazioni
indesiderate, tanto che a 400°°C circa il 5 -÷10% di
ammoniaca viene perso principalmente in queste rea-
zioni. Dovendo operare su gas provenienti dalla combu-
stione di oli vegetali ad alto livello di contaminanti,
diventa necessario ricorrere direttamente all’iniezione
di soluzione ammoniacale, rinunciando all’impiego del-
l’urea, anche se ciò comporta l’adozione di impianti con
un più elevato standard di sicurezza: infatti, in presenza
di un catalizzatore parzialmente avvelenato, l’urea non è
in grado di completare correttamente la fase di idrolisi
catalitica ad ammoniaca, con la possibile formazione di
prodotti secondari che possono ulteriormente degradare
la resa del reattore e provocare la formazione di deposi-
ti. Anche il ruolo del particolato deve essere attenta-
mente preso in considerazione, perché la presenza di
notevoli quantità di fosforo nel combustibile peggiora la
qualità della combustione e determina un aumento sen-
sibile nell’emissione di particelle, che possono rapida-
mente ricoprire la superficie dei catalizzatori causando
vari inconvenienti, tra cui l’innalzamento delle perdite
di carico ed il mascheramento dei siti attivi catalitici che
non possono più essere raggiunti dai gas di reazione.
Inoltre la presenza dello strato di polveri facilita la
migrazione dei contaminanti nel supporto ceramico dei
catalizzatori, aggravando lo stato di avvelenamento.
Per questo motivo, negli impianti attuali, diventa essen-
ziale l’adozione di un protocollo di manutenzione che
preveda un’accurata pulizia periodica delle superfici
catalitiche, con intervalli che, in alcuni impianti, non
possono andare oltre alcune centinaia di ore di funziona-
mento. W
8. rAffineriA di oli VegetAli. per le centrAli di potenzA più eleVA-tA, può essere conVeniente disporre di unA rAffineriA per rigene-rAzione degli oli scAdenti o di recupero, piuttosto che doVere
dipendere dA un mercAto condizionAto dA fAttori speculAtiVi.
9. centrAle cogenerAzione (mAcco energy).
26 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
Luce su una nuova teIlluminazione L
In virtù degli enormi progres i Led rappresentano il futuro
penetrando con forza crescente n
l termine Led è l’acronimo di Light EmittingDiode (diodo ad emissione luminosa). Il diodoLed è un componente optoelettronico, della fami-
glia dei semiconduttori, in grado di emettere luce quan-do è attraversato da una corrente elettrica.Un Led è fondamentalmente diverso dalle sorgenti tra-dizionali quali le lampade ad incandescenza o a scaricadi gas, non utilizzando gas o filamenti metallici, né bulbifragili di vetro o componenti meccaniche di facile rottu-ra. Il cuore del sistema è una piastrina (il diodo o chip)formata dall’unione di due sottili strati di semicondutto-ri, uno con un eccesso di cariche negative o strato n-type, l’altro con abbondanza di cariche positive (chiama-te lacune) o strato p-type.All’atto della formazione della giunzione tra il semicon-duttore di tipo p con il semiconduttore di tipo n, si veri-fica uno spostamento di cariche che determina la forma-zione di una zona neutra (zona di deplezione o svuota-mento) a cavallo della giunzione stessa.Quando la corrente scorre nel diodo, gli elettroni vengo-no forzati ad attraversare la zona di svuotamento ed aricongiungersi con le cariche positive, decadendo ad unlivello energetico inferiore e rilasciando la differenza dienergia sotto forma di fotoni o luce.Per funzionare correttamente il diodo luminoso deveessere alimentato in bassissima tensione, con correntecontinua costante e mantenendo nella zona di giunzionela minore temperatura possibile. Un eventuale surriscal-damento, dovuto all’accumulo di calore, altera l’emissio-ne di luce oltre a ridurre la durata di vita del Led. I Ledsono sorgenti di luce monocromatica coerente; sostanzediverse negli elementi che costituiscono il diodo, produ-cono luce con lunghezza d’onda diverse e quindi concolori diversi. Ottenere luce bianca è sempre stato unodegli obiettivi centrali della ricerca tecnologica sui Led,in quanto è in base a questa prestazione ed alla relativaefficienza che è possibile instaurare un effettivo parago-ne con le sorgenti tradizionali. Ottenere una radiazionespettralmente bianca a partire da dispositivi intrinseca-mente monocromatici come i Led, è possibile con duedistinte metodologie:
* Metodo RGB o della tricromiaE’ la tecnica più semplice e consiste nel miscelare diret-tamente l’emissione di tre Led monocromatici, rosso,verde, blu, per costituire una reazione di sintesi additi-va, che l’occhio umano percepisce come luce bianca.I tre Led sono incapsulati sullo stesso supporto e, qualo-ra richiesto, consentono la gestione separata dei tre cir-cuiti per compore l’intera gamma dei colori visibili.
* Principio della conversioneImpiega un Led a luce blu (emissione primaria), la cuiradiazione stimola una specifica polvere fluorescentedepositata su una superficie interna del componente,che risponde con una emissione secondaria gialla.Dalla miscelazione dell’emissione primaria con quellasecondaria, è possibile ottenere una radiazione spettral-mente uniforme, percepita dal senso visivo come lucebianca. Variando la concentrazione della polvere fluore-
27Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
Luce su una nuova tecnologiaIlluminazione LED
In virtù degli enormi progressi realizzati negli ultimi anni, i Led rappresentano il futuro prossimo dell’illuminazione,
penetrando con forza crescente nel mercato dei corpi illuminanti.
Giacomino Redondi
I
scente, è possibile ottenere tonalità variabili dal biancofreddo a quello tipico delle lampade ad incandescenza.
Tipologie di Led Diversi sono i Led attualmente disponibili sul mercato,ma si possono facilmente classificare in tre tipologie:
* LED Tht (Through Hole Technology)E’ un dispositivo caratterizzato da una piccola capsulatonda in materiale plastico di diametro 3 – 5 mm, cheingloba il chip. Come richiama l’acronimo Tht o tecno-logia da foro, questa microstruttura è concepita per esse-re collocata all’interno di un foro, realizzando in talmodo la classica spia luminosa. Il chip si trova nella zonacentrale e, intorno ad esso, si trova un minuscolo ele-mento riflettente costituito da un corpo cavo, che riflet-te le radiazioni emesse dal chip verso le pareti internedella capsula, la quale quindi lavora come una lente. Ilsolido fotometrico che ne deriva ha una forma chedipende dalla configurazione della lente plastica, dalriflettore, dal chip e dai loro rapporti spaziali.
