intervento di paolo donzelli al master di diritto dellambiente tenutosi nel 2009 presso luniversita...
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INTERVENTO DI PAOLO DONZELLI AL MASTER DI DIRITTO DELL’AMBIENTE
TENUTOSI NEL 2009 PRESSO L’UNIVERSITA’ “LA SAPIENZA” DI ROMA
Draft 25 ottobre 2009
SLIDE 1
Fori Internazionali, Studi, Programmi Di Intervento
“Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”
Libertà
SLIDE 2
Nelle società aperte – come ci ha insegnato Dahrendorf – devono essere assicurate a ciascun individuo chances di vita (“combinazione di diritti civili e opportunità di benessere“) che diano al singolo cittadino possibilità concrete di realizzare le potenzialità soggettive di cui dispone; deve essere altresì assicurato il costante sviluppo (e la progressiva diffusione tra tutti i membri della comunità) delle chances di vita individuali.
Le Chances Di Vita
SLIDE 3
Esiste una profonda interconnessione tra tutela delle libertà individuali (chances di vita) e tutela dell’
ambiente
Libertà e Ambiente
SLIDE 4
Equilibrio Ambientale
L’equilibrio ambientale assicura i fondamenti al nostro sistema produttivo ed al nostro sistema di tutele dell’ individuo
SLIDE 5
La Riproduzione Del Sistema
L’aria, l’acqua, le foreste, il controllo sulla temperatura media del Pianeta, il mantenimento dei ghiacci polari, l’equilibrio nel ciclo dell’acqua e delle foreste e, in generale, l’equilibrio ambientale, consentono l’esistenza e la riproduzione del nostro sistema e sono i presupposti delle tutele sostanziali degli individui
SLIDE 6
SLIDE 7
Di cosa ha bisogno la pianta?
H2OH2O
H2O• ACQUA
• SALI MINERALI
• ANIDRIDE CARBONICA
CO2
CO 2
CO2
(cosa entra nella pianta)
SLIDE 8
Di cosa ha bisogno la pianta?
H2OH2O
H2O• ACQUA
• SALI MINERALI
• ANIDRIDE CARBONICA
CO2
CO 2
CO2
SOLE
(cosa entra nella pianta)
SLIDE 9
Di cosa ha bisogno la pianta?
H2OH2O
H2O
CO2
CO 2
CO2
SOLE
La linfa grezza, costituita di acquae sali minerali, arriva alle foglie attraverso i vasi legnosi.
L’anidride carbonica entra nella foglia attraverso gli stomi, fori situati nella pagina inferiore.
(cosa entra nella pianta)
SLIDE 10
le molecole di acqua e di anidride carbonicaGrazie ai cloroplasti che catturano l’energia del sole,
Cosa succede nella foglia?La foglia è il laboratorio chimico della pianta.
H2O
… e si ricompongono in ossigeno O2 e glucosio
glucosio
H2O
H2O
H2O
H2O H2O
O2
O2
O2
O2
O2
O2
si disfano in atomi di O di H di C
CO2
CO2
CO2
CO2
CO2
CO2
SLIDE 11
Cosa produce la pianta?
glucosioglucosio
glucosio
O2
O 2
O2
SOLE
(cosa esce dalla pianta)
La linfa elaborata contenente glucosio scende verso le radici
L’ossigeno esce dagli stomi delle foglie
SLIDE 12
RIASSUMENDO :
+
SOLE
O2 ossigeno
+ +
CO2
anidride carbonica
H2O
acqua
SLIDE 13
Il Ciclo Dell’ AcquaSLIDE 14
CO2+H2
O
L’anidride carbonica presente nell’atmosfera, a contattocon l’acqua degli oceani si trasforma in acido carbonico:
H2CO3
Acidificazione Degli OceaniSLIDE 15
L’eccesso di acido carbonico causa un abbassamento delpH marino con conseguente acidificazione delle acque
Acidificazione Degli OceaniSLIDE 16
L’acidificazione delle acque marine, dovuta all’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera, può compromettere in particolare lo sviluppo del plancton con conseguenze drammatiche su tutta la catena alimentare marina
Acidificazione Degli OceaniSegue SLIDE 16
La diminuzione del pH oceanico, potrebbe avere gravissime conseguenze sugli ecosistemi marini.Uno studio condotto dall’Università di Chicago, svolto nell’arco di 8 anni nell’Oceano Pacifico, ha mostrato un aumento dell’acidità marina 10 volte più rapido di quello previsto dai modelli climatici, documentando anche le conseguenze biologiche del fenomeno: è stata riscontrata una forte diminuzione delle popolazioni di cirripedi e molluschi (che non riuscirebbero più ad utilizzare il carbonato di calcio per formare i gusci), a favore di specie non dotate di gusci calcarei.Il risultato è un’alterazione dell’equillbrio ecologico che può portare ad effetti devastanti sull’intera catena alimentare marina.
