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BAMBINI EDUCAZIONE AIUTO MISSIONE SCUOLA AFRICA SALUTE DON BOSCO STORIE OSPITALITÀ AMERICA ETNIE AGRICOLTURA ESPERIENZE SPORT POPOLAZIONE CULTURA PROGETTI DISPENSARI ORFANOTROFI PROGETTI SORRISI GIOVANI ACQUA FIDUCIA SVILUPPO ACCOGLIENZA SOLIDARIETÀ FUTURO ASIA FORMAZIONE GESTI SALESIANI SOGNO EVANGELIZZAZIONE 3 2017 IN DIFESA DEI LORO DIRITTI IN DIFESA DEI LORO DIRITTI

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BAMBINI EDUCAZIONE AIUTO MISSIONE SCUOLA AFRICA SALUTE DON BOSCOSTO

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SOMMARIO

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EDITORIALELE MIGLIORI SCUOLE DEL MONDO

REPORTAGEIL VALORE DELL’ISTRUZIONE

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APPROFONDIMENTOLOTTA AL FENOMENO DELLE SPOSE BAMBINE

RINGRAZIAMENTOLIBERAZIONE DI DON THOMAS UZHUNNALIL

3editoriale

ELE MIGLIORI SCUOLE DEL MONDOQuando parliamo di bambini e di infanzia, di giochi e spensiera-tezza, ci vengono in mente i nostri bambini che si divertono all’u-scita della scuola con i loro amici, corriamo per far frequentare loro attività extrascolastiche e li portiamo in piscina, a tennis, a karate, lamentandoci sempre per ogni piccola mancanza.

Se sapessimo che in realtà per molti bambini andare a scuola ogni giorno è un privilegio, che poter imparare vuol dire avere l’opportunità di sognare un futuro, se tutti noi bambini e adulti approfondissimo questo aspetto, nessuno più si lamenterebbe della propria routine.

Se conoscessimo alcuni di quei 263 milioni di bambini che de-siderano andare a scuola, ma non ne hanno la possibilità, non ci lamenteremmo più di quello che ci manca o quello che non funziona, ma apprezzeremmo di più il valore dell’istruzione che abbiamo la possibilità di ricevere.

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RIL VALORE DELL’ISTRUZIONE

Rowena Garong, Khaled Habib, Fabienne Nasihi, Daniela Zempoalteca... Bambini provenienti da diversi Paesi che hanno una cosa in comune. I loro nomi fanno parte della lista più lunga del mondo. Un elenco con più di 263 milioni di nomi di bambini e adolescenti che nessun insegnante leggerà il primo giorno di scuola all’appello.

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Dichiarazione Universaledei Diritti Umani

A settembre siamo tutti impegnati con il ritorno a scuola dei nostri figli o parenti, corriamo ad acquistare libri di testo, uni-formi e zaini… a migliaia di chilometri o non così tanti, ci sono bambini che non sanno cosa sia un banco o una lavagna.

Negli ultimi anni, secondo le agenzie in-ternazionali, non è stato migliorato il tas-so di scolarizzazione di bambini, bambine e adolescenti. “La cosa più preoccupante è che se la tendenza non cambia, ci sa-ranno almeno 17 milioni di ragazzi e ragazze che non andranno mai a scuo-la”, ha dichiarato Ana Muñoz, portavoce di Misiones Salesianas, della procura di Madrid.

Art. 26 - DIRITTO ALL’ISTRUZIONE

1. Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria. L’istruzione tec-nica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tut-ti sulla base del merito.

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Studi di organizzazioni internazionali dimostrano che il tasso di po-vertà mondiale si può ridurre della metà se tutti i giovani avessero la possibilità di portare a termine gli studi di scuola superiore.

Anche gli esperti in materia di istruzione e sviluppo spiegano che un anno in più che un bambino riesce a frequentare la scuola, gli offre il 10% di possibilità in più di avere un futuro migliore.