*LED Smt (Surface Mounted Technology) Si contraddistingue dal precedente per la forma piatta:
28 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
la parte inferiore può essere appoggiata su una base,mentre i collegamenti elettrici sono laterali.In questo modo è possibile utilizzare circuiti stampati subase isolante di ridotto spessore ed effettuare le micro-saldature con macchinari automatizzati, rendendo l’as-semblaggio più veloce e meno costoso.Prevalentemente impiegati in circuiti in miniatura,come ad esempio quelli dei telefoni cellulari, costitui-scono una categoria importante perché hanno una eleva-ta efficienza luminosa, che li rende utilizzabili anchenella realizzazione di apparecchi per illuminazionegenerale.
* Power Led o HP (High Power)Essendo in grado di convertire in luce e calore l’energiaelettrica con potenza superiore a 1 kW, questi diodicostituiscono sicuramente la tipologia di illuminazioneallo stato solido maggiormente rivolta all’illuminazionedi ambienti interni ed esterni, ovvero per distribuireefficacemente la luce nello spazio costruito a specificilivelli di illuminamento. La tecnologia su cui si basanosi è evoluta in maniera rapidissima, portando alla possi-bilità di inserire i bulbi contenenti i Led direttamente incircuiti a corrente alternata, anzichè utilizzare il conver-
1 2
4 5
29Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
1. schEma dEL principio di funzionamEnto di
un diodo ad EmissionE Luminosa
2. schEma appLicativo di un packagE LEd
3. confronto tra L’EfficiEnza Luminosa dELLa
tEcnoLogia LEd ad aLta potEnza Ed i sistEmi di
iLLuminazionE tradizionaLi. iL continuo migLio-
ramEnto dELL’EfficiEnza dEi LEd ad aLta potEn-
za, indica chE quEsta tEcnoLogia non ha anco-
ra raggiunto iL suo apicE.
4. EsEmpio di LEd tipo smt, di forma piatta E con coLLEgamEnti
ELEttrici LatEraLi.
5. dispositivo powEr LEd dEdicato aLL’iLLuminazionE di ambiEnti
intErni Ed EstErni.
6 tipico LEd tipo tht, concEpito pEr rEaLizzarE LE cLassichE
spiE LuminosE.
ter per passare alla corrente continua, causa inevitabili diperdite di trasformazione. L’efficienza luminosa dipen-de dal tipo di alimentazione e dalla temperatura di colo-re della luce prodotta: in linea generale si constata che iLed a corrente continua sono più efficienti di quelli acorrente alternata, quelli a temperature di colore piùbasse sono meno efficienti di quelli a temperature dicolore superiori. In ogni caso nel mercato Led HP son presenti corpi illu-minanti a Led con efficienza luminosa prossima a 150lm/W. Per incrementare il flusso luminoso complessivo,sia i Led Smt che i Power Led sono proposti in aggrega-zione su circuiti stampati o piastre di collegamento divarie forme e dimensioni: i cosiddetti moduli per ali-mentazione in serie o in parallelo.
Efficienza luminosaL’economicità di una lampada è legata all’efficienzaluminosa, alla quale si devono affiancare anche altri fat-tori che contribuiscono alla sua definizione come i costidella manutenzione, quelli per lo smaltimento e natural-mente il costo di primo acquisto e quello per l’eventua-le sostituzione. L’efficienza luminosa resta comunque ilparametro più significativo relativamente al risparmioenergetico. È espressa dal rapporto tra la quantità di
radiazione luminosa del campo visibile (ovvero con lun-ghezza d’onda compresa tra 380 e 780 nm) resa disponi-bile, e la potenza elettrica globalmente assorbita perottenere tale fascio luminoso. Ha la caratteristica di un rendimento in quanto confron-ta l’effetto utile ottenuto con la potenza impegnata perrealizzarlo, ma non è adimensionale risultando espressoin lumen/Watt (lm/W).I principali fenomeni dispersivi che influenzano questo“rendimento luminoso”, sono il calore e le radiazioniagli estremi del visibile, ovvero i raggi ultravioletti edinfrarossi. Tutte le lampade tradizionali, e in particolarequelle a filamento (ad incandescenza ed a ciclo di aloge-ni) generano calore sotto forma di radiazioni infrarosse.Anche il Led produce calore, ma si tratta di energia ter-mica dispersiva che dal chip si trasmette per conduzio-ne alla base del Led. Questo riscaldamento non riguarda quindi gli oggettiilluminati, in quanto questi ultimi aumentano la propriatemperatura solo se investiti da radiazioni infrarosse. Pertali ragioni la luce Led viene definita “luce fredda” per-ché, essendo contenuta nel campo di lunghezza d’ondadel visibile, è praticamente priva delle componentiinfrarosse ed ultraviolette. Il bilancio energetico com-plessivo di una lampada Led attribuisce circa il 15%
3
6
30 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
all’effetto luminoso, mentre il calore incide per il restan-te 85%.
Vantaggi e limiti della tecnologia Led La ricerca sui Led è in forte sviluppo, in quanto questisistemi presentano molti vantaggi rispetto alle tradizio-nali sorgenti per illuminazione. Sono tuttavia ancorapresenti diversi limiti, attualmente oggetto di studio,che ne impediscono al momento l’impiego su larga scala.I punti di forza possono essere così sintetizzati:
Risparmio energetico – A parità di potenza assorbita, ilLed produce un flusso luminoso con valori ormai prossi-mi a circa dieci volte quello delle lampade ad incande-scenza e doppi rispetto alle lampade fluorescenti com-patte.
Nessuna emissione di raggi infrarossi ed ultravioletti –L’elevata efficienza è determinata dal fatto che i Ledemettono solo luce visibile. Generano anche molto calore, ma non sotto forma diradiazioni infrarosse. Inoltre non emettono ultravioletti,radiazioni potenzialmente dannose per l’uomo e per glioggetti illuminati (ad esempio nel caso delle opere d’ar-te).
Bassa potenza richiesta – Al contrario delle lampade tra-dizionali, i Led hanno bisogno di correnti talmenteridotte, che è possibile autoalimentarli con energie rin-novabili (energia fotovoltaica, eolica). Questo concetto,già applicato nella segnaletica stradale ed ai lampioniper illuminazione urbana, risulta particolarmente conve-niente dal punto di vista dei costi di gestione.