Il Pianeta è Caldo, Piatto e Affollato
La letteratura piu' avvertita ( Thomas Friedman) ha sottolineato che la dinamica principale del mondo contemporaneo e' costituita dalla convergenza del riscaldamento, del livellamento e affollamento globali e quindi dalla convergenza dei tre fattori caldo, piatto e affollato:1) Affollato: 6 miliardi e 700 milioni di persone attuali che diventano oltre 9 miliardi nel 2050 con un incremento dell'ordine del 40-45%.2) Piatto : il terreno del confronto economico globale e' diventato livellato consentendo una vasta partecipazione alla economia globale e ciò grazie alla tecnologia dei computer, di internet e alla caduta del muro di Berlino nel 1989, con la conseguente creazione di un mercato più uniforme e libero da impedimenti.
SLIDE 17
Il Pianeta è Caldo, Piatto e Affollato
3) Caldo : i climatologi concordano nel ritenere che dal 1750 la temperatura sulla Terra abbia subito un aumento medio di 0,8 gradi, con l'incremento più rapido a partire dal 1970. Secondo l’organizzazione meteorologica mondiale i dieci anni più caldi a partire dal 1860, anno di introduzione delle rilevazioni termometriche, sono stati quelli tra il1995 e il 2005. È stato calcolato che se non si provvederà a limitare per tempo le emissioni di CO2 l'aumento complessivo di calore nel 2100 sarà di 3-5°C con conseguenze disastrose.
Segue SLIDE 17
a)Presenza di crescenti quantità di anidride carbonica nell’atmosfera;
b)Innalzamento delle temperature medie; c) scioglimento dei ghiacci e minor quantità di neve e
di ghiacciai; d)Innalzamento del livello dei mari; e)Diffondersi di fenomeni di siccità e desertificazione; f) Decremento delle risorse idriche e maggiori rischi di
inquinamento idrico; g)Minore frequenza di giorni freddi e gelate e
maggiore frequenza di giorni con ondate di calore;h)Precipitazioni violente;i) Diffusione di tempeste, tifoni e tornado;j) Pericoli per le varie specie animali a causa
dell’aumento delle temperature;
Global Warming: RischiSLIDE 18
k)Conseguenze negative derivanti dall’incremento delle temperature per la gestione del settore agricolo e forestale;
l) Impatti severi dei cambiamenti climatici sui livelli di produzione agricola globale e conseguentemente sulla disponibilità di cibo per la popolazione mondiale;
m)Rischi per il mantenimento dei vari livelli esistenti di biodiversità;
n)Riscaldamento crescente delle acque dei mari e dei fiumi con conseguenti rischi per la catena alimentare sottomarina e per le attività ittiche;
o)Rischi connessi alla acidificazione degli oceani: minacce per la catena alimentare sottomarina.
Global Warming: RischiSegue SLIDE 18
L’ Analisi Di Nicholas Stern Della London School Of Economics
• Rischiamo un innalzamento della temperatura in grado di danneggiare gravemente tutti i paesi del mondo , ricchi e poveri
• Uno dei danni piu’ significativi provocati dai cambiamenti climatici e’ connesso all’acqua : ce ne sara’ troppa o troppo poca con conseguenti fenomeni estremi quali tempeste, inondazioni, innalzamento del livello del mare, siccita’.
• Il costo per gestire e attenuare l’emergenza climatica e’ molto inferiore al costo della non-scelta
• Il costo stimato e’ l’1% del PIL mondiale per il prossimo mezzo secolo
SLIDE 19
Banca Mondiale : Stime Dei Costi
Nel suo ultimo rapporto annuale la Banca Mondiale fissa tra i 140 e i 675 MLDI di dollari l’anno la spesa dei paesi in via di sviluppo, per un surriscaldamento della Terra non superiore ai 2°C medi di temperatura.
SLIDE 20
Alterazione Del Ciclo Dell’Acqua
• I ghiacciai si stanno ritirando• C’e’ più vapore acqueo in atmosfera• Le precipitazioni sono piu’ irregolari con fenomeni
di intensità estrema più ricorrenti• La porzione di precipitazioni di forte intensità sul
totale degli eventi e’ in crescita• La superficie terrestre classificata “ molto arida “
e’ raddoppiata dagli anni ‘70 ad oggi• La tendenza ad una distribuzione irregolare delle
precipitazioni aumenterà.
