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Cronaca Cultura e Turismo Economia e lavoro Pubblica Amministrazione INDICE Corriera di studenti coinvolta in un incidente. Genitori polemici 01/11/12 Il Resto del Carlino Ravenna 2 Sette mostre per la fine del mondo 25/10/12 Ravenna e Dintorni 3 È dell’Ustarì di dù Canton il cappelletto più buono 25/10/12 Ravenna e Dintorni 4 PERCHÉ NON SI PUÒ COSTRUIRE SU UN TERRENO PORTUALE? 25/10/12 Ravenna e Dintorni 5 È dell’Ustarì di dù Canton il cappelletto più buono 25/10/12 Ravenna e Dintorni 4 La Regione “sblocca” 195 milioni 01/11/12 Corriere Romagna Ravenna 6 Dal 2013 pagamenti entro 30 giorni 01/11/12 Il Sole 24 Ore 7 Attese di oltre un anno investimenti bloccati 01/11/12 Il Sole 24 Ore 8 Ritardi a catena, pesa il patto di stabilità 01/11/12 Il Sole 24 Ore 9 Con il decreto del Governo le Province scendono a 51 01/11/12 Il Sole 24 Ore 10 Risiko in vista per le fondazioni 01/11/12 Il Sole 24 Ore 12 Per l’Imu istruzioni sul filo di lana 01/11/12 Il Sole 24 Ore 13 Da Genova a Livorno e Brindisi la corsa per le correzioni in extremis 01/11/12 Il Sole 24 Ore 14 A Roma l’imposta cresce del 220% 01/11/12 Il Sole 24 Ore 15 Un mese per le dichiarazioni sull’Imu 01/11/12 Il Sole 24 Ore 16 Scure sulle province, non è ancora fatta 01/11/12 Italia Oggi 18 Il governo cancella 35 province 01/11/12 Italia Oggi 19 Al via la tesoreria unica per le scuole 01/11/12 Italia Oggi 21 La pa deve 500 milioni agli architetti 01/11/12 Italia Oggi 22 Il governo cancella 35 Province 01/11/12 La Stampa 23 Monza ritorna con Milano “Ci hanno tradito i comaschi” 01/11/12 La Stampa 25 Sul water o in piazza L’Italia dei campanili che ripudia i “cugini” 01/11/12 La Stampa 27 Pagina 1 di 28

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Cronaca

Cultura e Turismo

Economia e lavoro

Pubblica Amministrazione

INDICE

Corriera di studenti coinvolta in un incidente. Genitori polemici01/11/12 Il Resto del Carlino Ravenna 2

Sette mostre per la fine del mondo25/10/12 Ravenna e Dintorni 3

È dell’Ustarì di dù Canton il cappelletto più buono25/10/12 Ravenna e Dintorni 4

PERCHÉ NON SI PUÒ COSTRUIRE SU UN TERRENO PORTUALE?25/10/12 Ravenna e Dintorni 5

È dell’Ustarì di dù Canton il cappelletto più buono25/10/12 Ravenna e Dintorni 4

La Regione “sblocca” 195 milioni01/11/12 Corriere Romagna Ravenna 6

Dal 2013 pagamenti entro 30 giorni01/11/12 Il Sole 24 Ore 7

Attese di oltre un anno investimenti bloccati01/11/12 Il Sole 24 Ore 8

Ritardi a catena, pesa il patto di stabilità01/11/12 Il Sole 24 Ore 9

Con il decreto del Governo le Province scendono a 5101/11/12 Il Sole 24 Ore 10

Risiko in vista per le fondazioni01/11/12 Il Sole 24 Ore 12

Per l’Imu istruzioni sul filo di lana01/11/12 Il Sole 24 Ore 13

Da Genova a Livorno e Brindisi la corsa per le correzioni in extremis01/11/12 Il Sole 24 Ore 14

A Roma l’imposta cresce del 220%01/11/12 Il Sole 24 Ore 15

Un mese per le dichiarazioni sull’Imu01/11/12 Il Sole 24 Ore 16

Scure sulle province, non è ancora fatta01/11/12 Italia Oggi 18

Il governo cancella 35 province01/11/12 Italia Oggi 19

Al via la tesoreria unica per le scuole01/11/12 Italia Oggi 21

La pa deve 500 milioni agli architetti01/11/12 Italia Oggi 22

Il governo cancella 35 Province01/11/12 La Stampa 23

Monza ritorna con Milano “Ci hanno tradito i comaschi”01/11/12 La Stampa 25

Sul water o in piazza L’Italia dei campanili che ripudia i “cugini”01/11/12 La Stampa 27

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Chul.aprovine,ale 44i "Muli:

da! I palrale

01/11/2012 press unE il Resto del Carlino

RAVENNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

RU NESSUNA CONSEGUENZA PERI RAGAZZI. UNA MAMMA: «A VOLTE SI CORRE TROPPO»

Co pera di studenti coinvolta in un incidente. Genitori polemici UNA CORRIERA carica di studenti è rimasta coinvolta in un incidente martedì alle 13.30, sulla Thisighellese Ravennate, all'altezza dell'incrocio con la strada per Brada. Non ci sono stati feriti, il tutto si è risolto con una brusca frenata, un'auto nel Tosso, molta paura e allarme fra i genitori dei ragaz zi di Russi che prendono la corriera per andare a scuola a Faenza. L'incidente è avvenuto a causa di una Fiat Panda che si sarebbe immessa sulla Provinciale senza dare la precedenza. L'auto ha svoltato a destra in direzione di Russi proprio, men-

tre sopraggiungeva la corriera della Stati. Secondo alcuni dei ragazzi a Bordo l'autista ha tentato di evitare l'auto superandola, ma non è riuscito, ha toccato leggermente la Panda che è finita fuori stra-da, A quel punto l'autista della corriera ha frenato bruscamente, obbligando i suoi passeggeri a tenersi ben stretti. indenne la coppia di anziani sulla Fon-da, indenni l'autista e i ragazzi. Tutto bene dunque, ma la polemica si é subito in-

fiammata, perché, normalmente i giovani russiani non viaggiano in pullman, ma su autobus con po-

chi posti a sedere e molti in piedi. Anzi al mattino da Russi partono due bus coi posti in piedi e ajTolla-ti. Al ritorno delle 13, invece oltre al solito bus citta-dino e in servizio anche una corriera. Alle 13 irrot-ti il numero degli studenti che rientrano da Faenza

inferiore, qualcuno i prende il treno, altri il mezzo Start dopo le 14. «Ma se fosse stato il pullman coi ragazzi in piedi a dover inchiodare?» si chiede una mamma. « i miei ragazzi comunque non erano sor-presi, perché spesso autobus e corriere adibiti al tra-sporto scolastico corrono troppo veloci».

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SettemaitreixTlatineckdmondo

25/10/2012 press LinE RAVENNA )1 NT( -nzNi

Direttore Responsabile: Fausto Piazza

Periodicità: settimanale

Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

Sette mostre per la fine del mondo Oltre settanta artisti per la V edizione della Biennale delle chiese laiche

Con il titolo "Le arti alla fine del mondo", prende il via la quinta edizione della Biennale d'arte delle Chiese Laiche. Una settantina gli artisti che espon-gono tra pittura, fotografia, scultura, design, mosai-co, ceramica, grafica in sette mostre in contempora-nea che si svolgono in varie località della provincia ravennate sempre per l'organizzazione dell'asso-ciazione Il Cerbero. Il 26 ottobre, venerdì, si comincia con l'inaugurazione di Lugo alle 17.30 a Casa Rossini con Mirta Carroli, Ubaldo Della Volpe, Monika Grycko, Paola Martelli, Alberto Mingotti e Ivo Sassi (fino all'Il novembre), mentre alle 19.30 negli spazi della Galleria San Vitale 41 di Massa Lombarda si confrontano due espressioni tra presente e antico: la pittura e il mosaico. In mostra: Walter Ca-scio, Sara Faccin, Roberto Florea-ni, Giovanni Lombardini, Riccardo Negri e i mosaicisti Cinzia Monta-nari, Samantha Holmese, Andrea Sala (fino al 18 novembre). A Ra-venna, nella sede dell'autorità por-tuale, inaugura, il 27 ottobre alle 17.30, la sezione dedicata alla foto-grafia e al design con Cinzia Aze Lanci, Mario Beltrambini, Jean Franco Bernucci, Silvio Canini, Ni-cola Cicognani, Giulia Marchi, Mattia Morelli, Marco Vincenzi, Ai- da Morelli (fino al 16 novembre). A Faenza il 29 ottobre alle 18 tocca invece alla cera-mica nella storica residenza municipale, nella Sala delle Bandiere. Espongono fino all'8 dicembre: Mar-co Bolzen, Paolo Polloniato, Marco Polloniato, An-drea Dal Pra, Carlo Stringa, Bertozzi & Casoni, Silvio Cattani, Andri Ioannou, Piero Mazzotti, Davide Gat-ti Servadei, Luigi Capraro, Muky, Tullio Mazzotti,

Guido Venturini. In mostra anche il progetto con cui gli allievi dell'Isia hanno vinto quest'anno il Premio Cersaie. Il 31 ottobre inaugurano le sezioni di Rus-si, alle 17, e di Cervia, alle 19.30, due spazi dedica-

ti alla pittura contemporanea. Le opere di Cin-zia Baccarini, Antonio Caranti, Barbara

Casabianca, Domenico Casadei, Rudy Cremonini, Claudio Irmi, Laura

Marchese, Matteo Nannini e Fabri- zio Pavolucci sono in mostra fino

al 25 novembre all'ex-Macello di Russi, mentre, sempre fino

al 25 novembre, alla Sala Ru- bicone, espongono Anto- nella Cinelli, Gaia Cortesi, Roberta Dallara, Stefano Gattelli, Luca Giovagnoli, Isabellangela Germinario, Enrico Lombardi, Mussoni Morena, Monica Spada.

L'ultima inaugurazione, pre- vista il 7 novembre, porta il

pubblico della Biennale nuova- mente a Ravenna, alla Biblioteca

Classense, nella Sala della Ma- nica Lunga, alle 17.30. An-

cora una volta la pittura ma in questo caso accanto alla grafica: Enrico Benetta, Elisa Clementi, Filippo Farneti, Ettore Frani, Da-

vide Frisoni, Massimo Gian-noni, Domenico Grenci, Ales-

sandro La Motta, Nanni Menetti, Mauro Moscatelli, Bruno Pinto, Beatrice M. Serpieri, Giorgio Tonelli gli artisti in mostra. Per la sezione grafica le opere di: Claudia Casamenti, Stefano Tonti, Lorella Perdicca, Riccardo Vanni. Fino al 2 dicembre. Tutte le mostre sono a ingresso gratuito.

