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Intervista 32 intervista di Marzia Nicolini P assano gli anni, ma Gian- ni Morandi ha ancora il sorriso aperto e gli occhi chiari e vivaci di quando era il ventenne che faceva impaz- zire tutte le ragazzine d’Italia. Oggi, che di anni ne ha qualcuno in più (ha spento 70 candeline a dicembre), ancora non ha perso le energie e la voglia di cantare. Lo abbiamo incontrato in occasione della presentazione del suo nuovo album, Autoscatto 7.0, che contie- ne alcuni inediti e una raccolta delle canzoni che hanno segnato la sua fantastica e lunghissima carriera musicale. Gianni, in carriera hai già ven- duto qualcosa come 50 milioni di dischi in tutto il mondo. Eppure non ti fermi mai. Dove trovi tutta questa energia? «La verità è che non amo sta- re fermo. La sera, quando sono seduto davanti alla televisione a guardare qualche show o un film, a un certo punto prendo e mi al- zo. Non voglio rimbambirmi, ma restare il più possibile attivo. Poi, diciamocelo, questo mestiere, che non è un lavoro come lo si inten- de normalmente, è stimolante, quindi è facile volersi spendere al massimo». Sei molto attivo anche sui social network. La tua pagina Facebook è seguitissima e le tue foto vengono sempre sommerse di “mi piace”. «Creare la mia pagina su Fa- cebook è stata proprio una bella idea. La seguo personalmente e anche se ci devo dedicare parec- chio tempo, è un investimento che dà i suoi frutti. Alle persone piace vedere quello che faccio nella vi- ta di tutti i giorni. La cosa buffa è il loro stupore quando scoprono che sono una persona normale. Per esempio, come tanti mariti, aiuto mia moglie a sgranare i fagioli, o poto le rose e la siepe del giardino. Certo, non pubblico su Internet tutto quello che faccio: non credo che interessi molto una mia foto- grafia mentre sono dal dentista o dal commercialista». C’è una costante in tutto quello che fai: trasmettere sempre messaggi belli e positivi. «Sì, e anche in questo caso c’è una ragione. Un giorno mi sono svegliato malinconico, come capi- ta a tutti, e ho postato una foto di me davanti alla finestra con una frase del tipo: “Accidenti, il tem- po a volte passa troppo in fretta”. Sono stato subito invaso da com- menti tristi, delusi. Oggi, la gen- te cerca serenità. Il periodo che stiamo passando è già di per sé angoscioso e infarcito di brutte notizie. Ecco perché i miei fan si aspettano positività. E il minimo che posso fare è accontentarli». Sei tu a scattare le fotografie che vediamo su Facebook? «Sempre. Ormai sono un ma- go con i “selfie”. E quando non lo faccio io, lo fanno mia moglie, mio figlio, oppure gli amici. È proprio tutto amatoriale». Ci sono state delle fasi della tua vi- ta meno serene, durante le qualu ti sei sentito solo? «Certo. Ci sono stati anni lun- ghissimi di completo buio e ano- nimato. Improvvisamente, dal ra- gazzo celebre che riempiva le case di musica e veniva invitato in te- levisione, ero diventato un signor nessuno. Parlo del periodo che se- guì il ’68, anni di protesta dura, rinnovamento, ma anche di forti tensioni. Sono stato sopraffatto dal clima ideologico di quegli anni, mi rimproveravano di essere com- merciale e tradizionalista. Ricordo come fosse ieri quel 5 luglio 1971: c’erano i Led Zeppelin al velodro- mo Vigorelli di Milano e io, insie- me ad altri artisti italiani, dovevo aprire il concerto. Fummo cacciati via dal palco in una maniera dav- Gianni Morandi «Voglio lanciare ai miei fan solo messaggi positivi» L’ottimismo emerge dalle sue canzoni, ma anche dai social network, che lo tengono in contatto con il pubblico. Il suo segreto? Salute, affetti, sport e tanta energia

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Intervista

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intervista di Marzia Nicolini

Passano gli anni, ma Gian-ni Morandi ha ancora il sorriso aperto e gli occhi chiari e vivaci di quando

era il ventenne che faceva impaz-zire tutte le ragazzine d’Italia. Oggi, che di anni ne ha qualcuno in più (ha spento 70 candeline a dicembre), ancora non ha perso le energie e la voglia di cantare. Lo abbiamo incontrato in occasione della presentazione del suo nuovo album, Autoscatto 7.0, che contie-ne alcuni inediti e una raccolta delle canzoni che hanno segnato la sua fantastica e lunghissima carriera musicale.Gianni, in carriera hai già ven-duto qualcosa come 50 milioni di dischi in tutto il mondo. Eppure non ti fermi mai. Dove trovi tutta questa energia?