Gli studi effettuati in sede ONU (IPCC) indicano che il global warming ha provocato importanti alterazioni del ciclo dell’acqua, in particolare :
SLIDE 21
IUFROInternational Union Of Forest
Research Organizations
SLIDE 22
IUFRO è un global network per la cooperazione scientifica sul tema foreste.Ad essa fanno riferimento 1550 scienziati di 110 paesi
Foreste: Nuovo Allarme Contenuto Nel Report 2009 Della International Union
Of Forest Research Organizations
(IUFRO) • se la temperatura del pianeta salirà di 2,5°C le
foreste non saranno più un importante sistema di riduzione delle emissioni di CO2 ma diverranno loro stesse una rilevante fonte netta di emissioni di anidride carbonica con una conseguente forte accelerazione dei fenomeni di Global Warming
• si stanno creando i presupposti per un rischio (diverso ed aggiuntivo) di perdita del ruolo delle foreste come storage delle emissioni di CO2 (del ruolo attuale delle foreste come pozzi per l’assorbimento dell’anidride carbonica e quindi come determinanti mezzi di contrasto nei confronti del degrado ambientale provocato dagli eccessi di emissioni di CO2)
SLIDE 23
Unep: Climate Change Science Compendium 2009
SLIDE 24
L’UNEP ha recentemente pubblicato il Climate Change Science Compendium 2009: la concentrazione di CO2 sta aumentando rapidamente per tre ragioni:- crescita dell’economia mondiale- crescita della “carbon intensity” della produzione mondiale- decremento della efficienza dei CO2 sinks negli
oceani e nelle foreste “in absorbing anthropogenic emissions”
LAST BAD NEWS( AGOSTO – SETTEMBRE 2009)
SLIDE 25
Ghiacciai : Allarme Del Segretario Generale Dell’ Onu
Al termine del viaggio nell’arcipelago norvegese delle Svalbard Ban Ki-Moon ha dichiarato:
1)“L’Artico è come un canarino in una miniera di carbone: è un allarme per il clima del pianeta”
2)“Se non agirete prima che sia troppo tardi, noi tutti lo rimpiangeremo amaramente. Per il futuro dell’umanità e del mondo”
SLIDE 26
Ghiacciai: Rapporto WWF
1) Lo scioglimento dei ghiacci della calotta artica e’ notevolmente aumentato rispetto alle recenti stime con conseguenze potenzialmente disastrose sul clima2) Un quarto della popolazione mondiale potrebbe essere colpita da inondazioni a causa del riscaldamento dell’Artico3 L’innalzamento dei mari potrebbe essere di oltre un metro entro il 2100: oltre il doppio rispetto alle stime del 2007
SLIDE 27
Allarme Antartide( Studio Di Scienziati Britannici
Pubblicato Su “Geophysical Research Letters” )
1)Uno dei più grandi ghiacciai dell’Antartide si sta assottigliando a una velocità 4 volte maggiore di dieci anni fa
2)Misure satellitari del ghiacciaio di Pine Island, nell’Antartide occidentale, rivela che attualmente la sua superficie sta calando alla velocità di 16 metri l’ anno. Dal 1994 il ghiacciaio si è abbassato di circa 90 metri
3)Conseguenze : serie implicazioni per l’innalzamento del livello dei mari.
SLIDE 28
Allarme Tibet: La Lenta Agonia Dei Ghiacciai Del Tibet.
Fonte: I Dati Sono Forniti Dalla Amministrazione Meteorologica Della
Repubblica Popolare Cinese1)L’altopiano del Tibet si scoglie e minaccia di sconvolgere l’ambiente di tutta l’Asia2)In Tibet, negli ultimi 50 anni, la temperatura media si è alzata di quasi 1,5 gradi3)Nel luglio 2009 la temperatura in Tibet è stata la più alta dal 1951 e le piogge sono diminuite fino all’80%4)Poco meno del 90% della superficie ghiacciata, la terza riserva più grande del mondo dopo quelle polari, si è ritirato5)I ghiacciai himalayani - se proseguirà l’attuale andamento dello scioglimento – risulteranno scomparsi entro 30 anni
SLIDE 29
6)Il direttore dell’accademia cinese delle scienze ha dichiarato che:
I) il deterioramento del permafrost sta modificando la vegetazione con velocità sorprendente
II) alberi e pascoli muoiono III) le modificazioni ambientali in Tibet stanno modificando l’intensità e la durata dei monsoni
nell’intera Asia IV) le conseguenze più rilevanti sono la siccità in
india settentrionale e le alluvioni nella Cina meridionale7)Un Tibet senza ghiacciai causerebbe il prosciugamento di fiumi come l’Indo e il Gange e dei maggiori corsi d’acqua cinesi8)In assenza di tempestivi interventi regioni sconfinate sono destinate alla desertificazione9)Un himalaya surriscaldato comporta milioni di persone senza cibo e destinate ad emigrare
Segue SLIDE 29
Il Presidente del comitato glaciologico italiano ha dichiarato che i ghiacciai si sono ridotti di alcuni metri nello spessore e anche di 10-15 metri nella lunghezza nonostante l’abbondante quantità di neve caduta durante il periodo invernale.
Allarme Ghiacciai Alpini
SLIDE 30
Una notizia buona per la marina mercantile e pessima per l’ambiente : due navi da cargo sono salpate dall’Asia per raggiungere l’Europa occidentale attraverso l’artico
Passaggio A Nord-est
SLIDE 31
Ghiacciai: CATLIN ARTIC SURVEY
1)E’ stato rilevato lo spessore dei ghiacci per 73 giorni su un percorso di oltre 400 km. Con l’effettuazione di 1500 misure fisiche dello spessore e della densità dei ghiacciai dell’Artico, di 15000 osservazioni visive e la raccolta di circa 6000 dati.
2) Sono state rinvenute grandi estensioni di ghiaccio di primo inverno (spessore medio 1,8 mt.), che normalmente fonde con l’estate successiva promuovendo il ritiro complessivo dei ghiacciai.