Guido Venturi 'Sugar Castor mostra all'Aut

. ni, designer

per Alessi, in orità portuale

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,

• •

-

albo d'oro

OISFIDA OEL CAPPELLETTO, TUTTI I VINCITORI • 2008 - ristorante Al Teatro (Lugo) • 2009 - osteria Novecento (Imola) • 2010 - osteria Del Tempo Perso (Ravenna) • 2011 - Ristorante Radicchio Rosso (Ravenna) • 2012 - osteria Di dù Canton (Carnerlona)

25/10/2012 press LinE RAVENNA )1 N TneN

Direttore Responsabile: Fausto Piazza

Periodicità: settimanale Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

5F D.A AIFOR r\I ELLI

dell'Ustarì di dù Canton il cappelletto più buono

I cappelletti più buoni di Romagna? Per quanto riguarda la "disfida del cappelletto", competi-zione enogastronomica ormai da 5 anni promos-sa dalla condotta raven-nate di Slow Food, sono quelli preparati e cotti ri-gorosamente in brodo dall'Ustarì di dù Canton di Camerlona. D'altra parte si tratta di uno dei templi della cucina rave-gnana, sulla strada Rea-le, molto legato ai piatti della tradizione locale. Ma il risultato non era scontato, visto che la gara (il 22 ottobre) vedeva in lizza altri sei locali di una certa esperienza, provenienti da tutta la Romagna: oltre al vincitore, Del Piolo (Imola), Tibitina (Russi), Del Mercato (Faenza), Don Abbondio (Forlì), Dei Frati (Roncofreddo); San-ta Colomba (Monte Colombo). In un'affollata sala del risto-rante Radicchio Rosso di Ravenna — vincitore del premio 2011 —un'ampia giuria di buongustati ha preferito fra tutti nell'es-senziale equilibrio fra aspetto, sapori e profumi di sfoglia, composto e brodo, la proposta dell'Ustarì del patron e cuoco Michele Marzano, a cui è stata consegnata solennemente, perché possa esporla nel suo locale, il trofeo zup-piera di ceramica, dise-gnata da Tonino Guerra e simbolo della disfida. Tro-feo che ritornerà in palio per una nuova gara ga-stronomica il prossimo anno. Fino alla sfida fina-le, nel 2015, fra tutti i vin-citori delle precedenti edizioni.

La serata, oltre ai cappelletti e ai buo-ni vini autoctoni dell'azienda Braschi, ha avuto come protagonisti anche il fulésta Sergio Diotti che ha raccontato un'antica favola sul sapore e il valore del sale e narrato fra storia ed aneddoti le vicende culinarie e conviviali di caplétt. Fra gli ospiti della serata anche il gastrosofo ed enciclopedico delle autentiche tradizioni gastronomiche territoriali Graziano Poz-zetto che ha parlato del suo nuovo mo-numentale lavoro (edito recentemente da Panozzo) su "I grandi mangiatori di Romagna".

Da sinistra: Michele Marzano dell'Ustarì di dù Canton, Mauro Zanarini di Slow Food e il patron del Radicchio Rosso. Sotto, gli sfidanti in cucina.

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COFFARI.,,

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25/10/2012 pressunE RAVENNA )1 NT( -nzNi

Direttore Responsabile: Fausto Piazza

Periodicità: settimanale

Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

PERCHÉ NON SI PUÒ COSTRUIRE SU UN TERRENO PORTUALE?

In merito al servizio di Luca Manser-visi sulla logistica portuale pubblicato sullo scorso numero di Ravenna&Din-torni (il tema è trattato anche a pagina 8 di questo numero, ndD) non capisco co-me si possa protestare contro la realiz-zazione di capannoni in una zona classificata come portuale da anni. Di aree di campagna nel comune di Ra-venna ce ne sono tante altrove. E per la questione dei fanghi che si dovran-no stendere sui terreni prima di realiz-zare le opere, non vedo il problema, se non ci fossero, i fanghi del Candiano, potrei capire, ma ci sono già. Oui dove lavoro (a Hong Kong) di problemi ne hanno meno, quando serve terra, la rubano al mare, come hanno fatto con il nuovo aeroporto. E comunque grazie anche alla sindrome di Nimby ci sono centinaia di progetti bloccati. Va però anche detto che se i progetti sono come quello della Powercrop per Russi, vale a dire sproporzionato e co-stoso in termini ambientali, bene così. Il problema é che manca la concerta-zione e la pubblica amministrazione fa sovente uso del fumo per "anneb-biare", dando così l'impressione che sotto vi siano sempre dei magheggi o malghini, che dir si voglia. Alberto Bentini, Godo di Russi

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La ReOone "sblocca" 195 milioni

.5> • 01/11/2012

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lugo e Imola Tiratura: n.d.

Direttore responsabile: Pietro Caricato

Diffusione: n.d.

pressunE

h L \

La Regione "sblocca" 195 milioni Diciassette sono destinati

agli enti locali del Ravennate RAVENNA. Una boccata di ossigeno da 195 mi-

lioni di euro per gli enti locali e le aziende dell'E-milia-Romagna, di cui 17 saranno destinati solo al Ravennate. Grazie alla legge regionale sul pat-to di stabilità territoriale, la Giunta della Re-gione Emilia-Romagna, ha infatti sbloccato nel 2012 complessivamente quasi 200 milioni di eu-ro di potenzialità di spesa per Comuni e Provin- ce. ancora.

«Nel 2011 avevamo messo a disposizione 105 milioni di euro, que-st'anno abbiamo quasi raddoppiato: si tratta -spiega Simonetta Salie-ra, vicepresidente e as-sessore regionale al Bi-lancio - di una scelta mol-to importante perché co-sì si dà fiato all'econo-mia, si permette di velo-cizzare i pagamenti in un momento in cui le impre-se hanno bisogno di li-quidità. Si conferma l'impegno di questa am-ministrazione a sostegno

Si tratta di fondi che gli enti locali hanno a loro disposizione, ma che, in assenza dell'intervento della Regione, non po-trebbero utilizzare a cau-sa dei vincoli del patto di stabilità nazionale.

Ora, invece, potranno finalmente utilizzarli dando una vitale boc-cata d'ossi-geno all'e-conomia del territo-rio.

Si potran-no infatti pagare i for-nitori e le imprese che hanno svolto lavo-ri pubblici come la cu-ra del terri-torio, la rea-lizzazione di opere di pubblica u-tilità, la ma-nutenzione delle strade e tanto altro

del lavoro, delle persone, delle imprese e dei terri-tori».

Degli oltre 195 milioni di euro di potenzialità di spesa rimessi in circolo nel sistema economico, 129 sono di provenienza della Regione, 40 di pro- venienza statale in base

agli accordi tra la Regio- ne Emilia Romagna e il Governo per gli in- terventi a sostegno

nei comuni colpiti dal terremoto di maggio, e 26 messi a disposizio-ne dagli en-ti locali del-la stessa re-gione.

Come det-to sono 17 i milioni de-stinati agli enti locali del Raven-nate: Comu-

ni e Provincia. Queste le quote sbloc-

cate nel dettaglio: per il comune di Alfonsine 289.870 euro, per Bagna-cavallo 80.714, per Brisi-ghella 57.003, per Castel Bolognese 208.587 per Riolo Terme 92.101, per Conselice 32.140, per Co-tignola 195.838 per Fusi-gnano 42.776 e per Russi 167.681. Decisamente più alti gli importi per Faen-za 828.122, Cervia 1.375.136, Lugo 549.656, Massa Lombarda 650.228 e per il Comune di Ra-venna 6.981.765. Mentre

altri 6.277.243 andranno alla Provincia, per un to-tale che supera di poco i 17 milioni di euro.

Simonetta Saliera

Serviranno a dare ossigeno e pagare le imprese che hanno già svolto lavori pubblici a beneficio del nostro territorio

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Dal 2013 pagamenti en. 30 giorni

01/11/2012

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pressunE

lls°11dOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Dal 2013 pagamenti entro 30 giorni Per la pubblica amministrazione saranno possibili deroghe fino a 60 giorni

Marzio Bartoloni Andrea Marini ROMA

Dal primo gennaio 2013, la pubblica amministrazione do-vrà pagare i propri fornitori en-tro 3o giorni. Al più si potrà arri-vare a 6o sono in casi ben indivi-duati. Lo stesso limite riguarde-rà anche le transazioni azienda-azienda, ma in questo caso il tet-to potrà essere superato nel ca-so ci siano accordi tra le parti. Intese che comunque non do-vranno essere inique per il cre-ditore. I1 Governo ieri ha appro-

Si DEL GOVERNO

Il via libera dopo una lunga discussione in Consiglio sul Ponte sullo stretto. La stretta sui tempi riguarda anche i rapporti tra imprese

vato il decreto legislativo che at-tua la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 febbraio 2011 (2011/7/UE) «rela-tiva alla lotta contro i ritardi di pagamento delle transazioni commerciali».

Il Dlgs, arrivato già martedì sul tavolo di Palazzo Chigi, è poi slittato a ieri, con il via libera arri-vato a tarda sera (già domani sa-rà al Quirinale per la firma) do-po una lunga discussione dovu-ta al nodo Ponte sullo stretto (per il quale è stata prorogata di due anni la verifica di fattibilità). Il testo è stato elaborato in tre riunioni tecniche, con il coinvol-gimento di quattro ministeri: Economia, Giustizia, Sviluppo economico e il coordinamento del ministero per gli Affari euro-

pei. I tre articoli del decreto ri -

scrivono in maniera più restritti-va il precedente Dlgs 231 del 2002. 11 Dlgs non dovrà passare per i pareri del Parlamento: in questo modo viene rispettata la data stabilita dalla legge sullo sta-tuto di impresa (la 180/2011) che oltre a prevedere la delega ad hoc per il Governo anticipa di quattro mesi - a metà novembre (invece che a metà marzo) - l'in-troduzione della direttiva Ue 20n/7. Le nuove regole scatte-ranno per le transazioni com-merciali che si concluderanno dal 1°gennaio 2013 in poi. Un las-so di tempo, questo, - spiega la relazione illustrativa al decreto - necessario per dare tempo a tutti, Pubblica amministrazione in primis, di adeguarsi anche per quanto riguarda la «modulistica contrattuale e le «procedure in-terne di pagamento».

