indiana jones

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Sebastiano Donelli A.A. 2012-2013 matricola:0000653045 Cinema, Televisione e Produzione Multimediale Esame di Storia e Media (30/01/2013) Indiana Jones: la prima metà del novecento e la seconda guerra mondiale fra Hollywood e Reagan La rilettura dell'affermazione degli Stati Uniti sul Mondo attraverso il blockbuster cinematografico.

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Indiana Jones:la prima metà del novecento e la seconda guerra mondiale fra Hollywood e Reagan.Per l'esame di Storia e Media del CITEM di Bologna. Di Sebastiano Donelli.Short thesis about Indiana Jones and the depiction of World War II in the '80s. The language is italian. For more info contact me at [email protected]

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  • Sebastiano Donelli A.A. 2012-2013 matricola:0000653045

    Cinema, Televisione e Produzione Multimediale

    Esame di Storia e Media (30/01/2013)

    Indiana Jones:la prima met del novecento e la seconda guerra mondiale fra Hollywood e Reagan

    La rilettura dell'affermazione degli Stati Uniti sul Mondo attraverso il blockbuster cinematografico.

    [email protected]

  • Indice

    Introduzione (p. 1)

    La prima parte del secolo breve e il colpo di coda dell'ottocento. (p. 2)

    Indiana Jones: fra Steven Spielberg e Ronald Reagan. (p. 7)

    Indiana Jones: il ricordo di un passato vincente. (p. 10)

    Conclusione: Indiana Jones una trasposizione mediale della storia? (p. 15)

    Appendice: riassunto lezioni di Storia e Media (p. 17)

    Bibliografia (p. 28)

    Introduzione

    Questa ricerca si sviluppa su doppio percorso storico e cinematografico. Il primo con

    l'intenzione di rileggere il periodo che va dalla fine della prima guerra mondiale alla

    fine della seconda, segnando la fine definitiva dell'ottocento e della supremazia

    europea come centro del mondo, in favore della nuova cultura statunitense. In

    particolare questa rilettura si basa sul contrasto fra l'immaginario statunitense dato dal

    cinema dell'epoca e, all'estremo opposto, le ritualit legate all'occulto e al misticismo

    del Nazismo, come il residuo pi oscuro e deleterio del romanticismo ottocentesco.

    Successivamente, analizzare come a distanza di anni questo immaginario stato

    riutilizzato in un ottica pi commerciale attraverso la saga di Indiana Jones, in

    particolar modo i film I Predatori dell'Arca Perduta (Raiders Of Lost Ark, 1981) e

    L'Ultima Crociata (The Last Crusade, 1989); soprattutto nell'ottica dell'immagine

    dell'America attraverso il cinema che la nuova ideologia reaganiana voleva dare;

    cercando anche le contingenze storiche e contestuali che hanno permesso di realizzare

    un film d'azione e fantastico in ambito mainstream, sia per il pubblico che per la

    critica, che trattasse, o almeno attingesse, ai fatti del Nazismo e della seconda guerra

    mondiale.

    Infine definire se Indiana Jones merita di essere considerato come una forma di

    memoria di quel periodo storico, cercando anche i limiti rispetto a produzioni

    drammatiche o prettamente storiche.

    1

  • La prima parte del secolo breve e il colpo di coda dell'ottocento.

    Partendo dalla definizione di Secolo Breve di Eric Hobsbawm, il novecento come

    unit storico-culturale intesa nel periodo che va dalla prima guerra mondiale alla

    dissoluzione dell'URSS. La grande guerra si configura come spartiacque fra l'ottocento

    e il secolo successivo, la fine in modo traumatico del sogno della Belle poque. I

    soldati partiti con ancora immagini dell'eroe romantico o del superuomo di Nietzsche

    dovettero invece confrontarsi con la nuova dimensione della morte atroce e

    impersonale. Politicamente la prima guerra mondiale segna l'inizio della fine

    dell'egemonia europea sul mondo parallelamente all'affermazione degli USA come

    nuovo centro economicoculturale, processo che si completer con il secondo conflitto

    mondiale.

    Fra la fine del conflitto e la crisi del '29, l'Europa si trovava in crisi d'identit divisa fra

    fragili democrazie liberali e l'URSS: in questo contesto che si sviluppa il fenomeno

    del Fascismo nelle sue varie desinenze, talvolta in contrasto fra loro1. Queste varie

    forme condividevano ultra-conservatorismo e nascevano come una sorta di tumore

    del concetto di nazionalit trasformato in nazionalismo. Se da un lato erano uno

    strumento di resistenza di certe lite davanti al terrore rosso sovietico, sul piano

    culturale rappresentavano la resistenza del secolo precedente; in particolare il

    nazionalsocialismo tedesco, meno influenzato dalla chiesa, ha creato una propria

    simbologia che affondava le sue radici nel paganesimo e nella mitologia nordica.

    La conversione postuma, ed erronea, dell'opera di Wagner, rientra in questo ambito.

    L'idea della superiorit dell'artista e della sua arte viene convertita nell'idea della

    superiorit razziale; trasformando la figura del superuomo in quella della razza ariana.

    La stessa operazione fu effettuata anche sul pensiero di Nietzsche, anche se la filosofia

    di quest'ultimo non apparteneva propriamente alla sfera del romanticismo era

    comunque parte del secolo precedente. A dimostrazione dell'incoerenza di questo

    1 Collotti Enzo, Fascismo, fascismi, Firenze, Sansoni Editori, 1990.

    2

  • utilizzo ideologico forzato, Parsifal l'opera che Hitler identificava come sintesi

    migliore della purezza tedesca, fu il principale motivo dei dissidi fra Wagner e

    Nietzsche.

    L'aspetto per pi importante e di portata maggiore era quello ritualistico a carattere

    mitologico e pagano, che divenendo una vera e propria religione di stato permise di

    distaccarsi dalla chiesa e di non avere contro-poteri nel rapporto con la popolazione;

    questa era una grande differenza rispetto al Fascismo italiano e ad altri regimi pi

    legati al mondo ecclesiastico e al suo appoggio. Questi rituali non avevano tanto

    importanza in s, ma in quanto mimesis, ovvero il voler rievocare uno specifico

    immaginario per creare coesione fra il popolo2.

    Rimanendo nell'ambito della ritualit, Himmler cre una vera e propria

    weltanschauung che affondava le sue origini nell'occulto, e identificava gli

    appartenenti alle SS come moderni crociati, con forme simili a quelle dei gesuiti

    (paradossalmente da loro perseguitati), ed aveva come centro operativo il castello di

    Wewelsburg3. Non si tratta di pazzia o semplice fanatismo di Himmler o di sola

    propaganda (ipotesi che non avrebbe senso in quanto erano rituali segreti), ma di una

    legittimazione che trae il suo valore dal mito e dall'antico, necessaria a rinforzare lo

    spirito di uno stato offeso dalla sconfitta nella prima guerra mondiale e dalla sue

    conseguenze.

    Anche le spedizioni in Tibet o nel Caucaso, alla ricerca delle origini della societ

    ariana, oppure la ricerca del Sacro Graal o di altri reperti di fanta-archeologia, non

    erano tanto importanti ai fini della propaganda, dato che si trattavano di operazioni

    sconosciute ai pi e neanche per finalit politiche o militari; ci che rende veramente

    interessanti questi aspetti oscuri del Nazismo, sono questi residuali di credenze e

    rituali dati per estinti dopo l'Illuminismo.