SLIDE 32
La stampa internazionale ha diffuso i risultati della ricerca scientifica CATLIN ARTIC SURVEY iniziata lo scorso mese di Marzo. Nel seguito la sintesi delle conclusioni della spedizione scientifica al Polo Nord:
3) Le aree di ghiaccio più vecchio e compresso (spessore medio 4,8 mt. ), sono in diminuzione.
4) E’ stato dimostrato che lungo tutto il mare di Beaufort il ghiaccio estivo si è formato quest’anno e non è più vecchio.
5) Entro 20 anni al Polo Nord non ci sarà più ghiaccio in estate e in 10 anni la riduzione dei ghiacciai sarà comunque notevole.
Segue SLIDE 32
6) Nei comunicati ufficiali si legge : The data suggests the survey area is comprised almost exclusively of first-year ice. This is a significant finding because the region has traditionally contained older, thicker multi-year ice. The average thickness of the ice floes measured by CATLIN ARTIC SURVEY ice team was 1,8 metres, a depth considered too thin to survive the summer’s ice melt. (…) Such a loss of Artic sea ice cover has recently been assessed to set in motion powerful climate feedbacks which will have an impact far beyond the Artic itself - self perpetuating cycles, amplifying and accelerating the consequences of global warming. This could lead to flooding affecting one-quarter of the world’s population, substantial increases in greenhouse gas emissions from massive carbon pools and extreme global weather changes (affecting access to natural resources and food production).
Segue SLIDE 32
– NASA – ICE BRIDGE OPERATION
La NASA ha avviato l’operazione ICE BRIDGE per controllare e verificare le dinamiche di riscaldamento atmosferico/scioglimento dei ghiacci in Antartide.
SLIDE 33
– NASA – Previsioni Del Presidente Del Goddard InstituteFor Space Studies Della NASA (James Hansen)
- Se non si riduce in modo drastico l'uso dei combustibili fossili i ghiacciai della penisola antartica, che attualmente perdono 200 chilometri cubi all'anno, fonderanno nell'arco di un secolo. Conseguentemente si produrrà un aumento di 6-7 metri del livello del mare a cui si dovrà aggiungere il collasso dei ghiacciai in zone come la Groenlandia.
- Le ipotesi sono formulate sulla base di modelli analitici diversi dai modelli matematici utilizzati dall‘IPCC.
Segue SLIDE 33
1) International herald tribune (agosto 2009) : “ the changing global climate will pose profound strategic challenges for the united states in coming decades, raising the prospect of military intervention to deal with the effects of violent storms, drought, mass migration and pandemics, military and intelligence analysts say….although military and intelligence planners have been aware of the challenges posed by climate change for years, the Obama administration has made it a central policy focus……the national intelligence council finished the first assessment of the national security implications of climate change…..it concluded that climate change by itself would have significant geopolitical impacts…
EMERGENZE CLIMATICHE : ALLARME DEL PENTAGONO USA PER LA SICUREZZA NAZIONALE
SLIDE 34
around the world and would contribute to a host of problems, including poverty, environmenal degradation and weakening of national governments” 2) Dal 2009 il pentagono e il dipartimento di stato USA catalogano le emergenze climatiche come una delle minacce alla sicurezza nazionale3) Sono state svolte simulazioni (“war games”) su disastri indotti dai cambiamenti climatici usando sofisticati programmi di simulazione del clima utilizzati dalla marina e dall’aviazione usa nonchè i risultati di attività di ricerca della NASA e dell’amministrazione nazionale per l’oceano e l’atmosfera4) Le autorità militari e di intelligence usa hanno individuato i rischi di destabilizzazione derivanti dalle criticità climatiche : cicloni, siccità, carenza di acqua e di cibo, migrazioni di massa, milioni di persone in fuga con conseguente aumento delle possibilità di guerre e di proliferazione delle attività terroristiche
Segue SLIDE 34
5) Il National Intelligence Council segnala che il moltiplicarsi delle emergenze umanitarie nel mondo rischia di impegnare risorse militari destinate alle attività belliche vere e proprie6) L’innalzamento del livello dei mari cambia già oggi lo scenario di eventuali guerre, mettendo a rischio diverse postazioni statunitensi7) Il livello dell’oceano in aumento costringe a riprogettare le basi navali a Norfolk e San Diego8) E’ ad alto rischio innalzamento dei mari la base Diego Garcia, l’atollo nell’oceano indiano che costituisce uno snodo cruciale per le forze americane e britanniche in medio oriente9) Lo scioglimento dei ghiacci apre invece un “buco” nelle difese polari: nella calotta artica si apre un canale navigabile che richiede la revisione di tutti i piani strategici di diversi paesi
Segue SLIDE 34
Inquinamento : Ultimi Dati Macro Comparati
SLIDE 35
•Due terzi delle emissioni inquinanti dal 1850 al 2005 sono state generate dalle economie avanzate
•La Cina ha superato nel 2009 gli USA con 7,2 miliardi di tonnellate di emissioni nocive
•L’India rispetto al Giappone produce il 40% in più di emissioni nocive
•Il Brasile ha superato la Germania anche nel calcolo di CO2 per abitante
a) UNFCCCb) UNEPc) IPCCd) Protocollo di Kyotoe) COP 15 - Conferenza di Copenhagen (dicembre 2009)f) G8g) G20h) G77i) MEF (Major Economies Forum)j) UNFF (United Nations Forum on Forest )k) IUFRO (International Union of Forest Research Organizations)l) Banca Mondialem)Unione Europea
FORI INTERNAZIONALI
SLIDE 36
L’obiettivo della convenzione (art. 4.2 (b)) è di impegnare le parti a riportare entro un periodo relativamente breve, singolarmente o congiuntamente, le emissioni causate dall’uomo di gas serra ai livelli del 1990.
