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1 INDICE Presentazione del Vescovo. pag. 3 Introduzione pag. 5 Cap. 1 Il mistero liturgico della Quaresima pag. 8 Cap. 2 Le domeniche di Quaresima (anno B) pag. 11 Cap. 3 La Messa Crismale pag. 18 Cap. 4 Celebrazione comunitaria della Penitenza pag. 20 Cap. 5 La proposta educativa e pastorale del RICA pag. 28 Cap. 6 Proposta di Ritiro pag. 36 Cap. 7 Microrealizzazioni pag. 41

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INDICE

Presentazione del Vescovo. pag. 3

Introduzione pag. 5

Cap. 1 Il mistero liturgico della Quaresima pag. 8

Cap. 2 Le domeniche di Quaresima (anno B) pag. 11

Cap. 3 La Messa Crismale pag. 18

Cap. 4 Celebrazione comunitaria della Penitenza pag. 20

Cap. 5 La proposta educativa e pastorale del RICA pag. 28

Cap. 6 Proposta di Ritiro pag. 36

Cap. 7 Microrealizzazioni pag. 41

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PRESENTAZIONE DEL VESCOVO “Immersi nell’amore di Dio”: i catecumeni, che nel tempo che precedeva la solenne Veglia di Pasqua si preparavano intensamente a ricevere i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, non conoscevano esattamente quello che sarebbero stati chiamati a fare nel corso della Veglia, ma avevano certamente chiaro che l’immersione nell’acqua del Battesimo era un’immersione nell’amore di Dio. Quel bagno li avrebbe generati a vita nuova e avrebbe comunicato in modo assolutamente nuovo l’amore di Dio dal quale ogni essere umano è investito. Il tempo liturgico della Quaresima nasce proprio dalla preparazione immediata, intensa ed esigente ai sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Eucaristia che, nella “madre di tutte le veglie”, venivano amministrati. E’ un tempo in cui la comunità cristiana si stringe intorno a coloro che stanno per inserirsi in essa, li circonda con l’affetto e la preghiera e vive con trepidazione il loro nascere alla vita nuova, come una madre che sta per dare alla luce un figlio. Ecco perché la Quaresima è così importante: non è anzitutto un tempo in cui ci si cimenta in qualche “fioretto”, quasi in una sfida spiritual/volontaristica con se stessi, ma il tempo della preparazione e della riscoperta dell’essere abbracciati dall’amore di Dio. Le tre dimensioni della Quaresima, la preghiera, il digiuno e la carità sono di aiuto a tale preparazione e riscoperta. Il tempo di Quaresima è quindi strettamente correlato alla Pasqua e al diventare cristiani. Se questo è vero in particolare nell’anno liturgico A (nel quale le pericopi evangeliche scandiscono il tempo di preparazione al Battesimo), lo è anche negli altri due anni B e C. Anche il tema dell’alleanza, che segna il periodo quaresimale di questo anno B, è un tema tipicamente battesimale.

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In questo anno in cui come diocesi di Rimini siamo invitati a riscoprire la bellezza del Battesimo, il cammino quaresimale è un percorso di santità sia a livello personale che comunitario. Il sussidio che l’Ufficio Pastorale Diocesano ha predisposto vuole essere di aiuto al cammino che le comunità parrocchiali sono chiamate a fare in questo periodo quaresimale. Lo stesso titolo “Convertiti e credi al Vangelo”, che riprende l’invito/comando che ci viene fatto mentre si pone la cenere sul nostro capo, richiama la conversione a cui come Chiesa siamo sempre chiamati e che la Quaresima ci ricorda. E’ appunto un sussidio, un aiuto semplice e senza pretese, ma può essere prezioso con i suoi spunti, le sue proposte e i suoi suggerimenti. Per questo lo consegno e lo raccomando. Il Signore doni a tutti la gioia di un vero cammino quaresimale per riscoprire quanto è grande l’Amore nel quale siamo immersi dal giorno del nostro Battesimo.

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INTRODUZIONE

1. Com’è tradizione nella nostra diocesi di Rimini viene pubblicato un semplice sussidio liturgico/pastorale per il tempo di Quaresima ormai alle porte. A differenza degli anni precedenti, appunto, questo è un sussidio per il solo tempo di Quaresima e non per il tempo quaresimale e pasquale: il sussidio per il tempo di Pasqua verrà consegnato nella Settimana Santa. La scelta è motivata dall’importanza particolare che in questo anno pastorale si annette al Tempo Pasquale proprio in vista dell’evento della grande Veglia diocesana di Pentecoste e, quindi, della opportunità di pensare ad un sussidio ad hoc che possa servire a preparare quell’evento.

2. Nell’anno dedicato al Battesimo il periodo quaresimale è un richiamo per tutta la Chiesa e per ciascuno a convertirsi al Vangelo per vivere “da cristiani”, coerentemente al Battesimo ricevuto. Si tratta della terza tappa di questo itinerario pastorale che si snoda proprio avendo il Battesimo come punto di riferimento. Il titolo del presente sussidio “Convertiti e credi al Vangelo”, in esplicito collegamento col segno dell’imposizione delle ceneri, richiama il tema fondamentale della Quaresima e, insieme, il suo nascere come tempo di preparazione al Battesimo.

3. Il cammino intenso sul piano dell’ ascolto della Parola, liturgico e caritativo che i catecumeni compiono in tutto il mondo e da sempre in questo tempo ultimo di preparazione ai sacramenti dell’Iniziazione Cristiana (proprio da questo è nata storicamente la Quaresima) è un richiamo per tutti i cristiani a riscoprire il Battesimo e a viverne gli impegni, nella consapevolezza del proprio peccato e del bisogno della Riconciliazione con Dio. E’ un cammino di continua conversione che noi cristiani siamo chiamati a compiere. Ma cosa significa vivere secondo il Vangelo? Cosa significa concretamente che non “c’è una vita più umana di quella cristiana” perché, attraverso il Battesimo, siamo immersi nell’amore di Dio? Nell’omelia di San Gaudenzo il Vescovo, tenendo sullo sfondo un passo della famosa “Lettera a Diogneto”, indicava sette aspetti o dimensioni dell’esistenza che possono assumere estrema concretezza e dai quali i cristiani si possono riconoscere: il quotidiano, il lavoro, il denaro, gli affetti, la fragilità, la festa e la

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cittadinanza. Si tratta di sette dimensioni che potrebbero diventare il filo conduttore per un cammino di conversione delle nostre comunità in questo tempo. Gli strumenti possono essere tanti: la Via Crucis al venerdì, una celebrazione penitenziale (una proposta in tal senso è presente nel sussidio), alcuni momenti di catechesi nei gruppi ecc. E’ necessario che si attinga alla sapienza pastorale e alla “fantasia dell’amore” per dare corpo concreto al cammino: ma questo può essere fatto solo nelle singole situazioni.

4. Come gli “addetti al lavoro” sanno, l’anno liturgico che stiamo vivendo è l’anno B, che è imperniato sul vangelo di Marco e che sottolinea il tema dell’alleanza. Tale tema, come si intuisce, è tipicamente battesimale perché proprio attraverso il Battesimo Cristo fa alleanza con noi e ci inserisce per questo nel suo Corpo, la Chiesa, “nuovo popolo dell’alleanza”. Come si sa, nel cammino quaresimale è possibile scegliere (ovviamente nel contesto generale dell’anno liturgico) sia l’itinerario B o C, sia mantenere l’itinerario A, dal momento che esso in modo esplicito richiama il tempo di preparazione al Battesimo e che proprio in tal senso è scandito. La scelta dell’anno A è necessaria quando ci sono catecumeni adulti che riceveranno a Pasqua i sacramenti dell’iniziazione cristiana. In considerazione di ciò, in questa Quaresima potrebbero essere adattati gli scrutini e gli “esorcismi” della terza, quarta e quinta domenica dell’anno A, che richiamano i temi battesimali dell’acqua, della luce e della vita. Si tratta di preghiere per i catecumeni, che però sono un richiamo a tutta la comunità a vivere da risorti. Potrebbero essere incluse, con opportuni adattamenti, nella preghiera dei fedeli anche per gli operatori pastorali.

5. Il sussidio intende essere un semplice aiuto alle comunità cristiane della nostra Diocesi per preparare e vivere questo tempo di grazia. E’ articolato nelle seguenti sezioni: - Una scheda generale di carattere liturgico sul significato della

Quaresima, rivolta in particolare agli operatori pastorali. (cap. 1)

- Un capitolo che presenta le tematiche del tempo quaresimale B con l’articolazione delle singole domeniche e con proposte per la preghiera dei fedeli. (cap. 2)

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- Una breve riflessione sulla Messa crismale e sul suo significato, con l’intento che essa venga partecipata sempre più non solo dai sacerdoti, ma anche da tanti fedeli. (cap. 3)

- Una scheda con una proposta di celebrazione del sacramento della Riconciliazione avendo come oggetto per l’esame di coscienza le “conversioni” suggerite dal Vescovo. (cap. 4)

- Una riflessione ampia e articolata (già presentata alla Scuola diocesana per operatori pastorali) sulla Proposta educativa e pastorale presente nel Rica. Si tratta di una scheda adatta per un momento di catechesi, in particolare rivolto agli operatori pastorali. (cap. 5)

- La traccia per un ritiro spirituale nel tempo di Quaresima. (cap. 6)

- La proposta di microrealizzazioni attraverso le quali si può concretizzare la dimensione quaresimale della carità. Alcune sono già state proposte per il tempo di Avvento e vengono qui ripetute; altre sono nuove. (cap. 7)

6. A parte la breve riflessione sulla Messa crismale, come si può vedere, resta piuttosto in ombra la Settimana Santa. In realtà, la ricchezza della liturgia soprattutto del Triduo Pasquale rende superfluo ogni sussidio. A tutti noi l’impegno perché questi momenti, cuore dell’anno liturgico e fonte stessa della vita cristiana, siano celebrati con la cura che ad essi si addice. Anche e soprattutto per il triduo pasquale valgono le suggestive parole della nota CEI Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, n. 49: “Serve una liturgia insieme seria, semplice e bella, che sia veicolo del mistero, rimanendo al tempo stesso intelligibile, capace di narrare la perenne alleanza di Dio con gli uomini.”