    2 Freund Ren, La magia e la svastica. Occultismo, new age e nazionalsocialismo, Torino, Lindau, 2006, p. 87.3 Freund Ren, op. cit., pp. 105-106.

    3

  • proprio l'opposizione ai principi dell'Illuminismo ad essere i filo che collega questi

    aspetti limitrofi ad altri fatti pi tragici e drammatici come il Progetto Lebensborn e

    ovviamente l'antisemitismo che sfocer nella Shoah; vi era un culto della morte,

    presente anche negli altri fascismi, in netta opposizione con i pi elementari diritti

    dell'uomo. La stessa resistenza intellettuale europea identificher nel Secolo dei Lumi

    il baluardo da difendere dalle barbarie del NaziFascismo4.

    La vera opposizione, almeno sul piano simbolico, a questo scenario non era tanto

    interna all'europa, ma nella nuova potenza centrale del mondo, gli Stati Uniti, anch'essi

    alle prese con problemi come la segregazione razziale e la crisi del '29, ma con una

    risposta nettamente opposta che li configurava come il continuo dei principi

    dell'Illuminismo, o meglio, come la vera evoluzione introdotta dal novecento.

    Se in Germania la crisi del '29 e la caduta di Weimar signific una regressione nel

    Nazismo, gli USA risposero alla crisi economica con l'elezione di Roosevelt e il New

    Deal, quindi con il passaggio verso un capitalismo pi umano. Se nel Terzo Reich,

    come in parte dell'Europa, veniva fomentato il razzismo e l'antisemitismo, negli Stati

    Uniti, seppur fra mille difficolt e controversie, si cementava ulteriormente una nuova

    societ multietnica. Non solo questione di facili suggestioni del sogno americano, ma

    anche, se non soprattutto, una diversa gestione delle proprie politiche economiche e

    sociali.

    Metafora perfetta della differenza il cinema sia sull'aspetto produttivo che quello

    contenutistico; negli Stati Uniti, Hollywood aveva gi preso le dimensioni di un

    industria di massa di livello mondiale, non riducendosi a film marcatamente

    propagandistici (almeno non direttamente) e neanche, all'estremo opposto,

    soffermandosi su un discorso avanguardistico. Anche se sotto rigidissimi vincoli, con

    il codice Hays, vi era una relativa libert espressiva, almeno rispetto alle nazioni con

    regimi totalitari, dettata da logiche di mercato. Hollywood viveva quella che in seguito

    4 Traverso Enzo, A ferro e fuoco. La guerra civile europea 1914-1945, Bologna, Mulino, 2007, pp. 205-213.

    4

  • fu definita la sua Golden Age o era dello Studio System, ed era uno dei principali

    veicoli dell'immaginario collettivo statunitense sia al suo interno che all'estero.

    Analogamente ad altri settori produttivi, come quello scientifico, vi fu un

    inglobamento degli esuli artistici, soprattutto ebrei (sopratutto tedeschi) dissidenti

    verso il regime nazista (o comunque dal clima venutosi a creare gi prima del suo

    avvento al potere), che arricch il patrimonio cinematografico statunitense. Registi

    come Ernest Lubitsch, F. W. Murnau o Fritz Lang trovarono nuove opportunit a

    Hollywood, integrandosi nel suo sistema produttivo. interessante notare come in

    questi film, soprattutto fra gli anni venti e trenta, spesso descrivono l'Europa come

    luogo decadente, emblematico il caso di Erich Von Stroheim che descrive il vecchio

    continente con eccessivo naturalismo, toccando volutamente il kitsch, dissacrando

    l'impero asburgico e la mitteleuropa come un luogo malsano.5

    Il cinema emblema di Roosvelt e al New Deal quello di Frank Capra. Spesso

    criticato, il suo ottimismo ingenuo nascondeva invece una critica interna a quel lato

    cinico e spietato che aveva condotto verso la crisi del '29, in opposizione ad essa vi era

    la gente semplice e onesta che rappresentava i valori puri e onesti della societ

    statunitense e che l'avrebbe condotta fuori dalla crisi6. Durante la seconda guerra

    mondiale Frank Capra cambi registro con la serie di documentari propagandistici

    Why We Fight dove gli Alleati (URSS compreso) venivano raffigurati come ultimo

    baluardo contro le potenze dell'asse, l'obbiettivo era quello di convincere la

    popolazione sull'intervento nella guerra.

    Rimanendo in ambito di propaganda, anche la Disney collabor in modo attivo,

    realizzando video di addestramento ma anche cortometraggi animati a carattere

    comico dove venivano derise e caricaturizzate le potenze dell'Asse. In questi prodotti

    ritroviamo riflessi tutti quegli elementi mistici di derivazione romantica del Nazismo,

    come l'educazione al culto della morte in Education for Death: The Making of the

    5 Bertetto Paolo (a cura di), Introduzione alla storia del cinema. Autori, film, correnti, Torino, Utet, 2002, p. 92.6 Hjort Mette e Mackenzie Scott, Cinema & Nation, Londra e New York, Routledge, 2002, pp. 32-43.

    5

  • Nazi; in questo cortometraggio animato vi una vera e propria presa in giro della

    propaganda e dell'immaginario nazista: all'inizio vediamo una strega malvagia che

    rappresenta la democrazia (nella logica del Terzo Reich) mentre invece la Germania

    la Bella Addormentata che viene salvata da un cavaliere puro, stile Parsifal; il tutto

    per prende una piega sarcastica quando la Bella Addormentata si rivela essere una

    valchiria obesa e il cavaliere puro non altri che una caricatura di Hitler.

    Questo punto di vista leggeva il secondo conflitto mondiale come una lotta per

    preservare la libert e il progresso. Visto in modo pi cinico e meno idealistico la

    differenza fra i due schieramenti sta anche nel concetto di espansione territoriale: se le

    potenze dell'Asse puntavano a conquistare fisicamente i territori, mostrando quindi

    ancora una concezione ottocentesca, invece agli USA e i suoi alleati importava

    mantenere e aumentare la propria egemonia economica e politica (spesso in maniera

    indiretta) sul mondo.

    Per gli Stati Uniti significava il compimento di un percorso iniziato con la guerra

    d'indipendenza, dopo essersi liberati dalla vecchia madre Europa e aver conquistato

    sempre pi importanza, fino ad affermarsi come prima potenza mondiale e centro

    economico-culturale del mondo. La seconda guerra mondiale signific la definitiva

    subordinazione dell'Europa, anche le nazioni vincitrici come Regno Unito e Francia

    dovettero adattarsi, velocizzando il processo di decolonizzazione. L'unica nazione che

    si poteva dichiarare come autentica vincitrice era l'Unione Sovietica che seppur in

    modo diametralmente opposto rappresentava anch'essa un modello nuovo e diverso a

    quello del resto del continente, enfatizzando la sua natura antifascista7.

    Un fatto pu essere messo a simbolo di questo trionfo del nuovo sul vecchio:

    quando l'esercito alleato occup il teatro di Wagner a Bayreuth allestendo music hall e

    concerti di musica afroamericana8; la vittoria di una societ multietnica su un simbolo

    (forzato e decontestualizzato) della purezza germanica.

    7 Judt Tony, Dopoguerra. Come cambiata l'Europa dal 1945 a oggi, Milano, Mondadori, 2007, p. 2678 Spotts Frederic, Bayreuth. A history of the Wagner festival, New Haven , Yale University Press, 1996.

    6

  • Proprio il cinema sar fra i prodotti che pi marcheranno il nuovo dominio statunitense

    in Europa, che senza le barriere precedenti divenne il principale mercato di

    importazione, innescando allo stesso tempo una reazione di rinnovamento interno alle

    varie cinematografie nazionali9.

