indennità di disoccupazione e periodi neutri

6
La Circolare di Lavoro e Previdenza, pag. 20 n.21 del 28 maggio 2012 Aggiornamenti Professionali Indennità di disoccupazione e periodi neutri a cura di Aldo Forte – Esperto in materia previdenziale Per il rispetto del requisito contributivo richiesto per l’erogazione dell’indennità di disoccupazione, si può considerare “periodo neutro” quello fruito dal figlio convivente per prestare assistenza al genitore affetto da grave disabilità. Lo ha precisato il Ministero del Lavoro con risposta ad interpello n.8/12 del 14 marzo 2012 , ad un quesito avanzato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro per avere precisazioni sui requisiti di natura contributiva necessari per ottenere l’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola. In maniera specifica, è stato chiesto se, ai fini del rispetto del requisito contributivo richiesto per l’erogazione della suddetta indennità, possa considerarsi “periodo neutro” quello fruito dal figlio convivente per prestare assistenza al genitore affetto da grave disabilità. Il Dicastero, innanzitutto precisa che l’indennità in argomento rappresenta una forma di sostegno al reddito, che viene erogata dall’Inps ai lavoratori dipendenti assicurati contro la disoccupazione involontaria; in particolare, viene riconosciuta quando il rapporto di lavoro sia cessato per cause non imputabili alla volontà degli interessati, o quando gli stessi siano stati licenziati, oppure se il rapporto di lavoro a tempo determinato sia venuto meno per scadenza del termine. Per quanto concerne i requisiti necessari per poter fruire dell’indennità in esame, l’art.19, R.D.L. n.636/39 stabilisce che in caso di disoccupazione involontaria, per mancanza di lavoro, l’assicurato, qualora possa far valere almeno due anni di assicurazione e almeno un anno di contribuzione nel biennio precedente l’inizio del periodo di disoccupazione, ha diritto ad un’indennità giornaliera…. In pratica, vi sono due presupposti, entrambi indispensabili ai fini del riconoscimento del predetto beneficio: l’anzianità contributiva, nella misura in cui si richiede che il lavoratore possa far valere, ai fini della disoccupazione involontaria, un contributo versato almeno due anni prima della cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro; il requisito contributivo fissato in un numero pari ad almeno 52 contributi utili settimanali, nei due anni immediatamente precedenti la data di fine del rapporto. È da sottolineare, che per contribuzione utile, si deve intendere anche quella dovuta ma non versata, in base al principio della c.d. automaticità delle prestazioni; per il secondo requisito richiesto dalla norma, tra gli altri, si considerano utili i contributi figurativi disposti, ad esempio, nelle ipotesi di astensione obbligatoria per maternità. Non sono considerati utili i periodi di malattia ed infortunio sul lavoro, di cassa integrazione ordinaria e straordinaria con sospensione dell’attività a zero ore, nonché, ex art.42, D.Lgs. n.151/01, le assenze per la fruizione di permessi e congedi per motivi di assistenza a figli con handicap grave.

Upload: fede

Post on 05-Dec-2014

170 views

Category:

Documents


2 download

DESCRIPTION

inps

TRANSCRIPT

Page 1: Indennità di disoccupazione e periodi neutri

La Circolare di Lavoro e Previdenza, pag. 20 n.21 del 28 maggio 2012

Aggiornamenti Professionali

Indennità di disoccupazione e periodi neutri

a cura di Aldo Forte – Esperto in materia previdenziale Per il rispetto del requisito contributivo richiesto per l’erogazione dell’indennità di disoccupazione, si può considerare “periodo neutro” quello fruito dal figlio convivente per prestare assistenza al genitore affetto da grave disabilità. Lo ha precisato il Ministero del Lavoro con risposta ad interpello n.8/12 del 14 marzo 2012, ad un quesito avanzato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro per avere precisazioni sui requisiti di natura contributiva necessari per ottenere l’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola. In maniera specifica, è stato chiesto se, ai fini del rispetto del requisito contributivo richiesto per l’erogazione della suddetta indennità, possa considerarsi “periodo neutro” quello fruito dal figlio convivente per prestare assistenza al genitore affetto da grave disabilità. Il Dicastero, innanzitutto precisa che l’indennità in argomento rappresenta una forma di sostegno al reddito, che viene erogata dall’Inps ai lavoratori dipendenti assicurati contro la disoccupazione involontaria; in particolare, viene riconosciuta quando il rapporto di lavoro sia cessato per cause non imputabili alla volontà degli interessati, o quando gli stessi siano stati licenziati, oppure se il rapporto di lavoro a tempo determinato sia venuto meno per scadenza del termine. Per quanto concerne i requisiti necessari per poter fruire dell’indennità in esame, l’art.19, R.D.L. n.636/39 stabilisce che