Don Tarcisio Giungi

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Cap. 1 IL MISTERO LITURGICO DELLA QUARESIMA

La quaresima è l’itinerario attraverso il quale la chiesa tutta si prepara a vivere, sotto l’azione dello Spirito, il mistero della Pasqua di Cristo. Cuore di tutto l’anno è il triduo del crocifisso, del sepolto e del risorto. Si invitano tutte le comunità a preparare il gruppo liturgico e, quindi, i fedeli a cogliere il significato profondo dei riti e dei gesti del triduo pasquale. Si consiglia nuovamente di rileggere il testo sulla preparazione e celebrazione delle feste pasquali, redatto dalla Congregazione del Culto Divino. Il testo è stato distribuito a suo tempo ai ministri e comunque facilmente rintracciabile in internet. Per primo Israele, chiamato da Dio, intraprese un cammino di liberazione sotto la guida di Mosè andò nel deserto per ascoltare la voce di Dio (Ger 7,23) e imparare a vivere della parola: « Mosè digiunò quaranta giorni e quaranta notti quando ricevette la legge... gli bastava la parola di Dio e la luce dello Spirito che in lui discendeva » (prefazio ambrosiano). Cristo continua e porta a compimento il cammino di Mosè nel deserto e diviene guida e liberatore di tutti. Col suo digiuno egli manifesta la sua libertà e la sua signoria sulle cose, il suo saper vivere di un altro « pane », di « ogni parola che esce dalla bocca di Dio » (Mt 4,14): suo cibo è fare la volontà del Padre. A differenza del primo uomo, che non ha accettato il progetto di Dio sull'uomo ed è divenuto schiavo, il nuovo Adamo, Cristo, accoglie la volontà di Dio, che lo rende signore di tutto e di tutti: anche gli angeli lo serviranno (Mt 4,11). La Chiesa celebra questi misteri dell'esodo e del digiuno di Cristo nella Quaresima, tempo del suo rinnovamento. Li vive con i catecumeni che si preparano ai sacramenti della iniziazione cristiana, al nuovo stile di vita secondo il vangelo. Nella Quaresima, con celebrazioni successive (elezione, scrutini, consegne del Simbolo e della preghiera del Signore) essi attuano il tempo della purificazione e della illuminazione che li porta ai sacramenti pasquali (itinerario battesimale).

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La Chiesa vive il tempo del rinnovamento come purificazione dal peccato con tutti i penitenti che dopo il battesimo sentono di dover essere riconciliati con Dio e con gli uomini. A conclusione della Quaresima, secondo l'antica tradizione, celebrerà la riconciliazione con la partecipazione di tutti i « santi » (itinerario penitenziale). La Chiesa celebra con tutti la Quaresima, ricercando un rinnovamento sempre più profondo, guardando a Cristo, al suo amore appassionato per il Padre e per gli uomini, vivendo il suo mistero di « seme » che, deposto nella terra, muore e porta molto frutto (itinerario pasquale). LE PRATICHE QUARESIMALI Il digiuno ha certamente una dimensione fisica; oltre l'astinenza dal cibo, può comprendere altre forme, come la privazione del fumo, di alcuni divertimenti... Tutto questo però non è ancora la realtà del digiuno; è solo il segno esterno di una realtà interiore; è un rito che deve rivelare un contenuto salvifico; è il sacramento del santo digiuno. Il digiuno rituale della Quaresima: — è segno del nostro vivere della parola di Dio. Non digiuna veramente chi non sa nutrirsi della parola di Dio. « Tu non ci nutrì soltanto di cibo terreno — canta la liturgia ambrosiana — ma di ogni tua santa parola », sull'esempio di Cristo il quale « più che il nutrimento, bramò la santità dei cuori; suo cibo è la liberazione dei popoli, suo cibo è fare la volontà del Padre»; — è segno della nostra volontà di espiazione: « Non digiuniamo per la Pasqua, né per la croce, ma per i nostri peccati, perché stiamo per accedere ai misteri» (S. Giovanni Crisostomo); — è segno della nostra astinenza dal peccato: « II digiuno veramente grande, quello che impegna tutti gli uomini, è l'astinenza dalle iniquità e dai piaceri illeciti del mondo; questo è il digiuno perfetto... È, dunque, quando in questo mondo viviamo retta-mente, quando ci asteniamo dalle iniquità e dai piaceri illeciti, che osserviamo in certo modo i quaranta giorni del digiuno » (S. Agostino).

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L'elemosina è frutto del digiuno e delle privazioni ad esso connesse. Non è però soltanto un ripiego che cerca di far sopravvivere situazioni di ingiustizia. Oggi probabilmente l'elemosina cristiana si associa all'impegno per la giustizia e la ristrutturazione dei sistemi sociali. L'elemosina così intesa inserisce il cristiano nello sforzo che si va facendo per un nuovo ordine sociale. Anche la preghiera trae origine da quel digiuno che fa vivere l'uomo della parola di Dio; essa infatti può nascere solo dall'assiduo ascolto della parola di Dio, fatta soprattutto in comune. Nel tempo della Quaresima il singolo, le famiglie, le comunità cristiane si raccolgono più frequentemente attorno alla Scrittura, trovano nuovi spazi di ascolto (perché non far tacere anche la televisione qualche sera?), rispondono al Dio dell'alleanza con il loro « Amen » corale. Celebrare l'Eucaristia nel tempo quaresimale significa: — ripercorrere con Israele e con Gesù (sotto la sua guida, la pre-dicazione) il cammino del deserto, l'itinerario della prova e della fede; — imparare a vivere quotidianamente del pane del deserto, di quella parola che è Cristo stesso; — impegnarsi nella purificazione di se stessi, nell'accettazione del dono del sangue di Cristo e nell'« ascesi » quaresimale; — assumere più decisamente l'obbedienza filiale al Padre, e il dono di sé ai fratelli, che costituiscono il sacrificio spirituale. Così, rinnovando gli impegni del nostro Battesimo nella notte pasquale, potremo « fare il passaggio » alla vita nuova di Gesù - Signore risuscitato, per la gloria del Padre, nell'unità dello Spirito.

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CAP. 2 LE DOMENICHE DI QUARESIMA

anno B

Introduzione Se l’itinerario liturgico scandito dall’anno A è rivolto al catecumeno e conduce alla celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana nella Veglia pasquale, quello dell’anno B è invece rivolto al battezzato perché avverta il bisogno e il desiderio di ritrovare, nella verità e nella novità, il suo rapporto di cristiano con il Signore Gesù, la sua identità di figlio nel Figlio insieme a tutta la comunità dei salvati. Si tratta di un “ritorno”, di una conversione, per convergere nel Signore che, attraverso la sua Croce, morte e risurrezione, dona luce e fecondità all’esistenza del credente e di ogni uomo. E’ il rinnovarsi della “nuova ed eterna Alleanza” nel sangue di Gesù La Pasqua non è, quindi, soltanto la meta di questo cammino (Anno A), ma è soprattutto la dinamica centrale della vita e della celebrazione della Chiesa. Proprio attraverso questa celebrazione ogni domenica è Pasqua della settimana. Come è noto, la liturgia della Parola offre una serie di testi che costituiscono un itinerario, con tematiche differenti [anno A-B-C], ma sempre orientato al mistero del Signore Gesù che viene celebrato nella comunità pasquale. Come sempre nei tempi “forti” [Avvento-Natale, Quaresima-Pasqua] il punto focale è il RACCONTO EVANGELICO a cui fa da “contrappunto tematico” la PRIMA LETTURA (in questo caso dell’A.T.); la seconda lettura, dalle LETTERE APOSTOLICHE, commenta a volte l’uno e a volte l’altra. Ogni domenica sviluppa così una tematica nella triplice dimensione Gesù-Israele-Comunità che costituisce una catechesi di alto livello: la storia dell’Alleanza tra Dio e il popolo (I Lettura) e lo sviluppo della vita battesimale come esistenza filiale (II Lettura e Vangelo). Nello stesso tempo il tipico ritmo quaresimale, che vede un binomio (domeniche 1-2) e un trinomio (domeniche 3-4-5), attraverso la sequenza dei testi dell’A.T., degli Apostoli e degli Evangelisti sviluppa queste due tematiche: il dono della figliolanza ci impegna in una responsabilità che spesso conosce la lotta per la fedeltà (racconto delle

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tentazioni, 1^ domenica) e nello stesso tempo la conferma amorevole del Padre nel Figlio amato (la Trasfigurazione, 2^ domenica); siamo figli nel Figlio, siamo il nuovo e vero Tempio che ha il suo centro, il suo punto di convergenza e di incontro proprio nel Figlio che ci attira a sé dall’alto della Croce come chicco di grano che caduto in terra muore e produce molto frutto (3 ,̂ 4^ e 5̂ domenica).

I temi delle domeniche di Quaresima (anno B) Le pericopi evangeliche delle domeniche di Quaresima sviluppano questo annuncio che viene talvolta ripreso e approfondito da alcune delle letture apostoliche. La prima lettura, sempre tratta dall’A.T., traccia la “storia della salvezza” nelle diverse tappe dell’Alleanza tra Dio e il suo popolo, presentando anche momenti e figure attraverso i quali Dio si è manifestato come amore misericordioso. Strettamente collegate ai temi delle singole domeniche, vengono proposte alcune intenzioni per la Preghiera universale o dei fedeli. Tali intenzioni vanno adattate alle singole situazioni e vanno completate: mancano le intenzioni che riguardano la vita concreta delle comunità e, talvolta, quelle per il mondo e la Chiesa universale.

1^ domenica 26 febbraio

Mc 1, 12-15 Le tentazioni di Gesù

Gesù, manifestato dal Padre nello Spirito come Figlio, lotta per essere fedele a questa sua identità filiale.