    Indiana Jones: fra Steven Spielberg e Ronald Reagan.

    Negli anni ottanta, all'inizio dell'epopea reaganiana questo immaginario, di uno

    scontro fra vecchio e nuovo, verr riutilizzato nella saga di Indiana Jones, di

    Steven Spielberg e George Lucas. Per poter per utilizzare elementi della seconda

    guerra mondiale in un contesto di puro entertaining, ma allo stesso tempo ottenere

    riconoscimento di pubblico e critica, si sono rese necessarie tre condizioni:

    cinematografiche - artistiche, cinematografiche produttive e politico storiche.

    Condizioni cinematografiche - artistiche

    Fino al primo capitolo di Indiana Jones, sotto l'aspetto sia della critica che del pubblico

    mainstream, la componente drammatica era un requisito fondamentale per trattare

    l'argomento del Nazismo o di fatti correlati ad esso. Unica eccezione era un certo tipo

    di commedia, in quanto specchio riflesso del dramma, in una falsit esplicita e

    quindi onesta, seppur in minor misura e non senza polemiche: un filone che si pu

    identificare con una serie di film che partono da Il Grande Dittatore (The Great

    Dictator, 1940) di Charlie Chaplin e Vogliamo Vivere! (To Be or Not to Be, 1942) di

    Ernst Lubitsch. Vi erano determinati limiti che non dovevano essere travalicati, come

    accadde con il film di Jerry Lewis del 1972 The Day the Clown Cried, ambientato in

    un campo di concentramento, mai rilasciato dallo stesso regista in quanto il mix fra

    comicit e dramma diede un risultato raccapricciante.

    Oltre a questo settore che traspariva direttamente i reali fatti storici, ve ne era un altro

    9 Judt Tony, op. cit., pp. 285 - 290

    7

  • che semplicemente vi attingeva, con diversi gradi di coerenza, per fini di puro

    intrattenimento. Questo era un sottobosco di differenti generi, dalle ambizioni e sorti

    diverse, i quali per condividevano il fatto di nascere comunque come prodotti di

    livello inferiore rispetto alle produzioni drammatiche, a parte poche eccezioni, anche a

    livello di budget; ad esempio il filone denominato sadiconazista10, nato in Italia, fra

    gli anni sessanta e ottanta, per poi evolversi nella nazisploitation, che passava da

    opere in stile pulp all'erotismo spinto, come Ilsa, la belva delle SS (Ilsa, She Wolf of

    the SS, 1975) o Salon Kitty (1975) di Tinto Brass.

    Dall'altra parta vi era il cinema di genere, a maggioranza fantastico fantascientifico,

    che aveva certamente maggior pudore per i fatti storici, spesso neanche

    contemplandoli direttamente; proprio per questo, dato il suo livello contenutistico,

    erano considerati comunque come prodotti minori di mero intrattenimento. Certamente

    c'erano alcune eccezioni, come I Ragazzi Venuti Dal Brasile (The Boys From Brazil,

    1978) di Franklin Schaffner, per certi versi precursore di Indiana Jones, ma senza gli

    stessi mezzi e riscontro culturale e di pubblico.

    Le condizioni mutano alla fine del periodo della New Hollywood negli anni settanta,

    che rinnov le forme linguistiche del cinema statunitense, spesso sovvertendo le

    vecchie logiche commerciali e culturali. Nel decennio successivo queste innovazioni

    verranno utilizzate per nel nuovo assetto commerciale, con i primi moderni

    blockbuster, che a livello di contenuti erano aderenti al nuovo clima politico.

    Per questo motivo, riguardo ad Indiana Jones, il fatto che Spielberg sia di origine

    ebraica e che nel corso della sua carriera affronter la seconda guerra mondiale in tutti

    i suoi aspetti e in differenti generi, dal comico 1941 - Allarme a Hollywood (1941,

    1979) al militaresco Salvate il Soldato Ryan (Saving Private Ryan, 1998), per quanto

    significativo un aspetto limitrofo; il vero aspetto che gli permette di qualificarsi

    come prodotto alto, la sua qualit artistica, eredit del percorso artistico della New

    10 Bridges Elizabeth, Magilow Daniel H. e Vander Lugt Kristin T. (a cura di), Nazisploitation! The nazi image in low-brow cinema and culture, New York, The Continuum International Publishing Group, 2012, p. 25.

    8

  • Hollywood del decennio precedente. Una ricercatezza artistica e di mezzi che

    conferisce rispetto allo scenario storico delle vicende della saga: questa la grande

    differenza rispetto la nazisploitation e i vecchi film di genere.

    Condizioni cinematografiche produttive

    Per quel che riguarda la televisione, con alcuni casi particolari come Gli Eroi di

    Hogan (Hogan's Heroes, 1965-1971), serie di notevole successo, ma che ancora oggi

    oggetto di critiche per aver trattato con troppa leggerezza il suo periodo storico; da

    essa che proviene il prodotto che cambier lo scenario: la miniserie Olocausto

    (Holocaust, 1978), un successo internazionale, la cui importanza, non fu solo quella di

    diffondere il tema dell'Olocausto ad un pubblico mainstream, ma da un punto di vista

    prettamente commerciale fu anche quella di rendere la seconda guerra mondiale molto

    appetibile per aver successo di pubblico11.

    Questo nuovo contesto un'altra condizione necessaria per l'ascesa di Indiana Jones,

    non tanto perch il personaggio ideato da George Lucas rispondeva direttamente ad

    una necessit di film su quell'argomento, ma perch lo sdoganamento commerciale di

    questi fatti ne permetteva un uso pi libero in altri ambiti. Su un piano essenzialmente

    economico e produttivo, le nuove politiche economiche di Reagan cambiano l'assetto

    commerciale delle industrie culturali12, favoriscono un nuovo assetto di Hollywood che

    si fonda sui blockbuster su pi canali mediali, i cui esponenti principali erano proprio

    Steven Spielberg e George Lucas.

    Condizioni politico storiche.

    L'altra condizione il contesto storico reaganiano, nel suo conservatorismo misto alla

    cultura pop, con la volont di dare una nuova immagine agli USA dopo il decennio

    precedente, in concomitanza a nuove esigenze del mercato cinematografico.

    11 Bridges Elizabeth, Magilow Daniel H. e Vander Lugt Kristin T. (a cura di), op. cit., p. 22-2312 Hesmondhalgh David, Le industrie culturali, Milano, Egea, 2008, pp. 236-265.

    9

  • Gli anni ottanta sono il periodo d'oro dei film di intrattenimento, in special modo la

    fantascienza e l'azione. Uno dei fattori di questo successo sta nella predisposizione del

    pubblico alla pura sensazione a discapito di elementi critici o introspettivi, almeno in

    ambito mainstream13. Dopo la New Hollywood, vi una sorta di riproposizione

    moderna dello Studio System, c' la volont di offrire prima di tutto un prodotto nella

    sua accezione commerciale, cos come nel pubblico di recepirlo in tal modo.

    Indiana Jones: il ricordo di un passato vincente.