Quella dei ritardi nei paga-menti è da sempre un'emergen-za, soprattutto in questa fase in cui le imprese sono a corto di li-quidità. In particolare, a essere penalizzate sono le piccole aziende, costrette ad aspettare in media circa 180-190 giorni per essere pagate (anche la Grecia fa meglio: 174 giorni), con punte record al Sud dove si superano anche i 1.500 giorni. E le regole già invigore - come quelle previ-ste ad esempio per i lavori pub-blici - fmora non hanno sortito effetti. Da qui l'attesa per i nuovi paletti europei che, come detto, fissano a 3o giorni il termine or-dinario che la Pa deve rispettare per pagare. Anche se ci saranno delle deroghe: in particolare per asl, ospedali e imprese pubbli-che che possono portare a 6o giorni il termine massimo. Ma

A confronto

Tempi di pagamento, in giorni, della Pa alle imprese (anno 2012)

Italia

180

"------ Grecia

174

* Spagna

160

kZ,„ Portogallo

139

Francia

65

48

' Regno Unito

43

Germania

36

»1»»» Finlandia

anche tutte le altre Pa potranno accedere a questa deroga nel ca-so "eccezionale" in cui l'eventua-le proroga sia giustificata «dalla natura o dall'oggetto del contrat-to» oppure dalle «circostanze esistenti al momento della sua conclusione». In ogni caso, il nuovo limite dovrà essere pattui-to «in modo espresso».

Perle amministrazionipubbli-che che non rispetteranno i tem-pi scatterà la "sanzione" degli in-teressi legali dimora. Che decor-reranno automaticamente dal giorno successivo alla scadenza del termine del pagamento sen-za che sia necessaria la costitu-zione in mora (vale a dire la la ri-chiesta scritta al debitore di adempiere all'obbligo). Gli «in-teressi legali di mora» si calcole-ranno prevedendo una maggio-razione di 8 punti percentuali sul tasso fissato dalla Banca cen-trale europea: in sostanza si aggi-reranno intorno alla soglia del io per cento. Per le imprese invece ci sarà maggiore libertà contrat-tuale: oltre a concordare l'entità degli interessi moratori potran-no decidere, pattuendolo per iscritto, anche di superare la so-glia massima dei 6o giorni per pagare. Il decreto però prevede espressamente tutta una serie di paletti per escludere automati-camente clausole vessatorie che puntino ad aggirare i tempi mas-simi, il pagamento degli interes-si e l'eventuale risarcimento per i costi che sono necessari per re-cuperare i crediti.

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01/11/2012

Periodicità: Quotidiano

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pressunE

ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

z casolL Umpi produce a Cattolica sistemi energetici

Attese di oltre un anno investimenti bloccati Ilaria Vesentini CATTOLICA (RIMINI)

«Coni contratti e le delib e-re che già abbiamo in mano po-tremmo da subito raddoppiare il nostro fatturato. Un business per noie un risparmio in b ollet-ta per le amministrazioni loca-li. Ma da un lato chi sta speri-mentando il nostro sistema pa-ga con oltre un anno e mezzo di ritardo e, dall'altro, i sindaci che hanno i soldi in cassa e che vorrebbero comprarlo non pos-sono farlo perché hanno le ma-ni legate dal patto di stabilità». È un contesto «assurdo» quel-lo con cui quotidianamente si misura Luca Cecchini, presi-dente di Umpi, azienda di Cat-tolica leader nelle tecnologie

powerline, il cui brevetto Mi-nos System (telegestione dell'il-luminazione pubblica) permet-te di abbattere del 45% i consu-mi elettrici urbani.

Ma in Italia non c'è spazio per investimenti green, anche se ha fatto notizia il dato diffu-so dall'azienda in risposta al de-creto Cieli bui: «Se la nostra piattaforma fosse impiegata su scala nazionale, risparmierem-

L'IMPATTO SULL >AMDA

«Potremmo raddoppiare

il nostro fatturato, ma chi sta

sperimentando il nostro

sistema paga con oltre

un anno e mezzo di ritardo»

mo mezzo miliardo di euro l'an-no». Un investimento di un mi-lione di euro in un Comune di medie dimensioni che si ripaga da sé nel giro di 5 anni.

Mentre i lampioni intelligen-ti romagnoli illuminano tutta Medina, la smart street di Du-bai o la Vallée de l'Estéron a Nizza, Cecchini in Italia è alle prese con «municipalizzate, che sono la nostra interfaccia dell'ente pubblico, che pagano con almeno i8 mesi di ritardo e solo a collaudo avvenuto». Um-pi salva i conti con l'export, che vale il 70% del fatturato, «ma non mi capacito - prosegue il presidente, alla guida di una Pmi da 15 milioni di giro d'affari e una sessantina di addetti -che la burocrazia italiana sia co-sì cieca da bloccare anche sin-daci che avrebbero le risorse per investimenti non solo vir-tuosi ma in linea, tra l'altro, con precise norme europee di ri-sparmio energetico».

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pressunE

ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

case12,Icarus, di Cuneo, fornisce allestimenti multimediali

Ritardi a catena, pesa il patto di stabilità Filomena Greco TORINO

Una cattiva abitudine tut-ta italiana, che sta creando un circolo vizioso nell'economia, soprattutto delle piccole im-prese. Va dritto alla questione Christian Piumatti, legale rap-presentante della Icarus Group di Cuneo. Un'azienda che si occupa di allestimenti multimediali, arredamento di interni e spazi polifunzionali, come ad esempio Palazzo Mar-tinengo a Monforte d'Alba.

«Aspettiamo da mesi - spie-ga Piumatti - il pagamento di una fattura da circa 36mila eu-ro da parte di un Comune per il quale abbiamo realizzato un in-tervento, ma la data è slittata

ora per il patto di stabilità, ora per altre cause esterne».

L'azienda, 800mila euro di fatturato, realizza progetti "chiavi in mano" per clienti pri-vati e pubblici. «I ritardi nei pa-gamenti da parte dei soggetti pubblici- spiega Piumatti- co-stringono un'azienda comun-que piccola come la nostra a do-ver gestire a sua volta i paga-menti de i fornitori con difficol-

LE CONSMUMM DL.FNEE «Siamo costretti a gestire a nostra volta i pagamenti dei fornitori con difficoltà, creando un effetto a catena che danneggia tutti»

tà, creando un effetto a catena che danneggia l'intera econo-mia». Per non parlare poi, ag-giunge, «delle pratiche buro-cratiche che siamo costretti ad affrontare per poter recupera-re i crediti». Nel caso della Ica-rus, lo strumento in campo è il fondo sbloccacrediti diUnion-camere Piemonte e UniCredit.

«In cantiere siamo efficienti - aggiunge ironico Christian Piumatti- ma di fronte alla bu-rocrazia siamo in difficoltà ed è davvero assurdo che un'azienda debba accollarsi pratiche e ulteriori costi pur di recuperare i propri crediti». Il senso di impotenza di fronte a una pubblica amministrazione che agisce come una variabile pesante sulle dinamiche azien-dali è quello che prevale. «Nel rapporto con i privati- aggiun-ge - ci sono solo tre possibilità, pagamenti a 3o, 6o o 90 giorni, a questa regola il pubblico si sottrae».

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Con il decreto del Governo le Province scendono a 51 Dal 2014 addio a 35 enti - Via le giunte già dal 2013 Eugenio Bruno ROMA

Il Governo affonda il bistu-ri nella carne delle Province un centimetro più in basso del pre-visto. E si avvia a cancellarne 35 anziché 34 come anticipato ieri su questo giornale. Per effetto del decreto approvato durante la sessione mattutina del Consi-glio dei ministri, dal 2014, gli en-ti di area vasta delle Regioni or-dinarie passeranno da 86 a 51, incluse le io città metropolita-ne. Ma un antipasto del taglio si avrà già dal i° gennaio 2013 quando decadranno tutte le giunte locali. Sul risultato com-plessivo della riorganizzazio-ne pesano però due interrogati-vi: le autonomie speciali attue-ranno la stretta? E il Parlamen-to riuscirà, in sede di conversio-ne, a respingere le spinte cam-panilistiche?

Dalla risposta a questi due quesiti dipenderà l'impatto dell'intera operazione-Provin-ce. Sia economico, visto che per ora non sono cifrati i risparmi; sia in termini di equità, poiché il mancato adeguamento di alcu-ne realtà renderebbe ancora più veementi le proteste delle altre, costrette dal Dl a stringere unio-ni forzate. E i segnali giunti fm qui non promettono nulla di buono. A parte la Sardegna (do-ve un referendum popolare ha deciso di ridurre da 8 a4 gli "en-ti di mezzo") le altre "super-au-tonomie" non si sono ancora po-ste il problema di avviare l'iter

che, in base alla spending, dovrà concludersi entro il 7 gennaio sulla base dei due requisiti deci-si dall'Esecutivo: 35omila abitan-ti e 2.500 chilometri quadrati di estensione. Senza contare che, nel corso della conferenza stam-pa di presentazione delle misu-re, il ministro della Pubblica am-ministrazione, Filippo Patroni Griffi, si è limitato a dire: «Ci oc-

CITTÀ MEMOPOIIIM Firenze apre le porte non solo

a Prato ma anche a Pistoia,

conferma per Milano

che acquista Monza-Brianza

Venezia resta da sola

cuperemo in seguito delle spe-ciali».Pur definendo «irreversi-bile» l'intero processo in atto.

Stesso discorso per le Came-re che già a luglio hanno dovuto respingere richieste di eccezio-ni di ogni tipo. Ed è presumibile che il copione si ripeta identico nelle prossime settimane vista la levata di scudi già partita lun-go la penisola. Con formule di-verse - appelli al premier, mi-nacce di ricorso alla Consulta, proposte di passare alla Regio-ne limitrofa e, addirittura, inter-viste concesse sul water - ma un unico obiettivo: ottenere l'agognata deroga. Anche per-ché alcuni distinguo sono stati operati dallo stesso decreto: Sondrio e Belluno escluse per-

ché montane al 100% e Arezzo "salvata" dai dati anagrafici in quanto superiori all'ultimo cen-simento Istat.