Gen 9, 8-15 Il diluvio e l’Alleanza Alle radici dell’umanità e della sua storia c’è sempre l’amore fedele di Dio che supera ogni infedeltà ed è fonte di vita nuova. 1Pt 3, 18-22

Introduzione del sacerdote Con la semplicità dei figli e l’umiltà de peccatori rivolgiamo a Dio la nostra preghiera…

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1. Signore Gesù, in questo tempo di Quaresima noi camminiamo con Te verso la Pasqua; donaci l’obbedienza della fede per seguirti lungo la strada indicata dalla Chiesa, 2. Signore Gesù, che hai vinto Satana e le sue tentazioni, rendici vigilanti nelle tentazioni del cuore, della mente, delle azioni. Donaci la grazia di vincere il male con la preghiera, i sacramenti, le opere buone, 3. Noi siamo tuo popolo, Signore. Rendici uniti nel professare la fede della Chiesa, nell’operare la carità, nel testimoniare la speranza di una vita nuova. Mercoledì 22, ore 20.30: celebrazione penitenziale in cattedrale

presieduta dal Vescovo (vic. urbano)

2^ domenica

4 marzo Mc 9, 2-9 La trasfigurazione

Il Padre dona a Gesù una nuova conferma di questa sua identità: il Figlio “amato”, che è la gloria di Dio. Rm 8, 31-34

Gen 22, 1…18 Abramo sacrifica Isacco La benedizione di Dio ad Abramo con una discendenza si manifesta nel paradosso della prova di fede. Rm 8, 31-34

Introduzione del celebrante Signore Gesù, mentre siamo con te sull’alto monte, ti affidiamo la nostra comune preghiera… 1. Signore Gesù, trasfigurato sul monte, donaci di sperimentare la tua

presenza che trasfigura e salva ogni condizione e ogni situazione della vita,

2. Preghiamo per il Papa Benedetto: la sua parola e la sua testimonianza conducano la Chiesa e il mondo a riconoscere la verità e l’amore di Dio; per i vescovi, maestri e testimoni della fede;

3. Signore, tu solo puoi cambiare il cuore degli uomini e condurli a riconoscere la verità e a operare il bene; te lo chiediamo per i meriti della tua passione e morte.

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4. Ti preghiamo o Signore per gli educatori delle nuove generazioni che vengono introdotte nella vita della Chiesa attraverso i sacramenti; sostieni tutti con il tuo Santo Spirito.

Domenica 4: incontro cresimandi/ cresimati e genitori col Vescovo

(zona nord) Lunedì 5 marzo, ore 21 in S. Agostino: 1^ incontro itinerario

quaresimale (prof. Bruna Costacurta) Sabato 10: la luce nella notte.

3^ domenica

11 marzo

Gv 2, 13-25 Il vero e nuovo Tempio Non si tratta più di un “luogo”, ma di un rapporto nuovo con Dio e con Gesù che l’uomo ritrova di là di ogni sconfitta. 1Cor 1, 22-25

Es 20. 1-17 La Legge data a Mosè La liberazione dall’Egitto culmina nel Patto del Sinai di cui la Legge è il vincolo: Dio che ci ha salvati è il nostro Dio.

Introduzione del celebrante In questo tempio santo dove tu ci raduni, si innalza la nostra comune preghiera … 1. Signore Gesù, che ci hai donato questa casa di preghiera, donaci

ritrovarci qui ogni domenica per celebrare la memoria della tua morte e risurrezione

2. O Signore, tu rinnovi oggi con il tuo Popolo l’alleanza stabilita con Mosè, donaci di vivere con dignità e verità nell’obbedienza ai tuoi comandamenti

3. Invochiamo il tuo Santo Spirito sui nostri ragazzi. Ti affidiamo i papà e le mamme e tutti gli educatori.

Domenica 11: incontro cresimandi/ cresimati e genitori col Vescovo (città)

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Lunedì 12 marzo, ore 21 in S. Agostino: 2^ incontro itinerario quaresimale (fratel Enzo Bianchi)

Sabato 17: la luce nella notte.

4^ domenica 18 marzo

Gv 3, 14-21 Nel Figlio la salvezza

Dio non ci giudica ma ci salva con l’amore dimostrato nella morte in croce del suo figlio Gesù. Ef 2, 4-10

2Cr 36, 14… 23Deportazione e liberazione Nonostante il fallimento Dio è sempre fedele al suo Patto con il suo amore misericordioso.

Introduzione del celebrante Guardiamo a Cristo, nostro Salvatore, e a lui affidiamo il grido della nostra invocazione…. 1. O Dio Padre, che hai tanto amato il mondo da dare il tuo Figlio

Unigenito per salvare il mondo, donaci di credere in Lui e di compiere le opere della fede,

2. Perché il popolo cristiano, come l’antico Israele non si smarrisca nell’esilio del mondo, ma ritrovi l’unità delle fede camminando verso la Pasqua del suo Signore,

3. Per le famiglie e le comunità cristiane: donino testimonianza di sobrietà e di misericordia, di fiducia e di speranza, confidando nella Provvidenza di Dio anche in un tempo di crisi e difficoltà,

4. Ti affidiamo o Signore i ragazzi che quest’anno ricevono il sigillo del tuo Santo Spirito nel sacramento della Cresima. La nostra comunità, insieme con genitori e padrini, li accompagni nel cammino della vita.

Domenica 18: incontro cresimandi/ cresimati e genitori col Vescovo

(zona sud) Lunedì 19 marzo, ore 21 in S. Agostino: 3^ incontro itinerario

quaresimale (padre Raniero Cantalamessa) Venerdì 23: veglia in memoria dei missionari Martiri.

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Sabato 24: campo lavoro missionario

5^ domenica 25 marzo

Gv 12, 20-33 La vita viene dalla morte

Come il frutto viene dalla morte del seme così noi siamo innalzati, cioè risorti a vita nuova, perché attratti dalla morte di Gesù in croce. Eb 5, 7-9

Ger 31, 31-34 La nuova alleanza scritta nel cuore La nuova-vera alleanza è l’espressione della tenerezza, della benignità del cuore di Dio che vuole imprimersi nel cuore dell’uomo

Introduzione del celebrante Uniamo la nostra personale preghiera alla preghiera comune della Chiesa e la consegniamo insieme al Signore… 1. Anche noi come i greci di cui parla il vangelo vogliamo vedere Gesù:

donaci o Signore la grazia di incontrarti oggi nell’Eucaristia, e di adorarti ogni giorno della nostra vita.

2. Rendici attenti o Signore a chi ci annuncia e testimonia la tua presenza. Aprici il cuore a riconoscere e seguire Papa Benedetto e il nostro vescovo Francesco.

3. Concedi ai nostri giorni la tua pace, o Signore. La tua croce innalzata sul mondo possa attirare tutti gli uomini e tutti i popoli, e converta i nostri cuori,

4. Ti domandiamo o Signore che i fidanzati camminino con responsabilità e verità verso il sacramento del Matrimonio. Ti affidiamo i giovani chiamati a seguirti nel sacerdozio e nella vita consacrata.

Domenica 25 marzo: assemblea ministri e istituzione ministeri

liturgici. Lunedì 26 marzo, ore 21 in S. Agostino: 4^ incontro itinerario

quaresimale (padre Elia Citterio) Mercoledì 28 marzo: Pasqua universitaria col Vescovo.

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Sabato 31 marzo: GMG diocesana. Mercoledì 4 aprile: Messa crismale Venerdì santo, 6 aprile: Via Crucis giovanissimi(promossa dall’AC)

Suggerimenti ulteriori

All’inizio di questo tempo è opportuno invitare i fedeli ad accostarsi al sacramento della Riconciliazione, ad intensificare la preghiera personale e in famiglia soprattutto favorendo la lettura delle pericopi della Messa quotidiana. Proporre alcune opere di carità quali la visita ad anziani e ammalati,la raccolta viveri a favore dei più poveri, oltre alle microrealizzazioni proposte dalla Diocesi. In particolare si trovino le modalità per coinvolgere molte persone, giovani e adulti, nel Campo di lavoro a favore delle missioni (24 e 25 marzo). Per quanto riguarda la Messa domenicale, si può iniziare la celebrazione sottolineando l’atto penitenziale, aspergendo l’assemblea con l’acqua benedetta. Si possono sottolineare ulteriormente i riti di introduzione: scegliendo un canto adeguato, leggendo insieme l’antifona iniziale, richiamando il significato dell’accogliere il sacerdote alzandosi in piedi (segno che siamo risorti con Cristo), prestando particolare attenzione alla orazione colletta che ben esprime lo spirito di ogni liturgia domenicale. Altri simboli possono essere richiamati: per esempio porre durante il tempo quaresimale una lampada a fianco all’ambone, segno che vogliamo lasciarci illuminare dalla Parola di Dio o proporre per questo tempo, almeno in qualche domenica, la comunione sotto le due specie.

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Cap. 3 LA MESSA CRISMALE

Nella Settimana Santa, prima del Triduo pasquale, viene celebrata in tutte le cattedrali del mondo la Messa crismale. Nella nostra diocesi è stata fatta la scelta del mercoledì santo al pomeriggio, per lasciare al giovedì santo il solo segno liturgico della Messa nella Cena del Signore. La Messa crismale, ricca di segni particolarmente significativa, purtroppo non è partecipata che da pochi fedeli, a fronte della totalità dei sacerdoti della Diocesi e di altri che in quei giorni vengono a prestare servizio per le Messe e le Confessioni. Sarebbe invece importante e bello che, accanto ai sacerdoti che proprio in quel giorno rinnovano le loro promesse, ci fossero anche tanti fedeli. La consacrazione degli oli che verranno usati per i sacramenti e il rinnovo delle promesse sacerdotali hanno infatti un grande significato per la vita delle intere comunità e non solo per i sacerdoti. In questo anno battesimale cerchiamo di riscoprire anche come comunità parrocchiali la Messa crismale, sia sul piano della riflessione che partecipando ad essa. Per questo motivo si propone una breve catechesi sulla Messa crismale: dopo alcune notizie di carattere storico, viene riportata la sezione relativa della lettera circolare della Congregazione per il culto divino sulla preparazione e celebrazione delle feste pasquali.

Fin dall’antichità la benedizione degli Oli per la celebrazione dei sacramenti era connessa con le solennità pasquali, in vista del battesimo e della cresima, celebrati nella notte santa. Originariamente i battesimi erano celebrati solo nella Chiesa episcopale. Con l’istituzione delle Pievi rurali, il rito della benedizione venne anticipato al giovedì santo (circa V secolo), per consentire di inviare gli Oli a tutte le Chiese battesimali. Il rito antico prevedeva che la stessa acqua per il battesimo, fosse consacrata con alcune gocce di crisma e di olio dei catecumeni. Nel periodo medioevale, il rito della Benedizione degli Oli era molto complesso: il vescovo era assistito da 12 presbiteri e da 7 diaconi. L’olio avanzato dall’anno precedente, doveva essere utilizzato per far ardere le lampade della Chiesa. La Messa celebrata la mattina del giovedì santo, non aveva letture e iniziava dall’offertorio. Di fatto però,

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prima della riforma dei riti della Settimana Santa, approvata da Pio XII nel 1955, la benedizione avveniva senza la Messa. La MESSA CRISMALE è unica per tutta la diocesi e deve essere presieduta dal Vescovo, circondato dal suo presbiterio. Per sottolineare l’unità del ministero, come partecipazione del sacerdozio di Cristo, venne istituita, con la riforma liturgica, la rinnovazione delle promesse sacerdotali e il rito della concelebrazione. La Liturgia della Parola non ha riferimenti cronologici ai fatti del giovedì santo, ma celebra il mistero di Cristo, consacrato di Spirito Santo per la salvezza del mondo.