Maggiore durata – Una lampada Led correttamente uti-lizzata può raggiungere una vita utile di 50.000 ore, con-tro le 1.000 ore delle lampade ad incandescenza, le 8.000– 10.000 ore delle lampade fluorescenti compatte e le
30.000 ore del tubo fluorescente. Normalmente i Lednon si “fulminano”, ma riducono progressivamente laquantità di luce emessa: la loro vita utile termina con-venzionalmente quando la luminosità scende al di sottodel 70% del flusso luminoso iniziale.
Funzionamento alle basse temperature – Il flusso lumi-noso prodotto dalle lampade fluorescenti compattediminuisce alle basse temperature; i Led, al contrario,funzionano meglio al freddo.
Resistenza ad urti e vibrazioni – A differenza di tutte lesorgenti luminose tradizionali, i Led non hanno parti invetro nè sottili e fragili filamenti.
Piccole dimensioni – Le sorgenti luminose Led sonomolto più piccole rispetto alle lampade tradizionali; ciòconsente di ridurre gli ingombri dei corpi illuminanti edi aumentarne la flessibilità di impiego.
Cicli accensione/spegnimento – I Led sopportano fre-quenti cicli di accensione e spegnimento, senza compor-tare alcuna riduzione della propria vita utile e senzaalcun ritardo all’accensione.
Regolazione intensità luminosa – I Led bianchi si pre-stano facilmente all’impiego di dimmer. La riduzionedell’intensità luminosa, inoltre, non provoca alcunavariazione della tonalità del bianco.
Emissione spettrale – L’emissione spetttrale monocro-matica propria dei diodi, consente l’eliminazione dei fil-tri colorati che si applicano alle lampade tradizionali perprodurre luce colorata, e che ne riducono l’efficienza.Inoltre la miscelazione di più Led monocromatici per-mette una progettazione molto accurata dello spettro diemissione globale, adattandolo a specifiche e particolariesigenze.
31Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
Sebbene sia lecito prevedere che molti dei seguenti pro-blemi saranno risolti, tra gli attuali punti di debolezzadei Led si può evidenziare:
Prezzo elevato – A parità di flusso luminoso, il costoattuale dei Led è ancora elevato rispetto a quello dellesorgenti tradizionali. In via indicativa, il maggiore onereindotto da un sistema di illuminazione Led nei riguardidi un equivalente con fluorescenti compatte, si aggiramediamente intorno al 40 – 60%.
Sensibilità alla temperatura di funzionamento –L’effettiva durata di un Led è strettamente correlata allatemperatura che la giunzione raggiunge durante il fun-zionamento. L’aumento di questo valore comporta unaprecoce riduzione sia del flusso luminoso prodotto chedella vita utile del dispositivo. Come molti altri semi-
conduttori, i Led devono essere dotati di dissipatori ter-mici, in grado di portare il calore fuori dal diodo.
Incompatibilità con alimentazione di rete – La maggiorparte dei Led funziona in corrente continua ed a tensio-ne nettamente inferiore a quella di rete a corrente alter-nata; questa differenza comporta la presenza di trasfor-matori e/o resistenze, che fanno diminuire l’efficienzacomplessiva del sistema.
Disomogeneità alla nascita – Nella produzione dei pro-dotti con semiconduttori, si riscontra una variabilitàdelle performance fino al 30% attorno ai valori medi for-niti dalle schede tecniche dei prodotti. Ciò rende indispensabile una classificazione post-produzione, sup-portata da specifiche normative. W
Alcuine esempi dell’utilizzo dei
led, Acronimo di light emitting
diode, ormAi sempre più fortemente
diffuso in molti cAmpi ApplicAtivi.
32 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
Rinnovabili, efficienza e Concetti slega
La Direttiva 28/2009/CE per l’incentivazione all’uso
vabili, più nota con l’acronimo RES, e il successivo
della direttiva attraverso il D.lgs. 28/2011, nel prossim
no indubbi vantaggi rispetto alla necessaria drastica r
di combustibili fossili.
l vantaggio che ci si attende dall’applicazione della
RES, può avere sensibili e positive ripercussioni, sul-
l’economia, sulla salvaguardia ambientale e sulla pia-
nificazione energetica del sistema paese.
Mediante lo sfruttamento delle rinnovabili, applicate
attraverso sistemi tecnologici efficienti, ci si attende
infatti una riduzione dei consumi energetici delle appli-
cazioni industriali, residenziali e del terziario, con conse-
guente riduzione delle voci di costo legate all’approvvi-
gionamento dei vettori energetici. Questa riduzione
attesa sugli importi delle bollette energetiche degli
utenti finali, dovrebbe quindi aumentare il margine eco-
nomico sui fatturati delle aziende, e migliorare la capa-
cità al risparmio delle famiglie, fungendo quindi da ulte-
riore motore per l’economia occidentale. Ma trattando il
tema dell’economia, il ricorso alle rinnovabili, se ben
incentivato e applicato, favorirà il volume d’affari di
quelle aziende del settore ancora in grado di fare ricerca
e di sviluppare nuovi prodotti energeticamente virtuosi.
Entrambi questi temi consentono di pianificare un recu-
pero di competitività del nostro sistema economico inte-
so in senso generale. Poi, è necessario pensare al nostro
futuro e al futuro delle generazioni che verranno, evitan-
do però la fin troppo facile retorica, gli inutili allarmismi,
e l’eccessiva sopravvalutazione degli effetti producibili
con il ricorso alle rinnovabili. In questo discorso va detto
per chiarezza e una volta per tutte che, a meno di sco-
perte stravolgenti che allo stato attuale sono impensabi-
li, non si può credere in astratto ad una perfetta autosuf-
ficienza energetica attraverso le energie pulite e rinno-
vabili. E’ possibile invece credere fermamente nella
possibilità di perseguire con decisione l’obiettivo di una
netta riduzione dei consumi di combustibili fossili per
tutti gli utilizzi umani, siano questi la produzione indu-
striale, i trasporti e tutti gli utilizzi tecnologici o di cli-
matizzazione. Riduzione ottenibile forse solo con le
energie rinnovabili? Andrebbe affrontata questa doman-
da, visto che attualmente vengono incentivati solo
determinati utilizzi virtuosi dell’energia e che nel
discorso delle rinnovabili, sembra non trovar posto il ter-
mine efficienza e ricupero energetico. A fronte di questi
discorsi, forse già fatti e sentiti più volte, occorre que-
st’oggi che ci si ponga alcune cruciali domande: 1) è suf-
ficiente l’approccio al problema attraverso le sole ener-
gie rinnovabili, o forse è bene incentivare e dare pari
dignità giuridica anche all’efficienza e al ricupero ener-
getico? 2) è necessario ripensare agli ruoli dei diversi
attori nell’ambito della produzione e dell’utilizzo del-
l’energia? 3) la formazione è ancora un tema da approc-
ciare a livello volontaristico e facoltativo? In questo arti-
colo si proverà a fornire alcune possibili risposte alle
domande poste, attraverso una riflessione puramente
personale sui tre temi indicati nei quesiti. Risposte che
si inquadrano in un idea di politica energetica nazionale
e comunitaria che andrebbe catalizzata in decisioni orga-
niche da prendersi in tempi ormai necessariamente rapi-
di e inderogabili.