Rimandando alla cartina ac-canto per capire come cambie-rà dal 2014 l'intera geografia pro-vinciale, qui appare opportuno sottolineare alcune novità ri-spetto alla b ozza del giorno pre-cedente. In primis in Lombar-dia, dove Lodi va con Cremona e Mantova, oppure in Toscana, dove nasce la maxi-Provincia di Lucca-Massa-Pisa-Livorno e Pi-stoia confluisce insieme a Prato nella città metropolitana di Fi-renze. E, restando alle città me-tropolitane, va segnalata un'al-tra novità rispetto ai desiderata dei territori: Padova non con-fluirà in Venezia ma si unirà alla Provincia di Treviso. E due con-ferme: Milano che acquista Monza-Brianza e Bari che non "vince" la Bat. Barletta-Andria-Trani fmirà infatti con Foggia.

Tra gli altri cambiamenti ri-spetto al testo d'ingresso in Cdm va segnalata la retromar-cia innestata sulla composizio-ne dei futuri consigli provincia-li. In attesa della sentenza della Consulta prevista per il 6 no-vembre, è stata eliminata la mo-difica all'articolo 23 del salva-Italia che li trasforma in organi di secondo livello eletti dai Co-muni del circondario. Anziché salire fmo a 16 per gli enti con più di 7oomila abitanti, come immaginato in un primo mo-mento, il numero massimo di

membri eleggibili resta fermo a io. E lo stesso limite varrà anche per le città metropolitane.

Passando alle altre disposizio-ni degne di nota spicca la confer-ma della previsione che vuole l'indizione delle nuove elezioni in una domenica compresa tra il l'e il 3o novembre 2013.E ciò sia che l'amministrazione resti in vita sia che scompaia. Fermo re-stando che il mandato del presi-dente e dei consiglieri attual-mente in carica scadrà il 31 di-cembre, a meno che l'ente non venga sciolto. In quel caso arri-verà il commissario ad acta go-vernativo. Vita più breve avran-no invece gli assessori che deca-dranno dalla carica all'inizio del 2013; al loro posto il numero uno dell'ente potrà delegare alcune funzioni a massimo tre consi-glieri. Una stretta aggiuntiva che non è piaciuta all'Upi, già critica per le «forzature» opera-te su alcuni territori.

L'ultima curiosità riguarda i futuri capoluoghi. In teoria sa-ranno tali gli enti più popolosi. A meno che un diverso accordo dei sindaci, preso anche a mag-gioranza, non porti a una solu-zione alternativa. Con conse-guenze non da poco anche sulla vita di consiglieri e dipendenti. Durante l'ultimo miglio a Palaz-zo Chigi il testo si è arricchito della precisazione che gli orga-ni dell'ente saranno ubicati nel capoluogo e non ci saranno sedi decentrate.

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ll'erldOIS

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La nuova geografia provinciale

Il riordino delle Province deciso dal Governo

PROVINCE CHE RESTANO RI PROVINCE ACCORPATE

Piemonte Liguria Veneto Lombardia

Abruzzo

OL1SE

\ \\

Chieti - Pescara

ROMA ^

LAquila - Teramo

a SO

LAZIO

natanzaro

da a 'ERRE° 3 . Città metropolitana di Torino "7 Cuneo 3 Alessandria - Asti 4 Biella - Vercelli

Novara Verbano - Conio - Ossola

da , a ■ail

Città metropolitana di Genova 77i La Spezia

Imperia - Savona

da 0, MORO& a aaallalaaigr N6 El6 i

s Città metropolitana di Milano - Monza Brescia Bergamo

9 Pavia Cremona - Lodi - Mantova Como Lecco Varese Sondrio

da RE, a ■■■■E1

73 Città metropolitana di Venezia

74 Rovigo - Verona Vicenza

74 Belluno I: Padova - Treviso

Emilia Romagna

da kn,'ER, a Marmi)

Città Metropolitana di Bologna Piacenza e Parma

33 Reggio Emilia e Modena 24 Ferrara .79 Romagna

Marche

da \ una a ■ED

Ancona

32 Pesaro - Urbino 33 Ascoli Piceno - Fermo - Macerata

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Napoli

Basilicata

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Lucania

Calabria

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366 Cosenza Si Catanzaro - Crotone - Vibo

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Campania

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Ir) Città metropolitana di Napoli Salerno Caserta

43 Avellino Benevento

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Calabria

Puglia

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k ,:"7 Città metropolitana di Bari Barletta - Andria - Trani - Foggia Lecce

47 Brindisi Taranto

Toscana

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26 Città Metropolitana di Firenze - Prato - Pistoia

.77 Grosseto - Siena .393 Arezzo

.-79 Livorno - Lucca - Massa Carrara - Pisa

Umbria

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30 Perugia - Terni

Lazio

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Città metropolitana di Roma 3i7 Rieti - Viterbo 36 Frosinone - Latina

Molise

da `C:4 a 191

Campobasso - Isernia

(*) La città metropolitana di Reggio Calabria verrà istituita una volta trascorsi 90 giorni dal rinnovo delComune capoluogo oggi commissariato

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Coarldevreto delCu,,no leDuninceseendonouEl -

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CA1 effettí dek dom5no, Il riassetto si farà sentire sugli enti che hanno maggiore peso negli istituti di credito

Risiko in vista per le fondazioni ROMA

La riorganizzazione delle Province italiane avrà una ricadu-ta anche sulla governante delle fondazioni bancarie, visto che questi enti sono tra gli "azionisti", per così dire, che contribuiscono a nominare i componenti dei con-sigli di indirizzo. L'impatto non sa-rà però immediato. Le fondazioni di origine bancaria associate all'Acri, presieduta da Giuseppe Guzzetti, sono 88, ma in realtà gli enti che tutt'oggi - dopo oltre un decennio di fusioni bancarie - han-no un peso specifico rilevante ne-gli istituti di credito sono pochi, tra cui la Fondazione Cariplo, la Compagnia di San Paolo, la Fonda-zione Cassa di risparmio di Tori-no e la Fondazione Monte dei Pa-schi di Siena. La prerogativa delle

loro assemblee è la lunga durata (in media 6 anni), e quasi tutte stanno andando al rinnovo in que-sti mesi o lo hanno fatto da poco.

Le ricadute maggiori si avran-no per la Fondazione Cariplo, la Crt e la Fondazione Mps, mentre la situazione non cambia per la Compagnia di San Paolo, dove l'unica Provincia a esprimere con-siglieri è quella di Torino, che re-sterà in vita trasformandosi in cit-tà metropolitana.

PIÙ COLPITE L'impatto maggiore si avrà per la Fondazione Cariplo, la Crt e la Fondazione Mps Nessun cambio in vista per la Compagnia di San Paolo

L'organo di indirizzo della Fon-dazione Cariplo, tra i principali azionisti assieme alla Compagnia San Paolo di IntesaSanPaolo, è la commissione centrale di benefi-cenza, composta da4o componen-ti (incarica per 6 anni) di cui la me-tà circa espressi da enti locali. Tra questi tutte le Province lombarde più le due piemontesi di Verbania e Novara potevano esprimere - concordandoli tra loro - una terna di consiglieri. Il cambiamento, dal 2014, vedrà l'accorpamento delle Province di Cremona, Lodi, Man-tova da una parte; di Varese, Lec-co, Como dall'altra, ma anche di Verbania e Novara. Alla fine, in ogni caso, anche il ridotto numero di Province sempre una terna do-vrà concordare. Restano inaltera-ti, invece, i tre consiglieri che deve

esprimere la Provincia di Milano, destinata anch'essa a divenire cit-tà metropolitana.

Il consiglio di indirizzo della Fondazione Crt, tra i maggiori azionisti di UniCredit, è compo-sto da 24 consiglieri. Di questi, og-gi due sono nominati dalla provin-cia di Torino, uno da Alessandria, uno da Asti, uno da Cuneo e infine uno da Novara in alternanza con Verbania e uno da Vercelli in alter-nanza con Biella. Con le novità ap-pena introdotte Alessandria e Asti si uniranno esprimendo due consiglieri, mentre le Province che si alternano finiranno di farlo esprimendo un consigliere a te-sta. Infine la Fondazione Mps, la cui deputazione generale ha 16 consiglieri di cui 5 nominati dalla Provincia di Siena, che continue-rà a nominarli seppure unificata con Grosseto.

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Per l'Imu istruzioni sul filo di lana HSC O E MIA D M

'T n'impo sta con il fiato corto. Mentre molti Comuni arrivano con l'affanno all'ultimo giorno utile per decidere le aliquote dell'Imu, anche perché l'Eco-

nomia ha cambiato i dati di riferimento fmo a oltre la metà di ottobre, dopo una serie di rinvii il Governo ha varato i moduli e le istruzioni per la dichiarazione. Proprietari, professionisti e C af avranno così un mese esatto di tempo per individuare chi è obbligato e chino, capire come fare la dichiarazione e presentarla. Giusto in tempo per la sca-denza successiva, quella del 17 dicembre, che impegnerà tutti in calcoli lunari per pagare il saldo dividendo quota erariale e quota comunale, e scontando dall'acconto ognu-na di queste parti dell'imposta con procedure diverse. Nelle stesse settimane, Governo e Comuni saranno impe-gnate a disegnare le nuove regole per l'Imu 2013 che, co-me già annunciato dal ministro dell'Economia Vittorio Grilli, cambierà radicalmente. Insomma, da qui a fine an-no, e anche oltre, l'Imu non uscirà mai dall'agenda.

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per le dichiarazioni sullImu

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ote I rincari

Da Genova a Livorno e Brindisi la corsa per le correzioni in extremis Cristiano Dell'Oste

Giovanni Parente

In qualche città le votazioni sono andate avanti fino a ieri notte, con i consigli comunali convocati a oltranza per appro-vare i bilanci preventivi e fissa-re le aliquote dell'Imu. D'altra parte, se non si decide entro il 31 ottobre - come ha ricordato ieri il ministero dell'Economia -vengono applicate le regole na-zionali: aliquota allo 0,4% sulla prima casa e allo 0,76% sugli al-tri immobili. E quasi tutti gli am-ministratori le hanno dovute al-zare per far quadrare i conti.