    Dopo lo scandalo Watergate e il fallimento della presidenza Carter, gli anni settanta

    rappresentavano una forte crisi d'identit. In risposta a ci, la nuova ideologia

    conservatrice reaganiana diede una nuova immagine forte degli Stati Uniti, che

    attingeva dal suo passato. Cinematograficamente l'emblema di questo periodo sono i

    due film di Sylvester Stallone del 1982: Rocky III e Rambo (First Blood). Entrambi

    erano la risposta reaganiana rispettivamente alla recessione economica e alla guerra

    del Vietnam, il primo in confronto ai suoi due capitoli precedenti, il secondo verso film

    di fine anni settanta come Taxi Driver (1976), Il Cacciatore (The Deer Hunter, 1978) e

    Apocalypse Now (1979). In questi lungometraggi vi l'assenza di un discorso critico

    politico14 e una sorta di recupero della virilit perduta nella figura dell'eroe che

    rappresenta l'America offesa, con il genere dell'action movie perfettamente funzionale

    alla sua diffusione di massa.

    Indiana Jones si differisce per dai due film di Stallone, con il loro sequel, e in

    generale da quelli di genere marcatamente reaganiani15, come Top Gun (1986), per

    due motivi: 1) il background culturale e politico dei suoi due autori, 2) il fare

    riferimento non ad un passato scomodo, ma ad un ricordo vincente che ha segnato la

    supremazia USA sul resto del mondo.

    13-La Polla Franco, Poetiche del cinema hollywodiano contemporaneo, Torino, Lindau, 2001, p. 13114 Davies Philip John e Davies Paul, American Film and politics from Reagan to Bush, Glasgow, Manchester University Press, 2002, p.12315 Scott Ian, American politics in Hollywood film, Edinburgo, Edimburg University Press, 2000, p.83

    10

  • Notoriamente democratici, Spielberg e Lucas, danno una visione degli Stati Uniti forte

    ma ottimista, non c' vendetta o la volont di dimostrare la propria superiorit fisica o

    militare. Ironia della sorte nel quarto capitolo della saga, Il Regno del Teschio di

    Cristallo (Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull, 2008), il protagonista

    dichiarer le proprie simpatie repubblicane con lo slogan I Like Ike.

    In realt la matrice reaganiana si nasconde in pi elementi: il primo l'utilizzo dei due

    immaginari prima descritti, quello del cinema americano e del misticismo nazista, con

    il primo che prevarica nettamente sul secondo. Il Nazismo dipinto come un impero

    irrazionale e malvagio ma anche in modo umoristico nel momento della sconfitta,

    ricordando la caricatura di Hitler in Education for Death: The Making of the Nazi.

    Indiana Jones rappresenta il nuovo, un archeologo, un uomo di cultura e scienza che

    deve sistemare laddove l'Europa non riesce, ancora alle prese con i resti del secolo

    passato, rischiando di finire in mano alla sua desinenza pi mostruosa: il Nazismo.

    Non un caso che nei due capitoli della saga dove gli antagonisti sono i nazisti i

    reperti sono di matrice ebraica e cristiana, ovvero L'Arca Dell'Alleanza e il Sacro

    Graal, quindi spetta agli USA salvare le radici della civilt occidentale. Ritornando ai

    diversi concetti di espansione territoriale: se i nazisti vogliono impadronirsi di queste

    reliquie, Indiana Jones mira soltanto ad impedirne l'uso in mani sbagliate.

    I film sono ambientati negli anni trenta, quindi ci viene mostrato il mondo prima della

    sconfitta del Terzo Reich; non un semplice sguardo a posteriori per farci vedere la

    malvagit del Nazismo: lo spettatore, sapendo i reali fatti storici, ha la visione di quali

    erano le alternative al mondo prima dell'affermazione statunitense. Scenograficamente

    Indiana Jones ci mostra un mondo esotico e affascinante ma ancora selvaggio e

    pericoloso, mentre invece gli USA (spesso l'introduzione e l'epilogo delle avventure)

    sono gi un luogo moderno rappresentato dal campus universitario in cui l'archeologo

    insegna. Per questo motivo anche Il Tempio Maledetto (Indiana Jones and Temple of

    Doom, 1984), pur non coinvolgendo i nazisti rimane nella stessa ottica, perch ci parla

    11

  • comunque di un mondo pre-dominio usa, ovvero quello del colonialismo inglese.

    Anche lo stesso look di Indiana Jones, con il giubbotto di pelle e la frusta, gli

    conferisce un tono diverso e pi moderno rispetto agli altri personaggi.

    Il ruolo di Harrison Ford non un un superuomo alla Rambo, sembra un misto fra

    Humphrey Bogart in Casablanca (1942) e i personaggi interpretati da Gary Cooper o

    Clark Gable nei film di Frank Capra. un personaggio genuinamente imperfetto, che

    non disdegna l'autoironia. Il collegamento fra Capra non significativo soltanto per le

    citazioni o per i percorsi artistici simili. Anche Spielberg fu accusato di troppa

    ingenuit infantile salvo poi svoltare con film come Salvate il Soldato Ryan e

    Schindler's List (1993)16; ma significativo per il fatto che attraverso Indiana Jones

    simboli dell'epoca di Roosevelt, gli anni trenta, sono riutilizzati nel periodo

    reaganiano, come a voler sottolineare un periodo pre-'68 (almeno nella sua

    accezione di contestazione), al di l della provenienza politica dei vari presidenti che si

    sono susseguiti. Diversi nel credo politico ed economico, vi un parallelismo fra

    Roosevelt e Reagan: entrambi furono presidenti "unificatori" ricevendo consensi da

    una consistente parte di abituali elettori del campo avverso17.

    Questo ritorno di valori conservatori si ritrova anche in altri elementi come il richiamo

    al nucleo famigliare, ne Il Tempio Maledetto, oppure alla figura supereroistica che non

    non vuol solo manifestare quell'esaltazione tipica dei film americani, ma invertire la

    controtendenza all'anti-eroe del decennio precedente.

    Nei primi due film vi un utilizzo di determinati elementi storici, come il Nazismo o il

    colonialismo, ma tutti indirizzati al fine primario dell'intrattenimento; l'esercito nazista

    sembra pi una delle tante espressioni delle forze del male. Ne L'Ultima Crociata del

    1989 per il contenuto storico si fa pi evidente, grazie anche la figura del padre di

    Indiana Jones, interpretato da Sean Connery, figura morale che denuncia il Nazismo

    16 La Polla Franco, Steven Spielberg, Milano, Il Castoro/L'Unit, 199517 Hayward Steven F., The age of Reagan. The conservative counterrevolution. 1980-1989, New York, Crown Forum,2009, pp. 6-7 e 168-169

    12

  • come oscurantismo umano e culturale, riportandoci quindi a quell'idea di difesa dei

    principi dell'Illuminismo fatta da molti intellettuali. Citando Henry Jones Sr. da una

    scena del film: Che quegli imbecilli, che marciano con il passo dell'oca come lei,

    dovrebbero leggerli i libri invece di bruciarli!

    Nel 1987 Spielberg rilasci il film L'Impero Del Sole (Empire Of Sun, 1987),

    ambientato sul fronte orientale, probabilmente a seguito di questa maturazione che il

    terzio episodio pi propenso a manifestare la sua correlazione storica. Anche il

    contesto storico-cinematografico per era lievemente cambiato. Manifestandosi un

    senso di autocritica del sogno americano, il mito reaganiano stava mostrando le prime

    crepe, per poi terminare nel decennio successivo. Esempi di questo cambiamento sono

    due film di Oliver Stone come Wall Street (1987), che mostrava il lato cinico e crudele

    dell'economia americana, e Platoon (1986) che insieme a Full Metal Jacket (1987) di

    Stanley Kubrick riprendeva un discorso critico sul Vietnam.