Dalla lettera circolare della Congregazione per il culto divino sulla preparazione e celebrazione delle feste pasquali. 35. La Messa del crisma in cui il vescovo, concelebrando con il suo presbiterio, consacra il sacro crisma e benedice gli altri oli, è una manifestazione della comunione dei presbiteri con il proprio Vescovo nell’unico e medesimo sacerdozio e ministero di Cristo. A partecipare a questa Messa si chiamino i presbiteri delle diverse parti della diocesi, per concelebrare con il vescovo, quali suoi testimoni e cooperatori nella consacrazione del crisma, come sono suoi cooperatori e consiglieri nel ministero quotidiano. Si invitino con insistenza anche i fedeli a partecipare a questa Messa e a ricevere il sacramento dell’eucaristia durante la sua celebrazione. Secondo la tradizione, la Messa del crisma si celebra il giovedì della settimana santa. Se il clero e il popolo trovano difficoltà a riunirsi in quel giorno con il vescovo, tale celebrazione può essere anticipata in altro giorno, purché vicino alla Pasqua. Infatti il nuovo crisma e il nuovo olio dei catecumeni devono essere adoperati nella notte della Veglia pasquale per la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana. 36. Si celebri un’unica Messa, considerata la sua importanza nella vita della diocesi, e la celebrazione sia fatta nella chiesa cattedrale o, per ragioni pastorali, in altra chiesa, specialmente più insigne. L’accoglienza ai sacri oli può essere fatta nelle singole parrocchie o prima della celebrazione della Messa vespertina nella Cena del Signore o in altro tempo più opportuno. Ciò potrà aiutare a far comprendere ai fedeli il significato dell’uso dei sacri oli e del crisma e della loro efficacia nella vita cristiana.

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Cap. 4 CELEBRAZIONE COMUNITARIA DELLA PENITENZA

CANTO durante il quale entra il ministro Introduzione (dall’omelia del Vescovo i n occasione della festa di San Gaude nzo) C’è una vita più umana di quella cristiana? Noi crediamo che no, non c’è. Certo, la sequela di Gesù domanda una conversione radicale, con tutta una impegnativa sequenza di cambiamenti faticosi e sofferti. Richiede distacchi dolorosi e duri allenamenti. Esige serietà e piena concentrazione. Vuole coerenza, fedeltà collaudata e rodata disciplina, intesa etimologicamente come stile di vita del discepolo. In una parola il vangelo è e resta croce. Ma è anche risurrezione. Perciò è e resta una bella notizia. Anzi, la notizia più sorprendente e appagante. Se accetti di scommettere la vita sul vangelo, perdi uno e guadagni cento. Vendi le tue cianfrusaglie e compri la perla preziosa. Ti privi del tuo magro gruzzoletto per cui hai dovuto sputare sangue e sudore, e così diventi il fortunato proprietario del campo, dove hai scoperto per incanto un tesoro da favola. Sì, quella cristiana è una vita risolta con formula piena, la formula delle “tre b”: è la vita più bella, buona, beata, purché vissuta con umiltà e grato stupore, senza se e senza ma. Una vita praticata da discepoli innamorati, non da portaborse depressi, da facchini stressati, o da mercenari svenduti e perennemente arrabbiati. Ma là dove non si fanno sconti alla radicalità evangelica, il centuplo promesso da Gesù splende in tutta la sua straripante interezza. Pres: Nel nome del Padre… Ass: Amen. Pres: Il Signore, che nella sua infinita misericordia ci rigenera

nella libertà dei figli, sia con tutti voi. Ass: E con il tuo spirito Pres: Padre buono, che ci accogli con infinito amore, Cristo, fonte

della nostra speranza, Spirito d’amore che guidi il volere e l’agire dell’uomo.

Ass: Veniamo a te, per ricevere la consolazione del tuo perdono

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Guida: Il sacramento della penitenza deve prendere l’avvio dall’ascolto della Parola di Dio perché proprio con la sua parola Dio chiama a penitenza e porta alla vera conversione del cuore. L’ascolto e la conseguente accoglienza interiore della Parola illuminano i vari aspetti dell’evento che viviamo: il rapporto tra l’immensa misericordia di Dio e ogni persona, il cammino di riconciliazione e conversione che si dischiude all’uomo perdonato, una comprensione nuova del proprio progetto di vita in Cristo. 1^ parte: SEGNO: viene portato il libro della Parola (mentre si esegue un canto) Let: Dal libro del Profeta Ezechiele (36,24-28) Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. Guida: Facciamo nostra la salvezza che Dio ha operato per il suo popolo e rendiamone grazie a Lui pregando il Salmo 136. Sol: Lodate il Signore perché è buono: Lodate il Dio degli dèi: *

Egli solo ha compiuto meraviglie: * Ass: eterna è la sua misericordia; Sol: Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti: *

Da loro liberò Israele: * Divise il Mar Rosso in due parti: * Guidò il suo popolo nel deserto: *

Ass: eterna è la sua misericordia; Sol: Lodate il Dio del cielo: *

Egli dà il cibo ad ogni vivente: * Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi: *

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Ass: eterna è la sua misericordia; eterna è la sua misericordia.

Canto: Gloria a te, Parola vivente, Verbo di Dio, gloria a te, Cristo maestro, Cristo Signore! Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore, perché io sono buono e misericordioso. Gloria a te, Parola vivente, Verbo di Dio, gloria a te, Cristo maestro, Cristo Signore!

Pres: Dal Vangelo di Luca (15, 11-22) Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. RICHIESTA DI PERDONO 1 Let: : Perdonaci Signore, per i nostri silenzi colpevoli, per la nostra

incapacità di opporci al male, di lottare tenacemente per la verità, per la giustizia, per la pace.

Ass: Aiutaci a comprendere i nostri limiti e insegnaci a lavorare umilmente per il Tuo Regno.

2 Let: Perdonaci Signore, se divenendo facile preda delle tentazioni del denaro e del potere, spesso siamo specchio infedele del Tuo Regno.

Ass: Aiutaci a costruire la tua chiesa giorno per giorno, trasformando tutte le pietre scartate dagli uomini in pietre vive per il Tuo Regno.

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1 Let: Perdonaci Signore, per la nostra arroganza, la nostra superbia, il nostro sentirci superiori, per tutte le volte che dimentichiamo la differenza tra servizio e potere

Ass: Insegnaci a servirti umilmente, nella consapevolezza che noi siamo soltanto dei “servi inutili”.

2 Let: Perdonaci per tutte le nostre infedeltà, per le nostre indecisioni, i nostri tentennamenti, la nostra paura di seguirti, di essere Tuoi testimoni.

Ass: Insegnaci a rispettare l’unicità di ogni essere, ad accogliere l’altro, il diverso, a ritrovare in ogni uomo il riflesso del Tuo volto.

Abb: Perdonaci Signore, per la nostra pretesa di giudicare con parole forse troppo dure e per tutte le volte che allontaniamo gli altri perché non ragionano secondo i nostri schemi.

Ass: Insegnaci a comprendere la differenza tra chiedere e pretendere, tra dono gratuito e tributo imposto e aiutaci a ritrovare le cose essenziali, il cuore della nostra fede, la porta stretta che porta a Te.

OMELIA

CANTO (durante il quale ci si sp osta in proce ssi one ve rso un altro luogo) 2^ parte: SEGNO: viene portata la Stola

Guida: Ogni cammino di ritorno a Dio è in realtà nuova accoglienza dell’amore misericordioso con cui il Padre ci viene incontro. Egli rivolge a noi il suo volto, perché rigenerati dalla sua presenza diventiamo noi stessi testimoni del suo amore verso ogni creatura. Pres: Ed ora, pieni di fiducia nella misericordia di Dio nostro Padre, consapevoli che anche dalla preghiera comune scaturisce l’aiuto per un’autentica conversione, diciamo insieme: Confesso a Dio… Pres: Prima del momento centrale di questa celebrazione preghiamo insieme il Padre come Gesù ci ha insegnato, perché rimetta i nostri debiti e ci aiuti a ridonare il perdono ricevuto:

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PADRE NOSTRO...

CONFESSIONE E ASSOLUZIONE INDIVIDUALE

Prima delle confessioni personali per prepararci o durante le confessioni per meditare si legga la seconda parte dell’omelia del Vescovo in occasione della festa di San Gaudenzo: “I cristiani non si distinguono dagli altri uomini né per territorio, né per lingua, né per vestito”. Ma si riconoscono. Da che cosa dunque si riconoscono? I cristiani si riconoscono da come vivono il quotidiano. Abitano case in condomini o in quartieri, come tutti, ma non fanno della casa l’idolo della loro vita. Le loro case si riconoscono dal clima che vi si respira, dalla sobrietà dell’arredo, dalla funzionalità alla famiglia numerosa e all’ospitalità, dalla presenza di segni religiosi, con la Bibbia e il Crocifisso in bella evidenza. I cristiani coltivano buoni rapporti con il vicinato e non mostrano alcuna propensione alle liti di condominio o alle cause civili. Inoltre i cristiani sperimentano, come tutti, che ogni giornata è una corsa contro il tempo. Il lavoro, il traffico, le anticamere, le code prosciugano le riserve della pazienza, azzerano le risorse della gratuità, sclerotizzano l’elasticità nell’affrontare contrattempi e imprevisti. Ma riuscendo a trovare il tempo per la vita di fede, come la preghiera e l’attenzione ai poveri, i cristiani riescono a vivere la fede nel tempo, e affrontando ogni giornata come fosse l’ultima, sono sempre in attesa del Signore che viene, e di conseguenza sono liberi e sciolti nell’uso dei beni terreni. I cristiani si riconoscono da come vivono il lavoro. I discepoli di Cristo lavorano come tutti, ma lavorano per vivere, non vivono per lavorare. Sono liberi dall’ansia di produrre e dall’avidità di possedere. Non sacrificano al lavoro i beni primari, come l’armonia nella coppia, l’attenzione ai figli, l’assistenza ai genitori anziani. Se sono imprenditori, tengono sempre presente che l’uomo viene prima del lavoro e il lavoro prima del capitale. Oltre al giusto trattamento economico, assicurano ai lavoratori una dignitosa qualità della vita e li trattano come corresponsabili dell’impresa. Se sono lavoratori, non cadono nella piaga dell’assenteismo e, in caso di lotta sindacale, non si schierano contro qualcuno, ma sempre e solo per la giustizia.