Più delle mancate decisioni, quindi, a mettere in difficoltà i

contribuenti e i professionisti sono le modifiche dell'ultimo minuto, che potranno essere pie-namente conosciute solo nei prossimi giorni, dopo che gli uf-fici avranno elaborato e pubbli-cato il testo definitivo.

Quasi sempre le correzioni puntano a ritoccare in modo mi-rato il prelievo, magari concen-

L'AIUTO

A Rovigo lo scarto tra acconto

e saldo è il più pesante

e i pensionati a basso reddito

potranno avere un rimborso

sino a 200 euro

trandosi su categorie di fabbrica-ti più o meno "protette". A Brindi-si, ad esempio, il consiglio comu-nale alla fine ha accettato la pro-posta della giunta e ha alzato dal-lo 0,76 allo 0,86% l'aliquota per le seconde case sfitte, ma ha an-che inserito una sorta di Robin Hood Tax per i grandi produtto-ri di energia, compresi quelli da fonti rinnovabili, che pagheran-no 1'1,06 per cento. Nella Puglia del boom del fotovoltaico, non è una scelta da poco.

Anche a Genova il consiglio ha ratificato le scelte dell'ammi-nistrazione, ma ha limato dal-1'1,06 all'im% l'aliquota per i ca-pannoni e gli immobili produtti-

vi (categoria catastale D/i) utiliz-zati direttamente dai proprietari di microimprese e piccole impre-se fino a 5o dipendenti: una deci-sione che secondo fonti consilia-ri comporterà un risparmio d'im-posta per circa il 90% dei fabbri-cati iscritti in D/i.

Anche le correzioni arrivate negli ultimi tre giorni utili - tra lunedì e mercoledì - hanno con-fermato il trend degli ultimi me-si: gli sconti generalizzati, dove il bilancio li permette, sono riser-vati all'abitazione principale. È il caso di Pordenone, che ha ab-bassato l'aliquota dallo 0,4 allo 0,38 per cento. E la stessa cosa ha fatto Livorno, che però aveva

una tassazione molto più pesan-te sulla prima casa e l'ha portata allo 0,56 per cento. Di contro, Li-vorno è uno dei pochi capoluo-ghi ad aver previsto uno sconto significativo per le case affittate a canone concordato rispetto a quelle affittate a canone libero: 0,53% contro 1,06%, una diffe-renza che può effettivamente rendere appetibile il canale con-venzionato, anche se il prelievo aumenta rispetto all'Ici 2011.

Non tutti gli interventi, co-munque, passano per una delibe-ra. Rovigo, dove le aliquote si so-no alzate di parecchio (provo-cando le proteste della proprietà edilizia) ha previsto un bando ri-servato a pensionati a basso red-dito: dopo aver fatto domanda, si può ottenere il rimborso fino a metà dell'Imu dovuta per il 2012,

con un massimo di 20o euro.

'twitter©c_delloste twitter©pargio

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A Roma l'imposta cresce del 220%

e (brutte) notizie per chi possiede case, negozi o

_4uffici a Roma sono chiare dall'inizio di agosto, quando fu stabilita l'aliquota al 5 per mille per l'abitazione principale e la richiesta massima dell'io,6 per mille per gli altri. I conti capitolini continuano però a non tornare e, complice l'ostruzionismo dell'opposizione, costringono il sindaco Gianni Alemanno a chiedere al prefetto una proroga del termine scaduto ieri. Alcuni numeri sono comunque già chiari, e tra questi campeggiano proprio quelli relativi all'Imu: a Roma,

secondo la proposta di bilancio costruita dalla Giunta, porterà 2,21 miliardi di euro, cioè il 220% in più dei 684 milioni garantiti nel 2011 dalla vecchia Ici, arrivando a coprire da solo un terzo del bilancio comunale più grande d'Italia. Morale della favola: è vero che il Governo ha cambiato i dati di riferimento più di una volta, è vero che i tagli ai fondi di riequilibrio (gli ex trasferimenti) si fanno sentire parecchio, ma il mattone può trasformarsi in una gallina dalle uova d'oro.

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7adeella I 556 1 6 A/3 15 1 12 1 I I I 3 1 9 1

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1 7.3 1 MILANO - VIA CANTONALE, 15 Dati catastali identificativi dell'immobile

sia

200.000,00 sa toncess.

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Riduzione per terreni agreoll

1 o 1 1 1 10 1 2 1 11 1 2 1 I i I I i I I i I 16 18

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ESTREMI DEL TITOLO AGENZIA DELLE ENTRATE DI

1 2 1 z l

MILANO - VIA DEI CEDRI, 97 Dati catastali identificativi dell'immobile

sia

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Riduzione per terreni agreoll

Dati catastali identificativi dell'immobile

4 regie Cena

SEMINATIVO o n. poterono

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LOCALITÀ PIANELLE - CALAVORNO (LU)

1.687,00

AGENZIA DELLE ENTRATE DI ESTREMI DEL TITOLO

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Trìbutí Su case in affitto, negozi e uffici corretta L'impostazione iniziale: obbligo di presentazione solo se il Comune prevede un'aliquota di favore

Un mese per le dichiarazioni sull'Imu Via libera al modello - 11 30 novembre non vale per chi ha maturato obblighi negli ultimi 90 giorni

Il fac simile con l'esempio di compilazione

Nell'esempio di compilazione del modello di dichiarazione Imu, che riguarda la seconda facciata (la prima si limita a raccogliere i dati anagrafico-fiscali del contribuente), è stato ipotizzato che si debbano indicare tre immobili soggetti a obbligo dichiarativo: il modello contiene, del resto, tre caselle, quindi, se ci sono ulteriori immobili da segnalare, occorrerà compilarne un altro.

Il primo immobile è locato dal 1 ° febbario 2012: viene segnalato perché a Milano è stata prevista un'aliquota più bassa per le case affittate a canone concordato (0,65%), quindi il codice è 7.3.; ilvalore è quello a i fini Imu: rendita catastale aggiornata del 5% e moltiplicata per 160.

Il secondo è un'area fabbrica-bile, nella periferia di Milano, che è divenuta tale da terreno agricolo grazie a una delibera di variazione del Pgt del 23 maggio 2012: il codice è 2 e alla casella 12 si indica ilvalore di mercato.

Da ultimo, il contribuente (che non è un imprenditore agricolo professionale) possiede, a metà con il fratello, un terreno agricolo in Lucchesia, ereditato dal padre il 15 febbraio 2012. Il codice è 1 e il valore viene determinato moltiplicando per 135 il reddito dominicale aggiornato del 25 per cento. Trattandosi di terreno agricolo in comune montano è da considerarsi esente dall'imposta

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Luigi Lovecchio Gianni Trovati

Un mese esatto. È questo il tempo che contribuenti, profes-sionisti e centri di assistenza fi-scale avranno per studiare e pre-sentare la dichiarazione Imu, varata ieri dal ministro dell'Eco-nomia Vittorio Grilli nell'ultimo giorno utile per l'approvazione di aliquote e regolamenti da par-te dei consigli comunali. Sem-pre ieri, infatti, il Governo ha ri-badito l'esclusione a qualsiasi forma di proroga, mentre la Con-sulta dei C af aveva chiesto tem-pi più lunghi peri pagamenti per-ché deve ancora ricevere molte delle delibere approvate nelle ul-time settimane dai Comuni. L'Economia, ieri, ha ribadito an-che per comunicato stampa la chiusura dei termini per gli enti locali, e il ministro per i Rappor-ti con il Parlamento Piero Giar-da, rispondendo alla Camera a un'interrogazione della Lega Nord, ha spiegato che il calenda-rio «non risulta né breve né tale da ostacolare i contribuenti e i Caf»; una posizione che ha spin-to la Cgil a parlare di Esecutivo «sordo» perché «non posticipa una tassa iniqua».

Con la firma di Grilli in calce al provvedimento con modello e istruzioni, si apre invece la fas e di debutto delle dichiarazioni, che impegneranno i contribuen-ti da qui al 30 novembre: la sca-denza di fine mese potrà essere dribblata nei casi in cui l'obbligo sia sorto negli ultimi tre mesi. S e un contribuente per esempio ha acquistato un'area fabbricabile al i° di ottobre, il termine slitta al 3o dicembre, cioè dopo i 96 gior-ni previsti dalla legge per i nuovi obblighi dichiarativi.

Laplatea degli interessati sarà comunque assai meno numero-sa rispetto a quella prevista dalle prime versioni del provvedi-mento, perché le istruzioni dif-fuse ieri confermano la correzio-ne che non impone più il model-lo ai proprietari di tutte le «cate-gorie agevolabili», ma solo a quelli che davvero si sono visti riservare dal Comune un tratta-mento più favorevole rispetto a quello generale (si veda anche «Il Sole 24 Ore» del 23 ottobre). La questione riguarda soprattut-to gli immobili concessi in affit-to e locazione, quelli strumenta-li all'esercizio di arti e professio-ni e in generale quelli posseduti da soggetti Ires. Negozi, capan-noni, centri commerciali e abita-zioni date in locazione sono po-tenzialmente agevolabili perché nel loro caso l'aliquota può scen-dere fino al 4 per mille, quindi sotto al 4,6 per mille previsto co-me limite minimo dalla discipli-na generale. Per far scattare l'ob-bligo di dichiarazione, spiegano

però le istruzioni definitive, oc-corre che il Comune abbia dav-vero previsto per negozi, capan-noni o case in affitto un carico fi-scale inferiore rispetto all'ali-quota «ordinaria» decisa per gli altri immobili diversi dall'abita-zione principale. Per esempio: se il consiglio decide il io,6 per mille come aliquota «ordina-ria», e il 9,6 per mille nel caso di immobili strumentali, i proprie-tari di questi dovranno presenta-re la dichiarazione entro ilio no-vembre. Questa correzione è di grande utilità ed è dovuta alla se-gnalazione fatta dal Sole 24 Ore sin dalla primabozza: il manteni-mento del vecchio testo avreb-be costretto tutti i proprietari di immobili locati, senza distinzio-ne, a fare la dichiarazione.

Sempre obbligati alla dichia-razione invece i proprietari di immobili per i quali l'agevola-zione sia già fissata dalla legge, come accade per i fabbricati di interesse storico o artistico, i beni merce o i terreni agricoli Posseduti e condotti da coltiva-tori diretti o imprenditori agri-coli professionali.