Il tema delle strategie energeticheViste le attuali riserve di idrocarburi, una loro decisa
33Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
Rinnovabili, efficienza e formazione:Concetti slegati?
La Direttiva 28/2009/CE per l’incentivazione all’uso delle energie rinno-
vabili, più nota con l’acronimo RES, e il successivo recepimento italiano
della direttiva attraverso il D.lgs. 28/2011, nel prossimo futuro apporteran-
no indubbi vantaggi rispetto alla necessaria drastica riduzione dei consumi
di combustibili fossili.
Massimo Ghisleni
I
riduzione nei consumi potrà dare il tempo alla messa a
punto di sistemi energetici sempre meno energivori e di
metodologie maggiormente pulite per l’approvvigiona-
mento energetico tanto necessario all’uomo. Una buona
politica energetica, in grado di sfruttare al meglio le
infrastrutture esistenti e, che punti in primis ad un calo
dei consumi attraverso la riduzione dei fabbisogni ener-
getici delle utenze, deve anche indurre una maggiore
efficienza nel trasformare, distribuire e utilizzare l’ener-
gia, per consentire un minore impoverimento delle
scorte energetiche fossili. L’utilizzo delle infrastrutture
esistenti è un nodo strategico importante, in virtù della
necessità di dover prevedere il finanziamento per opera-
zioni di adeguamento delle reti di produzione e distribu-
zione energetica (ad esempio elettrica) a volte insosteni-
bili dalle economie occidentali rispetto all’utilizzo di reti
di distribuzione esistenti (metanodotti ad esempio) già
adeguati ai futuri bisogni. Una seria politica energetica
deve porsi anche questa problematica tra le varie da
affrontare, tutto ciò anche per comprendere come incen-
tivare le diverse tecnologie legate a diverse reti di distri-
buzione dei vettori energetici.
Poi è necessario sicuramente pensare con eguale inten-
sità di sforzi intellettuali ai temi già ampiamente discus-
34 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
si in passato. Ad esempio è necessario verificare le poli-
tiche e le strategie di approvvigionamento delle fonti
energetiche fossili, specialmente in quei paesi come il
nostro in cui le risorse naturali ci sono ma non sono suf-
ficienti a coprire l’intero fabbisogno, o non sono suffi-
cientemente sfruttate a dovere. Tema questo che porta
ad affrontare vecchi discorsi circa lo sfruttamento di gia-
cimenti esistenti ma non sfruttati per resistenze di vario
genere e alla costruzione di infrastrutture come i rigasi-
ficatori, tanto osteggiati quanto utili ad alleggerire la
dipendenza dai pochi attuali interlocutori per l’importa-
zione degli idrocarburi.
Una seria politica energetica dovrebbe essere dichiarata
con chiarezza e poi perseguita con decisione e senza
deviazioni insensate. Applicando il termine di insensate
a quelle decisioni di cambiamento rispetto alle “rotte
prestabilite” non determinate dalla logica e dal pragma-
tismo. Deviazioni insensate dettate dalle sensazioni e
dalla disinformazione, il nostro paese ne ha subite fin
troppe e sommessamente credo sia tempo di abbando-
nare simili pericolose abitudini. Una politica energetica
poi, non può essere solo dichiarata con chiarezza: deve
anche essere comunicata con efficacia e semplicità, evi-
tando le trappole disinformative ed orientando anche i
1 2
4 5
35Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
1. campI dI estrazIone energIa fossIle.
2. acceleratore dI partIcelle del laborato-
rIo cern dI gInevra.
3. nave metanIera ormeggIata alla banchIna dI
un rIgassIfIcatore off-shore In fase dI scarI-
co.
4. ImpIanto dI estrazIone dI gas naturale off-shore
5. tetto fotovoltaIco
6 costruzIone dI pIpe lIne nel deserto arabIco
non addetti ai lavori ad una loro contribuzione al bene
comune. In virtù di quest’idea generale sul tema delle
necessarie strategie energetiche, si proverà ora a dare
risposta alle tre domande introduttive, verificando alla
luce delle recenti direttive e decreti, cosa è necessario
aggiungere o meglio focalizzare per ottenere risultati
concreti nella riduzione dei consumi di combustibili fos-
sili.
Rinnovabili, efficienza e recupero energeticoIl solo ricorso alle energie solari fotovoltaiche e termi-
che, o ai sistemi di generazione elettrica eolici o idrodi-
namici, è stato ritenuto evidentemente poco prometten-
te dalla stessa direttiva RES, in considerazione dell’im-
portanza rivestita dal comparto della climatizzazione
invernale ed estiva degli involucri edilizi. Essendo la cli-
matizzazione degli ambienti la seconda voce per impor-
tanza e quantità dei consumi energetici correlati, dopo il
comparto dei trasporti, ritengo sia parso insufficiente il
ricorso alle rinnovabili tradizionali in virtù degli obietti-
vi ambiziosi che a livello comunitario ci si è posti. Infatti
nella direttiva 28/2009/CE (RES) compare per la prima
volta in giurisprudenza la definizione di energia rinnova-
bile termica anche per l’aria esterna, per il terreno e per
tutti gli acquiferi superficiali o sotterranei, quando que-
ste sorgenti sono sfruttate da pompe di calore. Certo si
tratta di “strane” forme di energia rinnovabile, in quan-
to per estrarle dalle sorgenti e per trasferirle ai sottosi-
stemi di distribuzione e cessione dell’energia, occorre
una grande quantità di energia primaria sicuramente
superiore a quella necessaria ai sistemi di captazione
solare. Ma era ovvio che tale definizione dovesse essere
introdotta. Ovvio perché la quantità di energia rinnova-
bile prelevabile dalle pompe di calore è nettamente
superiore e maggiormente disponibile (in proporzione
alle dimensioni sia geometriche che economiche degli
impianti) rispetto ai sistemi di captazione solare, anche
se per ottenerle è necessario spendere energia primaria.