Educazione, l’arma per porre fine alla povertà

La mancanza di opportunità di accesso all’istruzione è uno dei prin-cipali ostacoli al miglioramento delle condizioni di vita, per esem-pio, percentuali elevate di gravidanze in età adolescenziale o cat-tive abitudini igieniche e alimentari mettono a rischio la salute e limitano le opportunità di prosperità sociale ed economica.

L’accesso all’istruzione non solo porta con sé un miglioramento della qualità della vita, ma fa accrescere il reddito e offre più op-portunità di avere un lavoro migliore. L’istruzione di un bambino offrirà vantaggi a tutta la famiglia, migliorerà le abitudini alimentari e igieniche, si sposerà più tardi e creerà una famiglia in modo più responsabile, e i suoi figli avranno le stesse possibilità.

L’istruzione porta benefici anche in ambito sociale, perché un bam-bino e una bambina che andranno a scuola conosceranno i propri diritti, non saranno sfruttati e vorranno partecipare al processo de-cisionale. In definitiva con il termine ISTRUZIONE non intendiamo soltanto saper leggere e scrivere.

L’istruzione è lo strumento che ha l’essere umano per crescere, sviluppare le proprie attitudini, accrescere autostima e conoscere i propri punti di forza e le proprie debolezze.

Questo è il cerchio virtuoso dell’educazione che inizia quan-do viene data l’opportunità ad un bambino di andare a scuola.

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Trentatré sono i conflitti armati attivi nel mondo, secondo l’ultimo rap-porto di “Scuola per la Pace”, almeno 11 milioni di bambini hanno do-vuto abbandonare gli studi per questa ragione.

La popolazione civile è quella che soffre di più della violenza di queste guerre, le scuole, gli ospedali, le infrastrutture sono oggi obiettivi milita-ri. Con le bombe e i proiettili si distruggono interi paesi: “il bombarda-mento di una scuola non significa solo la sua distruzione, ma mette fine anche ai sogni e al futuro dei bambini”, spiega Ana Muñoz.

L’educazione e la guerra

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Nascere donna nel mondo vuol dire avere più possibilità di vivere in povertà, essere emarginata ed essere più esposta alla violazione dei diritti fondamentali. Rapporti di varie agenzie internazionali mostrano che la povertà si chiama: DONNA. Due terzi degli analfabeti del piane-ta sono donne e bambine, mezzo milione di donne muore durante la gravidanza o il parto e ci sono più donne che uomini malate di AIDS. Le donne possiedono solo il 10% delle ricchezze mondiali nonostante contribuiscano per due terzi al monte ore lavorativo mondiale. Cifre molto lontane dalla dichiarazione alla lotta contro le discriminazioni e le disuguaglianze di genere siglata nella Conferenza di Pechino nel 1995.

L’ultimo rapporto pubblicato dall’UNESCO afferma che 15 milioni di bambine in età scolare non imparano né a leggere né a scrivere. I ra-gazzi della stessa età e nelle stesse condizioni, non superano i 10 mi-lioni. Inoltre questo studio precisa che la maggior parte delle donne che non va a scuola vive in Africa Sub-Sahariana. Per questo motivo le bambine e le future donne avranno minori possibilità di uscire dalla povertà fintanto che le disuguaglianze di genere continueranno ad es-sere perpetrate.

L’educazione delle bambine e delle donne porta numerosi vantaggi alla comunità. Le donne sono la colonna portante della famiglia, sono loro ad occuparsi principalmente dell’educazione dei figli. Per fare un esempio: se tutte le donne del Kenya impiegate nell’agricoltura avesse-ro ricevuto la stessa educazione degli agricoltori uomini, i raccolti sa-rebbero incrementati del 20%.

Nonostante ciò, è difficile far comprendere a molti genitori che le loro bambine hanno lo stesso diritto ad avere un’educazione dei loro figli maschi. I missionari salesiani devono affrontare un grande pregiudizio culturale: le bambine sono deputate alla cura dei loro fratelli piccoli, a rifornire d’acqua la casa per le faccende domestiche e per cucinare.