in caso di disoccupazione involontaria, per mancanza di lavoro, l’assicurato, qualora possa far valere almeno due anni di assicurazione e almeno un anno di contribuzione nel biennio precedente l’inizio del periodo di disoccupazione, ha diritto ad un’indennità giornaliera….

In pratica, vi sono due presupposti, entrambi indispensabili ai fini del riconoscimento del predetto beneficio: l’anzianità contributiva, nella misura in cui si richiede che il lavoratore possa far

valere, ai fini della disoccupazione involontaria, un contributo versato almeno due anni prima della cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro;

il requisito contributivo fissato in un numero pari ad almeno 52 contributi utili settimanali, nei due anni immediatamente precedenti la data di fine del rapporto.

È da sottolineare, che per contribuzione utile, si deve intendere anche quella dovuta ma non versata, in base al principio della c.d. automaticità delle prestazioni; per il secondo requisito richiesto dalla norma, tra gli altri, si considerano utili i contributi figurativi disposti, ad esempio, nelle ipotesi di astensione obbligatoria per maternità. Non sono considerati utili i periodi di malattia ed infortunio sul lavoro, di cassa integrazione ordinaria e straordinaria con sospensione dell’attività a zero ore, nonché, ex art.42, D.Lgs. n.151/01, le assenze per la fruizione di permessi e congedi per motivi di assistenza a figli con handicap grave.

Page 2: Indennità di disoccupazione e periodi neutri

La Circolare di Lavoro e Previdenza, pag. 21 n.21 del 28 maggio 2012

Infatti, in questi ultimi casi citati, opera il c.d. meccanismo della neutralizzazione, in forza del quale, a fronte del verificarsi di particolari evenienze, risulta possibile effettuare la retrodatazione del biennio, e dunque un suo ampliamento, per un tempo pari all’evento occorso.

Ne deriva, che in risposta al quesito avanzato, l’ambito dei periodi neutri costituiti dai congedi di cui all’art.42 citato, può essere annoverato altresì quello fruito dal figlio convivente del portatore di handicap grave, qualora non vi siano altri

soggetti idonei a prendersi cura della persona affetta da disabilità. Viene ricordato che prima delle modifiche apportate dal D.Lgs. n.119/11, la Corte costituzionale con sentenza n.19/09, nell’esaminare la questione di legittimità sui possibili soggetti fruitori dei congedi previsti dall’art.42, co.5, ha dichiarato l’incostituzionalità della predetta disposizione, per contrasto con gli artt. 2, 3 e 32 Cost., in quanto la stessa, nella sua originaria formulazione, non contemplava nel novero di detti soggetti il figlio convivente determinando, in tal modo, “un ingiustificato trattamento deteriore di un soggetto, (…) tenuto comunque ai medesimi obblighi di assistenza morale e materiale nei confronti del disabile”. Concludendo, per analoghe ragioni, e seguendo le argomentazioni sostenute dalla Corte, è possibile considerare periodo neutro anche quello di congedo fruito dal figlio per assistere il genitore con grave disabilità, con l’effetto di retrodatare il biennio di riferimento, per il computo del requisito contributivo, come sopracitato, salvo il rispetto degli altri presupposti fissati dalla leggi vigenti. Con l’occasione sembra utile fare un riepilogo dell’indennità di disoccupazione e fare dei cenni all’ASpI che dovrebbe sostituirla dal prossimo anno. Nel periodo di crisi che stiamo attraversando, sembra utile fare un riepilogo della prestazione a sostegno del reddito corrispondente all’indennità di disoccupazione, che interessa non pochi lavoratori. Vediamo in particolare, quali sono le caratteristiche principali di tale prestazione individuando i requisirti ed i soggetti beneficiari. Disoccupazione ordinaria non agricola La prestazione in argomento spetta ai lavoratori assicurati contro la disoccupazione involontaria che abbiano concluso il rapporto di lavoro per motivi non imputabili alla propria volontà, ed in particolare ai seguenti soggetti: lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato ed a tempo determinato; lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno "non stagionale"; lavoratori licenziati a seguito di un periodo di lavoro svolto con contratto di