Chiaramente, per una tecnologia così promettente nel
mercato delle rinnovabili ma legata comunque sempre
ai combustibili fossili per il suo funzionamento (si ricor-
da qui che circa l’80% dell’energia elettrica è comunque
prodotta con centrali termoelettriche), è necessario
introdurre il concetto di efficienza delle apparecchiatu-
re rispetto al consumo di energia primaria, nella valuta-
zione degli effetti positivi ottenibili. L’obiettivo vero
imposto dalla direttiva RES è la netta riduzione dei con-
sumi di energia primaria, massimizzando l’impiego di
energia rinnovabile: ciò comporta una inevitabile conca-
tenazione tra le due entità energetiche. Si dovrebbe
3
6
36 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
quindi riconoscere e incentivare solo i sistemi in grado
di offrire buone quantità d’energia rinnovabile con
altrettanto buoni valori di efficienza riferiti ai consumi di
energia primaria. Come si potrà verificare nel testo dei
documenti legislativi, la direttiva RES e il decreto
28/2011 questo ragionamento lo affrontano solo parzial-
mente. Andrebbero poi riconosciuti e incentivati anche
i ricuperi energetici, anche se non legati allo sfruttamen-
to di energie rinnovabili, ma altrettanto efficaci nel
ridurre i fabbisogni energetici delle utenze. Non è pos-
sibile ad esempio non tener conto nelle incentivazioni o
nei risultati conseguiti ai fini del rispetto degli impegni
comunitari, gli apporti gratuiti negli impianti di ventila-
zione ottenuti attraverso i recuperatori di calore a flusso
incrociato canalizzati o tramite recuperatori realizzati
con condotti interrati. Identico discorso vale per il recu-
pero dei cascami di calore di produzione per effettuare il
riscaldamento ambiente o per la refrigerazione attraver-
so un refrigeratore ad assorbimento. Anche sull’argo-
mento ricuperi energetici la legislazione attuale è forte-
mente deficitaria, nonostante lo sfruttamento di questo
misconosciuto (legislativamente parlando) strumento
consenta ampi margini di risparmio di energia primaria.
Basterebbe riconsiderare la formula proposta dalla diret-
tiva RES, introducendo al posto del Seasonal
Performance Factor (SPF), il termine di Rapporto di
Energia Primaria (REP) dei sistemi, inteso come il rap-
porto tra il fabbisogno energetico coperto dal sistema di
generazione ed energia primaria complessiva (sia mac-
chine previste che ausiliari di impianto) consumata dal
sistema stesso. Riscrivendo la formula presente nella
Direttiva 28/2009/CE e nel decreto 28/2011 nel modo
indicato dalla seguente relazione, si ottiene un equazio-
ne generale che consente di verificare gli effetti e calco-
lare incentivi per tutti i sistemi di generazione virtuosi,
nei quali siano integrate energie rinnovabili di differen-
5 6
4. centrale tecnologIca per la generazIone dI energIa termIca e frIgo-
rIfera medIante pompe dI calore ad assorbImento geotermIche alImen-
tate a gas naturale.
4. centrale tecnologIca per la cogenerazIone dI energIa termIca ed
energIa elettrIca medIante celle a combustIbIle alImentate a gas natu-
rale.
37Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
te genere e natura, oltre che tutti i ricuperi energetici
ottenuti.
La formazione e l’informazioneAltro argomento cruciale è il doppio tema della forma-
zione e informazione. La formazione è necessaria agli
operatori del settore, siano essi progettisti, installatori o
verificatori/certificatori. L’informazione è necessaria al
vasto pubblico dei non addetti ai lavori, che all’occorren-
za deve orientarsi razionalmente verso la tecnologia più
utile rispetto ai propri bisogni.
Di formazione si parla spesso in vari ambiti ed è ormai
consolidata l’idea che attraverso di essa si può veicolare
lo sviluppo di un paese. Tutto ciò quando la si considera
in ambito scolastico e universitario, come anche quando
viene intesa in qualità di formazione professionale rivol-
ta a chi è già ben inserito nel mondo del lavoro. Di for-
mazione nel settore termotecnico se ne sentiva l’esigen-
za ancor prima che entrassero le tecnologie innovative
nel vasto orizzonte degli impianti tecnologici, ed infatti
numerose sono le occasioni formative che da tempo si
sono strutturate per il nostro settore. Ora che è suonata
l’ora delle energie rinnovabili e delle tecnologie innova-
tive, è ancora più urgente che i vari assetti professionali
del settore termotecnico accedano a piani formativi spe-
cifici. Aggiornamento continuo e formazione per la pro-
gettazione sono essenziali per un utilizzo sicuro ed effi-
cace delle pompe di calore, dei sistemi di captazione
dell’energia solare o delle altre fonti rinnovabili.
Improvvisare un progetto in ambiti tecnologici comples-
si in molte situazioni porta alla realizzazione di impianti
che non ottengono le prestazioni energetiche ipotizzate
e per le quali il cliente finale ha scelto l’adozione di tec-
nologie più costose. In alcuni ambiti addirittura, una
progettazione poco consapevole porta a realizzazioni che
producono più problemi che vantaggi all’utilizzatore
finale della tecnologia.
Aggiornamento continuo e formazione sono anche
necessari per chi installa. Infatti anche a fronte di un
ottimo progetto rimane fondamentale la competenza e
la maestria di chi realizza impianti complessi caratteriz-
zati da tecnologie avanzate. In questi casi l’installatore
deve sapere ben interpretare la filosofia di impianto che
il progettista ha voluto impostare, e per tutto questo
occorre competenza oltre che esperienza.
Ma di formazione o meglio di informazione si dovrà ini-
ziare a parlare anche per gli utenti degli impianti, visto e
considerato che le prestazioni previste a progetto sono
raggiungibili esclusivamente se l’impianto è utilizzato
con la modalità, la frequenza e i valori di set-point stabi-
liti in fase di progettazione. La formazione di tutti e tre
i soggetti attivi nella realizzazione di impianti tecnologi-
ci è fondamentale, specie se delinea e facilita una siner-
gia tra i tre attori finalizzata all’ottenimento di edifici a
consumo quasi zero, come vorrebbe la direttiva EPDB
2. Per progettisti e installatori, sistemi formativi sono già
attivati da tempo, anche se non sempre è facile orientar-
si e discernere tra innumerevoli proposte formative.