Le ragazze soffronodi più l’esclusione

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Nel mondo 103 milioni di giovani non raggiungono il livello minimo di

alfabetizzazione.Più del 60% di loro sono donne.

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Per anni l’obiettivo mondiale dell’istruzione era aumentare il tasso di al-fabetizzazione. “La cosa importante erano i numeri, quanti ragazzi erano iscritti a scuola senza verificare se l’educazione ricevuta fosse di qualità o se i ragazzi iscritti completassero il corso di studi”, denuncia Muñoz. Oggi con l’Agenda 2030, l’obiettivo mondiale dell’istruzione non è solo ridurre il numero dei bambini e dei giovani che non vanno a scuola, quanto piutto-sto offrir loro un’educazione di qualità.

Il quarto Obiettivo di Sviluppo Sostenibile è quello che pone l’accento sull’importanza di ricevere un’istruzione di qualità, assicurare che sia gratuita, equitativa e che produca risultati in modo tale che i bam-bini, le bambine e gli adolescenti siano preparati ed acquisiscano le com-petenze necessarie per accedere al mondo del lavoro.

I missionari salesiani sono impegnati in un’educazione integrale e di qua-lità. Hanno fatto della qualità dell’educazione la loro identità mettendola a disposizione dei giovani più svantaggiati.

Il Sistema Preventivo che Don Bosco istituì nel XIX secolo, è oggi più vivo che mai. La proposta educativa salesiana non si basa esclusivamente sull’apprendimento della conoscenza, ma sullo sviluppo degli studenti come individui e la trasmissione di quei valori che serviranno loro come riferimento e guida nell’arco della vita.

Porre i giovani al centro, aiutarli a conoscere e migliorare le loro abilità, a sviluppare le proprie capacità e ad essere protagonisti della propria vita, sono caratteristiche dell’educazione salesiana.

L’importante non è soloandare a scuola

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L’istruzione deve aiutare a costruire persone libere, impegnate e critiche... persone in grado di trasforma-re il futuro. Abbiamo bisogno che ciascun bambino, bambina e giovane siano coinvolti nel compito di crea-re un mondo in cui tutti abbiano le stesse opportunità.

“Per questo motivo non è necessario solo imparare a far di conto e conoscere l’alfabeto. Dobbiamo tenere presente che i bambini e gli adolescenti sono il pre-sente e il futuro di una cittadinanza globale e che l’e-ducazione ai valori è l’unico modo per ottenerlo”.

L’importanza dell’educazione è innegabile, ma le po-tenze mondiali volgono lo sguardo altrove quando si tratta di sostenere tali progetti. C’è una grande man-canza di impegno da parte loro nei confronti dei bam-bini e dei giovani perché l’accesso all’educazione uni-versale diventi realtà.

“La spesa militare aumenta ogni anno, ma non c’è de-naro da investire nell’istruzione, investire nel futuro”, dice Muñoz. Infatti, meno del 2% degli aiuti ricevuti dai paesi del Sud, è destinato all’istruzione primaria.

Se si continuerà in questo modo, l’obiettivo di vedere tutti i bambini andare a scuola non lo vedremo in que-sto secolo.

Educare con coraggio

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ALA FONDAZIONEDON BOSCO NEL MONDO NELLA LOTTA AL FENOMENO DELLE SPOSE BAMBINEIN INDIA

Ogni anno nel mondo almeno 15 milioni di bambine e ragazze con meno di 18 anni sono costrette a contrar-re matrimonio con uomini adulti. Secondo il dossier della Campagna “indifesa” di Terre des Hommes sul-la condizione delle bambine nel mondo, presentato in occasione della Giornata Mondiale delle Bambine proclamata dall’ONU l’11 Ottobre, ogni due secondi una bambina o una ragazza ancora minorenne è co-stretta a sposare un uomo anche di molti anni più grande per ragioni in prevalenza economiche.

approfondimento

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La pratica del matrimonio precoce e forzato è una vera e propria violazio-ne dei diritti fondamentali delle bambine e delle ragazze. La persistenza all’interno di un numero elevatissimo di comunità tradizionali nel mondo, ostacolano l’accesso all’istruzione, alla salute, alla protezione e all’ugua-glianza di genere per milioni di loro.