UNFCC
SLIDE 37
a) Il protocollo e’ stato adottato dalla COP 3 (1 – 10 dicembre 1997) ed e’ entrato in vigore nel febbraio 2005.b) Il protocollo impegna i paesi industrializzati e quelli dell’est europeo con economia in transizione, a ridurre (rispetto al 1990) complessivamente almeno del 5% le principali emissioni antropogeniche di gas capaci di provocare l’effetto serra.c) Periodo di adempimento (commitment period) : 2008 – 2012.
Protocollo Di Kyoto
SLIDE 38
d) Sono previsti meccanismi di riduzione delle emissione a un costo inferiore:
I) Joint implementation : finanziamento di progetti di riduzione delle emissioni in altri paesi dello stesso gruppo.II) Clean development mechanism : finanziamento
di progetti di riduzione delle emissioni in paesi in via di sviluppoiii) Emissions trading : trasferimento dei diritti di
emissione
Segue SLIDE 38
a) COP 13 a Bali (3 – 14 dicembre 2007): avvio del negoziato per un nuovo accordo sulla riduzione delle emissioni dei gas serra per gli anni successivi al 2012 (Kyoto 2) anno di conclusione del primo periodo di attuazione degli obblighi di riduzione previsti dal protocollo di Kyoto
COP15 – Kyoto 2
SLIDE 39
G8 L‘Aquila (Luglio 2009): Dichiarazione Comune
• Science clearly shows that anthropogenic greenhouse gas emissions are provoking dangerous climate change, putting at risk not only the environment and ecosystem services but the very basis of our present and future prosperity
• We recognize the broad scientific view that the increase in global average temperature above pre-industrial levels ought not to exeed 2° c
• We want to share with all countries the goal of achieving at least a 50% reduction of global emissions by 2050
• We also support a goal of developed countries reducing emissions of greenhouse gases in aggregate by 80% or more by 2050 compared to 1990
SLIDE 40
G8 L’Aquila (Luglio 2009): Dichiarazione Dei Leaders Del Mef
(Major Economies Forum)
• We recognize the scientific view that the increase in global average temperature above pre-industrial levels ought not to exeed 2°C.
• We will work between now and Copenhagen to identify a global goal for substantially reducing global emissions by 2050
SLIDE 41
Climate ChangeSummit Onu (New York) E G20 (Pittsburgh)
22 – 25 Settembre 2009
SLIDE 42
Climate Change: Summit OnuIntervento Del Presidente Degli Stati Uniti
SLIDE 43
1. The threat from climate change is serious, it is urgent, and it is growing.
2. Our generation’s response to this challenge will be judged by history, for if we fail to meet it – boldly, swiftly, and together – we risk consigning future generations to an irreversible catastrophe.
3. We must seize the opportunity to make Copenhagen a significant step forward in the global fight against climate change.
4. What we are seeking, after all, is not simply an agreement to limit greenhouse gas emissions. We seek an agreement that will allow all nations to grow and raise living standards without endangering the planet.
Climate Change: Summit OnuIntervento Del Presidente Degli Stati Uniti
Segue SLIDE 43
6. By developing and disseminating clean technology and sharing our know-how, we can help developing nations leap-frog dirty energy technologies and reduce dangerous emissions.
7. The good news is that after too many years of inaction and denial, there’s finally widespread recognition of the urgency of the challenge before us. We know what needs to be done. We know that our planet’s future depends on a global commitment to permanently reduce greenhouse gas pollution. We know that if we put the right rules and incentives in place, we will unleash the creative power of our best scientist and engineers and entrepreneurs to build a better world.
Climate Change: Summit OnuIntervento Del Presidente Della
Repubblica Popolare Cinese
SLIDE 44
1. Global climate change has a profound impact on the existence and development of mankind, and is a major challenge facing all countries.2. All countries have deepened their understanding, built consensus and stepped forward to meet the challenge. The United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC ) and its Kyoto Protocol have now been universally recognized as the primary channel to address climate change.3. The principle of common but differentiated responsibilities has been established as the basis for closer international cooperation. And sustainable development and harmony between man and nature has become the common goal of all parties.