    Ovviamente L'Ultima Crociata rimane comunque nei canoni dell'intrattenimento,

    Spielberg lo dichiara esplicitamente in una delle scene pi emblematiche dalla saga:

    Indiana Jones e il padre sono costretti a recarsi nella tana del leone a Berlino, qui

    durante una manifestazione pubblica c' un faccia a faccia con Hitler che si risolve in

    un involontario autografo. In questa scena vediamo dunque il protagonista rimanere

    impassibile davanti la vera storia, ed il registra ci vuole sottolineare un limite da non

    passare, in segno di rispetto alla realt, perch la sconfitta del Nazismo fu ottenuta

    dopo eventi drammatici e non per mano di un supereroe come nel cinema.

    Lo stesso limite si manifesta nel giusto pudore a non voler trattare argomenti troppo

    seri come l'Olocausto. Questa anche la differenza di contesto sia storico che

    cinematografico di Bastardi Senza Gloria (Inglourious Basterds, 2009) di Quentin

    Tarantino, altro film che tratta il Nazismo in maniera non drammatica, ma che a

    differenza di Indiana Jones non si fa problemi ad entrare nella storia esplicitamente

    anche evocando fatti drammatici, a favore di un genere e un target di pubblico

    13

  • leggermente differenti da quelli dell'archeologo, decisamente meno politically

    correct .

    Altra fonte di contatto con la storia il dipinto che viene dato delle altre nazionalit; la

    prima cosa che balza all'occhio sono quelle europee: francesi, austriaci e inglesi sono

    dipinti in modo critico, espressione di un vecchio mondo in decadenza. Francia e

    Austria sono rappresentati da archeologi meschini e venduti al Nazismo, Ren Belloq

    e Elsa Schneider, rispettivamente nel primo e terzo capitolo. Pi sottile la critica agli

    inglesi in India, che non si accorgono e non fanno nulla contro i seguaci del culto di

    Kali, intervenendo alla fine a giochi ormai fatti. Le altre nazionalit invece mostrano

    volti pi diversificati, sia aiutanti che antagonisti, anzi, nella maggior parte dei casi chi

    aiuta Indy se non un connazionale di origine araba o asiatica, come per indicare gli

    oppressi che aiutano gli USA nella liberazione del mondo dal male.

    Pi opinabile l'aver presentato praticamente tutti gli americani dalla parte del bene,

    eccezion fatta per il personaggio di Walter Donovan nel terzo film, che richiamando a

    quelle personalit che dietro idee non interventiste simpatizzavano o appoggiavano il

    Nazismo. Trattandosi per di un film d'azione, per di pi negli anni ottanta, la cosa

    pi che comprensibile. Non altrettanto sono due assenze fra gli antagonisti: Italia e

    Giappone.

    Nonostante una parte consistente de L'Ultima Crociata sia ambientata a Venezia,

    nessun riferimento viene fatto al Fascismo che sembra non esistere. Il Giappone invece

    viene completamente escluso da tutti i film (e anche dalla serie tv Le Avventure del

    Giovane Indiana Jones). I due maggiori alleati del Nazismo vengono quindi esclusi

    nettamente, una sorta di ipocrisia dove vi la paura di entrare troppo in un ambito

    politico. Nella logica dei film d'intrattenimento, sembra esistere solo il Nazismo in

    quel periodo storico. Il Fascismo italiano e il nazionalismo giapponese, rimangono

    indissolubilmente legati ai loro stati; al contrario il Terzo Reich sembra essere un'entit

    esterna, quasi non umana (quindi non tedesca); probabilmente riflesso delle sorti

    14

  • differenti che ebbero questi tre stati dopo il 194518 e dei loro rapporti con gli USA. A

    riprova di questa ipocrisia, c' il fatto che l'URSS verr affrontato solo nel quarto

    capitolo del 2008, a Guerra Fredda gi conclusa da molto tempo, ma non solo:

    nell'episodio Petrograd, July 1917 della serie TV (prima messa in onda nel 1993),

    Indy sar coinvolto nella rivoluzione e far la conoscenza di Lenin; curioso notare

    l'ambiguit con cui vengono trattati questi argomenti, dimostrandosi un argomento

    politico pi scomodo da trattare del Nazismo.

    Paradossalmente, un prodotto di minor impatto come Le Avventure del Giovane

    Indiana Jones (The Young Indiana Jones Chronicles, 1992-'93), dato il suo secondo

    fine esplicitamente educativo, mostrava maggior attinenza ai fatti storici, siccome ogni

    puntata il protagonista aveva a che fare con avvenimenti o personaggi realmente

    esistiti. Tuttavia, anche in questo caso ci si trovava di fronte agli stessi meccanismi e

    clich dei quattro film hollywoodiani.

    L'ultima cosa da sottolineare il richiamo a Wagner che fa l'autore della colonna

    sonora, John Williams, suo ammiratore e sua dichiarata fonte d'ispirazione. Il tema di

    Parsifal viene ripreso ne L'Ultima Crociata, dato che tratta del Sacro Graal, come

    leitmotiv riferito ai due Jones. Quindi John Williams vuol ridare valore a Wagner non

    cadendo nel luogo comune di associarlo al Nazismo.

    Conclusione: Indiana Jones una trasposizione mediale della storia?

    Alla fine di questo percorso ritorniamo alla domanda iniziale: Indiana Jones pu essere

    considerato una forma di ricordo? Ovviamente la saga ideata da George Lucas e

    Steven Spielberg non una riproposizione storica, non solo per la mancanza di fatti

    realmente esistiti, ma perch il suo fine non quello di ricordare, ma di intrattenere, di

    offrire un'emozione al pubblico pi generico.

    18 Judt Tony, op. cit., pp. 54 -81.

    15

  • Certamente, come stato spiegato prima, frammenti di storia ci sono, come il mondo

    del colonialismo o la passione per l'occulto del Terzo Reich, cos come sono presenti

    sotto-testi recepibili per da una minoranza, che ovviamente non rappresentano il

    target primario per un blockbuster hollywoodiano.

    La sua natura di prodotto di massa per il motivo che lo fa qualificare come

    strumento della memoria: il fatto che certi concetti basilari siano utilizzati con la

    consapevolezza di essere recepiti da un pubblico vasto, generico e sopratutto

    depoliticizzato come quello del blockbuster hollywoodiano, come l'identificazione del

    Nazismo come male assoluto e la contrapposizione degli Stati Uniti a ci,

    espressione di come una certa memoria collettiva stata condivisa e introiettata,

    almeno per l'area geoculturale occidentale.

    La saga di Indiana Jones non solo utilizza questi valori, ma ne diventa promotrice, sia

    in maniera diretta che indiretta, sempre verso quel pubblico di massa indifferenziato;

    ed proprio in questo frangente che rientrava la logica reaganiana dell'immagine che

    voleva dare dell'America e che per i suoi detrattori era una forma di imperialismo

    culturale19.

    19 Hesmondhalgh David, op. cit., pp. 236-265.

    16

  • Appendice: riassunti lezioni di Storia e Media

    Prima lezione (1/10/2012)

    Introduzione:

    La storia attraverso i media

    L'uomo ha sempre rielaborato e tramandato la sua storia attraverso i mezzi di

    comunicazione, i media, fruibili dalla societ. Questo fenomeno viene indicato anche

    con il termine public history. Tale processo per pu essere visto anche come una

    ricostruzione della propria storia, sopratutto a seguito di eventi traumatici come i

    periodi post-bellici; abbiamo quindi una storia pubblica che sempre esistita, non

    solo attraverso gli storici ufficiali.