inserimento. (I periodi di effettiva attività lavorativa svolta in esecuzione di tali contratti);

lavoratori che risolvono il rapporto di lavoro per "notevoli variazioni delle condizioni di lavoro" anche qualora il licenziamento avvenga per risoluzione consensuale;

lavoratori sospesi per mancanza di lavoro (per un massimo di 90 giornate).

Soggetti esclusi lavoratori che non forniscono ai Centri per l'impiego la dichiarazione di immediata

disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa; extracomunitari con permesso di soggiorno stagionale; lavoratori iscritti nella gestione separata che svolgono esclusivamente lavori

parasubordinati;

Page 3: Indennità di disoccupazione e periodi neutri

La Circolare di Lavoro e Previdenza, pag. 22 n.21 del 28 maggio 2012

lavoratori autonomi; soci dipendenti da società o enti cooperativi anche di fatto di cui al (DPR n.602/70); soci delle cooperative della piccola pesca di cui alla (L. n. 250/58); soci delle cooperative teatrali e cinematografiche; caratisti, agli armatori e proprietari armatori imbarcati su navi da pesca da loro stessi

armate; apprendisti; lavoratori titolari di pensione diretta. lavoratori che si dimettono volontariamente; fanno eccezione: lavoratrici madri

che si dimettono nel periodo di puerperio (o lavoratori padri); Coloro che si dimettono per giusta causa (mancato pagamento della retribuzione, molestie sessuali, modifica delle mansioni, mobbing).

I requisiti Uno dei requisiti indispensabili per aver diritto all'indennità di disoccupazione è il requisito dell'anzianità contributiva, cioè il lavoratore deve far valere un contributo contro la disoccupazione involontaria versato almeno 2 anni prima della cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro. Perché sia soddisfatto il requisito contributivo, è necessario che il lavoratore possa far valere almeno 52 contributi utili settimanali (pari ad un anno) versati nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria nei due anni immediatamente precedenti la data di cessazione del rapporto di lavoro. Consideriamo un rapporto di lavoro concluso il 31 ottobre 2008, il biennio di riferimento sarà dal 1° novembre 2006 al 31 ottobre 2008, quindi per soddisfare il requisito contributivo, i 52 contributi dovranno risultare versati durante questo periodo. Se in questo periodo dovesse risultare della contribuzione non utile, quest'ultima permetterà la retrodatazione del biennio. Per poter erogare la prestazione di disoccupazione è necessario che il lavoratore abbia una pur residua capacità lavorativa, infatti nei casi di risoluzione del rapporto di lavoro conseguente al superamento del periodo di conservazione del posto di lavoro (cosiddetto periodo di comporto) per malattia, infortunio o invalidità, il requisito della capacità lavorativa, deve essere comprovato mediante presentazione di certificazione medica contenente le date di inizio e fine della malattia, ecc., nonché la data di riacquisto della capacità lavorativa stessa, data da cui decorrerà l'eventuale diritto all'indennità. Contributi utili Affinchè possa essere considerato utile il contributo settimanale è necessario che la retribuzione media settimanale percepita dal lavoratore sia pari o superiore ad un importo minimo prestabilito. Questo importo minimo prestabilito è pari al 45% del trattamento minimo di pensione in vigore al 1° gennaio di ogni anno (l'importo così calcolato lo definiremo "minimale settimanale"). Pertanto se dividendo la retribuzione del lavoratore per il numero di contributi settimanali versati, l'importo medio settimanale calcolato sarà pari o superiore al 45% del trattamento minimo di pensione a gennaio dell'anno di riferimento, le settimane contributive saranno interamente accreditabili. Nel caso in cui questo minimale non venisse raggiunto, il numero dei contributi massimi accreditabili ai fini della disoccupazione, sarà calcolato dividendo la retribuzione imponibile annua per il "minimale settimanale". Sono considerati utili anche i contributi dovuti anche se non effettivamente versati (Automaticità), infatti al lavoratore che non ha la possibilità di documentare il proprio trascorso assicurativo/contributivo è possibile accogliere la domanda di disoccupazione quando - tramite la Direzione Territoriale del Lavoro, Servizio Ispettivo, o l'Ufficio Ispettivo