Inoltre, per progettisti ed installatori, non sempre è sem-
plice o possibile ricavare tempo e risorse per partecipare
ai corsi, mancando in effetti metodologie di accesso
incentivato e facilitato per chi fosse interessato. Per gli
utenti finali, ovviamente non vi è nulla di strutturato o
strutturabile. Per i non addetti ai lavori resta l’utilizzo
dei mezzi di comunicazione di massa attraverso i quali è
possibile raccogliere informazioni per una scelta raziona-
le, sempre ammesso che si possa essere aiutati nell’ope-
ra di discernimento tra le infinite informazioni reperibi-
li con i moderni strumenti. L’informazione poi, andreb-
be guidata meglio da parte dei differenti mass media, in
quanto troppo spesso si cade nei pregiudizi, nei luoghi
comuni e nelle frasi fatte di grande effetto ma di altret-
tanta inutilità. La formazione specifica sull’uso del
impianto, andrebbe infine svolta dal consulente contat-
tato per la progettazione e dall’installatore che ha realiz-
zato l’impianto, essendo essi responsabili dell’impianto
fino alla sua consegna all’utenza. L’installatore e il pro-
gettista non possono e non devono dimenticarsi di que-
sta fase cruciale del proprio lavoro altamente qualificato.
ConclusioniI tre temi citati sono cruciali per il raggiungimento degli
obbiettivi di riduzione dei consumi di energia primaria,
di riduzione delle emissioni inquinanti e quindi di salva-
guardia ambientale. Nessuno dei tre, perseguito da solo
è sufficiente, nessuno dei tre può essere fine a se stesso.
E’ parere di chi scrive che tutti e tre i temi siano stretta-
mente legati ed interconnessi, tali da essere affrontati
all’unisono in modo organico. W
4. campo eolIco per la
produzIone dI energIa
elettrIca
5. fenomeno vulcanIco a
sImbolo delle attIvItà geo-
termIche nel sottosuolo
38 Impianti Clima - Giugno 2012 - N. 6
PRODOTTI & SISTEMI
Le pompe di calore ad assorbimento a metanodella serie GAHP di Robur sono la soluzione idealeper il riscaldamento e il condizionamento di condo-mini, aziende, spazi pubblici e commerciali in modoefficiente e nel rispetto dell'ambiente.
Linea GAHP A Pompa di calore ad assorbimento a condensazionemodulante a metano con utilizzo di energia rinno-vabile aerotermica per riscaldamento. Utilizza il39,4% di energia rinnovabile aerotermica ed è ingrado di superare un’efficienza termica del 165%,garantendo fino al 39,4% di riduzione dei costiannuali per il riscaldamento e delle emissioni diCO2 rispetto alle migliori caldaie a condensazione.Ideale per il riscaldamento di utenze industriali,commerciali e del terziario. Disponibile anche nellaversione reversibile GAHP-AR per riscaldamento econdizionamento, sempre a metano.
Linea GAHP GS Pompa di calore ad assorbimento a condensazionemodulante a metano con utilizzo di energia rinno-vabile geotermica per riscaldamento. Utilizza il40,9% di energia rinnovabile geotermica ed è ingrado di superare un'efficienza termica del 169%,garantendo il 40,9% di riduzione dei costi annualiper il riscaldamento e delle emissioni di CO2 rispet-to alle caldaie a condensazione. Ideale per il riscal-damento di utenze industriali, commerciali, ricetti-ve e del terziario in applicazioni geotermiche.Possibilità di fornire anche il raffrescamento in free-
cooling (unità spenta) o in applicazioni geotermicheper raffrescamento attivo (unità accesa).
Linea GAHP WS Pompa di calore ad assorbimento a condensazionemodulante a metano con utilizzo di energia rinno-vabile idrotermica per produzione di acqua calda efredda. Utilizza il 42,6% di energia rinnovabile idro-termica ed è in grado di superare un’efficienzacomplessiva del 174% (con utilizzo contempora-neo). Non richiede sorgenti esterne, abbattendo icosti di impianto e gestione. Ideale per impianti concontemporaneità di riscaldamento e raffreddamen-to (ospedali, cicli produttivi o sistemi ad anello diliquido) e per impianti di riscaldamento e condizio-namento con sorgente per recupero e smaltimentodi energia termica. www.robur.it
POMPE DI CALORE AD ASSORBIMENTO AMETANO MASSIMA EFFICIENZA
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SiBoost Helix Excel è la nuova unità di alimentazio-ne idrica progettata da Wilo. Il sistema è costituitoda 2 o 4 pompe centrifughe Helix EXCEL a motoreventilato in acciaio inox disposte verticalmente ecollegate tra loro in parallelo; ciascuna pompa èdotata di un convertitore di frequenza integrato raf-freddato ad aria, di un motore EC e del dispositi-vo di controllo Smart Controller SC.Il Motore EC ad alta efficienza, cuore del sistema,consente di raggiungere un grado di efficienzasuperiore ai valori limite IE4 secondo IEC TS60034-31 Ed. 1. Il convertitore di frequenza ha unampio campo di regolazione, dai 25Hz può rag-giungere un massimo di 60Hz, inoltre, l’idraulicadell’intero sistema è soggetta a basse perdite di
UNITA’ DI ALIMENTAZIONE IDRICA
carico. L’elettronica applicata ai motori elettrici cheazionano le pompe è in grado di arrestare il grup-po di pressurizzazione in caso di mancanza diacqua evitando così il “funzionamento a secco”particolarmente dannoso per le parti meccanichedelle pompe ed evitando di utilizzare sistemi ester-ni di protezione contro la “marcia a secco”.Grazie all’utilizzo del dispositivo di controllo SC, ilfunzionamento è davvero semplice e la regolazio-ne viene fatta con la massima precisione. Il displayLC consente una facile navigazione grazie a un
menù pratico che consente una facile impostazionedei parametri con il pulsante rosso.SiBoost Helix Excel è ideale per l’alimentazione e lapressurizzazione idrica automatica in edifici resi-denziali, commerciali e pubblici ma anche in alber-ghi, ospedali, supermercati e nei sistemi industria-li. Progettata per il pompaggio di acqua potabile,acqua di processo, acqua refrigerata, acqua peruso antincendio (diversa dai sistemi antincendiosecondo DIN14462) può essere utilizzata ancheper il pompaggio di altri liquidi simili all’acqua, nonaggressivi chimicamente o meccanicamente neiconfronti dei materiali utilizzati e privi di sostanzeabrasive o fibrose in sospensione.www.wilo.it
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Il nuovo sistema VRF SMMSi di Toshiba consentel'utilizzo di tubazioni più estese ed è in grado di for-nire prestazioni di risparmio energetico superiorialla gamma attuale. Il modulo esterno di puntadella serie SMMSi ha una potenzialità di 16 HP. Latecnologia "tutto Inverter", ulteriormente potenzia-ta, è incorporata nei modelli da 14 HP e 16 HP.Dotati di tre compressori Twin Rotary, ciascuno deiquali è comandato da un controllo inverter che neregola la velocità in modo indipendente rispettoagli altri, con il risultato di erogare in ogni istantesolo la potenza strettamente necessaria e riducen-do significativamente il consumo energetico conelevati rendimenti. Il prodotto punta al migliora-mento dell'efficienza durante le fasi di funziona-mento a carico parziale della macchina che, comenoto, incidono notevolmente sul consumo energeti-co dei sistemi di climatizzazione. Le naturali desti-nazioni d'uso del VRF sono alberghi, uffici ed abita-zioni di lusso che presentano una molteplicità dilocali e una variabilità dei carichi in ciascun locale,nell'arco dell'intera giornata.