L’UNICEF stabilisce che si possa definire “matrimonio precoce” un’unio-ne riconosciuta dalla legge o anche informale che coinvolga almeno un minore. Una bambina che si sposa prima della maggiore età vede perpe-trarsi a suo svantaggio la violazione di un suo diritto fondamentale contro ogni convenzione internazionale.

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Molti Paesi infatti hanno stabilito che il matrimonio è legale anche per le bambine e le ragazze con meno di 18 anni e laddove il limite d’età per contrarre matrimonio siano i 18 anni, alcune convenzioni sociali consentono di eludere la legge, permettendo il matrimonio a bambine e ragazze ancora minorenni se c’è il benestare dei geni-tori, l’autorizzazione di un tribunale o di un’autorità religiosa.

Poiché le bambine e le adolescenti non sono in condizione di op-porsi, obbediscono silenziose, ma i matrimoni precoci devono an-che considerarsi forzati, con gravi conseguenze in termini di salute e di sviluppo psicofisico.

Per l’UNICEF inoltre i principali fattori che influenzano la pratica dei matrimoni precoci sono: il sistema di registrazione civile del paese che fornisce la prova dell’età dei bambini, l’esistenza di un adegua-to quadro legislativo che permetta di gestire i casi di matrimonio precoce, l’esistenza di leggi ordinarie o religiose che favoriscono la pratica.

Guerre, instabilità politica e calamità naturali rimangono le cause principali di aumento dei matrimoni precoci.

L’Articolo 16 della Convenzione per l’Eliminazione delle Di-scriminazioni Contro le Donne (CEDAW) ratificata da 187 Paesi (tranne Iran, Somalia, Sudan, Palau, Tonga e Stati Uniti) stabilisce che le donne come gli uomini hanno diritto di “scegliere liberamente chi sposare ed entrare nel matri-monio solo in condizione di libertà e pieno consenso”.

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Uno dei paesi a maggiore presenza di spose bambine è l’India. Essa ospi-ta un terzo delle spose bambine del mondo, circa la metà delle donne indiane si sposa prima dell’età adulta sebbene esistano varianti del feno-meno tra gruppi etnici e caste.

La pratica delle famiglie di dare in moglie bambine a uomini adulti per ragioni di natura economica, e originate dall’idea che il matrimonio di una bambina con un adulto facoltoso le avvantaggerà finanziariamente e socialmente, è più frequente nelle zone centrali e occidentali dell’India e meno in quelle orientali e meridionali del Paese.

I Salesiani di Don Bosco della Provincia di India Bangalore, che com-prende lo Stato del Karnataka, lottano ogni giorno per impedire che alle bambine venga negata l’infanzia a causa di convenzioni sociali e vantaggi economici attraverso la realizzazione del programma CREAM Child Rights Education and Action Movement dell’Organizzazione Non Governativa BREADS Bangalore Rural Education And Development Society.

In particolare più del 23% dei matrimoni dei bambini in In-dia avviene solo nello Stato del Karnataka, secondo la Com-missione Statale del Karnataka per la Protezione dei Diritti dell’infanzia (KSCPCR).

Lo Stato del Karnataka è stato classificato al terzo posto in termini di numero di matrimoni precoci registrati negli ultimi tre anni dall’applicazione del Prohibition of Child Marriage Act del 2006. Secondo il National Crime Bureau, inoltre è tra i primi 10 stati del Paese in cui si segnalano casi di matrimoni celebrati tra bambine e uomini adulti.