Page 4: Indennità di disoccupazione e periodi neutri

La Circolare di Lavoro e Previdenza, pag. 23 n.21 del 28 maggio 2012

dell'Istituto - sia accertata l'esistenza di un rapporto di lavoro soggetto all'obbligo assicurativo. Ciò indipendentemente dal fatto che sia possibile o meno recuperare i contributi omessi, purché tali contributi siano utili al raggiungimento dei requisiti previsti. Anno mobile Qualora un lavoratore percepisca l'intera indennità di disoccupazione spettante, non potrà beneficiare di un'altra indennità se non a distanza di un anno dalla decorrenza della precedente prestazione. L'anno mobile è quel periodo di tempo, della durata di 365 giorni, che decorre dalla data di inizio della disoccupazione indennizzata. Poniamo che un lavoratore che non abbia superato i 50 anni di età, acquisisca il diritto all'indennità di disoccupazione a decorrere dal 10 marzo 2010, potrà godere nell'arco dell'anno mobile, cioè dal 10 marzo 2010 al 9 marzo 2011 di un massimo di 240 giorni (8 mesi) di disoccupazione, cioè una sola indennità per intero. Potrebbe, infatti, verificarsi che il suddetto lavoratore finito di beneficiare dell'intera indennità dal 10 marzo 2010 al 9 novembre 2010, venga riassunto il 12 novembre 2010, lavori per circa 2 mesi sino al 10 gennaio 2011, e successivamente riproponga domanda per ottenere una ulteriore indennità di disoccupazione. Qualora sussistano i requisiti per accogliere questa ulteriore domanda, (anzianità contributiva, contribuzione nel biennio etc.) la domanda dovrà essere accolta, ma l'erogazione della prestazione non potrà avvenire prima del 10 marzo 2011, cioè a distanza di un anno dalla prima prestazione completamente goduta, cioè dopo l'anno mobile dalla precedente domanda. È evidente che per beneficiare della prestazione il lavoratore dovrà restare ininterrotamente disoccupato dopo la presentazione della domanda. Contribuzione non utile, periodi neutri e retrodatazione del biennio Alcuni periodi coperti da contribuzione figurativa non possono essere considerati utili ai fini del raggiungimento del requisito contributivo, e sono: lavoro all'estero in paesi non convenzionati; malattia e infortunio sul lavoro; cassa integrazione straordinaria e ordinaria con sospensione dell'attività a zero ore; servizio militare, se nell'anno precedente la data di chiamata alle armi non risultano

versati 24 contributi settimanali; assenze per permessi e congedi per i figli con handicap grave; questi periodi consentono, con il meccanismo della neutralizzazione, di ampliare il biennio nel quale ricercare le 52 settimane previste dalle norme, ed effettuare la retrodatazione del biennio. Consideriamo il biennio dal 1° novembre 2009 al 31 ottobre 2011, se in questo lasso di tempo sia intervenuto uno dei casi sopraccitati, ad esempio supponiamo che il lavoratore sia stato ammalato per un numero di giorni pari a 50, in questi 50 giorni la contribuzione non può essere considerata utile ai fini della disoccupazione, ma questi 50 giorni saranno "neutralizzati" e permetteranno la retrodatazione del biennio per un numero di giorni pari al periodo di malattia, (nel caso in esempio 50 giorni). Pertanto il biennio di riferimento non sarà più dal 1° novembre 2009 al 31 ottobre 2011, ma sarà maggiorata di 50 giorni, cioè l'inizio del biennio, 1° novembre 2009, sarà retrodatato di 50 giorni e diventerà 21 settembre 2009 e quindi le 52 settimane indispensabili al diritto per l'indennità dovranno essere ricercate nel periodo che va dal 21 settembre 2009 al 31 ottobre 2011.