«La verità è che non amo sta-re fermo. La sera, quando sono seduto davanti alla televisione a guardare qualche show o un film, a un certo punto prendo e mi al-zo. Non voglio rimbambirmi, ma restare il più possibile attivo. Poi, diciamocelo, questo mestiere, che non è un lavoro come lo si inten-de normalmente, è stimolante, quindi è facile volersi spendere al massimo».Sei molto attivo anche sui social network. La tua pagina Facebook è seguitissima e le tue foto vengono sempre sommerse di “mi piace”.

«Creare la mia pagina su Fa-cebook è stata proprio una bella idea. La seguo personalmente e

anche se ci devo dedicare parec-chio tempo, è un investimento che dà i suoi frutti. Alle persone piace vedere quello che faccio nella vi-ta di tutti i giorni. La cosa buffa è il loro stupore quando scoprono che sono una persona normale. Per esempio, come tanti mariti, aiuto mia moglie a sgranare i fagioli, o poto le rose e la siepe del giardino. Certo, non pubblico su Internet tutto quello che faccio: non credo che interessi molto una mia foto-grafia mentre sono dal dentista o dal commercialista».C’è una costante in tutto quello che fai: trasmettere sempre messaggi belli e positivi.

«Sì, e anche in questo caso c’è una ragione. Un giorno mi sono svegliato malinconico, come capi-ta a tutti, e ho postato una foto di me davanti alla finestra con una frase del tipo: “Accidenti, il tem-po a volte passa troppo in fretta”. Sono stato subito invaso da com-menti tristi, delusi. Oggi, la gen-te cerca serenità. Il periodo che stiamo passando è già di per sé angoscioso e infarcito di brutte notizie. Ecco perché i miei fan si

aspettano positività. E il minimo che posso fare è accontentarli».Sei tu a scattare le fotografi e che vediamo su Facebook?

«Sempre. Ormai sono un ma-go con i “selfie”. E quando non lo faccio io, lo fanno mia moglie, mio figlio, oppure gli amici. È proprio tutto amatoriale».Ci sono state delle fasi della tua vi-ta meno serene, durante le qualu ti sei sentito solo?

«Certo. Ci sono stati anni lun-ghissimi di completo buio e ano-nimato. Improvvisamente, dal ra-gazzo celebre che riempiva le case di musica e veniva invitato in te-levisione, ero diventato un signor nessuno. Parlo del periodo che se-guì il ’68, anni di protesta dura, rinnovamento, ma anche di forti tensioni. Sono stato sopraffatto dal clima ideologico di quegli anni, mi rimproveravano di essere com-merciale e tradizionalista. Ricordo come fosse ieri quel 5 luglio 1971: c’erano i Led Zeppelin al velodro-mo Vigorelli di Milano e io, insie-me ad altri artisti italiani, dovevo aprire il concerto. Fummo cacciati via dal palco in una maniera dav-

Gianni Morandi«Voglio lanciare ai miei

fan solo messaggi positivi»L’ottimismo emerge dalle sue canzoni, ma anche dai social network, che lo tengono in contatto con il pubblico. Il suo segreto? Salute, affetti, sport e tanta energia

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sempre in formaGianni Morandi ha da poco compiuto 70 anni, ma continua a essere l’eterno ragazzo amatissimo dalle donne di ogni età, anche per il suo modo di essere sempre così deliziosamente normale e poco vip: aiuta infatti la moglie nei lavori di casa e coltiva il suo orto.

vero violenta. Quelle sono immagi-ni che non posso dimenticare».Che cos’hai imparato da quei giorni così difficili?

«Tantissimo. è stato un inse-gnamento fondamentale vedere come le luci dei riflettori potessero spegnersi all’improvviso. Di sicu-ro, io e il mio team abbiamo fatto l’errore di non capire che il ven-to stava cambiando, ma ho anche compreso, una volta di più, quanto l’umiltà sia importante. Poi, a me è sempre piaciuto il contatto con la gente: non mi sono mai conside-rato un vip. Questo mi ha aiutato a non crollare del tutto».Cosa ti fa svegliare felice la matti-na, tutte le mattine?

«Facendo gli scongiuri, il fat-to di essere così in buona salu-te, l’affetto delle persone, l’amore della mia famiglia, la passione per il movimento. L’energia vi-tale, insomma».E il tuo nuovo album?

«è un doppio cd e il titolo, Auto-scatto 7.0, prende spunto da que-sto periodo di grande lavoro sulla pagina Facebook. Trovate il brano inedito Io ci sono, dove rifletto sui rapporti più importanti della vi-ta, sulla capacità di vederli cre-scere e maturare. Ci sono anche due pezzi che Cesare Cremoni-ni, artista che ammiro molto, ha scritto per me. Infine, i venti brani che i miei fan hanno scel-to sul social. Primo in classifi-ca: Uno su mille».Come leggi questa scelta?

«In un periodo come quello che stiamo attraversando, Uno su mille lancia un messaggio di positività, una spinta a pro-varci e a riuscirci, nonostan-te tutto. Ricordo che Mogol mi rimproverava per questo brano. Diceva che era trop-po urlato ed euforico. Ma io ci sono affezionato, so che dà la carica giusta». ●