    La storia viene quindi elaborata secondo diversi modi di rappresentazione, che

    spaziano dall'arte all'urbanistica, passando per le liturgie sociali: citt concepite come

    rappresentazione della nazione, la monumentalistica civile (basti pensare alla diverse

    statue di eroi nazionali), i luoghi di battaglia o i cimiteri militari, la musica, le festivit

    nazionali, oppure i musei moderni per rappresentare la potenza economica di un paese

    e allo stesso tempo alfabetizzarne la popolazione; per quello che riguarda quest'ultima,

    essa viene legata allo Stato tramite elementi costitutivi come le tasse, l'istruzione e

    l'esercito. La storia pubblica rappresenta quindi anche la pedagogia della nazione. In

    particolare l'Ottocento un punto di svolta, da una parte con la comparsa degli stati-

    nazione, e la ricerca di una forte identit nazionale, dall'altra con le esposizioni

    universali che cambiano la fisionomia della citt.

    Seconda lezione (2/10/2012)

    La memoria nel primo dopoguerra

    Per troppo tempo, almeno fino agli anni '80, la storiografia si concentrata troppo

    sull'aspetto esclusivamente militare e strategico della Grande Guerra. Oggi invece si

    17

  • hanno maggiori nozioni non solo sulla vita dei soldati prima e dopo il conflitto, ma

    anche dei civili rimasti a casa, in quanto agente economico e produttivo, ed altro

    aspetto da considerare la diversa stratificazione sociale dell'esercito. Altro fatto

    interessante il contrasto che si avverte fra le rimanenze e le aspettative derivanti da

    concezioni ancora romantico-ottocentesche e la nuova dimensione reale della guerra, i

    suoi orrori derivanti dalle nuove armi ai alla violenza interna agli schieramenti

    (diserzioni). A differenza dei conflitti precedenti, la Prima Guerra Mondiale, anche per

    i vincitori, ricordata per le atrocit e le carneficine.

    Al termine della guerra i combattimenti vengono, almeno idealmente, erti a eroi come

    pilastri nel nuovo mondo da ricostruire; si formano associazioni create dai reduci con

    esiti diversi: in Francia saranno promotori della democrazia, in Italia e in Germania

    saranno fattori correlati alle dittature che si instaureranno da l a poco; Vi anche

    l'inizio di riti e pellegrinaggi i luoghi specifici, come i campi di battaglia e i sacrari,

    oppure i vari cimiteri monumentali nelle varie citt. Come giustificazione del

    sacrificio, vengono indette anche commemorazioni e feste nazionali. Ad emblema di

    queste ritualit vi quella del Milite Ignoto, tema trattato ad esempio nel film francese

    di Bertrand Tavernier La Vita e Niente Altro (La Vie Et Rien D'autre, 1989).

    A cavallo fra le due guerre mondiali, vengono prodotti i primi film che parlano del

    primo conflitto, molto spesso per censurati o vietati a causa dell'immagine negativa

    che davano della guerra; caso emblematico il film All'Ovest Niente Di Nuovo (All

    Quiet on the Western Front, 1938) di Lewis Milestone tratto da un romanzo di Erich

    Maria Remarque. Altro film da menzionare, decisamente pi recente, Gli Anni

    Spezzati (Gallipoli, 1981) di Peter Weir, con un giovane Mel Gibson. Film che parla

    del coinvolgimento australiano, al fianco del Regno Unito, durante la battaglia di

    Gallipoli; il lungometraggio si prefigura come un momento chiave nella coscienza

    nazionale australiana nel rivendicare l'indipendenza definitiva dall'impero britannico.

    18

  • Terza lezione (8/10/2012)

    Le diverse rappresentazioni filmiche della Grande Guerra in Italia

    La prima cosa da sottolineare, riguardo i film sulla Grande Guerra, che bisogna

    tenere conto non solo dei combattimenti nelle trincee ma anche quelli che parlano, in

    maniera indiretta, anche attraverso le vicende dei civili rimasti a casa.

    Durante il ventennio fascista, i lungometraggi sul primo conflitto mondiali possono

    essere divisi in due periodi cronologici diversi: prima e dopo la guerra in Etiopia. Il

    Fascismo inoltre imped la diffusione di film stranieri come All'Ovest Niente Di Nuovo

    (All Quiet on the Western Front, 1930) oppure La Grande Illusione (La Grande

    Illusion, 1937); negli anni cinquanta questi film troveranno circolazione nel paese ma

    molto spesso con vistosi tagli.

    Al termine del secondo conflitto mondiale e nelle prime fasi della Guerra Fredda, le

    pellicole riguardanti la Grande Guerra seguono grossomodo gli stessi stilemi fascisti

    adeguatamente modificati: un nazionalismo e una retorica abbastanza banale e

    superficiale. Esempi possono essere film come La Fiamma Che Non Si Spegne (1949)

    oppure Amori Di Mezzo Secolo (1954).

    In questo lasso di tempo, un fattore determinante sono le leggi di censura, nel 1949.

    Inoltre viene applicata la censura preventiva, non obbligatoria ma necessaria se si

    vogliono finanziamenti statali (anche la Francia adotter un sistema simile, ma con

    funzionari e di conseguenza esiti differenti). Va inoltre ricordato che Badoglio elimina

    il Fascismo dai programmi delle scuole (e di conseguenza la seconda guerra mondiale,

    rimane solo nelle memorie dei reduci, nel cinema e nell'arte in generale), e fino agli

    anni sessanta (1962 circa) si far riferimento al massimo fino alla Grande Guerra.

    La svolta a questa situazione censoria avviene a partire dal ritorno dei pieni poteri

    italiani su Trieste fra il 1954 e il 1959. I tempi erano maturi per una rilettura pi

    19

  • profonda. Il primo caso importante la produzione italo-americana di Addio Alle Armi

    (A Farewell to Arms, 1957) di Charles Vidor; un film allo stesso tempo aiutato dallo

    Stato italiano in quanto produzione USA, ma anche ostacolato perch parla della

    disfatta di Caporetto.

    Con La Grande Guerra di Monicelli, del 1959, parte definitivamente il revisionismo al

    mito del primo conflitto mondiale: per la prima volta, non solo si da un immagine pi

    realista (ad esempio il fango che sporca le trincee) ma affronta tale argomento

    attraverso la commedia. Gli anni settanta si contraddistinguono con film che utilizzano

    la guerra come metafora universale per le incertezza politiche del presente come

    Uomini Contro (1970) di Francesco Rosi, o le sequenze riguardo il conflitto (seppur

    non mostrato direttamente) presenti in Novecento (1976) di Bernardo Bertolucci.

    A partire dagli anni ottanta fino ai giorni nostri si assiste ad un calo di qualit riguardo

    i film che trattano l'argomento, a partire da prodotti come Porca Vacca (1982) con

    Renato Pozzetto, per arrivare alla fiction Mediaset del 2004 L'Amore e La Guerra,

    quest'ultima con diverse inesattezze storiografiche purtroppo non smentite.

    Quarta lezione (9/10/2012)

    Le diverse modalit di ricordo del secondo conflitto mondiale dopo il 1945

    Per quello che riguarda il turismo storico, importantissimo per la rilettura del

    passato, l'Italia abbastanza indietro, sia in termini di quantit che di qualit, rispetto

    ad altri paesi. Unica eccezione il museo di Rovereto; in Francia ad esempio la

    situazione ben diversa, sopratutto grazie alla fioritura di diversi percorsi espositivi e

    musei appositi (moderni, non limitati alla sola esposizione dei cimeli). In Italia non vi

    un museo nazionale del XX secolo; al contrario vi una mappa dispersiva dei musei

    non omogenea fra le diverse regioni; guardando nello specifico il periodo della

    seconda guerra mondiale la regione che ha pi musei l'Emilia Romagna, come ad

    esempio Casa Cervi a Gattatico in provincia di Reggio Emilia.

