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Copertina realizzata da Arianna De Marchi
INDICE
Introduzione…………………………………………………………………………………………………………………
di Chiara Gardelli; illustrazione di Erika Jin
1
Alessandra, il gatto e la balena……………………………………………………………………
di Nicholas C. Porcino; illustrazione di Stiven Gropa,
commenti di Assia Ouardaoui ed Emanuele Cervone
3
Una roulotte nuova per zio Tony…………………………………………………………………
di Nicholas C. Porcino; illustrazione di Luca Albano,
commenti di Tommaso Guarnera e Irene Franzetti
7
Una giornata da dimenticare……………………………………………………………………………
di Nicholas C. Porcino; illustrazione di Ylenia Carbone,
commenti di Giulia Galli e Francesco Fresca
10
L’ingegno di Mirkholas…………………………………………………………………………………………
di Nicholas C. Porcino e Mirko Di Pietro; illustrazione
di Veronica Sina, commenti di Marco Reali e Martina Ciaccia
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La storia fantastica………………………………………………………………………………………………
di Nicholas C. Porcino; illustrazione di Grace Erhard,
commenti di Gabriel Romano e Besa Sinella
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Intervista all’autore………………………………………………………………………………………………
a cura di Luca De Marco, Dante Robbiati,
Daniel Sharka, Mirko Di Pietro
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1
INTRODUZIONE
Illustrazione di Erika Jin
“GiocosaMente” è una piccolissima raccolta di racconti, nata tra i banchi di scuola. Quattro dei cinque testi che compongono il libro
sono stati realizzati attraverso l’utilizzo di sei speciali dadi, sulle cui facce non si trovano numeri, bensì disegni! Ad ogni lancio, i
particolari cubetti offrono una combinazione di immagini, le quali
rappresentano sei concetti, punti di partenza obbligatori su cui
costruire e inventare una storia.
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Quest’attività ci ha permesso, per mezz’ora a settimana, di lasciar scorrere liberamente la creatività. Ci siamo trovati a dover
dare coerenza logica alla fantasia, immersi nel piacere di
inventare, con l’esigenza di dare senso al nostro flusso di pensieri. Ci siamo confrontati con l’esperienza del mettere nero su bianco e ci siamo scontrati con la necessità di rendere le nostre idee
comprensibili, per poterle condividere. Abbiamo avuto modo di
renderci conto che il linguaggio può essere un potente mezzo per
esprimere sé stessi e per comunicare con gli altri.
Tra i racconti che vi proponiamo, particolarmente degno di nota
è l’ultimo, “La storia fantastica”, che rappresenta la ciliegina sulla torta di questo meraviglioso percorso sulle ali della scrittura.
L’autore ha infatti ideato e composto questo testo spontaneamente, nel proprio tempo libero, grazie ad una
strepitosa scoperta: giocare con la propria mente è divertente!
Anche a te, caro lettore, auguriamo buon divertimento.
Perdonaci se, nei nostri brani, grammatica e sintassi non saranno
sempre perfette e non badare allo stile, a volte fin troppo
colloquiale; concentrati sulla freschezza delle idee e lasciati
trasportare dalle nostre storie!
Chiara Gardelli
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Nicholas C. Porcino
ALESSANDRA, IL GATTO E LA BALENA
Comunicazioni postali insolite
C’era una volta una bambina di nome Alessandra. Aveva scritto
una LETTERA molto speciale, indirizzata ad una BALENA, che le
era rimasta nel cuore durante uno dei suoi bellissimi viaggi estivi.
Poiché non esisteva un Servizio Postale subacqueo, chiese ai suoi
genitori di portarla al mare e, una volta giunti, di fare un giro
sul pedalò, per cercare la sua amica balena e consegnarle di
persona tutto quello che aveva scritto per lei. I genitori
sorprendentemente acconsentirono senza fare domande e
accontentarono la piccola Alessandra, pazza di gioia.
Ma, quando ormai erano già tutti in mare, la bambina si accorse
di aver dimenticato gli OCCHIALI da vista; una vera disdetta, non
vedeva proprio nulla!