Le istruzioni definitive con-fermano che l'abitazione prin-cipale (una per famiglia) non deve essere di regola mai di-chiarata, anche quando acqui-sta tale qualifica nel corso dell'anno. Non devono inoltre essere dichiarate le pertinenze dell'abitazione principale poi-ché, secondo le istruzioni, i co-muni hanno a disposizione le informazioni necessarie.

È inoltre confermato che tut-ti gli atti che sono transitati at-traverso il sistema notarile del Mui (modello unico informati-co) non devono essere denuncia-ti. La dichiarazione non deve es-sere presentata anche in tutte le ipotesi in cui il comune, ai fini dell'applicazione dell'aliquota ridotta, abbia deliberato specifi-ci obblighi di comunicazione sotto altre forme.

I fabbricati rurali strumenta-li non devono essere mai denun-ciati. Viceversa gli immobili esenti degli enti non commercia-li devono essere sempre denun-ciati, anche se già posseduti al i° gennaio 2012.

I fabbricati inagibili o inabi-tabili dovranno essere indicati solo nell'anno in cui perdono il diritto alla riduzione. Tra i casi più diffusi di sussistenza del-l'obbligo dichiarativo, si ricor-dano inoltre: l'acquisto di aree edificabili, poiché occorre indi-care il valore al primo gennaio dell'anno; il mutamento di qua-lità da terreno agricolo a area edificabile; i fabbricati che han-no acquistato o perso il diritto all'esenzione.

0 RIPRODUZIONE RIS:R VA - A

I casi principali

`z I QUANDO SI DICHIARA... Acquisto di area fabbricabile; mutamento da terreno a gricolo ad area fabbricabile ,

inizio o cessazione del dirittc, all'esenzione immobili locati,d'impr so appartenenti a soggetti Ires per i quali il Comune ha deliberato una riduz one di aliquota. Per i fabbricati oca i l'obbbligo sussiste solo

se il contratto è stato registrato prima d

e primo

luglio 2010. A partire da tale data infatti vi è obbligo dì indicare i dati catastali dell'immobile in sede d

i registrazione del contratto; beni merce delle '

lm pe se costruttrici per i qual riil Comune si è

allo

0,38 per cento;

fabbricati d'interesse storico artistico.'

' fabbricati inagibili o inabitabili per í quali è cessato il diritto alla riduzione dell'imponibile; terreni agricoli posseduti e condotti da coltivatori diretti e Iap; riunione di usufrutto non iscritta in catasto; nascita o cessazione

dell'usufr tto leg ale.' area edifica bile posseduta e

condotta da un coltivatore diretto o da un soggetto Iap; immobili esenti degli enti non commerciali

I ...E QUANDO NON SERVE Abitazione p mcipale e relative pertinenze, anche se ,

si ha diritto alla maggiorazione di detrazione . di 50 euro per ciascun figlio convivente d' età non superiore a 26 anni; ex casa coniugale assegna in sede di separazione o divorzio, con la sola eccezione della casa ubicata in un comune diverso da quello di celebrazione del matrimonio o di nascit a dell'assegnatario; rio; acquisto di immobile transitato dal Mui (M° dello u nico i mmobile', oggetto i uno specifico obbligo di comunicazione deliberato dal Comune ai fini dell'app icazione

uota ridotta; immobili detenuti in leasing già denunciati ai fini Ici; fabbricati rurali strumentali; variazioni cata stati denunciate agli uffici del Territorio

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t QINUTIOUNO ECIINUSLIED.1:11L'IMIC21111: POUTICO 9

Scure sulle province, non è ancora fatta

DI MARCO BERTONCINI

I 1 ministro Filippo Patroni Griffi si è dichiarato ben sicuro dell'iter pre-visto per il riordino delle province, certo minimizzando i ricorsi già in

atto, per il momento arrestati dai Tar. Non ha però potuto negare che la proposta di ridurre a 51 le province nelle regioni a statuto ordinario è soggetta a interventi che potrebbero variarla, ostacolarla, ridimen-sionarla. Intanto, c'è la conversione in legge. Per essere chiari, pu-gnaci gruppi di decine di de-putati o senatori sono pronti a sostenere la causa del man-tenimento in vita di ciascuna delle 35 amministrazioni de-stinate a essere accorpate. Già ieri, in sede di Consiglio dei ministri, sono state salva-te Sondrio e Belluno, perché interamente montane. Le re-gioni destinate a divenire mo- noprovinciali (Umbria, MohseW, e Basilicata) erano state a un passo dal serbare la propria articola-zione, allorché si discusse il precedente decreto-legge. Ovviamente motivi sto-rici, sociali, demografici, economici, per giustificare la permanenza in vita di ciascuna delle province destinate alla soppressione sussistono a iosa. E po-

emendamenti per salvare, se non la pro-vincia da accorpare, almeno il capoluogo, duplicandolo: il governo ha finora tenuto duro sulla scelta d'individuare un unico capoluogo in ciascuna nuova provincia, non importa se unificatrice di due o tre

province; ma il Parlamento è sovrano. Ci sono, poi, più insidiosi, i percorsi giu-diziari. Si tratta d'impiantare un proce dimento di fronte a un giudice (c'è già chi non fa differenza e pensa dove' gli possa riuscire meglio: giudice civile, giu-dice amministrativo, giudice tributario,

l'unica finora non citata è la giustizia militare) per puntare alla Corte costitu-zionale. Circolano già pareri espressi da noti costituzionalisti (categoria sovrab-bondante, posto che i docenti della di-sciplina si contano a centinaia in Italia, per limitarsi ai soli professori ordinari)

sui profili d'incostituzionalità delle norme finora entrate in vigore sul riordino, e anche sulle future. La stessa adozione del de-creto-legge trattato ieri dal governo è contestata per mancanza dei requisiti di ne-cessità e urgenza: fra l'altro, pare si tratti del primo caso di un decreto-legge la cui ado-zione era prevista da un pre-cedente decreto-legge (che, a dir la verità, parlava pudica-mente di un «atto legislativo di iniziativa governativa»). Anche l'assenza di autentica consultazione delle popola-zioni interessate (sorpassate

me attraverso il parere richiesto AA ai consigli delle autonomie lo-

cali) e l'indifferenza verso la disposizione costituzionale che prevede che il mutamento delle circoscrizioni provinciali avvenga «su iniziativa dei comuni» sono temi che verranno sfrut-tati, e ampiamente, dai contestatori del provvedimento.

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Sono in agguato contro il decreto nugoli di ricorsi, su su, fino alla Consulta trebbe pure darsi che fossero presentati

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Varato il decreto legge con gli accorpamenti. Salve in extremis Arezzo, Belluno è Sondrio

Ilgoverno cancella 35 province Da 86 a 51 enti nelle regioni ordinarie. Via le giunte dal 2013

DI FRANCESCO CERISANO

Da 86 a 51 province. La nuova geografia dell'Ita-lia riparte da qui e lascia per strada 35 enti di se-

condo livello nelle regioni a statu-to ordinario. Dopo il dl Salva Italia (d1201/2011), la spending review (dl 95/2012) e mesi di discussio-ni e dibattiti tra chi non voleva cambiare nulla e chi addirittura le province le avrebbe eliminate tutte, il consiglio dei ministri di ieri ha approvato il decreto legge che scrive per il momento la parola fine. Almeno per quanto riguarda il lavoro del governo che chiude la porta a qualunque ipotesi di ripensamento futuro. «E un pro-cesso irreversibile», ha dichiarato il ministro della funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, «un re-styling coerente con i modelli Ue nel solco della spending review». Ora quindi la palla passa al par-lamento. E all'esecutivo non resta che augurarsi che la politica non smantelli piano piano (come sta accadendo per esempio al decreto enti locali, dl 174/2012 ndr) la tra-ma istituzionale faticosamente co-struita da Monti&Co. Ma vediamo la mappa delle nuove province.

Come cambia la geografia italiana. Molte le novità dell'ul-tim'ora. Resteranno in vita Son-drio e Belluno perché bisogna «preservare la specificità delle province il cui territorio è inte-gralmente montano». Salva an-che la provincia di Arezzo che a discapito dei dati Istat dovrebbe aver raggiunto in extremis il tetto minimo di 350 mila abitanti ne-cessario per sopravvivere. Prato riabbraccia Firenze confluendo nella città metropolitana del ca-poluogo assieme a Pistoia. Stessa cosa in Lombardia dove la pro-vincia di Monza-Brianza entrerà a far parte dell'area metropoli-tana di Milano invece che unir-si con Varese-Como-Lecco. Una scelta, quest'ultima, presa contro il volere dei diretti interessati che ieri hanno accusato il govématore della Lombardia, Roberto Formi-goni, di aver fatto pressioni perché la Brianza tornasse sotto Milano piuttosto che confluire nella pro-vincia di Varese. A dispetto delle attese, Padova non confluisce nel-la città metropolitana di Venezia, ma si aggrega con Treviso, mentre Verona guadagna anche l'attuale provincia di Rovigo.

In Piemonte, ferme restando Torino (città metropolitana) e Cuneo, nascono tre nuove realtà composite: Alessandria-Asti, No-vara-Verbania e Vercelli-Biella. In Tbscana, detto di Firenze e di Arez-zo, spuntano due maxi province: Siena-Grosseto e Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno. In Liguria, Imperia e Savona si fondono, mentre in Emilia-Romagna, sal-ve Bologna (città metropolitana) e Ferrara, vanno a braccetto Pia-cenza e Parma e Modena e Reggio Emilia. Ravenna, Forlì Cesena e Rimini si mettono insieme per co-stituire un'unica provincia della

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Romagna. Nelle Marche Ascoli, Fermo e Macerata andranno a co-stituire un solo ente. In Abruzzo dalle attuali 4 province si passerà a due: Pescara-Chieti e L'Aquila-Teramo. Nel Lazio, Roma diven-terà città metropolitana e le altre quattro province si dimezzeranno andando a costituire Viterbo-Rieti e Latina-Frosinone. In Campania, oltre a Napoli (città metropolitana) si salvano Salerno e Caserta, men-tre Avellino si unisce a Benevento. In Puglia, Foggia ingloba l'attuale provincia di Barletta-Andria-Tra-ni, mentre Taranto si aggrega con Brindisi. In Calabria, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia torne-ranno insieme. Molise, Basilicata e Umbria diventeranna regioni monoprovinciali.