    20

  • In un primo momento la memoria della resistenza (e della guerra civile) fatica a

    trovare canali ufficiali e statali di diffusione, ed a mantenerla sono prima di tutto

    l'associazionismo partigiano e in minor misura la corrente artistica (non solo

    cinematografica) del Neorealismo. Dopo il secondo conflitto mondiale certi luoghi gi

    deputati alla memoria cambiamo, almeno parzialmente il loro significato, come ad

    esempio il Vittoriano e Piazza Venezia, passati dalla celebrazione della Grande Guerra

    a meno trionfali e pi sobri ricordi riguardo il Fascismo, seconda guerra mondiale e

    l'antiFascismo.

    Per quello che riguarda il cinema, tralasciando la parentesi Neorealista, a partire dagli

    anni sessanta, con l'avvento di governi di centro-sinistra, si assiste ad un incremento di

    pellicole riguardo la guerra, la resistenza e Sal; vi quindi una tendenza a

    concentrarsi sul periodo '43-'45 o al massimo sul Fascismo della prima ora, in generale

    per sembra che si eviti trattare gli anni centrali del nefasto ventennio.

    La stessa storiografia italiana, si era concentrata su aspetti come: il razzismo, il

    colonialismo, componenti di genere, omofobia, antisemitismo e della resistenza al

    Fascismo, ma vi erano anche qui lacune sul tema della resistenza passiva degli italiani

    nella quotidianit del ventennio; va anche considerato che la maggior parte delle

    letture fino agli anni settanta e ottanta erano condizionate fortemente dai partiti

    politici.

    Rappresenta un'eccezione il film di Ettore Scola Una Giornata Particolare, del 1977,

    con Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Film che mostra l'emarginazione del mondo

    femminile (di massa) e omosessuale (di nicchia) nella quotidianit del regime; fra

    l'altro in una scena del film sono presenti dei fumetti, altro aspetto poco considerato

    dalla storiografia. Scola continuer ad indagare il quotidiano del ventennio con film

    come La Famiglia (1987) e Concorrenza Sleale (2001).

    Diverso il caso di Bertolucci con Novecento e i precedenti Il Conformista (1970) e

    21

  • La Strategia Del Ragno (1970), che fungono da metafora e rielaborazione del passato

    a seguito di un periodo che va dal '68 a '77. Negli anni '70 vi un fiorire di film dalle

    connotazioni e intenti pi disparati: da Il Giardino Dei Finzi-Contini (1970) di Vittorio

    DeSica a Sal o Le 120 Giornate di Sodoma (1975) di Pier Paolo Pasolini passando

    per Amarcord (1973) di Federico Fellini e molti altri; da notare come molti di questi

    film abbiano una forte connotazione geografica in base alle zone che ritraggono. Nei

    decenni successivi tale discorso continua con film come La Notte di San Lorenzo del

    1982 dei fratelli Taviani, fra i primi a trattare il tema dello stragismo ed a mostrare una

    certa violenza.

    Quinta lezione (15/10/2012)

    La figura del reduce e della vittima di guerra nel secondo conflitto mondiale

    La dimensione delle vittime civile una delle maggiori differenze rispetto al primo

    conflitto mondiale; un fenomeno che ha conseguenze diverse in base alle varie zone

    del continente: l'Europa orientale perde circa il 10% della popolazione (sia militari che

    civili); la Germania perde il 12% della popolazione; la componente ebraica di certe

    citt (che arrivava in certi casi al 40%) al termine del conflitto era pressoch nulla;

    Diversa la situazione nell'europa occidentale: la Francia ebbe meno morti rispetto agli

    stati della mitteleuropa in quanto usc sconfitta subito dal conflitto.

    L'Italia un caso a parte: a differenza degli altri paesi, la guerra sul suolo italiano non

    inizia nel '39 ma nel '43, con la maggior parte delle uccisioni dopo la liberazione di

    Roma, come gli eccidi nazifascisti sulla linea gotica; oltre ad essere anche una guerra

    civile, la situazione italiana si contraddistingue per le diverse etnie nella fazione alleata

    (ad esempio i polacchi utilizzati sulla linea gotica, oppure gli indiani o i nord africani).

    In questo periodo vengono diffusi cine-documentari per fare propaganda anti-

    naziFascismo a favore degli alleati, richiamando spesso allo spirito patriottico o alla

    Prima Guerra Mondiale, come ad esempio La Nostra Guerra di Alberto Lattuada del

    22

  • 1945, prodotto dalla sezione cinematografica dello stato maggiore dell'esercito.

    Lattuada cambia decisamente il registro nel post-guerra: nel 1946 con il film

    neorealista Il Bandito, con Amedeo Nazzari e Anna Magnani, narra di un reduce di

    guerra che perdendo tutto costretto a delinquere. Dello stesso stile Tombolo:

    Paradiso Nero, del 1947, diretto da Giorgio Ferroni con soggetto di Indro Montanelli,

    che narra di un sottobosco fatto di contrabbandieri, prostituzione e disertori. Discorso

    diverso per Anni Difficili, di Luigi Zampa del 1948, che narra dell'ostracismo verso un

    impiegato nel dopo-guerra a causa del suo passato fascista, nonostante sia stato

    costretto, controvoglia, ad iscriversi al PNF.

    Sesta lezione (16/10/2012)

    Le diverse letture del passato nella Germania Est e Germania Ovest e la figura

    dei bambini nella guerra.

    Nella Germania Est il passato venne riletto in una logica rivoluzionaria ed esistenziale,

    in un discorso ideologico di stampo comunista, mentre ad Ovest fino al '68 vi una

    certa assenza nell'analisi del passato nazista, cosa che comunque faticher a fare fino

    all'unificazione dei due Stati.

    Al contrario nella RDT, il Nazismo viene ricordato in contrapposizione alla resistenza

    tedesca, identificandosi quindi come continuatori dell'anti-Nazismo. Per questi

    motivi un film come Germania Anno Zero (1948) fu prodotto dalla casa di produzione

    socialista DEFA, nella parte Est nel 1947. Tuttavia paradossalmente il film non fu mai

    trasmesso nella RDT, ma anzi ottene diffusione nella RFT nel 1953.

    Il periodo dell'infanzia un elemento chiave anche nella produzione italiana

    neorealista con film come Roma Citt Aperta (1945), dove rappresentano il futuro,

    oppure in Pais (1946) nell'episodio napoletano, con la vicenda di un soldato

    afroamericano e un bambino; altri esempi con accezioni diverse alla figura del

    23

  • bambino li troviamo in Sciusci (1946) e Ladri di Biciclette (1948), entrambi di De

    Sica.