Climate Change: Summit OnuIntervento Del Presidente Della
Repubblica Popolare Cinese
Segue SLIDE 44
4. China will further integrate actions on climate change into its economic and social development plan.
5. I am convinced that as long as we adopt a responsible attitude toward our respective countries and mankind as a whole, proceed from the present reality while looking ahead to the future, uphold the UNFCCC and its Kyoto Protocol as the primary channel, stay committed to the principle of common but differentiated responsibilities and the mandate of the Bali Roadmap, we will make the Copenhagen Conference a new milestone in the international cooperation on climate change. China stands ready to join hands with all countries to build an even better future for the generations to come.
Climate Change: Summit OnuIntervento Del Primo Ministro Giapponese
SLIDE 45
1. Climate change affects the entire globe and requires long-term and international efforts. Thus, it is imperative for all countries to address the issue under the principle of “common but differentiated responsibilities".
2. Based on the discussions in the intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), I believe that the developed countries need to take the lead in emissions reduction efforts. It is my view that Japan should positively commit itself to setting a long-term reduction target. For its mid-term goal, Japan will aim to reduce its emissions by 25% by 2020, if compared to the 1990 level, consistent with what the science calls for in order to halt global warming.
Climate Change: Summit OnuIntervento Del Primo Ministro Giapponese
Segue SLIDE 45
3. It is imperative to establish a fair and effective international framework in which all major economies participate. The commitment of Japan to the world is premised on agreement on ambitious targets by all the major economies.
4. I wish to make a strong appeal to you to work together, so that we will be able to make significant achievements at COP 15 in December and that the people of the world will be able to say that their leaders made crucial decisions for the sake of future generations.
Climate Change: Summit OnuIntervento Del Segretario Generale
Delle Nazioni Unite
SLIDE 46
1. Greenhouse gas emissions continue to rise. We will soon reach critical thresholds. Consequences that we cannot reverse.
2. The world’s leading scientists warn that we have less than ten years to avoid the worst-case scenarios projected by the Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).
3. Indeed those worst-case scenarios are becoming ever more likely. We must halt the rise in global emissions.
4. Earlier this month I was in the Artic. I was alarmed by the rapid pace of change. The Artic could be nearly ice-free by 2030. The consequences will be felt by people on every continent.
Climate Change: Summit OnuIntervento Del Segretario Generale
Delle Nazioni Unite
Segue SLIDE 46
5. The climate negotiations are proceeding too slow. The world’s glaciers are now melting faster than human progress to protect them – and us (...). Instead of demanding concessions from others, let us ask how we can contribute to the greater good. A successful deal in Copenhagen will mean more prosperity, more security, more equity. It will expand the pie for all.
6. Copenhagen offers a new path. It can catalyze a global economy based on low-emissions growth that can strengthen sustainable development and lift billions out of poverty.
7. Success in Copenhagen will have positive ripple effects for global cooperation on trade, energy, security and health.
Climate Change: Pittsburgh Summit Leaders Statement
SLIDE 47
1. We will spare no effort to reach agreement in Copenhagen through the United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) negotiations.
2. Increasing clean and renewable energy supplies, improving energy efficiency, and promoting conservation are critical steps to protect our environment, promote sustainable growth and address the threat of climate change. Accelerated adoption of economically sound clean and renewable energy technology and energy efficiency measures diversifies our energy supplies and strengthens our energy security.
Climate Change: Pittsburgh Summit Leaders Statement
Segue SLIDE 47
3. We commit to:-Stimulate investment in clean energy, renewables, and energy efficiency and provide financial and technical support for such projects in developing countries.-Take steps to facilitate the diffusion or transfer of clean energy technology including by conducting joint research and building capacity. The reduction or elimination of barriers to trade and investment in this area are being discussed and should be pursued on a voluntary basis and in appropriate fora.
Climate Change: Pittsburgh Summit Leaders Statement
Segue SLIDE 47
4. As leaders of the world’s major economies, we are working for a resilient, sustainable, and green recovery. We underscore anew our resolve to take strong action to address the threat of dangerous climate change. We reaffirm the objective, provisions, and principles of the United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC ), including common but differentiated responsibilities. We note the principles endorsed by Leaders at Major Economies Forum in L’Aquila, Italy. We will intensify our efforts, in cooperation with other parties, to reach agreement in Copenhagen through the UNFCCC negotiation.
G77
il G77 (il club dei paesi poveri e dei paesi in via di sviluppo) si prepara a presentare, al vertice di Copenhagen di dicembre 2009, una richiesta di compensazioni fra i 150 e i 400 miliardi di dollari l’anno.
SLIDE 48
Copenhagen : La Preparazione Del Negoziato
Strutture fondamentali:
1. Ad hoc Working Group on Long term Cooperative Action (AWG–LCA)
2. Ad hoc Working Group on further commitments for annex 1 parties under Kyoto Protocol (AWG–KP)
SLIDE 49
UN Climate Change NegotiationsBangkok Meeting
Il 9 Ottobre scorso si sono conclusi i lavori della penultima sessione di negoziato preparatorio per la Conferenza sul clima che si terrà a Copenhagen il prossimo Dicembre. Riepiloghiamo nel seguito i punti più rilevanti dei comunicati ufficiali.1) The penultimate negotiating session before the historic UN Climate Change Conference in Copenhagen in December wrapped up in Bangkok with progress made on what needs to constitute the "bricks and mortar" of the Copenhagen agreed outcome, but a continuing lack of clarity on key deliverables to make a successful international climate change deal workable.