Per fortuna, sul pedalò con lei, c’era anche il suo inseparabile
GATTO, che aveva occhi eccezionalmente vispi e che, prima di
diventare un animale domestico, era stato un celebre cercatore di
formiche nei deserti più aridi. Fu quindi un gioco da ragazzi
localizzare la balena con l’aiuto dell’esperto felino. Alessandra si
calò in acqua per mezzo di una robusta SCALETTA di corda e
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recapitò alla destinataria i suoi pensieri, scritti in balenese, su
carta rigorosamente IMPERMEABILE.
Nessuno sa con certezza cosa provò la balena in quell’istante, né
tantomeno se rispose alla lettera della piccola, in seguito. Alcuni,
tuttavia, giurano di aver visto, qualche tempo dopo e nelle stesse
zone, un piccione viaggiatore accordarsi con una balena per la
consegna di un misterioso messaggio sulla terra ferma.
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Illustrazione di Stiven Gropa
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Prime impressioni: la parola ai lettori!
Assia Ouardaoui:
“Mi piace, è una storia molto fantasiosa.
Quello che mi piace di più è che non ti dà i minimi dettagli e
quindi, quello che non ti racconta lo puoi immaginare.
Scommetto che sia stato molto difficile scrivere delle storie a
partire da poche parole scelte a caso. Quello che so dire con
certezza è che il racconto è venuto molto bene.
Considerato l’impegno di Nicholas e di Chiara (perché anche lei si
è data molto da fare, scommetto), darei un 10!
Sono sicura che piacerà molto anche alle prof.!”
Emanuele Cervone:
“Una storia molto divertente che insegna che ogni essere vivente
può avere amici.
E’ molto strano che una bambina riesca a scrivere in balenese e a
dare una lettera ad una balena! Mi ha colpito anche la parte in
cui il piccione prende la lettera dalla balena e poi non si sa più
nulla.”
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Nicholas C. Porcino
UNA ROULOTTE NUOVA PER ZIO TONY
Addio vecchio catorcio!
Era una favolosa giornata di caldissima ESTATE e i PULCINI
riposavano paciosi all’ombra di un piccolo cespuglio. Tutto
sembrava tranquillo e, come di consueto, non si sentiva volare
una mosca nello sperduto paesino di zio Tony.
Ma, improvvisamente... BANG! Un assordante rumore squarciò
con violenza la quiete. Lo strano scoppio proveniva dall'esterno e
si ripeté, forte come un tuono, per ben tre volte.
Il buon Tony, si svegliò di soprassalto dal suo abituale PISOLINO
di mezzogiorno e corse subito preoccupatissimo fuori dalla sua
minuscola abitazione a vedere cosa fosse successo. Un evento
atmosferico fuori dal comune? Meteoriti piovuti dal cielo? L'inizio
di una nuova guerra mondiale?
Uscito, non poté credere ai suoi occhi: le ruote della ROULOTTE,
parcheggiata in cortile, sua fedelissima compagna di avventure dai
tempi dell'infanzia, erano completamente sgonfie! Qualcuno le
aveva bucate conficcandovi delle robuste MATITE colorate.
L'uomo si guardò intorno e scorse nelle vicinanze dei bambini:
schiamazzavano, si rincorrevano e giocavano a fare gli arcieri,
usando come frecce proprio delle matite colorate!
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“Piccoli Robin Hood da strapazzo!”. Lo zio Tony sgridò i
mascalzoncelli e li obbligò a pulire da cima a fondo tutta la
roulotte. Non solo si occuparono di rimontare ruote nuove ben
gonfiate, ma spazzarono, lucidarono, riverniciarono, fino a far
diventare la piccola carretta una vera roulotte di lusso.
Zio Tony rimase molto soddisfatto del loro lavoro e i bambini,
stanchi morti dopo il restauro, decisero di continuare a giocare a
Robin Hood, scegliendo però più attentamente i loro bersagli.
Illustrazione di Luca Albano
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Prime impressioni: la parola ai lettori!