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I cristiani si riconoscono da come vivono il rapporto con i soldi. Il denaro è un pessimo padrone, ma può essere un buon servitore, purché lo si usi con distacco, purché si viva con sobrietà, si evitino scorciatoie nel guadagno, mondanità nella spesa. Se invece, avendo di che mangiare, di che vestire e una casa da abitare, i cristiani non sono contenti, è segno che qualcosa nella loro fede non va. I cristiani sanno che, se non pagano le tasse, violano il settimo comandamento che vieta di rubare, e sono coscienti che occorre il massimo scrupolo nella pronta e piena retribuzione dei dipendenti. Ma soprattutto sanno che il superfluo dei ricchi è il necessario dei poveri. I cristiani si riconoscono da come vivono gli affetti. I discepoli di Cristo non cedono né alle sessuomanie né alle sessuofobie. Sanno che l’amore tra l’uomo e la donna è uno dei più grandi doni di Dio e viene da lui consacrato nel sacramento del matrimonio. Scelgono di sposarsi “nel Signore” e solo nel matrimonio ritengono lecito il pieno esercizio della vita sessuale, ma si dissociano da ogni forma di disprezzo per le ragazze madri, i divorziati risposati, i conviventi, gli omosessuali. I cristiani rispettano e difendono la vita: per questo dicono no all’aborto e all’eutanasia. I cristiani si riconoscono da come vivono la fragilità. Non si illudono né pretendono che la protezione del Signore li risparmi dalle prove della vita, dalla croce di limiti, di crisi, dalla malattia e dalla morte, ma non disperano mai, anzi si abbandonano al misterioso ma sempre benevolo disegno del Padre, nella certezza che Dio può ricavare un bene infinitamente più grande anche dal male più atroce. Credono che “tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio” (Rm 8,28). I cristiani si riconoscono da come vivono la festa e ogni domenica. Per loro la domenica non è il week-end, ma il giorno del Signore. Le vacanze di Pasqua non sono l’occasione per andare in crociera, ma per partecipare in chiesa alla passione e risurrezione di Gesù, e per rivivere il loro battesimo. Con il riposo settimanale noi cristiani dedichiamo il tempo all’incontro con il Signore e con la comunità cristiana nell’eucaristia; facciamo spazio alla comunione in famiglia, alla relazione con il creato, alla solidarietà con i poveri. Infine i cristiani si riconoscono da come vivono la passione e l’impegno per la cittadinanza. Il sentirsi pellegrini in cammino verso la Gerusalemme celeste non li rende latitanti o indifferenti circa le sorti

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della città terrena. Sanno di essere obbligati in coscienza a osservare le leggi giuste, a partecipare responsabilmente alla vita civile sociale e politica, a contribuire al bene comune, per la crescita integrale di ogni uomo e dell’intera società. Quando assumono democraticamente responsabilità politiche e amministrative, hanno a cuore il disinteresse personale; rifiutano concussione, corruzione e voto di scambio; non cedono al ricatto dei poteri forti e di quelli occulti; fanno proprie le necessità dei poveri; non ricorrono alla menzogna e alla calunnia come strumento di lotta contro gli avversari; rispettano tutti, a cominciare dai fratelli nella fede che appartengono ad altri schieramenti. In conclusione, noi cristiani crediamo che “chi segue Cristo, l’uomo perfetto, si fa lui pure più uomo” (GS 22). Ritorna allora la domanda iniziale: c’è una vita più umana di quella cristiana? Alla fine delle confessioni CANTO

3^ parte: SEGNO: vengono portati dei semi Pres: Guarda, o Padre, questi tuoi figli: il pentimento, le paure, e le debolezze che ti offrono sono il seme di una fede salda, una speranza grande, una carità operosa che li aiuterà a percorrere senza paura la tua strada. Compi tu la loro speranza di poter divenire persone nuove, amando te con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze e i loro fratelli come se stessi. Per Cristo nostro Signore. Ass: Amen. 3 Let: Dal Vangelo di Luca (15, 20-24) Ass: Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 5 Let: Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Pres: Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio

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figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Guida: Il sacramento che abbiamo celebrato diventa speranza per la nostra vita, perché porta dentro di sé la possibilità del nuovo. Attraverso il suo perdono sappiamo di poter essere rigenerati continuamente nella speranza perchè le tristezze e le angosce sono gettate nelle mani del Dio di ogni grazia e possono fiorire in vita nuova Salmo 31 (a cori alterni) 1 c. Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa, e perdonato il peccato. Beato l’uomo a cui Dio non imputa alcun male e nel cui spirito non è inganno.

2 c. Ti ho manifestato il mio peccato, non ho tenuto nascosto il mio errore. Ho detto: “Confesserò al Signore le mie colpe” e tu hai rimesso la malizia del mio peccato.

1 c. Tu sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo, mi circondi di esultanza per la salvezza.

2 c. Per questo ti prega ogni fedele nel tempo dell’angoscia. Gioite nel Signore ed esultate, giusti, giubilate, voi tutti, retti di cuore.

Pres: Guarda con bontà, o Signore, i tuoi figli, che si riconoscono peccatori e fa’ che liberati da ogni colpa, per il ministero della tua Chiesa, rendano grazie al tuo amore misericordioso. Per Cristo nostro Signore.

Ass: Amen. BENEDIZIONE CANTO FINALE

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Cap. 5 LA PROPOSTA EDUCATIVA E PASTORALE DEL RICA

Premesse: - “Come il Cristo fu inviato dal Padre, così anch'egli ha inviato gli apostoli, ripieni di Spirito Santo. Essi, predicando il Vangelo a tutti gli uomini, non dovevano limitarsi ad annunciare che il Figlio di Dio con la sua morte e risurrezione ci ha liberati dal potere di Satana e dalla morte e ci ha trasferiti nel regno del Padre, bensì dovevano anche attuare l'opera di salvezza che annunziavano, mediante il sacrificio e i sacramenti attorno ai quali gravita tutta la vita liturgica”. (SC 6) Nella liturgia celebrata oggi dalla Chiesa è possibile al popolo di Dio partecipare alla salvezza realizzata dal Signore Gesù Cristo nella sua Pasqua di passione, morte e risurrezione. “Così, mediante il battesimo, gli uomini vengono inseriti nel mistero pasquale di Cristo: con lui morti, sepolti e risuscitati, ricevono lo Spirito dei figli adottivi, «che ci fa esclamare: Abbà, Padre» (Rom 8,15), e diventano quei veri adoratori che il Padre ricerca. Allo stesso modo, ogni volta che essi mangiano la cena del Signore, ne proclamano la morte fino a quando egli verrà” (SC 6). - “Quest'opera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio, che ha il suo preludio nelle mirabili gesta divine operate nel popolo dell'Antico Testamento…” (SC 5). Ciò che noi leggiamo nell’AT ci prepara a comprendere quello che Dio voleva compiere in Cristo. - C’è dunque una grande pedagogia divina che, rispettando il criterio della gradualità, guida il suo Popolo a quella relazione sempre più feconda ben rappresentata dall’esperienza biblica dell’alleanza, prefigurata nella storia dei patriarchi (Gen 15), celebrata dall’intero popolo d’Israele al monte Sinai (Es 19 e 24), rinnovata con Giosuè prima dell’ingresso nella terra promessa (Gs 24), annunciata dai profeti nella sua esigenza di rinnovamento (Ger 31; Ez 36), realizzata definitivamente da Gesù nella sua Pasqua, celebrata dalla Chiesa nei sacramenti attraverso i quali oggi fa vivere ai credenti l’esperienza della salvezza annunciata nel Vangelo.

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Il RICA percorso paradigmatico per vivere l’alleanza oggi L’esperienza ordinaria del battesimo vissuta dalle nostre comunità è quella che coinvolge i bambini. Fin dai primi secoli della storia della Chiesa la pratica del battesimo dei bambini (pedobattesimo) si è diffusa nella preoccupazione di rendere partecipi fin dai primi passi nella vita i figli di coloro che avevano aderito alla fede. Il paradigma dell’IC però si colloca nell’esperienza dell’IC degli adulti su cui la Chiesa dei Padri ha compiuto una riflessione molto approfondita e feconda. La Chiesa contemporanea, dopo il Concilio Vaticano II ha ritenuto opportuno riportare all’evidenza questa priorità e tra i testi liturgici consegnati alle chiese locali dalla riforma liturgica del Concilio Vaticano II ha un posto di grande rilievo il Rito per l’Iniziazione Cristiana degli adulti (RICA). In esso noi troviamo il progetto e il metodo ecclesiale per introdurre nell’esperienza della vita cristiana. Nella prospettiva della continuità sopra evidenziata noi possiamo trovare in esso un parallelismo significativo con la storia dell’Alleanza narrata dall’Esodo oltre che ovviamente con la testimonianza della prima comunità cristiana narrata dagli Atti degli Apostoli e dai testi puù antiche della tradizione post-apostolica. Il nostro compito questa sera è quello di aiutare a riconoscere queste relazioni per comprendere come il cammino dell’Esodo e dell’Alleanza è un cammino che ogni cristiano deve compiere nella sua vita. 1. Tre gradi – quattro tempi: il cammino del RICA Gradualità dell’iniziazione L’iniziazione dei catecumeni si fa con una certa gradualità in seno alla comunità dei fedeli … Il Rito dell’iniziazione si adatta all’itinerario spirituale degli adulti, che varia secondo la multiforme grazia di Dio, la loro libera collaborazione, l’azione della Chiesa e le circostanze di tempo e di luogo. I tre gradi In questo itinerario, sono previsti vari «gradi» o passaggi per i quali il catecumeno avanzando passa, per così dire, di porta in porta o di gradino in gradino. a) Il primo grado si ha quando uno, dando inizio alla conversione, vuol diventare cristiano ed è accolto dalla Chiesa come catecumeno;