Tecnologia “Tutto Inverter” finalizzata alrisparmio energeticoI compressori ad alta efficienza DC Twin Rotary, tec-nologia Toshiba, e gli inverter a controllo vettorialesono stati ulteriormente migliorati. Ora la nuovascheda inverter modula la velocità di rotazione delcompressore con una precisione di 0,1 Hz annul-lando gli sprechi di energia dovuti ad una produzio-ne di energia termica superiore a quella stretta-mente necessaria per soddisfare i carichi termiciinterni dell’edificio. Il modello da 8HP fornisce unrendimento in riscaldamento (COP) di 4,52. Al cari-co parziale del 50%, lo stesso modello raggiungerendimenti eccezionali con un COP di 6,41.
Maggiore libertà di progettazione La lunghezza massima consentita per le tubazioni
di collegamento tra le unità interne ed esterne èstata aumentata fino a 235 metri ed è oggi fra lepiù elevate del mercato. Il dislivello massimo tra leunità interne ed esterne, fattore critico per le instal-lazioni in edifici a forte sviluppo verticale, è ora di70 metri. Grazie a queste estensioni, le nuove unitàesterne possono essere installate ai piani di edificiancora più alti.
Le unità più compatte in commercioAlla serie SMMSi è possibile abbinare più unitàesterne per ottenere una potenza complessiva finoa 48 HP. Le nuove taglie dei moduli esterni, offronouna doppia gamma di unità esterne: “standard”,che minimizza l’ingombro ed i costi d’impianto, e“ad alta efficienza” che sfruttando un maggiornumero di scambiatori di calore consente di ottene-re performance superiori a quelle già ottimeespresse dalla serie “standard”.www.toshibaclima.it
VRF DAL RISPARMIO ENERGETICO DA RECORD
PRODOTTI & SISTEMI
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Pantecnica, attiva nelle soluzioni per i sistemi ditenuta per fluidi e sistemi antivibranti ha inseritonella gamma prodotti una nuova serie di sistemiantivibranti/smorzatori, denominate ISOTOP®BL/DSD. E’ noto che gli antivibranti a molle elicoi-dali in acciaio, grazie alle alte deflessioni sotto cari-co, realizzano importanti gradi di isolamento; percontro sono carenti nello smorzamento dell’ener-gia vibratoria. Dotate di alta resistenza alla corro-sione, all’interno sono integrate con un elementocilindrico in materiale viscoelastico poliuretanicoche possiede proprietà di smorzamento dell’ener-gia vibratoria.La scelta del tipo e del numero dimolle per ogni sistema è in funzione del carico dasupportare e della frequenza propria necessariaper un ottimale isolamento. La modulazione delnumero di molle per ogni sistema consente portatedi carico comprese tra 100 e 5400 Kg e realizzafrequenze proprie tra 4 e 6 Hz. Nelle situazioni incui, contestualmente al controllo delle vibrazioni odegli urti, è necessario dissipare le frequenze strut-turali trasmissibili attraverso le molle in acciaio, i
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ANTIVIBRANTI SMORZATORI A MOLLE INACCIAIO
sistemi ISOTOP® BL/DSD possono essere corredatidi suole in elastomero cellulare da interporre tra lapiastra di base ed il pavimento di appoggio.Prodotti ideali per l’isolamento/smorzamento “atti-vo” delle vibrazioni e degli urti prodotti da ogni tipodi macchina, nonché per l’isolamento “passivo” diapparati di misura sensibili, piani e laboratori diprova. La scelta e l’utilizzo della soluzione idonea èfacilitata dalla disponibilità di un completo manua-le tecnico e dalla adeguata e facilitata assistenzadel produttore.www.pantecnica.it
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SOFFITTI RADIANTI VERSATILI
I soffitti radianti Plaforad diFraccaro sono un’ottima soluzio-ne per il riscaldamento e il raffre-scamento di edifici commerciali,del terziario e residenziali. Imodelli proposti possono esseremetallici o in cartongesso.
PLAFORAD GK Sono controsoffitti radianti in car-tongesso e possono essere didue tipologie, uno ad alta resa euno a resa standard, cambiandosolo il tipo di cartongesso da uti-lizzare. Grazie all’uso di profiliconduttori in alluminio e tubi di
rame, la resa in caldo ed in fred-do è costante e certa anche dopodiversi anni di utilizzo.
PLAFORAD V Questi controsoffitti metallici construtture portanti a vista sonoprodotti in un’ampia varietà dimodelli, forme e dimensioni, ilche permette innumerevoli com-binazioni di stili e design.
PLAFORAD NSi differenzia dalle serie prece-dente per la struttura portantenascosta alla quale vengono fis-sati con delle speciali clip a mollaautocentranti. Disponibili anchele versioni con struttura semplifi-cata, pannelli non apribili masmontabili e con pannelli a tenu-ta.
PLAFORAD QSono pannelli radianti inseribilinei controsoffitti in fibra minerale
e consentono la massima libertàprogettuale per tutti i tipi diambiente e destinazione d’uso.
PLAFORAD W Ideali per l’adeguamento di vec-chi controsoffitti, sono in grado disoddisfare le esigenze di silenzio-sità, funzionamento, sicurezza eassenza di movimenti d’aria.