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La prima fase del programma è stata avviata nel Dicembre del 2012. Il 5 Luglio 2016 l’Onorevole Tanvir Sait, Ministro per l’Educazione primaria e secondaria e il benessere delle minoranze dello Stato del Karnataka, ha lanciato ufficialmente la seconda fase (2016-2019) insieme ai Salesiani di Don Bosco di India Bangalore, ai membri dello staff, ai beneficiari del pro-getto e a diversi rappresentanti di istituzioni e organismi che collaborano alle iniziative di CREAM.

In questo mese la Fondazione DON BOSCO NEL MONDO si è inserita nel programma di contrasto e riduzione del fenomeno dei matrimoni pre-coci, lavorando al fianco dei Salesiani di Bangalore e della ONG BREADS con il progetto “Prevenzione e riduzione dei matrimoni precoci in India” promosso attraverso la X Edizione della Corsa dei Santi del 1⁰ Novembre a Roma.

Obiettivo generale del progetto è la tutela del diritto all’equità di genere e il miglioramento delle condizioni di vita delle bambine, delle ragazze e delle donne nello Stato del Karnataka in particolare nei distretti di Yadgir, Bidar, Gulbarga e Raichur.

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L’alto livello di abbandono scolastico, inoltre, si aggiunge alle cause per le quali questa drammatica causa continua a essere diffusa tanto da richie-dere l’intervento da parte delle organizzazioni della cooperazione e della solidarietà internazionale.

Il progetto coinvolge 18.000 bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 i 17 anni che vengono istruiti sulla conoscenza e la tutela dei propri diritti; 500 bambine e ragazze che vengono formate in modo specifico sull’individua-zione di competenze e sullo sviluppo della personalità e 80 spose bam-bine che insieme a bambine potenzialmente spose e bambine vittime di abuso sessuale sono direttamente inserite nel programma annuale di accoglienza nei centri salesiani, istruzione sui diritti e riabilitazione psico-logica.

La logica generale del progetto è quella del coinvolgimento multi-livelli della comunità intera attraverso, dunque, anche l’inserimento di 7.000 beneficiari adulti membri delle istituzioni governative e locali, leaders po-litici, insegnanti e educatori al fine di innescare meccanismi legislativi vir-tuosi nella direzione dell’abolizione definitiva della pratica dei matrimoni precoci.

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CREAM - Child Rights Education and Action Movement - dei Sa-lesiani di India BangaloreCREAM Child Rights Education and Action Movement è il programma dell’Organizzazione Non Governativa BREADS Rural Education And Deve-lopment Society dei Salesiani di Bangalore per favorire la partecipazione dei bambini e dei ragazzi alla promozione e protezione dei loro diritti fon-damentali al fine di potenziare la loro partecipazione a strutture comuni-tarie quali la famiglia, la scuola e il governo locale con i suoi meccanismi.

CREAM forma i bambini e i ragazzi sui loro diritti fondamentali e costi-tuisce i CRC Children Rights Clubs, ovvero associazioni per la difesa e la promozione dei diritti dei minori nelle scuole pubbliche.

Una società così profondamente radicata in un sistema di norme e prati-che socio-culturali che promuovono il matrimonio dei minori deve essere affrontata con un’intensa attività di sensibilizzazione e di formazione a ogni livello: politico, istituzionale, governativo, locale, comunitario, familia-re e delle bambine stesse rese consapevoli del fatto che questo sistema viola i loro diritti umani e minaccia la loro salute psichica e fisica.

Sostenere il progetto della Fondazione DON BOSCO NEL MONDO e dei Salesiani di Bangalore, vuol dire restituire alle bambine e alle ragazze co-strette al matrimonio e alla maternità precoci, il loro diritto all’infanzia.

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I bambini e i ragazzi vengono introdotti ai diritti dell’infanzia, ai diritti uma-ni e alla gestione di un Children Rights Club nella loro scuola.

Il CRC si riunisce mensilmente per discutere le questioni riguardanti i dirit-ti, in particolare le loro violazioni come lo sfruttamento del lavoro minorile e il matrimonio precoce e grazie al loro lavoro e a quello dei Salesiani di Bangalore, i bambini coinvolti vengono riscattati e reinseriti a scuola.