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b) il secondo grado si ha quando, cresciuta la fede e quasi terminato il catecumenato, viene ammesso a una più intensa preparazione ai sacramenti; c) Il terzo grado si ha quando, compiuta la preparazione spirituale, riceve i sacramenti che formano il cristiano. Tre dunque sono i gradi o passaggi o porte che devono ritenersi i momenti più importanti e più forti della iniziazione. Questi gradi sono segnati da tre riti liturgici: il primo dal Rito dell’ammissione al catecumenato, il secondo dall’elezione e il terzo dalla celebrazione dei sacramenti. I tre gradi portano ai «tempi» della ricerca e della maturazione o sono da questi preparati: a) precatecumenato: il primo tempo, che impegna il candidato nella ricerca, è dedicato dalla Chiesa all’evangelizzazione e al «precatecumenato» e si conclude con l’ingresso nell’ordine dei catecumeni; b) catecunemato: il secondo tempo, che inizia dall’ingresso nel catecumenato e può protrarsi per diversi anni, è dedicato alla catechesi e ai riti con essa connessi e si conclude il giorno dell’elezione; c) preparazione quaresimale: il terzo tempo, assai più breve, che di norma coincide con la preparazione quaresimale alle solennità pasquali e ai sacramenti, è dedicato alla purificazione e all’illuminazione interiore; d) mistagogia: l’ultimo tempo, che dura per tutto il tempo pasquale, è destinato alla «mistagogìa» cioè all’esperienza cristiana e ai suoi primi frutti spirituali e anche a stabilire sempre più stretti legami con la comunità dei fedeli. Quattro sono dunque i tempi o periodi che si susseguono l’uno all’altro: il «precatecumenato» per una prima evangelizzazione, il « catecumenato » per la completa catechesi, il tempo della «purificazione e illuminazione» per una più intensa preparazione spirituale, il tempo della «mistagogìa», per la nuova esperienza dei sacramenti e della vita della comunità. 1

1 RICA, nn.4-7

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2. Parallelismo tra il cammino verso l’Alleanza narrato nell’Esodo e il cammino dell’IC secondo il RICA

IL CAMMINO DELL’ESODO RICA - Mosè è inviato al popolo d’Israele Es 5,2-9: Mosè inviato da Dio si trova a combattere una battaglia su due fronti; convincere il Faraone, ma anche convincere il popolo d’Israele a seguirlo. Non risulta un’impresa semplice “perché erano stremati dalla dura schiavitù” (v. 9)

- TEMPO DEL PRECATECUMENATO: È il tempo dell’avvicinamento e dell’approccio; non è un tempo che si possa affrettare; occorre instaurare un rapporto di fiducia fatto di ascolto e di disponibilità a rispondere alle domande; la fiducia va sempre “meritata” e non è mai un dato istituzionale; essa passa attraverso il rapporto personale con il singolo e con la comunità cristiana.

- La partenza dall’Egitto Es 12,31-39; 13,17-22: Il popolo decide di partire seguendo Mosè e Aronne; è una prima scelta, un primo atto di fiducia a cui ne dovranno seguire molti altri. Questo popolo non è un popolo di gente ordinata e coesa… “una grande massa di gente promiscua partì con loro e greggi e armenti in mandrie molto grandi”. (Es 12,38)

- PRIMO GRADO L’ingresso nel catecumenato Prima adesione (RICA 76) Preghiera sui catecumeni (RICA 82)

- Il tempo del deserto prima del Sinai Es 14-17 “Quando il faraone lasciò partire il popolo, Dio non lo condusse per

- TEMPO DEL CATECUMENATO Il catecumenato è un periodo di tempo piuttosto lungo, in cui i candidati ricevono un’istruzione pastorale e sono impegnati in

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la strada del territorio dei Filistei, benché fosse più corta, perché Dio pensava: "Che il popolo non si penta alla vista della guerra e voglia tornare in Egitto!". Dio fece deviare il popolo per la strada del deserto verso il Mar Rosso.” (Es 13,17-18) C’è un’esperienza che Dio vuole far compiere al popolo d’Israele nei primi due mesi di cammino nel deserto perché imparino a conoscerlo e a fidarsi di Lui. Sarà un cammino difficile fatto di ribellioni e di esperienze straordinarie che segneranno per sempre la storia di Israele: Es 14-15: il passaggio del Mar Rosso Es 16: La fame e la manna Es 17,1-7: La sete e l’acqua dalla roccia Es 17,8-16: La guerra contro Amalek e la vittoria di Dio

un’opportuna disciplina; in tal modo le disposizioni d’animo, da essi manifestate all’ingresso nel catecumenato, sono portate a maturazione. Questo si ottiene attraverso quattro vie. 2 - La catechesi … (che) porta i catecumeni non solo a una conveniente conoscenza dei dogmi e dei precetti, ma anche all’intima conoscenza del mistero della salvezza, di cui desiderano l’applicazione a se stessi. - Il cambiamento di mentalità e di costume; aiutati dall’esempio e dall’assistenza dei garanti e dei padrini, anzi dei fedeli di tutta la comunità, i catecumeni si abituano a pregare Dio, a testimoniare la fede, a mantenersi sempre nell’attesa del Cristo, a seguire nelle loro opere l’ispirazione divina, a donarsi nell’amore del prossimo fino al rinnegamento di se stessi. - La proposta di particolari riti liturgici Nel loro itinerario i catecumeni sono aiutati dalla Madre Chiesa mediante appositi riti liturgici per mezzo dei quali vanno progressivamente purificandosi e sono sostenuti dalla benedizione divina. + Preghiere di esorcismo (RICA 114)

2 RICA, n. 19

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+ Preghiere di benedizione (RICA 123) - La testimonianza di vita e professione di fede. Poiché la vita della Chiesa è apostolica, i catecumeni imparino anche a collaborare attivamente alla evangelizzazione e all’edificazione della Chiesa con la testimonianza della loro vita e con la professione della loro fede

- L’adesione (verbale) all’alleanza al Sinai Es 19, 1-8 L’alleanza proposta e celebrata da Dio, secondo il racconto dell’Esodo avviene per gradi. Il primo passaggio è l’adesione verbale alla proposta di Dio: Tutto il popolo rispose insieme e disse: "Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!". (v. 8)

- SECONDO GRADO L’elezione Con la celebrazione dell’ «elezione» si conclude il catecumenato, lunga preparazione della mente e del cuore. Perché uno possa essere ascritto fra gli «eletti», si richiede in lui una fede illuminata e una ferma volontà di ricevere i sacramenti della Chiesa. Interrogazione dei candidati (RICA 146-147) Preghiera sugli eletti (RICA 149)

- La purificazione e la conoscenza della legge di santità (Lv 19,2) Es 19,10- 23,33 Il Signore disse a Mosè: "Va' dal popolo e santificalo, oggi e domani: lavino le loro vesti e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai,

- TEMPO DELLA PURIFICAZIONE E DELL’ILLUMINAZIONE Normalmente questo tempo coincide con la Quaresima. Per suscitare il desiderio della purificazione e della redenzione di Cristo, si tengono tre scrutini; il loro scopo è di illuminare a poco a poco i catecumeni sul mistero del peccato, da cui l'universo intero e ogni uomo

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alla vista di tutto il popolo. (Es 19,10-11) La celebrazione dell’Alleanza richiede un impegno si purificazione e di ulteriore approfondimento (illuminazione?) della conoscenza della volontà di Dio perché l’adesione sia veramente libera e fedele. La conoscenza della Legge di santità motivata più volte dal libro del Levitico (Siate santi, perché io sono Santo) è la via per poter stipulare l’alleanza con Dio. “Consegne” nell’Esodo? La consegna delle tavole

della Legge (Es 31,18; 33,29-35)

La “consegna della tenda dell’Alleanza (Es 25-31; poi in particolare 39,35-40,35)

desiderano di esser redenti per liberarsi dalle sue conseguenze nel presente e nel futuro, e anche di rendere familiare agli animi il senso del Cristo Redentore, che è acqua viva (cfr il Vangelo della samaritana), luce (cfr il Vangelo del cieco nato), risurrezione e vita (cfr il Vangelo della risurrezione di Lazzaro). Dal primo all'ultimo scrutinio ci deve essere un progresso nella conoscenza del peccato e nel desiderio della salvezza.3 Scrutini ed esorcismi (RICA 164) Consegna del simbolo (RICA 186-187) Consegna della preghiera del Signore (RICA 191s)

- La celebrazione dell’Alleanza Es 24,1-15 La celebrazione dell’alleanza avviene secondo due passaggi: la nuova adesione formale alla proposta di Dio e il rito del sangue asperso sull’altare e sul popolo

- TERZO GRADO Celebrazione dei sacramenti dell’Iniziazione Cristiana L'iniziazione degli adulti si celebra, secondo la tradizione, nella santa notte della Veglia pasquale. 4 Celebrazione del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia con la comunità presieduta dal Vescovo

3 RICA, n. 157 4 RICA, n. 208

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- La Pasqua, celebrazione memoriale per ogni generazione (e il sabato) Es 12, 14: Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne. Il memoriale della Pasqua è anche memoriale e rinnovazione dell’Alleanza (nella festa di Pentecoste o delle Settimane). Dt 5,15 Ricòrdati che sei stato schiavo nella terra d'Egitto e che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il Signore, tuo Dio, ti ordina di osservare il giorno del sabato. Anche il Sabato diviene segno e memoriale della Pasqua e dell’Alleanza celebrata sul Sinai per ogni generazione del popolo d’Israele

- TEMPO DELLA MISTAGOGIA Perché i primi passi dei neofiti siano più sicuri, è desiderabile che in tutte le circostanze siano aiutati premurosamente e amichevolmente dalla comunità dei fedeli, dai loro padrini e dai pastori. Ci si occupi con impegno per facilitare ad essi un pieno e sereno inserimento nella comunità. 5 Il tempo della mistagogia è di per sé un tempo limitato che può coincidere con il tempo di Pasqua, ma l’attenzione mistagogica deve essere un’attenzione costante per aiutare il neofita e tutti i battezzati a crescere nella fede attraverso la celebrazione dei sacramenti (Eucaristia e Riconciliazione che rinnovano il frutto del battesimo), la catechesi permanente e la testimonianza della vita rinnovata nel mondo attraverso tutte le forme di carità (dall’apostolato all’impegno politico).