La governance delle provin-ce. Le nuove province vedranno la luce dal 1° gennaio 2014. Que-sto significa che le attuali ammi-nistrazioni resteranno in carica fino al 31 dicembre 2013, ma già dall'inizio dell'anno prossimo le giunte scompariranno e gli unici organi provinciali a restare incari-ca saranno i consigli e i presidenti. Questi ultimi, in sostituzione delle giunte, potranno delegare l'eserci-zio delle funzioni di governo a non più di tre consiglieri. Non ci saran-no i commissari a traghettare gli enti verso il riordino. I commissari si insedieranno solo negli enti che da oggi al 31 dicembre 2013 vanno a scadenza (naturale o anticipata) per gestire la macchina ammini-strativa fino all'insediamento dei nuovi enti. La elezioni per costitui-re i nuovi organi dovranno tenersi in una domenica compresa tra il 1° e il 30 novembre del 2013: Sarà una legge dello stato a definire le modalità di elezione entro il 31 dicembre 2012. Il consiglio pro-vinciale non sarà più composto inderogabilmente da dieci com-ponenti (come prevedeva il Salva

TOSCANA 26. Fi z -Pra o I 27. Arezzo 2

Italia) ma il numero potrà salire a 12 negli enti con popolazione compresa tra 300 mila e 700 mila abitanti e a 16 negli enti con più

Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno

Peru ia -Terni

MARCHE 31. Ancona

Pesaro•iirbino Macerata-Fermo-Ascoli Piceno

Latina-Frosinone

37. L'A•uila-Teramo P ra-Chle I

MOLISE

CAMPANIA .

Salerno

Avellino nevento

CALABRIA

Cosenza. Catan Vibo Vere

-Le città metropolitane sono contrassegnate dall'asterisco -In neretto le province che restano con gli attuali confini

di 700 mila abitanti. La successione tra enti Nelle province che avranno

nuovi confini per effetto degli ac-

corpamenti il comune capoluogo sarà o il capoluogo di regione (se rientra nel territorio della neona-ta provincia) oppure il comune più popoloso tra quelli già capoluogo di provincia. La denominazione delle nuove realtà locali potrà comunque essere modificata con dpr, previa delibera del consiglio dei ministri.

I nuovi enti subentreranno a quelli esistenti in tutti i rapporti giuridici. Il passaggio dei dipen-denti di ruolo avverrà previa concertazione sindacale. Gli enti potranno fare da sé solo in caso di mancato accordo con i sindacati. Le dotazioni organiche saranno determinate tenendo conto dell'ef-fettivo fabbisogno. Le regioni tra-sferiranno ai comuni le funzioni già conferite alle province a meno che non decidano di tenerle per sé al fine di assicurarne un esercizio unitario.

La governance delle città metropolitane. Le città metro-politane vedranno la luce dal 2014 ad eccezione di Reggio Calabria in cui il nuovo ente debutterà 90 giorni dopo il rinnovo degli organi del comune attualmente commis-sariato. Le nuove realtà saranno rette da un consiglio metropo-litano composto da 18 membri negli enti con più di 3 milioni di abitanti, 14 in quelli con popola-zione compresa tra 800 mila e 3 milioni di abitanti e 12 nelle al-tre città metropolitane. Saranno i sindaci e i consiglieri comunali dei municipi ricompresi nel terri-torio metropolitano ad eleggere i componenti del consiglio. ©Riproduzione riservata—

PIEMONTE

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LOMBARDIA Milano-Monza ,Brianza* Brescia

Pavia

Varese-Como-Lecco

VENETO

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Al via la 'tesoreria unica per le scuole l via la tesoreria unica per le istitu- zioni scolastiche. Da ieri il diparti- mento della ragioneria generale elio stato ha disposto l'apertu-

ra di contabilità speciali intestati alle istituzioni scolastiche, ai convitti e agli educandati femminili. E dal 12 novembre prossimo gli istituti cassieri delle scuole dovranno effettuare il versamento delle disponibilità liquide presso la tesoreria statale. Sempre dal 12 novembre saranno di fatto applicati compiutamente i mecca- nismi del sistema di tesoreria unica e la nuova disciplina andrà a regime. È quan- to si evince da una circolare emanata il 31 ottobre scorso dal ministero dell'economia (n.32, prot. 0088259). Il provvedimento reca, infatti, le disposizioni di dettaglio per dare concreta attuazione alle novità introdotte dai commi 33 e 34 dell'articolo 7 del , decreto legge 95/2012. Lassogget-

tamento al sistema di tesoreria unica comporterà l'obbligo per le istituzioni scolastiche di depositare le proprie di-sponibilità liquide su contabilità speciali aperte presso la tesoreria statale. E cioè presso la banca d'Italia. E quindi il soldi delle scuole non saranno più materialmen-te disponibili presso gli istituti cassieri dove le scuole hanno stipulato la convenzione di cassa. Ma il cassiere continuerà a svolgere il servizio di cassa per conto delle isti-tuzioni scolastiche. E manterrà anche i rapporti con la banca d'Italia, presso la quale risulterà materialmente depositata la liquidità. In buona sostanza, dunque, i soldi saranno versati e rimarranno ma-terialmente depositati presso la banca d'Italia, ma le operazioni relative ai pa-gamenti e alle riscossioni, per conto delle scuole, continueranno ad essere effettuate dagli istituti cassieri. I:assoggettamento al

servizio di tesoreria unica non comporterà limitazioni nell'accesso alle disponibilità delle scuole. Ma le relative somme saranno versate su sottoconti fruttiferi e infruttiferi delle contabilità speciali. I finanziamenti statali, regionali e degli enti locali saranno versati sui sottoconti infruttiferi. Così come pure i finanziamenti comunitari e i mutui e i prestiti con garanzia statale. Se invece la garanzia statale non c'è, le somme dovran-no essere versate nei sottoconti fruttiferi. Idem i contributi provenienti da privati e i proventi delle gestioni economiche. Al regi-me di tesoreria saranno assoggettate tutte le istituzioni scolastiche, i convitti e gli edu-candati, salvo le scuole e le istituzioni edu-cative della Valle d'Aosta e delle province autonome di Trento e Bolzano. Il regime di tesoreria unica non si applicherà nemmeno ai conservatori e alle accademie.

Antimo Di Geronimo

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11 governo cancella 35 Province

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II governo cancella 35 Province Al via il riordino delle amministrazioni. Patroni Grilli: "Processo irreversibile". riforma autoritaria

se le giunte e il presidente po-trà delegare l'esercizio di fun-zioni a non più di 3 consiglieri provinciali. Tempi cadenzati, ovviamente, (pena l'arrivo di un commissario ad acta) per arrivare ad eleggere nel no-vembre del 2013 i presidenti delle nuove Province. Un'altra novità riguarderà i consigli: i membri saranno 16 negli Enti con più di 700 mila abitanti, 12 in quelli con una popolazione da 300 mila fino a 700 mila e dieci negli altri. Via, inoltre, assessori mentre gli organi politici dovranno avere sede esclusivamente nelle città ca-poluogo. Non solo, la road map del governo prevede pure che dal 1° gennaio del 2014 saran-no operative anche le città me-tropolitane: dieci in tutto (Ro-ma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Ba-ri, Napoli, Reggio Calabria).

Il decreto prevede l'abolizione delle giunte e l'elezione indiretta

dei presidenti

Cambia, insomma, la geo-grafia del Paese ma anche quella politica nelle realtà re-gionali. Cambia volto la To-scana con la riduzione di sei capoluoghi, ma anche la Lombardia (- 5) e il Piemonte (-3). Basilicata, Molise e Um-bria resteranno monoprovin-cia. Nel Lazio ne resteranno due: Viterbo-Rieti, Latina-Frosinone.

A fine Consiglio dei mini-stri, gli amministratori locali evitano solo il rischio di com-missariamento immediato, per il resto il processo di rior-dino è avviato, con tutti i dubbi che l'Upi rileva. «Non si può immaginare - chiarisce Casti-glione - che un presidente pos-sa gestire da solo tutti gli adempimenti: ci sarà da unifi-care bilanci, piani territoriali, reti di trasporto, beni mobili e immobili e personale. Un per-corso delicato che va affronta-to con la massima cura».

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PAOLO FESTUCCIA ROMA

Un taglio netto, e per effetto del decreto varato ieri dal Consiglio dei ministri le Pro-vince italiane (a statuto ordi-nario) da 86 diventano 51. Trentacinque enti in meno a partire dal 1° gennaio 2013. Via le giunte, stop al cumulo di emolumenti, ed elezioni per eleggere i nuovi presi-denti a novembre del 2013. «Un processo irreversibile, che guarda al futuro e che si ispira ai modelli di governo europei» per il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi. «Una decisio-ne, quella del governo, frutto di una visione autoritaria che lede gli organismi di de-mocrazia locale» per Anto-nio Saitta vice presidente dell'Upi.

Nel mezzo le novità di una riforma che nelle intenzioni del governo, «razionalizza le competenze», riduce le spe-se, e rappresenta il primo tassello di progetto più am-pio per la riorganizzazione e anche il dimezzamento di tutti gli uffici territoriali del governo su base provinciale. Ma al di là dei numeri, gli ac-corpamenti, le dimensioni e le battaglie di campanile il cuore della riforma è nello status che assumeranno le nuove Province: non più ente di governo ma organismo cui spetteranno le sole funzioni di indirizzo e di coordina-mento dell'attività dei comu-ni. E quindi, nessuna elezio-ne diretta. Questa, insom-ma, la prima vera novità: ele-zioni di secondo livello (con legge ancora da definire) do-ve i consiglieri provinciali sa-ranno «i consiglieri o sindaci dei Comuni della circoscri-zione provinciale eletti a tale ulteriore carica ai quali spet-terà l'elezione del presiden-te». Dal 1° gennaio prossimo, dunque, le Province italiane saranno 35 in meno (per quelle a Statuto speciale «c'è un obbligo di adeguamento a sei mesi»); saranno soppres-

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Monza ritorna con Milano "Ci hanno tradito i comaschi" Allevi: stravolte le regole all'ultimo minuto, non ci stiamo

59 FRANCESCO SPINI

MILANO

F incredibile...». Dario Allevi, Pdl, r H , lo immaginava. «Sapevo di cor-

rere il rischio di essere il primo e ultimo presidente della provincia di Monza e Brianza. Ma quello che è suc-cesso oggi è incredibile».