    A differenza delle rappresentazioni italiane, il bambino di Germania Anno Zero non

    una figura innocente, cos come suo fratello che un reduce disadattato che vive nella

    latitanza. In generale in tutti i film tedeschi o di quell'area geo-culturale vi la

    tendenza a mostrare ambienti desolati, cupi quasi post-apocalittici, immersi nel

    dramma del passato e della paura per il futuro: Il Terzo Uomo (The Third Man, 1949)

    di Orson Welles, ambientato in una Vienna agli inizi della Guerra Fredda, ne

    un'ottimo esempio; oppure Gli Assassini sono fra di Noi (Die Mrder Sind Unter Uns,

    1946) di Wolfgang Staudte, film tedesco nato da una co-produzione fra Germania Est e

    Ovest ai tempi solo divise militarmente e sul piano amministrativo

    Settima lezione 22/10/2012

    Monumentalizzazione fra Germania Ovest e Est

    Analogamente al discorso cinematografica, anche per i monumenti vi sono situazioni

    diverse fra RFT e RDT, con la parte comunista pi propensa a creare monumenti

    inerenti al passato in chiave ideologica, sottolineando la Resistenza e la figura del

    soldato sovietico come liberatore dal Nazismo; al contrario la rielaborazione

    occidentale sar pi lenta e silenziosa, meno enfatizzante. Anche i campi di

    concentramento diventano luoghi di memoria, in particolare quello di Buchenwald.

    La stessa conformazione delle citt dettata da logiche memoriali. Se prima citt come

    Weimar erano enfatizzate come la Firenze tedesca, quindi rivendicando una

    memoria positiva del passato, dopo la guerra, il passato stesso diventa un aspetto

    problematico, emblema di tutto ci la capitale Berlino. Fino al 1990 molti dubbi vi

    furono se rimetterla come capitale dopo l'unificazione e l'alternativa era Bonn, cos

    come celebrare la memoria dell'Olocausto in quella citt.

    24

  • Anche l'urbanistica di Berlino, di fatto un segno tangibile delle macerie lasciate dal

    Nazismo e dalla seconda guerra mondiale, dove una nuova modernit, combinata al

    rigorismo geometrico della parte orientale comunista, rappresentano la nuova

    Germania dal dopoguerra in poi; va anche sottolineato che sul piano culturale e

    costituzionale pi che un'unione si tratto di un'annessione ad opera della RFT.

    In generale per tutta l'Europa, il periodo della Guerra Fredda parallelamente quello

    della guerra calda fra i monumenti, non solo nel senso di crearne nuovi per

    celebrazione, ma anche di eliminare quelli legati alla dittature passate, come succede

    anche in Italia con la distruzione dei monumenti dedicati a Mussolini e al Fascismo.

    Ottava lezione (23/10/2012)

    La questione della memoria della Shoah

    La memoria della dramma ebraico nella seconda Guerra Mondiale una delle

    questioni pi complesse e dolorose e solo in tempi relativamente recenti il ricordo di

    questi fatti si aperto alla luce del sole, prime, anche le stesse vittime, facevano fatica

    a ricordare o far ricordare quei fatti.

    Israele in un primo momento preferir la figura dell'ebreo armato che ha fondato lo

    stato; Sar solo nel 1961 con il processo Heickman che lo Stato israeliano far

    dell'Olocausto una parte fondante della sua memoria, non pi un capitolo della

    diaspora. Lo stesso termine di Olocausto messo in discussione, in quanto la sua

    etimologia implica un sacrificio da parte delle vittime e per questo gli viene preferito il

    termine Shoah che in lingua ebraica significa catastrofe o distruzione.

    Altro esempio la difficile diffusione di testi su questo argomento nell'immediato

    dopoguerra, (ad esempio il libro Se Questo Un Uomo di Primo Levi, scritto nel '47,

    ma che ottenne successo e visibilit solo negli anni sessanta). In generale vengono

    considerate tre fasi della memoria della Shoah: la prima di silenzio, nel dopoguerra,

    25

  • dove molti Stati, sopratutto europei, faticano a ricordare in quanto direttamente

    coinvolti, come la Francia con la Repubblica di Vichy; una seconda, negli anni

    sessanta, fase, gi accennata prima, dove Israele accetta questa parte della sua storia;

    infine la terza e ultima fase, che va dal 1979 al 1993, l'americanizzazione

    dell'Olocausto con la costruzione del museo dell'Olocausto a Washington D.C.,

    importante notare che la sua locazione si trovi su uno Stato nazionale non federale.

    Dal '93 il dramma ebraico verr finalmente trattato in maniera pi libera. In questo

    senso importante stato anche il film di Steven Spielberg Schindler's List (1993) e

    l'iniziativa collegata Survivors of the Shoah Visual History Foundation.; da qui in poi

    si svilupper un nuovo filone di film che esplorer il tema dell'Olocausto in diverse

    sfaccettature e con pi spontaneit, come La Vita Bella (1997) di Roberto Benigni

    oppure Last Days (1998) di James Moll.

    Prima di questo periodo la produzione cinematografica riguardo la Shoah trattava

    l'argomento con molto pudore mostrando raramente in maniera diretta i campi di

    sterminio. Opere che affrontavano realisticamente il problema spesso fuori da circuiti

    mainstream, come il documentario Shoah (1985) di Claude Lanzmann della durata di 9

    ore, importante per l'uso del termine Shoah. Fra i primi prodotti per un pubblico di

    massa su questo argomento da citare la miniserie televisiva americana Holocaust

    andata in onda fra il '78 e il '79.

    Nona lezione (29/10/2012)

    La resistenza italiana e la sua rappresentazione

    La situazione che si viene a creare in Italia dopo l'armistizio del '43 e sopratutto nelle

    ultime fasi del conflitto nel 1945, una delle pi controverse dal punto di vista della

    memoria, in quanto all'invasione tedesca vi si aggiungeva l'elemento di guerra civile.

    A guerra ormai compromessa, con l'URSS che aveva ormai gi vinto sul fronte

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  • orientale, le truppe naziste, con l'aiuto dei fascisti del RSI, iniziarono operazioni di

    rastrellamento sulle popolazioni civili e le forze partigiane considerate come traditrici,

    per come la Strage di Marzabotto. Le truppe del RSI che aiutavano i nazisti erano

    composte da giovani che seguivano idee di cameratismo e da quarantenni che avevano

    gi partecipato alla campagna di Russia, dove avevano distrutto interi villaggi usando

    lo stesso metodo della terra bruciata praticato nei rastrellamenti sulla Linea Gotica.

    Seppur minori, alcuni atti di violenza sulle popolazioni italiane furono perpetrati anche

    dalle stesse truppe alleate, vedendo anch'esse negli italiani dei traditori. Questo fatto

    esplicitato nel film La Ciociara di Vittorio De Sica del 1960, dove la protagonista,

    interpretata da Sofia Loren, e sua figlia vengono violentate da un gruppo di soldati

    nord-africani, dell'esercito francese che vedevano l'Italia come complice dell'invasione

    nazista.

    Durante la ricostruzione, in un primo momento dato il clima di amnistia che si voleva

    creare, dopo le vendette sommarie fra civili alla fine della guerra, i luoghi del ricordo

    erano le chiese; solo a partire da dagli anni sessanta furono istituiti luoghi appositi e

    ufficiali. Le indagini su queste stragi non solo miravano a trovare verit e giustizia e

    perci anche rintracciare le persone fisiche coinvolte in questi fatti; come accadde con

    il processo militare a Erich Pripke, del 1994, con cui venne ala luce armadio della

    vergogna contenente i fascicoli di chi vi partecip. Altro aspetto controverso furono i

    soldati italiani nelle zone di occupazione, spesso considerati non meno colpevoli delle

    loro controparti tedesche.

    La filmografia su questo periodo amplia e varia, con diverse accezioni legate alla

    complessit del fenomeno della Resistenza, passando da film poetici e metaforici come

    La Notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani a produzioni americane come Miracolo a

    Sant'Anna (Miracle At St. Anna, 2008) di Spike Lee, che dest polemiche per il suo

    punto di vista del soldato afroamericano e della rappresentazione di alcuni partigiani

    traditori.

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  • Bibliografia

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