5 RICA, n. 235

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Cap. 6 PROPOSTA DI RITIRO

Tempo della conversione e dell’alleanza: una Chiesa che si converte

al Vangelo. “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.” (Gal 5,22)

a. Due pass-words (parole chiave) per la quaresima: alleanza / conversione Il tempo della quaresima è nato come tempo che prepara all’alleanza battesimale ed è stato caratterizzato come tempo di conversione per ricuperare la stessa alleanza tradita a causa del peccato. Questi due termini che utilizziamo con disinvoltura ed in termini generici, hanno un valore forte nella esperienza cristiana, tanto da caratterizzare la vita del credente. Ci rimettiamo in ascolto della tradizione biblica per ricuperare il contenuto di questa esperienza e comprendere il cammino che ci attende nella quaresima. ALLEANZA: tutti abbiamo sentito parlare dell’Alleanza (bërit) del Sinai stipulata tra Dio e il popolo uscito dall’Egitto. Quell’Alleanza ha trasformato un insieme di profughi in un popolo che – a quel punto - non aveva in comune solo le radici lontane degli antenati, ma un progetto di vita (il cammino verso la terra promessa) e una comune appartenenza al Dio della promessa. Tale rinnovamento è realizzato mediante questa alleanza. Quali sono gli elementi costitutivi di questo passaggio? la memoria dei benefici ricevuti (Dio lo conosciamo attraverso ciò che ha fatto) l’accoglienza libera della proposta di Dio l’impegno nell’alleanza (impegno esclusivo!) che determina una nuova relazione con Dio che coinvolge la persona; l’alleanza dice del tipo di relazione che si stabilisce con Dio rito di alleanza con il sangue (è un impegno di sangue la cui trasgressione si paga con il sangue) l’accoglienza della Legge come “custode” dell’alleanza (della relazione con Dio).

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Comprendiamo per esempio la severità sull’osservanza del Sabato (simbolo della fedeltà all’alleanza) la cui trasgressione comportava la morte, non tanto per il comandamento della legge, ma per la relazione di alleanza che veniva tradita, un’alleanza siglata con il sangue. Per noi tale Alleanza è stata stipulata nel Battesimo e nella Confermazione e viene rinnovata ogni domenica nell’Eucaristia. Nel Battesimo noi abbiamo stabilito una relazione famigliare con il Signore che ci caratterizza e ci rende responsabili. È questo l’elemento essenziale e fondamentale senza il quale ogni altro discorso rischia di scadere nel moralismo. CONVERSIONE: questa parola in italiano non ha un grande significato ed è molto relativa; dice semplicemente dell’esigenza di cambiare direzione … ma andando verso dove? Noi a volte risolviamo la questione con un po’ di moralismo che, come i mali di stagione, ritorna di tanto in tanto … e allora ci diciamo: dobbiamo essere più buoni, … cosa che non accade; oppure facciamo i fioretti da bambini che servono solo a gratificare il nostro ego perché ci convince che ci stiamo impegnando su qualcosa di serio (ma che di serio non ha nulla). In greco la parola metanoia ci aiuta a dare un po’ di contenuto alla proposta: cambiare mentalità, ma anche qui, rispetto a cosa? C’è un peccato originario che ci condiziona, nonostante il battesimo e che viene sempre a minare la nostra libertà; il peccato è essere punto di riferimento a sé stessi, decidere noi cosa sia il bene o il male, costruirci una torre che ci metta alla pari di Dio (Gen 3-11). Per dirla in termini moderni è la grande tentazioni di vivere da singles, liberi da ogni legame, per esaltare la nostra libertà che è solo libertà da ogni condizionamento. Rispetto a questa mentalità ci dobbiamo convertire, riscoprendo il valore della relazione di alleanza; un’alleanza scelta liberamente, ma che ci pone in una prospettiva completamente diversa. Ogni legame e ogni relazione ci condiziona, ma che tristezza una vita senza relazioni; il Vangelo di Dio che siamo chiamati ad accogliere sinteticamente ci dice che il legame con Dio non frustra il nostro desiderio di felicità e di pienezza, ma al contrario è l’unica possibilità per realizzarlo pienamente.

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A che tipo di legame ci possiamo/dobbiamo convertire? 1. Il legame filiale: superando la tentazione del figlio prodigo che

cerca la sua felicità lontano dal Padre e che la ritrova solamente riabbracciando, come figlio, quel Padre che aveva rinnegato (Lc 15).

2. Il legame sponsale: che ci richiama ad un’alleanza vissuta nella prospettiva dell’amore reciproco e non segnata dal vincolo delle regole; è la prospettiva del Regno di Dio annunciata dai profeti e realizzata da Gesù (Mt 19; Mt 22,1-14).

3. Il legame amicale: che Gesù ci ha mostrato nel legame con i suoi discepoli; un amicizia che impegna, ma che si espone anche al rischio del rinnegamento (Gv 15,12-17; Mt 26,50).

4. Il legame fraterno: che ci lega anche ai fratelli con i quali siamo chiamati a diventare un cuore solo e un anima sola e a condividere un amore che solo può essere testimonianza della nostra fede (Gv 13,12-17.34-35).

L’accoglienza libera di questi legami come caratterizzanti la nostra vita, richiede una conversione profonda del nostro cuore e un’adesione nella fede al Vangelo di Dio, l’unico che ci introduce nel Regno di Dio. b. Un cammino evangelico di conversione, libero da moralismi Le condizioni e gli effetti di questa conversione sono ben descritti da san Paolo nella lettera ai Galati (cap 5):

1 Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. 13Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l'amore siate invece a servizio gli uni degli altri. 14Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 15Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri! 16Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. 17La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché

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voi non fate quello che vorreste. 18Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. 19Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, 20idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni,21invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. 22Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; 23contro queste cose non c'è Legge. 24Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. 25Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. 26Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.

I. Monitorare e discernere i propri desideri: è questa la via

attraverso cui Dio viene a noi, ma per la stessa via viene anche il nemico di Dio. I nostri desideri sono importanti, sono la forza motrice della nostra vita spirituale e psichica e vanno verificati continuamente. Che cosa cercate? È stata la prima domanda che Gesù ha rivolto ai suoi discepoli ed è la domanda che noi dobbiamo lasciarci porre da Gesù continuamente perché come dice il Vangelo, là dov’è il nostro tesoro sarà anche il nostro cuore (Cf. Mt 6,21).

II. Saper riconoscere le “opere della carne” – come le chiama Paolo-, con decisione, senza tentennamenti, senza alibi o giustificazioni. Non è un problema essere malati, ma è importante voler guarire (Gv 5,6 – il paralitico alla piscina di Beztetà) e per guarire occorre riconoscere con semplicità di essere malati. Ciò che ci impedisce la guarigione e la conversione è il non riconoscere i sintomi o attribuirli a fattori esterni.

III. Anelare ai frutti dello Spirito e riconoscerli come la nostra terra promessa, verso la quale siamo incamminati per benevolenza di Dio. I frutti dello Spirito sono i sintomi di una buona salute spirituale generata e sostenuta da un legame di alleanza forte con il Signore secondo quelle quattro modalità sopra descritte.

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Domande per la riflessione e il lavoro di gruppo 1. Cosa significa per me vivere un legame di alleanza con il Signore? Vivo un cristianesimo della legge o conosco e vivo il fondamento della mia esperienza di fede? In quale tipo di legame (dei quattro descritti) mi trovo più a mio agio e in quale invece faccio più fatica? 2. Cosa significa per me oggi accogliere l’invito alla conversione? Quali sono i sintomi di patologia spirituale che riconosco presenti in me? Qual è l’invito alla conversione che il Signore mi rivolge? 3. Sono consapevole dei miei desideri, di che cosa desidero profondamente oggi? Qual è la via attraverso cui il Signore mi può incontrare e proporre il suo vangelo, e stringere con me un’alleanza nuova? Qual è la via di conversione che penso sia utile attuare per me per giungere alla “terra promessa” della Pasqua e godere dei frutti di quella terra? 4. Più concretamente posso/possiamo riprendere quei sette punti proposti dal vescovo nella messa di san Gaudenzo che indicavano le note di una vita cristiana vissuta alla luce del battesimo e utilizzarli per la mia revisione di vita (la quotidianità, il lavoro, il denaro,gli affetti, la fragilità, la festa e la cittadinanza)6

6 http://www.diocesi.rimini.it/vescovo/il-battesimo-trasparenza-di-um anit a/

. 5. Come comunità a che cammino di conversione siamo chiamati rispetto ai nostri rapporti fraterni e alla condivisione dei frutti dello Spirito?

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Cap. 7 MICROREALIZZAZIONI

CENTRO UNIVERSITARIO DIOCESANO “Igino Righetti”

SOSTEGNO A CINQUE STUDENTI UNIVERSITARI CAMERUNESI iscritti al Polo universitario di Rimini tramite creazione di una borsa di studio La situazione: Tra i tanti studenti iscritti per la prima volta al Polo Universitario di Rimini, ci sono cinque studenti provenienti dal Cameroun che hanno cominciato a frequentare le attività del nostro Centro Universitario Diocesano (realtà pastorale che si occupa degli studenti fuori sede presenti a Rimini). Sono venuti in Italia a studiare avendo superato innumerevoli selezioni e con la conferma di essere assegnatari di una borsa di studio di € 5000,00. Qualche giorno prima di Natale però ER-GO (l’ente che si occupa del sostegno agli studenti universitari della nostra Regione) ha loro comunicato che la borsa di studio a cui avevano diritto non sarebbe stata erogata per una contrazione di fondi. Questa situazione coinvolge in Regione circa 600 studenti provenienti da Paesi fuori dalla Unione Europea. In queste settimane molti sono stati gli incontri tra gli studenti e le autorità amministrative delle Università dell’Emilia Romagna e, dopo molte pressioni, gli studenti sono riusciti ad ottenere l’esenzione dal pagamento dell’affitto nelle residenze universitarie gestite da ER-GO… ma non di solo affitto vive l’uomo! Come Centro Universitario Diocesano abbiamo pensato di condividere questa situazione con la comunità ecclesiale della nostra Diocesi chiedendo l’aiuto per questi cinque amici e amiche che conosciamo per nome. La proposta: proponiamo alle famiglie o alle comunità parrocchiali la possibilità di sostenere (solo per questo Anno Accademico) questi studenti nostri amici per la parte rimanente della borsa di studio di cui avevano diritto. La quota che chiediamo per ogni borsa potrebbe ammontare a circa € 2500,00. Chiediamo anche la possibilità di trovare o creare situazioni lavorative (anche durante l’estate) che permettano a questi e ad altri studenti di poter reperire il denaro necessario per potersi sostenere negli studi.