SLIDE 50
2) "A will has emerged in Bangkok to build the architecture to rapidly implement climate action," said UNFCCC Executive Secretary Yvo de Boer, "but significant differences remain. In December, citizens everywhere in the world will have a right to know exactly what their governments will do to prevent dangerous climate change. It is time now to step back from self interest and let the common interest prevail," he added.3) Parties made progress on the issues of adaptation, technology transfer and capacity building. They also reached agreement on technical issues such as forests and land use, how to assess the global warming potentials of new greenhouse gases and the number of options for strengthening the Kyoto Protocol’s Clean Development Mechanism.
Segue SLIDE 50
4) Little progress was made on the issue of mid-term emission reduction targets for industrialized countries. And clarity is lacking on the issue of finance that developing countries need to undertake additional actions to limit their emissions growth and adapt to the inevitable effects of climate change.5) Heads of state and government meeting in New York in September identified five politically essential issues to a deliver a comprehensive, fair and effective Copenhagen agreement.
I. The climate change deal clinched in Copenhagen is to ensure enhanced action to assist the most vulnerable and the poorest to adapt to the impacts of climate change.
Segue SLIDE 50
II. Furthermore, world leaders have agreed that clarity must be provided on ambitious emission reduction targets of industrialized countries, as well as the need for nationally appropriate mitigation actions by developing countries with the necessary support.
III. A beacon to guide discussions is the Intergovernmental Panel on Climate Change's finding that an aggregate emission reduction by industrialized countries of between minus 25% and 40% over 1990 levels would be required by 2020, and that global emissions would need to be reduced by at least 50% by 2050, in order to stave off the worst effects of climate change.
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IV. The fourth essential identified by heads of state and government is that the Copenhagen agreed outcome needs to generate scaled-up financial and technological resources, with a mechanism put in place that would funds to be generated automatically over time.
V. Finally, they have agreed that the Copenhagen deal needs to create an equitable governance structure to manage funds for adaptation and mitigation that address the needs of developing countries.
La prossima sessione di negoziato preparatorio si terrà a Barcellona tra il 2 e il 6 Novembre 2009.ApertaContrada pubblicherà uno specifico report sui risultati del Meeting.
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COPENHAGEN: STATO DELLA TRATTATIVA
La stampa statunitense ha recentemente riepilogato lo stato della difficile trattativa preparatoria della Conferenza di Copenhagen sul clima:
1. With the clock running out and deep differences unresolved, it now appears there is little chance that International climate change negotiations in Copenhagen in December will produce a comprehensive and binding new treaty on global warming.
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2. The United States and many other major emitting countries have concluded that it is more useful to take incremental but important steps toward a global agreement rather than to try to jam through a treaty that is either too weak to address the problem or too onerous to be ratified and enforced.
3. Representatives at the Copenhagen meeting are likely to announce a number of interim steps and agree to keep talking next year.
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4. "There isn' t sufficient time to get the whole thing done," Yvo De Boer, the Dutch diplomat who heads of the United Nations climate secretariat and serves as the de facto overseer of the negotiations, said late last week. "But I hope it will go well beyond simply a declaration of principles. The form I would like it to take is the groundwork for a rectifiable agreement next year."
5. Negotiators have accepted as inevitable that representatives of the 192 nations in the talks will not resolve the outstanding issues in the brief time left before the Copenhagen conference opens in December. The gulf between rich and poor nations, and even among the wealthiest nations, is just too wide.
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6. Representatives of the 16 largest emitting countries plus the European Union, who concluded a meeting in London on Monday, said that they had made progress on the level of aid needed to help poor countries adapt to climate change and adopt less-polluting energy technology.
7. They-also said they had settled some questions on the "architecture" of any agreement reached in Copenhagen, while acknowledging that it would fall short of a binding treaty.
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8. Yet expectations remain high for a meeting that carries important weight not just for the environment but also for a broad range of international issues, including trade, security, economic development, energy production, technology sharing and the very survival of some vulnerable island nations.
9. So officials are now narrowing expectations and defining the areas where there is agreement, like the need to halt and then reverse the growth of greenhouse gas emissions, although how and by whom remains the subject of intense dispute. Negotiators are also discussing what form any declaration that emerges from Copenhagen might take and how to ensure that any promises made there are kept.
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10.The chief American climate negotiator, Todd Stern, has said that he will not go beyond what Congress is willing to endorse. His deputy, Jonathan Pershing, affirmed this fast week at a negotiators’ meeting in Bangkok. "We are not going to be part of an agreement we cannot meet".
11.USA Administration officials and congressional leaders have said that final legislative action on a climate bill will not occur before the first half of next year.
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12.There is general agreement among international negotiators and observers that the parties to the Copenhagen talks, held under the auspices of the United Nations Framework Convention on Climate Change, will agree to continue discussions next year, and perhaps set a deadline for reaching a final agreement by mid-year or December 2010 at the latest.