Tommaso Guarnera:
Questa storia mi è piaciuta molto, sia per la fantasia che per
l’impegno. Il finale è decisamente bello e istruttivo, così come
tutto il racconto.
Il testo è scritto in modo comprensibile, con parole semplici e
chiare.”
Irene Franzetti:
“Secondo me questa storia è molto simpatica. Non cambierei
niente, perché Nicholas ha scritto tutto molto bene!
Quando l’ho raccontata ai miei fratelli, prima di andare a letto,
si sono divertiti molto!
Alla mia sorellina Viola in particolare è piaciuto che i bambini
siano stati gentili alla fine.”
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Nicholas C. Porcino
UNA GIORNATA DA DIMENTICARE
Breve storia senza lieto fine
Il signor Aragosta era un uomo distinto, educato e stimato da
tutti.
Come ogni mattina, si preparò per andare al lavoro: scarpe tirate
a lucido, papillon e giacca a quadri.
La dottoressa gli aveva consigliato di stare un po’ a dieta e, per
tenersi in forma, scelse di portare con sé, come spuntino, una
BANANA cinese (tipicamente caratterizzata da una buccia molto
sottile, ricchissima di potassio e vitamina z); la sistemò con cura
nel cappello, che solitamente portava a mano, non tanto per
indossarlo, quanto per aggiungere un ulteriore tocco di eleganza al
suo look.
Quella mattina inoltre, era una mattina speciale: era San
Valentino! Si ricordò, quindi, di prendere anche la ricercatissima
ROSA nera che aveva acquistato il giorno precedente per la sua
fidanzata, con l'intenzione di portargliela in dono, subito prima di
iniziare la lunga giornata di lavoro.
Uscì di casa tutto agghindato, con un SORRISO straordinario
stampato in volto, pensando alla bellissima sorpresa che stava per
fare e si avviò di buon umore verso l’abitazione della sua bella.
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Ma, dopo pochi metri di cammino… iniziò il FINIMONDO! Acqua a
profusione, pezzi di ghiaccio, vortici di vento e freddo tremendo.
Il signor Aragosta non ci pensò due volte: si infilò istintivamente
il capello in testa per ripararsi da quell'inaspettato disastro
atmosferico e... splat! Maledetta banana cinese...
irrimediabilmente schiacciata sui capelli pettinati con cura!
E adesso, con un frutto spiaccicato in testa, con un cappello
completamente rovinato e con i vestiti tutti bagnati, come
avrebbe fatto a fare bella figura di fronte alla sua ragazza?
Non si perse d’animo… dopotutto la sua fidanzata avrebbe
apprezzato ancora di più un gesto carino in una giornataccia del
genere. Così, arrivato a destinazione, bussò alla porta e appena la
sua ragazza aprì, le porse il fiore che tanto gentilmente le aveva
acquistato.
Mentre allungava il braccio per consegnarle la rosa, però, si
accorse di avere in mano solo un gambo pieno di spine; dei petali
non era rimasto nulla!
La fanciulla non si mostrò per niente comprensiva e il signor
Aragosta si beccò uno schiaffo che lo fece girare su sé stesso
come una trottola.
Tornò a casa triste e sporco e non ne volle mai più sapere né di
rose né di banane.
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Illustrazione di Ylenia Carbone
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Prime impressioni: la parola ai lettori!
Giulia Galli:
“Questo racconto mi è piaciuto molto perché il signor Aragosta,
anche se ha piovuto e si è bagnato tutto, non si è arreso ed è
andato lo stesso dalla sua fidanzata.
Quando la ragazza gli ha aperto la porta, si è accorto che il fiore
che le aveva acquistato il giorno prima, con cura, era senza petali
e a me è dispiaciuto molto.”
Francesco Fresca:
“Storia molto semplice, ma altrettanto tragica e divertente.
Il signor Aragosta si era preparato perfettamente (aveva
preparato anche alcune situazioni il giorno prima, per esempio,
comprando la rosa per la sua fidanzata), ma, in certe
circostanze, c’è un destino a cui non ci si può sottrarre e le
giornate possono nascere storte, sia nella realtà che in una
storia.