PLAFORAD ACR Questa tipologia di pannelli ècostituita da un modulo di attiva-zione ad alta capacità di scambiotermico sia in caldo ma soprattut-to in freddo. Ideali per applica-zione in spazi con grande affolla-mento.www.fraccaro.it
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Un'Opera, che offre un'informazione approfondita quanto esaustiva sullaprotezione catodica. Ineccepibile per chiarezza espositiva, abbondanza didiagrammi, schemi, figure e tabelle dense di dati per un utilizzo diretto. Essa affronta il problema della corrosione elettrochimica di impianti,strutture, serbatoi ecc. - responsabile ogni anno di danni e perdite ingen-ti - con un corretto rapporto tra basi teoriche ed analisi pratico-applica-tive. I 14 capitoli sui quali il volume è articolato affrontano la protezione cato-dica, e in un capitolo dedicato anche quella anodica, nei suoi aspetti piùrilevanti, con analisi che, oltre alle applicazioni più comuni nei terreni,discutono quelle nell'ambiente marino, nel calcestruzzo armato e nellesuperfici interne di apparecchi e serbatoi. Ciascun capitolo è seguito poi da un certo numero di esercizi pratici, perverificare l'approfondimento dei vari argomenti da parte dei lettori; lesoluzioni sono pubblicate nel sito web della casa editrice.Gli Autori, Luciano Lazzari e Pietro Pedeferri, sono professori di Scienzae Tecnologia presso il Politecnico di Milano; Marco Ormellese è invecericercatore in Scienza e Tecnologia dei Materiali, sempre presso ilPolitecnico.L'Opera è rivolta agli operatori del settore, a coloro che intendono conse-guire la certificazione nei settori della protezione catodica, agli studi diingeneria degli impianti tecnololgici e a studenti universitari, ma si puòconsigliare, più in generale, alle direzioni tecniche di industrie ed enti.
Il bibliofilo
Un'opera completa sulla protezione catodica di strutture eimpianti contro la corrosione
Libri e documentazione varia sull’HVAC
Protezione catodica
Protezione catodica
Luciano Lazzari, Pietro
Pedeferri, Marco Ormellese
Polipress
Pag. 468- Prezzo € 49,00
www.polipresseditore.it
Altre pubblicazioni Polipress Editore
Cicli combinati a
gas naturale
Polveri sottili ed
emissioni gassose
Pag. 214
Prezzo € 30,00
La climatizzazio-
ne a gas e ad azio-
namento termico
Pag. 384
Prezzo € 49,00
I n g e g n e r i ,
A r c h i t e t t i ,
Costruttori insie-
me... per sempre
Pag. 144
Prezzo € 15,00
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Fondatore e Direttore responsabileantonio Briganti
Condirettori editorialigiacomino redondi energie rinnovabili e riscaldamentoMassimo Vizzotto Sistemi compressorizzati per climatizzazione, refrigerazione e apompa di caloreCristiano Vergani Qualità dell’aria, aeraulica e salute
Contatti associazioni Culturalirosalba arduino
redazioneVia Val Blenio 10 - 20147 Milano Mitel. 024035019 - Fax: 0299983105www.impianticlima.com - [email protected]
© La riproduzione intera o parziale di testi è vietata se non dietro
autorizzazione dell’editore.
CHE C'È DI NUOVO SOTTO IL SOLE?Tecniche impiantisticheampiamente collaudate enuovi sistemi sempre più pro-mettenti schiudono un usopiù ampio dell’energia solare.Lo stato dell’arte nel solare.
4 REGOLE AUREE PERAUMENTARE L'EFFICIENZADEGLI IMPIANTI DIVENTILAZIONEIn linea con le precenti regole,questa volta ci occuperemodegli impianti di ventilazione,influenzati da fattori difficili daprevedere, quali la pressionedel vento, l’effetto camino el’imperfetta tenuta dell’edificio.
IL SALTO TERMICO NEGLI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONENella progettazione di unnuovo impianto di condiziona-mento è importante prenderein seria considerazione il saltotermico dell’acqua refrigerata(e calda) in circolo poiché essopuò influenzare, sia il costo direalizzazione dell’impiantostesso, sia il suo consumo
energetico durante il periodo di funzionamento.
SUL PROSSIMO NUMERO
a ben vedere, una crisi della progettazione HVaC ser-peggia da tempo nel settore. Le sue manifestazionisono diverse, ma probabilmente riconducibili in granparte al generale malessere dell’economia, e del siste-ma italia in particolare. Uno degli aspetti più indicati-vi di questo malessere si rivela proprio nel progressi-vo deprezzamento del valore della progettazione daparte delle committenze, che ne riconoscono sempremeno l’importanza. Da questo atteggiamento difondo discendono una serie di effetti perversi che, allafine, giungono a compromettere la stessa qualità delleopere a danno di tutti. La concorrenzialità tra i proget-tisti, a causa della rarefazione dei lavori, viene ormaimolto spesso giocata sul prezzo, a scapito necessaria-mente della qualità del risultato, è una delle conse-guenze infelici di questo stato di cose. La professiona-lità di chi progetta viene sempre più spesso sottova-lutata, quando non misconosciuta. È un aspetto anchequesto attraverso il quale il sistema italia manifesta ilproprio malessere. eppure, dei segni positivi nonmancano, e l’attaccamento ai valori della professioneche molti progettisti tenacemente mantengono è unodi questi. Come lo sono le scelte di non pochi costrut-tori nel privilegiare comunque la qualità dei prodotti,le prestazioni, la durata, la sicurezza, il servizio. e,sebbene, come minoranza, permangono in italia,nonostante tutto, dei committenti che possono dirsi abuon diritto illuminati: sensibili alla professionalità,alla qualità delle opere, alla tutela dell’ambiente natu-rale. Si tratta, di realtà minoritarie, ma che costitui-scono altrettanti esempi di come si possa ben fare,continuando a lavorare con risultati positivi nonostan-te le difficoltà del momento. Forse, uno degli elemen-ti di questo successo sta proprio nella capacità di rea-gire e riproporsi in modo creativo. ed è una formulache ci sentiamo di raccomandare a coloro sui qualiricadono le responsabilità del progetto: di ricercare unrinnovamento della propria professione, arricchendo-la di nuovi contenuti e innovandosi. W
progettare oggi
IL MINIMALISTAPRESUNTUOSO
KLIMAHOUSE UMBRIA 2012
28 - 30 settembre 2012 | Bastia Umbra (PG)www.klimahouse-umbria.itFiera specializzata per l’efficienza energeticae la sostenibilità in edilizia
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