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Position Paper Dell’Unione Europea
Il 21 Ottobre scorso il Consiglio Europeo per l’ambiente ha approvato un documento che riepiloga i punti fondamentali della posizione europea che la UE rappresenterà alla Convenzione di Copenhagen sul clima del prossimo Dicembre.
Gli elementi più significativi del documento sono riepilogati nel seguito.
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The Council Of The European Union
1)WISHES especially to highlight the importance of the outcome in MEF where participating countries, including key developing countries, recognized the scientific view that global warming ought not to exceed 2°C above the pre industrial level and that peaking of global and national emissions should take place as soon as possible, the recognition by G8 of a global goal of achieving at least a 50% reduction of global emissions by 2050 and that developed countries should reduce their emissions in aggregate by 80% or more by 2050 as part of that goal;
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2)WELCOMES the willingness of all MEF countries to promptly undertake actions whose projected effects on emissions represent a meaningful deviation from business as usual in the mid-term, to prepare low-carbon growth plans, to take steps to reduce emissions from deforestation and forest degradation and to establish a Global Partnership to drive transformational low-carbon, climate-friendly technologies.
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3)REITERATES that a Copenhagen agreement must be based on the best available scientific evidence as presented by the Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) in its Fourth Assessment Report (AR4) as well as by scientific studies published since then;
4)RECOGNIZES that meeting the 2°C objective requires that global greenhouse gas emissions peak by 2020 at the latest and be reduced by at least 50% as compared with 1990 levels by 2050 and continue to decline thereafter;
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5)RECOGNIZES that the 2°C objective sets the level of ambition for global mitigation action; UNDERLINES that, in accordance with the findings by the IPCC in its AR4 and more recent studies, developed countries as a group should reduce their GHG emissions below 1990 levels through domestic and complementary international efforts by 25 to 40% by 2020 and by 80 to 95% by 2050 while developing countries as a group should achieve a substantial deviation below the currently predicted emissions growth rate, in the order of 15-30% by 2020;
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6)CALLS upon all Parties, as part of a Copenhagen agreement, to embrace the 2°C objective and to agree to global emission reductions of at least 50%, and aggregate developed country emission reductions of at least 80-95%, as part of such global emission reductions, by 2050 compared to 1990 levels; such objectives should provide both the aspiration and the yardstick to establish mid-term goals, subject to regular scientific review;
7)REAFFIRMS that developed countries should take the lead in combating climate change and the adverse effects thereof and RECALLS the EU proposal that aggregate emission reduction commitments of developed countries should be in the order of 30% below 1990 by 2020;
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8)NOTES with concern that the sum of proposals by developed country Parties for mid-term emission reductions remains insufficient to meet the abovementioned scientifically-based requirements and therefore urges developed country Parties to announce more ambitious proposals for emission reductions ahead of Copenhagen;
9)WELCOMES the fact that the latest inventories for the year 2007 clearly show that the EU's aggregated emissions continue to decline; UNDERLINES that the EU is on track to meet its targets under the Kyoto Protocol's first commitment period;
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10)REAFFIRMS its commitment to move to a 30% reduction compared to 1990 levels as its contribution to a global and comprehensive agreement for the period beyond 2012, provided that other developed countries commit themselves to comparable emission reductions and that developing countries contribute adequately according to their responsibilities and respective capabilities;
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Estremamente importante – anche in considerazione della rilevanza dei rischi potenziali individuati dai competenti organismi internazionali – sarà il metodo da utilizzare per approfondire nel tempo la conoscenza dei fenomeni connessi alle criticità ambientali. Secondo il magistero di Ralf Dahrendorf nessuno ha il potere di negare il diritto di altri al dubbio, alla libera verifica in contraddittorio, alla falsificazione della congettura iniziale e alla sua eventuale confutazione.
Il Metodo
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1. Nella Dichiarazione di Rio si legge: “Al fine di proteggere l’ambiente, gli Stati applicheranno largamente (…) il metodo precauzionale. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l’assenza di certezza scientifica assoluta non deve servire da pretesto per rinviare l’adozione di misure adeguate ed effettive (…) dirette a prevenire il degrado ambientale”.
2. Il principio è ribadito dall’articolo 3.3 della UNFCCC :” The Parties should take precautionary measures to anticipate, prevent or minimize the causes of climate change and mitigate its adverse effects. Where there are threats of serious or irreversible damage, lack of full scientific certainty should not be used as a reason for postponing such measures”.
Il Principio Di Precauzione SLIDE 54
“Come gli altri affermano la certezza di alcune e l’incertezza di altre cose, noi invece, dissentendo da loro, sosteniamo la probabilità di alcune cose e l’improbabilità di altre”.
“Pensi pure ciascuno come vuole: vi deve essere libertà di giudizio. Noi ci atterremo sempre ai nostri principi: ricercheremo cioè sempre in ogni questione quello che abbia maggior carattere di probabilità, senza essere vincolati a regole di nessuna scuola, alle quali ubbidire di necessità”.
I Classici
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“Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”
Libertà
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