Basta solo dimenticarle e passarci sopra.
Bravo Nick!
PS: povero signor Aragosta!”
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Nicholas C. Porcino
in collaborazione con Mirko Di Pietro
L'INGEGNO DI MIRKHOLAS
Rivoluzione botanica in atto!
C’era una volta un bambino di nome Mirkholas. Era un piccolo
genio e passava molto tempo nel suo laboratorio segreto. Le sue
passioni principali erano l'astronomia e la botanica, ma gli piaceva
anche inventare strani aggeggi e il suo più grande idolo era
Leonardo da Vinci.
Aveva un sogno un po’ particolare. Attraverso uno dei suoi
avanzatissimi telescopi, aveva notato sulla SUPERFICIE LUNARE
un FIORE di una specie mai vista prima. Era luminosissimo, color
arcobaleno, con bellissimi petali fluttuanti. Affascinato, decise che
si sarebbe dedicato con determinazione ad un piano che avrebbe
cambiato la storia della botanica: portare il raro fiore sulla Terra.
Si mise allora all’opera. Lavorò per giorni e giorni per creare
due invenzioni incredibili che l'avrebbero aiutato a raggiungere il
suo scopo: una “macchina del tempo per oggetti” e un
“telescopio a trasposizione reale”. Quest'ultimo, in particolare,
era una vera e propria novità nel campo della tecnologia
internazionale: ingrandiva esponenzialmente l’immagine dei corpi
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celesti e rendeva possibile entrare fisicamente in contatto con
loro, come se fossero a portata di mano!
Mirkholas, soddisfatto del proprio lavoro, guardò nell'obiettivo del
suo nuovo telescopio, mirò il fiore e allungò le dita. Sentiva una
strana sensazione di leggerezza e velocità. Afferrò il fiore in
fretta e staccò lo sguardo dal telescopio. Non poteva crederci: il
bellissimo fiore era lì nel palmo della sua mano. Mirkholas si
sentiva il CUORE in gola dall'emozione. Procedette, quindi, con la
mossa successiva: posizionò la meravigliosa piantina all'interno della
macchina del tempo per oggetti, selezionò i parametri che
credeva opportuni e premette il pulsante di invio. Dopo 5 minuti
esatti lo sportellino anteriore del marchingegno si spalancò. Del
fiore lunare non era rimasto nulla, il suo misterioso splendore si
era del tutto volatilizzato. Al suo posto, c'era un minuscolo
seme, nero e lucido, pieno di vita, pronto a colonizzare il pianeta
terra. Mirkholas lo prese tra le dita e lo guardò con un sorriso
carico di soddisfazione.
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Illustrazione di Veronica Sina
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Prime impressioni: la parola ai lettori!
Marco Reali:
“Io trovo che questa sia una storia bellissima, perché ogni parola
che leggevo mi trasmetteva emozioni. Inoltre mi è piaciuta molto
la determinazione e l’intelligenza di Mirkholas.
Trovo molto carina la descrizione del fiore; mi piacerebbe averlo
sul balcone.
Consiglierei questa storia a Giacomo, un mio amico, perché lui ha
poca fantasia, cosa di cui questo brano è pieno.
La storia mi è piaciuta davvero, complimenti a Mirko e a
Nicholas!
Martina Ciaccia:
Bel racconto! La cosa che mi piace di più è il nome Mirkholas,
perché è la fusione dei nomi dei miei compagni Mirko e Nicholas!
Bravi, bella trovata!”
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Nicholas C. Porcino
LA STORIA FANTASTICA
C’era una volta un re che aveva una bellissima moglie e un figlio,
Filippo.
Diventato grande il ragazzo si disse: “Io sono il principe di questo
regno; è mio dovere salvare la gente. Non posso stare qui
impalato.”
Sentendo queste parole, il re concesse al figlio il permesso di
partire a cavallo, pronto a viaggiare per tutte le terre del
reame. Girò in lungo e in largo e si diede un gran daffare: salvò
bambini rapiti, catturò ladri e malfattori e beh, che dire? Questo
principe era proprio un eroe!