Il CRC affronta anche le questioni relative alla struttura e all’organizzazio-ne del sistema della scuola in cui svolgono le attività, come l’assenza di insegnanti, la scarsità di infrastrutture e la mancanza di servizi igienici. Per le ragazze è il tramite per esposti e denunce presso le autorità governati-ve della violazione dei diritti dei bambini.

I bambini e i ragazzi vengono resi consapevoli non solo dei loro diritti e delle questioni legate alla scuola, ma anche delle modalità con cui pos-sono integrarsi nel tessuto comunitario e, dunque, sull’utilizzo dei servizi quali il centro di salute primaria, l’acqua potabile, la rete elettrica.

È prassi dei CRC operare secondo una metodologia inclusiva che vede beneficiari delle loro attività anche i bambini non iscritti a scuola e con diversa abilità.

Il programma CREAM inoltre coinvolge nelle attività formative i genitori, gli insegnanti, il SDMC School Development Management Committee, (Comita-to per lo sviluppo della scuola), i dirigenti e i funzionari del governo locale in modo tale che possano comprendere le problematiche riguardanti l’in-

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fanzia e le questioni che i bambini e i ragazzi stessi sollevano.

Risultato dell’azione integrata e trasversale del programma CREAM è che tutti gli stakeholders trovano spazio e modalità per essere parte proattiva nella tutela e nella promozione dei diritti di tutti i bambini, facendosi cari-co delle singole situazioni di sfruttamento, di abuso e di disagio.

Il programma CREAM è realizzato nei distretti di: Bellary, Bidar, Chitradur-ga, Davangere, Kalaburagi, Mysore, Raichur, Ramnagara e Yadagiri.

La Fase I (2012-2015) ha coinvolto più di 100.000 bambini attraverso corsi di formazione e la costituzione di CRC Children Rights Clubs men-tre la Fase II (2016-2019) intende coinvolgerne 150.000. Inoltre 15.000 adulti saranno formati per incoraggiare la partecipazione dei bambini al proprio sviluppo.

Si prevede che alla fine della Fase II in 100 villaggi verranno costituiti centri di istruzione serale per 7.000 bambini al fine di promuovere sistemi di protezione dei minori quali la Child Help Line, l’Ufficio per la Ricerca dei Bambini, una Task Force specializzata e il Comitato per la Giustizia Sociale.

Durante la Fase I (2012-2015) CREAM ha interrotto direttamente 215 matrimoni precoci attraverso l’azione collettiva dei bambini e dei ragazzi, della comunità e delle autorità locali e governative; 1.612 bambini sono stati riscattati dal lavoro minorile; 1.378 bambini che hanno abbandonato la scuola sono stati reinseriti e 288 casi di abuso su minori sono stati fer-mati o denunciati.

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Swapna, nome di fantasia, è una ragazza di 15 anni che fa parte di una famiglia di cinque persone. Il padre è un falegname e la madre casalinga. La sorella maggiore è già sposata e il fratello frequenta la scuola media.

Swapna è vittima di un matrimonio precoce. Si è sposa-ta nel Marzo del 2015. Era costretta a rimanere in casa dopo il matrimonio, ma l’intervento di CREAM le ha per-messo di essere iscritta alla Don Bosco Bridge School. Per farle interrompere gli studi il matrimonio è stato ri-petuto sempre con la stessa persona nel mese di Marzo del 2016. Nonostante questo, la ragazza ha insistito nel frequentare le sue lezioni. Furibondo, suo marito ha mi-nacciato di ucciderla alla fermata dell’autobus se si fosse rifiutata di tornare a casa con lui.

Lo staff di CREAM l’ha salvata e riportata alla Don Bo-sco Bridge School e ha sporto denuncia presso l’Ufficio Speciale per la Gioventù (SJPU). La denuncia scritta è stata presa in carico immediatamente. Swapna è stata sottoposta a controlli medici e successivamente è stata accolta in un centro governativo di riabilitazione per le ragazze.