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Pensiamo che l’investimento nella formazione sia molto importante per il futuro di questi giovani. Ci rediamo disponibili in prima persona per ulteriori informazioni in merito. Per inviare contributi interpellare i referenti del progetto. Referente diocesano: don Andrea Turchini (334-6975268) Segretario: Fethi Atakol (0541-23434; 320-7415337)

CARITAS DIOCESANA RIMINI

Progetti internazionali per costruire solidarietà Ogni progetto deve diventare un percorso di solidarietà. La realizzazione dei progetti è una strada lungo la quale promuovere la solidarietà, per chi la fa e per chi la riceve, coinvolgendo anche gli immigrati presenti nelle nostre comunità e provenienti dai paesi dove si costruiscono i progetti. Se si raccolgono offerte per battere un pozzo occorre interrogarsi sul valore dell’acqua, sull’uso che ne facciamo e sul perché “l’oro blu” non sia a disposizione di tutti. Se si vuole costruire un ambulatorio, una scuola o una mensa, è necessario riflettere sulle cause dell’ingiustizia sociale. La solidarietà è ascolto, dialogo, conoscenza, confronto, accoglienza, servizio, condivisione e impegno per la giustizia e la pace. 1. COLOMBIA: Puerto Tejada È una città di 60.000 abitanti a pochi chilometri da Calì. In un quartiere molto povero sono presenti le suore Figlie della Carità con molte attività per i ragazzi portatori di handicap e per i bambini di strada. Continuiamo a sostenere la mensa che prepara il pranzo a un centinaio di bambini (l’unico pasto della giornata): 3.000 euro.

2. NIGERIA: Nsukka Suor Mary Policarp è stata a Rimini per molti anni impegnata nella pastorale con gli immigrati. Attualmente si trova in Nigeria a Nsukka e lavora in una scuola dove vanno a studiare più di mille ragazze, in maggioranza fanno anche convitto perché vengono da villaggi lontani. a scuola è in condizioni precarie e le ragazze non possono contribuire perché sono di famiglie povere. Vogliamo aiutare con borse di studio: 150 euro ciascuna. Umugiri I Capi di Umugiri, della tribù Ibo, tramite Suor Mary, ringraziano per il pozzo di acqua pulita che hanno scavato nel loro villaggio con il

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contributo già inviato. Per evitare che si utilizzi l’acqua degli stagni vorremmo scavare un pozzo in un altro villaggio. 3.500 euro.

3. PALESTINA: Taybeh Taybeh è un villaggio a mezz’ora d’auto da Gerusalemme e a dieci chilometri da Ramallah. Dai suoi mille metri d’altezza si vedono il deserto, Gerico e il Mar Morto. I 1.500 abitanti sono quasi tutti cristiani delle tre confessioni: ortodossi, melkiti, cattolici di rito latino. Alla parrocchia cattolica appartiene la scuola dove studiano 450 ragazzi, divisi in 16 classi, dalle elementari alla maturità. Sono presenti anche 130 studenti e dieci insegnanti di religione musulmana, provenienti dai villaggi vicini. Vogliamo aiutare i ragazzi a studiare: molti di loro dovrebbero interrompere gli studi a causa delle difficoltà economiche delle famiglie , dovute a disoccupazione e all’isolamento provocato dalla guerra. Dopo aver ampliato la scuola (60.000 euro), abbiamo aiutato molti ragazzi di famiglie povere con borse di studio. Vogliamo continuare il ponte di solidarietà con la scuola di Taybeh dove sono presenti cristiani e musulmani, per promuovere una cultura di pace. Ogni borsa di studio: 300 euro.

4. ROMANIA: Oradea Molti ospiti della Caritas arrivano dalla Romania. Con la città di Oradea abbiamo un significativo rapporto di gemellaggio: un sacerdote di Oradea è presente nella nostra Diocesi per parlare con i rumeni; tre suore di S.Onofrio sono presenti ad Oradea per servizi ai giovani e ai poveri. Vogliamo sostenere la Caritas greco-cattolica d’Oradea per le iniziative assistenziali e per la mensa dei poveri: 5.000 euro.

5. SENEGAL: Tambacounda Abbiamo aiutato la diocesi di Tambacounda, una comunità giovane, ma viva e ben strutturata, a terminare il seminario minore, indispensabile per l’impegno di evangelizzazione e promozione umana in una realtà in grande prevalenza musulmana. Abbiamo sostenuto il fondo prestiti di microcredito per progetti lavorativi seguiti dalla Caritas locale . I progetti sono già avviati. Vogliamo aumentare la disponibilità del fondo con altri 10.00 euro. Altri progetti di solidarietà, già iniziati a Tambacounda, continuano: • borsa di studio per ragazzi di famiglie povere: 150 euro all’anno • un paio di buoi e aratro per garantire il sostentamento ai catechisti

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perché non lascino il villaggio: 300 euro • un pozzo per l’acqua: 3.500 euro.

6. ZIMBABWE Mutoko: Operazione cuore Sono più di 20 anni che è iniziata l’Operazione Cuore: 180 bambini e ragazzi africani con gravi malformazioni cardiache sono stati operati in Italia e sono tornati a casa guariti. Essi provengono da Mutoko, in Zimbabwe, dove la dottoressa Marilena Pesaresi dirige un ospedale. Le strutture sanitarie della Regione Emilia-Romagna effettuano gratuitamente gli interventi cardiochirurgici. • Occorrono famiglie disp onibili ad accogliere in casa i bambini per

alcuni mesi, prima e dopo l’intervento. • È necessario reperire fondi per gli esami clinici da fare in Africa, per il

viaggio, per l’assistenza e i medicinali. Per ogni bambino occorrono circa 3.000 euro. N. B. Sono disponibili persone e immigrati, per presentare i progetti nelle parrocchie, nelle scuole e nei posti di lavoro. Sono pronte schede di riflessione biblica e dell’insegnamento sociale della Chiesa sui temi della giustizia, solidarietà, pace, sviluppo, etica ed economia, globalizzazione e nuovi stili di vita. Sul sito della Caritas è possibile trovare altre notizie sui vari progetti.

CARITAS DIOCESANA – RIMINI Sede Via Madonna della Scala, 7 - Tel. 0541/26040 - Fax 0541/24826 Ufficio presso la Curia diocesana Via IV Novembre, 35 - Tel. 0541/1835165 Sito internet: www.caritas.rimini.it - E-mail: [email protected]

Per offerte, sede e ufficio Caritas, oppure: C/c postale n. 13243472 intestato alla Caritas diocesana Rimini

CODICE IBAN CARITAS: IT 24 I 06285 24229 CC0027459084 presso Carim, filiale Matteotti conto Caritas

Nel versamento delle offerte specificare il progetto al quale sono

destinate.

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MISSIO DIOCESANA 1) FISIOTERAPIA NEL CENTRO SHEN ASTI (missione diocesana in

Albania) A Berat, da diversi anni, la Fondazione Shen Asti ha avviato un centro diurno per disabili. Nell’anno pastorale 2010- 2011 è iniziato il nuovo progetto del “Centro Shen Asti” che consiste in un doposcuola per 12 bambini disabili e altrettanti “normali” ma con gravi difficoltà scolastiche. A fianco dell’attività di doposcuola il progetto prevede quella di fisioterapia a beneficio dei bambini che frequentano il Centro e di altri esterni, impegnando per 5 giorni alla settimana un fisioterapista (l’unico della regione), che viene da Lushnje (35 km da Berat). Inoltre è prevista anche la supervisione diagnostica di una fisiatra da Tirana. Per la gestione della pratica di fisioterapia (compreso anche il compenso per il trasporto del fisioterapista) la spesa preventivata per l’anno in corso è di euro 5000. Riferimento : Fondazione Shen Asti.

2) CENTRO PASTORALE DI UZNOVE (missione diocesana in Albania) A Uznova, nel territorio della Missione Diocesana in Albania, nel 2005, sono state mandate dalla diocesi di Rimini le sorelle della comunità di Montetauro. Esse alloggiavano nella casetta precedentemente abitata da don Osvaldo Caldari. Il lavoro missionario da loro svolto ha portato oggi ad avere ad Uznove 32 battezzati oltre ad un notevole numero di catecumeni e aspiranti. Ora le sorelle hanno una loro abitazione e un centro disabili acquistato dalla “Piccola Famiglia”, perciò la casa in oggetto servirà, una volta ristrutturata, ad edificio per i servizi pastorali di quel nucleo della Missione che ora è numeroso e non sa dove ritrovarsi. Il progetto prevede al pian terreno una sala grande, due stanze, un bagno e cucinotto. Al piano superiore due stanze per il prete e un ospite. I lavori inizieranno a novembre col primo piano e l’anno prossimo col secondo. La spesa preventivata, compreso l’arredo, si aggira sui 70.000 euro, la prima trance di 42.000 euro servirà per rendere quanto prima usufruibile questo luogo. Riferimento: Piccola Famiglia di Montetauro.

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3) PROGETTO DOPOSCUOLA A KUÇOVA E A UZNOVE (missione diocesana in Albania) In collegamento con l’AVSI di Tirana da diversi anni la Missione ha iniziato una attività di sostegno a bambini in difficoltà e non solo a livello economico (genitori malati o in prigione, disabilità, situazioni di degrado). Da due anni, sempre in collaborazione con l’AVSI, a Kuçova e a Uznova, si è svolta una attività di doposcuola con questi bambini. L’esperienza fatta è stata molto fruttuosa perché ha dato ai piccoli la possibilità di vivere una diversa realtà, di inserirsi meglio nella scuola e di migliorare il rapporto con gli altri. L’aiuto dell’AVSI non copre neppure un terzo delle spese per cui, per non rinunciare a questa opportunità, oltre all’aiuto dell’AVSI, è necessario un sostegno di 6000 euro. Riferimento: Missio diocesana.

4) CAMEROUN: Una casa per giovani ex detenuti L'impegno più recente di Maria Negretto e della sua associazione è quello di costruire una casa dove ospitare i giovani ex detenuti delle carceri di Bafoussam. Si tratta di 14 ragazzi dai 16 ai 22 anni che hanno vissuto prima in strada e poi in prigione, senza affetti e senza prospettive. Per aiutarli si è avviato un progetto triennale di formazione e di lavoro nell'agricoltura e nell'allevamento. Per completare l'abitazione che li accoglierà occorrono 30.000 euro.

MISSIO DIOCESANA – RIMINI

Sede: Via IV Novembre, 35 - Tel. 0541/1835109 - Fax 0541/1835128 E-mail: [email protected]

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destinate.