Page 5: Indennità di disoccupazione e periodi neutri

La Circolare di Lavoro e Previdenza, pag. 24 n.21 del 28 maggio 2012

Nuova Indennità dal 1° gennaio 2013 - ASpI Gli articoli da 22 a 25 del disegno di legge della nuovo Mercato de lavoro, prevedono l’abrogazione dell’indennità di disoccupazione con l’introduzione dell’ASpI, cioè l’Assicurazione Sociale per l’impiego. Vediamo di seguito gli aspetti principali delle nuove norme. L’art.22, stabilisce che dal 1° gennaio 2013 e in relazione ai nuovi eventi di disoccupazione verificatisi a decorrere dalla predetta data è istituita, presso la Gestione delle Prestazioni Temporanee, di cui all’art.24 della L. n.88 del 9 marzo 1989, l’Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASpI), con la funzione di fornire ai lavoratori, che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione, una indennità mensile di disoccupazione. Nell’ambito di tale prestazione, vi rientrano tutti i lavoratori dipendenti, compresi gli apprendisti e i soci lavoratori di cooperativa che abbiano stabilito, con la propria adesione o successivamente all'instaurazione del rapporto associativo, un rapporto di lavoro in forma subordinata, ai sensi dell’art.1, co.3, della L. n.142 del 3 aprile 2001; sono esclusi i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni di cui all’art.1, co.2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165. Restano fuori dall’applicazione delle previsioni citate, gli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato, per i quali trovano applicazione le norme di cui all'art.7, co.1, del D.L. 21 marzo 1988, n.86, convertito, con modificazioni, dalla L. n.160 del 20 maggio 1988, e successive modificazioni, all'art.25 della L. n.457 del 8 agosto 1972, e all'art.7 della L. n.37 del 16 febbraio 1977, e all’art.1 della L. n.247 del 24 dicembre 2007. Per aver diritto alla nuova prestazione, l’art.23 del disegno di legge, prevede che venga riconosciuta ai lavoratori che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione ed in presenza dei seguenti requisiti: a) siano in stato di disoccupazione ai sensi dell’art.1, co.2, lettera c), del decreto

legislativo 21 aprile 2000, n.181, e successive modificazioni ("disoccupati di lunga durata", coloro che, dopo aver perso un posto di lavoro o cessato un'attività di lavoro autonomo, siano alla ricerca di nuova occupazione da più di dodici mesi);

b) possano far valere almeno due anni di assicurazione e almeno un anno di contribuzione nel biennio precedente l'inizio del periodo di disoccupazione.

Non rientrano nella fruizione dell’ASpI i lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato per dimissioni o per risoluzione consensuale del rapporto, fatti salvi i casi in cui quest'ultima sia intervenuta nell'ambito della procedura di cui all'art.7 della L. n.604 del 15 luglio 1966. La nuova indennità ASpI, secondo l’art.24, è rapportata alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi due anni, comprendendo anche gli elementi continuativi e non continuativi e delle mensilità aggiuntive, divisa per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicata per il coefficiente 4,33. Viene applicata una riduzione del 15 per cento dopo i primi sei mesi di fruizione; la stessa indennità se dovuta, viene ulteriormente decurtata del 15 per cento dopo il dodicesimo mese di fruizione. Per i periodi di fruizione dell’indennità sono riconosciuti i contributi figurativi nella misura settimanale pari alla media delle retribuzioni imponibili ai fini previdenziali degli ultimi due anni. I contributi figurativi sono utili ai fini del diritto e della misura dei trattamenti pensionistici; essi non sono utili ai fini del conseguimento del diritto nei casi in cui la normativa richieda il computo della sola contribuzione effettivamente versata. Dal 1° gennaio 2016 e in relazione ai nuovi eventi di disoccupazione verificatisi a decorrere da tale data:

Page 6: Indennità di disoccupazione e periodi neutri

La Circolare di Lavoro e Previdenza, pag. 25 n.21 del 28 maggio 2012

a) per i lavoratori di età inferiore a 55 anni, l’indennità ASpI sarà corrisposta per un periodo massimo di 12 mesi, detratti i periodi di indennità eventualmente fruiti, anche in relazione ai trattamenti brevi di cui all’art.28 (mini-ASpI);

b) per coloro che hanno un’età pari o superiore ai 55 anni, l’indennità è corrisposta per un periodo massimo di 18 mesi, nei limiti delle settimane di contribuzione negli ultimi due anni,detratti i periodi di indennità eventualmente fruiti nel medesimo periodo in base all’art.23 ovvero all’art.28.