Un giorno, il coraggioso Filippo vide un malintenzionato derubare
la povera moglie di un fabbro, e corse subito in soccorso della
donna, regalandole anche una manciata di monetine d'oro per la
spesa.
Gli si avvicinò, a quel punto, una giovane ragazza, che aveva
assistito a tutta la scena; lo guardò con occhi allegri e spensierati
e gli disse con leggerezza: “Sei bravo però a salvare eh?”. Quella
fanciulla era niente popò di meno che Elisabetta, figlia del re
Riccardo, sovrano del regno confinante.
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I due si innamorarono all'istante e dopo pochi mesi iniziarono i
preparativi per le nozze, con il consenso delle rispettive famiglie.
Tutti gli abitanti dei due reami vollero assistere al matrimonio e
la moglie del fabbro regalò a Filippo una resistentissima spada
intarsiata di diamanti e alla bella Elisabetta una deliziosa collana
di un ferro, davvero molto lucente.
Gli sposi promisero di vivere felici e contenti e se qualcuno avesse
avuto bisogno, lo avrebbero aiutato!
Illustrazione di Grace Erhard
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Prime impressioni: la parola ai lettori!
Gabriel Romano:
“La cosa che mi è piaciuta di più di questo racconto è il senso di
responsabilità del principe.
Mi sono sembrati molto originali la spada di diamanti e il gioiello
della principessa, anche se è strano che la moglie di un fabbro
possa fare dei regali così importanti.”
Besa Sinella:
“Inizio col dire che mi è piaciuta di più la parte dove il coraggioso
principe Filippo volle andarsene per salvare la gente bisognosa
d’aiuto. In più trovo molto originale quando Elisabetta si avvicinò
a Filippo e subito ci fu chimica!
Mi è sembrato molto strano il susseguirsi così veloce delle
vicende, ma, del resto, storia eccellente!”
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INTERVISTA ALL’AUTORE
Dubbi e curiosità sui racconti: i compagni chiedono,
Nicholas C. Porcino risponde!
A cura di:
Luca De Marco
Dante Robbiati
Daniel Sharka
Mirko Di Pietro
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In “Alessandra il gatto e la balena”, come faceva Alessandra a
conoscere il balenese?
Alessandra era una bambina molto curiosa e aveva frequentato
una scuola pomeridiana di balenese.
E’ molto interessante il personaggio del gatto. Come è diventato
amico di Alessandra?
Il gatto, col passare del tempo, si era stufato della vita da
cacciatore nel deserto e, trasferendosi quindi in città, aveva
fatto amicizia con Alessandra.
In “Una roulotte nuova per zio Tony” i bambini hanno fatto
apposta a sparare sulle ruote?
No, non l’hanno fatto apposta, ma zio Tony si è arrabbiato lo
stesso. A volte i bambini combinano guai ed è giusto riparare agli
errori.
I bambini non si sono opposti alla decisione di zio Tony? Perché?
Non si sono opposti perché zio Tony li ha fatti ragionare.
In “Una giornata da dimenticare”, il signor Aragosta è una persona
normale o è un’aragosta?
Il signor Aragosta è una persona normale, ha solo un cognome un
po’ buffo.
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Perché Mirkholas ha voluto trasformare il fiore in seme?
Perché il fiore già cresciuto era abituato al suolo lunare. Il seme,
invece, poteva essere piantato sulla Terra e abituarsi al terreno
del pianeta fin da subito. Dalla piantina, Mirkholas avrebbe poi
potuto ricavare altri semi.
In “La storia fantastica”, a Filippo come nasce l’idea di salvare le
persone?
Filippo prende esempio da suo padre.
Essendo un principe, Filippo ha avuto un’infanzia particolare?
No, Filippo era sempre a giocare con gli altri bambini, ma
sapendo di essere un principe, faceva sempre la parte dell’eroe.
Prima del matrimonio di Filippo ed Elisabetta, i due regni erano in
conflitto tra loro?
No, anzi, erano alleati da molto tempo.