Presidente, 8 anni dopo tornate al punto di partenza, sotto Milano. Qual è il problema?

«Fino a martedì sera avevamo la cer-tezza, confermata dal ministro Pa-troni Griffi, che le città metropolita-ne non potessero accorpare provin-ce. Il pericolo era scongiurato. Aspettavamo di sapere con chi sa-rebbe stata unita Monza: probabil-

Presidente Dario Allevi presidente

di Monza e Brianza sospetta

lo sgambetto di Formigoni

mente con Como, Varese e forse anche con Lecco. Il capoluogo sarebbe diven-tato la città più popolosa: in tutti i casi Monza».

Poi cosa è successo? «Che in questo Paese c'è sempre il fur-

betto che arriva all'ultimo minuto e stravolge le regole».

Chi, in questo caso? «Forse alcuni parlamentari comaschi che sono riusciti a convincere il mini-stro, magari il governatore Formigoni che era più utile e giusto pensare a una modifica - facendo tornare Monza con Milano - in modo che, nella nuova pro-vincia del Nord, Como potesse diventa-re capoluogo...».

Formigoni però ha smentito tale rico-struzione.

«Ma Patroni Griffi dice che è un'idea del governatore. Il quale, invece, chia- ma in causa il ministro. Si mettano

d'accordo e si prendano la responsabili-tà al 50 per cento».

Ma non ne aveva parlato con Formigo-ni in precedenza?

«Qualche settimana fa davanti a me, al sindaco e ai consiglieri regionali del no-stro territorio aveva detto che Monza poteva rischiare di finire nella città me-tropolitana, a meno che non avesse ac-cettato di fare un passo indietro sul ca-poluogo. E a quel punto poteva essere reinserita nella provincia del Nord. In coro gli abbiamo risposto che Monza non poteva tornare con Milano, ma an-che che non potevamo accettare un ri-catto del genere».

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Morale?

«Per l'ennesima volta si è persa l'occa-sione di far vedere che non esistono figli e figliastri. Certo la Brianza non starà a guardare: siamo stanchi di dare e rice-vere, come in questo caso, sonori schiaffoni. Siamo pronti a iniziative cla-morose. E quando sarà il momento an-drò personalmente a vedere come vota-no i parlamentari della zona».

E tra i vostri ce n'è uno eccellente, Silvio

Berlusconi, che non ha mosso un dito,

non è vero?

«Forse proprio perché abita ad Arcore, il Cavaliere non voleva fare un ragiona-mento campanilistico e non si è mai pronunciato. Ma non tiriamolo in ballo: ci sono tanti parlamentari che dovreb-bero dare spiegazioni sulla loro coeren-za. Più nel mio partito, il Pdl, che nella Lega, non ci piove. Bene inteso: anche il Pd è stato incoerente sul punto».

Cosa succederà tornando con Milano?

«Prima di diventare Provincia siamo sempre stati considerati la periferia della periferia della grande Milano, a noi arrivavano richieste di voti e poi so-lo le briciole. Il rischio è questo, tornare nella centrifuga milanocentrica».

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Sul water o in piazza L'Italia dei campanili che ripudiai "cugini"

Da Pisa-Livorno a Modena-Reggio, le unioni "impossibili" IL REFERENDUM

Piacenza lo stava preparando per annettersi alla Lombardia ma è stata accorpata a Parma

uò darsi che l'Italia dei campanili trovi persino difficile farsi rappresen- tare da Roberto Cenni, il sindaco di Prato che ha

parlato ai giornalisti seduto sul wa- ter, tutto così elegante, in giacca e cravatta, il panciotto e il ciuffo briz- zolato che scivola sulla fronte come un riporto, se non fosse per quella toilette con lo sciacquone da tirare. Però, nel mare di ricorsi e di insulti piovuti sul taglio delle Province, non c'è solo il radicalismo di un'identità quasi paesana, ma anche - addirittu- ra - qualche antica rivalità storica. Prendete Modena e Reggio Emilia, o Pisa e Livorno, costrette da ieri a stare insieme, sotto lo stesso tetto, come in una buona famiglia. I livor- nesi quando parlano con uno di Pisa, glielo dicono in faccia, «Deh, ma te ne rendi conto? Tu sei di Pisa». E il proverbio, di quelle parti, dice che «è meglio un morto in casa, che un pisa- no sull'uscio», perché, nella leggen- da popolare, i pisani erano gli esatto- ri delle tasse. In realtà, la Storia rac- conta che Livorno viene inventata dai Medici per dare il colpo di grazia alla grande Repubblica marinara in crisi. Prima era solo una galera. Al- l'improvviso, Firenze costruisce il porto e lo riempie di gente raccatta- ta da tutti gli angoli, per togliere così l'ultimo respiro alla sua rivale. La missione riesce, ed è da allora che le

PRONTI I RWORSI

Varese si appella al Tar Il Molise addirittura

alla Corte Costituzionale

due città, distanti l'una dall'altra ne-anche un tiro di schioppo, si odiano così cordialmente.

Pure Modena e Reggio Emilia stanno vicine vicine: 30 km d'auto-strada a malapena. Però sono lonta-nissime fra loro, essendo Modena un ducato degli Este, città universi-taria, molto raffinata e quasi snob, con le sue imprese eccellenti e il suo nobile passato, al contrario di Reg-gio Emilia, non a caso la provincia di Peppone e don Camillo, città forte-mente terrigna e contadina, dove nella piazza grande del Municipio si portavano ancora le mucche fino a qualche tempo fa. Erano tutt'e due insieme sotto gli Este, ma Modena era la capitale. Solo che anche que-sta lontananza finisce per scadere nel ridicolo assieme al suo campani-lismo più becero, con gli Ultràs del Modena che arrivano perfino a dise-gnare una coreografia allo stadio tutta in gialloblu, per bocciare l'unione con la vicina nemica, come recitava l'enorme striscione appeso sugli spalti: «Modena è provincia ed è solo gialloblu». Certo, non sono gli unici che protestano, e lì vicino a lo-ro, per sfuggire questo comune de-stino, Piacenza ha pensato persino di organizzare un referendum per togliersi dall'Emilia: meglio in Lom-bardia che assieme a Parma. E inve-

mo, a parte Monza, anche perché Co-mo non la voleva (Leonardo Carioni, Lega Nord: «Noi non abbiamo niente a che fare con Monza, come logistica, territorio e identità. È impensabile una cosa del genere»). Risultato: Monza è stata accorpata a Milano e per questo ora protesta. Dario Allevi, pdl, presidente di Monza e Brianza dice che è «indecente. Non capisco per quale motivo sia stata prevista una deroga solo per Sondrio e Manto-va. È arrivato il momento di alzare i toni». A Varese li hanno levati così in alto da appellarsi persino a Mario Monti «in quanto varesino come noi», come ha fatto Lara Comi, europarla-mentare pdl. Naturalmente, il gover-no è andato avanti per la sua strada, e forse non solo a Palazzo Chigi, perché se chiedi alla gente, a quanti sta dav-vero a cuore questa dispersione di Province come ai politici?

Sta di fatto che la partita non si è chiusa certo qui. Non c'è Provincia che non abbia annunciato il suo bel ri-corso al Tar, come Dario Galli, leghi-sta, presidente di Varese, o alla Corte Costituzionale, come ha deciso la re-gione del Molise, dopo che le hanno ac-corpato Isernia e Campobasso. Il pre-sidente Michele Iorio ne ha promessi addirittura due, a scanso di equivoci. Melius abundare. «Aspettiamo la ri-sposta il 6 novembre», ha detto, men-tre Rosario De Matteis, dalla sua roc-caforte di Campobasso, tuonava che «il governo Monti è come l'Armata Brancaleone: ormai non sanno più che fare». Poco importa che molte di que-ste Province ritornino in fondo nel lo-ro alveo, come Lecco che in fondo era già con Como, o Biella che era con Ver-celli, e Rimini con Forlì, e tante altre così, da Vibo Valentia a Verbania. Il campanile e i suoi interessi sono più forti di tutto. Treviso, ad esempio, ave-va i giorni contati, bocciata com'era

ce, da ieri, è finita proprio sotto il mantello di Maria Luigia. Dall'altra parte non è che avrebbe avuto vita tanto diversa: la via era quella di sta-re con Mantova, Cremona e Lodi, che già protestano e urlano di loro. Niente in confronto a Monza, Varese e zone limitrofe. Lì sono finiti tutti sotto Co-

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dalla legge, essendo troppo piccola con i suoi 23 mila chilometri quadrati appena. L'hanno messa con Padova, e Rovigo con Verona. Però, è insorta lo stesso. Fra le storie diverse («che c'en-tra Siena con Grosseto?», si lamenta-no a piazza del Campo) e odi fraterni, il linguaggio molte volte è trasversale, dalla Basilicata alle Alpi, come se i no-stri campanili almeno in questo aves-sero trovato una cosa in comune. Pur-troppo, non è un bel linguaggio, tipo quello che usa il presidente della Pro-vincia di Avellino, Cosimo Sibilia, per differenziare - si dice così - «la peculia-rità delle due aree». È che l'Italia dei campanili sembra proprio aver trova-to nel politichese e negli slogan degli ultrà il suo minimo comune denomi-natore. Sibilia è arrabbiatissimo per-ché Avellino è finita nel calderone del-la nuova grande provincia «Ave-San-

TON ACCESI

Sibilia (Avellino): «Provvedimento devastante, ci hanno umiliati

siamo al limite del colpo di Stato»

nio», con capitale Benevento. Se non deve dilungarsi sulle peculiarità, è molto più diretto: e allora «è un prov-vedimento devastante» (uno), «hanno umiliato e mortificato il nostro terri-torio» (due), e «siamo ai limiti del col-po di Stato» (e tre!). Naturalmente, a questo punto, anche lui andrà al Tar.

Alla fine, Roberto Cenni, il sindaco offeso di Prato, è davvero la rappre-sentazione, un po' ridicola, del nostro campanilismo a oltranza. E i toni giu-sti sono quelli di Cristiano Vignali, «politologo e storico teatino», che ha lasciato ai posteri questa cronaca: «Migliaia di giovani lunedì mattina hanno sfilato in corteo tra ali di folla osannanti per riconsegnare la città in mano ai teatini e salvare la provincia di Chieti». Purtroppo, Chieti è stata cancellata. E abbiamo chiesto: ci han-no detto che erano qualche decina. Facciamo trenta?

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