Dopo un’audizione del CWC Child Welfare Committee è stato intentato un processo contro il presunto marito di Swapna. Mentre affronta una battaglia legale, Swapna ha completato tranquillamente i suoi esami scolastici per il passaggio alla classe successiva ed è motivata an-cora più di prima a proseguire i suoi studi.

La testimonianzadiretta di Swapna

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Studente Scuola Secondaria Inferiore del Governo di Adijambava, Mysore Membro del CRC Children Rights Club.

Il programma CREAM mi ha aiutato a conoscere i miei diritti e anche a partecipare ai processi decisionali all’interno della scuola e della famiglia. Sono diventato consapevole e fiducioso riguardo alla possibilità di parte-cipare ai programmi e alle manifestazioni che ci vedono coinvolti. Il 1098, numero della Child Help Line, è l’arma che abbiamo noi bambini per de-nunciare gli abusi e proteggerci, ma non sapevamo nulla della sua utilità. Ora che so come usare la Help Child Line aiuterò i bambini in difficoltà”.

Signor Basavaraja, Direttore Scuola Primaria del Governo, Hospet.

La consapevolezza dei bambini da noi ha fatto miracoli. La responsabilità è una questione seria. I bambini stessi si sono offerti volontari per inter-rompere i matrimoni precoci e per riportare a scuola i bambini che hanno abbandonato gli studi. Sono molto fiduciosi di ciò che fanno e vogliono arrivare a quanti più bambini possibile. Questo spirito deve essere rag-giungere anche gli adulti”.

Signor Ramesh, Dipartimento di Polizia, Deodurga.

L’impatto di CREAM ha dimostrato quali sono i risultati da raggiungere collettivamente, partendo dalla preoccupazione comune di proteggere i diritti dei minori. Il livello della pianificazione e dell’esecuzione del pro-gramma CREAM è ottimo”.

Testimonianze dirette

29ringraziamenti

RLIBERAZIONE DI DON THOMAS UZHUNNALIL

Un uomo sereno, in pace con Dio e con tutti, compresi i rapitori e in grado anche di scherzare sull’esperienza vissuta. È questa l’immagine che hanno potuto vede-re in don Tom Uzhunnalil i giornalisti e gli operatori della comunicazione di tutto il mondo che sabato 16 settembre si sono radunati presso la casa Salesianum di Roma per sentire direttamente da lui il racconto toccante del sequestro e della liberazione. Vissuti en-trambi con grande fede in Dio.

ringraziamenti

30 ringraziamenti

Il suo primo pensiero è per le Missionarie della Carità uccise: “Ringrazio Dio e sono contento di vedere qua le Missionarie della Carità. Faccio loro le mie condoglianze”, afferma, prima di doversi fermare qualche istante per la commozione.

Poi ritorna a quel 4 marzo del 2016, il giorno dell’attacco e del rapimento: “Ho pregato Dio di essere misericordioso verso le suore e le altre vittime e di perdonare gli assassini. Ho sentito una grande angoscia e ho pregato il Signore di darmi la grazia e la forza di accettare la sua volontà e rimanere fedele a Dio, affinché fossi fedele alla missione per cui Lui mi ha voluto qui, su questa terra. Dio è stato molto misericordioso con me”.

31ringraziamenti

Don Tom continua dicendo: “Il Signore ha fatto un grande miracolo per me e mi ha donato un’altra vita. Se mi ha salvato significa che ha ancora un piano per me e lui vuole che viva per Lui e sia un testimone. Voglio ringraziare Dio Onnipotente, le autorità della Chiesa sia in India sia nel Va-ticano, la Congregazione Salesiana, la mia famiglia e ogni singola persona che ha pregato per la mia liberazione. Sicuramente è grazie alle preghiere che la mia vita è stata risparmiata”.

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